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N. 0 - Maggio <strong>2023</strong><br />
IL CAMPIONE<br />
Marco Pantani,<br />
sulle strade del Mito<br />
IL RICORDO<br />
Ugo De Rosa:<br />
ciao Maestro!<br />
W IL GIRO D’ITALIA!<br />
Un arcobaleno<br />
<strong>di</strong> storie<br />
MIRO PANIZZA: il re della maglia rosa<br />
SILVANO CONTINI: pane, bici e fantasia
2<br />
in <strong>punta</strong> <strong>di</strong> <strong>sellino</strong><br />
PRIMO PIANO<br />
Tutte le strade del Giro portano a Roma<br />
Dai paesaggi da cartolina dell’Abruzzo allo sconfinamento a Crans Montana, in Svizzera;<br />
dalle tappe verticali dolomitiche sino al gran finale con la passerella nella Città Eterna.<br />
La corsa ciclistica più amata dagli italiani è pronta a stupire anche quest’anno<br />
Filippo Ganna prenota la prima<br />
maglia rosa nella cronometro<br />
<strong>di</strong> Ortona, ma non sarà facile<br />
Dalla partenza da cartolina in Abruzzo,<br />
sulla pista ciclabile della Costa dei Trabocchi,<br />
al gran finale a Roma ai Fori<br />
Imperiali, la 106ma e<strong>di</strong>zione del Giro<br />
d’Italia prova a rappresentare geograficamente<br />
lo Stivale. La corsa più amata<br />
dagli italiani, in programma dal 6 al 28<br />
<strong>maggio</strong>, propone anche uno sconfinamento<br />
in Svizzera, dove è posto il punto<br />
più alto della gara, i 2.469 metri del<br />
Gran San Bernardo.<br />
Fondata dai Fenici, fu sottomessa dai<br />
Romani: il consiglio è visitare i monumenti<br />
del posto e provare la cucina locale.<br />
Sul fronte agonistico si può <strong>di</strong>re che<br />
la tappa sia adatta ai velocisti. I “girini”<br />
troveranno le prime salite nella terza<br />
frazione, da Vasto a Melfi. La carovana<br />
attraverserà ben tre regioni: il primo<br />
tratto in Abruzzo è completamente pianeggiante,<br />
poi i corridori si <strong>di</strong>rigeranno<br />
verso la Puglia e infine approderanno<br />
in Basilicata.<br />
Sino a Foggia è pianura, poi iniziano le<br />
prime asperità. La prima salita porterà<br />
già stata fatta una prima selezione tra<br />
i partecipanti. La tre<strong>di</strong>cesima tappa da<br />
Borgofranco d’Ivrea a Crans Montana<br />
sarà impegnativa: in programma lo<br />
sconfinamento in Svizzera e l’arrivo a<br />
Crans Montana. <strong>In</strong> questa frazione, che<br />
presenta ben due ascese sopra i 2.000<br />
metri, sarà presente la Cima Coppi sul<br />
Colle del Gran San Bernardo con i suoi<br />
2469 metri. La quin<strong>di</strong>cesima tappa, da<br />
Seregno a Bergamo, è un o<strong>maggio</strong> alla<br />
Lombar<strong>di</strong>a, terra a vocazione anche<br />
ciclistica. I corridori partiranno dalla<br />
Brianza per poi affrontare il valico <strong>di</strong><br />
Valcava e approderanno nella bergamasca<br />
con le salite <strong>di</strong> Selvino, Miragolo<br />
San Salvatore e Roncolata. La frazione<br />
non è da sottovalutare.<br />
Ap<strong>punta</strong>mento alle Tre Cime<br />
<strong>di</strong> Lavaredo<br />
L’ultima settimana sarà particolarmente<br />
impegnativa per i corridori. C’è da scalare<br />
il Monte Bondone con punte al 15%,<br />
che scremerà il gruppo. La frazione con<br />
l’arrivo in Val <strong>di</strong> Zoldo sarà breve (160),<br />
ma intensa (3.700 metri <strong>di</strong> <strong>di</strong>slivello); da<br />
Longarone partirà il tappone dolomitico<br />
con arrivo alle Tre Cime <strong>di</strong> Lavaredo,<br />
frazione molto impegnativa con 5.400<br />
metri <strong>di</strong> <strong>di</strong>slivello e cinque asperità. L’ultima<br />
fatica - temuta dai corridori perché<br />
arriva a fine Giro - sarà la cronoscalata<br />
del Monte Lussari, località posta nel<br />
Comune <strong>di</strong> Tarvisio, con tratti al 22 per<br />
cento. La gara terminerà con la kermesse<br />
ai Fori Imperiali nella Città Eterna.<br />
IL GIRO IN NUMERI<br />
3489,2 Km totali - 51.400 <strong>di</strong>slivello totale - 166,2 me<strong>di</strong>a km per tappa<br />
TAPPA PER TAPPA<br />
Il primo ap<strong>punta</strong>mento è con la cronometro<br />
in<strong>di</strong>viduale <strong>di</strong> 19,6 km da Fossacesia<br />
Marina ad Ortona, praticamente<br />
un invito a nozze per Filippo Ganna,<br />
che potrebbe indossare la prima maglia<br />
rosa. La corsa proseguirà nei giorni successivi<br />
fra variegati paesaggi in un alternarsi<br />
<strong>di</strong> vedute marine, colline e prime<br />
ascese in montagna. La località <strong>di</strong> partenza,<br />
tra incantevoli filari <strong>di</strong> ulivi, si trova<br />
sulle colline e si affaccia sulla Costa<br />
dei Trabocchi dove è stata costruita<br />
l’omonima pista ciclabile, da Ortona a<br />
Vasto, e che per molti è la più bella via<br />
verde vista mare d’Italia. Il trabocco è <strong>di</strong>ventato<br />
il simbolo della zona: si tratta <strong>di</strong><br />
un un’antica macchina da pesca strutturata<br />
come una grande palafitta protesa<br />
sul mare e ancorata al suolo attraverso<br />
grossi pali <strong>di</strong> robinia incassati sugli scogli,<br />
si spinge a sfidare il mare anche fino<br />
a cinquanta metri dalla riva e svetta dal<br />
pelo dell’acqua fino a sei metri.<br />
L’Abruzzo in tutto il suo splendore<br />
La seconda tappa muove da Teramo a<br />
Vasto, l’Adriatico abruzzese in tutto il<br />
suo splendore. La città che ospita la partenza<br />
della tappa è <strong>di</strong> antico lignaggio.<br />
ai laghi <strong>di</strong> Monticchio nel cuore della<br />
Riserva del Vulture. I corridori arriveranno<br />
sino agli 858 metri del valico la<br />
Croce, poi affronteranno la <strong>di</strong>scesa, attraverseranno<br />
Rionero in Vulture. Ancora<br />
circa <strong>di</strong>ciassette chilometri per arrivare<br />
al traguardo. <strong>In</strong>fine la risalita finale<br />
fino al traguardo <strong>di</strong> Melfi. Il Giro passerà<br />
anche per la Campania, con la frazione<br />
<strong>di</strong> Napoli.<br />
La Cima Pantani sul Gran Sasso<br />
d’Italia<br />
Nella settima tappa i corridori ritorneranno<br />
in Abruzzo dove affronteranno<br />
la prima salita impegnativa con il temuto<br />
passaggio sopra i 2000 metri <strong>di</strong> Campo<br />
Imperatore sul Gran Sasso d’Italia<br />
(2135 m.), denominata Cima Pantani,<br />
in onore dello sfortunato scalatore <strong>di</strong> Cesenatico.<br />
L’indomani il gruppo affronterà<br />
i muri marchigiani per raggiungere<br />
il traguardo <strong>di</strong> Fossombrone.<br />
Dopo aver scalato le prime montagne<br />
arriverà la seconda cronometro de<strong>di</strong>cata<br />
agli specialisti: 33,6 km tra Savignano<br />
sul Rubicone e Cesena.<br />
A questo punto la classifica avrà già assunto<br />
una specifica fisionomia e sarà<br />
Sabato 6 <strong>maggio</strong> 1ª TAPPA<br />
COSTA DEI TRABOCCHI (FOSSACESIA MARINA-<br />
ORTONA) – Cronometro<br />
Domenica 7 <strong>maggio</strong> 2ª TAPPA<br />
TERAMO-SAN SALVO<br />
Lunedì 8 <strong>maggio</strong> 3ª TAPPA<br />
VASTO-MELFI<br />
Martedì 9 <strong>maggio</strong> 4ª TAPPA<br />
VENOSA-LAGO LACENO<br />
Mercoledì 10 <strong>maggio</strong> 5ª TAPPA<br />
ATRIPALDA-SALERNO<br />
Giovedì 11 <strong>maggio</strong> 6ª TAPPA<br />
NAPOLI-NAPOLI<br />
Venerdì 12 <strong>maggio</strong> 7ª TAPPA<br />
CAPUA-GRAN SASSO D’ITALIA (CAMPO<br />
IMPERATORE)<br />
Sabato 13 <strong>maggio</strong> 8ª TAPPA<br />
TERNI-FOSSOMBRONE<br />
Domenica 14 <strong>maggio</strong> 9ª TAPPA<br />
SAVIGNANO SUL RUBICONE-CESENA<br />
Lunedì 15 <strong>maggio</strong> Riposo<br />
Martedì 16 <strong>maggio</strong> 10ª TAPPA:<br />
SCANDIANO-VIAREGGIO<br />
Mercoledì 17 <strong>maggio</strong> 11ª TAPPA:<br />
CAMAIORE-TORTONA<br />
Giovedì 18 <strong>maggio</strong> 12ª TAPPA<br />
BRA-RIVOLI<br />
Venerdì 19 <strong>maggio</strong> 13ª TAPPA<br />
BORGO FRANCO D’IVREA-CRANS MONTANA<br />
Sabato 20 <strong>maggio</strong> 14ª TAPPA<br />
SIERRE-CASSANO MAGNAGO<br />
Domenica 21 <strong>maggio</strong> 15ª TAPPA<br />
SEREGNO-BERGAMO<br />
Lunedì 22 <strong>maggio</strong> Riposo<br />
Martedì 23 <strong>maggio</strong> 16ª TAPPA<br />
SABBIO CHIESE-MONTE BONDONE<br />
Mercoledì 24 <strong>maggio</strong> 17ª TAPPA<br />
PERGINE VALSUGANA-CAORLE<br />
Giovedì 25 <strong>maggio</strong> 18ª TAPPA<br />
ODERZO-VAL DI ZOLDO<br />
Venerdì 26 <strong>maggio</strong> 19ª TAPPA<br />
LONGARONE-TRE CIME DI LAVAREDO<br />
(RIFUGIO AURONZO)<br />
Sabato 27 <strong>maggio</strong> 20ª TAPPA<br />
TARVISIO-MONTE LUSSARI – Cronometro<br />
Domenica 28 <strong>maggio</strong> 21ª TAPPA<br />
ROMA-ROMA
PRIMO PIANO<br />
in <strong>punta</strong> <strong>di</strong> <strong>sellino</strong> 3<br />
W il Giro d’Italia: insegna a tornare bambini<br />
Che cosa è la corsa che impegna i corridori per tre settimane lungo lo Stivale? Non solo<br />
un avvenimento sportivo, ma anche un ap<strong>punta</strong>mento <strong>di</strong> popolo, una festa, una cartolina<br />
<strong>di</strong> paesaggi. Una manifestazione che attraversa paesi, città e scollina passi alpini<br />
Per tre settimane il Giro d’Italia trasforma<br />
tutti i giorni in domeniche. Un ap<strong>punta</strong>mento<br />
festivo che si protrae nel<br />
tempo. Una lunga vacanza per gli appassionati<br />
<strong>di</strong> ciclismo, che stentano a <strong>di</strong>stinguere<br />
la <strong>di</strong>fferenza fra giorni feriali<br />
e festivi. Lungo le strade, alle partenze<br />
e ai traguar<strong>di</strong>, incollati alla televisione<br />
o agli schermi dei computer, i moderni<br />
suiveur, non si lasciano sfuggire una tappa.<br />
Di questa grande festa popolare gli<br />
scrittori hanno colto umori e sfumature,<br />
spigolature e provocazioni.<br />
Il ciclismo, peraltro, è sempre stato un<br />
potente motore narrativo capace <strong>di</strong><br />
spingere alla scrittura fior <strong>di</strong> autori. Pensiamo<br />
a Giovanni Testori (<strong>di</strong> cui si celebra<br />
il centenario della nascita) che esor<strong>di</strong>sce<br />
proprio con un lungo racconto, Il<br />
Dio <strong>di</strong> Roserio, ambientato nel mondo<br />
delle corse ciclistiche, oppure Gianni<br />
Rodari, scrittore per l’infanzia, che fu<br />
ispirato anche dalla bicicletta. E nel ciclismo<br />
non poteva che stare dalla parte dei<br />
più semplici e umili.<br />
L’epopea del gregario<br />
La sua “Filastrocca del gregario” rimarrà<br />
insuperabile: Filastrocca del gregario/corridore<br />
proletario,/che ai campioni<br />
<strong>di</strong> mestiere/deve far da cameriere,/e sul<br />
piatto, senza gloria,/serve loro la vittoria./<br />
Al traguardo, quando arriva,/non ha applausi,<br />
non evviva./Col salario che si piglia/fa<br />
campare la famiglia/e da vecchio<br />
poi acquista/un negozio da ciclista.<br />
Il mondo, da allora (Rodari scriveva negli anni<br />
’70), è un po’ cambiato: non tutti i corridori,<br />
appesa la bici al chiodo, fanno i ciclisti.<br />
C’è chi apre una gelateria (Riccardo Riccò),<br />
altri fanno gli opinionisti in Tv (Riccardo<br />
Magrini), altri ancora sono impren<strong>di</strong>tori<br />
(Francesco Moser). Cambiano i tempi, ma<br />
il ciclismo è ancora oggi un suggerimento a<br />
tornare bambini perché richiama le corse<br />
con la bici e certi pomeriggi più spensierati.<br />
La maglia rosa autografata da Gianni Bugno<br />
conservata presso il Museo del Ghisallo <strong>di</strong><br />
Magreglio (foto Museo del Ghisallo)<br />
Dino Buzzati e gli altri<br />
Il Giro d’Italia non è mai stato solo una<br />
competizione sportiva. Al Giro d’Italia i<br />
giornali portavano gli scrittori e giornalisti<br />
<strong>di</strong> razza a scrivere i cosiddetti pezzi <strong>di</strong><br />
colore: Dino Buzzati, <strong>In</strong>dro Montanelli,<br />
Achille Campanile, Tomaso Besozzi,<br />
Gianni Brera, Orio Vergani; solo per<br />
fare qualche nome e con la sicurezza <strong>di</strong><br />
aver <strong>di</strong>menticato qualcuno, anche dei<br />
più talentuosi. Per chi volesse approfon<strong>di</strong>re<br />
il tema si consiglia la lettura del libro<br />
Buzzati al Giro d’Italia (Oscar Mondadori),<br />
che raccoglie gli articoli scritti<br />
quando, da inviato, seguì nel 1949 la<br />
corsa rosa nel per il Corriere della Sera.<br />
Buzzati è un autore particolare: riesce<br />
a scrivere per quasi un mese <strong>di</strong> qualcosa<br />
che conosce solo vagamente: “Per un<br />
complesso <strong>di</strong> circostanze probabilmente<br />
legate ai capricci del destino e che sarebbe<br />
ormai vano recriminare, colui che scrive<br />
oggi, cronista al seguito del Giro d’Italia,<br />
non ha mai visto una corsa ciclistica<br />
su strada”. Eppure, proprio neofita della<br />
<strong>di</strong>sciplina, ma vero scrittore, ha saputo<br />
cogliere ciò che nascondeva la cronaca:<br />
“Guardateli, mentre pedalano, pedalano<br />
tra campi, colline e selve. Essi sono pellegrini<br />
in cammino verso una città lontanissima<br />
che non raggiungeranno mai:<br />
simboleggiando in carne ed ossa, come<br />
in un quadro <strong>di</strong> pittore antico, la incomprensibile<br />
avventura della vita”.
4<br />
in <strong>punta</strong> <strong>di</strong> <strong>sellino</strong><br />
IL PRONOSTICO DEL CAMPIONE<br />
“Due i favoriti, ma può vincere Hindley”<br />
Le rivalità tra i big potrebbero andare a vantaggio <strong>di</strong> un outsider.<br />
Giovanni Battista Baronchelli – tre<strong>di</strong>ci partecipazioni in carriera –, che conosce bene<br />
alcune salite del Giro <strong>2023</strong>, <strong>di</strong>spensa i suoi consigli ai pretendenti al po<strong>di</strong>o<br />
“È un bel Giro!”. Giovan Battista Baronchelli,<br />
campione degli anni’ 70 e ‘80,<br />
con tre<strong>di</strong>ci partecipazioni in carriera alla<br />
corsa rosa, non ha dubbi. Ha letto per<br />
noi il profilo altimetrico delle tappe ed è<br />
arrivato alla conclusione che indosserà<br />
la maglia rosa a Roma chi saprà gestirsi<br />
bene fino all’ultima settimana, quella<br />
decisiva.<br />
Che Giro sarà?<br />
Ci sono delle belle salite impegnative e<br />
non mancano le cronometro, ma non<br />
saranno decisive per stabilire il nome<br />
del vincitore finale. Di frazioni adatte ai<br />
velocisti ce ne sono poche. Mi sembra<br />
un percorso adatto anche ai corridori<br />
che desiderano mettersi in mostra e<br />
tentare <strong>di</strong> infilarsi in una fuga. Chi vuole<br />
vincere il Giro dovrà gestire e centellinare<br />
le proprie forze e far lavorare bene<br />
la propria squadra quando servirà.<br />
Come sono le salite?<br />
Ce ne sono impegnative già nella prima<br />
settimana. L’arrivo in salita al lago Laceno<br />
l’ho fatto in corsa. Se qualche corridore<br />
arriva poco preparato rischia <strong>di</strong><br />
perdere subito terreno importante.<br />
Poi c’è la tappa del Terminillo: non l’ho<br />
mai fatta, ma mi <strong>di</strong>cono che è dura. I<br />
corridori dovranno impegnarsi nella<br />
tappa del Bondone e in quella delle Tre<br />
Cime <strong>di</strong> Lavaredo. Poi attenzione alla<br />
cronoscalata dei Monti Lussari al penultimo<br />
giorno <strong>di</strong> gara.<br />
Arriva al termine del Giro, i corridori saranno<br />
stanchi. Se ci sarà incertezza fino<br />
all’ultimo potrebbe essere la frazione<br />
decisiva.<br />
I tornanti delle Tre Cime <strong>di</strong><br />
Lavaredo li conosce bene...<br />
Gli ultimi chilometri <strong>di</strong> salita sono durissimi.<br />
Giro 1974: Baronchelli Brambillasca<br />
Baronchelli nel suo negozio<br />
Favoriti?<br />
All’inizio erano Evenepoel (poi ritiratosi)<br />
e Roglič. Il terzo incomodo che potrebbe<br />
approfittare della rivalità fra i due è<br />
Jai Hindley, che ha vinto lo scorso anno.<br />
Come giu<strong>di</strong>ca le frazioni a<br />
cronometro inserite nel percorso?<br />
Ce ne sono ben tre, ma la terza arriva al<br />
penultimo giorno ed è una cronoscalata.<br />
Non faranno rivoluzioni ai fini della<br />
classifica generale, anche perché i favoriti<br />
vanno entrambi molto bene nelle<br />
cronometro.<br />
Dopo l’uscita <strong>di</strong> scena <strong>di</strong> Vincenzo<br />
Nibali il ciclismo italiano sembra si<br />
sia decisamente impoverito.<br />
A parte Filippo Ganna, gli italiani<br />
soffrono il confronti<br />
con i big stranieri.<br />
Perché questa crisi?<br />
<strong>In</strong>tanto il nostro sport<br />
dovrebbe essere più<br />
incentivato a livello<br />
giovanile e invece<br />
è fortemente penalizzato.<br />
Se sei in strada<br />
in bici talvolta <strong>di</strong>venti<br />
il bersaglio degli automobilisti.<br />
Se pedali<br />
su una ciclabile sei<br />
attaccato da chi vuole<br />
Filippo Ganna<br />
percorrerla a pie<strong>di</strong>. È una questione <strong>di</strong><br />
educazione. All’estero c’è una mentalità<br />
<strong>di</strong>versi. I genitori da noi hanno paura <strong>di</strong><br />
mettere i figli su una bici perché ritengono<br />
che il ciclismo sia uno sport molto<br />
pericoloso. E poi c’è il capitolo aziende.<br />
<strong>In</strong> Italia non investe più nessuno nel<br />
ciclismo, eppure il ritorno d’immagine<br />
ci sarebbe.<br />
Qual è stato il suo Giro più bello?<br />
L’e<strong>di</strong>zione 1986, quando presi la maglia<br />
rosa nella frazione che si concludeva a<br />
Nicotera. La indossai due giorni. Avrei<br />
voluto tenerla qualche giorno in più, ma<br />
per me è stata comunque una grande<br />
sod<strong>di</strong>sfazione, una delle più belle della<br />
mia carriera.
LA VOCE DAL GRUPPO<br />
in <strong>punta</strong> <strong>di</strong> <strong>sellino</strong> 5<br />
Davide Gabburo: “Ha vinto la passione”<br />
I turni, il lavoro nella catena <strong>di</strong> montaggio… L’atleta della Bar<strong>di</strong>ani CSF Faizanè che<br />
stentava ad approdare a una squadra professional aveva lasciato il ciclismo per iniziare<br />
a lavorare, ma poi gli si è presentata l’occasione della vita ed è tornato a correre<br />
Davide Gabburo, classe 1993, veneto <strong>di</strong><br />
Bovolone, è al terzo anno alla Bar<strong>di</strong>ani<br />
CSF Faizanè. Ha una storia particolare:<br />
grande promessa fra i <strong>di</strong>lettanti, plurivittorioso,<br />
faceva fatica a fare il grande<br />
salto tra i professionisti. Quin<strong>di</strong> ha smesso,<br />
è entrato in fabbrica, poi è tornato a<br />
fare il corridore finalmente tra i professionisti.<br />
Che vita fa il corridore?<br />
Sveglia alle 8.30, mi peso, poi un po’ <strong>di</strong><br />
relax. Verso le 10 inizio l’allenamento<br />
con un gruppetto <strong>di</strong> corridori che abitano<br />
nella zona. Se l’allenamento è breve<br />
termino alle 12.30, quando devo stare<br />
più tempo in bici finisco alle 14.30. Poi<br />
pranzo e relax sul <strong>di</strong>vano. Cena e si va<br />
dormire alle 22, massimo 22.30.<br />
Gabburo in gruppo durante una corsa<br />
La gara più <strong>di</strong>fficile?<br />
Durante la partecipazione al mio primo<br />
Giro d’Italia sono caduto, ma volevo arrivare<br />
al traguardo ad ogni costo. Pioveva,<br />
c’era lo sterrato. Ma alla fine sono arrivato.<br />
La corsa più bella?<br />
Sempre una tappa del Giro dello scorso<br />
anno quando il gruppo mi ha concesso<br />
<strong>di</strong> allungare per salutare gli amici e i parenti<br />
del mio Fan Group. La corsa arrivava<br />
dalle mie parti.<br />
Come giu<strong>di</strong>ca i campioni del calibro<br />
<strong>di</strong> Pogačar, Van Der Poel<br />
ed Evenepoel?<br />
Sono forti, non si <strong>di</strong>scute, ma puoi sempre<br />
attaccarli. Nel ciclismo puoi usare<br />
la testa e mettere sempre in <strong>di</strong>fficoltà<br />
l’avversario anche se si chiama Van Der<br />
Poel.<br />
Quanto dura la riunione tecnica del<br />
mattino con il <strong>di</strong>rettore sportivo?<br />
Bastano cinque minuti. Poi in gara, con le<br />
ra<strong>di</strong>oline, deci<strong>di</strong>amo come comportarsi.<br />
LE PAROLE DEL GIRO<br />
AMMIRAGLIA: è l’auto che segue il<br />
corridore, al suo interno, in genere,<br />
c’è il <strong>di</strong>rettore sportivo e il massaggiatore.<br />
Il termine ammiraglia<br />
è un neologismo, coniato dalla creatività<br />
linguistica del giornalista e<br />
scrittore Gianni Brera. Alcune auto<br />
si conquistarono nomignoli particolari.<br />
L’ammiraglia della Bianchi<br />
era la Checca, come ricordano<br />
gli autori Gino Cervi e Paolo Facchinetti<br />
nel volume Il Giro d’Italia<br />
(Bolis E<strong>di</strong>zioni, 2009), mentre quella<br />
della squadra avversaria, la Legnano,<br />
era la Norge perché richiamava<br />
l’imponenza del <strong>di</strong>rigibile.<br />
BAGNOMARIA: l’atteggiamento<br />
del gruppo rispetto al fuggitivo:<br />
è lasciato davanti a tutti, esposto<br />
al vento per stancarlo controllando<br />
il ritardo, per poi recuperare lo<br />
svantaggio prima del termine della<br />
tappa.<br />
Perché aveva chiuso con il ciclismo<br />
e ha iniziato a lavorare?<br />
Passare tra i professionisti era il mio<br />
obiettivo, il mio sogno, ma non si mi presentava<br />
la possibilità, malgrado avessi<br />
vinto parecchio tra i <strong>di</strong>lettanti. A un certo<br />
punto non vedevo più prospettive, ho<br />
deciso <strong>di</strong> mandare in giro dei curriculum<br />
e mi hanno assunto. Sono entrato in catena<br />
<strong>di</strong> montaggio in un’azienda nel<br />
reparto verniciatura, poi sono passato<br />
a un’altra del settore alimentare.<br />
Non si trovava bene in fabbrica?<br />
Di problemi non ne avevo, ma non mi<br />
trovavo a mio agio con i due turni lavorativi.<br />
Al mattino era abituato ad andare<br />
in bici, ad allenarmi. Mi mancava la vita<br />
<strong>di</strong> corridore. <strong>In</strong> fabbrica la giornata finisce<br />
quando smonti, mentre un ciclista fa<br />
sempre la vita <strong>di</strong> atleta con il proposito<br />
<strong>di</strong> raggiungere un obiettivo. Ho passato<br />
qualche mese in fabbrica, poi mi si è<br />
presentata un’occasione e ho accettato<br />
<strong>di</strong> buon grado grazie alla <strong>di</strong>sponibilità<br />
<strong>di</strong> un <strong>di</strong>rettore sportivo che mi ha offerto<br />
una possibilità. Sono tornato a fare<br />
il corridore nell’Amore e Vita, poi sono<br />
passato alla Neri Sottoli, all’Androni<br />
Giocattoli e da tre anni a questa parte<br />
sono alla Bar<strong>di</strong>ani CSF Faizanè.<br />
Dobbiamo seguire una tabella precisa.<br />
Stiamo attenti all’alimentazione e al<br />
peso. È importante il riposo.<br />
Quando potete concedervi un<br />
<strong>di</strong>versivo?<br />
Al termine <strong>di</strong> una gara a tappe capita <strong>di</strong><br />
trovarci a bere assieme una birra fra amici<br />
e compagni <strong>di</strong> squadra.<br />
Se non dobbiamo correre nei giorni seguenti<br />
rientriamo a casa un po’ più tar<strong>di</strong><br />
del solito.<br />
Come si definisce come corridore?<br />
Sono abbastanza veloce e se arrivo con<br />
un gruppetto posso <strong>di</strong>re la mia. Lo scorso<br />
anno sono arrivato secondo <strong>di</strong>etro a<br />
De Gendt nella tappa <strong>di</strong> Napoli del Giro.<br />
Sulle salite <strong>di</strong> cinque, sei chilometri<br />
sono competitivo, mentre in quelle più<br />
lunghe faccio più fatica.<br />
Strategia <strong>di</strong> corsa?<br />
Cerco <strong>di</strong> infilarmi nelle fughe <strong>di</strong> piccoli<br />
gruppi e poi provare a <strong>di</strong>re la mia allo<br />
sprint.<br />
Corridore <strong>di</strong> riferimento? Per chi<br />
faceva il tifo?<br />
<strong>In</strong> televisione seguivo sempre Marco<br />
Pantani.<br />
Davide Gabburo<br />
Come si è preparato al Giro d’Italia<br />
<strong>di</strong> quest’anno?<br />
Ho corso in Africa il Giro del Ruanda,<br />
ho corso in Spagna e ho partecipato ad<br />
alcune in Italia. Mi sono allenato in altura<br />
sull’Etna.<br />
Prima della partenza del Giro farò una<br />
corsa in Germania. Ho dato un’occhiata<br />
al percorso, ma non mi fascio la testa<br />
prima <strong>di</strong> partire. La corsa la fanno dura<br />
i corridori.<br />
Tutte le tappe sono <strong>di</strong>fficili, dobbiamo fare<br />
sempre attenzione.<br />
CAROVANA: l’insieme dei veicoli<br />
pubblicitari che anticipano il passaggio<br />
nelle gran<strong>di</strong> corse a tappe.<br />
CHIUDERE IL BUCO: azione che<br />
permette <strong>di</strong> raggiungere i fuggitivi<br />
aumentando l’andatura del gruppo.<br />
CIMA COPPI: la vetta più elevata<br />
del Giro d’Italia.<br />
GARIBALDI: il libro utilizzato nel<br />
Giro d’Italia, dove si trovano le informazioni<br />
relative alle singole<br />
tappe e in particolare l’altimetria<br />
delle frazioni da affrontare, le crono<br />
tabelle e la segnalazione degli<br />
ultimi chilometri <strong>di</strong> ogni tappa.<br />
MANGIA E BEVI: un tipo <strong>di</strong> percorso<br />
composto da salite e <strong>di</strong>scese <strong>di</strong><br />
pochi chilometri.<br />
RISCIACQUO: un tratto <strong>di</strong> strada<br />
poco impegnativo posto tra due<br />
più impegnativi.<br />
SUCCHIARUOTE: termine con cui<br />
si identifica il ciclista che sta generalmente<br />
in scia facendo meno fatica<br />
e sfruttando in questo modo il<br />
lavoro degli altri.
6<br />
in <strong>punta</strong> <strong>di</strong> <strong>sellino</strong><br />
IN SELLA!<br />
De Rosa scopre la 70, design Pininfarina<br />
A poche settimane dalla scomparsa <strong>di</strong> Ugo, padre e fondatore dell’azienda,<br />
è stata presentata la più “evoluta” delle biciclette della famiglia.<br />
Aero<strong>di</strong>namicità e leggerezza del carbonio<br />
La famiglia ha aspettato il Primo Maggio,<br />
festa dei lavoratori, per presentare<br />
- non a caso - il suo nuovo gioiellino.<br />
Si chiama De Rosa 70 e celebra gli anni<br />
<strong>di</strong> nascita dell’azienda. Proprio a poche<br />
settimane dalla scomparsa <strong>di</strong> Ugo,<br />
padre e fondatore dell’azienda, è stata<br />
presenta la più “evoluta” delle biciclette<br />
della famiglia. E per l’occasione ci voleva<br />
una de<strong>di</strong>ca speciale: “Caro Ugo, questo<br />
telaio lo abbiamo finito con te, ci abbiamo<br />
messo 22 mesi del nostro cuore. Il tuo<br />
cuore De Rosa non smetterà mai <strong>di</strong> battere<br />
insieme ai sognatori <strong>di</strong> tutto il mondo”.<br />
Linee sinuose<br />
Il mezzo è stato sviluppato anche grazie<br />
al contributo <strong>di</strong> qualità <strong>di</strong> un’altra icona<br />
dell’industria italiana, Pininfarina, che<br />
ha collaborato al design.<br />
Le caratteristiche del mezzo sono: rigidezza,<br />
aero<strong>di</strong>namicità, un telaio leggero<br />
(730 g) e performante. L’estetica è<br />
firmata Pininfarina, una garanzia. Il tubo<br />
della serie sterzo non presenta spigoli,<br />
nessun impe<strong>di</strong>mento al flusso aero<strong>di</strong>namico.<br />
Il tubo orizzontale presenta una continuità<br />
lineare, è leggermente slope e crea<br />
una proporzione con il tubo sella da fuoriserie:<br />
pronta a fendere il vento. La scatola<br />
del movimento centrale e sinuosa e<br />
levigata, dalle linee futuristiche.<br />
La De Rosa 70 può montare tutti e tre<br />
i gruppi elettromeccanici top <strong>di</strong> gamma<br />
<strong>di</strong> Sram, Campagnolo e Shimano. Per<br />
le ruote è proposta con le Campagnolo<br />
Hyperon o Bora Ultra WTO, le Fulcrum<br />
Speed e le Vision SL.<br />
Ugo De Rosa.<br />
Dettagli della De Rosa 70.<br />
La nuovissima De Rosa 70.<br />
Il manubrio è un Vision/FSA de<strong>di</strong>cated,<br />
per le selle, Fizik o Selle Italia. Le gomme<br />
scelte sono le Vittoria Corsa NEXT.<br />
PRESENTE AL GIRO<br />
CON LA BARDIANI CSF<br />
L’azienda <strong>di</strong> Cusano Milanino è presente<br />
al Giro d’Italia <strong>2023</strong> perché fornisce<br />
le biciclette al Green Project -<br />
Bar<strong>di</strong>ani CSF - Faizanè. Il team, che<br />
annovera corridori combattivi come<br />
Davide Gabburo e il velocista Filippo<br />
Fiorelli, userà biciclette MERAK e<br />
SK PININFARINA.<br />
LA SCHEDA TECNICA<br />
Frame: De Rosa Settanta - 730 g (size 54)<br />
Fork: De Rosa Carbon - 280 g<br />
Design: PININFARINA<br />
Groupset:<br />
- Campagnolo Super Record EPS - 12v<br />
- Shimano DuraAce Di2 - 12v - Ultegra<br />
DuraAce Di2 - 12v<br />
- SRAM Red eTap AXS - 12v - Force eTap<br />
AXS - 12v<br />
Wheelset: Campagnolo (Hyperon - Bora<br />
Ultra WTO) - Fulcrum SPEED - Vision SL<br />
Handlebar: Vision/FSA de<strong>di</strong>cated<br />
Saddle: Selle Italia/Fizik<br />
Tires: Vittoria Corsa NEXT<br />
CIAO MAESTRO!<br />
Ugo De Rosa, quando si trovava in Liguria in estate,<br />
amava sedersi su una panchina e vedere passare i ciclisti,<br />
professionisti o cicloamatori, che si allenavano.<br />
Osservava i telai per contare, a fine giornata, quanto<br />
fossero state le biciclette a portare il suo nome. Un<br />
aneddoto, non <strong>di</strong> poco conto, raccontato dai suoi operai,<br />
che rivela quanto amasse il suo lavoro, il suo mestiere,<br />
anche quando si trovava in vacanza.<br />
Ugo, in<strong>di</strong>scusso maestro artigiano e impren<strong>di</strong>tore<br />
dalle gran<strong>di</strong> intuizioni, ci ha lasciato lo scorso 26 marzo.<br />
La sua ere<strong>di</strong>tà non è solo un’azienda, portata avanti<br />
oggi dai figli e dai nipoti, ma anche un certo stile <strong>di</strong> impren<strong>di</strong>tore,<br />
icona in<strong>di</strong>scussa del made in Italy.<br />
Era il mago dei telai e molti campioni hanno corso con<br />
le sue biciclette, a cominciare da Eddy Merckx, il corridore<br />
più vincente della storia. Il sodalizio umano e professionale<br />
con Eddy, fu lungo e fecondo. E il giorno del<br />
suo funerale il campione belga non ha fatto mancare<br />
la sua presenza per rendergli l’ultimo saluto.<br />
L’impren<strong>di</strong>tore ha lasciato un grande patrimonio umano<br />
e professionale riversato all’interno dell’azienda che<br />
ha fondato inizialmente a Milano per poi trasferirsi a<br />
Cusano Milanino, a nord del capoluogo lombardo. Oggi,<br />
all’interno della fabbrica, si costruiscono circa 7000<br />
biciclette ogni anno, un concentrato <strong>di</strong> sapienza artigianale<br />
e ingegno industriale. Sono mezzi da competizione<br />
usati sia da alcuni corridori professionisti, sia da<br />
un esercito <strong>di</strong> appassionati cicloamatori. Il marchio De<br />
Rosa è conosciuto dagli appassionati sia in Italia, sia<br />
all’estero, come gli Stati Uniti e ad<strong>di</strong>rittura il Giappone.
WOMEN<br />
Pedalate rosa, talento e leggerezza<br />
in <strong>punta</strong> <strong>di</strong> <strong>sellino</strong> 7<br />
Sono belle, forti e brave. Sono le nipotine <strong>di</strong> Alfonsina Strada, la prima donna<br />
ad aver partecipato al Giro d’Italia. All’epoca fece scalpore.<br />
Ecco un breve vademecum per orientarsi nel panorama del ciclismo femminile italiano<br />
Elisa Balsamo è dottoressa con una tesi<br />
<strong>di</strong> laurea in Storia della lingua italiana<br />
dal titolo “Lingue e varianti de ‘Il <strong>di</strong>o<br />
<strong>di</strong> Roserio’ <strong>di</strong> Giovanni Testori”, romanzo<br />
d’esor<strong>di</strong>o dello scrittore <strong>di</strong> Novate Milanese<br />
<strong>di</strong> cui ricorre quest’anno il Centenario<br />
della nascita.<br />
La 25enne atleta della Trek Segafredo<br />
è però sicuramente più conosciuta per<br />
aver indossato la maglia iridata dopo lo<br />
sprint vincente al Mon<strong>di</strong>ale 2021 nelle<br />
Fiandre davanti a un mostro sacro del<br />
ciclismo femminile, la neerlandese Marianne<br />
Vos.<br />
La piemontese è una delle atlete azzurre<br />
più competitive e alterna con profitto<br />
l’attività su strada con quella su pista.<br />
Per esempio, alla Nations Cupa a Milton,<br />
<strong>di</strong>sputata <strong>di</strong> recente, si è confermata<br />
ad alti livelli prendendosi il secondo<br />
posto nell’omnium alle spalle <strong>di</strong> Katie<br />
Archibald e arrivando terza nella ma<strong>di</strong>son<br />
con Martina Fidanza.<br />
Figlia d’arte<br />
Nel novero delle atlete più rappresentative<br />
del ciclismo italiano femminile è<br />
doveroso citare Elisa Longo Borghini,<br />
figlia <strong>di</strong> Gui<strong>di</strong>na Dal Sasso, ex campionessa<br />
<strong>di</strong> sci <strong>di</strong> fondo. L’atleta piemontese<br />
<strong>di</strong> Ornavasso è stata medaglia <strong>di</strong> bronzo<br />
olimpica in linea nel 2016 e nel 2021,<br />
nel mon<strong>di</strong>ale in linea nel 2012 e nel<br />
2020. Ha vinto un Giro delle Fiandre<br />
(nel 2015) e una Parigi-Roubaix (2022)<br />
e ha conquistato nove titoli nazionali,<br />
sei a cronometro e tre in linea. Chapeau!<br />
Decisamente in crescita le quotazioni<br />
<strong>di</strong> Gaia Realini - compagna <strong>di</strong> squadra<br />
della Longo Borghini - dopo il po<strong>di</strong>o<br />
conquistato alla Freccia Vallone in primavera.<br />
Uno scricciolo <strong>di</strong> fanciulla, pescarese,<br />
classe 2001, scalatrice, Gaia è<br />
salita sul terzo gra<strong>di</strong>no del po<strong>di</strong>o della<br />
classica <strong>di</strong> primavera <strong>di</strong>etro alla tedesca<br />
Lippert e alla vincitrice, una irraggiungibile<br />
Demi Voellering.<br />
Occhi da cerbiatto<br />
Frequentatrice delle<br />
gare <strong>di</strong> ciclocross, ma<br />
anche forte nelle volate<br />
su strada, Silvia Persico<br />
vuole continuare<br />
a far bene dopo la vittoria<br />
primaverile alla<br />
Freccia del Brabante.<br />
La bergamasca <strong>di</strong><br />
Cene è una delle punte<br />
del ciclismo azzurro.<br />
Anche ad Alice Maria<br />
Arzuffi piace pedalare<br />
nei prati, ma quest’anno<br />
si sta impegnando<br />
a fondo nelle gare<br />
su strada. Ha occhi da<br />
cerbiatto, è solare, ha<br />
bel sorriso ed è fidanzata<br />
con Luca Braidot,<br />
collega <strong>di</strong> corse nel<br />
fango.<br />
Alice Maria Arzuffi<br />
Rebecca Garibol<strong>di</strong><br />
Rebecca Garibol<strong>di</strong>,<br />
da Seregno, è amante<br />
pure del ciclocross.<br />
Tra una pedalata e l’altra<br />
ha trovato il tempo<br />
<strong>di</strong> laurearsi anche lei<br />
concludendo il suo corso<br />
in Marketing e mercati<br />
globali all’Università<br />
<strong>di</strong> Milano-Bicocca<br />
con una tesi dal titolo<br />
Mobilità sostenibile: il<br />
successo <strong>di</strong> Specialized,<br />
azienda leader nel settore<br />
delle biciclette. La<br />
biker brianzola è precisa,<br />
puntigliosa, amante<br />
dei viaggi. È fidanzata<br />
con Davide Martinelli,<br />
figlio <strong>di</strong> Anna e Beppe<br />
Martinelli, carismatico<br />
tecnico del ciclismo<br />
professionistico.
8<br />
in <strong>punta</strong> <strong>di</strong> <strong>sellino</strong><br />
IL MITO<br />
Coppi è per sempre<br />
Le sue vittorie hanno ispirato libri, canzoni e articoli <strong>di</strong> giornali.<br />
Le sfide con i suoi avversari hanno acceso il tifo <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> appassionati.<br />
Ecco qualche spigolatura attorno al mito del Campionissimo<br />
La tappa più lunga del Giro <strong>2023</strong>, la Camaiore-Tortona<br />
<strong>di</strong> 219 km, arriva dove<br />
Fausto Coppi si spense il 2 gennaio<br />
1960. Un o<strong>maggio</strong> al Campionissimo<br />
per eccellenza, il corridore più amato e<br />
celebrato nella storia. Ci sono libri – sterminata<br />
è la bibliografia – canzoni, articoli,<br />
filmati e rappresentazioni teatrali<br />
che ancora oggi parlano <strong>di</strong> lui. E poi ci<br />
sono i collezionisti <strong>di</strong> memorabilia, i cippi<br />
sulle strade, i monumenti, i musei e<br />
le mostre che raccolgono i ricor<strong>di</strong> della<br />
sua storia.<br />
L’eterna sfida fra i corridori colloca Merckx<br />
tra i più forti e vincenti, ma Coppi<br />
rimane sempre una spanna sopra tutti<br />
per la qualità delle sue imprese. Ad<br />
alimentarne il mito ci sono il dualismo<br />
con Gino Bartali, le vittorie epiche sui<br />
tornanti delle gran<strong>di</strong> salite, la misteriosa<br />
fine dopo aver contratto la malaria in<br />
Africa e, a contorno, le chiacchieratissime<br />
– all’epoca - vicende extrasportive, in<br />
particolare la storia d’amore con Giulia<br />
Occhini, la “dama bianca”.<br />
Nel giornalismo e in letteratura Coppi<br />
I busti <strong>di</strong> Fausto Coppi e Gino Bartali che si trovano presso<br />
il santuario della Madonna del Ghisallo a Magreglio (CO)<br />
fu protagonista principale <strong>di</strong> tante storie<br />
raccontate da illustri uomini <strong>di</strong> penna.<br />
Mario Fossati – uno dei giornalisti più<br />
efficaci a raccontare il ciclismo - scrisse<br />
un libro solo sulla sua vita e lo de<strong>di</strong>cò<br />
proprio a lui: Coppi. Alpe d’Huez, Galibier,<br />
Pirenei. Il Campionissimo verso<br />
la gloria nel Tour del’52. (Il Saggiatore,<br />
2014). Gianni Brera scrisse uno strepitoso<br />
romanzo, Coppi e il <strong>di</strong>avolo (Rizzoli,<br />
1981), in cui dalla viva voce del Campionissimo<br />
raccolse racconti e confidenze<br />
per riversarle sulla pagina con la sua<br />
proverbiale maestria. Anche Dino Buzzati,<br />
al seguito del Giro del 1949, scrisse,<br />
a modo suo, della rivalità fra Coppi<br />
e Bartali.<br />
La celebre immagine<br />
che immortala lo<br />
scambio<br />
della borraccia<br />
fra Bartali e Coppi
IL MITO<br />
in <strong>punta</strong> <strong>di</strong> <strong>sellino</strong> 9<br />
Castellania, uno scrigno <strong>di</strong> ricor<strong>di</strong><br />
Oggi sono soprattutto alcuni luoghi a<br />
raccontare <strong>di</strong> Fausto Coppi, a partire<br />
dalla natìa Castellania, un borgo piemontese<br />
in provincia <strong>di</strong> Alessandria,<br />
abbarbicato sulla collina, che all’epoca<br />
del Campionissimo era un insieme irregolare<br />
<strong>di</strong> case e cascine abitate da conta<strong>di</strong>ni.<br />
Una terra, quella <strong>di</strong> Castellania,<br />
raccontata come impegnativa, dura da<br />
lavorare. Oggi a Castellania-Coppi – dal<br />
25 marzo il Comune ha assunto questo<br />
nome in suo onore – c’è la casa museo<br />
della famiglia, che introduce i visitatori<br />
in una full immersion, per qualche<br />
ora, nel mood coppiano. I tavoli, le<br />
se<strong>di</strong>e, il lettone dei genitori… Tutto ciò<br />
parla dei Coppi. Sono queste le sue ra<strong>di</strong>ci,<br />
simili a quelle del suo rivale <strong>di</strong> sempre,<br />
Gino Bartali. La favola <strong>di</strong> Fausto<br />
nasce sui sentieri polverosi che percorre<br />
in bici per la prima volta e dove si accorge<br />
<strong>di</strong> avere talento nel pedalare. Dalla<br />
campagna fugge presto: troppo duro<br />
il lavoro <strong>di</strong> conta<strong>di</strong>no. Giovinetto, va a fare<br />
il garzone da un salumiere a Novi Ligure.<br />
Consegna la merce ai clienti con<br />
una bicicletta pesante. La bici gli è alleata<br />
per allontanarsi dal destino altrimenti<br />
segnato che lo avrebbe avvinghiato alla<br />
zolla e al mestiere della terra. <strong>In</strong>izia<br />
a correre e a vincere da ragazzino. L’incontro<br />
con un massaggiatore cieco, carismatico<br />
allenatore e <strong>di</strong>rettore sportivo,<br />
Biagio Cavanna, gli apre le porte alla<br />
carriera <strong>di</strong> corridore. Con Fausto corre<br />
anche il fratello, Serse. L’opposto. L’uno<br />
taciturno e chiuso <strong>di</strong> carattere, l’altro solare,<br />
aperto, sempre con la voglia <strong>di</strong> <strong>di</strong>vertirsi.<br />
E uno splen<strong>di</strong>do sorriso. Serse<br />
vinse poco, pochissimo, rispetto al fratello<br />
e morì ancor giovane dopo essere caduto<br />
durante una corsa, il Giro del Piemonte<br />
del 1951. Un tragico destino.<br />
<strong>In</strong> questa pagina.<br />
Sopra: Una corte<br />
<strong>di</strong> Castellania-<br />
Coppi, in provincia<br />
<strong>di</strong> Alessandria, la<br />
città natale del<br />
Campionissimo<br />
A lato: Fausto e Serse<br />
Coppi raffigurati su<br />
uno dei murales <strong>di</strong><br />
Castellania-Coppi<br />
Sotto: Alcune stanze<br />
della Casa Museo<br />
del Campionissimo<br />
con alcuni cimeli<br />
appartenuti al<br />
corridore.<br />
La colonna sonora<br />
<strong>di</strong> una generazione<br />
La storia <strong>di</strong> Coppi è condensata anche<br />
nelle canzoni a lui de<strong>di</strong>cate; struggenti,<br />
belle, poetiche: “Un omino con le ruote –<br />
canta Gino Paoli – contro tutto il mondo,<br />
un omino con le ruote contro l’Isoard,<br />
che va su, che va su, ancora, che va<br />
su…/ Vien su dalla fatica e dalle strade<br />
bianche, la fatica muta e bianca, che non<br />
cambia mai, che va su ancora/ Qui da noi<br />
per cinque volte, poi due volte in Francia/<br />
Per il mondo quattro volte, contro il vento<br />
due/ Occhi miti e naso che <strong>di</strong>vide il vento,<br />
occhi neri e seri guardano il pavé…”.<br />
Di Coppi si sono occupati giornalisti e<br />
anche fior <strong>di</strong> scrittori. Curzio Malaparte<br />
mise a confronto i due avversari con<br />
alcune pungenti osservazioni, che si<br />
possono leggere all’interno <strong>di</strong> un agile<br />
libretto e<strong>di</strong>to da Adelphi, Coppi e Bartali.<br />
<strong>In</strong>teressante la nota finale <strong>di</strong> Gianni<br />
Mura, che riassume così le <strong>di</strong>fferenze<br />
fra i due corridori: Bartali è pio, Coppi<br />
un libero pensatore, Ginettaccio è uomo<br />
in senso antico, classico mentre il Campionissimo<br />
è uomo in senso moderno,<br />
scientifico. E via <strong>di</strong>cendo. Per gli osservatori<br />
del tempo e per Curzio Malaparte,<br />
Gino rimaneva il vecchio sia pur carico<br />
<strong>di</strong> gloria come un eroe omerico, mentre<br />
Fausto era il nuovo. Purtuttavia il vecchio,<br />
e la tra<strong>di</strong>zione, sopravvisse al nuovo;<br />
Fausto infatti morì prematuramente<br />
a 40 anni, per colpa della malaria<br />
non <strong>di</strong>agnosticata contratta in Africa.<br />
Nella narrazione del mito ci viene proposto<br />
il Coppi ragazzino che insegue il<br />
sogno <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare corridore affrancandosi<br />
dalla vita da conta<strong>di</strong>no, poi c’è il<br />
Fausto, giovane e vincente che trionfa<br />
nel suo primo Giro d’Italia, poco prima<br />
che l’Italia entrasse in guerra. Dopo<br />
la guerra arriva il Campionissimo, che<br />
raccoglie vittorie ed è osannato dalle foglie.<br />
Poi l’ultimo Coppi è a fine carriera,<br />
che si ostina a correre anche alla soglia<br />
dei quarant’anni, forse per mantenere<br />
l’alto livello <strong>di</strong> vita borghese acquisito.<br />
Ma nell’anima e nel cuore rimase sempre<br />
fedele alla sua natura, appena cambiato<br />
dagli eventi. Fausto Coppi da Castellania.
10<br />
in <strong>punta</strong> <strong>di</strong> <strong>sellino</strong><br />
IL PERCORSO<br />
Lombar<strong>di</strong>a, terra <strong>di</strong> ciclisti e <strong>di</strong> campioni<br />
La corsa rosa transiterà per strade frequentate dagli appassionati della bici e da località che<br />
hanno dato i natali a tanti protagonisti della storia del Giro d’Italia. Felice Gimon<strong>di</strong>, originario<br />
<strong>di</strong> Sedrina, nella bergamasca, vinse tre e<strong>di</strong>zioni della competizione, Ivan Basso due<br />
La Lombar<strong>di</strong>a potrebbe fare l’offesa,<br />
e forse ne avrebbe <strong>di</strong>ritto, visto<br />
che quest’anno il Giro si concluderà<br />
a Roma. L’arrivo a Milano<br />
– più volte all’interno del Velodromo<br />
Vigorelli oppure <strong>di</strong> fianco al<br />
Duomo – per tanti anni ha rappresentato<br />
una tra<strong>di</strong>zione e anche<br />
il naturale approdo <strong>di</strong> un grande<br />
evento ideato proprio nel capoluogo<br />
lombardo. L’intenzione <strong>di</strong><br />
organizzare la gara fu formalizzata<br />
con un annuncio dalla Gazzetta<br />
dello Sport il 24 agosto 1908:<br />
la prima e<strong>di</strong>zione partì il successivo<br />
13 <strong>maggio</strong> alle 2:53 del mattino<br />
dal Rondò <strong>di</strong> Loreto a Milano. Gli<br />
appassionati quest’anno dovranno<br />
accontentarsi <strong>di</strong> due tappe lombarde,<br />
ma non si lamenteranno perché<br />
sono sportivi e la prenderanno con filosofia:<br />
in programma c’è la quattor<strong>di</strong>cesima<br />
frazione, che si <strong>di</strong>sputa il 20 <strong>maggio</strong><br />
con l’arrivo a Cassano Magnago, dove è<br />
posto un traguardo adatto ai velocisti, e<br />
la successiva con partenza da Seregno e<br />
arrivo a Bergamo.<br />
La prima frazione lombarda collegherà<br />
la Svizzera con l’Italia: il via sarà dalla<br />
citta<strong>di</strong>na elvetica <strong>di</strong> Sierre, la tappa interesserà<br />
il Varesotto nella parte finale<br />
dei 194 chilometri previsti con il passaggio<br />
da Sesto Calende e successivamente<br />
da Vergiate, Crugnola <strong>di</strong> Mornago,<br />
Quinzano San Pietro <strong>di</strong> Sumirago, Albizzate,<br />
Solbiate Arno, Carnago, Rovate,<br />
Peveranza, Bolladello <strong>di</strong> Cairate<br />
e Cassano Magnago con l’arrivo in via<br />
Marconi.<br />
Cassano Magnago è culla <strong>di</strong> ciclisti. I più<br />
recenti in gruppo sono stati Ivan Basso<br />
ed Edoardo Girar<strong>di</strong>, tra i più amati<br />
Wla<strong>di</strong>miro Panizza, che vanta il record<br />
<strong>di</strong> partecipazioni al Giro: 18, se<strong>di</strong>ci<br />
delle quali portate a termine. Senza <strong>di</strong>menticare<br />
Mario Lanzafame, Alfredo<br />
Chinetti, Valerio Lual<strong>di</strong> e Luciano<br />
Borgognoni. La città è in fermento da<br />
<strong>di</strong>verse settimane e continua a proporre<br />
numerose iniziative in attesa del via<br />
del Giro.<br />
Valcava e Selvino salite importanti<br />
Nella frazione successiva – come anticipato<br />
– i corridori partiranno da Seregno<br />
Il Velodromo Vigorelli<br />
Le tappe lombarde del Giro d’Italia <strong>2023</strong><br />
A SEREGNO UNA MARATONA DI INIZIATIVE<br />
per raggiungere Bergamo, non prima <strong>di</strong><br />
aver affrontato il Valico <strong>di</strong> Valcava e le<br />
salite <strong>di</strong> Selvino, Miragolo San Salvatore<br />
e Roncola Alta. Si tratta <strong>di</strong> una tappa<br />
insi<strong>di</strong>osa per i big. La Valcava è una salita<br />
impegnativa e potrebbe offrire l’occasione<br />
a qualche attaccante per movimentare<br />
la giornata. Anche i tornanti<br />
del Selvino, palestra <strong>di</strong> allenamento per<br />
corridori in attività e cicloamatori, non<br />
sono da sottovalutare. La frazione evoca<br />
ciclisti importanti. La bergamasca è stata<br />
fucina <strong>di</strong> campioni e ottimi corridori.<br />
Un nome su tutti: Felice Gimon<strong>di</strong>, originario<br />
<strong>di</strong> Sedrina, che ci ha lasciato nell’agosto<br />
del 2019. Il corridore, protagonista<br />
negli anni ’70, è ancora oggi un’icona<br />
del ciclismo italiano con il ricordo dei<br />
suoi successi (tre Giri e un Tour de France)<br />
e lo stile e i tratti eleganti anche fuori<br />
dalle corse.<br />
<strong>In</strong> occasione della partenza il 21 <strong>maggio</strong> della 15esima tappa del Giro<br />
d’Italia che porterà i corridori fino a Bergamo la città brianzola si è<br />
preparata a questo evento con un ricco programma <strong>di</strong> ap<strong>punta</strong>menti:<br />
incontri con gli ex campioni, mostre e serate a tema ciclistico. La bici<br />
e il Giro d’Italia sono i protagonisti in<strong>di</strong>scussi. La serie <strong>di</strong> manifestazioni,<br />
dal titolo “#FuorigiroSeregno – aspettando il giorno della gara”, ha<br />
visto molti ap<strong>punta</strong>menti <strong>di</strong> qualità come la proiezione del film Il migliore:<br />
Pantani con la presenza del regista Paolo Santolini e del giornalista<br />
Davide De Zan.<br />
Memorabilia, bici appartenute ai campioni,“reliquie” ciclistiche e veri<br />
e propri documenti storici che afferiscono alla storia del ciclismo si potranno<br />
ammirare nella filiale <strong>di</strong> Seregno del Banco Bpm, in via Montello<br />
1, dal 15 al 19 <strong>maggio</strong>. Il materiale, <strong>di</strong> gran valore, proviene dal<br />
Museo del Ghisallo, un punto <strong>di</strong> riferimento degli appassionati delle<br />
due ruote voluto fortemente da Fiorenzo Magni, l’in<strong>di</strong>menticabile<br />
campione, il terzo uomo al tempo dei duelli fra Coppi e Bartali. Gli orari<br />
<strong>di</strong> apertura: dalle 8.20 alle 13.20 e dalle 14.30 alle 16.30.<br />
Il giorno della gara, domenica 21, è previsto il gran finale: alle 10.15<br />
e 15, in biblioteca civica Pozzoli <strong>di</strong> piazza Gan<strong>di</strong>ni “Gino Bartali eroe<br />
silenzioso”, un monologo teatrale a cura <strong>di</strong> Luna e Gnac teatro Bergamo,<br />
con la collaborazione della Biblioteca Ettore Pozzoli; alle 16, in<br />
piazza Italia “show in rosa”, a cura <strong>di</strong> Liberty Dance asd, esibizione a<br />
tema la corsa rosa con varie <strong>di</strong>scipline <strong>di</strong> ballo; nelle ore pomeri<strong>di</strong>ane<br />
“flash mob”, itinerante nelle vie del centro, a cura <strong>di</strong> Academy Musical<br />
Art, con gli allievi dell’associazione. Altre iniziative lu<strong>di</strong>co musicale sono<br />
in programma per tutto il pomeriggio.
in <strong>punta</strong> <strong>di</strong> <strong>sellino</strong> 11<br />
RITRATTO<br />
Miro Panizza, lo stakanovista del Giro d’Italia<br />
Il corridore <strong>di</strong> Fagnano Olona, mancato nel 2002, vanta ben 18 partecipazioni alla corsa<br />
rosa: un record assoluto. Fu un gregario <strong>di</strong> lusso e quando smise <strong>di</strong> fare il corridore si<br />
de<strong>di</strong>cò al volontariato. Il suo ricordo nelle parole del figlio Massimiliano<br />
La storia <strong>di</strong> Miro Panizza – Wla<strong>di</strong>miro<br />
all’anagrafe – è stato un gregario <strong>di</strong><br />
lusso, ma riuscì comunque a ritagliarsi<br />
un ruolo da protagonista e a vincere<br />
molte corse. Partecipò a ben 18 e<strong>di</strong>zioni<br />
del Giro d’Italia (record assoluto),<br />
dove si aggiu<strong>di</strong>cò due tappe. Il corridore<br />
<strong>di</strong> Fagnano Olona nel Giro del 1980<br />
sfiorò ad<strong>di</strong>rittura il colpaccio: sei giorni<br />
in maglia rosa prima che l’immenso<br />
Hinault rimettesse a posto le gerarchie.<br />
Sofferente <strong>di</strong> cuore, ci ha lasciato<br />
nel 2002 a soli 57 anni. Ecco Miro nelle<br />
parole del figlio Massimiliano.<br />
Ci racconta un aneddoto?<br />
Nel 1967, da neoprofessionista all’esor<strong>di</strong>o<br />
nel Giro d’Italia, nella tappa delle<br />
Tre Cime <strong>di</strong> Lavaredo va in fuga. Dietro,<br />
nella nebbia, i campioni ricevono<br />
spinte dai tifosi. Mio papà aveva più <strong>di</strong><br />
un minuto <strong>di</strong> vantaggio sui vari Motta<br />
e Gimon<strong>di</strong>. Pensava <strong>di</strong> aver vinto, ma a<br />
250 metri dal traguardo è raggiunto a<br />
doppia velocità dagli inseguitori. Torriani<br />
annulla la tappa. Mio papà s’arrabbia,<br />
vuole lasciare il Giro, me<strong>di</strong>ta ad<strong>di</strong>rittura<br />
<strong>di</strong> smettere <strong>di</strong> fare il corridore. Al Processo<br />
alla Tappa, Sergio Zavoli gli consegna<br />
una medaglia d’oro. Poi ci ripenserà<br />
e continuerà a correre.<br />
Si ricorda qualcosa dei suoi<br />
allenamenti?<br />
Mio papà si alzava molto presto al mattino<br />
e prima <strong>di</strong> raggiungerli aveva già pedalato<br />
per 35 chilometri incontrando gli<br />
operai che andavano in fabbrica. Per via<br />
<strong>di</strong> quelle uscite all’alba <strong>di</strong>venne un personaggio<br />
molto conosciuto nella zona.<br />
Che tipo era? Si <strong>di</strong>ce abbia sempre<br />
avuto un bel caratterino…<br />
Era reattivo, sanguigno, ma amato da<br />
molti. Era un grande amico <strong>di</strong> Adriano<br />
De Zan, mentre Torriani, l’organizzatore<br />
del Giro, ascoltava lui quando doveva<br />
parlare con i corridori. Si costruì la fama<br />
<strong>di</strong> sindacalista del gruppo ed era anche<br />
rispettato anche dai corridori belgi che si<br />
sentivano superiori a noi italiani. Poi sì,<br />
era un tipo deciso, d’azione, sapeva imporsi.<br />
Fece passare Mario Lanzafame<br />
tra i professionisti e quando cambiava<br />
squadra riusciva a portarsi <strong>di</strong>etro alcuni<br />
corridori a cui era legato.<br />
Scontri con i colleghi?<br />
Nel 1975 è il gregario <strong>di</strong> Roger De Vlaeminck.<br />
Partecipa e vince la Milano –<br />
Torino. All’arrivo il capitano è furibondo,<br />
è sul punto <strong>di</strong> scaraventargli addosso<br />
la bici. Voleva vincere lui. Mio papà non<br />
fa una piega, gli si para davanti e <strong>di</strong>ce:<br />
“Con tutte le corse che ti ho fatto vincere…”<br />
La storia finì lì.<br />
Si è scritto che fosse comunista.<br />
È vero?<br />
Mio padre è nato in una famiglia povera:<br />
padre comunista, mentre la mamma<br />
andava in chiesa, era devotissima. È stato<br />
anche molto amico <strong>di</strong> due sacerdoti,<br />
don Mario Galfrascoli, che giocava<br />
benissimo a calcio e tifava per il Torino,<br />
e don Peppino Catturino, lo storico<br />
parroco <strong>di</strong> Cassano Magnago. E poi ci<br />
fu la grande amicizia con Gino Bartali<br />
che <strong>di</strong>venne il mio padrino <strong>di</strong> battesimo.<br />
Con papà si vedevano spesso.
12 in <strong>punta</strong> <strong>di</strong> <strong>sellino</strong><br />
AMARCORD<br />
Marco Pantani, come una struggente nostalgia<br />
Il mito del campione <strong>di</strong> Cesenatico rivive nei tanti ricor<strong>di</strong> degli appassionati,<br />
nei tributi, nelle intitolazioni <strong>di</strong> vie e <strong>di</strong> passi, negli spettacoli teatrali e nello spiazzante<br />
e umanissimo documentario firmato dal regista Paolo Santolini<br />
Il monte Carpegna, lo scorso marzo,<br />
è <strong>di</strong>ventato Passo Pantani, un tributo<br />
al Pirata che proprio sui suoi tornanti<br />
si allenava e costruiva le sue vittorie<br />
più esaltanti. Sempre su queste strade<br />
a partire da quest’anno si svolge una<br />
competizione ad alto livello riservata<br />
ai <strong>di</strong>lettanti. Mostre, serate, libri e film<br />
ricordano e celebrano il mito del corridore<br />
<strong>di</strong> Cesenatico, scomparso il 14 febbraio<br />
2004 in circostanze non ancora<br />
completamente chiarite. Pantani è un<br />
mito, un ricordo, un’emozione. Marco è<br />
ancora una presenza per gli amici, i famigliari<br />
e gli appassionati. Il Giro <strong>2023</strong><br />
gli riserba alcuni speciali tributi, il più<br />
delle volte negli eventi collaterali, a lato<br />
della competizione.<br />
I <strong>di</strong>segni <strong>di</strong> Miguel Soro<br />
La sua regione, la Romagna, gli riserberà<br />
un particolare tributo. Domenica<br />
14 <strong>maggio</strong> si svolgerà la cronometro<br />
Savignano Rubicone - Cesena, trentacinque<br />
chilometri adatti agli specialisti<br />
delle prove contro il tempo. E per l’occasione,<br />
a Riccione, è in programma<br />
la mostra <strong>di</strong> Miguel Soro, ex<br />
corridore e da anni pittore professionista,<br />
intitolata ‘Marco Pantani<br />
e i campionissimi’, che celebra<br />
i gran<strong>di</strong> del ciclismo a partire<br />
dall’in<strong>di</strong>menticabile Pirata. Sono<br />
in tutto <strong>di</strong>ciotto le opere realizzate<br />
dall’artista spagnolo, che nei suoi<br />
lavori esprime la sua immensa passione<br />
per le due ruote, realizzando<br />
opere che con il suo personale stile<br />
immortalano i più celebri campioni<br />
in sella alle loro inseparabili biciclette.<br />
Nel percorso espositivo due<br />
sale sono de<strong>di</strong>cate ai miti del ciclismo<br />
nati in Romagna. Alcuni <strong>di</strong><br />
questi lavori sono stati realizzati<br />
espressamente per la mostra.<br />
Nelle altre sale sono esposte opere<br />
de<strong>di</strong>cate ad altri famosi campioni del<br />
passato e del presente che hanno segnato<br />
la storia del ciclismo, tra questi: Alfredo<br />
Binda, Fausto Coppi, Gino Bartali,<br />
Fiorenzo Magni, Jacques Anquetil, Felice<br />
Gimon<strong>di</strong>, Francesco Moser, fino a<br />
Filippo Ganna.<br />
Un grande e doloroso tributo al campione<br />
<strong>di</strong> Cesenatico è poi il film <strong>di</strong> Paolo<br />
Santolini, Il Migliore. Marco Pantani,<br />
trasmesso anche dalla Rai. Il lavoro racconta<br />
l’universo umano, sociale e culturale<br />
in cui il campione si è formato: amici,<br />
sostenitori, allenatori che, a <strong>di</strong>stanza<br />
<strong>di</strong> quasi vent’anni dalla sua morte, raccontano<br />
il loro campione al presente.<br />
Grazie a una sapiente proposizione <strong>di</strong><br />
materiali d’archivio emerge la personalità<br />
<strong>di</strong> Marco con gli amici, sulla sua<br />
amata motocicletta, fra squarci vertiginosi<br />
<strong>di</strong> melanconia felliniana e aspirazioni<br />
alla vita. Non è la solita inchiesta,<br />
non è il solito documentario, ma uno<br />
sguardo tenero e appassionato, sicuramente<br />
amorevolmente <strong>di</strong> parte, su un<br />
uomo troppo presto strappato alla vita.
STORIE | A cura <strong>di</strong> Paolo Costa<br />
in <strong>punta</strong> <strong>di</strong> <strong>sellino</strong> 13<br />
Silvano Contini: quell’amore (sofferto)<br />
per la maglia rosa<br />
La salita che porta a Plan <strong>di</strong> Montecampione<br />
da Artogne, in Val Camonica,<br />
è lunga una ventina <strong>di</strong> chilometri e<br />
ha pendenze impegnative. Ma arriva al<br />
termine <strong>di</strong> una tappa anomala per via<br />
della lunghezza o meglio della brevità<br />
(85 km.). Alla fine del Giro ’82 mancano<br />
quattro giorni e tre ostacoli: Montecampione,<br />
appunto, la Cuneo-Pinerolo coi<br />
cinque colli a rievocare la cavalcata <strong>di</strong><br />
Coppi del ’49 e la crono <strong>di</strong> Torino <strong>di</strong><br />
42,5 km. Ma Silvano Contini, giovane<br />
campioncino della Bianchi, ha due minuti<br />
e 14 secon<strong>di</strong> su “Napoleone” Bernard<br />
Hinault: un vantaggio importante,<br />
che autorizza sogni <strong>di</strong> gloria a una tifoseria<br />
italiana che non vede l’ora <strong>di</strong> farsi<br />
beffe del francese. Quattro giorni, da<br />
mercoledì a domenica, e la maglia rosa<br />
potrà definitivamente avvolgere le spalle<br />
del sorridente alfiere in biancoceleste,<br />
espressione della nostrana nouvelle vague,<br />
già maglia bianca <strong>di</strong> miglior giovane<br />
al Giro del debutto nel 1979 e vincitore<br />
<strong>di</strong> tre tappe nella e<strong>di</strong>zione in corso.<br />
La cotta<br />
Ma Contini va alla deriva. Man mano<br />
che la strada sale, perde terreno e a nulla<br />
possono servire i compagni <strong>di</strong> squadra…<br />
è una cotta terribile. Che cosa<br />
può essere mai successo in ventiquattro<br />
ore per passare da una forma smagliante<br />
a una crisi del genere? Dirà il <strong>di</strong>rettore<br />
sportivo Ferretti: “La verità è che<br />
a Silvano la maglia rosa invece <strong>di</strong> fargli<br />
raddoppiare le forze gliele fa <strong>di</strong>mezzare”.<br />
<strong>In</strong>somma, siamo <strong>di</strong> fronte a un crollo<br />
psicologico? Può essere, ma i manuali <strong>di</strong><br />
ciclismo, alla voce “tattiche e strategie”<br />
dovrebbero riportare come caso esemplare<br />
anche quanto escogitato da Hinault<br />
e compagni.<br />
I francesi, infatti, considerati i chilometri<br />
non eccessivi della tappa, sono usciti in<br />
bici due ore prima della partenza pedalando<br />
come in gara. Non solo un riscaldamento,<br />
ma un’azione che permette a<br />
Hinault <strong>di</strong> scattare subito dopo il via. È<br />
questo atteggiamento spavaldo, <strong>di</strong> forza<br />
ostentata, che mette in <strong>di</strong>fficoltà Contini,<br />
il quale non ha problemi fisici (nelle<br />
tappe successive andrà bene), ma si lascia<br />
vincere dal panico e alla fine perde<br />
quasi quattro minuti. Ad<strong>di</strong>o Giro. Un’altra<br />
volta. Sì perché il giovane campione<br />
varesino ha un feeling con la corsa rosa<br />
corrisposto solo in parte. <strong>In</strong> totale al<br />
termine della carriera avrà collezionato<br />
14 maglie rosa ed è parere generale<br />
Da sinistra, Giuseppe Saronni,<br />
Silvano Contini e, a destra,<br />
Paolo Costa, l’autore del libro.<br />
dei cultori che una vittoria finale se la<br />
sarebbe anche meritata. “Non però quella<br />
del 1982 - ricorda Contini- perché Hinault<br />
era imbattibile. Era il più forte <strong>di</strong><br />
tutti ed ero io il primo a sapere che alla<br />
fine avrebbe vinto lui. Il Giro che avrei voluto<br />
e potuto portare a casa è stato quello<br />
del 1981. <strong>In</strong> quei primi mesi dell’anno<br />
volavo, ma purtroppo alla vigilia del Giro<br />
L’AUTORE<br />
Paolo Costa, che ha scritto l’articolo in pagina, è anche l’autore<br />
del libro de<strong>di</strong>cato a Silvano Contini nel quale sono raccolte<br />
storie e aneddoti relativi a questo corridore degli anni ’70 e<br />
’80. Costa è un innamorato del ciclismo, giornalista occupato<br />
in tutt’altro settore, ma al mondo della bicicletta ha sempre<br />
de<strong>di</strong>cato grande attenzione. Il suo interesse si esprime soprattutto<br />
nei confronti dei personaggi che si nascondono <strong>di</strong>etro a<br />
ogni impresa sportiva. Per i tipi della E<strong>di</strong>ciclo ha pubblicato<br />
Gino Bartali, la vita, le imprese, le polemiche (2015).<br />
mi ero beccato un attacco influenzale e<br />
ho dovuto prendere gli antibiotici per tutta<br />
la durata della corsa. Anche Battaglin<br />
in quel periodo volava, certo, e il Giro ha<br />
avuto un degno vincitore. Ma quello era il<br />
mio anno”. Contini è stato protagonista<br />
<strong>di</strong> un inizio <strong>di</strong> corsa scoppiettante (titolo<br />
<strong>di</strong> un quoti<strong>di</strong>ano: “Solo Contini recita<br />
da Merckx”), ma i malanni fisici alla lunga<br />
sono esplosi e hanno costretto Silvano<br />
alla resa sulle Tre Cime <strong>di</strong> Lavaredo,<br />
dove i “girini” hanno trovato pioggia<br />
e gran<strong>di</strong>ne.<br />
Hinault, il gigante<br />
Il Giro d’Italia in quegli anni è stato preda<br />
<strong>di</strong> Hinault per tre volte su tre partecipazioni.<br />
Tra gli italiani era allo zenith<br />
la rivalità tra Saronni e Moser e alla loro<br />
ombra era <strong>di</strong>fficile emergere. Eppure<br />
si è fatta largo una generazione <strong>di</strong><br />
ottimi corridori tra i quali spiccava appunto<br />
Contini (tra le sue vittorie la Liegi<br />
’82). Lui era una <strong>punta</strong> del tridente della<br />
Bianchi con Tommy Prim e Giovanbattista<br />
Baronchelli e il Giro d’Italia era il<br />
loro palcoscenico. Non riuscirono a vincerlo,<br />
ma ci andarono molto vicini. Dopo<br />
l’esperienza in Bianchi, Contini ha<br />
fatto il girovago accasandosi in <strong>di</strong>verse<br />
squadre. Nel 1989, a fine carriera, è riuscito<br />
(in maglia Malvor Si<strong>di</strong> Colnago)<br />
a indossare ancora cinque volte la maglia<br />
rosa. “Ormai non avevo più velleità<br />
<strong>di</strong> vittoria finale - ricorda Silvano - ma indossare<br />
<strong>di</strong> nuovo il simbolo del primato è<br />
stata una bella sod<strong>di</strong>sfazione”. Le avventure<br />
<strong>di</strong> Contini, dagli esor<strong>di</strong> nelle categorie<br />
giovanili alle imprese nel mondo dei<br />
professionisti, sono ora raccolte in un libro<br />
(“Sorrisi e fantasia: il ciclismo <strong>di</strong> Silvano<br />
Contini”, ricavato in beneficenza,<br />
da chiedere a info@sunriseme<strong>di</strong>a.it).
14<br />
in <strong>punta</strong> <strong>di</strong> <strong>sellino</strong><br />
CULTURA<br />
La storia appassionante <strong>di</strong> Gino (il Giusto)<br />
Proprio a pochi giorni dall’avvio del Giro d’Italia in un teatro lon<strong>di</strong>nese ha debuttato<br />
uno spettacolo ispirato alla vicenda sportiva e umana <strong>di</strong> Bartali, che salvò la vita<br />
a un migliaio <strong>di</strong> ebrei perseguitati. Una vicenda che ha commosso e appassionato<br />
Il 22 aprile, a pochi giorni dall’inizio del<br />
Giro d’Italia, ha debuttato a Londra il<br />
musical “Glory Ride“, spettacolo incentrato<br />
sulla figura <strong>di</strong> Gino Bartali, scritto<br />
da Victoria Buchholz e Todd Buchholz.<br />
Sarà al Charing Cross Theatre,<br />
The Arches, sino al 29 luglio, dopo una<br />
presentazione in forma <strong>di</strong> concerto avvenuta<br />
lo scorso novembre. La storia<br />
dell’uomo <strong>di</strong> ferro ha fatto ormai il giro<br />
del mondo e continua ad accendere<br />
interesse e passione. <strong>In</strong> questo caso l’eco<br />
della vicenda sportiva e soprattutto<br />
umana <strong>di</strong> Ginettaccio ha varcato l’Oceano,<br />
approdando negli Stati Uniti. Victoria<br />
Buchholz, autrice <strong>di</strong> comme<strong>di</strong>e<br />
e <strong>di</strong> numerose canzoni pop americane,<br />
ha scoperto la straor<strong>di</strong>naria storia <strong>di</strong> Gino<br />
Bartali viaggiando per i borghi della<br />
Toscana. ha iniziato a lavorare all’opera<br />
con il padre Todd, romanziere e storico<br />
economico, co-produttore originale <strong>di</strong><br />
“Jersey Boys” e l’autore dell’opera teatrale<br />
“The Greatest Game”.<br />
Un cast stellare<br />
Per la scelta degli interpreti del musical<br />
la produzione dello spettacolo ha <strong>punta</strong>to<br />
sulla qualità. Bartali è interpretato<br />
da Josh St. Clair (Frozen, City of Angels<br />
, Wicked); il car<strong>di</strong>nale Dalla Costa<br />
è Niall Sheehy (Les Misérables, Ghost,<br />
We Will Rock You); Mario Carità, amico<br />
d’infanzia <strong>di</strong> Bartali e poi poliziotto<br />
fascista de<strong>di</strong>to a perseguitare gli ebrei,<br />
è interpretato da Fed Zanni (Mamma<br />
Mia!). Tra gli attori italiani in scena ci sono<br />
Loris Scarpa nel ruolo <strong>di</strong> Lorenzo e<br />
Susanna Paisio, che interpreta Rosetta;<br />
Adriana Bani, la moglie <strong>di</strong> Bartali, è<br />
impersonata da Amy Di Bartolomeo, e<br />
Alice Spigariol è nell’ensemble. La regia<br />
è firmata dalla coreografa Kelly Devine<br />
(Come From Away).<br />
Il cast <strong>di</strong> Glory Ride.<br />
Salvò almeno 800 ebrei<br />
Il musical ripercorre le gesta sportive del<br />
corridore e il suo impegno a sprezzo del<br />
pericolo nel contribuire a salvare centinaia<br />
<strong>di</strong> ebrei dalla cattura durante il periodo<br />
della persecuzione nazista.<br />
Bartali era un devoto cattolico, ed era<br />
molto legato all’Arcivescovo <strong>di</strong> Firenze<br />
Angelo Elia Dalla Costa (riconosciuto<br />
come Giusto tra le Nazioni nel 2012).<br />
Di conseguenza, dopo l’occupazione tedesca<br />
in Italia nel settembre 1943, Bartali<br />
- che era un corriere della Resistenza<br />
- giocò un ruolo molto importante nel<br />
salvataggio degli ebrei da parte della Delegazione<br />
per l’assistenza agli immigrati<br />
(DELASEM), rete avviata dallo stesso Dalla<br />
Costa e dal rabbino Nathan Cassuto.<br />
Bartali, che notoriamente per allenarsi<br />
copriva gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>stanze, spesso dalla<br />
sua Firenze, trasportava sino ad Assisi<br />
documenti falsi nascosti nel manubrio<br />
e nella sella della sua bicicletta, e poi li<br />
consegnava alle famiglie dei perseguitati,<br />
spesso ospitati segretamente nei conventi<br />
messi a <strong>di</strong>sposizione dai sacerdoti<br />
e dai religiosi cattolici. I documenti falsificati<br />
servivano a far uscire dall’Italia i<br />
perseguitati e a evitare così la loro cattura<br />
da parte dei tedeschi. La vicenda è<br />
stata fatta conoscere per la prima volta<br />
dall’ex corridore Paolo Alberati, che<br />
l’ha riportata in uno dei suoi libri.<br />
L’INTRAMONTABILE<br />
Già medaglia d’oro al merito civile<br />
nel 2005, Gino Bartali è stato riconosciuto<br />
anche come Giusto tra le Nazioni da<br />
Yad Vashem il 23 settembre 2013, mentre<br />
la Chiesa cattolica ha iniziato il suo<br />
processo <strong>di</strong> canonizzazione anche se <strong>di</strong><br />
questo fatto non se ne parla molto.<br />
<strong>In</strong> fondo il personaggio <strong>di</strong> Gino Bartali<br />
è tutto raccontato nella canzone<br />
scritta e interpretata da Paolo Conte:<br />
Farà piacere un bel mazzo <strong>di</strong> rose/e<br />
anche il rumore che fa il cellophane/<br />
ma una birra fa gola <strong>di</strong> più/in questo<br />
giorno appiccicoso <strong>di</strong> caucciù. Frasi<br />
apparentemente strampalate, ma che<br />
servono a evocare quel clima <strong>di</strong> attesa<br />
dello spettatore <strong>di</strong> una grande corsa,<br />
seduto in cima a un paracarro e che<br />
sta pensando agli affari suoi e tra una<br />
moto e l’altra c’è un silenzio/che descriverti<br />
non saprei.<br />
E poi, sublime,<br />
Oh, quanta strada nei miei sandali/quanta ne avrà fatta Bartali/quel naso<br />
triste come una salita/ quegli occhi allegri <strong>di</strong> un italiano in gita/ e i francesi<br />
ci rispettano/che le balle ancora gli girano/e tu mi fai – dobbiamo andare al<br />
cine/ – e vai al cine, vacci tu.<br />
Bartali è stato un personaggio romantico, scomodo al regime fascista che<br />
cercò – invano – <strong>di</strong> strumentalizzarne le imprese; aiutò segretamente il<br />
car<strong>di</strong>nale Elia Della Costa, che aveva organizzato una rete per aiutare gli<br />
ebrei perseguitati a scappare dall’Italia. Per questo motivo Bartali è stato<br />
riconosciuto come<br />
Giusto tra le Nazioni<br />
da Yad Vashem il 23<br />
settembre 2013. Vinse<br />
tre Giri d’Italia (nel<br />
1936, 1937 e 1946), e<br />
tre Tour de France,<br />
nel 1938 e 1948. Il suo<br />
valore agonistico fu<br />
contrastato dall’arrivo<br />
sulla scena <strong>di</strong> Fausto<br />
Coppi. Ne nacque<br />
una grande rivalità,<br />
raccontata dalla ra<strong>di</strong>o<br />
e dai giornali dell’epoca,<br />
da numerosi libri<br />
persino da una miniserie<br />
televisiva andata<br />
in onda nel 2006, L’<strong>In</strong>tramontabile,<br />
interpretata<br />
da Pierfrancesco<br />
Favino.
L’ARRIVO<br />
A Roma il gran finale<br />
in <strong>punta</strong> <strong>di</strong> <strong>sellino</strong> 15<br />
L’ultima frazione dovrebbe essere una passerella per la maglia rosa. Il circuito finale,<br />
da percorrere cinque volte, è all’interno della Città Eterna e i corridori effettueranno<br />
un passaggio anche in via della Conciliazione davanti alla Basilica <strong>di</strong> San Pietro<br />
Per la quinta volta nella sua storia il Giro<br />
d’Italia si concluderà nella Capitale.<br />
Il gran finale è programmato al Colosseo,<br />
dopo una frazione lunga 135<br />
chilometri. Dopo le fatiche accumulate,<br />
in particolare nell’ultima settimana,<br />
i corridori potranno godersi la passerella<br />
finale e gli applausi. La spunto agonistico<br />
sarà riservato agli specialisti della<br />
volata che vorranno <strong>di</strong>sputarsi l’ultimo<br />
sprint. L’ap<strong>punta</strong>mento, dunque, è per<br />
il 28 <strong>maggio</strong> con la partenza dell’ultima<br />
tappa dall’Eur, per poi spostarsi a Ostia,<br />
fino a tornare in<strong>di</strong>etro tra le bellezze <strong>di</strong><br />
Roma all’interno del centro storico. La<br />
ban<strong>di</strong>erina dello start calerà alle ore<br />
15.20 dall’Eur dal Colosseo Quadrato<br />
per poi spostarsi fino alla Fontana dello<br />
Zo<strong>di</strong>aco ad Ostia e da qui a ritornare<br />
in città.<br />
Pietro, Castel Sant’Angelo, Villa Borghese,<br />
l’Ara Pacis in un anello nella citta’<br />
<strong>di</strong> 17.6 chilometri da percorrere cinque<br />
volte. La <strong>maggio</strong>r parte delle strade saranno<br />
larghe e ben pavimentate. Non ci<br />
saranno tratti particolarmente impegnativi<br />
per la guida del mezzo, fanno sapere<br />
dall’organizzazione, mentre i tratti con<br />
fondo in sampietrini saranno ridotti al<br />
minimo. Nel passato proprio la presenza<br />
dei sampietrini aveva provocato <strong>di</strong>fficoltà<br />
e cadute nel gruppo e per questo motivo<br />
l’organizzazione della corsa si è pro<strong>di</strong>gata<br />
per evitare problemi.<br />
L’arrivo nella capitale della cristianità,<br />
nella città culla dell’arte e della fede, che<br />
ogni anno richiama migliaia <strong>di</strong> turisti e<br />
pellegrini, è un fatto notevole. <strong>In</strong> passato,<br />
in alcune occasioni, la carovana del<br />
Giro fece ad<strong>di</strong>rittura visita ai Papi.<br />
Nel 2000 Pantani incontrò<br />
Giovanni Paolo II<br />
Il 16 <strong>maggio</strong> 1974 il Giro partì dal Vaticano<br />
e papa Paolo VI benedì i corridori.<br />
Di quell’incontro sono rimaste alcune<br />
celebri immagini che lo ritraggono il<br />
Pontefice asssieme a Eddy Merckx e Felice<br />
Gimon<strong>di</strong>. Memorabile fu l’incontro<br />
in occasione del Giubileo del 2000 in Sala<br />
Clementina fra Marco Pantani e Giovanni<br />
Paolo II, che era un grande sportivo<br />
e si fece costruire ad<strong>di</strong>rittura una<br />
piscina in Vaticano. L’anno precedente,<br />
a Madonna <strong>di</strong> Campiglio, mentre stava<br />
dominando il Giro, il Pirata era stato fermato<br />
per i valori fuori norma dell’ematocrito,<br />
e scoppiò una bufera. Quel giorno<br />
Pantani strinse le mani a Wojtyła e si<br />
lasciò andare a un grande sorriso.<br />
Papa Francesco, che notoriamente è<br />
un tifoso della squadra <strong>di</strong> calcio del San<br />
Lorenzo, un giorno <strong>di</strong>sse <strong>di</strong> conoscere la<br />
vicenda <strong>di</strong> un grande campione <strong>di</strong> ciclismo.<br />
“Allo Yad Vashem a Gerusalemme<br />
– <strong>di</strong>sse il Pontefice – mi raccontarono <strong>di</strong><br />
Bartali, il leggendario ciclista che, reclutato<br />
dal car<strong>di</strong>nale Elia Dalla Costa, con la<br />
scusa <strong>di</strong> allenarsi in bicicletta, partiva da<br />
Firenze alla volta <strong>di</strong> Assisi e faceva ritorno<br />
con decine <strong>di</strong> documenti falsi nascosti<br />
nel telaio della bici, che servivano per far<br />
fuggire e quin<strong>di</strong> salvare gli ebrei. Pedalava<br />
per centinaia <strong>di</strong> chilometri ogni giorno<br />
sapendo che, qualora lo avessero fermato,<br />
sarebbe stata la sua fine. Così facendo<br />
offrì una vita nuova a intere famiglie perseguitate<br />
dai nazisti, nascondendo qualcuno<br />
<strong>di</strong> loro anche a casa sua. Si <strong>di</strong>ce che<br />
aiutò circa ottocento ebrei, con le loro famiglie,<br />
a salvarsi durante la barbarie a<br />
cui vennero sottoposti. Diceva che il bene<br />
si fa e non si <strong>di</strong>ce, se no che bene è? Lo Yad<br />
Vashem lo considera “Giusto tra le nazioni”,<br />
riconoscendo il suo impegno”.<br />
Anche papa Francesco potrà<br />
applau<strong>di</strong>re i corridori<br />
I corridori toccheranno Corso Vittorio,<br />
il Lungotevere, Passeggiata <strong>di</strong> Ripetta,<br />
Villa Borghese, i Fori Imperiali, Castel<br />
Sant’Angelo ed effettueranno un passaggio<br />
anche in via della Conciliazione<br />
davanti alla Basilica <strong>di</strong> San Pietro. Arrivo<br />
con vista Colosseo fra i Fori Imperiali<br />
e l’Altare della Patria, previsto intorno<br />
alle 18:45 e successiva premiazione dei<br />
vincitori nello splen<strong>di</strong>do scenario della<br />
città eterna. Il percorso del circuito<br />
sarà <strong>di</strong>fferente da quello del 2009 e del<br />
2018 perché i ciclisti passeranno da San<br />
Supplemento a NordMilano24 N. 0 - Maggio <strong>2023</strong><br />
Marketing e pubblicità: DeiNaviganti 3453971562 - 3407012503<br />
E<strong>di</strong>tore: Prima Società Cooperativa Sociale a r.l.<br />
via Canzio 11, 2092 Cinisello Balsamo (MI)<br />
Testi: Angelo De Lorenzi e Paolo Costa<br />
Grafica: Yurij Pezzini<br />
Stampa: La Tipografia - Buccinasco (Mi)<br />
Immagini: Angelo De Lorenzi (cover, 4 in basso, 7, 8, 9, 10 in basso,<br />
15), Miguel Soro (12 e copertina), Paolo Costa (13), Franco<br />
Brambillasca (4 in alto e a destra), Bar<strong>di</strong>ani CSF Faizanè-Bettini/<br />
SprintCyclingAgency©<strong>2023</strong> (5), De Rosa (6), Massimiliano Panizza,<br />
df-sportspecialist ufficio stampa (4, in basso a destra). Banca Popolare<br />
<strong>di</strong> Milano ufficio stampa (10).
16<br />
in <strong>punta</strong> <strong>di</strong> <strong>sellino</strong>