artistiSalentini
Rivista di artisti Salentini
Rivista di artisti Salentini
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Musica
FERNANDO TOMA
“Prodigio salentino”
Il nostro fiore all´occhiello nella musica internazionale.
aS Come e quando hai cominciato a praticare la
musica?
FT Sin dalla tenerissima età. I miei genitori adoravano
la musica e suonavano, per diletto, entrambi,
mio padre il violino e la mamma la fisarmonica;
aggiungiamo il nonno materno, bravo mandolinista,
e viene naturale che in casa mia abbia masticato
musica da subito. A neanche sei anni d’età mi è stata
messa in mano una mini chitarra, costruita apposta
per me da un liutaio siciliano e sono stato affidato ad
un maestro “sui generis”: un lavoratore edile, amico
di mio padre, un pò avvinazzato forse, ma formidabile
e pazientissimo chitarrista.
aS Ma poi sei entrato in Conservatorio,come è
successo?
FT Mi esibivo in un teatrino di Lecce, la mia città, per
uno spettacolo tipicamente parrocchiale, parliamo
dei primissimi anni ’60; ebbene, quel giorno fu per
me molto fortunato in quanto, tra il pubblico, sedeva
casualmente un signore che, allora non potevo saperlo,
presto sarebbe diventato il mio Maestro di Violino…
questo signore, il grande Professore Vincenzo Massari,
chiese notizie su di me a mio padre (si conoscevano da
tempo), invitandolo a farmi studiare il violino, cosa
che qualche giorno dopo puntualmente accadde. A
sette anni il Conservatorio di Lecce mi prese (bontà
loro) come studente effettivo, dopo aver superato,
naturalmente, l’esame di ammissione.
aS Veramente piccolissimo…
FT Effettivamente si…la commissione fece
un’eccezione, di solito all’epoca, l’età minima era di
dieci anni; questo mi ha permesso di diplomarmi in
Violino a diciotto anni.
aS Nel frattempo strizzavi l’occhio alla musica
leggera
FT Era lei che lo strizzava a me…in Conservatorio
ho anche studiato pianoforte ed armonia e, appena
potevo, ascoltavo il Jazz-Rock di allora sui vinili a
trentatré giri, in particolar modo band del calibro
dei “Blood, Sweat and Tears” o “Chicago”. Era un
genere che mi rapiva totalmente, una sorta di mix
tra Rock, Jazz e musica classica, inoltre mi divertivo,
con somma fatica, a trascrivere gli arrangiamenti di
queste
composizioni e a studiarli per capirne la natura.
aS Questo ti ha aiutato a fare anche l’arrangiatore.
In realtà, si può capire che mestiere fai?
FT Bella domanda! Intorno ai vent’anni sono