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Prestiti a Pensionati • Mutui - Sappe

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MESSAGGIO PUBBLICITARIO CON FINALITA’ PROMOZIONALE - FOGLI ANALITICI ESPOSTI IN AGENZIA<br />

ANCHE I DESIDERI<br />

SI REALIZZANO<br />

A RATE...<br />

PRESTITO CON DELEGA<br />

RICAVO NETTO e<br />

6.500,00<br />

11.000,00<br />

13.000,00<br />

20.000,00<br />

26.500,00<br />

60 MESI<br />

136,00<br />

231,00<br />

273,00<br />

420,00<br />

553,00<br />

Direzione Generale:<br />

Lungotevere<br />

di Pietra Papa, 21<br />

00146 Roma<br />

120 MESI<br />

83,00<br />

138,00<br />

162,00<br />

248,00<br />

326,00<br />

Finanziamento 2<br />

CQS:<br />

il Genio del<br />

finanziamento<br />

CESSIONE QUINTO STIPENDIO<br />

RICAVO NETTO e<br />

6.000,00<br />

9.000,00<br />

12.000,00<br />

21.500,00<br />

25.500,00<br />

60 MESI<br />

126,00<br />

189,00<br />

252,00<br />

451,00<br />

532,00<br />

Finanziamento 1<br />

120 MESI<br />

73,00<br />

111,00<br />

148,00<br />

264,00<br />

308,00<br />

TAN dal 3,50% al 4,50% TEG / TAEG 8,86%, / 9,94%<br />

massimi riferiti agli esempi.<br />

Gli esempi indicati sono comprensivi degli oneri assicurativi / Garanzia<br />

INPDAP obbligatori per legge e riferiti ad un dipendente di 30 anni<br />

di età e 10 di servizio. (Riferito al periodo Giugno / Ottobre 2007).<br />

ATTENZIONE QUESTI TASSI SONO APPLICATI ESCLUSIVAMENTE DALLE NOSTRE AGENZIE<br />

Per infomazioni e compilazione moulistica rivolgersi a<br />

Intermediario Finanziario UIC n.37323<br />

N OVITA’<br />

<strong>•</strong> <strong>Prestiti</strong> a <strong>Pensionati</strong><br />

<strong>•</strong> <strong>Mutui</strong><br />

in convenzione con<br />

Siamo presenti a: MILANO, TORINO, PADOVA, FIRENZE, ROMA, NAPOLI, FOGGIA,<br />

LECCE, TARANTO, REGGIO CALABRIA, CAGLIARI, SASSARI, PALERMO, TRAPANI<br />

A richiesta verrà consegnata, prima della stipula, una copia completa del contratto per la valutazione del contenuto.<br />

Bla©K


Organo Ufficiale<br />

Nazionale del SAPPE<br />

Sindacato Autonomo<br />

Polizia Penitenziaria<br />

ANNO XIV<br />

NUMERO 141<br />

GIUGNO 2007<br />

Direttore Responsabile<br />

Donato Capece<br />

capece@sappe.it<br />

Vice Direttore Responsabile<br />

Giovanni Battista De Blasis<br />

giornalista<br />

Direttore Editoriale<br />

Giovanni Battista De Blasis<br />

deblasis@sappe.it<br />

Direttore Organizzativo<br />

Moraldo Adolini<br />

Capo Redattore<br />

Roberto Martinelli<br />

Comitato di Redazione<br />

Nicola Caserta<br />

Umberto Vitale<br />

Redazione Politica<br />

Giovanni Battista Durante<br />

Progetto Grafico e impaginazione<br />

© Mario Caputi (art director)<br />

Direzione e Redazione Centrale<br />

Via Trionfale, 79/A<br />

00136 Roma<br />

tel. 06.3975901 r.a.<br />

fax 06.39733669<br />

E-mail: rivista@sappe.it<br />

Sito Web: www.sappe.it<br />

Le Segreterie Regionali del <strong>Sappe</strong>,<br />

sono sede delle Redazioni Regionali<br />

di: “Polizia Penitenziaria -<br />

Società Giustizia & Sicurezza”<br />

Registrazione<br />

Tribunale di Roma n. 330<br />

del 18.7.1994<br />

Stampa<br />

Romana Editrice s.r.l.<br />

Via dell’Enopolio, 37<br />

00030 S. Cesareo (Roma)<br />

Finito di stampare:<br />

Giugno 2007<br />

Questo Periodico è associato alla<br />

Unione Stampa Periodica Italiana<br />

Il S.A.P.Pe. è il sindacato<br />

più rappresentativo del<br />

Corpo di Polizia Penitenziaria<br />

4<br />

5<br />

6<br />

8<br />

13<br />

17<br />

24<br />

28<br />

La Copertina<br />

il Sommario il Sommario<br />

La Polizia Penitenziaria sul territorio<br />

L’EDITORIALE<br />

Una Amministrazione sorda e indifferente<br />

di Donato Capece<br />

IL PULPITO<br />

Papa Wojtyla e il generale<br />

di Giovanni Battista De Blasis<br />

IL COMMENTO<br />

Quando il carcere è sinonimo di business<br />

di Roberto Martinelli<br />

OSSERVATORIO POLITICO<br />

Convegno a Cosenza su certezza della pena...<br />

di Giovanni Battista Durante<br />

SAPPEINFORMA<br />

Esecuzione penale esterna:<br />

La Polizia Penitenziaria sul territorio<br />

LE FIAMME AZZURRE<br />

Il calderone degli Enti Previdenziali<br />

a cura di Lionello Pascone<br />

CINEMA DIETRO LE SBARRE<br />

L’aria salata - Quattro minuti<br />

a cura di GBDB<br />

IN PILLOLE<br />

Notizie di Agenzia sul carcere e dintorni...<br />

Per ulteriori approfondimenti<br />

visita il sito<br />

www.sappe.it<br />

CHI VUOLE RICEVERE LA RIVISTA DIRETTAMENTE<br />

AL PROPRIO DOMICILIO, PUO’ VERSARE UN CONTRIBUTO<br />

DI SPEDIZIONE PARI A 20,00 EURO, SE ISCRITTO SAPPE,<br />

OPPURE DI 30,00 EURO SE NON ISCRITTO.<br />

L’IMPORTO VA VERSATO SUL C. C. POSTALE N. 54789003<br />

INTESTATO A: POLIZIA PENITENZIARIA - Società Giustizia & Sicurezza<br />

Via Trionfale, 79/A - 00136 Roma<br />

INDICANDO L’INDIRIZZO DOVE VA SPEDITA LA RIVISTA<br />

Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007 3


l’Editoriale<br />

4<br />

E’<br />

Una Amministrazione<br />

sorda e indifferente<br />

stata presa da parte del Sindacato Autonomo Polizia<br />

Penitenziaria una dura posizione nei confronti del<br />

Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per la sua<br />

indifferenza alle reali problematiche dei poliziotti.<br />

Nei giorni scorsi, infatti, è stata formalmente proclamato dalla<br />

Segreteria Generale lo stato di agitazione nazionale del<br />

Personale di Polizia Penitenziaria con una comunicazione<br />

inviata al Ministro della Giustizia Mastella, al Sottosegretario<br />

Manconi e al Capo del DAP Ettore Ferrara.<br />

Il SAPPe ha dovuto evidenziare alcune problematiche che<br />

l’Amministrazione ha affrontato e gestito in maniera decisamente<br />

penalizzante e contraria alle finalità istituzionali.<br />

Innanzitutto va sottolineato che le direttive in materia di assegnazione<br />

dei 526 vice Ispettori, in attesa di destinazione da<br />

oltre un anno, si stanno realizzando in un completo fallimento.<br />

Invero, gli intendimenti erano quelli di procedere alla copertura<br />

delle vacanze organiche nel ruolo soprattutto negli istituti<br />

di maggiore spessore operativo, invece dalla concertazione<br />

decentrata in corso è emerso che le unità interessate andranno<br />

a collocarsi in carceri dove non sussisteva una reale esigenza.<br />

Ne consegue che saranno azzerate le disponibilità di quei posti<br />

a cui, a livello regionale, aspiravano da anni molti pari qualifica,<br />

in virtù dell’esito dell’interpello nazionale dell’anno 2006.<br />

Un altro fallimento ha riguardato l’organizzazione dei corsi per<br />

i vice Sovrintendenti, che sono iniziati l’11 giugno 2007 e che<br />

hanno interessato quasi tutte le scuole.<br />

Occorre rilevare che, da quanto è dato sapere, si è voluto designare<br />

il corpo docente, pure in periodo estivo e con difficoltà<br />

contingenti, in modo poco trasparente e opinabile attingendo<br />

relatori e conferenzieri locali, nonostante le reiterate e significative<br />

adesioni collegiali emerse in ogni circostanza contrattuale:<br />

sembra che la decisione abbia origine nella insufficienza<br />

dei fondi sul capitolo di bilancio delle missioni ma è pur vero<br />

che le Scuole, nei primi cinque mesi dell’anno, non hanno<br />

ospitato corsi di alcun genere. Ciò vuole dire che il settore<br />

della formazione è allo sbando e che nei riguardi della professionalità<br />

del personale vi è la massima indifferenza: altro che<br />

attenzione e iniziative pertinenti.<br />

Inoltre, osservando procedure atipiche ed anomale, si dovrà<br />

assistere a un tourn over, atteso che il 50% dei corsisti sarà<br />

presente presso le Scuole e l’altro 50% frequenterà il tirocinio<br />

on the job.<br />

Per di più, pur essendo stata rappresentata, a gran voce, nell’ambito<br />

della Commissione di cui all’articolo 22, comma 3,<br />

del D.P.R. 395\1995, l’esigenza improcrastinabile della redazione<br />

di un Regolamento per le Scuole (ex articoli 3 e 31 della<br />

Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007<br />

Donato Capece<br />

Segretario Generale <strong>Sappe</strong><br />

capece@sappe.it<br />

Direttore<br />

Responsabile<br />

Legge 395\1999), ancora non elaborato dopo 16 anni, nessun<br />

interesse è stato manifestato circa l’indicazione.<br />

Ancora incongruenze devono rilevarsi per quanto attiene ai distacchi<br />

del personale, ai sensi dell’articolo 7 del contratto di<br />

lavoro.<br />

Trattasi di provvedimenti assunti a causa della presenza di condizioni<br />

di salute di componenti dei nuclei familiari del personale,<br />

non in grado di rendere compatibile il servizio con circostanze<br />

di particolare gravità, pur documentate e accertate.<br />

Dopo anni, l’Amministrazione ha bloccato, sino al 30 settembre<br />

2007, tali distacchi, pretendendo il rientro nelle sedi di provenienza<br />

del personale interessato e impedendo, pertanto, la continuità<br />

di una assistenza sancita dal richiamato articolo 7.<br />

Ci si chiede se una disposizione ministeriale, a carattere individuale,<br />

possa sospendere temporaneamente l’esecuzione e gli<br />

effetti della legge! E per rimanere in tema di distacchi, succede<br />

che alla Casa Circondariale Femminile di Roma Rebibbia sono<br />

state distaccate unità appena “uscite” da un corso di formazione,<br />

che ovviamente non hanno raggiunto le sedi del Nord assegnate,<br />

quando in quell’istituto vi sono più di 50 poliziotte penitenziarie<br />

“distaccate” altrove, non da ultimo per attività di<br />

“commesso” in palazzi ministeriali.<br />

Anche questa è certamente una condotta poco trasparente e<br />

assolutamente inaccettabile, visto che il bando di interpello per<br />

sostenere il personale della suddetta struttura capitolina ha<br />

riguardato solo personale in servizio al D.A.P. e non quello<br />

addetto alla sede ministeriale di Via Arenula; d’altra parte, in<br />

senso inverso gli uffici del D.A.P. si riempiono di unità appartenenti<br />

a vari ruoli, stranamente tutte provenienti da sedi toscane,<br />

anche per incrementare direttamente uffici del D.A.P., nella fattispecie<br />

la Direzione Generale dei Detenuti e Trattamento.<br />

Per concludere, occorre rammentare quanto più volte sollecitato<br />

e rimasto, come di consueto, inascoltato: il mancato potenziamento<br />

dei Reparti preposti alla trattazione delle pensioni e<br />

delle cause di servizio.<br />

Il personale in congedo deve attendere almeno cinque anni per<br />

conoscere l’effettiva entità degli emolumenti spettanti, ed anni<br />

trascorrono anche per la definizione delle indennità di pensione<br />

privilegiata, connessa ad infermità dipendenti da causa di<br />

servizio.<br />

Il silenzio dell’Amministrazione alle doglianze esposte da mesi<br />

è espressione di ulteriore e assoluta indifferenza.<br />

Per questi motivi, abbiamo proclamato lo stato di agitazione<br />

permanente e organizzato una lunga serie di manifestazioni di<br />

protesta a macchia di leopardo sul territorio nazionale e che<br />

convergeranno in una dimostrazione a Roma in luoghi e modalità<br />

ancora da stabilire.<br />

<strong>•</strong>


Giovanni Battista<br />

De Blasis<br />

Segretario Generale<br />

Aggiunto <strong>Sappe</strong><br />

deblasis@sappe.it<br />

Direttore Editoriale<br />

Questo mese, per la prima volta in<br />

tredici anni di editoriali, vorrei<br />

utilizzare le colonne della mia<br />

rubrica per parlare di un libro molto<br />

particolare, appena distribuito nelle<br />

librerie.<br />

Voglio definire questo libro molto<br />

particolare non solo per l’argomento<br />

trattato, che pure è più unico che raro,<br />

ma soprattutto perché mi è stato<br />

segnalato da mio padre – ottantatreenne<br />

sottufficiale in pensione della<br />

Polizia di Stato – rimasto entusiasta<br />

del testo scritto da colui che è stato,<br />

per molti anni, il Suo Dirigente.<br />

Secondo quanto scritto dallo stesso<br />

autore (del quale è tracciata una<br />

ampia biografia a piè pagina) il libro è<br />

«una raccolta di alcuni ricordi del<br />

servizio svolto a fianco di Giovanni<br />

Paolo II per lasciare una piccola<br />

testimonianza delle esperienze e dei<br />

Papa Wojtyla<br />

e il Generale<br />

momenti vissuti accanto al Papa».<br />

Papa Wojtyla e il Generale, questo il<br />

titolo del volume, svela molti segreti<br />

sulle “fughe” dal Vaticano del<br />

Pontefice polacco a partire dalla rivelazione<br />

di una vacanza fuori porta del<br />

Papa nel 1985, della quale non si era<br />

mai saputo nulla fino ad oggi.<br />

Metaforico, ed emblematico di tutta la<br />

storia, quanto detto da Wojtyla agli<br />

agenti della scorta dopo una passeggiata<br />

segreta in montagna: «grazie,<br />

perché proteggete uno scandalo<br />

internazionale…».<br />

Interessanti e molto indicativi, alcuni<br />

passaggi della prefazione scritta da<br />

Monsignor Piero Pennacchini: «Chi<br />

legge queste memorie dell’amico<br />

Prefetto Enrico Marinelli potrà scoprire<br />

come un fedele servitore dello<br />

Stato italiano possa attuare la sua<br />

missione non perdendo di vista la<br />

Enrico Marinelli, Prefetto, dal 1985 al 1999 Dirigente dell’Ispettorato<br />

Generale di Pubblica Sicurezza presso il Vaticano, ha assunto per quattordici<br />

anni la responsabilità di vigilare sulla sicurezza di Giovanni Paolo II durante<br />

i suoi viaggi apostolici ed i soggiorni in montagna in territorio italiano. Dal<br />

continuo contatto con Papa Wojtyla, che lo chiamava affettuosamente il suo<br />

“generale”, sono frutto i ricordi di un’amicizia discreta e profonda raccolti in<br />

questo libro.<br />

Nato ad Agnone, in Molise, nel 1932, da una famiglia nota per l’antica arte<br />

della fabbricazione delle campane, Enrico Marinelli è entrato in Polizia nel<br />

1956. La sua lunga carriera, svolta in diverse città italiane e, prima dell’arrivo<br />

all’ispettorato, in importanti commissariati della capitale, lo ha portato ad<br />

occuparsi, oltre che di repressione dei reati e tutela dell’ordine pubblico,<br />

delle emergenze sociali provocate dalla questione agraria nel Mezzogiorno,<br />

dalla contestazione giovanile degli anni ‘60 e ‘70, dal terrorismo e dall’eversione,<br />

compreso il caso Moro, fino alla sicurezza negli stadi. Davanti a tante<br />

sofferenze ha sempre cercato di intervenire associando allo spirito di sacrificio<br />

e al rispetto della legalità e della giustizia il criterio della solidarietà<br />

umana e cristiana. Pur insignito delle più alte onorificenze italiane, vaticane<br />

e dell’Ordine di Malta, il Prefetto Marinelli ritiene che la sua maggiore ricompensa<br />

sia stata quella di poter godere della stima e dell’affetto di un Papa, che<br />

giustamente la gente invoca già come santo, al quale, attraverso le pagine del<br />

libro, vuole testimoniare tutta la sua gratitudine e ammirazione.<br />

il Pulpito il Pulpito<br />

propria identità di cristiano impegnato.<br />

Col suo racconto di episodi inediti,<br />

registrati nei quasi quindici anni<br />

trascorsi alla direzione<br />

dell’Ispettorato di Pubblica Sicurezza<br />

presso il Vaticano, ci svela il<br />

profondo rapporto con il Servo di<br />

Dio Giovanni Paolo II, che aiuta il<br />

lettore a scoprire ancora di più il<br />

volto umano del Papa venuto da un<br />

paese lontano».<br />

<strong>•</strong><br />

Nelle foto:<br />

sopra,<br />

Enrico<br />

Marinelli e<br />

Papa Giovanni<br />

Paolo II<br />

sotto,<br />

la copertina<br />

del libro<br />

edito da<br />

NOVA<br />

ITINERA<br />

Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007 5


il Commento<br />

R<br />

Nella foto:<br />

braccialetto<br />

elettronico<br />

6<br />

Roberto<br />

Martinelli<br />

Segretario Generale<br />

Aggiunto <strong>Sappe</strong><br />

martinelli@sappe.it<br />

Capo Redattore<br />

Quando carcere è<br />

sinonimo di business...<br />

Olanda: al via la sperimentazione<br />

delle ganasce alle ginocchia dei detenuti<br />

icordate la storia dei braccialetti elettronici?<br />

Dopo appena due anni di sperimentazione,<br />

nel 2004 scomparvero<br />

nell’oblio e nel disinteresse generale.<br />

In realtà non erano dei braccialetti<br />

veri e propri ma delle cavigliere.<br />

Un’idea dell’ex ministro degli Interni<br />

Enzo Bianco per decongestionare le<br />

carceri italiane, sull’onda delle sperimentazioni<br />

avviate in Inghilterra,<br />

Belgio, Francia, Stati Uniti e<br />

Singapore. Da noi però non hanno<br />

funzionato. Lasciamo perdere la fuga<br />

del primo sorvegliato, il peruviano<br />

Augusto Tena, scomparso senza<br />

lasciare tracce. Forse si trattò di un<br />

caso.<br />

Secondo alcuni dietro questo fallimento<br />

ci sarebbero i grossi interessi<br />

che ruotano attorno all’apparato<br />

detentivo del nostro Paese. Appalti<br />

milionari che però in America hanno<br />

avuto singolarmente l’effetto opposto:<br />

Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007<br />

ma lì la tecnologia non viene usata<br />

tanto per decongestionare le carceri<br />

quanto per controllare meglio i detenuti.<br />

Le prigioni stesse sono diventate<br />

terreno per sperimentare nuovi sistemi<br />

di analisi e di controllo che in alcuni<br />

casi hanno mutato radicalmente l’aspetto<br />

degli istituti di pena. Un esempio?<br />

La prigione di massima sicurezza<br />

di Pelican Bay in California. Una serie<br />

di edifici innocui circondati da un<br />

recinto basso.<br />

Che senso ha innalzare mura di cinque<br />

metri quando si adoperano dei sensori<br />

perimetrali di movimento tanto sensibili<br />

da percepire il battito cardiaco<br />

di un topo? Ed è solo una delle tante<br />

sorprese avveniristiche di Pelican Bay.<br />

I sistemi a raggi X della serie 500 della<br />

Rapidscan sono stati testati qui prima<br />

di arrivare sul mercato.<br />

Costruita nel 1989 la Pelican Bay State<br />

Prison, con oltre 160mila carcerati,<br />

1.400 impiegati e un budget annuo di<br />

115 milioni di dollari, è una delle<br />

trentadue prigioni californiane delle<br />

quali ventuno costruite negli ultimi<br />

due decenni.<br />

Il sistema carcerario più vasto non<br />

solo di tutti gli Stati Uniti, che nel suo<br />

complesso arriva a due milioni di<br />

detenuti, ma anche di tutto l’Occidente<br />

con una popolazione carceraria pari a<br />

quella di Francia, Inghilterra,<br />

Norvegia, Germania, Giappone e<br />

Singapore messe assieme.<br />

Dietro la svolta tecnologica delle carceri<br />

californiane c’è il Law<br />

Enforcement and Corrections<br />

Technology Center che in accordo<br />

con il National Institute of Justice<br />

Office of Science and Technology,<br />

produce, sperimenta e testa sistemi<br />

innovativi per migliorare l’efficienza<br />

delle forze dell’ordine. Tecnologie che<br />

magari fra qualche anno vedremo<br />

anche negli aeroporti o all’entrata<br />

delle banche come il nuovo sistema di<br />

scansione in grado di percepire<br />

sostanze illegali di qualsiasi tipo<br />

addosso a una persona e utilizzato in<br />

un paio di prigioni californiane per<br />

stroncare il contrabbando e la vendita<br />

di stupefacenti.<br />

Alla Calipatria State Prison invece sono<br />

stati introdotti dei braccialetti elettronici<br />

messi a punto dall’Alanco su tecnologia<br />

Motorola. Non servono per le<br />

persone agli arresti domiciliari, ma<br />

per controllare in tempo reale con<br />

esattezza millimetrica la posizione di<br />

tutti detenuti all’interno del carcere.<br />

Potenzialmente, se anche altre prigioni<br />

americane dovessero adottare questi<br />

braccialetti elettronici, il giro d’affari<br />

della Alanco potrebbe toccare il<br />

miliardo e mezzo di dollari.<br />

Certo, grazie alla tecnologia i detenuti<br />

vedono la loro privacy diminuire sensibilmente.<br />

Secondo Larry Cothran,<br />

che dirige la sezione carceraria del<br />

Law Enforcement and Corrections<br />

Technology Center, è un piccolo prezzo<br />

da pagare rispetto ai vantaggi.<br />

Che le condizioni dei detenuti non<br />

siano in cima alla lista delle priorità<br />

del sistema carcerario americano lo<br />

prova l’adozione della Stun Belt. Una


cintura elettronica con comando a<br />

distanza attraverso la quale si può<br />

infliggere a chi la indossa una potente<br />

scarica elettrica per otto secondi.<br />

Sembra che provochi dolori lancinanti<br />

riducendo all’impotenza il soggetto<br />

che, perdendo il controllo del proprio<br />

corpo, di media si urina e defeca<br />

addosso.<br />

Stando ad Amnesty Intemational viene<br />

prodotta dalla Stun Tech e dalla Nova<br />

Products ed è stata adottata dalla polizia<br />

di venti Stati americani.<br />

A ben guardare l’intero sistema carcerario<br />

americano è un affare da capogiro<br />

non solo per chi produce tecnologia.<br />

Stiamo parlando di un business da<br />

trentacinque miliardi di dollari l’anno<br />

nel quale sono coinvolte società private<br />

che costruiscono le prigioni stesse e<br />

a volte le amministrano, come nel<br />

caso della Bobby Ross Group, della<br />

Corrections Corporation of America<br />

che possiede oltre sessanta istituti fra<br />

Stati Uniti, Australia e Inghilterra per<br />

un totale di cinquantamila detenuti, o<br />

della Wackenhut Corrections, da<br />

poco ribattezzata Geo Group, e che ha<br />

istituti di pena in Cile e in diversi altri<br />

Paesi. Per il business del futuro la<br />

parola magica sono i sistemi biometrici.<br />

Le forze di polizia di ventisei Stati<br />

americani, iniziando dal Texas e dalla<br />

California, li hanno già.<br />

A Singapore usano apparecchi della<br />

Nec per controllare il movimento di<br />

lavoratori pendolari e stagionali provenienti<br />

dalla Malesia attraverso una<br />

tessera di riconoscimento di tipo<br />

Smartcard e la scansione delle<br />

impronte. Insomma la tecnologia<br />

viene impiegata più che per aprire le<br />

carceri per estendere i sistemi di controllo<br />

all’intero territorio.<br />

Recentissimo l’esperimento che si<br />

vuole provare in Olanda, del quale ha<br />

parlato il Giornale.<br />

Ci sono le ganasce per bloccare le<br />

auto parcheggiate dove non dovrebbero<br />

essere parcheggiate e presto ci<br />

saranno anche le ganasce-robot per<br />

bloccare i detenuti che durante i per-<br />

messi speciali potrebbero essere tentati<br />

di darsi alla fuga per non tornare<br />

più in prigione. Una novità che entrerà<br />

in funzione in Olanda appena ci sarà<br />

l’approvazione del Parlamento.<br />

Di che si tratta? Il termine ganascia,<br />

applicato agli esseri umani, può far<br />

pensare a uno strumento di tortura, a<br />

un attrezzo medioevale, a qualcosa di<br />

crudele.<br />

Ma non è così. Si tratta di un congegno,<br />

simile a un lucchetto, che viene<br />

applicato alle ginocchia. Grazie alla<br />

sua flessibilità permette a chi è costretto<br />

a subirlo di camminare normalmente<br />

ma non di correre perché se<br />

corre il lucchetto si irrigidisce automaticamente<br />

e blocca le ginocchia<br />

proprio come le ganasce bloccano le<br />

ruote di un’auto. Ma c’è di più: una<br />

volta applicate a un ginocchio del<br />

detenuto in libera uscita, le «morse»<br />

ne impediranno la fuga bloccando le<br />

sue gambe se tentasse di uscire dal<br />

territorio stabilito o non rientrasse in<br />

carcere negli orari stabiliti.<br />

I primi a muoversi con questo nuovo<br />

sistema «antievasione» applicato alle<br />

ginocchia saranno i detenuti appartenenti<br />

alla categoria Tbs, sigla che nel<br />

regolamento carcerario olandese indica<br />

un certo tipo di prigionieri considerati<br />

particolarmente pericolosi e a<br />

rischio di ricadute, come pedofili,<br />

maniaci sessuali, seminfermi di mente.<br />

Come prevede la legge questi detenuti<br />

dopo un certo numero di anni in carcere<br />

vengono sottoposti a un programma<br />

di recupero che per reinserirli<br />

gradualmente nella società consente<br />

loro di trascorrere ogni mese alcuni<br />

giorni fuori dalla prigione ma in libertà<br />

vigilata, con a fianco un assistente<br />

sociale che li tiene d’occhio giorno e<br />

notte.<br />

Molti però hanno approfittato dei permessi<br />

speciali per scappare e in alcuni<br />

casi per reiterare il reato.<br />

È a questo punto che nasce l’idea delle<br />

ganasce alle ginocchia per i Tbs in<br />

libera uscita. Per la verità sono stati<br />

presi in considerazione anche altri<br />

congegni.<br />

Si è pensato di munire gli accompagnatori<br />

del detenuto di uno spray<br />

capace di immobilizzare il Tbs ai<br />

primi segni di fuga ma poi si è scoperto<br />

che lo spray provocava danni alla<br />

pelle. Si è anche pensato a un bracciale<br />

in grado di trasmettere una scossa<br />

elettrica ma è stato scartato perché<br />

troppo pericoloso.<br />

Il lucchetto flessibile a metà gamba<br />

sembra la soluzione ideale.<br />

Il portavoce del ministero della<br />

Giustizia, Wim van der Weegen, assicura<br />

che i test hanno tutti dato risultati<br />

convincenti. «Se il detenuto rispetta<br />

le regole neanche se ne accorge di<br />

camminare con le ganasce. Ma se<br />

disubbidisce viene subito immobilizzato<br />

dall’apparecchio». <strong>•</strong><br />

Nelle foto:<br />

a sinistra,<br />

l’ingresso<br />

della Pelican<br />

Bay State<br />

Prison<br />

sotto,<br />

detenuti<br />

come le<br />

auto?<br />

Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007 7


l’Osservatorio l’Ossevatorio Politico<br />

I<br />

Nella foto:<br />

(di Salvatore<br />

Vita - Franco<br />

Sazzirri)<br />

l’intervento<br />

di Giovanni<br />

Battista<br />

Durante al<br />

Convegno di<br />

Cosenza<br />

8<br />

Giovanni Battista<br />

Durante<br />

Segretario Generale<br />

Aggiunto <strong>Sappe</strong><br />

durante@sappe.it<br />

Resp. Red. Politica<br />

Convegno a Cosenza su certezza<br />

della pena e sicurezza del cittadino:<br />

ruolo e prospettive post indulto del<br />

Corpo di Polizia Penitenziaria<br />

l 18 maggio 2007 si è tenuto a Cosenza il convegno CER-<br />

TEZZA DELLA PENA E SICUREZZA DEL CITTADINO: ruolo e<br />

prospettive post indulto del Corpo di polizia penitenziaria.<br />

Il convegno è stato organizzato dalla Fondazione culturale<br />

Luigi Filosa, il cui presidente, Michele Sapia, ne ha tratteggiato<br />

la figura. “Deputato ed avvocato che ho avuto la<br />

fortuna di conoscere – ha affermato Michele Sapia – e<br />

che ha lasciato a tutti noi una lezione di grande coerenza<br />

per la quale ha pagato con il confino e l’emarginazione,<br />

in quanto accusato di grave insubordinazione<br />

ideologica (Filosa era deputato fascista, ma nella sua attività<br />

difese alcuni antifascisti, tanto che fu poi a sua volta<br />

difeso da personaggi come Giacomo Mancini, ex deputato<br />

socialista) e nonostante le tante afflizioni non ha rinnegato<br />

nulla del suo credere politico”.<br />

All’intervento di Michele Sapia è seguito quello di<br />

Beniamino Morrone, dirigente della Carime, la Banca che<br />

ha fornito la sala e sponsorizzato il convegno. Morrone ha<br />

sostituito il Presidente Andrea Pisani Massamormile.<br />

Ho avuto il piacere di tenere la prima relazione al convegno,<br />

seguito poi dai più autorevoli interventi del direttore<br />

generale dell’esecuzione penale esterna del Dipartimento<br />

dell’amministrazione penitenziaria Turrini Vita e dal magistrato<br />

di sorveglianza di Cosenza Alberto Liguori.<br />

Sono intervenuti l’onorevole Angela Napoli, di Alleanza<br />

Nazionale, componente della commissione antimafia, il<br />

Senatore Nuccio Iovene e l’onorevole Marilina Intrieri, per<br />

Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007<br />

l’Ulivo; quest’ultima è componente della commissione giustizia<br />

della Camera dei deputati.<br />

Hanno concluso i lavori - che sono stati moderati dal giornalista<br />

del Quotidiano Gianfranco Bonofiglio - il Capo del<br />

DAP Ettore Ferrara e il Sottosegretario alla Giustizia Luigi Li<br />

Gotti.<br />

Riporto, di seguito, un breve stralcio del mio intervento.<br />

“…Ascoltiamo spesso affermazioni del tipo “la pena<br />

deve essere espiata per intero”, “chi commette un reato<br />

deve andare in carcere” e via discorrendo.<br />

Se affermazioni di questo tipo si possono accettare da<br />

persone che ignorano il nostro ordinamento, ciò non è<br />

consentito ad altri, a coloro che lo conoscono o dovrebbero<br />

conoscerlo in ragione della professione che svolgono<br />

…”. “ …evidentemente sfugge a costoro che nel<br />

nostro ordinamento è stato introdotto il concetto, o<br />

principio che dir si voglia, di flessibilità della pena, la<br />

cui espiazione deve essere costantemente sottoposta a<br />

verifica.<br />

La pena deve essere una pena utile, utile al condannato<br />

e alla società; deve, come recita la nostra costituzione,<br />

tendere alla rieducazione. E’ proprio dalla lettura combinata<br />

dei commi 1 e 3 dell’articolo 27 della<br />

Costituzione che la Corte Costituzionale, prima nel 1974<br />

e poi nel 1988 ha introdotto nel nostro ordinamento i<br />

principi di flessibilità e di colpevolezza.<br />

Tra l’altro, è proprio grazie alla flessibilità e, quindi, alla<br />

possibilità concessa anche all’ergastolano di uscire dal<br />

carcere che la Corte Costituzionale ha salvato e conservato<br />

nel nostro ordinamento la pena dell’ergastolo.<br />

E’ proprio partendo dalla sentenza della Corte<br />

Costituzionale del 1974 che il legislatore ha costruito<br />

tutto l’impianto normativo recepito dalla legge 354 del<br />

1975 sull’ordinamento penitenziario. Una legge che<br />

nasce con intenti rieducativi ma che col tempo diventa<br />

premiale o, addirittura, emergenziale, adeguandosi<br />

all’ordinamento penale più generale, così come modificato<br />

nel corso degli anni ottanta e novanta, a seguito<br />

delle emergenze terroristiche e mafiose …”. “ …fino<br />

all’estate scorsa il carcere era diventato davvero ingestibile,<br />

a causa dell’elevato numero di detenuti presenti.


Avevamo superato le sessantamila unità, a fronte di una<br />

capienza di circa quarantamila.<br />

L’indulto, più o meno condiviso, ha rappresentato sicuramente<br />

un momento di importante deflazione. Con l’uscita<br />

dal carcere di circa ventiquattromila detenuti<br />

siamo riusciti ad andare anche al di sotto della capienza<br />

regolamentare e ciò ha consentito al personale di polizia<br />

di poter smaltire almeno le ferie ed i congedi arretrati,<br />

laddove qualche dirigente un po’ più illuminato degli<br />

altri ha avuto il buon senso di far ridurre i posti di servizio,<br />

chiudendo qualche sezione detentiva che in quel<br />

momento era superflua. Ciò non induca però a ritenere<br />

che oggi le carceri sono troppe perché già il numero dei<br />

detenuti è cresciuto di un bel po’ e se non si fanno riforme<br />

per cui si evita il carcere per alcuni reati di minore<br />

allarme sociale, fra non molto tempo potremmo ritornare<br />

ai livelli dell’anno scorso.<br />

E' urgente una riforma del diritto penale. Da quanto<br />

appreso dalla stampa sembrerebbe che la commissione<br />

Pisapia abbia già terminato i lavori di riforma del codice<br />

penale; sappiamo che si vuole introdurre quanto già<br />

in essere per il processo penale minorile, ossia la sospensione<br />

del processo e la messa in prova, oltre al principio<br />

di offensività. E’ un aspetto della riforma condivisibile,<br />

ma è necessario ricordare anche che il nostro codice e<br />

soprattutto le leggi speciali contemplano reati d’opinione<br />

puniti con pene severissime. La diffamazione a<br />

mezzo stampa, tanto per fare un esempio, oggi è punita<br />

con la reclusione da uno a sei anni. E’ vero che nessuno<br />

è andato in carcere per tale reato, però ritengo che sia<br />

davvero incongruo sanzionare un reato di questo tipo<br />

con una pena così grave, in base ad una legge del 1948,<br />

quando la società civile aveva della reputazione, dell’onore<br />

e del decoro un concetto molto diverso di quello che<br />

possiamo avere noi oggi …”.<br />

“…l’indulto è stato definito dal sottosegretario alla<br />

Giustizia, Prof. Luigi Manconi, come un’opportunità<br />

concessa non solo ai detenuti, ma anche a tutti gli operatori<br />

del settore penitenziario, con particolare riferimento<br />

al Corpo della polizia penitenziaria.<br />

L’opportunità per il Corpo, evidentemente, deve essere<br />

rappresentata non solo dalla possibilità, immediata, di<br />

fruire delle ferie e dei riposi non concessi in precedenza,<br />

ma soprattutto quella di riorganizzarsi al meglio per<br />

rendere al Paese, insieme alle altre quattro Forze di polizia,<br />

un servizio fondamentale che tutti i cittadini richiedono<br />

da sempre per poter vivere, lavorare e progredire in<br />

pace: LA SICUREZZA.<br />

La polizia penitenziaria partecipa da sempre a questa<br />

processo fondamentale e lo fa con sempre maggiore professionalità,<br />

intervenendo anche in attività che prima<br />

erano esclusivo appannaggio delle altre Forze di polizia.<br />

Per esempio, sono sempre maggiori le deleghe concesse<br />

dall’autorità giudiziaria per l’espletamento di attività<br />

investigativa in relazione ai compiti istituzionali.<br />

Ma prima di addentrarmi nei particolare dell’organizzazione<br />

mi preme evidenziare che questo Corpo ha una<br />

storia recente, in quanto istituito con la legge di riforma<br />

n. 395 del 1990, ma antichissima se si pensa a quanto<br />

hanno fatto prima gli Agenti di Custodia, versando<br />

anche altissimi tributi di sangue. Ecco, io penso che<br />

questa memoria noi dobbiamo conservarla sempre, perché<br />

ritengo che chi dimentica la propria storia, le proprie<br />

radici, rischia di smarrirsi lungo il cammino.<br />

La prossima settimana si celebrerà a Genova il memorial<br />

day, in ricordo delle vittime del dovere: tanti poliziotti,<br />

ma anche magistrati come Falcone e Borsellino.<br />

Queste sono iniziative che non dovremo mai smettere di<br />

fare …”.<br />

“ … Il ministro della Giustizia, in occasione della celebrazione<br />

dell’annuale del Corpo, ha pronunciato un discorso<br />

programmatico che contempla molte innovazioni.<br />

Il ministro ha anche preannunciato la costituzione di<br />

veri e propri commissariati di polizia penitenziaria, iniziativa,<br />

questa, che potrebbe vedere la sua prima attuazione<br />

attraverso la costituzione dei nuclei di polizia<br />

penitenziaria per il controllo delle persone ammesse<br />

alle misure alternative.<br />

La proposta dell’amministrazione contempla la costituzione<br />

di tali nuclei all’interno degli Uffici<br />

dell’Esecuzione Penale Esterna; tale iniziativa ha suscitato,<br />

com’era prevedibile, la reazione di alcuni operatori<br />

di tale settore, ma credo che la protesta non debba<br />

preoccuparci più di tanto, poiché è destinata ad essere<br />

sostituita molto presto dalle attestazioni di stima che la<br />

polizia penitenziaria che andrà ad operare in quel settore<br />

saprà guadagnarsi fin da subito, così come è successo<br />

con il servizio delle traduzioni e dei piantonamenti,<br />

con le missioni all’estero e con tutti i compiti che il<br />

Sopra:<br />

una pagina<br />

sulla<br />

“rivalutazione”<br />

della Polizia<br />

Penitenziaria<br />

Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007 9


l’Osservatorio Osservatorio Politico<br />

Sopra:<br />

articoli sul<br />

carcere<br />

10<br />

Corpo ha assunto in questi anni …”.<br />

“… Altra importante iniziativa è stata la costituzione<br />

del servizio centrale di polizia giudiziaria, cui è stato<br />

preposto un commissario del Corpo di polizia penitenziaria.<br />

Sono queste le iniziative che vogliono vedere realizzate<br />

gli appartenenti al Corpo, al fine di creare una polizia<br />

penitenziaria che sia sempre più autosufficiente nell’espletamento<br />

dei propri compiti istituzionali, ma al<br />

tempo stesso capace e consapevole di poter interagire<br />

alla pari con le altre Forze di polizia. Siamo consapevoli<br />

di essere un Corpo a competenza specifica e specialistica,<br />

ma siamo altrettanto consapevoli di essere Forza<br />

di polizia che partecipa, al pari delle altre, nella lotta<br />

alla criminalità organizzata. Quindi, non devono esserci<br />

preclusioni neanche per l’accesso degli appartenenti<br />

al Corpo di polizia penitenziaria negli organismi inter-<br />

forze. Certa legislazione degli anni passati deve essere<br />

corretta, perché non è possibile che nella DIA (Direzione<br />

Investigativa Antimafia) non ci siano appartenenti al<br />

Corpo di polizia penitenziaria, così come non è possibile<br />

che sia preclusa alla polizia penitenziaria la costituzione<br />

delle sezioni di polizia giudiziaria. L’inserimento<br />

della polizia penitenziaria in queste strutture consentirebbe<br />

di utilizzarne la professionalità e il patrimonio di<br />

conoscenze che quotidianamente gli appartenenti al<br />

Corpo acquisiscono nelle carceri.<br />

In conclusione, dopo l’indulto, ritengo siano necessarie<br />

ed indispensabili quelle riforme strutturali che evitino<br />

il riproporsi della passata situazione di sovraffollamento<br />

delle carceri italiane. Tra le soluzioni possibili: la<br />

costruzione di nuovi penitenziari e/o la modifica del<br />

sistema delle pene, attraverso l’ampliamento dell’Area<br />

penale esterna.<br />

Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007<br />

I segnali che arrivano dal governo sembrano andare in<br />

quest’ultima direzione.<br />

Se la strada è questa, il numero delle persone ammesse a<br />

scontare la pena fuori dal carcere aumenterà sempre di<br />

più e sarà dunque necessario ed indispensabile avere<br />

una polizia specializzata, sarà dunque necessario ripensare<br />

la polizia penitenziaria nata negli anni 90, trasformandola<br />

in una forza di polizia a più ampia competenza,<br />

una vera e propria polizia dell’esecuzione penale”<br />

.<br />

Il direttore generale dell’esecuzione penale esterna,<br />

Turrini Vita, ha fatto un’ampia disamina comparativa tra il<br />

nostro e gli altri paesi europei, ma, soprattutto, ha evidenziato<br />

la sua condivisione circa l’ipotesi di ampliare le competenze<br />

del Corpo di polizia penitenziaria, anche attraverso<br />

il controllo dei soggetti ammessi alle misure alternative<br />

Si riporta, di seguito, la trascrizione della parte finale<br />

dell’intervento del Dott. Alberto Liguori,<br />

Magistrato di Sorveglianza a Cosenza, nel corso del<br />

quale ha proposto, tra l’altro, l’istituzione delle<br />

sezioni di polizia penitenziaria presso l’Ufficio di<br />

Sorveglianza.<br />

“ … L’ipotesi di lavoro finale potrebbe essere la seguente:<br />

La mia, ripeto, vi ho chiesto all’inizio scusa per la<br />

mia arroganza e presunzione, è definita una ipotesi di<br />

lavoro ed in quanto tale, alla fine, sarà consegnata agli<br />

organi competenti affinché, poi, possano rifletterci.<br />

Abbiamo detto che i progetti e disegni di legge presentati<br />

vanno nella direzione di attribuire il controllo, in capo<br />

alla polizia penitenziaria, dei soggetti in esecuzione<br />

penale esterna. Io vorrei fare di più, vorrei che si potessero<br />

costituire, sul territorio, dei presidi di polizia penitenziaria.<br />

Questi presidi, su tre opzioni diverse, potrebbero<br />

essere collocati: o nella sede in cui attualmente vive<br />

ed opera il Magistrato di Sorveglianza; pensando alla<br />

Calabria, il presidio o commissariato potrebbe avere sede<br />

a Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria, oppure potrebbe<br />

avere sede là dove il carcere ha il suo territorio.<br />

Penso, nel caso che mi occupa, alla provincia di Cosenza<br />

e, quindi, a Castrovillari, Rossano e Paola, oppure<br />

potrebbe avere sede negli Uffici dell’esecuzione Penale<br />

Esterna.<br />

Manca un unico tassello che io non ho indicato perché<br />

l’umiltà, in questo caso, mi ha consentito di non cristallizzare<br />

la slide. Con il Magistrato di Sorveglianza, ovviamente,<br />

è condicio sine qua non che la polizia penitenziaria<br />

sia, allorquando ha poteri istruttori e di controllo<br />

delle misure alternative, inserita in un quadro costituzionale.<br />

L’autorità giudiziaria è l’unico organo che può,<br />

costituzionalmente, perché dotato di autonomia e indipendenza,<br />

dirigere quel servizio dopo il giudicato penale.<br />

Questo presupporrebbe una riforma, non a costo zero,


ma con un senso di misura e di responsabilità europea<br />

…”.<br />

“ … la istituzione di una sezione di polizia giudiziaria<br />

presso il Magistrato di Sorveglianza, con compiti di coordinamento.<br />

Il meccanismo potrebbe funzionare così: il Pubblico<br />

Ministero fa la richiesta al Tribunale di Sorveglianza o al<br />

Magistrato di Sorveglianza, queste autorità giudiziarie<br />

delegano la polizia penitenziaria del territorio a raccogliere<br />

i dati necessari alla decisione, confezionando l’informativa<br />

di polizia penitenziaria.<br />

In questo modo potremmo rendere più seria e più<br />

responsabile la nostra azione, potremmo dire con molta<br />

umiltà che il cittadino potrebbe avere sicurezza non soltanto<br />

nella fase di adozione dell’alternativa …”.<br />

“ …ma anche nella fase del controllo. Questo protagonismo<br />

ce lo chiede la società...”.<br />

Si riporta, di seguito, un breve stralcio dell’intervento<br />

del Presidente Ettore Ferrara.<br />

“ … Un ringraziamento velocissimo dovuto agli organizzatori<br />

di questo convegno e direi in particolare alla<br />

Banca Carime che ci ospita e che ha saputo cogliere,<br />

oggi, attraverso il suo rappresentante, l’importanza del<br />

collegamento che esiste tra i problemi dell’economia ed i<br />

problemi della sicurezza.<br />

Ciò ci consente di sentirci in qualche modo tutti insieme<br />

a casa nostra, se mi consentite questa espressione …”.<br />

“… Un ringraziamento ai tre relatori che mi hanno preceduto<br />

per la serietà del loro impegno espressosi attraverso<br />

relazioni veramente esaustive.<br />

D’altra parte quando si evocano i nomi di Falcone e<br />

Borsellino, o il direttore Cosmai, e mi piace accostare a<br />

lui il ricordo del Maresciallo Salsone, pure lui operò in<br />

questa terra, tutto ciò non può che essere indice di serietà…”.<br />

“… Il titolo di questo convegno, secondo me, si articola<br />

in due parti: da una parte le prospettive della polizia<br />

penitenziaria, dall’altra, ed è la prima proposizione sulla<br />

quale mi soffermerò, la fotografia dell’esistente, cioè<br />

quell’ansia di sicurezza che sicuramente esiste nella<br />

società ed in qualche modo deve trovare realizzazione<br />

attraverso la certezza della pena …”.<br />

“… Ma quale pena? E qui la risposta non può che partire<br />

dal riferimento alla nostra Carta costituzionale,<br />

all’art. 27 della costituzione …”.<br />

“… Giustamente, l’amico Durante, nel suo intervento,<br />

ha fatto riferimento a concetti importanti quali quelli di<br />

flessibilità ed inflessibilità; il nostro sistema penale, storicamente,<br />

nel 1930, è nato come un sistema imperniato<br />

sulla inflessibilità della pena, quindi una pena irriducibile,<br />

una pena predeterminata, con un inizio ed una<br />

fine, senza prospettiva di cambiamento, senza alternative<br />

per il condannato. Nei fatti, poi, con uno sguardo più<br />

attento, vediamo che questo sistema, cosi concepito<br />

attraverso, allora sì, frequenti amnistie, indulti, ed altri<br />

provvedimenti clemenziali, ha dovuto regolarsi nella<br />

realtà. E progressivamente il sistema si è andato evolvendo<br />

verso forme di maggiore flessibilità della pena.<br />

Giustamente, ancora una volta, mi piace citare l’amico<br />

Durante, quando ha ricordato la giurisprudenza costituzionale<br />

e l’affermazione, tratta dall’articolo 27, del<br />

diritto del detenuto ad un riesame periodico della sua<br />

condizione, per vedere se quel periodo di espiazione<br />

abbia o meno sortito gli effetti che il legislatore ha posto<br />

a fondamento della sanzione penale. Allora, man mano,<br />

il sistema si è andato evolvendo, come si è andato evolvendo,<br />

affiancando alla istituzione penitenziaria un<br />

sistema che possiamo dire alternativo, complementare,<br />

quello della esecuzione penale esterna …”.<br />

“… Si è fatto riferimento all’indulto in più di un inter-<br />

vento e, ovviamente, non sta a me valutare le ragioni<br />

politiche che potevano deporre o meno a favore di questo<br />

provvedimento. E’ un dato di fatto che l’indulto c’è<br />

stato, è un dato di fatto che questo provvedimento ha<br />

comunque creato all’interno delle istituzioni penitenziarie<br />

una situazione che non è azzardato definire di<br />

straordinaria normalità.<br />

E allora io credo che sia nostro dovere sfruttare questa<br />

condizione, anche perche siamo nella consapevolezza<br />

che non durerà a lungo…”.<br />

“… Ed ecco qui che viene in campo la polizia penitenziaria,<br />

una polizia penitenziaria che è cresciuta enormemente,<br />

una polizia penitenziaria il cui ordinamento<br />

nasce nel 1990, ma come ho avuto modo di dire, vede in<br />

quel momento storico non tanto il battesimo, ma il raggiungimento<br />

della maggiore età, collegandosi all’esperienza<br />

degli Agenti di custodia e di quanti altri hanno<br />

Nella foto:<br />

l’intervento<br />

del Giudice<br />

Alberto<br />

Liguori<br />

Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007 11


l’Osservatorio Osservatorio Politico<br />

A fianco:<br />

ancora<br />

articoli sul<br />

carcere<br />

sotto,<br />

da sinistra, il<br />

Pres. Ferrara,<br />

il Sottosegretario<br />

Li Gotti<br />

e il Cons.<br />

Turrini Vita<br />

12<br />

preceduto gli agenti della polizia penitenziaria.<br />

La polizia penitenziaria si è evoluta, oggi è chiamata ad<br />

una attività di osservazione e trattamento, come è<br />

scritto a chiare lettere nell’art. 5 della legge costitutiva<br />

del Corpo ed è chiamata ad una serie di altre attività.<br />

E’ chiamata soprattutto a vigilare sulla esecuzione<br />

penale in tutta la sua interezza e, quindi, anche sull’esecuzione<br />

penale esterna. E veniamo qui al cuore e,<br />

quindi, anche alla conclusione del mio intervento perché<br />

il tempo a mia disposizione, purtroppo, è estremamente<br />

poco.<br />

Noi crediamo che un nuovo carcere,<br />

una nuova idea di carcere, si possa<br />

realizzare, se riusciremo a tradurre<br />

nei fatti quello che ha chiaramente<br />

detto anche il Capo dello Stato, non<br />

più tardi di una settimana fa, recandosi<br />

in visita a Rebibbia: il carcere<br />

come estrema ratio. Il carcere va riservato<br />

a chi, effettivamente, e in maniera<br />

ineludibile, deve espiare la sua pena al<br />

suo interno. Vanno invece alimentate,<br />

in tutti gli altri casi, le misure alternative<br />

alla detenzione che possono essere<br />

però espiate, attuate, assicurando la sicurezza del cittadino.<br />

Questo si può realizzare proprio attraverso l’intervento<br />

della Polizia Penitenziaria…”.<br />

“… Se noi riusciremo ad assicurare il controllo sulle<br />

misure alternative, attraverso la polizia penitenziaria,<br />

nella consapevolezza che oggi quel controllo non può<br />

essere esercitato e svolto in maniera adeguata dalle<br />

altre Forze di polizia impegnate in altri compiti, noi<br />

probabilmente riusciremo, per un verso, a soddisfare<br />

l’ansia di sicurezza dei cittadini e, per l’altro verso, a<br />

Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007<br />

favorire quel reinserimento sociale che è scritto come<br />

obiettivo del nostro impegno nella Carta costituzionale…”.<br />

“… Allora, a fronte di queste situazioni, noi abbiamo il<br />

coraggio di indicare anche nuove competenze, sapendo<br />

che questo aggraverà ulteriormente la nostra condizione,<br />

ma sapendo anche che servirà a realizzare un carcere<br />

diverso. Auspichiamo anche che il parlamento e il<br />

Governo sappiano, a fronte di questo impegno, riconoscere<br />

quelle risorse, innanzitutto umane e poi materiali,<br />

che sono indispensabili per svolgere,<br />

in maniera adeguata, questi compiti.<br />

La deroga che c’è stata nell’ultima<br />

finanziaria, per l’assunzione di<br />

500 agenti ausiliari, và in questa<br />

direzione.<br />

Noi confidiamo che reclamando<br />

nuove competenze, invocando la<br />

capacità e la volontà di dare maggiore<br />

contributo per la realizzazione<br />

di un livello di sicurezza sociale<br />

più elevato, alla pari con le altre<br />

Forze di polizia, possiamo ottenere<br />

maggiore attenzione dal Parlamento e<br />

dal Governo.”.<br />

L’onorevole Angela Napoli ha evidenziato la contrarietà<br />

sua e del suo partito rispetto al provvedimento di indulto,<br />

anche in considerazione del fatto che la società, oggi, ha<br />

bisogno di sicurezza e di certezza della pena.<br />

Di tenore opposto gli interventi del senatore Nuccio<br />

Iovene e dell’onorevole Marilina Intrieri che, peraltro,<br />

ha evidenziato di aver presentato un progetto di legge<br />

per il riallineamento dei funzionari del Corpo di polizia<br />

penitenziaria; progetto che, peraltro, non condividiamo, in<br />

quanto non tiene nella giusta considerazione<br />

gli appartenenti al ruolo speciale e la professionalità<br />

che questi colleghi hanno conseguito<br />

in tanti anni di lavoro.<br />

Il sottosegretario alla giustizia, Luigi Li<br />

Gotti, a conclusione del convegno, nel corso<br />

del suo intervento, ha sottolineato la necessità<br />

di rivalutare la polizia penitenziaria, ma anche<br />

di rendere più certa la pena e più celeri i processi,<br />

in quanto punti cardine essenziali per<br />

una giustizia giusta. Il sottosegretario ha evidenziato<br />

come, pur facendo parte di quei partiti<br />

(Italia dei valori) che non hanno sostenuto<br />

l’indulto, tale provvedimento contenga effetti<br />

deterrenti, di prevenzione, laddove è previsto<br />

che colui che entro un certo termine dalla<br />

scarcerazione commette un nuovo reato venga<br />

arrestato per scontare l’intera pena precedentemente<br />

condonata. <strong>•</strong>


Dallo scorso aprile 2007 sono<br />

iniziati gli incontri tra i sindacati<br />

e l’Amministrazione<br />

Penitenziaria per concordare un<br />

Decreto Ministeriale che regolamenti<br />

l’impiego della Polizia Penitenziaria<br />

nell’esecuzione penale esterna.<br />

Pretestuose e incomprensibili<br />

sono state le posizioni espresse da<br />

alcuni assistenti sociali e associazioni<br />

di volontari contro la previsione<br />

di costituire Nuclei territoriali di<br />

Polizia Penitenziaria negli Uffici per<br />

l’Esecuzione Penale Esterna.<br />

Nessuno può negare, infatti, che, la<br />

Polizia Penitenziaria ha pieno titolo<br />

a svolgere questi importanti compiti,<br />

come ha rimarcato con efficacia<br />

anche il Ministro Mastella nei suoi<br />

interventi in occasione della recente<br />

visita del Capo dello Stato<br />

Napolitano al carcere romano di<br />

Rebibbia e all’ultima Festa<br />

Nazionale dei Baschi Azzurri.<br />

Se la pena evolve verso soluzioni<br />

diverse da quella detentiva, anche la<br />

Esecuzione<br />

penale penale esterna: esterna:<br />

La Polizia Penitenziaria<br />

sul territorio<br />

Polizia Penitenziaria deve spostare<br />

le sue competenze al di là delle mura<br />

del carcere, parallelamente all’affermarsi<br />

del suo ruolo quale quello di<br />

vera e propria polizia dell’esecuzione<br />

penale. Il controllo sulle pene eseguite<br />

all’esterno, oltre che qualificare<br />

il ruolo della Polizia Penitenziaria,<br />

potrà avere quale conseguenza il<br />

recupero di efficacia dei controlli<br />

sulle misure alternative alla detenzione,<br />

aprendo la strada alle soluzioni<br />

che sono già allo studio della<br />

Commis-sione Pisapia per la riforma<br />

del codice penale.<br />

Efficienza delle misure esterne e<br />

garanzia della funzione di recupero<br />

fuori dal carcere potranno far sì che<br />

cresca la fiducia della pubblica opinione<br />

verso queste misure, che nella<br />

considerazione pubblica non vengono<br />

ancora riconosciute come vere e<br />

proprie pene.<br />

Essere contro questo futuro professionale<br />

per il Corpo vuol dire essere<br />

miopi o in malafede, soprattutto chi<br />

<strong>Sappe</strong>informa<br />

<strong>Sappe</strong>informa<br />

dice che i Poliziotti Penitenziari<br />

negli U.E.P.E. debbano fare solamente<br />

gli autisti, i centralinisti, gli<br />

uscieri…<br />

E’ superfluo soltanto specificarlo,<br />

ma la Polizia Penitenziaria negli<br />

U.E.P.E. andrà a svolgere esattamente<br />

le stesse funzioni che oggi svolgono<br />

Polizia e Carabinieri, che in questo<br />

modo possono essere restituiti ai<br />

loro compiti istituzionali, in particolare<br />

il controllo del territorio e la<br />

prevenzione e la repressione dei<br />

reati, a tutto vantaggio dell’intera<br />

popolazione. E per fare questo, la<br />

Polizia Penitenziaria dove essere<br />

organizzata in propri Nuclei territoriali,<br />

con a capo unità del Corpo con<br />

compiti di coordinamento e di<br />

impiego del personale.<br />

Riportiamo di seguito la bozza presentata<br />

dall’Amministrazione che,<br />

successivamente è stata trasformata<br />

in un decreto interministeriale di<br />

concerto con Interni, Giustizia e<br />

Difesa.<br />

Nella foto:<br />

una<br />

immagine<br />

di mezzi e<br />

personale<br />

della Polizia<br />

Penitenziaria<br />

sul territorio<br />

Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007 13


<strong>Sappe</strong>informa<br />

Nelle foto:<br />

personale e<br />

mezzi della<br />

Polizia<br />

Penitenziaria<br />

sulla strada<br />

14<br />

Articolo 1<br />

(criteri generali dell’attività<br />

di verifica)<br />

1. La verifica del rispetto degli obblighi<br />

di presenza, in determinati luoghi e<br />

tempi, che sono imposti alle persone<br />

ammesse alle misure alternative della<br />

detenzione domiciliare e dell’affidamento<br />

in prova, è svolta come disposto nel<br />

presente decreto.<br />

2. Il direttore dell’ufficio di esecuzione<br />

penale esterna, in conformità al programma<br />

di trattamento della persona<br />

ammessa alla misura alternativa, ai sensi<br />

dell’art. 72 O.P., indica dettagliatamente<br />

in proprio ordine di servizio, i controlli<br />

di presenza ai quali il medesimo deve<br />

essere sottoposto, avuto riguardo ai<br />

comportamenti ed alle attività alle quali<br />

la stessa persona deve applicarsi, specificando<br />

in particolare i tempi ed i luoghi.<br />

Anche in assenza di specifiche prescrizioni,<br />

il direttore inserisce sempre<br />

nell’ordine di servizio le verifiche di presenza<br />

delle persone condannate nei luoghi<br />

ove esse debbano trattenersi nelle<br />

ore notturne. L’assistente sociale assegnatario<br />

del caso può riferire al direttore<br />

in ordine ad esigenze peculiari del<br />

condannato che ritenga rilevanti.<br />

3. Insieme al proprio ordine di servizio,<br />

il direttore trasmette al nucleo di verifica,<br />

di cui all’art. 2, copia del programma<br />

approvato dal Tribunale o dal<br />

Magistrato di Sorveglianza.<br />

4. Il responsabile del nucleo organizza<br />

le attività di controllo secondo piani<br />

generali che integrano le verifiche indicate<br />

nei singoli ordini di servizio.<br />

Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007<br />

Articolo 2<br />

(strutture sperimentali<br />

di verifica)<br />

1. I compiti indicati nell’articolo 1 sono<br />

svolti da un nucleo di verifica composto<br />

da personale del Corpo di Polizia<br />

Penitenziaria.<br />

2. In corso di sperimentazione, i contingenti<br />

di personale da assegnare ai singoli<br />

nuclei sono stabiliti con decreto del<br />

Capo dipartimento dell’amministrazione<br />

penitenziaria, sentiti i direttori generali<br />

competenti, il provveditore regionale<br />

nella cui circoscrizione ricadono gli<br />

uffici ai quali sono attribuiti i nuclei di<br />

verifica.<br />

3. Il nucleo di verifica opera alle dipendenze<br />

del direttore dell’ufficio di esecuzione<br />

penale esterna, nei modi indicati<br />

nell’articolo 1.<br />

4. In nessun caso, il personale del<br />

nucleo di verifica può integrare il contingente<br />

o partecipare alle attività dei<br />

reparti del Corpo presso gli istituti penitenziari.<br />

Articolo 3<br />

(selezione del personale)<br />

1.L’assegnazione temporanea ai nuclei<br />

sperimentali di verifica avviene attraverso<br />

un interpello per ogni circoscrizione<br />

di Provveditorato interessato; un primo<br />

scrutinio sull’esistenza dei requisiti di<br />

cui al successivo comma 3; la frequenza<br />

e il superamento di un corso intensivo<br />

di tre mesi al quale è ammesso un<br />

numero di operatori superiore di un<br />

terzo rispetto a quello dei posti disponibili<br />

dei nuclei.<br />

2.La direzione generale del personale<br />

indice l’interpello per ogni circoscrizione<br />

di provveditorato, destinato agli operatori<br />

del Corpo lì assegnati, separatamente<br />

per ogni ruolo interessato.<br />

3. I requisiti professionali da valutare<br />

attraverso il primo scrutinio sono stabiliti<br />

con decreto del capo dipartimento,<br />

su proposta dei direttori generali competenti,<br />

sentite le OO.SS.<br />

Rappresentative del Corpo.<br />

4. Lo scrutinio è compiuto da una commissione,<br />

presieduta dal direttore dell’ufficio<br />

esecuzione penale esterna del<br />

Provveditorato interessato, ed integrata<br />

da un funzionario di area pedagogica,<br />

posizione economica C3 e da un funzionario<br />

direttivo del Corpo.<br />

5. La commissione, in applicazione dei<br />

criteri dei valutazione di cui al comma<br />

3, attribuisce un punteggio ad ogni operatore<br />

che abbia partecipato all’interpello.<br />

6. Sono ammessi al corso di cui al<br />

comma 1, i candidati che abbiano riportato<br />

il punteggio più alto in misura di un<br />

terzo superiore ai posti disponibili.<br />

7. Il corso è svolto nelle sedi delle scuole<br />

di formazione del Corpo, ha durata di<br />

tre mesi ed è impartito secondo programmi<br />

stabiliti d’intesa tra il direttore<br />

generale del personale e della formazione<br />

ed il direttore generale dell’esecuzione<br />

penale esterna.<br />

8. La commissione che provvede all’esame<br />

finale dei partecipanti al corso,<br />

assegna il punteggio finale, e forma la<br />

graduatoria, è nominata con successivo<br />

provvedimento del Capo del dipartimento.<br />

Il voto è espresso in trentesimi,<br />

in ragione di dieci punti per ogni commissario.<br />

Il corsista che riporti una<br />

valutazione inferiore a ventuno trentesimi<br />

è escluso dalla graduatoria.<br />

9. La direzione generale del personale<br />

assegna in via provvisoria i qualificati in<br />

posizione utile ai nuclei sperimentali<br />

posti nell’ambito dei provveditorati di<br />

rispettiva provenienza.<br />

Articolo 4<br />

(dotazioni logistiche)<br />

1. Il direttore generale dei beni e servizi,<br />

su proposta del direttore generale<br />

dell’esecuzione penale esterna, assegna<br />

ad ogni nucleo sperimentale di verifica,<br />

la dotazione strumentale da destinare al<br />

servizio, in ragione del numero di verifi-


che mediamente da compiere.<br />

2. In fase di sperimentazione, i nuclei<br />

hanno sede presso gli uffici del provveditorato.<br />

Laddove le esigenze di efficienza<br />

e la natura del territorio lo<br />

impongono, il Provveditore può designare<br />

anche altre sedi, evitando la collocazione<br />

presso istituti penitenziari.<br />

Articolo 5<br />

(Coordinamento)<br />

1. Il coordinamento dei nuclei sperimentali<br />

di verifica è curato dal provveditorato<br />

nella cui competenza ricadono<br />

gli uffici ai quali i nuclei sono attribuiti.<br />

2. Il coordinamento nazionale , la pianificazione<br />

delle verifiche da compiersi<br />

fuori dell’ambito di un provveditorato,<br />

l’analisi e la progettazione in materia,<br />

sono curati dalla direzione generale per<br />

l’esecuzione penale esterna.<br />

3. Per lo svolgimento delle attribuzioni<br />

fate dal comma 2, durante la fase di<br />

sperimentazione, il Capo del dipartimento<br />

costituisce una missione centrale<br />

di pianificazione e verifica presso la<br />

direzione generale dell’esecuzione<br />

penale esterna.<br />

Articolo 6<br />

(risorse umane)<br />

1. Ai nuclei sperimentali di verifica<br />

sono preposti Ispettori del Corpo di<br />

Polizia Penitenziaria.<br />

2. Nell’ambito dei Provveditorati le funzioni<br />

di coordinamento sono assegnate<br />

Le direttive in tema di<br />

esecuzione penale esterna<br />

In merito al progetto che prevede la sperimentazione,<br />

in alcune attività relative alle<br />

misure alternative, del Corpo di polizia<br />

penitenziaria diversi sono stati i commenti<br />

giunti a questa direzione generale e molte<br />

sono state le manifestazioni di preoccupazione.Si<br />

vogliono offrire alcune chiarificazioni,<br />

pur osservando che molte delle lettere<br />

ricevute non erano regolarmente sottoscritte:<br />

la stessa volontà di fare chiarezza<br />

è stata espressa dal Capo del dipartimento,<br />

che ha ricevuto la presidente dell’ordine<br />

nazionale degli assistenti sociali, dr.ssa<br />

Cava.<br />

Analizzando gli effetti generali delle misure<br />

alternative, possiamo notare come il<br />

al direttore dell’ufficio di esecuzione<br />

penale esterna che coadiuvato, a tal fine,<br />

da un funzionario del Corpo.<br />

Articolo 7<br />

(ambiti di sperimentazione)<br />

1. Le attività previste dall’articolo 1,<br />

sono svolte sperimentalmente negli uffici<br />

di esecuzione penale esterna ricadenti<br />

nei Provveditorati di............<br />

2. Le attività di verifica, nell’ambito dei<br />

Provveditorati indicati al comma 1, sono<br />

svolte nel solo territorio di competenze<br />

del singolo ufficio esecuzione penale<br />

esterna.<br />

3. Ai fini indicati al comma 2, il dipartimento<br />

dell’amministrazione penitenziaria<br />

sulla base delle intese intercorse in<br />

ricorso alle pene non detentive sia positivo,<br />

ma nello stesso tempo debba assicurare la<br />

fiducia delle popolazione nella propria<br />

sicurezza.<br />

Scendendo nel dettaglio, dobbiamo notare<br />

come dal 1998 al 2005 i detenuti domiciliari<br />

sono cresciuti in maniera esponenziale<br />

(da 3932 a 9170) ed il loro controllo,<br />

operato dalle forze di polizia territoriale, è<br />

divenuto progressivamente più difficoltoso,<br />

sia per il numero sia per la varietà dei soggetti<br />

ammessi. Un’ulteriore crescita conseguirà<br />

all’approvazione da parte del<br />

Parlamento dei disegni di legge d’iniziativa<br />

del Ministro relativi alla messa alla prova<br />

nel processo penale degli adulti e più avanti<br />

del disegno di riforma del codice penale.<br />

In quest’ottica, il ricorso al supporto della<br />

polizia penitenziaria è stato offerto dal<br />

<strong>Sappe</strong>informa<br />

<strong>Sappe</strong>informa<br />

sede di ufficio per il coordinamento e la<br />

pianificazione delle forze di polizia, del<br />

Ministero dell’Interno, comunica alle<br />

Prefetture ed alle Questure delle provincie<br />

interessate, i tempi ed i modi con i<br />

quali avrà corso la sperimentazione.<br />

4. La sperimentazione decorre dal mese<br />

successivo all’assegnazione del personale<br />

ai nuclei sperimentali di verifica e si<br />

compie entro il sesto mese successivo.<br />

5. All’esito della sperimentazione, il capo<br />

del dipartimento elabora una relazione<br />

generale e formula al Ministro le conseguenti<br />

proposte.<br />

6. All’applicazione delle disposizioni<br />

contenute nel presente decreto si provvede<br />

entro le esistenti autorizzazioni di<br />

spesa. k.<br />

<strong>•</strong><br />

Ministro della giustizia nell’interesse di<br />

tutta la comunità, valorizzando esistenti<br />

previsioni di legge.<br />

Anche l’ammissione, la presa in carico,<br />

l’aiuto al superamento delle difficoltà nonché<br />

la valutazione del percorso degli affidati<br />

in prova restano attribuiti al servizio<br />

sociale: la sperimentazione prevede l’affiancamento,<br />

e non la sostituzione, degli<br />

agenti alle attività degli assistenti sociali. Il<br />

possibile intervento della polizia penitenziaria<br />

va comunque ad incidere su ambiti<br />

estranei all’attività dell’assistente sociale.<br />

Si spera che queste precisazioni siano di<br />

ausilio ad un pacato ragionare sul servizio<br />

che l’amministrazione deve rendere,<br />

I Signori Direttori vorranno cortesemente<br />

partecipare questa comunicazione a tutti<br />

gli operatori assegnati agli Uffici.<br />

Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007 15


dalle Segreterie<br />

Nelle foto,<br />

a fianco:<br />

i Dirigenti<br />

<strong>Sappe</strong> della<br />

Campania<br />

16<br />

sopra:<br />

Vitale,<br />

Capece,<br />

Caserta e<br />

Fattorello<br />

Nella foto<br />

sotto<br />

da sinistra:<br />

Iolanda Tortù’,<br />

Giuseppe<br />

Falzarano,<br />

Sottosegretario<br />

Daniela<br />

Melchiorre<br />

e Giovanni<br />

Gatto<br />

Campania: il Consiglio Regionale <strong>Sappe</strong><br />

Il 23 aprile 2007, si è svolto presso la<br />

Scuola di Formazione di Aversa il<br />

Consiglio Regionale <strong>Sappe</strong> della<br />

Campania. Sono intervenuti all’importante<br />

appuntamento il Segretario<br />

Generale <strong>Sappe</strong> dott. Donato Capece, il<br />

Presidente Comm. Nicola Caserta e il<br />

Segretario Generale Aggiunto Umberto<br />

Vitale. Importanti gli argomenti trattati<br />

dai rappresentanti campani guidati dal<br />

Segretario Regionale Emilio Fattorello.<br />

Milano: incontro<br />

adolescenza<br />

inquieta<br />

Il 9 maggio 2007, presso il Palazzo<br />

Pirelli della Regione Lombardia, una<br />

delegazione del S.A.P.Pe della<br />

Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007<br />

Segreteria Provinciale per i Minori di<br />

Milano, ha presenziato al Congresso<br />

Adolescenza inquieta, esperienze<br />

stupefacenti e comportamenti<br />

delinquenziali nella minore età.<br />

Di sostanziale rilievo è stata la partecipazione<br />

del S.A.P.Pe, in rappresentanza<br />

del Corpo della Polizia<br />

Penitenziaria, alla presenza del<br />

Sottosegretario alla Giustizia Daniela<br />

Melchiorre, del Direttore Generale<br />

per l’Attuazione dei Provvedimenti<br />

Giudiziari del Dipartimento Giustizia<br />

Minorile Serenella Pesarin, del<br />

Sottosegretario ai Diritti del Cittadino<br />

e Pari Opportunità della Regione<br />

Lombardia Antonella Maiolo e di varie<br />

autorità di Milano dell’Area Penale e<br />

Carceri dell’ASL e della Giustizia<br />

Minorile, quali il Direttore del Centro<br />

Giustizia Minorile Flavia Croce e il<br />

Direttore dell’Istituto Penale per i<br />

Minori Cesare Beccaria Daniela<br />

Giustiniani.<br />

Tante sono state le tematiche affrontate,<br />

dal profilo socio-sanitario dei<br />

Minori con problematiche di uso e<br />

abuso di sostanze stupefacenti, al<br />

senso normativo adolescenziale<br />

dinanzi ad alcuni comportamenti tossicomani,<br />

allo studio in tema di reazione<br />

sociale alla devianza, ai problemi<br />

psicologici degli adolescenti che<br />

commettono reati, agli interventi dell’area<br />

minori servizio area penale e<br />

carceri dell’ASL città di Milano.


Lionello<br />

Pascone<br />

Coordinatore Nazionale<br />

ANPPe<br />

Associazione<br />

Nazionale<br />

Polizia<br />

Penitenziaria<br />

Il calderone degli<br />

Enti Previdenziali<br />

D<br />

a un po’ di mesi si parla di fondere i vari enti previdenziali<br />

italiani. Presto, speriamo non si parlerà<br />

più di Inps, Inail, Enpals ecc.<br />

Il progetto è sulla scrivania del Governo e il Presidente del<br />

Consiglio Prodi, dopo la crisi delle scorse settimane, risoltasi<br />

con un ennesimo voto di fiducia, ha deciso di trasformarlo<br />

in uno dei dodici punti chiave su cui vincolare la<br />

maggioranza.<br />

Ma di cosa si tratta in particolare?<br />

Il punto otto del memorandum parla chiaro: “Riordino del<br />

sistema previdenziale con grande attenzione alle compatibilità<br />

finanziarie e privilegiando<br />

le pensioni basse e i<br />

giovani. Con l’impegno a reperire<br />

una quota delle risorse necessarie<br />

attraverso una razionalizzazione<br />

della spesa<br />

che passa anche attraverso l’unificazione<br />

degli enti previdenziali”.<br />

Ma qual è il vero obiettivo?<br />

Quello di voltare pagina rispetto<br />

all’attuale assetto previdenziale,<br />

un vero e proprio carrozzone<br />

basato su più enti con centinaia<br />

di migliaia di dipendenti e arrivare<br />

finalmente a un unico<br />

Istituto capace di funzionare con non più di 35mila addetti.<br />

Per prima cosa, secondo le previsioni si tratta di commissariare<br />

i vari enti per unificare poi, nell’arco di sei mesi, l’erogazione<br />

di tutte le prestazioni. In questo modo decadrebbero<br />

i vari consigli di amministrazione, i consigli di<br />

indirizzo e sorveglianza e i collegi sindacali, insomma<br />

tutto quello che caratterizza un ente pubblico. Nello stesso<br />

tempo si muoverebbe la ricognizione e la ristrutturazione<br />

vera e propria degli assetti patrimoniali rimasti fuori dalle<br />

varie operazioni.<br />

L’unico nodo da sciogliere è se sia giusto fondere anche<br />

l’Inail, l’istituto nazionale degli infortuni.<br />

Quali sono i vantaggi di quest’operazione?<br />

Le risorse liberate grazie al taglio dei costi per l’informatica,<br />

le spese di gestione, quelle del personale e degli<br />

organi collegiali sfiorerebbero i due miliardi annui. Una<br />

bella cifra! Quanto basta per procedere alla riliquidazione<br />

di 1,5 milioni di pensioni di anzianità, i cui titolari, è cosa<br />

le Fiamme le Fiamme Azzurre<br />

risaputa, devono vivere con 400 euro al mese, a volte anche<br />

poco meno.<br />

Gli scenari sono certamente più confortanti e almeno due<br />

punti dovrebbero generare un po’ di ottimismo: una rivalutazione<br />

a circa 640 euro mensili per le donne con 22 anni<br />

di versamenti e 60 anni di età e a 814 euro per gli uomini<br />

con 28 anni di contributi e 65 anni di età: il costo annuo<br />

dell’operazione è di due miliardi di euro. Come volevasi<br />

dimostrare.<br />

Il piano prevede poi di utilizzare le risorse rese disponibili<br />

dalla trasformazione del modello a capitalizzazione in quello<br />

a ripartizione dell’Inail (altri<br />

due miliardi annui di trasferimento<br />

al ministero del Tesoro)<br />

per un nuovo intervento sul<br />

cuneo contributivo che, secondo<br />

i primi calcoli, potrebbe essere<br />

di almeno un punto percentuale.<br />

Nella bozza che verrà presentata<br />

si afferma a chiare lettere che,<br />

anche in caso di ripristino del<br />

sistema di uscite di anzianità graduale<br />

fissato dalla nota legge<br />

“Dini” (da 57 a 60 anni di età<br />

con 35 anni di contributi), sarà<br />

necessaria la revisione dei coefficienti<br />

di trasformazione.<br />

Tutti, nella maggioranza sono d’accordo nell’esentare i lavoratori<br />

impegnati in attività usuranti da nuove restrizioni ;<br />

previdenziali. Alla quasi certa possibilità per metalmeccanici,<br />

minatori e altri di usufruire dell’uscita di anzianità a 57<br />

anni, si dovrebbe aggiungere, sulla base della bozza allo studio,<br />

un’ulteriore agevolazione: il pensionamento per anzianità<br />

a 63 e non a 65 anni.<br />

Si accennava prima alla difficoltà di fondere anche l’Inail;<br />

Secondo l’ex ministro del Welfare, Maroni, quest’ente deve<br />

restare fuori perché come sottolinea lui stesso “l’assistenza<br />

e soprattutto la prevenzione garantite dall’attuale assetto<br />

normativo non possono essere né trasferiti all’Inps né sostituiti<br />

con altre forme privatistiche”.<br />

Altra difficoltà, per restare sempre in argomento è ammorbidire<br />

lo “scalone” voluto dallo stesso Maroni e, al tempo<br />

stesso favorire l’innalzamento dell’età pensionabile.<br />

Almeno sulla carta appare come un’impresa quasi impossi-<br />

Editoriale<br />

Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007 17


le Fiamme Azzurre Azzurre<br />

Editoriale<br />

18<br />

bile per l’attuale Governo. Per mesi la<br />

maggioranza si è divisa sull’impostazione<br />

della riforma previdenziale,<br />

con la sinistra radicale che<br />

frenava (no a interventi strutturali, a<br />

disincentivi e all’innalzamento dell’età)<br />

e l’ala riformista che tentava invece<br />

di accelerare (sì al nuovo riassetto).<br />

Allo stato attuale, l’ipotesi più probabile<br />

è il ricorso a incentivi per favorire il<br />

rinvio dei pensionamenti dopo il<br />

sessantesimo anno di età e il contestuale<br />

innalzamento progressivo della<br />

soglia per l’uscita di vecchiaia delle<br />

donne da 60 a 62 anni. Anche se quest’ultima<br />

soluzione non piace affatto<br />

all’ala sinistra della maggioranza.<br />

Il ritocco verso l’alto dell’età pensionabile<br />

delle donne consentirebbe di<br />

recuperare risorse necessarie per<br />

ammorbidire il famoso “scalone”.<br />

L’età minima di pensionamento dovrebbe<br />

scendere a 58 anni più 35 di<br />

contributi (due anni in meno rispetto<br />

alla legge Maroni Tremonti e uno in<br />

più del limite di 57 anni della “Dini”).<br />

Per rendere più strutturale l’intervento<br />

sarebbero eliminati gli ultimi<br />

privilegi previdenziali (dai parlamentari<br />

ai dipendenti della Banca<br />

d’Italia) e verrebbe completato il processo<br />

di armonizzazione degli ex<br />

fondi speciali Inps. <strong>•</strong><br />

Sulla GU n. 83 del 10 aprile 2007 è stato pubblicato il<br />

decreto del 7 marzo 2007, n. 45 del Ministro dell’Economia<br />

e delle Finanze, recante il regolamento di attuazione dell’articolo<br />

unico, comma 347 della legge 23 dicembre 2005, n.<br />

266, in materia di accesso alle prestazioni creditizie agevolate<br />

erogate dall’INPDAP.<br />

In particolare sono destinatari del suddetto decreto i pensionati<br />

ex dipendenti pubblici che fruiscono di trattamento<br />

a carico delle gestioni pensionistiche dell’INPDAP ed i<br />

dipendenti o pensionati di enti e amministrazioni pubbliche<br />

di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30<br />

marzo 2001, n. 165, iscritti ai fini pensionistici presso enti<br />

o gestioni previdenziali diverse dall’INPDAP.<br />

Tali soggetti sono iscritti di diritto alla gestione unitaria<br />

Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007<br />

Cause di servizio: Prevale il parere del Comitato<br />

Nell’accertamento della dipendenza da<br />

causa di servizio dell’infermità del<br />

lavoratore, il parere del Comitato per<br />

le Pensioni Privilegiate Ordinarie<br />

(C.P.P.O.), che costituisce una valutazione<br />

superiore di sintesi dei giudizi<br />

espressi da altri organi precedentemente<br />

intervenuti, quali la<br />

Commissione Medica Ospedaliera<br />

(C.M.O.), si impone all’amministrazione,<br />

la quale nell’esprimere le proprie<br />

valutazioni, deve solo verificare se<br />

detto organo ha tenuto conto delle<br />

considerazioni svolte da altri organi e,<br />

in caso di disaccordo, se le ha confutate.<br />

Questo è quanto ha affermato il<br />

Consiglio di Stato, sezione VI nella sentenza<br />

18 aprile 2007, aderendo ad un<br />

indirizzo ormai consolidato in materia<br />

(C.d.S. sez. IV, 14 dicembre 2004, nn.<br />

8066 e 8054, 26 novembre 2004, n.<br />

7705 e 22 ottobre 2004, n. 6953; sez.<br />

VI, 23 gennaio 2006, n. 179 e 11<br />

novembre 2004, 7292).<br />

La vicenda ha visto implicato un dipendente<br />

del Ministero dell’interno, che<br />

vistosi negare la concessione dell’equo<br />

indennizzo relativamente ad una parte<br />

dell’infermità subita, in quanto il<br />

C.P.P.O., pur in presenza di un parere<br />

favorevole del C.M.O., ha negato la<br />

dipendenza da fatti di servizio per tale<br />

infermità, ha proposto ricorso al TAR,<br />

e uscitone soccombente, ha proposto<br />

appello al Consiglio di Stato. Il<br />

Collegio ha affermato che in base<br />

all’ordinamento vigente, con riguardo<br />

all’accertamento della dipendenza da<br />

causa di servizio, i pareri riportati da<br />

organi consultivi diversi e dotati di<br />

identica competenza, resi all’amministrazione<br />

decidente, non sono pari<br />

ordinati in quanto vige in capo al<br />

C.P.P.O., il compito di esprimere un<br />

giudizio superiore conclusivo, anche<br />

sulla base di quello reso dalla C.M.O).<br />

Pertanto, continua l’Alto Consesso,<br />

l’amministrazione deve solo verificare<br />

se le valutazioni espresso dal C.P.P.O.<br />

hanno tenuto conto dei pareri degli<br />

altri organi e se questi, in caso di disaccordo,<br />

li abbia motivatamente confutati,<br />

esprimendosi solo se risulta che<br />

taluni elementi non sono stati vagliati<br />

dal Comitato, il cui parere è obbligatorio<br />

ma non vincolante. Nella fattispecie<br />

in esame, pertanto, per il Consiglio<br />

di Stato, il provvedimento di diniego di<br />

concessione dell’equo indennizzo<br />

adottato dall’Amministrazione che si è<br />

conformata al parere negativo reso<br />

dal C.P.P.O., pur in presenza di un<br />

parere favorevole fornito dal C.M.O.,<br />

confutato dal Comitato con adeguate e<br />

circostanziate motivazioni, deve ritenersi<br />

del tutto legittimo.<br />

Accesso alle prestazioni creditizie Inpdap<br />

Pubblicato il Regolamento<br />

delle prestazioni creditizie e sociali e devono versare i contributi<br />

dal mese successivo alla scadenza di sei mesi dalla<br />

data di entrata in vigore del regolamento. E’ comunque<br />

possibile recedere dall’iscrizione entro sei mesi dal pagamento<br />

della prima mensilità di retribuzione o pensione<br />

sulla quale è stata applicata la ritenuta.<br />

I contributi che devono essere versati sono pari a:<br />

- 0,35% della retribuzione contributiva, per i dipendenti in<br />

servizio;<br />

- 0,15% dell’ammontare lordo della pensione, per i pensionati.<br />

I contributi sono prelevati mediante ritenuta mensile sugli<br />

emolumenti corrisposti all’iscritto e decorre dalla data di<br />

iscrizione.<br />

<strong>•</strong><br />

<strong>•</strong>


L’ANPPe protesta: scrive a Prodi e Mastella<br />

L’Associazione scrive al Presidente<br />

Prodi e al Ministro Mastella. Sulla<br />

questione del Trattamento pensionistico<br />

ordinario e privilegiato e sulle<br />

Pratiche sanitarie.<br />

Questa O.S., la più rappresentativa, a<br />

livello nazionale, del Corpo di polizia<br />

penitenziaria, con oltre 12.000 iscritti,<br />

ha più volte rappresentato<br />

all’Amministrazione di appartenenza<br />

le gravissime conseguenze che si<br />

determinano per il personale del<br />

Corpo in quiescenza, soprattutto sotto<br />

il profilo finanziario, a causa di ingenti<br />

ritardi nella trattazione di documentazione<br />

attinente alla definizione del<br />

trattamento pensionistico, alla concessione<br />

dell’indennità di pensione<br />

privilegiata ordinaria, alla liquidazio-<br />

L’Anppe scrive alla rivista “Le Due Città”<br />

In riferimento all’articolo pubblicato sul n. 3 – anno<br />

VIII – della Rivista, “Le Due Città” alla pag. 70.<br />

Questa Segreteria Nazionale non può non rimanere<br />

piuttosto amareggiata in merito all’articolo pubblicato<br />

sul n. 3 della Rivista “Le Due Città”, relativa al<br />

mese di marzo 2007, in cui l’ispettore superiore i.c.<br />

Nicolò Corso afferma, testualmente, che «… alcune<br />

Direzioni non consentono di accedere all’interno<br />

dell’Istituto neppure per recarsi allo spaccio per<br />

poter consumare un caffè…” e, in altro passo,<br />

che “… allo stato il Corpo di polizia penitenziaria<br />

non ha una Associazione come altri Corpi di<br />

polizia .».<br />

Il disappunto, invero, nasce dalla considerazione<br />

che l’autore della lettera non conosce l’esistenza<br />

dell’ANPPe, costituita sin dall’anno 1998 e, peraltro,<br />

piuttosto consistente in Sicilia, che è fiera di essere<br />

l’unica a rappresentare, a livello nazionale, il personale<br />

del Corpo di polizia penitenziaria in congedo.<br />

Eppure l’Associazione, da anni, partecipa formal-<br />

ne dell’equo indennizzo, al riconoscimento<br />

di infermità dipendenti da<br />

causa di servizio.<br />

E ciò in quanto il personale addetto<br />

agli specifici settori è significativamente<br />

esiguo, per non dire assolutamente<br />

insufficiente, nonostante una<br />

reiterata sensibilizzazione dei Vertici<br />

dipartimentali che non ha, però, ricevuto<br />

un riscontro appropriato.<br />

Basti pensare che occorrono più di<br />

cinque anni per la liquidazione di<br />

emolumenti pensionistici a carattere<br />

definitivo e che l’istruttoria, che si<br />

conclude con il parere del Comitato<br />

di Verifica per le Cause di servizio,<br />

richiede attese di due/tre anni, con il<br />

pericolo, purtroppo reale, che gli<br />

interessati, per ragioni di età e di<br />

salute, non vengono mai neppure a<br />

Giugno 2007 2007<br />

conoscenza di quanto dovrebbero, o<br />

avrebbero dovuto, percepire al termine<br />

della attività lavorativa.<br />

Poiché le proporzioni e le dimensioni,<br />

già particolarmente critiche, dell’intera<br />

situazione vanno assumendo connotati<br />

sempre più allarmanti, tanto da<br />

identificare un’emergenza ormai<br />

quasi incontrastabile, si invitano le<br />

SS.LL. a voler intervenire con autorevolezza<br />

e senso di responsabilità: in<br />

proposito, la Sigla scrivente è pronta<br />

ad indire una manifestazione di protesta,<br />

unitamente agli aderenti<br />

all’Associazione Nazionale Polizia<br />

Penitenziaria e ad interi nuclei familiari,<br />

fortemente penalizzati, peraltro,<br />

da intendimenti politici e da misure<br />

fiscali eccessivamente pesanti davanti<br />

a più sedi governative.<br />

mente con il Labaro e con una nutrita e significativa<br />

rappresentanza alle cerimonie solenni celebrative<br />

della Festa del Corpo ed è una realtà autentica, presente<br />

in più sedi con proprie Sezioni, tanto da annoverare<br />

circa 3.000 iscritti. Stupisce, però, ancor più<br />

il fatto che la Direzione della Rivista non abbia voluto<br />

(o potuto?) commentare la lettera del collega<br />

Corso, puntualizzando sulla esistenza dell’ANPPe ben<br />

nota al D.A.P. soprattutto per la qualificata rappresentanza<br />

sempre presente all’annuale del Corpo.<br />

A tale riguardo, si riterrebbe doveroso che codesta<br />

Rivista dedicasse adeguata attenzione<br />

all’Associazione dei <strong>Pensionati</strong> del Corpo fosse soltanto<br />

per rispetto alle decine di migliaia di uomini e<br />

donne del Corpo in congedo.<br />

Si resta a disposizione della S.V. per ogni eventuale<br />

approfondimento finalizzato a parlare<br />

dell’Associazione.<br />

Il Coordinatore Nazionale<br />

(Dott. Lionello PASCONE)<br />

<strong>•</strong><br />

Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007 19


le Fiamme Azzurre Azzurre<br />

20<br />

Venezia: l’ANPPe<br />

alla cerimonia<br />

del 25 aprile<br />

Venezia ha celebrato il 62° anniversario della<br />

Liberazione con una serie di iniziative, organizzate dal<br />

Comitato Coordinamento Associazioni Combattentistiche<br />

e d’Arma. Alle ore 9.30 del 25 aprile 2007 nella splendida<br />

cornice di Piazza S.Marco con gli onori resi da un<br />

picchetto militare interforze c’è stato l’alzabandiera, alla<br />

presenza del vicesindaco Michele Vinello.<br />

Dopo gli onori militari è iniziato il percorso della<br />

memoria, con conclusione in Campo del Ghetto.<br />

Una manifestazione questa per rinsaldare i ricordi dei<br />

protagonisti della Resistenza e della società contemporanea.<br />

Alla ricorrenza ha partecipato il Segretario<br />

Provinciale ANPPE Vitantonio Petrelli con l’alfiere<br />

Stefano Rubini che ha guidato la delegazione delle<br />

Fiamme Azzurre con il labaro dell’istituto.<br />

Alessandria: Realizzato<br />

il Crest dell’Associazione<br />

La Segreteria ANPPe di Alessandria nell’ambito delle numerose<br />

iniziative che svolge a livello provinciale ha realizzato un Crest<br />

dell’Associazione con fondo blu posato su base di legno massello.<br />

Chi fosse interessato all’acquisto (20 euro) può contattare il<br />

Segretario Provinciale Isp.C. Antonio Aloia al numero telefonico<br />

338.5843001.<br />

Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007<br />

Venezia: Premio<br />

Amico Forze<br />

dell’Ordine 2007<br />

Le Segreterie Provinciale e Locale<br />

dell’Associa-zione Nazionale Polizia<br />

Penitenziaria di Venezia hanno organizzato il 6<br />

maggio scorso, la rituale manifestazione del<br />

premio Amico Forze dell’Ordine, ospitata<br />

nel contesto della cerimonia Le Forze<br />

dell’Ordine tra la gente.<br />

Essere con la gente, vivere con le persone,<br />

offrire quanto possibile per ciò che è vero e<br />

giusto, mantenere il legame con il mondo<br />

reale, queste sono le linee guida che hanno<br />

ispirato nell’ormai lontano 1999, la creazione<br />

del premio Amico Forze dell’Ordine.<br />

Il premio relativo l’anno 2007 è stato assegnato<br />

al Commendatore Bruno Fusato Signorotti,<br />

noto imprenditore del vetro di Murano, al<br />

Presidente dell’associazione Terra e Vita di<br />

Barletta, Di Corato Bartolomeo, infine al<br />

Professor Livio Belmonte e all’imprenditore<br />

mirese Vittorino Biasucci.<br />

Tutti accomunati da un senso di solidarietà, nell’anonimato,<br />

non fanno sentire soli gli operatori di Polizia nella difesa dello<br />

Stato e delle Istituzioni, realizzando con il loro quotidiano<br />

impegno, le premesse per la prevenzione e la tutela del vivere<br />

civile.<br />

Alla premiazione, avvenuta alla presenza di numerose persone,<br />

attratte anche dall’ampio schieramento di mezzi delle forze<br />

dell’ordine (Polizia Penitenziaria, Carabinieri, Polizia di Stato,<br />

Guardia di Finanza, Polizia Locale Mira, Polizia Provinciale )<br />

era presente Enzo Vanzan, papà di Matteo il lagunare caduto in<br />

Iraq, e l’Assessore alla Provincia di Venezia Luigi Solimini.<br />

Filomeno Porcelluzzi


75° Concorso Ippico<br />

Internazionale di Roma<br />

Il Reparto a cavallo del Corpo di Polizia Penitenziaria è stato<br />

presente al 75° Concorso Ippico Internazionale di Roma<br />

Piazza di Siena, svoltosi nel mese di maggio 2007.<br />

Il Personale della Polizia Penitenziaria è stato rappresentato da<br />

una pattuglia del Reparto a Cavallo e uno stand dedicato alle attività<br />

e alle specializzazioni della Polizia Penitenziaria.<br />

dalle Segreterie<br />

dalle Segreterie<br />

Festa Nazionale della<br />

Repubblica<br />

In occasione della celebrazione del 61° anniversario della fondazione<br />

della Repubblica, il 2 giugno 2007 si è svolta a Roma, in via dei Fori<br />

Imperiali, la tradizionale sfilata militare alla presenza del Capo dello<br />

Stato, dei rappresentanti del Parlamento e del Governo, del Corpo<br />

Diplomatico e delle massime Autorità civili, religiose e militari.<br />

Presente come di consueto la Polizia Penitenziaria con un reparto di<br />

rappresentanza e con il personale addetto alle specializzazioni.<br />

Torino: soccorso cinofilo<br />

Il collega Guglielmi Antonio, in servizio presso la Casa<br />

Circondariale di Torino, è responsabile di unità cinofila da soccorso<br />

di Trino Vercellese; ultimamente, ha partecipato ad un<br />

progetto indetto dall’Istituto Commerciale Leardi (scuola di<br />

Casale in provincia di Alessandria), allo scopo di informare gli<br />

alunni sulle attività di prevenzione e di informazione della protezione<br />

civile.<br />

Il 25 maggio 2007, il poliziotto penitenziario ha partecipato con<br />

la sezione cinofili di Trino, a tutte le attività di prevenzione nel<br />

Giro d’Italia di ciclismo.<br />

Complimenti per l’importante attività anche dalla Redazione<br />

della Rivista.<br />

Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007<br />

21


dalle Segreterie<br />

22<br />

Nelle foto:<br />

alcune fasi<br />

del Torneo<br />

Simpatia<br />

Regina Coeli:<br />

Torneo di Calcio a 5<br />

N<br />

el mese di maggio 2007, grazie all’impegno e alla determinazione<br />

dei delegati del S.A.P.Pe., che hanno avuto l’intento e la voglia di<br />

coinvolgere tutto il personale dell’Istituto, si è svolto a Roma<br />

Regina Coeli il primo torneo di calcio a 5 Simpatia.<br />

La manifestazione calcistica è stata possibile anche per la disponibilità<br />

della direzione, che ha permesso l’utilizzazione della struttura recentemente<br />

realizzata, senza dimenticare la collaborazione del Cappellano<br />

dell’Istituto e di Suor Paola.<br />

Il calcio d’inizio alla partita inaugurale è<br />

stato dato dal giocatore della S.S. Lazio<br />

Fabio Firmani . Dopo le varie perplessità<br />

mostrate un po’ da tutto il personale<br />

riguardo alle difficoltà che si sarebbero<br />

riscontrate nel giocare su un campo d’asfalto,<br />

si sono affrontate le prime due<br />

squadre del primo girone. La “Suor Paola<br />

1”, formata da una rappresentativa della<br />

parrocchia dell’omonima suora, e i<br />

“Warriors” capitanati dal CT Franchino.<br />

La partita, all’inizio molto equilibrata, ha permesso alle squadre di studiarsi<br />

per provare varie soluzioni tattiche, (si ricorda che i vari schieramenti<br />

della Polizia Penitenziaria partecipanti al torneo sono stati formati<br />

appositamente per questa competizione).<br />

La squadra di suor Paola è andata in vantaggio per prima; i Warriors<br />

hanno tentato varie strategie di gioco, supportati anche dal tifo molto animato,<br />

ma non sono mai riusciti a rimontare lo svantaggio. La partita si è<br />

conclusa con il risultato di 7-4 a favore della squadra capitanata da suor<br />

Paola. La seconda partita della giornata è stata giocata dalla rappresentativa<br />

della Direzione contro la Special Off. Anche questo match è stato<br />

molto combattuto con un netto equilibrio nel primo tempo.<br />

Nella ripresa la Special Off prendeva il sopravvento grazie ad un assetto<br />

differente e, soprattutto, grazie ad una migliore condizione atletica. La<br />

partita si è conclusa con il risultato di 8-3 a favore della Special Off. Tutte<br />

le gare sono state seguite con entusiasmo da parte di tutto il personale.<br />

Quest’interesse ha premiato l’impegno degli organizzatori del torneo.<br />

Raffaele Preziosi<br />

Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007<br />

a cura di Luigi Tramontano<br />

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Costituzione della Repubblica Italiana<br />

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(es. Adozione, Fallimento, Codice<br />

della proprietà industriale, Processo<br />

societario, Usucapione, ecc.); chiudono<br />

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potrà estrapolarli al fine<br />

di portare con sé il volume in sede di<br />

esame. L’opera è aggiornata al D.Lgs.<br />

303/2006 e alla L. 15/2007 di riforma<br />

della disciplina creditizia e finanziaria,<br />

alla L. 9/2007 in materia di locazioni<br />

e disagio abitativo e al D.L.<br />

10/2007 di adeguamento alle disposizioni<br />

comunitarie in materia societaria<br />

e fiscale e al D.Lgs. 32/2007 in<br />

materia di conti annuali e consolidati<br />

di taluni tipi di società.


a cura di Luigi Tramontano<br />

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Notificazioni, Processo societario,<br />

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sede di esame.<br />

L’opera è aggiornata alla L. 13/2007<br />

di rettifica del Codice del consumo,<br />

alla L. 9/2007 in materia di locazioni<br />

e disagio abitativo, alla L. 17/2007 di<br />

proroga delle disposizioni in materia<br />

di privacy.<br />

a cura di Luigi Tramontano<br />

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Italiana e le fondamentali Leggi complementari<br />

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Collaboratori di giustizia, Eurojust,<br />

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penale a carico di imputati minorenni,<br />

Trattamento dei dati personali, ecc.);<br />

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D.L. 8/2007 in materia di contrasto<br />

alla violenza in occasione di competizioni<br />

sportive ed alla sentenza Corte<br />

cost. 26/2007 che ha dichiarato l’incostituzionalità<br />

dell’art. 10, L. 46/2006<br />

(c.d. legge Pecorella).<br />

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Costituzione della Repubblica Italiana<br />

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Sicurezza ed ordine pubblico, ecc.);<br />

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8/2007 in materia di contrasto alla<br />

violenza in occasione di<br />

competizioni sportive e alla L.11/2007<br />

in materia di tortura.<br />

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Penale<br />

Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007 23


Cinema dietro dietro le sbarrele<br />

sbarre<br />

I<br />

Nelle foto:<br />

sopra, la<br />

locandina<br />

del film<br />

e, sotto,<br />

immagini<br />

tratte dal<br />

film<br />

24<br />

L’aria salata<br />

n questo film italiano (che apre una parentesi nella rassegna<br />

straniera di Cinema dietro le sbarre) Alessandro Angelini al<br />

suo esordio cerca di raccontare il dramma e la sofferenza di<br />

chi sta in carcere, con l’occhio di un regista che ha operato<br />

come volontario tra i detenuti.<br />

In pratica si tratta di un lungometraggio che cerca di raccontare,<br />

attraverso una storia di fantasia, come si vive nelle celle<br />

del carcere romano di Rebibbia, i problemi dei parenti dei<br />

detenuti e quelli che incontrano gli ex carcerati una volta usciti<br />

di prigione. Il titolo del film nasce dall’accostamento della<br />

parola “aria”, che si riferisce chiaramente all’ora d’aria e<br />

all’aggettivo “salata” che fa altrettanto riferimento alla salsedine<br />

marina e al suo potere corrosivo.<br />

La storia: Fabio, un educatore penitenziario di Rebibbia, ritrova<br />

per caso all’interno del carcere suo padre, Luigi Sparti, che<br />

è stato condannato per omicidio e finge di essere epilettico per<br />

ottenere la semilibertà. Fabio e Luigi non si sono più visti da<br />

quando l’uomo ha abbandonato il figlio, che all’epoca aveva<br />

solo 6 anni, ed è completamente ignaro del profondo legame<br />

che li unisce. Il giovane decide di aiutare il padre, ma quando<br />

scopre che spaccia droga all’interno dell’istituto penale si<br />

scontra con lui e gli rivela la sua identità.<br />

Padre e figlio iniziano un confronto che li porterà a confidarsi<br />

le reciproche sofferenze vissute negli anni di lontananza.<br />

Il film non è stato girato nel vero carcere di Rebibbia perchè<br />

non ha ottenuto le necessarie autorizzazioni.<br />

La location è stata creata nel carcere dismesso di Pescia in<br />

provincia di Pistoia. Questo film, nelle sale italiane dal 5 gennaio<br />

2007, è costato soltanto700mila euro.<br />

Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007<br />

La scheda del film<br />

Regia: Alessandro Angelini<br />

Sceneggiatura:Alessandro Angelini, Angelo Carbone<br />

Fotografia: Arnaldo Catinari<br />

Musiche: Luca Tozzi<br />

Montaggio: Massimo Fiocchi<br />

Scenografia: Alessandro Marrazzo<br />

Costumi: Daniela Ciancio<br />

Effetti: Pablo Mariano, Picabea, Paolo Verrucci,<br />

Christian Gazzi<br />

Produzione: DONATELLA BOTTI PER RAI CINEMA,<br />

BIANCA FILM<br />

Distribuzione: 01 DISTRIBUTION<br />

Personaggi e interpreti:<br />

Fabio: Giorgio Pasotti<br />

Luigi Sparti: Giorgio Colangeli<br />

Cristina: Michela Cescon<br />

Emma: Katy Louise Saunders (Katy Saunders)<br />

Lodi: Sergio Solli<br />

Genere: Drammatico<br />

Durata: 87 minuti, colore, Italia, 2006<br />

Note : Premio FESTA DI ROMA - CAMERA DI COMMERCIO<br />

a GIORGIO COLANGELI come miglior interprete maschile<br />

alla 1ª edizione di ‘CINEMA. FESTA INTERNAZIONALE DI<br />

ROMA’ (2006).<br />

- Candidato ai Nastri d’Argnto 2007 per: miglior Regista<br />

esordiente, Produttore (DONATELLA BOTTI - BIANCA FILM,<br />

CON RAI CINEMA), miglior attore protagonista (GIORGIO<br />

PASOTTI, GIORGIO COLANGELI), attrice non protagonista<br />

(MICHELA CESCON) e Fotografia.


a cura di G. B. De Blasis<br />

Quattro minuti<br />

T<br />

raude Krüger è un ex pianista, allieva di un grande musicista,<br />

ormai giunta all’età di ottantanni, sessanta dei<br />

quali passati ad insegnare a suonare il pianoforte alle<br />

detenute del carcere femminile di Luckau, in Germania.<br />

E’ primavera quando un giorno finalmente arriva un nuovo pianoforte<br />

da concerto che lei e un’agente della Polizia<br />

Penitenziaria hanno comprato usando i propri risparmi.<br />

Tuttavia, una serie di avvenimenti sfortunati provocano disordini<br />

all’interno dell’istituto di pena tanto che il direttore del carcere<br />

minaccia Traude di revocare il suo incarico di insegnante<br />

anche perché sono rimaste pochissime allieve.<br />

Allo stesso tempo, però, tra le detenute Traude Krüger scopre<br />

il talento di Jenny von Loeben, una ragazza che ha ucciso brutalmente<br />

un uomo e che, prima dell’adolescenza era una giovanissima<br />

pianista di grandi speranze.<br />

Nonostante il temperamento aggressivo di Jenny, l’insegnante<br />

ottiene il permesso di istruirla per farla partecipare al concorso<br />

per giovani talenti Gioventù musicale, un’occasione per<br />

rivalutare l’immagine pubblica del carcere e, soprattutto, per<br />

migliorare la reputazione del direttore Meyerbeer.<br />

Dal rapporto tra le due donne scaturisce un confronto molto<br />

duro tra l’allieva e la maestra e non solo per il carattere ribelle<br />

della giovane ma anche perchè finiscono per emergere i fantasmi<br />

del passato di entrambe avvicinandole e respingendole<br />

allo stesso tempo. Il senso della storia trova la sua sintesi in<br />

una battuta della<br />

Krüger che dice alla<br />

sua allieva: «Penso<br />

che lei abbia talento<br />

e ha il dovere di coltivarlo.<br />

L’aiuterò a<br />

suonare meglio, non<br />

a farla diventare una<br />

persona migliore».<br />

La scheda del film<br />

Regia: Chris Kraus<br />

Titolo Originale: Vier Minuten.<br />

Altri titoli: 4 minuti, Nur für Mozart, Four Minutes<br />

Sceneggiatura: Chris Kraus<br />

Fotografia: Judith Kaufmann<br />

Musiche: Annette Focks<br />

Montaggio: Uta Schmidt<br />

Scenografia: Silke Buhr<br />

Costumi: Gioia Raspé<br />

Effetti: Markus ‘Maggi’ Selchow, Dirk Frischmuth,<br />

Roland Tropp, Optical Art<br />

Produzione: KORDES & KORDES FILM GMBH, SWR, BR,<br />

ARTE, JOURNAL FILM KLAUS VOLKENBORN KG<br />

Distribuzione: LADY FILM<br />

Personaggi e interpreti:<br />

Traude Krüger: Monica Bleibtreu<br />

Jenny von Loeben: Hannah Herzsprung<br />

Mütze: Sven Pippig<br />

Kowalski: Richy Müller<br />

Ayse: Jasmin Tabatabai<br />

Poliziotto Penitenziario: Stefan Kurt Meyerbeer<br />

Gerhard von Loeben: Vadim Glowna<br />

Nadine Hoffmann: Nadja Uhl<br />

Giornalista: Peter Davor Wahrig<br />

Traude da giovane: Edita Malovcic<br />

Hannah: Kathrin Kestler<br />

Clara Mütze: Amber Bongard<br />

Pater Vincens: Dietrich Hollinderbaumer<br />

Maggiore SS: Christian Koerner<br />

Mary: Marion Hübinger<br />

Dörte: Dagmar Leesch<br />

Genere: Drammatico<br />

Durata: 112 minuti, colore, Germania 2006<br />

Nelle foto:<br />

la locandina<br />

e, sotto,<br />

alcune<br />

immagini<br />

del film<br />

Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007 25


in Pillole<br />

26<br />

C<br />

in Pillole<br />

ARCERI: POLIZIA PENITENZIARIA<br />

NEGLI UEPE, IN ARRIVO DECRE-<br />

TO INTERMINISTERIALE<br />

(Adnkronos) Sarà un decreto interministeriale<br />

dei Ministri di Interno e<br />

Giustizia a disciplinare il progetto che<br />

prevede l’utilizzo della Polizia<br />

Penitenziaria all’interno degli Uffici di<br />

esecuzione penale esterna (Uepe). Il<br />

progetto partirà in forma sperimentale<br />

in Puglia, Lazio, Campania e Sicilia, in<br />

ragione delle attuali risorse umane e<br />

strutturali delle Regioni. Lo comunica<br />

la segreteria generale del Sindacato<br />

Autonomo Polizia Penitenziaria <strong>Sappe</strong>,<br />

che spiega le motivazioni fornite dal<br />

Dipartimento dell’Amministrazione<br />

Penitenziaria per il rinvio della riunione<br />

sull’argomento “Polizia Penitenziaria<br />

negli Uepe” programmata per<br />

oggi martedì 29 maggio.<br />

La Segreteria Generale del <strong>Sappe</strong><br />

auspica che “al più presto si arrivi<br />

alla stesura del decreto interministeriale,<br />

anche con l’importante<br />

contributo del Sindacato” e ribadisce<br />

con fermezza la propria posizione:<br />

“Se la pena evolve verso soluzioni<br />

diverse da quella detentiva anche la<br />

polizia penitenziaria dovrà spostare<br />

le sue competenze al di là delle mura<br />

del carcere. E’ infatti davvero pretestuosa<br />

e incomprensibile la posizione<br />

espressa dagli assistenti sociali e<br />

addirittura da un sindacato confederale<br />

della polizia penitenziaria<br />

contro la previsione di costituire<br />

nuclei territoriali di Polizia<br />

Penitenziaria presso gli Uepe”.<br />

CARCERI: SAPPE A MASTELLA,<br />

PROVVEDIMENTI CONTRO<br />

CHI CI DIFFAMA<br />

(ANSA) - Una chiara presa di posizione,<br />

auspicando provvedimenti anche<br />

disciplinari, nei confronti di chi, ‘’pur<br />

rappresentando un ruolo istituzionale,<br />

non perde occasione per<br />

infangare l’operato di migliaia di<br />

altri rappresentanti delle<br />

Istituzioni, con l’aggravante di gettare<br />

discredito e accuse attraverso<br />

l’utilizzo di riviste ufficiali<br />

Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007<br />

dell’Amministrazione’’. La chiede in<br />

una nota il Sindacato autonomo di<br />

Polizia penitenziaria (<strong>Sappe</strong>) al ministro<br />

della Giustizia, Clemente Mastella,<br />

al sottosegretario delegato alla trattazione<br />

degli affari di competenza della<br />

Giustizia minorile, Daniela<br />

Melchiorre, e al Capo del<br />

Dipartimento della Giustizia minorile,<br />

Carmela Cavallo.<br />

La richiesta del sindacato nasce a<br />

seguito della lettura dell’intervento di<br />

Giuseppe Centomani, pubblicato nella<br />

rivista “Minori Giustizia”, in cui si<br />

delinea con chiarezza e obiettività,<br />

dice il <strong>Sappe</strong>, “l’aspetto preponderante<br />

del lavoro della Polizia<br />

Penitenziaria all’interno degli<br />

Istituti per minorenni: l’uso della<br />

violenza sia nei confronti dei minori<br />

ristretti sia delle altre persone che<br />

vi operano all’interno”.<br />

Il sindacato ha incaricato i propri<br />

legali di querelare l’autore.<br />

CARCERI: DELEGAZIONE SAPPE<br />

LIGURIA INCONTRA<br />

SOTTOSEGRETARIO MANCONI<br />

(Adnkronos) - Una delegazione ligure<br />

del sindacato autonomo di polizia<br />

penitenziaria <strong>Sappe</strong> ha incontrato questa<br />

mattina presso il Ministero della<br />

Giustizia il sottosegretario Luigi<br />

Manconi. A renderlo noto è il sindacato<br />

stesso, precisando che la delegazione<br />

era composta dal segretario generale<br />

e dal coordinatore regionale per<br />

la Liguria. L’incontro era stato concordato<br />

nei giorni scorsi dopo che il<br />

<strong>Sappe</strong> aveva sospeso la manifestazione<br />

in programma sabato 28 aprile organizzata<br />

in occasione della visita del<br />

Guardasigilli Clemente Mastella a<br />

Genova per denunciare le gravi carenze<br />

di organico nelle 7 carceri liguri.<br />

Al sottosegretario Manconi il sindacato<br />

ha ribadito, cifre alla mano, i gravi<br />

disagi che quotidianamente i poliziotti<br />

penitenziari affrontano per la grave<br />

carenza di personale. Basti pensare<br />

che alla data del 30 aprile scorso a<br />

fronte di un organico previsto di 1.264<br />

unità sono a lavoro “sulla carta” 1.021<br />

poliziotti e la forza effettivamente operante<br />

è pari a 891 unità.<br />

GIUSTIZIA: OPG - SAPPE, APRIRE<br />

UN TAVOLO DI CONFRONTO<br />

(ANSA) - Aprire un tavolo di confronto<br />

sul futuro degli Ospedali psichiatrici<br />

giudiziari. E’ quanto chiede il segretario<br />

generale del Sindacato<br />

Autonomo di Polizia Penitenziaria<br />

(<strong>Sappe</strong>), Donato Capece, in una nota<br />

inviata ai ministri della Giustizia,<br />

Clemente Mastella, e della Salute, Livia<br />

Turco, a seguito di “alcune indiscrezioni<br />

giornalistiche che ne hanno<br />

paventato l’imminente chiusura”.<br />

Ad allarmare il <strong>Sappe</strong> è ‘’la notizia<br />

secondo la quale per il Governo gli<br />

Ospedali psichiatrici giudiziari sono<br />

strutture inutili e inadeguate’’.<br />

Secondo il sindacato è quindi “indispensabile<br />

aprire un tavolo di confronto<br />

sull’argomento”, tenuto conto<br />

che in questi ospedali ‘’lavorano<br />

attualmente 523 (499 uomini e 24<br />

donne) appartenenti alla Polizia<br />

penitenziaria, che sono estremamente<br />

preoccupati per il loro futuro<br />

professionale’’.<br />

SAPPE: COMUNICATO STAMPA<br />

SULLA VICENDA DI RIGNANO<br />

FLAMINIO<br />

“Il Sindacato Autonomo Polizia<br />

Penitenziaria SAPPE, l’Organizzazione<br />

sindacale più rappresentativa<br />

del Corpo, non accetta la criminalizzazione<br />

dei poliziotti di<br />

Rebibbia fatta da alcune delle persone<br />

scarcerate ieri nell’ambito dell’inchiesta<br />

sui presunti abusi sessuali<br />

nella scuola di Rignano<br />

Flaminio. Conosciamo bene le colleghe<br />

ed i colleghi che lavorano<br />

nell’Istituto di Roma Rebibbia e non<br />

abbiamo alcun dubbio sulla loro<br />

professionalità, senso del dovere e<br />

della giustizia. Uno dei compiti istituzionali<br />

del Corpo di Polizia<br />

Penitenziaria è quello di garantire<br />

l’ordine all’interno degli Istituti<br />

attraverso la vigilanza e l’osservazione<br />

nelle sezioni degli Istituti,


nelle infermerie, sulle attività lavorative<br />

e scolastiche dei detenuti<br />

all’interno degli Istituti, con la funzione<br />

di prevenire crimini o infrazioni<br />

verso le persone ristrette o che<br />

operano nella struttura penitenziaria.<br />

E tutto questo le colleghe ed i<br />

colleghi di Rebibbia lo fanno egregiamente<br />

ogni giorno, 24 ore su 24,<br />

365 giorni all’anno.” E’ il commento<br />

della Segreteria Generale del<br />

Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria<br />

alla lettura degli articoli pubblicati<br />

oggi su diversi quotidiani (tra i<br />

quali il “Corriere della Sera”- “Le<br />

insegnanti: Picchiate in carcere<br />

qualcuno dovrà chiederci scusa”; su<br />

“La Repubblica” - “Un tormento<br />

lungo 16 giorni presa a botte dalle<br />

detenute”; sul notiziario on-line<br />

“L’espresso Local” - “Io, picchiata e<br />

insultata all´uscita dal carcere”, in<br />

cui una delle maestre ha rilasciato<br />

gravi dichiarazioni che descrivono<br />

aggressioni da parte delle altre detenute<br />

durante la detenzione e al<br />

momento della scarcerazione) circa il<br />

trattamento riservato in carcere a<br />

Rebibbia alle persone coinvolte nell’inchiesta<br />

sui presunti abusi sessuali<br />

nella scuola di Rignano Flaminio.<br />

“I poliziotti penitenziari” prosegue<br />

nella sua nota il SAPPE “quali rappresentanti<br />

dello Stato che lavorano<br />

all’interno dei reparti detentivi,<br />

gestiscono ogni giorno, nel migliore<br />

dei modi, situazioni ben più gravi e<br />

più pericolose di quelle che ruotano<br />

attorno alle problematiche innescate<br />

dalla vicenda dei presunti reati<br />

avvenuti nella scuola di Rignano<br />

Flaminio. In un lancio pubblicato<br />

oggi da una nota Agenzia di stampa,<br />

per altro, ha pubblicato le dichiarazioni<br />

del marito delle stessa maestra<br />

che confermano la nostra fiducia<br />

nei colleghi di Rebibbia: “Ricevevano<br />

continuamente insulti, perché accusate<br />

del reato considerato peggiore. Per<br />

fortuna - aggiunge - sono state tutelate<br />

durante la detenzione, evitando il contatto<br />

diretto con le altre detenute”. In<br />

molti degli articoli pubblicati oggi,<br />

le aggressioni ottengono massima<br />

enfasi nei titoli, ma nel resto delle<br />

esposizioni sono liquidate in poche<br />

righe. Ci sorge il dubbio allora che<br />

vengano utilizzate dichiarazioni<br />

parziali per ottenere la massima<br />

attenzione, per poi esporre altri<br />

fatti. Ed è inaccettabile che per ottenere<br />

ciò, si criminalizzi l’operato<br />

delle colleghe e dei colleghi della<br />

Polizia Penitenziaria che lavorano a<br />

Roma Rebibbia, a cui va tutta la<br />

nostra solidarietà”.<br />

TERRORISMO: SAPPE,<br />

UN SACRARIO PER AGENTI<br />

PENITENZIARI CADUTI<br />

(ANSA) - ‘’Realizzare quanto prima,<br />

in un sito ministeriale adeguato, un<br />

Sacrario in ricordo dei Caduti del<br />

Corpo di Polizia penitenziaria, del<br />

disciolto Corpo degli Agenti di custodia<br />

e del soppresso ruolo delle<br />

Vigilatrici penitenziarie’’. Lo chiede il<br />

segretario generale del Sindacato autonomo<br />

di Polizia penitenziaria (<strong>Sappe</strong>),<br />

Donato Capece, al ministro della<br />

Giustizia, Clemente Mastella, e al capo<br />

dell’ Amministrazione penitenziaria,<br />

Ettore Ferrara, in occasione della<br />

‘’Giornata della memoria” dedicata<br />

alle vittime del terrorismo. Per ricordare<br />

le vittime del terrorismo, il <strong>Sappe</strong> sollecita<br />

l’Amministrazione penitenziaria a<br />

“realizzare una pubblicazione sul<br />

tema della Memoria, che ricostruisca<br />

la storia umana e professionale delle<br />

vittime e che raccolga le testimonianze<br />

e il ricordo dei familiari”.<br />

CARCERI: SAPPE,<br />

SOLIDARIETÀ A DIRETTORE CASA<br />

DI RECLUSIONE CATANZARO<br />

(Adnkronos) - Il <strong>Sappe</strong> esprime “la<br />

più completa solidarietà per l’inquietante<br />

episodio di intimidazione<br />

che ha visto coinvolto Mario Antonio<br />

Galati”. Questo il messaggio rivolto<br />

dal Sindacato autonomo di polizia<br />

penitenziaria, in persona del segretario<br />

Donato Capece, al direttore del<br />

carcere di Catanzaro Mario Antonio<br />

Galati a cui nei giorni scorsi è stata<br />

data alle fiamme da ignoti la propria<br />

autovettura. L’auspicio del sindacato,<br />

si legge in un telegramma, è che “presto<br />

siano identificati gli autori del<br />

vile gesto”.<br />

CARCERI: SAPPE, PAROLE<br />

NAPOLITANO CENTRANO CUORE<br />

PROBLEMI PENITENZIARI<br />

(Adnkronos) - Le parole espresse ieri<br />

dal Capo dello Stato Giorgio<br />

Napolitano durante la visita al carcere<br />

romano di Rebibbia sulla necessità di<br />

ripensare l’intero sistema sanzionatorio<br />

e della gestione della pena nel<br />

nostro paese “sono di alto spessore<br />

istituzionale e centrano il cuore del<br />

problema penitenziario nazionale”.<br />

E’ quanto afferma il Sindacato autonomo<br />

di polizia penitenziaria, <strong>Sappe</strong>,<br />

che sottolinea di aver molto apprezzato<br />

come rappresentanti di coloro che<br />

quotidianamente rappresentano in<br />

prima linea lo Stato nel difficile contesto<br />

degli istituti di pena quelle parole.<br />

“Lo ringraziamo, donne e uomini<br />

del corpo di polizia penitenziaria -<br />

aggiungono- non da meno e’ da evidenziare<br />

il richiamo del presidente<br />

della Repubblica affinche’ in<br />

Parlamento sia indispensabile la<br />

ricerca di soluzioni condivise per la<br />

trasformazione dell’amministrazione<br />

della giustizia e del mondo<br />

penitenziario, soluzioni che tenga-<br />

no nel dovuto conto proprio un<br />

impiego operativo della polizia<br />

penitenziaria”.<br />

Inoltre, secondo il sindacato “benissimo<br />

ha fatto il Guardasigilli ha ribadire<br />

che la polizia penitenziaria<br />

merita di essere considerata oggi un<br />

presidio di legalità al servizio della<br />

giustizia. Ed e’ naturale che se la<br />

pena evolve verso soluzioni diverse<br />

da quella detentiva, anche la polizia<br />

penitenziaria dovrà spostare le sue<br />

competenze al di là delle mura di un<br />

carcere”.<br />

GIUSTIZIA: SAPPE, ASSEMBLEA SI<br />

OCCUPI DI SISTEMA PENITENZIARIO<br />

(ANSA) - L’assemblea nazionale inte-<br />

in in Pillole Pillole<br />

in Pillole<br />

Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007 27


in Pillole<br />

in Pillole<br />

28<br />

ramente dedicata alla Giustizia<br />

dovrebbe occuparsi anche del sistema<br />

penitenziario nazionale e coinvolgere<br />

i sindacati di polizia penitenziaria.<br />

A sostenerlo è il segretario generale<br />

del sindacato autonomo di Polizia<br />

penitenziaria (<strong>Sappe</strong>), Donato<br />

Capece, che ricorda come ‘’costituire<br />

un tavolo di approfondimento<br />

che esamini realtà e prossimi interventi<br />

per il sistema penitenziario<br />

nazionale e’ certamente prioritario<br />

nell’agenda del Guardasigilli’’.<br />

Secondo Capece, occorrerebbero<br />

provvedimenti concreti relativamente<br />

a: ‘’potenziamento dell’area penale<br />

esterna, per tenere in carcere chi<br />

veramente deve starci e potenziare<br />

gli organici di Polizia penitenziaria<br />

cui affidare i compiti di controllo<br />

sull’esecuzione penale; maggior<br />

ricorso all’area penale esterna,<br />

destinando i soggetti a misure<br />

alternative alla detenzione e impiegandoli<br />

in lavori socialmente utili<br />

non retribuiti; una revisione della<br />

legge sugli extracomunitari che permetta<br />

espulsioni più facili piuttosto<br />

che la detenzione in Italia”.<br />

CARCERI: SAPPE,<br />

NO AD OBIETTORI COSCIENZA<br />

IN POLIZIA PENITENZIARIA<br />

(Adnkronos) - “Giudichiamo molto<br />

grave l’approvazione alla Camera<br />

dei deputati di un disegno di legge<br />

‘salva furbi’ che mira a consentire<br />

a quanti hanno rifiutato di svolgere<br />

il servizio militare di revocare la<br />

dichiarazione di obiezione di<br />

coscienza e quindi permettendo<br />

loro l’arruolamento nelle Forze<br />

Armate nei Corpi di Polizia dello<br />

Stato e della Penitenziaria in particolare.<br />

Ed è altrettanto grave che ciò<br />

avvenga senza alcuna pubblicità<br />

nel segreto delle stanze parlamentari”.<br />

E’ quanto denuncia il segretario generale<br />

del sindacato autonomo di polizia<br />

penitenziaria (<strong>Sappe</strong>), Donato<br />

Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007<br />

Capece, in merito all’approvazione di<br />

un ddl che permette l’introduzione<br />

degli obiettori di coscienza nel corpo<br />

di polizia penitenziaria.<br />

Capece sottolinea che “nessun dibattito<br />

pubblico, articolo o commento<br />

sull’iniziativa sono apparsi sulla<br />

stampa ad eccezione di una lettera<br />

dell’onorevole Carlo Giovanardi.<br />

La proposta - aggiunge - in se è assurda<br />

e offensiva: che senso logico ha<br />

permettere oggi l’assunzione degli<br />

obiettori di coscienza nei corpi di<br />

polizia, in particolare nella polizia<br />

penitenziaria che è un’istituzione<br />

militarmente organizzata che però<br />

già paradossalmente è posta gerarchicamente<br />

alle dipendenze di persone<br />

che non hanno mai fatto il<br />

militare come direttori e provveditori<br />

regionali?”.<br />

Cosi’, risponde Capece, “si snatura<br />

un corpo di polizia dalla secolare<br />

tradizione militare”.<br />

Infine il segretario del <strong>Sappe</strong> aggiunge<br />

di trovare “inaccettabile questa sorta<br />

di colpo di spugna o di condono per<br />

tutti quegli obiettori di comodo che<br />

hanno mentito per evitare la naja e<br />

che oggi mal sopportano le limitazioni<br />

che gli vengono imposte<br />

(sostanzialmente il divieto di ottenere<br />

il porto d’armi). Questi<br />

obiettori di coscienza prima della<br />

sospensione della leva obbligatoria<br />

dal gennaio 2005 hanno prestato<br />

servizio civile sostitutivo e in base<br />

alla legge 230 del ‘98 non possono<br />

successivamente detenere o usare<br />

armi nonche’ assumere ruoli<br />

imprenditoriali e direttivi nella fabbricazione<br />

e commercializzazione<br />

di armi e non possono partecipare ai<br />

concorsi per l’arruolamento nelle<br />

Forze Armate”.<br />

CARCERI: SAPPE<br />

PROCLAMA STATO AGITAZIONE<br />

AD AGRIGENTO<br />

(Adnkronos) - Il sindacato autonomo<br />

di polizia penitenziaria, <strong>Sappe</strong>, proclama<br />

presso la casa circondariale di<br />

Agrigento lo stato di agitazione,<br />

annunciando che se l’insofferenza<br />

degli agenti resterà inascoltata si<br />

ricorrerà presto a un sit in di protesta.<br />

A riferirlo è il coordinatore regionale<br />

del <strong>Sappe</strong> Calogero Navarra, sottolineando<br />

che il personale di polizia<br />

penitenziaria che svolge servizio all’interno<br />

del carcere di Agrigento da un<br />

periodo a questa parte “è in fibrillazione<br />

ed è amareggiato e demotivato<br />

a seguito della riduzione alle classifiche<br />

per l’anno 2006 del medesimo<br />

personale’’.<br />

‘’La riduzione di qualche punto<br />

negli elementi di giudizio - aggiunge<br />

Navarra - ci potrebbe anche essere,<br />

ma non risulterebbe coerente con<br />

quanto riferito al personale penitenziario<br />

durante alcune conferenze<br />

di servizio tenute prima di<br />

Natale, conferenze in cui si è elogiato<br />

il personale definendolo serio e<br />

operativo”.<br />

Invece, spiega Navarra, dopo quelle<br />

esternazioni “il personale del carcere<br />

di Agrigento si e’ sentito beffato e<br />

soprattutto tradito considerato che<br />

a gran parte degli iscritti al <strong>Sappe</strong> e’<br />

stata ridotta la classifica per l’anno<br />

2006, compreso quel personale che è<br />

stato elogiato”.<br />

Navarra chiede, appellandosi alla<br />

maggior autorità penitenziaria, cioè al<br />

provveditore regionale di Palermo,<br />

“un pronto e immediato intervento<br />

già chiesto a febbraio 2007 quando<br />

il <strong>Sappe</strong> aveva interrotto il tavolo di<br />

trattative con la direzione di<br />

Agrigento, data rispetto alla quale ad<br />

oggi nulla risulta essere cambiato”.<br />

Il <strong>Sappe</strong> sollecita un confronto con il<br />

provveditore per affrontare queste<br />

tematiche.<br />

Infine, si ricorda che il <strong>Sappe</strong> presso<br />

la casa circondariale di Agrigento, con<br />

115 iscritti, da solo rappresenta il 35<br />

per cento sul totale dell’organico del<br />

personale presente e il 75 per cento<br />

del personale che espleta servizio<br />

all’interno del carcere e che si trova a<br />

contatto giornaliero con l’utenza<br />

detentiva. <strong>•</strong>


le Recensioni<br />

30<br />

G. Giraudo - A. Arbizzoni<br />

G. Buttini - F. Grillo<br />

P. Servegnini<br />

SERGIO RAMELLI<br />

Una storia che fa<br />

ancora paura<br />

SPERLING&KUPFER Ed.<br />

pagg. 217 - euro 12,00<br />

13<br />

marzo 1975: un ragazzo di 18 anni<br />

viene aggredito sotto casa. Due<br />

persone lo colpiscono a morte a<br />

colpi di chiave inglese. Morirà dopo quarantasette<br />

giorni di agonia. Chi era la vittima<br />

e perché fu uccisa con tale violenza? Si<br />

chiamava Sergio Ramelli, aveva i capelli<br />

lunghi, ed era un iscritto del<br />

Fronte della Gioventù, un<br />

fascista. E chi erano i carnefici?<br />

Teppisti, killer professionisti,<br />

mafiosi? No, studenti,<br />

di pochi anni più<br />

vecchi di lui. Uccisero<br />

perché accecati dall’ira<br />

o dalla paura?<br />

No, colpirono in<br />

nome dell’odio<br />

politico. Quella<br />

era la Milano dell’epoca,<br />

quella era l’Italia degli anni Settanta.<br />

Ci vollero dieci anni per assicurare i colpevoli<br />

alla giustizia, con una sentenza che<br />

fece scalpore.<br />

Muovendosi tra atti processuali, articoli di<br />

giornale e testimonianze dirette, questo<br />

libro racconta una storia-simbolo del passato<br />

recente del nostro paese: un documento<br />

feroce e scomodo, importante per<br />

capire il clima di un’epoca e perché quella<br />

“guerra civile” ormai lontana ha lasciato<br />

una scia fino oggi. Avvocato di parte<br />

civile, era l’avvocato Ignazio La Russa<br />

(noto esponente del Msi<br />

ed oggi di AN).<br />

Quello degli<br />

imputati,<br />

Gaetano Pecorella<br />

(futuro esponente<br />

di Forza Italia). Non<br />

deve essere stato facile<br />

per La Russa ritrovarsi<br />

Pecorella come presidente<br />

della Commissione giustizia<br />

della propria maggioranza<br />

di governo. Vent’anni dopo.<br />

Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007<br />

E. Catania - M. Celli<br />

TUTTO IL MARCIO<br />

MINUTO<br />

PER MINUTO<br />

PIEMME Edizioni<br />

pagg. 368 - euro 17,90<br />

Consultare gli almanacchi sportivi per<br />

ricostruire la vera storia del calcio è come<br />

pretendere che un’enciclopedia vi possa<br />

servire per comprenderlo. Prendetene<br />

pure una qualsiasi, fosse anche la migliore<br />

di tutte. All’apposita voce, troverete<br />

qualcosa come “per praticarlo sono utilizzati<br />

un pallone sferico e un campo di<br />

gioco con due porte ed è adottata una<br />

serie di regole codificate”. Ingenui questi<br />

enciclopedisti. Paiono trascurare ciò che<br />

molti nel mondo della pedata compresero<br />

fin dagli albori, e cioè che quelle regole,<br />

più che rispettate, potevano essere interpretate,<br />

quando non aggirate e violentate.<br />

Scandali e truffe sono vecchi come il calcio.<br />

E la gramigna dell’ultima Calciopoli<br />

affonda le sue radici nei giorni in cui un<br />

pallone di cuoio prese a rotolare sull’erba.<br />

Un libro inchiesta unico e documentato,<br />

un’indagine a tutto campo, colleziona<br />

aneddoti e illumina episodi di violenza e<br />

storie di (mal)costume, prendendo il via<br />

fin dagli albori del nostro campionato.<br />

S. Rizzo - G. A. Stella<br />

LA CASTA<br />

Così i politici italiani<br />

sono diventati<br />

intoccabili<br />

RIZZOLI Editore<br />

pagg. 285 - euro 18,00<br />

Aerei di Stato che volano 37 ore al<br />

giorno, pronti al decollo per portare<br />

Sua Eccellenza anche a una<br />

festa a Parigi. Palazzi parlamentari<br />

presi in affitto a peso d’oro<br />

da scuderie di cavalli.<br />

Finanziamenti pubblici<br />

quadruplicati rispetto a<br />

quando furono aboliti dal<br />

referendum. “Rimborsi”<br />

elettorali 180 volte più alti<br />

delle spese sostenute. Organici di presi-<br />

denza nelle<br />

regioni più<br />

“virtuose”<br />

moltiplicati<br />

per tredici volte in<br />

venti anni. Spese di rappresentanza<br />

dei governatori fino a dodici volte più<br />

alte di quelle del presidente della<br />

Repubblica tedesco. Province che continuano<br />

ad aumentare nonostante da<br />

decenni siano considerate inutili.<br />

Indennità impazzite al punto che il sindaco<br />

di un paese aostano di 91 abitanti può<br />

guadagnare quanto il collega di una città<br />

di 249mila. Candidati “trombati” consolati<br />

con 5 buste paga. Presidenti di circoscrizione<br />

con l’autoblu. La denuncia di<br />

come una certa politica, o meglio la sua<br />

caricatura obesa e ingorda, sia diventata<br />

una oligarchia insaziabile e abbia allagato<br />

l’intera società italiana. Storie stupefacenti,<br />

numeri da bancarotta, aneddoti nel<br />

reportage di due famosi giornalisti.<br />

Stefano Cultrera<br />

DIFFAMAZIONE,<br />

INTERNET E<br />

LIBERTA’<br />

DI STAMPA<br />

HALLEY Editrice<br />

pagg. 174 - euro 28,00<br />

Il volume<br />

vuol trattare<br />

in<br />

maniera<br />

analitica gli<br />

aspetti peculiari<br />

del reato di<br />

diffamazione grazie<br />

al contributo<br />

fornito dalla giurisprudenza<br />

e dalla dottrina.<br />

Si è ritenuto<br />

anche opportuno approfondire gli istituti<br />

più importanti cercando di dare all’esposizione<br />

un taglio teorico-pratico. La libertà<br />

di manifestare idee e convincimenti personali<br />

va di pari passo con la crescita della<br />

nostra società però, tale libertà, spesso va<br />

intaccare valori di pari importanza (l’onore<br />

e la reputazione delle persone) ed è ciò<br />

a determinare talvolta il sorgere di una<br />

responsabilità civile o penale a carico di<br />

chi offende l’onorabilità altrui, che può


subire maggior danno se si<br />

utilizzano particolari mezzi di<br />

diffusione. Tra questi assumono<br />

rilievo Internet, i mezzi adottati<br />

dalla Stampa ed il lavoro del giornalista.<br />

L’attualità, poi, suggerisce<br />

ulteriori spunti per una rivisitazione<br />

della normativa sulla stampa e sul reato<br />

di diffamazione a mezzo stampa.<br />

Mario Giordano<br />

a cura di Erremme<br />

SENTI CHI PARLA<br />

Viaggio nell’Italia<br />

che predica bene<br />

e razzola male<br />

MONDADORI Editore<br />

pagg. 301 - euro 17,50<br />

Ci sono sempre più maestri in giro. Ma<br />

avranno la licenza per insegnare? Questo<br />

libro è un piccolo viaggio nelle contraddizioni<br />

di chi predica bene e razzola<br />

male: in un’epoca di crescente neomoralismo,<br />

è facile scoprire che molti di coloro<br />

che salgono sul pulpito e giudicano le<br />

pagliuzze negli occhi altrui nascondono<br />

delle travi sotto le loro palpebre. Mario<br />

Giordano colpisce a 360 gradi: dai grandi<br />

predicatori televisivi come Celentano,<br />

Grillo e Bonolis ai giornalisti che commettono<br />

errori clamorosi, dagli economisti<br />

agli industriali, dai politici ai prelati,<br />

dai sindacalisti agli ecologisti, dai sondaggisti<br />

agli sportivi e ai mostri sacri della<br />

cultura. Vittorio Sgarbi, Michele Serra,<br />

Massimo Moratti, Luca Cordero di<br />

Montezemolo, Umberto Eco, Giuliano<br />

Ferrara, nessuno verrà risparmiato.<br />

John Foot<br />

CALCIO 1898/2007<br />

Storia dello sport<br />

che ha fatto l’Italia<br />

RIZZOLI Editore<br />

pagg. 622 - euro 23,00<br />

Questo libro è la lettera d’amore che un<br />

inglese indirizza al calcio italiano, ma è<br />

anche la testimonianza di un’indignazione<br />

per gli scandali, gli affari sporchi, la<br />

violenza e il razzismo degli ultras. È<br />

un’accurata storia delle squadre più gloriose,<br />

dei campioni più rappresentativi,<br />

delle filosofie di<br />

gioco, dei trionfi e<br />

delle cadute della<br />

Nazionale. È<br />

un’analisi<br />

approfondita di<br />

un secolo di storia<br />

italiana visto dalla prospettiva<br />

del calcio, in tutte le sue connessioni<br />

con i mezzi di comunicazione, l’economia,<br />

la politica, il carattere nazionale. Sorretto<br />

da una scrittura ricca di citazioni di maestri<br />

come Brera, Pasolini, Arpino, il libro<br />

di Foot aiuta a giudicare il calcio italiano<br />

per quello che è: non solo un gioco. Libro<br />

monumentale, ricco di citazioni e scritto in<br />

modo molto scorrevole. Nonostante la lunghezza<br />

riesce a non stufare il lettore. E’<br />

una specie di Bibbia per tutti i calciofili italiani,<br />

ma anche per chi ha sempre snobbato<br />

il gioco più bello del mondo: attraverso<br />

il calcio si può infatti capire come girano<br />

realmente le cose in Italia.<br />

Andrea Colombo<br />

STORIA NERA<br />

Bologna e la verità<br />

di Francesca Mambro<br />

e Valerio Fioravanti<br />

CAIRO Editore<br />

pagg. 367 - euro 17,00<br />

2 agosto 1980: la bomba che esplode alla<br />

stazione di Bologna uccide 85 persone, ne<br />

ferisce 200. È uno tra i delitti più sanguinosi<br />

nella storia della Repubblica. Gli esecutori<br />

sono stati individuati in Valerio<br />

Fioravanti e Francesca Mambro, condannati<br />

al termine di una<br />

lunghissima e controversa<br />

vicenda<br />

processuale. Ma i<br />

due ex militanti<br />

di Nar, rei<br />

confessi di<br />

rispettivamente<br />

13 e 16<br />

omicidi,<br />

hanno<br />

sempre negato ogni<br />

responsabilità, e da quasi 15 anni si battono<br />

per ottenere la revisione del processo.<br />

Ora, a oltre 25 anni da quell’episodio tremendo,<br />

Mambro e Fioravanti hanno deciso<br />

di raccontare la loro verità non solo su<br />

Bologna ma su tutta la stagione del terrorismo<br />

nero. Insieme ad Andrea<br />

Colombo, ex dirigente<br />

di Potere Operaio<br />

e poi per anni firma<br />

del Manifesto, rileggono<br />

una parte controversa<br />

e drammatica della<br />

storia italiana.<br />

Stefano Cui<br />

LO STATO DI<br />

MALATTIA<br />

DEL LAVORATORE<br />

HALLEY Editrice<br />

pagg. 254 - euro 26,00<br />

Nel caso di assenza del lavoratore causata<br />

dallo stato di malattia si pone un conflitto<br />

tra l’interesse del datore<br />

di lavoro che non vede<br />

eseguita la prestazione<br />

ed il principio della<br />

tutela della salute<br />

individuale e collettiva.<br />

La soluzione<br />

scelta<br />

dal combinatodispostodell’art.<br />

32<br />

Cost. e dell’art.<br />

2110 C.C. prevede che, in<br />

presenza di un’alterazione dello stato di<br />

salute del lavoratore che renda materialmente<br />

impossibile, o comunque nocivo, lo<br />

svolgimento dell’attività oggetto del suo<br />

obbligo contrattuale, è giustificata la<br />

sospensione della prestazione lavorativa. Il<br />

datore di lavoro, ai sensi dell’art. 2110<br />

C.C., non può dunque recedere dal rapporto<br />

fino alla guarigione del dipendente.<br />

Viene, infatti, ritenuto prevalente il diritto<br />

del lavoratore alla salute rispetto all’interesse<br />

del datore di lavoro a ricevere la prestazione<br />

di lavoro ma tale tutela non può<br />

essere temporalmente illimitata, tenuto<br />

conto che ci si muove pur sempre nell’ambito<br />

di un’obbligazione di carattere contrattuale.<br />

Ne consegue quindi che il diritto<br />

alla conservazione del posto a favore del<br />

dipendente malato sussiste per il periodo<br />

di tempo (comporto) la cui durata è stabilita<br />

dalla legge, dalle norme collettive,<br />

dagli usi o secondo equità. Questo il focus<br />

del testo, di impostazione eminentemente<br />

pratica ed operativa. <strong>•</strong><br />

Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007 31


le Edizioni edizioni SG&S SG&S<br />

32<br />

I libri possono essere acquistati<br />

versando il relativo importo sul c. c. postale<br />

n. 54789003 intestato a:<br />

"POLIZIA PENITENZIARIA - S. G. & S."<br />

Via Trionfale, 79/a - 00136 ROMA"<br />

specificando nella causale l'indirizzo<br />

dove devono essere recapitati i libri<br />

Donato Capece, Giovanni Battista De Blasis,<br />

Lionello Pascone e Roberto Martinelli<br />

A PROPOSITO D I PENSIONI<br />

Collana Giuridica SGS - Edizioni SAPPe<br />

pagg. 182 - euro 15,00<br />

(euro 10,00 iscritti SAPPE)<br />

Dall'introduzione degli<br />

Autori<br />

L'opera si segnala per il<br />

carattere pratico e di<br />

facile consultazione, di<br />

sicura utilità per tutti gli<br />

appartenenti alle Forze di<br />

polizia.<br />

Le questioni previdenzialicostituiscono<br />

argomento di<br />

sempre maggiore<br />

interesse per i lavoratori,<br />

attese le intime<br />

connessioni tra<br />

vicende attinenti al<br />

sevizio e la fase post-lavorativa.<br />

Non vi è, pertanto, alcun dubbio che il testo rappresenta<br />

un indispensabile contributo al percorso di formazione<br />

e di aggiornamento del personale, particolarmente<br />

sensibile alle tematiche affrontate. L'opera si caratterizza<br />

non solo per l'approfondita trattazione dei temi<br />

pensionistici; vi è, infatti, un sicuro richiamo alle problematiche<br />

del lavoro (come, ad esempio, l'approfondimento<br />

di tematiche quali le cause di servizio, l'equo<br />

indennizzo, le cure termali, etc), un preciso riferimento<br />

agli ultimi interventi legislativi in materia: il tutto<br />

appare, comunque, ancor più meritevole di attenzione<br />

in quanto scevro da pretese dottrinali.<br />

La discontinuità tra le parti che compongono l'opera è,<br />

in realtà, superata da un filo logico che lega indissolubilmente<br />

i vari argomenti. k.<br />

Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007<br />

Testo coordinato da<br />

Donato Capece, Giovanni Battista<br />

De Blasis e Roberto Martinelli<br />

TESTO UNICO NORMATIVO<br />

Ordinamento, Regolamento<br />

e Rapporto d’impiego del<br />

Corpo di Polizia Penitenziaria<br />

Collana Giuridica SGS - Ed. SAPPe<br />

pagg. 672 - euro 25,00<br />

(euro 20,00 iscritti SAPPE)<br />

Dall'introduzione degli Autori<br />

Cosa intendiamo per Testo Unico ? Intendiamo la raccolta<br />

in un unico volume di tutte le leggi, i decreti, i<br />

regolamenti, i contratti di lavoro e gli accordi quadro<br />

nazionali, attualmente in vigore per la Polizia penitenziaria.<br />

Nella realizzazione dell'opera, abbiamo ritenuto funzionale<br />

dividere il testo in più parti seguendo lo schema:<br />

norme ordinamentali, regolamentari, contrattuali<br />

e pattizie.<br />

Secondo questo schema, a nostro avviso, risulta molto<br />

più semplice e funzionale la consultazione del testo,<br />

giacchè è di immediata percezione a quale parte del<br />

volume si deve far riferimento.<br />

Un testo utile per la preparazione ai concorsi interni e<br />

pubblici, ma soprattutto per tutti i colleghi che vogliano<br />

conoscere tutte le norme che li riguardano, al quale<br />

hanno significativamente collaborato quattro appartenenti<br />

ai diversi ruoli del Corpo di Polizia Penitenziaria:<br />

Donato Capece (Commissario), Giovanni Battista De<br />

Blasis (Ispettore Superiore), Mario Caputi<br />

(Sovrintendente) e Roberto Martinelli (Assistente). k.


l’Ultima Pagina Pagina<br />

la Lettera<br />

34<br />

S<br />

pett.le Redazione,<br />

Sono Rosario Crispino in servizio<br />

presso la S.F.A.P.Pe. di Portici, mi pregio<br />

scrivere per manifestarle tutto il<br />

mio sdegno in relazione alla<br />

Procedura di assunzione nel Corpo di<br />

Polizia Penitenziaria, in qanto la Legge<br />

23 agosto 2004 n° 226 vincola i cittadini<br />

italiani al reclutamento tramite<br />

l’arruolamento per 1 anno<br />

nell’Esercito Italiano.<br />

A mio modesto parere, la predetta<br />

normativa si spinge oltre qualsiasi ipotesi<br />

immaginaria di forzatura sia sotto<br />

il profilo costituzionale che sotto l’a-<br />

CONTROLLO DETENUTI IN<br />

DETENZIONE DOMICILIARE<br />

Polizia Penitenziaria - SGS / numero 141 - giugno 2007<br />

Assunzione nel Corpo<br />

di Polizia Penitenziaria<br />

spetto di libertà di scelta individuale<br />

dei cittadini di questa Repubblica.<br />

Altresì, considerata e vista anche come<br />

forma di costrizione e di nomenclatura.<br />

Considerato che tutt’ora non è stato<br />

fatto alcun che per abrogare questa<br />

obsoleta ed iniqua norma per l’assunzione<br />

nel Corpo mi chiedo se non è il<br />

caso di porre fine a questo dettame<br />

odierno facendo in modo che nel<br />

prossimo e breve futuro i concorsi<br />

pubblici, nel Corpo della Polizia<br />

Penitenziaria siano liberi e senza alcun<br />

vincolo legislativo per tutti i cittadini di<br />

questa penisola.<br />

ESECUZIONE PENALE ESTERNA<br />

Caro Rosario<br />

La previsione legislativa circa l’assunzione<br />

nelle Forze di Polizia di<br />

una aliquota di personale proveniente<br />

dai ruoli dei militari in<br />

ferma breve non inficia la procedura<br />

per i concorsi pubblici, che, quindi,<br />

potrebbero essere banditi in<br />

qualsiasi momento.<br />

Oggi come oggi, purtroppo, l’unico<br />

impedimento al bando di un concorso<br />

per l’assunzione di Agente è<br />

costituito dal fatto che (paradossalmente)<br />

non ci sono vacanze in<br />

organico.<br />

AFFIDAMENTO<br />

IN PROVA<br />

© 2007 De Blasis & Caputi


Bla©K<br />

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