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Valentina Tagliagambe - Regione Autonoma della Sardegna

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L’Editoriale<br />

Nonostante le incertezze e le difficoltà dell’oggi<br />

Segnali confortanti di ripresa<br />

di Carlo Desogus<br />

Attraverso le pagine di questa rivista, stiamo tentando di offrire ai nostri lettori<br />

un quadro, il più articolato e documentato possibile, <strong>della</strong> nostra realtà, con le luci,<br />

purtroppo non numerose, e le sue ombre sempre più incombenti.<br />

Infatti, non è certo una novità l’affermare che la <strong>Sardegna</strong> stia attraversando un<br />

momento fra i più difficili <strong>della</strong> sua storia, stretta com’è fra una crisi interna, dovuta al<br />

declino di alcune delle sue attività principali come l’industria chimica, e l’incombere<br />

dall’esterno <strong>della</strong> recessione economica che ha colpito tutto il mondo occidentale.<br />

Non sono solo i numeri delle statistiche a consegnarci la rappresentazione delle<br />

difficoltà attraversate, ma sono, soprattutto, le incertezze sul futuro che rendono quelle<br />

difficoltà ancor più pesanti. Sostenere, quindi, che la nostra economia sia in mezzo al<br />

guado fra il peso del presente e i dubbi sul futuro prossimo, è certamente opinione<br />

sottoscrivibile, almeno in linea generale.<br />

Eppure, proprio per non cedere ad un negativo e nocivo pessimismo, si avvertono<br />

dei segnali che, se colti, potrebbero riaccendere le speranze per una ripresa. Si prendano,<br />

per esempio, i numeri altamente positivi del traffico aereo, di cui anche in questo numero<br />

si dà ampia notizia con le brillanti performance conseguite dalla nostra Sogaer (società<br />

di gestione dell’aeroporto di Cagliari Elmas). Da essi si può dedurre come la <strong>Sardegna</strong><br />

sia meta di grande interesse, sia turistico che, genericamente, commerciale, da parte di<br />

città e paesi europei fra i più sviluppati e dinamici. Si tratta, ovviamente, di segnali, ma<br />

da essi si può facilmente dedurre come l’appeal dell’isola non si sia appannato e che ad<br />

essa – a quel che contiene ed a quel che può offrire – si continui a guardare, da Francoforte<br />

come da Londra o da Barcellona, con molta attenzione.<br />

Non sarebbero neppure da trascurare le note positive che provengono dal mondo<br />

delle nostre imprese che, a dispetto del momento recessivo, continuano a mantenere una<br />

notevole vivacità, anche se, troppo spesso, debbono fare i conti su una infrastrutturazione<br />

territoriale, creditizia e burocratica carente, lenta e spesso oppressiva di oneri.<br />

Ed è proprio da queste vivacità interne, come da quegli interessi esterni, che si<br />

fonda la forte speranza che una ripresa sia non solo possibile, ma che la si possa raggiungere<br />

anche in breve tempo. Occorrerebbe dar meno spazio alle incertezze sul “da farsi”, e più<br />

campo ad operatività e ad indirizzi virtuosi: proprio perché la materia prima, cioè il<br />

patrimonio di risorse in intelligenze, in saperi e in volontà, la <strong>Sardegna</strong> ne possiede a<br />

sufficienza per realizzare la sua rinascita.<br />

<strong>Sardegna</strong> Economica 6/2009 5

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