Dislessia e difficoltà emotive a cura della Dott
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DISLESSIA E DIFFICOLTA’<br />
EMOTIVE<br />
La famiglia, la scuola e il bambino<br />
di fronte alla <strong>Dislessia</strong><br />
<strong>Dott</strong>.ssa Elisabetta Formaggi<br />
Specialista in Pedagogia Clinica
LA FAMIGLIA E LA DISLESSIA<br />
• LA FAMIGLIA<br />
• La <strong>difficoltà</strong> di apprendimento compare in età<br />
scolare come un evento il più delle volte<br />
inaspettato e coincide con l’apertura di una<br />
crisi<br />
(Mazzoncini, Levi, Cornoldi 1991)<br />
• Prova impegnativa perché impone una<br />
modifica <strong>della</strong> concezione che i genitori hanno<br />
di sé e una verifica sul campo <strong>della</strong> qualità<br />
protettiva e confortante <strong>della</strong> loro relazione di<br />
attaccamento<br />
(Ruggerini et al. 2004)
LA FAMIGLIA E LA DISLESSIA<br />
Le variabili che determinano gli<br />
atteggiamenti di fronte alla dislessia<br />
• Variabili pertinenti alla mediazione culturale<br />
• Variabili che definiscono il problema (intensità,<br />
durata, eventuali comorbilità)<br />
• Variabili che riguardano l’intera storia del<br />
bambino, la storia dei genitori, lo status socio<br />
economico, le esperienze precedenti con i figli<br />
RUGGERINI ET AL, 2004
LA FAMIGLIA E LA DISLESSIA<br />
Gli atteggiamenti<br />
• Genitori e bambini con un percorso di sviluppo<br />
“sicuro” sviluppano percezioni di tipo realistico verso<br />
le <strong>difficoltà</strong> . In genere si mostrano<br />
collaborativi con tutte le persone che si occupano del<br />
bambino<br />
• Genitori e bambini con un percorso di sviluppo di<br />
tipo “ansioso”: mostrano in genere un certo<br />
distacco o resistenza verso tutti quei programmi di<br />
trattamentoo al contrario mostrano una timorosa e<br />
ansiosa partecipazione (RUGGERINI ET AL.,2005)<br />
• Alcuni genitori non sono :<br />
in genere propensi a riconoscere che vi è un<br />
problema e rimandano il momento <strong>della</strong> diagnosi
LA FAMIGLIA E LA DISLESSIA<br />
Gli atteggiamenti<br />
• Spesso i genitori hanno <strong>difficoltà</strong> a riconoscere i segnali<br />
• Attribuiscono le <strong>difficoltà</strong> alla scarsa volontà e scarso<br />
impegno (“II bambino è pigro e svogliato”)<br />
• Gli insegnanti:” I bambini hanno bisogno dei loro tempi”<br />
• Possono mostrare disappunto<br />
• Il genitore spesso diviene l’insegnante troppo severo del figlio<br />
• L’ambiente familiare resta coinvolto del tutto nel problema dei<br />
compiti a casa (Stella , 2004)
LA FAMIGLIA E LA DISLESSIA<br />
La dislessia, disturbo invisibile, ha un impatto notevole<br />
sulla famiglia i cui effetti spesso sono sottovalutati<br />
( Ryan 2006)
LA SCUOLA E LA DISLESSIA<br />
LA SCUOLA<br />
spesso ha informazioni inappropriate sui disturbi<br />
dell’apprendimento, vi è una scarsa formazione,<br />
e il persistere di una cultura scolastica “vecchia”<br />
Vi sono insegnanti che vivono il bambino dislessico come<br />
un vero e proprio problema, colui che ostacola il<br />
normale andamento didattico.
LA SCUOLA E LA DISLESSIA<br />
Gli atteggiamenti<br />
Spesso la scuola di fronte a un bambino con<br />
problemi, adduce la causa a pigrizia collegando<br />
questo stato a motivi di carattere familiare con<br />
congetture spesso assurde, irrealistiche e<br />
inappropriate rispetto alle reali dinamiche<br />
familiari (Stella , 2004)
LA SCUOLA E LA DISLESSIA<br />
Gli atteggiamenti<br />
Cause errate<br />
Pigrizia<br />
svogliatezza<br />
Metodologia<br />
inappropiata<br />
Stimolazione<br />
e<br />
sollecitazioni<br />
continue<br />
Possibili<br />
Effetti<br />
Rifiuto e<br />
repulsione<br />
nel<br />
bambino
LA SCUOLA E LA DISLESSIA<br />
Gli atteggiamenti<br />
• Nonostante le misure dispensative, spesso gli<br />
insegnanti ritengono che il bambino dislessico non<br />
possa esimersi dallo svolgere certe attività (es. il<br />
compito scritto)<br />
• Assumono un atteggiamento negativo di fronte all’uso di<br />
materiali e strumenti compensativi specie l’uso del<br />
computer o altri strumenti tecnologici (rifiuto del PC in<br />
classe,o rifuto di fare i compiti a casa con il PC, perché<br />
discriminerebbe i compagni!!!!!!)<br />
(Vecchini, 2004)
LA SCUOLA E LA DISLESSIA<br />
I fattori di stress scolastico per il bambino<br />
dislessico<br />
Richiesta cognitiva eccessiva<br />
Accessibilità<br />
cognitiva<br />
Attenzione<br />
richiesta<br />
Ambiguità e<br />
interferenze<br />
cognitive da<br />
tollerare<br />
• leggere o scrivere una parola per un<br />
bambino con memoria a breve t. o analisi<br />
fonemica insufficiente che appare invece<br />
facile per i compagni<br />
•<br />
• Fare un compito in cui sia necessario focalizzare<br />
l’attenzione su molti sottocompiti che richiedono<br />
proprio quei processi in cui lui non è<br />
sufficientemente automatizzato<br />
• Lettura di parole lunghe, seguire una lezione alla<br />
lavagna, copiare alla lavagna, prendere appunti<br />
• In un bambino che non decodifica in modo<br />
univoco e chiaro possono crearsi confusione<br />
e disagio
LA SCUOLA E LA DISLESSIA<br />
I fattori di stress scolastico per il bambino dislessico<br />
procrastinazione<br />
<strong>della</strong><br />
soddisfazione<br />
tempo<br />
Immagine di sé<br />
• L’accesso al significato nel dislessico è<br />
rimandato a causa <strong>della</strong> dislessia<br />
•<br />
• Leggere un testo lungo o<br />
più volte nell’arco <strong>della</strong><br />
mattinata<br />
• Non finire in tempo, non avere la<br />
soddisfazione di far bene, di aver<br />
successo di fronte al compagno, se non<br />
di fronte alla classe intera, ricevere un<br />
giudizio negativo, la percezione del<br />
biasimo,da parte dell’adulto<br />
•
LA SCUOLA E LA DISLESSIA<br />
I fattori di stress scolastico per il bambino dislessico<br />
Sottoporre il bambino a molto stress tramite un didattica inappropriata<br />
Sottoporre il bambino a molti fallimenti in un contesto in cui dovrebbe riuscire a trovare<br />
gratificazione, ma che invece risulta umiiante, frustrante.<br />
Dare giudizi negativi (non sufficiente, appena sufficiente, hai sbagliato, non fare il pigro, ti<br />
devi impegnare di più, non va per niente bene)<br />
Non fare un’analisi attenta degli errori secondo le indicazioni diagnostiche fatte.<br />
Sanzionare in termini di più compiti (rifai la scheda nell’intervallo) o di esercizi inutili<br />
Mettere il bambino nella condizione di essere sottoposto ad un giudizio negativo da parte<br />
<strong>della</strong> classe
LA SCUOLA E LA DISLESSIA<br />
I fattori di stress scolastico per il bambino<br />
dislessico<br />
Mostrare disinteresse per le sue <strong>difficoltà</strong> e le sue frustrazioni<br />
Non dargli l’ opportunità di mostrare i suoi ambiti di successo<br />
Utilizzare in classe modalità didattiche che favoriscono la<br />
competizione, paragoni, giudizio sociale relativo alle prestazioni<br />
scolastiche degli altri<br />
Avere un atteggiamento generale che valuta il bambino in termini di<br />
successo o meno a scuola o in una materia
LA SCUOLA E LA DISLESSIA<br />
I fattori di stress scolastico per il bambino dislessico<br />
POSSIBILI CONSEGUENZE<br />
Ansia, demoralizzazione, sintomi associati o<br />
secondari (mal di testa, mal di pancia),<br />
demotivazione, proccupazione di far male o brutta<br />
figura, senso di incontrollabilità, solitudine, bassa<br />
autostima, aggressività, impulsività<br />
(Wenz-Gross . Siperstein, 1998)
LE DIFFICOLTA’ EMOTIVE LEGATE ALLA DISLESSIA
LE DIFFICOLTA’ EMOTIVE LEGATE ALLA DISLESSIA<br />
La ricerca scientifica ha confermato da<br />
tempo come nei bambini con DSA si<br />
possano riscontrare problemi a<br />
carattere emotivo e relazionale o forme<br />
di psicopatologia grave<br />
Fino a poco tempo fa gli atteggiamenti del<br />
bambino dislessico verso gli apprendimenti<br />
venivano confusi con atteggiamenti di<br />
pigrizia, e questo ha stimolato nel bambino<br />
l’emergere di emozioni negative e<br />
l’assunzione di atteggiamenti di evitamento<br />
verso la scuola e verso tutte quelle attività<br />
che in qualche modo si associavano ad essa
LE DIFFICOLTA’ EMOTIVE LEGATE ALLA DISLESSIA<br />
Oggi:<br />
• Un’ampia letteratura riconosce che i bambini con disturbo di<br />
apprendimento presentano come conseguenza problemi di tipo<br />
emotivo ( scarsa autostima, senso di colpa, problemi di<br />
socializzazione)<br />
• Comorbilità tra gli stessi DSA<br />
• Comorbilità tra DSA e altre condizioni cliniche(ansia,<br />
depressione, disturbi del comportamento e dell’umore, ADHD,<br />
disprassie.<br />
Consensus Conference , 2009
LE DIFFICOLTA’ EMOTIVE LEGATE ALLA DISLESSIA<br />
• Comorbilità intesa sia come co-occorrenza, sia come sviluppo di problemi<br />
psicologici dovuti ai continui e ripetuti fallimenti del bambino dislessico<br />
• Il sentirsi fallimentare spinge il bambino ad auto percepirsi come<br />
inappropriato e inadeguato, provocandogli un’enorme sofferenza che può<br />
manifestarsi dapprima come rabbia, aggressività , ritiro fino all’instaurarsi di<br />
veri e propri stati di ansia e depressione<br />
• Nella co-occorenza invece il DSA sarebbe il responsabile del manifestarsi<br />
di un disturbo psicopatologico che potenzialmente è già esistente in forma<br />
silente, in bambini predisposti geneticamente (Milani et al., 2009- Luci<br />
Ruggerini, 2010 )<br />
• I bambini con DSA hanno rischi maggiori, rispetto ai gruppi di controllo di<br />
manifestare altri disturbi ad esempio ADHD (Willcutt, Pennington, 2000)<br />
• Rourke e collaboratori hanno dimostrato ampiamente, non solo che<br />
soggetti con DSA presentano disturbi a rilevanza psicopatologica, ma<br />
che tali disturbi sono associati ai DSA stessi
•<br />
LE DIFFICOLTA’ EMOTIVE LEGATE ALLA DISLESSIA<br />
Vulnerabilità<br />
biologica<br />
latente<br />
FRUSTRAZIONE<br />
SENSO DI<br />
FALLIMENTO<br />
Possibili ricadute<br />
SUL PIANO<br />
EMOTIVO
• ricadute sugli apprendimenti ma anche<br />
per ciò che riguarda l’inserimento nel mondo del<br />
lavoro (Lami 2009)<br />
•<br />
LE DIFFICOLTA’ EMOTIVE LEGATE ALLA DISLESSIA<br />
Necessita’ di una diagnosi quanto<br />
piu’ possibile precoce (Galliano<br />
2007; Luci, Ruggerini, 2010
•<br />
LE DIFFICOLTA’ EMOTIVE LEGATE ALLA DISLESSIA<br />
L’ AUTOSTIMA<br />
la valutazione dell’immagine di se e dell’autostima<br />
nei bambini dslessici , risulta essere molto<br />
negativa<br />
• FALLIMENTI SCOLASTICI<br />
• ESPERIENZE DI FRUSTRAZIONE<br />
• ANSIA<br />
• CONFRONTO CONTINUO CON I COMPAGNI<br />
• DISAPPROVAZIONE DELL’ADULTO<br />
• SCARSA AUTOSTIMA
• Se indendiamo questa come il risultato <strong>della</strong> valutazione<br />
sulle informazioni contenute nel concetto di sé e del<br />
livello di consapevolezza che ogni persona possiede<br />
delle proprie qualità<br />
• Nei soggetti con disturbo<br />
dell’apprendimento è il sé scolastico ad<br />
essere compromesso e ciò può avere<br />
conseguenze dannose e persistenti nel<br />
tempo
• Il bambino può concepire lo sforzo e l’impegno che<br />
applica nello studio<br />
INUTILI<br />
perché si percepisce (consapevolmente o<br />
inconsapevolmente) come<br />
INCOMPETENTE E POCO AUTOEFFICACE<br />
Sviluppando uno stile attributivo poco funzionale<br />
all’apprendimento:<br />
se riesce in un compito lo attribuisce alla FORTUNA, se<br />
sbaglia è convinto che ciò dipenda dalle sue<br />
SCARSE CAPACITÀ<br />
VIO, TRESSOLDI, 1998; CORNOLDI,1999
• Aggressività, ovvero la messa in atto di un<br />
comportamento teso a fare del male o comunque<br />
a ledere, sia fisicamente che verbalmente, se<br />
stessi, le altre persone o le cose
• Percezione d’inadeguatezza<br />
• fallimenti scolastici e frustrazione<br />
sarebbero la causa di comportamenti<br />
aggressivi, aggressività incrementata dai<br />
comportamenti inadeguati<br />
di genitori e insegnanti<br />
la rabbia non sempre rivolta verso chi è<br />
responsabile direttamente ma più spesso<br />
verso la famiglia e in particolar modo verso la<br />
madre<br />
RYAN, 2006
• I bambini con DSA soffrono di un rifiuto e di un isolamento<br />
sociale legato a uno o più fattori<br />
Problemi sul piano inguistico/comunicativo<br />
<strong>difficoltà</strong> nell’uso adeguato del linguaggio verbale<br />
scarse abilità sociali<br />
scarsa persuasività<br />
decodifica difficile delle informazioni offerte dagli altri<br />
possibile goffaggine<br />
• <strong>difficoltà</strong> nell’interpretare il linguaggio corporeo (cosa pensano<br />
gli altri)<br />
atteggiamento comunicativo passivo<br />
Uniformano il concetto di sé alla percezione che di loro hanno<br />
gli altri<br />
Wong. 1994; Elksnin e Elksnin,2004
L’ANSIA<br />
• Studi su bambini con disturbi specifici di<br />
apprendimento e quindi anche con dislessia<br />
mostrano che rispetto ai compagni questi<br />
bambini tendono a stati di ansia maggiori
• La caratteristica di focalizzarsi sull’anticipazione<br />
dell’evento che sa che gli procurerà di sagio è una<br />
caratteristica spiccata del dislessico (Ryan, 2006)<br />
• egli anticipa cognitivamente ed emotivamente il<br />
giudizio degli insegnanti e dei compagni, in quanto sono situazioni<br />
che ha già vissuto in precedenza con la conseguenza di innescare<br />
un comportamento evitante<br />
• percepisce ogni sbaglio come irreparabile e sente su di sé il giudizio<br />
de compagni e dell’insegnante (sintomi cognitivi )<br />
• l’evitamento di certe esperienze o addirittura la fuga<br />
(quando non può farlo mette in atto altri comportamenti che possono<br />
essere a seconda dell’età succhiarsi il pollice, mordersi le unghie,<br />
piangere ecc.) (sintomi comportamentali)
• Gli stili attributivi sono<br />
• la convinzione nei bambini e più in genere in<br />
ogni persona riguardo i motivi che determinano<br />
la loro capacità o incapacità a svolgere bene o<br />
male determinate attività<br />
• Sono modelli per spiegare la realtà che si<br />
basano anche sulle spiegazioni causali che ci<br />
offrono le altre persone.<br />
• Le attribuzioni possono avere una forte<br />
influenza nel determinare la stima di sé stessi e<br />
sono in stretta correlazione con la motivazione<br />
a fare.
i bambini dislessici o con DSA mostrano stili<br />
attributivi non funzionali alla motivazione<br />
• si sentono meno<br />
responsabili del loro<br />
apprendimento<br />
persistono molto poco<br />
nei compiti<br />
assegnatigli:<br />
attribuiscono i loro<br />
insuccessi a fattori<br />
controllabili (scarsa<br />
capacità o intelligenza)<br />
• in caso di successo<br />
lo attribuiscono a<br />
fattori incontrollabili<br />
la fortuna<br />
rassegnazione, passività<br />
“impotenza appresa” (learned<br />
helplessness):atteggiamento che il<br />
bambino assume attraverso<br />
comportamenti rinunciatari e passivi,<br />
egli non mette in atto nessun tipo di<br />
comportamento al fine di cambiare le<br />
cose
L’impotenza appresa deriverebbe quindi da uno<br />
specifico stile di attribuzione, dove l’impegno e lo<br />
sforzo, o come si potrebbe dire” la buona volonta” ,<br />
vengono ritenuti fallimentari<br />
questi bambini sono molto spesso<br />
convinti di essere poco intelligenti,<br />
cioè di possedere scarse capacità di<br />
riuscita in qualsiasi compito e quindi<br />
evitano ogni prestazione scolastica<br />
in quanto la loro motivazione è<br />
annullata
essi tendono a concepire, sostenuti anche dal contesto<br />
un’idea dell’intelligenza come innata e immodificabile<br />
Entity theory (io sono x e resterò x)<br />
diversamente da quei bambini che credono che<br />
l’intelligenza sia incrementabile e migliorabile, per cui si<br />
sentono motivati da compiti che sfidano le loro reali<br />
capacità e che sono percepite come stimolo ad<br />
accrescere la propria intelligenza<br />
Incremental theory<br />
DWECK E LEGGETT, 1988
IL RUOLO DECISIVO DELLA FAMIGLIA E<br />
DELLA SCUOLA
• i soggetti che più si sono adattati e che<br />
hanno trovato gratificazioni <strong>emotive</strong> nella<br />
propria vita sono quelli che hanno ricevuto<br />
non solo un aiuto di tipo riabilitativo ma<br />
anche empatico<br />
• Insegnanti e genitori giocano un ruolo<br />
determinante nel sostenere in un certo modo<br />
il bambino dislessico<br />
RYAN, 2006
GENITORI<br />
RYAN , 2006<br />
• Non sottovalutare l’importanza delle <strong>difficoltà</strong><br />
scolastiche<br />
• Non rimandare la diagnosi e gli interventi<br />
opportuni…..e poi<br />
• dare incoraggiamento e sostegno costanti<br />
• Premiare i suoi sforzi piuttosto che i risultati<br />
• Insegnargli obiettivi non basati sul<br />
perfezionismo o l’irraggiungibilità, ma<br />
obiettivi semplici, realistici<br />
• Coltivare piccoli successi<br />
• Trovare ambiti <strong>della</strong> vita in cui possano<br />
sentirsi gratificati<br />
• Essere genitori e non insegnanti (ha molti<br />
insegnanti , ma ha una sola madre e un solo<br />
padre)
LA SCUOLA<br />
La fase dignostica è importante<br />
non sottovalutare che può essere<br />
fonte di molto stress, accogiere le<br />
<strong>difficoltà</strong> dei genitori<br />
Pruomovere la speranza più che<br />
l’etichettatura<br />
Il genitore deve percepire di avere<br />
davanti a sé un insegnante<br />
preparato, disposto a mettersi in<br />
gioco,tranquillo, fiducioso riguardo<br />
le possibilità di apprendimento del<br />
bambino<br />
Che riesce a mettersi nei panni<br />
<strong>della</strong> famiglia<br />
.<br />
•
• Adottare flessibilità didattica<br />
• esprimere calore e accettazione<br />
• costruire una relazione positiva<br />
dove trovino spazio alte aspettative<br />
nei confronti del bambino<br />
• Curare attivamente le relazioni<br />
sociali tra il bambino con dislessia<br />
e i suoi compagni<br />
• Scoraggiare forme di<br />
prevaricazione, atteggiamenti di<br />
bullismo (SCOTT,2004)<br />
• Promuovere nel bambino una<br />
chiara comprensione del compito<br />
• Dare segnali legati ai<br />
miglioramentii<br />
• Comunicargli i processi che sembrano<br />
averlo portando all’errore così da<br />
incrementare la consapevolezza dei<br />
propri processi di apprendimento, il<br />
repertorio di strategie e le abilità per una<br />
loro buona gestione<br />
• Portarlo a pensare che l’intelligenza e le<br />
abilità in genere possono aumentare e<br />
migliorare con compiti che ne danno la<br />
sensazione<br />
• Portarli a sentire l’efficacia del proprio<br />
sforzo “quando mi impegno riesco bene”<br />
• Creare una collaborazione cooperante<br />
con la famiglia, accogliere la loro<br />
<strong>difficoltà</strong> come una nostra possibile<br />
stessa <strong>difficoltà</strong><br />
(VIANELLO, 1999)<br />
• LASCIARE LA FILOSOFIA DELLA<br />
COMPETIZIONE (SCOTT, 2004)
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE<br />
• A. vecchini,dislessia ed emozioni, le <strong>difficoltà</strong> <strong>emotive</strong> e i rischi<br />
psicopatologici nel bambino dislessico, morlacchi ed.<br />
• D. Mugnaini, <strong>Dislessia</strong> e Qualità <strong>della</strong> vita, come promuovere<br />
atteggiamenti efficaci in genitori, insegnanti e bambini, ed. libriliberi<br />
• Cornoldi C., Metacognizione e disturbi dell’apprendimento, in G. Stella,<br />
La dislessia. Aspetti clinici, psicologici riabilitativi, Milano, Franco Angeli<br />
ed.<br />
• Farcì G., Orrù R.. I compiti <strong>della</strong> scuola nel trattamento <strong>della</strong> dislessia<br />
evolutiva, <strong>Dislessia</strong><br />
• Ryan, Problemi sociali e emotivi legati alla dislessia in <strong>Dislessia</strong><br />
• Stella G La dislessia. Aspetti clinici, psicologici e riabilitativi, Milano,<br />
Franco Angeli<br />
• Scott S. Dyslexia and counselling. Whurr Publishers, London<br />
• Stella,La dislessia, Bologna, Il Mulino<br />
• TESTIMONIANZE E STORIE<br />
• Stella G., Storie di dislessia. I bambini di oggi e di ieri raccontano la loro<br />
battaglia quotidiana. Nuova edizione accresciuta Libriliberi, Firenze<br />
• Stella G., <strong>Dislessia</strong>: una mamma racconta, Firenze, Libriliberi