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23_03_18 santangelo-avellino.pdf

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I tourniquets, ad angolo acutissimo, della discesa di

Sant’Angelo ci ghiacciano l’animo più del gelo della

rotabile stessa che tende insidie per lo slittamento, ma

Vincenzino è un elegante mago del volante e la sicura

perizia del pilota acqueta l’ansia nostra in un dormiveglia

che è il sogno-realtà del mattino.

Alle curve, che si snodano in un paesaggio incolto e selvaggio,

s’impongono i primi prudenti rallentamenti, a causa della aguzza

breccia che liquiderebbe i pneumatici della Spa – se ne avesse – e

dei collabenti parapetti di due o tre ponti ancien regime della

rotabile nazionale.

Provvederete quando, o saggi ingegneri preposti a questo tratto

stradale? Perdonateci questo inciso.

Sulla spianata del monte Porrara si comincia a filare e si

guadagna, attraverso campi dalla vegetazione più varia e più

ricca, il tenimento di Torella dei Lombardi. Salve, o mia nativa

borgata! Non molti anni orsono, ti toccò l’alto onore di essere

citata da Francesco De Sanctis nel suo brioso

«Viaggio elettorale» quando il sole salutò il grande

irpino sulla «Piana di Torella». Oggi deve salutarti il nuovo

sole del progresso se la rumorosa Spa, anziché lambirti

un fianco e lasciarti al Bivio Losco, come la negletta

Cenerentola, romberà fra le tue case!

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