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4 | 2021
ticino-cycling.ch
1
La tattica
nelle gare di ciclismo
Ciclismo, sport e strutture
La corsa della speranza
Hugo Koblet,
pedaleur de charme
© Ascona-Locarno Tourism - foto Alessio Pizzicannella
Lugano è Vita.
Lugano è Passione.
editoriale
ticino-cycling.ch
3
Lugano è Sport.
Jean-Jacques Aeschlimann
Mélanie Aeschlimann
Mountain Bike
Ciclismo, sport e strutture
La palestra dei ciclisti è la strada... ma non solo. Ed è per questo che Ticino
Cycling da alcuni anni sta percorrendo, o meglio sognando, l’ipotesi di un
velodromo a sud delle alpi.
In pista il ciclista apprende importanti rudimenti che poi può implementare
su strada: la volata, lo stare a ruota, l’esplosività e tante altre caratteristiche
che tornano certamente utili durante una carriera. Diversi quotati
stradisti del panorama professionistico, hanno infatti mosso i primi colpi
di pedale su pista, Filippo Ganna, Geraint Thomas, Stefan Kung e tanti altri.
Lo studio di massima che abbiamo sottoposto all’Ufficio Federale dello
Sport è piaciuto, tanto è vero che, nel licenziare il puntuale messaggio di
credito per strutture sportive nazionali, è stato inserito un importo di 5
milioni di franchi per un velodromo ticinese. Questo importo è già stato
approvato pure dal legislativo federale. Una struttura per sole biciclette è
difficilmente sostenibile dal profilo gestionale, ecco che allora si sta lavorando
per cercare nuovi contenuti. L’atletica, necessiterebbe infatti pure di
una struttura indoor e potrebbe rientrare in questa “casa”.
www.corsadellasperanza.ch
A proposito di “casa dello sport”, è ormai prossimo a Lugano il responso
popolare se dare o no ad almeno 25’000 sportivi - siano essi professionisti
o amatori - strutture adeguate ed al passo con i tempi. Il Polo Sportivo
e degli Eventi (PSE) non è soltanto un’opera necessaria ma diciamo indispensabile,
non solo per Lugano ma per l’intero Cantone.
Segreteria Ticino Cycling
Rubens Bertogliati
Noi restiamo dell’avviso che tutto quanto si mette nello sport non sarà
mai un costo ma un investimento. Soprattutto in questi difficili momenti,
il praticare un’attività sportiva aiuta ad avere una vita sana e, come diceva
qualcuno, “mens sana in corpore sano”.
Presidente
Fabio Schnellmann
Il Comitato di TicinoCycling sostiene quindi il PSE con la speranza, in un
futuro non troppo lontano, di salutare con il medesimo entusiasmo un
terzo velodromo svizzero.
Ticino Cycling
c/o Rubens Bertogliati
CP 277
CH-6962 Viganello
+41 78 339 69 65
Ufficio stampa, pubblicità
Ticino Cycling
Michele Alippi
ticinocycling.press@gmail.com
inbicicletta
LA RIVISTA DEDICATA AL CICLISMO DELLA SVIZZERA ITALIANA
www.ticino-cycling.ch - ticinocycling - #ticinocycling
Fabio Schnellmann
Presidente TicinoCycling
TICINO C CLING
SÌ al Polo Sportivo
e degli Eventi 28.11
Progetto grafico e redazione
Paolo Pellegrini
Carlo Bianchi
Stefano Pedrazzetti
+41 91 600 16 07
Hanno collaborato:
Alippi Michele
Benassi Stefano
Bertogliati Rubens
Bianchi Carlo
Bolzani Antonio
Colandrea Marco
Donati Martino
Gianotti Andrea
Pedrazzetti Stefano
Pellegrini Paolo
Pfund Nicola
Priolo Katia
Rehability Lugano
Rossi Bernardino
Schnellmann Fabio
Vitali Marco
Z-Bike
© Paolo Pellegrini
RIVISTA APOLITICA E ACONFESSIONALE
© - Articoli e foto contenuti in questa rivista sono soggetti a copyright. Ogni riproduzione
anche solo parziale deve essere esplicitamente autorizzata dall’editore.
ticino-cycling.ch
Sommario
CHF 30.-
1 anno
3 edizioni annuali
ticino-cycling.ch
5
3 Editoriale
7 Grande successo per la gara di Handbike
22 Allenamento in altura
25 600 chilometri di speranza
10 Hugo Koblet, pedaleur de charme
12 Spettacolare percorso circolare
con partenza e arrivo a Locarno
14 Piero Alari, un uomo di sport
innamorato della bicicletta
16 Corse epiche, La Roubaix
27 Mantenere capelli forti e sani
dopo il parto
28 VC Locarno, la passione continua
con la sua Fondazione
30 Claudio Franscella
presidente della Fondazione VCL 1985
LA RIVISTA DEDICATA AL CICLISMO DELLA SVIZZERA ITALIANA
1
1 | 2020
17 I club si presentano
Velo Club 3 Valli Biasca
32 Quando lo sport ti arriva in casa
34 I tanti belvederi del Ticino
Benvenuti amanti
della bicicletta...
Fabio Schnellmann
Pedalare è una passione che
ci accompagna tutta la vita...
20 Martino Donati,
il mio motto “alzati e cammina”
36 Marco Vitali
38 Due ruote in libertà:
ogni viaggio è un incontro speciale
Rubens Bertogliati
naturalmente.
sosteniamo le attività sportive
“
Qualche giorno prima, insieme a Stefano Ferrando, i due ragazzi
si ricordarono di quanto discusso con lui e di quelle parole
mentre indossava la bandana della Corsa della Speranza:
“se ti sfugge il motivo è perché la ragione sta nelle cose”.
Il giorno successivo i ragazzi presero contatto con
questa associazione che raccoglie fondi a favore della
ricerca sul cancro e hanno subito avuto
riscontri positivi.
“
Pag.25 600 chilometri di speranza
Immagine Vananti Visual Communication, © AIL SA
TICINO C CLING
Ricevuta
Conto / Pagabile a
CH37 0900 0000 6900 9899 6
Associazione Ticino Cycling
cp 277
6962 Viganello
Pagabile da (nome/indirizzo)
Sezione pagamento
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Associazione Ticino Cycling
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Informazioni supplementari
Abbonamento Rivista inBicicletta
Pagabile da (nome/indirizzo)
Monte Bar Lugano Region © Milo Zanecchia
Europei di MTB
dal 15 al 18 ottobre.
Una sfida affascinante sui
tracciati del Monteceneri
Kids Tour il nostro
movimento giovanile
www.ticino-cycling.ch - ticinocycling - #ticinocycling
Valuta Importo
CHF 30.00
Valuta Importo
CHF 30.00
Punto di accettazione
Aziende Industriali di Lugano (AIL) SA • CP 5131, 6901 Lugano • Centro operativo: Via Industria 2, 6933 Muzzano • Tel. 058 470 70 70 • www.ail.ch • info@ail.ch
ticino-cycling.ch
7
Grande successo per
la gara di Handbike
Il bernese Fabian Recher
si aggiudica la tappa
del circuito europeo
Il 25 e 26 settembre si è tenuto un intenso weekend di sport
in con una bella cornice di pubblico sul lungolago di Lugano
nonostante il tempo incerto. Si sono sono svolte le gare di handbike
della 10° edizione della Round Table CUP che prevedevano
il sabato la gara a cronometro e la domenica la gara su strada.
Alla presenza del Municipale Roberto Badaracco e del presidente
della Federazione Europea di Handbike Seine Snippe,
alle corse luganesi - che hanno rappresentato la tappa svizzera
del Circuito Europeo di Handbike (EHC) - hanno partecipato
37 atleti provenienti da 6 nazioni, confermando il livello di
rilievo che la gara ha saputo ritagliarsi nel panorama europeo
di questa disciplina. Le gare sono patrocinate dall’Associazione
Svizzera dei Paraplegici di Nottwil.
Mentre la campionessa svizzera Sandra Stockli si è dovuta accontentare
del secondo posto dietra alla russa Svetlana Moshkovich
che si era già affermata sabato alla gara a cronometro
con il tempo di 22”51’01.
Infine importante segnalare che la coppa Clay Regazzoni,
premio istituito in memoria del campione ticinese che viene
assegnato all’atleta che percorre il giro più veloce del circuito,
assegnata al bernese Fabian Recher il quale, con i risultati
raggiunti a Lugano, si conferma come giovane campione che
saprà dare delle soddisfazioni al paraciclismo nazionale.
Sabato, alla prova a cronometro svolta in collaborazione con
la “Cancellara Challange”, il vincitore assoluto della competizione
col il tempo di 18”55’11 è stato il rossocrociato Fabian
Recher, classe 1999, già protagonista delle ultime paralimpiadi
di Tokio 2020.
Anche alla gara di domenica, prova criterium di 1 ora + 1 giro
per la categoria H4, è Recher ad arrivare al traguardo davanti a
tutti distaccando il connazionale Felix Frhofer di 10 secondi. In
categoria H3 si è affermato ancora una volta il campione italiano
Paolo Cecchetto, già medaglia d’oro a Rio 2016 e appena
rientrato da Tokio con al collo l’oro per la staffetta a squadre.
Rubens Bertogliati
ticino-cycling.ch
9
Allenamento
La tattica nelle gare di ciclismo
Per continuare il parallelismo
con gli scacchi i gregari sono
i pedoni che possono diventare
regina e giocarsi la vittoria finale
Il ciclismo è uno sport di squadra, non
è solo uno sport individuale. Nella disciplina
della cronometro è uno sport individuale
dove più che di tattica possiamo
parlare di gestione dello sforzo.
Nelle gare normali però la squadra ha
un ruolo importantissimo. Il tutto nasce
poiché a ruota “si sta bene” in pianura.
Infatti, se stiamo dietro un compagno
di squadra ( o un avversario) abbiamo in
media un risparmio del 30% rispetto allo
sforzo profuso dal ciclista che sta davanti
a noi e “prende l’aria in faccia”. Questo
valore può anche essere variabile in funzione
del vento. Più il vento è contrario
e più a ruota si risparmiano energie. Per
questo il gioco di squadra è importante
nel ciclismo.
Molti addetti ai lavori paragonano le tattiche
in gioco nel ciclismo alle tattiche
utilizzate nelle partite di scacchi. Non
tutti i corridori, come i pezzi della scacchiera,
sono uguali. Abbiamo corridori
abili in volata, cioè con una potenza di
picco nei 10/15 secondi altissima ( attorno
ai 1600/1700 watt) che permette di
raggiungere picchi di velocità altissima
in pianura sul breve periodo cosi da poter
vincere le volate di gruppo.
Questi corridori però normalmente hanno
un peso più alto e non possono competere
nelle salite dove il valore di riferimento
è soprattutto il watt per chilo
di peso corporeo. Questi ultimi sono gli
scalatori, corridori fortissimi nelle salite
e negli arrivi in salita.
Poi abbiamo gli allrounder e puncher,
cioè corridori abili negli scatti brevi da
5/8 minuti, dote questa utilissima durante
le classiche e nelle gare di un giorno
in genere.
Poi abbiamo i gregari che sono votati
al lavoro ad inzio corsa e per lunghe distanze.
Sono ciclisti di primo livello che
possono trasformarsi anche in capitani
all’occorrenza, se mai dovessero trovarsi
in una fuga ristretta a cui viene dato
spazio, e potrebbero arrivare a giocarsi
la vittoria finale. A complicare ancora di
più le cose è il fattore del recupero su
più giorni.
Tutti noi sappiamo che il grande ciclismo
è fatto soprattutto dalle grandi
gare a tappe, ma abbiamo anche tutta
una serie di gare a tappe minori che
sono importantissime per poter preparare
tutte le grandi corse.
Fotografia di Paolo Pellegrini
Studio
grafico
graficadesign.ch
immagimedia.ch
Nello scacchiere del ciclismo abbiamo
dunque una grande varietà di tipi di corridori
che si giocano le corse inseriti in
un gruppo composto da molte squadre
- normalmente un numero tra le 20 e le
30 - ognuna con una sua precisa tattica
in base al tipo di corsa e tipo di corridore
presente in squadra.
Per capire meglio faccio un esempio.
Prendiamo la Milano - Sanremo, gara veloce
ma con qualche salita nel finale. In
squadra è presente il velocita che ha l’obiettivo
di arrivare a fare la volata finale.
Sono presenti pure due puncher/allrounder
che possono provare nelle due salite
nel finale (per la cronaca sono Cipressa
e Poggio, non salite impossibili ma pur
sempre impegnative). Abbiamo poi tre
gregari, dove il loro compito è provare
ad entrare nella fuga iniziale oppure tirare
il gruppo per chiudure su eventuali
fuggitivi e far tenere le posizioni di testa
ai capitani.
A completare la rosa dei partenti abbiamo
il campione, il corridore capace di
vincere le grandi gare a tappe, le corse
di un giorno sopra i 200 km. Egli è alla
partenza più per onorare il nome della
grande corsa ma ha ovviamente carta
bianca per provarci se vede l’occasione
giusta nel finale.
Per continuare il parallelismo con gli
scacchi i gregari sono i pedoni che possono
diventare regina e giocarsi la vittoria
finale se dovessero entrare nella fuga
buona. Il velocista è il re, deve vincere la
partita nel caso di un arrivo classico allo
sprint, va protetto fino agli ultimi 200
metri di una corsa lunga 300 km. La regina
è il corridore di razza, capace di cambiare
le sorti della corsa/partita con una
mossa brillante. I due puncher sono le
torri che possono aiutare nel finale come
prendere iniziative personali.
Per vincere una gara del genere il corridore
deve essere la combinazione tra un
monaco buddhista ed una tigre siberiana!
Hugo Koblet,
pedaleur de charme
di Rubens Bertogliati
Il primo straniero a vincere il Giro d’Italia fu uno Svizzero, originario
di Zurigo, Hugo Koblet. Nel 1950 egli batté Gino Bartali
e Alfredo Martini. La sua classe e la sua grande tecnica in
bicicletta gli permisero di
prevalere su molti campioni
blasonati. Fu scelto
da Learco Guerra, direttore
sportivo della squadra che
portava il suo nome, per
partecipare al giro e cercare
di vincere delle tappe,
come aveva già dimostrato
di fare in corse importanti
precedenti come il
Tour de Suisse.
La sua vittoria in classifica
generale fu inaspettata ma
per chi lo conosceva bene
era solo la conferma delle
sue grandi doti atletiche
che mai prima di allora
aveva potuto dimostrare
di avere. Koblet, esordiente
nella corsa, indossò a
metà corsa la maglia rosa
già vestita per alcuni giorni
da un altro corridore
svizzero, Fritz Schär.
Il campione elvetico si
impose nei cuori degli
appassionati di ciclismo
per l’innata eleganza e la
prorompente potenza atletica;
gli inviati della Gazzetta
dello Sport lo battezzarono
con il soprannome
di “falco biondo”.
Ama
ricordi
Da sinistra Georges Aeschlimann con Hugo Koblet e Ferdi Kübler
In quel Giro d’Italia Fausto Coppi fu vittima di una caduta che
gli procurò la frattura del bacino, e Gino Bartali, che a quel
punto era rimasto l’antagonista più temibile, non riuscì a realizzare
il suo desiderio di
vincere quel Giro per poter
incontrare come vincitore
il papa Pio XII.
Koblet si affermò quindi
come il primo straniero a
vincere la “Corsa rosa”.
La sua consacrazione ciclistica
avvenne al Tour
de France 1951, nel quale
trionfò alla grande.
In quel Tour c’era anche
Fausto Coppi: il “Campionissimo”
era però moralmente
abbattuto per la
scomparsa del fratello
Serse, avvenuta pochi
giorni prima in seguito
ad una caduta al Giro del
Piemonte, ed aveva preso
parte di malavoglia alla
corsa.
Koblet si assicurò il Tour
de France nella tappa da
Brive ad Agen con una
fuga solitaria di 135 km
in cui riuscì a guadagnare
3’35” sul gruppo degli
inseguitori, che oltre a
Coppi comprendeva altri
grandi campioni come
Bartali, Magni, Bobet,
Géminiani e Derycke.
Hugo Koblet (21.03.1925, Zurigo - 06.11.1964, Egg)
è stato un ciclista su strada e pistard svizzero.
Vinse il Giro d’Italia nel 1950, divenendo il primo non italiano a riuscirvi,
e nel 1951 il Tour de France, succedendo al connazionale Ferdi
Kübler che lo aveva vinto l’anno precedente.
Termine della carriera: 1958
I giornalisti parigini lo appellarono
“Le pedaleur de charme”.
Le vicissitudini della sua vita, da corridore e del dopo
carriera, sono bene raccontate nel docu-film coprodotto
dalla televisione Svizzera “Koblet le pedaleur de
charme”. Egli aveva dei forti legami con il Ticino e spesso
scendeva ad allenarsi in compagnia del suo fidato
gregario Remo Pianezzi.
Parlava perfettamente le tre linque nazionali ed era
considerato da tutti quale persona gentile e cordiale.
Le circostante della sua morte in un incidente stradale
sono ancora oggi avvolte nel mistero. Negli ultim anni
della sua vita non stava attraversando un periodo facile,
sia dal punto di vista economico che dal punto di
vista affettivo.
Con Kubler egli rappresenta la conferma che il ciclismo
svizzero era ai massimi livelli in quegli anni eroici dove
i campioni da battere si chiamavano Coppi, Bartali, Magni
Bobet e Anquetil.
Le immagini, gentilmente offerte dalla famiglia di JJ Aeschlimann,
ritraggono il nonno Georges gregario di Hugo Koblet.
Georges Aeschlimann (11.01.1920, Péry - 10.11.2010, La Neuveville)
Professionista dal: 1941-1952
La Nazionale Svizzera al Tour de France 1951 a Metz con il numero 5 si intravede il ticinese Giovanni Rossi
ticino-cycling.ch
13
Spettacolare percorso circolare
con partenza e arrivo a Locarno
Si sviluppa nella zona di Cardada e in Val Resa, regalando un panorama
mozzafiato sul Lago Maggiore e tutta la regione circostante.
Il tracciato, che ha inizio dalla stazione di Locarno, presenta una
prima parte di salita su strada asfaltata fino al Monte Brè. Segue
un tratto più ripido, accompagnato da una spettacolare vista sulle
Centovalli. Superata la località di Brè, percorsi circa altri 3 km, comincia
la prima parte di singletrail, inizialmente ancora in leggera
salita, poi pianeggiante e scorrevole riprendendo quota solo in
prossimità dell’Alpe Cardada.
Da qui in poi è tutto un singletrail che scorre velocemente fino
in Val Resa attraverso delle impegnative e tecniche serpentine. Si
esce infine dal bosco e si riprende la strada che porta, con una
bella discesa con vista sul lago e la città, nuovamente al punto di
partenza di Locarno. Il percorso è mediamente tecnico e presenta
passaggi tecnici misti a tratti più scorrevoli e semplici.
In alternativa è possibile utilizzare la funicolare Locarno-Orselina
e poi la funivia che in soli 5 minuti trasporta da 395 m.s.m. ai 1’340
m.s.m. di Cardada. È particolarmente comoda e consigliata per coloro
che desiderano affrontare unicamente il segmento verso la
Val Resa evitando il tratto di salita.
Suggerimenti
Seguite il logo per le mountain bike raffigurato sui cartelli rossi:
Cardada Bike n. 397
Questo itinerario si snoda anche su strade aperte al traffico motorizzato,
rispetta le regole stradali:
www.prudenza-precedenza.ch
© Ascona-Locarno Tourism - foto Alessio Pizzicannella
Michele Alippi
ufficio stampa Ticino Cycling
Il personaggio
ticino-cycling.ch
15
Piero Alari,
un uomo di sport
innamorato della bicicletta
La redazione ha incontrato colui che da qualche anno ha le redini
del movimento giovanile in seno alla Federazione Ticinese
di Ciclismo, una figura fondamentale dalla passione infinita.
Per chi ancora non ti conoscesse, due parole sul tuo passato agonistico
Dai 5 anni il mio giocattolo era la bicicletta, o meglio tante biciclette che
recuperavo nei rottami. A 8 anni nelle vacanze scolastiche andavo nel negozio
di biciclette a Cresciano a pulire biciclette e motorini fino ha che i
miei genitori mi hanno comperato una bici Mondial color arancione semi
da corsa, di taglia gigantesca per me. Era il mio gioiello, anche se avevo
sempre altre bici che usavo nelle cave di granito a fare salti su trampolini
costruiti da me.
A 12 anni, con entusiasmo ho partecipato alla mia prima gara tra gli scolari,
a Castione ed ero arrivato 13°. Dopo quella gara mi sono iscritto nel VC
Arbedo-Castione e poter mettere una maglia da corsa... era un sogno. Da
subito ho conosciuto un certo Marco Vitali, che oltre ad essere rivali eravamo
molto amici ed in gara ce “le davamo a turno” a suon di vittorie. Passato
nella categoria Esordienti, già nel primo anno ho vinto la gara nazionale
ad Arbedo. Oltre ad altre vittorie, anche in Italia mi solo laureato Campione
Ticinese, in quell’anno svoltosi a punti su diverse prove. Nel 1976 ho vinto
per la seconda volta il Campionato Ticinese. La carriera è continuata negli
Juniori ed in seguito tra i Dilettanti. Nel 1979 mi ero qualificato per la finale
Svizzera sul Km svoltosi sul velodromo dell’Hallenstadium di Zurigo.
Tra i dilettanti gareggiavo in competizioni su strada e nel periodo invernale
praticavo il ciclocross quando la Svizzera era ai vertici mondiali di ogni
classifica. Dopo 12 anni di carriera ciclistica, nel 1983 ho cessato l’attività su
strada. In quei periodo erano i primi anni che si effettuavano competizioni
con la MTB e non ho resistito nel provare anche con quel mezzo molto strano
per quei tempi. La nuova specialità non mi convinceva molto e dopo 3
anni di gare ho smesso di sudare con i mezzi a due ruote.
Lo sport era la mia vita e per scherzo, con l’amico Fausto, mi sono lasciato
attrarre dello sci di fondo ed è iniziata un’altra vita agonistica. Dopo aver
imparato la nuova disciplina, le competizioni mi hanno di nuovo acceso la
passione. Nel 1986 sono iniziate le nuove avventure da prima regionali, poi
nazionali partecipando alla Maratona Engadinese e man mano che l’esperienza
aumentava mi sono dedicato alle gare di Coppa del Mondo di lunga
distanza. Nel 1993 ero al via della mitica Vasaloppet in Svezia lunga 90 km.
Nei miei 15 anni di attività agonistica nello sci di fondo ho avuto il piacere
di girare il mondo e conoscere i paesi Scandinavi, paesi dell’Est Europa, il
Canada e Stati Uniti. Nel frattempo la famiglia cresceva e quindi era arrivato
il turno che anche i miei figli Adriano e Arianne iniziassero con lo sport.
E cos’altro che lo sci di fondo ed il ciclismo.
il KIDS TOUR è una vetrina fondamentale per il nostro movimento ciclistico
Passato un trentennio di agonismo sportivo era giunto il momento di far ritorno
nel mondo della bicicletta ma senza far fatica e quindi su sollecito di Paola Valchera
nel 2008 sono entrato nel comitato di Ticino Cycling. Era nato da pochissimo il
Kids Tour, ideato da Paola Valchera, ed ho sentito il desiderio di voler far qualcosa
per i nostri giovanissimi. Dopo aver visto passare moltissimi piccoli atleti, ora ho la
gioia di averne alcuni ai vertici mondiali del professionismo, come Filippo Colombo,
e molti altri che hanno intrapreso importanti carriere.
Il Kids Tour giunto quest’anno alla sua 15° edizione, fiore all’occhiello di Ticino
Cycling, ha avuto molte trasformazioni. Lo scopo primario è sempre quello di introdurre
i piccoli corridori nel mondo delle due ruote, prioritariamente come attività
ludica ma con un occhio all’insegnamento delle diverse specialità del ciclismo. Il
Kids Tour propone delle competizioni che variano dall’attività su strada, su pista,
MTB e BMX dando l’opportunità ai nostri giovanissimi di provare le diverse specialità
e man mano che l’età cresce potranno scegliere quella preferita. Io sostengo
convinto la multidisciplinarietà tra i giovanissimi, a questa età la specializzazione
può diventare troppo monotona ed anche per la crescita fisica e mentale del ragazzo
troppo condizionante.
Un tuo bilancio della stagione 2021 del KIDS TOUR
Il Kids Tour si è svolto con un programma regolare rispetto all’ edizione 2020 condizionata
dalla pandemia. Abbiamo avuto otto gare su strada, una su pista e quattro
di MTB, purtroppo la gara di BMX non si è potuta disputare in quanto la pista di
Magadino è in fase rifacimento. La categoria U15, atleti pronti per il salto nelle categorie
nazionali, ha avuto un’ottima partecipazione ad ogni gara con quasi trenta
ragazzi al via. Con soddisfazione abbiamo anche diverse ragazze che gareggiano
con i compagni maschietti, ottima premessa per il futuro.
Tra le categorie U11, U13 e U15 abbiamo avuto al via ben 110 atleti, oltre ad una
folta partecipazione nelle cat. Promo U9 ed UniPromo. In occasione della 15° ediz.
Ticino Cycling ha introdotto un premio speciale alla società cantonale con maggior
partecipazione alle gare ed è stata vinta dal VC Lugano. I vincitori della classifica
finale a punti del Kids Tour sono stati nella cat. U11 Rayan Galli del VC Monte Tamaro,
cat. U13 Noè Groppi del VC Capriasca e cat. U15 Diego Broggini VC Lugano.
GP Ticino - Banca Stato: il 2021 è stato un grande successo. Puoi già anticipare
le novità dell’edizione 2022?
Tra i miei compiti in seno a Ticino Cycling, faccio parte del Comitato d’organizzazione
del GP Ticino - Banca Stato in qualità di coordinatore della manifestazione e
come presidente c’è mio figlio Adriano. La gara su strada a carattere nazionale ma
con partecipazione anche di squadre Italiane, oltre ad alcuni corridori provenienti
dal Belgio, Luxemburgo e Grecia. L’edizione di quest’anno ci ha dato molte soddisfazioni
in particolare per la folta partecipazione, solo nella cat. U23 Elite avevamo
ben 170 corridori. Per questa edizione abbiamo voluto avere in gruppo anche
tutte le categorie donne, obbligate sempre a lunghe trasferte all’estero per poter
gareggiare e per l’occasione la nostra gara faceva parte di una classifica nazionale
Frauen Cup con maglia alle leader. Il GP Ticino - Banca Stato quest’anno (partenza
ed arrivo all’interno dell’aeroporto di Lodrino) avendo un circuito pianeggiante
nella val Riviera, è passato a più riprese nella Valle Leventina fino a Chiggiogna
effettuando la salita della Biaschina.
Per il 3° GP Ticino - Banca Stato, abbiamo stabilito la data del 17 luglio 2022 con
la speranza che la pandemia ci abbia lasciato. Vorremmo riproporre ancora tutte
le categorie uomini ed donne. Siamo già al lavoro per la prossima edizione con un
cambiamento che concerne la zona di partenza ed arrivo, sempre nel comune di
Riviera nel quartiere di Lodrino, ma posizionato in modo che ad ogni giro del percorso
si possa transitare 2 volte sul traguardo onde rendere la gara maggiormente
spettacolare per il pubblico.
Rubens Bertogliati
I Club
si presentano
ticino-cycling.ch
17
Corse
epiche
La Roubaix
Lo sport moderno ha mosso i primi passi con i mezzi di trasporto.
Uno dei primi eventi sportivi è stata l’America’s Cup,
con le barche a vela, che si spostavano da un luogo all’altro
nell’oceano nel lontano 1851. Su terra i primi eventi sportivi
moderni sono state gare in bicicletta,
come ad esempio la Milano-Torino. Molti
ciclisti all’epoca andavano da Milano a
Torino, ma è solo nel 1876 che per la prima
volta fu misurato il tempo e istituita
la competizione. La prima classica del nord fu la Liegi-Bastogne-Liegi,
corsa per la prima volta nel 1892 seguita a ruota
dalla Parigi-Roubaix nel 1896.
La Parigi-Roubaix è forse la gara che oggi si disputa più simile
alle gare disputate dai pionieri del ciclismo. Ancora di
più quando sulle pietre ruvide e crude del nord della Francia
scende la pioggia. Il fango, le condizioni disastrose dei tratti
di pavé rendono la gara imprevedibile e ne aumentano la già
alta difficoltà.
Quest’anno la Roubaix ha trovato un clima avverso, pioggia
battente e repentini cambi di temperatura tipici della stagione
autunnale. Da grande classica di primavera è diventata
una gara epica d’inizio autunno. L’ultima volta nella sua storia
con un tempo simile è stata corsa nella primavera del 2002.
Da allora la Roubaix si è sempre corsa con tempo clemente e
per la maggior parte asciutto.
Velo Club
3 Valli Biasca
Ricostituito nel 1976, ma con radici ben più lontane, che si
situano a fine 1800, il Velo Club Tre Valli Biasca si è sempre
dedicato all’attività agonistica giovanile nella regione delle
Tre Valli. Per rendere ancora più facile l’approccio a questo
sport, indipendentemente dall’obiettivo personale - agonistico
o semplicemente amatoriale - la società è aperta a
tutte le età dai 5 anni in poi.
Le uscite in bici sono organizzate da marzo a novembre con
altre attività durante i mesi invernali. Durante la settimana
vengono svolti di norma due allenamenti a cui si aggiungono
una gara o un ulteriore allenamento durante il fine settimana
tra aprile e ottobre. Non è comunque obbligatorio
partecipare alle gare.
Negli ultimi anni la Mountain Bike (rampichino) sta prendendo
sempre di più il sopravvento sulla bici da strada. Offriamo
comunque la possibilità di provare e alternare le 2
discipline durante tutto l’anno: per questo disponiamo di
alcune bici da strada che possono essere noleggiate (costo
annuale di CHF 150.-).
Per quanto riguarda la MTB, invece, ogni ragazzo deve possedere
la propria.
Al traguardo quest’anno i corridori erano irriconoscibili, così
come le biciclette, a testimonianza di una gara fuori dal comune
e dal sapore epico.
Chi ha percorso i 258 chilometri del percorso con oltre 45 chilometri
sul pavé ha riportato immagini da vero inferno: fango
ovunque, biciclette distrutte, pantaloncini e maglie strappati,
ferite fresche e mani sgretolate dal freddo e dalle vibrazioni
terribili. Per i corridori giunti all’arrivo è stata un’avventura
epica, anche se corsa con mezzi avanzati il risultato non è stato
molto diverso dai primi pionieri che si avventuravano sul
percorso a fine 1800. Il fango e l’acqua hanno reso i cavalli
da battaglia odierni simili ai ferri usati ad inzio 1900. Pastiglie
freni consumate, cambi bloccati, manubri e sterzi bloccati ,
tutto a rendere difficile la pratica della bicicletta.
www.vc3vallibiasca.ch
Domenica
12 giugno 2022
MTB Cross Biasca
A vincere è stato Colbrelli davanti al giovane Vermeersch e
all’inossidabile Van der Poel, sempre presente quando il gioco
si fa duro. L’urlo di gioia di Colbelli dopo l’arrivo bene fa capire
quando l’inferno è duro ma solo attraversandolo si può
pensare di giungere al paradiso ottenendo una vittoria che
vale una carriera intera.
Foto gentilmente offerte da Giorgio Engeler
Dal prossimo anno rivivremo questa grande classica nella sua
stagione, la primavera! Il fascino di questa corsa, qualunque sia
il meteo, è intramontabile e ci accompagna da oltre 100 anni.
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19
Rehability Lugano
Corso E-Bike TCS
Il corso nasce con lo scopo di favorire la sicurezza alla
guida delle E-bike, grazie a un’intensa giornata di teoria e
pratica presso il Centro TCS di Rivera.
Il crescente numero di acquirenti di biciclette elettriche
ha innalzato in maniera preoccupante anche il numero di
incidenti stradali registrati sul territorio nazionale.
Solo nel primo semestre del 2020, l’Ufficio federale delle
strade (USTRA) riporta 6 decessi e 207 e-biker feriti gravemente.
Il TCS consiglia questa giornata di formazione per
migliorare le capacità di guida e per avere una maggiore
tranquillità negli spostamenti quotidiani.
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solo la vostra bici può essere
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anche l’attrezzatura difettosa
come casco, occhiali sportivi,vestiti, ecc.**
Contenuti del corso e svolgimento
• Come evitare i pericoli
• Teoria sulle forze fisiche che interagiscono
sulla E-Bike
• Tecnica dello sguardo
• Tecnica di frenata
• Manutenzione E-bike
• Nozioni tecniche e legislative
• Analisi sul comportamento del conducente
in situazioni pericolose nella circolazione stradale
Per avere maggiori informazioni e conoscere
le date dei prossimi appuntamenti visitare
il sito www.tcs-ticino.ch.
Nessuna franchigia
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TCS specializzato in biciclette, non viene applicata la franchigia.
Se sceglie un’altra officina, la franchigia fissa è di
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L’oasi dello sportivo
Rehability Lugano è il centro d’eccellenza
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da infortunio capaci di applicare le più moderne tecniche medicali
per accompagnare i pazienti a una guarigione rapida e completa.
Dal punto di vista sportivo, numerosi club di alto livello si affidano a
Rehability Lugano per la sua grande esperienza in fisioterapia preventiva
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riabilitazione e alla preparazione fisica di Rehability
Lugano, lo studio si afferma al primo posto
per la preparazione dell’atleta a 360° anche in
off season: grazie alla presenza di due personal
trainer specializzati nella riatletizzazione e nella
preparazione degli atleti, propongono anche allenamenti
per squadre con assistenza sul campo.
Dopo un’attenta valutazione fisica, i trainer di
Healthy Space pianificano il migliore allenamento
per portare l’atleta al successo. In particolar
modo, nel mondo cycling, il centro vanta strumenti
di ultima generazione per la valutazione
posturale dell’atleta con lo scopo di ottimizzare
la posizione in sella.
Le valutazioni che il centro offre sono volte a prevenire
infortuni e a contribuire al rafforzamente
muscolare attraverso degli screening generali
dell’atleta e il continuo supporto di un professionista
nello svolgere esercizi dedicati.
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ticino-cycling.ch
21
Martino Donati,
il mio motto “alzati e cammina”
Martino è una figura molto conosciuta
nell’ambiente dello sport. Il suo centro
di medicina riabilitativa Rehability Lugano
è frequentato da ciclisti di primissimo
livello
Martino, per iniziare raccontaci di te
Da oltre dieci anni svolgo questa professione,
inoltre mi sono diplomato
come Osteopata nel 2018. Attualmente
sto frequentando un Master di I Livello
presso la SUPSI in terapia manuale.
Il mio arrivo in questo ambito non è
casuale, infatti ho praticato il ciclismo
dall’età di undici anni, ad alti livelli. Passando
le varie categorie, tra le quali gli
U23 con alla direzione Alfredo Maranesi.
Il grande ciclismo l’ho raggiunto con la
Lampre di Giuseppe Saronni, per il quale
ho gareggiato in alcune gare in qualità
di Stager.
Un grave incidente però mi ha precluso
il proseguo della mia carriera agonistica.
Ho avuto parecchi danni al viso e all’occhio
destro e così il lungo percorso riabilitativo
mi ha fatto conoscere e “innamorare”
di tutto il meraviglioso mondo
della fisioterapia.
Nel tuo passato anche ciclismo di alto
livello
Si come detto ho “assaggiato” da vicino
il ciclismo dei grandi. Dopo il VC Mendrisio
sono passato alla NGC Pagnoncelli,
che aveva la propria sede in provincia di
Piacenza. La squadra era un serbatoio
per l’allora Lampre, che mi chiamò per
alcune gare di fine stagione.
La mia passione però non si fermò alla
fisioterapia fine a se stessa. Osteopatia,
terapia manuale e tante altre funzioni
e specializzazioni, ancora oggi mi coinvolgono
con studi specifici e corsi di aggiornamento
continui.
Alzati e cammina, si dice che lo hai
detto a Vincenzo Nibali dopo l’infortunio
al Tour de France
Vincenzo a luglio del 2018 subì un grave
incidente al Tour de France. Il suo
staff medico mi contattò subito per
pianificare un percorso di recupero in
stretto contatto con la squadra di allora
(Bahrain Merida). Iniziò dunque un
intenso lavoro, coordinato anche dal
Dott. Emilio Bianchi e il Dott. Janclaude
Sedran, grande amico e professionista
riconosciuto a livello Internazionale.
La sfida più grande è stata quella di capire
come implementare le varie fasi per
permettere un recupero graduale e ottimale
a Vincenzo. Impresa riuscita, lui è un
grande campione e si è messo a disposizione
di tutti noi. Una grande soddisfazione
per noi è stata quando per la prima
volta è tornato in sella. Da quel giorno mi
lega a lui una particolare amicizia che va
oltre il lato puramente sportivo.
Ad oggi molti ciclisti professionistici
si rivolgono al tuo centro
Per me che avevo scelto il ciclismo quale
mio sport, avere tanti ciclisti professionisti
che frequentano il centro è davvero
qualcosa di fantastico. Ho profonda
stima per questi atleti che ogni giorno
affrontano allenamenti estenuanti. Il
mio ruolo in questo senso è molto facilitato
perché tanti problemi che si
presentano nel loro percorso, ho avuto
la possibilità di conoscerli in prima persona,
avendo praticato il ciclismo ad alti
livelli in passato. Poi ci sono i casi, cito
ad esempio Domenico Pozzovivo, che
nel corso degli ultimi anni ha collezionato
un record negativo, ovvero quello
di cadute con conseguenze importanti.
Filippo Colombo, che ha seguito tutto il
recupero da noi dopo la brutta caduta
di quest’anno. Insomma sono tanti i ciclisti
che abbiamo il piacere di seguire.
Entriamo nel tecnico... quanto è importante
la preparazione invernale?
La preparazione invernale è fondamentale
per cercare di compensare tutte
le problematiche che uno sport come
il ciclismo porta al fisico. In particolare
viene svolto un lavoro importante sulla
postura, non dimentichiamo che il
ciclismo impiega gli arti inferiori per la
maggior parte del suo sforzo. Questo
esercizio può creare diversi scompensi
che appunto una mirata preparazione
invernale è in grado di risolvere.
Si lavora anche sulla potenza, con sessioni
dedicate che mettono in risalto
eventuali scompensi antero-posteriori o
laterlo-laterali. Il lavoro, che viene svolto
con un preparatore è sempre personalizzato.
Nel caso di ciclisti professionisti,
supervisioniamo alle varie tabelle che
sono preparate dai diversi responsabili
dell’area medica di ciascuna squadra.
Un tuo consiglio?
Affidarsi a professionisti, come nel nostro
caso, noi valutiamo al meglio e con
la massima attenzione le condizioni di
partenza della preparazione, coinvolgendo
i vari specialisti. La postura del
ciclista è particolare e viene trasferita
alla vita di tutti i giorni, è fondamentale
correggere con vari richiami, le problematiche
che si manifestano.
Da quest’anno abbiamo nel nostro team
il biomeccanico Alessandro Mariano,
conosciuto nell’ambiente del ciclismo
per avere rimesso in sella tra gli altri:
Pantani, Cipollini, Sastre, Bettiol. Per iniziare
al meglio la stagione è importante
una valutazione biomeccanica in grado
di risolvere tanti problemi.
La particolarità del tuo centro?
Oltre all’ambito traumatologico sportivo
abbiamo anche specialisti in ortopedia,
geriatria, neurologia, cardiologia,
pediatria e uro-ginecologia. Vogliamo
essere presenti in ogni ambito medico
che possa aiutare i nostri pazienti tramite
le conoscenze apprese e alle figure
altamente specializzate che compongono
il nostro team di specialisti.
E Martino Donati da grande sarà?
Il mio augurio è quello di continuare ad
aumentare il livello di conoscenze della
nostra struttura, con motivazione e una
sempre più elevata eccellenza da mettere
a disposizione di tutti coloro che
purtroppo hanno dei piccoli o grandi
problemi da risolvere. Tutto questo è
possibile investendo nella formazione
continua di tutto il team, me compreso.
La nostra professione grazie anche ai
passi avanti delle apparecchiature elettromedicali
è in costante evoluzione, con
i nostri pazienti è un continuo scoprire ed
imparare il sapere non conosce confini.
Poi un giorno successe che?
Il percorso di riabilitazione dopo il grave
incidente mi ha fatto conoscere le varie
figure che ruotano attorno al fisioterapista.
Rimasi letteralmente conquistato, al
punto che dopo il recupero iniziai quasi
da subito a studiare le varie materie per
poter accedere al Bachelor in fisioterapia.
ticino-cycling.ch
23
Rubens Bertogliati
Allenamento in altura
Durante il periodo estivo molti sportivi di alto livello
scelgono la montagna e l’altura quale preparazione ottimale
per i loro obiettivi.
Ma quali sono i veri benefici di questa tipologia di allenamento?
E come bisogna procedere per avere il massimo
effetto?
Dalla fine degli anni settanta atleti di varie discipline,
all’inizio soprattutto corridori a piedi e sciatori di fondo,
hanno sperimentato allenamenti in altura per migliorare
le proprie prestazioni.
In altura abbiamo un aumento dell’irradiamento solare
del vento che trasferisce più ioni nel sistema corpo umano
e una diminuzione di umidità.
Tutti questi fattori creano un innalzamento del metabolismo
e per questo dobbiamo fare attenzione a ciò che
mangiamo e beviamo.
Sleep high train high
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si effettua a casa visto che lo si fa ad
alture normali per il corpo. Anche il
tempo di adattamento può essere
ridotto a uno o due giorni. Tutto
questo comunque è veramente
da calibrare secondo le proprie
sensazioni. Normalmente dormire
a 2000 metri ed allenarsi intorno
ai 500/700 metri permette di
alzare il proprio livello di soglia in
maniera considerevole.
Una volta tornati alla normalità il
tempo di adattamento può essere
ridotto a due tre giorni.
Oggi dopo anni di prove, alcune con successo e alcune
con scarsi risultati, possiamo indicare un buon metodo
per allenarsi in altura con profitto. Il metodo deve sempre
essere calibrato rispetto alle proprie esigenze personali
e bisogna fare attenzione alle proprie sensazioni.
Infatti, ritengo che siamo degli esseri unici e irripetibili e
così anche la risposta dei nostri organismi è diversa.
Comunque esistono delle linee guida interessanti da
provare su se stessi per preparare bene un’obiettivo in
altitudine.
Prima di tutto vediamo gli effetti dell’allenamento
in altura
L’ossigeno ha una percentuale di circa il 21% nell’ aria e
quello che cambia in altura è la pressione atmosferica.
Al livello del mare abbiamo circa 760 mm Hg e a 5000
metri la pressione è la metà, e cioè 380 mm Hg. Questo
fa si che il nostro corpo riesce ad assorbire meno ossigeno
ad ogni respiro vista la riduzione della pressione
parziale di ossigeno.
Il nostro organismo per questo ha bisogno di più energia e
comincia a bruciare le riserve e procede ad un adattamento
progressivo dello stimolo di vari ormoni come quelli
responsabili all’incremento dell’emoglobina nel sangue
(che permettono un migliore trasporto di ossigeno).
Inoltre, anche la riduzione della quantità d’aria ha degli
effetti molto individuali sul nostro organismo che possono
portare all’euforia e a stati mentali alterati.
Dormi in alto e allenati in alto: in questo caso il soggiorno
dovrebbe durare almeno 2 settimane ad un’altura
di circa 2000 metri e bisogna fare attenzione all’adattamento
nei primi 3 giorni e soprattutto alle intensità
che vanno tenute negli allenamenti. Il corpo in altura
fa più fatica a tenere gli stessi ritmi per le ragioni che
abbiamo spiegato sopra e dunque bisogna calare il ritmo
delle intensità. La soglia dovrebbe diventare la propria
intensità media, il proprio medio dovrebbe essere
il medio lento e così via.
Bisogna fare attenzione a non fare troppo fuori soglia
perché il corpo fa fatica a fare alzare i battiti e il dispendio
di energia potrebbe essere troppo oneroso e rischia
di cuocerci prima del dovuto.
Sopra i 3000 metri diventa veramente dura sia fisicamente
che psicologicamente e il tempo di recupero dovrebbe
essere troppo e si perde atleticamente ciò che si
potrebbe guadagnare con gli effetti benefici dell’altura.
Periodi più lunghi di 3 settimane sono difficili da digerire
psicologicamente dagli atleti.
Una volta tornati a livello di altezza normale bisogna
permettere al corpo 7/10 giorni di adattamento.
Sleep high train low
Dormi alto e allenati in basso: questa forma di altura è
conveniente per chi non ha molto tempo a disposizione,
potrebbero essere sufficienti periodi di circa 10/12 giorni
e l’allenamento può essere quasi effettivo come quando
Esperienza personale e
conclusioni
Con l’allenamento in altura bisogna essere dei
veri conoscitori del proprio fisico. Durante la
mia carriera ho avuto stati di forma eccelsa dopo
periodi di altura ma anche stati forma non soddisfacente
dopo altrettanti periodi.
Bisogna sapere calibrare l’attività fisica secondo le proprie sensazioni.
In generale è sempre una buona pratica ma questo vale
ancora di più per i periodi di allenamento in altura. Il discorso cambia
quando si parla di competizioni e gare in altura.
Durante queste gare ovviamente si spinge al limite il proprio fisico ma subentra
anche la componente agonistica che non va dimenticata. Da parte mia uno stato
di forma eccellente subentrava sempre dopo le due gare a tappe americane
del Tour of Utah e del Giro del Colorado dove passavo 3 settimane ad un altitudine tra i 1800 e i 2600
metri correndo tappe dure dove spingevo il fisico al vero limite. Questo stato di forma durava per ben un
mese e mezzo dopo questi eventi.
Comprendere l’individualità di ogni fisico è basilare per ottenere il meglio sia atleticamente che psicologicamente
da un periodo in altura.
Untitled-2 1 28.10.21 14:49
ticino-cycling.ch
25
600 CHILOMETRI DI SPERANZA
La passione per la bicicletta a indotto i due
19enni del mendrisiotto Ivangabriel Petrogalli
(ciclista agonista cat. U23) ed Enea Cattaneo
(aspirante Ultracyclist) ad intraprendere questo
viaggio.
L’idea è nata in una sera di agosto quando
Enea, di ritorno da una delle sue folli pedalate
notturne nelle valli ticinesi, decise di compiere
un’impresa insieme ad Ivan. Il lampo di genio
non tardò ad arrivare: tentare di superare il record
di Enea di 500 km, portandolo a 600 Km.
Invece per Ivan, l’impresa rappresenta la conclusione
della stagione agonistica 2020/2021.
L’obiettivo era definito ma volevano dare un
senso a questo viaggio, che andasse al di là
della semplice impresa personale.
Qualche giorno prima, insieme a Stefano Ferrando,
i due ragazzi si ricordarono di quanto
discusso con lui e di quelle parole mentre indossava
la bandana della Corsa della Speranza:
“Se ti sfugge il motivo è perché la ragione
sta nelle cose”. Il giorno successivo i ragazzi
presero contatto con questa associazione che
raccoglie fondi a favore della ricerca sul cancro
e hanno subito avuto riscontri positivi.
Da sinistra a destra:
Martino Bianchi,
Livio Ferretti,
Ivangabriel Pietrogalli,
Enea Cattaneo e
Fernando Sanchez.
SCOPRITE I PERCORSI PER BICICLETTA
DELLA REGIONE DEL LUGANESE
La regione del Luganese è un vero paradiso per gli amanti
della bicicletta! Lugano Region ha voluto valorizzare il suo
territorio e la passione popolare del ciclismo su strada
promuovendo percorsi che consentono di raggiungere
in breve tempo fantastiche viste mozzafiato e collegare
vallate, villaggi e strade panoramiche, scoprendo nello
stesso tempo le bellezze naturali e storico-culturali del
comprensorio. Dall’itinerario regionale “Giro di Lugano”,
che può essere percorso comodamente in tre tappe, alla
proposta di itinerari locali, che presentano diversi livelli
di difficoltà e una varietà di paesaggi, la scelta è molto
ampia. Scoprite gli itinerari della regione del Luganese
e l’offerta di servizi per gli appassionati della bicicletta,
visitando il sito: luganoregion.com/cycling.
ENTE TURISTICO
DEL LUGANESE
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#luganoregion
@luganoregion
IG: @lugano.region
Dopo qualche settimana l’evento benefico era
pronto, così come lo erano i due giovani. Non
restava che chiudere gli occhi, prendere un respiro
e godersi questa avventura tra un pizzico
di incertezza e paura.
Lunedì 1 novembre i due giovani sono partiti
da Mendrisio per affrontare la prima parte della
loro impresa. Durante il tragitto le difficoltà
sono state molte, soprattutto quelle meteorologiche,
ma nonostante tutto Ivan ed Enea non
hanno mollato. Il giorno dopo i ragazzi sono
rientrati sempre a Mendrisio riuscendo a percorre
tutti i 600 km e a realizzare il loro sogno.
SAMBÌ E SOLIDARIETÀ
Da diverso tempo Sambì (tramite i ragazzi della
SambìBike) si impegna a portare avanti scenari
legati alla beneficenza e sinergia con lo sport.
Per questo motivo i ragazzi della Sambì Bike
hanno supportato parte del tragitto della Corsa
della Speranza, tra pioggia e freddo: una positiva
combinazione che lega solidarietà, sport,
gioventù e soprattutto passione.
Bevanda alcolica semisecca frizzante
da fermentazione di fiori di sambuco.
Storicamente prodotta dalle nostre nonne e unica nel suo genere.
Unisce sotto lo stesso tappo la tecnica dell’artigiano e l’arte dello spumante.
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27
Benassi Stefano
Mantenere capelli forti
e sani dopo il parto
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Stefano Taglioni
In gravidanza spesso e volentieri le future
mamme si accorgono di avere folte e
luminose chiome. Ma cosa succede dopo
il parto e durante l’allattamento? I capelli
tendono ad essere fragili e sfibrati.
Ci sono delle motivazioni scientifiche
che lo confermano: si tratta per lo più
di un fenomeno naturale e temporaneo
che non deve creare ansia o preoccupazioni.
Dopo 10 mesi dal parto la problematica
tende a risolversi da sola.
La causa principale per questo tipo di
problema, spesso seguito anche da una
caduta più o meno evidente dei capelli
stessi, risiede negli sbalzi ormonali a cui
una donna è soggetta durante la gestazione:
durante la gestazione il forte aumento
di estrogeni e di gonadotropine
favorisce la crescita dei capelli, chiamata
fase Anagen del capello.
• utilizzare prodotti delicati
• evitare di legare i capelli in code, chignon
o trecce strette per lunghi periodi
• ridurre l’utilizzo di fonti di calore elevato;
usare apposite fiale nutrienti
• seguire una dieta ricca di ferro, zinco,
minerali e vitamine e, perchè no,
provare i rimedi naturali di una volta
come una maschera di bellezza.
Il rimedio della nonna?
Un impacco di olio di oliva, coperto da
un velo di pellicola trasparente, avvolto
poi da un asciugamano che ne conservi
il calore e lasciato in posa per circa venti
minuti, donerà nuova vita e vigore alle
chiome delle neo-mamme.
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pensati per i problemi di
cute e capelli dell’uomo e della donna,
si pone due obiettivi: il primo prevenire
la caduta e mantenere sano e vitale
il cuoio capelluto, il secondo, dove i
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Dopo il parto si entra invece nella fase
Telogen, ovvero di caduta: gli estrogeni
calano rapidamente originando la “alopecia-post-partum”
che spesso si accompagna
anche a una eccessiva produzione
di sebo e forfora.
Quando si inizia ad allattare entra in gioco
un altro ormone nemico dei capelli,
la prolattina, che può provocare un ulteriore
indebolimento.
In questo periodo è consigliabile effettuare
qualche trattamento specifico per
i capelli per proteggerli e rinforzarli:
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VC Locarno,
la passione continua
con la sua Fondazione
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completamente elettrica di Mercedes-EQ. La vettura elettrica con una delle
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29
Il glorioso club, con 120 anni di storia legata
alle due ruote, è partner della Federazione
Ticinese di Ciclismo
Tutto noi ricordiamo le pagine indimenticate, scritte sulle strade
del Locarnese dai grandi nomi del ciclismo che fu, e non
possiamo dimenticare nemmeno la passione con la quale il
comitato a più riprese ha ospitato anche i grandi giri. Purtroppo
dal 2017, malgrado la voglia ancora presente, il comitato a
gioco forza alzato bandiera bianca.
Ma la riprova che la passione per il ciclismo è ancora intatta, è
stata la costituzione della “Fondazione VCL 1895”. I protagonisti
di questa iniziativa sono gli stessi volti storici che abbiamo
imparato a conoscere in tanti anni di manifestazioni:
Claudio Franscella (presidente)
Angelo Marra (vice presidente)
Claudio Suter (segretario)
Milena Murer (membro)
Daniele Franscella (membro)
Tra i numerosi problemi che sta vivendo l’utilizzo della
bicicletta, soprattutto per i più piccini, vi è sicuramente
la questione traffico, per questo motivo la presenza di
un velodromo nel nostro Cantone potrebbe rivelarsi
la chiave di volta per tutto il movimento, come ci ha
confermato, a precisa domanda il presidente Claudio
Franscella:
Abbiamo bisogno di una struttura che possa ospitare
gare internazionali su pista, ma soprattutto abbiamo
bisogno di una ”palestra sicura” per gli allenamenti dei
giovani che vogliono praticare, senza i rischi del traffico,
questo bellissimo sport.
Nella giornata di oggi, a conferma che la passione
della “Fondazione VCL 1895” è ancora ben presente,
ha avuto luogo la consegna del van alla Federazione
Ticinese di Ciclismo, un mezzo che darà la possibilità a
tutti i club il suo utilizzo per le varie trasferte.
In questo senso proprio il supporto della “Fondazione
VCL 1895” è stato determinante come ha sottolineato
il presidente della FTC Fabio Schnellmann. L’incontro è
stata anche occasione per gettare delle basi concrete,
per un ritorno del ciclismo proprio a Locarno, come ha
confermato Rubens Bertogliati, una possibilità che si
potrebbe concretizzare già nel 2022.
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“Tadej Pogacar, vincitore del Tour de France 2020” - © Photo Fizza
L’intervista
con
ticino-cycling.ch
31
Michele Alippi
ufficio stampa Ticino Cycling.
Claudio Franscella
presidente della
Fondazione VCL 1985
Nel2016 il VC Locarno termina la sua attività,
ancora oggi il vuoto è grande...
Certo, anche perchè il Velo club Locarno
nei suoi 120 anni di attività era diventato,
per tutti gli appassionati della bicicletta, un
punto di riferimento nel locarnese ma pure
in Ticino. Nel suo lungo percorso ha formato
tanti corridori, alcuni dei quali passati anche
al professionismo.
Penso, ad esempio, a Felice Puttini che fu
professionista dal 1989 al 2002, diventando
per due volte campione svizzero in linea e
tre volte nel mezzofondo, oppure a Marika
Murer che ebbe nel suo palmares alcune vittorie
in ambito professionistico.
Furono inoltre numerosi gli arrivi o le partenze
delle tappe del Tour de Suisse, del
Tour de Romandie e pure del Giro d’Italia
organizzate sul nostro territorio da questa
storica e gloriosa società. Come dunque non
rimpiangerne l’assenza...
E allora perchè la cessazione dell’attività
nell 2016 ?
R
Nel 2015 , a seguito della cessazione del
Velo Club Locarno, nasce però la Fondazione
VCL 1895... quali gli scopi?
Gli scopi della VCL 1895 fanno fede a quella
che era una precisa volontà inserita nello
statuto del Velo Club che citava: “in caso di
cessazione dell’attività, il capitale deve essere
devoluto a iniziative di pubblica utilità”.
Ed è proprio quello che si è voluto fare.
L’obiettivo principale della Fondazione,
con i fondi lasciati dal Velo Club, è quello
di promuovere, sostenere e finanziare
attività legate allo sport e alla cultura, in
primis a sostegno dell’attività giovanile.
Attenzione particolare è riservata al ciclismo,
ma si rimane aperti al sostegno di
altre discipline sportive. Terreno d’azione
privilegiato è il Locarnese, tuttavia anche
le altre regioni del Cantone non sono dimenticate.
Proprio recentemente abbiamo
contribuito all’acquisto del bussino di
Ticinocycling che favorisce i trasporti dei
giovani talenti ticinesi.
Per qualsiasi informazione siamo a vostra
disposizione:
Fondazione VCL 1985
c/o Claudio Franscella,
Sentiero Centrale 6, CH-6605 Locarno.
Signor Franscella, possiamo parlare di crisi
del ciclismo ticinese?
Il ciclismo su strada sta probabilmente soffrendo
più di altre discipline ma in generale
la passione per le due ruote è sempre molto
viva nel nostro Cantone. Sta forse solamente
cambiando l’orientamento.
Infatti se penso alla montain bike, che permette
allenamenti ed escursioni nella natura
e su sentieri non trafficati, oppure alla
BMX che si pratica su piste appositamente
costruite per quest’attività, vedo un costante
aumento di appassionati.
Eppure gare importanti su strada continuano
a considerare il nostro cantone
(vedi Giro d’Italia, Tour de Suisse, ...).
Il ciclismo su strada rimane comunque il
genere più popolare ed il più seguito tra
le competizioni di ciclismo ed è anche la
forma di ciclismo più familiare e popolare,
visto che le gare si svolgono sulle strade di
tutti i giorni.
Il Ticino, poi, è terra di ciclismo da sempre
grazie anche alle sue caratteristiche paesaggistiche
e alla conformazione del suo
territorio, ideale per la pratica di quest’attività
sportiva. Non mi sorprende quindi
che grandi eventi siano stati e continuino
ad essere organizzati nel nostro Cantone.
Per concludere, quanto sarà importante il
velodromo in Ticino?
Molto... Abbiamo bisogno di una struttura
che possa ospitare gare internazionali su
pista, ma soprattutto abbiamo bisogno di
una” palestra” sicura per gli allenamenti dei
giovani che vogliono praticare, senza i rischi
del traffico, questo bellissimo sport.
Claudio Franscella
presidente Fondazione VCL 1985
Il comitato di allora, con alla testa mio padre
Daniele Franscella, ha fatto il possibile
per dare un seguito all’attività ma, purtroppo,
è mancato il ricambio generazionale.
Colonnine di ricarica
e manutenzione
Dalla cinquantina di ragazzini che una
ventina d’anni fa costituivano un florido
vivaio si è scesi nel 2014 a sole due iscrizioni.
Le famiglie oramai non si fidano più
a mandare i figli ad allenarsi sulle notre
strade, sempre più trafficate e pericolose.
ticino-cycling.ch
33
Paolo Pellegrini
quando
Durante lo scorso settembre si è svolto
nel pieno centro della città di Lugano
l’evento Lugano bikemotions.
L’evento si è svolto un un tempo
ballerino,spostandomi da un punto
all’altro ho potuto apprezzare lo
spettaccolo che lo sport della
bicicletta (MTB) ti può dare.
Bello, bello, bello....
un complimento agli oranizzatori
che sicuramente ripeteranno questa
esperienza il prossimo anno
magari con qualche sorpresa.
lo
sport
ti arriva
in casa
GARA KIDS
URBAN SHORT RACE
GARA A CRONOMETRO
CORNÈRCARD CANCELLARA CHALLENGE
GARA HANDBIKE
luganobe.ch
Attività
ed eventi
Fotografie di Paolo Pellegrini
ticino-cycling.ch
35
I tanti belvederi
del Ticino
Di Nicola Pfund
È giustamente chiamata “terra di ciclismo”,
con riferimento soprattutto ai
Campionati del mondo organizzati a
Lugano nel 1996 e a Mendrisio nel 2009.
Uno slogan quanto mai azzeccato per
il nostro Ticino e che viene confermato
dall’enorme diffusione delle due ruote
su tutto il territorio, che si presta in maniera
magnifica ad essere percorso e conosciuto
dal sellino, appunto, di una bicicletta.
Un fatto di cui ho preso ancora
maggiore consapevolezza scrivendo il
mio ultimo libro dedicato alle più belle
salite del cantone, giunto alla 2a edizione:
la nostra regione è un luogo ideale
per la pratica dello sport all’aria aperta.
E non penso solo alla bicicletta, ma ad
ogni attività a contatto con la natura.
Il Ticino, oltre a godere di un clima favorevole,
offre infatti una varietà paesaggistica
semplicemente straordinaria
e probabilmente unica. Su circa cento
chilometri si passa dai duecento ai tremila
metri, dalle zone lacustri a quelle
tipicamente alpine, dalle dolci rive dei
laghi ai panorami sublimi dei passi.
Non solo: ogni regione del paese si caratterizza
per degli aspetti culturali e paesaggistici
che gli sono propri, offrendo
dei gioielli sia naturalistici che storici e
culturali di rilievo, così che una vacanza
in qualsiasi regione del cantone non è
solo ozio e divertimento, ma anche arricchimento
culturale e continua fonte
di meraviglia e sorpresa!
Soprattutto se ci si muove in bicicletta!
Perché la bicicletta, più di qualsiasi altro
mezzo di trasporto, ci consente di
immergerci davvero nell’ambiente che
attraversiamo, diventando un tutt’uno
con esso. Per questo le emozioni che si
ricavano da una qualsiasi uscita sono
sempre intense e profonde, emozioni
che ci permettono di ritemprarci e di ritrovare
la giusta misura delle cose.
Questo anche se è vero che da noi rimangono
attuali alcuni problemi di
infrastrutture a favore dell’uso della
bicicletta, segnatamente riguardo lo
sviluppo delle ciclopiste e delle corsie
ciclabili. Così come paradossalmente
non si è ancora realizzata pienamente
un’apertura culturale verso questo mezzo
di trasporto, se non in termini strettamente
agonistici e sportivi.
Ma anche qui i segni del progresso cominciano
a manifestarsi, grazie all’impegno
di associazioni come Pro Velo Ticino
e all’accresciuta sensibilità della gente.
Senza dimenticare l’avvento delle e-bike,
che stanno rivoluzionando le abitudini
negli spostamenti di molti ticinesi.
Lo scrittore Giuseppe Zoppi, parlando
del Ticino, ha detto che “è un paese di
belvederi”, perché “è ricco di “balconi”, di
sporgenze, di eminenze, disposti a gara
l’uno sull’altro, nei modi più inaspettati
e sorprendenti”.
Su molti di questi “balconi” ci sono salito,
come detto, proprio con la mia bicicletta.
Ve ne parlerò quindi nei prossimi
contributi: per proporre nuove idee e
itinerari a chi già inforca regolarmente
la bicicletta, ma anche e forse soprattutto
a chi vorrebbe iniziare a pedalare,
per fare una sana attività all’aperto e
per andare alla scoperta di questo nostro
bel territorio.
Mobilità
ticino-cycling.ch
37
Intervista a Marco Vitali,
presidente di Pro Velo Ticino
di Antonio Bolzani
Pro Velo Ticino chi e cosa difende e
cosa vuol promuovere?
Pro Velo Ticino - nata 11 anni fa
come sezione di Pro Velo Svizzera -
in breve tempo è diventata, in tema
di mobilità, un importante punto
di riferimento. Complementare a
Ticino Cycling, più orientata verso
l’ambito competitivo, l’associazione
difende e promuove gli interessi dei
ciclisti sia in contesti istituzionali, sia
sul territorio.
Quale interlocutore del Cantone è
presente nelle commissioni che si
occupano direttamente di bici (Gruppo
strategico e Gruppo tecnico) e in
quelle dove la bici è una componente
della mobilità (ad esempio nella
Commissione strade sicure). Ormai
consolidati sono anche i rapporti
con la maggior parte dei comuni
più importanti, dove l’associazione è
chiamata per consulenze riferite alla
realizzazione di opere infrastrutturali
o per progetti legati alla sicurezza o alla promozione.
La presenza di PVT non si limita naturalmente all’ambito istituzionale:
oltre a consulenze ad architetti e pianificatori, l’associazione
considera infatti fondamentale la sua presenza “on
the road”; presenza che purtroppo negli ultimi due è stata
frenata dalla pandemia.
Salute, sicurezza, più cortesia tra ciclisti e pedoni, biciclette
tradizionali e elettriche, piste e corsie ciclabili, pianificazione
di spazi mirati e appositi per le bici: la sensazione
è quella di un costante e significativo allargamento dei
temi che riguardano le biciclette. Per PVT non c’è il rischio
di smarrirsi, cioè di volere occuparsi un po’ di tutto ma inevitabilmente
in modo superficiale e poco approfondito?
Il rischio indubbiamente c’è, anche
perché siamo purtroppo ancora in
pochi e ci basiamo sul volontariato.
D’altra parte, in Ticino, Pro Velo è
presente da meno tempo che in altri
cantoni ed è quindi meno strutturata.
Siamo però anche convinti di trovare
presto nuove forze operative e di
poter “coprire” sempre meglio i vari
ambiti di intervento, intensificando
la nostra presenza sul territorio.
Al di fuori dei rapporti istituzionali,
importante è infatti non solo promuovere
la bici nella cornice di varie
manifestazioni che propongono una
diversa idea di mobilità: si tratta, anche
concretamente, di porre le basi
affinché la scelta della bici sia sempre
più condivisa. Ciò significa, per cominciare,
essere in grado di proporre
e sostenere le numerose iniziative
lanciate da Pro Velo Svizzera. Iniziando
da Bike to scool e da Bike to work,
perché a usare la bici si impara da
bambini, e perché la bici, per raggiungere il posto di lavoro
o il mezzo pubblico, quando si tratta di pochi chilometri, è il
mezzo ideale.
Da una parte è esploso l’interesse per la mobilità ciclistica
(tradizionale e soprattutto elettrica) e d’altra parte, invece,
aumenta il partito di coloro che si ritengono infastiditi
e irritati dalla presenza dei ciclisti indisciplinati un po’
ovunque: PVT deve muoversi con diplomazia, prudenza e
compromessi. Non si rischia di essere, così, meno incisivi?
L’obiettivo - anche perché la crisi climatica non concede troppe
alternative - è che ci siano sempre più bici sulle nostre
strade. Il notevole incremento registrato anche in Ticino negli
ultimi due anni era inevitabile che creasse anche qualche
malumore. La mia impressione è però che sempre più utenti
della strada stiano capendo che un maggior utilizzo della bici
sia un vantaggio per tutti. Per rafforzare quest’idea, l’associazione
non difende chi non rispetta le regole stradali o chi non
usa l’illuminazione notturna, ma soprattutto non difende chi
non rispetta altri utenti come i pedoni negli spazi condivisi.
Proprio il tema del rispetto sulle ciclopedonali ha d’altronde
caratterizzato, in primavera, la campagna “Cortesia” svolta in
tandem con l’ATA (Associazione Traffico e Ambiente); tema
per il quale ci attiveremo anche la prossima primavera, in una
campagna orchestrata dal Cantone.
“In Ticino si è fatto e investito molto per le biciclette negli
ultimi anni”: lo si sente spesso dire e lo si legge frequentemente.
Corrisponde al vero o è una bugia gigantesca?
È una tesi che si può in parte anche sottoscrivere. Vi sono però
due problemi. Il primo è che troppi progetti infrastrutturali
sono per ora solo sulla carta e che le tempistiche di realizzazione
sono inaccettabilmente lunghe. Visto che per le autorità
politiche le bici non sembrano (quasi) mai essere la priorità, la
prospettiva di colmare l’ampio ritardo rispetto ad altri cantoni
non appare quindi, a medio termine, realistica. Il secondo problema
è che spesso il coraggio e un’idea chiara della direzione
da prendere, tra i politici e i funzionari, purtroppo manca.
Eppure gli esempi da seguire non mancano...
Certo, e non solo nell’Europa del nord: a Parigi hanno realizzato
piste e corsie ciclabili togliendo un numero considerevole
di corsie per il traffico motorizzato e hanno esteso la zona 30 a
tutta la città; a Milano e in numerose altre città, anche dell’Europa
meridionale, stanno pedalando nella stessa direzione. In
Ticino si realizzano invece infrastrutture, o si creano condizioni
meno sfavorevoli per le bici, solo dove non disturbano la
circolazione automobilistica. Un esempio è la Melide – Paradiso,
dove il limite di velocità sulla cantonale è da tempo, per
via del cantiere, lo stesso che sulla parallela autostrada. Ciò
significa un maggior utilizzo della litoranea, e quindi parecchi
disagi e pericoli in più per i ciclisti.
Le biciclette sui treni: sì ma non proprio così pratico e a
buon mercato!
È uno dei grandi problemi del trasporto pubblico in Svizzera: è,
in generale, troppo caro rispetto a quello privato e spesso non
adeguato per chi ha con sé una bici. A questo si aggiunge, per
i non detentori di un abbonamento annuale, un sovrapprezzo
decisamente eccessivo. Il biglietto di 5 franchi - che era stato
chiesto al Cantone e che per qualche anno ha incentivato il
trasporto delle bici - è stato smantellato. Lo scorso anno, PVT
ha contribuito a raccogliere le firme a livello nazionale perché
sui treni a lunga percorrenza non vi fosse una maggiorazione
di questi costi dati dall’obbligo di riservazione.
Insomma, anche nel campo del trasporto combinato resta
ancora molto da fare...
Mancano parcheggi per le biciclette, percorsi sicuri verso la
stazione, più zone trenta e tanto altro ancora. Il lavoro per il
futuro quindi non manca!
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segui le mie avventure
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Il mondo
in bike
ticino-cycling.ch
39
Due ruote in libertà:
ogni viaggio è un incontro speciale
Ogni volta è come la prima volta! Quando
intraprendo un viaggio l’emozione è la
stessa e mi lascio stupire ad ogni pedalata.
Sono appena rientrata dall’ultimo viaggio:
da Venezia percorrendo tutto l’Adriatico
con l’obbiettivo di arrivare alla fine dell’Emilia
Romagna attraversando tutto il parco
naturalistico del delta del Po e poi da
Ravenna giù lungo tutto il litorale. Del parco
ho potuto apprezzare i suoi scenari paesaggistici
incantevoli, mentre percorrere
il litorale è stata una scelta azzeccatissima
per associare sport all’aria aperta e turismo
visitando città storiche come Venezia,
Chioggia, Comacchio, Ravenna. Insomma
una vera e propria meta da cicloturismo!!
Per scelta, viaggio da sola e questo mi permette
di essere aperta agli incontri e alle
scoperte, non solo dei luoghi che attraverso,
ma anche delle persone. Questa predisposizione
può venir meno se si viaggia in
coppia o in gruppo. Tanta gente, vedendomi
donna sola in viaggio esclusivamente
con la mia bici e uno zaino, si avvicinano,
mi chiedono dove sono diretta e vogliono
aiutarmi in tanti modi!
Tramite un sito di scambio di ospitalità,
conosco Francesco che vive a Ravenna,
dove soggiorno per una delle mie tappe
durante questo tour.
Scopro con meraviglia che, con il fratello
Gio e un amico, hanno fatto il giro del
mondo in bici! Non perdo ovviamente
l’occasione di farmi raccontare di questa
impresa avventurosa e coraggiosa e ne rimango
sbalordita dalla narrazione e dalle
roccambolesche avventure:
7 anni di viaggio, 90’000 km percorsi,
5 continenti attraversati e 67 paesi visitati!
Il tutto a bordo di due bici da strada
tradizionali e un supporto caloroso da
massmedia e popolazione italiana che
con il cuore li hanno seguiti lungo tutto il
loro tragitto.
Soprattutto mi ha fatto sognare e condividere
con lui lo scopo e il senso di questa
loro impresa:
• l’educazione ad un mondo migliore e
la bicicletta è quindi il mezzo più responsabile
per muoversi.
• l’integrazione e lo scambio culturale
portando un po’ di europa nel mondo e
un po’ di mondo in europa.
• un viaggio dentro noi stessi scoprendo
i propri limiti, le proprie paure per
poi sconfiggere i propri pre-concetti e
superare il bagaglio culturale. Arrivare
a capire come reagisce la nostra personalità
fuori dal nido sicuro del mondo
occidentale.
E tornando a me, nel piccolo delle mie avventure
su due ruote da questo viaggio
porto a casa un bagaglio di esperienze
stupende e una consapevolezza ancora
maggiore di quanto il cicloturismo etico
responsabile e consapevole possa regalarti
e regalare al mondo!!
Dall’alto al basso:
Provincia di Salta.
Il tanto atteso ingresso in Argentina!
Salar di Uyuni, Bolivia.
Il magico deserto di sale.
Marocco, Sahara. Il re dei deserti.
Frontiera del Gambia,
il piccolo Stato in Africa Occidentale.
La mappa geografica
dei 67 paesi visitati in 7 anni
www.magiobiketour.com