Prestiti a Pensionati • Mutui - Sappe
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MESSAGGIO PUBBLICITARIO CON FINALITA’ PROMOZIONALE - FOGLI ANALITICI ESPOSTI IN AGENZIA<br />
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massimi riferiti agli esempi.<br />
Gli esempi indicati sono comprensivi degli oneri assicurativi / Garanzia<br />
INPDAP obbligatori per legge e riferiti ad un dipendente di 30 anni<br />
di età e 10 di servizio. (Riferito al periodo Giugno / Ottobre 2007).<br />
ATTENZIONE QUESTI TASSI SONO APPLICATI ESCLUSIVAMENTE DALLE NOSTRE AGENZIE<br />
Per infomazioni e compilazione moulistica rivolgersi a<br />
Intermediario Finanziario UIC n.37323<br />
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A richiesta verrà consegnata, prima della stipula, una copia completa del contratto per la valutazione del contenuto.<br />
Bla©K
Organo Ufficiale<br />
Nazionale del SAPPE<br />
Sindacato Autonomo<br />
Polizia Penitenziaria<br />
ANNO XIV<br />
NUMERO 141<br />
GIUGNO 2007<br />
Direttore Responsabile<br />
Donato Capece<br />
capece@sappe.it<br />
Vice Direttore Responsabile<br />
Giovanni Battista De Blasis<br />
giornalista<br />
Direttore Editoriale<br />
Giovanni Battista De Blasis<br />
deblasis@sappe.it<br />
Direttore Organizzativo<br />
Moraldo Adolini<br />
Capo Redattore<br />
Roberto Martinelli<br />
Comitato di Redazione<br />
Nicola Caserta<br />
Umberto Vitale<br />
Redazione Politica<br />
Giovanni Battista Durante<br />
Progetto Grafico e impaginazione<br />
© Mario Caputi (art director)<br />
Direzione e Redazione Centrale<br />
Via Trionfale, 79/A<br />
00136 Roma<br />
tel. 06.3975901 r.a.<br />
fax 06.39733669<br />
E-mail: rivista@sappe.it<br />
Sito Web: www.sappe.it<br />
Le Segreterie Regionali del <strong>Sappe</strong>,<br />
sono sede delle Redazioni Regionali<br />
di: “Polizia Penitenziaria -<br />
Società Giustizia & Sicurezza”<br />
Registrazione<br />
Tribunale di Roma n. 330<br />
del 18.7.1994<br />
Stampa<br />
Romana Editrice s.r.l.<br />
Via dell’Enopolio, 37<br />
00030 S. Cesareo (Roma)<br />
Finito di stampare:<br />
Giugno 2007<br />
Questo Periodico è associato alla<br />
Unione Stampa Periodica Italiana<br />
Il S.A.P.Pe. è il sindacato<br />
più rappresentativo del<br />
Corpo di Polizia Penitenziaria<br />
4<br />
5<br />
6<br />
8<br />
13<br />
17<br />
24<br />
28<br />
La Copertina<br />
il Sommario il Sommario<br />
La Polizia Penitenziaria sul territorio<br />
L’EDITORIALE<br />
Una Amministrazione sorda e indifferente<br />
di Donato Capece<br />
IL PULPITO<br />
Papa Wojtyla e il generale<br />
di Giovanni Battista De Blasis<br />
IL COMMENTO<br />
Quando il carcere è sinonimo di business<br />
di Roberto Martinelli<br />
OSSERVATORIO POLITICO<br />
Convegno a Cosenza su certezza della pena...<br />
di Giovanni Battista Durante<br />
SAPPEINFORMA<br />
Esecuzione penale esterna:<br />
La Polizia Penitenziaria sul territorio<br />
LE FIAMME AZZURRE<br />
Il calderone degli Enti Previdenziali<br />
a cura di Lionello Pascone<br />
CINEMA DIETRO LE SBARRE<br />
L’aria salata - Quattro minuti<br />
a cura di GBDB<br />
IN PILLOLE<br />
Notizie di Agenzia sul carcere e dintorni...<br />
Per ulteriori approfondimenti<br />
visita il sito<br />
www.sappe.it<br />
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L’IMPORTO VA VERSATO SUL C. C. POSTALE N. 54789003<br />
INTESTATO A: POLIZIA PENITENZIARIA - Società Giustizia & Sicurezza<br />
Via Trionfale, 79/A - 00136 Roma<br />
INDICANDO L’INDIRIZZO DOVE VA SPEDITA LA RIVISTA<br />
Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007 3
l’Editoriale<br />
4<br />
E’<br />
Una Amministrazione<br />
sorda e indifferente<br />
stata presa da parte del Sindacato Autonomo Polizia<br />
Penitenziaria una dura posizione nei confronti del<br />
Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per la sua<br />
indifferenza alle reali problematiche dei poliziotti.<br />
Nei giorni scorsi, infatti, è stata formalmente proclamato dalla<br />
Segreteria Generale lo stato di agitazione nazionale del<br />
Personale di Polizia Penitenziaria con una comunicazione<br />
inviata al Ministro della Giustizia Mastella, al Sottosegretario<br />
Manconi e al Capo del DAP Ettore Ferrara.<br />
Il SAPPe ha dovuto evidenziare alcune problematiche che<br />
l’Amministrazione ha affrontato e gestito in maniera decisamente<br />
penalizzante e contraria alle finalità istituzionali.<br />
Innanzitutto va sottolineato che le direttive in materia di assegnazione<br />
dei 526 vice Ispettori, in attesa di destinazione da<br />
oltre un anno, si stanno realizzando in un completo fallimento.<br />
Invero, gli intendimenti erano quelli di procedere alla copertura<br />
delle vacanze organiche nel ruolo soprattutto negli istituti<br />
di maggiore spessore operativo, invece dalla concertazione<br />
decentrata in corso è emerso che le unità interessate andranno<br />
a collocarsi in carceri dove non sussisteva una reale esigenza.<br />
Ne consegue che saranno azzerate le disponibilità di quei posti<br />
a cui, a livello regionale, aspiravano da anni molti pari qualifica,<br />
in virtù dell’esito dell’interpello nazionale dell’anno 2006.<br />
Un altro fallimento ha riguardato l’organizzazione dei corsi per<br />
i vice Sovrintendenti, che sono iniziati l’11 giugno 2007 e che<br />
hanno interessato quasi tutte le scuole.<br />
Occorre rilevare che, da quanto è dato sapere, si è voluto designare<br />
il corpo docente, pure in periodo estivo e con difficoltà<br />
contingenti, in modo poco trasparente e opinabile attingendo<br />
relatori e conferenzieri locali, nonostante le reiterate e significative<br />
adesioni collegiali emerse in ogni circostanza contrattuale:<br />
sembra che la decisione abbia origine nella insufficienza<br />
dei fondi sul capitolo di bilancio delle missioni ma è pur vero<br />
che le Scuole, nei primi cinque mesi dell’anno, non hanno<br />
ospitato corsi di alcun genere. Ciò vuole dire che il settore<br />
della formazione è allo sbando e che nei riguardi della professionalità<br />
del personale vi è la massima indifferenza: altro che<br />
attenzione e iniziative pertinenti.<br />
Inoltre, osservando procedure atipiche ed anomale, si dovrà<br />
assistere a un tourn over, atteso che il 50% dei corsisti sarà<br />
presente presso le Scuole e l’altro 50% frequenterà il tirocinio<br />
on the job.<br />
Per di più, pur essendo stata rappresentata, a gran voce, nell’ambito<br />
della Commissione di cui all’articolo 22, comma 3,<br />
del D.P.R. 395\1995, l’esigenza improcrastinabile della redazione<br />
di un Regolamento per le Scuole (ex articoli 3 e 31 della<br />
Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007<br />
Donato Capece<br />
Segretario Generale <strong>Sappe</strong><br />
capece@sappe.it<br />
Direttore<br />
Responsabile<br />
Legge 395\1999), ancora non elaborato dopo 16 anni, nessun<br />
interesse è stato manifestato circa l’indicazione.<br />
Ancora incongruenze devono rilevarsi per quanto attiene ai distacchi<br />
del personale, ai sensi dell’articolo 7 del contratto di<br />
lavoro.<br />
Trattasi di provvedimenti assunti a causa della presenza di condizioni<br />
di salute di componenti dei nuclei familiari del personale,<br />
non in grado di rendere compatibile il servizio con circostanze<br />
di particolare gravità, pur documentate e accertate.<br />
Dopo anni, l’Amministrazione ha bloccato, sino al 30 settembre<br />
2007, tali distacchi, pretendendo il rientro nelle sedi di provenienza<br />
del personale interessato e impedendo, pertanto, la continuità<br />
di una assistenza sancita dal richiamato articolo 7.<br />
Ci si chiede se una disposizione ministeriale, a carattere individuale,<br />
possa sospendere temporaneamente l’esecuzione e gli<br />
effetti della legge! E per rimanere in tema di distacchi, succede<br />
che alla Casa Circondariale Femminile di Roma Rebibbia sono<br />
state distaccate unità appena “uscite” da un corso di formazione,<br />
che ovviamente non hanno raggiunto le sedi del Nord assegnate,<br />
quando in quell’istituto vi sono più di 50 poliziotte penitenziarie<br />
“distaccate” altrove, non da ultimo per attività di<br />
“commesso” in palazzi ministeriali.<br />
Anche questa è certamente una condotta poco trasparente e<br />
assolutamente inaccettabile, visto che il bando di interpello per<br />
sostenere il personale della suddetta struttura capitolina ha<br />
riguardato solo personale in servizio al D.A.P. e non quello<br />
addetto alla sede ministeriale di Via Arenula; d’altra parte, in<br />
senso inverso gli uffici del D.A.P. si riempiono di unità appartenenti<br />
a vari ruoli, stranamente tutte provenienti da sedi toscane,<br />
anche per incrementare direttamente uffici del D.A.P., nella fattispecie<br />
la Direzione Generale dei Detenuti e Trattamento.<br />
Per concludere, occorre rammentare quanto più volte sollecitato<br />
e rimasto, come di consueto, inascoltato: il mancato potenziamento<br />
dei Reparti preposti alla trattazione delle pensioni e<br />
delle cause di servizio.<br />
Il personale in congedo deve attendere almeno cinque anni per<br />
conoscere l’effettiva entità degli emolumenti spettanti, ed anni<br />
trascorrono anche per la definizione delle indennità di pensione<br />
privilegiata, connessa ad infermità dipendenti da causa di<br />
servizio.<br />
Il silenzio dell’Amministrazione alle doglianze esposte da mesi<br />
è espressione di ulteriore e assoluta indifferenza.<br />
Per questi motivi, abbiamo proclamato lo stato di agitazione<br />
permanente e organizzato una lunga serie di manifestazioni di<br />
protesta a macchia di leopardo sul territorio nazionale e che<br />
convergeranno in una dimostrazione a Roma in luoghi e modalità<br />
ancora da stabilire.<br />
<strong>•</strong>
Giovanni Battista<br />
De Blasis<br />
Segretario Generale<br />
Aggiunto <strong>Sappe</strong><br />
deblasis@sappe.it<br />
Direttore Editoriale<br />
Questo mese, per la prima volta in<br />
tredici anni di editoriali, vorrei<br />
utilizzare le colonne della mia<br />
rubrica per parlare di un libro molto<br />
particolare, appena distribuito nelle<br />
librerie.<br />
Voglio definire questo libro molto<br />
particolare non solo per l’argomento<br />
trattato, che pure è più unico che raro,<br />
ma soprattutto perché mi è stato<br />
segnalato da mio padre – ottantatreenne<br />
sottufficiale in pensione della<br />
Polizia di Stato – rimasto entusiasta<br />
del testo scritto da colui che è stato,<br />
per molti anni, il Suo Dirigente.<br />
Secondo quanto scritto dallo stesso<br />
autore (del quale è tracciata una<br />
ampia biografia a piè pagina) il libro è<br />
«una raccolta di alcuni ricordi del<br />
servizio svolto a fianco di Giovanni<br />
Paolo II per lasciare una piccola<br />
testimonianza delle esperienze e dei<br />
Papa Wojtyla<br />
e il Generale<br />
momenti vissuti accanto al Papa».<br />
Papa Wojtyla e il Generale, questo il<br />
titolo del volume, svela molti segreti<br />
sulle “fughe” dal Vaticano del<br />
Pontefice polacco a partire dalla rivelazione<br />
di una vacanza fuori porta del<br />
Papa nel 1985, della quale non si era<br />
mai saputo nulla fino ad oggi.<br />
Metaforico, ed emblematico di tutta la<br />
storia, quanto detto da Wojtyla agli<br />
agenti della scorta dopo una passeggiata<br />
segreta in montagna: «grazie,<br />
perché proteggete uno scandalo<br />
internazionale…».<br />
Interessanti e molto indicativi, alcuni<br />
passaggi della prefazione scritta da<br />
Monsignor Piero Pennacchini: «Chi<br />
legge queste memorie dell’amico<br />
Prefetto Enrico Marinelli potrà scoprire<br />
come un fedele servitore dello<br />
Stato italiano possa attuare la sua<br />
missione non perdendo di vista la<br />
Enrico Marinelli, Prefetto, dal 1985 al 1999 Dirigente dell’Ispettorato<br />
Generale di Pubblica Sicurezza presso il Vaticano, ha assunto per quattordici<br />
anni la responsabilità di vigilare sulla sicurezza di Giovanni Paolo II durante<br />
i suoi viaggi apostolici ed i soggiorni in montagna in territorio italiano. Dal<br />
continuo contatto con Papa Wojtyla, che lo chiamava affettuosamente il suo<br />
“generale”, sono frutto i ricordi di un’amicizia discreta e profonda raccolti in<br />
questo libro.<br />
Nato ad Agnone, in Molise, nel 1932, da una famiglia nota per l’antica arte<br />
della fabbricazione delle campane, Enrico Marinelli è entrato in Polizia nel<br />
1956. La sua lunga carriera, svolta in diverse città italiane e, prima dell’arrivo<br />
all’ispettorato, in importanti commissariati della capitale, lo ha portato ad<br />
occuparsi, oltre che di repressione dei reati e tutela dell’ordine pubblico,<br />
delle emergenze sociali provocate dalla questione agraria nel Mezzogiorno,<br />
dalla contestazione giovanile degli anni ‘60 e ‘70, dal terrorismo e dall’eversione,<br />
compreso il caso Moro, fino alla sicurezza negli stadi. Davanti a tante<br />
sofferenze ha sempre cercato di intervenire associando allo spirito di sacrificio<br />
e al rispetto della legalità e della giustizia il criterio della solidarietà<br />
umana e cristiana. Pur insignito delle più alte onorificenze italiane, vaticane<br />
e dell’Ordine di Malta, il Prefetto Marinelli ritiene che la sua maggiore ricompensa<br />
sia stata quella di poter godere della stima e dell’affetto di un Papa, che<br />
giustamente la gente invoca già come santo, al quale, attraverso le pagine del<br />
libro, vuole testimoniare tutta la sua gratitudine e ammirazione.<br />
il Pulpito il Pulpito<br />
propria identità di cristiano impegnato.<br />
Col suo racconto di episodi inediti,<br />
registrati nei quasi quindici anni<br />
trascorsi alla direzione<br />
dell’Ispettorato di Pubblica Sicurezza<br />
presso il Vaticano, ci svela il<br />
profondo rapporto con il Servo di<br />
Dio Giovanni Paolo II, che aiuta il<br />
lettore a scoprire ancora di più il<br />
volto umano del Papa venuto da un<br />
paese lontano».<br />
<strong>•</strong><br />
Nelle foto:<br />
sopra,<br />
Enrico<br />
Marinelli e<br />
Papa Giovanni<br />
Paolo II<br />
sotto,<br />
la copertina<br />
del libro<br />
edito da<br />
NOVA<br />
ITINERA<br />
Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007 5
il Commento<br />
R<br />
Nella foto:<br />
braccialetto<br />
elettronico<br />
6<br />
Roberto<br />
Martinelli<br />
Segretario Generale<br />
Aggiunto <strong>Sappe</strong><br />
martinelli@sappe.it<br />
Capo Redattore<br />
Quando carcere è<br />
sinonimo di business...<br />
Olanda: al via la sperimentazione<br />
delle ganasce alle ginocchia dei detenuti<br />
icordate la storia dei braccialetti elettronici?<br />
Dopo appena due anni di sperimentazione,<br />
nel 2004 scomparvero<br />
nell’oblio e nel disinteresse generale.<br />
In realtà non erano dei braccialetti<br />
veri e propri ma delle cavigliere.<br />
Un’idea dell’ex ministro degli Interni<br />
Enzo Bianco per decongestionare le<br />
carceri italiane, sull’onda delle sperimentazioni<br />
avviate in Inghilterra,<br />
Belgio, Francia, Stati Uniti e<br />
Singapore. Da noi però non hanno<br />
funzionato. Lasciamo perdere la fuga<br />
del primo sorvegliato, il peruviano<br />
Augusto Tena, scomparso senza<br />
lasciare tracce. Forse si trattò di un<br />
caso.<br />
Secondo alcuni dietro questo fallimento<br />
ci sarebbero i grossi interessi<br />
che ruotano attorno all’apparato<br />
detentivo del nostro Paese. Appalti<br />
milionari che però in America hanno<br />
avuto singolarmente l’effetto opposto:<br />
Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007<br />
ma lì la tecnologia non viene usata<br />
tanto per decongestionare le carceri<br />
quanto per controllare meglio i detenuti.<br />
Le prigioni stesse sono diventate<br />
terreno per sperimentare nuovi sistemi<br />
di analisi e di controllo che in alcuni<br />
casi hanno mutato radicalmente l’aspetto<br />
degli istituti di pena. Un esempio?<br />
La prigione di massima sicurezza<br />
di Pelican Bay in California. Una serie<br />
di edifici innocui circondati da un<br />
recinto basso.<br />
Che senso ha innalzare mura di cinque<br />
metri quando si adoperano dei sensori<br />
perimetrali di movimento tanto sensibili<br />
da percepire il battito cardiaco<br />
di un topo? Ed è solo una delle tante<br />
sorprese avveniristiche di Pelican Bay.<br />
I sistemi a raggi X della serie 500 della<br />
Rapidscan sono stati testati qui prima<br />
di arrivare sul mercato.<br />
Costruita nel 1989 la Pelican Bay State<br />
Prison, con oltre 160mila carcerati,<br />
1.400 impiegati e un budget annuo di<br />
115 milioni di dollari, è una delle<br />
trentadue prigioni californiane delle<br />
quali ventuno costruite negli ultimi<br />
due decenni.<br />
Il sistema carcerario più vasto non<br />
solo di tutti gli Stati Uniti, che nel suo<br />
complesso arriva a due milioni di<br />
detenuti, ma anche di tutto l’Occidente<br />
con una popolazione carceraria pari a<br />
quella di Francia, Inghilterra,<br />
Norvegia, Germania, Giappone e<br />
Singapore messe assieme.<br />
Dietro la svolta tecnologica delle carceri<br />
californiane c’è il Law<br />
Enforcement and Corrections<br />
Technology Center che in accordo<br />
con il National Institute of Justice<br />
Office of Science and Technology,<br />
produce, sperimenta e testa sistemi<br />
innovativi per migliorare l’efficienza<br />
delle forze dell’ordine. Tecnologie che<br />
magari fra qualche anno vedremo<br />
anche negli aeroporti o all’entrata<br />
delle banche come il nuovo sistema di<br />
scansione in grado di percepire<br />
sostanze illegali di qualsiasi tipo<br />
addosso a una persona e utilizzato in<br />
un paio di prigioni californiane per<br />
stroncare il contrabbando e la vendita<br />
di stupefacenti.<br />
Alla Calipatria State Prison invece sono<br />
stati introdotti dei braccialetti elettronici<br />
messi a punto dall’Alanco su tecnologia<br />
Motorola. Non servono per le<br />
persone agli arresti domiciliari, ma<br />
per controllare in tempo reale con<br />
esattezza millimetrica la posizione di<br />
tutti detenuti all’interno del carcere.<br />
Potenzialmente, se anche altre prigioni<br />
americane dovessero adottare questi<br />
braccialetti elettronici, il giro d’affari<br />
della Alanco potrebbe toccare il<br />
miliardo e mezzo di dollari.<br />
Certo, grazie alla tecnologia i detenuti<br />
vedono la loro privacy diminuire sensibilmente.<br />
Secondo Larry Cothran,<br />
che dirige la sezione carceraria del<br />
Law Enforcement and Corrections<br />
Technology Center, è un piccolo prezzo<br />
da pagare rispetto ai vantaggi.<br />
Che le condizioni dei detenuti non<br />
siano in cima alla lista delle priorità<br />
del sistema carcerario americano lo<br />
prova l’adozione della Stun Belt. Una
cintura elettronica con comando a<br />
distanza attraverso la quale si può<br />
infliggere a chi la indossa una potente<br />
scarica elettrica per otto secondi.<br />
Sembra che provochi dolori lancinanti<br />
riducendo all’impotenza il soggetto<br />
che, perdendo il controllo del proprio<br />
corpo, di media si urina e defeca<br />
addosso.<br />
Stando ad Amnesty Intemational viene<br />
prodotta dalla Stun Tech e dalla Nova<br />
Products ed è stata adottata dalla polizia<br />
di venti Stati americani.<br />
A ben guardare l’intero sistema carcerario<br />
americano è un affare da capogiro<br />
non solo per chi produce tecnologia.<br />
Stiamo parlando di un business da<br />
trentacinque miliardi di dollari l’anno<br />
nel quale sono coinvolte società private<br />
che costruiscono le prigioni stesse e<br />
a volte le amministrano, come nel<br />
caso della Bobby Ross Group, della<br />
Corrections Corporation of America<br />
che possiede oltre sessanta istituti fra<br />
Stati Uniti, Australia e Inghilterra per<br />
un totale di cinquantamila detenuti, o<br />
della Wackenhut Corrections, da<br />
poco ribattezzata Geo Group, e che ha<br />
istituti di pena in Cile e in diversi altri<br />
Paesi. Per il business del futuro la<br />
parola magica sono i sistemi biometrici.<br />
Le forze di polizia di ventisei Stati<br />
americani, iniziando dal Texas e dalla<br />
California, li hanno già.<br />
A Singapore usano apparecchi della<br />
Nec per controllare il movimento di<br />
lavoratori pendolari e stagionali provenienti<br />
dalla Malesia attraverso una<br />
tessera di riconoscimento di tipo<br />
Smartcard e la scansione delle<br />
impronte. Insomma la tecnologia<br />
viene impiegata più che per aprire le<br />
carceri per estendere i sistemi di controllo<br />
all’intero territorio.<br />
Recentissimo l’esperimento che si<br />
vuole provare in Olanda, del quale ha<br />
parlato il Giornale.<br />
Ci sono le ganasce per bloccare le<br />
auto parcheggiate dove non dovrebbero<br />
essere parcheggiate e presto ci<br />
saranno anche le ganasce-robot per<br />
bloccare i detenuti che durante i per-<br />
messi speciali potrebbero essere tentati<br />
di darsi alla fuga per non tornare<br />
più in prigione. Una novità che entrerà<br />
in funzione in Olanda appena ci sarà<br />
l’approvazione del Parlamento.<br />
Di che si tratta? Il termine ganascia,<br />
applicato agli esseri umani, può far<br />
pensare a uno strumento di tortura, a<br />
un attrezzo medioevale, a qualcosa di<br />
crudele.<br />
Ma non è così. Si tratta di un congegno,<br />
simile a un lucchetto, che viene<br />
applicato alle ginocchia. Grazie alla<br />
sua flessibilità permette a chi è costretto<br />
a subirlo di camminare normalmente<br />
ma non di correre perché se<br />
corre il lucchetto si irrigidisce automaticamente<br />
e blocca le ginocchia<br />
proprio come le ganasce bloccano le<br />
ruote di un’auto. Ma c’è di più: una<br />
volta applicate a un ginocchio del<br />
detenuto in libera uscita, le «morse»<br />
ne impediranno la fuga bloccando le<br />
sue gambe se tentasse di uscire dal<br />
territorio stabilito o non rientrasse in<br />
carcere negli orari stabiliti.<br />
I primi a muoversi con questo nuovo<br />
sistema «antievasione» applicato alle<br />
ginocchia saranno i detenuti appartenenti<br />
alla categoria Tbs, sigla che nel<br />
regolamento carcerario olandese indica<br />
un certo tipo di prigionieri considerati<br />
particolarmente pericolosi e a<br />
rischio di ricadute, come pedofili,<br />
maniaci sessuali, seminfermi di mente.<br />
Come prevede la legge questi detenuti<br />
dopo un certo numero di anni in carcere<br />
vengono sottoposti a un programma<br />
di recupero che per reinserirli<br />
gradualmente nella società consente<br />
loro di trascorrere ogni mese alcuni<br />
giorni fuori dalla prigione ma in libertà<br />
vigilata, con a fianco un assistente<br />
sociale che li tiene d’occhio giorno e<br />
notte.<br />
Molti però hanno approfittato dei permessi<br />
speciali per scappare e in alcuni<br />
casi per reiterare il reato.<br />
È a questo punto che nasce l’idea delle<br />
ganasce alle ginocchia per i Tbs in<br />
libera uscita. Per la verità sono stati<br />
presi in considerazione anche altri<br />
congegni.<br />
Si è pensato di munire gli accompagnatori<br />
del detenuto di uno spray<br />
capace di immobilizzare il Tbs ai<br />
primi segni di fuga ma poi si è scoperto<br />
che lo spray provocava danni alla<br />
pelle. Si è anche pensato a un bracciale<br />
in grado di trasmettere una scossa<br />
elettrica ma è stato scartato perché<br />
troppo pericoloso.<br />
Il lucchetto flessibile a metà gamba<br />
sembra la soluzione ideale.<br />
Il portavoce del ministero della<br />
Giustizia, Wim van der Weegen, assicura<br />
che i test hanno tutti dato risultati<br />
convincenti. «Se il detenuto rispetta<br />
le regole neanche se ne accorge di<br />
camminare con le ganasce. Ma se<br />
disubbidisce viene subito immobilizzato<br />
dall’apparecchio». <strong>•</strong><br />
Nelle foto:<br />
a sinistra,<br />
l’ingresso<br />
della Pelican<br />
Bay State<br />
Prison<br />
sotto,<br />
detenuti<br />
come le<br />
auto?<br />
Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007 7
l’Osservatorio l’Ossevatorio Politico<br />
I<br />
Nella foto:<br />
(di Salvatore<br />
Vita - Franco<br />
Sazzirri)<br />
l’intervento<br />
di Giovanni<br />
Battista<br />
Durante al<br />
Convegno di<br />
Cosenza<br />
8<br />
Giovanni Battista<br />
Durante<br />
Segretario Generale<br />
Aggiunto <strong>Sappe</strong><br />
durante@sappe.it<br />
Resp. Red. Politica<br />
Convegno a Cosenza su certezza<br />
della pena e sicurezza del cittadino:<br />
ruolo e prospettive post indulto del<br />
Corpo di Polizia Penitenziaria<br />
l 18 maggio 2007 si è tenuto a Cosenza il convegno CER-<br />
TEZZA DELLA PENA E SICUREZZA DEL CITTADINO: ruolo e<br />
prospettive post indulto del Corpo di polizia penitenziaria.<br />
Il convegno è stato organizzato dalla Fondazione culturale<br />
Luigi Filosa, il cui presidente, Michele Sapia, ne ha tratteggiato<br />
la figura. “Deputato ed avvocato che ho avuto la<br />
fortuna di conoscere – ha affermato Michele Sapia – e<br />
che ha lasciato a tutti noi una lezione di grande coerenza<br />
per la quale ha pagato con il confino e l’emarginazione,<br />
in quanto accusato di grave insubordinazione<br />
ideologica (Filosa era deputato fascista, ma nella sua attività<br />
difese alcuni antifascisti, tanto che fu poi a sua volta<br />
difeso da personaggi come Giacomo Mancini, ex deputato<br />
socialista) e nonostante le tante afflizioni non ha rinnegato<br />
nulla del suo credere politico”.<br />
All’intervento di Michele Sapia è seguito quello di<br />
Beniamino Morrone, dirigente della Carime, la Banca che<br />
ha fornito la sala e sponsorizzato il convegno. Morrone ha<br />
sostituito il Presidente Andrea Pisani Massamormile.<br />
Ho avuto il piacere di tenere la prima relazione al convegno,<br />
seguito poi dai più autorevoli interventi del direttore<br />
generale dell’esecuzione penale esterna del Dipartimento<br />
dell’amministrazione penitenziaria Turrini Vita e dal magistrato<br />
di sorveglianza di Cosenza Alberto Liguori.<br />
Sono intervenuti l’onorevole Angela Napoli, di Alleanza<br />
Nazionale, componente della commissione antimafia, il<br />
Senatore Nuccio Iovene e l’onorevole Marilina Intrieri, per<br />
Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007<br />
l’Ulivo; quest’ultima è componente della commissione giustizia<br />
della Camera dei deputati.<br />
Hanno concluso i lavori - che sono stati moderati dal giornalista<br />
del Quotidiano Gianfranco Bonofiglio - il Capo del<br />
DAP Ettore Ferrara e il Sottosegretario alla Giustizia Luigi Li<br />
Gotti.<br />
Riporto, di seguito, un breve stralcio del mio intervento.<br />
“…Ascoltiamo spesso affermazioni del tipo “la pena<br />
deve essere espiata per intero”, “chi commette un reato<br />
deve andare in carcere” e via discorrendo.<br />
Se affermazioni di questo tipo si possono accettare da<br />
persone che ignorano il nostro ordinamento, ciò non è<br />
consentito ad altri, a coloro che lo conoscono o dovrebbero<br />
conoscerlo in ragione della professione che svolgono<br />
…”. “ …evidentemente sfugge a costoro che nel<br />
nostro ordinamento è stato introdotto il concetto, o<br />
principio che dir si voglia, di flessibilità della pena, la<br />
cui espiazione deve essere costantemente sottoposta a<br />
verifica.<br />
La pena deve essere una pena utile, utile al condannato<br />
e alla società; deve, come recita la nostra costituzione,<br />
tendere alla rieducazione. E’ proprio dalla lettura combinata<br />
dei commi 1 e 3 dell’articolo 27 della<br />
Costituzione che la Corte Costituzionale, prima nel 1974<br />
e poi nel 1988 ha introdotto nel nostro ordinamento i<br />
principi di flessibilità e di colpevolezza.<br />
Tra l’altro, è proprio grazie alla flessibilità e, quindi, alla<br />
possibilità concessa anche all’ergastolano di uscire dal<br />
carcere che la Corte Costituzionale ha salvato e conservato<br />
nel nostro ordinamento la pena dell’ergastolo.<br />
E’ proprio partendo dalla sentenza della Corte<br />
Costituzionale del 1974 che il legislatore ha costruito<br />
tutto l’impianto normativo recepito dalla legge 354 del<br />
1975 sull’ordinamento penitenziario. Una legge che<br />
nasce con intenti rieducativi ma che col tempo diventa<br />
premiale o, addirittura, emergenziale, adeguandosi<br />
all’ordinamento penale più generale, così come modificato<br />
nel corso degli anni ottanta e novanta, a seguito<br />
delle emergenze terroristiche e mafiose …”. “ …fino<br />
all’estate scorsa il carcere era diventato davvero ingestibile,<br />
a causa dell’elevato numero di detenuti presenti.
Avevamo superato le sessantamila unità, a fronte di una<br />
capienza di circa quarantamila.<br />
L’indulto, più o meno condiviso, ha rappresentato sicuramente<br />
un momento di importante deflazione. Con l’uscita<br />
dal carcere di circa ventiquattromila detenuti<br />
siamo riusciti ad andare anche al di sotto della capienza<br />
regolamentare e ciò ha consentito al personale di polizia<br />
di poter smaltire almeno le ferie ed i congedi arretrati,<br />
laddove qualche dirigente un po’ più illuminato degli<br />
altri ha avuto il buon senso di far ridurre i posti di servizio,<br />
chiudendo qualche sezione detentiva che in quel<br />
momento era superflua. Ciò non induca però a ritenere<br />
che oggi le carceri sono troppe perché già il numero dei<br />
detenuti è cresciuto di un bel po’ e se non si fanno riforme<br />
per cui si evita il carcere per alcuni reati di minore<br />
allarme sociale, fra non molto tempo potremmo ritornare<br />
ai livelli dell’anno scorso.<br />
E' urgente una riforma del diritto penale. Da quanto<br />
appreso dalla stampa sembrerebbe che la commissione<br />
Pisapia abbia già terminato i lavori di riforma del codice<br />
penale; sappiamo che si vuole introdurre quanto già<br />
in essere per il processo penale minorile, ossia la sospensione<br />
del processo e la messa in prova, oltre al principio<br />
di offensività. E’ un aspetto della riforma condivisibile,<br />
ma è necessario ricordare anche che il nostro codice e<br />
soprattutto le leggi speciali contemplano reati d’opinione<br />
puniti con pene severissime. La diffamazione a<br />
mezzo stampa, tanto per fare un esempio, oggi è punita<br />
con la reclusione da uno a sei anni. E’ vero che nessuno<br />
è andato in carcere per tale reato, però ritengo che sia<br />
davvero incongruo sanzionare un reato di questo tipo<br />
con una pena così grave, in base ad una legge del 1948,<br />
quando la società civile aveva della reputazione, dell’onore<br />
e del decoro un concetto molto diverso di quello che<br />
possiamo avere noi oggi …”.<br />
“…l’indulto è stato definito dal sottosegretario alla<br />
Giustizia, Prof. Luigi Manconi, come un’opportunità<br />
concessa non solo ai detenuti, ma anche a tutti gli operatori<br />
del settore penitenziario, con particolare riferimento<br />
al Corpo della polizia penitenziaria.<br />
L’opportunità per il Corpo, evidentemente, deve essere<br />
rappresentata non solo dalla possibilità, immediata, di<br />
fruire delle ferie e dei riposi non concessi in precedenza,<br />
ma soprattutto quella di riorganizzarsi al meglio per<br />
rendere al Paese, insieme alle altre quattro Forze di polizia,<br />
un servizio fondamentale che tutti i cittadini richiedono<br />
da sempre per poter vivere, lavorare e progredire in<br />
pace: LA SICUREZZA.<br />
La polizia penitenziaria partecipa da sempre a questa<br />
processo fondamentale e lo fa con sempre maggiore professionalità,<br />
intervenendo anche in attività che prima<br />
erano esclusivo appannaggio delle altre Forze di polizia.<br />
Per esempio, sono sempre maggiori le deleghe concesse<br />
dall’autorità giudiziaria per l’espletamento di attività<br />
investigativa in relazione ai compiti istituzionali.<br />
Ma prima di addentrarmi nei particolare dell’organizzazione<br />
mi preme evidenziare che questo Corpo ha una<br />
storia recente, in quanto istituito con la legge di riforma<br />
n. 395 del 1990, ma antichissima se si pensa a quanto<br />
hanno fatto prima gli Agenti di Custodia, versando<br />
anche altissimi tributi di sangue. Ecco, io penso che<br />
questa memoria noi dobbiamo conservarla sempre, perché<br />
ritengo che chi dimentica la propria storia, le proprie<br />
radici, rischia di smarrirsi lungo il cammino.<br />
La prossima settimana si celebrerà a Genova il memorial<br />
day, in ricordo delle vittime del dovere: tanti poliziotti,<br />
ma anche magistrati come Falcone e Borsellino.<br />
Queste sono iniziative che non dovremo mai smettere di<br />
fare …”.<br />
“ … Il ministro della Giustizia, in occasione della celebrazione<br />
dell’annuale del Corpo, ha pronunciato un discorso<br />
programmatico che contempla molte innovazioni.<br />
Il ministro ha anche preannunciato la costituzione di<br />
veri e propri commissariati di polizia penitenziaria, iniziativa,<br />
questa, che potrebbe vedere la sua prima attuazione<br />
attraverso la costituzione dei nuclei di polizia<br />
penitenziaria per il controllo delle persone ammesse<br />
alle misure alternative.<br />
La proposta dell’amministrazione contempla la costituzione<br />
di tali nuclei all’interno degli Uffici<br />
dell’Esecuzione Penale Esterna; tale iniziativa ha suscitato,<br />
com’era prevedibile, la reazione di alcuni operatori<br />
di tale settore, ma credo che la protesta non debba<br />
preoccuparci più di tanto, poiché è destinata ad essere<br />
sostituita molto presto dalle attestazioni di stima che la<br />
polizia penitenziaria che andrà ad operare in quel settore<br />
saprà guadagnarsi fin da subito, così come è successo<br />
con il servizio delle traduzioni e dei piantonamenti,<br />
con le missioni all’estero e con tutti i compiti che il<br />
Sopra:<br />
una pagina<br />
sulla<br />
“rivalutazione”<br />
della Polizia<br />
Penitenziaria<br />
Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007 9
l’Osservatorio Osservatorio Politico<br />
Sopra:<br />
articoli sul<br />
carcere<br />
10<br />
Corpo ha assunto in questi anni …”.<br />
“… Altra importante iniziativa è stata la costituzione<br />
del servizio centrale di polizia giudiziaria, cui è stato<br />
preposto un commissario del Corpo di polizia penitenziaria.<br />
Sono queste le iniziative che vogliono vedere realizzate<br />
gli appartenenti al Corpo, al fine di creare una polizia<br />
penitenziaria che sia sempre più autosufficiente nell’espletamento<br />
dei propri compiti istituzionali, ma al<br />
tempo stesso capace e consapevole di poter interagire<br />
alla pari con le altre Forze di polizia. Siamo consapevoli<br />
di essere un Corpo a competenza specifica e specialistica,<br />
ma siamo altrettanto consapevoli di essere Forza<br />
di polizia che partecipa, al pari delle altre, nella lotta<br />
alla criminalità organizzata. Quindi, non devono esserci<br />
preclusioni neanche per l’accesso degli appartenenti<br />
al Corpo di polizia penitenziaria negli organismi inter-<br />
forze. Certa legislazione degli anni passati deve essere<br />
corretta, perché non è possibile che nella DIA (Direzione<br />
Investigativa Antimafia) non ci siano appartenenti al<br />
Corpo di polizia penitenziaria, così come non è possibile<br />
che sia preclusa alla polizia penitenziaria la costituzione<br />
delle sezioni di polizia giudiziaria. L’inserimento<br />
della polizia penitenziaria in queste strutture consentirebbe<br />
di utilizzarne la professionalità e il patrimonio di<br />
conoscenze che quotidianamente gli appartenenti al<br />
Corpo acquisiscono nelle carceri.<br />
In conclusione, dopo l’indulto, ritengo siano necessarie<br />
ed indispensabili quelle riforme strutturali che evitino<br />
il riproporsi della passata situazione di sovraffollamento<br />
delle carceri italiane. Tra le soluzioni possibili: la<br />
costruzione di nuovi penitenziari e/o la modifica del<br />
sistema delle pene, attraverso l’ampliamento dell’Area<br />
penale esterna.<br />
Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007<br />
I segnali che arrivano dal governo sembrano andare in<br />
quest’ultima direzione.<br />
Se la strada è questa, il numero delle persone ammesse a<br />
scontare la pena fuori dal carcere aumenterà sempre di<br />
più e sarà dunque necessario ed indispensabile avere<br />
una polizia specializzata, sarà dunque necessario ripensare<br />
la polizia penitenziaria nata negli anni 90, trasformandola<br />
in una forza di polizia a più ampia competenza,<br />
una vera e propria polizia dell’esecuzione penale”<br />
.<br />
Il direttore generale dell’esecuzione penale esterna,<br />
Turrini Vita, ha fatto un’ampia disamina comparativa tra il<br />
nostro e gli altri paesi europei, ma, soprattutto, ha evidenziato<br />
la sua condivisione circa l’ipotesi di ampliare le competenze<br />
del Corpo di polizia penitenziaria, anche attraverso<br />
il controllo dei soggetti ammessi alle misure alternative<br />
Si riporta, di seguito, la trascrizione della parte finale<br />
dell’intervento del Dott. Alberto Liguori,<br />
Magistrato di Sorveglianza a Cosenza, nel corso del<br />
quale ha proposto, tra l’altro, l’istituzione delle<br />
sezioni di polizia penitenziaria presso l’Ufficio di<br />
Sorveglianza.<br />
“ … L’ipotesi di lavoro finale potrebbe essere la seguente:<br />
La mia, ripeto, vi ho chiesto all’inizio scusa per la<br />
mia arroganza e presunzione, è definita una ipotesi di<br />
lavoro ed in quanto tale, alla fine, sarà consegnata agli<br />
organi competenti affinché, poi, possano rifletterci.<br />
Abbiamo detto che i progetti e disegni di legge presentati<br />
vanno nella direzione di attribuire il controllo, in capo<br />
alla polizia penitenziaria, dei soggetti in esecuzione<br />
penale esterna. Io vorrei fare di più, vorrei che si potessero<br />
costituire, sul territorio, dei presidi di polizia penitenziaria.<br />
Questi presidi, su tre opzioni diverse, potrebbero<br />
essere collocati: o nella sede in cui attualmente vive<br />
ed opera il Magistrato di Sorveglianza; pensando alla<br />
Calabria, il presidio o commissariato potrebbe avere sede<br />
a Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria, oppure potrebbe<br />
avere sede là dove il carcere ha il suo territorio.<br />
Penso, nel caso che mi occupa, alla provincia di Cosenza<br />
e, quindi, a Castrovillari, Rossano e Paola, oppure<br />
potrebbe avere sede negli Uffici dell’esecuzione Penale<br />
Esterna.<br />
Manca un unico tassello che io non ho indicato perché<br />
l’umiltà, in questo caso, mi ha consentito di non cristallizzare<br />
la slide. Con il Magistrato di Sorveglianza, ovviamente,<br />
è condicio sine qua non che la polizia penitenziaria<br />
sia, allorquando ha poteri istruttori e di controllo<br />
delle misure alternative, inserita in un quadro costituzionale.<br />
L’autorità giudiziaria è l’unico organo che può,<br />
costituzionalmente, perché dotato di autonomia e indipendenza,<br />
dirigere quel servizio dopo il giudicato penale.<br />
Questo presupporrebbe una riforma, non a costo zero,
ma con un senso di misura e di responsabilità europea<br />
…”.<br />
“ … la istituzione di una sezione di polizia giudiziaria<br />
presso il Magistrato di Sorveglianza, con compiti di coordinamento.<br />
Il meccanismo potrebbe funzionare così: il Pubblico<br />
Ministero fa la richiesta al Tribunale di Sorveglianza o al<br />
Magistrato di Sorveglianza, queste autorità giudiziarie<br />
delegano la polizia penitenziaria del territorio a raccogliere<br />
i dati necessari alla decisione, confezionando l’informativa<br />
di polizia penitenziaria.<br />
In questo modo potremmo rendere più seria e più<br />
responsabile la nostra azione, potremmo dire con molta<br />
umiltà che il cittadino potrebbe avere sicurezza non soltanto<br />
nella fase di adozione dell’alternativa …”.<br />
“ …ma anche nella fase del controllo. Questo protagonismo<br />
ce lo chiede la società...”.<br />
Si riporta, di seguito, un breve stralcio dell’intervento<br />
del Presidente Ettore Ferrara.<br />
“ … Un ringraziamento velocissimo dovuto agli organizzatori<br />
di questo convegno e direi in particolare alla<br />
Banca Carime che ci ospita e che ha saputo cogliere,<br />
oggi, attraverso il suo rappresentante, l’importanza del<br />
collegamento che esiste tra i problemi dell’economia ed i<br />
problemi della sicurezza.<br />
Ciò ci consente di sentirci in qualche modo tutti insieme<br />
a casa nostra, se mi consentite questa espressione …”.<br />
“… Un ringraziamento ai tre relatori che mi hanno preceduto<br />
per la serietà del loro impegno espressosi attraverso<br />
relazioni veramente esaustive.<br />
D’altra parte quando si evocano i nomi di Falcone e<br />
Borsellino, o il direttore Cosmai, e mi piace accostare a<br />
lui il ricordo del Maresciallo Salsone, pure lui operò in<br />
questa terra, tutto ciò non può che essere indice di serietà…”.<br />
“… Il titolo di questo convegno, secondo me, si articola<br />
in due parti: da una parte le prospettive della polizia<br />
penitenziaria, dall’altra, ed è la prima proposizione sulla<br />
quale mi soffermerò, la fotografia dell’esistente, cioè<br />
quell’ansia di sicurezza che sicuramente esiste nella<br />
società ed in qualche modo deve trovare realizzazione<br />
attraverso la certezza della pena …”.<br />
“… Ma quale pena? E qui la risposta non può che partire<br />
dal riferimento alla nostra Carta costituzionale,<br />
all’art. 27 della costituzione …”.<br />
“… Giustamente, l’amico Durante, nel suo intervento,<br />
ha fatto riferimento a concetti importanti quali quelli di<br />
flessibilità ed inflessibilità; il nostro sistema penale, storicamente,<br />
nel 1930, è nato come un sistema imperniato<br />
sulla inflessibilità della pena, quindi una pena irriducibile,<br />
una pena predeterminata, con un inizio ed una<br />
fine, senza prospettiva di cambiamento, senza alternative<br />
per il condannato. Nei fatti, poi, con uno sguardo più<br />
attento, vediamo che questo sistema, cosi concepito<br />
attraverso, allora sì, frequenti amnistie, indulti, ed altri<br />
provvedimenti clemenziali, ha dovuto regolarsi nella<br />
realtà. E progressivamente il sistema si è andato evolvendo<br />
verso forme di maggiore flessibilità della pena.<br />
Giustamente, ancora una volta, mi piace citare l’amico<br />
Durante, quando ha ricordato la giurisprudenza costituzionale<br />
e l’affermazione, tratta dall’articolo 27, del<br />
diritto del detenuto ad un riesame periodico della sua<br />
condizione, per vedere se quel periodo di espiazione<br />
abbia o meno sortito gli effetti che il legislatore ha posto<br />
a fondamento della sanzione penale. Allora, man mano,<br />
il sistema si è andato evolvendo, come si è andato evolvendo,<br />
affiancando alla istituzione penitenziaria un<br />
sistema che possiamo dire alternativo, complementare,<br />
quello della esecuzione penale esterna …”.<br />
“… Si è fatto riferimento all’indulto in più di un inter-<br />
vento e, ovviamente, non sta a me valutare le ragioni<br />
politiche che potevano deporre o meno a favore di questo<br />
provvedimento. E’ un dato di fatto che l’indulto c’è<br />
stato, è un dato di fatto che questo provvedimento ha<br />
comunque creato all’interno delle istituzioni penitenziarie<br />
una situazione che non è azzardato definire di<br />
straordinaria normalità.<br />
E allora io credo che sia nostro dovere sfruttare questa<br />
condizione, anche perche siamo nella consapevolezza<br />
che non durerà a lungo…”.<br />
“… Ed ecco qui che viene in campo la polizia penitenziaria,<br />
una polizia penitenziaria che è cresciuta enormemente,<br />
una polizia penitenziaria il cui ordinamento<br />
nasce nel 1990, ma come ho avuto modo di dire, vede in<br />
quel momento storico non tanto il battesimo, ma il raggiungimento<br />
della maggiore età, collegandosi all’esperienza<br />
degli Agenti di custodia e di quanti altri hanno<br />
Nella foto:<br />
l’intervento<br />
del Giudice<br />
Alberto<br />
Liguori<br />
Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007 11
l’Osservatorio Osservatorio Politico<br />
A fianco:<br />
ancora<br />
articoli sul<br />
carcere<br />
sotto,<br />
da sinistra, il<br />
Pres. Ferrara,<br />
il Sottosegretario<br />
Li Gotti<br />
e il Cons.<br />
Turrini Vita<br />
12<br />
preceduto gli agenti della polizia penitenziaria.<br />
La polizia penitenziaria si è evoluta, oggi è chiamata ad<br />
una attività di osservazione e trattamento, come è<br />
scritto a chiare lettere nell’art. 5 della legge costitutiva<br />
del Corpo ed è chiamata ad una serie di altre attività.<br />
E’ chiamata soprattutto a vigilare sulla esecuzione<br />
penale in tutta la sua interezza e, quindi, anche sull’esecuzione<br />
penale esterna. E veniamo qui al cuore e,<br />
quindi, anche alla conclusione del mio intervento perché<br />
il tempo a mia disposizione, purtroppo, è estremamente<br />
poco.<br />
Noi crediamo che un nuovo carcere,<br />
una nuova idea di carcere, si possa<br />
realizzare, se riusciremo a tradurre<br />
nei fatti quello che ha chiaramente<br />
detto anche il Capo dello Stato, non<br />
più tardi di una settimana fa, recandosi<br />
in visita a Rebibbia: il carcere<br />
come estrema ratio. Il carcere va riservato<br />
a chi, effettivamente, e in maniera<br />
ineludibile, deve espiare la sua pena al<br />
suo interno. Vanno invece alimentate,<br />
in tutti gli altri casi, le misure alternative<br />
alla detenzione che possono essere<br />
però espiate, attuate, assicurando la sicurezza del cittadino.<br />
Questo si può realizzare proprio attraverso l’intervento<br />
della Polizia Penitenziaria…”.<br />
“… Se noi riusciremo ad assicurare il controllo sulle<br />
misure alternative, attraverso la polizia penitenziaria,<br />
nella consapevolezza che oggi quel controllo non può<br />
essere esercitato e svolto in maniera adeguata dalle<br />
altre Forze di polizia impegnate in altri compiti, noi<br />
probabilmente riusciremo, per un verso, a soddisfare<br />
l’ansia di sicurezza dei cittadini e, per l’altro verso, a<br />
Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007<br />
favorire quel reinserimento sociale che è scritto come<br />
obiettivo del nostro impegno nella Carta costituzionale…”.<br />
“… Allora, a fronte di queste situazioni, noi abbiamo il<br />
coraggio di indicare anche nuove competenze, sapendo<br />
che questo aggraverà ulteriormente la nostra condizione,<br />
ma sapendo anche che servirà a realizzare un carcere<br />
diverso. Auspichiamo anche che il parlamento e il<br />
Governo sappiano, a fronte di questo impegno, riconoscere<br />
quelle risorse, innanzitutto umane e poi materiali,<br />
che sono indispensabili per svolgere,<br />
in maniera adeguata, questi compiti.<br />
La deroga che c’è stata nell’ultima<br />
finanziaria, per l’assunzione di<br />
500 agenti ausiliari, và in questa<br />
direzione.<br />
Noi confidiamo che reclamando<br />
nuove competenze, invocando la<br />
capacità e la volontà di dare maggiore<br />
contributo per la realizzazione<br />
di un livello di sicurezza sociale<br />
più elevato, alla pari con le altre<br />
Forze di polizia, possiamo ottenere<br />
maggiore attenzione dal Parlamento e<br />
dal Governo.”.<br />
L’onorevole Angela Napoli ha evidenziato la contrarietà<br />
sua e del suo partito rispetto al provvedimento di indulto,<br />
anche in considerazione del fatto che la società, oggi, ha<br />
bisogno di sicurezza e di certezza della pena.<br />
Di tenore opposto gli interventi del senatore Nuccio<br />
Iovene e dell’onorevole Marilina Intrieri che, peraltro,<br />
ha evidenziato di aver presentato un progetto di legge<br />
per il riallineamento dei funzionari del Corpo di polizia<br />
penitenziaria; progetto che, peraltro, non condividiamo, in<br />
quanto non tiene nella giusta considerazione<br />
gli appartenenti al ruolo speciale e la professionalità<br />
che questi colleghi hanno conseguito<br />
in tanti anni di lavoro.<br />
Il sottosegretario alla giustizia, Luigi Li<br />
Gotti, a conclusione del convegno, nel corso<br />
del suo intervento, ha sottolineato la necessità<br />
di rivalutare la polizia penitenziaria, ma anche<br />
di rendere più certa la pena e più celeri i processi,<br />
in quanto punti cardine essenziali per<br />
una giustizia giusta. Il sottosegretario ha evidenziato<br />
come, pur facendo parte di quei partiti<br />
(Italia dei valori) che non hanno sostenuto<br />
l’indulto, tale provvedimento contenga effetti<br />
deterrenti, di prevenzione, laddove è previsto<br />
che colui che entro un certo termine dalla<br />
scarcerazione commette un nuovo reato venga<br />
arrestato per scontare l’intera pena precedentemente<br />
condonata. <strong>•</strong>
Dallo scorso aprile 2007 sono<br />
iniziati gli incontri tra i sindacati<br />
e l’Amministrazione<br />
Penitenziaria per concordare un<br />
Decreto Ministeriale che regolamenti<br />
l’impiego della Polizia Penitenziaria<br />
nell’esecuzione penale esterna.<br />
Pretestuose e incomprensibili<br />
sono state le posizioni espresse da<br />
alcuni assistenti sociali e associazioni<br />
di volontari contro la previsione<br />
di costituire Nuclei territoriali di<br />
Polizia Penitenziaria negli Uffici per<br />
l’Esecuzione Penale Esterna.<br />
Nessuno può negare, infatti, che, la<br />
Polizia Penitenziaria ha pieno titolo<br />
a svolgere questi importanti compiti,<br />
come ha rimarcato con efficacia<br />
anche il Ministro Mastella nei suoi<br />
interventi in occasione della recente<br />
visita del Capo dello Stato<br />
Napolitano al carcere romano di<br />
Rebibbia e all’ultima Festa<br />
Nazionale dei Baschi Azzurri.<br />
Se la pena evolve verso soluzioni<br />
diverse da quella detentiva, anche la<br />
Esecuzione<br />
penale penale esterna: esterna:<br />
La Polizia Penitenziaria<br />
sul territorio<br />
Polizia Penitenziaria deve spostare<br />
le sue competenze al di là delle mura<br />
del carcere, parallelamente all’affermarsi<br />
del suo ruolo quale quello di<br />
vera e propria polizia dell’esecuzione<br />
penale. Il controllo sulle pene eseguite<br />
all’esterno, oltre che qualificare<br />
il ruolo della Polizia Penitenziaria,<br />
potrà avere quale conseguenza il<br />
recupero di efficacia dei controlli<br />
sulle misure alternative alla detenzione,<br />
aprendo la strada alle soluzioni<br />
che sono già allo studio della<br />
Commis-sione Pisapia per la riforma<br />
del codice penale.<br />
Efficienza delle misure esterne e<br />
garanzia della funzione di recupero<br />
fuori dal carcere potranno far sì che<br />
cresca la fiducia della pubblica opinione<br />
verso queste misure, che nella<br />
considerazione pubblica non vengono<br />
ancora riconosciute come vere e<br />
proprie pene.<br />
Essere contro questo futuro professionale<br />
per il Corpo vuol dire essere<br />
miopi o in malafede, soprattutto chi<br />
<strong>Sappe</strong>informa<br />
<strong>Sappe</strong>informa<br />
dice che i Poliziotti Penitenziari<br />
negli U.E.P.E. debbano fare solamente<br />
gli autisti, i centralinisti, gli<br />
uscieri…<br />
E’ superfluo soltanto specificarlo,<br />
ma la Polizia Penitenziaria negli<br />
U.E.P.E. andrà a svolgere esattamente<br />
le stesse funzioni che oggi svolgono<br />
Polizia e Carabinieri, che in questo<br />
modo possono essere restituiti ai<br />
loro compiti istituzionali, in particolare<br />
il controllo del territorio e la<br />
prevenzione e la repressione dei<br />
reati, a tutto vantaggio dell’intera<br />
popolazione. E per fare questo, la<br />
Polizia Penitenziaria dove essere<br />
organizzata in propri Nuclei territoriali,<br />
con a capo unità del Corpo con<br />
compiti di coordinamento e di<br />
impiego del personale.<br />
Riportiamo di seguito la bozza presentata<br />
dall’Amministrazione che,<br />
successivamente è stata trasformata<br />
in un decreto interministeriale di<br />
concerto con Interni, Giustizia e<br />
Difesa.<br />
Nella foto:<br />
una<br />
immagine<br />
di mezzi e<br />
personale<br />
della Polizia<br />
Penitenziaria<br />
sul territorio<br />
Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007 13
<strong>Sappe</strong>informa<br />
Nelle foto:<br />
personale e<br />
mezzi della<br />
Polizia<br />
Penitenziaria<br />
sulla strada<br />
14<br />
Articolo 1<br />
(criteri generali dell’attività<br />
di verifica)<br />
1. La verifica del rispetto degli obblighi<br />
di presenza, in determinati luoghi e<br />
tempi, che sono imposti alle persone<br />
ammesse alle misure alternative della<br />
detenzione domiciliare e dell’affidamento<br />
in prova, è svolta come disposto nel<br />
presente decreto.<br />
2. Il direttore dell’ufficio di esecuzione<br />
penale esterna, in conformità al programma<br />
di trattamento della persona<br />
ammessa alla misura alternativa, ai sensi<br />
dell’art. 72 O.P., indica dettagliatamente<br />
in proprio ordine di servizio, i controlli<br />
di presenza ai quali il medesimo deve<br />
essere sottoposto, avuto riguardo ai<br />
comportamenti ed alle attività alle quali<br />
la stessa persona deve applicarsi, specificando<br />
in particolare i tempi ed i luoghi.<br />
Anche in assenza di specifiche prescrizioni,<br />
il direttore inserisce sempre<br />
nell’ordine di servizio le verifiche di presenza<br />
delle persone condannate nei luoghi<br />
ove esse debbano trattenersi nelle<br />
ore notturne. L’assistente sociale assegnatario<br />
del caso può riferire al direttore<br />
in ordine ad esigenze peculiari del<br />
condannato che ritenga rilevanti.<br />
3. Insieme al proprio ordine di servizio,<br />
il direttore trasmette al nucleo di verifica,<br />
di cui all’art. 2, copia del programma<br />
approvato dal Tribunale o dal<br />
Magistrato di Sorveglianza.<br />
4. Il responsabile del nucleo organizza<br />
le attività di controllo secondo piani<br />
generali che integrano le verifiche indicate<br />
nei singoli ordini di servizio.<br />
Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007<br />
Articolo 2<br />
(strutture sperimentali<br />
di verifica)<br />
1. I compiti indicati nell’articolo 1 sono<br />
svolti da un nucleo di verifica composto<br />
da personale del Corpo di Polizia<br />
Penitenziaria.<br />
2. In corso di sperimentazione, i contingenti<br />
di personale da assegnare ai singoli<br />
nuclei sono stabiliti con decreto del<br />
Capo dipartimento dell’amministrazione<br />
penitenziaria, sentiti i direttori generali<br />
competenti, il provveditore regionale<br />
nella cui circoscrizione ricadono gli<br />
uffici ai quali sono attribuiti i nuclei di<br />
verifica.<br />
3. Il nucleo di verifica opera alle dipendenze<br />
del direttore dell’ufficio di esecuzione<br />
penale esterna, nei modi indicati<br />
nell’articolo 1.<br />
4. In nessun caso, il personale del<br />
nucleo di verifica può integrare il contingente<br />
o partecipare alle attività dei<br />
reparti del Corpo presso gli istituti penitenziari.<br />
Articolo 3<br />
(selezione del personale)<br />
1.L’assegnazione temporanea ai nuclei<br />
sperimentali di verifica avviene attraverso<br />
un interpello per ogni circoscrizione<br />
di Provveditorato interessato; un primo<br />
scrutinio sull’esistenza dei requisiti di<br />
cui al successivo comma 3; la frequenza<br />
e il superamento di un corso intensivo<br />
di tre mesi al quale è ammesso un<br />
numero di operatori superiore di un<br />
terzo rispetto a quello dei posti disponibili<br />
dei nuclei.<br />
2.La direzione generale del personale<br />
indice l’interpello per ogni circoscrizione<br />
di provveditorato, destinato agli operatori<br />
del Corpo lì assegnati, separatamente<br />
per ogni ruolo interessato.<br />
3. I requisiti professionali da valutare<br />
attraverso il primo scrutinio sono stabiliti<br />
con decreto del capo dipartimento,<br />
su proposta dei direttori generali competenti,<br />
sentite le OO.SS.<br />
Rappresentative del Corpo.<br />
4. Lo scrutinio è compiuto da una commissione,<br />
presieduta dal direttore dell’ufficio<br />
esecuzione penale esterna del<br />
Provveditorato interessato, ed integrata<br />
da un funzionario di area pedagogica,<br />
posizione economica C3 e da un funzionario<br />
direttivo del Corpo.<br />
5. La commissione, in applicazione dei<br />
criteri dei valutazione di cui al comma<br />
3, attribuisce un punteggio ad ogni operatore<br />
che abbia partecipato all’interpello.<br />
6. Sono ammessi al corso di cui al<br />
comma 1, i candidati che abbiano riportato<br />
il punteggio più alto in misura di un<br />
terzo superiore ai posti disponibili.<br />
7. Il corso è svolto nelle sedi delle scuole<br />
di formazione del Corpo, ha durata di<br />
tre mesi ed è impartito secondo programmi<br />
stabiliti d’intesa tra il direttore<br />
generale del personale e della formazione<br />
ed il direttore generale dell’esecuzione<br />
penale esterna.<br />
8. La commissione che provvede all’esame<br />
finale dei partecipanti al corso,<br />
assegna il punteggio finale, e forma la<br />
graduatoria, è nominata con successivo<br />
provvedimento del Capo del dipartimento.<br />
Il voto è espresso in trentesimi,<br />
in ragione di dieci punti per ogni commissario.<br />
Il corsista che riporti una<br />
valutazione inferiore a ventuno trentesimi<br />
è escluso dalla graduatoria.<br />
9. La direzione generale del personale<br />
assegna in via provvisoria i qualificati in<br />
posizione utile ai nuclei sperimentali<br />
posti nell’ambito dei provveditorati di<br />
rispettiva provenienza.<br />
Articolo 4<br />
(dotazioni logistiche)<br />
1. Il direttore generale dei beni e servizi,<br />
su proposta del direttore generale<br />
dell’esecuzione penale esterna, assegna<br />
ad ogni nucleo sperimentale di verifica,<br />
la dotazione strumentale da destinare al<br />
servizio, in ragione del numero di verifi-
che mediamente da compiere.<br />
2. In fase di sperimentazione, i nuclei<br />
hanno sede presso gli uffici del provveditorato.<br />
Laddove le esigenze di efficienza<br />
e la natura del territorio lo<br />
impongono, il Provveditore può designare<br />
anche altre sedi, evitando la collocazione<br />
presso istituti penitenziari.<br />
Articolo 5<br />
(Coordinamento)<br />
1. Il coordinamento dei nuclei sperimentali<br />
di verifica è curato dal provveditorato<br />
nella cui competenza ricadono<br />
gli uffici ai quali i nuclei sono attribuiti.<br />
2. Il coordinamento nazionale , la pianificazione<br />
delle verifiche da compiersi<br />
fuori dell’ambito di un provveditorato,<br />
l’analisi e la progettazione in materia,<br />
sono curati dalla direzione generale per<br />
l’esecuzione penale esterna.<br />
3. Per lo svolgimento delle attribuzioni<br />
fate dal comma 2, durante la fase di<br />
sperimentazione, il Capo del dipartimento<br />
costituisce una missione centrale<br />
di pianificazione e verifica presso la<br />
direzione generale dell’esecuzione<br />
penale esterna.<br />
Articolo 6<br />
(risorse umane)<br />
1. Ai nuclei sperimentali di verifica<br />
sono preposti Ispettori del Corpo di<br />
Polizia Penitenziaria.<br />
2. Nell’ambito dei Provveditorati le funzioni<br />
di coordinamento sono assegnate<br />
Le direttive in tema di<br />
esecuzione penale esterna<br />
In merito al progetto che prevede la sperimentazione,<br />
in alcune attività relative alle<br />
misure alternative, del Corpo di polizia<br />
penitenziaria diversi sono stati i commenti<br />
giunti a questa direzione generale e molte<br />
sono state le manifestazioni di preoccupazione.Si<br />
vogliono offrire alcune chiarificazioni,<br />
pur osservando che molte delle lettere<br />
ricevute non erano regolarmente sottoscritte:<br />
la stessa volontà di fare chiarezza<br />
è stata espressa dal Capo del dipartimento,<br />
che ha ricevuto la presidente dell’ordine<br />
nazionale degli assistenti sociali, dr.ssa<br />
Cava.<br />
Analizzando gli effetti generali delle misure<br />
alternative, possiamo notare come il<br />
al direttore dell’ufficio di esecuzione<br />
penale esterna che coadiuvato, a tal fine,<br />
da un funzionario del Corpo.<br />
Articolo 7<br />
(ambiti di sperimentazione)<br />
1. Le attività previste dall’articolo 1,<br />
sono svolte sperimentalmente negli uffici<br />
di esecuzione penale esterna ricadenti<br />
nei Provveditorati di............<br />
2. Le attività di verifica, nell’ambito dei<br />
Provveditorati indicati al comma 1, sono<br />
svolte nel solo territorio di competenze<br />
del singolo ufficio esecuzione penale<br />
esterna.<br />
3. Ai fini indicati al comma 2, il dipartimento<br />
dell’amministrazione penitenziaria<br />
sulla base delle intese intercorse in<br />
ricorso alle pene non detentive sia positivo,<br />
ma nello stesso tempo debba assicurare la<br />
fiducia delle popolazione nella propria<br />
sicurezza.<br />
Scendendo nel dettaglio, dobbiamo notare<br />
come dal 1998 al 2005 i detenuti domiciliari<br />
sono cresciuti in maniera esponenziale<br />
(da 3932 a 9170) ed il loro controllo,<br />
operato dalle forze di polizia territoriale, è<br />
divenuto progressivamente più difficoltoso,<br />
sia per il numero sia per la varietà dei soggetti<br />
ammessi. Un’ulteriore crescita conseguirà<br />
all’approvazione da parte del<br />
Parlamento dei disegni di legge d’iniziativa<br />
del Ministro relativi alla messa alla prova<br />
nel processo penale degli adulti e più avanti<br />
del disegno di riforma del codice penale.<br />
In quest’ottica, il ricorso al supporto della<br />
polizia penitenziaria è stato offerto dal<br />
<strong>Sappe</strong>informa<br />
<strong>Sappe</strong>informa<br />
sede di ufficio per il coordinamento e la<br />
pianificazione delle forze di polizia, del<br />
Ministero dell’Interno, comunica alle<br />
Prefetture ed alle Questure delle provincie<br />
interessate, i tempi ed i modi con i<br />
quali avrà corso la sperimentazione.<br />
4. La sperimentazione decorre dal mese<br />
successivo all’assegnazione del personale<br />
ai nuclei sperimentali di verifica e si<br />
compie entro il sesto mese successivo.<br />
5. All’esito della sperimentazione, il capo<br />
del dipartimento elabora una relazione<br />
generale e formula al Ministro le conseguenti<br />
proposte.<br />
6. All’applicazione delle disposizioni<br />
contenute nel presente decreto si provvede<br />
entro le esistenti autorizzazioni di<br />
spesa. k.<br />
<strong>•</strong><br />
Ministro della giustizia nell’interesse di<br />
tutta la comunità, valorizzando esistenti<br />
previsioni di legge.<br />
Anche l’ammissione, la presa in carico,<br />
l’aiuto al superamento delle difficoltà nonché<br />
la valutazione del percorso degli affidati<br />
in prova restano attribuiti al servizio<br />
sociale: la sperimentazione prevede l’affiancamento,<br />
e non la sostituzione, degli<br />
agenti alle attività degli assistenti sociali. Il<br />
possibile intervento della polizia penitenziaria<br />
va comunque ad incidere su ambiti<br />
estranei all’attività dell’assistente sociale.<br />
Si spera che queste precisazioni siano di<br />
ausilio ad un pacato ragionare sul servizio<br />
che l’amministrazione deve rendere,<br />
I Signori Direttori vorranno cortesemente<br />
partecipare questa comunicazione a tutti<br />
gli operatori assegnati agli Uffici.<br />
Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007 15
dalle Segreterie<br />
Nelle foto,<br />
a fianco:<br />
i Dirigenti<br />
<strong>Sappe</strong> della<br />
Campania<br />
16<br />
sopra:<br />
Vitale,<br />
Capece,<br />
Caserta e<br />
Fattorello<br />
Nella foto<br />
sotto<br />
da sinistra:<br />
Iolanda Tortù’,<br />
Giuseppe<br />
Falzarano,<br />
Sottosegretario<br />
Daniela<br />
Melchiorre<br />
e Giovanni<br />
Gatto<br />
Campania: il Consiglio Regionale <strong>Sappe</strong><br />
Il 23 aprile 2007, si è svolto presso la<br />
Scuola di Formazione di Aversa il<br />
Consiglio Regionale <strong>Sappe</strong> della<br />
Campania. Sono intervenuti all’importante<br />
appuntamento il Segretario<br />
Generale <strong>Sappe</strong> dott. Donato Capece, il<br />
Presidente Comm. Nicola Caserta e il<br />
Segretario Generale Aggiunto Umberto<br />
Vitale. Importanti gli argomenti trattati<br />
dai rappresentanti campani guidati dal<br />
Segretario Regionale Emilio Fattorello.<br />
Milano: incontro<br />
adolescenza<br />
inquieta<br />
Il 9 maggio 2007, presso il Palazzo<br />
Pirelli della Regione Lombardia, una<br />
delegazione del S.A.P.Pe della<br />
Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007<br />
Segreteria Provinciale per i Minori di<br />
Milano, ha presenziato al Congresso<br />
Adolescenza inquieta, esperienze<br />
stupefacenti e comportamenti<br />
delinquenziali nella minore età.<br />
Di sostanziale rilievo è stata la partecipazione<br />
del S.A.P.Pe, in rappresentanza<br />
del Corpo della Polizia<br />
Penitenziaria, alla presenza del<br />
Sottosegretario alla Giustizia Daniela<br />
Melchiorre, del Direttore Generale<br />
per l’Attuazione dei Provvedimenti<br />
Giudiziari del Dipartimento Giustizia<br />
Minorile Serenella Pesarin, del<br />
Sottosegretario ai Diritti del Cittadino<br />
e Pari Opportunità della Regione<br />
Lombardia Antonella Maiolo e di varie<br />
autorità di Milano dell’Area Penale e<br />
Carceri dell’ASL e della Giustizia<br />
Minorile, quali il Direttore del Centro<br />
Giustizia Minorile Flavia Croce e il<br />
Direttore dell’Istituto Penale per i<br />
Minori Cesare Beccaria Daniela<br />
Giustiniani.<br />
Tante sono state le tematiche affrontate,<br />
dal profilo socio-sanitario dei<br />
Minori con problematiche di uso e<br />
abuso di sostanze stupefacenti, al<br />
senso normativo adolescenziale<br />
dinanzi ad alcuni comportamenti tossicomani,<br />
allo studio in tema di reazione<br />
sociale alla devianza, ai problemi<br />
psicologici degli adolescenti che<br />
commettono reati, agli interventi dell’area<br />
minori servizio area penale e<br />
carceri dell’ASL città di Milano.
Lionello<br />
Pascone<br />
Coordinatore Nazionale<br />
ANPPe<br />
Associazione<br />
Nazionale<br />
Polizia<br />
Penitenziaria<br />
Il calderone degli<br />
Enti Previdenziali<br />
D<br />
a un po’ di mesi si parla di fondere i vari enti previdenziali<br />
italiani. Presto, speriamo non si parlerà<br />
più di Inps, Inail, Enpals ecc.<br />
Il progetto è sulla scrivania del Governo e il Presidente del<br />
Consiglio Prodi, dopo la crisi delle scorse settimane, risoltasi<br />
con un ennesimo voto di fiducia, ha deciso di trasformarlo<br />
in uno dei dodici punti chiave su cui vincolare la<br />
maggioranza.<br />
Ma di cosa si tratta in particolare?<br />
Il punto otto del memorandum parla chiaro: “Riordino del<br />
sistema previdenziale con grande attenzione alle compatibilità<br />
finanziarie e privilegiando<br />
le pensioni basse e i<br />
giovani. Con l’impegno a reperire<br />
una quota delle risorse necessarie<br />
attraverso una razionalizzazione<br />
della spesa<br />
che passa anche attraverso l’unificazione<br />
degli enti previdenziali”.<br />
Ma qual è il vero obiettivo?<br />
Quello di voltare pagina rispetto<br />
all’attuale assetto previdenziale,<br />
un vero e proprio carrozzone<br />
basato su più enti con centinaia<br />
di migliaia di dipendenti e arrivare<br />
finalmente a un unico<br />
Istituto capace di funzionare con non più di 35mila addetti.<br />
Per prima cosa, secondo le previsioni si tratta di commissariare<br />
i vari enti per unificare poi, nell’arco di sei mesi, l’erogazione<br />
di tutte le prestazioni. In questo modo decadrebbero<br />
i vari consigli di amministrazione, i consigli di<br />
indirizzo e sorveglianza e i collegi sindacali, insomma<br />
tutto quello che caratterizza un ente pubblico. Nello stesso<br />
tempo si muoverebbe la ricognizione e la ristrutturazione<br />
vera e propria degli assetti patrimoniali rimasti fuori dalle<br />
varie operazioni.<br />
L’unico nodo da sciogliere è se sia giusto fondere anche<br />
l’Inail, l’istituto nazionale degli infortuni.<br />
Quali sono i vantaggi di quest’operazione?<br />
Le risorse liberate grazie al taglio dei costi per l’informatica,<br />
le spese di gestione, quelle del personale e degli<br />
organi collegiali sfiorerebbero i due miliardi annui. Una<br />
bella cifra! Quanto basta per procedere alla riliquidazione<br />
di 1,5 milioni di pensioni di anzianità, i cui titolari, è cosa<br />
le Fiamme le Fiamme Azzurre<br />
risaputa, devono vivere con 400 euro al mese, a volte anche<br />
poco meno.<br />
Gli scenari sono certamente più confortanti e almeno due<br />
punti dovrebbero generare un po’ di ottimismo: una rivalutazione<br />
a circa 640 euro mensili per le donne con 22 anni<br />
di versamenti e 60 anni di età e a 814 euro per gli uomini<br />
con 28 anni di contributi e 65 anni di età: il costo annuo<br />
dell’operazione è di due miliardi di euro. Come volevasi<br />
dimostrare.<br />
Il piano prevede poi di utilizzare le risorse rese disponibili<br />
dalla trasformazione del modello a capitalizzazione in quello<br />
a ripartizione dell’Inail (altri<br />
due miliardi annui di trasferimento<br />
al ministero del Tesoro)<br />
per un nuovo intervento sul<br />
cuneo contributivo che, secondo<br />
i primi calcoli, potrebbe essere<br />
di almeno un punto percentuale.<br />
Nella bozza che verrà presentata<br />
si afferma a chiare lettere che,<br />
anche in caso di ripristino del<br />
sistema di uscite di anzianità graduale<br />
fissato dalla nota legge<br />
“Dini” (da 57 a 60 anni di età<br />
con 35 anni di contributi), sarà<br />
necessaria la revisione dei coefficienti<br />
di trasformazione.<br />
Tutti, nella maggioranza sono d’accordo nell’esentare i lavoratori<br />
impegnati in attività usuranti da nuove restrizioni ;<br />
previdenziali. Alla quasi certa possibilità per metalmeccanici,<br />
minatori e altri di usufruire dell’uscita di anzianità a 57<br />
anni, si dovrebbe aggiungere, sulla base della bozza allo studio,<br />
un’ulteriore agevolazione: il pensionamento per anzianità<br />
a 63 e non a 65 anni.<br />
Si accennava prima alla difficoltà di fondere anche l’Inail;<br />
Secondo l’ex ministro del Welfare, Maroni, quest’ente deve<br />
restare fuori perché come sottolinea lui stesso “l’assistenza<br />
e soprattutto la prevenzione garantite dall’attuale assetto<br />
normativo non possono essere né trasferiti all’Inps né sostituiti<br />
con altre forme privatistiche”.<br />
Altra difficoltà, per restare sempre in argomento è ammorbidire<br />
lo “scalone” voluto dallo stesso Maroni e, al tempo<br />
stesso favorire l’innalzamento dell’età pensionabile.<br />
Almeno sulla carta appare come un’impresa quasi impossi-<br />
Editoriale<br />
Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007 17
le Fiamme Azzurre Azzurre<br />
Editoriale<br />
18<br />
bile per l’attuale Governo. Per mesi la<br />
maggioranza si è divisa sull’impostazione<br />
della riforma previdenziale,<br />
con la sinistra radicale che<br />
frenava (no a interventi strutturali, a<br />
disincentivi e all’innalzamento dell’età)<br />
e l’ala riformista che tentava invece<br />
di accelerare (sì al nuovo riassetto).<br />
Allo stato attuale, l’ipotesi più probabile<br />
è il ricorso a incentivi per favorire il<br />
rinvio dei pensionamenti dopo il<br />
sessantesimo anno di età e il contestuale<br />
innalzamento progressivo della<br />
soglia per l’uscita di vecchiaia delle<br />
donne da 60 a 62 anni. Anche se quest’ultima<br />
soluzione non piace affatto<br />
all’ala sinistra della maggioranza.<br />
Il ritocco verso l’alto dell’età pensionabile<br />
delle donne consentirebbe di<br />
recuperare risorse necessarie per<br />
ammorbidire il famoso “scalone”.<br />
L’età minima di pensionamento dovrebbe<br />
scendere a 58 anni più 35 di<br />
contributi (due anni in meno rispetto<br />
alla legge Maroni Tremonti e uno in<br />
più del limite di 57 anni della “Dini”).<br />
Per rendere più strutturale l’intervento<br />
sarebbero eliminati gli ultimi<br />
privilegi previdenziali (dai parlamentari<br />
ai dipendenti della Banca<br />
d’Italia) e verrebbe completato il processo<br />
di armonizzazione degli ex<br />
fondi speciali Inps. <strong>•</strong><br />
Sulla GU n. 83 del 10 aprile 2007 è stato pubblicato il<br />
decreto del 7 marzo 2007, n. 45 del Ministro dell’Economia<br />
e delle Finanze, recante il regolamento di attuazione dell’articolo<br />
unico, comma 347 della legge 23 dicembre 2005, n.<br />
266, in materia di accesso alle prestazioni creditizie agevolate<br />
erogate dall’INPDAP.<br />
In particolare sono destinatari del suddetto decreto i pensionati<br />
ex dipendenti pubblici che fruiscono di trattamento<br />
a carico delle gestioni pensionistiche dell’INPDAP ed i<br />
dipendenti o pensionati di enti e amministrazioni pubbliche<br />
di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30<br />
marzo 2001, n. 165, iscritti ai fini pensionistici presso enti<br />
o gestioni previdenziali diverse dall’INPDAP.<br />
Tali soggetti sono iscritti di diritto alla gestione unitaria<br />
Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007<br />
Cause di servizio: Prevale il parere del Comitato<br />
Nell’accertamento della dipendenza da<br />
causa di servizio dell’infermità del<br />
lavoratore, il parere del Comitato per<br />
le Pensioni Privilegiate Ordinarie<br />
(C.P.P.O.), che costituisce una valutazione<br />
superiore di sintesi dei giudizi<br />
espressi da altri organi precedentemente<br />
intervenuti, quali la<br />
Commissione Medica Ospedaliera<br />
(C.M.O.), si impone all’amministrazione,<br />
la quale nell’esprimere le proprie<br />
valutazioni, deve solo verificare se<br />
detto organo ha tenuto conto delle<br />
considerazioni svolte da altri organi e,<br />
in caso di disaccordo, se le ha confutate.<br />
Questo è quanto ha affermato il<br />
Consiglio di Stato, sezione VI nella sentenza<br />
18 aprile 2007, aderendo ad un<br />
indirizzo ormai consolidato in materia<br />
(C.d.S. sez. IV, 14 dicembre 2004, nn.<br />
8066 e 8054, 26 novembre 2004, n.<br />
7705 e 22 ottobre 2004, n. 6953; sez.<br />
VI, 23 gennaio 2006, n. 179 e 11<br />
novembre 2004, 7292).<br />
La vicenda ha visto implicato un dipendente<br />
del Ministero dell’interno, che<br />
vistosi negare la concessione dell’equo<br />
indennizzo relativamente ad una parte<br />
dell’infermità subita, in quanto il<br />
C.P.P.O., pur in presenza di un parere<br />
favorevole del C.M.O., ha negato la<br />
dipendenza da fatti di servizio per tale<br />
infermità, ha proposto ricorso al TAR,<br />
e uscitone soccombente, ha proposto<br />
appello al Consiglio di Stato. Il<br />
Collegio ha affermato che in base<br />
all’ordinamento vigente, con riguardo<br />
all’accertamento della dipendenza da<br />
causa di servizio, i pareri riportati da<br />
organi consultivi diversi e dotati di<br />
identica competenza, resi all’amministrazione<br />
decidente, non sono pari<br />
ordinati in quanto vige in capo al<br />
C.P.P.O., il compito di esprimere un<br />
giudizio superiore conclusivo, anche<br />
sulla base di quello reso dalla C.M.O).<br />
Pertanto, continua l’Alto Consesso,<br />
l’amministrazione deve solo verificare<br />
se le valutazioni espresso dal C.P.P.O.<br />
hanno tenuto conto dei pareri degli<br />
altri organi e se questi, in caso di disaccordo,<br />
li abbia motivatamente confutati,<br />
esprimendosi solo se risulta che<br />
taluni elementi non sono stati vagliati<br />
dal Comitato, il cui parere è obbligatorio<br />
ma non vincolante. Nella fattispecie<br />
in esame, pertanto, per il Consiglio<br />
di Stato, il provvedimento di diniego di<br />
concessione dell’equo indennizzo<br />
adottato dall’Amministrazione che si è<br />
conformata al parere negativo reso<br />
dal C.P.P.O., pur in presenza di un<br />
parere favorevole fornito dal C.M.O.,<br />
confutato dal Comitato con adeguate e<br />
circostanziate motivazioni, deve ritenersi<br />
del tutto legittimo.<br />
Accesso alle prestazioni creditizie Inpdap<br />
Pubblicato il Regolamento<br />
delle prestazioni creditizie e sociali e devono versare i contributi<br />
dal mese successivo alla scadenza di sei mesi dalla<br />
data di entrata in vigore del regolamento. E’ comunque<br />
possibile recedere dall’iscrizione entro sei mesi dal pagamento<br />
della prima mensilità di retribuzione o pensione<br />
sulla quale è stata applicata la ritenuta.<br />
I contributi che devono essere versati sono pari a:<br />
- 0,35% della retribuzione contributiva, per i dipendenti in<br />
servizio;<br />
- 0,15% dell’ammontare lordo della pensione, per i pensionati.<br />
I contributi sono prelevati mediante ritenuta mensile sugli<br />
emolumenti corrisposti all’iscritto e decorre dalla data di<br />
iscrizione.<br />
<strong>•</strong><br />
<strong>•</strong>
L’ANPPe protesta: scrive a Prodi e Mastella<br />
L’Associazione scrive al Presidente<br />
Prodi e al Ministro Mastella. Sulla<br />
questione del Trattamento pensionistico<br />
ordinario e privilegiato e sulle<br />
Pratiche sanitarie.<br />
Questa O.S., la più rappresentativa, a<br />
livello nazionale, del Corpo di polizia<br />
penitenziaria, con oltre 12.000 iscritti,<br />
ha più volte rappresentato<br />
all’Amministrazione di appartenenza<br />
le gravissime conseguenze che si<br />
determinano per il personale del<br />
Corpo in quiescenza, soprattutto sotto<br />
il profilo finanziario, a causa di ingenti<br />
ritardi nella trattazione di documentazione<br />
attinente alla definizione del<br />
trattamento pensionistico, alla concessione<br />
dell’indennità di pensione<br />
privilegiata ordinaria, alla liquidazio-<br />
L’Anppe scrive alla rivista “Le Due Città”<br />
In riferimento all’articolo pubblicato sul n. 3 – anno<br />
VIII – della Rivista, “Le Due Città” alla pag. 70.<br />
Questa Segreteria Nazionale non può non rimanere<br />
piuttosto amareggiata in merito all’articolo pubblicato<br />
sul n. 3 della Rivista “Le Due Città”, relativa al<br />
mese di marzo 2007, in cui l’ispettore superiore i.c.<br />
Nicolò Corso afferma, testualmente, che «… alcune<br />
Direzioni non consentono di accedere all’interno<br />
dell’Istituto neppure per recarsi allo spaccio per<br />
poter consumare un caffè…” e, in altro passo,<br />
che “… allo stato il Corpo di polizia penitenziaria<br />
non ha una Associazione come altri Corpi di<br />
polizia .».<br />
Il disappunto, invero, nasce dalla considerazione<br />
che l’autore della lettera non conosce l’esistenza<br />
dell’ANPPe, costituita sin dall’anno 1998 e, peraltro,<br />
piuttosto consistente in Sicilia, che è fiera di essere<br />
l’unica a rappresentare, a livello nazionale, il personale<br />
del Corpo di polizia penitenziaria in congedo.<br />
Eppure l’Associazione, da anni, partecipa formal-<br />
ne dell’equo indennizzo, al riconoscimento<br />
di infermità dipendenti da<br />
causa di servizio.<br />
E ciò in quanto il personale addetto<br />
agli specifici settori è significativamente<br />
esiguo, per non dire assolutamente<br />
insufficiente, nonostante una<br />
reiterata sensibilizzazione dei Vertici<br />
dipartimentali che non ha, però, ricevuto<br />
un riscontro appropriato.<br />
Basti pensare che occorrono più di<br />
cinque anni per la liquidazione di<br />
emolumenti pensionistici a carattere<br />
definitivo e che l’istruttoria, che si<br />
conclude con il parere del Comitato<br />
di Verifica per le Cause di servizio,<br />
richiede attese di due/tre anni, con il<br />
pericolo, purtroppo reale, che gli<br />
interessati, per ragioni di età e di<br />
salute, non vengono mai neppure a<br />
Giugno 2007 2007<br />
conoscenza di quanto dovrebbero, o<br />
avrebbero dovuto, percepire al termine<br />
della attività lavorativa.<br />
Poiché le proporzioni e le dimensioni,<br />
già particolarmente critiche, dell’intera<br />
situazione vanno assumendo connotati<br />
sempre più allarmanti, tanto da<br />
identificare un’emergenza ormai<br />
quasi incontrastabile, si invitano le<br />
SS.LL. a voler intervenire con autorevolezza<br />
e senso di responsabilità: in<br />
proposito, la Sigla scrivente è pronta<br />
ad indire una manifestazione di protesta,<br />
unitamente agli aderenti<br />
all’Associazione Nazionale Polizia<br />
Penitenziaria e ad interi nuclei familiari,<br />
fortemente penalizzati, peraltro,<br />
da intendimenti politici e da misure<br />
fiscali eccessivamente pesanti davanti<br />
a più sedi governative.<br />
mente con il Labaro e con una nutrita e significativa<br />
rappresentanza alle cerimonie solenni celebrative<br />
della Festa del Corpo ed è una realtà autentica, presente<br />
in più sedi con proprie Sezioni, tanto da annoverare<br />
circa 3.000 iscritti. Stupisce, però, ancor più<br />
il fatto che la Direzione della Rivista non abbia voluto<br />
(o potuto?) commentare la lettera del collega<br />
Corso, puntualizzando sulla esistenza dell’ANPPe ben<br />
nota al D.A.P. soprattutto per la qualificata rappresentanza<br />
sempre presente all’annuale del Corpo.<br />
A tale riguardo, si riterrebbe doveroso che codesta<br />
Rivista dedicasse adeguata attenzione<br />
all’Associazione dei <strong>Pensionati</strong> del Corpo fosse soltanto<br />
per rispetto alle decine di migliaia di uomini e<br />
donne del Corpo in congedo.<br />
Si resta a disposizione della S.V. per ogni eventuale<br />
approfondimento finalizzato a parlare<br />
dell’Associazione.<br />
Il Coordinatore Nazionale<br />
(Dott. Lionello PASCONE)<br />
<strong>•</strong><br />
Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007 19
le Fiamme Azzurre Azzurre<br />
20<br />
Venezia: l’ANPPe<br />
alla cerimonia<br />
del 25 aprile<br />
Venezia ha celebrato il 62° anniversario della<br />
Liberazione con una serie di iniziative, organizzate dal<br />
Comitato Coordinamento Associazioni Combattentistiche<br />
e d’Arma. Alle ore 9.30 del 25 aprile 2007 nella splendida<br />
cornice di Piazza S.Marco con gli onori resi da un<br />
picchetto militare interforze c’è stato l’alzabandiera, alla<br />
presenza del vicesindaco Michele Vinello.<br />
Dopo gli onori militari è iniziato il percorso della<br />
memoria, con conclusione in Campo del Ghetto.<br />
Una manifestazione questa per rinsaldare i ricordi dei<br />
protagonisti della Resistenza e della società contemporanea.<br />
Alla ricorrenza ha partecipato il Segretario<br />
Provinciale ANPPE Vitantonio Petrelli con l’alfiere<br />
Stefano Rubini che ha guidato la delegazione delle<br />
Fiamme Azzurre con il labaro dell’istituto.<br />
Alessandria: Realizzato<br />
il Crest dell’Associazione<br />
La Segreteria ANPPe di Alessandria nell’ambito delle numerose<br />
iniziative che svolge a livello provinciale ha realizzato un Crest<br />
dell’Associazione con fondo blu posato su base di legno massello.<br />
Chi fosse interessato all’acquisto (20 euro) può contattare il<br />
Segretario Provinciale Isp.C. Antonio Aloia al numero telefonico<br />
338.5843001.<br />
Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007<br />
Venezia: Premio<br />
Amico Forze<br />
dell’Ordine 2007<br />
Le Segreterie Provinciale e Locale<br />
dell’Associa-zione Nazionale Polizia<br />
Penitenziaria di Venezia hanno organizzato il 6<br />
maggio scorso, la rituale manifestazione del<br />
premio Amico Forze dell’Ordine, ospitata<br />
nel contesto della cerimonia Le Forze<br />
dell’Ordine tra la gente.<br />
Essere con la gente, vivere con le persone,<br />
offrire quanto possibile per ciò che è vero e<br />
giusto, mantenere il legame con il mondo<br />
reale, queste sono le linee guida che hanno<br />
ispirato nell’ormai lontano 1999, la creazione<br />
del premio Amico Forze dell’Ordine.<br />
Il premio relativo l’anno 2007 è stato assegnato<br />
al Commendatore Bruno Fusato Signorotti,<br />
noto imprenditore del vetro di Murano, al<br />
Presidente dell’associazione Terra e Vita di<br />
Barletta, Di Corato Bartolomeo, infine al<br />
Professor Livio Belmonte e all’imprenditore<br />
mirese Vittorino Biasucci.<br />
Tutti accomunati da un senso di solidarietà, nell’anonimato,<br />
non fanno sentire soli gli operatori di Polizia nella difesa dello<br />
Stato e delle Istituzioni, realizzando con il loro quotidiano<br />
impegno, le premesse per la prevenzione e la tutela del vivere<br />
civile.<br />
Alla premiazione, avvenuta alla presenza di numerose persone,<br />
attratte anche dall’ampio schieramento di mezzi delle forze<br />
dell’ordine (Polizia Penitenziaria, Carabinieri, Polizia di Stato,<br />
Guardia di Finanza, Polizia Locale Mira, Polizia Provinciale )<br />
era presente Enzo Vanzan, papà di Matteo il lagunare caduto in<br />
Iraq, e l’Assessore alla Provincia di Venezia Luigi Solimini.<br />
Filomeno Porcelluzzi
75° Concorso Ippico<br />
Internazionale di Roma<br />
Il Reparto a cavallo del Corpo di Polizia Penitenziaria è stato<br />
presente al 75° Concorso Ippico Internazionale di Roma<br />
Piazza di Siena, svoltosi nel mese di maggio 2007.<br />
Il Personale della Polizia Penitenziaria è stato rappresentato da<br />
una pattuglia del Reparto a Cavallo e uno stand dedicato alle attività<br />
e alle specializzazioni della Polizia Penitenziaria.<br />
dalle Segreterie<br />
dalle Segreterie<br />
Festa Nazionale della<br />
Repubblica<br />
In occasione della celebrazione del 61° anniversario della fondazione<br />
della Repubblica, il 2 giugno 2007 si è svolta a Roma, in via dei Fori<br />
Imperiali, la tradizionale sfilata militare alla presenza del Capo dello<br />
Stato, dei rappresentanti del Parlamento e del Governo, del Corpo<br />
Diplomatico e delle massime Autorità civili, religiose e militari.<br />
Presente come di consueto la Polizia Penitenziaria con un reparto di<br />
rappresentanza e con il personale addetto alle specializzazioni.<br />
Torino: soccorso cinofilo<br />
Il collega Guglielmi Antonio, in servizio presso la Casa<br />
Circondariale di Torino, è responsabile di unità cinofila da soccorso<br />
di Trino Vercellese; ultimamente, ha partecipato ad un<br />
progetto indetto dall’Istituto Commerciale Leardi (scuola di<br />
Casale in provincia di Alessandria), allo scopo di informare gli<br />
alunni sulle attività di prevenzione e di informazione della protezione<br />
civile.<br />
Il 25 maggio 2007, il poliziotto penitenziario ha partecipato con<br />
la sezione cinofili di Trino, a tutte le attività di prevenzione nel<br />
Giro d’Italia di ciclismo.<br />
Complimenti per l’importante attività anche dalla Redazione<br />
della Rivista.<br />
Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007<br />
21
dalle Segreterie<br />
22<br />
Nelle foto:<br />
alcune fasi<br />
del Torneo<br />
Simpatia<br />
Regina Coeli:<br />
Torneo di Calcio a 5<br />
N<br />
el mese di maggio 2007, grazie all’impegno e alla determinazione<br />
dei delegati del S.A.P.Pe., che hanno avuto l’intento e la voglia di<br />
coinvolgere tutto il personale dell’Istituto, si è svolto a Roma<br />
Regina Coeli il primo torneo di calcio a 5 Simpatia.<br />
La manifestazione calcistica è stata possibile anche per la disponibilità<br />
della direzione, che ha permesso l’utilizzazione della struttura recentemente<br />
realizzata, senza dimenticare la collaborazione del Cappellano<br />
dell’Istituto e di Suor Paola.<br />
Il calcio d’inizio alla partita inaugurale è<br />
stato dato dal giocatore della S.S. Lazio<br />
Fabio Firmani . Dopo le varie perplessità<br />
mostrate un po’ da tutto il personale<br />
riguardo alle difficoltà che si sarebbero<br />
riscontrate nel giocare su un campo d’asfalto,<br />
si sono affrontate le prime due<br />
squadre del primo girone. La “Suor Paola<br />
1”, formata da una rappresentativa della<br />
parrocchia dell’omonima suora, e i<br />
“Warriors” capitanati dal CT Franchino.<br />
La partita, all’inizio molto equilibrata, ha permesso alle squadre di studiarsi<br />
per provare varie soluzioni tattiche, (si ricorda che i vari schieramenti<br />
della Polizia Penitenziaria partecipanti al torneo sono stati formati<br />
appositamente per questa competizione).<br />
La squadra di suor Paola è andata in vantaggio per prima; i Warriors<br />
hanno tentato varie strategie di gioco, supportati anche dal tifo molto animato,<br />
ma non sono mai riusciti a rimontare lo svantaggio. La partita si è<br />
conclusa con il risultato di 7-4 a favore della squadra capitanata da suor<br />
Paola. La seconda partita della giornata è stata giocata dalla rappresentativa<br />
della Direzione contro la Special Off. Anche questo match è stato<br />
molto combattuto con un netto equilibrio nel primo tempo.<br />
Nella ripresa la Special Off prendeva il sopravvento grazie ad un assetto<br />
differente e, soprattutto, grazie ad una migliore condizione atletica. La<br />
partita si è conclusa con il risultato di 8-3 a favore della Special Off. Tutte<br />
le gare sono state seguite con entusiasmo da parte di tutto il personale.<br />
Quest’interesse ha premiato l’impegno degli organizzatori del torneo.<br />
Raffaele Preziosi<br />
Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007<br />
a cura di Luigi Tramontano<br />
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2007<br />
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articoli del Codice Civile annotati con<br />
la più recente ed amplia raccolta<br />
Giurisprudenziale e le sue disposizioni<br />
di attuazione; seguono la<br />
Costituzione della Repubblica Italiana<br />
e le fondamentali Leggi complementari<br />
(es. Adozione, Fallimento, Codice<br />
della proprietà industriale, Processo<br />
societario, Usucapione, ecc.); chiudono<br />
l’Indice sistematico e l’Indice analitico.<br />
Completa il Codice, in allegato,<br />
un opuscolo removibile contenente gli<br />
Schemi riepilogativi dei principali istituti<br />
del diritto civile. In tal modo il lettore<br />
potrà estrapolarli al fine<br />
di portare con sé il volume in sede di<br />
esame. L’opera è aggiornata al D.Lgs.<br />
303/2006 e alla L. 15/2007 di riforma<br />
della disciplina creditizia e finanziaria,<br />
alla L. 9/2007 in materia di locazioni<br />
e disagio abitativo e al D.L.<br />
10/2007 di adeguamento alle disposizioni<br />
comunitarie in materia societaria<br />
e fiscale e al D.Lgs. 32/2007 in<br />
materia di conti annuali e consolidati<br />
di taluni tipi di società.
a cura di Luigi Tramontano<br />
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Il volume contiene gli articoli del<br />
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Giurisprudenziale e le sue<br />
Disposizioni di attuazione; seguono la<br />
Costituzione della Repubblica Italiana<br />
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(es. Avvocati, Divorzio, Fallimento,<br />
Notificazioni, Processo societario,<br />
ecc.).<br />
Chiudono l’Indice sistematico e<br />
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del diritto processuale civile.<br />
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al fine di portare con sé il volume in<br />
sede di esame.<br />
L’opera è aggiornata alla L. 13/2007<br />
di rettifica del Codice del consumo,<br />
alla L. 9/2007 in materia di locazioni<br />
e disagio abitativo, alla L. 17/2007 di<br />
proroga delle disposizioni in materia<br />
di privacy.<br />
a cura di Luigi Tramontano<br />
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sue Disposizioni di attuazione; seguono<br />
la Costituzione della Repubblica<br />
Italiana e le fondamentali Leggi complementari<br />
(es. Casellario giudiziale,<br />
Collaboratori di giustizia, Eurojust,<br />
Mandato d’arresto europeo, Processo<br />
penale a carico di imputati minorenni,<br />
Trattamento dei dati personali, ecc.);<br />
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D.L. 8/2007 in materia di contrasto<br />
alla violenza in occasione di competizioni<br />
sportive ed alla sentenza Corte<br />
cost. 26/2007 che ha dichiarato l’incostituzionalità<br />
dell’art. 10, L. 46/2006<br />
(c.d. legge Pecorella).<br />
Biblioteca Biblioteca Giuridica Giuridica<br />
a cura di Luigi Tramontano<br />
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(es. Aborto, Depenalizzazione,<br />
Sicurezza ed ordine pubblico, ecc.);<br />
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principali istituti del diritto penale. In<br />
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8/2007 in materia di contrasto alla<br />
violenza in occasione di<br />
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Codice Penale,<br />
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Procedura<br />
Civile e<br />
Codice<br />
Procedura<br />
Penale<br />
Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007 23
Cinema dietro dietro le sbarrele<br />
sbarre<br />
I<br />
Nelle foto:<br />
sopra, la<br />
locandina<br />
del film<br />
e, sotto,<br />
immagini<br />
tratte dal<br />
film<br />
24<br />
L’aria salata<br />
n questo film italiano (che apre una parentesi nella rassegna<br />
straniera di Cinema dietro le sbarre) Alessandro Angelini al<br />
suo esordio cerca di raccontare il dramma e la sofferenza di<br />
chi sta in carcere, con l’occhio di un regista che ha operato<br />
come volontario tra i detenuti.<br />
In pratica si tratta di un lungometraggio che cerca di raccontare,<br />
attraverso una storia di fantasia, come si vive nelle celle<br />
del carcere romano di Rebibbia, i problemi dei parenti dei<br />
detenuti e quelli che incontrano gli ex carcerati una volta usciti<br />
di prigione. Il titolo del film nasce dall’accostamento della<br />
parola “aria”, che si riferisce chiaramente all’ora d’aria e<br />
all’aggettivo “salata” che fa altrettanto riferimento alla salsedine<br />
marina e al suo potere corrosivo.<br />
La storia: Fabio, un educatore penitenziario di Rebibbia, ritrova<br />
per caso all’interno del carcere suo padre, Luigi Sparti, che<br />
è stato condannato per omicidio e finge di essere epilettico per<br />
ottenere la semilibertà. Fabio e Luigi non si sono più visti da<br />
quando l’uomo ha abbandonato il figlio, che all’epoca aveva<br />
solo 6 anni, ed è completamente ignaro del profondo legame<br />
che li unisce. Il giovane decide di aiutare il padre, ma quando<br />
scopre che spaccia droga all’interno dell’istituto penale si<br />
scontra con lui e gli rivela la sua identità.<br />
Padre e figlio iniziano un confronto che li porterà a confidarsi<br />
le reciproche sofferenze vissute negli anni di lontananza.<br />
Il film non è stato girato nel vero carcere di Rebibbia perchè<br />
non ha ottenuto le necessarie autorizzazioni.<br />
La location è stata creata nel carcere dismesso di Pescia in<br />
provincia di Pistoia. Questo film, nelle sale italiane dal 5 gennaio<br />
2007, è costato soltanto700mila euro.<br />
Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007<br />
La scheda del film<br />
Regia: Alessandro Angelini<br />
Sceneggiatura:Alessandro Angelini, Angelo Carbone<br />
Fotografia: Arnaldo Catinari<br />
Musiche: Luca Tozzi<br />
Montaggio: Massimo Fiocchi<br />
Scenografia: Alessandro Marrazzo<br />
Costumi: Daniela Ciancio<br />
Effetti: Pablo Mariano, Picabea, Paolo Verrucci,<br />
Christian Gazzi<br />
Produzione: DONATELLA BOTTI PER RAI CINEMA,<br />
BIANCA FILM<br />
Distribuzione: 01 DISTRIBUTION<br />
Personaggi e interpreti:<br />
Fabio: Giorgio Pasotti<br />
Luigi Sparti: Giorgio Colangeli<br />
Cristina: Michela Cescon<br />
Emma: Katy Louise Saunders (Katy Saunders)<br />
Lodi: Sergio Solli<br />
Genere: Drammatico<br />
Durata: 87 minuti, colore, Italia, 2006<br />
Note : Premio FESTA DI ROMA - CAMERA DI COMMERCIO<br />
a GIORGIO COLANGELI come miglior interprete maschile<br />
alla 1ª edizione di ‘CINEMA. FESTA INTERNAZIONALE DI<br />
ROMA’ (2006).<br />
- Candidato ai Nastri d’Argnto 2007 per: miglior Regista<br />
esordiente, Produttore (DONATELLA BOTTI - BIANCA FILM,<br />
CON RAI CINEMA), miglior attore protagonista (GIORGIO<br />
PASOTTI, GIORGIO COLANGELI), attrice non protagonista<br />
(MICHELA CESCON) e Fotografia.
a cura di G. B. De Blasis<br />
Quattro minuti<br />
T<br />
raude Krüger è un ex pianista, allieva di un grande musicista,<br />
ormai giunta all’età di ottantanni, sessanta dei<br />
quali passati ad insegnare a suonare il pianoforte alle<br />
detenute del carcere femminile di Luckau, in Germania.<br />
E’ primavera quando un giorno finalmente arriva un nuovo pianoforte<br />
da concerto che lei e un’agente della Polizia<br />
Penitenziaria hanno comprato usando i propri risparmi.<br />
Tuttavia, una serie di avvenimenti sfortunati provocano disordini<br />
all’interno dell’istituto di pena tanto che il direttore del carcere<br />
minaccia Traude di revocare il suo incarico di insegnante<br />
anche perché sono rimaste pochissime allieve.<br />
Allo stesso tempo, però, tra le detenute Traude Krüger scopre<br />
il talento di Jenny von Loeben, una ragazza che ha ucciso brutalmente<br />
un uomo e che, prima dell’adolescenza era una giovanissima<br />
pianista di grandi speranze.<br />
Nonostante il temperamento aggressivo di Jenny, l’insegnante<br />
ottiene il permesso di istruirla per farla partecipare al concorso<br />
per giovani talenti Gioventù musicale, un’occasione per<br />
rivalutare l’immagine pubblica del carcere e, soprattutto, per<br />
migliorare la reputazione del direttore Meyerbeer.<br />
Dal rapporto tra le due donne scaturisce un confronto molto<br />
duro tra l’allieva e la maestra e non solo per il carattere ribelle<br />
della giovane ma anche perchè finiscono per emergere i fantasmi<br />
del passato di entrambe avvicinandole e respingendole<br />
allo stesso tempo. Il senso della storia trova la sua sintesi in<br />
una battuta della<br />
Krüger che dice alla<br />
sua allieva: «Penso<br />
che lei abbia talento<br />
e ha il dovere di coltivarlo.<br />
L’aiuterò a<br />
suonare meglio, non<br />
a farla diventare una<br />
persona migliore».<br />
La scheda del film<br />
Regia: Chris Kraus<br />
Titolo Originale: Vier Minuten.<br />
Altri titoli: 4 minuti, Nur für Mozart, Four Minutes<br />
Sceneggiatura: Chris Kraus<br />
Fotografia: Judith Kaufmann<br />
Musiche: Annette Focks<br />
Montaggio: Uta Schmidt<br />
Scenografia: Silke Buhr<br />
Costumi: Gioia Raspé<br />
Effetti: Markus ‘Maggi’ Selchow, Dirk Frischmuth,<br />
Roland Tropp, Optical Art<br />
Produzione: KORDES & KORDES FILM GMBH, SWR, BR,<br />
ARTE, JOURNAL FILM KLAUS VOLKENBORN KG<br />
Distribuzione: LADY FILM<br />
Personaggi e interpreti:<br />
Traude Krüger: Monica Bleibtreu<br />
Jenny von Loeben: Hannah Herzsprung<br />
Mütze: Sven Pippig<br />
Kowalski: Richy Müller<br />
Ayse: Jasmin Tabatabai<br />
Poliziotto Penitenziario: Stefan Kurt Meyerbeer<br />
Gerhard von Loeben: Vadim Glowna<br />
Nadine Hoffmann: Nadja Uhl<br />
Giornalista: Peter Davor Wahrig<br />
Traude da giovane: Edita Malovcic<br />
Hannah: Kathrin Kestler<br />
Clara Mütze: Amber Bongard<br />
Pater Vincens: Dietrich Hollinderbaumer<br />
Maggiore SS: Christian Koerner<br />
Mary: Marion Hübinger<br />
Dörte: Dagmar Leesch<br />
Genere: Drammatico<br />
Durata: 112 minuti, colore, Germania 2006<br />
Nelle foto:<br />
la locandina<br />
e, sotto,<br />
alcune<br />
immagini<br />
del film<br />
Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007 25
in Pillole<br />
26<br />
C<br />
in Pillole<br />
ARCERI: POLIZIA PENITENZIARIA<br />
NEGLI UEPE, IN ARRIVO DECRE-<br />
TO INTERMINISTERIALE<br />
(Adnkronos) Sarà un decreto interministeriale<br />
dei Ministri di Interno e<br />
Giustizia a disciplinare il progetto che<br />
prevede l’utilizzo della Polizia<br />
Penitenziaria all’interno degli Uffici di<br />
esecuzione penale esterna (Uepe). Il<br />
progetto partirà in forma sperimentale<br />
in Puglia, Lazio, Campania e Sicilia, in<br />
ragione delle attuali risorse umane e<br />
strutturali delle Regioni. Lo comunica<br />
la segreteria generale del Sindacato<br />
Autonomo Polizia Penitenziaria <strong>Sappe</strong>,<br />
che spiega le motivazioni fornite dal<br />
Dipartimento dell’Amministrazione<br />
Penitenziaria per il rinvio della riunione<br />
sull’argomento “Polizia Penitenziaria<br />
negli Uepe” programmata per<br />
oggi martedì 29 maggio.<br />
La Segreteria Generale del <strong>Sappe</strong><br />
auspica che “al più presto si arrivi<br />
alla stesura del decreto interministeriale,<br />
anche con l’importante<br />
contributo del Sindacato” e ribadisce<br />
con fermezza la propria posizione:<br />
“Se la pena evolve verso soluzioni<br />
diverse da quella detentiva anche la<br />
polizia penitenziaria dovrà spostare<br />
le sue competenze al di là delle mura<br />
del carcere. E’ infatti davvero pretestuosa<br />
e incomprensibile la posizione<br />
espressa dagli assistenti sociali e<br />
addirittura da un sindacato confederale<br />
della polizia penitenziaria<br />
contro la previsione di costituire<br />
nuclei territoriali di Polizia<br />
Penitenziaria presso gli Uepe”.<br />
CARCERI: SAPPE A MASTELLA,<br />
PROVVEDIMENTI CONTRO<br />
CHI CI DIFFAMA<br />
(ANSA) - Una chiara presa di posizione,<br />
auspicando provvedimenti anche<br />
disciplinari, nei confronti di chi, ‘’pur<br />
rappresentando un ruolo istituzionale,<br />
non perde occasione per<br />
infangare l’operato di migliaia di<br />
altri rappresentanti delle<br />
Istituzioni, con l’aggravante di gettare<br />
discredito e accuse attraverso<br />
l’utilizzo di riviste ufficiali<br />
Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007<br />
dell’Amministrazione’’. La chiede in<br />
una nota il Sindacato autonomo di<br />
Polizia penitenziaria (<strong>Sappe</strong>) al ministro<br />
della Giustizia, Clemente Mastella,<br />
al sottosegretario delegato alla trattazione<br />
degli affari di competenza della<br />
Giustizia minorile, Daniela<br />
Melchiorre, e al Capo del<br />
Dipartimento della Giustizia minorile,<br />
Carmela Cavallo.<br />
La richiesta del sindacato nasce a<br />
seguito della lettura dell’intervento di<br />
Giuseppe Centomani, pubblicato nella<br />
rivista “Minori Giustizia”, in cui si<br />
delinea con chiarezza e obiettività,<br />
dice il <strong>Sappe</strong>, “l’aspetto preponderante<br />
del lavoro della Polizia<br />
Penitenziaria all’interno degli<br />
Istituti per minorenni: l’uso della<br />
violenza sia nei confronti dei minori<br />
ristretti sia delle altre persone che<br />
vi operano all’interno”.<br />
Il sindacato ha incaricato i propri<br />
legali di querelare l’autore.<br />
CARCERI: DELEGAZIONE SAPPE<br />
LIGURIA INCONTRA<br />
SOTTOSEGRETARIO MANCONI<br />
(Adnkronos) - Una delegazione ligure<br />
del sindacato autonomo di polizia<br />
penitenziaria <strong>Sappe</strong> ha incontrato questa<br />
mattina presso il Ministero della<br />
Giustizia il sottosegretario Luigi<br />
Manconi. A renderlo noto è il sindacato<br />
stesso, precisando che la delegazione<br />
era composta dal segretario generale<br />
e dal coordinatore regionale per<br />
la Liguria. L’incontro era stato concordato<br />
nei giorni scorsi dopo che il<br />
<strong>Sappe</strong> aveva sospeso la manifestazione<br />
in programma sabato 28 aprile organizzata<br />
in occasione della visita del<br />
Guardasigilli Clemente Mastella a<br />
Genova per denunciare le gravi carenze<br />
di organico nelle 7 carceri liguri.<br />
Al sottosegretario Manconi il sindacato<br />
ha ribadito, cifre alla mano, i gravi<br />
disagi che quotidianamente i poliziotti<br />
penitenziari affrontano per la grave<br />
carenza di personale. Basti pensare<br />
che alla data del 30 aprile scorso a<br />
fronte di un organico previsto di 1.264<br />
unità sono a lavoro “sulla carta” 1.021<br />
poliziotti e la forza effettivamente operante<br />
è pari a 891 unità.<br />
GIUSTIZIA: OPG - SAPPE, APRIRE<br />
UN TAVOLO DI CONFRONTO<br />
(ANSA) - Aprire un tavolo di confronto<br />
sul futuro degli Ospedali psichiatrici<br />
giudiziari. E’ quanto chiede il segretario<br />
generale del Sindacato<br />
Autonomo di Polizia Penitenziaria<br />
(<strong>Sappe</strong>), Donato Capece, in una nota<br />
inviata ai ministri della Giustizia,<br />
Clemente Mastella, e della Salute, Livia<br />
Turco, a seguito di “alcune indiscrezioni<br />
giornalistiche che ne hanno<br />
paventato l’imminente chiusura”.<br />
Ad allarmare il <strong>Sappe</strong> è ‘’la notizia<br />
secondo la quale per il Governo gli<br />
Ospedali psichiatrici giudiziari sono<br />
strutture inutili e inadeguate’’.<br />
Secondo il sindacato è quindi “indispensabile<br />
aprire un tavolo di confronto<br />
sull’argomento”, tenuto conto<br />
che in questi ospedali ‘’lavorano<br />
attualmente 523 (499 uomini e 24<br />
donne) appartenenti alla Polizia<br />
penitenziaria, che sono estremamente<br />
preoccupati per il loro futuro<br />
professionale’’.<br />
SAPPE: COMUNICATO STAMPA<br />
SULLA VICENDA DI RIGNANO<br />
FLAMINIO<br />
“Il Sindacato Autonomo Polizia<br />
Penitenziaria SAPPE, l’Organizzazione<br />
sindacale più rappresentativa<br />
del Corpo, non accetta la criminalizzazione<br />
dei poliziotti di<br />
Rebibbia fatta da alcune delle persone<br />
scarcerate ieri nell’ambito dell’inchiesta<br />
sui presunti abusi sessuali<br />
nella scuola di Rignano<br />
Flaminio. Conosciamo bene le colleghe<br />
ed i colleghi che lavorano<br />
nell’Istituto di Roma Rebibbia e non<br />
abbiamo alcun dubbio sulla loro<br />
professionalità, senso del dovere e<br />
della giustizia. Uno dei compiti istituzionali<br />
del Corpo di Polizia<br />
Penitenziaria è quello di garantire<br />
l’ordine all’interno degli Istituti<br />
attraverso la vigilanza e l’osservazione<br />
nelle sezioni degli Istituti,
nelle infermerie, sulle attività lavorative<br />
e scolastiche dei detenuti<br />
all’interno degli Istituti, con la funzione<br />
di prevenire crimini o infrazioni<br />
verso le persone ristrette o che<br />
operano nella struttura penitenziaria.<br />
E tutto questo le colleghe ed i<br />
colleghi di Rebibbia lo fanno egregiamente<br />
ogni giorno, 24 ore su 24,<br />
365 giorni all’anno.” E’ il commento<br />
della Segreteria Generale del<br />
Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria<br />
alla lettura degli articoli pubblicati<br />
oggi su diversi quotidiani (tra i<br />
quali il “Corriere della Sera”- “Le<br />
insegnanti: Picchiate in carcere<br />
qualcuno dovrà chiederci scusa”; su<br />
“La Repubblica” - “Un tormento<br />
lungo 16 giorni presa a botte dalle<br />
detenute”; sul notiziario on-line<br />
“L’espresso Local” - “Io, picchiata e<br />
insultata all´uscita dal carcere”, in<br />
cui una delle maestre ha rilasciato<br />
gravi dichiarazioni che descrivono<br />
aggressioni da parte delle altre detenute<br />
durante la detenzione e al<br />
momento della scarcerazione) circa il<br />
trattamento riservato in carcere a<br />
Rebibbia alle persone coinvolte nell’inchiesta<br />
sui presunti abusi sessuali<br />
nella scuola di Rignano Flaminio.<br />
“I poliziotti penitenziari” prosegue<br />
nella sua nota il SAPPE “quali rappresentanti<br />
dello Stato che lavorano<br />
all’interno dei reparti detentivi,<br />
gestiscono ogni giorno, nel migliore<br />
dei modi, situazioni ben più gravi e<br />
più pericolose di quelle che ruotano<br />
attorno alle problematiche innescate<br />
dalla vicenda dei presunti reati<br />
avvenuti nella scuola di Rignano<br />
Flaminio. In un lancio pubblicato<br />
oggi da una nota Agenzia di stampa,<br />
per altro, ha pubblicato le dichiarazioni<br />
del marito delle stessa maestra<br />
che confermano la nostra fiducia<br />
nei colleghi di Rebibbia: “Ricevevano<br />
continuamente insulti, perché accusate<br />
del reato considerato peggiore. Per<br />
fortuna - aggiunge - sono state tutelate<br />
durante la detenzione, evitando il contatto<br />
diretto con le altre detenute”. In<br />
molti degli articoli pubblicati oggi,<br />
le aggressioni ottengono massima<br />
enfasi nei titoli, ma nel resto delle<br />
esposizioni sono liquidate in poche<br />
righe. Ci sorge il dubbio allora che<br />
vengano utilizzate dichiarazioni<br />
parziali per ottenere la massima<br />
attenzione, per poi esporre altri<br />
fatti. Ed è inaccettabile che per ottenere<br />
ciò, si criminalizzi l’operato<br />
delle colleghe e dei colleghi della<br />
Polizia Penitenziaria che lavorano a<br />
Roma Rebibbia, a cui va tutta la<br />
nostra solidarietà”.<br />
TERRORISMO: SAPPE,<br />
UN SACRARIO PER AGENTI<br />
PENITENZIARI CADUTI<br />
(ANSA) - ‘’Realizzare quanto prima,<br />
in un sito ministeriale adeguato, un<br />
Sacrario in ricordo dei Caduti del<br />
Corpo di Polizia penitenziaria, del<br />
disciolto Corpo degli Agenti di custodia<br />
e del soppresso ruolo delle<br />
Vigilatrici penitenziarie’’. Lo chiede il<br />
segretario generale del Sindacato autonomo<br />
di Polizia penitenziaria (<strong>Sappe</strong>),<br />
Donato Capece, al ministro della<br />
Giustizia, Clemente Mastella, e al capo<br />
dell’ Amministrazione penitenziaria,<br />
Ettore Ferrara, in occasione della<br />
‘’Giornata della memoria” dedicata<br />
alle vittime del terrorismo. Per ricordare<br />
le vittime del terrorismo, il <strong>Sappe</strong> sollecita<br />
l’Amministrazione penitenziaria a<br />
“realizzare una pubblicazione sul<br />
tema della Memoria, che ricostruisca<br />
la storia umana e professionale delle<br />
vittime e che raccolga le testimonianze<br />
e il ricordo dei familiari”.<br />
CARCERI: SAPPE,<br />
SOLIDARIETÀ A DIRETTORE CASA<br />
DI RECLUSIONE CATANZARO<br />
(Adnkronos) - Il <strong>Sappe</strong> esprime “la<br />
più completa solidarietà per l’inquietante<br />
episodio di intimidazione<br />
che ha visto coinvolto Mario Antonio<br />
Galati”. Questo il messaggio rivolto<br />
dal Sindacato autonomo di polizia<br />
penitenziaria, in persona del segretario<br />
Donato Capece, al direttore del<br />
carcere di Catanzaro Mario Antonio<br />
Galati a cui nei giorni scorsi è stata<br />
data alle fiamme da ignoti la propria<br />
autovettura. L’auspicio del sindacato,<br />
si legge in un telegramma, è che “presto<br />
siano identificati gli autori del<br />
vile gesto”.<br />
CARCERI: SAPPE, PAROLE<br />
NAPOLITANO CENTRANO CUORE<br />
PROBLEMI PENITENZIARI<br />
(Adnkronos) - Le parole espresse ieri<br />
dal Capo dello Stato Giorgio<br />
Napolitano durante la visita al carcere<br />
romano di Rebibbia sulla necessità di<br />
ripensare l’intero sistema sanzionatorio<br />
e della gestione della pena nel<br />
nostro paese “sono di alto spessore<br />
istituzionale e centrano il cuore del<br />
problema penitenziario nazionale”.<br />
E’ quanto afferma il Sindacato autonomo<br />
di polizia penitenziaria, <strong>Sappe</strong>,<br />
che sottolinea di aver molto apprezzato<br />
come rappresentanti di coloro che<br />
quotidianamente rappresentano in<br />
prima linea lo Stato nel difficile contesto<br />
degli istituti di pena quelle parole.<br />
“Lo ringraziamo, donne e uomini<br />
del corpo di polizia penitenziaria -<br />
aggiungono- non da meno e’ da evidenziare<br />
il richiamo del presidente<br />
della Repubblica affinche’ in<br />
Parlamento sia indispensabile la<br />
ricerca di soluzioni condivise per la<br />
trasformazione dell’amministrazione<br />
della giustizia e del mondo<br />
penitenziario, soluzioni che tenga-<br />
no nel dovuto conto proprio un<br />
impiego operativo della polizia<br />
penitenziaria”.<br />
Inoltre, secondo il sindacato “benissimo<br />
ha fatto il Guardasigilli ha ribadire<br />
che la polizia penitenziaria<br />
merita di essere considerata oggi un<br />
presidio di legalità al servizio della<br />
giustizia. Ed e’ naturale che se la<br />
pena evolve verso soluzioni diverse<br />
da quella detentiva, anche la polizia<br />
penitenziaria dovrà spostare le sue<br />
competenze al di là delle mura di un<br />
carcere”.<br />
GIUSTIZIA: SAPPE, ASSEMBLEA SI<br />
OCCUPI DI SISTEMA PENITENZIARIO<br />
(ANSA) - L’assemblea nazionale inte-<br />
in in Pillole Pillole<br />
in Pillole<br />
Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007 27
in Pillole<br />
in Pillole<br />
28<br />
ramente dedicata alla Giustizia<br />
dovrebbe occuparsi anche del sistema<br />
penitenziario nazionale e coinvolgere<br />
i sindacati di polizia penitenziaria.<br />
A sostenerlo è il segretario generale<br />
del sindacato autonomo di Polizia<br />
penitenziaria (<strong>Sappe</strong>), Donato<br />
Capece, che ricorda come ‘’costituire<br />
un tavolo di approfondimento<br />
che esamini realtà e prossimi interventi<br />
per il sistema penitenziario<br />
nazionale e’ certamente prioritario<br />
nell’agenda del Guardasigilli’’.<br />
Secondo Capece, occorrerebbero<br />
provvedimenti concreti relativamente<br />
a: ‘’potenziamento dell’area penale<br />
esterna, per tenere in carcere chi<br />
veramente deve starci e potenziare<br />
gli organici di Polizia penitenziaria<br />
cui affidare i compiti di controllo<br />
sull’esecuzione penale; maggior<br />
ricorso all’area penale esterna,<br />
destinando i soggetti a misure<br />
alternative alla detenzione e impiegandoli<br />
in lavori socialmente utili<br />
non retribuiti; una revisione della<br />
legge sugli extracomunitari che permetta<br />
espulsioni più facili piuttosto<br />
che la detenzione in Italia”.<br />
CARCERI: SAPPE,<br />
NO AD OBIETTORI COSCIENZA<br />
IN POLIZIA PENITENZIARIA<br />
(Adnkronos) - “Giudichiamo molto<br />
grave l’approvazione alla Camera<br />
dei deputati di un disegno di legge<br />
‘salva furbi’ che mira a consentire<br />
a quanti hanno rifiutato di svolgere<br />
il servizio militare di revocare la<br />
dichiarazione di obiezione di<br />
coscienza e quindi permettendo<br />
loro l’arruolamento nelle Forze<br />
Armate nei Corpi di Polizia dello<br />
Stato e della Penitenziaria in particolare.<br />
Ed è altrettanto grave che ciò<br />
avvenga senza alcuna pubblicità<br />
nel segreto delle stanze parlamentari”.<br />
E’ quanto denuncia il segretario generale<br />
del sindacato autonomo di polizia<br />
penitenziaria (<strong>Sappe</strong>), Donato<br />
Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007<br />
Capece, in merito all’approvazione di<br />
un ddl che permette l’introduzione<br />
degli obiettori di coscienza nel corpo<br />
di polizia penitenziaria.<br />
Capece sottolinea che “nessun dibattito<br />
pubblico, articolo o commento<br />
sull’iniziativa sono apparsi sulla<br />
stampa ad eccezione di una lettera<br />
dell’onorevole Carlo Giovanardi.<br />
La proposta - aggiunge - in se è assurda<br />
e offensiva: che senso logico ha<br />
permettere oggi l’assunzione degli<br />
obiettori di coscienza nei corpi di<br />
polizia, in particolare nella polizia<br />
penitenziaria che è un’istituzione<br />
militarmente organizzata che però<br />
già paradossalmente è posta gerarchicamente<br />
alle dipendenze di persone<br />
che non hanno mai fatto il<br />
militare come direttori e provveditori<br />
regionali?”.<br />
Cosi’, risponde Capece, “si snatura<br />
un corpo di polizia dalla secolare<br />
tradizione militare”.<br />
Infine il segretario del <strong>Sappe</strong> aggiunge<br />
di trovare “inaccettabile questa sorta<br />
di colpo di spugna o di condono per<br />
tutti quegli obiettori di comodo che<br />
hanno mentito per evitare la naja e<br />
che oggi mal sopportano le limitazioni<br />
che gli vengono imposte<br />
(sostanzialmente il divieto di ottenere<br />
il porto d’armi). Questi<br />
obiettori di coscienza prima della<br />
sospensione della leva obbligatoria<br />
dal gennaio 2005 hanno prestato<br />
servizio civile sostitutivo e in base<br />
alla legge 230 del ‘98 non possono<br />
successivamente detenere o usare<br />
armi nonche’ assumere ruoli<br />
imprenditoriali e direttivi nella fabbricazione<br />
e commercializzazione<br />
di armi e non possono partecipare ai<br />
concorsi per l’arruolamento nelle<br />
Forze Armate”.<br />
CARCERI: SAPPE<br />
PROCLAMA STATO AGITAZIONE<br />
AD AGRIGENTO<br />
(Adnkronos) - Il sindacato autonomo<br />
di polizia penitenziaria, <strong>Sappe</strong>, proclama<br />
presso la casa circondariale di<br />
Agrigento lo stato di agitazione,<br />
annunciando che se l’insofferenza<br />
degli agenti resterà inascoltata si<br />
ricorrerà presto a un sit in di protesta.<br />
A riferirlo è il coordinatore regionale<br />
del <strong>Sappe</strong> Calogero Navarra, sottolineando<br />
che il personale di polizia<br />
penitenziaria che svolge servizio all’interno<br />
del carcere di Agrigento da un<br />
periodo a questa parte “è in fibrillazione<br />
ed è amareggiato e demotivato<br />
a seguito della riduzione alle classifiche<br />
per l’anno 2006 del medesimo<br />
personale’’.<br />
‘’La riduzione di qualche punto<br />
negli elementi di giudizio - aggiunge<br />
Navarra - ci potrebbe anche essere,<br />
ma non risulterebbe coerente con<br />
quanto riferito al personale penitenziario<br />
durante alcune conferenze<br />
di servizio tenute prima di<br />
Natale, conferenze in cui si è elogiato<br />
il personale definendolo serio e<br />
operativo”.<br />
Invece, spiega Navarra, dopo quelle<br />
esternazioni “il personale del carcere<br />
di Agrigento si e’ sentito beffato e<br />
soprattutto tradito considerato che<br />
a gran parte degli iscritti al <strong>Sappe</strong> e’<br />
stata ridotta la classifica per l’anno<br />
2006, compreso quel personale che è<br />
stato elogiato”.<br />
Navarra chiede, appellandosi alla<br />
maggior autorità penitenziaria, cioè al<br />
provveditore regionale di Palermo,<br />
“un pronto e immediato intervento<br />
già chiesto a febbraio 2007 quando<br />
il <strong>Sappe</strong> aveva interrotto il tavolo di<br />
trattative con la direzione di<br />
Agrigento, data rispetto alla quale ad<br />
oggi nulla risulta essere cambiato”.<br />
Il <strong>Sappe</strong> sollecita un confronto con il<br />
provveditore per affrontare queste<br />
tematiche.<br />
Infine, si ricorda che il <strong>Sappe</strong> presso<br />
la casa circondariale di Agrigento, con<br />
115 iscritti, da solo rappresenta il 35<br />
per cento sul totale dell’organico del<br />
personale presente e il 75 per cento<br />
del personale che espleta servizio<br />
all’interno del carcere e che si trova a<br />
contatto giornaliero con l’utenza<br />
detentiva. <strong>•</strong>
le Recensioni<br />
30<br />
G. Giraudo - A. Arbizzoni<br />
G. Buttini - F. Grillo<br />
P. Servegnini<br />
SERGIO RAMELLI<br />
Una storia che fa<br />
ancora paura<br />
SPERLING&KUPFER Ed.<br />
pagg. 217 - euro 12,00<br />
13<br />
marzo 1975: un ragazzo di 18 anni<br />
viene aggredito sotto casa. Due<br />
persone lo colpiscono a morte a<br />
colpi di chiave inglese. Morirà dopo quarantasette<br />
giorni di agonia. Chi era la vittima<br />
e perché fu uccisa con tale violenza? Si<br />
chiamava Sergio Ramelli, aveva i capelli<br />
lunghi, ed era un iscritto del<br />
Fronte della Gioventù, un<br />
fascista. E chi erano i carnefici?<br />
Teppisti, killer professionisti,<br />
mafiosi? No, studenti,<br />
di pochi anni più<br />
vecchi di lui. Uccisero<br />
perché accecati dall’ira<br />
o dalla paura?<br />
No, colpirono in<br />
nome dell’odio<br />
politico. Quella<br />
era la Milano dell’epoca,<br />
quella era l’Italia degli anni Settanta.<br />
Ci vollero dieci anni per assicurare i colpevoli<br />
alla giustizia, con una sentenza che<br />
fece scalpore.<br />
Muovendosi tra atti processuali, articoli di<br />
giornale e testimonianze dirette, questo<br />
libro racconta una storia-simbolo del passato<br />
recente del nostro paese: un documento<br />
feroce e scomodo, importante per<br />
capire il clima di un’epoca e perché quella<br />
“guerra civile” ormai lontana ha lasciato<br />
una scia fino oggi. Avvocato di parte<br />
civile, era l’avvocato Ignazio La Russa<br />
(noto esponente del Msi<br />
ed oggi di AN).<br />
Quello degli<br />
imputati,<br />
Gaetano Pecorella<br />
(futuro esponente<br />
di Forza Italia). Non<br />
deve essere stato facile<br />
per La Russa ritrovarsi<br />
Pecorella come presidente<br />
della Commissione giustizia<br />
della propria maggioranza<br />
di governo. Vent’anni dopo.<br />
Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007<br />
E. Catania - M. Celli<br />
TUTTO IL MARCIO<br />
MINUTO<br />
PER MINUTO<br />
PIEMME Edizioni<br />
pagg. 368 - euro 17,90<br />
Consultare gli almanacchi sportivi per<br />
ricostruire la vera storia del calcio è come<br />
pretendere che un’enciclopedia vi possa<br />
servire per comprenderlo. Prendetene<br />
pure una qualsiasi, fosse anche la migliore<br />
di tutte. All’apposita voce, troverete<br />
qualcosa come “per praticarlo sono utilizzati<br />
un pallone sferico e un campo di<br />
gioco con due porte ed è adottata una<br />
serie di regole codificate”. Ingenui questi<br />
enciclopedisti. Paiono trascurare ciò che<br />
molti nel mondo della pedata compresero<br />
fin dagli albori, e cioè che quelle regole,<br />
più che rispettate, potevano essere interpretate,<br />
quando non aggirate e violentate.<br />
Scandali e truffe sono vecchi come il calcio.<br />
E la gramigna dell’ultima Calciopoli<br />
affonda le sue radici nei giorni in cui un<br />
pallone di cuoio prese a rotolare sull’erba.<br />
Un libro inchiesta unico e documentato,<br />
un’indagine a tutto campo, colleziona<br />
aneddoti e illumina episodi di violenza e<br />
storie di (mal)costume, prendendo il via<br />
fin dagli albori del nostro campionato.<br />
S. Rizzo - G. A. Stella<br />
LA CASTA<br />
Così i politici italiani<br />
sono diventati<br />
intoccabili<br />
RIZZOLI Editore<br />
pagg. 285 - euro 18,00<br />
Aerei di Stato che volano 37 ore al<br />
giorno, pronti al decollo per portare<br />
Sua Eccellenza anche a una<br />
festa a Parigi. Palazzi parlamentari<br />
presi in affitto a peso d’oro<br />
da scuderie di cavalli.<br />
Finanziamenti pubblici<br />
quadruplicati rispetto a<br />
quando furono aboliti dal<br />
referendum. “Rimborsi”<br />
elettorali 180 volte più alti<br />
delle spese sostenute. Organici di presi-<br />
denza nelle<br />
regioni più<br />
“virtuose”<br />
moltiplicati<br />
per tredici volte in<br />
venti anni. Spese di rappresentanza<br />
dei governatori fino a dodici volte più<br />
alte di quelle del presidente della<br />
Repubblica tedesco. Province che continuano<br />
ad aumentare nonostante da<br />
decenni siano considerate inutili.<br />
Indennità impazzite al punto che il sindaco<br />
di un paese aostano di 91 abitanti può<br />
guadagnare quanto il collega di una città<br />
di 249mila. Candidati “trombati” consolati<br />
con 5 buste paga. Presidenti di circoscrizione<br />
con l’autoblu. La denuncia di<br />
come una certa politica, o meglio la sua<br />
caricatura obesa e ingorda, sia diventata<br />
una oligarchia insaziabile e abbia allagato<br />
l’intera società italiana. Storie stupefacenti,<br />
numeri da bancarotta, aneddoti nel<br />
reportage di due famosi giornalisti.<br />
Stefano Cultrera<br />
DIFFAMAZIONE,<br />
INTERNET E<br />
LIBERTA’<br />
DI STAMPA<br />
HALLEY Editrice<br />
pagg. 174 - euro 28,00<br />
Il volume<br />
vuol trattare<br />
in<br />
maniera<br />
analitica gli<br />
aspetti peculiari<br />
del reato di<br />
diffamazione grazie<br />
al contributo<br />
fornito dalla giurisprudenza<br />
e dalla dottrina.<br />
Si è ritenuto<br />
anche opportuno approfondire gli istituti<br />
più importanti cercando di dare all’esposizione<br />
un taglio teorico-pratico. La libertà<br />
di manifestare idee e convincimenti personali<br />
va di pari passo con la crescita della<br />
nostra società però, tale libertà, spesso va<br />
intaccare valori di pari importanza (l’onore<br />
e la reputazione delle persone) ed è ciò<br />
a determinare talvolta il sorgere di una<br />
responsabilità civile o penale a carico di<br />
chi offende l’onorabilità altrui, che può
subire maggior danno se si<br />
utilizzano particolari mezzi di<br />
diffusione. Tra questi assumono<br />
rilievo Internet, i mezzi adottati<br />
dalla Stampa ed il lavoro del giornalista.<br />
L’attualità, poi, suggerisce<br />
ulteriori spunti per una rivisitazione<br />
della normativa sulla stampa e sul reato<br />
di diffamazione a mezzo stampa.<br />
Mario Giordano<br />
a cura di Erremme<br />
SENTI CHI PARLA<br />
Viaggio nell’Italia<br />
che predica bene<br />
e razzola male<br />
MONDADORI Editore<br />
pagg. 301 - euro 17,50<br />
Ci sono sempre più maestri in giro. Ma<br />
avranno la licenza per insegnare? Questo<br />
libro è un piccolo viaggio nelle contraddizioni<br />
di chi predica bene e razzola<br />
male: in un’epoca di crescente neomoralismo,<br />
è facile scoprire che molti di coloro<br />
che salgono sul pulpito e giudicano le<br />
pagliuzze negli occhi altrui nascondono<br />
delle travi sotto le loro palpebre. Mario<br />
Giordano colpisce a 360 gradi: dai grandi<br />
predicatori televisivi come Celentano,<br />
Grillo e Bonolis ai giornalisti che commettono<br />
errori clamorosi, dagli economisti<br />
agli industriali, dai politici ai prelati,<br />
dai sindacalisti agli ecologisti, dai sondaggisti<br />
agli sportivi e ai mostri sacri della<br />
cultura. Vittorio Sgarbi, Michele Serra,<br />
Massimo Moratti, Luca Cordero di<br />
Montezemolo, Umberto Eco, Giuliano<br />
Ferrara, nessuno verrà risparmiato.<br />
John Foot<br />
CALCIO 1898/2007<br />
Storia dello sport<br />
che ha fatto l’Italia<br />
RIZZOLI Editore<br />
pagg. 622 - euro 23,00<br />
Questo libro è la lettera d’amore che un<br />
inglese indirizza al calcio italiano, ma è<br />
anche la testimonianza di un’indignazione<br />
per gli scandali, gli affari sporchi, la<br />
violenza e il razzismo degli ultras. È<br />
un’accurata storia delle squadre più gloriose,<br />
dei campioni più rappresentativi,<br />
delle filosofie di<br />
gioco, dei trionfi e<br />
delle cadute della<br />
Nazionale. È<br />
un’analisi<br />
approfondita di<br />
un secolo di storia<br />
italiana visto dalla prospettiva<br />
del calcio, in tutte le sue connessioni<br />
con i mezzi di comunicazione, l’economia,<br />
la politica, il carattere nazionale. Sorretto<br />
da una scrittura ricca di citazioni di maestri<br />
come Brera, Pasolini, Arpino, il libro<br />
di Foot aiuta a giudicare il calcio italiano<br />
per quello che è: non solo un gioco. Libro<br />
monumentale, ricco di citazioni e scritto in<br />
modo molto scorrevole. Nonostante la lunghezza<br />
riesce a non stufare il lettore. E’<br />
una specie di Bibbia per tutti i calciofili italiani,<br />
ma anche per chi ha sempre snobbato<br />
il gioco più bello del mondo: attraverso<br />
il calcio si può infatti capire come girano<br />
realmente le cose in Italia.<br />
Andrea Colombo<br />
STORIA NERA<br />
Bologna e la verità<br />
di Francesca Mambro<br />
e Valerio Fioravanti<br />
CAIRO Editore<br />
pagg. 367 - euro 17,00<br />
2 agosto 1980: la bomba che esplode alla<br />
stazione di Bologna uccide 85 persone, ne<br />
ferisce 200. È uno tra i delitti più sanguinosi<br />
nella storia della Repubblica. Gli esecutori<br />
sono stati individuati in Valerio<br />
Fioravanti e Francesca Mambro, condannati<br />
al termine di una<br />
lunghissima e controversa<br />
vicenda<br />
processuale. Ma i<br />
due ex militanti<br />
di Nar, rei<br />
confessi di<br />
rispettivamente<br />
13 e 16<br />
omicidi,<br />
hanno<br />
sempre negato ogni<br />
responsabilità, e da quasi 15 anni si battono<br />
per ottenere la revisione del processo.<br />
Ora, a oltre 25 anni da quell’episodio tremendo,<br />
Mambro e Fioravanti hanno deciso<br />
di raccontare la loro verità non solo su<br />
Bologna ma su tutta la stagione del terrorismo<br />
nero. Insieme ad Andrea<br />
Colombo, ex dirigente<br />
di Potere Operaio<br />
e poi per anni firma<br />
del Manifesto, rileggono<br />
una parte controversa<br />
e drammatica della<br />
storia italiana.<br />
Stefano Cui<br />
LO STATO DI<br />
MALATTIA<br />
DEL LAVORATORE<br />
HALLEY Editrice<br />
pagg. 254 - euro 26,00<br />
Nel caso di assenza del lavoratore causata<br />
dallo stato di malattia si pone un conflitto<br />
tra l’interesse del datore<br />
di lavoro che non vede<br />
eseguita la prestazione<br />
ed il principio della<br />
tutela della salute<br />
individuale e collettiva.<br />
La soluzione<br />
scelta<br />
dal combinatodispostodell’art.<br />
32<br />
Cost. e dell’art.<br />
2110 C.C. prevede che, in<br />
presenza di un’alterazione dello stato di<br />
salute del lavoratore che renda materialmente<br />
impossibile, o comunque nocivo, lo<br />
svolgimento dell’attività oggetto del suo<br />
obbligo contrattuale, è giustificata la<br />
sospensione della prestazione lavorativa. Il<br />
datore di lavoro, ai sensi dell’art. 2110<br />
C.C., non può dunque recedere dal rapporto<br />
fino alla guarigione del dipendente.<br />
Viene, infatti, ritenuto prevalente il diritto<br />
del lavoratore alla salute rispetto all’interesse<br />
del datore di lavoro a ricevere la prestazione<br />
di lavoro ma tale tutela non può<br />
essere temporalmente illimitata, tenuto<br />
conto che ci si muove pur sempre nell’ambito<br />
di un’obbligazione di carattere contrattuale.<br />
Ne consegue quindi che il diritto<br />
alla conservazione del posto a favore del<br />
dipendente malato sussiste per il periodo<br />
di tempo (comporto) la cui durata è stabilita<br />
dalla legge, dalle norme collettive,<br />
dagli usi o secondo equità. Questo il focus<br />
del testo, di impostazione eminentemente<br />
pratica ed operativa. <strong>•</strong><br />
Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007 31
le Edizioni edizioni SG&S SG&S<br />
32<br />
I libri possono essere acquistati<br />
versando il relativo importo sul c. c. postale<br />
n. 54789003 intestato a:<br />
"POLIZIA PENITENZIARIA - S. G. & S."<br />
Via Trionfale, 79/a - 00136 ROMA"<br />
specificando nella causale l'indirizzo<br />
dove devono essere recapitati i libri<br />
Donato Capece, Giovanni Battista De Blasis,<br />
Lionello Pascone e Roberto Martinelli<br />
A PROPOSITO D I PENSIONI<br />
Collana Giuridica SGS - Edizioni SAPPe<br />
pagg. 182 - euro 15,00<br />
(euro 10,00 iscritti SAPPE)<br />
Dall'introduzione degli<br />
Autori<br />
L'opera si segnala per il<br />
carattere pratico e di<br />
facile consultazione, di<br />
sicura utilità per tutti gli<br />
appartenenti alle Forze di<br />
polizia.<br />
Le questioni previdenzialicostituiscono<br />
argomento di<br />
sempre maggiore<br />
interesse per i lavoratori,<br />
attese le intime<br />
connessioni tra<br />
vicende attinenti al<br />
sevizio e la fase post-lavorativa.<br />
Non vi è, pertanto, alcun dubbio che il testo rappresenta<br />
un indispensabile contributo al percorso di formazione<br />
e di aggiornamento del personale, particolarmente<br />
sensibile alle tematiche affrontate. L'opera si caratterizza<br />
non solo per l'approfondita trattazione dei temi<br />
pensionistici; vi è, infatti, un sicuro richiamo alle problematiche<br />
del lavoro (come, ad esempio, l'approfondimento<br />
di tematiche quali le cause di servizio, l'equo<br />
indennizzo, le cure termali, etc), un preciso riferimento<br />
agli ultimi interventi legislativi in materia: il tutto<br />
appare, comunque, ancor più meritevole di attenzione<br />
in quanto scevro da pretese dottrinali.<br />
La discontinuità tra le parti che compongono l'opera è,<br />
in realtà, superata da un filo logico che lega indissolubilmente<br />
i vari argomenti. k.<br />
Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007<br />
Testo coordinato da<br />
Donato Capece, Giovanni Battista<br />
De Blasis e Roberto Martinelli<br />
TESTO UNICO NORMATIVO<br />
Ordinamento, Regolamento<br />
e Rapporto d’impiego del<br />
Corpo di Polizia Penitenziaria<br />
Collana Giuridica SGS - Ed. SAPPe<br />
pagg. 672 - euro 25,00<br />
(euro 20,00 iscritti SAPPE)<br />
Dall'introduzione degli Autori<br />
Cosa intendiamo per Testo Unico ? Intendiamo la raccolta<br />
in un unico volume di tutte le leggi, i decreti, i<br />
regolamenti, i contratti di lavoro e gli accordi quadro<br />
nazionali, attualmente in vigore per la Polizia penitenziaria.<br />
Nella realizzazione dell'opera, abbiamo ritenuto funzionale<br />
dividere il testo in più parti seguendo lo schema:<br />
norme ordinamentali, regolamentari, contrattuali<br />
e pattizie.<br />
Secondo questo schema, a nostro avviso, risulta molto<br />
più semplice e funzionale la consultazione del testo,<br />
giacchè è di immediata percezione a quale parte del<br />
volume si deve far riferimento.<br />
Un testo utile per la preparazione ai concorsi interni e<br />
pubblici, ma soprattutto per tutti i colleghi che vogliano<br />
conoscere tutte le norme che li riguardano, al quale<br />
hanno significativamente collaborato quattro appartenenti<br />
ai diversi ruoli del Corpo di Polizia Penitenziaria:<br />
Donato Capece (Commissario), Giovanni Battista De<br />
Blasis (Ispettore Superiore), Mario Caputi<br />
(Sovrintendente) e Roberto Martinelli (Assistente). k.
l’Ultima Pagina Pagina<br />
la Lettera<br />
34<br />
S<br />
pett.le Redazione,<br />
Sono Rosario Crispino in servizio<br />
presso la S.F.A.P.Pe. di Portici, mi pregio<br />
scrivere per manifestarle tutto il<br />
mio sdegno in relazione alla<br />
Procedura di assunzione nel Corpo di<br />
Polizia Penitenziaria, in qanto la Legge<br />
23 agosto 2004 n° 226 vincola i cittadini<br />
italiani al reclutamento tramite<br />
l’arruolamento per 1 anno<br />
nell’Esercito Italiano.<br />
A mio modesto parere, la predetta<br />
normativa si spinge oltre qualsiasi ipotesi<br />
immaginaria di forzatura sia sotto<br />
il profilo costituzionale che sotto l’a-<br />
CONTROLLO DETENUTI IN<br />
DETENZIONE DOMICILIARE<br />
Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007<br />
Assunzione nel Corpo<br />
di Polizia Penitenziaria<br />
spetto di libertà di scelta individuale<br />
dei cittadini di questa Repubblica.<br />
Altresì, considerata e vista anche come<br />
forma di costrizione e di nomenclatura.<br />
Considerato che tutt’ora non è stato<br />
fatto alcun che per abrogare questa<br />
obsoleta ed iniqua norma per l’assunzione<br />
nel Corpo mi chiedo se non è il<br />
caso di porre fine a questo dettame<br />
odierno facendo in modo che nel<br />
prossimo e breve futuro i concorsi<br />
pubblici, nel Corpo della Polizia<br />
Penitenziaria siano liberi e senza alcun<br />
vincolo legislativo per tutti i cittadini di<br />
questa penisola.<br />
ESECUZIONE PENALE ESTERNA<br />
Caro Rosario<br />
La previsione legislativa circa l’assunzione<br />
nelle Forze di Polizia di<br />
una aliquota di personale proveniente<br />
dai ruoli dei militari in<br />
ferma breve non inficia la procedura<br />
per i concorsi pubblici, che, quindi,<br />
potrebbero essere banditi in<br />
qualsiasi momento.<br />
Oggi come oggi, purtroppo, l’unico<br />
impedimento al bando di un concorso<br />
per l’assunzione di Agente è<br />
costituito dal fatto che (paradossalmente)<br />
non ci sono vacanze in<br />
organico.<br />
AFFIDAMENTO<br />
IN PROVA<br />
© 2007 De Blasis & Caputi
Bla©K<br />
ANCHE I DESIDERI<br />
SI REALIZZANO A RATE.<br />
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<strong>•</strong> Cessioni del quinto <strong>•</strong> <strong>Prestiti</strong> con delega<br />
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Lungotevere<br />
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Siamo presenti a: MILANO, TORINO, PADOVA, FIRENZE, ROMA, NAPOLI, FOGGIA,<br />
LECCE, TARANTO, REGGIO CALABRIA, CAGLIARI, SASSARI, PALERMO, TRAPANI<br />
A richiesta verrà consegnata, prima della stipula, una copia completa del contratto per la valutazione del contenuto.