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la gestione della fauna selvatica la gestione ... - Ermes Agricoltura

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SPECIALE • LA GESTIONE DELLA FAUNA SELVATICA<br />

MARIA LUISA ZANNI<br />

Servizio Territorio Rurale<br />

e Attività<br />

Faunistico-Venatorie,<br />

Regione Emilia-Romagna<br />

Danni da cervo a una<br />

pianta di ciliegio.<br />

56<br />

FEBBRAIO<br />

2011<br />

così apprezzare se gli obiettivi sono raggiunti, correggere<br />

in tempi ravvicinati le modalità di <strong>gestione</strong><br />

e condividere le scelte con tutti gli interessati sul<strong>la</strong><br />

base di risultati quantificati e non sulle percezioni<br />

dei fenomeni.<br />

L’artico<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> superficie agro-silvo-pastorale<br />

nei diversi istituti di <strong>gestione</strong>, comprese le zone di<br />

La diffusa presenza degli ungu<strong>la</strong>ti, in rapida<br />

espansione su tutto il territorio dell’Emilia-<br />

Romagna, percepita come eccessiva a causa<br />

del proliferare degli incidenti stradali e dei danni<br />

alle produzioni agricole, ha spinto <strong>la</strong> Regione a<br />

rivedere alcune modalità di <strong>gestione</strong> degli ungu<strong>la</strong>ti<br />

selvatici per il prossimo triennio, con un’attenzione<br />

partico<strong>la</strong>re alle aree caratterizzate da colture<br />

protezione, e <strong>la</strong> ricostruzione del sistema di interconnessioni<br />

tra interventi dei diversi soggetti gestori<br />

sul territorio viene resa disponibile a sca<strong>la</strong> provinciale<br />

e al pubblico anche tramite l’Osservatorio<br />

faunistico-venatorio, consultabile sul sito <strong>Ermes</strong>agricoltura<br />

(http://www.ermesagricoltura.it/Box-<br />

Informazioni/Politiche-Faunistiche-e-Venatorie). �<br />

Accordo Regione - ISPRA<br />

per contenere gli ungu<strong>la</strong>ti<br />

Foto Arch. Servizio Territorio Rurale Rer<br />

sensibili di pregio e alle aree non vocate al<strong>la</strong> presenza<br />

di queste specie.<br />

Si è arrivati per questo ad un protocollo d’intesa<br />

tra Regione Emilia-Romagna ed Istituto superiore<br />

per <strong>la</strong> protezione e <strong>la</strong> ricerca ambientale che dovrà<br />

essere attuato da Province, Ambiti territoriali di<br />

caccia, aziende venatorie ed Aree naturali protette<br />

interessati dal<strong>la</strong> presenza degli ungu<strong>la</strong>ti selvatici.<br />

Il primo punto dell’accordo riguarda alcune modifiche<br />

o precisazioni delle attuali attività gestionali<br />

condotte da Province e ATC, volte a conseguire più<br />

rapidamente le densità previste dal<strong>la</strong> pianificazione<br />

faunistica regionale per gli ungu<strong>la</strong>ti cervidi. In<br />

partico<strong>la</strong>re si danno indicazioni su come vanno<br />

interpretati gli attuali dati di censimento per finalizzarli<br />

in maniera idonea al<strong>la</strong> predisposizione dei<br />

piani di abbattimento e come questi ultimi possano<br />

essere effettuati più efficacemente.<br />

Il secondo punto intende definire una modalità di<br />

valutazione di una densità compatibile di ungu<strong>la</strong>ti<br />

nei territori dove sono presenti contemporaneamente<br />

più specie che possono avere un impatto<br />

diretto sulle colture. La predisposizione dei nuovi<br />

strumenti di pianificazione regionale, ed in partico<strong>la</strong>re<br />

<strong>la</strong> nuova “Carta delle vocazioni faunistiche”,<br />

dovranno definire correttamente questo importante<br />

parametro.<br />

Per quanto riguarda il cinghiale, il terzo punto dell’accordo<br />

- oltre a ricordare che per una corretta <strong>gestione</strong><br />

di questa specie l’ISPRA ha fornito apposite<br />

“Linee guida” che non sempre vengono applicate -<br />

prevede di definire, in via sperimentale per tre anni,<br />

una soglia massima di danno economico tollerabile<br />

sul<strong>la</strong> quale rapportare il prelievo dell’anno<br />

successivo. Il cinghiale è infatti l’animale che incide<br />

più pesantemente sul bi<strong>la</strong>ncio regionale e su quello<br />

degli ATC: essendo impossibile rapportare il prelievo<br />

in caccia all’effettiva presenza, si è ritenuto op

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