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PW (30)1 2004 - Związek Polaków we Włoszech

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Polonia Włoska Nr 1(<strong>30</strong>)/<strong>2004</strong> 27<br />

Lettera a un Soldato Polacco<br />

Il padre<br />

della Signora Rita Luzny<br />

(membro del Circolo Culturale in<br />

Lombardia) partecipava spesso agli incontri del Circolo<br />

che per tema avevano le relazioni italo-polacche tenute<br />

negli anni ‘70 e ‘80 ma anche di recente.<br />

Egli riceveva regolarmente il Bollettino e lo leggeva<br />

con grande interesse. Quest’anno doveva andare<br />

insieme ai suoi figli a Monte Cassino, ma purtroppo i<br />

suoi cari ci andranno ormai da soli…<br />

Caro papà,<br />

arriverà tra poco l’anniversario per i 60 anni dalla<br />

battaglia di Montecassino.<br />

Saresti stato in prima fila per i festeggiamenti, te<br />

ne sei andato prima, ma idealmente sarai là.<br />

Ricordo ancora – bambina – la prima volta che<br />

tornasti lì, dopo la guerra, per il venticinquesimo<br />

anniversario.<br />

Tu e i tuoi compagni vi aggiravate tra le tombe dei<br />

caduti, in cerca di nomi, di un amico, ci indicavi il<br />

punto sulla collina dov’era il tuo rifugio. E ricordavi…<br />

Venivate da lontano, da anni di umiliazioni e<br />

sofferenze: prima l’invasione nazista, poi quella sovietica<br />

e il tempo della prigionia in Siberia.<br />

Liberati, ma abbandonati a voi stessi, vi siete trascinati<br />

ai campi di addestramento, dove il Generale Anders<br />

raccolse circa 47.000 uomini sotto il suo comando.<br />

Rivedo la tua foto e sul retro la scritta “Szkola<br />

Podoficerska Bagdad”: le autorità avevano deciso di<br />

trasferirvi nel vicino Oriente. I nomi dei luoghi attraversati:<br />

Bagdad, Teheran, Tel Aviv….<br />

Molti di voi erano malati per i danni della prigionia,<br />

ma nacque così il II Corpo polacco, al comando di<br />

Anders.<br />

Poi lo sbarco a Brindisi, la risalita della penisola, i<br />

campi in Abruzzo: quella foto che amavi tanto era stata<br />

scattata là, con un bambino italiano in braccio.<br />

E poi Montecassino! È stata la più importante<br />

operazione militare effettuata dall’esercito polacco. Già<br />

gli sforzi di molti corpi stranieri – americani, inglesi,<br />

neozelandesi, indiani – erano rimasti infruttuosi: ora<br />

toccava a voi!<br />

Furono giorni terribili, di attacchi, ritirate, plotoni<br />

di uomini spazzati via e ore infernali di attesa e i morti,<br />

tanti e tanti…<br />

Rivedo sorridendo la cartolina mandata alla mamma,<br />

in una commemorazione di anni dopo, dove con<br />

una freccia indicavi il tuo bunker, il racconto della<br />

granata scoppiata non lontano.<br />

Ma avete assolto vittoriosamente il vostro compito:<br />

la mattina del 18 Maggio la bandiera polacca iniziò<br />

a sventolare sulle rovine del Monastero e le telescriventi<br />

annunciarono che la strada per Roma era aperta.<br />

Per scacciare i “diavoli verdi” erano occorsi soldati<br />

particolari, che combattessero con una motivazione in<br />

più: voi l’avevate perché, come disse il generale Anders,<br />

“per noi polacchi non era solo una battaglia per la<br />

libertà, ma la battaglia per la Polonia”.<br />

La guerra non finì lì: altri giorni, altri combattimenti,<br />

anche a fianco degli italiani….foste tra i primi a<br />

liberare Bologna.<br />

Montecassino rappresentava però per voi l’esservi<br />

coperti di gloria: così un esercito che sembrava raccolto<br />

in qualche modo, con soldati che avevano vissuto già<br />

una via crucis, aveva vinto.<br />

L’avevi sempre nel cuore, come il tuo essere<br />

polacco ha inciso sempre nella tua vita e in quella della<br />

tua famiglia: perché in fondo tu sei rimasto sempre quel<br />

soldato della Divisione dei Carpazi.<br />

L’obelisco del cimitero reca una scritta che vale<br />

anche per te: “Per la nostra e la vostra libertà, noi soldati<br />

polacchi rendemmo l’anima a Dio, i corpi all’Italia,<br />

alla Polonia i cuori”.<br />

Io ci sarò a Montecassino, tu sarai con me ed ora<br />

lascia che ti saluti come tu facevi alla scomparsa dei<br />

tuoi amici: “Che la terra ti sia leggera, Sergente<br />

Maggiore Franciszek Luzny, Trzecia Dywizja<br />

Karpatczyków”.<br />

Legnano, 05/02/04<br />

Rita Luzny

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