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inBicicletta4:2021

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4 | 2021

ticino-cycling.ch

1

La tattica

nelle gare di ciclismo

Ciclismo, sport e strutture

La corsa della speranza

Hugo Koblet,

pedaleur de charme

© Ascona-Locarno Tourism - foto Alessio Pizzicannella


Lugano è Vita.

Lugano è Passione.

editoriale

ticino-cycling.ch

3

Lugano è Sport.

Jean-Jacques Aeschlimann

Mélanie Aeschlimann

Mountain Bike

Ciclismo, sport e strutture

La palestra dei ciclisti è la strada... ma non solo. Ed è per questo che Ticino

Cycling da alcuni anni sta percorrendo, o meglio sognando, l’ipotesi di un

velodromo a sud delle alpi.

In pista il ciclista apprende importanti rudimenti che poi può implementare

su strada: la volata, lo stare a ruota, l’esplosività e tante altre caratteristiche

che tornano certamente utili durante una carriera. Diversi quotati

stradisti del panorama professionistico, hanno infatti mosso i primi colpi

di pedale su pista, Filippo Ganna, Geraint Thomas, Stefan Kung e tanti altri.

Lo studio di massima che abbiamo sottoposto all’Ufficio Federale dello

Sport è piaciuto, tanto è vero che, nel licenziare il puntuale messaggio di

credito per strutture sportive nazionali, è stato inserito un importo di 5

milioni di franchi per un velodromo ticinese. Questo importo è già stato

approvato pure dal legislativo federale. Una struttura per sole biciclette è

difficilmente sostenibile dal profilo gestionale, ecco che allora si sta lavorando

per cercare nuovi contenuti. L’atletica, necessiterebbe infatti pure di

una struttura indoor e potrebbe rientrare in questa “casa”.

www.corsadellasperanza.ch

A proposito di “casa dello sport”, è ormai prossimo a Lugano il responso

popolare se dare o no ad almeno 25’000 sportivi - siano essi professionisti

o amatori - strutture adeguate ed al passo con i tempi. Il Polo Sportivo

e degli Eventi (PSE) non è soltanto un’opera necessaria ma diciamo indispensabile,

non solo per Lugano ma per l’intero Cantone.

Segreteria Ticino Cycling

Rubens Bertogliati

Noi restiamo dell’avviso che tutto quanto si mette nello sport non sarà

mai un costo ma un investimento. Soprattutto in questi difficili momenti,

il praticare un’attività sportiva aiuta ad avere una vita sana e, come diceva

qualcuno, “mens sana in corpore sano”.

Presidente

Fabio Schnellmann

Il Comitato di TicinoCycling sostiene quindi il PSE con la speranza, in un

futuro non troppo lontano, di salutare con il medesimo entusiasmo un

terzo velodromo svizzero.

Ticino Cycling

c/o Rubens Bertogliati

CP 277

CH-6962 Viganello

+41 78 339 69 65

Ufficio stampa, pubblicità

Ticino Cycling

Michele Alippi

ticinocycling.press@gmail.com

inbicicletta

LA RIVISTA DEDICATA AL CICLISMO DELLA SVIZZERA ITALIANA

www.ticino-cycling.ch - ticinocycling - #ticinocycling

Fabio Schnellmann

Presidente TicinoCycling

TICINO C CLING

SÌ al Polo Sportivo

e degli Eventi 28.11

Progetto grafico e redazione

Paolo Pellegrini

Carlo Bianchi

Stefano Pedrazzetti

+41 91 600 16 07

Hanno collaborato:

Alippi Michele

Benassi Stefano

Bertogliati Rubens

Bianchi Carlo

Bolzani Antonio

Colandrea Marco

Donati Martino

Gianotti Andrea

Pedrazzetti Stefano

Pellegrini Paolo

Pfund Nicola

Priolo Katia

Rehability Lugano

Rossi Bernardino

Schnellmann Fabio

Vitali Marco

Z-Bike

© Paolo Pellegrini

RIVISTA APOLITICA E ACONFESSIONALE

© - Articoli e foto contenuti in questa rivista sono soggetti a copyright. Ogni riproduzione

anche solo parziale deve essere esplicitamente autorizzata dall’editore.



ticino-cycling.ch

Sommario

CHF 30.-

1 anno

3 edizioni annuali

ticino-cycling.ch

5

3 Editoriale

7 Grande successo per la gara di Handbike

22 Allenamento in altura

25 600 chilometri di speranza

10 Hugo Koblet, pedaleur de charme

12 Spettacolare percorso circolare

con partenza e arrivo a Locarno

14 Piero Alari, un uomo di sport

innamorato della bicicletta

16 Corse epiche, La Roubaix

27 Mantenere capelli forti e sani

dopo il parto

28 VC Locarno, la passione continua

con la sua Fondazione

30 Claudio Franscella

presidente della Fondazione VCL 1985

LA RIVISTA DEDICATA AL CICLISMO DELLA SVIZZERA ITALIANA

1

1 | 2020

17 I club si presentano

Velo Club 3 Valli Biasca

32 Quando lo sport ti arriva in casa

34 I tanti belvederi del Ticino

Benvenuti amanti

della bicicletta...

Fabio Schnellmann

Pedalare è una passione che

ci accompagna tutta la vita...

20 Martino Donati,

il mio motto “alzati e cammina”

36 Marco Vitali

38 Due ruote in libertà:

ogni viaggio è un incontro speciale

Rubens Bertogliati

naturalmente.

sosteniamo le attività sportive

Qualche giorno prima, insieme a Stefano Ferrando, i due ragazzi

si ricordarono di quanto discusso con lui e di quelle parole

mentre indossava la bandana della Corsa della Speranza:

“se ti sfugge il motivo è perché la ragione sta nelle cose”.

Il giorno successivo i ragazzi presero contatto con

questa associazione che raccoglie fondi a favore della

ricerca sul cancro e hanno subito avuto

riscontri positivi.

Pag.25 600 chilometri di speranza

Immagine Vananti Visual Communication, © AIL SA

TICINO C CLING

Ricevuta

Conto / Pagabile a

CH37 0900 0000 6900 9899 6

Associazione Ticino Cycling

cp 277

6962 Viganello

Pagabile da (nome/indirizzo)

Sezione pagamento

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CH37 0900 0000 6900 9899 6

Associazione Ticino Cycling

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6962 Viganello

Informazioni supplementari

Abbonamento Rivista inBicicletta

Pagabile da (nome/indirizzo)

Monte Bar Lugano Region © Milo Zanecchia

Europei di MTB

dal 15 al 18 ottobre.

Una sfida affascinante sui

tracciati del Monteceneri

Kids Tour il nostro

movimento giovanile

www.ticino-cycling.ch - ticinocycling - #ticinocycling

Valuta Importo

CHF 30.00

Valuta Importo

CHF 30.00

Punto di accettazione

Aziende Industriali di Lugano (AIL) SA • CP 5131, 6901 Lugano • Centro operativo: Via Industria 2, 6933 Muzzano • Tel. 058 470 70 70 • www.ail.ch • info@ail.ch



ticino-cycling.ch

7

Grande successo per

la gara di Handbike

Il bernese Fabian Recher

si aggiudica la tappa

del circuito europeo

Il 25 e 26 settembre si è tenuto un intenso weekend di sport

in con una bella cornice di pubblico sul lungolago di Lugano

nonostante il tempo incerto. Si sono sono svolte le gare di handbike

della 10° edizione della Round Table CUP che prevedevano

il sabato la gara a cronometro e la domenica la gara su strada.

Alla presenza del Municipale Roberto Badaracco e del presidente

della Federazione Europea di Handbike Seine Snippe,

alle corse luganesi - che hanno rappresentato la tappa svizzera

del Circuito Europeo di Handbike (EHC) - hanno partecipato

37 atleti provenienti da 6 nazioni, confermando il livello di

rilievo che la gara ha saputo ritagliarsi nel panorama europeo

di questa disciplina. Le gare sono patrocinate dall’Associazione

Svizzera dei Paraplegici di Nottwil.

Mentre la campionessa svizzera Sandra Stockli si è dovuta accontentare

del secondo posto dietra alla russa Svetlana Moshkovich

che si era già affermata sabato alla gara a cronometro

con il tempo di 22”51’01.

Infine importante segnalare che la coppa Clay Regazzoni,

premio istituito in memoria del campione ticinese che viene

assegnato all’atleta che percorre il giro più veloce del circuito,

assegnata al bernese Fabian Recher il quale, con i risultati

raggiunti a Lugano, si conferma come giovane campione che

saprà dare delle soddisfazioni al paraciclismo nazionale.

Sabato, alla prova a cronometro svolta in collaborazione con

la “Cancellara Challange”, il vincitore assoluto della competizione

col il tempo di 18”55’11 è stato il rossocrociato Fabian

Recher, classe 1999, già protagonista delle ultime paralimpiadi

di Tokio 2020.

Anche alla gara di domenica, prova criterium di 1 ora + 1 giro

per la categoria H4, è Recher ad arrivare al traguardo davanti a

tutti distaccando il connazionale Felix Frhofer di 10 secondi. In

categoria H3 si è affermato ancora una volta il campione italiano

Paolo Cecchetto, già medaglia d’oro a Rio 2016 e appena

rientrato da Tokio con al collo l’oro per la staffetta a squadre.



Rubens Bertogliati

ticino-cycling.ch

9

Allenamento

La tattica nelle gare di ciclismo

Per continuare il parallelismo

con gli scacchi i gregari sono

i pedoni che possono diventare

regina e giocarsi la vittoria finale

Il ciclismo è uno sport di squadra, non

è solo uno sport individuale. Nella disciplina

della cronometro è uno sport individuale

dove più che di tattica possiamo

parlare di gestione dello sforzo.

Nelle gare normali però la squadra ha

un ruolo importantissimo. Il tutto nasce

poiché a ruota “si sta bene” in pianura.

Infatti, se stiamo dietro un compagno

di squadra ( o un avversario) abbiamo in

media un risparmio del 30% rispetto allo

sforzo profuso dal ciclista che sta davanti

a noi e “prende l’aria in faccia”. Questo

valore può anche essere variabile in funzione

del vento. Più il vento è contrario

e più a ruota si risparmiano energie. Per

questo il gioco di squadra è importante

nel ciclismo.

Molti addetti ai lavori paragonano le tattiche

in gioco nel ciclismo alle tattiche

utilizzate nelle partite di scacchi. Non

tutti i corridori, come i pezzi della scacchiera,

sono uguali. Abbiamo corridori

abili in volata, cioè con una potenza di

picco nei 10/15 secondi altissima ( attorno

ai 1600/1700 watt) che permette di

raggiungere picchi di velocità altissima

in pianura sul breve periodo cosi da poter

vincere le volate di gruppo.

Questi corridori però normalmente hanno

un peso più alto e non possono competere

nelle salite dove il valore di riferimento

è soprattutto il watt per chilo

di peso corporeo. Questi ultimi sono gli

scalatori, corridori fortissimi nelle salite

e negli arrivi in salita.

Poi abbiamo gli allrounder e puncher,

cioè corridori abili negli scatti brevi da

5/8 minuti, dote questa utilissima durante

le classiche e nelle gare di un giorno

in genere.

Poi abbiamo i gregari che sono votati

al lavoro ad inzio corsa e per lunghe distanze.

Sono ciclisti di primo livello che

possono trasformarsi anche in capitani

all’occorrenza, se mai dovessero trovarsi

in una fuga ristretta a cui viene dato

spazio, e potrebbero arrivare a giocarsi

la vittoria finale. A complicare ancora di

più le cose è il fattore del recupero su

più giorni.

Tutti noi sappiamo che il grande ciclismo

è fatto soprattutto dalle grandi

gare a tappe, ma abbiamo anche tutta

una serie di gare a tappe minori che

sono importantissime per poter preparare

tutte le grandi corse.

Fotografia di Paolo Pellegrini

Studio

grafico

graficadesign.ch

immagimedia.ch

Nello scacchiere del ciclismo abbiamo

dunque una grande varietà di tipi di corridori

che si giocano le corse inseriti in

un gruppo composto da molte squadre

- normalmente un numero tra le 20 e le

30 - ognuna con una sua precisa tattica

in base al tipo di corsa e tipo di corridore

presente in squadra.

Per capire meglio faccio un esempio.

Prendiamo la Milano - Sanremo, gara veloce

ma con qualche salita nel finale. In

squadra è presente il velocita che ha l’obiettivo

di arrivare a fare la volata finale.

Sono presenti pure due puncher/allrounder

che possono provare nelle due salite

nel finale (per la cronaca sono Cipressa

e Poggio, non salite impossibili ma pur

sempre impegnative). Abbiamo poi tre

gregari, dove il loro compito è provare

ad entrare nella fuga iniziale oppure tirare

il gruppo per chiudure su eventuali

fuggitivi e far tenere le posizioni di testa

ai capitani.

A completare la rosa dei partenti abbiamo

il campione, il corridore capace di

vincere le grandi gare a tappe, le corse

di un giorno sopra i 200 km. Egli è alla

partenza più per onorare il nome della

grande corsa ma ha ovviamente carta

bianca per provarci se vede l’occasione

giusta nel finale.

Per continuare il parallelismo con gli

scacchi i gregari sono i pedoni che possono

diventare regina e giocarsi la vittoria

finale se dovessero entrare nella fuga

buona. Il velocista è il re, deve vincere la

partita nel caso di un arrivo classico allo

sprint, va protetto fino agli ultimi 200

metri di una corsa lunga 300 km. La regina

è il corridore di razza, capace di cambiare

le sorti della corsa/partita con una

mossa brillante. I due puncher sono le

torri che possono aiutare nel finale come

prendere iniziative personali.

Per vincere una gara del genere il corridore

deve essere la combinazione tra un

monaco buddhista ed una tigre siberiana!



Hugo Koblet,

pedaleur de charme

di Rubens Bertogliati

Il primo straniero a vincere il Giro d’Italia fu uno Svizzero, originario

di Zurigo, Hugo Koblet. Nel 1950 egli batté Gino Bartali

e Alfredo Martini. La sua classe e la sua grande tecnica in

bicicletta gli permisero di

prevalere su molti campioni

blasonati. Fu scelto

da Learco Guerra, direttore

sportivo della squadra che

portava il suo nome, per

partecipare al giro e cercare

di vincere delle tappe,

come aveva già dimostrato

di fare in corse importanti

precedenti come il

Tour de Suisse.

La sua vittoria in classifica

generale fu inaspettata ma

per chi lo conosceva bene

era solo la conferma delle

sue grandi doti atletiche

che mai prima di allora

aveva potuto dimostrare

di avere. Koblet, esordiente

nella corsa, indossò a

metà corsa la maglia rosa

già vestita per alcuni giorni

da un altro corridore

svizzero, Fritz Schär.

Il campione elvetico si

impose nei cuori degli

appassionati di ciclismo

per l’innata eleganza e la

prorompente potenza atletica;

gli inviati della Gazzetta

dello Sport lo battezzarono

con il soprannome

di “falco biondo”.

Ama

ricordi

Da sinistra Georges Aeschlimann con Hugo Koblet e Ferdi Kübler

In quel Giro d’Italia Fausto Coppi fu vittima di una caduta che

gli procurò la frattura del bacino, e Gino Bartali, che a quel

punto era rimasto l’antagonista più temibile, non riuscì a realizzare

il suo desiderio di

vincere quel Giro per poter

incontrare come vincitore

il papa Pio XII.

Koblet si affermò quindi

come il primo straniero a

vincere la “Corsa rosa”.

La sua consacrazione ciclistica

avvenne al Tour

de France 1951, nel quale

trionfò alla grande.

In quel Tour c’era anche

Fausto Coppi: il “Campionissimo”

era però moralmente

abbattuto per la

scomparsa del fratello

Serse, avvenuta pochi

giorni prima in seguito

ad una caduta al Giro del

Piemonte, ed aveva preso

parte di malavoglia alla

corsa.

Koblet si assicurò il Tour

de France nella tappa da

Brive ad Agen con una

fuga solitaria di 135 km

in cui riuscì a guadagnare

3’35” sul gruppo degli

inseguitori, che oltre a

Coppi comprendeva altri

grandi campioni come

Bartali, Magni, Bobet,

Géminiani e Derycke.

Hugo Koblet (21.03.1925, Zurigo - 06.11.1964, Egg)

è stato un ciclista su strada e pistard svizzero.

Vinse il Giro d’Italia nel 1950, divenendo il primo non italiano a riuscirvi,

e nel 1951 il Tour de France, succedendo al connazionale Ferdi

Kübler che lo aveva vinto l’anno precedente.

Termine della carriera: 1958

I giornalisti parigini lo appellarono

“Le pedaleur de charme”.

Le vicissitudini della sua vita, da corridore e del dopo

carriera, sono bene raccontate nel docu-film coprodotto

dalla televisione Svizzera “Koblet le pedaleur de

charme”. Egli aveva dei forti legami con il Ticino e spesso

scendeva ad allenarsi in compagnia del suo fidato

gregario Remo Pianezzi.

Parlava perfettamente le tre linque nazionali ed era

considerato da tutti quale persona gentile e cordiale.

Le circostante della sua morte in un incidente stradale

sono ancora oggi avvolte nel mistero. Negli ultim anni

della sua vita non stava attraversando un periodo facile,

sia dal punto di vista economico che dal punto di

vista affettivo.

Con Kubler egli rappresenta la conferma che il ciclismo

svizzero era ai massimi livelli in quegli anni eroici dove

i campioni da battere si chiamavano Coppi, Bartali, Magni

Bobet e Anquetil.

Le immagini, gentilmente offerte dalla famiglia di JJ Aeschlimann,

ritraggono il nonno Georges gregario di Hugo Koblet.

Georges Aeschlimann (11.01.1920, Péry - 10.11.2010, La Neuveville)

Professionista dal: 1941-1952

La Nazionale Svizzera al Tour de France 1951 a Metz con il numero 5 si intravede il ticinese Giovanni Rossi



ticino-cycling.ch

13

Spettacolare percorso circolare

con partenza e arrivo a Locarno

Si sviluppa nella zona di Cardada e in Val Resa, regalando un panorama

mozzafiato sul Lago Maggiore e tutta la regione circostante.

Il tracciato, che ha inizio dalla stazione di Locarno, presenta una

prima parte di salita su strada asfaltata fino al Monte Brè. Segue

un tratto più ripido, accompagnato da una spettacolare vista sulle

Centovalli. Superata la località di Brè, percorsi circa altri 3 km, comincia

la prima parte di singletrail, inizialmente ancora in leggera

salita, poi pianeggiante e scorrevole riprendendo quota solo in

prossimità dell’Alpe Cardada.

Da qui in poi è tutto un singletrail che scorre velocemente fino

in Val Resa attraverso delle impegnative e tecniche serpentine. Si

esce infine dal bosco e si riprende la strada che porta, con una

bella discesa con vista sul lago e la città, nuovamente al punto di

partenza di Locarno. Il percorso è mediamente tecnico e presenta

passaggi tecnici misti a tratti più scorrevoli e semplici.

In alternativa è possibile utilizzare la funicolare Locarno-Orselina

e poi la funivia che in soli 5 minuti trasporta da 395 m.s.m. ai 1’340

m.s.m. di Cardada. È particolarmente comoda e consigliata per coloro

che desiderano affrontare unicamente il segmento verso la

Val Resa evitando il tratto di salita.

Suggerimenti

Seguite il logo per le mountain bike raffigurato sui cartelli rossi:

Cardada Bike n. 397

Questo itinerario si snoda anche su strade aperte al traffico motorizzato,

rispetta le regole stradali:

www.prudenza-precedenza.ch

© Ascona-Locarno Tourism - foto Alessio Pizzicannella



Michele Alippi

ufficio stampa Ticino Cycling

Il personaggio

ticino-cycling.ch

15

Piero Alari,

un uomo di sport

innamorato della bicicletta

La redazione ha incontrato colui che da qualche anno ha le redini

del movimento giovanile in seno alla Federazione Ticinese

di Ciclismo, una figura fondamentale dalla passione infinita.

Per chi ancora non ti conoscesse, due parole sul tuo passato agonistico

Dai 5 anni il mio giocattolo era la bicicletta, o meglio tante biciclette che

recuperavo nei rottami. A 8 anni nelle vacanze scolastiche andavo nel negozio

di biciclette a Cresciano a pulire biciclette e motorini fino ha che i

miei genitori mi hanno comperato una bici Mondial color arancione semi

da corsa, di taglia gigantesca per me. Era il mio gioiello, anche se avevo

sempre altre bici che usavo nelle cave di granito a fare salti su trampolini

costruiti da me.

A 12 anni, con entusiasmo ho partecipato alla mia prima gara tra gli scolari,

a Castione ed ero arrivato 13°. Dopo quella gara mi sono iscritto nel VC

Arbedo-Castione e poter mettere una maglia da corsa... era un sogno. Da

subito ho conosciuto un certo Marco Vitali, che oltre ad essere rivali eravamo

molto amici ed in gara ce “le davamo a turno” a suon di vittorie. Passato

nella categoria Esordienti, già nel primo anno ho vinto la gara nazionale

ad Arbedo. Oltre ad altre vittorie, anche in Italia mi solo laureato Campione

Ticinese, in quell’anno svoltosi a punti su diverse prove. Nel 1976 ho vinto

per la seconda volta il Campionato Ticinese. La carriera è continuata negli

Juniori ed in seguito tra i Dilettanti. Nel 1979 mi ero qualificato per la finale

Svizzera sul Km svoltosi sul velodromo dell’Hallenstadium di Zurigo.

Tra i dilettanti gareggiavo in competizioni su strada e nel periodo invernale

praticavo il ciclocross quando la Svizzera era ai vertici mondiali di ogni

classifica. Dopo 12 anni di carriera ciclistica, nel 1983 ho cessato l’attività su

strada. In quei periodo erano i primi anni che si effettuavano competizioni

con la MTB e non ho resistito nel provare anche con quel mezzo molto strano

per quei tempi. La nuova specialità non mi convinceva molto e dopo 3

anni di gare ho smesso di sudare con i mezzi a due ruote.

Lo sport era la mia vita e per scherzo, con l’amico Fausto, mi sono lasciato

attrarre dello sci di fondo ed è iniziata un’altra vita agonistica. Dopo aver

imparato la nuova disciplina, le competizioni mi hanno di nuovo acceso la

passione. Nel 1986 sono iniziate le nuove avventure da prima regionali, poi

nazionali partecipando alla Maratona Engadinese e man mano che l’esperienza

aumentava mi sono dedicato alle gare di Coppa del Mondo di lunga

distanza. Nel 1993 ero al via della mitica Vasaloppet in Svezia lunga 90 km.

Nei miei 15 anni di attività agonistica nello sci di fondo ho avuto il piacere

di girare il mondo e conoscere i paesi Scandinavi, paesi dell’Est Europa, il

Canada e Stati Uniti. Nel frattempo la famiglia cresceva e quindi era arrivato

il turno che anche i miei figli Adriano e Arianne iniziassero con lo sport.

E cos’altro che lo sci di fondo ed il ciclismo.

il KIDS TOUR è una vetrina fondamentale per il nostro movimento ciclistico

Passato un trentennio di agonismo sportivo era giunto il momento di far ritorno

nel mondo della bicicletta ma senza far fatica e quindi su sollecito di Paola Valchera

nel 2008 sono entrato nel comitato di Ticino Cycling. Era nato da pochissimo il

Kids Tour, ideato da Paola Valchera, ed ho sentito il desiderio di voler far qualcosa

per i nostri giovanissimi. Dopo aver visto passare moltissimi piccoli atleti, ora ho la

gioia di averne alcuni ai vertici mondiali del professionismo, come Filippo Colombo,

e molti altri che hanno intrapreso importanti carriere.

Il Kids Tour giunto quest’anno alla sua 15° edizione, fiore all’occhiello di Ticino

Cycling, ha avuto molte trasformazioni. Lo scopo primario è sempre quello di introdurre

i piccoli corridori nel mondo delle due ruote, prioritariamente come attività

ludica ma con un occhio all’insegnamento delle diverse specialità del ciclismo. Il

Kids Tour propone delle competizioni che variano dall’attività su strada, su pista,

MTB e BMX dando l’opportunità ai nostri giovanissimi di provare le diverse specialità

e man mano che l’età cresce potranno scegliere quella preferita. Io sostengo

convinto la multidisciplinarietà tra i giovanissimi, a questa età la specializzazione

può diventare troppo monotona ed anche per la crescita fisica e mentale del ragazzo

troppo condizionante.

Un tuo bilancio della stagione 2021 del KIDS TOUR

Il Kids Tour si è svolto con un programma regolare rispetto all’ edizione 2020 condizionata

dalla pandemia. Abbiamo avuto otto gare su strada, una su pista e quattro

di MTB, purtroppo la gara di BMX non si è potuta disputare in quanto la pista di

Magadino è in fase rifacimento. La categoria U15, atleti pronti per il salto nelle categorie

nazionali, ha avuto un’ottima partecipazione ad ogni gara con quasi trenta

ragazzi al via. Con soddisfazione abbiamo anche diverse ragazze che gareggiano

con i compagni maschietti, ottima premessa per il futuro.

Tra le categorie U11, U13 e U15 abbiamo avuto al via ben 110 atleti, oltre ad una

folta partecipazione nelle cat. Promo U9 ed UniPromo. In occasione della 15° ediz.

Ticino Cycling ha introdotto un premio speciale alla società cantonale con maggior

partecipazione alle gare ed è stata vinta dal VC Lugano. I vincitori della classifica

finale a punti del Kids Tour sono stati nella cat. U11 Rayan Galli del VC Monte Tamaro,

cat. U13 Noè Groppi del VC Capriasca e cat. U15 Diego Broggini VC Lugano.

GP Ticino - Banca Stato: il 2021 è stato un grande successo. Puoi già anticipare

le novità dell’edizione 2022?

Tra i miei compiti in seno a Ticino Cycling, faccio parte del Comitato d’organizzazione

del GP Ticino - Banca Stato in qualità di coordinatore della manifestazione e

come presidente c’è mio figlio Adriano. La gara su strada a carattere nazionale ma

con partecipazione anche di squadre Italiane, oltre ad alcuni corridori provenienti

dal Belgio, Luxemburgo e Grecia. L’edizione di quest’anno ci ha dato molte soddisfazioni

in particolare per la folta partecipazione, solo nella cat. U23 Elite avevamo

ben 170 corridori. Per questa edizione abbiamo voluto avere in gruppo anche

tutte le categorie donne, obbligate sempre a lunghe trasferte all’estero per poter

gareggiare e per l’occasione la nostra gara faceva parte di una classifica nazionale

Frauen Cup con maglia alle leader. Il GP Ticino - Banca Stato quest’anno (partenza

ed arrivo all’interno dell’aeroporto di Lodrino) avendo un circuito pianeggiante

nella val Riviera, è passato a più riprese nella Valle Leventina fino a Chiggiogna

effettuando la salita della Biaschina.

Per il 3° GP Ticino - Banca Stato, abbiamo stabilito la data del 17 luglio 2022 con

la speranza che la pandemia ci abbia lasciato. Vorremmo riproporre ancora tutte

le categorie uomini ed donne. Siamo già al lavoro per la prossima edizione con un

cambiamento che concerne la zona di partenza ed arrivo, sempre nel comune di

Riviera nel quartiere di Lodrino, ma posizionato in modo che ad ogni giro del percorso

si possa transitare 2 volte sul traguardo onde rendere la gara maggiormente

spettacolare per il pubblico.



Rubens Bertogliati

I Club

si presentano

ticino-cycling.ch

17

Corse

epiche

La Roubaix

Lo sport moderno ha mosso i primi passi con i mezzi di trasporto.

Uno dei primi eventi sportivi è stata l’America’s Cup,

con le barche a vela, che si spostavano da un luogo all’altro

nell’oceano nel lontano 1851. Su terra i primi eventi sportivi

moderni sono state gare in bicicletta,

come ad esempio la Milano-Torino. Molti

ciclisti all’epoca andavano da Milano a

Torino, ma è solo nel 1876 che per la prima

volta fu misurato il tempo e istituita

la competizione. La prima classica del nord fu la Liegi-Bastogne-Liegi,

corsa per la prima volta nel 1892 seguita a ruota

dalla Parigi-Roubaix nel 1896.

La Parigi-Roubaix è forse la gara che oggi si disputa più simile

alle gare disputate dai pionieri del ciclismo. Ancora di

più quando sulle pietre ruvide e crude del nord della Francia

scende la pioggia. Il fango, le condizioni disastrose dei tratti

di pavé rendono la gara imprevedibile e ne aumentano la già

alta difficoltà.

Quest’anno la Roubaix ha trovato un clima avverso, pioggia

battente e repentini cambi di temperatura tipici della stagione

autunnale. Da grande classica di primavera è diventata

una gara epica d’inizio autunno. L’ultima volta nella sua storia

con un tempo simile è stata corsa nella primavera del 2002.

Da allora la Roubaix si è sempre corsa con tempo clemente e

per la maggior parte asciutto.

Velo Club

3 Valli Biasca

Ricostituito nel 1976, ma con radici ben più lontane, che si

situano a fine 1800, il Velo Club Tre Valli Biasca si è sempre

dedicato all’attività agonistica giovanile nella regione delle

Tre Valli. Per rendere ancora più facile l’approccio a questo

sport, indipendentemente dall’obiettivo personale - agonistico

o semplicemente amatoriale - la società è aperta a

tutte le età dai 5 anni in poi.

Le uscite in bici sono organizzate da marzo a novembre con

altre attività durante i mesi invernali. Durante la settimana

vengono svolti di norma due allenamenti a cui si aggiungono

una gara o un ulteriore allenamento durante il fine settimana

tra aprile e ottobre. Non è comunque obbligatorio

partecipare alle gare.

Negli ultimi anni la Mountain Bike (rampichino) sta prendendo

sempre di più il sopravvento sulla bici da strada. Offriamo

comunque la possibilità di provare e alternare le 2

discipline durante tutto l’anno: per questo disponiamo di

alcune bici da strada che possono essere noleggiate (costo

annuale di CHF 150.-).

Per quanto riguarda la MTB, invece, ogni ragazzo deve possedere

la propria.

Al traguardo quest’anno i corridori erano irriconoscibili, così

come le biciclette, a testimonianza di una gara fuori dal comune

e dal sapore epico.

Chi ha percorso i 258 chilometri del percorso con oltre 45 chilometri

sul pavé ha riportato immagini da vero inferno: fango

ovunque, biciclette distrutte, pantaloncini e maglie strappati,

ferite fresche e mani sgretolate dal freddo e dalle vibrazioni

terribili. Per i corridori giunti all’arrivo è stata un’avventura

epica, anche se corsa con mezzi avanzati il risultato non è stato

molto diverso dai primi pionieri che si avventuravano sul

percorso a fine 1800. Il fango e l’acqua hanno reso i cavalli

da battaglia odierni simili ai ferri usati ad inzio 1900. Pastiglie

freni consumate, cambi bloccati, manubri e sterzi bloccati ,

tutto a rendere difficile la pratica della bicicletta.

www.vc3vallibiasca.ch

Domenica

12 giugno 2022

MTB Cross Biasca

A vincere è stato Colbrelli davanti al giovane Vermeersch e

all’inossidabile Van der Poel, sempre presente quando il gioco

si fa duro. L’urlo di gioia di Colbelli dopo l’arrivo bene fa capire

quando l’inferno è duro ma solo attraversandolo si può

pensare di giungere al paradiso ottenendo una vittoria che

vale una carriera intera.

Foto gentilmente offerte da Giorgio Engeler

Dal prossimo anno rivivremo questa grande classica nella sua

stagione, la primavera! Il fascino di questa corsa, qualunque sia

il meteo, è intramontabile e ci accompagna da oltre 100 anni.



ticino-cycling.ch

19

Rehability Lugano

Corso E-Bike TCS

Il corso nasce con lo scopo di favorire la sicurezza alla

guida delle E-bike, grazie a un’intensa giornata di teoria e

pratica presso il Centro TCS di Rivera.

Il crescente numero di acquirenti di biciclette elettriche

ha innalzato in maniera preoccupante anche il numero di

incidenti stradali registrati sul territorio nazionale.

Solo nel primo semestre del 2020, l’Ufficio federale delle

strade (USTRA) riporta 6 decessi e 207 e-biker feriti gravemente.

Il TCS consiglia questa giornata di formazione per

migliorare le capacità di guida e per avere una maggiore

tranquillità negli spostamenti quotidiani.

TCS

Assicurazione Bici

Quali prestazioni include la nuova

TCS Assicurazione Bici?

Assunzione dei costi di riparazione

Copertura casco in tutta Europa:

dopo un incidente, copriamo noi

i costi di riparazione* della Sua bici o

e-bike danneggiata.

Protezione antifurto

in tutta Europa

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rimborsato fino al 100%*

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della sua bici o e-bike

Sostituzione delle attrezzature

Perché in caso di caduta non

solo la vostra bici può essere

danneggiata, ma vi rimborseremo

anche l’attrezzatura difettosa

come casco, occhiali sportivi,vestiti, ecc.**

Contenuti del corso e svolgimento

• Come evitare i pericoli

• Teoria sulle forze fisiche che interagiscono

sulla E-Bike

• Tecnica dello sguardo

• Tecnica di frenata

• Manutenzione E-bike

• Nozioni tecniche e legislative

• Analisi sul comportamento del conducente

in situazioni pericolose nella circolazione stradale

Per avere maggiori informazioni e conoscere

le date dei prossimi appuntamenti visitare

il sito www.tcs-ticino.ch.

Nessuna franchigia

Se lascia riparare la Sua bici o e-bike presso un partner

TCS specializzato in biciclette, non viene applicata la franchigia.

Se sceglie un’altra officina, la franchigia fissa è di

CHF 100.–.

Soccorso stradale 24 ore su 24

La nostra fitta rete di pattugliatori fa in modo che possa

proseguire il Suo viaggio in bici o con l’e-bike in tutta la

Svizzera. Il tempo di attesa medio è di soli 35 minuti.

Copertura per tutte le biciclette e le e-bike

di proprietà della famiglia

Per i membri del TCS è sufficiente un solo contratto

di prodotto e l’intera famiglia gode di una

copertura completa su tutte le biciclette di

proprietà personale. I non soci beneficiano dei

servizi su una specifica bicicletta.

Per scoprire tutti i benefits e le tariffe della TCS

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* Per ogni sinistro fino alla somma massima assicurata, tenendo

conto dell’età della bici o dell’e-bike. Per dettagli, limiti di copertura ed

esclusioni consultare le Condizioni generali di assicurazione della TCS

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** Fino a un max del 10% della somma massima assicurata per sinistro.

L’oasi dello sportivo

Rehability Lugano è il centro d’eccellenza

per le terapie riabilitative a Lugano.

Lo studio ospita numerosi specialisti in fisioterapia e nel recupero

da infortunio capaci di applicare le più moderne tecniche medicali

per accompagnare i pazienti a una guarigione rapida e completa.

Dal punto di vista sportivo, numerosi club di alto livello si affidano a

Rehability Lugano per la sua grande esperienza in fisioterapia preventiva

e in riabilitazione.

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costruiamo i tuoi successi

Grazie a Healthy Space, lo spazio dedicato alla

riabilitazione e alla preparazione fisica di Rehability

Lugano, lo studio si afferma al primo posto

per la preparazione dell’atleta a 360° anche in

off season: grazie alla presenza di due personal

trainer specializzati nella riatletizzazione e nella

preparazione degli atleti, propongono anche allenamenti

per squadre con assistenza sul campo.

Dopo un’attenta valutazione fisica, i trainer di

Healthy Space pianificano il migliore allenamento

per portare l’atleta al successo. In particolar

modo, nel mondo cycling, il centro vanta strumenti

di ultima generazione per la valutazione

posturale dell’atleta con lo scopo di ottimizzare

la posizione in sella.

Le valutazioni che il centro offre sono volte a prevenire

infortuni e a contribuire al rafforzamente

muscolare attraverso degli screening generali

dell’atleta e il continuo supporto di un professionista

nello svolgere esercizi dedicati.

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T.+41 (0)91 224 85 74

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Rehability Lugano

Via al Chioso 8

6900 Lugano



Michele Alippi

ufficio stampa Ticino Cycling

ticino-cycling.ch

21

Martino Donati,

il mio motto “alzati e cammina”

Martino è una figura molto conosciuta

nell’ambiente dello sport. Il suo centro

di medicina riabilitativa Rehability Lugano

è frequentato da ciclisti di primissimo

livello

Martino, per iniziare raccontaci di te

Da oltre dieci anni svolgo questa professione,

inoltre mi sono diplomato

come Osteopata nel 2018. Attualmente

sto frequentando un Master di I Livello

presso la SUPSI in terapia manuale.

Il mio arrivo in questo ambito non è

casuale, infatti ho praticato il ciclismo

dall’età di undici anni, ad alti livelli. Passando

le varie categorie, tra le quali gli

U23 con alla direzione Alfredo Maranesi.

Il grande ciclismo l’ho raggiunto con la

Lampre di Giuseppe Saronni, per il quale

ho gareggiato in alcune gare in qualità

di Stager.

Un grave incidente però mi ha precluso

il proseguo della mia carriera agonistica.

Ho avuto parecchi danni al viso e all’occhio

destro e così il lungo percorso riabilitativo

mi ha fatto conoscere e “innamorare”

di tutto il meraviglioso mondo

della fisioterapia.

Nel tuo passato anche ciclismo di alto

livello

Si come detto ho “assaggiato” da vicino

il ciclismo dei grandi. Dopo il VC Mendrisio

sono passato alla NGC Pagnoncelli,

che aveva la propria sede in provincia di

Piacenza. La squadra era un serbatoio

per l’allora Lampre, che mi chiamò per

alcune gare di fine stagione.

La mia passione però non si fermò alla

fisioterapia fine a se stessa. Osteopatia,

terapia manuale e tante altre funzioni

e specializzazioni, ancora oggi mi coinvolgono

con studi specifici e corsi di aggiornamento

continui.

Alzati e cammina, si dice che lo hai

detto a Vincenzo Nibali dopo l’infortunio

al Tour de France

Vincenzo a luglio del 2018 subì un grave

incidente al Tour de France. Il suo

staff medico mi contattò subito per

pianificare un percorso di recupero in

stretto contatto con la squadra di allora

(Bahrain Merida). Iniziò dunque un

intenso lavoro, coordinato anche dal

Dott. Emilio Bianchi e il Dott. Janclaude

Sedran, grande amico e professionista

riconosciuto a livello Internazionale.

La sfida più grande è stata quella di capire

come implementare le varie fasi per

permettere un recupero graduale e ottimale

a Vincenzo. Impresa riuscita, lui è un

grande campione e si è messo a disposizione

di tutti noi. Una grande soddisfazione

per noi è stata quando per la prima

volta è tornato in sella. Da quel giorno mi

lega a lui una particolare amicizia che va

oltre il lato puramente sportivo.

Ad oggi molti ciclisti professionistici

si rivolgono al tuo centro

Per me che avevo scelto il ciclismo quale

mio sport, avere tanti ciclisti professionisti

che frequentano il centro è davvero

qualcosa di fantastico. Ho profonda

stima per questi atleti che ogni giorno

affrontano allenamenti estenuanti. Il

mio ruolo in questo senso è molto facilitato

perché tanti problemi che si

presentano nel loro percorso, ho avuto

la possibilità di conoscerli in prima persona,

avendo praticato il ciclismo ad alti

livelli in passato. Poi ci sono i casi, cito

ad esempio Domenico Pozzovivo, che

nel corso degli ultimi anni ha collezionato

un record negativo, ovvero quello

di cadute con conseguenze importanti.

Filippo Colombo, che ha seguito tutto il

recupero da noi dopo la brutta caduta

di quest’anno. Insomma sono tanti i ciclisti

che abbiamo il piacere di seguire.

Entriamo nel tecnico... quanto è importante

la preparazione invernale?

La preparazione invernale è fondamentale

per cercare di compensare tutte

le problematiche che uno sport come

il ciclismo porta al fisico. In particolare

viene svolto un lavoro importante sulla

postura, non dimentichiamo che il

ciclismo impiega gli arti inferiori per la

maggior parte del suo sforzo. Questo

esercizio può creare diversi scompensi

che appunto una mirata preparazione

invernale è in grado di risolvere.

Si lavora anche sulla potenza, con sessioni

dedicate che mettono in risalto

eventuali scompensi antero-posteriori o

laterlo-laterali. Il lavoro, che viene svolto

con un preparatore è sempre personalizzato.

Nel caso di ciclisti professionisti,

supervisioniamo alle varie tabelle che

sono preparate dai diversi responsabili

dell’area medica di ciascuna squadra.

Un tuo consiglio?

Affidarsi a professionisti, come nel nostro

caso, noi valutiamo al meglio e con

la massima attenzione le condizioni di

partenza della preparazione, coinvolgendo

i vari specialisti. La postura del

ciclista è particolare e viene trasferita

alla vita di tutti i giorni, è fondamentale

correggere con vari richiami, le problematiche

che si manifestano.

Da quest’anno abbiamo nel nostro team

il biomeccanico Alessandro Mariano,

conosciuto nell’ambiente del ciclismo

per avere rimesso in sella tra gli altri:

Pantani, Cipollini, Sastre, Bettiol. Per iniziare

al meglio la stagione è importante

una valutazione biomeccanica in grado

di risolvere tanti problemi.

La particolarità del tuo centro?

Oltre all’ambito traumatologico sportivo

abbiamo anche specialisti in ortopedia,

geriatria, neurologia, cardiologia,

pediatria e uro-ginecologia. Vogliamo

essere presenti in ogni ambito medico

che possa aiutare i nostri pazienti tramite

le conoscenze apprese e alle figure

altamente specializzate che compongono

il nostro team di specialisti.

E Martino Donati da grande sarà?

Il mio augurio è quello di continuare ad

aumentare il livello di conoscenze della

nostra struttura, con motivazione e una

sempre più elevata eccellenza da mettere

a disposizione di tutti coloro che

purtroppo hanno dei piccoli o grandi

problemi da risolvere. Tutto questo è

possibile investendo nella formazione

continua di tutto il team, me compreso.

La nostra professione grazie anche ai

passi avanti delle apparecchiature elettromedicali

è in costante evoluzione, con

i nostri pazienti è un continuo scoprire ed

imparare il sapere non conosce confini.

Poi un giorno successe che?

Il percorso di riabilitazione dopo il grave

incidente mi ha fatto conoscere le varie

figure che ruotano attorno al fisioterapista.

Rimasi letteralmente conquistato, al

punto che dopo il recupero iniziai quasi

da subito a studiare le varie materie per

poter accedere al Bachelor in fisioterapia.



ticino-cycling.ch

23

Rubens Bertogliati

Allenamento in altura

Durante il periodo estivo molti sportivi di alto livello

scelgono la montagna e l’altura quale preparazione ottimale

per i loro obiettivi.

Ma quali sono i veri benefici di questa tipologia di allenamento?

E come bisogna procedere per avere il massimo

effetto?

Dalla fine degli anni settanta atleti di varie discipline,

all’inizio soprattutto corridori a piedi e sciatori di fondo,

hanno sperimentato allenamenti in altura per migliorare

le proprie prestazioni.

In altura abbiamo un aumento dell’irradiamento solare

del vento che trasferisce più ioni nel sistema corpo umano

e una diminuzione di umidità.

Tutti questi fattori creano un innalzamento del metabolismo

e per questo dobbiamo fare attenzione a ciò che

mangiamo e beviamo.

Sleep high train high

"Designed by macrovector / Freepik"

si effettua a casa visto che lo si fa ad

alture normali per il corpo. Anche il

tempo di adattamento può essere

ridotto a uno o due giorni. Tutto

questo comunque è veramente

da calibrare secondo le proprie

sensazioni. Normalmente dormire

a 2000 metri ed allenarsi intorno

ai 500/700 metri permette di

alzare il proprio livello di soglia in

maniera considerevole.

Una volta tornati alla normalità il

tempo di adattamento può essere

ridotto a due tre giorni.

Oggi dopo anni di prove, alcune con successo e alcune

con scarsi risultati, possiamo indicare un buon metodo

per allenarsi in altura con profitto. Il metodo deve sempre

essere calibrato rispetto alle proprie esigenze personali

e bisogna fare attenzione alle proprie sensazioni.

Infatti, ritengo che siamo degli esseri unici e irripetibili e

così anche la risposta dei nostri organismi è diversa.

Comunque esistono delle linee guida interessanti da

provare su se stessi per preparare bene un’obiettivo in

altitudine.

Prima di tutto vediamo gli effetti dell’allenamento

in altura

L’ossigeno ha una percentuale di circa il 21% nell’ aria e

quello che cambia in altura è la pressione atmosferica.

Al livello del mare abbiamo circa 760 mm Hg e a 5000

metri la pressione è la metà, e cioè 380 mm Hg. Questo

fa si che il nostro corpo riesce ad assorbire meno ossigeno

ad ogni respiro vista la riduzione della pressione

parziale di ossigeno.

Il nostro organismo per questo ha bisogno di più energia e

comincia a bruciare le riserve e procede ad un adattamento

progressivo dello stimolo di vari ormoni come quelli

responsabili all’incremento dell’emoglobina nel sangue

(che permettono un migliore trasporto di ossigeno).

Inoltre, anche la riduzione della quantità d’aria ha degli

effetti molto individuali sul nostro organismo che possono

portare all’euforia e a stati mentali alterati.

Dormi in alto e allenati in alto: in questo caso il soggiorno

dovrebbe durare almeno 2 settimane ad un’altura

di circa 2000 metri e bisogna fare attenzione all’adattamento

nei primi 3 giorni e soprattutto alle intensità

che vanno tenute negli allenamenti. Il corpo in altura

fa più fatica a tenere gli stessi ritmi per le ragioni che

abbiamo spiegato sopra e dunque bisogna calare il ritmo

delle intensità. La soglia dovrebbe diventare la propria

intensità media, il proprio medio dovrebbe essere

il medio lento e così via.

Bisogna fare attenzione a non fare troppo fuori soglia

perché il corpo fa fatica a fare alzare i battiti e il dispendio

di energia potrebbe essere troppo oneroso e rischia

di cuocerci prima del dovuto.

Sopra i 3000 metri diventa veramente dura sia fisicamente

che psicologicamente e il tempo di recupero dovrebbe

essere troppo e si perde atleticamente ciò che si

potrebbe guadagnare con gli effetti benefici dell’altura.

Periodi più lunghi di 3 settimane sono difficili da digerire

psicologicamente dagli atleti.

Una volta tornati a livello di altezza normale bisogna

permettere al corpo 7/10 giorni di adattamento.

Sleep high train low

Dormi alto e allenati in basso: questa forma di altura è

conveniente per chi non ha molto tempo a disposizione,

potrebbero essere sufficienti periodi di circa 10/12 giorni

e l’allenamento può essere quasi effettivo come quando

Esperienza personale e

conclusioni

Con l’allenamento in altura bisogna essere dei

veri conoscitori del proprio fisico. Durante la

mia carriera ho avuto stati di forma eccelsa dopo

periodi di altura ma anche stati forma non soddisfacente

dopo altrettanti periodi.

Bisogna sapere calibrare l’attività fisica secondo le proprie sensazioni.

In generale è sempre una buona pratica ma questo vale

ancora di più per i periodi di allenamento in altura. Il discorso cambia

quando si parla di competizioni e gare in altura.

Durante queste gare ovviamente si spinge al limite il proprio fisico ma subentra

anche la componente agonistica che non va dimenticata. Da parte mia uno stato

di forma eccellente subentrava sempre dopo le due gare a tappe americane

del Tour of Utah e del Giro del Colorado dove passavo 3 settimane ad un altitudine tra i 1800 e i 2600

metri correndo tappe dure dove spingevo il fisico al vero limite. Questo stato di forma durava per ben un

mese e mezzo dopo questi eventi.

Comprendere l’individualità di ogni fisico è basilare per ottenere il meglio sia atleticamente che psicologicamente

da un periodo in altura.

Untitled-2 1 28.10.21 14:49



ticino-cycling.ch

25

600 CHILOMETRI DI SPERANZA

La passione per la bicicletta a indotto i due

19enni del mendrisiotto Ivangabriel Petrogalli

(ciclista agonista cat. U23) ed Enea Cattaneo

(aspirante Ultracyclist) ad intraprendere questo

viaggio.

L’idea è nata in una sera di agosto quando

Enea, di ritorno da una delle sue folli pedalate

notturne nelle valli ticinesi, decise di compiere

un’impresa insieme ad Ivan. Il lampo di genio

non tardò ad arrivare: tentare di superare il record

di Enea di 500 km, portandolo a 600 Km.

Invece per Ivan, l’impresa rappresenta la conclusione

della stagione agonistica 2020/2021.

L’obiettivo era definito ma volevano dare un

senso a questo viaggio, che andasse al di là

della semplice impresa personale.

Qualche giorno prima, insieme a Stefano Ferrando,

i due ragazzi si ricordarono di quanto

discusso con lui e di quelle parole mentre indossava

la bandana della Corsa della Speranza:

“Se ti sfugge il motivo è perché la ragione

sta nelle cose”. Il giorno successivo i ragazzi

presero contatto con questa associazione che

raccoglie fondi a favore della ricerca sul cancro

e hanno subito avuto riscontri positivi.

Da sinistra a destra:

Martino Bianchi,

Livio Ferretti,

Ivangabriel Pietrogalli,

Enea Cattaneo e

Fernando Sanchez.

SCOPRITE I PERCORSI PER BICICLETTA

DELLA REGIONE DEL LUGANESE

La regione del Luganese è un vero paradiso per gli amanti

della bicicletta! Lugano Region ha voluto valorizzare il suo

territorio e la passione popolare del ciclismo su strada

promuovendo percorsi che consentono di raggiungere

in breve tempo fantastiche viste mozzafiato e collegare

vallate, villaggi e strade panoramiche, scoprendo nello

stesso tempo le bellezze naturali e storico-culturali del

comprensorio. Dall’itinerario regionale “Giro di Lugano”,

che può essere percorso comodamente in tre tappe, alla

proposta di itinerari locali, che presentano diversi livelli

di difficoltà e una varietà di paesaggi, la scelta è molto

ampia. Scoprite gli itinerari della regione del Luganese

e l’offerta di servizi per gli appassionati della bicicletta,

visitando il sito: luganoregion.com/cycling.

ENTE TURISTICO

DEL LUGANESE

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#luganoregion

@luganoregion

IG: @lugano.region

Dopo qualche settimana l’evento benefico era

pronto, così come lo erano i due giovani. Non

restava che chiudere gli occhi, prendere un respiro

e godersi questa avventura tra un pizzico

di incertezza e paura.

Lunedì 1 novembre i due giovani sono partiti

da Mendrisio per affrontare la prima parte della

loro impresa. Durante il tragitto le difficoltà

sono state molte, soprattutto quelle meteorologiche,

ma nonostante tutto Ivan ed Enea non

hanno mollato. Il giorno dopo i ragazzi sono

rientrati sempre a Mendrisio riuscendo a percorre

tutti i 600 km e a realizzare il loro sogno.

SAMBÌ E SOLIDARIETÀ

Da diverso tempo Sambì (tramite i ragazzi della

SambìBike) si impegna a portare avanti scenari

legati alla beneficenza e sinergia con lo sport.

Per questo motivo i ragazzi della Sambì Bike

hanno supportato parte del tragitto della Corsa

della Speranza, tra pioggia e freddo: una positiva

combinazione che lega solidarietà, sport,

gioventù e soprattutto passione.

Bevanda alcolica semisecca frizzante

da fermentazione di fiori di sambuco.

Storicamente prodotta dalle nostre nonne e unica nel suo genere.

Unisce sotto lo stesso tappo la tecnica dell’artigiano e l’arte dello spumante.

Contiene fiori di sambuco raccolti sul territorio ticinese della Val Mara,

acqua del Monte Generoso, zucchero e limone. Ingredienti 100% biologici.

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27

Benassi Stefano

Mantenere capelli forti

e sani dopo il parto

Via E. Bosia 11

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Stefano Taglioni

In gravidanza spesso e volentieri le future

mamme si accorgono di avere folte e

luminose chiome. Ma cosa succede dopo

il parto e durante l’allattamento? I capelli

tendono ad essere fragili e sfibrati.

Ci sono delle motivazioni scientifiche

che lo confermano: si tratta per lo più

di un fenomeno naturale e temporaneo

che non deve creare ansia o preoccupazioni.

Dopo 10 mesi dal parto la problematica

tende a risolversi da sola.

La causa principale per questo tipo di

problema, spesso seguito anche da una

caduta più o meno evidente dei capelli

stessi, risiede negli sbalzi ormonali a cui

una donna è soggetta durante la gestazione:

durante la gestazione il forte aumento

di estrogeni e di gonadotropine

favorisce la crescita dei capelli, chiamata

fase Anagen del capello.

• utilizzare prodotti delicati

• evitare di legare i capelli in code, chignon

o trecce strette per lunghi periodi

• ridurre l’utilizzo di fonti di calore elevato;

usare apposite fiale nutrienti

• seguire una dieta ricca di ferro, zinco,

minerali e vitamine e, perchè no,

provare i rimedi naturali di una volta

come una maschera di bellezza.

Il rimedio della nonna?

Un impacco di olio di oliva, coperto da

un velo di pellicola trasparente, avvolto

poi da un asciugamano che ne conservi

il calore e lasciato in posa per circa venti

minuti, donerà nuova vita e vigore alle

chiome delle neo-mamme.

personalizzati e prodotti tricologici d’avanguardia,

pensati per i problemi di

cute e capelli dell’uomo e della donna,

si pone due obiettivi: il primo prevenire

la caduta e mantenere sano e vitale

il cuoio capelluto, il secondo, dove i

capelli mancano, tutte le tecniche all’avanguardia

per una implementazione

naturale ed esteticamente perfetta.

Ci trovi a Lugano in via Zurigo 38, al numero

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info@crlab.ch.

Dopo il parto si entra invece nella fase

Telogen, ovvero di caduta: gli estrogeni

calano rapidamente originando la “alopecia-post-partum”

che spesso si accompagna

anche a una eccessiva produzione

di sebo e forfora.

Quando si inizia ad allattare entra in gioco

un altro ormone nemico dei capelli,

la prolattina, che può provocare un ulteriore

indebolimento.

In questo periodo è consigliabile effettuare

qualche trattamento specifico per

i capelli per proteggerli e rinforzarli:

Company profile

Da oltre 50 anni la cura dei capelli è la

mission di CRLab che, attraverso patch

cutanei e sistemi d’integrazione non

invasivi, autotrapianti con le ultime innovative

tecniche, trattamenti curativi

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VC Locarno,

la passione continua

con la sua Fondazione

Michele Alippi

ufficio stampa Ticino Cycling

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Entrate in una nuova era con la nuova EQS, la prima berlina di lusso

completamente elettrica di Mercedes-EQ. La vettura elettrica con una delle

tecnologie più innovative è al contempo anche uno dei veicoli più aerodinamici

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29

Il glorioso club, con 120 anni di storia legata

alle due ruote, è partner della Federazione

Ticinese di Ciclismo

Tutto noi ricordiamo le pagine indimenticate, scritte sulle strade

del Locarnese dai grandi nomi del ciclismo che fu, e non

possiamo dimenticare nemmeno la passione con la quale il

comitato a più riprese ha ospitato anche i grandi giri. Purtroppo

dal 2017, malgrado la voglia ancora presente, il comitato a

gioco forza alzato bandiera bianca.

Ma la riprova che la passione per il ciclismo è ancora intatta, è

stata la costituzione della “Fondazione VCL 1895”. I protagonisti

di questa iniziativa sono gli stessi volti storici che abbiamo

imparato a conoscere in tanti anni di manifestazioni:

Claudio Franscella (presidente)

Angelo Marra (vice presidente)

Claudio Suter (segretario)

Milena Murer (membro)

Daniele Franscella (membro)

Tra i numerosi problemi che sta vivendo l’utilizzo della

bicicletta, soprattutto per i più piccini, vi è sicuramente

la questione traffico, per questo motivo la presenza di

un velodromo nel nostro Cantone potrebbe rivelarsi

la chiave di volta per tutto il movimento, come ci ha

confermato, a precisa domanda il presidente Claudio

Franscella:

Abbiamo bisogno di una struttura che possa ospitare

gare internazionali su pista, ma soprattutto abbiamo

bisogno di una ”palestra sicura” per gli allenamenti dei

giovani che vogliono praticare, senza i rischi del traffico,

questo bellissimo sport.

Nella giornata di oggi, a conferma che la passione

della “Fondazione VCL 1895” è ancora ben presente,

ha avuto luogo la consegna del van alla Federazione

Ticinese di Ciclismo, un mezzo che darà la possibilità a

tutti i club il suo utilizzo per le varie trasferte.

In questo senso proprio il supporto della “Fondazione

VCL 1895” è stato determinante come ha sottolineato

il presidente della FTC Fabio Schnellmann. L’incontro è

stata anche occasione per gettare delle basi concrete,

per un ritorno del ciclismo proprio a Locarno, come ha

confermato Rubens Bertogliati, una possibilità che si

potrebbe concretizzare già nel 2022.

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20,4–15,7 kWh/100 km,

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“Tadej Pogacar, vincitore del Tour de France 2020” - © Photo Fizza



L’intervista

con

ticino-cycling.ch

31

Michele Alippi

ufficio stampa Ticino Cycling.

Claudio Franscella

presidente della

Fondazione VCL 1985

Nel2016 il VC Locarno termina la sua attività,

ancora oggi il vuoto è grande...

Certo, anche perchè il Velo club Locarno

nei suoi 120 anni di attività era diventato,

per tutti gli appassionati della bicicletta, un

punto di riferimento nel locarnese ma pure

in Ticino. Nel suo lungo percorso ha formato

tanti corridori, alcuni dei quali passati anche

al professionismo.

Penso, ad esempio, a Felice Puttini che fu

professionista dal 1989 al 2002, diventando

per due volte campione svizzero in linea e

tre volte nel mezzofondo, oppure a Marika

Murer che ebbe nel suo palmares alcune vittorie

in ambito professionistico.

Furono inoltre numerosi gli arrivi o le partenze

delle tappe del Tour de Suisse, del

Tour de Romandie e pure del Giro d’Italia

organizzate sul nostro territorio da questa

storica e gloriosa società. Come dunque non

rimpiangerne l’assenza...

E allora perchè la cessazione dell’attività

nell 2016 ?

R

Nel 2015 , a seguito della cessazione del

Velo Club Locarno, nasce però la Fondazione

VCL 1895... quali gli scopi?

Gli scopi della VCL 1895 fanno fede a quella

che era una precisa volontà inserita nello

statuto del Velo Club che citava: “in caso di

cessazione dell’attività, il capitale deve essere

devoluto a iniziative di pubblica utilità”.

Ed è proprio quello che si è voluto fare.

L’obiettivo principale della Fondazione,

con i fondi lasciati dal Velo Club, è quello

di promuovere, sostenere e finanziare

attività legate allo sport e alla cultura, in

primis a sostegno dell’attività giovanile.

Attenzione particolare è riservata al ciclismo,

ma si rimane aperti al sostegno di

altre discipline sportive. Terreno d’azione

privilegiato è il Locarnese, tuttavia anche

le altre regioni del Cantone non sono dimenticate.

Proprio recentemente abbiamo

contribuito all’acquisto del bussino di

Ticinocycling che favorisce i trasporti dei

giovani talenti ticinesi.

Per qualsiasi informazione siamo a vostra

disposizione:

Fondazione VCL 1985

c/o Claudio Franscella,

Sentiero Centrale 6, CH-6605 Locarno.

Signor Franscella, possiamo parlare di crisi

del ciclismo ticinese?

Il ciclismo su strada sta probabilmente soffrendo

più di altre discipline ma in generale

la passione per le due ruote è sempre molto

viva nel nostro Cantone. Sta forse solamente

cambiando l’orientamento.

Infatti se penso alla montain bike, che permette

allenamenti ed escursioni nella natura

e su sentieri non trafficati, oppure alla

BMX che si pratica su piste appositamente

costruite per quest’attività, vedo un costante

aumento di appassionati.

Eppure gare importanti su strada continuano

a considerare il nostro cantone

(vedi Giro d’Italia, Tour de Suisse, ...).

Il ciclismo su strada rimane comunque il

genere più popolare ed il più seguito tra

le competizioni di ciclismo ed è anche la

forma di ciclismo più familiare e popolare,

visto che le gare si svolgono sulle strade di

tutti i giorni.

Il Ticino, poi, è terra di ciclismo da sempre

grazie anche alle sue caratteristiche paesaggistiche

e alla conformazione del suo

territorio, ideale per la pratica di quest’attività

sportiva. Non mi sorprende quindi

che grandi eventi siano stati e continuino

ad essere organizzati nel nostro Cantone.

Per concludere, quanto sarà importante il

velodromo in Ticino?

Molto... Abbiamo bisogno di una struttura

che possa ospitare gare internazionali su

pista, ma soprattutto abbiamo bisogno di

una” palestra” sicura per gli allenamenti dei

giovani che vogliono praticare, senza i rischi

del traffico, questo bellissimo sport.

Claudio Franscella

presidente Fondazione VCL 1985

Il comitato di allora, con alla testa mio padre

Daniele Franscella, ha fatto il possibile

per dare un seguito all’attività ma, purtroppo,

è mancato il ricambio generazionale.

Colonnine di ricarica

e manutenzione

Dalla cinquantina di ragazzini che una

ventina d’anni fa costituivano un florido

vivaio si è scesi nel 2014 a sole due iscrizioni.

Le famiglie oramai non si fidano più

a mandare i figli ad allenarsi sulle notre

strade, sempre più trafficate e pericolose.



ticino-cycling.ch

33

Paolo Pellegrini

quando

Durante lo scorso settembre si è svolto

nel pieno centro della città di Lugano

l’evento Lugano bikemotions.

L’evento si è svolto un un tempo

ballerino,spostandomi da un punto

all’altro ho potuto apprezzare lo

spettaccolo che lo sport della

bicicletta (MTB) ti può dare.

Bello, bello, bello....

un complimento agli oranizzatori

che sicuramente ripeteranno questa

esperienza il prossimo anno

magari con qualche sorpresa.

lo

sport

ti arriva

in casa

GARA KIDS

URBAN SHORT RACE

GARA A CRONOMETRO

CORNÈRCARD CANCELLARA CHALLENGE

GARA HANDBIKE

luganobe.ch

Attività

ed eventi

Fotografie di Paolo Pellegrini



ticino-cycling.ch

35

I tanti belvederi

del Ticino

Di Nicola Pfund

È giustamente chiamata “terra di ciclismo”,

con riferimento soprattutto ai

Campionati del mondo organizzati a

Lugano nel 1996 e a Mendrisio nel 2009.

Uno slogan quanto mai azzeccato per

il nostro Ticino e che viene confermato

dall’enorme diffusione delle due ruote

su tutto il territorio, che si presta in maniera

magnifica ad essere percorso e conosciuto

dal sellino, appunto, di una bicicletta.

Un fatto di cui ho preso ancora

maggiore consapevolezza scrivendo il

mio ultimo libro dedicato alle più belle

salite del cantone, giunto alla 2a edizione:

la nostra regione è un luogo ideale

per la pratica dello sport all’aria aperta.

E non penso solo alla bicicletta, ma ad

ogni attività a contatto con la natura.

Il Ticino, oltre a godere di un clima favorevole,

offre infatti una varietà paesaggistica

semplicemente straordinaria

e probabilmente unica. Su circa cento

chilometri si passa dai duecento ai tremila

metri, dalle zone lacustri a quelle

tipicamente alpine, dalle dolci rive dei

laghi ai panorami sublimi dei passi.

Non solo: ogni regione del paese si caratterizza

per degli aspetti culturali e paesaggistici

che gli sono propri, offrendo

dei gioielli sia naturalistici che storici e

culturali di rilievo, così che una vacanza

in qualsiasi regione del cantone non è

solo ozio e divertimento, ma anche arricchimento

culturale e continua fonte

di meraviglia e sorpresa!

Soprattutto se ci si muove in bicicletta!

Perché la bicicletta, più di qualsiasi altro

mezzo di trasporto, ci consente di

immergerci davvero nell’ambiente che

attraversiamo, diventando un tutt’uno

con esso. Per questo le emozioni che si

ricavano da una qualsiasi uscita sono

sempre intense e profonde, emozioni

che ci permettono di ritemprarci e di ritrovare

la giusta misura delle cose.

Questo anche se è vero che da noi rimangono

attuali alcuni problemi di

infrastrutture a favore dell’uso della

bicicletta, segnatamente riguardo lo

sviluppo delle ciclopiste e delle corsie

ciclabili. Così come paradossalmente

non si è ancora realizzata pienamente

un’apertura culturale verso questo mezzo

di trasporto, se non in termini strettamente

agonistici e sportivi.

Ma anche qui i segni del progresso cominciano

a manifestarsi, grazie all’impegno

di associazioni come Pro Velo Ticino

e all’accresciuta sensibilità della gente.

Senza dimenticare l’avvento delle e-bike,

che stanno rivoluzionando le abitudini

negli spostamenti di molti ticinesi.

Lo scrittore Giuseppe Zoppi, parlando

del Ticino, ha detto che “è un paese di

belvederi”, perché “è ricco di “balconi”, di

sporgenze, di eminenze, disposti a gara

l’uno sull’altro, nei modi più inaspettati

e sorprendenti”.

Su molti di questi “balconi” ci sono salito,

come detto, proprio con la mia bicicletta.

Ve ne parlerò quindi nei prossimi

contributi: per proporre nuove idee e

itinerari a chi già inforca regolarmente

la bicicletta, ma anche e forse soprattutto

a chi vorrebbe iniziare a pedalare,

per fare una sana attività all’aperto e

per andare alla scoperta di questo nostro

bel territorio.



Mobilità

ticino-cycling.ch

37

Intervista a Marco Vitali,

presidente di Pro Velo Ticino

di Antonio Bolzani

Pro Velo Ticino chi e cosa difende e

cosa vuol promuovere?

Pro Velo Ticino - nata 11 anni fa

come sezione di Pro Velo Svizzera -

in breve tempo è diventata, in tema

di mobilità, un importante punto

di riferimento. Complementare a

Ticino Cycling, più orientata verso

l’ambito competitivo, l’associazione

difende e promuove gli interessi dei

ciclisti sia in contesti istituzionali, sia

sul territorio.

Quale interlocutore del Cantone è

presente nelle commissioni che si

occupano direttamente di bici (Gruppo

strategico e Gruppo tecnico) e in

quelle dove la bici è una componente

della mobilità (ad esempio nella

Commissione strade sicure). Ormai

consolidati sono anche i rapporti

con la maggior parte dei comuni

più importanti, dove l’associazione è

chiamata per consulenze riferite alla

realizzazione di opere infrastrutturali

o per progetti legati alla sicurezza o alla promozione.

La presenza di PVT non si limita naturalmente all’ambito istituzionale:

oltre a consulenze ad architetti e pianificatori, l’associazione

considera infatti fondamentale la sua presenza “on

the road”; presenza che purtroppo negli ultimi due è stata

frenata dalla pandemia.

Salute, sicurezza, più cortesia tra ciclisti e pedoni, biciclette

tradizionali e elettriche, piste e corsie ciclabili, pianificazione

di spazi mirati e appositi per le bici: la sensazione

è quella di un costante e significativo allargamento dei

temi che riguardano le biciclette. Per PVT non c’è il rischio

di smarrirsi, cioè di volere occuparsi un po’ di tutto ma inevitabilmente

in modo superficiale e poco approfondito?

Il rischio indubbiamente c’è, anche

perché siamo purtroppo ancora in

pochi e ci basiamo sul volontariato.

D’altra parte, in Ticino, Pro Velo è

presente da meno tempo che in altri

cantoni ed è quindi meno strutturata.

Siamo però anche convinti di trovare

presto nuove forze operative e di

poter “coprire” sempre meglio i vari

ambiti di intervento, intensificando

la nostra presenza sul territorio.

Al di fuori dei rapporti istituzionali,

importante è infatti non solo promuovere

la bici nella cornice di varie

manifestazioni che propongono una

diversa idea di mobilità: si tratta, anche

concretamente, di porre le basi

affinché la scelta della bici sia sempre

più condivisa. Ciò significa, per cominciare,

essere in grado di proporre

e sostenere le numerose iniziative

lanciate da Pro Velo Svizzera. Iniziando

da Bike to scool e da Bike to work,

perché a usare la bici si impara da

bambini, e perché la bici, per raggiungere il posto di lavoro

o il mezzo pubblico, quando si tratta di pochi chilometri, è il

mezzo ideale.

Da una parte è esploso l’interesse per la mobilità ciclistica

(tradizionale e soprattutto elettrica) e d’altra parte, invece,

aumenta il partito di coloro che si ritengono infastiditi

e irritati dalla presenza dei ciclisti indisciplinati un po’

ovunque: PVT deve muoversi con diplomazia, prudenza e

compromessi. Non si rischia di essere, così, meno incisivi?

L’obiettivo - anche perché la crisi climatica non concede troppe

alternative - è che ci siano sempre più bici sulle nostre

strade. Il notevole incremento registrato anche in Ticino negli

ultimi due anni era inevitabile che creasse anche qualche

malumore. La mia impressione è però che sempre più utenti

della strada stiano capendo che un maggior utilizzo della bici

sia un vantaggio per tutti. Per rafforzare quest’idea, l’associazione

non difende chi non rispetta le regole stradali o chi non

usa l’illuminazione notturna, ma soprattutto non difende chi

non rispetta altri utenti come i pedoni negli spazi condivisi.

Proprio il tema del rispetto sulle ciclopedonali ha d’altronde

caratterizzato, in primavera, la campagna “Cortesia” svolta in

tandem con l’ATA (Associazione Traffico e Ambiente); tema

per il quale ci attiveremo anche la prossima primavera, in una

campagna orchestrata dal Cantone.

“In Ticino si è fatto e investito molto per le biciclette negli

ultimi anni”: lo si sente spesso dire e lo si legge frequentemente.

Corrisponde al vero o è una bugia gigantesca?

È una tesi che si può in parte anche sottoscrivere. Vi sono però

due problemi. Il primo è che troppi progetti infrastrutturali

sono per ora solo sulla carta e che le tempistiche di realizzazione

sono inaccettabilmente lunghe. Visto che per le autorità

politiche le bici non sembrano (quasi) mai essere la priorità, la

prospettiva di colmare l’ampio ritardo rispetto ad altri cantoni

non appare quindi, a medio termine, realistica. Il secondo problema

è che spesso il coraggio e un’idea chiara della direzione

da prendere, tra i politici e i funzionari, purtroppo manca.

Eppure gli esempi da seguire non mancano...

Certo, e non solo nell’Europa del nord: a Parigi hanno realizzato

piste e corsie ciclabili togliendo un numero considerevole

di corsie per il traffico motorizzato e hanno esteso la zona 30 a

tutta la città; a Milano e in numerose altre città, anche dell’Europa

meridionale, stanno pedalando nella stessa direzione. In

Ticino si realizzano invece infrastrutture, o si creano condizioni

meno sfavorevoli per le bici, solo dove non disturbano la

circolazione automobilistica. Un esempio è la Melide – Paradiso,

dove il limite di velocità sulla cantonale è da tempo, per

via del cantiere, lo stesso che sulla parallela autostrada. Ciò

significa un maggior utilizzo della litoranea, e quindi parecchi

disagi e pericoli in più per i ciclisti.

Le biciclette sui treni: sì ma non proprio così pratico e a

buon mercato!

È uno dei grandi problemi del trasporto pubblico in Svizzera: è,

in generale, troppo caro rispetto a quello privato e spesso non

adeguato per chi ha con sé una bici. A questo si aggiunge, per

i non detentori di un abbonamento annuale, un sovrapprezzo

decisamente eccessivo. Il biglietto di 5 franchi - che era stato

chiesto al Cantone e che per qualche anno ha incentivato il

trasporto delle bici - è stato smantellato. Lo scorso anno, PVT

ha contribuito a raccogliere le firme a livello nazionale perché

sui treni a lunga percorrenza non vi fosse una maggiorazione

di questi costi dati dall’obbligo di riservazione.

Insomma, anche nel campo del trasporto combinato resta

ancora molto da fare...

Mancano parcheggi per le biciclette, percorsi sicuri verso la

stazione, più zone trenta e tanto altro ancora. Il lavoro per il

futuro quindi non manca!

www.proveloticino.ch

Corsi di bricolage per adulti e

bambini - Atelier Arte del Creare

di Katya Priolo

Via delle Fornaci 14c, 6828 Balerna

Tel. +41 78 676 52 52

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atelierartedelcreare



Katya Priolo

segui le mie avventure

su @feel_free2018

Il mondo

in bike

ticino-cycling.ch

39

Due ruote in libertà:

ogni viaggio è un incontro speciale

Ogni volta è come la prima volta! Quando

intraprendo un viaggio l’emozione è la

stessa e mi lascio stupire ad ogni pedalata.

Sono appena rientrata dall’ultimo viaggio:

da Venezia percorrendo tutto l’Adriatico

con l’obbiettivo di arrivare alla fine dell’Emilia

Romagna attraversando tutto il parco

naturalistico del delta del Po e poi da

Ravenna giù lungo tutto il litorale. Del parco

ho potuto apprezzare i suoi scenari paesaggistici

incantevoli, mentre percorrere

il litorale è stata una scelta azzeccatissima

per associare sport all’aria aperta e turismo

visitando città storiche come Venezia,

Chioggia, Comacchio, Ravenna. Insomma

una vera e propria meta da cicloturismo!!

Per scelta, viaggio da sola e questo mi permette

di essere aperta agli incontri e alle

scoperte, non solo dei luoghi che attraverso,

ma anche delle persone. Questa predisposizione

può venir meno se si viaggia in

coppia o in gruppo. Tanta gente, vedendomi

donna sola in viaggio esclusivamente

con la mia bici e uno zaino, si avvicinano,

mi chiedono dove sono diretta e vogliono

aiutarmi in tanti modi!

Tramite un sito di scambio di ospitalità,

conosco Francesco che vive a Ravenna,

dove soggiorno per una delle mie tappe

durante questo tour.

Scopro con meraviglia che, con il fratello

Gio e un amico, hanno fatto il giro del

mondo in bici! Non perdo ovviamente

l’occasione di farmi raccontare di questa

impresa avventurosa e coraggiosa e ne rimango

sbalordita dalla narrazione e dalle

roccambolesche avventure:

7 anni di viaggio, 90’000 km percorsi,

5 continenti attraversati e 67 paesi visitati!

Il tutto a bordo di due bici da strada

tradizionali e un supporto caloroso da

massmedia e popolazione italiana che

con il cuore li hanno seguiti lungo tutto il

loro tragitto.

Soprattutto mi ha fatto sognare e condividere

con lui lo scopo e il senso di questa

loro impresa:

• l’educazione ad un mondo migliore e

la bicicletta è quindi il mezzo più responsabile

per muoversi.

• l’integrazione e lo scambio culturale

portando un po’ di europa nel mondo e

un po’ di mondo in europa.

• un viaggio dentro noi stessi scoprendo

i propri limiti, le proprie paure per

poi sconfiggere i propri pre-concetti e

superare il bagaglio culturale. Arrivare

a capire come reagisce la nostra personalità

fuori dal nido sicuro del mondo

occidentale.

E tornando a me, nel piccolo delle mie avventure

su due ruote da questo viaggio

porto a casa un bagaglio di esperienze

stupende e una consapevolezza ancora

maggiore di quanto il cicloturismo etico

responsabile e consapevole possa regalarti

e regalare al mondo!!

Dall’alto al basso:

Provincia di Salta.

Il tanto atteso ingresso in Argentina!

Salar di Uyuni, Bolivia.

Il magico deserto di sale.

Marocco, Sahara. Il re dei deserti.

Frontiera del Gambia,

il piccolo Stato in Africa Occidentale.

La mappa geografica

dei 67 paesi visitati in 7 anni

www.magiobiketour.com



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