13.06.2013 Views

Testo della ricerca in formato .pdf - Il Consiglio - Regione Lombardia

Testo della ricerca in formato .pdf - Il Consiglio - Regione Lombardia

Testo della ricerca in formato .pdf - Il Consiglio - Regione Lombardia

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA<br />

DEMENZA ALZHEIMER:<br />

DIAGNOSI NELLO STUDIO<br />

DEL MEDICO DI MEDICINA GENERALE<br />

• <strong>Il</strong> Medico Pratico - Sud Milano<br />

Associazione per l’Informazione, la Formazione, la Ricerca<br />

e l’Aggiornamento <strong>in</strong> Medic<strong>in</strong>a Generale<br />

• <strong>Il</strong> Cenacolo di Ippocrate<br />

IReR<br />

Istituto Regionale di Ricerca<br />

Milano, settembre 2000


Project leaders:<br />

Dr Prim<strong>in</strong>o Claudio Botta e Dr Angelo Sferrazza Papa<br />

Consulenza neurologica e scientifica dr Massimo Franceschi<br />

Neurologia, Cl<strong>in</strong>ica S.Maria-HSR, Castellanza,Va<br />

Consulenza statistica dr Massimo Musicco<br />

ITBA, CNR, Milano<br />

Monitor dr. Giuseppe Derosa<br />

Cod IRER 98.26


INDICE<br />

PREMESSA<br />

Parte prima.<br />

IL CONTESTO<br />

1. Una <strong>ricerca</strong> nata nel Parco Sud Milano<br />

2. Cos’è il parco agricolo Sud Milano?<br />

3. Gli ospedali che servono l’area sud<br />

4. Le A.S.L .<br />

5. I medici di Medic<strong>in</strong>a Generale!<br />

6. Vogliamo la scuola di Medic<strong>in</strong>a Generale<br />

7. Una <strong>ricerca</strong> sul territorio<br />

8. Uno sforzo congiunto...<br />

Parte seconda.<br />

RISULTATI DELLA RICERCA:. CONCLUSIONI<br />

9. La malattia di Alzheimer e le demenze<br />

10. Razionale dello studio<br />

11. Metodologia dello studio<br />

12. Risultati<br />

13. Conclusioni<br />

14. Prevenire la demenza<br />

15. <strong>Il</strong> territorio del Parco sud e la patologia dementigena<br />

Bibliografia<br />

Riassunto<br />

Allegati:<br />

1 Protocollo Sperimentale (case report form)<br />

2 Gruppi medici promuoventi<br />

3 Esempio di locand<strong>in</strong>a esposta negli studi medici


PREMESSA<br />

La medic<strong>in</strong>a moderna è sempre più medic<strong>in</strong>a che deve reggersi sulle<br />

prove e questo, più che un atteggiamento culturale, è un modus operandi<br />

che <strong>in</strong>fluenzerà anche le sfere che ruotano <strong>in</strong>torno all’atto medico, etiche<br />

e socio economiche.<br />

E se, è vero che, le “prove”, sub-specie di l<strong>in</strong>ee guida “ e<br />

raccomandazioni” direttive, guideranno l’atto medico, sarà sempre più<br />

necessario avere “prove” che nascono da ricerche nel territorio per<br />

patologie che ivi si manifestano e che difficilmente possono essere<br />

studiate <strong>in</strong> altri contesti.<br />

<strong>Il</strong> bias peggiore di molti cl<strong>in</strong>ical trials è questo artificioso distacco del<br />

paziente dal contesto vitale: e questo problema viene molto prima degli<br />

standard di affidabilità scientifica degli studi.<br />

La <strong>ricerca</strong> sul territorio tende a colmare il gap tra la RICERCA<br />

“INTRAMOENIA” e la sua applicabilità nel territorio: partire dal medico<br />

del territorio e le patologie che più frequentemente vi compaiono, fare<br />

<strong>ricerca</strong> dal “vivo”.<br />

Occorre superare la storica collocazione del medico di famiglia italiano<br />

nel praticismo: se la <strong>ricerca</strong> la si impara, gli errori <strong>in</strong>iziali non avranno<br />

comunque il bias sempiterno di ricerche fatte <strong>in</strong> ospedale e applicate nel<br />

territorio.<br />

La <strong>ricerca</strong> <strong>in</strong> oggetto riflette l’orgoglioso tentativo di un gruppo di medici<br />

del territorio per capire e “validare” il proprio lavoro nell’<strong>in</strong>teresse <strong>della</strong><br />

scienza e <strong>della</strong> collettività: la fatica aggiunta al lavoro quotidiano<br />

speriamo sia seme per ulteriori fioriture e ricerche <strong>della</strong> medic<strong>in</strong>a<br />

generale del territorio lombardo.<br />

MEDICINA GENERALE E DEMENZE<br />

Gli scenari “apocalittici” che riguardano le demenze non possono non<br />

toccare il lavoro del medico generale/medico di famiglia collocato sul<br />

primo avamposto che coglie l’emergere delle patologie; ed è proprio il<br />

carattere “epidemico” delle demenze, tanto che ormai si sfiora il 30-35%<br />

negli ultraottantenni che, accompagnandosi ad una crescita senza<br />

precedenti dei soggetti anziani, co<strong>in</strong>volge necessariamente l’attività<br />

del medico di famiglia.<br />

Non può sfuggire la stretta analogia di questo <strong>in</strong>tervento con il modello<br />

v<strong>in</strong>cente del medico condotto nella lotta contro le malattie epidemico<strong>in</strong>fettive.<br />

Questo stesso <strong>in</strong>tervento si richiede sempre più chiaramente per le<br />

demenze, spesso misconosciute nelle fasi <strong>in</strong>iziale e “borderl<strong>in</strong>e”, per una<br />

diagnosi precoce.<br />

Le ragioni <strong>della</strong> diagnostica “precoce” sono ben s<strong>in</strong>tetizzate dal recente<br />

Documento di Consenso emanato dalla Società Italiana di Neuroscienze-<br />

Expert Panel Alzheimer:<br />

1) un tempestivo <strong>in</strong>tervento sulle cause delle demenze reversibili;<br />

2) l’istituzione di terapie che possono ritardare la progressione <strong>della</strong>


malattia;<br />

3) il potenziamento <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di efficacia degli <strong>in</strong>terventi che richiedono<br />

la presenza di sufficienti capacità cognitive residue;<br />

4) l’attuazione di misure che riducano gli effetti <strong>della</strong> comorbilità sulle<br />

demenze;<br />

5) l’attuazione tempestiva da parte del paziente e <strong>della</strong> famiglia di misure<br />

necessarie per affrontare i problemi connessi con la progressione delle<br />

malattie.”<br />

Riconosciuta qu<strong>in</strong>di da tutto il mondo scientifico l’utilità <strong>della</strong> diagnosi<br />

precoce (non qu<strong>in</strong>di un’<strong>in</strong>utile anticipazione di diagnosi!) e il grande<br />

impatto sanitario e umano di una azione di tal natura, non resta che<br />

<strong>in</strong>dividuare gli “attori” e le modalità di tali <strong>in</strong>terventi. Una <strong>in</strong>dicazione molto<br />

chiara <strong>in</strong> proposito è venuta da una Consensus Conference di psico-geriatri<br />

Statunitensi sul f<strong>in</strong>ire del 1998: il primo richiamo è quello di un criterio<br />

diagnostico per la demenza di tipo INCLUSIVO, vale a dire non demenza<br />

come ESCLUSIONE di altre malattie, ma la malattia ben def<strong>in</strong>ibile e<br />

diagnosticabile. <strong>Il</strong> secondo <strong>in</strong>dividua nel medico di famiglia, operante nel<br />

territorio, il soggetto sanitario più adatto, l’ “attore” di una possibile diagnosi<br />

precoce, perché, <strong>in</strong> assenza di marcatori biologici/strumentali che<br />

document<strong>in</strong>o <strong>in</strong>oppugnabilmente la malattia dementigena, la diagnosi non<br />

può che dipendere dalla valutazione <strong>della</strong> “cognitività” dei pazienti. E chi tra<br />

i medici può valutare meglio il decl<strong>in</strong>o/cambiamento di un soggetto se non<br />

il medico che segue il soggetto (e il contesto socio familiare) per anni?.<br />

Di seguito riportiamo i s<strong>in</strong>tomi che frequentemente caratterizzano le<br />

demenze agli esordi (sempre tratto dal documento sopra citato):<br />

- “apprendere e ricordare nuove <strong>in</strong>formazioni: ha difficoltà a ricordare<br />

conversazioni<br />

recenti, eventi, appuntamenti;<br />

- eseguire compiti complessi: ha difficoltà ad eseguire un compito<br />

che richiede una sequenza complessa di azioni;<br />

- eseguire ragionamenti: non riesce a rispondere con una ragionevole<br />

strategia ai problemi <strong>in</strong>sorti a casa o sul luogo del lavoro;<br />

- mantenere comportamenti socialmente adeguati: si mostra<br />

sorprendentemente poco riguardoso delle regole sociali di<br />

comportamento;<br />

- orientarsi nello spazio e nel tempo: ha difficoltà nella guida<br />

dell’automobile, tende a perdersi anche <strong>in</strong> luoghi a lui/lei familiari;<br />

- l<strong>in</strong>guaggio: ha difficoltà a trovare parole che esprimano ciò che vuole<br />

comunicare e a eseguire le conversazioni, anche nella scrittura e nella<br />

lettura si evidenziano impacci e difficoltà;<br />

- avere un comportamento adeguato: è più passivo, irritabile e<br />

sospettoso del solito, <strong>in</strong>terpreta <strong>in</strong> modo sbagliato stimoli uditivi<br />

e visivi. A volte si manifestano disturbi più selettivi e particolari<br />

come disturbo del l<strong>in</strong>guaggio (afasia), disturbo del riconoscimento<br />

dei volti familiari (prosopoagnosia) o altri disturbi isolati come la<br />

difficoltà nell’organizzazione dei gesti”.<br />

Balza all’occhio <strong>in</strong> maniera evidente come la “conoscenza” che il medico di<br />

famiglia ha del paziente rappresenti il know-how che fa la differenza con gli


altri specialisti per la diagnosi di siffatta malattia. <strong>Il</strong> che facilita anche per il<br />

medico generale l’utilizzo degli strumenti standardizzati per la valutazione<br />

cognitiva: tra tutti il test di Folste<strong>in</strong> o M<strong>in</strong>i Mental State Exam<strong>in</strong>ation.<br />

<strong>Il</strong> progetto di <strong>ricerca</strong> sulla accuratezza diagnostica delle demenze del medico<br />

di famiglia poggia su queste precise premesse-conv<strong>in</strong>zioni. Le premesse di<br />

una maggiore sensibilità e anche buona specificità diagnostica, con una<br />

adeguata preparazione-tra<strong>in</strong><strong>in</strong>g dei medici generali corroborata da semplici<br />

tests di supporto, praticabili nella rout<strong>in</strong>e medica. La conv<strong>in</strong>zione di portare<br />

un contributo non secondario nel pieno “dell’epidemia”, non solo doveroso<br />

e umano, ma anche economicamente valido.<strong>Il</strong> confronto-verifica del lavoro<br />

diagnostico del medico di famiglia con una struttura di alto livello e rigore<br />

scientifico è stata la griglia del (possibile) corretto operare e il mezzo per la<br />

valutazione del diverso impatto economico.<br />

1. UNA RICERCA NATA NEL PARCO SUD MILANO<br />

Si parte da lontano per arrivare alla realtà sanitaria attuale che, nell'area<br />

immediatamente a sud <strong>della</strong> Città, tra i due noti fiumi Tic<strong>in</strong>o ed Adda, ha<br />

prodotto un nuovo modo di fare medic<strong>in</strong>a reagendo al sistema<br />

ospedalocentrico, despota dell'ultimo ventennio. Si tratta <strong>della</strong> medic<strong>in</strong>a sul<br />

territorio, quella sconosciuta agli ospedali ed alla casistica ad essi afferente.<br />

Non é una novità locale. È un profilo sanitario che riflette l'andamento<br />

nazionale; qui si ha il merito di aver elaborato, per primi, un rimedio. Rimedio<br />

a che cosa? Allo sfacelo dilagante <strong>della</strong> medic<strong>in</strong>a generale. Quello che partorì<br />

un medico sganciato dall' Università, succube degli ospedali, s<strong>in</strong>dacalizzato.<br />

Una volta l'ospedale evocava qualcosa di funesto, nota che si percepisce<br />

ancora lavorando nella Bassa (la parte sud <strong>della</strong> Pianura Padana) e visitando<br />

qualche anziana signora: “mi vu no all' uspedal“. Lo stesso medico che,<br />

carente di ricerche sul proprio lavoro e povero di rilievo mass-mediologico,<br />

delega dapprima la pediatria, caso unico al mondo, allo “ specialista“ ed è <strong>in</strong><br />

attesa di altre figure sanitarie che possano sostituirlo: una medic<strong>in</strong>a spezzettata<br />

per comparti dove la s<strong>in</strong>tesi sanitaria non è fatta sulla persona nel suo contesto<br />

vitale, casa e territorio, ma saltuariamente, occasionalmente nel letto<br />

d'ospedale: l'lnternista, che vuol conoscere la malattia senza immag<strong>in</strong>are<br />

(poichè non conosce il paziente) come è la salute di quel s<strong>in</strong>golo <strong>in</strong>dividuo. <strong>Il</strong><br />

medico generalista e di famiglia italiano relegato <strong>in</strong> un angolo, sempre “<br />

studiato“ da altri, sempre“ <strong>in</strong>dirizzato“, <strong>in</strong> perenne ritardo, messo al centro <strong>in</strong><br />

tutte le riforme e spiazzato operativamente: al massimo oggetto passivo di<br />

ricerche condotte da altri (istituti, università ed ospedali ) che <strong>in</strong>variabilmente<br />

ne documentano una “ carenza“. La <strong>ricerca</strong> nella medic<strong>in</strong>a generale allora si<br />

risolve <strong>in</strong> lavori marg<strong>in</strong>ali,“ sociologici“ non <strong>in</strong>cisivi: anche nei settori dove la<br />

sua parola è parte <strong>in</strong>eludibile. Per far luce su questi ultimi scal<strong>in</strong>i <strong>in</strong> discesa di<br />

una gloriosa tradizione millenaria che <strong>in</strong> parte si é conservata <strong>in</strong> molti stati<br />

<strong>della</strong> Comunità Europea, specie nei paesi del nord, per spiegare una simile<br />

decadenza, bisogna rifarsi agli anni “75-“79 allorché alla f<strong>in</strong>e di un decennio<br />

di empasse, si operò sulla sanità con due correttivi “iatrogeni“. La legge che<br />

<strong>in</strong>trodusse il nuovo Sistema Sanitario Nazionale (SSN) e l'ipotesi universitaria<br />

che, sfornando un alto numero di specialisti per ogni branca medica, si poteva


far fare un balzo di qualità alla medic<strong>in</strong>a.<br />

2. COS'È IL PARCO AGRICOLO “SUD MILANO“?<br />

Comprende 61 comuni che si collocano <strong>in</strong> tutta l'area sud del perimetro<br />

<strong>della</strong> città (Zona dei Navigli e Via Tibaldi) con l'aeroporto di L<strong>in</strong>ate ad<br />

Est, usando come spartiacque la Rivoltana, mentre all'estremo lato Ovest,<br />

l'autostrada e la statale che portano a Novara e a Tor<strong>in</strong>o e, come sponda<br />

occidentale, il fiume Tic<strong>in</strong>o che limita il territorio su cui operiamo,<br />

scendendo obliquo f<strong>in</strong>o a Pavia dove, nel Ponte <strong>della</strong> Becca, si unisce al<br />

Po. La città di Pavia che dà il nome al fiume (o viceversa), rappresenta<br />

l'estremo sud del nostro territorio di studio e dista da Milano 33 Km. In<br />

quest'area, 20 anni fa, gli amm<strong>in</strong>istratori locali decisero di istituire un<br />

parco per sottrarre questo ben di Dio di fertilità alla cementificazione<br />

<strong>in</strong>esorabile. Tale dest<strong>in</strong>o, <strong>in</strong>vece, negli anni del boom era toccato all'area<br />

nord di Milano che ha portato alla costruzione <strong>in</strong><strong>in</strong>terrotta di case dallo<br />

stadio di San Siro f<strong>in</strong>o a Varese, mentre <strong>in</strong> modo più discont<strong>in</strong>uo f<strong>in</strong>o a<br />

Bergamo. Gli amm<strong>in</strong>istratori volevano salvare quest'area <strong>in</strong>tuendo la<br />

futura ed imperiosa espansione di Milano che si proponeva come la vera<br />

capitale d'Italia e forse d'Europa. Non sbagliarono, se, considerando gli<br />

sviluppi successivi, con l'ultimo tassello, l'aeroporto <strong>della</strong> Malpensa, essa<br />

si apri def<strong>in</strong>itivarrente a tutti i cont<strong>in</strong>enti. Purtroppo il Parco ebbe varie<br />

vicissitud<strong>in</strong>i con situazioni di coma o stati preterm<strong>in</strong>ali (data l'occasione,<br />

é meglio usare un l<strong>in</strong>guaggio medico!) a situazioni di improvviso arousal.<br />

Da ultimo é prevalso il coma e poi la morte... ripartendo con la<br />

cementificazione! Comunque, poco importa, la gente dell'H<strong>in</strong>terland<br />

dell'area sud, lus<strong>in</strong>gata da tale proposta, si appropriò idealmente del<br />

term<strong>in</strong>e e cont<strong>in</strong>uò ad accarezzare questa chimera.<br />

Per cui, parlando con una persona semplice, non é strano sentirsi dire:<br />

“Sono dell'area del Parco Sud“.<br />

3. GLI OSPEDALI CHE SERVONO L’AREA SUD<br />

I nostri ospedali non accolgono la nostra gente! È proprio il caso di dirlo.<br />

Sembrano messi li a caso nella cart<strong>in</strong>a geografica <strong>della</strong> A.S.L. 2; quelli<br />

compresi dentro il suo perimetro sono: l'Ospedale Predabissi di<br />

Melegnano, il S. Uboldo di Cernusco sul Naviglio, l'Ospedale Santa<br />

Maria delle Stelle di Melzo, l'Ospedale Serbelloni di Gorgonzola e<br />

l'Istituto Cl<strong>in</strong>ico Humanitas di Rozzano.<br />

La maggior parte di essi sono sorti con bac<strong>in</strong>i d'utenza che si sono creati<br />

storicamente. Ciò é stato deterrn<strong>in</strong>ato:<br />

1) dalle strade di comunicazione,<br />

2) dalla densità di popolazione,<br />

3) dal modo di operare dei loro Medici.<br />

Poli Milanesi <strong>in</strong>discussi di attrazione sulla nostra area, <strong>in</strong>oltre, sono: il<br />

Policl<strong>in</strong>ico per la sua storica efficienza, il San Raffaele per la grandezza<br />

ed il prestigio, il San Paolo che ha accolto f<strong>in</strong>o ad oggi il numero più alto<br />

di assistiti.<br />

Recentemente, nel lato est di Rozzano, s'é <strong>in</strong>sediata la Cl<strong>in</strong>ica Humanitas


che si presenta di ottimo livello e promette un futuro da leone. È stata una<br />

grande operazione di mercato, ma effettivamente, <strong>in</strong> quella zona era stata<br />

<strong>in</strong>dividuata la necessità di un ospedale. Tant'e che lo stesso Policl<strong>in</strong>ico,<br />

con decisioni soporose, doveva essere dislocato al Ronchetto delle Rane,<br />

sito <strong>in</strong> una vasta area a Sud-Est di Milano, meglio conosciuta come il<br />

Gratosoglio. Ed é strano che ciò non avvenne.<br />

L'Ospedale di Melegnano ha un ruolo locale e, pur annoverando qualche<br />

nome prestigioso tra i suoi Primari, non si é mai aperto all'esterno. <strong>Il</strong> polo<br />

degli ospedali <strong>della</strong> zona est: San Donato, ospedale tuttofare, Gorgonzola<br />

e Melzo, ospedaletti modello di prov<strong>in</strong>cia.<br />

Un piccolo ospedale, il Carlo Mira di Casorate Primo, sito nel cuore <strong>della</strong><br />

nostra zona operativa, resiste alle cont<strong>in</strong>ue spartizioni e cambi di<br />

padrone. É sito <strong>in</strong> una l<strong>in</strong>gua di terra che serve l'area detta dell'Est Tic<strong>in</strong>o,<br />

ma ha la sfortuna di appartenere alla prov<strong>in</strong>cia di Pavia. Qu<strong>in</strong>di<br />

appartiene a Pavia, ma serve Milano !<br />

I comuni dell'estremo Sud dell'area che consideriamo (B<strong>in</strong>asco, Casarile,<br />

Lacchiarella, Vernate) tendono ad utilizzare i 2 grandi ospedali di Pavia:<br />

lo storico Policl<strong>in</strong>ico San Matteo, <strong>in</strong> decadenza da un ventennio, e la<br />

Cl<strong>in</strong>ica del Lavoro o Fondazione Maugeri <strong>in</strong> forte espansione con<br />

caratteri imprenditoriali decisivi. Mentre l'Istituto Neurologico Mond<strong>in</strong>o,<br />

opera una soporosa sopravvivenza. Allora dove si mandano i Pazienti?<br />

Nessuna A.S.L., nonché meno la nostra, é riuscita a regolarizzare dei<br />

flussi stabili. Ogni medico segue le proprie amicizie e preferenze, salvo<br />

eccezioni.<br />

La cart<strong>in</strong>a geografica a colpo d'occhio, ci fa capire che c'é una struttura<br />

stradale a raggiera con partenza da Piazza Duomo e fuga verso ogni<br />

angolazione. L'utenza degli ospedali deve ubbidire anche a questo diktat.<br />

Per fare un esempio, se da B<strong>in</strong>asco ci si vuole spostare alla<br />

Cl<strong>in</strong>ica Humanitas di Rozzano, bisogna prima passare per Milano.<br />

Infatti il sistema dei trasporti <strong>della</strong> Prov<strong>in</strong>cia saldamente <strong>in</strong> mano a certe<br />

ditte che vantano convenzioni ereditarie, é fermo agli anni 50!<br />

<strong>Il</strong> modello sanitario, anche nella regione <strong>Lombardia</strong> che per prima tra le<br />

regioni <strong>in</strong> ltalia ha <strong>in</strong>trodotto il “privato efficiente“ nella sanità,<br />

si scontra comunque sui bisogni sanitari del territorio non adeguatamente<br />

valutati: il paradosso di nuove strutture ad alta specializzazione<br />

<strong>in</strong> una delle zone dove più alta è l'offerta dimostra quanto<br />

L'OFFERTA CREA LA DOMANDA.<br />

Non di nuove cardiochirurgie, semmai di reparti psico-geriatrici, non<br />

dell'ennesima emod<strong>in</strong>amica, ma di day hospital: creare reparti<br />

specializzati significa solo “specializzare“ molte malattie il cui<br />

ambito di cura è e resta il territorio e la casa; con i costi che<br />

conosciamo e con il sistema DRG che senza un controllo<br />

tra gli operatori non può che portare ad un levitare delle spese, senza una<br />

risposta mirata alle patologie emergenti.<br />

Può succedere che una cl<strong>in</strong>ica come l'Humanitas, ricca di sale<br />

operatorie, ma povera di day hospital, manchi di reparti neurologici e/o<br />

geriatrici nella regione dove vi è una delle più alte concentrazioni di<br />

anziani del mondo e conseguentemente di demenze (30% e più degli


ultraottantenni!)<br />

4. LE A.S.L.<br />

La <strong>ricerca</strong> sulla demenza (ironia <strong>della</strong> sorte), si colloca <strong>in</strong> un'area dove si<br />

scontrano i conf<strong>in</strong>i di tre A.S.L.: la n° 1 Milano, la n° 2 Melegnano,<br />

la n° 3 Corsico.<br />

Questo perché le A.S.L. sono state disegnate di recente, mentre le realtà<br />

sanitarie territoriali seguono un disegno storico più longevo. Peggio, le<br />

A.S.L. con il comporsi e lo scomporsi hanno dimostrato di essere una<br />

realtà solo amm<strong>in</strong>istrativa e non sanitaria e comunque non <strong>in</strong>sostituibile.<br />

Quella nostra, la A.S.L. n° 2, é il risultato <strong>della</strong> somma delle U.S.S.L. n°<br />

26 di Melegnano, n° 39 di Rozzano e n° 27 di Cernusco sul Naviglio.<br />

I comuni co<strong>in</strong>volti sono 46 con un totale di 510.000 abitanti.<br />

Questo logorio durato un ventennio ha dato ai medici ed agli operatori<br />

sanitari un distacco, se non anche un senso di rigetto, che non é possibile<br />

rimuovere a tutt'oggi.<br />

<strong>Il</strong> co<strong>in</strong>volgimento dei S<strong>in</strong>daci e qu<strong>in</strong>di dei comuni nella gestione delle<br />

A.S.L. é stato solo di natura burocratica e non ha portato ad una<br />

partecipazione maggiore dei cittad<strong>in</strong>i.<br />

La penultima legislazione sull'ennesimo ridisegno delle A.S.L., che le<br />

proponeva <strong>in</strong> numero di 40, cercava forse di recuperare le micro-realtà<br />

sanitarie già esistenti, cercando di dar loro uno sbocco.<br />

Ma ciò non avvenne.<br />

La Medic<strong>in</strong>a Generale forte <strong>della</strong> sua identità ha, ciononostante, fatto<br />

sentire la sua voce di d<strong>in</strong>iego per cui venne sostituita con un piccolo<br />

apparato burocratico (ancora presente!) fatto di colleghi <strong>in</strong> cerca del<br />

primo impiego o bisognosi di affermarsi.<br />

Questi colleghi vennero affiancati ai politici e f<strong>in</strong>irono utilizzati come<br />

consiglieri o come braccio armato contro lo strapotere dei Medici di<br />

Famiglia!<br />

Uno dei tentativi più “truci“, sul quale bisognerà fare una sana riflessione,<br />

è stato quello (è ancora, per certuni) di slegare, recidere, “diluire“ il<br />

rapporto medico di famiglia-paziente: rapporto LIBERO, fondato sulla<br />

fiducia e il rispetto e, dall'altra, su umanità e professionalità.<br />

Non il MEDICO, ma medico di base, nel suo vero senso di base<br />

calpestabile per accedere eventualmente alle figure sanitarie<br />

specialistiche, è questa la figura che nei fatti è stata fatta emergere<br />

nel S.S.N.<br />

Anzi, proprio la debolezza scientifica <strong>della</strong> Medic<strong>in</strong>a generale ha fatto si<br />

che essa divenisse il banco di prova dell’ “economicismo“ ormai<br />

dom<strong>in</strong>ante nel SSN: note e contronote che nell'espandersi <strong>in</strong>controllato<br />

del “consumismo“ sanitario, vengono ad <strong>in</strong>teressare soprattutto il medico<br />

di famiglia: aumenta la spesa per gli ospedali e si risparmia sui medici del<br />

territorio; si riconosce il ruolo “risparmioso“ <strong>della</strong> prevenzione (fattibile<br />

sul teritorio) e tutto si fa per potenziare le diagnosi-cure (ospedaliere!).<br />

Gli atteggiamenti schizoidi non possono che portare a risultati<br />

paradossali: perdita d'<strong>in</strong>cisivita' del medico di famiglia, m<strong>in</strong>or


soddisfazione di tutti (nonostante l'alto gradimento <strong>della</strong> popolazione<br />

verso la medic<strong>in</strong>a generale), aumento <strong>della</strong> spesa sanitaria, utilizzo<br />

improprio <strong>della</strong> medic<strong>in</strong>a specialistica (la “generalizzazione“ <strong>della</strong><br />

specialistica).<br />

Venne costruito un apparato a cui vennero date delle mansioni erose dai<br />

compiti tipici del Medico di M.G. (ADI, cure palliative, la gestione del<br />

paziente diabetico, la gestione dei presidi soci-assistenziali, la<br />

formazione e l'aggiornamento, ecc...) e alle farmacie (loro<br />

regolamentazione, la distribuzione dell'ossigeno,...).<br />

Una volta avvenuta l'auto combustione di questo apparato, la Medic<strong>in</strong>a<br />

Generale é saltata fuori comunque, forte del consenso <strong>della</strong> gente<br />

(gradimento sempre oltre l'80% <strong>in</strong> ogni tipo di <strong>in</strong>chiesta), <strong>della</strong><br />

collaborazione con gli ospedali, con il volontariato e con le associazioni<br />

socio assistenziali a tutti i livelli comunali, privati, sovracomunali.<br />

L'atteggiamento del “sorvegliare e punire“ il medico di famiglia o di<br />

blandirlo con collaborazioni centralizzate e “distrettuali“ non ha certo<br />

giovato: a tutt' oggi di fronte alla ridondanza di certi DRG, questi si, vera<br />

“piaga“ di dissesto economico, non certo i “disposti“ delle ASL , ma solo<br />

la professionalità (il senso del dovere e del lavorare bene) del generalista<br />

ha permesso di costruire un m<strong>in</strong>imo di “gate-control“ vero, perchè non<br />

costruito dagli economisti, ma filtrato dal reale rapporto medico-paziente.<br />

E questo, nonostante tutto il sistema ASL (tranne vere eccezioni) remi<br />

contro la valorizzazione professionale del medico generalista.<br />

Depotenziare la medic<strong>in</strong>a generale oggi può rendere il paziente più <strong>in</strong><br />

balia dell'ondivaga moda sanitaria di giornalisti e televisioni: dim<strong>in</strong>uito<br />

il potere dei medici “CURANTI“, non cresce il potere dei pazienti...<br />

anzi...<br />

5. I MEDICI DI MEDICINA GENERALE<br />

Perno del nostro sistema sanitario dovrebbero essere i Medici di<br />

Medic<strong>in</strong>a Generale (MMG). Almeno così si sente dire o si legge <strong>in</strong> tutti<br />

gli scritti ed i discorsi di fonti autorevoli.<br />

Ma i MMG soffrono di una malattia: la depressione scientifica!<br />

Una volta lasciata l'Università sono stati immessi sul mercato con regole<br />

capestro: massimale bloccato, rapporto di sermi-dipendenza,<br />

aggiornamento giostrato non dall'Ord<strong>in</strong>e dei Medici o dall'Università,<br />

bensì dalle A.S.L. Queste l'hanno <strong>in</strong>dirizzato al risparmio ed alla<br />

subord<strong>in</strong>azione, promuovendo una figura di medico <strong>in</strong>adeguato ai<br />

problemi nuovi del territorio, delle nuove conoscenze <strong>in</strong> campo sanitario<br />

e, soprattutto, <strong>della</strong> nuova tecnologia (la m<strong>in</strong>iaturizzazione <strong>della</strong><br />

strumentistica diagnostica).<br />

Non essendoci un libero accesso agli studi medici, <strong>in</strong> altre parole,<br />

mancando la competizione tra gli stessi medici, non s'è formata una<br />

classe di professionisti giudicati dagli utenti!<br />

Qu<strong>in</strong>di s'é creato spazio per quei medici che si accontentano “di poco“,<br />

di un rapporto protetto, che hanno accettato la burocrazia.<br />

La zona Sud é stata fortunata <strong>in</strong> quanto presenta una popolazione di


MMG che si colloca tra i 35 ed i 55 anni.<br />

La nostra A.S.L. che abbraccia 46 Comuni e un'area a L rovesciata che<br />

dall'aeroporto di L<strong>in</strong>ate si adagia sulla città f<strong>in</strong>o all'autostrada A7<br />

(per Genova), conta 500 medici. Ma i rapporti tra area del Nord-Est<br />

(Cernusco) e area Sud sono solo formali.<br />

Molto aggiornamento é stato fatto da animatori preparati dalla SIMG e<br />

poi agenti <strong>in</strong> proprio o <strong>in</strong> gruppi.<br />

Nell'area del Rozzanese, ex U.S.S.L. 39, su 100 medici, gli animatori ne<br />

trovano 20 brillanti, 30 dignitosi e 45-50 ord<strong>in</strong>ari.<br />

Ciò nonostante, considerando quanto già detto sulla formazione gestita<br />

politicamente e sulla professione “bloccata“, <strong>in</strong> quest'area geografica si<br />

sono create le condizioni per la <strong>ricerca</strong> sul territorio, ossia i Medici hanno<br />

com<strong>in</strong>ciato a sognare di costituire un contraltare all'istituto Mario Negri,<br />

ma sul territorio.<br />

Ciò é accaduto con il co<strong>in</strong>volgimento dei 20 medici ritenuti brillanti.<br />

Questi sono stati selezionati e <strong>in</strong>clusi nella <strong>ricerca</strong> sulla Demenza di<br />

Alzheimer. Si tratta di colleghi già “selezionati” dallo studio e<br />

dall’esperienza quotidiana.<br />

Per un decennio, <strong>in</strong>fatti, si sono sottoposti alla formazione e<br />

all'aggiornamento voluto prima dalla SIMG poi dallo SNAMID, dai<br />

Cenacoli di Ippocrate e dalle associazioni scientifiche locali, come quella<br />

del Medico Pratico del Sud Milano che si candiderebbe, nella vasta area<br />

del Milanese, a leader.<br />

Questa associazione ha studiato a lungo la realtà <strong>della</strong> Medic<strong>in</strong>a Generale<br />

più fiorente all'estero (Canada, nord Europa, Australia) preparando i<br />

Medici ad una chiarezza di obiettivi e di <strong>in</strong>tenti, ossia che la Medic<strong>in</strong>a<br />

Generale rimarrà per i secoli futuri quella che é stata nei secoli passati:<br />

l'unica realtà garante <strong>della</strong> salute dei cittad<strong>in</strong>i sul territorio.<br />

La figura del Medico di Medic<strong>in</strong>a Generale deve riprendersi quanto<br />

perduto negli ultimi trenta anni. Ma com'é possibile se ci sono tanti<br />

specialisti pronti a generalizzarsi (= a fare le funzioni del Medico<br />

generico)? Sappiamo che se lo specialista fa il Medico Generalista porta<br />

all'iperconsumo, soprattutto nel campo <strong>della</strong> diagnostica e ciò conduce ad<br />

un <strong>in</strong>giusto utilizzo di risorse non solo statali, ma anche private. ...E il<br />

consumismo è un figlio degenere <strong>della</strong> Medic<strong>in</strong>a.<br />

6. VOGLIAMO LA SCUOLA DI MEDICNA GENERALE!<br />

<strong>Il</strong> fermento di un cent<strong>in</strong>aio di medici dell’area del Parco Sud-Milano mira<br />

a riorganizzare la Medic<strong>in</strong>a Generale sotto la guida di una Scuola. Non<br />

può il medico di M.G. essere un semplice esecutore, un dipendente, un<br />

“soggetto” nell’organizzazione sanitaria. Ciò è pensabile <strong>in</strong> un sistema<br />

semplice, schematico, dove la traccia del lavoro venga proposta a<br />

tavol<strong>in</strong>o (come ad esempio nel campo <strong>della</strong> prevenzione: fare le<br />

vacc<strong>in</strong>azioni, fare la medic<strong>in</strong>a scolastica, gran parte <strong>della</strong> medic<strong>in</strong>a del<br />

lavoro, ecc...). Nel campo <strong>della</strong> diagnostica e <strong>della</strong> cl<strong>in</strong>ica il MMG è solo<br />

e decide del dest<strong>in</strong>o del paziente. Qu<strong>in</strong>di è un professionista! Decide con<br />

il suo retroterra formativo ed esperenziale.


Quello che manca al SSN è un medico preparato, che dia delle precise<br />

garanzie.F<strong>in</strong>o ad oggi tutti i tentativi miranti a ciò sono naufragati <strong>in</strong><br />

quanto manca una scuola autorevole.<br />

A tale scuola spetta def<strong>in</strong>ire lo standard formativo del Medico operante<br />

sul territorio (MMG) e l’ambito di azione dello stesso nel quadro delle<br />

malattie e dei malati.<br />

Ciò darebbe uno spartiacque preciso con le prestazioni di 2° livello e<br />

spazzerebbe via la confusione che regna nell’accedere ai servizi sanitari.<br />

Insomma, una gonalgia, anche grave, deve essere valutata dal MMG e<br />

solo se questi lo ritiene, successivamente, da uno specialista!<br />

Fuori da questa l<strong>in</strong>ea unidirezionale e obbligata esplode il consumismo<br />

perché la diagnosi la si lascia nelle mani del paziente.<br />

Esistono molti MMG ultrapreparati ed efficienti.<br />

Purtroppo beneficiano dello stesso trattamento economico di altri assenti<br />

e/o <strong>in</strong>utili. S’<strong>in</strong>troduce giocoforza il tema <strong>della</strong> competizione tra i<br />

colleghi Medici di MG (i Medici di Famiglia). Tale competizione è stata<br />

ridotta all’osso e c’è chi la esercita <strong>in</strong> “privato’, di “nascosto”, come se<br />

ciò costituisse un atto illegale e fraudolento.<br />

La formazione “permanente” nell’area del Sud Milano ha <strong>in</strong>izio nel 1990<br />

e procede con <strong>in</strong>contri bisettimanali, it<strong>in</strong>eranti su tutto il territorio.<br />

Mancava cimentarsi nella <strong>ricerca</strong> e ciò è avvenuto.<br />

Sarà un’ulteriore prova per gli osservatori esterni ed istituzionali che<br />

proprio qui s’è <strong>in</strong>terrato il seme <strong>della</strong> prima scuola lombarda.<br />

Siamo disposti a contribuire a questa nascita sotto ogni forma. Un<br />

contributo esclusivamente privato, o pubblico o misto.<br />

<strong>Il</strong> tutto sempre <strong>in</strong> collaborazione con L’Università cui non mancherà mai<br />

la nostra riconoscenza e il nostro plauso; è noto che una grossa parte di<br />

medici, che di fatto esercitano la Medic<strong>in</strong>a Generale, abbiano una<br />

specializzazione universitaria!<br />

Dipartimenti di MG esistono <strong>in</strong> tutta Europa e negli U.S.A. esistono<br />

floridi <strong>in</strong>segnamenti universitari per la MG. Per le nostre associazioni<br />

fare <strong>ricerca</strong> significa nuovamente, dare un segnale forte alle istituzioni<br />

lombarde, perché qui nasca un polo universitario per la MG.<br />

Oggi coniugare equità nelle prestazioni sanitarie ed efficienza nella<br />

locazione delle risorse non è facile, certamente diventa impossibile se<br />

non si pone al centro del S.S.N. pubblico o privato che sia il Medico di<br />

famiglia che rappresenta lo snodo pubblico/privato e cittad<strong>in</strong>o<br />

paziente/istituzioni.<br />

Non però relegandolo a vaso di coccio tra le esigenze crescenti dei<br />

cittad<strong>in</strong>i e le risorse decl<strong>in</strong>anti delle istituzioni!<br />

<strong>Il</strong> suo deve essere un ruolo forte, che sta dalla parte del cittad<strong>in</strong>o/paziente,<br />

ma non regala nulla a mode effimere e percorsi diagnostici<br />

scientificamente non corretti: per fare questo occorre la <strong>ricerca</strong>, la MG <strong>in</strong><br />

università, l<strong>in</strong>ee guida corrette, non nate dalla corte degli epidemologi,<br />

ma dalle attività venute dal territorio.


7. UNA RICERCA SUL TERRITORIO<br />

F<strong>in</strong>o ad oggi <strong>in</strong> tutto il mondo pochissime ricerche sono state realizzate<br />

realmente sul territorio. Quella di Fram<strong>in</strong>gham, effettuata su una<br />

popolazione stabile, é un'eccezione.<br />

Generalmente si spacciano per ricerche sul territorio quelle effettuate<br />

sulla popolazione di malati che afferisce ad ambulatori o a reparti<br />

ospedalieri. Si tratta o di pazienti selezionati dalla gravità del male<br />

e qu<strong>in</strong>di costretti a rivolgersi ad una struttura di secondo livello o<br />

di habitué.<br />

Ciò é stato favorito sia dall'accesso libero e gratuito, sia dalla mancanza<br />

di competizione tra i Medici di famiglia, pagati a retta unica e<br />

omnicomprensiva.<br />

Esempi clamorosi di spostamenti di popolazione verso gli ospedali<br />

vengono registrate nelle branche <strong>della</strong> diabetologia, dell'ortopedia, <strong>della</strong><br />

g<strong>in</strong>ecologia e <strong>della</strong> pediatria.<br />

Questo ha favorito le ricerche effettuate <strong>in</strong> ambito ospedaliero con facilità<br />

di selezione <strong>della</strong> casistica e senza alcuno sforzo. Ma il territorio é<br />

un'altra cosa! Ad esempio su 10 BCPO presenti sul territorio 2 vengono<br />

regolarmente seguiti dal reparto/ambulatorio di pneumologia. Su 100<br />

pazienti con patologia psichiatrica m<strong>in</strong>ore o maggiore, da 2 a 15 vengono<br />

seguiti dai servizi psichiatrici. Non é facile quantizzare ciò nelle altre<br />

branche <strong>della</strong> medic<strong>in</strong>a. È un compito che si affida alla <strong>ricerca</strong> sul<br />

territorio e ai Medici di Medic<strong>in</strong>a Generale.<br />

Solo il Medico di famiglia é custode dell'anamnesi vera del paziente.<br />

Conosce del paziente anche dati riferiti da altri o collaterali; le anamnesi<br />

raccolte <strong>in</strong> ambito ospedaliero sono frutto <strong>della</strong> soggettività del paziente<br />

stesso, <strong>della</strong> sua capacità mnemonica, <strong>della</strong> eventuale volontà a non<br />

riferire certi dati che spesso tornano sconvenienti..<br />

Nelle grosse ricerche sorvolare su piccoli dati porta a risultati paradossali<br />

o assurdi e solo la quadratura del cerchio del <strong>ricerca</strong>tore può portare a<br />

sbocchi “significativi“.<br />

Purtroppo abbiamo poche ricerche e pochi dati realizzati dai Medici di<br />

Famiglia<br />

Le stesse leggi hanno condannato i Medici di Famiglia ad un ruolo di<br />

esecutori. Infatti non possono partecipare a congressi con<br />

sponsorizzazioni e, dunque, dato il costo dell'aggiornamento, sono stati<br />

condannati all'ignoranza. Con l'ignoranza sono più dom<strong>in</strong>abili lasciando<br />

il polso <strong>della</strong> sanità <strong>in</strong> mano agli ospedali. <strong>Il</strong> recente ruolo del DRG, come<br />

metro di pagamento, con gli abusi registrati sta consigliando di rivolgersi<br />

ancora al Medico Generalista.<br />

Una <strong>ricerca</strong> sul territorio passa attraverso 3 tappe:<br />

1. Selezione dei <strong>ricerca</strong>tori.<br />

2. Formazione degli stessi.<br />

3. Interazione con gli organizzatori e con i pazienti.<br />

La stessa parola <strong>ricerca</strong>-<strong>in</strong>tesa come sperimentazione, é fonte di paura e<br />

fuga dei pazienti.<br />

Ricerca = sperimentazione.<br />

Nell'immag<strong>in</strong>ario comune del lombardo semplice vuol dire provare delle


medic<strong>in</strong>e, delle tecniche, degli strumenti che possono anche esitare <strong>in</strong><br />

effetti negativi: dolore, danno, ecc... <strong>in</strong> pratica vuol dire: “fare da cavia“.<br />

Qu<strong>in</strong>di nell'approcciarsi ad un ipotetico paziente, già mentalmente<br />

<strong>in</strong>cluso dal proprio medico nella <strong>ricerca</strong>, si debbono considerare cautele,<br />

edulcorazioni, garanzie.<br />

Le schede di raccolta dati somm<strong>in</strong>istrate prima di una visita o,<br />

direttamente <strong>in</strong> sala d'attesa vanno valutate e seguite caso per caso.<br />

8. UNO SFORZO CONGIUNTO...<br />

Uno sforzo congiunto tra varie organizzazioni mediche <strong>della</strong> zona Sud ci<br />

ha regalato questo successo. Si tratta di un risultato ritenuto “lus<strong>in</strong>ghiero“<br />

dal Prof. Franceschi e la sua Equipe di Castellanza che avevano accettato<br />

<strong>in</strong>carico. <strong>Il</strong> loro rapporto con la Medic<strong>in</strong>a Generale dell'area <strong>della</strong><br />

Malpensa era pluriennale, ma non si era mai cimentato nella <strong>ricerca</strong>.<br />

Nella zona del Parco Sud il grande Neurologo ha trovato un terreno<br />

organizzato e maturo. Decisivo e totale é stato l'impegno del MEDICO<br />

PRATICO SUD-MILANO con sede a Pieve Emanuele che ha messo a<br />

disposizione i suoi migliori medici ed il suo apparato logistico e<br />

burocratico. Cosa più importante: ha gestito i fondi dest<strong>in</strong>ati dalla<br />

<strong>Regione</strong> alla <strong>ricerca</strong> dist<strong>in</strong>guendosi per dovizia e rigore.<br />

<strong>Il</strong> Medico Pratico Sud-Milano conta una vent<strong>in</strong>a di iscritti nel gruppo dei<br />

comuni limitrofi di Pieve ed Opera.<br />

Suoi obiettivi statutari sono: l’educazione sanitaria nelle scuole e nelle<br />

associazioni sociali (anziani, comunità...), l'aggiornamento sia per i<br />

medici aderenti che per i simpatizzanti e la <strong>ricerca</strong> <strong>in</strong> tutte le<br />

forme possibili.<br />

<strong>Il</strong> suo <strong>in</strong>dirizzo é: Via Donizetti, 12/a - 20090 Pieve Emanuele (MI).<br />

Telefono 02.90.72.06.72<br />

<strong>Il</strong> Medico Pratico è nato per riportare il Medico di Medic<strong>in</strong>a Generale alle<br />

sue abilità cl<strong>in</strong>iche ed alle sue pratiche di ambulatorio rifuggendo da<br />

quell’aspetto culturale - politico che stava assumendo la medic<strong>in</strong>a<br />

generale nell'ultimo ventennio: rapporto medico - paziente “smistatorio“,<br />

relegazione <strong>della</strong> vera pratica agli ambulatori specialistici, abbandono<br />

delle cure tradizionali (endovene, <strong>in</strong>filtrazioni, mesoterapia, massaggi<br />

diretti, manipolazioni, ecc..). <strong>Il</strong> Medico Pratico ha standardizzato un ben<br />

def<strong>in</strong>ito numero di pratiche mediche e di manovre cl<strong>in</strong>iche con cui<br />

propone la rivalutazione <strong>della</strong> figura del Medico Generale come<br />

“Pratico“, tecnico. Molto nota è la posizione del Medico Pratico nella<br />

Psichiatria che considera una discipl<strong>in</strong>a da gestire <strong>in</strong> toto sul territorio da<br />

parte dei Medici di M.G. dest<strong>in</strong>ando alla specialistica solo la patologia<br />

maggiore (schizofrenia, psicosi) ossia l' 1-2% di tali malati.<br />

<strong>Il</strong> CENACOLO DI IPPOCRATE<br />

Si tratta di una organizzazione nazionale che é presente a macchia di<br />

leopardo su tutta l'Italia e conta un migliaio di iscritti.<br />

É presente ampiamente attorno a Milano, sulla costa Adriatica ed <strong>in</strong> modo<br />

massiccio <strong>in</strong> Puglia ed <strong>in</strong> Campania. <strong>Il</strong> suo ispiratore e rettore é l'Editore


Passoni di Milano. È presente nella zona Sud con un gruppo che opera nel<br />

B<strong>in</strong>asch<strong>in</strong>o e un altro a Melegnano e d<strong>in</strong>torni.<br />

Questi colleghi credono nella figura del medico classico, con<br />

appropriazione di tutti i campi ceduti ad altre discipl<strong>in</strong>e (la dietologia, la<br />

cosmetica, la gestione <strong>in</strong> toto <strong>della</strong> diagnostica).<br />

I Cenacoli di Ippocrate ostentano una vetr<strong>in</strong>a: la sala d'attesa dello studio<br />

medico. Essa dovrebbe rappresentare una scuola di <strong>in</strong>formazione per la<br />

popolazione, prodigando messaggi scientifici atti a contrastare il<br />

consumismo dilagante ed il pressappochismo perpetrato da “esperti“ vari,<br />

lontani dalla professione medica. Occuparsi di salute vuol dire avere nel<br />

retroterra un'etica ed una formazione visibili.<br />

9. LA MALATTIA DI ALZHEIMER E LE DEMENZE<br />

Molto spesso l'uso del term<strong>in</strong>e " disturbi cognitivi " si restr<strong>in</strong>ge ad<br />

<strong>in</strong>dicare disturbi <strong>della</strong> memoria, che a loro volta possono <strong>in</strong>cludere<br />

disturbi dell'apprendimento ( immagazz<strong>in</strong>amento ) di nuove<br />

<strong>in</strong>formazioni, del recupero di nozioni già apprese, dell'attenzione alle<br />

stimolazioni ambientali o dell'organizzazione di ciò che già si conosce .<br />

Tuttavia la valutazione dei disturbi cognitivi <strong>in</strong> età senile deve essere<br />

globale e <strong>in</strong>teressare tutta la sfera <strong>della</strong> persona. <strong>in</strong> quanto l'abilità di<br />

usare e manipolare la conoscenza ( cognitività ) dipende dal<br />

funzionamento <strong>in</strong>tegrato <strong>della</strong> memoria, dello stato di consapevolezza,<br />

del l<strong>in</strong>guaggio, delle funzioni visuo-percettive, dell'umore e delle<br />

emozioni.<br />

<strong>Il</strong> decadimento cognitivo senile si può descrivere come una condizione<br />

cl<strong>in</strong>ica caratterizzata da una riduzione delle prestazioni cognitive<br />

sufficiente a rendersi manifesta ed apprezzabile al soggetto stesso e/o dai<br />

familiari. In questa def<strong>in</strong>izione è implicito che tale decl<strong>in</strong>o è def<strong>in</strong>ito<br />

rispetto al precedente livello funzionale dell'<strong>in</strong>dividuo su una scala<br />

temporale.La gravità <strong>della</strong> s<strong>in</strong>tomatologia caratteristica dei disturbi<br />

cognitivi può essere posta lungo un cont<strong>in</strong>uum delimitato da un lato<br />

dall'assenza di qualsiasi disturbo, dall'altro dalle forme più gravi di<br />

demenza <strong>in</strong> cui l'<strong>in</strong>dividuo perde le proprie capacità di vita autonoma e di<br />

relazione con l'ambiente.<br />

Nei paesi economicamente più avanzati, dove si assiste ad un<br />

significativo allungamento <strong>della</strong> vita media e a una parallela riduzione<br />

delle nascite, le patologie neuropsichiatriche età-dipendenti ( quelle cioè<br />

che vedono nell'<strong>in</strong>vecchiamento cerebrale il pr<strong>in</strong>cipale fattore di rischio )<br />

rappresentano oggi un problema di grande rilevanza.<br />

Le mutazioni demografiche <strong>in</strong> atto, <strong>in</strong>fatti, stanno portando gli<br />

ultrasessantac<strong>in</strong>quenni a rappresentare oltre il 20% <strong>della</strong> nostra<br />

popolazione. La prevalenza <strong>della</strong> patologia dementigena è attualmente<br />

stimata tra il 4 e il 10% nei soggetti di età superiore ai 65 anni, di oltre il<br />

20% negli ultraottantenni e superiore al 50% al di sopra dei 90 anni (11).


PARTE SECONDA<br />

DEMENZE: CLASSIFICAZIONE<br />

La demenza, forma più grave dei disturbi cognitivi, viene def<strong>in</strong>ita come<br />

un decl<strong>in</strong>o acquisito delle funzioni mentali <strong>in</strong> relazione ai precedenti<br />

livelli cognitivi del paziente.<br />

Uno dei s<strong>in</strong>tomi più frequenti e spesso di esordio del quadro cl<strong>in</strong>ico è il<br />

deficit <strong>della</strong> memoria a breve e a lungo term<strong>in</strong>e.<br />

I criteri diagnostici prevedono che al deficit mnesico debbano associarsi<br />

il decl<strong>in</strong>o di altre funzioni corticali superiori, quali ad esempio deficit del<br />

pensiero astratto, <strong>della</strong> capacità di giudizio e modificazioni <strong>della</strong><br />

personalità.<br />

La gravità <strong>della</strong> patologia viene def<strong>in</strong>ita sulla base <strong>della</strong> compromissione<br />

di <strong>in</strong>tegrazione sociale di un <strong>in</strong>dividuo.<br />

E' " lieve " se l'<strong>in</strong>dividuo mantiene la cura <strong>della</strong> propria persona pur <strong>in</strong><br />

presenza di una compromissione dell'attività lavorativa-sociale.<br />

E' " moderata " quando l'<strong>in</strong>dividuo richiede un certo grado di<br />

supervisione.<br />

E' " grave " quando le capacità <strong>in</strong>dividuali sono così compromesse da<br />

richiedere un'assistenza cont<strong>in</strong>ua per una totale dipendenza.<br />

Da un punto di vista eziologico possiamo dividere le demenze come<br />

primitive e secondarie.<br />

Fra le demenze primitive troviamo la Malattia di Alzheimer e la Malattia<br />

di Pick ( demenze corticali ) e le demenze sottocorticali quali la M. di<br />

Hunt<strong>in</strong>gton e il M. di Park<strong>in</strong>son con demenza. Le demenze secondarie<br />

riconoscono varie cause: vascolari, <strong>in</strong>fettive, <strong>in</strong>fiammatorie,<br />

dismetaboliche e disendocr<strong>in</strong>e, farmacologiche e tossiche, traumatiche,<br />

da carenze alimentari e da processi neoplastici.<br />

Da un punto di vista epidemiologico la M. di Alzheimer rende conto <strong>in</strong><br />

sede autoptica di circa il 50% delle diagnosi di demenza, mentre la forma<br />

vascolare costituisce a seconda delle casistiche dal 25 al 35% dei casi con<br />

controllo autoptico; circa il 10-25% dei casi presenta elementi cl<strong>in</strong>ici e<br />

neuropatologici delle due forme comb<strong>in</strong>ate. <strong>Il</strong> 10% circa dei casi di<br />

demenza è <strong>in</strong>vece secondario ad altre malattie.<br />

1. M. di Alzheimer<br />

2. Demenza vascolare: demenza multi-<strong>in</strong>fartuale ( MID ), stato lacunare, angiopatia<br />

amiloidea, rare vasculopatie.<br />

3. Demenza da corpi di Lewy diffusi<br />

4. Demenze frontali,M. di Pick, demenza senza def<strong>in</strong>ito pattern neuropatologico<br />

5. Idrocefalo normoteso<br />

6. Demenze sottocorticali e degenerative<br />

paralisi sopranucleare progressiva, M. di Huntngton,<br />

demenza " talamica ", M. di Wilson, SLA-Park<strong>in</strong>son-Demenza,<br />

M. di Hallervorden-Spatz<br />

7. Disord<strong>in</strong>i neurodegenerativi comb<strong>in</strong>ati, M. di Park<strong>in</strong>son con demenza, SLA-Park<strong>in</strong>sondemenza


8. M. da prioni, Creutzfeld-Jacob, Gerstmann-Straussler, nuova variante <strong>della</strong> J-C,<br />

<strong>in</strong>sonnia familiare fatale<br />

9. S<strong>in</strong>dromi da atrofia corticale focale<br />

Afasia progressiva, atrofia corticale posteriore progressiva<br />

10. Demenza tossico-metabolica deficit di vit. B12, ipotiroidismo, demenza alcoolica, da<br />

solventi, organici da farmaci<br />

11. Infezioni - Neurosifilide, men<strong>in</strong>gite cronica, encefalite da Herpes Simplex,<br />

demenza da AIDS, M. di Whipple<br />

12. Malattie neurologiche comuni che talora presentano demenza<br />

Tumori cerebrali primitivi e metastatici, ematoma subdurale, trauma, sclerosi multipla<br />

13. Rare demenze neurodegenerative<br />

14. S<strong>in</strong>dromi pediatriche con demenza che possono manifestarsi nell'età adulta<br />

M. DI ALZHEIMER:<br />

CLASSIFICAZIONE E CRITERI DIAGNOSTICI<br />

La malattia di tipo Alzheimer è una patologia degenerativa del SNC che si<br />

manifesta cl<strong>in</strong>icamente con demenza ed è caratterizzata da un punto di vista<br />

istopatologico dalla presenza di placche senili e degenerazione<br />

neurofibrillare a livello <strong>della</strong> corteccia e dei centri grigi sottocorticali. Si<br />

possono dist<strong>in</strong>guere due forme: la prima a <strong>in</strong>sorgenza precoce ( < 65 anni<br />

) chiamata demenza tipo Alzheimer ( Dementia Alzheimer type o DAT ), la<br />

seconda ad <strong>in</strong>sorgenza tardiva ( >65 anni ) chiamata Demenza senile tipo<br />

Alzheimer ( Senile dementia of Alzheimer type o SDAT ). Attualmente si<br />

ritiene che esse siano espressione di un unico processo patologico e si<br />

preferisce il term<strong>in</strong>e di malattia di Alzheimer. Entrambe le forme sono<br />

caratterizzate da <strong>in</strong>sorgenza subdola, progressiva perdita delle prestazioni<br />

<strong>in</strong>tellettive con <strong>in</strong>terferenza marcata sulle attività sociali e professionali. La<br />

malattia ha un decorso che <strong>in</strong>izia con subdoli disturbi <strong>della</strong> memoria,<br />

m<strong>in</strong>ime modificazioni <strong>della</strong> personalità; con l'andar del tempo il quadro<br />

s<strong>in</strong>tomatologico si aggrava, passando allo stato confusionale e <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e alla<br />

demenza vera e propria. I soggetti perdono la cura <strong>della</strong> propria persona e<br />

del proprio abbigliamento, il loro comportamento e la loro personalità sono<br />

profondamente alterati, negli stadi term<strong>in</strong>ali i pazienti possono diventare<br />

completamente mutacici ed estraniati dall'ambiente. <strong>Il</strong> cervello di questi<br />

pazienti, reperto dimostrabile anche all'esame Tc, si presenta atrofizzato<br />

con i solchi corticali appiattiti ed i ventricoli cerebrali allargati.Esistono tre<br />

approcci diagnostici ampiamente utilizzati per la diagnosi di M. di<br />

Alzheimer. I criteri ICD-10 (International Classification of Disease, 10th<br />

revision ) prevedono la presenza di demenza, esordio subdolo e lento<br />

deterioramento, assenza di evidenze cl<strong>in</strong>iche e di laboratorio di una<br />

malattia sistemica o cerebrale concomitante. Si riconosce l'esistenza delle<br />

due forme a esordio precoce e tardivo. <strong>Il</strong> DSM-IV ( Diagnostic and<br />

Statistical Manual of Mental Disorder , 4th edition ) def<strong>in</strong>isce come<br />

demenza una s<strong>in</strong>drome che deve avere un <strong>in</strong>izio graduale e un cont<strong>in</strong>uo<br />

deterioramento cognitivo. Devono essere esclusi altri disord<strong>in</strong>i neurologici,<br />

cause sistemiche, abuso di fattori tossici. I deficit non devono manifestarsi<br />

esclusivamente durante un delirio e non devono essere attribuibili a un<br />

disturbo psichiatrico maggiore come la depressione e la schizofrenia.


CRITERI DIAGNOSTICI PER LA DEMENZA ( DSM IV )<br />

A) Dimostrazione obiettiva <strong>della</strong> compromissione <strong>della</strong><br />

memoria a breve e a lungo term<strong>in</strong>e.<br />

<strong>Il</strong> deficit <strong>della</strong> memoria a breve term<strong>in</strong>e può essre <strong>in</strong>dicato<br />

dalla <strong>in</strong>capacità a ricordare 3 oggetti dopo 5 m<strong>in</strong>uti. <strong>Il</strong> difetto<br />

<strong>della</strong> memoria a lungo term<strong>in</strong>e può essere <strong>in</strong>dicato dalla<br />

<strong>in</strong>capacità di ricordare notizie personali passate, o fatti di<br />

comune conoscenza.<br />

B) Almeno uno dei seguenti elementi:<br />

1) deficit del pensiero astratto, riscontrabile nell'<strong>in</strong>capacità a<br />

cogliere somiglianze e differenze fra parole correlate, nella<br />

difficoltà a def<strong>in</strong>ire parole e concetti;<br />

2) deficit del giudizio critico, riscontrabile nella <strong>in</strong>capacità di<br />

fare progetti ragionevoli per affrontare problemi o<br />

questioni <strong>in</strong>terpersonali;<br />

3) altre turbe delle funzioni corticali superiori come afasia,<br />

aprassia, agnosia, "aprassia costruttiva";<br />

4) modificazioni <strong>della</strong> personalità come, ad esempio,<br />

alterazione e accentuazione di tratti premorbosi.<br />

C) <strong>Il</strong> disturbo <strong>in</strong> A e B <strong>in</strong>terferisce significativamente con il<br />

lavoro, o con le attività sociali usuali, o con i rapporti<br />

<strong>in</strong>terpersonali.<br />

D) Non si verifica esclusivamente <strong>in</strong> corso di delirium<br />

E) Uno dei seguenti elementi:<br />

1) dimostrazione fondata sull'anamnesi, sull'esame cl<strong>in</strong>ico,<br />

sugli esami di laboratorio, di un fattore (o fattori) specifico<br />

eziologicamente collegato al disturbo;<br />

2) presunzione, <strong>in</strong> assenza di tale dimostrazione, di un fattore<br />

eziologico organico se il disturbo non può essere attribuito<br />

ad alcun disturbo mentale non-organico<br />

( Es. depressione maggiore ).


CRITERI DI GRAVITÀ DELLA DEMENZA<br />

LIEVE: Benchè le attività lavorative o sociali siano significativamente compromesse, la<br />

capacità di vitaautonoma rimane, con adeguata igiene personale e capacità critica,<br />

relativamente conservata.<br />

MODERATA: la vita <strong>in</strong>dipendente diviene rischiosa, e un certo grado di supervisione è<br />

necessario.<br />

GRAVE: le attività <strong>della</strong> vita quotidiana sono così compromesse che si rende<br />

necessaria una cont<strong>in</strong>ua supervisione.<br />

TAB. 2<br />

Criteri diagnostici per la demenza secondo il DSM IV<br />

I criteri NINCDS-ADRDA ( National Institute of Neurological and<br />

Communicative Disorders and Stroke - Alzheimer's Disease and related<br />

Disorders Association Work Group criteria ) prendono spunto <strong>in</strong> qualche<br />

modo da un differente approccio e def<strong>in</strong>iscono def<strong>in</strong>ita, probabile e<br />

possibile M. di Alzheimer:<br />

- La M. di Alzheimer def<strong>in</strong>ita richiede che il paziente manifesti le<br />

caratteristiche cl<strong>in</strong>iche di una diagnosi probabile <strong>in</strong> vita e l'evidenza<br />

istopatologica di AD ottenuta dall'autopsia o dalla biopsia.<br />

- La M. di Alzheimer probabile si caratterizza per la presenza di demenza<br />

valutata da un questionario e dalle performances ai test neuropsicologici<br />

dove devono emergere deficit <strong>in</strong> due o più aree cognitive, progressivo<br />

deterioramento <strong>della</strong> memoria e di altre funzioni cognitive, non<br />

alterazioni dello stato di coscienza, esordio tra i 40 e i 90 anni.<br />

Contempla <strong>in</strong>oltre un elenco di elementi che, pur non essendo richiesti<br />

per la diagnosi, ne supportano la formulazione come afasia, aprassia,<br />

agnosia, alterazioni del comportamento, deficit di esecuzione delle<br />

attività quotidiane, familiarità per disturbi analoghi, EEG normale, studio<br />

di rout<strong>in</strong>e del liquido cefalorachidiano normale, evidenza di atrofia<br />

cerebrale alla Tc, presenza di mioclono e crisi comiziali nelle fasi<br />

avanzate <strong>della</strong> malattia etc...<br />

- La M. di Alzheimer possibile è diagnosticata quando il paziente<br />

presenta una demenza senza una causa apparente, ma con un esordio, una<br />

presentazione e un'evoluzione diversa dalla forma tipica; quando esiste<br />

una seconda patologia cerebrale o un disord<strong>in</strong>e sistemico sufficiente a<br />

produrre demenza, ma non ritenuto esserne la causa; quando il paziente<br />

manifesta un graduale progressivo deficit di una s<strong>in</strong>gola funzione senza<br />

apparenti cause.<br />

FISIOPATOLOGIA DELLA M. DI ALZHEIMER<br />

L'amiloide ha un ruolo chiave nell'AD. La def<strong>in</strong>izione stessa di M. di<br />

Alzheimer def<strong>in</strong>ita prevede la presenza <strong>in</strong> numero adeguato di placche


neuritiche. Le placche neuritiche sono numerose, prevalendo<br />

nell'amigdala, nell'ippocampo e nella corteccia, <strong>in</strong>izialmente appaiono<br />

sotto forma diffusa e amorfa, con il tempo si strutturano <strong>in</strong> forma<br />

fibrillare con un nucleo centrale di beta-amiloide circondato da neuriti<br />

distrofici che poi scompaiono.<br />

L'amiloide si considera abbia un ruolo centrale nella patogenesi <strong>della</strong> M.<br />

di Alzheimer. La beta-amiloide, prote<strong>in</strong>a composta da 39-42 am<strong>in</strong>oacidi,<br />

orig<strong>in</strong>a per idrolisi da una molecola di più grandi dimensioni, il<br />

precursore proteico dell'amiloide ( amiloyd precursor prote<strong>in</strong>, APP ).<br />

La APP è una prote<strong>in</strong>a ( presente anche a livello renale, cardiaco,<br />

polmonare e muscolare ) che attraversa la membrana cellulare.<br />

Una proteasi chiamata secretasi è <strong>in</strong> grado di idrolizzare la parete<br />

extracellulare <strong>della</strong> APP vic<strong>in</strong>o alla membrana e questa componente può<br />

essere dosata nel liquor e nel plasma.<br />

Dopo l'azione <strong>della</strong> secretasi, con il rilascio <strong>in</strong> ambiente extracellulare di<br />

una lunga porzione di APP, il residuo peptidico verrebbe <strong>in</strong>ternalizzato<br />

nella cellula e digerito dagli enzimi lisosomiali.<br />

Tra gli altri prodotti vi sarebbero anche molecole di beta-amiloide che<br />

possono essere secrete. In situazioni patologiche come la M. di<br />

Alzheimer questa produzione potrebbe essere eccessiva oppure potrebbe<br />

esserne ridotta l'elim<strong>in</strong>azione.<br />

Un altro meccanismo che è stato proposto per spiegare la tossicità<br />

dell'amiloide è quello secondo il quale essa determ<strong>in</strong>a un <strong>in</strong>cremento<br />

<strong>della</strong> concentrazione <strong>in</strong>tracellulare del calcio.<br />

Questo renderebbe la cellula più sensibile a neuroni eccitatori come il<br />

glutammato e attiverebbe ch<strong>in</strong>asi calcio-dipendenti con alterata<br />

fosforilazione <strong>della</strong> prote<strong>in</strong>a tau e successiva formazione di grovigli<br />

neurofibrillari.<br />

Un'altro aspetto fondamentale <strong>della</strong> patogenesi dell'AD è la presenza di<br />

grovigli neurofibrillari ( Neurofibrillary tangles - NFT ).<br />

Si tratta di alterazioni del citoscheletro che peraltro sono presenti,<br />

diversamente dalle placche neuritiche, anche <strong>in</strong> molte altre malattie<br />

cerebrali degenerative.<br />

Le NFT contengono filamenti elicoidali ( PHF ) che sembra siano formati<br />

da una anormala aggregazione di prote<strong>in</strong>e tau.<br />

Le prote<strong>in</strong>e tau, le cui sei isoforme maggiori sono state trovate nell'uomo,<br />

appartengono al gruppo delle prote<strong>in</strong>e associate ai microtubuli e qu<strong>in</strong>di,<br />

se alterate, possono cambiare le proprietà dei microtubuli e la forma<br />

stessa delle cellule. In alcune aree vulnerabili, soprattutto l'ippocampo e<br />

la corteccia parietale e frontale, le prote<strong>in</strong>e tau sono fosforilate e<br />

aggregate nei grovigli neurofibrillari che rimangono solubili.<br />

Sono state riconosciute un numero elevato di ch<strong>in</strong>asi responsabili delle<br />

anormalità associate ai filamenti elicoidali fra cui la prote<strong>in</strong>a ch<strong>in</strong>asi<br />

Ca/calmodul<strong>in</strong>a dipendente, la ch<strong>in</strong>asi tubul<strong>in</strong>a dipendente e la prote<strong>in</strong><br />

ch<strong>in</strong>asi C. La fosforilazione <strong>della</strong> prote<strong>in</strong>a tau appare dunque avere un<br />

ruolo importante nella patogenesi <strong>della</strong> M. di Alzheimer.<br />

I grovigli neurofibrillari e i filamenti elicoidali contengono anche<br />

molecole non-tau, come l'ubiquit<strong>in</strong>a.


L'atrofia cerebrale è l' evidenza patologica macroscopica caratteristica<br />

<strong>della</strong> M. di Alzheimer.<br />

Tale atrofia appare selettiva <strong>in</strong>teressando soprattutto le aree associative<br />

corticali, l'ippocampo, il lobo temporale, mentre sono relativamente<br />

risparmiate le aree posteriori degli emisferi, il cerevelletto e il tronco<br />

encefalico. E' stata dimostrata una marcata riduzione, a livello <strong>della</strong><br />

corteccia associativa e dell'ippocampo, del numero delle giunzioni<br />

s<strong>in</strong>aptiche proporzionale alla gravità del deterioramento mentale.<br />

Tale riduzione può essere messa <strong>in</strong> evidenza <strong>in</strong> vivo grazie alla<br />

Tomografia ad Emissione di Positroni ( PET ) con Fluorodesossiglucosio<br />

od ossigeno.<br />

Una generale dim<strong>in</strong>uzione <strong>della</strong> s<strong>in</strong>tesi e del rilascio dei<br />

neurotrasmettitori è presente nell'<strong>in</strong>vecchiamento fisiologico pur <strong>in</strong><br />

assenza di disturbi cognitivi.<br />

Tuttavia nei soggetti anziani si può riscontrare una riduzione dei<br />

neurotrasmettitori <strong>in</strong> determ<strong>in</strong>ate zone cerebrali, segno di spopolamento<br />

neuronale, ma la concentrazione dei metaboliti di tali neurotrasmettitori<br />

non è però <strong>in</strong>feriore a quella dei giovani.<br />

Questo significa che nei soggetti anziani che non presentano disturbi<br />

cognitivi esistono dei meccanismi di compenso.<br />

Questo meccanismo di compenso è assente nei soggetti affetti da demenza<br />

di Alzheimer <strong>in</strong> cui si osserva anche una riduzione del numero dei neuroni<br />

e <strong>della</strong> densità s<strong>in</strong>aptica che va di pari passo con una riduzione dei<br />

metaboliti di tutti i pr<strong>in</strong>cipali neurotrasmettitori.<br />

In particolare, studi neurochimici hanno evidenziato alterazioni del<br />

sistema col<strong>in</strong>ergico, somatostat<strong>in</strong>ergico, seroton<strong>in</strong>ergico e<br />

noradrenergico. Sebbene questa generale dim<strong>in</strong>uzione renda impossibile<br />

attribuire a un solo sistema neurotrasmettoriale un ruolo specifico nella<br />

genesi dei disturbi cognitivi, emerge tuttavia l'importanza rivestita,<br />

soprattutto nella fisiologia dei processi mnesici di due sistemi: il sistema<br />

col<strong>in</strong>ergico e glutammatergico.<br />

L'ipotesi <strong>della</strong> deplezione col<strong>in</strong>ergica come base biologica <strong>della</strong> demenza<br />

di Alzheimer si basava sul riscontro post mortem di un deficit dei markers<br />

<strong>della</strong> s<strong>in</strong>tesi e del metabolismo dell'acetilcol<strong>in</strong>a nonchè sulla<br />

degenerazione del nucleo del Meynert, che è il pr<strong>in</strong>cipale nucleo<br />

sottocorticale da cui orig<strong>in</strong>ano le proiezioni col<strong>in</strong>ergiche dell'ippocampo<br />

e <strong>della</strong> corteccia.<br />

Vari studi hanno poi dimostrato le correlazioni positive tra gravità <strong>della</strong><br />

s<strong>in</strong>tomatologia e danno al sistema col<strong>in</strong>ergico.<br />

Va però ricordato che le regioni corticali <strong>in</strong>nervate dalle proiezioni<br />

col<strong>in</strong>ergiche non sono le stesse <strong>in</strong> cui si ritrovano le maggiori<br />

degenerazioni caratteristiche <strong>della</strong> demenza di Alzheimer e che il deficit<br />

col<strong>in</strong>ergico non è sufficiente a spiegare la complessa s<strong>in</strong>tomatologia di<br />

questi pazienti.<br />

<strong>Il</strong> sistema glutammatergico, attraverso l'attivazione di specifici recettori<br />

come gli AMPA, è il pr<strong>in</strong>cipale sistema neurotrasmettoriale implicato<br />

nella formazione e nel consolidamento <strong>della</strong> memoria.<br />

È stato possibile dimostrare come i punteggi ottenuti ai test per la


valutazione delle funzioni cognitive si correl<strong>in</strong>o ai livelli glutammatergici<br />

nel liquor cefalorachidiano.<br />

trauma cranico- s<strong>in</strong>dromedi Down - mutazioni genetiche<br />

gene per il beta-APP- dim<strong>in</strong>uita secrezione di beta-APP - secrezione di<br />

<strong>in</strong>terleuch<strong>in</strong>a 1- aumento di prote<strong>in</strong>a gene mutato per la amiloide -solubile presenil<strong>in</strong>a<br />

deposizione di amiloide - apolipoprote<strong>in</strong>a E4solubile <strong>in</strong> placche<br />

<strong>in</strong>filtrazione <strong>della</strong> microglia<br />

astrocitosi - alterazioni neuritiche<br />

grovigli neurofibrillari- atrofia tessuto nervoso<br />

<strong>in</strong>gresso di Calcio nella cellula nervosa - demenza<br />

FATTORI DI RISCHIO PER LA MALATTIA DI ALZHEIMER<br />

Accertati Possibili Ipotizzati e non confermati<br />

Età avanzata<br />

Familiarità o s<strong>in</strong>drome di<br />

Down<br />

Assetto allelico ApoE<br />

Basso livello di scolarità e di<br />

professione svolta per la<br />

maggior parte <strong>della</strong> vita<br />

Sesso femm<strong>in</strong>ile<br />

Traumi cranici<br />

Malattia cerebrovascolare<br />

S<strong>in</strong>drome depressiva a<br />

esordio tardivo<br />

Familiarità per malattia di<br />

Park<strong>in</strong>son<br />

Ipotiroidismo<br />

Mancata assunzione di<br />

estroprogest<strong>in</strong>ici o di Fans<br />

Diabete<br />

Età <strong>della</strong> madre alla nascita<br />

Fattori ambientali (assunzione<br />

di allum<strong>in</strong>io ecc)<br />

FATTORI DI RISCHIO PER DIVERSI SOTTOGRUPPI DELLA DEMENZA VASCOLARE<br />

Tipo di demenza Fattori di rischio Tipo di demenza Fattori di rischio<br />

Demenza<br />

mult<strong>in</strong>fartuale<br />

Demenza da <strong>in</strong>farto<br />

cerebrale <strong>in</strong> aree<br />

strategiche<br />

Età avanzata<br />

Ipertensione arteriosa<br />

Sesso maschile<br />

Diabete mellito<br />

Iperviscosità ematica<br />

Malattie vascolari<br />

periferiche<br />

Malattie cardiache<br />

(fibrillazione striale,<br />

pregresso <strong>in</strong>farto<br />

miocardio<br />

Abuso alcolico<br />

Anestesia generale<br />

Familiarità per<br />

malattie vascolari<br />

Demenza da lesioni<br />

Della sostanza bianca<br />

sottocorticale<br />

Ipertensione<br />

Episodi di ipotensione<br />

Età avanzata<br />

Storia di ictus<br />

Diabete mellito<br />

Iperviscosità ematica<br />

Malattie vascolari<br />

periferiche<br />

Malattie cardiache<br />

Abuso alcolico


ANALISI DEI FATTORI DI RISCHIO<br />

L'età è chiaramente il fattore di rischio più importante nella M. di Alzheimer.<br />

La " teoria degli errori " postula che l'<strong>in</strong>vecchiamento sia determ<strong>in</strong>ato da una<br />

serie di danni che si sommano col tempo. Questi eventi negativi<br />

randomizzati si pensa possano essere la causa che scatena l'<strong>in</strong>vecchiamento<br />

o che attiva geni <strong>in</strong>espressi. Successivamente appare marcatamente<br />

compromessa nel paziente alzheimeriano la capacità di compensare la<br />

perdita neuronale e il conseguente deficit di neurotrasmettitori. Meticolosi<br />

studi epidemiologici hanno mostrato come il sesso femm<strong>in</strong>ile e una ridotta<br />

scolarità costituiscano un fattore di rischio per l'AD (11). Questi due fattori<br />

sono certamente correlati fra loro nelle popolazioni di soggetti dementi (8).<br />

In molti studi anche i traumi cranici sono stati descritti come fattori di rischio<br />

per AD. nella demenza pugilistica traumi cranici ripetuti conducono ad un<br />

quadro con alterazioni neuropatologiche simili all'AD fra cui il deposito di<br />

amiloide e i grovigli neurofibrillari. Traumi cranici possono qu<strong>in</strong>di<br />

contribuire allo sviluppo <strong>della</strong> demenza accelerandone l'esordio. Gli studi<br />

epidemiologici non hanno evidenziato fattori tossici importanti, neppure<br />

nell'allum<strong>in</strong>io. A basse concentrazioni l'allum<strong>in</strong>io <strong>in</strong>ibisce molti enzimi. A<br />

livello del tessuto cerebrale determ<strong>in</strong>a degenerazione fibrillare che, tuttavia,<br />

non assomiglia a quella presente nell'AD. Anche le malattie vascolari sono<br />

un fattore di rischio per la M. di Alzheimer. Da uno studio è emerso come il<br />

60% di pazienti affetti da M. di Alzheimer con autopsia ha anche alterazioni<br />

<strong>della</strong> sostanza bianca del tipo descritto da Biswanger che generalmente sono<br />

attribuite a un deficit circolatorio. L'uso di FANS, estrogeni dopo la<br />

menopausa nella donna, il fumo e l'uso moderato di alcool <strong>in</strong> moderate dosi<br />

sembrano tutti fattori di protezione rispetto alla AD.<br />

IPOTESI GENETICA<br />

La parentela di I° grado con un soggetto Alzheimeriano comporta un rischio<br />

di malattia valutato a seconda degli studi fra il 15 e il 50 % (7). In alcune di<br />

queste famiglie la malattia sembra avere un carattere autosomico dom<strong>in</strong>ante<br />

e l'esordio sembra essere molto precoce ( 30-60 anni ). Accanto a queste<br />

famiglie ve ne sono molte altre <strong>in</strong> cui la penetranza <strong>della</strong> malattia risulta<br />

ridotta.


TIPO DI<br />

TRASMISSIONE<br />

Autosomica<br />

dom<strong>in</strong>ante<br />

Autosomica<br />

dom<strong>in</strong>ante<br />

Autosomica<br />

dom<strong>in</strong>ante<br />

Gene di<br />

suscettibilità<br />

Gene di<br />

suscettibilità<br />

Gene di<br />

suscettibilità<br />

I GENI COINVOLTI NELLA MALATTIA DI ALZHEIMER<br />

CROMOSOMA<br />

GENE<br />

Numero di<br />

mutazioni f<strong>in</strong>o<br />

ad ora<br />

riscontrate<br />

CARATTERISTICHE<br />

21 APP 7 Età di esordio 45-46<br />

anni; aumento<br />

assoluto dei livelli di<br />

AB o del frattempo<br />

AB 1-42.<br />

Rappresenta meno<br />

dell1% dei casi di<br />

14 Presenil<strong>in</strong>a 1 Oltre 50 Età di esordio 33-56<br />

anni;aumento dei<br />

livelli di AB 1-42,<br />

alterazione dei<br />

meccanismi di<br />

omeostasi del calcio<br />

e accelerazione dei<br />

meccanismi<br />

apoptotici. Cica il<br />

5,6% dei casi<br />

familiari. A esordio<br />

AD<br />

precoce<br />

1 Presenil<strong>in</strong>a 2 3 Età di esordio 40-90.<br />

Aumento dei livelli di<br />

AB 1-42. Co<strong>in</strong>volta<br />

nei processi di<br />

apoptosi. Meno<br />

dell’1% di casi<br />

familiari<br />

19 ApoE L’allele e4 anticipa<br />

l’età di esordio nelle<br />

forme familiari ad<br />

esordio tardivo e<br />

nelle forme<br />

sporadiche<br />

6 HLA-A2 Cofattore<br />

nell’anticipare l’età di<br />

esordio <strong>in</strong> presenza<br />

si allele e4 dell’ApoE<br />

12 Sconosciuto Sconosciuto


A sostegno di queste teorie genetiche sta l'associazione fra questa<br />

patologia e la s<strong>in</strong>drome di Down ( trisomia 21 ). Soggetti affetti da M. di<br />

Down deceduti dopo i 40 anni mostrano alterazioni anatomo-patologiche<br />

praticamente identiche a quelle riscontrate nell'AD. Inoltre la deposizione di<br />

beta-amiloide nelle placche, come già spiegato, si ritiene derivi da una<br />

aumentata produzione causata da mutazioni geniche specifiche del suo<br />

precursore fisiologico, il beta-Amyloid Precursor Prote<strong>in</strong> ( beta-APP,<br />

prote<strong>in</strong>a transmembrana codificata sul cromosoma 21 ). La deposizione di<br />

amiloide non è comunque l'unico correlato anatomopatologico delle placche<br />

neuritiche, poichè recentemente sono state evidenziate, sempre nelle<br />

placche, componenti del sistema immunitario e <strong>in</strong> particolare citoch<strong>in</strong>e. <strong>Il</strong><br />

ruolo delle citoch<strong>in</strong>e nella formazione delle placche è tuttora poco<br />

conosciuto ma si pensa ( ed i dati <strong>in</strong> vitro supportano l'ipotesi ) che esse<br />

contribuiscano a regolare i processi di formazione dell'amiloide stessa.<br />

L'<strong>in</strong>terleuch<strong>in</strong>a 1alfa e 1beta sono, per esempio, <strong>in</strong> grado di aumentare la<br />

produzione di beta-APP e qu<strong>in</strong>di <strong>in</strong> ultima analisi di amiloide; viceversa il<br />

Trasform<strong>in</strong>g Growth Factor beta2 ( TGF beta2 ) <strong>in</strong>durrebbe una dim<strong>in</strong>uzione<br />

<strong>della</strong> produzione di amiloide sempre attraverso una modulazione del suo<br />

precursore beta-APP.<br />

Oltre alla beta-amiloide altre componenti proteiche sono state <strong>in</strong>dividuate<br />

nelle placche neuritiche<br />

ed <strong>in</strong> particolare l'apolipoprote<strong>in</strong>a APO E ( nell'isoforma E4 ) , la<br />

presenil<strong>in</strong>a 1 e la presenil<strong>in</strong>a 2. Pur essendo ancora poco chiaro il ruolo<br />

patogenetico di queste prote<strong>in</strong>e nella formazione delle placche, è altresì<br />

vero che la presenza di particolari alleli che codificano per tali prote<strong>in</strong>e<br />

aumentano la probabilità di sviluppare l'AD. Sono state <strong>in</strong>fatti<br />

caratterizzate diverse mutazioni del gene <strong>della</strong> beta-APP che si associano<br />

a variabili def<strong>in</strong>ite di malattia ( età di <strong>in</strong>sorgenza, esordio, decorso etc... )<br />

così come risulta ormai chiaro che diversi alleli che codificano le diverse<br />

isoforme <strong>della</strong> APOE sono diversamente associati all'età di <strong>in</strong>sorgenza<br />

<strong>della</strong> malattia. Più <strong>in</strong> dettaglio la mutazione del gene per il beta-APP si<br />

trova sull'esone 16 <strong>in</strong> posizione 0N-term<strong>in</strong>ale: si tratta di una doppia<br />

mutazione che si verifica contemporaneamente a M. di Alzheimer<br />

familiare di tipo ad <strong>in</strong>sorgenza precoce, <strong>in</strong>dividuato <strong>in</strong> due famiglie<br />

svedesi probabilmente imparentate. Negli ultimi anni sono state scoperte<br />

un'altra dec<strong>in</strong>a di mutazioni a carico del cromosoma 21 che sembra<br />

correl<strong>in</strong>o con un'alterata trascrizione per la prote<strong>in</strong>a precursore<br />

dell'amiloide. Nel cervello l'APO E è co<strong>in</strong>volta nei processi di<br />

riparazione, crescita e mantenimento <strong>della</strong> miel<strong>in</strong>a e delle membrane dei<br />

neuroni. Comunemente il gene dell'APO E può essere presente <strong>in</strong> tre<br />

diverse forme alleliche presenti sul cromosoma 19 chiamate E2, E3, E4.<br />

La variazione allelica E4 <strong>della</strong> prote<strong>in</strong>a APO E è associata a M. di<br />

Alzheimer poichè la sua presenza anche solo <strong>in</strong> eterozigosi sembra<br />

associata con la dim<strong>in</strong>uzione dell'età di <strong>in</strong>sorgenza <strong>della</strong> malattia. Nei<br />

soggetti omozigoti E4 il rischio di essere affetti è molto più elevato che<br />

nei soggetti senza alcuna coppia di E4.<br />

Le analisi biochimiche condotte sulle placche neuritiche hanno<br />

determ<strong>in</strong>ato la presenza dell'isoforma all'<strong>in</strong>terno delle placche stesse.


Analisi condotte <strong>in</strong> vitro hanno evidenziato che questa particolare<br />

isoforma facilita la formazione del nocciolo <strong>in</strong>iziale <strong>della</strong> placca e<br />

successivamente facilita l'aggregarsi delle molecole di beta-A4 a tale<br />

nocciolo poichè è fortemente aff<strong>in</strong>e al peptide stesso (9).<br />

Nella zona del cromosoma 14 chiamata AD3 è presente un trascritto<br />

denom<strong>in</strong>ato S182 ( Presenil<strong>in</strong>a 1 ) che mostra un gruppo di 5 mutazioni<br />

<strong>in</strong> zone altamente conservate.<br />

Le mutazioni sono correlate ad AD familiare ad <strong>in</strong>sorgenza precoce ( 30-<br />

60 anni ) e con decorso grave ed aggressivo. Si possono attribuire alle<br />

mutazioni su questo cromosoma f<strong>in</strong>o al 70% dei casi di AD ad <strong>in</strong>sorgenza<br />

precoce: La sequenza am<strong>in</strong>oacidica <strong>della</strong> presenil<strong>in</strong>a 1, predetta dalla<br />

sequenza del DNA, fa pensare ad una prote<strong>in</strong>a <strong>in</strong>tegrale di membrana<br />

ancorata tramite 7 alfa eliche idrofobiche.<br />

Sono stati identificati due trascritti di 3 e 7 Kb espressi <strong>in</strong> maniera<br />

praticamente ubiquitaria nei tessuti corporei, cervello compreso: si pensa<br />

che il trascritto maggiore sia una isoforma proveniente da uno splic<strong>in</strong>g<br />

alternativo o da una diversa poliadenilazione, oppure addirittura un gene<br />

altamente omologo al primo.<br />

Un gene di recente identificazione sul cromosoma 1, STM2 ( Presenil<strong>in</strong>a<br />

2 ), potrebbe essere implicato nella AD. La pr<strong>in</strong>cipale osservazione <strong>in</strong> tal<br />

senso è stata che analizzando 9 famiglie orig<strong>in</strong>arie <strong>della</strong> Germania ma<br />

migrate nella zona del Volga da alcune generazioni è stata identificata una<br />

mutazione di STM2 situata <strong>in</strong> una zona altamente conservata ed<br />

altamente omologa a S182.<br />

IPOTESI INFIAMMATORIA/IMMUNOLOGICA.<br />

Una varietà di studi negli ultimi anni ha mostrato la presenza di una<br />

reazione <strong>in</strong>fiammatoria nell'encefalo dei malati di AD. Agenti di fase<br />

acuta sono presenti nelle placche, nel siero e nel liquor è stato trovato il<br />

fattore di crescita tumorale; l'amiloide può attivare il complemento, la<br />

prote<strong>in</strong>a precursore dell'amiloide stessa è stata considerata come agente<br />

di fase acuta. Tuttavia l'<strong>in</strong>fiammazione è presente anche <strong>in</strong> altre malattie<br />

degenerative e può essere vista come una reazione fisiologica per<br />

combattere i prodotti di un processo degenerativo cronico.<br />

Recentemente è stato messo <strong>in</strong> luce quanto il sistema nervoso centrale, il<br />

sistema endocr<strong>in</strong>o e il sistema immunitario siano legati.<br />

Gli studi sulla M. di Alzheimer e più <strong>in</strong> generale sui soggetti affetti da<br />

deterioramento mentale, hanno evidenziato un aumento delle IgG e delle<br />

IgA, una ridotta capacità proliferativa dei l<strong>in</strong>fociti T, una ridotta attività<br />

dei l<strong>in</strong>fociti T suppressor.<br />

Inoltre è stata dimostrata la presenza di Anticorpi reagenti con Antigeni<br />

cerebrali che aumentano con l'<strong>in</strong>vecchiamento.<br />

Tali anticorpi hanno come target sia molecole funzionali di primaria<br />

importanza ( recettori, ormoni, miel<strong>in</strong>a, antigeni <strong>in</strong>tracellulari ) che<br />

strutture tipiche dell'encefalo alzheimeriano ( prote<strong>in</strong>e dei grovigli<br />

neurofibrillari ). Studi epidemiologici hanno messo <strong>in</strong> evidenza una<br />

m<strong>in</strong>or suscettibilità ad ammalarsi di M. di Alzheimer <strong>in</strong> soggetti trattati a


lungo con anti<strong>in</strong>fiammatori ( corticosteroidi o FANS ) per altre patologie<br />

( asma o artrite reumatoide )<br />

IPOTESI OSSIDATIVA<br />

Vi sono evidenze cl<strong>in</strong>iche e sperimentali che correlano i maggiori<br />

riscontri cl<strong>in</strong>ici e neuropatologici <strong>della</strong> M. di Alzheimer con lesioni<br />

mitocondriali (2). Analisi istochimiche hanno permesso di dimostrare<br />

l'<strong>in</strong>cremento di attività di alcuni enzimi mitocondriali nei pazienti<br />

alzheimeriani, <strong>in</strong>oltre la presenza di mitocondri alterati nei neuroni<br />

precede il deposito di amiloide. Recentemente con la PET è stata messa<br />

<strong>in</strong> luce una dim<strong>in</strong>uita ossidazione del glucosio nell'encefalo dei pazienti<br />

alzheimeriani, soprattutto nei lobi frontale e temporo-parietale.<br />

L'accoppiamento fra fosforilazione ossidativa e catena del trasporto degli<br />

elettroni attraverso la miel<strong>in</strong>a mitocondriale consente di riossidare i<br />

coenzimi ridotti NADH e FADH2 prodotti durante il ciclo di Krebs o di<br />

accumulare energia nell'ATP sotto forma di legami fosforici. <strong>Il</strong> processo<br />

di trasporto elettronico, tuttavia, comporta la fosforilazione di piccole<br />

quantità di forme parzialmente ridotte di ossigeno ( radicali liberi ) che<br />

sono <strong>in</strong> grado di aggredire le diverse molecole biologiche. Nonostante<br />

esistano numerosi meccanismi di difesa ( enzimatici, vitam<strong>in</strong>ici, derivati<br />

dall'istid<strong>in</strong>a ), il danno ossidativo dei mitocondri rimane importante. I<br />

radicali dell'ossigeno sono <strong>in</strong> grado di reagire sia con zuccheri che con<br />

acidi nucleici determ<strong>in</strong>ando un danno, ma è soprattutto il DNA<br />

mitocondriale ad essere sensibile a questi <strong>in</strong>sulti. Esso è <strong>in</strong>fatti vic<strong>in</strong>o alla<br />

membrana mitocondriale <strong>in</strong>terna dove c'è la alta produzione di radicali<br />

liberi. Inoltre la mancanza di <strong>in</strong>troni fa si che qualsiasi danno si esprima<br />

più facilmente a livello fenotipico. Oggi è possibile con HPLC dosare<br />

uno dei prodotti di ossidazione del DNA. E' stato così possibile<br />

riscontrare un <strong>in</strong>cremento-età dipendente del danno ossidativo sia nel<br />

DNAnucleare che mitocondriale. Tale anomalia è ancora più evidente nei<br />

soggetti affetti da M. di Alzheimer.<br />

CALCIO E INVECCHIAMENTO CEREBRALE.<br />

Già negli anni '80 alcune evidenze sperimentali avevano suggerito che il<br />

Calcio, elemento critico nella regolazione di molti processi cellulari,<br />

fosse implicato nella senescenza dell'encefalo. E' noto <strong>in</strong>fatti che<br />

l'aumento <strong>della</strong> concentrazione di Calcio <strong>in</strong>tracellulare può dare luogo a<br />

fenomeni di degenerazione e di morte cellulare. Insulti ischemici e tossici<br />

avvengono tramite l'attivazione di enzimi Ca dipendenti; la stessa betaamiloide<br />

può accompagnarsi ad alti livelli di Ca <strong>in</strong>tracellulare; le aree<br />

cerebrali più sensibili a processi di <strong>in</strong>vecchiamento come l'ippocampo<br />

mostrano elevate correnti di Calcio. <strong>Il</strong> neurone mantiene la<br />

concentrazione citoplasmatica del Calcio circa 10000 volte <strong>in</strong>feriore<br />

rispetto all'ambiente extracellulare. Per consentire questo gradiente<br />

esistono meccanismi di <strong>in</strong>gresso e di uscita del Calcio.


L'<strong>in</strong>gresso è consentito dai canali del Calcio di cui esistono due tipi<br />

fondamentali. Quelli voltaggio-dipendenti ( VDCC ) si aprono <strong>in</strong> risposta<br />

a una depolarizzazione <strong>della</strong> membrana cellulare. Sono suddivisi <strong>in</strong> 3<br />

diversi sottotipi ( N, T e L ) <strong>in</strong> base alla localizzazione, al voltaggio di<br />

attivazione e alla sensibilità a farmaci e toss<strong>in</strong>e. I canali regolati da<br />

recettori, <strong>in</strong>vece, si aprono <strong>in</strong> seguito all' azione di un neurotrasmettitore.<br />

Significativa <strong>in</strong> questo senso è l'azione del glutammato che agisce su<br />

diversi recettori denom<strong>in</strong>ati <strong>in</strong> base alle sostanze che sono <strong>in</strong> grado di<br />

stimolarli ( ka<strong>in</strong>ato, AMPA, NMDA, ACPD o metabotropico ).<br />

<strong>Il</strong> recettore NMDA appare essere il più importante nel regolare<br />

l'omeostasi del Calcio. In particolare esso è bloccato <strong>in</strong> maniera voltaggio<br />

dipendente dal Magnesio. Qu<strong>in</strong>di ne deriva che gli antagonisti dei<br />

recettori NMDA determ<strong>in</strong>ano un effetto <strong>in</strong>ibitorio sull'azione eccitatoria<br />

del glutammato. <strong>Il</strong> glutammato è sicuramente il neurotrasmettitore<br />

eccitatorio più utilizzato nella corteccia ed è particolarmente elevato <strong>in</strong><br />

quelle regioni che sono colpite dal processo degenerativo.<br />

Le molecole antagoniste competitive e non competitive e i meccanismi <strong>in</strong><br />

grado di <strong>in</strong>terferire con il funzionamento di questi canali sono <strong>in</strong> grado di<br />

arrestare o accelerare processi di degenerazione o di morte cellulare.<br />

Inoltre possono <strong>in</strong>terferire con lo svolgimento <strong>della</strong> fisiologica funzione<br />

di 2° messaggero del Calcio che media il rilascio di neurotrasmettitori,<br />

controlla l'eccitabilità <strong>della</strong> miel<strong>in</strong>a neuronale, stabilizza il citoscheletro,<br />

attiva enzimi ( proteasi, ch<strong>in</strong>asi etc... ), rende possibile il trasporto<br />

assonale.<br />

L' ischemia di una regione cerebrale riduce l'aumento del flusso di<br />

potassio verso lo spazio extracellulare.<br />

Ciò determ<strong>in</strong>a una depolarizzazione di membrana e conseguentemente<br />

un'apertura dei canali voltaggio dipendenti. L'<strong>in</strong>gresso del Calcio nelle<br />

cellule è <strong>in</strong>crementato <strong>in</strong>oltre dalla stimolazione neuronale <strong>in</strong>dotta dalla<br />

depolarizzazione stessa.<br />

L'ischemia causa anche la liberazione di glutammato e qu<strong>in</strong>di novamente<br />

l'<strong>in</strong>gresso di Calcio il cui rapido accumulo nei mitocondri impedisce<br />

un'adeguata produzione di ATP.<br />

L'<strong>in</strong>cremento di Calcio nel citosol nell'<strong>in</strong>vecchiamento e nella malattia di<br />

Alzheimer è stato documentato da molti esperimenti.<br />

Si può ipotizzare che tale accumulo potrebbe raggiungere livelli<br />

sufficienti ad attivare uno o più geni apoptosici e scatenare qu<strong>in</strong>di la "<br />

morte cellulare programmata ".<br />

10. RAZIONALE DELLO STUDIO<br />

La demenza colpisce <strong>in</strong> Italia il 7% <strong>della</strong> popolazione di età superiore ai<br />

65 anni e con il progressivo <strong>in</strong>vecchiamento <strong>della</strong> popolazione, i<br />

MMG dovranno sempre più confrontarsi con questa difficile realtà. I<br />

disturbi <strong>della</strong> memoria sono i primi segni di una demenza, ma sono molto<br />

comuni anche <strong>in</strong> una popolazione anziana non demente. Pertanto il MMG<br />

avrà il compito di <strong>in</strong>terpretare e valorizzare tale s<strong>in</strong>tomo, tranquillizzando<br />

eventualmente il paziente sulla “normalità” dello stesso <strong>in</strong> rapporto


all’età. Attualmente non esistono segni o s<strong>in</strong>tomi od esami di laboratorio<br />

o di bioimag<strong>in</strong>g assolutamente patognomonici <strong>della</strong> malattia di<br />

Alzheimer, che è la più frequente causa di demenza <strong>in</strong> età senile. Questo<br />

rende naturalmente più difficile la diagnosi precoce di questa demenza e<br />

spesso è necessario attendere alcuni mesi di osservazione del decorso<br />

cl<strong>in</strong>ico per poter formulare una diagnosi corretta<br />

Una diagnosi precoce è ritenuta attualmente utile per <strong>in</strong>iziare una terapia<br />

mirata a rallentare il decorso <strong>della</strong> malattia, ma sarà assolutamente<br />

<strong>in</strong>dispensabile quando saranno disponibili terapie più <strong>in</strong>cisive sulla<br />

evoluzione <strong>della</strong> malattia, come per esempio gli <strong>in</strong>ibitori delle secretasi<br />

patologiche <strong>della</strong> prote<strong>in</strong>a pre-amiloide, che potranno far sperare di<br />

arrestare il processo patogenetico ad uno stadio <strong>in</strong>iziale. Sia nella<br />

situazione attuale che <strong>in</strong> questo non remoto scenario, il MMG riveste un<br />

ruolo chiave nel formulare una diagnosi e nel prospettare direttive<br />

diagnostiche, proprio grazie alla sua conoscenza diretta del malato e del<br />

suo ambiente prima ancora dell’<strong>in</strong>izio <strong>della</strong> s<strong>in</strong>tomatologia. Attualmente<br />

il MMG ha un ruolo nella gestione farmacologica e socio-assistenziale<br />

del malato nelle fasi <strong>in</strong>termedie ed avanzate <strong>della</strong> malattia (13), mentre<br />

molto meno sentito dal MMG stesso è il proprio ruolo nelle fasi <strong>in</strong>iziali<br />

<strong>della</strong> malattia .<br />

Questa carenza può essere dovuta alla scarsa fiducia nella necessità di<br />

una diagnosi precisa, <strong>in</strong> una certa dose di fatalismo, <strong>in</strong> una carenza di<br />

tempo a disposizione e <strong>in</strong> una scarsa attitud<strong>in</strong>e a cogliere i s<strong>in</strong>tomi <strong>in</strong>iziali<br />

<strong>della</strong> demenza (14) E’ anche possibile che esista una carenza di fiducia<br />

del paziente e dei caregivers, che tendono a consultare lo specialista<br />

direttamente e tornano al MMG quando già la diagnosi è stata posta.<br />

In Inghilterra una diagnosi di demenza è posta dal MMG solo nel 9% dei<br />

casi (13), e l’accuratezza diagnostica del MMG è ridotta <strong>in</strong> Canada e <strong>in</strong><br />

Germania sia dall’età del MMG che, soprattutto, dal non lavorare <strong>in</strong> una<br />

contesto multidiscipl<strong>in</strong>are (4,5).<br />

Non mancano tuttavia lavori che mostrano <strong>in</strong>vece una eccezionalmente<br />

alta accuratezza diagnostica (17).<br />

Del resto, i MMG mostrano spesso importante dis<strong>in</strong>formazione e scarsa<br />

esperienza nel campo delle demenze (18,19) e rispetto agli specialisti<br />

neurologi, psichiatri e geriatri adottano iter diagnostici molto diversi (20).<br />

Un più <strong>in</strong>cisivo ruolo del MMG nelle prime fasi diagnostiche delle<br />

demenze consentirebbe anche un probabile risparmio economico per la<br />

comunità. Se è ovvio che non risulta praticabile uno screen<strong>in</strong>g cognitivo<br />

a tutti i pazienti anziani (21) è d’altronde necessario che il MMG sia<br />

preparato a quantizzare e ad <strong>in</strong>terpretare il deficit di memoria riferito dal<br />

paziente o dai suoi parenti.<br />

Esistono diversi brevi e semplici test utilizzabili anche da non medici, la<br />

cui validità come screen<strong>in</strong>g e come supporto ad una accurata raccolta<br />

anamnestica è <strong>in</strong>discussa (22,23), soprattutto nelle mani di MMG (24),<br />

anche se tali test non sono assolutamente diagnostici di per sé (25,26).


11. METODOLOGIA DELLO STUDIO<br />

Con queste premesse, si è <strong>in</strong>teso valutare l’accuratezza di una diagnosi<br />

di demenza posta dal MMG sulla base di semplici dati anamnesticotestistici<br />

rispetto a quella offerta da un usuale iter diagnostico,<br />

soprattutto alla luce del bilanciamento dei costi e dei benefici offerti dai<br />

due approcci.<br />

Per far questo sono stati selezionati e specificamente addestrati MMG e<br />

le loro conclusioni diagnostiche ambulatoriali sono state confrontate<br />

con quelle ottenute mediante gli esami specialistici di rout<strong>in</strong>e durante<br />

un day hospital neurologico<br />

Sono stati selezionati su base volontaria 19 MMG, operanti<br />

nell’h<strong>in</strong>terland a sud di Milano , che sono stati sottoposti a 5 ore di<br />

aggiornamento e tra<strong>in</strong><strong>in</strong>g specifico sui test utilizzati.<br />

Questi MMG dovevano valutare <strong>in</strong> un arco di 6 mesi tutti i pazienti di<br />

età superiore o pari a 65 anni, che lamentassero (o i cui parenti<br />

riferissero) problemi di memoria di recente <strong>in</strong>sorgenza e non ancora<br />

valutati <strong>in</strong> sede cl<strong>in</strong>ica.<br />

Sono stati forniti come strumenti testistici il M<strong>in</strong>i-Mental Test (MMSE)<br />

(27,28); la scala Geriatric Depression Scale (27) e la scala<br />

comportamentale di McLean adattata (dati non pubblicati).<br />

Sulla base di tali test, di una accurata raccolta anamnestica, di un esame<br />

obiettivo e <strong>della</strong> Ischemic Score di Hach<strong>in</strong>ski veniva chiesto al MMG<br />

di porre una diagnosi di normalità, depressione, demenza, e, (<strong>in</strong> tal<br />

caso) una diagnosi di malattia di Alzheimer o di demenza vascolare .<br />

Tale diagnosi doveva essere confermata da una seconda valutazione un<br />

mese dopo, con gli stessi strumenti.<br />

Se veniva confermata la diagnosi di demenza, il paziente veniva avviato<br />

ad una serie di <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i di rout<strong>in</strong>e per la conferma, preferenzialmente<br />

mediante un day-hospital neurologico, che risultava essere l’approccio<br />

più economico e gradito al paziente.<br />

Se non veniva posta una diagnosi di demenza, il paziente veniva<br />

rivalutato tre mesi dopo dal MMG stesso per una def<strong>in</strong>itiva diagnosi.<br />

Alcuni di questi pazienti giudicati non dementi, tuttavia potevano<br />

essere esam<strong>in</strong>ati più estesamente con quelli giudicati dementi, sia su<br />

loro esplicita richiesta, sia <strong>in</strong> casi selezionati a giudizio del MMG.<br />

Pertanto lo studio porta a due risultati: l’uno relativo alla sensibilità e<br />

specificità <strong>della</strong> diagnosi di demenza, e delle categorie più comuni di<br />

questa, formulata dal MMG rispetto ai migliori parametri specialistici<br />

attualmente disponibili.<br />

L’altro risultato scaturisce dall’analisi dei costi dell’ approccio non<br />

specialistico rispetto a quello specialistico e dal relativo bilanciamento<br />

dei costi e dei benefici dei due diversi approcci


12. RISULTATI<br />

In sei mesi sono stati esam<strong>in</strong>ati da 19 MMG, per disturbi di memoria<br />

soggettivi od obiettivabili , 104 soggetti ultrassessantac<strong>in</strong>quenni.<br />

Tali soggetti rappresentano il 2.25 % dei 4625 pazienti totali di età<br />

superiore a 65 anni, <strong>in</strong>seriti nelle liste dei 19 MMG.<br />

I Medici di Medic<strong>in</strong>a Generale partecipanti allo studio e i relativi<br />

pazienti esam<strong>in</strong>ati (<strong>in</strong> parentesi) sono stati Altara Mosè (4); Botta<br />

Prim<strong>in</strong>o (10 ); Brocchieri Arnaldo (8); Cadamosti Danilo (5); Canto<br />

Giovanni (6); Chiappella Livio (7); Costa-Barbè Alberto (6); De Amici<br />

Giusepp<strong>in</strong>a (3); Fracasso Luigi (1); Greco Nicola (2); Montano Rocco<br />

(8); Piras Franco (5); Pobbiati Arnaldo (5); Rognoni Mauro (5);<br />

Rognoni Marilena (2); Sferrazza Angelo (14); Venuto Filippo (8); Za<strong>in</strong>a<br />

Giovanni (4); Zappia Filippo (3)<br />

Una demenza (DSM IV) è stata diagnosticata <strong>in</strong> 56 (54 %) pazienti (25<br />

con malattia di Alzheimer (AD, secondo i criteri ADRDA-NINCDS) 16<br />

con demenza vascolare (VaD, secondo i criteri NINCDS-AIREN) e 15<br />

con demenza non meglio def<strong>in</strong>ibile. In 18 soggetti (17.5%) è stata<br />

diagnosticata una depressione alla base dei disturbi di memoria, mentre<br />

<strong>in</strong> 30 (28.8%) casi il disturbo di memoria non è stato confermato.<br />

Le caratteristiche demografiche di questi gruppi sono elencate <strong>in</strong><br />

Tabella 6<br />

28 (50%) pazienti con demenza e 3 (16.7%) pazienti depressi sono stati<br />

ulteriormente <strong>in</strong>dagati mediante una batteria di test, solitamente<br />

eseguiti mediante Day Hospital neurologico, consistente <strong>in</strong> rout<strong>in</strong>e<br />

ematologica (<strong>in</strong>cludente TPHA, folati e vitam<strong>in</strong>a B12, fT4, fT3 e TSH),<br />

ECG, radiografia del torace <strong>in</strong> due proiezioni esame neurologico, una<br />

batteria di test neuropsicologici e TAC dell’encefalo senza mezzo di<br />

contrasto. I risultati <strong>della</strong> diagnosi specialistica sono presentati nella<br />

Tabella 7.<br />

Considerando come “gold standard” la diagnosi ottenuta durante gli<br />

accertamenti specialistici, la Tabella 8 mostra i valori di sensibilità e di<br />

specificità delle diagnosi poste dai MMG <strong>della</strong> diagnosi di AD e VaD<br />

poste dai MMG.<br />

Naturalmente i pazienti diagnosticati come “normali” dai MMG e la<br />

maggior parte dei “depressi” non venivano sottoposti a questi test, ma<br />

la diagnosi veniva confermata con una terza visita da parte del MMG,<br />

utilizzando gli stessi strumenti: a questo retest tutte le diagnosi furono<br />

confermate<br />

ANALISI DEI COSTI<br />

I moderni criteri diagnostici e di <strong>ricerca</strong> (DSM IV, ICD-10 per la<br />

demenza e NINCDS-ADRDA per la malattia di Alzheimer e NINCDSAIREN<br />

per la demenza vascolare) richiedono una serie di accertamenti<br />

di laboratorio e testistici ormai abbastanza standardizzati e il cui valore<br />

può essere monetizzato facilmente.<br />

La <strong>Regione</strong> <strong>Lombardia</strong> paga un DRG ospedaliero per tale diagnosi 4,8


milioni, 440.000 lire per un DRG simile da un day-hospital.<br />

<strong>Il</strong> paziente paga da 700.000 ad oltre un milione lire, se effettua<br />

privatamente gli accertamenti diagnostici.<br />

<strong>Il</strong> tempo medio impiegato dal MMG per ognuna delle visite<br />

diagnostiche (2 o 3 <strong>in</strong> caso di diagnosi di non-demenza) effettuato nel<br />

proprio studio è stato di 20’, pertanto il costo di una s<strong>in</strong>gola diagnosi<br />

era di circa 50000 lire, considerando la quota capitaria riconosciuta ai<br />

MMG per ogni paziente e il necessario tra<strong>in</strong><strong>in</strong>g cui sottoporre i MMG<br />

prelim<strong>in</strong>armente


TABELLA 6: CARATTERISTICHE DEI PAZIENTI DIAGNOSTICATI DAL MMG (scolarità:<br />

media <strong>in</strong> anni)<br />

AD VaD Demenze<br />

non classif.<br />

Non dementi Totale<br />

Tot. Pazienti 25 16 15 48 104<br />

Uom<strong>in</strong>i 3 10 4 22 39<br />

Donne 22 6 11 26 65<br />

Età mediana 79 75 74 71 73<br />

Scolarità 5.00 7.00 6.50 6.00 6.00<br />

TABELLA 7: CARATTERISTICHE DEI PAZIENTI DIAGNOSTICATI DA UNO<br />

SPECIALISTA (scolarità: media <strong>in</strong> anni)<br />

AD VaD Non dementi Totale<br />

Totale pazienti 18 5 8 31<br />

Uom<strong>in</strong>i 4 3 6 13<br />

Donne 14 2 2 18<br />

Età mediana 74 74 66 73<br />

Scolarità 5.00 8.00 9.00 6.00<br />

TABELLA 8 : VALUTAZIONE STATISTICA DELLE DIAGNOSI DEI MMG<br />

AD VaD Demenze<br />

Sensibilità 61% 60% 82%<br />

Specificità 63% 85% 100%<br />

Test di Fisher P


13. CONCLUSIONI<br />

Un primo dato di rilievo risulta dal fatto che molti soggetti<br />

ultrassessantac<strong>in</strong>quenni seguiti dai MMG <strong>in</strong> 6 mesi hanno riferito<br />

oggettivi o soggettivi disturbi <strong>della</strong> memoria.<br />

La maggior parte di questi pazienti sono donne e di scolarità elementare,<br />

come già descritto dai dati epidemiologici<br />

<strong>Il</strong> 2.25% rappresenta un dato molto vic<strong>in</strong>o alla prevalenza (1.6 /anno)<br />

delle demenze nell’ambiente di lavoro del MMG, come valutato<br />

recentemente <strong>in</strong> Inghilterra (18), che il problema è reale <strong>in</strong> questa fascia<br />

di età a che basta un semplice avviso esposto nello studio del MMG per<br />

<strong>in</strong>durre i pazienti a far riferimento <strong>in</strong> prima istanza al loro MMG.<br />

Solo metà dei pazienti con sospetta diagnosi di demenza sono stati<br />

sottoposti a diagnosi formale mediante accertamenti più specialistici.<br />

Questo fatto sembra dipendere da diversi fattori:<br />

1) una scarsa “mobilità” del paziente anziano che spesso deve essere<br />

accompagnato nei centri specialistici da famigliari che lavorano;<br />

2) una relativa scarsa compromissione funzionale dei pazienti <strong>in</strong> questa<br />

fase precoce di malattia, che non allarmava particolarmente i famigliari,<br />

non ancora “caregiver” <strong>in</strong> senso stretto;<br />

3) <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, un certo fatalismo mostrato sia dal paziente che dai famigliari<br />

nei confronti di un problema ritenuto connaturato all’avanzamento<br />

degli anni.<br />

Nel confronto dei gruppi dei soggetti sospetti per demenza che hanno<br />

approfondito gli esami e di quelli che hanno rifiutato ulteriori <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i,<br />

non si sono osservate differenze significative rispetto alla scolarità,<br />

all’età e alla percentuale donne/uom<strong>in</strong>i<br />

In un quarto circa dei casi di sospetta demenza il MMG ha preferito non<br />

porre una diagnosi nosografica precisa. <strong>Il</strong> fatto di non aver potuto studiare<br />

tutti i pazienti sospetti per demenza e, soprattutto, di non aver potuto (per<br />

ovvii motivi economici ed etici) studiare con gli stessi metodi i soggetti<br />

non ritenuti dementi, può certamente limitare la precisione delle<br />

conclusioni. Tuttavia è da ricordare che la diagnosi di “non demenza”<br />

veniva confermata nel tempo dal MMG stesso<br />

Per quanto sia noto che la diagnosi specialistica anche nei centri con<br />

maggiore esperienza non supera il 85-90% di accuratezza rispetto al<br />

riscontro autoptico (30), abbiamo considerato la diagnosi specialistica<br />

come “gold standard”.<br />

Rispetto ad essa, l’accuratezza dei MMG ha raggiunto il massimo livello<br />

di specificità (100%) ed ottima sensibilità (82%) nella diagnosi di<br />

demenza.<br />

Livelli molto m<strong>in</strong>ori di sensibilità (attorno al 60%) e più accettabili di<br />

specificità (63-85%) si sono rilevati nella diagnosi di AD e di VaD.<br />

L’analisi statistica con il Test di Fisher mostra una significativa<br />

concordanza fra diagnosi del MMG e dello specialista per la demenza<br />

(p


concordanza per la diagnosi di VaD<br />

<strong>Il</strong> Valore Predittivo Positivo <strong>della</strong> diagnosi dei MMG era del 92% per la<br />

AD, del 85% per la demenza e solo del 43% per la VaD<br />

La scarsa accuratezza generale <strong>della</strong> diagnosi di VaD del MMG è<br />

significativa <strong>in</strong> rapporto alla difficile def<strong>in</strong>izione <strong>della</strong> stessa forma<br />

nosografica.<br />

La presenza <strong>della</strong> TAC cerebrale nella batteria degli esami e un più<br />

accurato bilanciamento dei fattori di rischio vascolare hanno sicuramente<br />

aiutato nella maggiore accuratezza diagnostica specialistica <strong>della</strong> VaD.<br />

D’altro canto l’elevato Valore Predittivo <strong>della</strong> diagnosi di AD sembra<br />

risultare sovrastimato, sia per la relativamente m<strong>in</strong>ore frequenza di questa<br />

diagnosi da parte del MMG, che dalla maggiore probabilità di una sua<br />

diagnosi casuale <strong>in</strong> rapporto ad una maggiore prevalenza nella<br />

popolazione.<br />

Particolarmente significativi sembrano <strong>in</strong>vece l’elevata sensibilità,<br />

specificità e Valore Predittivo Positivo <strong>della</strong> diagnosi di demenza come<br />

s<strong>in</strong>drome, effettuata dal MMG<br />

<strong>Il</strong> MMG è <strong>in</strong> grado di cogliere con notevole accuratezza la presenza di<br />

demenza, ma è meno accurato, con i mezzi a disposizione nel suo studio,<br />

nel porre una diagnosi nosografica di demenza degenerativa o vascolare<br />

I costi <strong>della</strong> diagnosi posta dal MMG sono naturalmente molto <strong>in</strong>feriori<br />

ad ogni altro approccio specialistico.<br />

In conclusione questo studio dimostra che:<br />

1) i pazienti opportunamente sensibilizzati fanno riferimento <strong>in</strong> prima<br />

istanza al loro MMG anche <strong>in</strong> presenza di problemi specialistici<br />

2) opportunamente preparato e con uno strumento cl<strong>in</strong>ico molto<br />

semplice, il MMG è <strong>in</strong> grado di effettuare un primo screen<strong>in</strong>g<br />

demenza/non demenza a costi molto bassi e con ottima accuratezza<br />

3) <strong>in</strong> vista di terapie sempre più mirate (ma anche prevedibilmente<br />

sempre più costose e con potenziali effetti collaterali) alle s<strong>in</strong>gole identità<br />

nosografiche, è auspicabile che il MMG, effettuato questo screen<strong>in</strong>g,<br />

<strong>in</strong>dirizzi il paziente a strutture specialistiche neurologiche<br />

4) <strong>in</strong> questo contesto, ruolo del MMG è anche quello di sp<strong>in</strong>gere il<br />

paziente e i suoi famigliari a superare diffidenze, fatalismo e scetticismo<br />

relativi all’approfondimento diagnostico che è f<strong>in</strong>alizzato non solo ad una<br />

terapia farmacologica, ma soprattutto a predisporre tutti i complessi<br />

aspetti assistenziali, socio-sanitari e psicologici connessi con il problema<br />

<strong>della</strong> demenza.<br />

Queste conclusioni appaiono perfettamente <strong>in</strong> l<strong>in</strong>ea con le<br />

raccomandazioni delle l<strong>in</strong>ee guida proposte ai General Practitioners<br />

<strong>in</strong>glesi (18). L’adozione di questa metodologia diagnostica consente<br />

anche un significativo risparmio di risorse economiche ed umane, che<br />

potranno essere re<strong>in</strong>vestite nella gestione del paziente demente grave il<br />

più a lungo possibile presso il proprio domicilio grazie anche all’aiuto del<br />

MMG


14. PREVENIRE LA DEMENZA<br />

Non solo nella diagnosi precoce, ma anche nella prevenzione delle<br />

demenze, il ruolo del Medico Generalista può essere grande: e questa e'<br />

una ricaduta sicura <strong>della</strong> formazione-addestramento che il medico <strong>in</strong><br />

oggetto può e deve ricevere.<br />

I fattori di rischio per la demenza Alzheimer e Vascolare vanno dall'età<br />

avanzata a l'ipertensione arteriosa , dalla bassa scolarità', alle malattie<br />

cardiache, al diabete mellito.<br />

E' impensabile senza la medic<strong>in</strong>a delle cure primarie affrontare questi<br />

fattori di rischio: eppure la gravità e l’ imponenza dell’ “epidemia” di<br />

demenze imporrebbero un approccio aggressivo di tutti i rischi<br />

conosciuti; nell’attesa di cure ”miracolose” sarebbe utile fare quello che<br />

già produrrebbe risultati <strong>in</strong> capo a pochi anni! Eppure, seguendo l'onda<br />

dei mas-media si aspettano risultati (naturalmente dai grandi centri<br />

specialistici) futuribili, trascurando (non fa notizia!) il lavoro oscuro<br />

redditizio e prezioso che la medic<strong>in</strong>a di famiglia può già fare....<br />

15. IL TERRITORIO DEL PARCO SUD E LA PATOLOGIA<br />

DEMENTIGENA<br />

I medici di famiglia del territorio del parco sud-Milano con questo studio<br />

hanno dimostrato la loro notevole accuratezza diagnostica nella diagnosi<br />

<strong>della</strong> demenza e,considerato il possente e dispendioso apparato<br />

ospedaliero utilizzato a tutt’oggi per la diagnosi, ciò appare un contributo<br />

ad una migliore allocazione delle istituzioni di risorse oltre che una<br />

futura presa <strong>in</strong> carico <strong>della</strong> medic<strong>in</strong>a generale lombarda di questa<br />

emergente patologia; e resta un segnale per ulteriori ricerche e contributi.<br />

E' del tutto ovvia la necessità' di una formazione del medico generale, che<br />

può nascere dalle organizzazioni scientifiche afferenti alla mediana<br />

generale, ma che deve arrivare ad un approdo istituzionale: valorizzare la<br />

scuola di Formazione In Medic<strong>in</strong>a Generale, creare uno sbocco<br />

universitario per la stessa appare maturo. Anche <strong>in</strong> ciò il ruolo <strong>della</strong><br />

<strong>Regione</strong> non è secondario. E' ovvio come, di fronte ai pressanti aspetti<br />

economici delle scelte sanitarie, lo studio <strong>in</strong>dirizzi verso un <strong>in</strong>tervento<br />

che, se vuole essere efficace-efficiente, deve co<strong>in</strong>volgere il medico di<br />

famiglia nella prevenzione e ancor più nella diagnosi precoce <strong>della</strong><br />

demenza ; <strong>in</strong>centivare ciò anche nell' aspetto remunerativo per il medico<br />

generalista rappresenta un "risparmio produttivo" che, di nuovo, la<br />

<strong>Regione</strong>, non deve eludere.


BIBLIOGRAFIA<br />

1) Barthus RT, Dean RL III, Beer B, Lippa AS. The chol<strong>in</strong>ergic hypothesis of<br />

geriatric memory disfunction. Science 1982 217: 408-417.<br />

2) Blass JP, Gibson GE. The role of oxidative abnormalities <strong>in</strong> the<br />

pathophysiology of Alzheimer’s disease. Rev neurol ( Paris ) 1991, 147: 513-525.<br />

3) Brun A, Englund E. A white matter disorder of dementia of the Alzheimer<br />

type: a patho anatomical study. Ann. Neurol. 1986, 19: 253-262.<br />

4) Ga<strong>in</strong>otti et al. Neuropsychological discrim<strong>in</strong>ation betwen Alzheimer’s<br />

type and vascular form of dementia. Conference on mental decl<strong>in</strong>e of elderly<br />

people 1990, 19.<br />

5) Gauthiers S. Cl<strong>in</strong>ical diagnosis and menagement of Alzheimer’s disease.<br />

1996 4: 55.<br />

6) Hardy J. Amyloid, the pres<strong>in</strong>il<strong>in</strong>s and Alzheimer’s disease. Trends<br />

Neurosci 1997, 20; 159-9.<br />

7 ) Huff FI, Auerbach J, Chakravarti A. Risk of dementia <strong>in</strong> relatives of<br />

patients with Alzheimer’s disease. Neurology 1988, 38: 786-791.<br />

8 ) Pagan<strong>in</strong>i-Hill A, Henderson VW, Estrogen deficiency and risk of<br />

Alzheimer disease <strong>in</strong> women. Am J Epidemiol. 1994, 140: 256-261.<br />

9 ) Parer J, Aubert I, Quivion R et al. Apolipoprote<strong>in</strong> E4 allele as a preditor<br />

of chol<strong>in</strong>ergic deficits and treatment outcome <strong>in</strong> Alzheimer’s disease.<br />

Proc Net Acad Sci US, 1995.<br />

10 ) Perry EK et al. Correlation of chol<strong>in</strong>ergic abnormalities with senile<br />

plaque and mental status test score <strong>in</strong> senile dementia. BMJ, 1978, 2: 14576-<br />

1459.<br />

11 ) Rocca WA, Bonaiuto S, Lippi A et al. Prevalence of cl<strong>in</strong>ically diagnosed<br />

Alzheimer’s disease and other dement<strong>in</strong>g disorders: a door-to-door survey<br />

<strong>in</strong> Appignano, Macerata prov<strong>in</strong>ce. Italy. Neurology. 1990, 40: 626-631.<br />

12 ) The Italian Longitud<strong>in</strong>al Study on Ag<strong>in</strong>g Work<strong>in</strong>g Group. Prevalence of<br />

chronic diseases <strong>in</strong> older Italians: compar<strong>in</strong>g self-reported and cl<strong>in</strong>ical<br />

diagnosis Int J Epidemiol 1997;26:995<br />

13 ) Newens AJ et al. Referral patterns and diagnosis <strong>in</strong> presenile<br />

Alzheimer’s disease: implications for medical practice<br />

62<br />

Br J Gen Pract 1994; 44:405<br />

14 ) Boise L et al. Diagnosis dementia: perspectives of primary care<br />

physicians.<br />

Gerontologist 1999;39:457<br />

15 ) Poul<strong>in</strong> de Courval L et al. The competence of family physician <strong>in</strong> car<strong>in</strong>g<br />

for dementia patients. A survey of general practitioners <strong>in</strong> Quebec.<br />

Can Fam Physician 1996;42:1496<br />

16 ) Riedel-Heller SG et al The role of referrals <strong>in</strong> diagnos<strong>in</strong>g dementia at<br />

the primary care level.<br />

Int Psychogeriatr 1999; 11:251<br />

17 ) Cooper B et al. Dementia diseases and m<strong>in</strong>or cognitive impairments <strong>in</strong><br />

elderly patients <strong>in</strong> general practice.<br />

Nervenarzt 1992;63:551<br />

18 ) Bowers J et al. General practitioner’s detection of depression and


dementia <strong>in</strong> elderly patients.<br />

Med J Aust 1990; 153:192<br />

19 ) Barrett JJ et al Knowledge about Alzheimer’s disease among primary<br />

care physicians, psychologists, nurses amd social workers<br />

Alzheimer Dis Assoc Disord 1997;11:99<br />

20 ) He<strong>in</strong>ik J et al Diagnosis of dementia by different specialties<br />

Isr J Psychiatry Relat Sci 1995;32:55<br />

21 ) Brodaty H et al Screen<strong>in</strong>g for cognitive impairment <strong>in</strong> general<br />

practice:toward a consensus<br />

Alzheimer Dis Assoc Disord 1998;12:1<br />

22 ) <strong>Il</strong>iffe S et al Screen<strong>in</strong>g for cognitive impairment <strong>in</strong> the elderly us<strong>in</strong>g the<br />

MMSE<br />

Br J Gen Pract 1990;40: 277<br />

23 ) Jorm AF Methods of screen<strong>in</strong>g for dementia: a meta-analysis of studies<br />

compar<strong>in</strong>g an <strong>in</strong>formant questionnaire with a brief cognitive test<br />

Alzheimer Dis Assoc Disord 1997;11:158<br />

24 ) Tangalos EG et al. The MMSE <strong>in</strong> general medical practice:<br />

cl<strong>in</strong>ical utility and acceptance<br />

Mayo Cl<strong>in</strong>ic Proc 1996;71:829<br />

63<br />

25 ) W<strong>in</strong>d AW et al Limitations of MMSE <strong>in</strong> diagnos<strong>in</strong>g dementia <strong>in</strong> general<br />

practice<br />

Int Jj Geriatr Psychiatry 1997;12:101<br />

26 ) Van Hout H et al Use of MMSE by GPs to diagnose dementia may be<br />

unnecessary<br />

BMJ 1999;319:190<br />

27 ) Maggi S et al The Italian Longitud<strong>in</strong>al Study of Ag<strong>in</strong>g (ILSA): design<br />

and methods<br />

Ag<strong>in</strong>g Cl<strong>in</strong> Exp Res 1994; 6:463<br />

28 ) Magni E et al MMSE : a normative study <strong>in</strong> Italian elderly population<br />

Eur J Neurol 1996;3:1<br />

29 ) Eccles M et al. North of England Evidence Based Guidel<strong>in</strong>es<br />

Development Project: guidel<strong>in</strong>e for the primary care menagement of<br />

dementia<br />

BMJ 1998;317:802<br />

30 ) Gear<strong>in</strong>g M et al CERAD. Part X: Neuropathology confirmation of the<br />

cl<strong>in</strong>ical diagnosis of Alzheimer’s disease<br />

Neurology 1995;45:461


RIASSUNTO<br />

La demenza colpisce <strong>in</strong> Italia il 7% <strong>della</strong> popolazione di età superiore ai<br />

65 anni e con il progressivo <strong>in</strong>vecchiamento <strong>della</strong> popolazione, i MMG<br />

dovranno sempre più confrontarsi con questa difficile realtà.<br />

I disturbi <strong>della</strong> memoria sono i primi segni di una demenza, ma sono<br />

molto comuni anche <strong>in</strong> una popolazione anziana non demente. Pertanto il<br />

MMG avrà il compito di <strong>in</strong>terpretare e valorizzare tale s<strong>in</strong>tomo,<br />

tranquillizzando eventualmente il paziente sulla “normalità” dello stesso<br />

<strong>in</strong> rapporto all’età.<br />

Attualmente non esistono segni o s<strong>in</strong>tomi od esami di laboratorio o di<br />

bioimag<strong>in</strong>g assolutamente patognomonici <strong>della</strong> malattia di Alzheimer,<br />

che è la più frequente causa di demenza <strong>in</strong> età senile. Questo rende<br />

naturalmente più difficile la diagnosi precoce di questa demenza e spesso<br />

è necessario attendere alcuni mesi di osservazione del decorso cl<strong>in</strong>ico per<br />

poter formulare una diagnosi corretta<br />

Una diagnosi precoce è ritenuta attualmente utile per <strong>in</strong>iziare una terapia<br />

mirata a rallentare il decorso <strong>della</strong> malattia, ma sarà assolutamente<br />

<strong>in</strong>dispensabile quando saranno disponibili terapie più <strong>in</strong>cisive sulla<br />

evoluzione <strong>della</strong> malattia, come per esempio gli <strong>in</strong>ibitori delle secretasi<br />

patologiche <strong>della</strong> prote<strong>in</strong>a pre-amiloide, che potranno far sperare di<br />

arrestare il processo patogenetico ad uno stadio <strong>in</strong>iziale.<br />

Sia nella situazione attuale che <strong>in</strong> questo non remoto scenario, il MMG<br />

riveste un ruolo chiave nel formulare una diagnosi e nel prospettare<br />

direttive diagnostiche, proprio grazie alla sua conoscenza diretta del<br />

malato e del suo ambiente prima ancora dell’<strong>in</strong>izio <strong>della</strong> s<strong>in</strong>tomatologia.<br />

Attualmente il MMG ha un ruolo nella gestione farmacologica e socioassistenziale<br />

del malato nelle fasi <strong>in</strong>termedie ed avanzate <strong>della</strong> malattia ,<br />

mentre molto meno sentito dal MMG stesso è il proprio ruolo nelle fasi<br />

<strong>in</strong>iziali <strong>della</strong> malattia. Questa carenza può essere dovuta alla scarsa<br />

fiducia nella necessità di una diagnosi precisa, ad una certa dose di<br />

fatalismo, ad una carenza di tempo a disposizione e ad una scarsa<br />

attitud<strong>in</strong>e a cogliere i s<strong>in</strong>tomi <strong>in</strong>iziali <strong>della</strong> demenza . E’ anche possibile<br />

che esista una carenza di fiducia del paziente e dei caregivers, che<br />

65<br />

tendono a consultare lo specialista direttamente e tornano al MMG<br />

quando già la diagnosi è stata posta.<br />

Un più <strong>in</strong>cisivo ruolo del MMG nelle prime fasi diagnostiche delle<br />

demenze consentirebbe anche un risparmio economico per la comunità.<br />

Se è ovvio che non risulta praticabile uno screen<strong>in</strong>g cognitivo a tutti i<br />

pazienti anziani è d’altronde necessario che il MMG sia preparato a<br />

<strong>ricerca</strong>re e ad <strong>in</strong>terpretare il deficit di memoria riferito dal paziente o dai<br />

suoi parenti. Esistono diversi brevi e semplici test utilizzabili anche da<br />

non medici, la cui validità come screen<strong>in</strong>g e come supporto ad una<br />

accurata raccolta anamnestica è <strong>in</strong>discussa, soprattutto nelle mani di<br />

MMG, anche se tali test non sono assolutamente diagnostici di per sé .<br />

Con queste premesse, si è <strong>in</strong>teso valutare l’accuratezza di una diagnosi di


demenza posta dal MMG sulla base di semplici dati anamnesticotestistici<br />

rispetto a quella offerta da un usuale iter diagnostico, soprattutto<br />

alla luce del bilanciamento dei costi e dei benefici offerti dai due<br />

approcci.<br />

Per far questo sono stati selezionati e specificamente addestrati MMG e<br />

le loro conclusioni diagnostiche ambulatoriali sono state confrontate con<br />

quelle ottenute mediante gli esami specialistici di rout<strong>in</strong>e durante un day<br />

hospital neurologico<br />

Sono stati selezionati su base volontaria 19 MMG, operanti<br />

nell’h<strong>in</strong>terland a sud di Milano , che sono stati sottoposti a 5 ore di<br />

aggiornamento e tra<strong>in</strong><strong>in</strong>g specifico sui test utilizzati.<br />

Questi MMG dovevano valutare <strong>in</strong> un arco di 6 mesi tutti i pazienti di età<br />

superiore o pari a 65 anni, che lamentassero (o i cui parenti riferissero)<br />

problemi di memoria di recente <strong>in</strong>sorgenza e non ancora valutati <strong>in</strong> sede<br />

cl<strong>in</strong>ica.<br />

Sono stati forniti come strumenti testistici il M<strong>in</strong>i-Mental Test<br />

(MMSE),la scala Geriatric Depression Scale e la scala comportamentale<br />

di McLean adattata.<br />

Sulla base di tali test, di una accurata raccolta anamnestica, di un esame<br />

obiettivo e <strong>della</strong> Ischemic Score di Hach<strong>in</strong>ski veniva chiesto al MMG di<br />

porre una diagnosi di normalità, depressione, demenza, e, (se appropriato)<br />

66<br />

una diagnosi di malattia di Alzheimer o di demenza vascolare . Tale<br />

diagnosi doveva essere confermata da una seconda valutazione un mese<br />

dopo, con gli stessi strumenti.<br />

Se veniva confermata la diagnosi di demenza, il paziente veniva avviato ad<br />

una serie di <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i di rout<strong>in</strong>e per la conferma, preferenzialmente<br />

mediante un day-hospital neurologico, che risultava essere l’approccio più<br />

economico e gradito al paziente. Se non veniva posta una diagnosi di<br />

demenza, il paziente veniva rivalutato tre mesi dopo dal MMG stesso per<br />

una def<strong>in</strong>itiva diagnosi.<br />

Alcuni di questi pazienti giudicati non dementi, tuttavia potevano essere<br />

esam<strong>in</strong>ati più estesamente come quelli giudicati dementi, sia su loro<br />

esplicita richiesta, sia <strong>in</strong> casi selezionati a giudizio del MMG.<br />

Pertanto lo studio porta a due risultati: l’uno relativo alla sensibilità e<br />

specificità <strong>della</strong> diagnosi di demenza, e delle categorie più comuni di<br />

questa, formulata dal MMG rispetto ai migliori parametri specialistici<br />

attualmente disponibili. L’altro risultato scaturisce dall’analisi dei costi<br />

dell’ approccio non specialistico rispetto a quello specialistico e dal relativo<br />

bilanciamento dei costi e dei benefici dei due diversi approcci<br />

In sei mesi sono stati esam<strong>in</strong>ati da 19 MMG, per disturbi di memoria<br />

soggettivi od obiettivabili , 104 soggetti ultrassessantac<strong>in</strong>quenni. Tali<br />

soggetti rappresentano il 2.25 % dei 4625 pazienti totali di età superiore a<br />

65 anni, <strong>in</strong>seriti nelle liste dei 19 MMG.<br />

Una demenza (DSM IV) è stata diagnosticata <strong>in</strong> 56 (54 %) pazienti (25 con<br />

malattia di Alzheimer (AD, secondo i criteri ADRDA-NINCDS) 16 con<br />

demenza vascolare (VaD, secondo i criteri NINCDS-AIREN) e 15 con<br />

demenza non meglio def<strong>in</strong>ibile. In 18 soggetti (17.5%) è stata diagnosticata


una depressione alla base dei disturbi di memoria, mentre <strong>in</strong> 30 (28.8%)<br />

casi il disturbo di memoria non è stato confermato.<br />

28 (50%) pazienti con demenza e 3 (16.7%) pazienti depressi sono stati<br />

ulteriormente <strong>in</strong>dagati mediante una batteria di test, solitamente eseguiti<br />

mediante Day Hospital neurologico, consistente <strong>in</strong> rout<strong>in</strong>e ematologica<br />

(<strong>in</strong>cludente TPHA, folati e vitam<strong>in</strong>a B12, fT4, fT3 e TSH), ECG,<br />

radiografia del torace <strong>in</strong> due proiezioni esame neurologico, una batteria di<br />

test neuropsicologici e TAC dell’encefalo senza mezzo di contrasto.<br />

Tabella 9<br />

Raffronto dei costi e del tempo richiesti fra le varie modalità di diagnosi di demenza<br />

Costo (Lit.) Tempo (gg)<br />

Diagnosi del MMG<br />

Diagnosi specialistica (regime<br />

c.a 50.000 30<br />

SSN DRG per ricovero)<br />

Diagnosi specialistica (regime<br />

4.800.000<br />

Oltre 4 gg<br />

SSN DH)<br />

Diagnosi specialistica (regime<br />

di pagamento privato)<br />

440.000<br />

c.a 1.000.000<br />

Naturalmente i pazienti diagnosticati come “normali” dai MMG e la<br />

maggior parte dei “depressi” non venivano sottoposti a questi test, ma la<br />

diagnosi veniva confermata con una terza visita da parte del MMG,<br />

utilizzando gli stessi strumenti: a questo retest tutte le diagnosi furono<br />

confermate. La <strong>Regione</strong> <strong>Lombardia</strong> paga per tali accertamenti 4,8 milioni, se<br />

effettuati durante un ricovero ospedaliero; 440.000 lire se effettuati durante<br />

un day-hospital. <strong>Il</strong> paziente paga da 700.000 ad oltre un milione lire, se li<br />

effettua privatamente.<br />

<strong>Il</strong> tempo medio impiegato dal MMG per ognuna delle visite diagnostiche (2<br />

o 3 <strong>in</strong> caso di diagnosi di non-demenza) effettuato nel proprio studio è stato<br />

di 20’, pertanto il costo di una s<strong>in</strong>gola diagnosi era di circa 50000 lire,<br />

considerando la quota capitaria riconosciuta ai MMG per ogni paziente e il<br />

necessario tra<strong>in</strong><strong>in</strong>g cui sottoporre i MMG prelim<strong>in</strong>armente<br />

Un primo dato di rilievo risulta dal fatto che molti soggetti<br />

ultrassessantac<strong>in</strong>quenni seguiti dai MMG <strong>in</strong> 6 mesi hanno riferito oggettivi o<br />

soggettivi disturbi <strong>della</strong> memoria.<br />

La maggior parte di questi pazienti sono donne e di scolarità elementare,<br />

come già descritto dai dati epidemiologici<br />

<strong>Il</strong> 2.25% rappresenta un dato molto vic<strong>in</strong>o alla prevalenza (1.6 /anno) delle<br />

demenze nell’ambiente di lavoro del MMG, come valutato recentemente <strong>in</strong><br />

Inghilterra, che il problema è reale <strong>in</strong> questa fascia di età a che basta un<br />

semplice avviso esposto nello studio del MMG per <strong>in</strong>durre i pazienti a far<br />

riferimento <strong>in</strong> prima istanza al loro MMG.<br />

Solo metà dei pazienti con sospetta diagnosi di demenza sono stati sottoposti<br />

a diagnosi formale mediante accertamenti più specialistici.<br />

1<br />

c.a. 7


Questo fatto sembra dipendere da diversi fattori:<br />

1) una scarsa “mobilità” del paziente anziano che spesso deve essere<br />

accompagnato nei centri specialistici da famigliari che lavorano;<br />

2) una relativa scarsa compromissione funzionale dei pazienti <strong>in</strong><br />

questa fase precoce di malattia, che non allarmava<br />

particolarmente i famigliari, non ancora “caregiver” <strong>in</strong> senso stretto;<br />

3) <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, un certo fatalismo mostrato sia dal paziente che dai<br />

famigliari nei confronti di un problema ritenuto connaturato<br />

all’avanzamento degli anni.<br />

69<br />

Nel confronto dei gruppi dei soggetti sospetti per demenza che hanno<br />

approfondito gli esami e di quelli che hanno rifiutato ulteriori <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i, non<br />

si sono osservate differenze significative rispetto alla scolarità, all’età e alla<br />

percentuale donne/uom<strong>in</strong>i<br />

In un quarto circa dei casi di sospetta demenza il MMG ha preferito non<br />

porre una diagnosi nosografica precisa.<br />

<strong>Il</strong> fatto di non aver potuto studiare tutti i pazienti sospetti per demenza e,<br />

soprattutto, di non aver potuto (per ovvii motivi economici ed etici)<br />

studiare con gli stessi metodi i soggetti non ritenuti dementi, può<br />

certamente limitare la precisione delle conclusioni.<br />

Tuttavia è da ricordare che la diagnosi di “non demenza” veniva<br />

confermata nel tempo dal MMG stesso<br />

Per quanto sia noto che la diagnosi specialistica anche nei centri con<br />

maggiore esperienza non supera il 85-90% di accuratezza rispetto al<br />

riscontro autoptico , abbiamo considerato la diagnosi specialistica come<br />

“gold standard”.<br />

Rispetto ad essa, l’accuratezza dei MMG ha raggiunto il massimo livello di<br />

specificità (100%) ed ottima sensibilità (82%) nella diagnosi di demenza<br />

Livelli molto m<strong>in</strong>ori di sensibilità (attorno al 60%) e più accettabili di<br />

specificità (63-85%) si sono rilevati nella diagnosi di AD e di VaD.<br />

L’analisi statistica con il Test di Fisher mostra una significativa<br />

concordanza fra diagnosi del MMG e dello specialista per la demenza<br />

(p


sensibilità, specificità e Valore Predittivo Positivo <strong>della</strong> diagnosi di<br />

demenza come s<strong>in</strong>drome, effettuata dal MMG<br />

<strong>Il</strong> MMG è <strong>in</strong> grado di cogliere con notevole accuratezza la presenza di<br />

demenza, ma è meno accurato, con i mezzi a disposizione nel suo studio,<br />

nel porre una diagnosi nosografica di demenza degenerativa o vascolare<br />

I costi <strong>della</strong> diagnosi posta dal MMG sono naturalmente molto <strong>in</strong>feriori ad<br />

ogni altro approccio specialistico.<br />

In conclusione questo studio dimostra che:<br />

4) i pazienti opportunamente sensibilizzati fanno riferimento <strong>in</strong> prima<br />

istanza al loro MMG anche <strong>in</strong> presenza di problemi specialistici<br />

5) opportunamente preparato e con uno strumento cl<strong>in</strong>ico molto<br />

semplice, il MMG è <strong>in</strong> grado di effettuare un primo screen<strong>in</strong>g<br />

demenza/non demenza a costi molto bassi e co ottima accuratezza<br />

6) <strong>in</strong> vista di terapie sempre più mirate (ma anche prevedibilmente<br />

sempre più costose e con potenziali effetti collaterali) alle s<strong>in</strong>gole<br />

identità nosografiche, è auspicabile che il MMG, effettuato questo<br />

screen<strong>in</strong>g, <strong>in</strong>dirizzi il paziente a strutture specialistiche<br />

neurologiche<br />

7) <strong>in</strong> questo contesto, ruolo del MMG è anche quello di sp<strong>in</strong>gere il<br />

paziente e i suoi famigliari a superare diffidenze, fatalismo e<br />

scetticismo relativi all’approfondimento diagnostico che è<br />

f<strong>in</strong>alizzato non solo ad una terapia farmacologica, ma soprattutto<br />

a predisporre tutti i complessi aspetti assistenziali, socio-sanitari e<br />

psicologici connessi con il problema <strong>della</strong> demenza.<br />

L’adozione di questa metodologia diagnostica consente anche un<br />

significativo risparmio di risorse economiche ed umane, che potranno<br />

essere re<strong>in</strong>vestite nella gestione del paziente demente grave il più a lungo<br />

possibile presso il proprio domicilio grazie anche all’aiuto del MMG.


PAZIENTE : nome/cognome<br />

1ª DATA<br />

ALLEGATI<br />

STUDIO IRER<br />

SUI DISTURBI DELLA MEMORIA TRA I PAZIENTI<br />

DEL MEDICO DI FAMIGLIA<br />

ACCURATEZZA DIAGNOSTICA DEI MEDICI<br />

DI MEDICINA GENERALE (MMG)<br />

2ª DATA DOTT.: nome/cognome


STUDIO IRER<br />

ACCURATEZZA DIAGNOSTICA DEI MEDICI<br />

DI MEDICINA GENERALE (MMC) NELLE DEMENZE<br />

I CRITERI DIAGNOSTICI DELLA DEMENZA<br />

SECONDO LA IV VERSIONE DEL MANUALE DIAGNOSTICO<br />

E STATISTICO DELLE MALATTIE MENTALI<br />

DELL'AMERICAN PSYCHIATRIC ASSOCIATION (DSM-IV) (APA,1994)<br />

A) Presenza di deficit cognitivi multipli caratterizzati da:<br />

1) compromissione mnesica (deficit delle abilità ad apprendere nuove<br />

<strong>in</strong>formazioni a richiamare <strong>in</strong>formazioni precedentemente apprese)<br />

2) uno (o più) dei seguenti deficit cognitivi:<br />

a) afasia (disturbi del l<strong>in</strong>guaggio)<br />

b) aprassia (<strong>in</strong>capacità a eseguire attività motorie nonostante l'<strong>in</strong>tegrità<br />

<strong>della</strong> comprensione e <strong>della</strong> motricità)<br />

c) agnosia (<strong>in</strong>capacità a riconoscere o identificare oggetti <strong>in</strong> assenza di<br />

deficit sensoriali)<br />

d) deficit del pensiero astratto e delle capacità di critica (pianificare,<br />

organizzare, fare ragionamenti astratti)<br />

B) I deficit cognitivi dei criteri Al e A2 <strong>in</strong>terferiscono significativamente nel lavoro, nelle<br />

attività sociali o nelle relazioni con gli altri, con un peggioramento significativo rispetto al<br />

precedente livello funzionale<br />

C) I deficit non si manifestano esclusivamente durante un delirium


SINTOMI CLINICI INDICATIVI DI DEMENZA<br />

SECONDO MC LEAN<br />

ADATTATI ALLA MEDICINA GENERALE<br />

1) Problemi psicologici di recente <strong>in</strong>sorgenza <strong>in</strong> soggetto anziano:<br />

• labilità emotiva<br />

• irritabilità<br />

• tendenza all'isolamento sociale<br />

• sospettosità / petulanza<br />

2) S<strong>in</strong>tomi maldef<strong>in</strong>iti e conufusi:<br />

malessere non dimostrabile "organicamente"<br />

reazioni spropositate a malattie banali<br />

3) Comportamento non tipico <strong>in</strong> quel paziente:<br />

mutamento di <strong>in</strong>teressi<br />

• avarizia/<strong>in</strong>temperanza<br />

• modifica di abitud<strong>in</strong>i (non frequenta il solito bar)<br />

4) Ricomparsa ed enfatizzazione di alterazioni fisiche<br />

5) Intolleranza tra coniugi, f<strong>in</strong>o alla separazione<br />

6) Modificazione dell'eloquio: es. volgarità a sfondo sessuale<br />

7) Modifiche alimentazione e del "modo" di mangiare


MMSE<br />

ORIENTAMENTO<br />

In che (anno) (stagione) (data) (giorno <strong>della</strong> settimana) (mese) siamo? Max 5 pt<br />

Dove ci troviamo?: (stato) (regione) (città o paese) (ospedale,<br />

ambulatorio, ecc.) (piano) Max 5 pt<br />

MEMORIZZAZIONE<br />

Pronunciare il nome di tre oggetti comuni (per es. "mela", "tavolo",<br />

"moneta") :<br />

Dedicare 1 secondo a ogni parola, qu<strong>in</strong>di chiedere al paziente di<br />

ripeterle tutte e tre.<br />

Assegnare 1 punto per ogni risposta giusta.<br />

Qu<strong>in</strong>di ripeterle ancora f<strong>in</strong>o a quando il soggetto le ha imparate tutte e<br />

tre.<br />

Conteggiare i tentativi necessari e annotarli.<br />

Tentativi: ...............................................................................Max 3 pt..................<br />

ATTENZIONE E CALCOLO<br />

Far sillabare la parola "carne" a rovescio. <strong>Il</strong> punteggio è costituito dal<br />

numero di lettere specificate nell'ord<strong>in</strong>e giusto (ENRAC). Max 5 pt<br />

RICORDO<br />

Chiedere i tre oggetti precedentemente memorizzati. Assegnare 1 punto<br />

per ogni risposta giusta.<br />

[Nota: Non si può testare il ricordo se durante la memorizzazione il<br />

paziente non è riuscito a imparare il nome di tutti e tre gli oggetti]. Max 3 pt<br />

LINGUAGGIO<br />

Chiedere al paziente di riconoscere, denom<strong>in</strong>andoli, una "matita" e un<br />

"orologio". Max 2 pt<br />

Far ripetere quanto segue: "Sopra la panca la capra campa". Max. 1 pt<br />

Far eseguire le seguenti istruzioni: "Prenda un foglio di carta con la<br />

mano destra, lo ripieghi a metà e lo appoggi sul pavimento."<br />

Far leggere ed eseguire quanto segue:<br />

"Chiuda gli occhi".<br />

Chiedere di scrivere una frase.<br />

Copiare un disegno semplice Max. 3 pt.<br />

Punteggio Totale ........................................................................


COEFFICIENTI DI AGGIUSTAMENTO DEL MMSE PER CLASSI DI ETÀ<br />

E EDUCAZIONE NELLA POPOLAZIONE ITALIANA (Magni et al, 1996)<br />

Intervallo di età 65- 69 70- 74 75- 79 80- 84 85- 89<br />

Livello di educazione<br />

0-4 anni + 0,4 + 0,7 + 1,0 + 1,5 + 2,2<br />

5-7 anni -1,1 - 0,7 - 0,3 + 0,4 + 1,4<br />

8-12 anni - 2,0 - 1,6 - 1,0 - 0,3 + 0,8<br />

13-17 anni - 2,8 - 2,3 - 1,7 - 0,9 + 0,3<br />

<strong>Il</strong> coefficiente va aggiunto (o sottratto) al punteggio grezzo del MMSE per ottenere il<br />

punteggio aggiustato.<br />

SCALA ISCHEMICA DI HACHINSKI (Hacluiuski et al., 1975)<br />

1. ESORDIO IMPROVVISO ----- 2<br />

2. DETERIORAMENTO A GRADINI ----- 1<br />

3. SINTOMI SOMATICI ----- 1<br />

4. LABILITÀ EMOTIVA ----- 1<br />

5. IPERTENSIONE ----- 1<br />

6. STORIADI ICTUS ----- 2<br />

7. SINTOMI FOCALI ----- 2<br />

8. SEGNI FOCALI ----- 2<br />

PUNTEGGIO TOTALE /12 -----<br />

CUT-OFF >4


GERIATRIC DEPRESSION SCALE<br />

SCALA GERIATRICA DI DEPRESSIONE<br />

(da Br<strong>in</strong>k e Yesavage, 1992)<br />

Adesso le farò alcune domande sul suo umore. Deve rispondere<br />

semplicemente sì, no o non so.<br />

Se necessario, ripetere durante la lettura delle domande la frase.<br />

Deve riaspondere semplicemente si, no o non so.<br />

l. È fondamentalmente soddisfatto/a <strong>della</strong> sua vita? Si No Non so<br />

2. Ha abbandonato molte delle sue attività e/o <strong>in</strong>teressi? SI NO Non so<br />

3. Pensa che la sua vita sia vuota? Si NO Non so<br />

4. E spesso annoiato/a? Si No Non so<br />

5. È ottimista verso il futuro? Si No Non so<br />

6. È ossessionato da pensieri da cui non riesce a liberarsi? Si No Non so<br />

7. È <strong>in</strong> genere di buon umore? Si No Non so<br />

8. Ha paura che le stia per capitare qualcosa di brutto Si No Non so<br />

9. È felice di solito? Si No Non so<br />

l0. Le capita spesso di sentirsi debole e <strong>in</strong>difeso/a? Si No Non so<br />

11. Si sente spesso irrequieto/a ed <strong>in</strong>capace di stare fermo/a? Si No Non so<br />

12. Preferisce stare a casa piuttosto che uscire e fare cose nuove? Si No Non so<br />

13. Si preoccupa spesso del futuro? Si No Non so<br />

14. Crede di avere più problemi degli altri con la sua memoria? Si No Non so<br />

15. Pensa che sia bello essere vivi <strong>in</strong> questo momento? Si No Non so<br />

16. Si sente spesso mal<strong>in</strong>conico/a e molto triste Si No Non so<br />

17. Le sembra di essere abbastanza <strong>in</strong>utile nella sua condizione Si No Non so<br />

attuale?<br />

18. Si preoccupa spesso per quello che è avvenuto nel passato? Si No Non so<br />

19. Trova che la vita sia molto <strong>in</strong>teressante? Si No Non so<br />

20. Fa fatica ad <strong>in</strong>iziare nuovi progetti? Si No Non so<br />

21. Si sente pieno di energia? Si No Non so<br />

22. Lei pensa di essere <strong>in</strong> una situazione senza speranza Si No Non so<br />

23. Pensa che la maggior parte <strong>della</strong> gente stia meglio di lei? Si No Non so<br />

24. Le capita spesso di <strong>in</strong>nervosirsi per delle sciocchezze? Si No Non so<br />

25. Ha spesso voglia di piangere? Si No Non so<br />

26. Fa fatica a concentrarsi? Si No Non so<br />

27. Le fa piacere svegliarsi alla matt<strong>in</strong>a? Si No Non so<br />

28. Preferisce evitare di <strong>in</strong>contrare gente? Si No Non so<br />

29. Le riesce facile prendere decisioni? Si No Non so<br />

30. Le pare di avere ancora la mente lucida come una volta? Si No Non so<br />

Punteggio totale (contare solo il numero di risposte sottol<strong>in</strong>eate)<br />

(Punti : Si =1 ; No = 2 ; Non so = 9)


SCHEDA PAZIENTE:<br />

COGNOME.............................................................NOME..........................................................<br />

DATA DI NASCITA ......................................ANNI DI SCUOLA......................................<br />

LAVORO PRECEDENTE ..........................................................................................<br />

INDIRIZZO........<br />

STATOCIVILE...................................................CON CHI IVE....................................................<br />

TELEFONO..........................................TELEFONO PARENTE..................................................<br />

DATA 2ª VISITA .........................................................................<br />

MMSE (punteggio corretto)........................................................ (patologico se < 24)<br />

SCALA DEPRESSIONE............................................................. (patologico se 4)<br />

PATOLOGIE ASSOCIATE.......................................................................................................<br />

..<br />

FARMACI IN CORSO ............................................................................................................<br />

IL PAZIENTE E' DEPRESSO? SI NO<br />

Se SI, che farmaco viene prescritto?<br />

............................................................................................<br />

SECONDO IL DSM-IV E IL MMSE IL PAZIENTE È DEMENTE? SI NO<br />

Se SI, secondo Hach<strong>in</strong>ski è ALZHEIMER VASCOLARE altro ..............................................<br />

DISTURBI COMPORTAMENTALI SI NO<br />

NOME E FIRMA DEL MEDICO


LOCANDINA ESPOSTA NEGLI STUDI MEDICI<br />

CENACOLO DI IPPOCRATE<br />

ASSOCIAZIONE PER L’INFORMAZIONE,<br />

LA RICERCA E L’AGGIORNAMENTO IN<br />

MEDICINA GENERALE<br />

Caro assistito,<br />

la <strong>in</strong>formo che il Suo medico <strong>in</strong> collaborazione con l’Associazione<br />

“<strong>Il</strong> Medico Pratico -Sud Milano” e per conto dell’IReR - Istituto regionale <strong>della</strong> <strong>Lombardia</strong>,<br />

aderisce allo studio atto a valutare<br />

i Disturbi <strong>della</strong> Memoria sul Territorio<br />

Tale studio ha per obiettivo il reclutamento di pazienti che abbiano:<br />

- età superiore a 60 anni;<br />

- disturbi <strong>della</strong> memoria recente o remota;<br />

- disturbi cognitivi;<br />

- confusione mentale.<br />

Se ritiene di avere alcuni di questi s<strong>in</strong>tomi, o un’età superiore a 60 anni e <strong>in</strong>tende essere<br />

oggetto di tale studio, ne parli col Suo Medico per avere ulteriori delucidazione e prendere<br />

appuntamento per una prima visita.<br />

Cordiali saluti<br />

<strong>Il</strong> Medico Pratico - Sud Milano<br />

Via Donizetti, 12/A - 20090 Pieve Emanuele - Tel./Fax 02.90720672 –<br />

E-mail:medprat@t<strong>in</strong>.it -

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!