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Sarebbe troppo facile, per me che<br />
scrivo e per voi che leggete, raccontare<br />
la mia storia, l’ennesima<br />
storia di un aspirante “super<br />
eroe” o meglio, di un “super<br />
handicappato” che, nonostante<br />
la sorte avversa e le difficoltà<br />
donategli dall’handicap, riesce<br />
a vincere tutto, ad andare<br />
avanti, a non considerarsi diverso<br />
e a vivere una vita praticamente<br />
normale fino a<br />
praticare arti marziali e addirittura<br />
il Wing Tsun. Si, sarebbe<br />
veramente troppo facile eppure<br />
sono un portatore di handicap,<br />
ma il motivo di queste righe<br />
non è raccontarvi la mia carriera<br />
da “super eroe”, anche<br />
perché non sopporto i portatori<br />
di handicap che fanno le vittime<br />
e poi si trasformano in<br />
“super eroi”. Vorrei piuttosto condividere<br />
il particolare e affascinante incontro<br />
che ho avuto con il Wing Tsun<br />
e testimoniare che ciò che forse è veramente<br />
“eroico” è proprio l’effetto<br />
che questa stupenda disciplina ha<br />
avuto su di me, sul mio corpo limitato<br />
e limitante, su tutta la mia persona.Ho<br />
trent’anni e quando avevo<br />
appena sedici mesi mi amputarono la<br />
gamba destra per un tumore. Se devo<br />
essere sincero non è stata assolutamente<br />
una vita facile e forse non lo<br />
sarà mai, ma devo ammettere, tutto<br />
sommato, di essere stato fortunato.<br />
Grazie a Dio ho avuto una famiglia<br />
stupenda che ha saputo alleggerire il<br />
peso della croce che l’imprevedibilità<br />
della vita, non troppo delicatamente,<br />
mi aveva lasciato cadere sulle spalle.<br />
Ci sono stati e ci sono poi, amici che<br />
con attenzione e impagabile spontaneità,<br />
hanno saputo trasformare il<br />
mio limite in ciò che poi è divenuto<br />
il mio punto di forza. Non sono mancati<br />
certamente momenti di difficoltà,<br />
soprattutto negli ultimi anni, quando<br />
la malattia è tornata a farsi sentire più<br />
forte è aggressiva di prima, questa<br />
volta però non con l’intenzione di ucciderti<br />
ma semplicemente di rovinarti<br />
la vita. Fu proprio in questo momento<br />
difficile che qualche anno fa avvenne<br />
10<br />
Grazie Wing Tsun<br />
di<br />
Ivan Zulli<br />
- LANCIANO (CH)<br />
l’incontro provvidenziale con il Wing<br />
Tsun. Dopo circa cinque anni trascorsi<br />
alternando giorni a casa e notti<br />
in ospedale, decisi di iscrivermi in<br />
una palestra per tonificare un po' la<br />
muscolatura, fu lì che una sera vidi<br />
un gruppo di “pazzi” che tiravano<br />
pugni e calci. Dentro di me pensai<br />
che “Karate Kid” avesse veramente<br />
rovinato intere generazioni ma poi mi<br />
incuriosii e decisi di chiedere informazioni.<br />
Dalla settimana successiva<br />
iniziai a frequentare il corso di Wing<br />
Tsun e per due anni riuscii ad allenarmi<br />
con costanza, poi la malattia<br />
tornò a prendere il sopravvento e dovetti<br />
fermarmi. In seguito con molta<br />
nostalgia ripensavo spesso a quanto<br />
gli allenamenti mi facessero sentire<br />
bene e a quanto coraggio mi donasse<br />
il Wing Tsun. Tante volte avrei voluto<br />
ricominciare ma poi dovevo rinunciare.<br />
Sono stato fermo quasi tre anni<br />
ma qualche tempo fa ho incontrato un<br />
vecchio amico che parlando mi ha<br />
detto: “sai Ivan, c’è l'insegnante Vitale<br />
Stanisci che insegna Wing<br />
Tsun....sai, ha cambiato scuola, ed<br />
ora è tutta un’altra storia”. All’inizio<br />
ho pensato di lasciar perdere ma poi<br />
è scattato qualcosa in me che mi ha<br />
portato, dopo poche sere, a presentarmi<br />
in palestra e a chiedere all’Istruttore<br />
se fosse disposto ad<br />
allenarmi. Ad essere sincero avevo<br />
un po' paura ma poi mi sono fatto coraggio.<br />
In effetti il Wing Tsun<br />
non è certo una disciplina facilmente<br />
praticabile da uno a<br />
cui manca una gamba e poi<br />
non tutti gli istruttori sarebbero<br />
disposti ad insegnare ad un<br />
portatore di handicap ma,<br />
anche questa volta sono stato<br />
fortunato. La fortuna più<br />
grande è stata rincontrare l'insegnante<br />
Vitale Stanisci che,<br />
contento della mia richiesta,<br />
con sensibilità, rispetto e attenzione<br />
mi ha accolto nel gruppo,<br />
ridonandomi coraggio ed entusiasmo<br />
per riprendere il cammino<br />
nel Wing Tsun.<br />
Sicuramente è una grande sfida<br />
sia per me che per lui. Io dovrò<br />
impegnarmi molto per affrontare<br />
e compensare al meglio tutti i limiti<br />
dovuti al mio problema, ma chi<br />
dovrà faticare maggiormente sarà sicuramente<br />
l’Istruttore, il quale dovrà<br />
imparare a conoscere perfettamente i<br />
miei limiti in modo da potermi donare<br />
i mezzi tecnici per poterli superare<br />
ed ottenere dei risultati.<br />
Certamente non potrò mai diventare<br />
un istruttore, ma arrivare ad avere<br />
una buona padronanza del Wing Tsun<br />
sarebbe per me, e credo anche per<br />
l’insegnante, un ottimo traguardo.<br />
Nella vita ho avuto tanti incontri e<br />
vissuto diverse situazioni che, a distanza<br />
di tempo, si sono rivelati fondamentali<br />
per la formazione della<br />
mia persona. Devo al Wing Tsun sicuramente<br />
tanto, soprattutto il merito<br />
di donarmi ogni volta non tanto la<br />
forza fisica quanto quella psicologica<br />
per affrontare la vita di tutti i giorni<br />
nonostante la malattia e le limitazioni<br />
fisiche. Il Wing Tsun, però, senza una<br />
persona al tuo fianco che sappia insegnartelo<br />
con professionalità e passione,<br />
servirebbe a ben poco, almeno<br />
nel mio caso. Insieme abbiamo iniziato<br />
quest’avventura e accettato questa<br />
grande sfida…io, umilmente, ci<br />
metterò la mia parte, il resto lo lascio<br />
fare a Vitale e al Wing Tsun.<br />
Ciao a tutti.<br />
www.awta.it