Testo della ricerca in formato .pdf - Il Consiglio - Regione Lombardia
Testo della ricerca in formato .pdf - Il Consiglio - Regione Lombardia
Testo della ricerca in formato .pdf - Il Consiglio - Regione Lombardia
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA<br />
DEMENZA ALZHEIMER:<br />
DIAGNOSI NELLO STUDIO<br />
DEL MEDICO DI MEDICINA GENERALE<br />
• <strong>Il</strong> Medico Pratico - Sud Milano<br />
Associazione per l’Informazione, la Formazione, la Ricerca<br />
e l’Aggiornamento <strong>in</strong> Medic<strong>in</strong>a Generale<br />
• <strong>Il</strong> Cenacolo di Ippocrate<br />
IReR<br />
Istituto Regionale di Ricerca<br />
Milano, settembre 2000
Project leaders:<br />
Dr Prim<strong>in</strong>o Claudio Botta e Dr Angelo Sferrazza Papa<br />
Consulenza neurologica e scientifica dr Massimo Franceschi<br />
Neurologia, Cl<strong>in</strong>ica S.Maria-HSR, Castellanza,Va<br />
Consulenza statistica dr Massimo Musicco<br />
ITBA, CNR, Milano<br />
Monitor dr. Giuseppe Derosa<br />
Cod IRER 98.26
INDICE<br />
PREMESSA<br />
Parte prima.<br />
IL CONTESTO<br />
1. Una <strong>ricerca</strong> nata nel Parco Sud Milano<br />
2. Cos’è il parco agricolo Sud Milano?<br />
3. Gli ospedali che servono l’area sud<br />
4. Le A.S.L .<br />
5. I medici di Medic<strong>in</strong>a Generale!<br />
6. Vogliamo la scuola di Medic<strong>in</strong>a Generale<br />
7. Una <strong>ricerca</strong> sul territorio<br />
8. Uno sforzo congiunto...<br />
Parte seconda.<br />
RISULTATI DELLA RICERCA:. CONCLUSIONI<br />
9. La malattia di Alzheimer e le demenze<br />
10. Razionale dello studio<br />
11. Metodologia dello studio<br />
12. Risultati<br />
13. Conclusioni<br />
14. Prevenire la demenza<br />
15. <strong>Il</strong> territorio del Parco sud e la patologia dementigena<br />
Bibliografia<br />
Riassunto<br />
Allegati:<br />
1 Protocollo Sperimentale (case report form)<br />
2 Gruppi medici promuoventi<br />
3 Esempio di locand<strong>in</strong>a esposta negli studi medici
PREMESSA<br />
La medic<strong>in</strong>a moderna è sempre più medic<strong>in</strong>a che deve reggersi sulle<br />
prove e questo, più che un atteggiamento culturale, è un modus operandi<br />
che <strong>in</strong>fluenzerà anche le sfere che ruotano <strong>in</strong>torno all’atto medico, etiche<br />
e socio economiche.<br />
E se, è vero che, le “prove”, sub-specie di l<strong>in</strong>ee guida “ e<br />
raccomandazioni” direttive, guideranno l’atto medico, sarà sempre più<br />
necessario avere “prove” che nascono da ricerche nel territorio per<br />
patologie che ivi si manifestano e che difficilmente possono essere<br />
studiate <strong>in</strong> altri contesti.<br />
<strong>Il</strong> bias peggiore di molti cl<strong>in</strong>ical trials è questo artificioso distacco del<br />
paziente dal contesto vitale: e questo problema viene molto prima degli<br />
standard di affidabilità scientifica degli studi.<br />
La <strong>ricerca</strong> sul territorio tende a colmare il gap tra la RICERCA<br />
“INTRAMOENIA” e la sua applicabilità nel territorio: partire dal medico<br />
del territorio e le patologie che più frequentemente vi compaiono, fare<br />
<strong>ricerca</strong> dal “vivo”.<br />
Occorre superare la storica collocazione del medico di famiglia italiano<br />
nel praticismo: se la <strong>ricerca</strong> la si impara, gli errori <strong>in</strong>iziali non avranno<br />
comunque il bias sempiterno di ricerche fatte <strong>in</strong> ospedale e applicate nel<br />
territorio.<br />
La <strong>ricerca</strong> <strong>in</strong> oggetto riflette l’orgoglioso tentativo di un gruppo di medici<br />
del territorio per capire e “validare” il proprio lavoro nell’<strong>in</strong>teresse <strong>della</strong><br />
scienza e <strong>della</strong> collettività: la fatica aggiunta al lavoro quotidiano<br />
speriamo sia seme per ulteriori fioriture e ricerche <strong>della</strong> medic<strong>in</strong>a<br />
generale del territorio lombardo.<br />
MEDICINA GENERALE E DEMENZE<br />
Gli scenari “apocalittici” che riguardano le demenze non possono non<br />
toccare il lavoro del medico generale/medico di famiglia collocato sul<br />
primo avamposto che coglie l’emergere delle patologie; ed è proprio il<br />
carattere “epidemico” delle demenze, tanto che ormai si sfiora il 30-35%<br />
negli ultraottantenni che, accompagnandosi ad una crescita senza<br />
precedenti dei soggetti anziani, co<strong>in</strong>volge necessariamente l’attività<br />
del medico di famiglia.<br />
Non può sfuggire la stretta analogia di questo <strong>in</strong>tervento con il modello<br />
v<strong>in</strong>cente del medico condotto nella lotta contro le malattie epidemico<strong>in</strong>fettive.<br />
Questo stesso <strong>in</strong>tervento si richiede sempre più chiaramente per le<br />
demenze, spesso misconosciute nelle fasi <strong>in</strong>iziale e “borderl<strong>in</strong>e”, per una<br />
diagnosi precoce.<br />
Le ragioni <strong>della</strong> diagnostica “precoce” sono ben s<strong>in</strong>tetizzate dal recente<br />
Documento di Consenso emanato dalla Società Italiana di Neuroscienze-<br />
Expert Panel Alzheimer:<br />
1) un tempestivo <strong>in</strong>tervento sulle cause delle demenze reversibili;<br />
2) l’istituzione di terapie che possono ritardare la progressione <strong>della</strong>
malattia;<br />
3) il potenziamento <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di efficacia degli <strong>in</strong>terventi che richiedono<br />
la presenza di sufficienti capacità cognitive residue;<br />
4) l’attuazione di misure che riducano gli effetti <strong>della</strong> comorbilità sulle<br />
demenze;<br />
5) l’attuazione tempestiva da parte del paziente e <strong>della</strong> famiglia di misure<br />
necessarie per affrontare i problemi connessi con la progressione delle<br />
malattie.”<br />
Riconosciuta qu<strong>in</strong>di da tutto il mondo scientifico l’utilità <strong>della</strong> diagnosi<br />
precoce (non qu<strong>in</strong>di un’<strong>in</strong>utile anticipazione di diagnosi!) e il grande<br />
impatto sanitario e umano di una azione di tal natura, non resta che<br />
<strong>in</strong>dividuare gli “attori” e le modalità di tali <strong>in</strong>terventi. Una <strong>in</strong>dicazione molto<br />
chiara <strong>in</strong> proposito è venuta da una Consensus Conference di psico-geriatri<br />
Statunitensi sul f<strong>in</strong>ire del 1998: il primo richiamo è quello di un criterio<br />
diagnostico per la demenza di tipo INCLUSIVO, vale a dire non demenza<br />
come ESCLUSIONE di altre malattie, ma la malattia ben def<strong>in</strong>ibile e<br />
diagnosticabile. <strong>Il</strong> secondo <strong>in</strong>dividua nel medico di famiglia, operante nel<br />
territorio, il soggetto sanitario più adatto, l’ “attore” di una possibile diagnosi<br />
precoce, perché, <strong>in</strong> assenza di marcatori biologici/strumentali che<br />
document<strong>in</strong>o <strong>in</strong>oppugnabilmente la malattia dementigena, la diagnosi non<br />
può che dipendere dalla valutazione <strong>della</strong> “cognitività” dei pazienti. E chi tra<br />
i medici può valutare meglio il decl<strong>in</strong>o/cambiamento di un soggetto se non<br />
il medico che segue il soggetto (e il contesto socio familiare) per anni?.<br />
Di seguito riportiamo i s<strong>in</strong>tomi che frequentemente caratterizzano le<br />
demenze agli esordi (sempre tratto dal documento sopra citato):<br />
- “apprendere e ricordare nuove <strong>in</strong>formazioni: ha difficoltà a ricordare<br />
conversazioni<br />
recenti, eventi, appuntamenti;<br />
- eseguire compiti complessi: ha difficoltà ad eseguire un compito<br />
che richiede una sequenza complessa di azioni;<br />
- eseguire ragionamenti: non riesce a rispondere con una ragionevole<br />
strategia ai problemi <strong>in</strong>sorti a casa o sul luogo del lavoro;<br />
- mantenere comportamenti socialmente adeguati: si mostra<br />
sorprendentemente poco riguardoso delle regole sociali di<br />
comportamento;<br />
- orientarsi nello spazio e nel tempo: ha difficoltà nella guida<br />
dell’automobile, tende a perdersi anche <strong>in</strong> luoghi a lui/lei familiari;<br />
- l<strong>in</strong>guaggio: ha difficoltà a trovare parole che esprimano ciò che vuole<br />
comunicare e a eseguire le conversazioni, anche nella scrittura e nella<br />
lettura si evidenziano impacci e difficoltà;<br />
- avere un comportamento adeguato: è più passivo, irritabile e<br />
sospettoso del solito, <strong>in</strong>terpreta <strong>in</strong> modo sbagliato stimoli uditivi<br />
e visivi. A volte si manifestano disturbi più selettivi e particolari<br />
come disturbo del l<strong>in</strong>guaggio (afasia), disturbo del riconoscimento<br />
dei volti familiari (prosopoagnosia) o altri disturbi isolati come la<br />
difficoltà nell’organizzazione dei gesti”.<br />
Balza all’occhio <strong>in</strong> maniera evidente come la “conoscenza” che il medico di<br />
famiglia ha del paziente rappresenti il know-how che fa la differenza con gli
altri specialisti per la diagnosi di siffatta malattia. <strong>Il</strong> che facilita anche per il<br />
medico generale l’utilizzo degli strumenti standardizzati per la valutazione<br />
cognitiva: tra tutti il test di Folste<strong>in</strong> o M<strong>in</strong>i Mental State Exam<strong>in</strong>ation.<br />
<strong>Il</strong> progetto di <strong>ricerca</strong> sulla accuratezza diagnostica delle demenze del medico<br />
di famiglia poggia su queste precise premesse-conv<strong>in</strong>zioni. Le premesse di<br />
una maggiore sensibilità e anche buona specificità diagnostica, con una<br />
adeguata preparazione-tra<strong>in</strong><strong>in</strong>g dei medici generali corroborata da semplici<br />
tests di supporto, praticabili nella rout<strong>in</strong>e medica. La conv<strong>in</strong>zione di portare<br />
un contributo non secondario nel pieno “dell’epidemia”, non solo doveroso<br />
e umano, ma anche economicamente valido.<strong>Il</strong> confronto-verifica del lavoro<br />
diagnostico del medico di famiglia con una struttura di alto livello e rigore<br />
scientifico è stata la griglia del (possibile) corretto operare e il mezzo per la<br />
valutazione del diverso impatto economico.<br />
1. UNA RICERCA NATA NEL PARCO SUD MILANO<br />
Si parte da lontano per arrivare alla realtà sanitaria attuale che, nell'area<br />
immediatamente a sud <strong>della</strong> Città, tra i due noti fiumi Tic<strong>in</strong>o ed Adda, ha<br />
prodotto un nuovo modo di fare medic<strong>in</strong>a reagendo al sistema<br />
ospedalocentrico, despota dell'ultimo ventennio. Si tratta <strong>della</strong> medic<strong>in</strong>a sul<br />
territorio, quella sconosciuta agli ospedali ed alla casistica ad essi afferente.<br />
Non é una novità locale. È un profilo sanitario che riflette l'andamento<br />
nazionale; qui si ha il merito di aver elaborato, per primi, un rimedio. Rimedio<br />
a che cosa? Allo sfacelo dilagante <strong>della</strong> medic<strong>in</strong>a generale. Quello che partorì<br />
un medico sganciato dall' Università, succube degli ospedali, s<strong>in</strong>dacalizzato.<br />
Una volta l'ospedale evocava qualcosa di funesto, nota che si percepisce<br />
ancora lavorando nella Bassa (la parte sud <strong>della</strong> Pianura Padana) e visitando<br />
qualche anziana signora: “mi vu no all' uspedal“. Lo stesso medico che,<br />
carente di ricerche sul proprio lavoro e povero di rilievo mass-mediologico,<br />
delega dapprima la pediatria, caso unico al mondo, allo “ specialista“ ed è <strong>in</strong><br />
attesa di altre figure sanitarie che possano sostituirlo: una medic<strong>in</strong>a spezzettata<br />
per comparti dove la s<strong>in</strong>tesi sanitaria non è fatta sulla persona nel suo contesto<br />
vitale, casa e territorio, ma saltuariamente, occasionalmente nel letto<br />
d'ospedale: l'lnternista, che vuol conoscere la malattia senza immag<strong>in</strong>are<br />
(poichè non conosce il paziente) come è la salute di quel s<strong>in</strong>golo <strong>in</strong>dividuo. <strong>Il</strong><br />
medico generalista e di famiglia italiano relegato <strong>in</strong> un angolo, sempre “<br />
studiato“ da altri, sempre“ <strong>in</strong>dirizzato“, <strong>in</strong> perenne ritardo, messo al centro <strong>in</strong><br />
tutte le riforme e spiazzato operativamente: al massimo oggetto passivo di<br />
ricerche condotte da altri (istituti, università ed ospedali ) che <strong>in</strong>variabilmente<br />
ne documentano una “ carenza“. La <strong>ricerca</strong> nella medic<strong>in</strong>a generale allora si<br />
risolve <strong>in</strong> lavori marg<strong>in</strong>ali,“ sociologici“ non <strong>in</strong>cisivi: anche nei settori dove la<br />
sua parola è parte <strong>in</strong>eludibile. Per far luce su questi ultimi scal<strong>in</strong>i <strong>in</strong> discesa di<br />
una gloriosa tradizione millenaria che <strong>in</strong> parte si é conservata <strong>in</strong> molti stati<br />
<strong>della</strong> Comunità Europea, specie nei paesi del nord, per spiegare una simile<br />
decadenza, bisogna rifarsi agli anni “75-“79 allorché alla f<strong>in</strong>e di un decennio<br />
di empasse, si operò sulla sanità con due correttivi “iatrogeni“. La legge che<br />
<strong>in</strong>trodusse il nuovo Sistema Sanitario Nazionale (SSN) e l'ipotesi universitaria<br />
che, sfornando un alto numero di specialisti per ogni branca medica, si poteva
far fare un balzo di qualità alla medic<strong>in</strong>a.<br />
2. COS'È IL PARCO AGRICOLO “SUD MILANO“?<br />
Comprende 61 comuni che si collocano <strong>in</strong> tutta l'area sud del perimetro<br />
<strong>della</strong> città (Zona dei Navigli e Via Tibaldi) con l'aeroporto di L<strong>in</strong>ate ad<br />
Est, usando come spartiacque la Rivoltana, mentre all'estremo lato Ovest,<br />
l'autostrada e la statale che portano a Novara e a Tor<strong>in</strong>o e, come sponda<br />
occidentale, il fiume Tic<strong>in</strong>o che limita il territorio su cui operiamo,<br />
scendendo obliquo f<strong>in</strong>o a Pavia dove, nel Ponte <strong>della</strong> Becca, si unisce al<br />
Po. La città di Pavia che dà il nome al fiume (o viceversa), rappresenta<br />
l'estremo sud del nostro territorio di studio e dista da Milano 33 Km. In<br />
quest'area, 20 anni fa, gli amm<strong>in</strong>istratori locali decisero di istituire un<br />
parco per sottrarre questo ben di Dio di fertilità alla cementificazione<br />
<strong>in</strong>esorabile. Tale dest<strong>in</strong>o, <strong>in</strong>vece, negli anni del boom era toccato all'area<br />
nord di Milano che ha portato alla costruzione <strong>in</strong><strong>in</strong>terrotta di case dallo<br />
stadio di San Siro f<strong>in</strong>o a Varese, mentre <strong>in</strong> modo più discont<strong>in</strong>uo f<strong>in</strong>o a<br />
Bergamo. Gli amm<strong>in</strong>istratori volevano salvare quest'area <strong>in</strong>tuendo la<br />
futura ed imperiosa espansione di Milano che si proponeva come la vera<br />
capitale d'Italia e forse d'Europa. Non sbagliarono, se, considerando gli<br />
sviluppi successivi, con l'ultimo tassello, l'aeroporto <strong>della</strong> Malpensa, essa<br />
si apri def<strong>in</strong>itivarrente a tutti i cont<strong>in</strong>enti. Purtroppo il Parco ebbe varie<br />
vicissitud<strong>in</strong>i con situazioni di coma o stati preterm<strong>in</strong>ali (data l'occasione,<br />
é meglio usare un l<strong>in</strong>guaggio medico!) a situazioni di improvviso arousal.<br />
Da ultimo é prevalso il coma e poi la morte... ripartendo con la<br />
cementificazione! Comunque, poco importa, la gente dell'H<strong>in</strong>terland<br />
dell'area sud, lus<strong>in</strong>gata da tale proposta, si appropriò idealmente del<br />
term<strong>in</strong>e e cont<strong>in</strong>uò ad accarezzare questa chimera.<br />
Per cui, parlando con una persona semplice, non é strano sentirsi dire:<br />
“Sono dell'area del Parco Sud“.<br />
3. GLI OSPEDALI CHE SERVONO L’AREA SUD<br />
I nostri ospedali non accolgono la nostra gente! È proprio il caso di dirlo.<br />
Sembrano messi li a caso nella cart<strong>in</strong>a geografica <strong>della</strong> A.S.L. 2; quelli<br />
compresi dentro il suo perimetro sono: l'Ospedale Predabissi di<br />
Melegnano, il S. Uboldo di Cernusco sul Naviglio, l'Ospedale Santa<br />
Maria delle Stelle di Melzo, l'Ospedale Serbelloni di Gorgonzola e<br />
l'Istituto Cl<strong>in</strong>ico Humanitas di Rozzano.<br />
La maggior parte di essi sono sorti con bac<strong>in</strong>i d'utenza che si sono creati<br />
storicamente. Ciò é stato deterrn<strong>in</strong>ato:<br />
1) dalle strade di comunicazione,<br />
2) dalla densità di popolazione,<br />
3) dal modo di operare dei loro Medici.<br />
Poli Milanesi <strong>in</strong>discussi di attrazione sulla nostra area, <strong>in</strong>oltre, sono: il<br />
Policl<strong>in</strong>ico per la sua storica efficienza, il San Raffaele per la grandezza<br />
ed il prestigio, il San Paolo che ha accolto f<strong>in</strong>o ad oggi il numero più alto<br />
di assistiti.<br />
Recentemente, nel lato est di Rozzano, s'é <strong>in</strong>sediata la Cl<strong>in</strong>ica Humanitas
che si presenta di ottimo livello e promette un futuro da leone. È stata una<br />
grande operazione di mercato, ma effettivamente, <strong>in</strong> quella zona era stata<br />
<strong>in</strong>dividuata la necessità di un ospedale. Tant'e che lo stesso Policl<strong>in</strong>ico,<br />
con decisioni soporose, doveva essere dislocato al Ronchetto delle Rane,<br />
sito <strong>in</strong> una vasta area a Sud-Est di Milano, meglio conosciuta come il<br />
Gratosoglio. Ed é strano che ciò non avvenne.<br />
L'Ospedale di Melegnano ha un ruolo locale e, pur annoverando qualche<br />
nome prestigioso tra i suoi Primari, non si é mai aperto all'esterno. <strong>Il</strong> polo<br />
degli ospedali <strong>della</strong> zona est: San Donato, ospedale tuttofare, Gorgonzola<br />
e Melzo, ospedaletti modello di prov<strong>in</strong>cia.<br />
Un piccolo ospedale, il Carlo Mira di Casorate Primo, sito nel cuore <strong>della</strong><br />
nostra zona operativa, resiste alle cont<strong>in</strong>ue spartizioni e cambi di<br />
padrone. É sito <strong>in</strong> una l<strong>in</strong>gua di terra che serve l'area detta dell'Est Tic<strong>in</strong>o,<br />
ma ha la sfortuna di appartenere alla prov<strong>in</strong>cia di Pavia. Qu<strong>in</strong>di<br />
appartiene a Pavia, ma serve Milano !<br />
I comuni dell'estremo Sud dell'area che consideriamo (B<strong>in</strong>asco, Casarile,<br />
Lacchiarella, Vernate) tendono ad utilizzare i 2 grandi ospedali di Pavia:<br />
lo storico Policl<strong>in</strong>ico San Matteo, <strong>in</strong> decadenza da un ventennio, e la<br />
Cl<strong>in</strong>ica del Lavoro o Fondazione Maugeri <strong>in</strong> forte espansione con<br />
caratteri imprenditoriali decisivi. Mentre l'Istituto Neurologico Mond<strong>in</strong>o,<br />
opera una soporosa sopravvivenza. Allora dove si mandano i Pazienti?<br />
Nessuna A.S.L., nonché meno la nostra, é riuscita a regolarizzare dei<br />
flussi stabili. Ogni medico segue le proprie amicizie e preferenze, salvo<br />
eccezioni.<br />
La cart<strong>in</strong>a geografica a colpo d'occhio, ci fa capire che c'é una struttura<br />
stradale a raggiera con partenza da Piazza Duomo e fuga verso ogni<br />
angolazione. L'utenza degli ospedali deve ubbidire anche a questo diktat.<br />
Per fare un esempio, se da B<strong>in</strong>asco ci si vuole spostare alla<br />
Cl<strong>in</strong>ica Humanitas di Rozzano, bisogna prima passare per Milano.<br />
Infatti il sistema dei trasporti <strong>della</strong> Prov<strong>in</strong>cia saldamente <strong>in</strong> mano a certe<br />
ditte che vantano convenzioni ereditarie, é fermo agli anni 50!<br />
<strong>Il</strong> modello sanitario, anche nella regione <strong>Lombardia</strong> che per prima tra le<br />
regioni <strong>in</strong> ltalia ha <strong>in</strong>trodotto il “privato efficiente“ nella sanità,<br />
si scontra comunque sui bisogni sanitari del territorio non adeguatamente<br />
valutati: il paradosso di nuove strutture ad alta specializzazione<br />
<strong>in</strong> una delle zone dove più alta è l'offerta dimostra quanto<br />
L'OFFERTA CREA LA DOMANDA.<br />
Non di nuove cardiochirurgie, semmai di reparti psico-geriatrici, non<br />
dell'ennesima emod<strong>in</strong>amica, ma di day hospital: creare reparti<br />
specializzati significa solo “specializzare“ molte malattie il cui<br />
ambito di cura è e resta il territorio e la casa; con i costi che<br />
conosciamo e con il sistema DRG che senza un controllo<br />
tra gli operatori non può che portare ad un levitare delle spese, senza una<br />
risposta mirata alle patologie emergenti.<br />
Può succedere che una cl<strong>in</strong>ica come l'Humanitas, ricca di sale<br />
operatorie, ma povera di day hospital, manchi di reparti neurologici e/o<br />
geriatrici nella regione dove vi è una delle più alte concentrazioni di<br />
anziani del mondo e conseguentemente di demenze (30% e più degli
ultraottantenni!)<br />
4. LE A.S.L.<br />
La <strong>ricerca</strong> sulla demenza (ironia <strong>della</strong> sorte), si colloca <strong>in</strong> un'area dove si<br />
scontrano i conf<strong>in</strong>i di tre A.S.L.: la n° 1 Milano, la n° 2 Melegnano,<br />
la n° 3 Corsico.<br />
Questo perché le A.S.L. sono state disegnate di recente, mentre le realtà<br />
sanitarie territoriali seguono un disegno storico più longevo. Peggio, le<br />
A.S.L. con il comporsi e lo scomporsi hanno dimostrato di essere una<br />
realtà solo amm<strong>in</strong>istrativa e non sanitaria e comunque non <strong>in</strong>sostituibile.<br />
Quella nostra, la A.S.L. n° 2, é il risultato <strong>della</strong> somma delle U.S.S.L. n°<br />
26 di Melegnano, n° 39 di Rozzano e n° 27 di Cernusco sul Naviglio.<br />
I comuni co<strong>in</strong>volti sono 46 con un totale di 510.000 abitanti.<br />
Questo logorio durato un ventennio ha dato ai medici ed agli operatori<br />
sanitari un distacco, se non anche un senso di rigetto, che non é possibile<br />
rimuovere a tutt'oggi.<br />
<strong>Il</strong> co<strong>in</strong>volgimento dei S<strong>in</strong>daci e qu<strong>in</strong>di dei comuni nella gestione delle<br />
A.S.L. é stato solo di natura burocratica e non ha portato ad una<br />
partecipazione maggiore dei cittad<strong>in</strong>i.<br />
La penultima legislazione sull'ennesimo ridisegno delle A.S.L., che le<br />
proponeva <strong>in</strong> numero di 40, cercava forse di recuperare le micro-realtà<br />
sanitarie già esistenti, cercando di dar loro uno sbocco.<br />
Ma ciò non avvenne.<br />
La Medic<strong>in</strong>a Generale forte <strong>della</strong> sua identità ha, ciononostante, fatto<br />
sentire la sua voce di d<strong>in</strong>iego per cui venne sostituita con un piccolo<br />
apparato burocratico (ancora presente!) fatto di colleghi <strong>in</strong> cerca del<br />
primo impiego o bisognosi di affermarsi.<br />
Questi colleghi vennero affiancati ai politici e f<strong>in</strong>irono utilizzati come<br />
consiglieri o come braccio armato contro lo strapotere dei Medici di<br />
Famiglia!<br />
Uno dei tentativi più “truci“, sul quale bisognerà fare una sana riflessione,<br />
è stato quello (è ancora, per certuni) di slegare, recidere, “diluire“ il<br />
rapporto medico di famiglia-paziente: rapporto LIBERO, fondato sulla<br />
fiducia e il rispetto e, dall'altra, su umanità e professionalità.<br />
Non il MEDICO, ma medico di base, nel suo vero senso di base<br />
calpestabile per accedere eventualmente alle figure sanitarie<br />
specialistiche, è questa la figura che nei fatti è stata fatta emergere<br />
nel S.S.N.<br />
Anzi, proprio la debolezza scientifica <strong>della</strong> Medic<strong>in</strong>a generale ha fatto si<br />
che essa divenisse il banco di prova dell’ “economicismo“ ormai<br />
dom<strong>in</strong>ante nel SSN: note e contronote che nell'espandersi <strong>in</strong>controllato<br />
del “consumismo“ sanitario, vengono ad <strong>in</strong>teressare soprattutto il medico<br />
di famiglia: aumenta la spesa per gli ospedali e si risparmia sui medici del<br />
territorio; si riconosce il ruolo “risparmioso“ <strong>della</strong> prevenzione (fattibile<br />
sul teritorio) e tutto si fa per potenziare le diagnosi-cure (ospedaliere!).<br />
Gli atteggiamenti schizoidi non possono che portare a risultati<br />
paradossali: perdita d'<strong>in</strong>cisivita' del medico di famiglia, m<strong>in</strong>or
soddisfazione di tutti (nonostante l'alto gradimento <strong>della</strong> popolazione<br />
verso la medic<strong>in</strong>a generale), aumento <strong>della</strong> spesa sanitaria, utilizzo<br />
improprio <strong>della</strong> medic<strong>in</strong>a specialistica (la “generalizzazione“ <strong>della</strong><br />
specialistica).<br />
Venne costruito un apparato a cui vennero date delle mansioni erose dai<br />
compiti tipici del Medico di M.G. (ADI, cure palliative, la gestione del<br />
paziente diabetico, la gestione dei presidi soci-assistenziali, la<br />
formazione e l'aggiornamento, ecc...) e alle farmacie (loro<br />
regolamentazione, la distribuzione dell'ossigeno,...).<br />
Una volta avvenuta l'auto combustione di questo apparato, la Medic<strong>in</strong>a<br />
Generale é saltata fuori comunque, forte del consenso <strong>della</strong> gente<br />
(gradimento sempre oltre l'80% <strong>in</strong> ogni tipo di <strong>in</strong>chiesta), <strong>della</strong><br />
collaborazione con gli ospedali, con il volontariato e con le associazioni<br />
socio assistenziali a tutti i livelli comunali, privati, sovracomunali.<br />
L'atteggiamento del “sorvegliare e punire“ il medico di famiglia o di<br />
blandirlo con collaborazioni centralizzate e “distrettuali“ non ha certo<br />
giovato: a tutt' oggi di fronte alla ridondanza di certi DRG, questi si, vera<br />
“piaga“ di dissesto economico, non certo i “disposti“ delle ASL , ma solo<br />
la professionalità (il senso del dovere e del lavorare bene) del generalista<br />
ha permesso di costruire un m<strong>in</strong>imo di “gate-control“ vero, perchè non<br />
costruito dagli economisti, ma filtrato dal reale rapporto medico-paziente.<br />
E questo, nonostante tutto il sistema ASL (tranne vere eccezioni) remi<br />
contro la valorizzazione professionale del medico generalista.<br />
Depotenziare la medic<strong>in</strong>a generale oggi può rendere il paziente più <strong>in</strong><br />
balia dell'ondivaga moda sanitaria di giornalisti e televisioni: dim<strong>in</strong>uito<br />
il potere dei medici “CURANTI“, non cresce il potere dei pazienti...<br />
anzi...<br />
5. I MEDICI DI MEDICINA GENERALE<br />
Perno del nostro sistema sanitario dovrebbero essere i Medici di<br />
Medic<strong>in</strong>a Generale (MMG). Almeno così si sente dire o si legge <strong>in</strong> tutti<br />
gli scritti ed i discorsi di fonti autorevoli.<br />
Ma i MMG soffrono di una malattia: la depressione scientifica!<br />
Una volta lasciata l'Università sono stati immessi sul mercato con regole<br />
capestro: massimale bloccato, rapporto di sermi-dipendenza,<br />
aggiornamento giostrato non dall'Ord<strong>in</strong>e dei Medici o dall'Università,<br />
bensì dalle A.S.L. Queste l'hanno <strong>in</strong>dirizzato al risparmio ed alla<br />
subord<strong>in</strong>azione, promuovendo una figura di medico <strong>in</strong>adeguato ai<br />
problemi nuovi del territorio, delle nuove conoscenze <strong>in</strong> campo sanitario<br />
e, soprattutto, <strong>della</strong> nuova tecnologia (la m<strong>in</strong>iaturizzazione <strong>della</strong><br />
strumentistica diagnostica).<br />
Non essendoci un libero accesso agli studi medici, <strong>in</strong> altre parole,<br />
mancando la competizione tra gli stessi medici, non s'è formata una<br />
classe di professionisti giudicati dagli utenti!<br />
Qu<strong>in</strong>di s'é creato spazio per quei medici che si accontentano “di poco“,<br />
di un rapporto protetto, che hanno accettato la burocrazia.<br />
La zona Sud é stata fortunata <strong>in</strong> quanto presenta una popolazione di
MMG che si colloca tra i 35 ed i 55 anni.<br />
La nostra A.S.L. che abbraccia 46 Comuni e un'area a L rovesciata che<br />
dall'aeroporto di L<strong>in</strong>ate si adagia sulla città f<strong>in</strong>o all'autostrada A7<br />
(per Genova), conta 500 medici. Ma i rapporti tra area del Nord-Est<br />
(Cernusco) e area Sud sono solo formali.<br />
Molto aggiornamento é stato fatto da animatori preparati dalla SIMG e<br />
poi agenti <strong>in</strong> proprio o <strong>in</strong> gruppi.<br />
Nell'area del Rozzanese, ex U.S.S.L. 39, su 100 medici, gli animatori ne<br />
trovano 20 brillanti, 30 dignitosi e 45-50 ord<strong>in</strong>ari.<br />
Ciò nonostante, considerando quanto già detto sulla formazione gestita<br />
politicamente e sulla professione “bloccata“, <strong>in</strong> quest'area geografica si<br />
sono create le condizioni per la <strong>ricerca</strong> sul territorio, ossia i Medici hanno<br />
com<strong>in</strong>ciato a sognare di costituire un contraltare all'istituto Mario Negri,<br />
ma sul territorio.<br />
Ciò é accaduto con il co<strong>in</strong>volgimento dei 20 medici ritenuti brillanti.<br />
Questi sono stati selezionati e <strong>in</strong>clusi nella <strong>ricerca</strong> sulla Demenza di<br />
Alzheimer. Si tratta di colleghi già “selezionati” dallo studio e<br />
dall’esperienza quotidiana.<br />
Per un decennio, <strong>in</strong>fatti, si sono sottoposti alla formazione e<br />
all'aggiornamento voluto prima dalla SIMG poi dallo SNAMID, dai<br />
Cenacoli di Ippocrate e dalle associazioni scientifiche locali, come quella<br />
del Medico Pratico del Sud Milano che si candiderebbe, nella vasta area<br />
del Milanese, a leader.<br />
Questa associazione ha studiato a lungo la realtà <strong>della</strong> Medic<strong>in</strong>a Generale<br />
più fiorente all'estero (Canada, nord Europa, Australia) preparando i<br />
Medici ad una chiarezza di obiettivi e di <strong>in</strong>tenti, ossia che la Medic<strong>in</strong>a<br />
Generale rimarrà per i secoli futuri quella che é stata nei secoli passati:<br />
l'unica realtà garante <strong>della</strong> salute dei cittad<strong>in</strong>i sul territorio.<br />
La figura del Medico di Medic<strong>in</strong>a Generale deve riprendersi quanto<br />
perduto negli ultimi trenta anni. Ma com'é possibile se ci sono tanti<br />
specialisti pronti a generalizzarsi (= a fare le funzioni del Medico<br />
generico)? Sappiamo che se lo specialista fa il Medico Generalista porta<br />
all'iperconsumo, soprattutto nel campo <strong>della</strong> diagnostica e ciò conduce ad<br />
un <strong>in</strong>giusto utilizzo di risorse non solo statali, ma anche private. ...E il<br />
consumismo è un figlio degenere <strong>della</strong> Medic<strong>in</strong>a.<br />
6. VOGLIAMO LA SCUOLA DI MEDICNA GENERALE!<br />
<strong>Il</strong> fermento di un cent<strong>in</strong>aio di medici dell’area del Parco Sud-Milano mira<br />
a riorganizzare la Medic<strong>in</strong>a Generale sotto la guida di una Scuola. Non<br />
può il medico di M.G. essere un semplice esecutore, un dipendente, un<br />
“soggetto” nell’organizzazione sanitaria. Ciò è pensabile <strong>in</strong> un sistema<br />
semplice, schematico, dove la traccia del lavoro venga proposta a<br />
tavol<strong>in</strong>o (come ad esempio nel campo <strong>della</strong> prevenzione: fare le<br />
vacc<strong>in</strong>azioni, fare la medic<strong>in</strong>a scolastica, gran parte <strong>della</strong> medic<strong>in</strong>a del<br />
lavoro, ecc...). Nel campo <strong>della</strong> diagnostica e <strong>della</strong> cl<strong>in</strong>ica il MMG è solo<br />
e decide del dest<strong>in</strong>o del paziente. Qu<strong>in</strong>di è un professionista! Decide con<br />
il suo retroterra formativo ed esperenziale.
Quello che manca al SSN è un medico preparato, che dia delle precise<br />
garanzie.F<strong>in</strong>o ad oggi tutti i tentativi miranti a ciò sono naufragati <strong>in</strong><br />
quanto manca una scuola autorevole.<br />
A tale scuola spetta def<strong>in</strong>ire lo standard formativo del Medico operante<br />
sul territorio (MMG) e l’ambito di azione dello stesso nel quadro delle<br />
malattie e dei malati.<br />
Ciò darebbe uno spartiacque preciso con le prestazioni di 2° livello e<br />
spazzerebbe via la confusione che regna nell’accedere ai servizi sanitari.<br />
Insomma, una gonalgia, anche grave, deve essere valutata dal MMG e<br />
solo se questi lo ritiene, successivamente, da uno specialista!<br />
Fuori da questa l<strong>in</strong>ea unidirezionale e obbligata esplode il consumismo<br />
perché la diagnosi la si lascia nelle mani del paziente.<br />
Esistono molti MMG ultrapreparati ed efficienti.<br />
Purtroppo beneficiano dello stesso trattamento economico di altri assenti<br />
e/o <strong>in</strong>utili. S’<strong>in</strong>troduce giocoforza il tema <strong>della</strong> competizione tra i<br />
colleghi Medici di MG (i Medici di Famiglia). Tale competizione è stata<br />
ridotta all’osso e c’è chi la esercita <strong>in</strong> “privato’, di “nascosto”, come se<br />
ciò costituisse un atto illegale e fraudolento.<br />
La formazione “permanente” nell’area del Sud Milano ha <strong>in</strong>izio nel 1990<br />
e procede con <strong>in</strong>contri bisettimanali, it<strong>in</strong>eranti su tutto il territorio.<br />
Mancava cimentarsi nella <strong>ricerca</strong> e ciò è avvenuto.<br />
Sarà un’ulteriore prova per gli osservatori esterni ed istituzionali che<br />
proprio qui s’è <strong>in</strong>terrato il seme <strong>della</strong> prima scuola lombarda.<br />
Siamo disposti a contribuire a questa nascita sotto ogni forma. Un<br />
contributo esclusivamente privato, o pubblico o misto.<br />
<strong>Il</strong> tutto sempre <strong>in</strong> collaborazione con L’Università cui non mancherà mai<br />
la nostra riconoscenza e il nostro plauso; è noto che una grossa parte di<br />
medici, che di fatto esercitano la Medic<strong>in</strong>a Generale, abbiano una<br />
specializzazione universitaria!<br />
Dipartimenti di MG esistono <strong>in</strong> tutta Europa e negli U.S.A. esistono<br />
floridi <strong>in</strong>segnamenti universitari per la MG. Per le nostre associazioni<br />
fare <strong>ricerca</strong> significa nuovamente, dare un segnale forte alle istituzioni<br />
lombarde, perché qui nasca un polo universitario per la MG.<br />
Oggi coniugare equità nelle prestazioni sanitarie ed efficienza nella<br />
locazione delle risorse non è facile, certamente diventa impossibile se<br />
non si pone al centro del S.S.N. pubblico o privato che sia il Medico di<br />
famiglia che rappresenta lo snodo pubblico/privato e cittad<strong>in</strong>o<br />
paziente/istituzioni.<br />
Non però relegandolo a vaso di coccio tra le esigenze crescenti dei<br />
cittad<strong>in</strong>i e le risorse decl<strong>in</strong>anti delle istituzioni!<br />
<strong>Il</strong> suo deve essere un ruolo forte, che sta dalla parte del cittad<strong>in</strong>o/paziente,<br />
ma non regala nulla a mode effimere e percorsi diagnostici<br />
scientificamente non corretti: per fare questo occorre la <strong>ricerca</strong>, la MG <strong>in</strong><br />
università, l<strong>in</strong>ee guida corrette, non nate dalla corte degli epidemologi,<br />
ma dalle attività venute dal territorio.
7. UNA RICERCA SUL TERRITORIO<br />
F<strong>in</strong>o ad oggi <strong>in</strong> tutto il mondo pochissime ricerche sono state realizzate<br />
realmente sul territorio. Quella di Fram<strong>in</strong>gham, effettuata su una<br />
popolazione stabile, é un'eccezione.<br />
Generalmente si spacciano per ricerche sul territorio quelle effettuate<br />
sulla popolazione di malati che afferisce ad ambulatori o a reparti<br />
ospedalieri. Si tratta o di pazienti selezionati dalla gravità del male<br />
e qu<strong>in</strong>di costretti a rivolgersi ad una struttura di secondo livello o<br />
di habitué.<br />
Ciò é stato favorito sia dall'accesso libero e gratuito, sia dalla mancanza<br />
di competizione tra i Medici di famiglia, pagati a retta unica e<br />
omnicomprensiva.<br />
Esempi clamorosi di spostamenti di popolazione verso gli ospedali<br />
vengono registrate nelle branche <strong>della</strong> diabetologia, dell'ortopedia, <strong>della</strong><br />
g<strong>in</strong>ecologia e <strong>della</strong> pediatria.<br />
Questo ha favorito le ricerche effettuate <strong>in</strong> ambito ospedaliero con facilità<br />
di selezione <strong>della</strong> casistica e senza alcuno sforzo. Ma il territorio é<br />
un'altra cosa! Ad esempio su 10 BCPO presenti sul territorio 2 vengono<br />
regolarmente seguiti dal reparto/ambulatorio di pneumologia. Su 100<br />
pazienti con patologia psichiatrica m<strong>in</strong>ore o maggiore, da 2 a 15 vengono<br />
seguiti dai servizi psichiatrici. Non é facile quantizzare ciò nelle altre<br />
branche <strong>della</strong> medic<strong>in</strong>a. È un compito che si affida alla <strong>ricerca</strong> sul<br />
territorio e ai Medici di Medic<strong>in</strong>a Generale.<br />
Solo il Medico di famiglia é custode dell'anamnesi vera del paziente.<br />
Conosce del paziente anche dati riferiti da altri o collaterali; le anamnesi<br />
raccolte <strong>in</strong> ambito ospedaliero sono frutto <strong>della</strong> soggettività del paziente<br />
stesso, <strong>della</strong> sua capacità mnemonica, <strong>della</strong> eventuale volontà a non<br />
riferire certi dati che spesso tornano sconvenienti..<br />
Nelle grosse ricerche sorvolare su piccoli dati porta a risultati paradossali<br />
o assurdi e solo la quadratura del cerchio del <strong>ricerca</strong>tore può portare a<br />
sbocchi “significativi“.<br />
Purtroppo abbiamo poche ricerche e pochi dati realizzati dai Medici di<br />
Famiglia<br />
Le stesse leggi hanno condannato i Medici di Famiglia ad un ruolo di<br />
esecutori. Infatti non possono partecipare a congressi con<br />
sponsorizzazioni e, dunque, dato il costo dell'aggiornamento, sono stati<br />
condannati all'ignoranza. Con l'ignoranza sono più dom<strong>in</strong>abili lasciando<br />
il polso <strong>della</strong> sanità <strong>in</strong> mano agli ospedali. <strong>Il</strong> recente ruolo del DRG, come<br />
metro di pagamento, con gli abusi registrati sta consigliando di rivolgersi<br />
ancora al Medico Generalista.<br />
Una <strong>ricerca</strong> sul territorio passa attraverso 3 tappe:<br />
1. Selezione dei <strong>ricerca</strong>tori.<br />
2. Formazione degli stessi.<br />
3. Interazione con gli organizzatori e con i pazienti.<br />
La stessa parola <strong>ricerca</strong>-<strong>in</strong>tesa come sperimentazione, é fonte di paura e<br />
fuga dei pazienti.<br />
Ricerca = sperimentazione.<br />
Nell'immag<strong>in</strong>ario comune del lombardo semplice vuol dire provare delle
medic<strong>in</strong>e, delle tecniche, degli strumenti che possono anche esitare <strong>in</strong><br />
effetti negativi: dolore, danno, ecc... <strong>in</strong> pratica vuol dire: “fare da cavia“.<br />
Qu<strong>in</strong>di nell'approcciarsi ad un ipotetico paziente, già mentalmente<br />
<strong>in</strong>cluso dal proprio medico nella <strong>ricerca</strong>, si debbono considerare cautele,<br />
edulcorazioni, garanzie.<br />
Le schede di raccolta dati somm<strong>in</strong>istrate prima di una visita o,<br />
direttamente <strong>in</strong> sala d'attesa vanno valutate e seguite caso per caso.<br />
8. UNO SFORZO CONGIUNTO...<br />
Uno sforzo congiunto tra varie organizzazioni mediche <strong>della</strong> zona Sud ci<br />
ha regalato questo successo. Si tratta di un risultato ritenuto “lus<strong>in</strong>ghiero“<br />
dal Prof. Franceschi e la sua Equipe di Castellanza che avevano accettato<br />
<strong>in</strong>carico. <strong>Il</strong> loro rapporto con la Medic<strong>in</strong>a Generale dell'area <strong>della</strong><br />
Malpensa era pluriennale, ma non si era mai cimentato nella <strong>ricerca</strong>.<br />
Nella zona del Parco Sud il grande Neurologo ha trovato un terreno<br />
organizzato e maturo. Decisivo e totale é stato l'impegno del MEDICO<br />
PRATICO SUD-MILANO con sede a Pieve Emanuele che ha messo a<br />
disposizione i suoi migliori medici ed il suo apparato logistico e<br />
burocratico. Cosa più importante: ha gestito i fondi dest<strong>in</strong>ati dalla<br />
<strong>Regione</strong> alla <strong>ricerca</strong> dist<strong>in</strong>guendosi per dovizia e rigore.<br />
<strong>Il</strong> Medico Pratico Sud-Milano conta una vent<strong>in</strong>a di iscritti nel gruppo dei<br />
comuni limitrofi di Pieve ed Opera.<br />
Suoi obiettivi statutari sono: l’educazione sanitaria nelle scuole e nelle<br />
associazioni sociali (anziani, comunità...), l'aggiornamento sia per i<br />
medici aderenti che per i simpatizzanti e la <strong>ricerca</strong> <strong>in</strong> tutte le<br />
forme possibili.<br />
<strong>Il</strong> suo <strong>in</strong>dirizzo é: Via Donizetti, 12/a - 20090 Pieve Emanuele (MI).<br />
Telefono 02.90.72.06.72<br />
<strong>Il</strong> Medico Pratico è nato per riportare il Medico di Medic<strong>in</strong>a Generale alle<br />
sue abilità cl<strong>in</strong>iche ed alle sue pratiche di ambulatorio rifuggendo da<br />
quell’aspetto culturale - politico che stava assumendo la medic<strong>in</strong>a<br />
generale nell'ultimo ventennio: rapporto medico - paziente “smistatorio“,<br />
relegazione <strong>della</strong> vera pratica agli ambulatori specialistici, abbandono<br />
delle cure tradizionali (endovene, <strong>in</strong>filtrazioni, mesoterapia, massaggi<br />
diretti, manipolazioni, ecc..). <strong>Il</strong> Medico Pratico ha standardizzato un ben<br />
def<strong>in</strong>ito numero di pratiche mediche e di manovre cl<strong>in</strong>iche con cui<br />
propone la rivalutazione <strong>della</strong> figura del Medico Generale come<br />
“Pratico“, tecnico. Molto nota è la posizione del Medico Pratico nella<br />
Psichiatria che considera una discipl<strong>in</strong>a da gestire <strong>in</strong> toto sul territorio da<br />
parte dei Medici di M.G. dest<strong>in</strong>ando alla specialistica solo la patologia<br />
maggiore (schizofrenia, psicosi) ossia l' 1-2% di tali malati.<br />
<strong>Il</strong> CENACOLO DI IPPOCRATE<br />
Si tratta di una organizzazione nazionale che é presente a macchia di<br />
leopardo su tutta l'Italia e conta un migliaio di iscritti.<br />
É presente ampiamente attorno a Milano, sulla costa Adriatica ed <strong>in</strong> modo<br />
massiccio <strong>in</strong> Puglia ed <strong>in</strong> Campania. <strong>Il</strong> suo ispiratore e rettore é l'Editore
Passoni di Milano. È presente nella zona Sud con un gruppo che opera nel<br />
B<strong>in</strong>asch<strong>in</strong>o e un altro a Melegnano e d<strong>in</strong>torni.<br />
Questi colleghi credono nella figura del medico classico, con<br />
appropriazione di tutti i campi ceduti ad altre discipl<strong>in</strong>e (la dietologia, la<br />
cosmetica, la gestione <strong>in</strong> toto <strong>della</strong> diagnostica).<br />
I Cenacoli di Ippocrate ostentano una vetr<strong>in</strong>a: la sala d'attesa dello studio<br />
medico. Essa dovrebbe rappresentare una scuola di <strong>in</strong>formazione per la<br />
popolazione, prodigando messaggi scientifici atti a contrastare il<br />
consumismo dilagante ed il pressappochismo perpetrato da “esperti“ vari,<br />
lontani dalla professione medica. Occuparsi di salute vuol dire avere nel<br />
retroterra un'etica ed una formazione visibili.<br />
9. LA MALATTIA DI ALZHEIMER E LE DEMENZE<br />
Molto spesso l'uso del term<strong>in</strong>e " disturbi cognitivi " si restr<strong>in</strong>ge ad<br />
<strong>in</strong>dicare disturbi <strong>della</strong> memoria, che a loro volta possono <strong>in</strong>cludere<br />
disturbi dell'apprendimento ( immagazz<strong>in</strong>amento ) di nuove<br />
<strong>in</strong>formazioni, del recupero di nozioni già apprese, dell'attenzione alle<br />
stimolazioni ambientali o dell'organizzazione di ciò che già si conosce .<br />
Tuttavia la valutazione dei disturbi cognitivi <strong>in</strong> età senile deve essere<br />
globale e <strong>in</strong>teressare tutta la sfera <strong>della</strong> persona. <strong>in</strong> quanto l'abilità di<br />
usare e manipolare la conoscenza ( cognitività ) dipende dal<br />
funzionamento <strong>in</strong>tegrato <strong>della</strong> memoria, dello stato di consapevolezza,<br />
del l<strong>in</strong>guaggio, delle funzioni visuo-percettive, dell'umore e delle<br />
emozioni.<br />
<strong>Il</strong> decadimento cognitivo senile si può descrivere come una condizione<br />
cl<strong>in</strong>ica caratterizzata da una riduzione delle prestazioni cognitive<br />
sufficiente a rendersi manifesta ed apprezzabile al soggetto stesso e/o dai<br />
familiari. In questa def<strong>in</strong>izione è implicito che tale decl<strong>in</strong>o è def<strong>in</strong>ito<br />
rispetto al precedente livello funzionale dell'<strong>in</strong>dividuo su una scala<br />
temporale.La gravità <strong>della</strong> s<strong>in</strong>tomatologia caratteristica dei disturbi<br />
cognitivi può essere posta lungo un cont<strong>in</strong>uum delimitato da un lato<br />
dall'assenza di qualsiasi disturbo, dall'altro dalle forme più gravi di<br />
demenza <strong>in</strong> cui l'<strong>in</strong>dividuo perde le proprie capacità di vita autonoma e di<br />
relazione con l'ambiente.<br />
Nei paesi economicamente più avanzati, dove si assiste ad un<br />
significativo allungamento <strong>della</strong> vita media e a una parallela riduzione<br />
delle nascite, le patologie neuropsichiatriche età-dipendenti ( quelle cioè<br />
che vedono nell'<strong>in</strong>vecchiamento cerebrale il pr<strong>in</strong>cipale fattore di rischio )<br />
rappresentano oggi un problema di grande rilevanza.<br />
Le mutazioni demografiche <strong>in</strong> atto, <strong>in</strong>fatti, stanno portando gli<br />
ultrasessantac<strong>in</strong>quenni a rappresentare oltre il 20% <strong>della</strong> nostra<br />
popolazione. La prevalenza <strong>della</strong> patologia dementigena è attualmente<br />
stimata tra il 4 e il 10% nei soggetti di età superiore ai 65 anni, di oltre il<br />
20% negli ultraottantenni e superiore al 50% al di sopra dei 90 anni (11).
PARTE SECONDA<br />
DEMENZE: CLASSIFICAZIONE<br />
La demenza, forma più grave dei disturbi cognitivi, viene def<strong>in</strong>ita come<br />
un decl<strong>in</strong>o acquisito delle funzioni mentali <strong>in</strong> relazione ai precedenti<br />
livelli cognitivi del paziente.<br />
Uno dei s<strong>in</strong>tomi più frequenti e spesso di esordio del quadro cl<strong>in</strong>ico è il<br />
deficit <strong>della</strong> memoria a breve e a lungo term<strong>in</strong>e.<br />
I criteri diagnostici prevedono che al deficit mnesico debbano associarsi<br />
il decl<strong>in</strong>o di altre funzioni corticali superiori, quali ad esempio deficit del<br />
pensiero astratto, <strong>della</strong> capacità di giudizio e modificazioni <strong>della</strong><br />
personalità.<br />
La gravità <strong>della</strong> patologia viene def<strong>in</strong>ita sulla base <strong>della</strong> compromissione<br />
di <strong>in</strong>tegrazione sociale di un <strong>in</strong>dividuo.<br />
E' " lieve " se l'<strong>in</strong>dividuo mantiene la cura <strong>della</strong> propria persona pur <strong>in</strong><br />
presenza di una compromissione dell'attività lavorativa-sociale.<br />
E' " moderata " quando l'<strong>in</strong>dividuo richiede un certo grado di<br />
supervisione.<br />
E' " grave " quando le capacità <strong>in</strong>dividuali sono così compromesse da<br />
richiedere un'assistenza cont<strong>in</strong>ua per una totale dipendenza.<br />
Da un punto di vista eziologico possiamo dividere le demenze come<br />
primitive e secondarie.<br />
Fra le demenze primitive troviamo la Malattia di Alzheimer e la Malattia<br />
di Pick ( demenze corticali ) e le demenze sottocorticali quali la M. di<br />
Hunt<strong>in</strong>gton e il M. di Park<strong>in</strong>son con demenza. Le demenze secondarie<br />
riconoscono varie cause: vascolari, <strong>in</strong>fettive, <strong>in</strong>fiammatorie,<br />
dismetaboliche e disendocr<strong>in</strong>e, farmacologiche e tossiche, traumatiche,<br />
da carenze alimentari e da processi neoplastici.<br />
Da un punto di vista epidemiologico la M. di Alzheimer rende conto <strong>in</strong><br />
sede autoptica di circa il 50% delle diagnosi di demenza, mentre la forma<br />
vascolare costituisce a seconda delle casistiche dal 25 al 35% dei casi con<br />
controllo autoptico; circa il 10-25% dei casi presenta elementi cl<strong>in</strong>ici e<br />
neuropatologici delle due forme comb<strong>in</strong>ate. <strong>Il</strong> 10% circa dei casi di<br />
demenza è <strong>in</strong>vece secondario ad altre malattie.<br />
1. M. di Alzheimer<br />
2. Demenza vascolare: demenza multi-<strong>in</strong>fartuale ( MID ), stato lacunare, angiopatia<br />
amiloidea, rare vasculopatie.<br />
3. Demenza da corpi di Lewy diffusi<br />
4. Demenze frontali,M. di Pick, demenza senza def<strong>in</strong>ito pattern neuropatologico<br />
5. Idrocefalo normoteso<br />
6. Demenze sottocorticali e degenerative<br />
paralisi sopranucleare progressiva, M. di Huntngton,<br />
demenza " talamica ", M. di Wilson, SLA-Park<strong>in</strong>son-Demenza,<br />
M. di Hallervorden-Spatz<br />
7. Disord<strong>in</strong>i neurodegenerativi comb<strong>in</strong>ati, M. di Park<strong>in</strong>son con demenza, SLA-Park<strong>in</strong>sondemenza
8. M. da prioni, Creutzfeld-Jacob, Gerstmann-Straussler, nuova variante <strong>della</strong> J-C,<br />
<strong>in</strong>sonnia familiare fatale<br />
9. S<strong>in</strong>dromi da atrofia corticale focale<br />
Afasia progressiva, atrofia corticale posteriore progressiva<br />
10. Demenza tossico-metabolica deficit di vit. B12, ipotiroidismo, demenza alcoolica, da<br />
solventi, organici da farmaci<br />
11. Infezioni - Neurosifilide, men<strong>in</strong>gite cronica, encefalite da Herpes Simplex,<br />
demenza da AIDS, M. di Whipple<br />
12. Malattie neurologiche comuni che talora presentano demenza<br />
Tumori cerebrali primitivi e metastatici, ematoma subdurale, trauma, sclerosi multipla<br />
13. Rare demenze neurodegenerative<br />
14. S<strong>in</strong>dromi pediatriche con demenza che possono manifestarsi nell'età adulta<br />
M. DI ALZHEIMER:<br />
CLASSIFICAZIONE E CRITERI DIAGNOSTICI<br />
La malattia di tipo Alzheimer è una patologia degenerativa del SNC che si<br />
manifesta cl<strong>in</strong>icamente con demenza ed è caratterizzata da un punto di vista<br />
istopatologico dalla presenza di placche senili e degenerazione<br />
neurofibrillare a livello <strong>della</strong> corteccia e dei centri grigi sottocorticali. Si<br />
possono dist<strong>in</strong>guere due forme: la prima a <strong>in</strong>sorgenza precoce ( < 65 anni<br />
) chiamata demenza tipo Alzheimer ( Dementia Alzheimer type o DAT ), la<br />
seconda ad <strong>in</strong>sorgenza tardiva ( >65 anni ) chiamata Demenza senile tipo<br />
Alzheimer ( Senile dementia of Alzheimer type o SDAT ). Attualmente si<br />
ritiene che esse siano espressione di un unico processo patologico e si<br />
preferisce il term<strong>in</strong>e di malattia di Alzheimer. Entrambe le forme sono<br />
caratterizzate da <strong>in</strong>sorgenza subdola, progressiva perdita delle prestazioni<br />
<strong>in</strong>tellettive con <strong>in</strong>terferenza marcata sulle attività sociali e professionali. La<br />
malattia ha un decorso che <strong>in</strong>izia con subdoli disturbi <strong>della</strong> memoria,<br />
m<strong>in</strong>ime modificazioni <strong>della</strong> personalità; con l'andar del tempo il quadro<br />
s<strong>in</strong>tomatologico si aggrava, passando allo stato confusionale e <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e alla<br />
demenza vera e propria. I soggetti perdono la cura <strong>della</strong> propria persona e<br />
del proprio abbigliamento, il loro comportamento e la loro personalità sono<br />
profondamente alterati, negli stadi term<strong>in</strong>ali i pazienti possono diventare<br />
completamente mutacici ed estraniati dall'ambiente. <strong>Il</strong> cervello di questi<br />
pazienti, reperto dimostrabile anche all'esame Tc, si presenta atrofizzato<br />
con i solchi corticali appiattiti ed i ventricoli cerebrali allargati.Esistono tre<br />
approcci diagnostici ampiamente utilizzati per la diagnosi di M. di<br />
Alzheimer. I criteri ICD-10 (International Classification of Disease, 10th<br />
revision ) prevedono la presenza di demenza, esordio subdolo e lento<br />
deterioramento, assenza di evidenze cl<strong>in</strong>iche e di laboratorio di una<br />
malattia sistemica o cerebrale concomitante. Si riconosce l'esistenza delle<br />
due forme a esordio precoce e tardivo. <strong>Il</strong> DSM-IV ( Diagnostic and<br />
Statistical Manual of Mental Disorder , 4th edition ) def<strong>in</strong>isce come<br />
demenza una s<strong>in</strong>drome che deve avere un <strong>in</strong>izio graduale e un cont<strong>in</strong>uo<br />
deterioramento cognitivo. Devono essere esclusi altri disord<strong>in</strong>i neurologici,<br />
cause sistemiche, abuso di fattori tossici. I deficit non devono manifestarsi<br />
esclusivamente durante un delirio e non devono essere attribuibili a un<br />
disturbo psichiatrico maggiore come la depressione e la schizofrenia.
CRITERI DIAGNOSTICI PER LA DEMENZA ( DSM IV )<br />
A) Dimostrazione obiettiva <strong>della</strong> compromissione <strong>della</strong><br />
memoria a breve e a lungo term<strong>in</strong>e.<br />
<strong>Il</strong> deficit <strong>della</strong> memoria a breve term<strong>in</strong>e può essre <strong>in</strong>dicato<br />
dalla <strong>in</strong>capacità a ricordare 3 oggetti dopo 5 m<strong>in</strong>uti. <strong>Il</strong> difetto<br />
<strong>della</strong> memoria a lungo term<strong>in</strong>e può essere <strong>in</strong>dicato dalla<br />
<strong>in</strong>capacità di ricordare notizie personali passate, o fatti di<br />
comune conoscenza.<br />
B) Almeno uno dei seguenti elementi:<br />
1) deficit del pensiero astratto, riscontrabile nell'<strong>in</strong>capacità a<br />
cogliere somiglianze e differenze fra parole correlate, nella<br />
difficoltà a def<strong>in</strong>ire parole e concetti;<br />
2) deficit del giudizio critico, riscontrabile nella <strong>in</strong>capacità di<br />
fare progetti ragionevoli per affrontare problemi o<br />
questioni <strong>in</strong>terpersonali;<br />
3) altre turbe delle funzioni corticali superiori come afasia,<br />
aprassia, agnosia, "aprassia costruttiva";<br />
4) modificazioni <strong>della</strong> personalità come, ad esempio,<br />
alterazione e accentuazione di tratti premorbosi.<br />
C) <strong>Il</strong> disturbo <strong>in</strong> A e B <strong>in</strong>terferisce significativamente con il<br />
lavoro, o con le attività sociali usuali, o con i rapporti<br />
<strong>in</strong>terpersonali.<br />
D) Non si verifica esclusivamente <strong>in</strong> corso di delirium<br />
E) Uno dei seguenti elementi:<br />
1) dimostrazione fondata sull'anamnesi, sull'esame cl<strong>in</strong>ico,<br />
sugli esami di laboratorio, di un fattore (o fattori) specifico<br />
eziologicamente collegato al disturbo;<br />
2) presunzione, <strong>in</strong> assenza di tale dimostrazione, di un fattore<br />
eziologico organico se il disturbo non può essere attribuito<br />
ad alcun disturbo mentale non-organico<br />
( Es. depressione maggiore ).
CRITERI DI GRAVITÀ DELLA DEMENZA<br />
LIEVE: Benchè le attività lavorative o sociali siano significativamente compromesse, la<br />
capacità di vitaautonoma rimane, con adeguata igiene personale e capacità critica,<br />
relativamente conservata.<br />
MODERATA: la vita <strong>in</strong>dipendente diviene rischiosa, e un certo grado di supervisione è<br />
necessario.<br />
GRAVE: le attività <strong>della</strong> vita quotidiana sono così compromesse che si rende<br />
necessaria una cont<strong>in</strong>ua supervisione.<br />
TAB. 2<br />
Criteri diagnostici per la demenza secondo il DSM IV<br />
I criteri NINCDS-ADRDA ( National Institute of Neurological and<br />
Communicative Disorders and Stroke - Alzheimer's Disease and related<br />
Disorders Association Work Group criteria ) prendono spunto <strong>in</strong> qualche<br />
modo da un differente approccio e def<strong>in</strong>iscono def<strong>in</strong>ita, probabile e<br />
possibile M. di Alzheimer:<br />
- La M. di Alzheimer def<strong>in</strong>ita richiede che il paziente manifesti le<br />
caratteristiche cl<strong>in</strong>iche di una diagnosi probabile <strong>in</strong> vita e l'evidenza<br />
istopatologica di AD ottenuta dall'autopsia o dalla biopsia.<br />
- La M. di Alzheimer probabile si caratterizza per la presenza di demenza<br />
valutata da un questionario e dalle performances ai test neuropsicologici<br />
dove devono emergere deficit <strong>in</strong> due o più aree cognitive, progressivo<br />
deterioramento <strong>della</strong> memoria e di altre funzioni cognitive, non<br />
alterazioni dello stato di coscienza, esordio tra i 40 e i 90 anni.<br />
Contempla <strong>in</strong>oltre un elenco di elementi che, pur non essendo richiesti<br />
per la diagnosi, ne supportano la formulazione come afasia, aprassia,<br />
agnosia, alterazioni del comportamento, deficit di esecuzione delle<br />
attività quotidiane, familiarità per disturbi analoghi, EEG normale, studio<br />
di rout<strong>in</strong>e del liquido cefalorachidiano normale, evidenza di atrofia<br />
cerebrale alla Tc, presenza di mioclono e crisi comiziali nelle fasi<br />
avanzate <strong>della</strong> malattia etc...<br />
- La M. di Alzheimer possibile è diagnosticata quando il paziente<br />
presenta una demenza senza una causa apparente, ma con un esordio, una<br />
presentazione e un'evoluzione diversa dalla forma tipica; quando esiste<br />
una seconda patologia cerebrale o un disord<strong>in</strong>e sistemico sufficiente a<br />
produrre demenza, ma non ritenuto esserne la causa; quando il paziente<br />
manifesta un graduale progressivo deficit di una s<strong>in</strong>gola funzione senza<br />
apparenti cause.<br />
FISIOPATOLOGIA DELLA M. DI ALZHEIMER<br />
L'amiloide ha un ruolo chiave nell'AD. La def<strong>in</strong>izione stessa di M. di<br />
Alzheimer def<strong>in</strong>ita prevede la presenza <strong>in</strong> numero adeguato di placche
neuritiche. Le placche neuritiche sono numerose, prevalendo<br />
nell'amigdala, nell'ippocampo e nella corteccia, <strong>in</strong>izialmente appaiono<br />
sotto forma diffusa e amorfa, con il tempo si strutturano <strong>in</strong> forma<br />
fibrillare con un nucleo centrale di beta-amiloide circondato da neuriti<br />
distrofici che poi scompaiono.<br />
L'amiloide si considera abbia un ruolo centrale nella patogenesi <strong>della</strong> M.<br />
di Alzheimer. La beta-amiloide, prote<strong>in</strong>a composta da 39-42 am<strong>in</strong>oacidi,<br />
orig<strong>in</strong>a per idrolisi da una molecola di più grandi dimensioni, il<br />
precursore proteico dell'amiloide ( amiloyd precursor prote<strong>in</strong>, APP ).<br />
La APP è una prote<strong>in</strong>a ( presente anche a livello renale, cardiaco,<br />
polmonare e muscolare ) che attraversa la membrana cellulare.<br />
Una proteasi chiamata secretasi è <strong>in</strong> grado di idrolizzare la parete<br />
extracellulare <strong>della</strong> APP vic<strong>in</strong>o alla membrana e questa componente può<br />
essere dosata nel liquor e nel plasma.<br />
Dopo l'azione <strong>della</strong> secretasi, con il rilascio <strong>in</strong> ambiente extracellulare di<br />
una lunga porzione di APP, il residuo peptidico verrebbe <strong>in</strong>ternalizzato<br />
nella cellula e digerito dagli enzimi lisosomiali.<br />
Tra gli altri prodotti vi sarebbero anche molecole di beta-amiloide che<br />
possono essere secrete. In situazioni patologiche come la M. di<br />
Alzheimer questa produzione potrebbe essere eccessiva oppure potrebbe<br />
esserne ridotta l'elim<strong>in</strong>azione.<br />
Un altro meccanismo che è stato proposto per spiegare la tossicità<br />
dell'amiloide è quello secondo il quale essa determ<strong>in</strong>a un <strong>in</strong>cremento<br />
<strong>della</strong> concentrazione <strong>in</strong>tracellulare del calcio.<br />
Questo renderebbe la cellula più sensibile a neuroni eccitatori come il<br />
glutammato e attiverebbe ch<strong>in</strong>asi calcio-dipendenti con alterata<br />
fosforilazione <strong>della</strong> prote<strong>in</strong>a tau e successiva formazione di grovigli<br />
neurofibrillari.<br />
Un'altro aspetto fondamentale <strong>della</strong> patogenesi dell'AD è la presenza di<br />
grovigli neurofibrillari ( Neurofibrillary tangles - NFT ).<br />
Si tratta di alterazioni del citoscheletro che peraltro sono presenti,<br />
diversamente dalle placche neuritiche, anche <strong>in</strong> molte altre malattie<br />
cerebrali degenerative.<br />
Le NFT contengono filamenti elicoidali ( PHF ) che sembra siano formati<br />
da una anormala aggregazione di prote<strong>in</strong>e tau.<br />
Le prote<strong>in</strong>e tau, le cui sei isoforme maggiori sono state trovate nell'uomo,<br />
appartengono al gruppo delle prote<strong>in</strong>e associate ai microtubuli e qu<strong>in</strong>di,<br />
se alterate, possono cambiare le proprietà dei microtubuli e la forma<br />
stessa delle cellule. In alcune aree vulnerabili, soprattutto l'ippocampo e<br />
la corteccia parietale e frontale, le prote<strong>in</strong>e tau sono fosforilate e<br />
aggregate nei grovigli neurofibrillari che rimangono solubili.<br />
Sono state riconosciute un numero elevato di ch<strong>in</strong>asi responsabili delle<br />
anormalità associate ai filamenti elicoidali fra cui la prote<strong>in</strong>a ch<strong>in</strong>asi<br />
Ca/calmodul<strong>in</strong>a dipendente, la ch<strong>in</strong>asi tubul<strong>in</strong>a dipendente e la prote<strong>in</strong><br />
ch<strong>in</strong>asi C. La fosforilazione <strong>della</strong> prote<strong>in</strong>a tau appare dunque avere un<br />
ruolo importante nella patogenesi <strong>della</strong> M. di Alzheimer.<br />
I grovigli neurofibrillari e i filamenti elicoidali contengono anche<br />
molecole non-tau, come l'ubiquit<strong>in</strong>a.
L'atrofia cerebrale è l' evidenza patologica macroscopica caratteristica<br />
<strong>della</strong> M. di Alzheimer.<br />
Tale atrofia appare selettiva <strong>in</strong>teressando soprattutto le aree associative<br />
corticali, l'ippocampo, il lobo temporale, mentre sono relativamente<br />
risparmiate le aree posteriori degli emisferi, il cerevelletto e il tronco<br />
encefalico. E' stata dimostrata una marcata riduzione, a livello <strong>della</strong><br />
corteccia associativa e dell'ippocampo, del numero delle giunzioni<br />
s<strong>in</strong>aptiche proporzionale alla gravità del deterioramento mentale.<br />
Tale riduzione può essere messa <strong>in</strong> evidenza <strong>in</strong> vivo grazie alla<br />
Tomografia ad Emissione di Positroni ( PET ) con Fluorodesossiglucosio<br />
od ossigeno.<br />
Una generale dim<strong>in</strong>uzione <strong>della</strong> s<strong>in</strong>tesi e del rilascio dei<br />
neurotrasmettitori è presente nell'<strong>in</strong>vecchiamento fisiologico pur <strong>in</strong><br />
assenza di disturbi cognitivi.<br />
Tuttavia nei soggetti anziani si può riscontrare una riduzione dei<br />
neurotrasmettitori <strong>in</strong> determ<strong>in</strong>ate zone cerebrali, segno di spopolamento<br />
neuronale, ma la concentrazione dei metaboliti di tali neurotrasmettitori<br />
non è però <strong>in</strong>feriore a quella dei giovani.<br />
Questo significa che nei soggetti anziani che non presentano disturbi<br />
cognitivi esistono dei meccanismi di compenso.<br />
Questo meccanismo di compenso è assente nei soggetti affetti da demenza<br />
di Alzheimer <strong>in</strong> cui si osserva anche una riduzione del numero dei neuroni<br />
e <strong>della</strong> densità s<strong>in</strong>aptica che va di pari passo con una riduzione dei<br />
metaboliti di tutti i pr<strong>in</strong>cipali neurotrasmettitori.<br />
In particolare, studi neurochimici hanno evidenziato alterazioni del<br />
sistema col<strong>in</strong>ergico, somatostat<strong>in</strong>ergico, seroton<strong>in</strong>ergico e<br />
noradrenergico. Sebbene questa generale dim<strong>in</strong>uzione renda impossibile<br />
attribuire a un solo sistema neurotrasmettoriale un ruolo specifico nella<br />
genesi dei disturbi cognitivi, emerge tuttavia l'importanza rivestita,<br />
soprattutto nella fisiologia dei processi mnesici di due sistemi: il sistema<br />
col<strong>in</strong>ergico e glutammatergico.<br />
L'ipotesi <strong>della</strong> deplezione col<strong>in</strong>ergica come base biologica <strong>della</strong> demenza<br />
di Alzheimer si basava sul riscontro post mortem di un deficit dei markers<br />
<strong>della</strong> s<strong>in</strong>tesi e del metabolismo dell'acetilcol<strong>in</strong>a nonchè sulla<br />
degenerazione del nucleo del Meynert, che è il pr<strong>in</strong>cipale nucleo<br />
sottocorticale da cui orig<strong>in</strong>ano le proiezioni col<strong>in</strong>ergiche dell'ippocampo<br />
e <strong>della</strong> corteccia.<br />
Vari studi hanno poi dimostrato le correlazioni positive tra gravità <strong>della</strong><br />
s<strong>in</strong>tomatologia e danno al sistema col<strong>in</strong>ergico.<br />
Va però ricordato che le regioni corticali <strong>in</strong>nervate dalle proiezioni<br />
col<strong>in</strong>ergiche non sono le stesse <strong>in</strong> cui si ritrovano le maggiori<br />
degenerazioni caratteristiche <strong>della</strong> demenza di Alzheimer e che il deficit<br />
col<strong>in</strong>ergico non è sufficiente a spiegare la complessa s<strong>in</strong>tomatologia di<br />
questi pazienti.<br />
<strong>Il</strong> sistema glutammatergico, attraverso l'attivazione di specifici recettori<br />
come gli AMPA, è il pr<strong>in</strong>cipale sistema neurotrasmettoriale implicato<br />
nella formazione e nel consolidamento <strong>della</strong> memoria.<br />
È stato possibile dimostrare come i punteggi ottenuti ai test per la
valutazione delle funzioni cognitive si correl<strong>in</strong>o ai livelli glutammatergici<br />
nel liquor cefalorachidiano.<br />
trauma cranico- s<strong>in</strong>dromedi Down - mutazioni genetiche<br />
gene per il beta-APP- dim<strong>in</strong>uita secrezione di beta-APP - secrezione di<br />
<strong>in</strong>terleuch<strong>in</strong>a 1- aumento di prote<strong>in</strong>a gene mutato per la amiloide -solubile presenil<strong>in</strong>a<br />
deposizione di amiloide - apolipoprote<strong>in</strong>a E4solubile <strong>in</strong> placche<br />
<strong>in</strong>filtrazione <strong>della</strong> microglia<br />
astrocitosi - alterazioni neuritiche<br />
grovigli neurofibrillari- atrofia tessuto nervoso<br />
<strong>in</strong>gresso di Calcio nella cellula nervosa - demenza<br />
FATTORI DI RISCHIO PER LA MALATTIA DI ALZHEIMER<br />
Accertati Possibili Ipotizzati e non confermati<br />
Età avanzata<br />
Familiarità o s<strong>in</strong>drome di<br />
Down<br />
Assetto allelico ApoE<br />
Basso livello di scolarità e di<br />
professione svolta per la<br />
maggior parte <strong>della</strong> vita<br />
Sesso femm<strong>in</strong>ile<br />
Traumi cranici<br />
Malattia cerebrovascolare<br />
S<strong>in</strong>drome depressiva a<br />
esordio tardivo<br />
Familiarità per malattia di<br />
Park<strong>in</strong>son<br />
Ipotiroidismo<br />
Mancata assunzione di<br />
estroprogest<strong>in</strong>ici o di Fans<br />
Diabete<br />
Età <strong>della</strong> madre alla nascita<br />
Fattori ambientali (assunzione<br />
di allum<strong>in</strong>io ecc)<br />
FATTORI DI RISCHIO PER DIVERSI SOTTOGRUPPI DELLA DEMENZA VASCOLARE<br />
Tipo di demenza Fattori di rischio Tipo di demenza Fattori di rischio<br />
Demenza<br />
mult<strong>in</strong>fartuale<br />
Demenza da <strong>in</strong>farto<br />
cerebrale <strong>in</strong> aree<br />
strategiche<br />
Età avanzata<br />
Ipertensione arteriosa<br />
Sesso maschile<br />
Diabete mellito<br />
Iperviscosità ematica<br />
Malattie vascolari<br />
periferiche<br />
Malattie cardiache<br />
(fibrillazione striale,<br />
pregresso <strong>in</strong>farto<br />
miocardio<br />
Abuso alcolico<br />
Anestesia generale<br />
Familiarità per<br />
malattie vascolari<br />
Demenza da lesioni<br />
Della sostanza bianca<br />
sottocorticale<br />
Ipertensione<br />
Episodi di ipotensione<br />
Età avanzata<br />
Storia di ictus<br />
Diabete mellito<br />
Iperviscosità ematica<br />
Malattie vascolari<br />
periferiche<br />
Malattie cardiache<br />
Abuso alcolico
ANALISI DEI FATTORI DI RISCHIO<br />
L'età è chiaramente il fattore di rischio più importante nella M. di Alzheimer.<br />
La " teoria degli errori " postula che l'<strong>in</strong>vecchiamento sia determ<strong>in</strong>ato da una<br />
serie di danni che si sommano col tempo. Questi eventi negativi<br />
randomizzati si pensa possano essere la causa che scatena l'<strong>in</strong>vecchiamento<br />
o che attiva geni <strong>in</strong>espressi. Successivamente appare marcatamente<br />
compromessa nel paziente alzheimeriano la capacità di compensare la<br />
perdita neuronale e il conseguente deficit di neurotrasmettitori. Meticolosi<br />
studi epidemiologici hanno mostrato come il sesso femm<strong>in</strong>ile e una ridotta<br />
scolarità costituiscano un fattore di rischio per l'AD (11). Questi due fattori<br />
sono certamente correlati fra loro nelle popolazioni di soggetti dementi (8).<br />
In molti studi anche i traumi cranici sono stati descritti come fattori di rischio<br />
per AD. nella demenza pugilistica traumi cranici ripetuti conducono ad un<br />
quadro con alterazioni neuropatologiche simili all'AD fra cui il deposito di<br />
amiloide e i grovigli neurofibrillari. Traumi cranici possono qu<strong>in</strong>di<br />
contribuire allo sviluppo <strong>della</strong> demenza accelerandone l'esordio. Gli studi<br />
epidemiologici non hanno evidenziato fattori tossici importanti, neppure<br />
nell'allum<strong>in</strong>io. A basse concentrazioni l'allum<strong>in</strong>io <strong>in</strong>ibisce molti enzimi. A<br />
livello del tessuto cerebrale determ<strong>in</strong>a degenerazione fibrillare che, tuttavia,<br />
non assomiglia a quella presente nell'AD. Anche le malattie vascolari sono<br />
un fattore di rischio per la M. di Alzheimer. Da uno studio è emerso come il<br />
60% di pazienti affetti da M. di Alzheimer con autopsia ha anche alterazioni<br />
<strong>della</strong> sostanza bianca del tipo descritto da Biswanger che generalmente sono<br />
attribuite a un deficit circolatorio. L'uso di FANS, estrogeni dopo la<br />
menopausa nella donna, il fumo e l'uso moderato di alcool <strong>in</strong> moderate dosi<br />
sembrano tutti fattori di protezione rispetto alla AD.<br />
IPOTESI GENETICA<br />
La parentela di I° grado con un soggetto Alzheimeriano comporta un rischio<br />
di malattia valutato a seconda degli studi fra il 15 e il 50 % (7). In alcune di<br />
queste famiglie la malattia sembra avere un carattere autosomico dom<strong>in</strong>ante<br />
e l'esordio sembra essere molto precoce ( 30-60 anni ). Accanto a queste<br />
famiglie ve ne sono molte altre <strong>in</strong> cui la penetranza <strong>della</strong> malattia risulta<br />
ridotta.
TIPO DI<br />
TRASMISSIONE<br />
Autosomica<br />
dom<strong>in</strong>ante<br />
Autosomica<br />
dom<strong>in</strong>ante<br />
Autosomica<br />
dom<strong>in</strong>ante<br />
Gene di<br />
suscettibilità<br />
Gene di<br />
suscettibilità<br />
Gene di<br />
suscettibilità<br />
I GENI COINVOLTI NELLA MALATTIA DI ALZHEIMER<br />
CROMOSOMA<br />
GENE<br />
Numero di<br />
mutazioni f<strong>in</strong>o<br />
ad ora<br />
riscontrate<br />
CARATTERISTICHE<br />
21 APP 7 Età di esordio 45-46<br />
anni; aumento<br />
assoluto dei livelli di<br />
AB o del frattempo<br />
AB 1-42.<br />
Rappresenta meno<br />
dell1% dei casi di<br />
14 Presenil<strong>in</strong>a 1 Oltre 50 Età di esordio 33-56<br />
anni;aumento dei<br />
livelli di AB 1-42,<br />
alterazione dei<br />
meccanismi di<br />
omeostasi del calcio<br />
e accelerazione dei<br />
meccanismi<br />
apoptotici. Cica il<br />
5,6% dei casi<br />
familiari. A esordio<br />
AD<br />
precoce<br />
1 Presenil<strong>in</strong>a 2 3 Età di esordio 40-90.<br />
Aumento dei livelli di<br />
AB 1-42. Co<strong>in</strong>volta<br />
nei processi di<br />
apoptosi. Meno<br />
dell’1% di casi<br />
familiari<br />
19 ApoE L’allele e4 anticipa<br />
l’età di esordio nelle<br />
forme familiari ad<br />
esordio tardivo e<br />
nelle forme<br />
sporadiche<br />
6 HLA-A2 Cofattore<br />
nell’anticipare l’età di<br />
esordio <strong>in</strong> presenza<br />
si allele e4 dell’ApoE<br />
12 Sconosciuto Sconosciuto
A sostegno di queste teorie genetiche sta l'associazione fra questa<br />
patologia e la s<strong>in</strong>drome di Down ( trisomia 21 ). Soggetti affetti da M. di<br />
Down deceduti dopo i 40 anni mostrano alterazioni anatomo-patologiche<br />
praticamente identiche a quelle riscontrate nell'AD. Inoltre la deposizione di<br />
beta-amiloide nelle placche, come già spiegato, si ritiene derivi da una<br />
aumentata produzione causata da mutazioni geniche specifiche del suo<br />
precursore fisiologico, il beta-Amyloid Precursor Prote<strong>in</strong> ( beta-APP,<br />
prote<strong>in</strong>a transmembrana codificata sul cromosoma 21 ). La deposizione di<br />
amiloide non è comunque l'unico correlato anatomopatologico delle placche<br />
neuritiche, poichè recentemente sono state evidenziate, sempre nelle<br />
placche, componenti del sistema immunitario e <strong>in</strong> particolare citoch<strong>in</strong>e. <strong>Il</strong><br />
ruolo delle citoch<strong>in</strong>e nella formazione delle placche è tuttora poco<br />
conosciuto ma si pensa ( ed i dati <strong>in</strong> vitro supportano l'ipotesi ) che esse<br />
contribuiscano a regolare i processi di formazione dell'amiloide stessa.<br />
L'<strong>in</strong>terleuch<strong>in</strong>a 1alfa e 1beta sono, per esempio, <strong>in</strong> grado di aumentare la<br />
produzione di beta-APP e qu<strong>in</strong>di <strong>in</strong> ultima analisi di amiloide; viceversa il<br />
Trasform<strong>in</strong>g Growth Factor beta2 ( TGF beta2 ) <strong>in</strong>durrebbe una dim<strong>in</strong>uzione<br />
<strong>della</strong> produzione di amiloide sempre attraverso una modulazione del suo<br />
precursore beta-APP.<br />
Oltre alla beta-amiloide altre componenti proteiche sono state <strong>in</strong>dividuate<br />
nelle placche neuritiche<br />
ed <strong>in</strong> particolare l'apolipoprote<strong>in</strong>a APO E ( nell'isoforma E4 ) , la<br />
presenil<strong>in</strong>a 1 e la presenil<strong>in</strong>a 2. Pur essendo ancora poco chiaro il ruolo<br />
patogenetico di queste prote<strong>in</strong>e nella formazione delle placche, è altresì<br />
vero che la presenza di particolari alleli che codificano per tali prote<strong>in</strong>e<br />
aumentano la probabilità di sviluppare l'AD. Sono state <strong>in</strong>fatti<br />
caratterizzate diverse mutazioni del gene <strong>della</strong> beta-APP che si associano<br />
a variabili def<strong>in</strong>ite di malattia ( età di <strong>in</strong>sorgenza, esordio, decorso etc... )<br />
così come risulta ormai chiaro che diversi alleli che codificano le diverse<br />
isoforme <strong>della</strong> APOE sono diversamente associati all'età di <strong>in</strong>sorgenza<br />
<strong>della</strong> malattia. Più <strong>in</strong> dettaglio la mutazione del gene per il beta-APP si<br />
trova sull'esone 16 <strong>in</strong> posizione 0N-term<strong>in</strong>ale: si tratta di una doppia<br />
mutazione che si verifica contemporaneamente a M. di Alzheimer<br />
familiare di tipo ad <strong>in</strong>sorgenza precoce, <strong>in</strong>dividuato <strong>in</strong> due famiglie<br />
svedesi probabilmente imparentate. Negli ultimi anni sono state scoperte<br />
un'altra dec<strong>in</strong>a di mutazioni a carico del cromosoma 21 che sembra<br />
correl<strong>in</strong>o con un'alterata trascrizione per la prote<strong>in</strong>a precursore<br />
dell'amiloide. Nel cervello l'APO E è co<strong>in</strong>volta nei processi di<br />
riparazione, crescita e mantenimento <strong>della</strong> miel<strong>in</strong>a e delle membrane dei<br />
neuroni. Comunemente il gene dell'APO E può essere presente <strong>in</strong> tre<br />
diverse forme alleliche presenti sul cromosoma 19 chiamate E2, E3, E4.<br />
La variazione allelica E4 <strong>della</strong> prote<strong>in</strong>a APO E è associata a M. di<br />
Alzheimer poichè la sua presenza anche solo <strong>in</strong> eterozigosi sembra<br />
associata con la dim<strong>in</strong>uzione dell'età di <strong>in</strong>sorgenza <strong>della</strong> malattia. Nei<br />
soggetti omozigoti E4 il rischio di essere affetti è molto più elevato che<br />
nei soggetti senza alcuna coppia di E4.<br />
Le analisi biochimiche condotte sulle placche neuritiche hanno<br />
determ<strong>in</strong>ato la presenza dell'isoforma all'<strong>in</strong>terno delle placche stesse.
Analisi condotte <strong>in</strong> vitro hanno evidenziato che questa particolare<br />
isoforma facilita la formazione del nocciolo <strong>in</strong>iziale <strong>della</strong> placca e<br />
successivamente facilita l'aggregarsi delle molecole di beta-A4 a tale<br />
nocciolo poichè è fortemente aff<strong>in</strong>e al peptide stesso (9).<br />
Nella zona del cromosoma 14 chiamata AD3 è presente un trascritto<br />
denom<strong>in</strong>ato S182 ( Presenil<strong>in</strong>a 1 ) che mostra un gruppo di 5 mutazioni<br />
<strong>in</strong> zone altamente conservate.<br />
Le mutazioni sono correlate ad AD familiare ad <strong>in</strong>sorgenza precoce ( 30-<br />
60 anni ) e con decorso grave ed aggressivo. Si possono attribuire alle<br />
mutazioni su questo cromosoma f<strong>in</strong>o al 70% dei casi di AD ad <strong>in</strong>sorgenza<br />
precoce: La sequenza am<strong>in</strong>oacidica <strong>della</strong> presenil<strong>in</strong>a 1, predetta dalla<br />
sequenza del DNA, fa pensare ad una prote<strong>in</strong>a <strong>in</strong>tegrale di membrana<br />
ancorata tramite 7 alfa eliche idrofobiche.<br />
Sono stati identificati due trascritti di 3 e 7 Kb espressi <strong>in</strong> maniera<br />
praticamente ubiquitaria nei tessuti corporei, cervello compreso: si pensa<br />
che il trascritto maggiore sia una isoforma proveniente da uno splic<strong>in</strong>g<br />
alternativo o da una diversa poliadenilazione, oppure addirittura un gene<br />
altamente omologo al primo.<br />
Un gene di recente identificazione sul cromosoma 1, STM2 ( Presenil<strong>in</strong>a<br />
2 ), potrebbe essere implicato nella AD. La pr<strong>in</strong>cipale osservazione <strong>in</strong> tal<br />
senso è stata che analizzando 9 famiglie orig<strong>in</strong>arie <strong>della</strong> Germania ma<br />
migrate nella zona del Volga da alcune generazioni è stata identificata una<br />
mutazione di STM2 situata <strong>in</strong> una zona altamente conservata ed<br />
altamente omologa a S182.<br />
IPOTESI INFIAMMATORIA/IMMUNOLOGICA.<br />
Una varietà di studi negli ultimi anni ha mostrato la presenza di una<br />
reazione <strong>in</strong>fiammatoria nell'encefalo dei malati di AD. Agenti di fase<br />
acuta sono presenti nelle placche, nel siero e nel liquor è stato trovato il<br />
fattore di crescita tumorale; l'amiloide può attivare il complemento, la<br />
prote<strong>in</strong>a precursore dell'amiloide stessa è stata considerata come agente<br />
di fase acuta. Tuttavia l'<strong>in</strong>fiammazione è presente anche <strong>in</strong> altre malattie<br />
degenerative e può essere vista come una reazione fisiologica per<br />
combattere i prodotti di un processo degenerativo cronico.<br />
Recentemente è stato messo <strong>in</strong> luce quanto il sistema nervoso centrale, il<br />
sistema endocr<strong>in</strong>o e il sistema immunitario siano legati.<br />
Gli studi sulla M. di Alzheimer e più <strong>in</strong> generale sui soggetti affetti da<br />
deterioramento mentale, hanno evidenziato un aumento delle IgG e delle<br />
IgA, una ridotta capacità proliferativa dei l<strong>in</strong>fociti T, una ridotta attività<br />
dei l<strong>in</strong>fociti T suppressor.<br />
Inoltre è stata dimostrata la presenza di Anticorpi reagenti con Antigeni<br />
cerebrali che aumentano con l'<strong>in</strong>vecchiamento.<br />
Tali anticorpi hanno come target sia molecole funzionali di primaria<br />
importanza ( recettori, ormoni, miel<strong>in</strong>a, antigeni <strong>in</strong>tracellulari ) che<br />
strutture tipiche dell'encefalo alzheimeriano ( prote<strong>in</strong>e dei grovigli<br />
neurofibrillari ). Studi epidemiologici hanno messo <strong>in</strong> evidenza una<br />
m<strong>in</strong>or suscettibilità ad ammalarsi di M. di Alzheimer <strong>in</strong> soggetti trattati a
lungo con anti<strong>in</strong>fiammatori ( corticosteroidi o FANS ) per altre patologie<br />
( asma o artrite reumatoide )<br />
IPOTESI OSSIDATIVA<br />
Vi sono evidenze cl<strong>in</strong>iche e sperimentali che correlano i maggiori<br />
riscontri cl<strong>in</strong>ici e neuropatologici <strong>della</strong> M. di Alzheimer con lesioni<br />
mitocondriali (2). Analisi istochimiche hanno permesso di dimostrare<br />
l'<strong>in</strong>cremento di attività di alcuni enzimi mitocondriali nei pazienti<br />
alzheimeriani, <strong>in</strong>oltre la presenza di mitocondri alterati nei neuroni<br />
precede il deposito di amiloide. Recentemente con la PET è stata messa<br />
<strong>in</strong> luce una dim<strong>in</strong>uita ossidazione del glucosio nell'encefalo dei pazienti<br />
alzheimeriani, soprattutto nei lobi frontale e temporo-parietale.<br />
L'accoppiamento fra fosforilazione ossidativa e catena del trasporto degli<br />
elettroni attraverso la miel<strong>in</strong>a mitocondriale consente di riossidare i<br />
coenzimi ridotti NADH e FADH2 prodotti durante il ciclo di Krebs o di<br />
accumulare energia nell'ATP sotto forma di legami fosforici. <strong>Il</strong> processo<br />
di trasporto elettronico, tuttavia, comporta la fosforilazione di piccole<br />
quantità di forme parzialmente ridotte di ossigeno ( radicali liberi ) che<br />
sono <strong>in</strong> grado di aggredire le diverse molecole biologiche. Nonostante<br />
esistano numerosi meccanismi di difesa ( enzimatici, vitam<strong>in</strong>ici, derivati<br />
dall'istid<strong>in</strong>a ), il danno ossidativo dei mitocondri rimane importante. I<br />
radicali dell'ossigeno sono <strong>in</strong> grado di reagire sia con zuccheri che con<br />
acidi nucleici determ<strong>in</strong>ando un danno, ma è soprattutto il DNA<br />
mitocondriale ad essere sensibile a questi <strong>in</strong>sulti. Esso è <strong>in</strong>fatti vic<strong>in</strong>o alla<br />
membrana mitocondriale <strong>in</strong>terna dove c'è la alta produzione di radicali<br />
liberi. Inoltre la mancanza di <strong>in</strong>troni fa si che qualsiasi danno si esprima<br />
più facilmente a livello fenotipico. Oggi è possibile con HPLC dosare<br />
uno dei prodotti di ossidazione del DNA. E' stato così possibile<br />
riscontrare un <strong>in</strong>cremento-età dipendente del danno ossidativo sia nel<br />
DNAnucleare che mitocondriale. Tale anomalia è ancora più evidente nei<br />
soggetti affetti da M. di Alzheimer.<br />
CALCIO E INVECCHIAMENTO CEREBRALE.<br />
Già negli anni '80 alcune evidenze sperimentali avevano suggerito che il<br />
Calcio, elemento critico nella regolazione di molti processi cellulari,<br />
fosse implicato nella senescenza dell'encefalo. E' noto <strong>in</strong>fatti che<br />
l'aumento <strong>della</strong> concentrazione di Calcio <strong>in</strong>tracellulare può dare luogo a<br />
fenomeni di degenerazione e di morte cellulare. Insulti ischemici e tossici<br />
avvengono tramite l'attivazione di enzimi Ca dipendenti; la stessa betaamiloide<br />
può accompagnarsi ad alti livelli di Ca <strong>in</strong>tracellulare; le aree<br />
cerebrali più sensibili a processi di <strong>in</strong>vecchiamento come l'ippocampo<br />
mostrano elevate correnti di Calcio. <strong>Il</strong> neurone mantiene la<br />
concentrazione citoplasmatica del Calcio circa 10000 volte <strong>in</strong>feriore<br />
rispetto all'ambiente extracellulare. Per consentire questo gradiente<br />
esistono meccanismi di <strong>in</strong>gresso e di uscita del Calcio.
L'<strong>in</strong>gresso è consentito dai canali del Calcio di cui esistono due tipi<br />
fondamentali. Quelli voltaggio-dipendenti ( VDCC ) si aprono <strong>in</strong> risposta<br />
a una depolarizzazione <strong>della</strong> membrana cellulare. Sono suddivisi <strong>in</strong> 3<br />
diversi sottotipi ( N, T e L ) <strong>in</strong> base alla localizzazione, al voltaggio di<br />
attivazione e alla sensibilità a farmaci e toss<strong>in</strong>e. I canali regolati da<br />
recettori, <strong>in</strong>vece, si aprono <strong>in</strong> seguito all' azione di un neurotrasmettitore.<br />
Significativa <strong>in</strong> questo senso è l'azione del glutammato che agisce su<br />
diversi recettori denom<strong>in</strong>ati <strong>in</strong> base alle sostanze che sono <strong>in</strong> grado di<br />
stimolarli ( ka<strong>in</strong>ato, AMPA, NMDA, ACPD o metabotropico ).<br />
<strong>Il</strong> recettore NMDA appare essere il più importante nel regolare<br />
l'omeostasi del Calcio. In particolare esso è bloccato <strong>in</strong> maniera voltaggio<br />
dipendente dal Magnesio. Qu<strong>in</strong>di ne deriva che gli antagonisti dei<br />
recettori NMDA determ<strong>in</strong>ano un effetto <strong>in</strong>ibitorio sull'azione eccitatoria<br />
del glutammato. <strong>Il</strong> glutammato è sicuramente il neurotrasmettitore<br />
eccitatorio più utilizzato nella corteccia ed è particolarmente elevato <strong>in</strong><br />
quelle regioni che sono colpite dal processo degenerativo.<br />
Le molecole antagoniste competitive e non competitive e i meccanismi <strong>in</strong><br />
grado di <strong>in</strong>terferire con il funzionamento di questi canali sono <strong>in</strong> grado di<br />
arrestare o accelerare processi di degenerazione o di morte cellulare.<br />
Inoltre possono <strong>in</strong>terferire con lo svolgimento <strong>della</strong> fisiologica funzione<br />
di 2° messaggero del Calcio che media il rilascio di neurotrasmettitori,<br />
controlla l'eccitabilità <strong>della</strong> miel<strong>in</strong>a neuronale, stabilizza il citoscheletro,<br />
attiva enzimi ( proteasi, ch<strong>in</strong>asi etc... ), rende possibile il trasporto<br />
assonale.<br />
L' ischemia di una regione cerebrale riduce l'aumento del flusso di<br />
potassio verso lo spazio extracellulare.<br />
Ciò determ<strong>in</strong>a una depolarizzazione di membrana e conseguentemente<br />
un'apertura dei canali voltaggio dipendenti. L'<strong>in</strong>gresso del Calcio nelle<br />
cellule è <strong>in</strong>crementato <strong>in</strong>oltre dalla stimolazione neuronale <strong>in</strong>dotta dalla<br />
depolarizzazione stessa.<br />
L'ischemia causa anche la liberazione di glutammato e qu<strong>in</strong>di novamente<br />
l'<strong>in</strong>gresso di Calcio il cui rapido accumulo nei mitocondri impedisce<br />
un'adeguata produzione di ATP.<br />
L'<strong>in</strong>cremento di Calcio nel citosol nell'<strong>in</strong>vecchiamento e nella malattia di<br />
Alzheimer è stato documentato da molti esperimenti.<br />
Si può ipotizzare che tale accumulo potrebbe raggiungere livelli<br />
sufficienti ad attivare uno o più geni apoptosici e scatenare qu<strong>in</strong>di la "<br />
morte cellulare programmata ".<br />
10. RAZIONALE DELLO STUDIO<br />
La demenza colpisce <strong>in</strong> Italia il 7% <strong>della</strong> popolazione di età superiore ai<br />
65 anni e con il progressivo <strong>in</strong>vecchiamento <strong>della</strong> popolazione, i<br />
MMG dovranno sempre più confrontarsi con questa difficile realtà. I<br />
disturbi <strong>della</strong> memoria sono i primi segni di una demenza, ma sono molto<br />
comuni anche <strong>in</strong> una popolazione anziana non demente. Pertanto il MMG<br />
avrà il compito di <strong>in</strong>terpretare e valorizzare tale s<strong>in</strong>tomo, tranquillizzando<br />
eventualmente il paziente sulla “normalità” dello stesso <strong>in</strong> rapporto
all’età. Attualmente non esistono segni o s<strong>in</strong>tomi od esami di laboratorio<br />
o di bioimag<strong>in</strong>g assolutamente patognomonici <strong>della</strong> malattia di<br />
Alzheimer, che è la più frequente causa di demenza <strong>in</strong> età senile. Questo<br />
rende naturalmente più difficile la diagnosi precoce di questa demenza e<br />
spesso è necessario attendere alcuni mesi di osservazione del decorso<br />
cl<strong>in</strong>ico per poter formulare una diagnosi corretta<br />
Una diagnosi precoce è ritenuta attualmente utile per <strong>in</strong>iziare una terapia<br />
mirata a rallentare il decorso <strong>della</strong> malattia, ma sarà assolutamente<br />
<strong>in</strong>dispensabile quando saranno disponibili terapie più <strong>in</strong>cisive sulla<br />
evoluzione <strong>della</strong> malattia, come per esempio gli <strong>in</strong>ibitori delle secretasi<br />
patologiche <strong>della</strong> prote<strong>in</strong>a pre-amiloide, che potranno far sperare di<br />
arrestare il processo patogenetico ad uno stadio <strong>in</strong>iziale. Sia nella<br />
situazione attuale che <strong>in</strong> questo non remoto scenario, il MMG riveste un<br />
ruolo chiave nel formulare una diagnosi e nel prospettare direttive<br />
diagnostiche, proprio grazie alla sua conoscenza diretta del malato e del<br />
suo ambiente prima ancora dell’<strong>in</strong>izio <strong>della</strong> s<strong>in</strong>tomatologia. Attualmente<br />
il MMG ha un ruolo nella gestione farmacologica e socio-assistenziale<br />
del malato nelle fasi <strong>in</strong>termedie ed avanzate <strong>della</strong> malattia (13), mentre<br />
molto meno sentito dal MMG stesso è il proprio ruolo nelle fasi <strong>in</strong>iziali<br />
<strong>della</strong> malattia .<br />
Questa carenza può essere dovuta alla scarsa fiducia nella necessità di<br />
una diagnosi precisa, <strong>in</strong> una certa dose di fatalismo, <strong>in</strong> una carenza di<br />
tempo a disposizione e <strong>in</strong> una scarsa attitud<strong>in</strong>e a cogliere i s<strong>in</strong>tomi <strong>in</strong>iziali<br />
<strong>della</strong> demenza (14) E’ anche possibile che esista una carenza di fiducia<br />
del paziente e dei caregivers, che tendono a consultare lo specialista<br />
direttamente e tornano al MMG quando già la diagnosi è stata posta.<br />
In Inghilterra una diagnosi di demenza è posta dal MMG solo nel 9% dei<br />
casi (13), e l’accuratezza diagnostica del MMG è ridotta <strong>in</strong> Canada e <strong>in</strong><br />
Germania sia dall’età del MMG che, soprattutto, dal non lavorare <strong>in</strong> una<br />
contesto multidiscipl<strong>in</strong>are (4,5).<br />
Non mancano tuttavia lavori che mostrano <strong>in</strong>vece una eccezionalmente<br />
alta accuratezza diagnostica (17).<br />
Del resto, i MMG mostrano spesso importante dis<strong>in</strong>formazione e scarsa<br />
esperienza nel campo delle demenze (18,19) e rispetto agli specialisti<br />
neurologi, psichiatri e geriatri adottano iter diagnostici molto diversi (20).<br />
Un più <strong>in</strong>cisivo ruolo del MMG nelle prime fasi diagnostiche delle<br />
demenze consentirebbe anche un probabile risparmio economico per la<br />
comunità. Se è ovvio che non risulta praticabile uno screen<strong>in</strong>g cognitivo<br />
a tutti i pazienti anziani (21) è d’altronde necessario che il MMG sia<br />
preparato a quantizzare e ad <strong>in</strong>terpretare il deficit di memoria riferito dal<br />
paziente o dai suoi parenti.<br />
Esistono diversi brevi e semplici test utilizzabili anche da non medici, la<br />
cui validità come screen<strong>in</strong>g e come supporto ad una accurata raccolta<br />
anamnestica è <strong>in</strong>discussa (22,23), soprattutto nelle mani di MMG (24),<br />
anche se tali test non sono assolutamente diagnostici di per sé (25,26).
11. METODOLOGIA DELLO STUDIO<br />
Con queste premesse, si è <strong>in</strong>teso valutare l’accuratezza di una diagnosi<br />
di demenza posta dal MMG sulla base di semplici dati anamnesticotestistici<br />
rispetto a quella offerta da un usuale iter diagnostico,<br />
soprattutto alla luce del bilanciamento dei costi e dei benefici offerti dai<br />
due approcci.<br />
Per far questo sono stati selezionati e specificamente addestrati MMG e<br />
le loro conclusioni diagnostiche ambulatoriali sono state confrontate<br />
con quelle ottenute mediante gli esami specialistici di rout<strong>in</strong>e durante<br />
un day hospital neurologico<br />
Sono stati selezionati su base volontaria 19 MMG, operanti<br />
nell’h<strong>in</strong>terland a sud di Milano , che sono stati sottoposti a 5 ore di<br />
aggiornamento e tra<strong>in</strong><strong>in</strong>g specifico sui test utilizzati.<br />
Questi MMG dovevano valutare <strong>in</strong> un arco di 6 mesi tutti i pazienti di<br />
età superiore o pari a 65 anni, che lamentassero (o i cui parenti<br />
riferissero) problemi di memoria di recente <strong>in</strong>sorgenza e non ancora<br />
valutati <strong>in</strong> sede cl<strong>in</strong>ica.<br />
Sono stati forniti come strumenti testistici il M<strong>in</strong>i-Mental Test (MMSE)<br />
(27,28); la scala Geriatric Depression Scale (27) e la scala<br />
comportamentale di McLean adattata (dati non pubblicati).<br />
Sulla base di tali test, di una accurata raccolta anamnestica, di un esame<br />
obiettivo e <strong>della</strong> Ischemic Score di Hach<strong>in</strong>ski veniva chiesto al MMG<br />
di porre una diagnosi di normalità, depressione, demenza, e, (<strong>in</strong> tal<br />
caso) una diagnosi di malattia di Alzheimer o di demenza vascolare .<br />
Tale diagnosi doveva essere confermata da una seconda valutazione un<br />
mese dopo, con gli stessi strumenti.<br />
Se veniva confermata la diagnosi di demenza, il paziente veniva avviato<br />
ad una serie di <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i di rout<strong>in</strong>e per la conferma, preferenzialmente<br />
mediante un day-hospital neurologico, che risultava essere l’approccio<br />
più economico e gradito al paziente.<br />
Se non veniva posta una diagnosi di demenza, il paziente veniva<br />
rivalutato tre mesi dopo dal MMG stesso per una def<strong>in</strong>itiva diagnosi.<br />
Alcuni di questi pazienti giudicati non dementi, tuttavia potevano<br />
essere esam<strong>in</strong>ati più estesamente con quelli giudicati dementi, sia su<br />
loro esplicita richiesta, sia <strong>in</strong> casi selezionati a giudizio del MMG.<br />
Pertanto lo studio porta a due risultati: l’uno relativo alla sensibilità e<br />
specificità <strong>della</strong> diagnosi di demenza, e delle categorie più comuni di<br />
questa, formulata dal MMG rispetto ai migliori parametri specialistici<br />
attualmente disponibili.<br />
L’altro risultato scaturisce dall’analisi dei costi dell’ approccio non<br />
specialistico rispetto a quello specialistico e dal relativo bilanciamento<br />
dei costi e dei benefici dei due diversi approcci
12. RISULTATI<br />
In sei mesi sono stati esam<strong>in</strong>ati da 19 MMG, per disturbi di memoria<br />
soggettivi od obiettivabili , 104 soggetti ultrassessantac<strong>in</strong>quenni.<br />
Tali soggetti rappresentano il 2.25 % dei 4625 pazienti totali di età<br />
superiore a 65 anni, <strong>in</strong>seriti nelle liste dei 19 MMG.<br />
I Medici di Medic<strong>in</strong>a Generale partecipanti allo studio e i relativi<br />
pazienti esam<strong>in</strong>ati (<strong>in</strong> parentesi) sono stati Altara Mosè (4); Botta<br />
Prim<strong>in</strong>o (10 ); Brocchieri Arnaldo (8); Cadamosti Danilo (5); Canto<br />
Giovanni (6); Chiappella Livio (7); Costa-Barbè Alberto (6); De Amici<br />
Giusepp<strong>in</strong>a (3); Fracasso Luigi (1); Greco Nicola (2); Montano Rocco<br />
(8); Piras Franco (5); Pobbiati Arnaldo (5); Rognoni Mauro (5);<br />
Rognoni Marilena (2); Sferrazza Angelo (14); Venuto Filippo (8); Za<strong>in</strong>a<br />
Giovanni (4); Zappia Filippo (3)<br />
Una demenza (DSM IV) è stata diagnosticata <strong>in</strong> 56 (54 %) pazienti (25<br />
con malattia di Alzheimer (AD, secondo i criteri ADRDA-NINCDS) 16<br />
con demenza vascolare (VaD, secondo i criteri NINCDS-AIREN) e 15<br />
con demenza non meglio def<strong>in</strong>ibile. In 18 soggetti (17.5%) è stata<br />
diagnosticata una depressione alla base dei disturbi di memoria, mentre<br />
<strong>in</strong> 30 (28.8%) casi il disturbo di memoria non è stato confermato.<br />
Le caratteristiche demografiche di questi gruppi sono elencate <strong>in</strong><br />
Tabella 6<br />
28 (50%) pazienti con demenza e 3 (16.7%) pazienti depressi sono stati<br />
ulteriormente <strong>in</strong>dagati mediante una batteria di test, solitamente<br />
eseguiti mediante Day Hospital neurologico, consistente <strong>in</strong> rout<strong>in</strong>e<br />
ematologica (<strong>in</strong>cludente TPHA, folati e vitam<strong>in</strong>a B12, fT4, fT3 e TSH),<br />
ECG, radiografia del torace <strong>in</strong> due proiezioni esame neurologico, una<br />
batteria di test neuropsicologici e TAC dell’encefalo senza mezzo di<br />
contrasto. I risultati <strong>della</strong> diagnosi specialistica sono presentati nella<br />
Tabella 7.<br />
Considerando come “gold standard” la diagnosi ottenuta durante gli<br />
accertamenti specialistici, la Tabella 8 mostra i valori di sensibilità e di<br />
specificità delle diagnosi poste dai MMG <strong>della</strong> diagnosi di AD e VaD<br />
poste dai MMG.<br />
Naturalmente i pazienti diagnosticati come “normali” dai MMG e la<br />
maggior parte dei “depressi” non venivano sottoposti a questi test, ma<br />
la diagnosi veniva confermata con una terza visita da parte del MMG,<br />
utilizzando gli stessi strumenti: a questo retest tutte le diagnosi furono<br />
confermate<br />
ANALISI DEI COSTI<br />
I moderni criteri diagnostici e di <strong>ricerca</strong> (DSM IV, ICD-10 per la<br />
demenza e NINCDS-ADRDA per la malattia di Alzheimer e NINCDSAIREN<br />
per la demenza vascolare) richiedono una serie di accertamenti<br />
di laboratorio e testistici ormai abbastanza standardizzati e il cui valore<br />
può essere monetizzato facilmente.<br />
La <strong>Regione</strong> <strong>Lombardia</strong> paga un DRG ospedaliero per tale diagnosi 4,8
milioni, 440.000 lire per un DRG simile da un day-hospital.<br />
<strong>Il</strong> paziente paga da 700.000 ad oltre un milione lire, se effettua<br />
privatamente gli accertamenti diagnostici.<br />
<strong>Il</strong> tempo medio impiegato dal MMG per ognuna delle visite<br />
diagnostiche (2 o 3 <strong>in</strong> caso di diagnosi di non-demenza) effettuato nel<br />
proprio studio è stato di 20’, pertanto il costo di una s<strong>in</strong>gola diagnosi<br />
era di circa 50000 lire, considerando la quota capitaria riconosciuta ai<br />
MMG per ogni paziente e il necessario tra<strong>in</strong><strong>in</strong>g cui sottoporre i MMG<br />
prelim<strong>in</strong>armente
TABELLA 6: CARATTERISTICHE DEI PAZIENTI DIAGNOSTICATI DAL MMG (scolarità:<br />
media <strong>in</strong> anni)<br />
AD VaD Demenze<br />
non classif.<br />
Non dementi Totale<br />
Tot. Pazienti 25 16 15 48 104<br />
Uom<strong>in</strong>i 3 10 4 22 39<br />
Donne 22 6 11 26 65<br />
Età mediana 79 75 74 71 73<br />
Scolarità 5.00 7.00 6.50 6.00 6.00<br />
TABELLA 7: CARATTERISTICHE DEI PAZIENTI DIAGNOSTICATI DA UNO<br />
SPECIALISTA (scolarità: media <strong>in</strong> anni)<br />
AD VaD Non dementi Totale<br />
Totale pazienti 18 5 8 31<br />
Uom<strong>in</strong>i 4 3 6 13<br />
Donne 14 2 2 18<br />
Età mediana 74 74 66 73<br />
Scolarità 5.00 8.00 9.00 6.00<br />
TABELLA 8 : VALUTAZIONE STATISTICA DELLE DIAGNOSI DEI MMG<br />
AD VaD Demenze<br />
Sensibilità 61% 60% 82%<br />
Specificità 63% 85% 100%<br />
Test di Fisher P
13. CONCLUSIONI<br />
Un primo dato di rilievo risulta dal fatto che molti soggetti<br />
ultrassessantac<strong>in</strong>quenni seguiti dai MMG <strong>in</strong> 6 mesi hanno riferito<br />
oggettivi o soggettivi disturbi <strong>della</strong> memoria.<br />
La maggior parte di questi pazienti sono donne e di scolarità elementare,<br />
come già descritto dai dati epidemiologici<br />
<strong>Il</strong> 2.25% rappresenta un dato molto vic<strong>in</strong>o alla prevalenza (1.6 /anno)<br />
delle demenze nell’ambiente di lavoro del MMG, come valutato<br />
recentemente <strong>in</strong> Inghilterra (18), che il problema è reale <strong>in</strong> questa fascia<br />
di età a che basta un semplice avviso esposto nello studio del MMG per<br />
<strong>in</strong>durre i pazienti a far riferimento <strong>in</strong> prima istanza al loro MMG.<br />
Solo metà dei pazienti con sospetta diagnosi di demenza sono stati<br />
sottoposti a diagnosi formale mediante accertamenti più specialistici.<br />
Questo fatto sembra dipendere da diversi fattori:<br />
1) una scarsa “mobilità” del paziente anziano che spesso deve essere<br />
accompagnato nei centri specialistici da famigliari che lavorano;<br />
2) una relativa scarsa compromissione funzionale dei pazienti <strong>in</strong> questa<br />
fase precoce di malattia, che non allarmava particolarmente i famigliari,<br />
non ancora “caregiver” <strong>in</strong> senso stretto;<br />
3) <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, un certo fatalismo mostrato sia dal paziente che dai famigliari<br />
nei confronti di un problema ritenuto connaturato all’avanzamento<br />
degli anni.<br />
Nel confronto dei gruppi dei soggetti sospetti per demenza che hanno<br />
approfondito gli esami e di quelli che hanno rifiutato ulteriori <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i,<br />
non si sono osservate differenze significative rispetto alla scolarità,<br />
all’età e alla percentuale donne/uom<strong>in</strong>i<br />
In un quarto circa dei casi di sospetta demenza il MMG ha preferito non<br />
porre una diagnosi nosografica precisa. <strong>Il</strong> fatto di non aver potuto studiare<br />
tutti i pazienti sospetti per demenza e, soprattutto, di non aver potuto (per<br />
ovvii motivi economici ed etici) studiare con gli stessi metodi i soggetti<br />
non ritenuti dementi, può certamente limitare la precisione delle<br />
conclusioni. Tuttavia è da ricordare che la diagnosi di “non demenza”<br />
veniva confermata nel tempo dal MMG stesso<br />
Per quanto sia noto che la diagnosi specialistica anche nei centri con<br />
maggiore esperienza non supera il 85-90% di accuratezza rispetto al<br />
riscontro autoptico (30), abbiamo considerato la diagnosi specialistica<br />
come “gold standard”.<br />
Rispetto ad essa, l’accuratezza dei MMG ha raggiunto il massimo livello<br />
di specificità (100%) ed ottima sensibilità (82%) nella diagnosi di<br />
demenza.<br />
Livelli molto m<strong>in</strong>ori di sensibilità (attorno al 60%) e più accettabili di<br />
specificità (63-85%) si sono rilevati nella diagnosi di AD e di VaD.<br />
L’analisi statistica con il Test di Fisher mostra una significativa<br />
concordanza fra diagnosi del MMG e dello specialista per la demenza<br />
(p
concordanza per la diagnosi di VaD<br />
<strong>Il</strong> Valore Predittivo Positivo <strong>della</strong> diagnosi dei MMG era del 92% per la<br />
AD, del 85% per la demenza e solo del 43% per la VaD<br />
La scarsa accuratezza generale <strong>della</strong> diagnosi di VaD del MMG è<br />
significativa <strong>in</strong> rapporto alla difficile def<strong>in</strong>izione <strong>della</strong> stessa forma<br />
nosografica.<br />
La presenza <strong>della</strong> TAC cerebrale nella batteria degli esami e un più<br />
accurato bilanciamento dei fattori di rischio vascolare hanno sicuramente<br />
aiutato nella maggiore accuratezza diagnostica specialistica <strong>della</strong> VaD.<br />
D’altro canto l’elevato Valore Predittivo <strong>della</strong> diagnosi di AD sembra<br />
risultare sovrastimato, sia per la relativamente m<strong>in</strong>ore frequenza di questa<br />
diagnosi da parte del MMG, che dalla maggiore probabilità di una sua<br />
diagnosi casuale <strong>in</strong> rapporto ad una maggiore prevalenza nella<br />
popolazione.<br />
Particolarmente significativi sembrano <strong>in</strong>vece l’elevata sensibilità,<br />
specificità e Valore Predittivo Positivo <strong>della</strong> diagnosi di demenza come<br />
s<strong>in</strong>drome, effettuata dal MMG<br />
<strong>Il</strong> MMG è <strong>in</strong> grado di cogliere con notevole accuratezza la presenza di<br />
demenza, ma è meno accurato, con i mezzi a disposizione nel suo studio,<br />
nel porre una diagnosi nosografica di demenza degenerativa o vascolare<br />
I costi <strong>della</strong> diagnosi posta dal MMG sono naturalmente molto <strong>in</strong>feriori<br />
ad ogni altro approccio specialistico.<br />
In conclusione questo studio dimostra che:<br />
1) i pazienti opportunamente sensibilizzati fanno riferimento <strong>in</strong> prima<br />
istanza al loro MMG anche <strong>in</strong> presenza di problemi specialistici<br />
2) opportunamente preparato e con uno strumento cl<strong>in</strong>ico molto<br />
semplice, il MMG è <strong>in</strong> grado di effettuare un primo screen<strong>in</strong>g<br />
demenza/non demenza a costi molto bassi e con ottima accuratezza<br />
3) <strong>in</strong> vista di terapie sempre più mirate (ma anche prevedibilmente<br />
sempre più costose e con potenziali effetti collaterali) alle s<strong>in</strong>gole identità<br />
nosografiche, è auspicabile che il MMG, effettuato questo screen<strong>in</strong>g,<br />
<strong>in</strong>dirizzi il paziente a strutture specialistiche neurologiche<br />
4) <strong>in</strong> questo contesto, ruolo del MMG è anche quello di sp<strong>in</strong>gere il<br />
paziente e i suoi famigliari a superare diffidenze, fatalismo e scetticismo<br />
relativi all’approfondimento diagnostico che è f<strong>in</strong>alizzato non solo ad una<br />
terapia farmacologica, ma soprattutto a predisporre tutti i complessi<br />
aspetti assistenziali, socio-sanitari e psicologici connessi con il problema<br />
<strong>della</strong> demenza.<br />
Queste conclusioni appaiono perfettamente <strong>in</strong> l<strong>in</strong>ea con le<br />
raccomandazioni delle l<strong>in</strong>ee guida proposte ai General Practitioners<br />
<strong>in</strong>glesi (18). L’adozione di questa metodologia diagnostica consente<br />
anche un significativo risparmio di risorse economiche ed umane, che<br />
potranno essere re<strong>in</strong>vestite nella gestione del paziente demente grave il<br />
più a lungo possibile presso il proprio domicilio grazie anche all’aiuto del<br />
MMG
14. PREVENIRE LA DEMENZA<br />
Non solo nella diagnosi precoce, ma anche nella prevenzione delle<br />
demenze, il ruolo del Medico Generalista può essere grande: e questa e'<br />
una ricaduta sicura <strong>della</strong> formazione-addestramento che il medico <strong>in</strong><br />
oggetto può e deve ricevere.<br />
I fattori di rischio per la demenza Alzheimer e Vascolare vanno dall'età<br />
avanzata a l'ipertensione arteriosa , dalla bassa scolarità', alle malattie<br />
cardiache, al diabete mellito.<br />
E' impensabile senza la medic<strong>in</strong>a delle cure primarie affrontare questi<br />
fattori di rischio: eppure la gravità e l’ imponenza dell’ “epidemia” di<br />
demenze imporrebbero un approccio aggressivo di tutti i rischi<br />
conosciuti; nell’attesa di cure ”miracolose” sarebbe utile fare quello che<br />
già produrrebbe risultati <strong>in</strong> capo a pochi anni! Eppure, seguendo l'onda<br />
dei mas-media si aspettano risultati (naturalmente dai grandi centri<br />
specialistici) futuribili, trascurando (non fa notizia!) il lavoro oscuro<br />
redditizio e prezioso che la medic<strong>in</strong>a di famiglia può già fare....<br />
15. IL TERRITORIO DEL PARCO SUD E LA PATOLOGIA<br />
DEMENTIGENA<br />
I medici di famiglia del territorio del parco sud-Milano con questo studio<br />
hanno dimostrato la loro notevole accuratezza diagnostica nella diagnosi<br />
<strong>della</strong> demenza e,considerato il possente e dispendioso apparato<br />
ospedaliero utilizzato a tutt’oggi per la diagnosi, ciò appare un contributo<br />
ad una migliore allocazione delle istituzioni di risorse oltre che una<br />
futura presa <strong>in</strong> carico <strong>della</strong> medic<strong>in</strong>a generale lombarda di questa<br />
emergente patologia; e resta un segnale per ulteriori ricerche e contributi.<br />
E' del tutto ovvia la necessità' di una formazione del medico generale, che<br />
può nascere dalle organizzazioni scientifiche afferenti alla mediana<br />
generale, ma che deve arrivare ad un approdo istituzionale: valorizzare la<br />
scuola di Formazione In Medic<strong>in</strong>a Generale, creare uno sbocco<br />
universitario per la stessa appare maturo. Anche <strong>in</strong> ciò il ruolo <strong>della</strong><br />
<strong>Regione</strong> non è secondario. E' ovvio come, di fronte ai pressanti aspetti<br />
economici delle scelte sanitarie, lo studio <strong>in</strong>dirizzi verso un <strong>in</strong>tervento<br />
che, se vuole essere efficace-efficiente, deve co<strong>in</strong>volgere il medico di<br />
famiglia nella prevenzione e ancor più nella diagnosi precoce <strong>della</strong><br />
demenza ; <strong>in</strong>centivare ciò anche nell' aspetto remunerativo per il medico<br />
generalista rappresenta un "risparmio produttivo" che, di nuovo, la<br />
<strong>Regione</strong>, non deve eludere.
BIBLIOGRAFIA<br />
1) Barthus RT, Dean RL III, Beer B, Lippa AS. The chol<strong>in</strong>ergic hypothesis of<br />
geriatric memory disfunction. Science 1982 217: 408-417.<br />
2) Blass JP, Gibson GE. The role of oxidative abnormalities <strong>in</strong> the<br />
pathophysiology of Alzheimer’s disease. Rev neurol ( Paris ) 1991, 147: 513-525.<br />
3) Brun A, Englund E. A white matter disorder of dementia of the Alzheimer<br />
type: a patho anatomical study. Ann. Neurol. 1986, 19: 253-262.<br />
4) Ga<strong>in</strong>otti et al. Neuropsychological discrim<strong>in</strong>ation betwen Alzheimer’s<br />
type and vascular form of dementia. Conference on mental decl<strong>in</strong>e of elderly<br />
people 1990, 19.<br />
5) Gauthiers S. Cl<strong>in</strong>ical diagnosis and menagement of Alzheimer’s disease.<br />
1996 4: 55.<br />
6) Hardy J. Amyloid, the pres<strong>in</strong>il<strong>in</strong>s and Alzheimer’s disease. Trends<br />
Neurosci 1997, 20; 159-9.<br />
7 ) Huff FI, Auerbach J, Chakravarti A. Risk of dementia <strong>in</strong> relatives of<br />
patients with Alzheimer’s disease. Neurology 1988, 38: 786-791.<br />
8 ) Pagan<strong>in</strong>i-Hill A, Henderson VW, Estrogen deficiency and risk of<br />
Alzheimer disease <strong>in</strong> women. Am J Epidemiol. 1994, 140: 256-261.<br />
9 ) Parer J, Aubert I, Quivion R et al. Apolipoprote<strong>in</strong> E4 allele as a preditor<br />
of chol<strong>in</strong>ergic deficits and treatment outcome <strong>in</strong> Alzheimer’s disease.<br />
Proc Net Acad Sci US, 1995.<br />
10 ) Perry EK et al. Correlation of chol<strong>in</strong>ergic abnormalities with senile<br />
plaque and mental status test score <strong>in</strong> senile dementia. BMJ, 1978, 2: 14576-<br />
1459.<br />
11 ) Rocca WA, Bonaiuto S, Lippi A et al. Prevalence of cl<strong>in</strong>ically diagnosed<br />
Alzheimer’s disease and other dement<strong>in</strong>g disorders: a door-to-door survey<br />
<strong>in</strong> Appignano, Macerata prov<strong>in</strong>ce. Italy. Neurology. 1990, 40: 626-631.<br />
12 ) The Italian Longitud<strong>in</strong>al Study on Ag<strong>in</strong>g Work<strong>in</strong>g Group. Prevalence of<br />
chronic diseases <strong>in</strong> older Italians: compar<strong>in</strong>g self-reported and cl<strong>in</strong>ical<br />
diagnosis Int J Epidemiol 1997;26:995<br />
13 ) Newens AJ et al. Referral patterns and diagnosis <strong>in</strong> presenile<br />
Alzheimer’s disease: implications for medical practice<br />
62<br />
Br J Gen Pract 1994; 44:405<br />
14 ) Boise L et al. Diagnosis dementia: perspectives of primary care<br />
physicians.<br />
Gerontologist 1999;39:457<br />
15 ) Poul<strong>in</strong> de Courval L et al. The competence of family physician <strong>in</strong> car<strong>in</strong>g<br />
for dementia patients. A survey of general practitioners <strong>in</strong> Quebec.<br />
Can Fam Physician 1996;42:1496<br />
16 ) Riedel-Heller SG et al The role of referrals <strong>in</strong> diagnos<strong>in</strong>g dementia at<br />
the primary care level.<br />
Int Psychogeriatr 1999; 11:251<br />
17 ) Cooper B et al. Dementia diseases and m<strong>in</strong>or cognitive impairments <strong>in</strong><br />
elderly patients <strong>in</strong> general practice.<br />
Nervenarzt 1992;63:551<br />
18 ) Bowers J et al. General practitioner’s detection of depression and
dementia <strong>in</strong> elderly patients.<br />
Med J Aust 1990; 153:192<br />
19 ) Barrett JJ et al Knowledge about Alzheimer’s disease among primary<br />
care physicians, psychologists, nurses amd social workers<br />
Alzheimer Dis Assoc Disord 1997;11:99<br />
20 ) He<strong>in</strong>ik J et al Diagnosis of dementia by different specialties<br />
Isr J Psychiatry Relat Sci 1995;32:55<br />
21 ) Brodaty H et al Screen<strong>in</strong>g for cognitive impairment <strong>in</strong> general<br />
practice:toward a consensus<br />
Alzheimer Dis Assoc Disord 1998;12:1<br />
22 ) <strong>Il</strong>iffe S et al Screen<strong>in</strong>g for cognitive impairment <strong>in</strong> the elderly us<strong>in</strong>g the<br />
MMSE<br />
Br J Gen Pract 1990;40: 277<br />
23 ) Jorm AF Methods of screen<strong>in</strong>g for dementia: a meta-analysis of studies<br />
compar<strong>in</strong>g an <strong>in</strong>formant questionnaire with a brief cognitive test<br />
Alzheimer Dis Assoc Disord 1997;11:158<br />
24 ) Tangalos EG et al. The MMSE <strong>in</strong> general medical practice:<br />
cl<strong>in</strong>ical utility and acceptance<br />
Mayo Cl<strong>in</strong>ic Proc 1996;71:829<br />
63<br />
25 ) W<strong>in</strong>d AW et al Limitations of MMSE <strong>in</strong> diagnos<strong>in</strong>g dementia <strong>in</strong> general<br />
practice<br />
Int Jj Geriatr Psychiatry 1997;12:101<br />
26 ) Van Hout H et al Use of MMSE by GPs to diagnose dementia may be<br />
unnecessary<br />
BMJ 1999;319:190<br />
27 ) Maggi S et al The Italian Longitud<strong>in</strong>al Study of Ag<strong>in</strong>g (ILSA): design<br />
and methods<br />
Ag<strong>in</strong>g Cl<strong>in</strong> Exp Res 1994; 6:463<br />
28 ) Magni E et al MMSE : a normative study <strong>in</strong> Italian elderly population<br />
Eur J Neurol 1996;3:1<br />
29 ) Eccles M et al. North of England Evidence Based Guidel<strong>in</strong>es<br />
Development Project: guidel<strong>in</strong>e for the primary care menagement of<br />
dementia<br />
BMJ 1998;317:802<br />
30 ) Gear<strong>in</strong>g M et al CERAD. Part X: Neuropathology confirmation of the<br />
cl<strong>in</strong>ical diagnosis of Alzheimer’s disease<br />
Neurology 1995;45:461
RIASSUNTO<br />
La demenza colpisce <strong>in</strong> Italia il 7% <strong>della</strong> popolazione di età superiore ai<br />
65 anni e con il progressivo <strong>in</strong>vecchiamento <strong>della</strong> popolazione, i MMG<br />
dovranno sempre più confrontarsi con questa difficile realtà.<br />
I disturbi <strong>della</strong> memoria sono i primi segni di una demenza, ma sono<br />
molto comuni anche <strong>in</strong> una popolazione anziana non demente. Pertanto il<br />
MMG avrà il compito di <strong>in</strong>terpretare e valorizzare tale s<strong>in</strong>tomo,<br />
tranquillizzando eventualmente il paziente sulla “normalità” dello stesso<br />
<strong>in</strong> rapporto all’età.<br />
Attualmente non esistono segni o s<strong>in</strong>tomi od esami di laboratorio o di<br />
bioimag<strong>in</strong>g assolutamente patognomonici <strong>della</strong> malattia di Alzheimer,<br />
che è la più frequente causa di demenza <strong>in</strong> età senile. Questo rende<br />
naturalmente più difficile la diagnosi precoce di questa demenza e spesso<br />
è necessario attendere alcuni mesi di osservazione del decorso cl<strong>in</strong>ico per<br />
poter formulare una diagnosi corretta<br />
Una diagnosi precoce è ritenuta attualmente utile per <strong>in</strong>iziare una terapia<br />
mirata a rallentare il decorso <strong>della</strong> malattia, ma sarà assolutamente<br />
<strong>in</strong>dispensabile quando saranno disponibili terapie più <strong>in</strong>cisive sulla<br />
evoluzione <strong>della</strong> malattia, come per esempio gli <strong>in</strong>ibitori delle secretasi<br />
patologiche <strong>della</strong> prote<strong>in</strong>a pre-amiloide, che potranno far sperare di<br />
arrestare il processo patogenetico ad uno stadio <strong>in</strong>iziale.<br />
Sia nella situazione attuale che <strong>in</strong> questo non remoto scenario, il MMG<br />
riveste un ruolo chiave nel formulare una diagnosi e nel prospettare<br />
direttive diagnostiche, proprio grazie alla sua conoscenza diretta del<br />
malato e del suo ambiente prima ancora dell’<strong>in</strong>izio <strong>della</strong> s<strong>in</strong>tomatologia.<br />
Attualmente il MMG ha un ruolo nella gestione farmacologica e socioassistenziale<br />
del malato nelle fasi <strong>in</strong>termedie ed avanzate <strong>della</strong> malattia ,<br />
mentre molto meno sentito dal MMG stesso è il proprio ruolo nelle fasi<br />
<strong>in</strong>iziali <strong>della</strong> malattia. Questa carenza può essere dovuta alla scarsa<br />
fiducia nella necessità di una diagnosi precisa, ad una certa dose di<br />
fatalismo, ad una carenza di tempo a disposizione e ad una scarsa<br />
attitud<strong>in</strong>e a cogliere i s<strong>in</strong>tomi <strong>in</strong>iziali <strong>della</strong> demenza . E’ anche possibile<br />
che esista una carenza di fiducia del paziente e dei caregivers, che<br />
65<br />
tendono a consultare lo specialista direttamente e tornano al MMG<br />
quando già la diagnosi è stata posta.<br />
Un più <strong>in</strong>cisivo ruolo del MMG nelle prime fasi diagnostiche delle<br />
demenze consentirebbe anche un risparmio economico per la comunità.<br />
Se è ovvio che non risulta praticabile uno screen<strong>in</strong>g cognitivo a tutti i<br />
pazienti anziani è d’altronde necessario che il MMG sia preparato a<br />
<strong>ricerca</strong>re e ad <strong>in</strong>terpretare il deficit di memoria riferito dal paziente o dai<br />
suoi parenti. Esistono diversi brevi e semplici test utilizzabili anche da<br />
non medici, la cui validità come screen<strong>in</strong>g e come supporto ad una<br />
accurata raccolta anamnestica è <strong>in</strong>discussa, soprattutto nelle mani di<br />
MMG, anche se tali test non sono assolutamente diagnostici di per sé .<br />
Con queste premesse, si è <strong>in</strong>teso valutare l’accuratezza di una diagnosi di
demenza posta dal MMG sulla base di semplici dati anamnesticotestistici<br />
rispetto a quella offerta da un usuale iter diagnostico, soprattutto<br />
alla luce del bilanciamento dei costi e dei benefici offerti dai due<br />
approcci.<br />
Per far questo sono stati selezionati e specificamente addestrati MMG e<br />
le loro conclusioni diagnostiche ambulatoriali sono state confrontate con<br />
quelle ottenute mediante gli esami specialistici di rout<strong>in</strong>e durante un day<br />
hospital neurologico<br />
Sono stati selezionati su base volontaria 19 MMG, operanti<br />
nell’h<strong>in</strong>terland a sud di Milano , che sono stati sottoposti a 5 ore di<br />
aggiornamento e tra<strong>in</strong><strong>in</strong>g specifico sui test utilizzati.<br />
Questi MMG dovevano valutare <strong>in</strong> un arco di 6 mesi tutti i pazienti di età<br />
superiore o pari a 65 anni, che lamentassero (o i cui parenti riferissero)<br />
problemi di memoria di recente <strong>in</strong>sorgenza e non ancora valutati <strong>in</strong> sede<br />
cl<strong>in</strong>ica.<br />
Sono stati forniti come strumenti testistici il M<strong>in</strong>i-Mental Test<br />
(MMSE),la scala Geriatric Depression Scale e la scala comportamentale<br />
di McLean adattata.<br />
Sulla base di tali test, di una accurata raccolta anamnestica, di un esame<br />
obiettivo e <strong>della</strong> Ischemic Score di Hach<strong>in</strong>ski veniva chiesto al MMG di<br />
porre una diagnosi di normalità, depressione, demenza, e, (se appropriato)<br />
66<br />
una diagnosi di malattia di Alzheimer o di demenza vascolare . Tale<br />
diagnosi doveva essere confermata da una seconda valutazione un mese<br />
dopo, con gli stessi strumenti.<br />
Se veniva confermata la diagnosi di demenza, il paziente veniva avviato ad<br />
una serie di <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i di rout<strong>in</strong>e per la conferma, preferenzialmente<br />
mediante un day-hospital neurologico, che risultava essere l’approccio più<br />
economico e gradito al paziente. Se non veniva posta una diagnosi di<br />
demenza, il paziente veniva rivalutato tre mesi dopo dal MMG stesso per<br />
una def<strong>in</strong>itiva diagnosi.<br />
Alcuni di questi pazienti giudicati non dementi, tuttavia potevano essere<br />
esam<strong>in</strong>ati più estesamente come quelli giudicati dementi, sia su loro<br />
esplicita richiesta, sia <strong>in</strong> casi selezionati a giudizio del MMG.<br />
Pertanto lo studio porta a due risultati: l’uno relativo alla sensibilità e<br />
specificità <strong>della</strong> diagnosi di demenza, e delle categorie più comuni di<br />
questa, formulata dal MMG rispetto ai migliori parametri specialistici<br />
attualmente disponibili. L’altro risultato scaturisce dall’analisi dei costi<br />
dell’ approccio non specialistico rispetto a quello specialistico e dal relativo<br />
bilanciamento dei costi e dei benefici dei due diversi approcci<br />
In sei mesi sono stati esam<strong>in</strong>ati da 19 MMG, per disturbi di memoria<br />
soggettivi od obiettivabili , 104 soggetti ultrassessantac<strong>in</strong>quenni. Tali<br />
soggetti rappresentano il 2.25 % dei 4625 pazienti totali di età superiore a<br />
65 anni, <strong>in</strong>seriti nelle liste dei 19 MMG.<br />
Una demenza (DSM IV) è stata diagnosticata <strong>in</strong> 56 (54 %) pazienti (25 con<br />
malattia di Alzheimer (AD, secondo i criteri ADRDA-NINCDS) 16 con<br />
demenza vascolare (VaD, secondo i criteri NINCDS-AIREN) e 15 con<br />
demenza non meglio def<strong>in</strong>ibile. In 18 soggetti (17.5%) è stata diagnosticata
una depressione alla base dei disturbi di memoria, mentre <strong>in</strong> 30 (28.8%)<br />
casi il disturbo di memoria non è stato confermato.<br />
28 (50%) pazienti con demenza e 3 (16.7%) pazienti depressi sono stati<br />
ulteriormente <strong>in</strong>dagati mediante una batteria di test, solitamente eseguiti<br />
mediante Day Hospital neurologico, consistente <strong>in</strong> rout<strong>in</strong>e ematologica<br />
(<strong>in</strong>cludente TPHA, folati e vitam<strong>in</strong>a B12, fT4, fT3 e TSH), ECG,<br />
radiografia del torace <strong>in</strong> due proiezioni esame neurologico, una batteria di<br />
test neuropsicologici e TAC dell’encefalo senza mezzo di contrasto.<br />
Tabella 9<br />
Raffronto dei costi e del tempo richiesti fra le varie modalità di diagnosi di demenza<br />
Costo (Lit.) Tempo (gg)<br />
Diagnosi del MMG<br />
Diagnosi specialistica (regime<br />
c.a 50.000 30<br />
SSN DRG per ricovero)<br />
Diagnosi specialistica (regime<br />
4.800.000<br />
Oltre 4 gg<br />
SSN DH)<br />
Diagnosi specialistica (regime<br />
di pagamento privato)<br />
440.000<br />
c.a 1.000.000<br />
Naturalmente i pazienti diagnosticati come “normali” dai MMG e la<br />
maggior parte dei “depressi” non venivano sottoposti a questi test, ma la<br />
diagnosi veniva confermata con una terza visita da parte del MMG,<br />
utilizzando gli stessi strumenti: a questo retest tutte le diagnosi furono<br />
confermate. La <strong>Regione</strong> <strong>Lombardia</strong> paga per tali accertamenti 4,8 milioni, se<br />
effettuati durante un ricovero ospedaliero; 440.000 lire se effettuati durante<br />
un day-hospital. <strong>Il</strong> paziente paga da 700.000 ad oltre un milione lire, se li<br />
effettua privatamente.<br />
<strong>Il</strong> tempo medio impiegato dal MMG per ognuna delle visite diagnostiche (2<br />
o 3 <strong>in</strong> caso di diagnosi di non-demenza) effettuato nel proprio studio è stato<br />
di 20’, pertanto il costo di una s<strong>in</strong>gola diagnosi era di circa 50000 lire,<br />
considerando la quota capitaria riconosciuta ai MMG per ogni paziente e il<br />
necessario tra<strong>in</strong><strong>in</strong>g cui sottoporre i MMG prelim<strong>in</strong>armente<br />
Un primo dato di rilievo risulta dal fatto che molti soggetti<br />
ultrassessantac<strong>in</strong>quenni seguiti dai MMG <strong>in</strong> 6 mesi hanno riferito oggettivi o<br />
soggettivi disturbi <strong>della</strong> memoria.<br />
La maggior parte di questi pazienti sono donne e di scolarità elementare,<br />
come già descritto dai dati epidemiologici<br />
<strong>Il</strong> 2.25% rappresenta un dato molto vic<strong>in</strong>o alla prevalenza (1.6 /anno) delle<br />
demenze nell’ambiente di lavoro del MMG, come valutato recentemente <strong>in</strong><br />
Inghilterra, che il problema è reale <strong>in</strong> questa fascia di età a che basta un<br />
semplice avviso esposto nello studio del MMG per <strong>in</strong>durre i pazienti a far<br />
riferimento <strong>in</strong> prima istanza al loro MMG.<br />
Solo metà dei pazienti con sospetta diagnosi di demenza sono stati sottoposti<br />
a diagnosi formale mediante accertamenti più specialistici.<br />
1<br />
c.a. 7
Questo fatto sembra dipendere da diversi fattori:<br />
1) una scarsa “mobilità” del paziente anziano che spesso deve essere<br />
accompagnato nei centri specialistici da famigliari che lavorano;<br />
2) una relativa scarsa compromissione funzionale dei pazienti <strong>in</strong><br />
questa fase precoce di malattia, che non allarmava<br />
particolarmente i famigliari, non ancora “caregiver” <strong>in</strong> senso stretto;<br />
3) <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, un certo fatalismo mostrato sia dal paziente che dai<br />
famigliari nei confronti di un problema ritenuto connaturato<br />
all’avanzamento degli anni.<br />
69<br />
Nel confronto dei gruppi dei soggetti sospetti per demenza che hanno<br />
approfondito gli esami e di quelli che hanno rifiutato ulteriori <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i, non<br />
si sono osservate differenze significative rispetto alla scolarità, all’età e alla<br />
percentuale donne/uom<strong>in</strong>i<br />
In un quarto circa dei casi di sospetta demenza il MMG ha preferito non<br />
porre una diagnosi nosografica precisa.<br />
<strong>Il</strong> fatto di non aver potuto studiare tutti i pazienti sospetti per demenza e,<br />
soprattutto, di non aver potuto (per ovvii motivi economici ed etici)<br />
studiare con gli stessi metodi i soggetti non ritenuti dementi, può<br />
certamente limitare la precisione delle conclusioni.<br />
Tuttavia è da ricordare che la diagnosi di “non demenza” veniva<br />
confermata nel tempo dal MMG stesso<br />
Per quanto sia noto che la diagnosi specialistica anche nei centri con<br />
maggiore esperienza non supera il 85-90% di accuratezza rispetto al<br />
riscontro autoptico , abbiamo considerato la diagnosi specialistica come<br />
“gold standard”.<br />
Rispetto ad essa, l’accuratezza dei MMG ha raggiunto il massimo livello di<br />
specificità (100%) ed ottima sensibilità (82%) nella diagnosi di demenza<br />
Livelli molto m<strong>in</strong>ori di sensibilità (attorno al 60%) e più accettabili di<br />
specificità (63-85%) si sono rilevati nella diagnosi di AD e di VaD.<br />
L’analisi statistica con il Test di Fisher mostra una significativa<br />
concordanza fra diagnosi del MMG e dello specialista per la demenza<br />
(p
sensibilità, specificità e Valore Predittivo Positivo <strong>della</strong> diagnosi di<br />
demenza come s<strong>in</strong>drome, effettuata dal MMG<br />
<strong>Il</strong> MMG è <strong>in</strong> grado di cogliere con notevole accuratezza la presenza di<br />
demenza, ma è meno accurato, con i mezzi a disposizione nel suo studio,<br />
nel porre una diagnosi nosografica di demenza degenerativa o vascolare<br />
I costi <strong>della</strong> diagnosi posta dal MMG sono naturalmente molto <strong>in</strong>feriori ad<br />
ogni altro approccio specialistico.<br />
In conclusione questo studio dimostra che:<br />
4) i pazienti opportunamente sensibilizzati fanno riferimento <strong>in</strong> prima<br />
istanza al loro MMG anche <strong>in</strong> presenza di problemi specialistici<br />
5) opportunamente preparato e con uno strumento cl<strong>in</strong>ico molto<br />
semplice, il MMG è <strong>in</strong> grado di effettuare un primo screen<strong>in</strong>g<br />
demenza/non demenza a costi molto bassi e co ottima accuratezza<br />
6) <strong>in</strong> vista di terapie sempre più mirate (ma anche prevedibilmente<br />
sempre più costose e con potenziali effetti collaterali) alle s<strong>in</strong>gole<br />
identità nosografiche, è auspicabile che il MMG, effettuato questo<br />
screen<strong>in</strong>g, <strong>in</strong>dirizzi il paziente a strutture specialistiche<br />
neurologiche<br />
7) <strong>in</strong> questo contesto, ruolo del MMG è anche quello di sp<strong>in</strong>gere il<br />
paziente e i suoi famigliari a superare diffidenze, fatalismo e<br />
scetticismo relativi all’approfondimento diagnostico che è<br />
f<strong>in</strong>alizzato non solo ad una terapia farmacologica, ma soprattutto<br />
a predisporre tutti i complessi aspetti assistenziali, socio-sanitari e<br />
psicologici connessi con il problema <strong>della</strong> demenza.<br />
L’adozione di questa metodologia diagnostica consente anche un<br />
significativo risparmio di risorse economiche ed umane, che potranno<br />
essere re<strong>in</strong>vestite nella gestione del paziente demente grave il più a lungo<br />
possibile presso il proprio domicilio grazie anche all’aiuto del MMG.
PAZIENTE : nome/cognome<br />
1ª DATA<br />
ALLEGATI<br />
STUDIO IRER<br />
SUI DISTURBI DELLA MEMORIA TRA I PAZIENTI<br />
DEL MEDICO DI FAMIGLIA<br />
ACCURATEZZA DIAGNOSTICA DEI MEDICI<br />
DI MEDICINA GENERALE (MMG)<br />
2ª DATA DOTT.: nome/cognome
STUDIO IRER<br />
ACCURATEZZA DIAGNOSTICA DEI MEDICI<br />
DI MEDICINA GENERALE (MMC) NELLE DEMENZE<br />
I CRITERI DIAGNOSTICI DELLA DEMENZA<br />
SECONDO LA IV VERSIONE DEL MANUALE DIAGNOSTICO<br />
E STATISTICO DELLE MALATTIE MENTALI<br />
DELL'AMERICAN PSYCHIATRIC ASSOCIATION (DSM-IV) (APA,1994)<br />
A) Presenza di deficit cognitivi multipli caratterizzati da:<br />
1) compromissione mnesica (deficit delle abilità ad apprendere nuove<br />
<strong>in</strong>formazioni a richiamare <strong>in</strong>formazioni precedentemente apprese)<br />
2) uno (o più) dei seguenti deficit cognitivi:<br />
a) afasia (disturbi del l<strong>in</strong>guaggio)<br />
b) aprassia (<strong>in</strong>capacità a eseguire attività motorie nonostante l'<strong>in</strong>tegrità<br />
<strong>della</strong> comprensione e <strong>della</strong> motricità)<br />
c) agnosia (<strong>in</strong>capacità a riconoscere o identificare oggetti <strong>in</strong> assenza di<br />
deficit sensoriali)<br />
d) deficit del pensiero astratto e delle capacità di critica (pianificare,<br />
organizzare, fare ragionamenti astratti)<br />
B) I deficit cognitivi dei criteri Al e A2 <strong>in</strong>terferiscono significativamente nel lavoro, nelle<br />
attività sociali o nelle relazioni con gli altri, con un peggioramento significativo rispetto al<br />
precedente livello funzionale<br />
C) I deficit non si manifestano esclusivamente durante un delirium
SINTOMI CLINICI INDICATIVI DI DEMENZA<br />
SECONDO MC LEAN<br />
ADATTATI ALLA MEDICINA GENERALE<br />
1) Problemi psicologici di recente <strong>in</strong>sorgenza <strong>in</strong> soggetto anziano:<br />
• labilità emotiva<br />
• irritabilità<br />
• tendenza all'isolamento sociale<br />
• sospettosità / petulanza<br />
2) S<strong>in</strong>tomi maldef<strong>in</strong>iti e conufusi:<br />
malessere non dimostrabile "organicamente"<br />
reazioni spropositate a malattie banali<br />
3) Comportamento non tipico <strong>in</strong> quel paziente:<br />
mutamento di <strong>in</strong>teressi<br />
• avarizia/<strong>in</strong>temperanza<br />
• modifica di abitud<strong>in</strong>i (non frequenta il solito bar)<br />
4) Ricomparsa ed enfatizzazione di alterazioni fisiche<br />
5) Intolleranza tra coniugi, f<strong>in</strong>o alla separazione<br />
6) Modificazione dell'eloquio: es. volgarità a sfondo sessuale<br />
7) Modifiche alimentazione e del "modo" di mangiare
MMSE<br />
ORIENTAMENTO<br />
In che (anno) (stagione) (data) (giorno <strong>della</strong> settimana) (mese) siamo? Max 5 pt<br />
Dove ci troviamo?: (stato) (regione) (città o paese) (ospedale,<br />
ambulatorio, ecc.) (piano) Max 5 pt<br />
MEMORIZZAZIONE<br />
Pronunciare il nome di tre oggetti comuni (per es. "mela", "tavolo",<br />
"moneta") :<br />
Dedicare 1 secondo a ogni parola, qu<strong>in</strong>di chiedere al paziente di<br />
ripeterle tutte e tre.<br />
Assegnare 1 punto per ogni risposta giusta.<br />
Qu<strong>in</strong>di ripeterle ancora f<strong>in</strong>o a quando il soggetto le ha imparate tutte e<br />
tre.<br />
Conteggiare i tentativi necessari e annotarli.<br />
Tentativi: ...............................................................................Max 3 pt..................<br />
ATTENZIONE E CALCOLO<br />
Far sillabare la parola "carne" a rovescio. <strong>Il</strong> punteggio è costituito dal<br />
numero di lettere specificate nell'ord<strong>in</strong>e giusto (ENRAC). Max 5 pt<br />
RICORDO<br />
Chiedere i tre oggetti precedentemente memorizzati. Assegnare 1 punto<br />
per ogni risposta giusta.<br />
[Nota: Non si può testare il ricordo se durante la memorizzazione il<br />
paziente non è riuscito a imparare il nome di tutti e tre gli oggetti]. Max 3 pt<br />
LINGUAGGIO<br />
Chiedere al paziente di riconoscere, denom<strong>in</strong>andoli, una "matita" e un<br />
"orologio". Max 2 pt<br />
Far ripetere quanto segue: "Sopra la panca la capra campa". Max. 1 pt<br />
Far eseguire le seguenti istruzioni: "Prenda un foglio di carta con la<br />
mano destra, lo ripieghi a metà e lo appoggi sul pavimento."<br />
Far leggere ed eseguire quanto segue:<br />
"Chiuda gli occhi".<br />
Chiedere di scrivere una frase.<br />
Copiare un disegno semplice Max. 3 pt.<br />
Punteggio Totale ........................................................................
COEFFICIENTI DI AGGIUSTAMENTO DEL MMSE PER CLASSI DI ETÀ<br />
E EDUCAZIONE NELLA POPOLAZIONE ITALIANA (Magni et al, 1996)<br />
Intervallo di età 65- 69 70- 74 75- 79 80- 84 85- 89<br />
Livello di educazione<br />
0-4 anni + 0,4 + 0,7 + 1,0 + 1,5 + 2,2<br />
5-7 anni -1,1 - 0,7 - 0,3 + 0,4 + 1,4<br />
8-12 anni - 2,0 - 1,6 - 1,0 - 0,3 + 0,8<br />
13-17 anni - 2,8 - 2,3 - 1,7 - 0,9 + 0,3<br />
<strong>Il</strong> coefficiente va aggiunto (o sottratto) al punteggio grezzo del MMSE per ottenere il<br />
punteggio aggiustato.<br />
SCALA ISCHEMICA DI HACHINSKI (Hacluiuski et al., 1975)<br />
1. ESORDIO IMPROVVISO ----- 2<br />
2. DETERIORAMENTO A GRADINI ----- 1<br />
3. SINTOMI SOMATICI ----- 1<br />
4. LABILITÀ EMOTIVA ----- 1<br />
5. IPERTENSIONE ----- 1<br />
6. STORIADI ICTUS ----- 2<br />
7. SINTOMI FOCALI ----- 2<br />
8. SEGNI FOCALI ----- 2<br />
PUNTEGGIO TOTALE /12 -----<br />
CUT-OFF >4
GERIATRIC DEPRESSION SCALE<br />
SCALA GERIATRICA DI DEPRESSIONE<br />
(da Br<strong>in</strong>k e Yesavage, 1992)<br />
Adesso le farò alcune domande sul suo umore. Deve rispondere<br />
semplicemente sì, no o non so.<br />
Se necessario, ripetere durante la lettura delle domande la frase.<br />
Deve riaspondere semplicemente si, no o non so.<br />
l. È fondamentalmente soddisfatto/a <strong>della</strong> sua vita? Si No Non so<br />
2. Ha abbandonato molte delle sue attività e/o <strong>in</strong>teressi? SI NO Non so<br />
3. Pensa che la sua vita sia vuota? Si NO Non so<br />
4. E spesso annoiato/a? Si No Non so<br />
5. È ottimista verso il futuro? Si No Non so<br />
6. È ossessionato da pensieri da cui non riesce a liberarsi? Si No Non so<br />
7. È <strong>in</strong> genere di buon umore? Si No Non so<br />
8. Ha paura che le stia per capitare qualcosa di brutto Si No Non so<br />
9. È felice di solito? Si No Non so<br />
l0. Le capita spesso di sentirsi debole e <strong>in</strong>difeso/a? Si No Non so<br />
11. Si sente spesso irrequieto/a ed <strong>in</strong>capace di stare fermo/a? Si No Non so<br />
12. Preferisce stare a casa piuttosto che uscire e fare cose nuove? Si No Non so<br />
13. Si preoccupa spesso del futuro? Si No Non so<br />
14. Crede di avere più problemi degli altri con la sua memoria? Si No Non so<br />
15. Pensa che sia bello essere vivi <strong>in</strong> questo momento? Si No Non so<br />
16. Si sente spesso mal<strong>in</strong>conico/a e molto triste Si No Non so<br />
17. Le sembra di essere abbastanza <strong>in</strong>utile nella sua condizione Si No Non so<br />
attuale?<br />
18. Si preoccupa spesso per quello che è avvenuto nel passato? Si No Non so<br />
19. Trova che la vita sia molto <strong>in</strong>teressante? Si No Non so<br />
20. Fa fatica ad <strong>in</strong>iziare nuovi progetti? Si No Non so<br />
21. Si sente pieno di energia? Si No Non so<br />
22. Lei pensa di essere <strong>in</strong> una situazione senza speranza Si No Non so<br />
23. Pensa che la maggior parte <strong>della</strong> gente stia meglio di lei? Si No Non so<br />
24. Le capita spesso di <strong>in</strong>nervosirsi per delle sciocchezze? Si No Non so<br />
25. Ha spesso voglia di piangere? Si No Non so<br />
26. Fa fatica a concentrarsi? Si No Non so<br />
27. Le fa piacere svegliarsi alla matt<strong>in</strong>a? Si No Non so<br />
28. Preferisce evitare di <strong>in</strong>contrare gente? Si No Non so<br />
29. Le riesce facile prendere decisioni? Si No Non so<br />
30. Le pare di avere ancora la mente lucida come una volta? Si No Non so<br />
Punteggio totale (contare solo il numero di risposte sottol<strong>in</strong>eate)<br />
(Punti : Si =1 ; No = 2 ; Non so = 9)
SCHEDA PAZIENTE:<br />
COGNOME.............................................................NOME..........................................................<br />
DATA DI NASCITA ......................................ANNI DI SCUOLA......................................<br />
LAVORO PRECEDENTE ..........................................................................................<br />
INDIRIZZO........<br />
STATOCIVILE...................................................CON CHI IVE....................................................<br />
TELEFONO..........................................TELEFONO PARENTE..................................................<br />
DATA 2ª VISITA .........................................................................<br />
MMSE (punteggio corretto)........................................................ (patologico se < 24)<br />
SCALA DEPRESSIONE............................................................. (patologico se 4)<br />
PATOLOGIE ASSOCIATE.......................................................................................................<br />
..<br />
FARMACI IN CORSO ............................................................................................................<br />
IL PAZIENTE E' DEPRESSO? SI NO<br />
Se SI, che farmaco viene prescritto?<br />
............................................................................................<br />
SECONDO IL DSM-IV E IL MMSE IL PAZIENTE È DEMENTE? SI NO<br />
Se SI, secondo Hach<strong>in</strong>ski è ALZHEIMER VASCOLARE altro ..............................................<br />
DISTURBI COMPORTAMENTALI SI NO<br />
NOME E FIRMA DEL MEDICO
LOCANDINA ESPOSTA NEGLI STUDI MEDICI<br />
CENACOLO DI IPPOCRATE<br />
ASSOCIAZIONE PER L’INFORMAZIONE,<br />
LA RICERCA E L’AGGIORNAMENTO IN<br />
MEDICINA GENERALE<br />
Caro assistito,<br />
la <strong>in</strong>formo che il Suo medico <strong>in</strong> collaborazione con l’Associazione<br />
“<strong>Il</strong> Medico Pratico -Sud Milano” e per conto dell’IReR - Istituto regionale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong>,<br />
aderisce allo studio atto a valutare<br />
i Disturbi <strong>della</strong> Memoria sul Territorio<br />
Tale studio ha per obiettivo il reclutamento di pazienti che abbiano:<br />
- età superiore a 60 anni;<br />
- disturbi <strong>della</strong> memoria recente o remota;<br />
- disturbi cognitivi;<br />
- confusione mentale.<br />
Se ritiene di avere alcuni di questi s<strong>in</strong>tomi, o un’età superiore a 60 anni e <strong>in</strong>tende essere<br />
oggetto di tale studio, ne parli col Suo Medico per avere ulteriori delucidazione e prendere<br />
appuntamento per una prima visita.<br />
Cordiali saluti<br />
<strong>Il</strong> Medico Pratico - Sud Milano<br />
Via Donizetti, 12/A - 20090 Pieve Emanuele - Tel./Fax 02.90720672 –<br />
E-mail:medprat@t<strong>in</strong>.it -