Maestri Liguri 800 e 900 - 89ª Edizione
Maestri Liguri '800 e '900 - 89ª Edizione
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Galleria Arte Casa<br />
Genova<br />
<strong>Maestri</strong> <strong>Liguri</strong> '<strong>800</strong> e '<strong>900</strong>
50 °<br />
1968 • 2018<br />
<strong>Maestri</strong> <strong>Liguri</strong> '<strong>800</strong> e '<strong>900</strong><br />
89 a EDIZIONE<br />
11 MAGGIO - 1 GIUGNO 2024<br />
Galleria Arte Casa<br />
di Diletta Pelizza & C. s.a.s.<br />
Via Garibaldi, 12 - 16124 Genova<br />
010 541433 - 338 6619453<br />
info@galleria-artecasa.it - www.galleria-artecasa.it
Mostra a cura di:<br />
Giacomo Goslino<br />
Tito Pelizza<br />
Schede delle opere:<br />
Giacomo Goslino<br />
Gli autori ringraziano la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze per il contributo alla ricerca<br />
bibliografica relativa all’opera La pittrice (Ritratto di Lucia Rodocanachi) di Oscar Saccorotti.
«E io aggiungo il mio amore alla storia delle persone che hanno amato le cose belle, e se ne sono<br />
prese cura, e le hanno strappate al fuoco, e le hanno cercate quando erano disperse, e hanno<br />
provato a preservarle e salvarle intanto che, letteralmente, se le passavano di mano in mano,<br />
chiamando dalle rovine del tempo la successiva generazione di amanti, e quella dopo ancora»<br />
(D. Tartt, Il cardellino).<br />
Dopo Antiqua, cui è seguita la prima partecipazione ad ArteGenova, Galleria Arte Casa rinnova<br />
la proposta espositiva con la mostra <strong>Maestri</strong> <strong>Liguri</strong> ‘<strong>800</strong> e ‘<strong>900</strong>, giunta all’89° edizione.<br />
Il percorso espositivo prende forma entro i confini ormai noti: dalla vocazione per la pittura en<br />
plein air, al naturalismo di inizio secolo, alla rielaborazione in chiave novecentista delle forme e<br />
dei volumi della classicità. Grande attenzione viene conferita inoltre alla scultura, sia attraverso i<br />
protagonisti della ricerca plastica dell’epoca, sia attraverso le figure che hanno preferito operare<br />
dietro le quinte dell’ufficialità.<br />
Le esposizioni pubbliche Pietro Gaudenzi. La virtù delle donne (Mart di Trento e Rovereto), Alberto<br />
Salietti. Pittore (Museo d’Arte della Città di Ravenna) e Libri nell’Arte (Palazzo della Meridiana di<br />
Genova), riaccendono i riflettori sull’opera di alcuni dei protagonisti dell’arte ligure dei primi decenni<br />
del XX secolo.<br />
Le mostre Arturo Martini. La trama dei sogni e Nostalgia. Modernità di un sentimento dal Rinascimento<br />
al Contemporaneo, allestite rispettivamente al Museo della Ceramica di Savona e al Palazzo<br />
Ducale di Genova, ci hanno invece visto collaborare direttamente al reperimento di alcune opere<br />
conservate nel circuito del collezionismo privato.<br />
Galleria Arte Casa vi invita quindi a visitare la mostra, augurandosi che possa incontrare il favore<br />
degli appassionati e dei collezionisti più attenti, arricchire una raccolta o stimolare l’inizio di un<br />
nuovo percorso collezionistico.
OPERE
1<br />
Giorgio Matteo Aicardi<br />
Finalborgo (SV) 1891 - Genova 1985<br />
Ada alla finestra<br />
Olio su tavola<br />
Cm 57 x 46<br />
Probabile datazione: 1940 ca.<br />
Sul retro: autentica a firma di Francesco Aicardi, figlio dell’autore<br />
ESPOSIZIONI:<br />
- G. M. Aicardi, Galleria d’Arte Ranzini, Genova 1945, XXVII Mostra <strong>Maestri</strong> <strong>Liguri</strong> fra Ottocento<br />
e Novecento. Mostra postuma di Giorgio Matteo Aicardi, Galleria Arte Casa, Genova 1997<br />
BIBLIOGRAFIA:<br />
- Catalogo della mostra G. M. Aicardi, Galleria d’Arte Ranzini, Genova 1945, n° 25 di catalogo<br />
- Catalogo della XXVII Mostra <strong>Maestri</strong> <strong>Liguri</strong> fra Ottocento e Novecento. Mostra postuma di<br />
Giorgio Matteo Aicardi, a cura di G. Paganelli e T. Pelizza, Galleria Arte Casa, Genova 1997,<br />
n° 3 di catalogo, riprodotto<br />
«Caro Aicardi […] ella ha saputo serbare intatto quel patrimonio<br />
di fedeltà con tutto ciò che si capisce perché è<br />
ben sentito e si vede. Mi consenta perciò di limitare a<br />
questa mia sincera constatazione dell’incorrotta sua fede<br />
di pittore devoto all’ispirazione del “vero”, l’augurio che<br />
oggi sento di formularle.<br />
Questo augurio corrisponde alla mia piena convinzione<br />
che se vi è un linguaggio pittorico, d’immediato e palpitante<br />
rapporto con il reale che non ha bisogno dei soliti<br />
intermediari per essere compreso ed apprezzato come si<br />
merita, questo è senza dubbio il Suo» (U. Nebbia 1952).<br />
Il pittore realizza un amorevole ritratto della giovane figlia,<br />
i cui tratti vengono ulteriormente addolciti, in un moto di<br />
innocente gelosia paterna, dall'effetto del controluce che<br />
staglia la figura sul paesaggio assolato, come ad augurarle<br />
un luminoso cammino di vita.<br />
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2<br />
Amighetto Amighetti<br />
Genova 1902 - ivi 1930<br />
Frutti, maiolica e cristallo<br />
Olio su tela<br />
Cm 50 x 65<br />
Firmato e datato 927 in basso a sinistra<br />
ESPOSIZIONI:<br />
- Realtà e magia del Novecento Italiano in <strong>Liguri</strong>a, Palazzo Ducale, Genova 1995<br />
BIBLIOGRAFIA:<br />
- T. Pelizza e G. Paganelli (a cura di), Realtà e magia del Novecento Italiano in <strong>Liguri</strong>a, catalogo<br />
della mostra, Sagep, Genova 1995, n° 5 di catalogo, riprodotto a pag. 43<br />
- W. Darrigo e F. Dioli (a cura di), Amighetto Amighetti, catalogo generale, De Ferrari Editore,<br />
Genova 2018, n° 88 di catalogo, riprodotto a pag. 228<br />
- Giulia Fusconi, Un «sano e sincero artista moderno». La pittura di Raffaele Collina tra le due<br />
guerre, in AA. VV. (a cura di), Raffaele Collina (1899-1968), catalogo della mostra, Sagep,<br />
Genova 2022, fig. 6, riprodotto a pag. 14<br />
Distintosi per la viva personalità in un’epoca di grande temperie artistica, il brillante allievo di<br />
Felice Carena raggiunge la sintesi pittorica mediante una particolare concretezza cromatica e<br />
volumetrica.<br />
L’esposizione personale allestita in occasione della LXXVI Promotrice genovese e la partecipazione<br />
alle Biennali di Venezia del 1928 e del 1930 testimoniano i risultati raggiunti dal pittore<br />
durante la pur breve carriera.<br />
Di spirito inquieto ma attento, capace di interpretare in maniera originale un tema caro alla<br />
tradizione figurativa, Amighetti conferisce a un soggetto legato alla quotidianità domestica un<br />
elevato livello di eleganza formale.<br />
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3<br />
Amighetto Amighetti<br />
Genova 1902 - ivi 1930<br />
Ragazza<br />
Olio su tela<br />
Cm 67 x 50<br />
Firmato e datato 1928 in alto a sinistra<br />
ESPOSIZIONI:<br />
- Mostra personale del pittore Amighetto Amighetti, LXXVI Esposizione Società per le Belle Arti,<br />
Ridotto del Teatro Carlo Felice, Genova 1928<br />
- Amighetto Amighetti, Galleria d’Arte Genova e L’isola, Genova 1946<br />
- Realtà e magia del Novecento Italiano in <strong>Liguri</strong>a, Palazzo Ducale, Genova 1995<br />
- LXIV Mostra <strong>Maestri</strong> <strong>Liguri</strong> fra Ottocento e Novecento, Galleria Arte Casa, Genova 2011<br />
BIBLIOGRAFIA:<br />
- AA. VV. (a cura di), Mostra personale del pittore Amighetto Amighetti, LXXVI Esposizione<br />
Società per le Belle Arti, Genova 1928, n° 153 di catalogo<br />
- A. Angiolini, La Mostra d’Arte al Teatro Carlo Felice, “Il lavoro”, Genova, 25 maggio 1928, pag. 3<br />
- Attilio Podestà, Una mostra postuma di Amighetti, “Emporium. Rivista mensile d’Arte e di<br />
Cultura”, Vol. III, n° 616, Bergamo, aprile 1946, riprodotto a pag. 198<br />
- AA. VV. (a cura di), Amighetto Amighetti, Galleria d’Arte Genova e L’isola, Genova 1946,<br />
riprodotto<br />
- T. Pelizza e G. Paganelli (a cura di), Realtà e magia del Novecento Italiano in <strong>Liguri</strong>a, catalogo<br />
della mostra, Sagep, Genova 1995, n° 6 di catalogo, riprodotto a pag. 44<br />
- Catalogo della LXIV Mostra <strong>Maestri</strong> <strong>Liguri</strong> fra Ottocento e Novecento, a cura di G. Paganelli<br />
e T. Pelizza, Galleria Arte Casa, Genova 2011, n° 1 di catalogo, riprodotto a pag. 5<br />
- W. Darrigo e F. Dioli (a cura di), Amighetto Amighetti, catalogo generale, De Ferrari, Genova<br />
2018, n° 77 di catalogo, riprodotto a pag. 219<br />
«Questo giovanissimo pittore […] mi apparve, prima che in persona, nella smagrita effigie di un<br />
autoritratto del 1926, cupo e romantico. Con la testa allungata, i capelli spioventi, le occhiaie<br />
fonde, il giovinetto si dà un’aria di scrutatore che fa sorridere. Ma la pittura accurata e precisa, la<br />
composizione ordinata, e pienamente consapevole del proprio effetto con l’accorta distribuzione<br />
dei suoi neri, mostrano che realmente quel ragazzetto la sa lunga» (M. Labò 1928).<br />
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4<br />
Angelo Balbi<br />
Genova 1872 - ivi 1939<br />
Teatro all’aperto<br />
Olio su cartone<br />
Cm 50 x 58<br />
Probabile datazione: 1920 ca.<br />
Pittore prolifico e uomo di cultura, nonché appassionato scrittore d’arte, Angelo Balbi ha<br />
rappresentato la città di Genova e realizzato dipinti di costume che oggi hanno acquisito il<br />
fascino di documenti storici.<br />
Il Teatro all’aperto, allestito probabilmente all'Acquasola negli anni del Giardino d'Italia, testimonia<br />
la curiosità dei genovesi - si noti la rilevante quantità di figure che animano il pubblico - per un<br />
evento di avanspettacolo cui, probabilmente, non erano abituati.<br />
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5<br />
Nicolò Barabino<br />
Sampierdarena (GE) 1832 - Firenze 1891<br />
Leda e il cigno<br />
Olio su tela<br />
Cm 43,5 x 33<br />
Firmato e datato 1866 in basso a destra<br />
Sul retro: cartiglio della Mostra di Pittori <strong>Liguri</strong> dell’Ottocento, Genova 1938<br />
Provenienze: già proprietà Gigi Codevilla; collezione privata<br />
ESPOSIZIONI:<br />
- Mostra di Pittori <strong>Liguri</strong> dell’Ottocento, Palazzo Rosso, Genova 1938<br />
BIBLIOGRAFIA:<br />
- Orlando Grosso (a cura di), Mostra di Pittori <strong>Liguri</strong> dell’Ottocento, catalogo della mostra,<br />
Genova 1938, pag. 75<br />
- Davide Roscelli (a cura di), Nicolò Barabino. Maestro dei maestri, Associazione Operaia<br />
Universale “Giuseppe Mazzini”, Genova 1982, riprodotto a pag. 15<br />
«Non c’è arte senza il magistero della forma» soleva ripetere Nicolò Barabino, artista colto e<br />
particolarmente attivo dal punto di vista istituzionale e da quello delle commissioni pubbliche,<br />
private e religiose.<br />
La forma pulita e i soggetti storici o riferibili alla classicità non escludono tuttavia una certa<br />
attenzione nei confronti delle istanze di rinnovamento dei Macchiaioli, che il pittore frequentava<br />
nell’ambiente fiorentino.<br />
Esempio emblematico è Leda e il cigno, laddove l’elevata perizia tecnica e la classicheggiante<br />
delicatezza dell’incarnato della figura femminile trovano armonia con il contesto naturale in<br />
cui è ambientata la scena, non dissimile dai coevi paesaggi realizzati dal vero dai pittori della<br />
Scuola grigia.<br />
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6<br />
Dario Bardinero<br />
Genova 1868 - ? 1908<br />
Il porto<br />
Olio su tavola<br />
Cm 27,5 x 13<br />
Firmato in basso a destra<br />
Probabile datazione: 1<strong>900</strong> ca.<br />
BIBLIOGRAFIA:<br />
- Sergio Paglieri, Il caso Bardinero, Genova 1972, riprodotto a pag. 73<br />
La difficile impresa di ricostruire la parabola biografica e artistica di un pittore che vede interrompere<br />
bruscamente la sua attività - a causa dell’improvvisa sparizione avvenuta nel 1909 - si<br />
illumina grazie alle rare opere presenti nel circuito del collezionismo privato e a quelle inserite<br />
nelle collezioni museali.<br />
Ricettivo dei caratteri compositivi e cromatici espressionisti, la profonda cultura del pittore<br />
lo conduce nella direzione di una pittura di impostazione naturalista ma già orientata a una<br />
modernità di cui, purtroppo, non è possibile cogliere a pieno l’entità.<br />
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7<br />
Eugenio Baroni<br />
Taranto 1880 - Genova 1935<br />
Andrea Doria<br />
Fusione in bronzo<br />
Cm 27 x 9 x 6,5<br />
Firmata sulla base<br />
Probabile datazione: 1929 ca.<br />
ESPOSIZIONI:<br />
- Eugenio Baroni, Centro Polivalente, Bogliasco (GE) 1990<br />
BIBLIOGRAFIA:<br />
- “L’Eroica. Rassegna italiana di Ettore Cozzani”, n° 139, Milano 1930<br />
- F. Sborgi e A. Tenca (a cura di), Eugenio Baroni, catalogo della mostra, Centro Polivalente,<br />
De Ferrari Editore, Genova 1990, n° 28 di catalogo, riprodotto a pag. 69<br />
«Andrea D’Oria, il grande ammiraglio, l’astuto politico,<br />
il patriota, è raffigurato chiuso nell’armatura cinquecentesca,<br />
appoggiato con una mano alla spada, avvinta dai<br />
rami di un alberello d’alloro, mentre l’altra accarezza la<br />
lunga barba. Il mare è simboleggiato da un delfino che<br />
guizza fra i piedi adunchi dell’eroe» (Argo, 1930).<br />
Sulle colonne di “Emporium”, dopo qualche mese dall’inaugurazione<br />
dell’allora Galleria Regina Elena - oggi Nino<br />
Bixio in piazza Corvetto a Genova - con queste parole viene<br />
descritta la grande statua di Andrea Doria che, insieme a<br />
quella di Guglielmo Embriaco, ne sovrasta l’ingresso.<br />
Ideata da Eugenio Baroni, l’opera è il risultato di un sofisticato<br />
processo di elaborazione formale, di cui il presente<br />
studio in bronzo, nei particolari di straordinaria fattura<br />
e perizia tecnica, ne costituisce una tappa fondamentale.<br />
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8<br />
Rodolfo Castagnino<br />
Genova 1893 - ivi 1978<br />
Ballerina<br />
Fusione in bronzo<br />
Cm 29 x 14 x 23<br />
Firmata sulla base<br />
Probabile datazione: 1950 ca.<br />
Fautore di una ricerca «tesa al recupero<br />
di una dimensione più interiorizzata della<br />
scultura» (F. Sborgi 1993), lo scultore raggiunge,<br />
in questa fase della sua attività,<br />
una rilevante semplificazione formale.<br />
Dopo aver abbandonato le superfici pulite<br />
e la particolareggiata linearità degli<br />
anni precedenti, Castagnino affronta la<br />
materia nei suoi aspetti più concreti e arcaizzanti<br />
e recupera l’idea di “non finito”.<br />
Interessante inoltre è il rapporto tra la grazia<br />
del soggetto e la solidità di un materiale<br />
come il bronzo.<br />
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9<br />
Raffaele Collina<br />
Faenza (RA) 1899 - Campoligure (GE) 1968<br />
La dolce Mimì<br />
Olio su tela<br />
Cm 63,5 x 60<br />
Firmato in basso a destra<br />
Probabile datazione: 1930 ca.<br />
Ricorrenti nell’attività del pittore - si vedano, ad esempio, La partente e La donna del marinaio -<br />
le figure femminili di Collina riflettono la condizione emotiva ed esistenziale del soggetto.<br />
Così è per La dolce Mimì, dove ogni elemento, dalla semplificazione delle forme, all’utilizzo<br />
di una tavolozza costituita di pochi colori, sembrano indirizzare l’attenzione sullo sguardo<br />
assorto della giovane donna.<br />
Riordinata di recente in occasione della mostra antologica allestita presso il Museo Arturo Martini<br />
di Vado Ligure, la ricerca del pittore si iscrive nella più ampia tendenza del Novecento italiano.<br />
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10<br />
Dante Conte<br />
Sampierdarena (GE) 1885 - ivi 1919<br />
Alture di Sampierdarena<br />
Olio su tela<br />
Cm 27 x 41<br />
Probabile datazione: 1910 ca.<br />
Celebrata in occasione delle recente mostra Dante Conte. Tutto in natura è armonia, allestita<br />
all'Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova, la pittura dell’artista di Sampierdarena si sviluppa<br />
in una magmatica idea del colore e della materia, indice di una personalità sfuggevole<br />
e non allineata.<br />
Cromatismi accesi e zone d’ombra che sembrano ristagnare sulla superficie dipinta si coniugano<br />
nella controllata libertà compositiva, volta a esprimere, appunto, l’armonia della natura.<br />
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11<br />
Angelo Costa<br />
Genova 1859 - ivi 1911<br />
Paesaggio valdostano<br />
Olio su tela<br />
Cm 38 x 51,5<br />
Firmato in basso a destra<br />
Probabile datazione: 1<strong>900</strong> ca.<br />
Ascrivibile alla piena maturità artistica di Angelo Costa, l’opera è parte di una serie di dipinti<br />
a tema montano realizzati sullo scorcio del secolo in Valle d’Aosta.<br />
L’adesione del pittore alla rappresentazione del reale si mantiene su livelli di spiccata qualità<br />
tecnica e coloristica.<br />
La composizione è articolata in molteplici piani, sottolineati dall’avvicendarsi di zone soleggiate<br />
e radure ombrose, e definisce una spazialità aperta e ariosa, animata inoltre da un<br />
notevole senso dell’atmosfera.<br />
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12<br />
Aurelio Craffonara<br />
Gallarate (MI) 1875 - Genova 1945<br />
Estate in spiaggia<br />
Olio su tela<br />
Cm 39 x 57<br />
Firmato e datato 919 in basso a destra<br />
Nei rari esempi di dipinti a olio che è possibile riscontrare nella produzione di Aurelio Craffonara,<br />
la levità dell’acquerello cede il posto a un vivace e materico senso del colore, iscrivendo<br />
il pittore nella tradizione dei grandi coloristi del primo Novecento ligure.<br />
Riuscendo a dare consistenza all’aria carica di iodio e colore alla luce cristallina, nel movimento<br />
degli ombrelloni mossi dal vento, l’artista racconta la spensieratezza del tempo libero<br />
della borghesia cittadina dell’epoca.<br />
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13<br />
Aurelio Craffonara<br />
Gallarate (MI) 1875 - Genova 1945<br />
Courmayeur<br />
Olio su tela<br />
Cm 60,5 x 26,5<br />
Firmato e datato 906 in basso a sinistra<br />
Sul retro: di pugno dell'artista, titolo e firma<br />
In un dipinto dal sapore antico, intimo ed evocativo al contempo, grazie all'accentuata verticalità<br />
della composizione la dimensione sensoriale della montagna prende forma nella raffinata<br />
trama di campiture colorate e pennellate filamentose.<br />
La cima del Monte Bianco emerge, innevata e luminosa, dall’atmosfera intrisa di nebbia che si<br />
forma in prossimità delle pendici e sovrasta la conca verde del piccolo borgo montano.<br />
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14<br />
Serafino De Avendaño<br />
(Vigo 1838 - Valladolid 1916)<br />
Quiete meridiana<br />
Olio su tavola<br />
Cm 26,5 x 47<br />
Firmato e datato 81 in basso a destra<br />
Una tipica tavola dell’Ottocento di matrice “grigia”, in cui il severo impianto spaziale, oltre a<br />
conferire grande respiro all'immagine, si accende nell’abbacinante bagliore che intride il paesaggio<br />
campestre.<br />
Evidentemente concepito e realizzato en plein air, elemento che sembra essere confermato altresì<br />
dalla semplicità compositiva, il dipinto è un esempio emblematico di realismo pittorico,<br />
il punto di arrivo di una ricerca volta a raggiungere l’essenza del vero.<br />
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15<br />
Cesare Esposito<br />
Napoli 1886 - Genova 1943<br />
Aggiustando le reti<br />
Olio su tela<br />
Cm 70 x 100<br />
Firmato in basso a destra<br />
Probabile datazione: 1920 ca.<br />
Il racconto della vita quotidiana legata al mondo della pesca e della vita in mare si anima<br />
nelle pennellate di un artista dalla spiccata attitudine narrativa.<br />
Realizzato con tutta probabilità sulle spiagge nei dintorni di Santa Margherita Ligure - antico<br />
borgo marinaro dove Esposito decide di stabilirsi una volta giunto in <strong>Liguri</strong>a - il dipinto ne<br />
rievoca la dimensione vivace e laboriosa di inizio secolo.<br />
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16<br />
Andrea Figari<br />
Sassari 1858 - Genova 1945<br />
Vele sul mare<br />
Olio su tavola<br />
Cm 23 x 33<br />
Firmato in basso a sinistra<br />
Probabile datazione: 1920 ca.<br />
17<br />
Riviera di levante<br />
Olio su cartone<br />
Cm 22,5 x 33<br />
Firmato in basso a sinistra<br />
Probabile datazione: 1920 ca.<br />
Le due luminose istantanee della riviera di levante sono esempi del corpus di piccoli oli che<br />
Figari realizza dal vero osservando le forme e i colori del mare, del cielo e delle insenature.<br />
Una stesura rapida e decisa dalla cromia lucente e smaltata conferisce consistenza plastica e<br />
densità atmosferica alla composizione.<br />
Grazie alla solida impostazione prospettica, pur senza rappresentare l’intera area costiera,<br />
l’artista riesce a cogliere sia gli elementi di un primo piano molto ravvicinato sia gli scogli e le<br />
barche in prossimità dell’orizzonte, cui il monte di Portofino fa da custode roccioso.<br />
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Andrea Figari<br />
Sassari 1858 - Genova 1945<br />
Santa Margherita Ligure<br />
Olio su tela<br />
Cm 40 x 69<br />
Firmato in basso a sinistra<br />
Probabile datazione: 1885 ca.<br />
Epicentro di una fortunata attività turistico alberghiera, già a partire dalla seconda metà del<br />
XIX secolo, l’animata cittadina della riviera di levante diventa soggetto ricorrente dei pittori<br />
che vi transitano.<br />
È così per Andrea Figari, uno dei maggiori marinisti dell’epoca, che con attitudine postimpressionista<br />
e la tipica pennellata briosa, ne registra il carattere allegro e vivace, consegnando ai<br />
posteri l'immagine di una Santa Margherita che non c'è più.<br />
Considerando l’entità e l’elevato livello tecnico e qualitativo dell’opera è ragionevole pensare<br />
che coincida con il dipinto omonimo esposto in occasione della XXXIV Esposizione della<br />
Società Promotrice di Belle Arti di Genova del 1885.<br />
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19<br />
Pietro Gaudenzi<br />
Genova 1880 - Anticoli Corrado (RM) 1955<br />
Mia moglie<br />
Olio su tela<br />
Cm 90 x 80<br />
Firmato in basso a destra<br />
Probabile datazione: 1910 ca.<br />
ESPOSIZIONI:<br />
- <strong>Liguri</strong>a&Arte. Pittori dal 1<strong>900</strong> al 1940, Palazzo Ducale, Genova 1994<br />
BIBLIOGRAFIA:<br />
- G. Paganelli e T. Pelizza (a cura di), <strong>Liguri</strong>a&Arte. Pittori dal 1<strong>900</strong> al 1940,<br />
catalogo della mostra, Sagep, Genova 1994, riprodotto a pag. 56<br />
Le pennellate immediate e spumose di manciniana memoria denotano la maestria del pittore<br />
nell’armonico contrasto tra le linee gentili della figura femminile e la materia magniloquente<br />
del mazzo di fiori.<br />
Una pittura espressiva e solenne, tipica del Gaudenzi pre-novecentista, in cui tuttavia si iniziano<br />
a intravvedere, come nell’arbusto filiforme in secondo piano, le semplificazioni formali<br />
e volumetriche degli anni a venire.<br />
La rilevante esposizione Pietro Gaudenzi. La virtù delle donne, visitabile al Mart di Rovereto<br />
fino al prossimo settembre, pone l’accento sul soggetto prediletto della ricerca dell’artista, la<br />
figura femminile, di cui l’intensa opera Mia moglie ne è esempio emblematico.<br />
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20<br />
Cornelio Geranzani<br />
Genova 1880 - ivi 1955<br />
Riflessi<br />
Olio su tela<br />
Cm 34,5 x 30<br />
Firmato in basso a destra<br />
Probabile datazione: 1920 ca.<br />
Se si individuano nella geometria e nella luce i denominatori comuni di tanta parte della<br />
ricerca di Cornelio Geranzani, l’intrigante olio si mantiene fedele a queste costanti.<br />
La forte geometrizzazione favorisce una percezione bidimensionale dell’opera, annullandone<br />
quasi l’impianto prospettico. L’illuminazione invece - con tutta evidenza di natura<br />
artificiale - enfatizza i toni dorati di gusto orientaleggiante e lambisce le superfici riflettenti<br />
degli oggetti rappresentati.<br />
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21<br />
Adolfo Lucarini<br />
(Genova 1890 - ivi 1959)<br />
Eva<br />
Fusione in bronzo<br />
Cm 38,5 x 7 x 6<br />
Siglata sulla base<br />
Probabile datazione: 1938 ca.<br />
La «solidità novecentesca» e la «stilizzazione compositiva», individuate da Franco Sborgi come<br />
le direttrici che segue la scultura di Lucarini nel corso degli anni Trenta, si coniugano con le linee<br />
nette e decise della scultura esotica.<br />
La semplificazione dei tratti del volto e la fine cesellatura che ne rifinisce/decora la superficie<br />
sembrano confermare questa relazione.<br />
Inedita e ascrivibile stilisticamente alla seconda metà degli anni Trenta, l’opera potrebbe corrispondere<br />
alla scultura omonima esposta in occasione della LXXXIV Esposizione della Società<br />
Promotrice di Belle Arti di Genova.<br />
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22<br />
Adolfo Lucarini<br />
(Genova 1890 - ivi 1959)<br />
Maternità<br />
Scultura in malta patinata<br />
Cm 51,5 x 20 x 12<br />
Siglata sulla base<br />
Probabile datazione: 1928 ca.<br />
Una raffinata variante in malta patinata della Maternità in bronzo esposta in occasione della<br />
mostra Realtà e Magia del Novecento Italiano in <strong>Liguri</strong>a allestita a Palazzo Ducale nel 1995.<br />
Il morbido trattamento della superficie, cui la particolare consistenza “visiva” della malta contribuisce<br />
ad aumentare, si accorda con il motivo fitomorfo del tronco, le cui fronde stilizzate<br />
si confondono con la chioma fluente della madre.<br />
Il risultato è una sorta di albero della vita segnato dallo spiccato e sinuoso linearismo di gusto<br />
tardo Liberty.<br />
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23<br />
Adolfo Lucarini<br />
(Genova 1890 - ivi 1959)<br />
Giovane pudica<br />
Fusione in bronzo<br />
Cm 25 x 6 x 6<br />
Siglata sulla base<br />
Probabile datazione: 1925 ca.<br />
Il più o meno marcato naturalismo del piccolo bronzo non cela le similitudini - in quanto a<br />
soggetto e orientamento generale dell’opera - con la Fontanina di Eugenio Baroni.<br />
Il tema del “pudore” ricorrente nella scultura dell’epoca e più volte affrontato da Lucarini,<br />
assume, nel caso specifico della Giovane pudica, caratteristiche riconducibili al vissuto quotidiano<br />
e rimane distante da monumentalismi e ridondanze stilistiche.<br />
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24<br />
Cipriano Mannucci<br />
Nizza 1882 - Firenze 1970<br />
Primavera a Boccadasse<br />
Olio su tavola<br />
Cm 55 x 69,5<br />
Firmato e datato 1945 in basso a destra<br />
Fiorentino di formazione e ligure di adozione, Cipriano Mannucci espone alle mostre istituzionali<br />
genovesi nel corso degli anni Trenta e Quaranta.<br />
Notevole pittore di figura, l’artista realizza altresì quadri di paesaggio di grande impatto coloristico<br />
ed evocativo, traendo ispirazione dai grandi marinisti liguri di inizio secolo.<br />
In un’ariosa veduta di Boccadasse, mediante una tavolozza aggiornata ed efficace, il pittore<br />
rimane fedele alla tradizione postimpressionista.<br />
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25<br />
Evasio Montanella<br />
Prà (GE) 1878 - Genova 1940<br />
Il pescato del giorno<br />
Olio su tela<br />
Cm 52 x 66,5<br />
Firmato e datato 1936 in alto a destra<br />
Sul retro: cartiglio della Galleria Pesaro, Milano; cartiglio della Mostra d’Arte Italiana<br />
all’Esposizione Internazionale di Parigi del 1937<br />
Capace di legittimare la dimensione vernacolare di certi soggetti, il Novecento non ha rappresentato<br />
solamente l’adesione alle istanze sarfattiane ma anche il recupero di una figurazione<br />
semplice e immediata.<br />
I colori vividi e intensi di un piccolo inventario ittico - pagina di pittura di non facile realizzazione<br />
- qualificano un dipinto che ha trovato collocazione nelle sale della Galleria Pesaro di<br />
Milano e che è stato selezionato dal pittore per essere rappresentato fuori dai confini nazionali.<br />
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26<br />
Ettore Morteo<br />
Alassio (SV) 1874 - Genova 1939<br />
Boccadasse<br />
Olio su tavola<br />
Cm 40 x 26<br />
Firmato in basso a sinistra<br />
Probabile datazione: 1915 ca.<br />
Tra i soggetti più cari al pittore - sensibile ricercatore dei valori di una pittura legata alla tradizione<br />
tardo ottocentesca - vi sono gli scorci della vecchia Genova che si animano nei colori caldi<br />
della sua tavolozza tipica, oscillante tra infinite tonalità di rosa, arancioni, gialli e azzurri.<br />
Un raffinato olio in cui si respira l’aria frizzante di Boccadasse, antico borgo marinaro incastonato<br />
tra le creuze cittadine, e si scorgono le voci dei pescatori intenti a sistemare le reti.<br />
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27<br />
Plinio Nomellini<br />
Livorno 1866 - Firenze 1943<br />
Colori d’estate<br />
Olio su tela<br />
Cm 54 x 69<br />
Firmato in basso a sinistra<br />
Probabile datazione: 1920 ca.<br />
Senza mai cedere il passo alla pittura di maniera, l'artista riesce a «dare vita a sorprendenti sperimentazioni»<br />
(N. Marchioni 2017) anche nelle opere più mature, realizzate tra l’Isola d’Elba e<br />
il Golfo di Capri.<br />
Dal carattere musicale ed elegiaco, il dipinto è ascrivibile alla produzione del Nomellini più<br />
intimo e spensierato, che tuttavia mantiene, rispetto al Nomellini impegnato o simbolista, la<br />
medesima armonia cromatica e tonale.<br />
Le pennellate effervescenti e infuocate e un senso del colore così evocativo e, al contempo,<br />
così lontano dai canoni del reale, caratterizzano un dipinto di notevole qualità esecutiva, in<br />
cui sembra di percepire la vertigine dell’astrazione.<br />
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28<br />
Eugenio Olivari<br />
Genova 1882 - ivi 1917<br />
L’ingresso nel porto<br />
Olio su cartone<br />
Cm 20 x 24,5<br />
Firmato e titolato in basso a destra<br />
Probabile datazione: 1913 ca.<br />
ESPOSIZIONI:<br />
- Eugenio Olivari, Centro Comunale, Bogliasco 1987<br />
BIBLIOGRAFIA:<br />
- Editoriale, “Il Secolo XIX”, Genova, 25 febbraio 1967, riprodotto<br />
- Sergio Paglieri, Eugenio Olivari e il suo tempo, Tolozzi Editore, Genova 1969, fig. 63<br />
- G. Bruno e T. Pelizza (a cura di), Eugenio Olivari, catalogo della mostra, Sagep, Genova 1987,<br />
n° 19 di catalogo, riprodotto a pag. 43<br />
Il piccolo olio è lo studio per l’omonimo dipinto inviato da Olivari alla prima mostra della<br />
Secessione romana, esposizione promossa dalla Società degli Amatori e Cultori di Belle Arti<br />
di Roma in aperta polemica nei confronti della Promotrice capitolina.<br />
In quell’occasione l’opera è entrata a far parte di una collezione di Roma ed è rimasta inedita,<br />
ma le parole con cui Angelo Balbi il 13 marzo del 1913 la descrive sulle colonne de Il Lavoro ne<br />
restituiscono la profondità poetica e le similitudini rispetto allo studio presentato in questa sede.<br />
«… Una ben fine, sobria, delicata opera d’arte. La sensazione della sera vi è resa con intensità<br />
e tutta la tela è materiata di una dolce visione di sogno. L’Olivari è ricercatore paziente<br />
e tenace…».<br />
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29<br />
Eugenio Olivari<br />
Genova 1882 - ivi 1917<br />
Canale a Venezia<br />
Olio su tavola<br />
Cm 31,5 x 29<br />
Firmato in basso a destra<br />
Probabile datazione: 1910 ca.<br />
ESPOSIZIONI:<br />
- Eugenio Olivari, Centro Comunale, Bogliasco 1987<br />
BIBLIOGRAFIA:<br />
- G. Bruno e T. Pelizza (a cura di), Eugenio Olivari, catalogo della mostra, Sagep,<br />
Genova 1987, n° 57 di catalogo, riprodotto a pag. 81<br />
Presente alla Biennali di Venezia nel 1907 e nel 1912 - eventi che contribuiscono a determinare<br />
la fama dell’artista fuori dal territorio ligure - Olivari realizza una serie di piccole e raffinate impressioni<br />
a soggetto veneziano.<br />
Impostato su tonalità brune illuminate dai riflessi argentei dell’acqua del canale, il dipinto è<br />
realizzato dal vero e si mantiene fedele all’attitudine impressionista tipica del pittore.<br />
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30<br />
Eso Peluzzi<br />
Cairo Montenotte (SV) 1894 - Monchiero (CN) 1985<br />
Sulla spiaggia di Varigotti<br />
Olio su tela<br />
Cm 43 x 73<br />
Firmato in basso a sinistra<br />
Probabile datazione: 1935 ca.<br />
«Tante volte son già fuggito / che il ritorno è un gesto abituale, / ma pure rimetto radici / soltanto<br />
sopra le sabbie / calcate con piede bambino.<br />
Mare che cingi / sonoro la terra, / ogni scoglio che schiuma / m’attira a una sosta.<br />
Ovunque mi trovo lo stesso / che andrò in cerca di ricci / e tese lenze fuggendo dai prati /<br />
assolati dalla calura.<br />
Tuffarmi, emergere madido, / rincorrere barche / è la mia vita che altri / non può apprendere<br />
e soffocare.<br />
Pure se a riva / un giorno qualcuno sostasse / ad attendere, / forse la mia solitudine / vasta e il<br />
bisogno d’oceani / si spegnerebbe in un riso d’accordo / con le risacche schiumanti.<br />
(G. Descalzo, Paese e mito, 1938)<br />
A 130 anni dalla nascita del pittore, la città di Savona gli dedica la mostra Eso Peluzzi e il suo<br />
tempo, allestita presso il Palazzo delle Azzarie e visitabile sino al 31 maggio.<br />
Il percorso espositivo riassume l'attività dell'artista, soffermandosi inoltre sui rapporti di amicizia<br />
e di collaborazione intercorsi con altre personalità legate al mondo dell'arte negli anni<br />
delle grandi esposizioni nazionali.<br />
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31<br />
Giuseppe Pennasilico<br />
Napoli 1861 - Genova 1940<br />
Riviera ligure<br />
Olio su cartone<br />
Cm 19,5 x 28,5<br />
Titolato in basso a sinistra e firmato in basso a destra<br />
Probabile datazione: 1915 ca.<br />
Il grande colorista di origine partenopea guarda al taglio prospettico tipico dei dipinti che<br />
Pompeo Mariani compone sulle spiagge della riviera ligure.<br />
Alla pennellata vaporosa di quest’ultimo, Pennasilico sostituisce impasti cromatici densi<br />
e grumosi.<br />
La spregiudicata libertà gestuale e materica del pittore favorisce le accentuazioni luminose del<br />
piccolo olio realizzato en plein air all’ora del tramonto.<br />
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32<br />
Romolo Pergola<br />
Roma 1890 - Trino (VC) 1960<br />
Riviera ligure<br />
Olio su tela<br />
Cm 55 x 85<br />
Firmato in basso a destra<br />
Probabile datazione: 1930 ca.<br />
Un colorismo segnato da una concretezza quasi minerale, caratteristica precipua degli oli del<br />
pittore di Camogli, si anima nel contrasto tra l’immobile ruvidità degli scogli e il movimento<br />
delle onde che si infrangono su di essi.<br />
L’avvicendarsi delle zone in ombra in primo piano e di quelle illuminate sullo sfondo conferisce<br />
notevole profondità a una composizione sobria ma, al contempo, ricca di raffinati dettagli<br />
naturalistici e atmosferici.<br />
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33<br />
Romolo Pergola<br />
Roma 1890 - Trino (VC) 1960<br />
Camogli, angolo del porto<br />
Pastello su carta<br />
Cm 64 x 48<br />
Firmato in basso a sinistra<br />
Probabile datazione: 1940 ca.<br />
Sul retro: cartiglio della Galleria d’Arte Martina, Torino<br />
«Forti suggestioni naturalistiche pervadono i dipinti di Pergola, dei quali, forse per una strana<br />
alchimia caratteriale, riesce a cogliere l’asprezza, l’agitazione, la profondità; con eguale lirismo,<br />
straordinariamente amplificato nei suoi pastelli, egli ritrae il porticciolo, le barche all’ormeggio,<br />
l’attività dei pescatori, scene in cui inserisce improvvisi bagliori di luce, in un riflesso<br />
sull’acqua, in una vela, in un panno steso sui caldi colori di fondo» (S. Bertolucci 1993).<br />
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34<br />
Romolo Pergola<br />
Roma 1890 - Trino (VC) 1960<br />
Mattina a Punta Chiappa<br />
Pastello su carta<br />
Cm 64 x 48<br />
Firmato in basso a sinistra<br />
Probabile datazione: 1940 ca.<br />
Esperto conoscitore della tecnica del pastello, l’artista tratteggia gli scorci di Punta Chiappa mediante<br />
una materia concreta e impalpabile al contempo e riesce a conferire una particolare consistenza<br />
agli elementi di una composizione caratterizzata da notevole profondità prospettica.<br />
Le inebrianti vibrazioni atmosferiche che si generano sulla superficie ruvida e porosa della<br />
carta sembrano travalicare la superficie dell’opera e pervadere l’ambiente circostante.<br />
72
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35<br />
Emanuele Rambaldi<br />
Pieve di Teco (IM) 1903 - Savona 1968<br />
Figura in azzurro<br />
Olio su tela<br />
Cm 91 x 74<br />
Firmato in basso a destra<br />
Probabile datazione: 1930 ca.<br />
Sul retro: autentica a firma di Walchiria Rambaldi, moglie del pittore<br />
Lo sguardo enigmatico della figura femminile restituisce l’essenza della ricerca di Emanuele<br />
Rambaldi, colui che tra i novecentisti liguri ha varcato la soglia del Realismo magico in maniera<br />
più consapevole.<br />
La restituzione minuziosa dei dettagli conduce a una visione della realtà lucida e straniante<br />
al contempo, mentre la fissità della rappresentazione sembra annullarsi nel movimento di un<br />
evento che potrebbe accadere.<br />
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36<br />
Emanuele Rambaldi<br />
Pieve di Teco (IM) 1903 - Savona 1968<br />
Pioppi in Val D’Aveto<br />
Olio su tavola<br />
Cm 42 x 50<br />
Firmato in basso a destra<br />
Probabile datazione: 1927 ca.<br />
Sul retro: autentica a firma di Walchiria Rambaldi, moglie del pittore;<br />
bozzetto firmato raffigurante un borgo dell’entroterra ligure<br />
La pittura di paesaggio dell’Ottocento ligure, in particolare nel radicalismo degli esponenti<br />
della Scuola Grigia, sembra costituire il precedente diretto di quella che sarebbe divenuta la<br />
pittura di paesaggio novecentista, di cui Rambaldi è stato un autorevole interprete.<br />
Allo studio dell’incidenza luminosa e alla semplificazione della tecnica - elementi ormai<br />
assunti - sembra sostituirsi una profonda riflessione esistenziale, sottesa alla definizione degli<br />
stati d’animo attraverso la rappresentazione della natura nella sua semplicità.<br />
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37<br />
Emanuele Rambaldi<br />
Pieve di Teco (IM) 1903 - Savona 1968<br />
Rezzoaglio<br />
Olio su tavola<br />
Cm 41 x 50,5<br />
Firmato e datato 927 in basso a sinistra<br />
Sul retro: autentica a firma di Walchiria Rambaldi, moglie del pittore<br />
«… La natura di quei luoghi doveva apparire aspra, quasi selvatica. […]. È come se in quei<br />
luoghi gli artisti riuscissero a verificare dal vero e a trovare conferma di quanto si accumulava<br />
nei loro pensieri, nella tenace ricerca condotta fra esigenze di assolutezze formali e di emozioni<br />
visive. Era il ritrovamento di un’autentica metafora dell’estetica novecentista, trasposizione<br />
mediterranea di luci, colori smorzati dal tempo e dalla natura, stati d’animo assorti e<br />
melanconici silenzi» (F. Ragazzi 2007)..<br />
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38<br />
Emanuele Rambaldi<br />
Pieve di Teco (IM) 1903 - Savona 1968<br />
Realtà e magia<br />
Olio su tavola<br />
Cm 74 x 89<br />
Firmato in basso a destra<br />
Probabile datazione: 1934 ca.<br />
Sul retro: autentica a firma di Walchiria Rambaldi, moglie del pittore<br />
Un ordinato catalogo di frutti, libri e oggetti di uso domestico e quotidiano - alcuni di essi<br />
riferibili specificamente alla cultura ligure - trova disposizione sul tavolo di legno e sembra<br />
voler rispondere a un interrogativo di cui non si conosce l’entità.<br />
Le linee di contorno definite e il colori saturi e “troppo” aderenti al reale conducono, come<br />
d’abitudine nella ricerca del pittore, a quella dimensione magica che è stata parte integrante<br />
della poetica novecentista.<br />
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81
39<br />
Ernesto Rayper<br />
Genova 1840 - Stella (SV) 1873<br />
Sul Lago Maggiore presso Baveno<br />
Olio su tela<br />
Cm 44,5 x 77<br />
Firmato e datato 1867 in basso a destra<br />
Sul retro: cartiglio autografo recante la scritta Ernesto Rayper di Genova,<br />
presso Baveno sul Lago Maggiore<br />
ESPOSIZIONI:<br />
- XVI Esposizione Società Promotrice di Belle Arti, Genova 1867<br />
BIBLIOGRAFIA:<br />
- Catalogo della XVI Esposizione Società Promotrice di Belle Arti, Genova 1867,<br />
n° 72 di catalogo, pag. 13<br />
Esposta in occasione della XVI Esposizione della Società<br />
Promotrice di Belle Arti di Genova, nell’opera<br />
sono ravvisabili tutte le qualità che hanno fatto di<br />
Rayper la figura di spicco all’interno del cenacolo della<br />
Scuola grigia.<br />
Elaborati i modelli di riferimento, i Barbisonniers francesi<br />
e i Macchiaioli toscani, l’artista è già a quell’epoca<br />
ampiamente avviato al paesismo d’emozione e alla<br />
pittura tonale.<br />
Realizzata nel medesimo anno del grande dipinto conservato<br />
presso il Museo dell’Accademia Ligustica di Genova<br />
- con il quale condivide anche la località di realizzazione<br />
- e rimasta inedita sino a oggi, l’opera permette<br />
di compiere un significativo passo avanti nella conoscenza<br />
del corpus delle opere di un grande pittore.<br />
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40<br />
Paolo Stamaty Rodocanachi<br />
Genova 1891 - ivi 1958<br />
Entroterra ligure<br />
Olio su cartone<br />
Cm 70 x 89<br />
Probabile datazione: 1935 ca.<br />
Sul retro: cartiglio della mostra Paolo S. Rodocanachi, Genova 1977<br />
ESPOSIZIONI:<br />
- Paolo S. Rodocanachi, Museo dell’Accademia Ligustica di Belle Arti, Genova 1977<br />
BIBLIOGRAFIA:<br />
- G. Beringheli e G. Marcenaro (a cura di), Paolo S. Rodocanachi, Sagep, Genova 1977,<br />
n° 19 di catalogo, riprodotto a pag. 20 e a pag. 53<br />
«La pittura di Rodocanachi si basa sull’osservazione del dato naturale, indagato e contemplato<br />
a lungo, quindi ricostruito mediante la lenta sovrapposizione di magre pennellate di colore;<br />
l’impostazione acquista così una grande forza evocativa, disciplinata dalla volontà costruttiva<br />
dell’artista, che accoglie in maniera autonoma gli spunti forniti dal Novecento Italiano»<br />
(G. Paganelli 1995).<br />
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41<br />
Oscar Saccorotti<br />
Roma 1898 - Recco (GE) 1986<br />
Galleria del treno a Zoagli<br />
Olio su tavola<br />
Cm 23 x 32<br />
Probabile datazione: 1935 ca.<br />
ESPOSIZIONI:<br />
- Il laboratorio fantastico di Oscar Saccorotti, Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce,<br />
Genova 1994<br />
BIBLIOGRAFIA:<br />
- Guido Giubbini (a cura di), Il laboratorio fantastico di Oscar Saccorotti, catalogo della mostra,<br />
ERG, Torino 1994, n° 37 di catalogo, riprodotto a pag. 91<br />
«Reso popolare dai soggiorni liguri di Tosi e Salietti» (G. Giubbini 1994), lo scorcio di Zoagli<br />
ha costituito un motivo di ispirazione privilegiato dei pittori novecentisti attivi in <strong>Liguri</strong>a in<br />
quegli anni.<br />
Monumentalizzato attraverso l’indugio sulla consistenza formale delle rocce o affrontato nei<br />
suoi aspetti naturalistici attraverso lo studio dell’incidenza della luce solare e dei bagliori del<br />
mare, ha assunto di volta in volta connotazioni formali e poetiche differenti.<br />
Mediante l’utilizzo di colori saturi, tonalità pastello e una pennellata libera e intensa, Saccorotti<br />
raggiunge un compromesso tra le diverse possibilità espressive e sembra muovere verso modalità<br />
compositive di matrice espressionista, forse influenzato dalla presenza di Oskar Kokoschka<br />
in riviera nell’estate del 1933.<br />
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87
42<br />
Oscar Saccorotti<br />
Roma 1898 - Recco (GE) 1986<br />
Vaso di fiori<br />
Olio su tela<br />
Cm 70 x 60<br />
Firmato e datato 1934 in basso a destra<br />
Datato al 1934, ovvero agli anni della consacrazione dell’artista sulla scena espositiva nazionale,<br />
l’opera è un prezioso esempio di quella «squisita elencazione botanica» di cui scrive<br />
Giubbini in occasione della mostra antologica allestita a Villa Croce a proposito, appunto, del<br />
legame di Saccorotti al motivo floreale.<br />
La poetica novecentista e l’innata sensibilità di Oscar Saccorotti si accordano nell’armonia<br />
cromatica leggera ed equilibrata in un'opera di grande levità formale e compositiva.<br />
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43<br />
Oscar Saccorotti<br />
Roma 1898 - Recco (GE) 1986<br />
La pittrice (ritratto di Lucia Rodocanachi)<br />
Olio su tela<br />
Cm 102 x 67<br />
Firmato e datato 1928 in basso a destra<br />
Sul retro: cartigli della Galleria Milano, Milano; cartiglio della proprietà Carletto Gussoni<br />
Provenienze: già proprietà Carletto Gussoni; collezione privata<br />
ESPOSIZIONI:<br />
- Ugo Bernasconi, Francesco Messina, Oscar Saccorotti, Galleria Milano, Milano 1929<br />
- Peluzzi, Saccorotti, Salietti, Galleria Il Capolinea, Genova 1986<br />
- Oscar Saccorotti, Museo dell’Accademia Ligustica di Belle Arti, Genova 1988<br />
e Palazzo Bagatti Valsecchi, Milano 1989<br />
- Realtà e magia del Novecento Italiano in <strong>Liguri</strong>a, Palazzo Ducale, Genova 1995<br />
BIBLIOGRAFIA:<br />
- Camillo Sbarbaro (a cura di), Ugo Bernasconi, Francesco Messina, Oscar Saccorotti,<br />
catalogo della mostra, Galleria Milano, Milano 1929, n° 2 di catalogo<br />
- Gianfranco Bruno (a cura di), Oscar Saccorotti, catalogo della mostra, Sagep, Genova 1988,<br />
n° 8 di catalogo, riprodotto a pag. 34<br />
- T. Pelizza e G. Paganelli (a cura di), Realtà e magia del Novecento Italiano in <strong>Liguri</strong>a,<br />
Sagep, Genova 1995, n° 97 di catalogo, riprodotto a pag. 135<br />
Il timido stupore che traspare dallo sguardo di Lucia e il delicato avvicendarsi di luci soffuse<br />
che pervadono l’ambiente, sembrano suggerire che il dipinto sia nato da un’improvvisa accensione<br />
emotiva del pittore nei confronti della giovane intellettuale triestina, che entro pochi<br />
anni sarebbe divenuta la compagna di vita di Rodocanachi.<br />
L’eleganza della figura, della postura e dell’abbigliamento si accorda con la matericità della<br />
tela a grana grossa, evidenziata inoltre dalle gessose tonalità ocra e brune, come a richiamare<br />
la dimensione concreta, intima e domestica che ha costituito uno degli aspetti peculiari della<br />
pittura novecentista e, più nello specifico, della poetica saccorottiana.<br />
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44<br />
Alberto Salietti<br />
Ravenna 1892 - Chiavari (GE) 1961<br />
Fiori nel vaso<br />
Tempera su carta<br />
Cm 47,5 x 31<br />
Firmato in basso a sinistra<br />
Probabile datazione: 1920 ca.<br />
45<br />
Fiori nel vaso<br />
Tempera su carta<br />
Cm 47,5 x 31<br />
Firmato in basso a sinistra<br />
Probabile datazione: 1920 ca.<br />
«…Salietti è uno di quei pittori in cui il disegno non vive separato dal colore. La sua pasta pittorica<br />
densa e semplice, si adagia su un disegno leggermente accademico, improntato a linee<br />
sobrie, con una tendenza alla geometrizzazione e alla “messa in valore” dei piani essenziali.<br />
Quando il suo colore si accende di un palpito vero, quando uno spunto davvero sentito e<br />
colto felicemente nel vero, l’opera di Salietti ci persuade e ci commuove…» (F. De Pisis 1942).<br />
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44<br />
45<br />
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Antonio Schiaffino<br />
Camogli (GE) 1879 - Genova 1968<br />
Giorno d’estate<br />
Olio su tela<br />
Cm 22 x 36<br />
Firmato in basso a destra<br />
Probabile datazione: 1925 ca.<br />
La chiara e luminosa tavolozza del grande colorista di Camogli trabocca nell’intensità del<br />
piccolo e raffinato olio.<br />
Caratterizzata da grande sensibilità del tocco e ineguagliabile abilità tecnica, nella sua semplicità<br />
l’opera è con tutta probabilità realizzata en plein air e costituisce un esempio evidente<br />
della sensibilità luministica e compositiva di Antonio Schiaffino, pittore della luce e attento<br />
osservatore degli scenari naturalistici della riviera ligure.<br />
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47<br />
Antonio Varni<br />
Genova 1841 - Sampierdarena (GE) 1908<br />
Entroterra ligure<br />
Olio su tela<br />
Cm 39 x 57<br />
Firmato e datato 1899 in basso a sinistra<br />
Sopraggiunta la maturità artistica, Antonio Varni continua a raccontare l’umanità dell’entroterra<br />
ligure, illustrandone gli usi e i costumi, «il domestico realismo e la delicata poesia del<br />
quotidiano» (G. Bruno 1993).<br />
La meticolosa descrizione del contesto rurale e paesaggistico entro cui ambienta l’azione<br />
si stempera nelle vibrazioni coloristiche di derivazione “grigia”, cui il pittore rimane fedele<br />
lungo l’intero arco della sua attività.<br />
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galleria-artecasa.it