29.12.2012 Views

a cura di Gisella Modica - Mezzocielo

a cura di Gisella Modica - Mezzocielo

a cura di Gisella Modica - Mezzocielo

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

arte visiva<br />

le artiste Titolo delle tiolo avanguar<strong>di</strong>e titolo titolo<br />

russe<br />

Alla fine del ’91 – la prima guerra in Iraq<br />

sullo scenario internazionale; in Italia lo<br />

squasso dei partiti, e il PCI che cambia<br />

volto, e nome; al comune <strong>di</strong> Palermo una<br />

giunta democristsullo stile “altalenante”<br />

Per circa un ventennio sino alla fine degli<br />

anni ’20 del ’900, l’arte russa attraversò un<br />

periodo felice, caratterizzato dall’eccezionale<br />

talento creativo <strong>di</strong> tante artiste – Ekster,<br />

Gončarova, Popova, Rozanova, Stepanova<br />

ed altre – che quel tempo riuscirono a segnare<br />

della propria impronta. Lo si è evidenziato<br />

durante il convegno organizzato a<br />

latere della mostra Avanguar<strong>di</strong>e russe (fino a<br />

marzo all’Albergo delle Povere <strong>di</strong> Palermo),<br />

proprio per mettere a fuoco il contributo <strong>di</strong><br />

queste artiste esemplari. Per definirle, il<br />

poeta loro contemporaneo – e amico – Bene<strong>di</strong>kt<br />

Livsic usò una locuzione suggestiva<br />

ma limitante: “vere Amazzoni, cavallerizze<br />

scite”, forse anch’egli vittima, in una cultura<br />

segnata dal maschile, dell’incapacità <strong>di</strong> trovare<br />

parole adeguate a rendere conto <strong>di</strong><br />

quelle straor<strong>di</strong>narie esperienze estetiche.<br />

Non a caso il critico d’arte Tugendkhold,<br />

sincero estimatore <strong>di</strong> Gončarova, così <strong>di</strong>ceva<br />

dell’artista: “la caratteristica basilare … è la<br />

sua espressività mascolina, aspra, energica …<br />

il suo occhio maschile domina la sua poeticità<br />

femminile” e non a caso a Gončarova fu intentato<br />

nel 1910 un processo per pornografia<br />

sulla base <strong>di</strong> un articolo nel quale i suoi<br />

nu<strong>di</strong> furono giu<strong>di</strong>cati “decadenti …. immagini<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbante perversità … ancor più <strong>di</strong>sturbante<br />

perché il pittore è una donna”. In<br />

entrambi i casi siamo <strong>di</strong> fronte alla <strong>di</strong>fficoltà<br />

a confrontarsi con la <strong>di</strong>fferenza sessuale: essere<br />

donna e creatrice <strong>di</strong> immagini poteva risultare<br />

inconciliabile, specie se si sovvertiva<br />

la visione maschile del femminile. Fra i nu<strong>di</strong><br />

incriminati era, infatti, la Kamennaia baba<br />

(1908) che reinterpretava le Donne <strong>di</strong> pietra<br />

(XI-XIII sec.) delle popolazioni noma<strong>di</strong><br />

delle steppe russe, immagine <strong>di</strong> un femminile<br />

con una forte carica fisica ma non legata<br />

alla seduzione e all’erotismo, che assumeva<br />

invece valore universale, in una visione matriarcale<br />

del mondo. Con il corpo nudo desessualizzato,<br />

deformato, quasi in posizione<br />

fetale, la Kamennaia baba sfidava la rappresentazione<br />

della modella e ne ridefiniva il<br />

ruolo: con i pennelli accanto e le tele alle<br />

spalle, quasi doppio dell’artista, da oggetto<br />

passivo si faceva soggetto attivo, ribaltando<br />

i canoni del nudo occidentale. La <strong>di</strong>fficoltà<br />

a confrontarsi con la soggettività femminile<br />

non avrebbe impe<strong>di</strong>to, però, che sulla scena<br />

artistica venisse riconosciuta l’autorevolezza<br />

<strong>di</strong> queste donne sulla cui determinazione<br />

Exter avrebbe scritto “creare arte ed esporla<br />

in un mondo <strong>di</strong> uomini richiede una certa<br />

dose <strong>di</strong> coraggio … specialmente se sei una<br />

giovane artista, schiacciata fra due rivoluzioni<br />

russe!”. Donne coraggiose, dunque, che rispetto<br />

alle artiste delle avanguar<strong>di</strong>e occidentali<br />

godettero <strong>di</strong> una posizione <strong>di</strong> rilievo:<br />

molto <strong>di</strong>versi furono il rapporto con i propri<br />

compagni d’arte (e <strong>di</strong> vita) e la posizione –<br />

<strong>di</strong> primo piano – all’interno dei movimenti<br />

che contribuirono a creare: il Neoprimitivismo,<br />

il Raggismo, il Cubo-futurismo, il Suprematismo,<br />

il Costruttivismo, esperienze<br />

linguistiche <strong>di</strong>verse che le artiste praticarono<br />

passando liberamente dall’una all’altra,<br />

senza aderire ad un unico gruppo organizzato.<br />

Le accomunava l’attrazione per le matrici<br />

originarie dell’arte orientale, per le<br />

antiche icone, le stampe popolari, l’arte applicata<br />

e la creatività delle donne -pizzi, tessuti,<br />

abiti- e soprattutto quello sguardo che<br />

rimanda ad un’altra visione del mondo e che<br />

ci restituisce, <strong>di</strong> quei movimenti, quanto<br />

senza <strong>di</strong> loro non avrebbe trovato espressione.<br />

Per tutte fu centrale la continuità <strong>di</strong><br />

ricerca formale fra il linguaggio della pittura<br />

e quello delle realizzazioni teatrali e della<br />

progettazione <strong>di</strong> tessuti ed abiti, nonché<br />

l’estrema attenzione alla vita quoti<strong>di</strong>ana,<br />

persino in Rozanova che, mentre cercava<br />

una “pittura <strong>di</strong> colore transfigurato, lontano<br />

da scopi utilitari”, puntava a “presentare al<br />

mondo una nuova bellezza” costruendo, con<br />

i suoi <strong>di</strong>segni suprematisti <strong>di</strong> moda, borsette<br />

e ricami, un “ambiente vivente per l’arte”.<br />

Così l’artista più astratta compensava la <strong>di</strong>mensione<br />

spirituale e mentale del Suprematismo<br />

con quella emozionale e sensibile,<br />

traducendo la non-oggettività in oggetti<br />

d’arte. Purtroppo non sono stati in mostra<br />

né i <strong>di</strong>segni <strong>di</strong> stoffe e abiti, né i lavori sperimentali<br />

per il teatro che rivoluzionarono le<br />

scenografie e i costumi: quelli <strong>di</strong> Exter che<br />

definivano uno spazio scenico totale e vi-<br />

30 mezzocielovent’anni2011 30 mezzocielo aprile-maggio 2012<br />

Mariella Pasinati

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!