Cartella Stampa - Iconecristiane
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Museo Diocesano - Chiostro di Sant’Apollonia, Castello 4312, Venezia<br />
informazioni e prenotazioni 0412413817 - fax 0417241124 - millenniotorcello@patriarcatovenezia.it - www.millenniotorcello.it
TORCELLO. ALLE ORIGINI DI VENEZIA TRA ORIENTE E OCCIDENTE<br />
La luce di Bisanzio, il colore di Torcello, l’oro di Venezia. Tre note singolari che danno<br />
vita ad una mostra eccezionale, celebrativa dei mille anni di storia di uno dei<br />
monumenti più straordinari della laguna veneziana: la basilica di Santa Maria Assunta<br />
di Torcello, eretta nelle sue forme attuali nel lontano 1008, meta di un continuo<br />
pellegrinaggio artistico e culturale.<br />
Notissima nei suoi elementi architettonici e decorativi che ne nobilitano l’interno e che<br />
ne fanno una delle massime testimonianze dell’arte veneto-bizantina, la ex cattedrale<br />
medievale e i mosaici che la rivestono sono il motore dell’esposizione promossa dal<br />
Comitato Nazionale per il “Millennio”, istituito dal Ministero per i Beni e le Attività<br />
Culturali.<br />
Una mostra “viva”, che racconta la grande storia dai primi insediamenti lagunari alla<br />
fine del Duecento attraverso gli splendori di quell'arte che, generatasi a Bisanzio,<br />
troverà nella laguna veneta l’ambiente ideale in cui crescere e svilupparsi, dando origine<br />
a novità di forme ed espressioni che costituiscono, ancora oggi, la magia di Torcello e il<br />
fascino di Venezia.<br />
La Basilica torcellana con il complesso episcopale e l’adiacente rotonda di S. Fosca<br />
sono quanto resta, oggi, di un’intera città sorta intorno al VI secolo ad opera degli<br />
abitanti dell’antica Altino, che qui trovarono rifugio dall’invasione longobarda. Si creò<br />
così, nel tempo, un vivace insediamento urbano, con al centro Torcello, città ricca di<br />
edifici civili e religiosi, perno delle attività commerciali della Venetia, termine con il<br />
quale si identificava in antico l’area della laguna. Poi seguì il declino a partire dal XIV<br />
secolo, che la trasformò per varie ragioni in un luogo disabitato e abbandonato, ridotto a<br />
una sorta di cava di materiali nobili – marmi e pietre anzitutto – riutilizzati dai veneziani<br />
per la costruzione della città sorta intorno a Rialto.<br />
Punto di partenza della mostra è il periodo tra i secc. V e VII, età successiva alla<br />
evangelizzazione del territorio alto adriatico, compiuta nel IV secolo, sul quale<br />
emergono per importanza centri quali Aquileia e Grado insieme ad altri che, da<br />
Ravenna a Pola, costituiscono un ecumene civico, culturale e religioso, altrove<br />
inesistente, foriero di molti e straordinari sviluppi. È, questa, l’età della “prima”<br />
Torcello, di cui la mostra espone nobili monumenti, insieme a significativi reperti di<br />
ambito lagunare: tracce sulle quali si avvia il secondo momento del percorso<br />
espositivo, che considera la cultura artistica alto adriatica tra X e XII secolo, età alla<br />
quale è riferibile il momento dell’erezione della seconda basilica torcellana, l’attuale, e<br />
la sua decorazione. La sezione indaga, con apporti di assoluta bellezza, il diffondersi in<br />
Adriatico del linguaggio “veneto-bizantino” frutto del rapporto tra i centri adriatici e<br />
lagunari con Costantinopoli, capitale d’Oriente: linguaggio che trova proprio in Santa<br />
Maria Assunta di Torcello una delle sue massime espressioni nell’architettura e<br />
nell’apparato scultoreo – si vedano i preziosi plutei ad intreccio e le formelle marmoree<br />
abitate da pavoni ed animali fantastici posti a confronto con la produzione torcellana<br />
ancora apprezzabile in situ, come pure gli straordinari apporti dalla terraferma,<br />
documentati dal gruppo dell'Adorazione dei Magi, del Seminario Patriarcale di Venezia<br />
- ed in particolare nella celebre decorazione a mosaico della controfacciata, capolavoro<br />
artistico oltre che unicum iconografico musivo.<br />
Museo Diocesano - Chiostro di Sant’Apollonia, Castello 4312, Venezia<br />
informazioni e prenotazioni 0412413817 - fax 0417241124 - millenniotorcello@patriarcatovenezia.it - www.millenniotorcello.it
Un approfondimento tematico è dedicato proprio a tale monumentale Giudizio<br />
Universale: l'esposizione ne presenta una riproduzione digitale realizzata con tecnologia<br />
laser che consentirà di renderne possibile una eccezionale “visione” sin nei dettagli.<br />
Anche i temi iconografici rappresentati nella grandiosa composizione – la Crocifissione,<br />
l’Anastasis, il Pantocrator, la Deesis o “Grande Preghiera”, la Vergine Orante e la<br />
Vergine Odigitria - troveranno adeguato raffronto in opere coeve provenienti dai più<br />
grandi musei, realizzate in materiali diversi – ori, argenti, avori, pietre dure, smalti,<br />
icone musive, preziose miniature – ed esposti insieme ad alcuni dei frammenti musivi<br />
originali, oggi dispersi in più musei sia italiani che esteri, e distaccati dal mosaico negli<br />
interventi di restauro realizzati sullo stesso nell’Ottocento. A questi preziosi documenti<br />
si affiancano rari frammenti musivi più propriamente bizantini – come la Vergine dal<br />
Monastero di Studios, a Costantinopoli, e le Pie Donne del Museo Marciano – o<br />
bizantineggianti, opera di maestranze veneziane attive in quel tempo lungo la costa<br />
adriatica, a Ferrara come a Ravenna.<br />
Delle solenni liturgie e del culto celebratisi a Torcello nei secoli d’oro della sua storia<br />
fanno memoria una splendida serie di oggetti coevi, qui raccolti a suggerire un apparato<br />
liturgico purtroppo non più esistente. Preziose legature di codici miniati, reliquiari, croci<br />
processionali di assoluto valore artistico documentano l’altissima tecnica esecutiva degli<br />
orafi bizantini e veneziani e la straordinaria cura avuta dagli stessi nel realizzare oggetti<br />
di grande bellezza, splendide custodie in terra di frammenti di Bellezza divina, di cui la<br />
preziosità dei materiali è sempre inadeguato riflesso.<br />
L’ultima sezione della mostra è dedicata all’icona e alla sua evoluzione più<br />
propriamente veneziana. Delle sacre immagini bizantine, importate in numerosi<br />
esemplari in laguna specie dopo il 1204, anno della IV crociata, sono documenti<br />
preziosi le icone della Vergine provenienti dalla Grecia, tra le più antiche a noi giunte<br />
fino a noi. Tra le stesse, un posto a sé merita la splendida icona della Gran Madre di<br />
Dio di Costantinopoli, conservata a Treviso presso il Monastero della Visitazione,<br />
capolavoro assoluto ancora poco noto, esposto in una mostra per la prima volta. Riflessi<br />
dell’immagine divina, di Cristo, della Vergine e dei santi, le icone si rivestono di luce,<br />
grazie all’uso dei metalli preziosi e delle pietre che le adornano, o si elaborano in nobili<br />
materiali, quali gli smalti, l’avorio, il micro mosaico, la seta, i fili d’oro e d’argento. Di<br />
questa diversità di materiali sono testimonianza eccezionale l’icona costantinopolitana<br />
dell’Arcangelo Michele, dal tesoro di San Marco, quella musiva della Trasfigurazione<br />
di Cristo, ora al Louvre, e l’Epitaffio con il Cristo morto, finissimo ricamo del Museo<br />
Bizantino di Salonicco.<br />
Quanto all’evoluzione dell’icona in laguna, i numerosi apporti provenienti dalla capitale<br />
d’Oriente e la diaspora delle maestranze artistiche bizantine successiva al sacco di<br />
Costantinopoli del 1204, introducono in ambito adriatico ulteriori novità registrabili in<br />
pittura, ad esempio, nell’operato di maestranze bizantino-macedoni, attive nei territori<br />
corrispondenti all’odierne aree geografiche di Serbia e Kosovo. Riflessi di questa nuova<br />
sensibilità artistica si registrano negli affreschi veneziani di San Zan Degolà, e nelle<br />
ancora enigmatiche Madonne del latte, del Museo Marciano e delle Gallerie<br />
dell’Accademia, primi frutti adriatici di una produzione destinata a grande successo. In<br />
pieno Duecento si registrano in laguna anche le prime significative infiltrazioni<br />
artistiche di impronta occidentale, indice di apprezzamento, da parte della committenza,<br />
dei prodotti, specie suntuari, della terraferma. Gli sviluppi di tali ingressi di provenienza<br />
anche transalpina, contribuiranno all’affermazione di un nuovo linguaggio, dallo stile<br />
elegantissimo, ancora veneto-bizantino ma con influenze sia giottesche che gotiche, che<br />
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troverà poi in Paolo Veneziano (attivo verosimilmente ca. 1320-1358) il suo esponente<br />
più rappresentativo.<br />
Una occasione unica per un viaggio tra arte occidentale e orientale in una città che ha<br />
saputo far sintesi delle tradizioni rielaborandole ed instaurare dialoghi e meticciati<br />
culturalmente significativi. Una mostra che contribuisce a vedere e rivivere i primi<br />
secoli della storia della civiltà veneziana attraverso l'arte e la fede dei suoi primi<br />
abitanti.<br />
Museo Diocesano - Chiostro di Sant’Apollonia, Castello 4312, Venezia<br />
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«O Dio, quale grande bontà / abbiamo compiuta in passato / e scordata, / che tu ci doni questa<br />
meraviglia… / Sì, la gloria dell’ombra / della tua Bellezza ha camminato / sull’ombra delle acque in<br />
questa tua Venezia». Queste parole del poeta Ezra Pound dicono con geniale efficacia il<br />
contraccolpo di meraviglia che si prova vivendo o visitando la nostra Città. Queste stesse parole<br />
raggiungono forse la loro massima potenza espressiva se riferite a Torcello e in particolare alla<br />
Basilica di Santa Maria Assunta, il cui millenario celebriamo quest’anno.<br />
I mille anni della Basilica sono testimonianza della storia e del presente di un popolo nato, in un<br />
certo senso, dalle acque del battesimo prima ancora che dalle acque lagunari. Generazioni di<br />
cristiani sono state iniziate alla fede nel Crocifisso Risorto attraverso il battesimo e gli altri<br />
sacramenti, rendendo possibile così la sequela di Cristo. A loro è stata annunciata la misericordia del<br />
Salvatore, richiamata ed evocata dal grande mosaico del Giudizio universale presente nella<br />
controfacciata. La nostra fede ha trovato prima dimora nella basilica di Torcello e nelle isole, per poi<br />
segnare ciò che è divenuta Venezia. La fede è all’origine delle prime comunità che hanno abitato la<br />
laguna veneziana, e Torcello, fra i primi luoghi occupati da insediamenti, è stata impreziosita<br />
probabilmente dal primo tempio cristiano, dalla prima ekklesia, di cui la Basilica costituisce lo<br />
sviluppo giunto quasi intatto sino a noi dopo un millennio.<br />
Ogni chiesa è luogo di incontro tra Dio e il Suo popolo. Ed è immagine della Chiesa fatta di pietre<br />
vive, popolo di Dio e Corpo mistico di Cristo. La bellezza dell’antica cattedrale di Torcello ne è<br />
ancor’oggi testimonianza efficace. Santa Maria Assunta a Torcello, nella sua austera semplicità e<br />
nella sua ricca decorazione musiva, lascia senza parole rivelando, qui e ora, lo splendore del Deus<br />
Trinitas.<br />
Riscoprire le origini della vita in laguna, segnata dalla nostra fede, attraverso la mostra Torcello. Alle<br />
origini di Venezia tra Occidente e Oriente, non sarà solo un percorso a ritroso nella storia, ma un<br />
raggio di luce gettato sulla strada del futuro sia per i veneziani che per i visitatori.<br />
A svelare tale splendore hanno voluto contribuire sia il Comitato Nazionale per le Celebrazioni del<br />
Millennio della Basilica di Torcello, promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, sia i<br />
diversi sponsors che l’hanno reso concretamente possibile. A tutti loro, e in particolar modo<br />
all’architetto don Gianmatteo Caputo, va il grazie di tutto il Patriarcato.<br />
Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria<br />
15 agosto 2009<br />
+ angelo card. scola<br />
Patriarca di Venezia<br />
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mille anni<br />
Mille anni, o Dio, sono ai tuoi occhi<br />
come il giorno di ieri che è passato,<br />
come un turno di veglia nella notte<br />
salmo 89<br />
Se prendessimo alla lettera le parole della Sacra Scrittura, attribuendo a mille anni di storia lo stesso<br />
valore di un battito di ciglia, forse di Torcello non riusciremmo a fare neppure memoria. I mille anni<br />
di questo primo insediamento lagunare che celebriamo sono infatti caratterizzati da una<br />
discontinuità e frammentarietà che ci hanno trasmesso fonti e notizie altrettanto incomplete, nel<br />
passaggio dai fasti di un glorioso e florido passato a un destino segnato da saccheggi e abbandono.<br />
Proprio la basilica di Santa Maria Assunta, della quale ricordiamo il millennio dalla ricostruzione<br />
nelle forme volute dal vescovo Orso Orseolo nel 1008, ci consente di non perdere la memoria di<br />
questo luogo e della sua storia, recuperandone la pregnante importanza e bellezza.<br />
Torcello rappresenta la radice su cui si è sviluppata la Serenissima; per questo alle sue luci e ombre e<br />
alla sua storia avvolta dal mistero, tutti i settori della ricerca storica e scientifica hanno dedicato<br />
grande impegno e attenzione. Le indagini e le ricerche archeologiche e archivistiche hanno sondato<br />
molti aspetti della sua vicenda e di quella originale discontinuità che caratterizza anche il suo mito,<br />
nella consapevolezza che ogni teoria e risultato aprono a nuovi filoni e sviluppi che possono colmare<br />
quella traditio, interrotta a favore della Venezia rivolatina, che costituisce il fascino e l’insolubile<br />
enigma della storia torcellana.<br />
Il millennio ha offerto l’occasione di riprendere quanto è stato detto e scritto fino a oggi sull’isola,<br />
facendo sintesi tra i diversi risultati che la ricerca e lo studio di fonti nell’ambito delle varie discipline<br />
hanno offerto. Le scoperte archeologiche e le comparazioni artistiche, le informazioni tratte dai fondi<br />
archivistici e le analisi storiche, lo studio delle devozioni e il raffronto su tecniche e modelli<br />
architettonici offrono una visione d’insieme, quasi sinottica, di cosa abbia rappresentato in passato e<br />
rappresenti per noi oggi Torcello, soprattutto attraverso il suo simbolo più significativo, ovvero la<br />
sua ex cattedrale. La basilica infatti sintetizza, con la sua meravigliosa testimonianza, la storia, l’arte e<br />
la cultura dell’isola, raccontandone le premesse e gli esiti in quel costante scambio fra Occidente e<br />
Oriente di cui l’esposizione promossa dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Millennio<br />
vuole offrire una chiave di lettura.<br />
Leggendo le parole del salmista, la ricorrenza dei mille anni della basilica di Torcello potrebbe<br />
apparire pertanto come un evento effimero o di scarsa rilevanza se messo in re lazione con l’infinito<br />
di Dio, ovvero con quel perenne oggi nel quale si immagina che Egli rivolga il suo sguardo eterno<br />
sulla nostra storia. Ma le dimensioni storica e cronologica di ogni evento non sono estranee alla<br />
tradizione cristiana, anzi, l’Incarnazione rappresenta per i credenti la modalità con cui l’Eterno ha<br />
scelto di guardare la realtà. È l’umanità divina di Dio, che incrocia il nostro mondo fatto di vita e<br />
morte, di gioia e sofferenza, di bellezza e di male, e che dona un significato – e un significato<br />
importante – anche ai mille anni della ex cattedrale di Santa Maria Assunta. Per questo la Chiesa<br />
veneziana ha scelto di celebrare questo millennio, perché tale luogo fa riscoprire le radici di una<br />
comunità che ancora oggi è grata a Dio per le grandi vicende che l’hanno caratterizzata e desiderosa<br />
di invocarne l’aiuto per essere accompagnata ancora lungo la storia.<br />
La costruzione di una chiesa-edificio rappresenta una tappa importante, un evento civile e religioso<br />
che simboleggia l’edificazione della comunità cristiana che ivi celebra la liturgia, ma che anche ne<br />
identifica il luogo aggregativo e relazionale. Guardare all’edificio di culto significa guardare a un<br />
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segno che è immagine metaforica di una comunità umana ed ecclesiale. Questa ex cattedrale, pur<br />
essendo sorta in un’area assolutamente nuova, si è caratterizzata con la ricchezza di tutte le<br />
esperienze che l’hanno preceduta in un inedito intreccio fra Roma e Bisanzio che costituì poi<br />
l’originalità dell’arte veneziana.<br />
Di questa ricca isola e del suo passato noi abbiamo perso l’esperienza viva della liturgia, i suoni e i<br />
rumori, i colori e i profumi d’incenso, abbiamo perso la musica e le parole: ma di tutto questo è<br />
rimasta la testimonianza reale e concreta nell’edificio che è giunto fino a noi dopo mille anni,<br />
svelandone il fascino e la profondità dei valori e dei significati. La bellezza e l’arte sono connaturate<br />
alla comunità cristiana perché attraverso di esse cerca di annunciare la sua fede con la magnificenza<br />
dei capolavori dei più grandi artisti, che hanno reso il cristianesimo rispetto a ogni altra religione<br />
monoteistica una religione non aniconica e ancor meno iconoclasta, capace di parlare con il bello di<br />
Colui che nonostante l’espressione figurativa non perde la sua dimensione apofantica. E in questa<br />
basilica il bello si rivela proprio nei mosaici che sono messaggio di quella fede in cui sono sorte e si<br />
sono sviluppate Torcello e la stessa Venezia. Sappiamo che il termine chiesa – dal greco convocazione<br />
– definisce per “trasposizione” il luogo che ospita l’assemblea; la costruzione di Santa Maria Assunta,<br />
e dell’edificio del settimo secolo che l’ha preceduta, è indice di una comunità umana già insediata e<br />
ben organizzata che qui viveva la sua ritualità sacra, traccia di un insediamento e di una società<br />
complessa e strutturata che noi oggi possiamo solo immaginare. Questa basilica è inoltre una ex<br />
cattedrale, luogo che rappresenta la traditio fidei per la stessa Venezia, in quanto cattedra<br />
dell’insegnamento non solo dottrinale ma anche di quella Parola di Dio che l’edi ficio, nelle sue<br />
caratteristiche architettoniche e iconografiche, evoca ancora attraverso i meravigliosi mosaici. La<br />
cattedrale, infatti, parla anche al di là del momento in cui l’azione liturgica si attua.<br />
Oggi inoltre ci riferiamo a Santa Maria Assunta in Torcello definendola basilica, utilizzando un titolo<br />
onorifico che si rifà alle origini della Chiesa, quando, abbandonate le case private e uscito dalla<br />
clandestinità, il cristianesimo scelse inizialmente per il culto non templi o sinagoghe – mutuandoli<br />
dalle tradizioni greco-romana o ebraica – ma la basilica romana, edificio pubblico con funzioni<br />
tutt’altro che religiose, che rispondeva alle caratteristiche assembleari del rito cristiano. Se<br />
inizialmente queste tipologie potevano essere riconoscibili, pur nei loro adeguamenti progressivi<br />
delle caratteristiche architettoniche, Torcello è testimonianza non di una conversione d’uso di<br />
edificio preesistente, ma del rispetto di canoni architettonici romani originariamente non cultuali. I<br />
molteplici aspetti di questa chiesa, che talvolta sembra aver perso la sua funzionalità originaria,<br />
essendo visitata da tante persone quasi solo a motivo della sua arte, non sono tuttavia dimenticati per<br />
la forza del loro valore emblematico: ancora oggi la basilica di Torcello esprime tutti i significati che<br />
sin dall’origine le sono stati assegnati, attraverso il suo simbolico splendore.<br />
La straordinaria bellezza della basilica di Torcello sta proprio nella sua capacità di manifestare la sua<br />
specificità di luogo di preghiera, della quale evoca la forza elevante dalla sfera terrena a quella divina:<br />
chiunque entra in questa chiesa si sente spiazzato da tanto fascino e tanta spiritualità.<br />
Le origini della laguna affiorano dalle profondità della storia come la basilica di Santa Maria Assunta<br />
si staglia verso il cielo dalle acque lagunari: con la forza della sua coraggiosa originalità e unicità e con<br />
la delicata bellezza della sua preziosa arte eleva ancora una lode verso l’Infinito. Di questa lode la<br />
basilica è il racconto che abbraccia culture, vicende storiche, tecniche ed espressioni artistiche<br />
diverse, legate tra loro dal filo rosso della tradizione religiosa che qui ha fissato il segno più eloquente<br />
della grandezza del passato dell’isola e un pregnante riflesso di quella vocazione all’eternità che la<br />
storia sembrava volerle negare. gianmatteo caputo<br />
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COMITATO NAZIONALE<br />
Presidente d’Onore<br />
S.E. Card. Angelo Scola<br />
Presidente<br />
don Gianmatteo Caputo<br />
Tesoriere<br />
Ignazio Musu<br />
Ministro per i Beni e le Attività Culturali<br />
Sandro Bondi<br />
Ministro degli Affari Esteri<br />
Franco Frattini<br />
Ministro della Pubblica Istruzione, Università e Ricerca Scientifica<br />
Maria Stella Gelmini<br />
Presidente della Regione Veneto<br />
Giancarlo Galan<br />
Sindaco del Comune di Venezia<br />
Massimo Cacciari<br />
Presidente della Provincia di Venezia<br />
Davide Zoggia<br />
Direttore Generale per i beni librari, gli istituti culturali ed il diritto d'autore<br />
Maurizio Fallace<br />
Direttore Generale per gli archivi<br />
Luciano Scala<br />
Direttore Generale per i beni architettonici, storico artistici ed etnoantropologici<br />
Roberto Cecchi<br />
Direttore Regionale per i beni culturali e paesaggistici del Veneto<br />
Ugo Soragni<br />
Direttore Generale per la promozione e la cooperazione culturale del Ministero degli Affari<br />
Esteri<br />
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Gherardo La Francesca<br />
Direttore Generale per l'istruzione post secondaria del Ministero della Pubblica Istruzione<br />
Maria Grazia Nardiello<br />
Presidente della Conferenza Episcopale Italiana<br />
Mons. Angelo Bagnasco<br />
Presidente dell'Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti<br />
Leopoldo Mazzarolli<br />
Presidente della Fondazione Giorgio Cini<br />
Giovanni Bazoli<br />
Presidente della Deputazione di Storia Patria per le Venezie<br />
Federico Seneca<br />
Presidente della Società Dante Alighieri<br />
Bruno Bottai<br />
Direttore della Biblioteca Studium Generale Marcianum<br />
Elisabetta Giuriolo<br />
Direttore della Biblioteca Nazionale Marciana<br />
Maria Letizia Sebastiani<br />
Direttore dell'Archivio di Stato di Venezia<br />
Raffaele Santoro<br />
Direttore dei Musei Civici Veneziani<br />
Giandomenico Romanelli<br />
Direttore del Museo Bizantino di Salonicco<br />
Anastasia Tourta<br />
Direttore dell'Archivio Storico del Patriarcato di Venezia<br />
Don Diego Sartorelli<br />
Soprintendente Speciale per il Polo Museale Veneziano<br />
Giovanna Nepi Scirè<br />
Soprintendente per i beni archeologici per il Veneto<br />
interim<br />
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Soprintendente per i beni architettonici e per il paesaggio di Venezia e Laguna<br />
Renata Codello<br />
(Università di Siena)<br />
Michele Bacci<br />
(Scuola Normale Superiore di Pisa)<br />
Marco Collareta<br />
(Università di Venezia)<br />
Ennio Concina<br />
(Procuratore di San Marco)<br />
Irene Favaretto<br />
(Università Cattolica Sacro Cuore Milano)<br />
Francesca Flores D'Arcais<br />
Joannis A. Iliadis<br />
Delegato Patriarcale per Torcello<br />
Mons.Antonio Meneguolo<br />
(Procuratore di San Marco)<br />
Antonio Niero<br />
(Università di Venezia)<br />
Gherardo Ortalli<br />
(Proto di San Marco)<br />
Ettore Vio<br />
(Kunsthistorische Institut in Florenz)<br />
Gerhard Wolf<br />
(Unesco)<br />
Marie-Paule Roudil<br />
Frances Clarke<br />
Mario Paloschi<br />
(MiBAC)<br />
Livia De Andreis<br />
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COMITATO SCIENTIFICO DELLA MOSTRA<br />
Gianmatteo Caputo, presidente<br />
Giovanni Gentili, storico dell’arte, coordinatore<br />
Michele Bacci, Università degli Studi, Siena<br />
Caterina Bon Valsassina, Soprintendenza PSAE, Venezia<br />
Renata Codello, Soprintendenza Beni Architettonici, Venezia<br />
Marco Collareta, Università degli Studi, Pisa<br />
Maurizia De Min, archeologo, Venezia<br />
Marina Falla Castelfranchi, Università degli Studi, Lecce<br />
Irene Favaretto, Procuratoria di San Marco, Venezia<br />
Giovanna Nepi Scirè, storica dell’arte, Venezia<br />
Giandomenico Romanelli, Musei Civici, Venezia<br />
Raffaele Santoro, Archivio di Stato, Venezia<br />
Ugo Soragni, Direzione Regionale MIBAC, Venezia<br />
Maria Letizia Sebastiani, Biblioteca Marciana<br />
Margherita Tirelli, Museo Archeologico Nazionale, Altino<br />
Anastasia Tourta, storica dell’arte, Salonicco<br />
Gerhard Wolf, Istituto Germanico per la Storia dell’arte, Firenze<br />
Museo Diocesano - Chiostro di Sant’Apollonia, Castello 4312, Venezia<br />
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SCHEDA INFORMATIVA<br />
Sede mostra/Location<br />
Museo Diocesano<br />
Chiostro di Sant’Apollonia<br />
Castello, 4312 – 30122 Venezia<br />
Informazioni/Info<br />
Telefono +39 041 2413817<br />
www.millenniotorcello.it<br />
millennio@patriarcatovenezia.it<br />
Orari di apertura/Opening:<br />
tutti i giorni 10.00-18.00<br />
Daily 10 a.m.- 6 p.m.<br />
La biglietteria chiude alle 17.15<br />
Last entrance 5.15 p.m.<br />
Chiuso: 25 dicembre e 1 gennaio<br />
Closed: 25th december and 1st January<br />
Biglietto / ticket: 5,00€<br />
Ridotto / Reduced: 4,00€<br />
per i minori di 12 anni e per i gruppi superiori alle 20 persone/ Children under 12 years<br />
old and groups minimum 20 persons<br />
Ingresso gratuito/ Free admission: bambini fino a 5 anni / Children under 6 years old<br />
Il biglietto dà diritto a visitare la Basilica di Santa Maria Assunta di Torcello fino<br />
al 10 gennaio 2010.<br />
Museo Diocesano - Chiostro di Sant’Apollonia, Castello 4312, Venezia<br />
informazioni e prenotazioni 0412413817 - fax 0417241124 - millenniotorcello@patriarcatovenezia.it - www.millenniotorcello.it
The ticket includes the admission to the Basilica of Santa Maria Assunta di Torcello<br />
till 10 th January 2010.<br />
Visite guidate su prenotazione/ guided tours by appointment<br />
Gruppi/Groups: 100 € ( max 20 pax)<br />
Scuole/ Schools: 60€ per classe<br />
Prenotazioni visite guidate e itinerari/ Booking guided tours and itineraries on<br />
request<br />
www.millenniotorcello.it<br />
Tel +39 041 2413817<br />
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cat. 1.<br />
Officina bizantina,<br />
Capsella reliquiario,<br />
vi secolo, Torcello,<br />
chiesa di Santa Fosca<br />
cat. 2.<br />
Officina bizantina,<br />
Reliquiario dei Santi Ermolao<br />
e Pantaleimone, vi secolo, Venezia, chiesa di<br />
San Simeone profeta<br />
cat. 3.<br />
Officina costantinopolitana (?),<br />
Capsella, vi secolo, Grado,<br />
Tesoro della basilica patriarcale di<br />
Sant’Eufemia<br />
cat. 4.<br />
Officina costantinopolitana (?),<br />
Capsella, vi secolo, Vienna,<br />
Kunsthistorisches Museum,<br />
Antikensammlung<br />
cat. 5.<br />
Officina attiva in Italia<br />
settentrionale, Capsella,<br />
fine iv secolo, Vienna,<br />
Kunsthistorisches Museum,<br />
Antikensammlung<br />
cat. 6.<br />
Officina siro-palestinese (?),<br />
Capsella-reliquiario,<br />
vi-vii secolo,<br />
Grado, Tesoro della basilica patriarcale di<br />
Sant’Eufemia<br />
cat. 7.<br />
Officina ravennate,<br />
Testa dell’arcangelo Gabriele,<br />
vi secolo, Torcello,<br />
Museo Provinciale<br />
cat. 8.<br />
Officina bizantina,<br />
Transenna, vi secolo,<br />
Ravenna, Museo Nazionale<br />
cat. 9.<br />
Officina ravennate (?),<br />
Transenna di finestra, vi secolo, Ravenna,<br />
Museo Nazionale<br />
cat. 10.<br />
Officina tardoantica,<br />
Missorium con scena di banchetto ed episodi<br />
di vita rurale, v secolo, Cesena, Museo<br />
Archeologico<br />
cat. 11.<br />
Officina costantinopolitana (?),<br />
Piatto d’argento con il bagno<br />
di Atena, fine v-inizio vi secolo, Venezia,<br />
Museo Archeologico Nazionale<br />
cat. 12.<br />
Officina costantinopolitana (?),<br />
Calamaio, seconda metà x-inizi xi secolo,<br />
Padova,<br />
Museo Diocesano<br />
cat. 13.<br />
Officina costantinopolitana,<br />
Testa della Vergine,<br />
fine x secolo, Atene,<br />
Museo Benaki<br />
cat. 14.<br />
Officina veneto-bizantina,<br />
Mosaico delle pie donne,<br />
seconda metà xi secolo,<br />
Venezia, Museo Marciano<br />
cat. 15.<br />
Officina bizantina,<br />
Il gruppo dei Giusti,<br />
xii secolo, Torcello,<br />
Museo Provinciale<br />
cat. 16.<br />
Officina bizantina,<br />
Testa di angelo,<br />
seconda metà xi secolo,<br />
Parigi, Musée du Louvre<br />
cat. 17.<br />
Officina bizantina,<br />
Frammento di testa di angelo,<br />
seconda metà xi secolo,<br />
Sèvres, Musée National<br />
de Céramique<br />
cat. 18.<br />
Officina bizantina,<br />
Testa di angelo, xii secolo, Torcello, Museo<br />
Provinciale<br />
cat. 19.<br />
Maestranze veneziane (?),<br />
Testa della Vergine, xii secolo,<br />
Ferrara, Museo della Cattedrale<br />
cat. 20.<br />
Maestranze veneziane,<br />
Testa di san Barbaziano,<br />
xii secolo, Ravenna,<br />
Museo Arcivescovile<br />
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cat. 21.<br />
Officina bizantina,<br />
Placchetta con Deesis,<br />
seconda metà del x secolo, Monaco di<br />
Baviera,<br />
Bayerisches Nationalmuseum<br />
cat. 22.<br />
Officina bizantina e bottega orafa friulana<br />
(?),<br />
Coperta di evangelario,<br />
seconda metà del x secolo;<br />
xii e xv secolo,<br />
Udine, Museo Diocesano<br />
cat. 23.<br />
Officina bizantina, Icona del Pantocratore,<br />
1150-1175, Firenze, Museo Nazionale del<br />
Bargello<br />
cat. 24.<br />
Bottega veneto-bizantina (?), Placca col<br />
Pantocratore, fine xii-inizi xiii secolo,<br />
Roma, Museo Nazionale del Palazzo di<br />
Venezia<br />
cat. 25.<br />
Officina bizantina<br />
Placchetta con Cristo Pantocratore, xii<br />
secolo, Ravenna, Museo Nazionale<br />
cat. 26.<br />
Officina altoadriatica (?), Coperta del<br />
Sacramentario spalatense, xiii secolo,<br />
Spalato, Tesoro della Cattedrale<br />
cat. 27.<br />
Bottega veneziana,<br />
Coperta di Evangelario,<br />
fine xii-inizi xiii secolo, Gorizia, Tesoro<br />
della Cattedrale metropolitana<br />
cat. 28.<br />
Officina romana,<br />
Teca per la croce gemmata<br />
di Pasquale i, 817-824,<br />
Città del Vaticano, Musei Vaticani<br />
cat. 29.<br />
Officina bizantina, Dittico delle Feste del<br />
Signore detto Dittico greco, fine x-inizi xi<br />
secolo,<br />
Milano, Museo del Duomo<br />
cat. 30.<br />
Miniatore bizantino,<br />
Anastasis e San Giovanni Evangelista, dal<br />
codice ms Gr. i, 8, f. 307v, fine ix-prima<br />
metà<br />
x secolo e metà xiv secolo, Venezia,<br />
Biblioteca Nazionale Marciana<br />
cat. 31.<br />
Officina bizantina,<br />
Icona con scene della Passione<br />
e Resurrezione di Cristo,<br />
tardo xiii secolo,<br />
Città del Vaticano, Musei Vaticani<br />
cat. 32.<br />
Maestro veneziano,<br />
Pannello con Anastasis,<br />
1260 circa, Treviso,<br />
Museo Diocesano di Arte Sacra<br />
cat. 33.<br />
Arte bizantina, Medaglione<br />
con la Vergine Orante,<br />
xii secolo, Monaco di Baviera, Collezione<br />
Christian Schmidt<br />
cat. 34.<br />
Arte bizantina, Cammeo con<br />
la Vergine Orante, xi-xii secolo, Parigi,<br />
Musée du Louvre<br />
cat. 35.<br />
Officina veneziana, Placchetta con<br />
l’Ascensione di Cristo,<br />
xii secolo, Città del Vaticano, Musei<br />
Vaticani<br />
cat. 36.<br />
Arte bizantina, Icona<br />
con la Vergine Orante,<br />
prima metà xiii secolo, Atene, Museo<br />
Bizantino e Cristiano<br />
cat. 37.<br />
Officina di Tessalonica,<br />
Rilievo con la Vergine Orante,<br />
xi secolo, Salonicco,<br />
Museo della Civiltà Bizantina<br />
cat. 38.<br />
Officina bizantina,<br />
Icone con la Vergine Orante<br />
e l’arcangelo Michele,<br />
terzo quarto del xiii secolo, Berlino,<br />
Staatliche Museen,<br />
Skulpturensammlung<br />
und Museum für Byzantinische Kunst<br />
cat. 39.<br />
Officina costantinopolitana (?),<br />
Icona dell’arcangelo Gabriele,<br />
xii secolo, Fiesole,<br />
Museo Bandini<br />
cat. 40.<br />
Officina veneziana,<br />
Pala d’oro, secondo trentennio<br />
e fine xiii secolo, intero<br />
e particolari, Caorle, Duomo<br />
Museo Diocesano - Chiostro di Sant’Apollonia, Castello 4312, Venezia<br />
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cat. 41.<br />
Officina italo-meridionale (?), Placchetta<br />
con la Vergine Odigitria tra angeli<br />
e un supplicante, 980 circa, Monaco di<br />
Baviera,<br />
Bayerisches Nationalmuseum<br />
cat. 42.<br />
Officina bizantina,<br />
Placchetta con la Vergine Odigitria, fine xinizi<br />
xi secolo,<br />
Berlino, Staatliche Museen,<br />
Skulpturensammlung<br />
und Museum für Byzantinische Kunst<br />
cat. 43.<br />
Officina bizantina,<br />
La Vergine Odigitria e i santi Basilio,<br />
Nicola, Giovanni Crisostomo, Gregorio di<br />
Nazianzo,<br />
prima metà xii secolo, Murano,<br />
chiesa dei SantiMaria e Donato<br />
cat. 44.<br />
Officina costantinopolitana,<br />
Icona con la Vergine<br />
e il Bambino,<br />
fine xiii-inizi xiv secolo, Venezia, basilica<br />
di Santa Maria della Salute<br />
cat. 45.<br />
Officina bizantina,<br />
Placchetta con i santi Giovanni teologo e<br />
Paolo, x secolo, Venezia, Museo<br />
Archeologico<br />
cat. 46.<br />
Officina bizantina,<br />
Formella con i santi Teodoro<br />
di Tiro e Giorgio, x secolo, Venezia, Museo<br />
Archeologico<br />
cat. 47.<br />
Officina bizantina,<br />
Icona con san Giorgio,<br />
x-xi secolo, Atene,<br />
Museo Benaki<br />
cat. 48.<br />
Officina bizantina,<br />
Icona con san Teodoro Stratelate, xi secolo,<br />
Città del Vaticano, Musei Vaticani<br />
cat. 49.<br />
Arte bizantina, Icona<br />
con la Resurrezione di Lazzaro, xii secolo,<br />
Atene,<br />
Museo Bizantino e Cristiano<br />
cat. 50.<br />
Officina bizantina, Icona<br />
con la Vergine Glikophilousa,<br />
fine xii secolo, Atene,<br />
Museo Bizantino e Cristiano<br />
cat. 51.<br />
Bottega bizantina,<br />
Vergine Dexiokratousa,<br />
circa 1200, Salonicco,<br />
Museo della Civiltà Bizantina<br />
cat. 52.<br />
Icona della “Vergine delle Grazie”, xii secolo<br />
il dipinto, 1325 circa, 1355 circa e 1540 circa la<br />
riza, Venezia, chiesa di San Samuele<br />
cat. 53.<br />
Bottega bizantina o veneto-bizantina (?),<br />
Beata Vergine della Cintura di<br />
Costantinopoli, x?-xiii? secolo, Treviso,<br />
Monastero della Visitazione<br />
cat. 54.<br />
Officine costantinopolitana<br />
e veneziana, Icona dell’Arcangelo Michele,<br />
fine x secolo,<br />
xiii secolo e 1345,<br />
Venezia, Tesoro di San Marco<br />
cat. 55.<br />
Officina costantinopolitana, Icona della<br />
Trasfigurazione,<br />
1200 circa, Parigi,<br />
Musée du Louvre<br />
cat. 56.<br />
Officina bizantina di Salonicco,<br />
Epitaffio e particolare,<br />
inizi xiv secolo, Salonicco, Museo della<br />
Civiltà Bizantina<br />
cat. 57.<br />
Pittore veneziano,<br />
Sant’Elena e teste dei santi Giovanni<br />
Battista, Pietro, Tommaso e Marco, 1260<br />
circa, Venezia, chiesa di San Zan Degolà<br />
cat. 58.<br />
Pittore veneto-bizantino, Madonna<br />
allattante,<br />
fine xiii-inizio xiv secolo, Venezia, Museo<br />
Marciano<br />
cat. 59.<br />
Pittore veneto-bizantino, Madonna con il<br />
Bambino,<br />
fine xiii secolo,<br />
Venezia, Gallerie dell’Accademia<br />
Museo Diocesano - Chiostro di Sant’Apollonia, Castello 4312, Venezia<br />
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cat. 60.<br />
Maestro del Dittico<br />
di Leningrado (?), Madonna<br />
con il Bambino e i santi Nicola<br />
e Francesco, primo quarto<br />
xiv secolo, Spalato,<br />
Museo Archeologico<br />
cat. 61.<br />
Pittore e intagliatore veneziano, San Donato<br />
vescovo,<br />
Donato Memmo e moglie, 1310, Venezia,<br />
Museo Diocesano<br />
cat. 62.<br />
La Vergine e il Bambino,<br />
le Dodici feste e santi,<br />
seconda metà xiv secolo,<br />
Atene, Museo Benaki<br />
cat. 63.<br />
Officina orientale, Encolpio,<br />
viii secolo, Roma,<br />
Collezione privata<br />
cat. 64.<br />
Officina bizantina, Encolpio,<br />
x-xi secolo, Atene, Museo Benaki<br />
cat. 65.<br />
Officina bizantina,<br />
Croce reliquiario, ix-x secolo, Atene, Museo<br />
Benaki<br />
cat. 66.<br />
Officina orientale, Encolpio,<br />
ix-x secolo, Venezia, chiesa<br />
di San Nicolò dei Mendicoli<br />
cat. 67.<br />
Officina costantinopolitana,<br />
Coperta già del codice Lat. i, 101, 900 circa,<br />
Venezia,<br />
Biblioteca Nazionale Marciana<br />
cat. 68.<br />
Officina costantinopolitana, Coperta già del<br />
codice Lat. i, 100, fine x-inizio xi secolo,<br />
Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana<br />
cat. 69.<br />
Officina costantinopolitana (?),<br />
Reliquiario della Vera Croce, primo quarto<br />
xi secolo, Venezia, Tesoro della basilica<br />
di San Marco<br />
cat. 70.<br />
Officina attiva in Italia centrale, Reliquiario<br />
della Vera Croce,<br />
xiii secolo, Celano,<br />
Museo Nazionale d’Arte Sacra della Marsica<br />
cat. 71.<br />
Ambito veneto-bizantino,<br />
Reliquiario della Santa Croce<br />
e particolare, xii secolo, secondo quarto xvi<br />
secolo, Venezia, chiesa di Santo Stefano<br />
cat. 72.<br />
Bottega veneziana (?), Stauroteca e<br />
particolare,<br />
primo quarto xiii secolo, ultimo quarto xv<br />
secolo, Venezia, chiesa di San Cassiano<br />
cat. 73.<br />
Officina Bizantina (?), Reliquiario cilindrico,<br />
xiii secolo, Caorle,<br />
Tesoro del Duomo<br />
cat. 74.<br />
Officina veneziana,<br />
Reliquiario a braccio, xiii secolo, Caorle,<br />
Tesoro del Duomo<br />
cat. 75.<br />
Bottega veneziana,<br />
Reliquiario di san Marco,<br />
fine xii secolo,<br />
Città del Vaticano, Musei Vaticani<br />
cat. 76.<br />
Officina veneziana (?),<br />
Arcella dei santi Ermacora<br />
e Fortunato, ante 1338,<br />
Grado, Tesoro della basilica patriarcale di<br />
Sant’Eufemia<br />
cat. 77.<br />
Manifattura veneziana,<br />
Croce di sant’Atto, 1280 circa,<br />
Pistoia, Museo Capitolare<br />
della cattedrale di San Zeno<br />
cat. 78.<br />
Officina veneziana,<br />
Croce processionale e particolare, fine xiii<br />
secolo, Pisa,<br />
Museo Nazionale di San Matteo<br />
cat. 79.<br />
Officina veneta e lombarda, Croce di<br />
Chiaravalle,<br />
prima metà del xiii,<br />
prima metà del xiv secolo, Milano, Tesoro<br />
del Duomo<br />
cat. 80.<br />
Officina bizantina,<br />
Frammento di pluteo,<br />
x-xi secolo, Venezia,<br />
Museo Marciano<br />
Museo Diocesano - Chiostro di Sant’Apollonia, Castello 4312, Venezia<br />
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cat. 81.<br />
Officina veneziana,<br />
Pluteo con croce inscritta,<br />
fine xi secolo, Torcello,<br />
basilica di Santa Maria Assunta, in deposito<br />
nel Museo Provinciale<br />
cat. 82.<br />
Officina costantinopolitana, Cassetta, fine<br />
x-inizi xi secolo, Giovinazzo,<br />
Tesoro della Cattedrale<br />
cat. 83.<br />
Officina costantinopolitana (?),<br />
Cassetta, x secolo,<br />
Cava de’ Tirreni,<br />
Museo dell’Abbazia<br />
cat. 84.<br />
Officina veneziana, Formella con leoni e<br />
grifo, xiii secolo, Venezia, Galleria Giorgio<br />
Franchetti alla Ca’ d’Oro<br />
cat. 85.<br />
Officina veneziana, Formella con pavoni,<br />
xiii secolo,<br />
Berlino, Staatliche Museen,<br />
Skulpturensammlung und Museum für<br />
Byzantinische Kunst<br />
cat. 86.<br />
Croce a nastro, dal codice<br />
ms Gr. z. 101, 1065, Venezia, Biblioteca<br />
Nazionale Marciana<br />
cat. 87.<br />
Miniatore bizantino, Raffigurazione dei<br />
mesi su capitelli, dal codice ms Gr. z. 540,<br />
secondo quarto xii secolo, Venezia,<br />
Biblioteca Nazionale Marciana<br />
cat. 88.<br />
Scultore veneziano, Madonna annunciata,<br />
metà xiii secolo, Venezia, chiesa di San<br />
Giacomo dell’Orio<br />
cat. 89.<br />
Maestro dei mesi di Ferrara (?),<br />
Adorazione dei Magi, ante 1240, Venezia,<br />
Seminario Patriarcale<br />
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IL MUSEO DIOCESANO DI VENEZIA NEL COMPLESSO MONUMENTALE DI<br />
SANT’APOLLONIA<br />
Sotto l'egida del Patriarca Cardinale Albino Luciani, poi papa Giovanni Paolo I, prese<br />
forma l'idea di realizzare il Museo Diocesano per l'Arte Sacra di Venezia che fu<br />
costituito nel 1976.<br />
Da allora il Museo Diocesano ha custodito e raccolto preziose testimonianze di arte<br />
sacra provenienti da chiese soppresse o non più officiate: oggi vanta una delle più ricche<br />
e antiche collezioni di argenteria sacra composta di circa duecento pezzi di oggetti<br />
liturgici di suggestiva bellezza databili dal XIV al XXI sec; una collezione di tele in cui<br />
compaiono i nomi di Tintoretto, Palma il Giovane,Gregorio Lazzarini, Luca Giordano,<br />
Giannantonio Pellegrini; una ricca presenza di sculture lignee ed una raccolta di statue<br />
di Madonne vestite; insieme a paramenti e statue marmoree ed aste processionali la<br />
collezione testimonia tutta la produzione di arte sacra.<br />
La collezione del museo arriva sino ai giorni nostri, a testimonianza anche dell'attività<br />
espositiva di arte contemporanea che viene ospitata nelle sale del museo o in altri luoghi<br />
e spazi cittadini ad esso collegati. Sono assai note le esposizioni di arte sacra<br />
contemporanea e gli eventi espositivi, spesso collegati alle Biennali di arte<br />
contemporanea.<br />
L'ex monastero benedettino di Sant'Apollonia, eretto tra XII e XIII secolo, divenne nel<br />
1473 domicilio del capo del clero della Cappella Ducale di San Marco, il Primicerio,<br />
fino al 1821 quando, con il governo austriaco,fu sede dell'Imperial Regio Tribunale<br />
Criminale. In questo periodo, Lorenzo Santi, l'architetto del Palazzo Patriarcale, rifece<br />
parte della facciata sul rio.<br />
Quando Venezia fu annessa al Regno d'Italia, il complesso divenne sede di vari uffici<br />
statali, ma anche ridotto in disastrose condizioni. Nel 1964, grazie al patriarca Roncalli,<br />
futuro Papa Giovanni XXIII, la Procuratoria di San Marco riscattò l'ex convento dal<br />
Demanio, sottoponendolo ad accurati restauri curati degli architetti Ferdinando Forlati<br />
negli anni '60 e Marino Vallot nel decennio successivo.<br />
Il complesso monumentale è ora sede del Lapidario Marciano, del Museo Diocesano<br />
d'Arte Sacra e dell'Archivio Storico Patriarcale. Il suggestivo chiostro presenta forme<br />
romaniche di terraferma, eccezionali a Venezia, un porticato con archetti a doppia<br />
ghiera sostenuti da tozze colonne sui lati minori e da colonnine binate sui maggiori. Al<br />
centro del chiostro si trova una duecentesca vera da pozzo a cubo scantonato.<br />
Tutt'intorno alle pareti ha trovato sistemazione dal 1969 il Lapidario Marciano, raccolta<br />
di frammenti decorativi romani e bizantini, o di fattura veneto-bizantina (IX-XI sec.), in<br />
gran parte già ornamento dell'antica basilica di San Marco non riutilizzati nella<br />
riscostruzione contariniana.<br />
Recentemente è stata annessa al complesso la parte superiore dell'ex Chiesa dei Santi<br />
Filippo e Giacomo, che ospita la sezione principale della Mostra su Torcello.<br />
Museo Diocesano - Chiostro di Sant’Apollonia, Castello 4312, Venezia<br />
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LA FONDAZIONE DI VENEZIA PER LA CULTURA<br />
Nel vivace contesto culturale veneziano, la Fondazione di Venezia ha assunto un impegno<br />
consistente, individuando tra i settori di interesse per la propria attività la gestione e<br />
valorizzazione dei beni e delle attività culturali. La Fondazione punta a favorire la fruizione<br />
dei beni artistici e storici, la loro gestione imprenditoriale, la diffusione della sensibilità<br />
musicale e teatrale attraverso la partecipazione a iniziative inedite e la loro ideazione, in<br />
collaborazione con soggetti esperti e operativi nel campo della cultura.<br />
Tra il 2000 e il 2008 la Fondazione ha destinato al settore arte, attività e beni culturali circa<br />
41.700.000 di euro dei quali 6.000.000 nel solo 2008 (pari al 36,45% delle proprie<br />
disponibilità).<br />
In questi anni la Fondazione non ha ridotto l’attenzione e l’impegno nell’ambito culturale<br />
ma ha radicalmente modificato le proprie modalità di collaborazione, trasformandosi in un<br />
partner attivo, un nuovo soggetto capace di garantire la filiera della produzione dalla<br />
progettazione delle iniziative sino alla gestione operativa delle stesse.<br />
Ricordiamo, in tale contesto, lo sforzo e l’impegno della Fondazione nella realizzazione del<br />
futuro museo a Mestre M9 che nell’autunno vedrà l’avvio del concorso architettonico.<br />
La partecipazione della Fondazione alle celebrazioni per il Millenario della Basilica di<br />
Torcello si inquadra in questa nuova filosofia collaborativa.<br />
Si ricorda qui la collaborazione con il Patriarcato di Venezia, avviata con il Patriarca<br />
Emerito card. Marco Cè e proseguita, rafforzandosi, con la nomina a Patriarca del card.<br />
Angelo Scola. In quest’ultimo periodo, la catalogazione del patrimonio artistico della<br />
Diocesi e la necessità di sua valorizzazione hanno costituito un’importante occasione di<br />
cooperazione. La Fondazione di Venezia non poteva dunque mancare all’appuntamento<br />
per le celebrazioni per il Millenario di Torcello e in particolar modo per la mostra Torcello<br />
alle origini di Venezia, tra Occidente e Oriente, che oggi si inaugura.<br />
GLI INTERVENTI DELLA FONDAZIONE<br />
Tra gli interventi della Fondazione si ricorda il sostegno a strutture operative nel settore,<br />
quali la Fondazione Querini <strong>Stampa</strong>lia, la Fondazione Teatro La Fenice e la<br />
Fondazione Alti Studi sull’Arte: quest’ultima è stata fondata nel 2001 per iniziativa della<br />
Fondazione, e dei due atenei veneziani, per promuovere, coordinare e finanziare la<br />
formazione di esperti nella conservazione storico-artistica e nella gestione di eventi<br />
culturali.<br />
Dalla collaborazione con Umberto Allemandi Editore è nato, nel 2004, il Laboratorio<br />
Economia dell’Arte che, oltre a rendere consultabile attraverso un sito internet dedicato<br />
la serie storica del “Giornale dell’Arte” e del “Giornale dell’Architettura”, fornisce dati e<br />
statistiche a ricercatori e studiosi.
Nel 1999 la Fondazione di Venezia ha realizzato con il supporto tecnico della società<br />
Sistema S.n.c. il sito web AgendaVenezia.org che rappresenta per italiani e stranieri<br />
un’importante finestra sui programmi culturali veneziani.<br />
Nel 2004 la Fondazione ha avviato un progetto quinquennale di ricerca, coordinato dalla<br />
professoressa Stefania Mason, per la creazione di un catalogo informatizzato delle<br />
collezioni artistiche veneziane dal Cinquecento al Settecento attraverso<br />
l'individuazione dei percorsi che ricollegano la nascita di ogni opera d’arte con<br />
l’identificazione della sua attuale ubicazione. Il materiale raccolto è consultabile<br />
gratuitamente dagli studiosi di tutto il mondo anche attraverso il Provenance Index del<br />
Getty Research Institute. Esiti di tale lavoro sono le pubblicazioni edite da Fondazione di<br />
Venezia e Marsilio: Il collezionismo d'arte a Venezia. Il Seicento, a cura di Linda Borean e<br />
Stefania Mason (2007); e Il collezionismo d'arte a Venezia. Dalle origini al Cinquecento, a<br />
cura di Michel Hochmann, Rosella Lauber e Stefania Mason, (2008).<br />
Nel 2005 la Fondazione è entrata nella compagine societaria di Civita Servizi e Civita Tre<br />
Venezie, operative nel campo della gestione integrata dei servizi culturali e museali,<br />
attraverso il supporto organizzativo alla realizzazione di eventi espositivi e l’attuazione di<br />
progetti di promozione e valorizzazione dei beni culturali.<br />
Lo sforzo di cooperazione con le istituzioni operanti sul territorio trova una decisiva<br />
conferma nella collaborazione della Fondazione di Venezia con il Comune di Venezia.<br />
Una collaborazione che si è concretizzata nella programmazione e produzione delle<br />
mostre La potenza del bene. San Michele arcangelo nella grande arte italiana, e Venezia<br />
e l’Islam 828-1797 (quest’ultima visitata da oltre 80.000 persone), nella valorizzazione<br />
della collezione di tessili Fortuny, ora conservata a Palazzo Mocenigo, nell’avvio delle<br />
attività per il costituendo Museo del Novecento di Mestre.<br />
La Fondazione di Venezia inoltre è impegnata nel progetto di valorizzazione delle proprie<br />
collezioni artistiche (dipinti del XX secolo, vetri del ‘900, Fondo fotografico De Maria e<br />
Fondo Italo Zannier, tessuti antichi) sull’intero territorio nazionale. Con l’assistenza di<br />
Contrasto, società esperta del settore della fotografia d’autore e considerata una delle più<br />
importanti agenzie fotografiche in Italia, in collaborazione con il professor Italo Zannier e<br />
con Forma – Centro Internazionale di Fotografia-, ha avviato il progetto di valorizzazione<br />
del Fondo fotografico Italo Zannier. Frutto di questo impegno è la mostra Una fantastica<br />
ossessione. L'archivio Italo Zannier nella collezione della Fondazione di Venezia,<br />
recentemente conclusa a Milano. Il fondo librario, invece, la cui catalogazione è condotta<br />
con i criteri tecnici e scientifici adottati dalla biblioteca di Storia del Design dell’Università<br />
IUAV di Venezia, sarà, a conclusione dei lavori, ospitato presso l’Ateneo veneziano.<br />
L’impegno della Fondazione per la valorizzazione delle proprie collezioni d’arte aveva<br />
trovato una prima realizzazione nella mostra itinerante Venezia e il secolo della<br />
Biennale. Dipinti, vetri e fotografie dalla Collezione della Fondazione di Venezia,<br />
ospitata presso la Galleria d’Arte Moderna di Palermo successivamente a Verona presso<br />
il Palazzo della Ragione.
Marsilio<br />
Marsilio Editori s.p.a.<br />
ufficio stampa<br />
tel. 041-2406528<br />
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info@marsilioeditori.it<br />
catalogo<br />
Torcello alle origini di Venezia,<br />
tra Occidente e Oriente<br />
a cura di don Gianmatteo Caputo e Giovanni Gentili<br />
formato cm 21 × 27, brossura con alette, pp. 176 con 106 ill. a col.,<br />
25,00 euro in mostra, 30,00 euro in libreria<br />
Venezia, Museo Diocesano di arte sacra, Chiostro di Sant’Apollonia<br />
29 agosto 2009 - 10 gennaio 2010<br />
Mille anni di storia di uno dei monumenti più straordinari della laguna veneziana: la basilica di Santa<br />
Maria Assunta di Torcello, eretta nel 1008, simbolo della fusione tra cultura bizantina e veneziana.<br />
Attraverso significative testimonianze artistiche e archeologiche il volume ricostruisce quella costellazione<br />
di fattori culturali, religiosi, politici che, lungo un arco cronologico che va dal vii al xiv secolo, portarono<br />
all’apice la civiltà veneziana delle origini, in articolato equilibrio tra Occidente e Oriente.<br />
Il volume a cura di don Gianmatteo Caputo e Giovanni Gentili raccoglie i saggi di Gherardo Ortalli,<br />
Giuseppe Cuscito, Michela Agazzi, Clementina Rizzardi, mons. Antonio Niero, Michele Bacci, Marco<br />
Collareta, Guido Tigler, Gerhard Wolf. Non un semplice catalogo delle opere in mostra provenienti<br />
da importanti musei italiani e stranieri, ma una raccolta dei più aggiornati studi su Torcello, la sua<br />
cattedrale e la temperie culturale nella quale si è sviluppata la straordinaria avventura veneziana. Un<br />
volume destinato a vivere ben oltre la durata dell’esposizione, fino a diventare un punto di riferimento<br />
per gli studiosi e appassionati della cultura veneziana e le sue origini.
Nota informativa<br />
CHI È LA FONDAZIONE<br />
La Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo è una fondazione di origine bancaria nata nel<br />
dicembre 1991 la cui finalità è quella di realizzare interventi a favore dello sviluppo sociale, culturale,<br />
civile ed economico delle comunità in cui opera. Essa sostiene progetti che contribuiscono a<br />
migliorare la qualità della vita e a promuovere lo sviluppo economico del territorio di<br />
riferimento, definiti attraverso il dialogo e la collaborazione con istituzioni locali, organizzazioni non<br />
profit e altri soggetti.<br />
Centralità della persona, solidarietà e sussidiarietà, sviluppo sostenibile, responsabilità verso le<br />
generazioni future, costituiscono i principali valori e principi che ne orientano l’azione.<br />
I principali settori di intervento della Fondazione sono:<br />
• Ricerca scientifica e tecnologica;<br />
• Educazione, istruzione e formazione;<br />
• Arte, attività e beni culturali;<br />
• Salute pubblica, medicina preventiva e riabilitativa;<br />
• Assistenza e tutela delle categorie più deboli.<br />
L’IMPEGNO DELLA FONDAZIONE NEL SETTORE “ARTE, ATTIVITÀ E BENI CULTURALI”<br />
Nel corso del 2008 sono stati deliberati oltre 16 milioni di euro a favore del settore “Arte, attività e<br />
beni culturali” con l’obiettivo da un lato di conservare e valorizzare il patrimonio artistico,<br />
architettonico e monumentale attraverso interventi di recupero, dall’altro di valorizzare il patrimonio<br />
culturale e promuovere la realizzazione di eventi culturali.<br />
Un ruolo centrale è stato occupato dal recupero di beni artistici: la Fondazione ha indetto l’anno<br />
scorso la terza edizione del bando “Progetto Restauro Beni Artistici Religiosi”, finalizzato al recupero e<br />
alla conservazione delle numerosissime chiese delle province di Padova e Rovigo, oltre a sostenere il<br />
restauro di altre importanti opere.<br />
Grande attenzione è stata dedicata al filone espositivo che da alcuni anni rappresenta uno dei fiori<br />
all’occhiello degli interventi diretti: in particolare a Rovigo, nella sede espositiva di Palazzo Roverella,<br />
nel 2008 la Fondazione ha realizzato due mostre destinate a pubblici diversi. Nella prima parte<br />
dell’anno l’ormai tradizionale appuntamento con il grande pubblico ha riguardato la stagione artistica<br />
della Belle Epoque (La Belle Epoque. Arte in Italia 1880-1915); nella seconda parte dell’anno si è scelto<br />
di puntare al mondo dei più giovani con la mostra “Pinocchio illustrato e altri personaggi della<br />
fantasia”. Nel 2009, sempre a Palazzo Roverella, la mostra dedicata al grande pubblico è stata “Déco.<br />
Arte in Italia 1919-1939”, con oltre 40.000 visitatori, mentre per i piccoli partirà a settembre la mostra<br />
d’illustrazione per l’infanzia “Il Gatto con gli stivali”.<br />
Nel corso del 2008 si è conclusa anche un’altra importantissima mostra promossa dalla Fondazione: si<br />
tratta di “Balkani. Antiche civiltà tra Danubio e Adriatico”, realizzata presso il Museo Archeologico<br />
Nazionale di Adria. A Padova essa ha contribuito alla realizzazione della mostra “Il Futuro di Galileo”,<br />
promossa dal Comune e dall’Università di Padova, alla mostra “Gioielli d’autore. Padova e la scuola<br />
dell’oro”, realizzata dal Comune presso il Palazzo della Ragione, e la mostra “Padova Aprile<br />
Fotografia”.<br />
Un ruolo altrettanto importante nel settore artistico è rivestito dalle iniziative e manifestazioni<br />
culturali rivolte al territorio, tra cui spicca il “Programma Musica”, volto a diffondere la cultura<br />
musicale nel territorio di Padova e Rovigo con il coinvolgimento dei centri minori.
Oltre alla progettualità propria, la Fondazione ha sostenuto la realizzazione di manifestazioni<br />
culturali promosse dagli enti locali, tra le quali “Cultura in Scena” e “Villeggiando”, promosse dalla<br />
Provincia di Padova, “Tra Ville e Giardini” organizzata dalla Provincia di Rovigo, e la rassegna<br />
internazionale di Teatro Classico Antico, promossa dal Comune di Padova.<br />
Relazioni con i media:<br />
dott.ssa Alessandra Veronese<br />
Responsabile Comunicazione e Relazioni Esterne<br />
Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo<br />
Telefono 049-8234800 (int.3)
APICE, è l’unione di 4 storiche aziende, che grazie alle esperienze acquisite<br />
singolarmente ed alle sinergie prodotte dall’impiego dei medesimi standard qualitativi,<br />
sono in grado di offrire una gamma di servizi unici nel settore a prezzi competitivi.<br />
TRATTO, consorziata APICE con sede in Venezia, da venticinque anni è operativa nel<br />
settore dell’arte, si dedica alla realizzazione di molti tra i più significativi eventi espositivi<br />
sia in Italia che all’estero esprimendo la propria professionalità al servizio dell’arte.<br />
TRATTO – APICE Venezia, ottenendo l’incarico di trasportatore ufficiale per la<br />
mostra “Torcello. Alle origini di Venezia tra Occidente e Oriente” consolida il lavoro<br />
svolto in questi anni sia in Italia che all’estero dedicandosi alla ricerca tecnologica e al<br />
perfezionamento delle metodologie, dalle più tradizionali e antiche alle più evolute, grazie<br />
all’impiego di materiali innovativi. Da sempre TRATTO – APICE Venezia, ha cercato di<br />
rispondere al meglio, senza lasciare nulla di intentato, alle richieste e alle esigenze del<br />
mercato, applicando i propri innovativi servizi al settore del trasporto e movimentazione<br />
delle opere d’arte.<br />
Con la mostra “Torcello. Alle origini di Venezia tra Occidente e Oriente” si è<br />
innescato un coinvolgimento emotivo per la sua unicità e per la sua importanza all’interno<br />
delle manifestazioni per il Millenario dell’Isola Veneziana.<br />
Inoltre, il fascino esercitato dalle opere a testimonianza della realtà fondamento<br />
della civiltà veneziana, è fortissimo proprio per la loro peculiarità che con la loro rara<br />
delicatezza, la preziosità della materia e la provenienza da Musei di fama internazionale,<br />
chiedono a chi si occupa del loro trasporto una attenzione ancora più alta. A noi l’onore di<br />
lavorare con opere di un valore artistico storico ed emotivo unico ai veri capolavori<br />
dell’arte.<br />
TRATTO – APICE Venezia, è inoltre capofila del GRUPPO TRATTO, all’interno del<br />
quale i molteplici aspetti operativi del mondo espositivo sono svolti in maniera autonoma<br />
dalle varie aziende del gruppo, senza però dimenticare la necessaria sinergia che permette<br />
di dare ai clienti un modello di efficienza unico nel settore.<br />
I servizi del GRUPPO TRATTO spaziano quindi dal trasporto e movimentazione (TRATTO<br />
servizi per l’arte) alla produzione di allestimenti e illuminotecnica (OTT ART prodotti per<br />
l’arte) e alla conservazione e custodia delle opere (DEPART, conservazione per l’arte).
OTT ART è una delle società del GRUPPO TRATTO, un insieme<br />
di aziende che si confermano nel mercato dell’arte come una<br />
soluzione articolata e completa ma soprattutto specialistica<br />
nell’affrontare e risolvere gli aspetti operativi nel mondo<br />
espositivo.<br />
OTT ART è attualmente costituita da un nucleo di tecnici<br />
professionisti dedicati alla produzione e un gruppo di progettisti<br />
specialisti nelle problematiche museali, archeologiche e di<br />
conservazione, per ottimizzare la gestione di strumenti ed<br />
accessori necessari alla corretta esposizione di collezioni<br />
pubbliche e private.<br />
OTT ART ottenendo l’incarico dell’allestimento per la mostra<br />
“Torcello. Alle origini di Venezia tra Occidente e Oriente”<br />
aggiunge un’altra importante esposizione al lavoro svolto in questi<br />
anni sia in Italia che all’estero specializzandosi nella ricerca e<br />
nell’impiego di tecnologie all’avanguardia e puntando così al<br />
perfezionamento del dialogo tra aspetti conservativi e realtà<br />
espositive sempre in continua evoluzione.<br />
Per la mostra “Torcello. Alle origini di Venezia tra Occidente e<br />
Oriente” si è avanzata una ricerca nel campo illuminotecnico per<br />
acuire il rapporto sensibile tra opera esposta e oggetto luminoso.<br />
I materiali utilizzati diventano fondo perfetto e base per il racconto<br />
della storia millenaria dell’Isola di Torcello.<br />
L’allestimento della mostra è frutto del rapporto innescato e<br />
continuo tra i nostri tecnici e l’architetto progettista Barbara<br />
Accordi, che insieme hanno saputo ricreare l’ambiente ideale per<br />
le opere esposte.<br />
Questo allestimento conferma ancora una volta OTT ART come<br />
punto di riferimento nel settore espositivo museale.<br />
OTT ART srl via delle Macchine 29/01 30175 Marghera Venezia tel 041/936463 fax 041 936806<br />
info@ott-art.it PI 03205370277
“l’architettura è_puri volumi nella luce_Le Corbusier<br />
iGuzzini illuminazione | company profile<br />
iGuzzini illuminazione nasce nel 1958 con il nome Harvey Creazioni. Ad una prima<br />
produzione di oggetti in rame smaltato, affianca nel 1959 quella di lampade d’arredo.<br />
Oggi, a cinquant’anni dalla sua fondazione, è leader sul mercato internazionale nella<br />
produzione di apparecchi per l’illuminazione architetturale di fascia alta, sia per gli<br />
interni che per gli esterni.<br />
La sua sede è in Italia, (Recanati) dove copre un’area di 150.000 m2 fra headquarter,<br />
produzione e polo logistico. Ha 15 filiali europee ed extraeuropee e distributori<br />
esclusivi in tutto il mondo. Il suo consolidato 2008 è di circa 216 milioni di euro. Il<br />
numero dei dipendenti è di oltre 1.200<br />
E’ guidata da Adolfo Guzzini, Presidente, Antonio Santi, CEO e appartiene - insieme a<br />
Teuco Guzzini (settore bagno_water experience) e F.lli Guzzini (settore cucina tavola)<br />
- alla Finanziaria Fimag, holding di famiglia. Le tre aziende compongono il Gruppo<br />
Guzzini.<br />
Il tratto caratteristico della sua attività è progettare l'uso efficace della luce: ciò si<br />
traduce non soltanto nella produzione di apparecchi di illuminazione innovativi, dalle<br />
eccellenti performance e disegnati dagli architetti e designer più importanti del<br />
panorama internazionale, ma anche nella capacità di combinarli in regie luminose in<br />
grado di abitare le diverse architetture in maniera del tutto integrata.<br />
Consapevole che una migliore qualità della luce migliora la qualità della vita, negli<br />
interni come negli esterni, iGuzzini è impegnata da oltre trent’anni nella diffusione di<br />
una vera e propria cultura della luce. Un’opera di diffusione che dal 1977 ad oggi ha<br />
coinvolto esperti lighting designer e light-maker come Luigi Manzoni, Van Malotki,<br />
Louis Clair, Piero Castiglioni, Tino Kwan, ed espressa attraverso un’intensa attività di<br />
formazione destinata a progettisti, architetti e a quanti interessati alle tematiche<br />
illuminotecniche.<br />
Illuminare bene fa risparmiare energia elettrica, rende più sicure le città, valorizza gli<br />
edifici, le vetrine dei negozi, e, non per ultimo contrasta il fenomeno dell’inquinamento<br />
luminoso.<br />
Diversi i settori di applicazione: arredo urbano, musei, spazi commerciali, hotel, uffici e<br />
altri.<br />
Nel mondo sono illuminati da apparecchi iGuzzini: il Museo della Galleria Borghese, il<br />
Palazzo delle Esposizioni e la Domus di Aurelio a Roma, il Beaubourg a Parigi, il<br />
Tempio di Luxor in Egitto, l’Hermitage e la Prospettiva Nevsky a San Pietroburgo, il<br />
North Greenwich Transport Interchange e l’aeroporto di Heathrow a Londra, il Centro
Design Mercedes a Stoccarda, il Centro Paul Klee a Berna, l’Oriental Art Center a<br />
Shangai ed il Grand Theatre a Pechino , il Ponte di Mostar, la sede del Sole 24 Ore e<br />
la nuova Fiera di Milano, l’aeroporto di Melbourne, la sede della National Assembly for<br />
Wales nel Galles.<br />
Costante negli anni l’investimento sulla ricerca e sull'innovazione tecnologicoproduttiva,<br />
con partner che vanno dalla Harvard University al M.I.T di Boston, dalla<br />
“La Sapienza” di Roma al Politecnico di Milano, fino ad arrivare al CNR, all’Istituto<br />
Centrale per il Restauro e al Lighting Research Center di Troy (NY).<br />
La grande attenzione al design l’ha portata a collaborare con alcuni dei più famosi<br />
architetti e designer di fama mondiale. Fra i primi Giò Ponti, Rodolfo Bonetto, e Bruno<br />
Gecchelin, ai quali hanno fatto seguito Renzo Piano, Gae Aulenti, Piero Castiglioni<br />
prima e Norman Foster, Jean-Michel Wilmotte, Mario Cucinella, Massimiliano Fuksas,<br />
Ron Arad poi, autori, tra l’altro, di alcuni degli apparecchi di illuminazione più<br />
significativi.<br />
Numerosi i premi assegnati all’azienda, dal Compasso d’Oro 1989 all’apparecchio<br />
Shuttle di Bruno Gecchelin, a quello del 1991 assegnato al Gruppo Guzzini “per aver<br />
sviluppato nel tempo una filosofia progettuale e produttiva di grande coerenza in cui la<br />
cultura del Design ha rappresentato un comune denominatore ed un elemento di<br />
distinzione” al Compasso d’Oro 1998 al prodotto Nuvola di Piano Design Workshop.<br />
Nel 1998 la iGuzzini riceve il Premio Guggenheim quale riconoscimento al suo<br />
costante impegno nel campo della cultura e nel 2001 il Premio Leonardo per la<br />
qualità.<br />
Contatti<br />
iGuzzini illuminazione S.p.A.<br />
Phone +39 071 758 81<br />
Fax +39 071 758 82 95<br />
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Phone +39 02 3491206<br />
Fax +39 02 3490928<br />
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