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mille anni Mille anni, o Dio, sono ai tuoi occhi come il giorno di ieri che è passato, come un turno di veglia nella notte salmo 89 Se prendessimo alla lettera le parole della Sacra Scrittura, attribuendo a mille anni di storia lo stesso valore di un battito di ciglia, forse di Torcello non riusciremmo a fare neppure memoria. I mille anni di questo primo insediamento lagunare che celebriamo sono infatti caratterizzati da una discontinuità e frammentarietà che ci hanno trasmesso fonti e notizie altrettanto incomplete, nel passaggio dai fasti di un glorioso e florido passato a un destino segnato da saccheggi e abbandono. Proprio la basilica di Santa Maria Assunta, della quale ricordiamo il millennio dalla ricostruzione nelle forme volute dal vescovo Orso Orseolo nel 1008, ci consente di non perdere la memoria di questo luogo e della sua storia, recuperandone la pregnante importanza e bellezza. Torcello rappresenta la radice su cui si è sviluppata la Serenissima; per questo alle sue luci e ombre e alla sua storia avvolta dal mistero, tutti i settori della ricerca storica e scientifica hanno dedicato grande impegno e attenzione. Le indagini e le ricerche archeologiche e archivistiche hanno sondato molti aspetti della sua vicenda e di quella originale discontinuità che caratterizza anche il suo mito, nella consapevolezza che ogni teoria e risultato aprono a nuovi filoni e sviluppi che possono colmare quella traditio, interrotta a favore della Venezia rivolatina, che costituisce il fascino e l’insolubile enigma della storia torcellana. Il millennio ha offerto l’occasione di riprendere quanto è stato detto e scritto fino a oggi sull’isola, facendo sintesi tra i diversi risultati che la ricerca e lo studio di fonti nell’ambito delle varie discipline hanno offerto. Le scoperte archeologiche e le comparazioni artistiche, le informazioni tratte dai fondi archivistici e le analisi storiche, lo studio delle devozioni e il raffronto su tecniche e modelli architettonici offrono una visione d’insieme, quasi sinottica, di cosa abbia rappresentato in passato e rappresenti per noi oggi Torcello, soprattutto attraverso il suo simbolo più significativo, ovvero la sua ex cattedrale. La basilica infatti sintetizza, con la sua meravigliosa testimonianza, la storia, l’arte e la cultura dell’isola, raccontandone le premesse e gli esiti in quel costante scambio fra Occidente e Oriente di cui l’esposizione promossa dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Millennio vuole offrire una chiave di lettura. Leggendo le parole del salmista, la ricorrenza dei mille anni della basilica di Torcello potrebbe apparire pertanto come un evento effimero o di scarsa rilevanza se messo in re lazione con l’infinito di Dio, ovvero con quel perenne oggi nel quale si immagina che Egli rivolga il suo sguardo eterno sulla nostra storia. Ma le dimensioni storica e cronologica di ogni evento non sono estranee alla tradizione cristiana, anzi, l’Incarnazione rappresenta per i credenti la modalità con cui l’Eterno ha scelto di guardare la realtà. È l’umanità divina di Dio, che incrocia il nostro mondo fatto di vita e morte, di gioia e sofferenza, di bellezza e di male, e che dona un significato – e un significato importante – anche ai mille anni della ex cattedrale di Santa Maria Assunta. Per questo la Chiesa veneziana ha scelto di celebrare questo millennio, perché tale luogo fa riscoprire le radici di una comunità che ancora oggi è grata a Dio per le grandi vicende che l’hanno caratterizzata e desiderosa di invocarne l’aiuto per essere accompagnata ancora lungo la storia. La costruzione di una chiesa-edificio rappresenta una tappa importante, un evento civile e religioso che simboleggia l’edificazione della comunità cristiana che ivi celebra la liturgia, ma che anche ne identifica il luogo aggregativo e relazionale. Guardare all’edificio di culto significa guardare a un Museo Diocesano - Chiostro di Sant’Apollonia, Castello 4312, Venezia informazioni e prenotazioni 0412413817 - fax 0417241124 - millenniotorcello@patriarcatovenezia.it - www.millenniotorcello.it
segno che è immagine metaforica di una comunità umana ed ecclesiale. Questa ex cattedrale, pur essendo sorta in un’area assolutamente nuova, si è caratterizzata con la ricchezza di tutte le esperienze che l’hanno preceduta in un inedito intreccio fra Roma e Bisanzio che costituì poi l’originalità dell’arte veneziana. Di questa ricca isola e del suo passato noi abbiamo perso l’esperienza viva della liturgia, i suoni e i rumori, i colori e i profumi d’incenso, abbiamo perso la musica e le parole: ma di tutto questo è rimasta la testimonianza reale e concreta nell’edificio che è giunto fino a noi dopo mille anni, svelandone il fascino e la profondità dei valori e dei significati. La bellezza e l’arte sono connaturate alla comunità cristiana perché attraverso di esse cerca di annunciare la sua fede con la magnificenza dei capolavori dei più grandi artisti, che hanno reso il cristianesimo rispetto a ogni altra religione monoteistica una religione non aniconica e ancor meno iconoclasta, capace di parlare con il bello di Colui che nonostante l’espressione figurativa non perde la sua dimensione apofantica. E in questa basilica il bello si rivela proprio nei mosaici che sono messaggio di quella fede in cui sono sorte e si sono sviluppate Torcello e la stessa Venezia. Sappiamo che il termine chiesa – dal greco convocazione – definisce per “trasposizione” il luogo che ospita l’assemblea; la costruzione di Santa Maria Assunta, e dell’edificio del settimo secolo che l’ha preceduta, è indice di una comunità umana già insediata e ben organizzata che qui viveva la sua ritualità sacra, traccia di un insediamento e di una società complessa e strutturata che noi oggi possiamo solo immaginare. Questa basilica è inoltre una ex cattedrale, luogo che rappresenta la traditio fidei per la stessa Venezia, in quanto cattedra dell’insegnamento non solo dottrinale ma anche di quella Parola di Dio che l’edi ficio, nelle sue caratteristiche architettoniche e iconografiche, evoca ancora attraverso i meravigliosi mosaici. La cattedrale, infatti, parla anche al di là del momento in cui l’azione liturgica si attua. Oggi inoltre ci riferiamo a Santa Maria Assunta in Torcello definendola basilica, utilizzando un titolo onorifico che si rifà alle origini della Chiesa, quando, abbandonate le case private e uscito dalla clandestinità, il cristianesimo scelse inizialmente per il culto non templi o sinagoghe – mutuandoli dalle tradizioni greco-romana o ebraica – ma la basilica romana, edificio pubblico con funzioni tutt’altro che religiose, che rispondeva alle caratteristiche assembleari del rito cristiano. Se inizialmente queste tipologie potevano essere riconoscibili, pur nei loro adeguamenti progressivi delle caratteristiche architettoniche, Torcello è testimonianza non di una conversione d’uso di edificio preesistente, ma del rispetto di canoni architettonici romani originariamente non cultuali. I molteplici aspetti di questa chiesa, che talvolta sembra aver perso la sua funzionalità originaria, essendo visitata da tante persone quasi solo a motivo della sua arte, non sono tuttavia dimenticati per la forza del loro valore emblematico: ancora oggi la basilica di Torcello esprime tutti i significati che sin dall’origine le sono stati assegnati, attraverso il suo simbolico splendore. La straordinaria bellezza della basilica di Torcello sta proprio nella sua capacità di manifestare la sua specificità di luogo di preghiera, della quale evoca la forza elevante dalla sfera terrena a quella divina: chiunque entra in questa chiesa si sente spiazzato da tanto fascino e tanta spiritualità. Le origini della laguna affiorano dalle profondità della storia come la basilica di Santa Maria Assunta si staglia verso il cielo dalle acque lagunari: con la forza della sua coraggiosa originalità e unicità e con la delicata bellezza della sua preziosa arte eleva ancora una lode verso l’Infinito. Di questa lode la basilica è il racconto che abbraccia culture, vicende storiche, tecniche ed espressioni artistiche diverse, legate tra loro dal filo rosso della tradizione religiosa che qui ha fissato il segno più eloquente della grandezza del passato dell’isola e un pregnante riflesso di quella vocazione all’eternità che la storia sembrava volerle negare. gianmatteo caputo Museo Diocesano - Chiostro di Sant’Apollonia, Castello 4312, Venezia informazioni e prenotazioni 0412413817 - fax 0417241124 - millenniotorcello@patriarcatovenezia.it - www.millenniotorcello.it
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