Valentina Tagliagambe - Regione Autonoma della Sardegna
Valentina Tagliagambe - Regione Autonoma della Sardegna
Valentina Tagliagambe - Regione Autonoma della Sardegna
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Dialoghi & Confronti<br />
colo nazionale. Una teoria, quest’ultima, fortemente<br />
semplificata, che non andava oltre la mera<br />
valutazione dell’apporto del settore agricolo<br />
italiano al Prodotto Interno Lordo, da cui non<br />
emergevano (e non emergono attualmente),<br />
quelli che sono i reali benefici sociali, economici,<br />
intersettoriali, paesaggistici ed ambientali dalla<br />
disponibilità di un efficiente settore agricolo<br />
nazionale.<br />
Naturalmente, senza sottovalutare le gravissime<br />
distorsioni che hanno caratterizzato molte<br />
forme di assistenzialismo (comunitarie e nazionali)<br />
del secolo scorso, e di cui a pagare il prezzo<br />
più alto è stato lo sviluppo stesso dell’agricoltura<br />
italiana, che, però, non vanno confuse con quelle<br />
forme di sostegno, necessarie a<br />
modernizzare un settore, senza le<br />
quali, un’agricoltura strutturalmente<br />
debole come quella italiana,<br />
incontrerebbe enormi difficoltà a<br />
sopravvivere nell’attuale situazione<br />
di mercato e a portare a compimento,<br />
nell’interesse generale del paese, alcune<br />
sue fondamentali funzioni, che sono di vitale<br />
importanza strategica per l’equilibrio e stabilità<br />
di qualsiasi sistema socio-economico nazionale.<br />
Sfuggiva e, purtroppo, sfugge ancora oggi,<br />
ai fautori di questa teoria, che “sostegno, naturalmente<br />
equilibrato”, al settore agricolo nazionale,<br />
significa fondamentalmente, anche se non<br />
esclusivamente, sicurezza e certezza negli approvvigionamenti<br />
alimentari. Nessun sistema<br />
economicamente evoluto può, nel limite del<br />
possibile, sottrarsi a quest’imperativo, se non<br />
vuole correre il rischio di far dipendere la<br />
sicurezza e la certezza degli approvvigionamenti<br />
alimentari <strong>della</strong> propria popolazione dai mercati<br />
internazionali, oggi più che mai instabili, a<br />
34<br />
<strong>Sardegna</strong> Economica 6/2009<br />
causa dei rapidi mutamenti climatici (che interferiscono<br />
in maniera sempre più negativa<br />
sulle coltivazioni) e <strong>della</strong> crescita costante ed<br />
incontrollata, come si vedrà più oltre, <strong>della</strong><br />
popolazione mondiale 6 .<br />
Un rischio che, in assoluto, nessun paese<br />
si può permettere il lusso di correre e tanto<br />
meno un paese come l’Italia, sotto questo profilo,<br />
strutturalmente molto vulnerabile, e tuttavia<br />
costantemente sottovalutato. Forse perché si<br />
continua inconsapevolmente a confidare sull’irreversibilità<br />
del problema delle eccedenze agricole<br />
comunitarie, da cui approviggionarsi a bassissimo<br />
costo, non considerando che, per quanto<br />
grave sia stato a suo tempo, si è, in ogni caso,<br />
trattato di un fenomeno temporaneo<br />
e ormai, come si vedrà più oltre,<br />
in fase di esaurimento.<br />
Per cui, settore agricolo nazionale,<br />
oltre che sicurezza e certezza<br />
negli approviggionamenti alimentari,<br />
come accennato, significa protezione<br />
ambientale7 I guasti<br />
, paesaggistica e naturale e,<br />
non di meno, possibilità di ottenere materie<br />
prime di pregio per l’industria agro-alimentare,<br />
che contribuisce a fare <strong>della</strong> filiera agroalimentere<br />
(e del made in Italy), dopo il metalmeccanico,<br />
il secondo sistema economico<br />
produttivo nazionale. Per di più il settore agricolo<br />
nazionale, nei momenti di difficoltà economica,<br />
come quello attuale, significa, frequentemente,<br />
non solo possibilità di occupazione in aziende<br />
agricole famigliari per quei lavoratori (da cui<br />
spesso provengono) espulsi dai settori in difficoltà,<br />
ma certezza di cibo e, quindi, stabilità<br />
sociale, in particolare, in molte zone rurali ed<br />
economicamente deboli del paese.<br />
Risultati, naturalmente, conseguibili solo<br />
dell’assistenzialismo<br />
nei processi di sviluppo<br />
e di modernizzazione<br />
dell’impresa agricola<br />
6 Un primo avvertimento di quanto potrà succedere in futuro lo si è avuto nel marzo 2008, quando il prezzo del grano e del riso, rispetto al 2006 è<br />
aumentato di oltre tre volte e “le riserve globali di cibo nel 2007 potevano sostenere la popolazione mondiale per soli 61 giorni, il secondo livello<br />
mai registrato”, op, cit., Di Joel K. Buorne, JR, Cibo: emergenza globale.<br />
7 Secondo Nicholas Stern, ex dirigente <strong>della</strong> Banca Mondiale, il costo per l’assenza di politiche di difesa ambientale, può comportare, a breve termine,<br />
una perdita del 20 cento del prodotto netto mondiale. L’agricoltura, in relazione all’ambiente naturale, si trova in una posizione estremamente delicata,<br />
poiché il suo ruolo se è fondamentale per la sua difesa, può, allo stesso tempo, trasformarsi, se non correttamente coordinata, in un ulteriore e<br />
pericolosissimo fattore di rischio.