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Donna Impresa Magazine SPECIALE DONNE: E' intelligente, ma non si applica Valeriana Mariani

E’ giunto il momento affinché, fra le tante innovazioni, fra le tante affermazioni, fra le tante battaglie, si ricrei una moderna amalgama della comunicazione, del fare e dell’agire. Occorre che i valori dei generi si integrino, senza scimmiottarsi. Occorre educare le nuove generazioni ... continua sul PDF e/o su http://www.donnaimpresa.com . All' interno: Valeriana Mariani, Marzia Roncacci, Cecilia Villani, Bianca Maria Lucibelli, Lorena Magliocco, Simonetta Lein, Adriana Agostini , Diana Alexandroae, Rosa Maria Mondragon. http://www.donnaimpresa.com

E’ giunto il momento affinché, fra le tante innovazioni, fra le tante affermazioni, fra le tante battaglie, si ricrei una moderna amalgama della comunicazione, del fare e dell’agire. Occorre che i valori dei generi si integrino, senza scimmiottarsi. Occorre educare le nuove generazioni ... continua sul PDF e/o su http://www.donnaimpresa.com . All' interno: Valeriana Mariani, Marzia Roncacci, Cecilia Villani, Bianca Maria Lucibelli, Lorena Magliocco, Simonetta Lein, Adriana Agostini , Diana Alexandroae, Rosa Maria Mondragon. http://www.donnaimpresa.com

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AMMINISTRATORE<br />

World Service s.a.s.<br />

la comunicazione pensata<br />

EDITORE<br />

<strong>Donna</strong> <strong>Impresa</strong> <strong>Magazine</strong><br />

PRESIDENTE NAZIONALE<br />

<strong>Donna</strong> <strong>Impresa</strong><br />

PRESIDENTE<br />

Aziende Associate<br />

PRESIDENTE<br />

Di.<strong>Donna</strong> International<br />

International Association<br />

Women Entrepreneurs<br />

and Bu<strong>si</strong>ness Leaders<br />

Employment, Social Affaire<br />

& Equal Opportunities<br />

<strong>Valeriana</strong> <strong>Mariani</strong><br />

indossa un abito<br />

della Fashion de<strong>si</strong>gner<br />

Roberta Razzano<br />

Hair Style<br />

Gianni Nicolai<br />

DONNA IMPRESA MAGAZINE - MILANO - ROMA - TORINO - FIRENZE - SIENA<br />

BOLOGNA - VERONA - UDINE - NAPOLI - GENOVA - CATANIA - VERONA<br />

VENEZIA - PESCARA - AOSTA - MATERA - REGGIO CALABRIA - PALERMO - BARI<br />

PERUGIA - ANCONA - SALERNO - VARESE - PORTO SAN GIORGIO - ITALY<br />

<strong>E'</strong> <strong>intelligente</strong><br />

<strong>ma</strong> <strong>non</strong> <strong>si</strong> <strong>applica</strong><br />

Se <strong>si</strong> spiegano le cose in <strong>ma</strong>niera tale che nessuno possa<br />

<strong>non</strong> capire, qualcuno <strong>non</strong> capirà.<br />

rubrica a cura di <strong>Valeriana</strong> <strong>Mariani</strong><br />

E’ giunto il momento affinché, fra le tante innovazioni, fra le<br />

tante affer<strong>ma</strong>zioni, fra le tante battaglie, <strong>si</strong> ricrei una moderna<br />

a<strong>ma</strong>lga<strong>ma</strong> della comunicazione, del fare e dell’agire. Occorre<br />

che i valori dei generi <strong>si</strong> integrino, senza scimmiottar<strong>si</strong>.<br />

Occorre educare le nuove generazioni ad un nuovo modello<br />

gerarchico che veda alla pari ogni essere u<strong>ma</strong>no, eliminando la<br />

diver<strong>si</strong>tà in quanto discriminazione, <strong>ma</strong> facendola diventare accrescimento. Solo così <strong>si</strong><br />

potrà avere una svolta e <strong>si</strong> tornerà a crescere in un mondo civile: la società del futuro <strong>si</strong><br />

fonda sull’e<strong>si</strong>stenza e compatibilità, oltre che neces<strong>si</strong>tà, di con<strong>si</strong>derare l’integrar<strong>si</strong> di due<br />

mondi diver<strong>si</strong> elemento imprescindibile di progresso. Bisogna vedere la “differenza come<br />

ricchezza” e che questa differenza, quella di genere, che <strong>si</strong> moltiplica <strong>non</strong> con la<br />

sostituzione dei generi <strong>ma</strong> insegnando che l’affiancamento del modo di pensare e di<br />

agire al femminile, <strong>non</strong> solo è compatibile ed integrante all’attuale cultura aziendale<br />

<strong>ma</strong>schile, <strong>ma</strong> crea quell’innovazione che può determinare il salto di qualità e la<br />

competitività sui mercati. La presenza femminile nei settori produttivi ha costituito e<br />

costituisce una straordinaria fonte di vitalità e innovazione per il <strong>si</strong>ste<strong>ma</strong> Italia che ha<br />

dimostrato di essere capace di rinnovar<strong>si</strong> e di competere sui mercati internazionali in via<br />

del tutto spontanea <strong>non</strong>ostante l’inadeguatezza e l’assoluta <strong>ma</strong>ncanza di strumenti<br />

nor<strong>ma</strong>tivi idonei ad assecondarne il rinnovamento. Le caratteristiche peculiari dei<br />

<strong>ma</strong>nager del nuovo millennio saranno dunque da ricercar<strong>si</strong> nella capacità di affrontare la<br />

comples<strong>si</strong>tà e il nuovo, l’etica nel lavoro, la capacità di condividere le responsabilità<br />

valorizzando i propri collaboratori, la capacità di apprendere e semplificare, di trovare<br />

soluzioni e condividerle con gli altri (...)<br />

<strong>Valeriana</strong> <strong>Mariani</strong><br />

www.donnaimpresa.com 25


La cura dei particolari, la concretezza, l’ordine e la diligenza: fattori indispensabili per il<br />

raggiungimento degli obiettivi. Personalmente trovo inconcepibile che ancora oggi <strong>si</strong> parli di<br />

“leadership al femminile”, che di solito <strong>si</strong> intende il modo in cui le donne agiscono la leadership o, in<br />

altri termini, lo stile di leadership che caratterizza il genere femminile e <strong>non</strong> di “leadership<br />

femminile”. Il presupposto è che la leadership di declini diversamente a seconda del genere, cioè<br />

che le donne abbiano un modo diverso di essere leader dagli uomini. Questo è un argomento su<br />

cui e<strong>si</strong>stono varie opinioni: c’è chi come me ritiene ancora che la personalità, storia individuale e il<br />

background (sociale, culturale, ecc.) pe<strong>si</strong>no più del genere nel determinare lo stile di leadership e<br />

c’è chi, diversamente, pensa invece che il genere dia una connotazione molto forte al<br />

comportamento del leader. Non è una questione così banale. Im<strong>ma</strong>ginate di voler aumentare la<br />

diver<strong>si</strong>tà all’interno di un con<strong>si</strong>glio di amministrazione i cui membri <strong>si</strong>ano solo uomini, provengano<br />

dall’establishment, <strong>si</strong>ano laureati in economia o in legge nelle migliori univer<strong>si</strong>tà. Potete scegliere<br />

tra una donna che ha fatto gli stes<strong>si</strong> studi e proviene dallo stesso background (bocconiana, <strong>ma</strong>ster<br />

alla Columbia Univer<strong>si</strong>ty, po<strong>si</strong>zioni di rilievo nel mondo finanziario) profes<strong>si</strong>onale degli altri membri<br />

o uomo che di background e for<strong>ma</strong>zione diversa. Chi scegliereste? Chi potrebbe meglio salvare<br />

questo ipotetico CdA dalle in<strong>si</strong>die del groupthink (cioè dalla tendenza a confor<strong>ma</strong>r<strong>si</strong> a un punto di<br />

vista dominante)? I tempi sono <strong>ma</strong>turi perché <strong>si</strong> scelga chi sa por<strong>si</strong> in modo deciso, chi sa<br />

chiedere quando ritiene di meritare di più. A prescindere.<br />

Donne ed ostacoli:<br />

eseiltallone<br />

d’Achille fosse solo<br />

nella nostra testa?<br />

Se ci sono davvero degli ostacoli da superare, quelli ri<strong>si</strong>edono nella paura di rischiare che di solito<br />

le donne hanno più degli uomini (<strong>non</strong> <strong>si</strong> costruisce il potere senza rischiare qualcosa e uscire dalla<br />

propria comfort-zone) e nella scarsa capacità di un networking profes<strong>si</strong>onale in modo intenzionale<br />

e strategico. Spesso le donne tessono relazioni nel privato e <strong>non</strong> lo fanno invece in campo<br />

profes<strong>si</strong>onale. Le relazioni sono un modo di costruire potere, alleanze e tutto ciò che supporta il<br />

raggiungimento degli obiettivi. Senza un buon network, è noto, <strong>si</strong> è tagliati fuori dalle deci<strong>si</strong>oni e<br />

dalle infor<strong>ma</strong>zioni che contano. Ma anche: essere parte di un network profes<strong>si</strong>onale crea un<br />

legame p<strong>si</strong>cologico forte col lavoro. le donne devono diventare re<strong>si</strong>lienti anche nel contesto<br />

lavorativo. Il perseguimento del potere comporta anche sconfitte brucianti che arrivano dopo<br />

grandi sforzi. Alla lunga, vince chi <strong>non</strong> <strong>si</strong> fa scoraggiare e ricomincia, cioè chi pensa al pros<strong>si</strong>mo<br />

gol e <strong>non</strong> a quello che ha appena subito. Ultimo impedimento, forse il più interessante, è quello<br />

relativo al “fare squadra”; pensare di cambiare le dinamiche del potere senza una squadra<br />

compatta è un’idea che <strong>non</strong> tiene conto, appunto, delle dinamiche di potere. Se oggettivamente vi<br />

sono delle difficoltà, queste ri<strong>si</strong>edono innanzi tutto nel <strong>non</strong> riuscire, noi tutti, uomini e donne, ad<br />

inventarci nuove pos<strong>si</strong>bilità, percorrere strade a volte secondarie, più difficili e rischiose, <strong>ma</strong> di<br />

grande libertà e autonomia. E sebbene pure oggigiorno il “fare impresa” in Italia di fatto equivale a<br />

un’attività di equilibrismo in cui <strong>si</strong> è obbligati a barcamenar<strong>si</strong> fra mille adempimenti burocratici e<br />

problemi nel disperato tentativo di ritagliar<strong>si</strong> del tempo per il lavoro vero e proprio, oltremodo<br />

vessati da vincoli e tasse e con una <strong>si</strong>tuazione esterna che <strong>non</strong> favorisce fles<strong>si</strong>bilità, creatività e<br />

innovazione, vero anche che il piangerci addosso <strong>non</strong> è da ritener<strong>si</strong> uno degli atteggiamenti<br />

mentali fondamentali per un bu<strong>si</strong>ness fiorente e di successo. Se fare impresa oggi è davvero<br />

“un'impresa”: noi ripen<strong>si</strong>amo il modo di farla. Credo fer<strong>ma</strong>mente che <strong>si</strong>a fondamentale riscoprire il<br />

valore del fare economia, oggi ridotto a mera monetizzazione. Dobbiamo con<strong>si</strong>derare che le<br />

risorse del pianeta <strong>non</strong> sono infinite e che il bene comune è parte integrante del <strong>si</strong>ste<strong>ma</strong><br />

economico. Quelle che sono infinite, sono le nostre pos<strong>si</strong>bilità circa la capacità di ciascuno di noi di<br />

ripensare ad un nuovo stile di vita che ci allontani dalla seduzione del doverci innalzare al di sopra<br />

di tutti e tutto, al di sopra ed al di fuori dall’essenza di noi. Sta a noi svezzarci e renderci<br />

indipendenti, di sentirci liberi dai nostri autosabotaggi, dalle convinzioni che ci limitano.<br />

Soffitti a cielo<br />

aperto:<br />

qui-e-ora.<br />

L’uguaglianza nella<br />

differenza: ca<strong>si</strong><br />

virtuo<strong>si</strong>.<br />

Le mie donne<br />

Nella foto: <strong>Valeriana</strong> <strong>Mariani</strong> indossa una creazione di Giuseppe Perri. Hair Stilyst e<br />

Regia Giuseppe Fata, MakeUp Dario Caminiti. Sullo sfondo, una tre gigantesche opere<br />

scultoree dell'artista Paola Epifani, in arte Rabara<strong>ma</strong>, collocate presso il Lungo<strong>ma</strong>re<br />

Falco<strong>ma</strong>tà di Reggio Calabria: Trans-lettera (bronzo dipinto bianco/nero, 2000).<br />

www.donnaimpresa.com 27


Le mie donne<br />

IRENE<br />

La mia interlocutrice è Irene Pivetti. Una donna forte, schietta e determinata, quanto basta.<br />

Quanto basta per render<strong>si</strong> immediatamente conto che con lei le chance devi guadagnartele,<br />

a prescindere dal genere, a prescindere dallo status, a prescindere. E’ quel tipo di donna<br />

capace di essere un'amica <strong>si</strong>ncera, <strong>ma</strong> all'occorrenza, anche una formidabile avversaria. Ha il<br />

carattere della leader, è combattiva, <strong>ma</strong> sa chinare la testa quando lo ritiene opportuno, e <strong>ma</strong>i<br />

per remis<strong>si</strong>vità. Istintiva, <strong>ma</strong> <strong>non</strong> impul<strong>si</strong>va, se viene provocata ha una lingua molto tagliente<br />

che può scegliere anche di <strong>non</strong> tenere a freno, poco le importa esser giudicata spregiudicata.<br />

Se la cava con un sorriso dolcis<strong>si</strong>mo, dopo. Di quelli che ti portano a perdonarle anche il più<br />

audace dei commenti. Il più grande pregio di Irene <strong>ma</strong> anche il suo più grande difetto penso<br />

<strong>si</strong>a quello di cercare il lato migliore in ogni persona, e ciò sembrerebbe essere in palese<br />

contrasto con quanto espresso su di lei fino a questo momento, eppure <strong>non</strong> lo è. Riesce, con<br />

la sua imprevedibile dolcezza, a tirare fuori da ognuno, le cose più belle e a trovare il lato<br />

po<strong>si</strong>tivo in ogni <strong>si</strong>tuazione, fino a quando ovviamente <strong>non</strong> le <strong>si</strong> dia un valido motivo per<br />

abbassare la soglia della fiducia e della meraviglia e guardare la realtà delle cose, e delle<br />

persone, sulla base di criteri <strong>non</strong> <strong>ma</strong>nifesti, <strong>ma</strong> tangibili. <strong>E'</strong> una scelta morale. Irene Pivetti<br />

<strong>non</strong> è una donna che ha bisogno di presentazioni vista anche la notorietà per i trascor<strong>si</strong><br />

politici e l’impegno a favore della internazionalizzazione del <strong>ma</strong>de in Italy attraverso il<br />

progetto “Only Italia” di cui è Pre<strong>si</strong>dente e che ha catturato la leadership nel progetto di<br />

trasfor<strong>ma</strong>zione globale, tuttavia ho voluto introdurre quanto ci appresteremo a leggere<br />

essenzialmente per due motivi: il primo, per vanità. Il fatto che abbia deciso di dare continuità<br />

ai nostri incontri mi fa sentire privilegiata. Non penso che <strong>si</strong>a così scontato piacerle. Il<br />

secondo è che, pur <strong>ma</strong>ntenendo un senso di ospitalità ammirevole ed un essere<br />

gradevolmente infor<strong>ma</strong>le nell’atteggiamento e nella dialettica, anche più volte sconfinata in<br />

rapidi excursus che poco avevano a che fare con il leit-motiv dell’intervista <strong>ma</strong> che <strong>si</strong> sono<br />

re<strong>si</strong> indispensabili al fine della corrispondenza empatica, <strong>non</strong> <strong>si</strong> è sottratta dal dirmi che<br />

dovevo sacrificare il mio barocchesco pourparler arzigogolato e ridondante ad un<br />

interloquire contemporaneo senza troppi fronzoli e imbellettamenti e dal farmi percepire, con<br />

lo sguardo qualcosa del tipo “… dai, che tanto ci <strong>si</strong>amo capite”. Il suo “... stringi stringi”<br />

proferito con un sorriso appena accennato mi è parso come qualcosa di particolarmente<br />

intimo, in quel momento avevamo compreso entrambe qualcosa di importante: lei poteva<br />

sentir<strong>si</strong> libera di esprimere la sua neces<strong>si</strong>tà a congedarmi anche frettolosamente vista<br />

l’agenda che le imponeva ritmi fatico<strong>si</strong>s<strong>si</strong>mi sulla consapevolezza che io <strong>non</strong> mi sarei offesa.<br />

Ci sono livelli di compren<strong>si</strong>one, più alta, dove le persone <strong>si</strong> incontrano. Oppure no. Che dire<br />

ancora: credo che nella vita avere una pas<strong>si</strong>one, un obiettivo per cui lottare, forza di volontà,<br />

crederci ed essere determinati, metter<strong>si</strong> in gioco, <strong>si</strong>ano gli ingredienti di una formula <strong>ma</strong>gica<br />

per ottenere risultati stra-ordinari <strong>ma</strong> che a prescindere dall’obiettivo (che <strong>si</strong>a nello sport, nel<br />

lavoro piuttosto che nella vita di tutti i giorni), l’unica cosa che davvero ci renda tali <strong>si</strong>a il<br />

chiederci cosa merita i nostri sacrifici e come pos<strong>si</strong>amo rendere speciale la nostra vita e<br />

quella degli altri. Il resto è tempo perso. Scuse, alibi, chiacchiere, alienazione. Centrarci<br />

dunque, riportando dentro di noi le scelte e la responsabilità dei risultati è l’unico modo di<br />

trovare tutto ciò di cui abbiamo bisogno; i grandi uomini della storia d’altronde <strong>non</strong> avevano<br />

risorse economiche, avevano <strong>si</strong>tuazioni culturali spesso avverse, avevano tutti contro, erano<br />

spesso deri<strong>si</strong>. Carte<strong>si</strong>o, Leonardo da Vinci, Newton, Tesla, Marconi, Lincoln, Ghandi,<br />

Churchill, Madre Teresa, Steve Jobs, Harley e Davidson, Bill Gates, e ne potremmo citare<br />

decine o centinaia. Tutti accomunati da qualcosa, quel qualcosa che noi chiamiamo<br />

pas<strong>si</strong>one, volontà, vi<strong>si</strong>on e determinazione incrollabile. Certo, anche dal genio. Non di meno,<br />

il con<strong>si</strong>derar<strong>si</strong> parte di un universo in cui "e<strong>si</strong>stere" sulla base del rispetto delle diver<strong>si</strong>tà<br />

biologiche e culturali <strong>ma</strong> soprattutto sul credere fer<strong>ma</strong>mente che ogni loro azione potesse<br />

fare la differenza. Invece di passare il tempo a spiegare perché oggi è così difficile<br />

raggiungere un traguardo, perché <strong>non</strong> <strong>si</strong> possono fare certe cose, perché “era meglio<br />

pri<strong>ma</strong>”… chiediamoci quanta, della nostra pas<strong>si</strong>one mettiamo in campo, quanto <strong>si</strong>amo<br />

disposti a dare di noi e cosa pos<strong>si</strong>amo fare per fare la differenza ogni giorno, per rendere<br />

migliore noi stes<strong>si</strong>, il nostro lavoro e l’ambiente intorno a noi.<br />

PIVE TTI<br />

ORGANIGRAMMA " ONLY ITALIA"<br />

* Pre<strong>si</strong>dente: Irene Pivetti<br />

* Vicepre<strong>si</strong>dente: Biagio Cerrato<br />

* Amministratore: Stefania Villa<br />

* Organo di valutazione: Michele Di Franco . Donato Nitti<br />

Fernando Memoli<br />

* Pre<strong>si</strong>dente Only Italia Academy: Elisabetta Amore<br />

* Segreteria e Ufficio Stampa Antonella Pitrelli info-press<br />

06.68408111 ufficiostampa@irenepivetti.it<br />

www.only-italia.it<br />

www.donnaimpresa.com 29


A partire dal suo inizio nel 2007, la cri<strong>si</strong> economica<br />

mondiale ha rischiato almeno tre volte di sfociare in un<br />

crollo totale: nell’autunno del 2008, dopo il fallimento di<br />

Leh<strong>ma</strong>n Brothers e il panico sui mercati finanziari, nei<br />

primi me<strong>si</strong> del 2009, appena pri<strong>ma</strong> del varo del primo<br />

quantitative ea<strong>si</strong>ng e, di nuovo, a cavallo tra il 2011 e il<br />

2012, all’apice della cri<strong>si</strong> del debito in Europa. Le<br />

politiche “tappabuchi” avviate in ciascuna di tali occa<strong>si</strong>oni<br />

hanno evitato il blocco totale dei mercati finanziari, e<br />

quindi anche del <strong>si</strong>ste<strong>ma</strong> economico mondiale, che<br />

avrebbero portato a scenari da terza guerra mondiale.<br />

Ma <strong>non</strong>ostante le iniezioni senza precedenti di liquidità, e<br />

un periodo <strong>ma</strong>i così protratto di interes<strong>si</strong> reali a zero,<br />

l’economia, dopo più di cinque anni di cri<strong>si</strong>, continua a<br />

essere moribonda in Europa, stagnante in termini reali<br />

nella <strong>ma</strong>ggior parte del resto del mondo e in forte<br />

rallentamento nei pae<strong>si</strong> emergenti. I responsabili delle<br />

politiche economiche mondiali <strong>non</strong> <strong>si</strong> sono finora<br />

distaccati dagli strumenti politici che sono un dog<strong>ma</strong> del<br />

neoliberismo: la politica monetaria intesa come<br />

toccasana per ogni proble<strong>ma</strong>, l’austerità fiscale mirata in<br />

primo luogo a diminuire l’incidenza del costo della<br />

<strong>ma</strong>nodopera su quello comples<strong>si</strong>vo di produzione. Il<br />

quadro che abbiamo tracciato qui sopra, pur limitando<strong>si</strong><br />

agli sviluppi degli ultimi me<strong>si</strong>, parla chiaramente di una<br />

<strong>si</strong>tuazione globale costantemente esposta al rischio di un<br />

crollo e che nel migliore dei ca<strong>si</strong> porterà solo al vicolo<br />

chiuso di una lunga stagnazione. L’incapacità del potere<br />

politico ed economico di andare al di là della ripetizione<br />

auto<strong>ma</strong>tica dei vecchi modelli, così come l’inefficienza<br />

delle sue azioni, sono or<strong>ma</strong>i evidenti da lungo tempo e la<br />

sfiducia che generano in tutto il mondo è senz’altro uno<br />

dei fattori che hanno portato negli ultimi due anni milioni<br />

di persone a protestare a livello globale nelle forme più<br />

varie e nei pae<strong>si</strong> più disparati. Quella che sta gestendo la<br />

cri<strong>si</strong> <strong>non</strong> è più semplicemente una burocrazia, <strong>ma</strong> è<br />

diventata una vera e propria “bancarottocrazia”, come la<br />

ha definita giustamente l’economista greco Yanis<br />

Varoufakis. Fra vecchie clas<strong>si</strong> dirigenti che continuano a<br />

fare il loro canto del cigno <strong>non</strong>ostante lo stato vegetativo<br />

(a voler essere ottimisti) in cui soggiace la comunità<br />

internazionale e le nuove leadership che stanno<br />

avanzando prepotentemente, qualcuno in Italia, sulla scia<br />

del “Poveri <strong>ma</strong> belli” il titolo di un vecchio film di Dino Ri<strong>si</strong><br />

che ha <strong>si</strong>mboleggiato la storia del costume italiano, ha<br />

pensato di cogliere opportunità commerciali in un<br />

continente, quello a<strong>si</strong>atico, intenzionato a scrollar<strong>si</strong> di<br />

dosso lo status di “catena di montaggio”. Lo sfruttamento<br />

delle opportunità commerciali attraverso un uso efficiente<br />

delle risorse è di fatto al centro della mis<strong>si</strong>one odierna in<br />

Cina proposta da Only Italia il cui obiettivo generale è<br />

promuovere la crescita e la competitività dell'industria<br />

italiana valorizzando meglio le potenzialità di crescita dei<br />

pae<strong>si</strong> terzi, nella fattispecie l'economia in espan<strong>si</strong>one<br />

della Cina. La mis<strong>si</strong>one intende inoltre rafforzare la<br />

cooperazione economica e aiutare le imprese italiane ad<br />

accedere al mercato cinese sulla base di nuove priorità<br />

della politica cinese che puntano sul benessere della<br />

popolazione (negli ultimi anni <strong>si</strong> è parlato anche di<br />

“felicità”), sull'assoluta priorità da dare al rafforzamento<br />

dello sviluppo sociale. La vecchia concezione di vita va<br />

via via disperdendo<strong>si</strong> dunque, anche con un certo senso<br />

di fallimento rispetto a quello che <strong>non</strong> è riuscita ad<br />

ottenere: l'inquinamento e la devastazione ambientale<br />

sono cresciuti a livelli mostruo<strong>si</strong>, il gap dei redditi è<br />

diventato uno dei più gravi del mondo, la corruzione <strong>non</strong><br />

è stata per nulla abbattuta ed è diventata uno dei<br />

problemi più gravi che minacciano la legittimità del<br />

partito. Da questo punto di vista la leadership uscente<br />

lascia una Cina che è cresciuta enormemente <strong>ma</strong> nella<br />

quale sono anche cresciuti enormemente i problemi:<br />

un'eredità grandiosa e al tempo stesso terribile alla<br />

nuova leadership che adesso dovrà prenderla in <strong>ma</strong>no.<br />

Ciò <strong>non</strong>ostante, secondo diver<strong>si</strong> economisti cine<strong>si</strong>,<br />

mentre gli Stati Uniti sono stati danneggiati seriamente<br />

dall’inizio della cri<strong>si</strong>, in Cina lo scenario negativo sta<br />

svolgendo<strong>si</strong> più lentamente, dando in questo modo al<br />

governo e al settore industriale di sviluppare una<br />

strategiadimercatopiùeffettivaealungo termine.<br />

Only Italia: progetto di<br />

promozione del <strong>ma</strong>de in<br />

Italy nato su iniziativa di<br />

Irene Pivetti che <strong>si</strong> è<br />

fatto strada nel mercato<br />

del Drago.<br />

L’obiettivo è quello di fornire un modello di<br />

bu<strong>si</strong>ness che permette alle aziende<br />

italiane di ottenere vi<strong>si</strong>bilità. Non più<br />

aziende italiane che <strong>si</strong> affacciano<br />

impreparate su un mercato sconosciuto,<br />

dunque, bensì un <strong>si</strong>ste<strong>ma</strong> che mette a<br />

dispo<strong>si</strong>zione le competenze di un team di<br />

esperti italiani e cine<strong>si</strong> che uniscono le<br />

forze per lanciare in Cina prodotti italiani.<br />

Il criterio per partecipare? Prodotti italiani<br />

al 100%.<br />

Cito testualmente, Irene “La mis<strong>si</strong>one di Only Italia è cavalcare la<br />

cri<strong>si</strong> per trasfor<strong>ma</strong>rla in opportunità capovolgendo le logiche<br />

conservative e le strategie giocate in difesa a favore di un<br />

approccio efficace ed aggres<strong>si</strong>vo ai mercati emergenti e<br />

abbandonando l'idea che es<strong>si</strong> rappresentino una minaccia per<br />

concorrenza spesso sleale. L'export del Made in Italy in Cina è<br />

un'opportunità di crescita per le aziende della rete”. Opportunità<br />

concrete di internazionalizzazione, dunque ...<br />

Si. La nostra è una mis<strong>si</strong>one che rientra nella serie delle "Mis<strong>si</strong>oni per<br />

la crescita" finalizzate ad aiutare le imprese italiane, in particolare le<br />

piccole e medie imprese, ad accedere e trarre profitto dal mercato<br />

a<strong>si</strong>atico, ed in particolare cinese, <strong>non</strong>ché approfondendo la<br />

cooperazione politica bilaterale in diver<strong>si</strong> settori al fine di incentivarne<br />

sviluppo e la competitività. Only Italia raccoglie ricerche, anali<strong>si</strong> di<br />

rischio e previ<strong>si</strong>oni nel breve-medio periodo sul continente a<strong>si</strong>atico e<br />

sulla Cina, e risponde all’e<strong>si</strong>genza di fornire uno strumento alle<br />

imprese italiane che <strong>si</strong> affacciano su quei mercati, che stanno<br />

valutando le strategie d’ingresso oppure che sono già presenti con<br />

investimenti e che neces<strong>si</strong>tano perciò di infor<strong>ma</strong>zioni aggiornate e di<br />

prospettiva sulla politica, l’economia, il bu<strong>si</strong>ness environment e le<br />

opportunità legate all’ambiente ed alle energie pulite, al settore<br />

sanitario, alimentare e bevande, <strong>ma</strong>cchinari, automotive, retail e<br />

distribuzione, beni di lusso, chimico. L’originalità - e qui sta il nostro<br />

più inci<strong>si</strong>vo contributo - è che <strong>si</strong> tratta di un rapporto di carattere<br />

previ<strong>si</strong>onale, <strong>non</strong> una mera fotografia dello status quo. Tuttavia,<br />

l’osservazione di tendenze storiche ed una solida conoscenza del<br />

contesto attuale ci hanno consentito di sviluppare e proporre gli<br />

scenari qui esposti. Fino a poco tempo fa la Cina rappresentava<br />

soprattutto una piattafor<strong>ma</strong> di produzione, approvvigionamento ed<br />

esportazione, oggi è sempre più rilevante quale fonte di investimenti<br />

diretti esteri e per il fatto che vi ri<strong>si</strong>ede una popolazione dinamica ed<br />

imprenditoriale che rappresenta un quinto del pianeta ed ha la<br />

pos<strong>si</strong>bilità di studiare, viaggiare, investire e lavorare all’estero.<br />

Altro grande elemento di novità che offriamo è la pos<strong>si</strong>bilità di testare i<br />

prodotti: il feedback è immediato, i clienti toccano con <strong>ma</strong>no il<br />

prodotto e, in base alle vendite, capiamo anche quali sono i loro gusti.<br />

Nel contempo, le location particolari di cui disponiamo, facilmente<br />

raggiungibili da ogni angolo della Cina, permettono di attrarre gli<br />

operatori commerciali, i buyer. Le aziende italiane aderenti hanno la<br />

pos<strong>si</strong>bilità di vendere il proprio prodotto, adeguatamente<br />

sponsorizzato, in grandi corner multi<strong>ma</strong>rca dedicati presso grandi<br />

catene di distribuzione, prime per importanza in Cina e tra le più<br />

rino<strong>ma</strong>te a livello mondiale.<br />

Con quale criterio selezionate le vostre aziende?<br />

I criteri di selezione sono sostanzialmente due: i prodotti devono<br />

essere retail e <strong>ma</strong>de in Italy al 100%. Parliamo principalmente di<br />

moda, gioielleria e bigiotteria, cosmetici e anche di gastronomia.<br />

Inoltre, quando l'azienda ci propone i suoi prodotti, noi chiediamo un<br />

feedback sulla base della valutazione vi<strong>si</strong>va del prodotto e sulla fascia<br />

di prezzo direttamente, aiutando in questo modo la società a puntare<br />

su determinati prodotti piuttosto che altri.<br />

Promozione dei brand italiani, dunque, <strong>ma</strong> sono solo <strong>ma</strong>rchi di<br />

lusso?<br />

Noi miriamo a quel target che è rappresentato dal numero sempre<br />

crescente di cine<strong>si</strong> che ambiscono al prodotto italiano, <strong>non</strong><br />

necessariamente rappresentato da <strong>ma</strong>rchi noti. Non parliamo quindi<br />

di lusso nel senso stretto del termine, quanto piuttosto di prodotti di<br />

qualità e di fascia medio-alta.<br />

Perché la Cina è così interessata al <strong>ma</strong>de in Italy?<br />

Il Made in Italy ha un forte appeal sul consu<strong>ma</strong>tore cinese e ciò vale<br />

anche per cibo e vino, prodotti evocativi dello stile di vita italiano,<br />

sebbene ancora percepiti principalmente come status symbol.<br />

Fortunatamente, in Italia abbiamo ancora la capacità di far percepire<br />

all'estero il pregio dei nostri prodotti. Oggi, per il consu<strong>ma</strong>tore di<br />

fascia medio-alta cinese, il prodotto <strong>ma</strong>de in Italy è <strong>si</strong><strong>non</strong>imo<br />

innanzitutto di qualità, ed in secondo luogo è evocativo di un certo<br />

stile di vita, quello europeo, che ha il fortis<strong>si</strong>mo potere di attrarre<br />

clienti. Dei nostri prodotti agro-alimentari i cine<strong>si</strong> apprezzano in modo<br />

particolare le garanzie relative alla <strong>si</strong>curezza alimentare, as<strong>si</strong>curate<br />

dalla nor<strong>ma</strong>tiva italiana in <strong>ma</strong>teria. <strong>E'</strong>, questo, un te<strong>ma</strong> molto sen<strong>si</strong>bile<br />

in un paese in cui <strong>si</strong> sono verificati scandali relativi a ca<strong>si</strong> di<br />

intos<strong>si</strong>cazione e contraffazione alimentare che hanno avuto una forte<br />

risonanza nell'opinione pubblica. Altro aspetto molto importante per i<br />

cine<strong>si</strong> è l'autenticità, che noi pos<strong>si</strong>amo garantire in quanto lavoriamo<br />

a diretto contatto con i produttori, accorciando pertanto la filiera e<br />

Li Jianping e Irene Pivetti, nominata Pre<strong>si</strong>dente di Italy China Friendship Association.Giugno 2013<br />

“Finalmente<br />

scesa dal “banco<br />

degli accusati”,<br />

l’industria cinese è<br />

passata dalla<br />

copia alla cultura<br />

del branding,<br />

investendo in<br />

innovazione<br />

tecnologica e<br />

scegliendo di<br />

competere sui<br />

mercati di alta<br />

gam<strong>ma</strong>. Il<br />

Florentia Village:<br />

outlet a nord di<br />

Pechino con le<br />

grandi firme della<br />

moda italiana in<br />

una città<br />

im<strong>ma</strong>ginaria che<br />

riproduce un finto<br />

Colosseo, finte<br />

case fiorentine e<br />

finti canali<br />

veneziani, lo<br />

dimostra.”<br />

selezionando le produzioni migliori e più adatte al mercato cinese, <strong>si</strong>a<br />

nella fascia entry level <strong>si</strong>a nell'alto di gam<strong>ma</strong>.<br />

Altri progetti di promozione dei <strong>ma</strong>rchi italiani in Cina sono falliti.<br />

Qual è stato il vostro punto di forza?<br />

Nel nostro progetto sono presenti tre importanti elementi di<br />

innovazione. Il primo è che Only Italia ha un network fortemente<br />

integrato con le strutture governative e con i canali commerciali della<br />

Repubblica Popolare Cinese. Potrà sembrare meno “eroico” agli<br />

imprenditori italiani, però funziona. Altro punto di forza è che <strong>si</strong>amo<br />

consapevoli del fatto che il <strong>ma</strong>de in Italy ci difende bene, <strong>ma</strong> <strong>non</strong> è il<br />

caso che ce ne stiamo seduti sugli allori: è assurdo pensare che il<br />

<strong>ma</strong>de in Italy in Cina “<strong>si</strong> vende da solo”, per così dire… c'è bisogno di<br />

un <strong>ma</strong>rketing specifico per quel mercato, i consu<strong>ma</strong>tori cine<strong>si</strong><br />

vogliono il prodotto italiano nella sua unicità, o piuttosto un prodotto


prodotto italiano adattato alle caratteristiche del mercato cinese.<br />

Sarebbe un grave errore per l’azienda italiana pensare che i propri<br />

prodotti avranno successo solo perché di qualità. Pen<strong>si</strong>amo ad un<br />

aspetto banale, <strong>ma</strong> fondamentale, come le taglie: abbiamo as<strong>si</strong>stito alle<br />

difficoltà di eccellenti aziende italiane produttrici di scarpe che <strong>non</strong><br />

vendevano perché la for<strong>ma</strong> dei piedi dei cine<strong>si</strong> è diversa, o piuttosto<br />

perché i tagli degli abiti <strong>ma</strong>l <strong>si</strong> adattavano alla confor<strong>ma</strong>zione fi<strong>si</strong>ca della<br />

popolazione. Spesso abbiamo difficoltà a far capire alle aziende italiane<br />

che c’è sempre da fare un lavoro di <strong>ma</strong>rketing: il <strong>ma</strong>de in Italy è la spinta<br />

iniziale, <strong>ma</strong> il prodotto va adattato secondo il gusto del consu<strong>ma</strong>tore<br />

finale. E’ dunque questo “fare <strong>si</strong>ste<strong>ma</strong>” aggregando produttori che<br />

offrono una selezione delle eccellenze Made in Italy con la<br />

consapevolezza che per affrontare un mercato enorme e complesso<br />

come quello cinese la strategia vincente <strong>si</strong>a fare <strong>ma</strong>ssa critica, ovvero<br />

unire le forze e presentar<strong>si</strong> compatti piuttosto che disperdere energie e<br />

risorse procedendo per tentativi da parte di tanti <strong>si</strong>ngoli produttori, a<br />

decretare le sorti di questo nostro progetto. Terzo punto di forza è<br />

rappresentato dalla piattafor<strong>ma</strong> di penetrazione commerciale che <strong>si</strong><br />

avvale di proprie licenze di importazione e distribuzione, in modo da<br />

poter controllare l'intera filiera al fine di arrivare competitivi sul mercato, e<br />

di uffici, show room, punti vendita (la rete di vendita Only Italia ha a<br />

dispo<strong>si</strong>zione 9.000mq di aree adibite all'espo<strong>si</strong>zione di abbigliamento e<br />

fashion Made in Italy ed una logistica integrata basati in Cina e gestiti da<br />

<strong>ma</strong>nagement italiano). La nostra rete commerciale, attualmente in via di<br />

ulteriore potenziamento, <strong>si</strong> rivolge a ricerca, distribuzione, retail al fine di<br />

offrire un paniere di prodotti quanto <strong>ma</strong>i vario e rappresentativo del Made<br />

in Italy e privilegiando produzioni dall'eccellente rapporto qualità-prezzo<br />

e che possano quindi essere competitive nel mercato cinese.<br />

E’ appena rientrata da una mis<strong>si</strong>one in Cina, dove ha presentato il<br />

Global Fashion De<strong>si</strong>gn Center. Di cosa <strong>si</strong> tratta?<br />

Global Fashion De<strong>si</strong>gn Center sarà un grande spazio interamente<br />

dedicato a De<strong>si</strong>gn, Fotografia, Moda, Nuove Tecnologie, tutto all’insegna<br />

del Made in Italy, che nascerà all’interno del Feng Jing Shopping Center,<br />

distretto commerciale alle porte di Shanghai, città <strong>si</strong>mbolo del<br />

vertiginoso sviluppo dell’economia cinese. Lo abbiamo presentato in<br />

Cina lo scorso 11 gennaio, con una conferenza stampa e un Gala che<br />

hanno riscosso molto successo, <strong>si</strong>a con gli investitori che con i media<br />

cine<strong>si</strong>. GFDC rappresenta la pri<strong>ma</strong> pietra di un disegno molto ambizioso:<br />

creare una solida partnership tra imprese italiane e cine<strong>si</strong> finalizzate alla<br />

promozione del Made in Italy. Il progetto nasce dalla collaborazione tra<br />

Only Italia, ZonFA Commercial Management Group, importante gruppo<br />

cinese, e Fir<strong>ma</strong>ti & Griffati. Sono particolarmente orgogliosa di avere<br />

avuto il sostegno del Consolato Italiano di Shanghai e dell’ICE. La<br />

delegazione italiana di Only Italia era costituita da Maurizio Riccardi,<br />

AGR Press e Archivio Riccardi; Carmine Marinucci, General Secretary di<br />

AICI, Italian Institute of Culture Association; Flavio Corradini, Rettore<br />

Univer<strong>si</strong>tà di Camerino; Raoul Carbone, pre<strong>si</strong>dente di VIGAMUS The<br />

Video Game Museum of Rome. Una Delegazione importante, composta<br />

da esponenti del mondo dell’<strong>Impresa</strong>, della Comunicazione e delle<br />

Univer<strong>si</strong>tà italiane, che curerà i vari progetti del Global Fashion De<strong>si</strong>gn<br />

Center, che saranno divi<strong>si</strong> in tre grandi aree: Fashion School and<br />

Laboratories; Photography Laboratory & Museum; Fashion Videogame<br />

Museum. Una sfida che mi entu<strong>si</strong>as<strong>ma</strong> e che rappresenta una bella<br />

occa<strong>si</strong>one di promozione per le imprese italiane che aderiranno al<br />

progetto.<br />

Sappiamo che il Made in Italy per i consu<strong>ma</strong>tori cine<strong>si</strong> rappresenta<br />

un vero oggetto del de<strong>si</strong>derio: <strong>si</strong><strong>non</strong>imo di Moda, Eccellenza,<br />

Lusso. Cos’è per Irene Pivetti il lusso?<br />

«Il vero lusso è la cultura e soprattutto la cultura del bello. Le nostre città<br />

moderne sorgono sopra e accanto ad edifici di 2500 anni fa. Uno<br />

studente italiano va a scuola in metropolitana passando sotto al nostro<br />

<strong>ma</strong>gnifico Colosseo. Una <strong>si</strong>gnora italiana fa shopping in mezzo a palazzi<br />

del 1500, <strong>non</strong> solo a Ro<strong>ma</strong>, a FirenzeoaVenezia, <strong>ma</strong> nelle oltre 200<br />

città d’arte d’Italia. Dall’arte antica viene la nostra cultura del bello, <strong>non</strong> <strong>si</strong><br />

può capire Versace senza conoscere i templi della Magna Grecia, <strong>non</strong> <strong>si</strong><br />

può capire Prada senza conoscere i disegni di Leonardo da Vinci. Per<br />

me la sfida del Global Fashion De<strong>si</strong>gn Center è questa: portare la<br />

cultura dell’Italia, un paese dove il bello viene dalla Storia, nel paese più<br />

moderno del mondo, la Cina, dove il bello fa sempre pensare al futuro».<br />

Irene Pivetti con Chen Denghua, Pre<strong>si</strong>dente Shanghai<br />

ZONFA Electric Group<br />

Irene Pivetti con Eugenia Palagi<br />

del Consolato Italiano di Sganghai,<br />

Elisabetta Merlino dell'ICE e parte<br />

della delegazione Only Italia<br />

Irene Pivetti con Merlino dell'ICE e la<br />

delegazione italiana a Shanghai<br />

C. Marinucci, M. Riccardi,<br />

Irene Pivetti<br />

Richard Ding, F. Corradini.<br />

Nella foto: Irene Pivetti fir<strong>ma</strong> ad Hong Kong l'accordo di collaborazione con<br />

Mr. Lin Zhuoyan, Pre<strong>si</strong>dente di China Infrastructure Group".<br />

di Antonella Pitrelli responsabile comunicazione" Only Italia"<br />

e<br />

Only Italia China<br />

Infrastructure<br />

Group fir<strong>ma</strong>no una<br />

partnership per portare in<br />

Cina i brand italiani della<br />

moda<br />

Il27 <strong>ma</strong>rzo 2014 èstatofir<strong>ma</strong>toaRo<strong>ma</strong>unimportanteaccordotraOnly Italia<br />

e China Infrastructure Group (International) Limited, finalizzato alla<br />

distribuzione in Cina di brand italiani della moda. La conferenza stampa, cui<br />

saranno presenti Mr. Lin Zhuoyan, Pre<strong>si</strong>dente di CG.Intl. LTD e Irene Pivetti,<br />

Pre<strong>si</strong>dente di Only italia, <strong>si</strong> terrà presso l' Auditorium del Museum Ara Pacis.<br />

Only Italia è da anni impegnata a promuovere e distribuire in Cina le imprese<br />

italiane dei più svariati settori merceologici (dalla moda all’enogastronomia,<br />

dall’arredamento al settore del lusso), di cui garantisce e certifica, con il suo<br />

<strong>ma</strong>rchio registrato, la qualità e la produzione originale Made in Italy.<br />

China<br />

Infrastructure Group è un importante Gruppo cinese e internazionale, con<br />

base ad Hong Kong, attivo nel settore immobiliare, dell’energia, delle<br />

infrastrutture, che ha deciso di investire nella realizzazione di grandi centri<br />

commerciali, a partire dalla provincia del Guangdong . "Si tratta di un accordo<br />

importante per il nostro Made in Italy. Sono molto orgogliosa di avviare una<br />

partnership con un grande gruppo cinese che vuole investire in Italia, in un<br />

progetto come Only Italia che ha da sempre l’obiettivo di promuovere il <strong>ma</strong>de<br />

in Italy, il modo italiano di fare impresa e di creare beni di consumo, brand, <strong>ma</strong><br />

anche arte e cultura. La collaborazione con China Infrastructure Group è<br />

finalizzata alla distribuzione e vendita di brand italiani della moda nei loro<br />

grandi centri commerciali in via di costruzione in Cina. Questo accordo –<br />

continua Pivetti - è dunque il coronamento della pluriennale attività di Only<br />

Italia, per l'internazionalizzazione delle imprese italiane in Cina, la distribuzione<br />

dei loro prodotti su un mercato in fortis<strong>si</strong><strong>ma</strong> crescita, e la promozione del<br />

Siste<strong>ma</strong> Italia".<br />

www.donnaimpresa.com 33


sono con noi:<br />

Camera<br />

Regionale<br />

della<br />

Moda<br />

Calabria<br />

GALLUCCI<br />

MONTEURANO<br />

Only Italia<br />

and China<br />

Infrastructure<br />

Group <strong>si</strong>gn a<br />

partnership<br />

to bring Italian fashion<br />

brand in China<br />

Irene Pivetti ( photo) firm to Hong Kong the partnership with Mr. Lin Zhuoyan, Pre<strong>si</strong>dent of China Infrastructure Group".<br />

On March 27, 2014 has been <strong>si</strong>gned in Rome an important agreement between Only Italia and China Infrastructure<br />

Group (International) Limited, finalized to the distribution in China of Italian fashion brand. The press conference,<br />

which will be featured Mr. Lin Zhuoyan, Pre<strong>si</strong>dent of CG.Intl. LTD and Irene Pivetti, Pre<strong>si</strong>dent of Only Italia, will be<br />

held Auditorium Museum of the Ara Pacis. Only Italia has been working for years to promote and distribute in China<br />

Italian enterprises of various sectors (from fashion to wine, from furnishing to the luxury sector), of which warrants and<br />

certifies, with its registered trade<strong>ma</strong>rk, the quality and the original production <strong>ma</strong>de in Italy. China Infrastructure<br />

Group is an important international and Chinese Group, based in Hong Kong, active in real estate, energy,<br />

infrastructure, who has decided to invest in the construction of large shopping <strong>ma</strong>lls, starting from Guangdong<br />

province. "This is an important agreement for our Made in Italy. I am very proud to start a partnership with a <strong>ma</strong>jor<br />

Chinese group that wants to invest in Italy, in a project like Only Italia that had always the aim of promoting the Made in<br />

Italy, the Italian way of doing bu<strong>si</strong>ness and to create consumer goods, brand, but also art and culture. The<br />

collaboration with China Infrastructure Group is finalized the distribution and sales of Italian fashion brand in their large<br />

shopping centers in China. This agreement - continued Pivetti - is therefore the crowning of <strong>ma</strong>ny years of activity of<br />

Only Italia, for the internationalization of Italian companies in China, the distribution of their products in a <strong>ma</strong>rket in<br />

strong growth, and the promotion of the Siste<strong>ma</strong> Italia".<br />

Irene Pivetti e il suo staff in riunione con i partner cine<strong>si</strong> di China Infrastrcture Group presso la sede Only Italia di Ro<strong>ma</strong><br />

Bruzzese<br />

1870<br />

stILE D’EpOCA<br />

MARINELLI SRL (Mc)<br />

MADE IN ITALY<br />

dove <strong>si</strong>amo:<br />

sono stati con noi:<br />

Feber<br />

ASSEMBLAGGIO FONDI E LAVORAZIONE CALZATURE<br />

Studio Lea<strong>si</strong>ng<br />

Villa Cesarina<br />

OMEGA:MODEL<br />

FERMO<br />

Camere di Commercio<br />

d'Italia<br />

Pre<strong>si</strong>denza del Con<strong>si</strong>glio dei Ministri<br />

Dipartimento per le Pari Oppurtunità<br />

O.M.M.<br />

Accademia di BelleArti Fidia<br />

DONNA<br />

IMPRESA<br />

<strong>ma</strong>gazine<br />

www.donnaimpresa.com<br />

ITALIAN CHAMBER OF COMMERCE<br />

AND INDUSTRY in australia inc.<br />

Assocamerestero<br />

Associazione delle Camere<br />

Italiane all'Estero<br />

DONNAIMPRESA<br />

<strong>ma</strong>gazine<br />

Con<strong>si</strong>glio dell’Ordine Nazionale<br />

dei TecnologiAlimentari<br />

International Association Women<br />

Entrepreneurs and Bu<strong>si</strong>ness Leaders<br />

Employment, Social Affaire & Equal<br />

Opportunities<br />

<strong>si</strong>nce 2005<br />

PREMIERE<br />

Federazione Nazionale dei<br />

Cavalieri del Lavoro<br />

RADIO<br />

J ack<br />

XING<br />

Pre<strong>si</strong>denza della Repubblica ENIT ente nazionale del turismo EMIRATI ARABI UNITI<br />

Ministero degli Affari Esteri<br />

IDI<br />

Istituto Diplo<strong>ma</strong>tico<br />

Internazionale<br />

...iveriviaggi<br />

tornanoconvoi<br />

Via Tintoretto, 7 ss16 _ 63013 Grottam<strong>ma</strong>re (AP) - T. 0735 632622 - F.0735 730238 - web: www-estorilviaggi.it Mail:info@estorilviaggi.it


RONCACCI<br />

MARZIA<br />

Marzia Roncacci conduttrice televi<strong>si</strong>va nel program<strong>ma</strong> del <strong>ma</strong>ttino Tg2 In<strong>si</strong>eme in onda su RAI 2 dalle 10.00 alle 11.00 è<br />

anche alla conduzione della rubrica storica del Tg2 " Costume e società " in onda dal lunedì al giovedì alle 13.30.<br />

Cito testualmente: “nasce a Ro<strong>ma</strong>, <strong>si</strong> laurea in lettere e<br />

filosofia e in geografia alla Sapienza di Ro<strong>ma</strong>, insegna al<br />

liceo, è docente in dizione, oltre all'inglese, impara la lingua<br />

araba. Giornalista profes<strong>si</strong>onista, cresce in radio come<br />

inviata e conduttrice delle news di RDS, gavetta <strong>ma</strong>turata<br />

anche in tv, giornali locali e nazionali. Autrice di programmi,<br />

passa in Tv, a Rai Due, poi al Tg2 dove lavora nella<br />

redazione di Costume e Società, Medicina 33, e ancora nella<br />

redazione Interni, Esteri. Da qualche anno nella redazione<br />

Economico-<strong>si</strong>ndacale, in cui lavori tanto a tutto tondo: il<br />

direttore Marcello Ma<strong>si</strong> d'accordo con il caporedattore Mauro<br />

Lozzi sono attentis<strong>si</strong>mi a tutte le proble<strong>ma</strong>tiche reali del<br />

nostro paese che in questo periodo <strong>non</strong> sono poche e<br />

tantomeno da sottovalutare. Inoltre conduce Tg2 In<strong>si</strong>eme e<br />

Tg2 Costume e Società. Molte le Storie raccontate per Tg2<br />

Storie. Vince il premio "Media Price 2009", e il premio per la<br />

"Comunicazione e Salute 2010" da parte della federazione<br />

diabete giovanile. A<strong>ma</strong> la vita e crede nel motto: volere è<br />

potere". Quello che <strong>non</strong> è stato ancora detto è che Marzia è<br />

reduce di un riconoscimento importantis<strong>si</strong>mo: il Premio<br />

Personalità Europea 2013 e che è, <strong>non</strong> solo bravis<strong>si</strong><strong>ma</strong> nella<br />

sua profes<strong>si</strong>one, <strong>ma</strong> anche straordinariamente bella e<br />

<strong>si</strong>mpatica. Bellezza, dovuta precisazione da parte mia, <strong>non</strong><br />

stereotipata su quei ca<strong>non</strong>i ora<strong>ma</strong>i desueti della avvenenza<br />

fi<strong>si</strong>ca senza personalità. Diciamo pure che l’una, sostanzia, o<br />

meglio, dà senso all’altra. Palese che chi svolga una<br />

profes<strong>si</strong>one come la sua, debba occupar<strong>si</strong> anche<br />

dell'estetica, <strong>ma</strong> ciò <strong>non</strong> equivale al dire di lei che questo la<br />

allontani dal prender<strong>si</strong> cura della propria interiorità con la<br />

stessa tenacia con cui ci <strong>si</strong> impegna nella cura del proprio<br />

corpo. Che gli occhi <strong>si</strong>ano lo specchio dell’ani<strong>ma</strong> è dato<br />

ora<strong>ma</strong>i assodato, e dunque se così è, <strong>non</strong> posso le<strong>si</strong>nare<br />

parole di lode, che lungi dall’essere una sorta di opera<br />

celebrativa, sono però <strong>si</strong>gnificative ai fini del difendere una<br />

sacrosanta verità: ovvero quanto <strong>si</strong>a determinante, ai fini<br />

della seduzione, l’imparare a conoscer<strong>si</strong>, a coltivare le<br />

proprie qualità ed a potenziare al meglio le attitudini, a<br />

misurare l'espres<strong>si</strong>vità, ad arricchir<strong>si</strong> di esperienze<br />

costruttive, dirette ed indirette, ad ampliare i propri orizzonti e<br />

rapportar<strong>si</strong> con la realtà attivando le risorse che ciascuno di<br />

noi ha nella sua cantina. <strong>E'</strong> l'idea, costruita sulla base del<br />

proprio vissuto, che ciascuno di noi ha di se stesso; è quello<br />

cioè che ciascuno di noi crede di essere e di valere e che<br />

determina il rapporto con noi stes<strong>si</strong> e conseguentemente con<br />

gli altri. La base del fascino è sempre la Personalità... ed i<br />

bei <strong>ma</strong>nichini <strong>non</strong> hanno fascino neanche se hanno le<br />

sembianze di Davide o di Venere.<br />

Le mie donne<br />

" Costume e società" è stato in<br />

assoluto il primo <strong>ma</strong>gazine<br />

televi<strong>si</strong>vo in Italia, una specie di<br />

setti<strong>ma</strong>nale quotidiano dedicato<br />

agli approfondimenti e alle notizie<br />

di attualità.<br />

www.donnaimpresa.com 37


Grazie all'esperienza or<strong>ma</strong>i decennale del<br />

suo staff costituisce oggi una sorta di terza<br />

pagina fil<strong>ma</strong>ta del principale quotidiano del<br />

tg2, ovvero il TG2 delle 13,00. Parte<br />

integrante del circuito della comunicazione<br />

culturale del servizio pubblico, è oggi in testa<br />

alla clas<strong>si</strong>fica degli indici di ascolto, ciò<br />

grazie alla variegata offerta di te<strong>ma</strong>tiche ed al<br />

dinamismo della sua conduttrice Marzia<br />

Roncacci, capace di confrontar<strong>si</strong> con viva<br />

intelligenza con le sfide politico-culturali del<br />

Paese e sviluppando vi<strong>si</strong>oni innovative per<br />

un mondo in <strong>ma</strong>ggiore armonia e<br />

conseguentemente più u<strong>ma</strong>no, che<br />

contempli la bellezza quale elemento<br />

essenziale della nostra crescita morale ed<br />

economica. Ampi spazi vengono dedicati al<br />

merito inteso come leva del progresso<br />

sociale e civile, in altri termini, alle co<strong>si</strong>ddette<br />

“eccellenze” consapevole che valorizzare i<br />

migliori in tutti i campi è giusto e soprattutto<br />

necessario, perché la società di oggi e quella<br />

che do<strong>ma</strong>ni sarà dei nostri figli ha bisogno di<br />

eccellenti profes<strong>si</strong>onisti, imprenditori,<br />

politici, tecnici, scienziati, studio<strong>si</strong>; e <strong>non</strong><br />

solo perché operino al meglio ciascuno nel<br />

proprio settore, <strong>ma</strong> anche perché con la loro<br />

azione, con il loro esempio, con i loro scritti,<br />

con il loro insegnamento trasmettano alle<br />

nuove generazioni, al più alto livello<br />

pos<strong>si</strong>bile, il nostro patrimonio culturale. Non<br />

di meno attenta l'indagine sul <strong>si</strong>gnificato di<br />

identità che è la radice della nostra e<strong>si</strong>stenza,<br />

la radice della nostra vita. Dove abita il cuore,<br />

coperto d’emozione e d’innocenza. D’attese<br />

e di ricerche. Di parole e di tempo. L’identità<br />

è un passaggio d’uomini e di virtù, un tempo<br />

di ricordi e di conquiste, un luogo infinito di<br />

conoscenza verginale e pas<strong>si</strong>onale,<br />

pascolato, giorno dopo giorno, da poeti e<br />

<strong>non</strong>. L’identità è il saluto d’una <strong>ma</strong>dre dal<br />

balcone di casa, nel bagliore del giorno che<br />

nasce, per il figlio che vola lontano, per un<br />

semplice tozzo di pane; è il triste inventario<br />

di volti che hanno vissuto mille momenti di<br />

vita. L’identità è tormento e responsabilità,<br />

disperazione e convincimento, pas<strong>si</strong>one e<br />

commiserazione. Questo racconta Marzia, e<br />

molto altro ancora. Racconta di che cosa <strong>si</strong>a<br />

un giorno dinnanzi all’eternità. E cos’è<br />

l’eternità innanzi ai nostri occhi: sacco <strong>ma</strong>i<br />

colmo di giorni, un’invenzione dei giorni,<br />

degli attimi, degli anni, di quella minuziosa,<br />

metodica, <strong>si</strong>ste<strong>ma</strong>tica collezione di tempi che<br />

chiamiamo Storia. E racconta di memoria,<br />

quel vecchio scantinato del tempo,<br />

impolverato, imbiancato, dal puzzo a volte<br />

asfittico di muffa. Ma i tempi, <strong>si</strong> sa, <strong>si</strong> nutrono<br />

di fatti di misfatti e di disfatti; volano leggeri<br />

o <strong>si</strong> schiantano addosso, <strong>ma</strong>cigni,<br />

all’u<strong>ma</strong>nità, ed in ogni caso, vanno. Ciò che<br />

resta è l’u<strong>ma</strong>nità, schiacciata o subli<strong>ma</strong>ta,<br />

che esce dal vortice della storia come<br />

eternità, come ripropo<strong>si</strong>zione costante di sé<br />

stessa, coerente come una lastra di granito<br />

apposta sulle sue stesse spoglie mortali.<br />

Compito <strong>non</strong> facile raccontare la vita. Ma lei<br />

lo fa, ed anche benis<strong>si</strong>mo. E <strong>non</strong> sono solo io<br />

a dirlo, <strong>ma</strong> tutti i milioni di persone che le<br />

consegnano fiducia a Marzia condividendo<br />

con lei il pranzo delle tredici.<br />

Un altro genere di<br />

comunicazione<br />

Inizio questa intervista a Marzia Roncacci<br />

con un ringraziamento. Un grazie che <strong>non</strong> è<br />

di <strong>ma</strong>niera <strong>ma</strong> <strong>si</strong>ncero, per avermi<br />

consegnato l’opportunità di toccare<br />

te<strong>ma</strong>tiche che sono proprie del nostro vivere<br />

contemporaneo. Intanto, va puntualizzata<br />

una tua dimen<strong>si</strong>one caratterizzante, il<br />

buonsenso, che lungi dal divenire “senso<br />

comune”, testimonia altresì l'in<strong>si</strong>eme<br />

dell’attenta valutazione utilizzata per valutare<br />

la realtà ed esprimere giudizi sui problemi<br />

della vita, <strong>ma</strong>ntenendo un atteggiamento<br />

equilibrato. E <strong>non</strong> è così scontato che<br />

avvenga. Ciò denota e sottolinea<br />

espressamente come, a livello di "buone<br />

pratiche", la rilevanza della responsabilità e<br />

serietà <strong>non</strong> <strong>si</strong> river<strong>si</strong> solo nella tua attività<br />

profes<strong>si</strong>onale <strong>ma</strong> <strong>si</strong> river<strong>si</strong> anche nella vita di<br />

tutti i giorni. Ravviso in te una donna in<br />

ricerca; una donna che <strong>si</strong> pone<br />

continuamente problemi, dominata da una<br />

azione intellettuale interiore che <strong>si</strong> supera<br />

continuamente. Aliena da dog<strong>ma</strong>tismi, da<br />

rischio<strong>si</strong> trapianti di credenze nella<br />

esperienza erudita, ami fortificarti nell’umile<br />

approccio con gli altri, misurando sempre le<br />

le personali conclu<strong>si</strong>oni alla luce della<br />

inesauribile ricchezza di messaggi<br />

provenienti da tutto quanto ti <strong>si</strong>a intorno.<br />

Parole (e intuizioni) tutte da meditare,<br />

soprattutto oggi che il tempo di tran<strong>si</strong>zione in<br />

cui viviamo soffre di una rapidità convulsa,<br />

oggi in cui movimento e mutamento<br />

sembrano erodere vecchi edifici or<strong>ma</strong>i<br />

cadenti senza però che se ne <strong>si</strong>ano costruiti<br />

di nuovi. Per sordità? Per negligenza? Per<br />

pigrizia? Ai posteri l’ardua sentenza…<br />

Cosa <strong>si</strong>gnifica essere donne, oggi, in un mondo globalizzato?<br />

Nel corso degli ultimi decenni la questione femminile ha dato vita ad<br />

un fervente dibattito di pen<strong>si</strong>ero su molteplici aspetti, tra i quali spicca,<br />

per l’attualità che riveste, quello della conciliazione tra tempi di vita,<br />

tempi di lavoro, tempi di cura della famiglia. Dopo la richiesta iniziale<br />

di uguaglianza e <strong>non</strong> discriminazione per le donne, raggiunta grazie al<br />

riconoscimento di diritti ed opportunità fino a quel momento negate, il<br />

pen<strong>si</strong>ero femminista <strong>si</strong> è sempre più focalizzato sulla con<strong>si</strong>derazione<br />

dell’identità della donna in generale, delle sue peculiarità, dei suoi<br />

bisogni, del suo particolare sguardo sul mondo, tanto che dagli anni<br />

‘80 le rivendicazioni assumono una colorazione meno politica e più<br />

specificamente culturale. L’idea di fondo è che le donne <strong>si</strong>ano<br />

portatrici di idee, valori, sentimenti, sen<strong>si</strong>bilità, vi<strong>si</strong>oni del mondo che<br />

<strong>non</strong> possono essere oggetto di omologazione ed appiattimento per<br />

poter aderire al modello <strong>ma</strong>schile. La capacità progettuale delle donne<br />

deve essere, e lo è stato in parte, riconosciuta garantendo loro,<br />

innanzi tutto, la libertà di gestire la propria vita tenendo conto dei loro<br />

bisogni e <strong>non</strong> rincorrendo un modello di efficienza legato meramente<br />

alla sfera produttiva. A distanza di più di trent’anni il concetto di<br />

“doppia presenza”, definisce ancora compiutamente il senso del<br />

percorso di vita di molte donne e dei problemi cui <strong>si</strong> trovano<br />

quotidianamente di fronte. La doppia presenza sta infatti ad indicare il<br />

duplice coinvolgimento ed impegno della donna a livello produttivo e<br />

riproduttivo, impegno che implica la messa in gioco di delicate<br />

strategie di equilibrio ed in ulti<strong>ma</strong> istanza comporta una compres<strong>si</strong>one<br />

del tempo per sé. Tale duplice ruolo delle donne, conseguente alla<br />

loro entrata sul mercato del lavoro, porta direttamente con sé problemi<br />

legati alla neces<strong>si</strong>tà di conciliare i tempi delle due sfere, lavorativa da<br />

un lato e familiare dall’altro. La femminilizzazione del mercato del<br />

lavoro infatti, oltre che rappresentare il segno di un de<strong>si</strong>derio di<br />

realizzazione della donna anche al di fuori delle mura domestiche, un<br />

scelta di vita quindi, è divenuta anche un’e<strong>si</strong>genza economica forte,<br />

legata alla sopravvivenza del nucleo familiare. La conciliazione dei<br />

tempi delle donne <strong>non</strong> deve però essere con<strong>si</strong>derata solo nel suo<br />

aspetto privato, legato alla qualità della vita, <strong>ma</strong> anche dal punto di<br />

vista economico, poiché una più adeguata utilizzazione delle risorse<br />

femminili inciderebbe sulla competitività del <strong>si</strong>ste<strong>ma</strong> produttivo nel suo<br />

complesso. Se negli anni ’70 il ruolo della donna era perlopiù ristretto<br />

a quello di moglie-<strong>ma</strong>dre consacrata al lavoro domestico senza<br />

percepire un salario, oggi la <strong>ma</strong>ggior parte delle donne, divise tra due<br />

fronti, è quotidianamente costretta a fare l’equilibrista per riuscire a<br />

conciliare e<strong>si</strong>genze diverse. Ecco, questo <strong>si</strong>gnifica essere donne oggi.<br />

Fare bene il mestiere dell’operatrice dell’infor<strong>ma</strong>zione e <strong>non</strong> solo<br />

della giornalista, equivale a...?<br />

Equivale all’indagare la contemporaneità attraverso una vi<strong>si</strong>one<br />

imparziale delle cause e dei fenomeni che ne caratterizzano la nuova<br />

fi<strong>si</strong>onomia. Occorre guardare la realtà e <strong>non</strong> quella cosa edulcorata e<br />

im<strong>ma</strong>ginaria che scambiano per tale. Le ragioni del cambiamento<br />

sono molteplici e dunque quello che di saggio pos<strong>si</strong>amo fare noi che<br />

lavoriamo nel campo dell’infor<strong>ma</strong>zione, è il partire dall’esplorarne le<br />

cause coniugando i codici dell'interiorità con quelli della vita sociale,<br />

ed il conseguente “rivelarle” dimostrando come ora<strong>ma</strong>i <strong>si</strong>a necessaria<br />

una vi<strong>si</strong>one che <strong>si</strong> ponga sul crocevia dei saperi, sganciata<br />

dell’appartenenza ideologica. Null’altro che l’acqui<strong>si</strong>zione della<br />

padronanza di strumenti critici e conoscitivi e di vivere<br />

responsabilmente un ruolo attivo in questa delicatis<strong>si</strong><strong>ma</strong> fase storica,<br />

impersonando il compito di <strong>si</strong>ncero reporter ad esempio. Il mondo sta<br />

scivolando verso un’involuzione preoccupante: tutto è minato, dalla<br />

coe<strong>si</strong>one dei terreni ai DNA vegetali ed ani<strong>ma</strong>li, dall’aria all’acqua,<br />

dall’esterno e dall’interno delle nostre menti. Che ognuno di noi<br />

accenda almeno una candela (benché <strong>si</strong>ntetica) per mostrare il suo<br />

netto dissenso. E’ tempo di agire, ora.<br />

Uno stato di cose dal quale pos<strong>si</strong>amo redimerci attraverso le<br />

nostre coscienze?<br />

Difficile dirlo <strong>ma</strong> pos<strong>si</strong>amo, dobbiamo, augurarcelo. Certo è che è un<br />

nuovo capitolo della nostra storia… <strong>ma</strong>gari un passaggio obbligatorio,<br />

se visto nell’ottica della contemporaneità, <strong>ma</strong> il contraccolpo è stato<br />

molto grande. E’ grande… Quando la nostra ten<strong>si</strong>one autocritica <strong>si</strong><br />

assopisce, quando le difficoltà quotidiane sembrano sovrastarci,<br />

quando la realtà <strong>si</strong> rifiuta di combaciare coi nostri de<strong>si</strong>deri, quando la<br />

pas<strong>si</strong>one lascia il posto all'abitudine, allora è comodo trasferire sugli<br />

oggetti, sugli strumenti le nostre responsabilità, e le nostre colpe.<br />

La famiglia ad esempio ha subito cambiamenti sconvolgenti,<br />

come tutta la società, e questo è innegabile…<br />

Sì, la famiglia il primo luogo ha subito metamorfo<strong>si</strong> tali fin qua<strong>si</strong> a<br />

trasfigurar<strong>si</strong> da <strong>si</strong>mbolo di stabilità a realtà instabile ed esplo<strong>si</strong>va.<br />

Quello che vedo, a prescindere dalla giustezza o meno, ovvio che io<br />

come d’altronde ciascuno di noi abbia le proprie impres<strong>si</strong>oni al<br />

riguardo, è che le persone che <strong>si</strong> uniscono in <strong>ma</strong>trimonio <strong>non</strong> sanno<br />

più mediamente perché stanno in<strong>si</strong>eme. Vedo intorno a me unioni che<br />

<strong>si</strong> frantu<strong>ma</strong>no nell’arco di pochi me<strong>si</strong>. Lo dico da conoscitrice degli<br />

strati più sottili della coscienza: <strong>non</strong> è moralismo. La famiglia viene<br />

troppo spesso sfoggiata come luogo di crescita e successo, come<br />

<strong>si</strong>mbolo di solidità, unione e felicità <strong>ma</strong> a fare da contrapposto a<br />

queste im<strong>ma</strong>gini vengono diffuse notizie molto diverse: violenze, ed<br />

in taluni ca<strong>si</strong> anche delitti, atti a punire ed autopunir<strong>si</strong>, perché in molti<br />

ca<strong>si</strong> il carnefice diventa vitti<strong>ma</strong> delle sue stesse violenze. La famiglia<br />

diventa teatro di negazione della vita, luogo in cui <strong>si</strong> consu<strong>ma</strong>no<br />

drammi violenti… e <strong>non</strong> sono pochi i ca<strong>si</strong> di violenze tra coniugi o<br />

contro i minori. Le famiglie troppo spesso diventano, invece che luogo<br />

di rifugio, di <strong>si</strong>curezza, veri e propri calvari che <strong>si</strong> dipanano attraverso<br />

gli anni delle liti familiari, attraverso lo spettro della separazione. Della<br />

rivendicazione, poi. Rivendicazione in cui i figli diventano troppo<br />

spesso il leit motiv, o se vogliamo, il terreno fertile sul quale<br />

combattere le proprie rivendicazioni, le personali frustrazioni… per<br />

far<strong>si</strong> del <strong>ma</strong>le, insom<strong>ma</strong>.. più o meno consapevolmente. E’ il <strong>non</strong>


tenere conto dell’altro, quello che mi spaventa oggi, neppure quando<br />

“l’altro” è il proprio figlio. Capita allora che da parte dei ragazzi vi <strong>si</strong>a la<br />

neces<strong>si</strong>tà di aggrappar<strong>si</strong> a qualcosa che dia loro <strong>si</strong>curezza ed il<br />

salvagente, in molti ca<strong>si</strong>, purtroppo, diventa un surrogato <strong>non</strong> sempre<br />

auspicabile. Palliativi pericolo<strong>si</strong> per la sana crescita p<strong>si</strong>co-fi<strong>si</strong>ca<br />

dell’individuo. Capita a molti adolescenti che <strong>si</strong> trovi il rifugio proprio<br />

laddove ri<strong>si</strong>ede il fascino della seduzione. Fascino <strong>ma</strong> anche di<br />

minacce. Ci <strong>si</strong> rifugia in una torre-prigione per protegger<strong>si</strong> dall’autorità<br />

di genitori inadeguati e fragili che vogliono i figli responsabili e perfetti,<br />

qua<strong>si</strong> a compensare le loro incompletezze. Io sono cresciuta in una<br />

famiglia come tante altre. Tante di quelle in cui <strong>si</strong> era educati con ferrea<br />

disciplina, il valore “princeps” che mi è stato trasferito è quello del<br />

“dovere”. Sin da piccolis<strong>si</strong><strong>ma</strong> mi è stato insegnato l’esercizio della<br />

disciplina, il senso del dovere, il ricercare motivazioni in quello che<br />

facevo che <strong>non</strong> fossero mera utilità. A sfruttare ogni risorsa ed ogni<br />

energia per produrre, per essere sempre “migliore”, <strong>non</strong> la “numero<br />

uno”, che è ben lungi. Sebbene pure per me l’essere “migliore” e “la<br />

pri<strong>ma</strong> della classe” coerentemente a quest’insegnamento,<br />

coincidevano. Scuola è sempre stato <strong>si</strong><strong>non</strong>imo di “sfida”, di impegno<br />

ferreo, superamento dei propri limiti.<br />

I problemi fondamentali del nostro tempo sembrerebbero essere il<br />

razionalismo, individualismo e l’edonismo…<br />

Infatti… ed è proprio in relazione a questi aspetti che bisogna con forza<br />

recuperare la famiglia. Pri<strong>ma</strong> di tutto perché la famiglia è la<br />

<strong>ma</strong>nifestazione più compiuta di quella esperienza fondamentale della<br />

persona che è la relazione con l’altro. Io <strong>non</strong> e<strong>si</strong>sto in quanto io, e<strong>si</strong>sto<br />

nel momento stesso in cui mi rapporto con te e in<strong>si</strong>eme costruiamo che<br />

cosa? Una comunità. La famiglia è una comunità costituita da persone<br />

che sperimentano la relazione come elemento fondamentale del bene<br />

comune. Gratuità, solidarietà, reciprocità, accoglienza: sono termini che<br />

ben <strong>si</strong> addicono alla famiglia intesa come comunità di persone. Una<br />

comunità come <strong>si</strong>ste<strong>ma</strong> relazionale, contraddistinto da vincoli di forte<br />

interdipendenza, <strong>ma</strong> un <strong>si</strong>ste<strong>ma</strong> relazionale <strong>non</strong> chiuso, un <strong>si</strong>ste<strong>ma</strong><br />

aperto all’ambiente in cui vive. La dimen<strong>si</strong>one educativa è una<br />

dimen<strong>si</strong>one peculiare della famiglia.<br />

Come difender<strong>si</strong> dunque, educando?<br />

Se educare vuol dire comunicare, <strong>si</strong>. Dare il permesso di e<strong>si</strong>stere.<br />

Sembra un’ovvietà, <strong>ma</strong> <strong>non</strong> lo è. Spesso i genitori vogliono che i propri<br />

figli <strong>si</strong>ano quello che vogliamo loro; <strong>non</strong> gli danno il permesso di essere<br />

quello che sono, anche diver<strong>si</strong> da loro. Questo <strong>non</strong> <strong>si</strong>gnifica però che<br />

devono esentar<strong>si</strong> da ogni impegno educativo, cosa che avviene con<br />

allar<strong>ma</strong>nte frequenza oggi. Direi che i momenti educativi più importanti<br />

cominciano <strong>si</strong>n dalla pri<strong>ma</strong> infanzia. Anzi, <strong>si</strong>n dalla gravidanza la<br />

<strong>ma</strong>m<strong>ma</strong> trasmette messaggi al proprio figlio che porta. Fermezza<br />

educativa <strong>non</strong> vuol dire impedire sempre e tutto o dire sempre “No”.<br />

Vuol dire sem<strong>ma</strong>i essere fermi e coerenti sui principi… dei “No” coerenti<br />

e motivati: la coerenza è molto, molto importante. I ragazzi hanno come<br />

delle antenne che percepiscono, <strong>non</strong> solo dalle nostre parole, <strong>ma</strong><br />

anche dal nostro atteggiamento se <strong>si</strong>amo coerenti. Non pos<strong>si</strong>amo<br />

educare e trasmettere qualcosa in cui noi <strong>non</strong> crediamo per primi.<br />

Viceversa, i valori e le cose a cui crediamo veramente li trasmettiamo<br />

qua<strong>si</strong> in <strong>ma</strong>niera inconsapevole. Per esempio bisogna correggere<br />

alcune pseudo certezze della moda “devo provare tutto” è un’enorme<br />

stupidaggine. Solo in una relazione <strong>si</strong>mmetrica è pos<strong>si</strong>bile una<br />

comunicazione profonda. Un modello <strong>non</strong> comunica: trasmette. Il<br />

processo è unidirezionale. Il dialogo, quando c'è, è fittizio. Se <strong>non</strong> c'è<br />

ricerca comune, <strong>non</strong> sono pos<strong>si</strong>bili risposte alternative. Comunicare<br />

vuol dire mettere in comune. Non c'è comunicazione autentica, se <strong>non</strong><br />

c'è ascolto, e <strong>non</strong> c'è ascolto, se <strong>non</strong> <strong>si</strong> ritiene che la persona che parla<br />

possa dire qualcosa di importante per noi. L’incontro, il mettere in<br />

comune la propria autenticità, è il più straordinario momento che <strong>si</strong>a<br />

pos<strong>si</strong>bile tra esseri u<strong>ma</strong>ni. Comunicando profondamente, es<strong>si</strong> mettono<br />

in comune quello che sono inti<strong>ma</strong>mente, la comunicazione <strong>si</strong> fa<br />

comunione, accettazione e riconoscimento reciproco. Poiché i valori<br />

<strong>non</strong> sono qualcosa di astratto, che troviamo come belle parole fissate<br />

una volta per sempre, <strong>ma</strong> <strong>si</strong> traducono in comportamenti di vita<br />

evidentemente i valori <strong>si</strong> comunicano attraverso azioni ispirate ad es<strong>si</strong>,<br />

e comportamenti di vita coerenti ad es<strong>si</strong>. Quindi comunicazione,<br />

condivi<strong>si</strong>one, esperienza di relazione: la famiglia è <strong>si</strong>curamente lo<br />

spazio interpersonale dove <strong>si</strong> percepiscono, <strong>ma</strong> soprattutto <strong>si</strong><br />

sperimentano, valori, dove <strong>si</strong> prende consapevolezza del <strong>si</strong>gnificato<br />

della vita, della fiducia nel futuro. La fragilità va difesa, la parte buona<br />

va invece coltivata. C’è, dunque, una dimen<strong>si</strong>one educativa propria<br />

della famiglia come ce n’è una propria a ciascuna delle agenzie<br />

for<strong>ma</strong>tive.<br />

Ritengo opportuno a questo punto prendere le mosse dalla<br />

con<strong>si</strong>derazione della modificazione che ha subito il concetto di<br />

famiglia nel nostro tempo, in cui <strong>si</strong> ha or<strong>ma</strong>i a che fare con quella<br />

che Roberto Galli chia<strong>ma</strong> “costellazione di famiglie”, che <strong>si</strong><br />

differenziano tra loro in ragione della diver<strong>si</strong>tà di compo<strong>si</strong>zione, di<br />

vincoli, di modelli organizzativi <strong>ma</strong> anche di modelli educativi…<br />

Per sopravvivere oggi la famiglia deve aprir<strong>si</strong> all’esterno, deve cercare<br />

nutrimenti. L’alternativa è una patologia gravis<strong>si</strong><strong>ma</strong> senza arrivare alla<br />

violenza abbaccinante di questi giorni. Per crescere oggi ci vogliono<br />

ben altri legami che quelli del sangue. Non bastano sono una realtà<br />

solo ani<strong>ma</strong>lesca: noi abbiamo bisogno di altro. Poi c’è un proble<strong>ma</strong> di<br />

libertà, di fatti vissuti spesso come possesso, come diritto di proprietà.<br />

E accanto a questa pretesa la cri<strong>si</strong> della capacità di comunicare, il<br />

dilagare dei gadget per adolescenti, dei “tvb” da sms. E’ (incapacità di<br />

fare un discorso, di parlare, di ascoltare. Ma se <strong>non</strong> comunico, se <strong>non</strong><br />

dico quello che sono, resta solo la sopraffazione dell’altro da me. E qui<br />

la cri<strong>si</strong> paurosa dell’educazione, qui la religione dell’incapacità a<br />

insegnare rispetto). Certo che e<strong>si</strong>stono ancora famiglie bellis<strong>si</strong>me, <strong>ma</strong><br />

la media <strong>non</strong> è consapevole del disastro. Solo educando, vale a dire<br />

lavorando e lottando perché le persone possano sviluppare<br />

pienamente, liberamente, senza paura sé stes<strong>si</strong>, <strong>si</strong> superano la<br />

violenza, il dominio, la guerra. L'educazione alla pace è una educazione<br />

settoriale, <strong>si</strong> affianca alla educazione alla democrazia, alla legalità, alla<br />

affettività eccetera, come se <strong>si</strong> trattasse di completare con dei dettagli<br />

(anche se con dettagli deci<strong>si</strong>vi) il piano for<strong>ma</strong>tivo generale. Di più: il<br />

rischio è quello di mirare ad adeguare, attraverso l'educazione, un certo<br />

modello u<strong>ma</strong>no, con<strong>si</strong>derato de<strong>si</strong>derabile, di pervenire ad una sorta di<br />

personalità pacifica o <strong>non</strong>violenta.<br />

Tocchiamo il te<strong>ma</strong> della violenza…<br />

La diffusa violenza penso <strong>si</strong>a sotto gli occhi di tutti, così come è<br />

oggettivo il ritenere che le donne <strong>si</strong>ano le vittime privilegiate. Che<br />

l’uomo faccia la parte del più forte e che <strong>si</strong>a sempre la donna a<br />

soccombere trovo <strong>si</strong>a vero, se l’oggetto è la coercizione fi<strong>si</strong>ca. Ma è<br />

vero il contrario, o comunque il “verdetto” <strong>non</strong> è così sfacciatamente<br />

unanime, se prendiamo in oggetto la violenza p<strong>si</strong>cologica. Ci sono<br />

forme di prigionia p<strong>si</strong>cologica molto nefaste che <strong>non</strong> conosce “genere”.<br />

La verità è che molto spesso, dietro questo subdolo ricatto "in nome<br />

dell'amore", "in virtù di una promessa", "per il bene dei figli"... ci sono<br />

uomini e donne.<br />

Mi piace pensare alla fragilità come scambio di forza di vivere:<br />

quella fragilità che <strong>si</strong> colora di forza, che vive e <strong>si</strong> fa storia <strong>non</strong><br />

solo, come invece spesso avviene, sulla cronaca nera. Una<br />

fragilità a tinte rosa, insom<strong>ma</strong>…<br />

La fragilità è la percezione del proprio limite e nasce dalla paura. Se<br />

uno l'avverte, cerca di sanarla con l'altro, e lo ricerca e lo guarda come<br />

la propria forza, senza im<strong>ma</strong>ginare che egli <strong>si</strong> dona perché <strong>si</strong> sente<br />

debole e trova anch'egli nella fragilità dell'altro la propria forza. La<br />

condizione u<strong>ma</strong>na è tutta dentro la paura. Il dolore chia<strong>ma</strong> la paura e la<br />

paura genera dolore. Credo che in molti ca<strong>si</strong> l’amore nasca dal bisogno<br />

e dalla fragilità e che tutto <strong>si</strong> leghi al senso del limite che uno avverte<br />

dentro di sé. Una base utilitaristica, strumentale… quell’amore che poi<br />

<strong>si</strong> sostanzia di coercizione e violenza. Non temo questi termini che<br />

sono stati banditi da false retoriche. Non mi scandalizzo affatto di<br />

annodare l'amore, o comunque talune forme di amore, ai bisogni e <strong>non</strong><br />

alla <strong>ma</strong>gia dell'incontro, a una pura alchimia che <strong>si</strong> lega al destino<br />

indipendentemente dalle neces<strong>si</strong>tà, come se l'amore fosse il risultato<br />

della libertà, una decorazione <strong>non</strong> necessaria a campare, a stare nel<br />

mondo senza essere attanagliati dalla paura.<br />

La fragilità dunque, paradossalmente, in questa società <strong>non</strong><br />

pos<strong>si</strong>amo ritenerla una forza, Marzia…<br />

La fragilità è dentro l'anatomia dell'uomo. Il dolore è la sostanza,<br />

l'ubi con<strong>si</strong>stam della fragilità, e la fragilità genera una vi<strong>si</strong>one del mondo<br />

che tiene conto del bisogno dell'altro. Per la fragilità l'uomo cerca aiuto,<br />

cerca dei legami per scambiare fragilità, e appoggiando una fragilità a<br />

un'altra <strong>si</strong> sostiene il mondo. Una vi<strong>si</strong>one in cui campeggia il limite, il<br />

proprio limite, quello delle persone vicine e dell'uomo come specie. Un<br />

limite che impedisce i deliri di onnipotenza, di vivere per il potere, per<br />

accumulare ciò che sarebbe bene fosse diviso e distribuito. Impedisce<br />

di essere cattivi verso chi sbaglia, poiché l'errore è connaturale alla<br />

fragilità, alla paura di sbagliare che, se talora aiuta a evitare l'errore,<br />

sovente lo facilita: per la preoccupazione di evitare l'errore, lo <strong>si</strong><br />

im<strong>ma</strong>gina e lo <strong>si</strong> compie. Non c'entra il nichilismo, <strong>ma</strong> la voglia di<br />

aiutare l'altro, <strong>non</strong> di dominarlo, di stare con tutti poiché ti aiutano e tu<br />

aiuti loro, e aiutar<strong>si</strong> è bellis<strong>si</strong>mo. È forse l'azione più <strong>si</strong>gnificativa che<br />

l'uomo può compiere. Eppure. Eppure <strong>ma</strong>i come oggi la società cerca<br />

di sfuggire la fragilità, e <strong>ma</strong>i come oggi la alimenta. La <strong>si</strong>tuazione<br />

dell’uomo nella società contemporanea trovo <strong>si</strong>a da un lato<br />

l’osses<strong>si</strong>one, l’incubo qua<strong>si</strong>, di sfuggire la fragilità, dall’altro la<br />

straordinaria capacità di riprodurla, di alimentarla, <strong>si</strong>no a diventarne<br />

vitti<strong>ma</strong>. Più la <strong>si</strong> demonizza per la paura di percepire il proprio limite, più<br />

<strong>si</strong> tenta di negarla moltiplicando le nostre perfor<strong>ma</strong>nce nell’illu<strong>si</strong>one di<br />

sfuggirla, più la <strong>si</strong> moltiplica in altre forme. Più intime. Più p<strong>si</strong>cologiche.<br />

Più diffuse... una <strong>si</strong>tuazione paradossale. Assurda. La fragilità è una<br />

sfida da affrontare <strong>si</strong>a a livello sociale che individuale.<br />

La forza dell’uomo sta insom<strong>ma</strong> tutta nella consapevolezza di<br />

essere fragile: “la fragilità, scrive Vittorino Andreoli, rifà l’uomo,<br />

mentre la potenza lo distrugge, lo riduce a frammenti che <strong>si</strong><br />

trasfor<strong>ma</strong>no in polvere”.<br />

La vita è fragilità. E’ la fragilità che ci fa crescere. La <strong>si</strong> accetta per<br />

diventare un essere u<strong>ma</strong>no con dignità. Per essere noi stes<strong>si</strong>, con le<br />

nostre zone d’ombra, le nostre imperfezioni. La fragilità è nascosta e/o<br />

palesata ovunque perché <strong>non</strong> c’è nulla che <strong>si</strong>a indistruttibile o <strong>si</strong>curo,<br />

soprattutto ai giorni nostri sempre più contrassegnati da una dilagante<br />

cultura del relativo che corrode certezze, intacca valori, cancella<br />

tradizioni, logora collaudate <strong>si</strong>curezze. Oggi tutto sembra poggiare su<br />

instabili equilibri: dal mondo del lavoro che assomiglia sempre più ad<br />

una giungla, alla famiglia che <strong>si</strong> disgrega, da codici comportamentali e<br />

morali oggi di colpo obsoleti, alle chiese che <strong>si</strong> svuotano e ai passati<br />

modelli pedagogici improvvisamente sbagliati. Oggi certamente più di<br />

ieri, il mondo bussa alle porte con il suo bagaglio quotidiano di<br />

disu<strong>ma</strong>nità... ed è per questo che occorre ridefinire il concetto stesso di<br />

progresso perché quello di cui godiamo e del quale <strong>non</strong> sappiamo più<br />

farne a meno, sembra pregiudicare pesantemente il futuro dei nostri<br />

figli...<br />

Condivido appieno la tua te<strong>si</strong>, Marzia.. <strong>non</strong> dimentichiamo che nel<br />

suo “Elogio della debolezza” Alexandre Jollien, affetto da parali<strong>si</strong><br />

cerebrale infantile, ebbe la forza di scrivere: “la mia incapacità di<br />

raggiungere una completa autonomia mi rivela quotidianamente la<br />

grandezza dell’uomo”. Qua<strong>si</strong> a convincerci che la fragilità,<br />

<strong>non</strong>ostante la nostra società, in nome di un’utopica onnipotenza<br />

tenti di negarla, diventa forza. Deve, o meglio, dovrebbe,<br />

ridiventare forza. Per quanto riguarda invece il ruolo delle donne<br />

(giustificato il mio ritornare sulla celebrata “questione di genere”,<br />

<strong>si</strong> è avuta un’evoluzione notevole nella presenza di donne nei<br />

loghi di lavoro, questo in moltis<strong>si</strong>mi pae<strong>si</strong>. Marginali invece<br />

ancora gli ingres<strong>si</strong> ai luoghi di potere. La do<strong>ma</strong>nda è: come <strong>si</strong> può<br />

declinare oggi l’educazione alla cittadinanza circa l’argomento<br />

complesso intorno al potere e al ruolo delle donne?<br />

Direi che ci sono due elementi. Da un lato c’è una fragilità specifica ogni<br />

qual volta <strong>si</strong> parla delle donne e dei diritti delle donne, dall’altro c’è una<br />

fragilità più generale delle nostre democrazie contemporanee, nel<br />

senso che <strong>non</strong> <strong>si</strong> è ancora trovato il modo per garantire i diritti delle<br />

minoranze. E le donne entrano senz’altro nel novero delle minoranze,<br />

anche se dal punto di vista quantitativo <strong>non</strong> lo sono. Rispetto ai loro<br />

diritti, infatti, in particolar modo se <strong>si</strong> guarda alla società italiana, io direi<br />

che ci <strong>si</strong> trova davanti una vera e propria for<strong>ma</strong> di sta<strong>si</strong>, se <strong>non</strong> di<br />

regres<strong>si</strong>one: perché è come se in questi ultimi anni <strong>si</strong> stesse tornando<br />

indietro. Nonostante l’uguaglianza <strong>si</strong>a dichiarata a livello costituzionale,<br />

in realtà questa stessa uguaglianza <strong>non</strong> è garantita a livello sostanziale:<br />

i diritti delle donne <strong>non</strong> sono ancora realmente tutelati. Tornando al<br />

caso del lavoro: qua<strong>si</strong> ovunque e<strong>si</strong>stono leggi che garantiscono<br />

l’uguaglianza salariale però poi, se <strong>si</strong> va a guardare l’<strong>applica</strong>zione, <strong>si</strong><br />

vede che le donne <strong>non</strong> riescono ad accedere a po<strong>si</strong>zioni di potere<br />

come gli uomini. Per cui, nella realtà, l’uguaglianza <strong>non</strong> è garantita. È<br />

per questo che molto deve ancora essere fatto, anche a livello<br />

educativo, perché questa uguaglianza in termini di diritti <strong>si</strong> traduca in<br />

una uguaglianza effettiva, reale. La comples<strong>si</strong>tà del fenomeno oggi è<br />

che noi donne <strong>si</strong>amo più o meno tutte sottomesse ad un’im<strong>ma</strong>gine<br />

negativa della femminilità e dobbiamo combattere ogni giorno per<br />

portare avanti un discorso alternativo, fatto di convinzioni e di credenze<br />

che <strong>non</strong> coincidono con le convinzioni e le credenze veicolate dai<br />

<strong>ma</strong>ss-media. Bisogna impegnar<strong>si</strong> quotidianamente per riuscire ad<br />

andare contro corrente e smettere di cercare lo sguardo dell’altro per<br />

sentir<strong>si</strong> confer<strong>ma</strong>te nel nostro valore. E soltanto nel momento in cui ci <strong>si</strong><br />

svincola dallo sguardo dell’altro e <strong>si</strong> crede in se stesse, nella pos<strong>si</strong>bilità<br />

di affer<strong>ma</strong>r<strong>si</strong> indipendentemente dal giudizio degli altri, che <strong>si</strong> riesce a<br />

comunicare una serie di valori e di messaggi po<strong>si</strong>tivi che potranno<br />

permettere alle nuove generazioni di uscire dalla strettoia in cui <strong>si</strong><br />

trovano oggi.<br />

Quale, oggi, il ruolo della donna nei <strong>ma</strong>ss media e soprattutto,<br />

quale, il potere dei media?<br />

Il potere dei media è evidente e su questo <strong>non</strong> <strong>si</strong> discute, in particolare<br />

quello televi<strong>si</strong>vo. Comunicazione e infor<strong>ma</strong>zione sono fondamentali<br />

all’interno delle società contemporanee: il loro ruolo e lo sviluppo<br />

all’interno della società sono deci<strong>si</strong>vi. Ogni nuovo strumento di<br />

comunicazione ha profondamente trasfor<strong>ma</strong>to la cultura e la società; il<br />

loro progresso ha trasfor<strong>ma</strong>to abitudini di vita e di comunicazione,<br />

influendo su mentalità, cultura e meccanismi sociali e politici.<br />

Inizialmente con l’espres<strong>si</strong>one <strong>ma</strong>ss media <strong>si</strong> faceva riferimento a<br />

giornali, radio e televi<strong>si</strong>one, oggi <strong>si</strong> as<strong>si</strong>ste invece all’affer<strong>ma</strong>zione di<br />

nuovi media: Internet .. anche se la tv resta ancora in testa circa la sua<br />

capacità di penetrazione. Anche qui la donna ha una scelta ancora<br />

limitata, o comunque <strong>non</strong> rappresenta la comples<strong>si</strong>tà del femminile; <strong>si</strong><br />

trova a scegliere: o cercare un certo successo, giocando sul proprio<br />

corpo, la propria apparenza, la propria im<strong>ma</strong>gine, oppure confor<strong>ma</strong>r<strong>si</strong><br />

ad un modello di femminile in contrappo<strong>si</strong>zione a quella <strong>ma</strong>schile.<br />

Percorso più difficile. I <strong>ma</strong>ss media, e <strong>non</strong> di meno la pubblicità, in<br />

genere <strong>non</strong> sono il luogo da cui scaturiscono gli stereotipi, es<strong>si</strong><br />

amplificano quegli stereotipi che già e<strong>si</strong>stono. Non bisogna confondere<br />

mezzo e messaggio; ciò che conta è entrare nel mondo dei <strong>si</strong>mboli per<br />

osservarli e riconoscerli, per renderli, forse e finalmente, innocui. Su<br />

questo dovremmo riflettere…<br />

In relazione a motto al quale dici di credere fer<strong>ma</strong>mente: ovvero,<br />

volere è potere….“La volontà <strong>non</strong> può superare i limiti della sfera<br />

p<strong>si</strong>chica; <strong>non</strong> è in grado di costringere l’istinto, e <strong>non</strong> ha potere<br />

sullo spirito.” (C.G.Jung – 1947) “L’unica cosa che ci rifiutiamo di<br />

ammettere è di essere in balia di «forze» che <strong>non</strong> <strong>si</strong>ano riducibili al<br />

nostro controllo. [...]<br />

Il motto «volere è potere» <strong>si</strong> pensa ri<strong>ma</strong>ndi alla superstizione dell’uomo<br />

moderno. E invece no: p<strong>si</strong>cologizzando la realtà <strong>si</strong> stabilisce che basta<br />

intervenire su di sé, sul proprio "<strong>si</strong>ste<strong>ma</strong> p<strong>si</strong>cologico", affinché tutto poi<br />

vada bene. O comunque al meglio, rispetto alla personali aspettative, e<br />

<strong>non</strong> di meno, alle capacità. La causa di tutto è dentro noi stes<strong>si</strong>. Un<br />

ottimo pretesto insom<strong>ma</strong> per <strong>non</strong> tentare di modificare le cose<br />

all'esterno: in alcune circostanze questo può trasfor<strong>ma</strong>r<strong>si</strong> in un perfetto<br />

strumento per esercitare il potere e <strong>ma</strong>ntenere lo status quo. Come dire<br />

"Non è vero che la realtà ti sta stritolando, <strong>ma</strong> sei tu che <strong>non</strong> hai il<br />

giusto atteggiamento mentale"...<br />

“Le streghe hanno smesso di e<strong>si</strong>stere quando noi abbiamo<br />

smesso di bruciarle”.. lo affer<strong>ma</strong> Voltaire…<br />

Ti risponderò ironicamente, così come sono certa che voles<strong>si</strong><br />

suggerirmi attraverso la tua citazione, molto carina fra le altre cose…<br />

che nella realtà la donna ha tantis<strong>si</strong>me sfaccettature e contraddizioni: la<br />

sua identità resta un punto di do<strong>ma</strong>nda.<br />

Progetti futuri?<br />

Anche tornare alla radio.. un ritorno alla origini. Come tornare a casa.<br />

Ovviamente mi riferisco a quella radio bella, di grandis<strong>si</strong>mo appeal


in cui ho trascorso un periodo indimenticabile della mia vita e che ritengo <strong>si</strong>a davvero<br />

luogo alto della parola, della gene<strong>si</strong> di idee e della loro circolazione. La radio è la vera<br />

agorà dello scambio delle idee, del confronto dello spirito. Sembra bizzarro che io utilizzi<br />

una parola come 'spirito' parlando di radio, però è davvero così, perché soltanto dove c'è il<br />

pri<strong>ma</strong>to della parola <strong>si</strong> può misurare l'altezza dello spirito u<strong>ma</strong>no quando questo è<br />

veramente posto al servizio della civiltà. Può apparire retorico, <strong>ma</strong> <strong>non</strong> lo è. Mi piace<br />

definire la radio quale media di civiltà e, di conseguenza, individuo <strong>intelligente</strong> chi la<br />

ascolta. Il pubblico che sceglie di ascoltare la radio è un pubblico consapevole che opera<br />

scelte precise e motivate.<br />

E la televi<strong>si</strong>one?<br />

La televi<strong>si</strong>one è la mia casa… però.. come dire.. vorrei riprovare il gusto dell’agorà,<br />

all'arengo, in quel luogo laddove ci sottraiamo dalle im<strong>ma</strong>gini..<br />

Quello che <strong>non</strong> abbiamo detto…<br />

Ci <strong>si</strong>amo un po’ dette tutto… quello che <strong>non</strong> abbiamo detto di inci<strong>si</strong>vo circa la mia persona<br />

(sorride) è che sono una donna molto solare.. e che mi piace anche molto cucinare …<br />

intervista a cura di <strong>Valeriana</strong> <strong>Mariani</strong><br />

Le mie donne<br />

VILLANI<br />

CECILIA<br />

Energica innovatrice, con la sua grande<br />

capacità di vi<strong>si</strong>one <strong>ma</strong> al contempo con la sua<br />

concretezza e le esperienze <strong>ma</strong>turate in<br />

decenni di lavoro nel pubblico impiego, Cecilia<br />

ha deciso di mettere oggi la sua esperienza e<br />

talento nella diffu<strong>si</strong>one di una innovativa<br />

“filosofia e stile di vita” che porti benefici a tutta<br />

la comunità.<br />

Dotata di ottime capacità e competenze organizzative e<br />

straordinariamente abile nel dirigere e coordinare, <strong>si</strong> reinventa <strong>ma</strong>nager<br />

di se stessa. Madre di due figlie, oggi più che <strong>ma</strong>i, in questa atmosfera di<br />

sconforto morale e profes<strong>si</strong>onale, in questa dram<strong>ma</strong>tica cri<strong>si</strong> economica<br />

e sociale, trova <strong>si</strong>a diventato imperativo il por<strong>si</strong> al di sopra delle cose<br />

effimere della vita con quell’entu<strong>si</strong>asmo che è proprio solo di chi<br />

pos<strong>si</strong>ede una giusta <strong>ma</strong>turità culturale e di pen<strong>si</strong>ero. C'è una<br />

dimen<strong>si</strong>one inti<strong>ma</strong>, emotiva, personale che per lei è raggiungere un<br />

obiettivo profes<strong>si</strong>onale. Lo sente come una responsabilità forte, verso se<br />

stessa e verso le persone che credono lei. Una responsabilità superata<br />

solo da quella che sento nei confronti della sua famiglia. Cecilia è una di<br />

quelle donne che guardano alla vita come ad una battaglia duris<strong>si</strong><strong>ma</strong> da<br />

vincere giorno dopo giorno, con austerità. La turba il pensare che un<br />

giorno potrebbe rimpiangere di aver perduto qualcosa, o di aver fatto<br />

degli errori in passato a cui <strong>non</strong> poter porre rimedio. Il tempo che passa<br />

la fa sentire più libera, più di<strong>si</strong>nvolta nei confronti dell’e<strong>si</strong>stere. Vuole<br />

fortemente continuare a vivere come de<strong>si</strong>dero. Ci vuole coraggio amore<br />

e pazienza. E quel pizzico di buonumore che <strong>non</strong> la abbandona <strong>ma</strong>i.<br />

Cecilia Villani con le figlie Maria Lisa e Marta Selvaggini (a destra)<br />

Responsabile per il centro-Italia del<br />

PROGRAMMA Bioallergen ®<br />

che offre una linea completa di dispo<strong>si</strong>tivi sanitari per un’efficace e naturale protezione<br />

dell’eco<strong>si</strong>ste<strong>ma</strong> casa e <strong>non</strong> solo Un program<strong>ma</strong> per una naturale ed efficace pulizia dell’aria da<br />

allergeni, microrganismi e contaminanti chimici in ambienti re<strong>si</strong>denziali e lavorativi principalmente<br />

attraverso due <strong>si</strong>stemi : - HygienicO3 - Biocleaner Med.<br />

Elite - Bioallergen è un’azienda impegnata da oltre un decennio nella continua ricerca di soluzioni<br />

innovative per la prevenzione delle allergie indoor, che distribuisce con i <strong>ma</strong>rchi Bioallergen e Aurader<strong>ma</strong>.<br />

I campi di <strong>applica</strong>zione vanno dalla prevenzione delle allergie respiratorie, (acari, pollini, muffe, etc.) al<br />

trattamento e prevenzione delle allergie der<strong>ma</strong>tologiche con particolare attenzione all’ambito pediatrico.<br />

Nel 2013 ha avviato il progetto Allergy Free Hotels®, che consente ad alberghi, hotels e B&B, di offrire,<br />

attraverso l’adozione di un adeguato protocollo, camere “Allergy Free”. Scopo di questa iniziativa è dare<br />

un servizio a un gran numero di persone che spesso <strong>si</strong> trovano in difficoltà quando devono soggiornare o<br />

affrontare un viaggio di lavoro o de<strong>si</strong>derano godere di un periodo di vacanza al di fuori della propria<br />

re<strong>si</strong>denza. L'elenco delle strutture che già aderiscono al program<strong>ma</strong> Allergy free Hotels® è disponibile sul<br />

<strong>si</strong>to www.allergyfreehotels.info. (Cecilia Villani mobile 348 9281669 ceci.villani@g<strong>ma</strong>il.com)<br />

www.donnaimpresa.com 43


Hotel Excel<strong>si</strong>or, Via Veneto 125, Ro<strong>ma</strong>. Il<br />

prestigio<strong>si</strong>s<strong>si</strong>mo parterre degli ospiti del Gala delle<br />

Margherite 2013 il cui ricavato è stato devoluto a<br />

beneficio delle finalità statutarie di Viva la Vita onlus<br />

associazione di familiari e <strong>ma</strong>lati di Sclero<strong>si</strong> Laterale<br />

Amiotrofica che ha come Pre<strong>si</strong>dente Onorario e<br />

Testimonial Erminia Manfredi, moglie del<br />

compianto grande attore Nino. Presenti all'evento,<br />

così come avvenuto per le edizioni precedenti, circa<br />

cinquecento persone del mondo dell'imprenditoria,<br />

delle Istituzioni, della cultura e dello spettacolo.<br />

Gala delle Margherit e<br />

Ro<strong>ma</strong> 2013<br />

Una <strong>ma</strong>nifestazione annuale<br />

patrocinata dall'Alto Patronato della<br />

Pre<strong>si</strong>denza della Repubblica, dalla<br />

Pre<strong>si</strong>denza del Con<strong>si</strong>glio, dalla Regione<br />

Lazio e da Ro<strong>ma</strong> Capitale che ha<br />

contribuito alla realizzazione di<br />

numero<strong>si</strong> progetti u<strong>ma</strong>nitari, tra i quali:<br />

il Centro per la ricerca sul Diabete<br />

(Associazione Italiana Lions per il<br />

Diabete) a Perugia; completamento<br />

dell'Ospedale Madre Teresa di Calcutta<br />

a Tirana; il completamento di una casa<br />

di accoglienza per ragazzi a Porto<br />

Seguro in Bra<strong>si</strong>le tramite la Onlus<br />

S.O.S. Bra<strong>si</strong>le; il funzionamento del<br />

Centro di For<strong>ma</strong>zione in Tecniche<br />

Agricole ed Artigianali per Disabili in<br />

Marocco tramite la Onlus ong VISES<br />

Volontari Iniziative e Sviluppo<br />

Economico e Sociale, Ro<strong>ma</strong>; lo<br />

svolgimento dei programmi di<br />

integrazione per Artisti Disabili gestito<br />

dall'Associazione Onlus VSA (Very<br />

Special Arts) Italia, affiliata alla Very<br />

Special Arts International della Kennedy<br />

Foundation for Performing Arts in USA;<br />

alla Associazione KIM Onlus che <strong>si</strong><br />

impegna a favore di minori, affetti da<br />

gravi patologie, provenienti da pae<strong>si</strong> le<br />

cui condizioni <strong>non</strong> rendono pos<strong>si</strong>bili i<br />

necessari interventi terapeutici; alla<br />

Associazione ALDO PERINI Onlus che<br />

<strong>si</strong> prodiga per la ricerca scientifica ed<br />

as<strong>si</strong>stenza morale e <strong>ma</strong>teriale delle<br />

persone colpite dalla SLA (Sclero<strong>si</strong><br />

Laterale Amiotrofica); a SMILE TRAIN<br />

ITALIA Onlus che organizza mis<strong>si</strong>oni<br />

chirurgiche nei pae<strong>si</strong> in via di sviluppo<br />

per operare bambini affetti da<br />

<strong>ma</strong>lfor<strong>ma</strong>zioni del volto, ustioni e<br />

traumi bellici; All'Ente Morale ISTITUTO<br />

LEONARDA VACCARI Onlus per la<br />

riabilitazione, l'integrazione e<br />

l'inserimento delle persone con<br />

disabilità.<br />

Le mie donne<br />

LUCIBELLI<br />

BIANCA MARIA CARINGI<br />

comingsoon<br />

Metti una sera a cena... a casa di Stefania<br />

Bianca Maria Caringi Lucibelli è una donna straordinaria. Sempre<br />

in movimento, organizza iniziative che lasciano il segno, come<br />

l’ora<strong>ma</strong>i celeberrimo Gala della Margherite. Concentrata sulle<br />

te<strong>ma</strong>tiche del sociale, Bianca <strong>non</strong> scivola <strong>ma</strong>i nella retorica e<br />

nella banalità. E i risultati <strong>si</strong> vedono.<br />

Una donna consapevole che è sempre meglio dar<strong>si</strong> da fare piuttosto che guardare e giudicare la<br />

vita da una finestra, senza <strong>ma</strong>i osare, senza <strong>ma</strong>i impegnar<strong>si</strong> in pri<strong>ma</strong> persona e a fornire il proprio<br />

contributo al cambiamento. La parola d’ordine è: cambiare tutto ciò che è pos<strong>si</strong>bile, a fin di bene.<br />

L’Italia è tramortita. L’Italia ha bisogno di risorgere. Ha bisogno di tirare fuori dalla sua testa, dalla<br />

sua pancia e dal suo cuore le energie che pure conserva dentro di sé e che, come è successo altre<br />

volte in passato, possono farla rinascere. C’è bisogno di gesti, individuali e collettivi, che diano una<br />

spinta verso questa rigenerazione. C’è bisogno di unire sentimento e vi<strong>si</strong>one. C’è bisogno di<br />

mettere al mondo e rendere vi<strong>si</strong>bile questa urgente neces<strong>si</strong>tà e questo de<strong>si</strong>derio diffuso attraverso<br />

gesti <strong>si</strong>gnificativi e prefiguranti da percorrere in<strong>si</strong>eme. C’è bisogno di un incontro <strong>non</strong> solo mentale<br />

e ideale <strong>ma</strong> anche fi<strong>si</strong>co, che renda vi<strong>si</strong>bile e che faccia vivere l’im<strong>ma</strong>gine e la pos<strong>si</strong>bilità di<br />

un’unione dinamica riconquistata, dopo anni di avvelenamento, di abbattimento e di <strong>ma</strong>ncanza di<br />

prospettive, di angosce, lacerazioni e divi<strong>si</strong>oni, territoriali e sociali, in cui c’è stato chi ha creduto di<br />

prosperare agitando e acuendo proprio tali divi<strong>si</strong>oni e lacerazioni, fino a portarci nel vicolo cieco in<br />

cui oggi ci troviamo e da cui è difficile, se <strong>non</strong> addirittura impos<strong>si</strong>bile, uscire per poter finalmente<br />

imboccare altre strade. La capacità femminile <strong>si</strong> sostanzia pri<strong>ma</strong> di tutto nella capacità di creare<br />

legami, os<strong>si</strong>a di generare intorno a se un ambiente di accoglienza e di cura, in cui <strong>si</strong> renda pos<strong>si</strong>bile<br />

il superamento dell’individualismo autoreferenziale e <strong>si</strong> consolidi invece un atteggiamento di<br />

solidarietà e di collaborazione, di servizio discreto e <strong>si</strong>lenzioso, <strong>ma</strong> proprio per questo efficace e<br />

costruttivo. C'è è una dimen<strong>si</strong>one inti<strong>ma</strong>, emotiva, personale che in donne come Bianca <strong>non</strong> può<br />

essere soddisfatta da alcun obiettivo che <strong>non</strong> <strong>si</strong>a il solo trasmettere emozioni. La sente come una<br />

responsabilità forte, verso noi e verso le persone che credono in lei.<br />

Il Premio Internazionale <strong>Donna</strong> <strong>Impresa</strong> a<br />

Bianca Maria Caringi Lucibelli sarà conferito<br />

dal Pre<strong>si</strong>dente di <strong>Donna</strong> <strong>Impresa</strong> <strong>Magazine</strong><br />

<strong>Valeriana</strong> <strong>Mariani</strong> in occa<strong>si</strong>one del "GRAN<br />

GALA DELLE MARGHERITE Festa di<br />

Pri<strong>ma</strong>vera" che <strong>si</strong> terrà come di consueto<br />

presso l' Hotel Excel<strong>si</strong>or di Via Veneto in<br />

Ro<strong>ma</strong> il 12 Aprile 2014 di cui è ideatrice ed<br />

organizzatrice. Le finalità: " Per l'autentica<br />

vocazione, volontaria e gratuita della propria<br />

opera a favore di categorie di persone che<br />

hanno gravi neces<strong>si</strong>tà e assoluto ed urgente<br />

bisogno di aiuto e as<strong>si</strong>stenza". Il patrocinio e la<br />

sponsorizzazione di questa 25° edizione sarà<br />

assunta dall' Ambasciatrice di Egitto in Italia<br />

Sig.ra Abir Helmy, che ha già as<strong>si</strong>curato il suo<br />

<strong>ma</strong>s<strong>si</strong>mo impegno in<strong>si</strong>eme ad Anna Maria<br />

Benedetti Pre<strong>si</strong>dente della S.I.B. e Vice<br />

Pre<strong>si</strong>dente onorario dell' Ospedale Italiano<br />

Umberto I° al Cairo<br />

www.donnaimpresa.com 45


Gala delle Margherit e<br />

Ro<strong>ma</strong> 2013<br />

Erminia Manfredi<br />

Viva La Vita<br />

L’intenso rapporto u<strong>ma</strong>no e d’amore che mi ha legato a Nino per tutta la<br />

vita ha inciso profondamente in me anche nell’esperienza dell’ultimo<br />

distacco. La lunga fase di degenza in riani<strong>ma</strong>zione che ha caratterizzato la<br />

sua dipartita, mi ha messo in contatto con un mondo d’intenso dolore <strong>ma</strong><br />

anche di grandi speranze e pas<strong>si</strong>oni, come quelle che attraversano i<br />

familiari dei <strong>ma</strong>lati inguaribili e in fase terminale. Gli ultimi sorri<strong>si</strong> di Nino mi<br />

hanno legata a questa realtà e ho deciso di dedicare le mie forze e la mia<br />

energia all’as<strong>si</strong>stenza dei <strong>ma</strong>lati di S.L.A. che, come lui, sono totalmente<br />

dipendenti dall’aiuto degli altri nel loro letto di dolore. Una società civile ed<br />

evoluta <strong>non</strong> può far finta di <strong>non</strong> vedere questa sofferenza e negare il livello<br />

di as<strong>si</strong>stenza medica e affettiva che queste persone, perchè di persone e<br />

<strong>non</strong> di <strong>ma</strong>lati o pazienti dobbiamo sempre parlare, chiedono a noi tutti per<br />

conservare la loro dignità u<strong>ma</strong>na anche in momenti di così grande difficoltà.<br />

Accogliere cittadini sen<strong>si</strong>bili e genero<strong>si</strong> nelle occa<strong>si</strong>oni di incontro cui riesco<br />

a dare vita, è per me motivo di grande commozione e gioia nel constatare,<br />

ogni volta, come con l’aiuto di tutti voi pos<strong>si</strong>amo sopperire, almeno in parte,<br />

alle tante carenze del <strong>si</strong>ste<strong>ma</strong> sanitario, oggi in una cri<strong>si</strong> finanziaria e<br />

organizzativa così grave da condizionarne la capacità di risposta<br />

tempestiva a queste proble<strong>ma</strong>tiche. Dal profondo del cuore, grazie per il<br />

vostro affetto e per la vostra partecipazione alla mia battaglia.<br />

Erminia Manfredi<br />

Tra gli ospiti: l’attore Pierfrancesco Favino, premiato durante il soiréè da Erminia Manfredi, Maria Grazia Cucinotta, Rita Dalla<br />

Chiesa, Marco Columbro, Lando Buzzanca, Franca e Paola Fendi, Valeria Mangani Dani Del Secco d’Aragona, i direttori di<br />

Wo<strong>ma</strong>n & Bride Erika Gottardi e Mas<strong>si</strong>miliano Piccinno, Giovanna Bonaventura, Cinzia Th Torrini con Ralph Palka, Paolo<br />

Zerbinati, Claudia Toti Lombardozzi, Rossana To<strong>ma</strong>s<strong>si</strong> Golkar, Giada e Antonio Curti, Christian Berlakovitz con Maria<br />

Grazia Tetti, Bruno Ferraro, Nori Corbucci, Diego Percos<strong>si</strong> Papi, Saveria Dandini, Silvia Capaldo, Adele Federico, Assunta<br />

Almirante, Francesca Bonanni, Maria Rita Par<strong>si</strong>, Irene Bozzi, Alessandro Cas<strong>si</strong>ani, Isabella Rauti, Patrizia de Rose,<br />

Giuseppe Ferrajoli e Olga, Elena Aceto di Capriglia, Sandra Cioffi e Francesco Fedi, Daria Pesce, Osvaldo De Santis,<br />

Livia Turco, Patrizia De Santis (Pre<strong>si</strong>dente Camera Moda Monegasca) , Maurizio Gelli (Ambasciatore in Uruguay e Nicaragua) ,<br />

Mohammed Seraj (Con<strong>si</strong>gliere dell'Ambasciata Saudita) , Marina Pignatelli, Margherita Bonazzi, Laura e Lavinia Biagiotti,<br />

Mario D’Urso, Lella Bertinotti, Assunta Almirante, la principessa Marilu Gaetani, i principi di Libia Ana Maria e Idris Al<br />

Senus<strong>si</strong>, Anna Maria Jacoros<strong>si</strong>, principe Jonathan Doria Pamphili, Gina Spallone, Sara Ian<strong>non</strong>e, Anna Maria Quattrini,<br />

Luigi Bruno, Marzia Spatafora, Paola Ro<strong>ma</strong>no, Cecilia Villani ed il Pre<strong>si</strong>dente/editore di <strong>Donna</strong> <strong>Impresa</strong> International<br />

<strong>Valeriana</strong> <strong>Mariani</strong>


noialtruisti nati<br />

Credere ed incarnare il Cambiamento<br />

Maria Lorena Magliocco, 31 anni autrice Tv e storica dell’arte. Oggi<br />

attiva concretamente nella vita politica ro<strong>ma</strong>na e Pre<strong>si</strong>dente<br />

dell’associazione Altruisti Nati. Fiera di <strong>non</strong> aver apparati cerca<br />

nella propria generazione e nel proprio genere la forza per<br />

sovvertire questo mondo, perché <strong>si</strong> può. L’abbiamo incontrata per<br />

le strade del centro storico di Ro<strong>ma</strong>, in una serata particolarmente<br />

fredda e tra le prime cose che ci ha detto: “Anche se fa freddo,<br />

facciamo una passeggiata, adoro questa città… la sento mia anche se<br />

nelle mie vene scorre il sangue del Salento, terra antica e piena di<br />

storia. Fin da subito ho capito che qui volevo vivere e realizzarmi.<br />

Conosco molto bene questa città, le sue strade, i suoi palazzi, i suoi<br />

monumenti e quei luoghi celati dalle guide turistiche. Ro<strong>ma</strong> è come una<br />

grande <strong>ma</strong>dre accoglie tutti, <strong>ma</strong> ripudia nello stesso tempo se <strong>non</strong> ci sai<br />

vivere”.<br />

Osservando Maria Lorena, il suo è un volto come tanti che <strong>si</strong><br />

confonde tra gli sguardi dei tanti e variegati quartieri della capitale.<br />

A<strong>ma</strong> respirare tutto ciò che vita e realtà e la stessa gente <strong>si</strong><br />

riconosce in quegli occhi così vivi e veri. E’ una donna che <strong>non</strong> ha<br />

timore di espor<strong>si</strong>, che <strong>non</strong> ha paura di fare scelte, e soprattutto<br />

che, è consapevole che le scelte fatte adesso sono scelte su cui <strong>si</strong><br />

giocherà il futuro di questo paese. Una donna dalle ambizioni <strong>non</strong><br />

comuni, <strong>ma</strong> perché <strong>non</strong> comuni è la chiarezza con cui sa’ quello<br />

che vuole... Cos’è Altruisti Nati?<br />

Ho voluto fortemente la nascita dell’associazione Altruisti Nati e nasce<br />

dall’e<strong>si</strong>genza di un reale cambiamento della vita culturale e sociale del<br />

nostro Paese, promuovendo un’idea di mondo e un’azione nel mondo,<br />

in cui l’altruismo, inteso come partecipazione, mutualità diffusa – di<br />

saperi, infor<strong>ma</strong>zioni, servizi o beni – <strong>si</strong>a la naturale implicazione del<br />

principio di reciprocità che sta a fondamento di ogni nor<strong>ma</strong>tiva<br />

democratica sui diritti e doveri di uno Stato. In tal senso, l’altruismo<br />

viene a configurar<strong>si</strong> anche come la conseguenza razionale<br />

dell’<strong>applica</strong>zione del principio di reciprocità. Altruisti Nati riscopre il<br />

valore po<strong>si</strong>tivo delle cooperazioni cioè mutualità di strumenti e obiettivi.<br />

E’ questa la tua pri<strong>ma</strong> impresa?<br />

La mia pri<strong>ma</strong> impresa innanzitutto è stata quella di costruire me stessa.<br />

Voglio rendere <strong>si</strong>gnificative le cose in cui mi impegno… attraverso la<br />

trasparenza e l’onestà intellettuale. Questo progetto è un obiettivo da<br />

perseguire con impegno e pas<strong>si</strong>one. Per me è concreto dovere e lo<br />

sento sulla pelle e vibra come le più forti emozioni. Sono pronta ad<br />

impegnarmi per il bene pubblico, <strong>ma</strong> <strong>non</strong> voglio farlo a livello politico<br />

nazionale perché ci sono le lobby talmente forti e ben radicate che per il<br />

cambiamento vero nazionale tanto annunciato <strong>si</strong> dovrà attendere<br />

ancora qualche anno. Il primo passo è tentare di portare un<br />

cambiamento nel locale, solo chi governa il locale influisce sulla qualità<br />

della vita della persona. In tutto ciò c’è una perfetta vi<strong>si</strong>one commisurata<br />

ad una strategia che porta all’obiettivo unico e concreto. Perché è il<br />

prag<strong>ma</strong>tismo che salva le cose, <strong>non</strong> le profes<strong>si</strong>oni ideali. Talmente<br />

prag<strong>ma</strong>tico da risvegliare il Nostro Paese dormiente e in Ritirata di<br />

fronte ad ogni vera sfida di progresso Non servono molte cose, <strong>ma</strong> le<br />

cose giuste per raggiungere l’obiettivo; <strong>non</strong> servono molte idee, <strong>ma</strong> una<br />

buona idea, <strong>non</strong> servono molti strumenti, <strong>ma</strong> lo strumento che funziona.<br />

Per questo l’etica deve essere arricchita dall’estetica, dalla bellezza<br />

d' ogni cosa.<br />

Ti senti molto determinata?<br />

Si, credo molto in questo progetto così ambizioso. E’ come scalare<br />

un’enorme montagna, <strong>ma</strong> la mia forte autodeterminazione, la strada<br />

della consapevolezza che il co<strong>si</strong>ddetto potere tanto ricercato <strong>non</strong> è<br />

avere qualcosa da qualcuno, <strong>ma</strong> fare qualcosa, la cosa migliore, per<br />

tutti. Poterla fare. Perché il potere è fare delle scelte. Scelte che<br />

consentono di realizzare delle cose diverse, cose che funzionano, che<br />

creano opportunità e benessere, e gioia. Un progetto che <strong>non</strong> è<br />

Grandioso, <strong>ma</strong> grande, ovvero capace di creare davvero un’opportunità<br />

vincente. Non servono mote cose, <strong>ma</strong> quella sola cosa che funziona.<br />

La tua sfida parte da Ro<strong>ma</strong>...<br />

Il naturale avvio del processo di cambiamento <strong>non</strong> può che riguardare<br />

la realtà più vicina ai bisogni quotidiani dei cittadini, il governo<br />

municipale: la nostra sfida parte da Ro<strong>ma</strong>, capitale d’Italia nella sua<br />

ricchezza potenziale e nella sua degenerazione reale, emble<strong>ma</strong> di una<br />

società incapace di trasfor<strong>ma</strong>r<strong>si</strong> al punto da ricadere su se stessa.<br />

Ro<strong>ma</strong>, elemento reale e <strong>si</strong>mbolico al contempo, perciò tanto più<br />

potente, lungi dall’essere diventata quel che avrebbe naturalmente<br />

dovuto essere, una grande capitale europea, anziché aver creato e<br />

promosso nuovi modelli culturali, è diventata elemento frenante e<br />

mortificante per l’intera cultura e società italiane. Perciò proprio da<br />

Ro<strong>ma</strong> partirà il nostro progetto di cambiamento, perché questo è il<br />

momento, <strong>non</strong> semplicemente opportuno <strong>ma</strong> necessario, per muover<strong>si</strong><br />

all’azione. Urgente è la sfida per il cambiamento, per il superamento<br />

culturale dell’immobilismo gattopardesco del <strong>si</strong>ste<strong>ma</strong> politico e sociale<br />

del nostro Paese. Non le forme, <strong>non</strong> l’apparenza, <strong>non</strong> gli slogan, <strong>ma</strong> la<br />

sostanza della partecipazione all’istituzione di nuove regole comuni è il<br />

nostro obiettivo, che <strong>si</strong> riassume nell’uguaglianza reale di pos<strong>si</strong>bilità, per<br />

tutti i cittadini, qualunque <strong>si</strong>a il loro status sociale, economico, culturale,<br />

di salute, di credo religioso o morale, di affettività, sessualità e<br />

prospettiva vitale. Noi di Altruisti Nati vogliamo ottenere risultati concreti<br />

e ragionevoli per fare di Ro<strong>ma</strong> una capitale europea del terzo millennio,<br />

attraverso una politica di modernizzazione e razionalizzazione della città<br />

e delle sue pos<strong>si</strong>bilità di sviluppo e vivibilità. Il che, tradotto in obiettivo<br />

politico, <strong>si</strong>gnifica garantire la governabilità della città di Ro<strong>ma</strong> attraverso<br />

grandi regole comuni, basate su valori condivi<strong>si</strong> e comune assunzione<br />

di responsabilità verso la cittadinanza, regole da stabilire in<strong>si</strong>eme senza<br />

ambiguità o pos<strong>si</strong>bilità di aggiramenti e colpi di <strong>ma</strong>no, per superare ogni<br />

conflittualità sociale in vista di un benessere collettivo realmente<br />

condiviso. Le nostre parole d’ordine per realizzare tale progetto sono<br />

competenza, meritocrazia, equità e libertà, perché vogliamo che Ro<strong>ma</strong><br />

torni ad essere una realtà all’altezza della sua storia e dei suoi cittadini.<br />

Se l’ideale è la tramutazione, <strong>non</strong> tramuto nulla se <strong>non</strong> comincio a<br />

mutare me stesso. L’utopia comincia do<strong>ma</strong>ni, e può anche <strong>non</strong><br />

cominciare <strong>ma</strong>i; la tramutazione comincia oggi e <strong>non</strong> ha <strong>ma</strong>i fine.<br />

[ Norberto Bobbio]<br />

Momenti della inaugurazione: Fondazione Altruisti Nati presso il Teatro Centrale Carlsberg _ Ro<strong>ma</strong><br />

"Riprendiamoci la Nostra Italia"... to be continued...<br />

L.S.<br />

GERALDINE DE<br />

Le mie donne<br />

VULPIAN<br />

www.fidenzavillage.com<br />

LORENA<br />

MAGLIOCCO<br />

“Adoro passeggiare da sola per il centro di<br />

Ro<strong>ma</strong>, quando le strade sono semivuote,<br />

perchériescoasentireearespirarequel<br />

profumo del passato di un tempo che <strong>non</strong><br />

e<strong>si</strong>ste più. Sai, se fos<strong>si</strong> nata in epoca ro<strong>ma</strong>na <strong>si</strong>curamente sarei stata una<br />

<strong>ma</strong>trona oppure una vestale, avrei custodito il sacro fuoco dell’Impero, il fasto della<br />

città la più importante del mondo. ”<br />

www.donnaimpresa.com 49


SIMONETTA<br />

LEIN<br />

Citiamo testualmente:<br />

“Simonetta Lein è un’artista di<br />

respiro internazionale: attrice,<br />

scrittrice e personaggio tv, vive<br />

tra l’Italia e l’America. Nata a<br />

Porde<strong>non</strong>e, classe 1983. Ha<br />

pubblicato per Sperling &<br />

Kupfer il ro<strong>ma</strong>nzo “Tutto ciò che<br />

<strong>si</strong> vuole”, un ro<strong>ma</strong>nzo sul potere<br />

dei de<strong>si</strong>deri. <strong>E'</strong> impegnata in<br />

progetti sociali collegati all’arte<br />

TRAMONTANO<br />

e allo spettacolo. E’ fondatrice<br />

del “People Wish Tree”,<br />

movimento virtuale e realtà<br />

concreta di raccolta di de<strong>si</strong>deri.<br />

Sull’onda del successo del suo<br />

ISABELLA<br />

libro, per Simonetta Lein realizza<br />

L’Occhialaia, un negozio di ottica dove un Vanity Fair “De<strong>si</strong>deriamo”:<br />

progetto lavorano blog che di raccolta <strong>si</strong> collega soltanto di de<strong>si</strong>deri<br />

al<br />

donne.<br />

Nasce il venti ottobre del nuovo secolo da un’idea di IsabellaPeople Tramontano, Wish Tree, economista, un per<br />

iterare la tradizione familiare. Figlia di ottici, cresciuta tra lenti program<strong>ma</strong> a contatto eradio oftalmiche, Svanitydecide in di<br />

creare qualcosa di “diverso”, di accedere a un settore moltocollaborazione <strong>ma</strong>schile, dovecon le donne Margherita al <strong>ma</strong>s<strong>si</strong>mo<br />

erano “addette alle vendite”, da protagonista. Meglio, rendendo Pogliani, le donne unaprotagoniste. serie tv dove Nasce<br />

così un negozio femmina, con un nome di genere femminile,<br />

intervista<br />

con una<br />

moltis<strong>si</strong>mi<br />

compagine<br />

personaggi.<br />

societaria tutta<br />

rosa, dove le dipendenti sono “curvilinee”. Per punti: L’Occhialaia:<br />

E’ testimonial<br />

<strong>non</strong> ti sbagli,<br />

per il fotografo<br />

ci vai e ci trovi<br />

donne. Socie: culturalmente la donna ha nel DNA l’Economia,<br />

Bruno<br />

che<br />

Oliviero<br />

etimologicamente<br />

di “Oltre la<br />

vuol<br />

cri<strong>si</strong>”,<br />

mostra fotografica che tratta i<br />

dire<br />

“arte di reggere e bene amministrare le cose della famiglia”,<br />

temi<br />

quindi:<br />

salienti<br />

perché<br />

della<br />

no?<br />

cri<strong>si</strong><br />

Dipendenti:<br />

volendo profes<strong>si</strong>onalità, le socie hanno deciso di rivolger<strong>si</strong> direttamente<br />

economica e<br />

alle<br />

sociale<br />

scuole<br />

in<br />

di<br />

cui<br />

ottica<br />

ci<br />

e<br />

optometria e, quando ai pre<strong>si</strong>di hanno chiesto le eccellenzetroviamo, femminili, realizzata hanno avuto al Teatro vi<strong>si</strong> straniti,<br />

hanno dovuto spiegare che la donna ha una perizia e una pazienza Dal Verme <strong>si</strong>ngolari. di Milano In più: conlalalegge più<br />

ironica e vera del <strong>ma</strong>rketing affer<strong>ma</strong> che gli uomini guardanocollaborazione le donne e le donne di Cultura guardano e le<br />

donne, quindi nessun pericolo di discriminazione da parte delle Solidarietà clienti, e in– occa<strong>si</strong>one dal celeberrimo del<br />

termine coniato dal giornalista Simpson del giornale The Indipendent Premio annuale nel ‘94‘Stella – <strong>si</strong> cavalca al la<br />

società metrosexual che vuole uomini attenti all’aspetto e a<strong>ma</strong>nti merito’. dello E’ il shopping. nuovo volto Dadi questi “Maripunti<br />

di partenza nasce “L’Occhialaia”, e vive bene con voglia di crescere. per sempre”, In unreading Sud particolare, teatrale inla<br />

provincia di Salerno (Nocera Inferiore), in cui essere solo donne tournee potrebbe tratto dalla a volte biografia spaventare “Io<br />

L’Occhialaia_Via Zanzara 13, Mariangela 15_ isabella.tramontano@g<strong>ma</strong>il.com<br />

Melato”.<br />

Scrittrice, attrice e conduttrice. Italiana e internazionale.<br />

Volto e fir<strong>ma</strong> di VanityFair.it<br />

NOCERA INFERIORE_SALERNO_ITALY<br />

Allora è vero che l’essenza di un incontro <strong>si</strong> rivela al primo istante. Quando le<br />

persone <strong>non</strong> hanno ancora preso le misure l’uno dall’altra, alzato difese,<br />

rivelato debolezze, infiorettato la propria storia, nascosto sotto il tappeto<br />

paure, condizionamenti, paure. Diver<strong>si</strong> i colori, gli orientamenti e le età, diverse le ricchezze,<br />

le competenze e le latitudini, <strong>ma</strong> <strong>si</strong>mili, molto <strong>si</strong>mili, i de<strong>si</strong>deri, le sofferenze. Ma uguali. Simili nelle<br />

infinite dis<strong>si</strong>militudini, fin anche nell’apparente condivisa complementarietà. Le donne <strong>si</strong> assomigliano<br />

quando lavorano, quando a<strong>ma</strong>no e pregano, quando sono <strong>ma</strong>dri, figlie e sorelle anche se <strong>non</strong> sempre<br />

sanno aiutar<strong>si</strong> e riconoscer<strong>si</strong> mentre svolgono le loro imprese, <strong>ma</strong>teriali e im<strong>ma</strong>teriali, nel mondo. I<br />

secoli terreni ci hanno allenate a sopravvivere <strong>ma</strong> <strong>non</strong> a mettere in comune esperienze e difficoltà.<br />

Peccato. Tuttavia ciò che mi stupisce e rincuora è la straordinaria capacità di ogni donna di im<strong>ma</strong>ginare<br />

con energia scienza e pas<strong>si</strong>one obiettivi di felicità. Di solito quella im<strong>ma</strong>ginata dalla donna è una felicità<br />

condivisa, fatta di serenità e <strong>si</strong>curezza, legata a lontane radici antropologiche e alla tutela delle<br />

generazioni. Ascoltare la voce e osservare i volti delle altre donne che condividono le loro storie e la loro<br />

pas<strong>si</strong>one e intelligenza è una esperienza ras<strong>si</strong>curante perché il pen<strong>si</strong>ero condiviso che emerge è<br />

pacifico e profondo. A volte più stanche di sempre a volte piene della loro forza, le donne <strong>si</strong> accorgono<br />

di essere semplicemente una donne qualunque fra le donne. Una qualunque di noi nel nostro essere<br />

profondamente uniche, perché le <strong>si</strong>militudini tra una vita femminile e l’altra che sembrerebbero<br />

innegabili ed evidenti <strong>non</strong> hanno nulla di così innegabile ed evidente. Almeno <strong>non</strong> per lei..<br />

MARIAPIA DELLA<br />

VALLE<br />

Se è vero che la ricetta d’oro per arrivare<br />

alla popolarità <strong>non</strong> e<strong>si</strong>ste, in quanto<br />

riteniamo che Sicuramente una parte è<br />

giocata dalla fortuna, <strong>si</strong>amo però<br />

consapevoli anche del fatto che molto<br />

dipenda anche a ciò che trasmettiamo agli<br />

altri, di po<strong>si</strong>tivo. Far veicolare la verità di<br />

quello che <strong>si</strong>amo, insom<strong>ma</strong>, sembrerebbe<br />

essere quel gap di vantaggio, che ci<br />

permette di uscir fuori da una società<br />

sempre <strong>ma</strong>ggiormente streotipata. Essere<br />

se stes<strong>si</strong> richiede coraggio, e la nostra<br />

protagonista di oggi, di coraggio, ne ha da<br />

vendere. Solare, <strong>intelligente</strong>, grintosa,<br />

<strong>si</strong>mpaticis<strong>si</strong><strong>ma</strong>, Mariapia della Valle è la giovane Fashion Blogger che<br />

è riuscita a conquistare la nostra attenzione, nella <strong>non</strong> facile ricerca<br />

all’interno del vastis<strong>si</strong>mo mondo delle donne che parlano di moda,<br />

perchè, se da una parte è vero che la pas<strong>si</strong>one della moda va ad<br />

accomunare tutte le varie blogger, è vero anche che è il rapporto<br />

stesso con la moda ciò che va a differenziare un blog dall’altro. Di<br />

<strong>si</strong>curo c’è anche che leggendo il suo blog avverti come una<br />

sensazione di trovarti immerso in un’atmosfera più frizzante e vivace:<br />

quello che leggi è un mix di tante cose: il suo “about me” è tutt’altro<br />

che monote<strong>ma</strong>tico spazia bensì dalle vacanze, alle uscite con le<br />

amiche e dalle giornate in palestra a quelle con il suo ragazzo. Segno<br />

che la moda <strong>si</strong>a veramente presente ovunque ogni giorno. Il suo blog<br />

<strong>si</strong> basa essenzialmente su un rapporto amichevole con le donne che<br />

la seguono e che che seguono i suoi con<strong>si</strong>gli sugli outfit. Donne con le<br />

quali scambia con<strong>si</strong>gli per <strong>ma</strong>ke-up e capelli, piuttosto che condividere<br />

le ultime novità nei negozi. La supportano e la sopportano nella sua<br />

vulcanica genialità creativa, la aiutano e le chiedono aiuto, la<br />

con<strong>si</strong>gliano e le chiedono con<strong>si</strong>gli. Questo il senso del suo blog<br />

www.modidimoda-<strong>ma</strong>pi.blogspot.it Nessun senso, tutti i sen<strong>si</strong>.<br />

Mariapia ha all'attivo della sua carriera importantis<strong>si</strong>me collaborazioni:<br />

scrive di moda per i <strong>ma</strong>gazine <strong>Donna</strong> <strong>Impresa</strong> e PinkLife, è inoltre<br />

consulente per gli shootting fotografici del Ph Thom Rever.<br />

Connoi<br />

nelpros<strong>si</strong>monumero<br />

VALDISERRI<br />

MARIELLA<br />

Docente di moda e fashion Journalist<br />

www.donnaimpresa.com39<br />

51


Le mie donne<br />

ROBERTA<br />

RAZZANO<br />

<strong>si</strong> racconta<br />

Avete presente un presepe? Antiche case di pietra, che <strong>si</strong> alzano dritte sulla rupe di tufo. Dietro, un fiorire di campanili di chiese. Un ponte<br />

altis<strong>si</strong>mo che attraversa il vallone selvaggio. Questo è il mio paese. Un tempo, famoso per Sant’Alfonso e il suo “Tu scendi dalle stelle”. Ora, di<br />

nuovo alla ribalta per aver dato le origini al <strong>si</strong>ndaco di New York. Questa è Sant’Agata dei Goti, piccola perla di un Sud poco conosciuto, dove<br />

sono nata e ho passato la mia infanzia tra la bellezza e l’incanto dei sen<strong>si</strong>. Il bello era nor<strong>ma</strong>le, era quotidianità, era qua<strong>si</strong> scontato. I monumenti<br />

antichi e i vestiti di mia <strong>ma</strong>dre accompagnavano i miei sguardi; il ro<strong>ma</strong>nico asciutto ed elegante della chiesa di San Menna <strong>si</strong> abbinava ai tagli<br />

raffinati di Valentino. E poi, i piatti seducenti che riusciva a cucinare… Tutto era colore, profumo, vita. Mio padre, il suo critico più costruttivo e<br />

severo. Fu la mia pri<strong>ma</strong> e sola guida. Non accettava le mezze misure, quando <strong>si</strong> parlava di bello e di buono. Tanto era a<strong>ma</strong>bile e tollerante<br />

verso gli esseri u<strong>ma</strong>ni, tanto era rigoroso nel giudicare le loro creazioni. “Quelle <strong>si</strong> possono sempre migliorare – diceva – ed io sprono a farlo”.<br />

Quando ti trovi a vivere in un mondo bello e stimolante, <strong>non</strong> sei <strong>ma</strong>i propensa ad adagiarti: sei sempre spinta a fare di meglio, a cercare il<br />

diverso, ad andare oltre. Gli abitini uguali a quelli delle altre bambine <strong>non</strong> mi piacevano. Volevo essere originale. Volevo essere io. Se <strong>non</strong><br />

potevo scegliere i miei vestiti, nessuno mi vietava di farlo con quelli della Barbie. Dopo aver provato tutto il campionario e<strong>si</strong>stente, cominciai a<br />

confezionarli di persona. Usavo gli stracci bianchi di mia <strong>ma</strong>dre e li decoravo con i pennarelli colorati. Non potendo cucire, li assemblavo con la<br />

pinzatrice. Erano belli anche per le mie amiche, che me li chiedevano. Ed io li facevo per loro, con piacere. Forse tutto iniziò da lì… Ero da poco<br />

una teenager, quando mi <strong>si</strong> aprì la strada verso il mondo vero. Mi ero <strong>ma</strong>cchiata la <strong>ma</strong>glia bianca di caffè. Invece di lavarla, pensai che potevo<br />

usare il caffè per tingerla tutta quanta. L’appallottolai in una pentola stretta riempita con cinque o sei caffettiere grandi. Con mia sorpresa ne uscì<br />

<strong>non</strong> una tinta uniforme, <strong>ma</strong> un disegno, astratto e affascinante, in cui<br />

riuscivo a distinguere forme inaspettate, come quando <strong>si</strong> guardano le<br />

nuvole e <strong>si</strong> sogna. Intuii che quel disegno era più bello di qualunque<br />

for<strong>ma</strong> aves<strong>si</strong> potuto progettare a priori. Avevo capito che l’arte comincia<br />

quando <strong>si</strong> va oltre il progetto, oltre l’intenzione, e ci <strong>si</strong> lascia trasportare<br />

da quell’imponderabile che è sempre presente intorno a noi. Avevo<br />

imparato a viverlo senza temerlo. Iniziai a tingere di tutto e con tutto. Mia<br />

<strong>ma</strong>dre brontolava: sporcavo dovunque. Ed io le ripetevo: “Tu mi hai fatta<br />

ulti<strong>ma</strong> di quattro sorelle, perché fos<strong>si</strong> il bastone della tua vecchiaia. Mi<br />

avresti voluta come una damigella dal sangue blu, <strong>ma</strong> il mio sangue <strong>non</strong><br />

è né rosso né blu: l’hai fatto multicolor!” Allora <strong>non</strong> sapevo nulla di<br />

shibori. Non avrei <strong>ma</strong>i im<strong>ma</strong>ginato di ritrovarmi, dieci anni più tardi, in un<br />

angolo di Giappone, a bottega da un <strong>ma</strong>estro ultracentenario, a<br />

perfezionarmi in quell’arte antica. Laozi Nagaya<strong>ma</strong> fu per me una figura<br />

di <strong>ma</strong>estro come <strong>non</strong> ne ho più incontrate. La tecnica era solo un aspetto<br />

<strong>ma</strong>rginale dei suoi insegnamenti. Si preoccupava anche di come e<br />

quanto <strong>ma</strong>ngiavo e dormivo. Perfino di come respiravo. E tutto il suo<br />

sapere, oggi, lo posso ancora riassumere in quelle tre parole che<br />

ripeteva sempre: “Mani, testa, cuore.”. Se viene a <strong>ma</strong>ncare un solo<br />

elemento a questa triade così u<strong>ma</strong>na, nulla sta più in piedi. E’ come un<br />

tavolino a tre gambe che ne perde una. In quei dieci anni, a dire il vero,<br />

<strong>non</strong> ero stata fer<strong>ma</strong>. Anzi… avevo lasciato gli studi di giurisprudenza,<br />

con grande sconforto della mia famiglia, per seguire il mio sogno ed<br />

iscrivermi all’accademia di belle arti di Napoli. Furono anni difficili. Ci<br />

entrai qua<strong>si</strong> da sprovveduta. Non sapevo disegnare e <strong>non</strong> mi piaceva<br />

disegnare. Ma dovevo imparare ad ogni costo. Avevo bisogno di<br />

<strong>ma</strong>teriale. Cercavo la carta e i colori migliori. Ed era una cosa mia, solo<br />

mia. Per <strong>non</strong> chiedere nulla alla mia famiglia deci<strong>si</strong> di lavorare la sera,<br />

come cameriera, come lavapiatti. Furono anni di solitudine e sacrificio.<br />

L’unico sostegno era la mia pas<strong>si</strong>one, sfrenata, irrazionale qua<strong>si</strong>, per<br />

tutto ciò che era un abito. Gli abiti mi attiravano per la loro <strong>ma</strong>terialità. Li<br />

dovevo vedere dal vivo, toccare, annusare. Erano fatti di tessuto e <strong>non</strong> di<br />

carta. È nell'aspetto tattile che sta gran parte del fascino dei tessuti. Il<br />

tatto e' il senso più diretto che abbiamo per conoscere il mondo. Io ho<br />

bisogno di toccare ciò che creo. Gli oggetti e la <strong>ma</strong>teria ci parlano<br />

quando li tocchiamo. Mi piace toccare la roccia quando arrampico,<br />

sentire fra le dita la ten<strong>si</strong>one del filo quando tiro di balestra, accarezzare<br />

il pelo di ani<strong>ma</strong>li inconsueti o stringere tra le <strong>ma</strong>ni le foglie di un albero.<br />

Lungo tutto il mio percorso, i tessuti sono sempre stati i grandi<br />

protagonisti. Come pinzavo gli abiti indosso alle bambole, così ho<br />

sempre preferito costruire e montare i capi veri sul <strong>ma</strong>nichino, senza<br />

disegnarli pri<strong>ma</strong>. Non c’è im<strong>ma</strong>ginazione, per quanto fervida, che riesca<br />

a eguagliare la realtà, con i suoi giochi di luce, di testure, di gravità, di<br />

ten<strong>si</strong>oni e di tor<strong>si</strong>oni. Bisogna provare, osservare, e lasciar<strong>si</strong> stupire.<br />

Solo così <strong>si</strong> può dare spazio al sogno. Da un sogno nacque alla fine la<br />

mia te<strong>si</strong>, “La rivelazione di Ercolano”, che poi sarebbe divenuta un libro,<br />

una collezione ed uno spettacolo. Era un pomeriggio assolato della mia<br />

infanzia e mio padre mi aveva trascinato ad Ercolano per mostrare gli<br />

scavi ai parenti venuti dall’America. Io correvo, saltavo, <strong>non</strong> stavo <strong>ma</strong>i<br />

fer<strong>ma</strong>. Scivolai sul selciato antico e lui mi salvò da una brutta caduta<br />

prendendomi la <strong>ma</strong>no. Mentre mi teneva, per tranquillizzarmi mi disse:<br />

“Tu ora vedi solo rovine vuote. Ma prova a chiudere gli occhi e pensa a<br />

duemila anni fa. Qui intorno tanta gente che passa. Un suonatore di<br />

cetra. Le donne con i loro vestiti colorati…”. Aveva colto nel segno.<br />

Improvvisamente nacque dentro di me l’im<strong>ma</strong>gine della città viva, e la<br />

vita erano quei vestiti che <strong>si</strong> muovevano in<strong>si</strong>eme alle persone e<br />

riflettevano il sole di duemila anni pri<strong>ma</strong>. “Papà, com’erano quei vestiti?”.<br />

Me li mostrò a casa, sui libri. E io sognavo di farli rivivere. La mia gavetta<br />

iniziò a Ro<strong>ma</strong> alla <strong>ma</strong>ison Gatti<strong>non</strong>i. Madame Fernanda resta ancora un<br />

esempio indelebile nei miei ricordi. Lei <strong>non</strong> era solo arte. Era<br />

determinazione e tenacia. Non mollava, <strong>non</strong> se ne andava, <strong>non</strong> <strong>si</strong><br />

arrendeva finché il capo <strong>non</strong> era quello che voleva. All’anelito al meglio<br />

che avevo imparato da mio padre, lei univa la capacità di realizzarlo.<br />

Tutte le persone che in me hanno lasciato un segno, mi hanno insegnato<br />

a <strong>non</strong> accettare le mezze misure. L’alta moda mi affascinava, perché <strong>non</strong><br />

<strong>si</strong> poneva limiti, Non c’erano limiti alla fanta<strong>si</strong>a e nemmeno alla spesa.<br />

Non c’erano vincoli o censure. Bisognava solo puntare in alto, il più in<br />

alto pos<strong>si</strong>bile. Ed arrivarci ad ogni costo. Da lì partì il mio viaggio per<br />

l’Europa e per il mondo. Ero diventata la donna dei tessuti. Li sceglievo, li<br />

tingevo, li creavo dal nulla. Tingevo con le spezie, con il vino ed il caffè.<br />

Tessevo tutto ciò che poteva prendere la for<strong>ma</strong> di un filo, compreso<br />

quello interdentale. Trasfor<strong>ma</strong>vo la <strong>ma</strong>teria lasciandomi trasportare<br />

dall’imponderabile come da un’onda amica. Un giorno, tutto <strong>si</strong> interruppe<br />

bruscamente. Pensai di lasciare un sogno per seguirne uno migliore. Ma<br />

era un’illu<strong>si</strong>one, e mi ritrovai a terra, senza ali. Abbandonai il mondo<br />

sfavillante dell’alta moda, che mi destava solo ricordi tristi, e mi<br />

reinventai in mille vesti nuove. Creatrice di costumi teatrali, decoratrice di<br />

vele, giornalista. Scrivevo di ecologia e natura e qua<strong>si</strong> per caso arrivai ad<br />

occuparmi di cibo. Incontrai persone nuove e, come per <strong>ma</strong>gia, mi <strong>si</strong> aprì<br />

davanti un mondo inaspettato. Nel giro di pochi anni venivo catapultata<br />

dall’alta moda all’alta cucina. L’illuminazione fu un invito a pranzo da<br />

Fulvio Pierangelini. Gli dis<strong>si</strong> che <strong>non</strong> <strong>ma</strong>ngiavo pesce. Il risultato fu il<br />

menù sbattuto con rabbia sul tavolo, uno sguardo torvo ed una girata di<br />

spalle senza un saluto. Ma sul mio tavolo arrivarono pesci d’ogni sorta. Li<br />

assaggiavo. Mi piacevano. Mi davano emozioni. Avevo scoperto l’haute<br />

cui<strong>si</strong>ne. Il dopopranzo fu più amichevole, in una saletta riservata, tra<br />

pizzi, cristalli e due opere di Fontana. Mi spiegò che aveva accettato la<br />

sfida e aveva cucinato il pesce in modo da farmelo piacere. Lo aveva<br />

personalizzato. Io, che fino ad allora avevo vissuto di surgelati e pizze a<br />

domicilio, dovetti ammettere che anche il cibo poteva diventare una<br />

for<strong>ma</strong> d’arte. Nel giro di qualche mese la mia vita era di nuovo cambiata.<br />

Vagabondavo tra i migliori ristoranti d’Europa, negli anni della più grande<br />

rivoluzione gastronomica di tutti i tempi. La vecchia pas<strong>si</strong>one <strong>si</strong> poteva<br />

sposare con la nuova. Creai Dolceveste, un involucro impalpabile di<br />

tessuto colorato e profu<strong>ma</strong>to, che permetteva di <strong>ma</strong>ngiare i cioccolatini<br />

senza toccarli con le <strong>ma</strong>ni. Preparai contenitori di tessuto e bacchette di<br />

ceramica per i cuochi del Bulli. Avevano inventato le “arie”, schiume<br />

evanescenti e profu<strong>ma</strong>te, ed io dovevo inventare un modo nuovo per<br />

degustarle. Così, alla Mostra Internazionale dell’Alimentazione del 2005<br />

presentai “Flores de Pescado” in<strong>si</strong>eme ad Oriol Castro: fiori di tessuto<br />

che avvolgono arie di <strong>ma</strong>re. Riscoprii l’amore per il cibo della mia<br />

infanzia, <strong>ma</strong> con la mente e il cuore di chi ha scelto di aspirare sempre al<br />

meglio. Studiai, scris<strong>si</strong>, insegnai. Mi <strong>si</strong> aprirono le porte dell’univer<strong>si</strong>tà e<br />

scoprii quella for<strong>ma</strong> incredibile di affetto che può legarti ai tuoi studenti.<br />

Se li guardi, li ascolti e impari a conoscerli, diventano come figli. E ti senti<br />

parte di una famiglia grande ad antica. Io li ho sempre a<strong>ma</strong>ti, uno ad uno.<br />

Ognuno per come era fatto e per quello che poteva dare e diventare. Ad<br />

ognuno ho dato tutto quello che potevo. E loro hanno dato a me.<br />

Purtroppo, l’univer<strong>si</strong>tà <strong>non</strong> è fatta solo da loro. Ci sono squallidi burocrati<br />

e dirigenti gretti e venali, che possono uccidere ogni for<strong>ma</strong> di poe<strong>si</strong>a e<br />

dignità. La mia strada <strong>non</strong> poteva fer<strong>ma</strong>r<strong>si</strong> lì. L’insegnamento, senza<br />

ricerca, può diventare una ripetizione vuota. Così, mi sono decisa a fare<br />

sul serio. Sono entrata a fare parte del Laboratorio di Fi<strong>si</strong>ca<br />

Gastronomica dell’Univer<strong>si</strong>tà di Par<strong>ma</strong>, assumendomi la responsabilità<br />

di tutto il settore estetica e de<strong>si</strong>gn. Lì ho iniziato il progetto drink de<strong>si</strong>gn,<br />

come nuova for<strong>ma</strong> di food art. Realizziamo drink personalizzati, ognuno<br />

diverso dall’altro, con disegni tridimen<strong>si</strong>onali creati da liquidi colorati,<br />

iniettati all’interno di un liquido trasparente. Anche qui, la scienza e lo<br />

studio ti portano al limite, poi lascio scattare quell’ineffabile abbandono<br />

all’imponderabile… Poi, un giorno, arriva di nuovo l’ombra. Scura,<br />

spaventosa, invincibile. Mio padre <strong>si</strong> am<strong>ma</strong>la e in pochi me<strong>si</strong> se ne va.<br />

Nel mio cuore, sentivo che avrebbe avuto ancora tante cose da dirmi,<br />

<strong>ma</strong> il tempo era finito. Ero persa. Cercavo dovunque un segno, un<br />

appiglio, un punto da cui riprendere il filo dei suoi insegnamenti. E mi<br />

tornò alla mente quel pomeriggio lontano, agli scavi di Ercolano… Sentii<br />

rinascere il richiamo della moda. Ma in forme diverse. Il tempo era<br />

passato. A vent’anni volevo trasgredire, <strong>ma</strong> ora? Non riuscivo a<br />

convincermi che fosse il momento di ricominciare. Però mi guardavo<br />

intorno, e vedevo che il mondo era cambiato. La cri<strong>si</strong> che imperversa.<br />

Una realtà che nessuno più a<strong>ma</strong>. Si può trasgredire quando tutto è<br />

perfetto e felice. Si de<strong>si</strong>dera andare oltre, <strong>ma</strong> perché il presente è già<br />

bello. Ma ora? Ora, mi sono detta, <strong>non</strong> c’è più sete di trasgres<strong>si</strong>one. C’è<br />

tanta voglia di sognare. Di fuggire.<br />

Roberta Razzano<br />

www.donnaimpresa.com 53


Il conferimento del<br />

"Premio <strong>Donna</strong> <strong>Impresa</strong>"<br />

Al Fashion Week Bucarest<br />

ADRIANA<br />

AGOSTINI<br />

Fashion de<strong>si</strong>gner _ www.adriana-agostini.com<br />

Donne di moda<br />

L’abbiamo incontrata per la pri<strong>ma</strong> volta a Bucarest e precisamente all’evento<br />

FashionTv Week presso la sua Galleria - Atelier. La sua ispirazione nasce in primo<br />

luogo dal tessuto e poi <strong>si</strong> sviluppa dall’osservazione della società.<br />

Lei è Adriana Agostini, fashion de<strong>si</strong>gner rumena le cui<br />

collezioni, in passerella, assumono la caratteristica di uno<br />

spettacolo nello spettacolo, tanto lei è abile a dotare di senso le<br />

sue rappresentazioni. Scenografie teatrali in cui <strong>si</strong> esprime la<br />

bellezza della donna, <strong>ma</strong>gnificandola in tutta la sua più sensuale<br />

femminilità. Mai una donna mortificata in rigide vesti, <strong>ma</strong>i un<br />

corpo umiliato nella sua avvenente grazia. Il corpo <strong>si</strong> esprime,<br />

fluendo fra tagli e tessuti che lasciano il libero <strong>ma</strong>nifestar<strong>si</strong>. Bella,<br />

solare, Adriana Agostini ci accoglie con un sorriso che lascia<br />

intuire quanto, quella serenità espressa, <strong>si</strong>a trasferita in tutto<br />

quello che crea, quanto rappresenti l’elemento distintivo di<br />

qualcosa che pri<strong>ma</strong> ancora che essere un brand, è la sua vi<strong>si</strong>on.<br />

Un modo di percepire il mondo, il suo, in cui <strong>si</strong> contempla la gioia<br />

di vivere. Ha iniziato in Italia la sua profes<strong>si</strong>one lavorando per<br />

diver<strong>si</strong> Atelier nel campo del tes<strong>si</strong>le. La definivano una de<strong>si</strong>gn<br />

della “<strong>ma</strong>glieria” per la sua straordinaria capacità di abbinare<br />

tessuti di natura diversa, cachemire e seta, in particolare. E tutto<br />

questo avveniva negli anni ’80. Poi il salto di qualità tentando di<br />

vendere i suoi prodotti fuori dall’Italia, strategia vincente che le<br />

conferì da subito popolarità. Una svolta al suo modo di intendere<br />

la moda, il fashion. Qualcuno è <strong>ma</strong>gico; altri am<strong>ma</strong>liano; taluni<br />

raccontano la storia intessuta da infinite piccole vicende u<strong>ma</strong>ne;<br />

certi ri<strong>ma</strong>ngono imperiose roccaforti di un glorioso passato<br />

seppure ne hanno perso i fasti opulenti; alcuni sono abbandonati<br />

a sé stes<strong>si</strong>; talaltri <strong>si</strong> lasciano scivolare il tempo sulla pelle;<br />

qualcheduno sembra <strong>ma</strong>terializzar<strong>si</strong> dalle pagine ingiallite<br />

d'antichi libri di fiabe, dove le parole gotiche sono arricchite da<br />

fanta<strong>si</strong>o<strong>si</strong> disegni di fate del bosco, di folletti dai buffi cappelli<br />

nascosti fra i fili d'erba, d'acque cristalline e di ponti <strong>ma</strong>gici,<br />

metafora di un passaggio fra bene e <strong>ma</strong>le, fra buio e luce, fra<br />

civitas e barbaritas, fra noto ed ignoto... Infine qualcuno, e questo<br />

è il caso di Adriana, scrive libri incantati a più dimen<strong>si</strong>oni, dove le<br />

pagine sono tessuti, le penne aghi, dove le idee <strong>si</strong> esprimono<br />

attraverso piccoli ritagli di tessuto, s'incorsano in formule <strong>ma</strong>giche<br />

compren<strong>si</strong>bili solo ad eletti che pos<strong>si</strong>edono il sapere di<br />

comprendere la <strong>ma</strong>gia della sua arte. Saperi che invitano a<br />

superare le cortine, a varcare la soglia per scoprire che tutto è<br />

arte in continuo movimento, un'altra storia da svelare... per chi la<br />

vorrà e saprà ascoltarla. Adriana Agostini è stata in<strong>si</strong>gnita con il<br />

prestigioso Premio Internazionale “<strong>Donna</strong> <strong>Impresa</strong>” “PREMIO<br />

INTERNAZIONALE DONNA IMPRESA/AT THE HEART OF<br />

COMMUNITY” all’interno del prestigioso evento che <strong>si</strong> è tenuto<br />

presso Villa Cesarina di Valganna (provincia di Varese) nelle<br />

giornate dell’8e9<strong>ma</strong>rzo,iltutto <strong>si</strong>ntetizzato in un video per la<br />

La collezione di Adriana Agostini presentata<br />

a Villa Cesarina - Valganna (Va) - Italy<br />

Le mie donne<br />

di Annabella Ciardiello<br />

regia dell'eclettico Dragan Sebastian denominato "Una bellezza<br />

reale". " CULTURA AGENZIA" dunque giunge in Italia, a Villa<br />

Cesarina a raccontare le meravigliose creazioni della fashion<br />

de<strong>si</strong>gner Adriana Agostini che hanno fatto sfoggio della loro<br />

<strong>ma</strong>gnificenza attraverso la statuaria bellezza delle modelle in un<br />

contest, quello della splendida dimora liberty, reso ancor più<br />

<strong>ma</strong>gico dagli scatti del ph George Cristian. Nel soirée di Gala,<br />

all'insegna di una giuria d'eccezione pre<strong>si</strong>eduta dal Principe<br />

Stefan de Montenegro e dalla sua splendida consorte, da<br />

Bruno Ro<strong>ma</strong>no Baldassarri in qualità di Direttore Marketing<br />

Italia <strong>Donna</strong> <strong>Impresa</strong> e Giuseppe Vigilante Patron dell'evento,<br />

sono state assegnate le fasce di merito alle partecipanti a "Lady<br />

Storica", una per ciascuna concorrente attribuite in base alle<br />

caratteristiche peculiari di ciascuna; un concorso dunque che <strong>non</strong><br />

ha visto né vincitrici né vinte, a celebrare la bellezza delle donne<br />

nella loro dissomiglianza di caratteri. A conquistare il "Premio<br />

eleganza" la modella rumena Ana Maria Iancu che vestita in uno<br />

splendido abito di Adriana ispirato all'ottocento di gattopardiana<br />

memoria, ha incantato ospiti e giuria oltre che per la sua<br />

bellezza, per il suo portamento regale. Nel corso della serata<br />

sono stati poi assegnati i PREMI INTERNAZIONALI DONNA<br />

IMPRESA alla ora<strong>ma</strong>i celeberri<strong>ma</strong> scrittrice Ada Cattaneo, alla<br />

straordinaria fashion de<strong>si</strong>gner Adriana Agostini, lo ricordiamo ad<br />

onor di cronaca, ed alla versatile bellezza di Kurimi Mami. " Arte,<br />

Bellezza e Solidarietà nelle giornate dell'8e9<strong>ma</strong>rzo2014 è stata<br />

un successo al di sopra di ogni più rosea aspettativa - ci dice<br />

Giuseppe Viglilante - metti una troupe di 12 elementi al seguito<br />

della stilista Adriana Agostini, Bruno Baldassarri e <strong>Valeriana</strong><br />

<strong>Mariani</strong>, la polizia a cavallo e Nicola Corrarello, 12 bellis<strong>si</strong>me<br />

donne per Lady Storica, Pin Berve e Kurimi Mami, 6 guerrieri<br />

medioevali con Alessandro Varagnolo e una scrittrice di leggende<br />

Ada Cattaneo, le bellis<strong>si</strong>me piante di Vivai Giardinaggio Selve e la<br />

onlus per l'aiuto ai bambini autistici... per <strong>non</strong> parlare poi della<br />

bellezza dei quadri esposti nei saloni della villa di sei artisti:<br />

Daniela Galli, Monica Trioli, Milly Martionou, Anna Zulla, Mirella<br />

Zulla e Benedetto Codella... dei premi assegnati, dello<br />

Champagne Dom Caudron Marne abilmente presentatoci da "La<br />

Dame du Vin" personaggio cult nel panora<strong>ma</strong> dell'enologia<br />

nazionale, del <strong>ma</strong>gnifico risotto preparato da uno dei ristoranti<br />

tipici di Valganna annaffiato da vini "eccellenti", quelli portati in<br />

degustazione da Boris Lazio<strong>si</strong> per il Podere Vilarga prodotto<br />

vinicolo del Principe del Montenegro. Beh.. che dire, se <strong>non</strong> il<br />

ringraziare tutti coloro che hanno dato vita a questo <strong>ma</strong>gnifico<br />

sogno… “. Il servizio, in esclu<strong>si</strong>va per MDI TV o mditv.ro.<br />

agostini<br />

Model: Mihaela Dragne<br />

Model: Ana Maria Iancu<br />

da destra: Adriana Agostini con i Principi di<br />

Montenegro, Giuseppe Vigilante con i figli.<br />

www.donnaimpresa.com 55


Le mie donne<br />

CLAUDIA<br />

FERRISE<br />

Fashion de<strong>si</strong>gner _ Lamezia _ Italy<br />

Modelli dal taglio apparentemente semplice, qua<strong>si</strong> clas<strong>si</strong>co, <strong>ma</strong> imprezio<strong>si</strong>ti con dettagli<br />

ricercatis<strong>si</strong>mi, che regalano alla sposa un look sofisticato, di alta classe, indubbiamente<br />

glamour. Per le gonne, scivolate e dalla linea morbida, vengono utilizzati tessuti fluttuanti<br />

come lo chiffon, il tulle e la seta <strong>ma</strong> anche più strutturati come il da<strong>ma</strong>scato, e il raso, uniti a<br />

bustini dal taglio prevalentemente a cuore ed a V, anche con scollature profonde, che<br />

regalano grande femminilità per<strong>si</strong>no alla sposa più for<strong>ma</strong>le<br />

Per coloro che sono alla ricerca di un look più moderno, <strong>non</strong> <strong>ma</strong>ncano però accenni mini<strong>ma</strong>l chic, come lo scollo squadrato. L’ani<strong>ma</strong> delle<br />

collezioni è senz’altro il pizzo, utilizzato come tessuto principale o in piccole <strong>applica</strong>zioni , che danno vita a fiori, petali e decorazioni di alta<br />

lavorazione, arricchite con punti luce, perline e cristalli, che illuminano gli abiti senza appesantirli, <strong>ma</strong> donano un tocco di brillantezza che ben “<strong>si</strong><br />

sposa”, è proprio il caso di dirlo, con le linee ro<strong>ma</strong>ntiche e delicate dei modelli. Accanto alle gonne ampie in tulle, dal taglio principesco, troviamo<br />

anche linee più aderenti e femminili, con gonna a <strong>si</strong>rena, abbinate perfettamente a <strong>ma</strong>niche lunghe o in tulle, che lasciano trasparire le braccia,<br />

avvolgendole in ricami e <strong>applica</strong>zioni. Soffici petali in pizzo o chiffon, che ritroviamo sul velo sposa, anch’esso protagonista indiscusso della<br />

passerella, con strascico importante e lunghezza cathedral. Guardando al colore, è il bianco che regna sovrano nelle collezioni di Claudia, nelle<br />

sue sfu<strong>ma</strong>ture ricercate: etereo ed elegante, in una fu<strong>si</strong>one perfetta di ro<strong>ma</strong>nticismo e modernità, per donne sen<strong>si</strong>bili e capaci però di mostrare<br />

anche il mistero, la <strong>ma</strong>lizia e la seduzione. Se sognate che la vostra <strong>si</strong>a una favola, ricordatevi che una storia meravigliosa ha sempre un inizio<br />

speciale. E la scelta dell’abito è l’incipit giusto per un <strong>ma</strong>trimonio fiabesco. Come orientar<strong>si</strong> tra aspettative da favola e quel ci fa essere<br />

assolutamente favolose? A raccontarci il percorso che porta alla scelta dell’abito da sposa (<strong>non</strong> di “un” abito da sposa qual<strong>si</strong>a<strong>si</strong>) è Claudia<br />

Ferrise padrona di casa all’Atelier “Sposa Lucy Claudia” che ci guida con il suo prezioso savoir faire. La storia comincia insom<strong>ma</strong> con la<br />

condivi<strong>si</strong>one di de<strong>si</strong>deri e aspettative: riguardo all’abito, alle linee, ai tessuti, ai dettagli, <strong>ma</strong> anche a tutto il contesto del <strong>ma</strong>trimonio, dalla<br />

location allo stile della cerimonia. Il compito di Claudia è dunque il trasfor<strong>ma</strong>re il sogno delle proprie clienti in realtà, cogliendo emozioni e<br />

aspirazioni, ascoltando e con<strong>si</strong>gliando. “Senza esasperazioni” forte della lunga esperienza nel settore più ro<strong>ma</strong>ntico che e<strong>si</strong>sta. Idee semplici e<br />

chiare, suggerimenti mirati e realistici, perché quello della scelta <strong>si</strong>a un momento meraviglioso, senza inutili stress. Si inizia così un affascinante<br />

viaggio: passando da tessuti, stili e modelli, alle pregiate proposte di raffinate case nazionali ed internazionali, a disegni su misura, realizzati per<br />

la sposa dall’Atelier fino al lavoro sartoriale realizzato qui, con la profes<strong>si</strong>onalità stilistica artigianale della tradizione, dal cartamodello all’abito.<br />

Scelto il modello, in un trionfo di emozione, la fase succes<strong>si</strong>va è la pri<strong>ma</strong> prova. Non dobbiamo ai dimenticare che la protagonista quel giorno<br />

deve piacere pri<strong>ma</strong> di tutti... a se’.<br />

DIANA<br />

ALEXANDROAE<br />

Pre<strong>si</strong>dente Kasta Morrely _ www.kastamorrely.ro<br />

a tu per tu con:<br />

Diana Alexandroae<br />

pre<strong>si</strong>dente Kasta Morrely<br />

Le industrie creative, così come<br />

troviamo che sono state definite da<br />

ingle<strong>si</strong>, sono quelle industrie che hanno<br />

l’origine nella creatività, talento e<br />

<strong>ma</strong>estria degli individui, e che hanno il<br />

potenziale della creazione di impieghi e<br />

di prosperità tramite la generazione e<br />

l' utilizzo delle proprietà intellettuali.<br />

I campi che costituiscono (conforme DCMS- Department of<br />

Culture, Media and Sport, UK) sono adverti<strong>si</strong>ng, l’architettura,<br />

le arti, i mestieri, il de<strong>si</strong>gn, la moda, il cine<strong>ma</strong>, video e foto,<br />

software e computer games, la mu<strong>si</strong>ca, le arti visuali e<br />

performing arts, publishing, televi<strong>si</strong>one, radio. Esse hanno un<br />

ruolo educativo molto importante nella società odierna ed è<br />

per questo motivo, e per nostra sfortuna, <strong>si</strong>amo aggrediti con<br />

troppe produzioni e prodotti di bassa qualità. Per questo<br />

<strong>si</strong>amo moralmente obbligati trovare e promuovere l’autenticità,<br />

la qualità ed il profes<strong>si</strong>onismo per sbarazzarci della nocività<br />

del kitch e dell’incultura presente dappertutto nell’importante<br />

settore delle profes<strong>si</strong>oni che for<strong>ma</strong>no il campo dell’im<strong>ma</strong>gine.<br />

E’ sulla base di questa con<strong>si</strong>derazione che abbiamo ritenuto<br />

indispensabile ascoltare una specialista in termini di autorità<br />

internazionale nell’organizzazione d’eventi, sfilate di moda e<br />

Fashion Theater: lei è Diana Alexandroae Pre<strong>si</strong>dente Kasta<br />

Morrely, uno degli esperti che sono stati alla base della<br />

creazione e legalizzazione per la pri<strong>ma</strong> volta nel mondo, della<br />

scienza dell’occupazione di modella(o) e dell’occupazione di<br />

organizzatore di eventi. Diana Alexandroae fa parte anche dal<br />

collettivo degli esperti che hanno creato e registrato come<br />

<strong>ma</strong>rca il nuovo genere artistico Teatro di Moda (Fashion Theater). “De<strong>si</strong>dererei precisare dall’inizio il fatto che la mia attività di ricerca in qualità di<br />

pre<strong>si</strong>dente Kasta Morrely è stata centrata specialmente sul campo delle sfilate di moda e dell’organizzazione degli eventi di moda. Questa attività<br />

– ci dice Diana - <strong>non</strong> ha però escluso il coinvolgimento nello studio della realizzazione delle trasmis<strong>si</strong>oni TV e film. Come <strong>si</strong> sa ogni persona<br />

ambiziosa sogna diventare una stella oppure una personalità pubblica conosciuta molto spesso senza aver approfondito l’effimerità che ruota<br />

intorno alle stelle della televi<strong>si</strong>one o cine<strong>ma</strong>tografiche. La causa della loro effimerità è dovuta al fatto che sono persone impreparate che tramite<br />

l’apparizione sul piccolo schermo danno un'impres<strong>si</strong>one iniziale d’intelligenza, fascino e spontaneità, <strong>ma</strong>... come dire – continua - il pubblico <strong>si</strong><br />

rende conto assai velocemente della realtà e <strong>si</strong> annoia presto della falsa stella. Lo stesso ovviamente vale per le stelle cine<strong>ma</strong>tografiche che, se<br />

<strong>non</strong> supportate da un vero talento ed un corretto <strong>ma</strong>nagement, scompaiono nell’ignoto. Mi sono do<strong>ma</strong>ndata anche io all’inizio perché sono stelle<br />

che re<strong>si</strong>stono nel tempo ed altre scompaiono con la stessa rapidità con cui sono apparse. Te<strong>ma</strong>tiche che ho approfondito durante gli studi di<br />

ricerca del mondo della moda e che sono state la base della mia consapevolezza di oggi. Quello che ho compreso, è che il settore è stracolmo di<br />

molto dilettantismo basato sulla sfrontatezza di <strong>ma</strong>nager improvvisati e senza troppi scrupoli che giocano sulla pelle e sul talento, <strong>non</strong> ultimo sulla<br />

timidezza, di quanti vorrebbero intraprendere una carriera artistica, qual<strong>si</strong>a<strong>si</strong> essa <strong>si</strong>a.<br />

L’interesse per le prestazioni artistiche <strong>si</strong> perde in<br />

continuazione perché molte dalle attività di creazione sono dominate dagli impostori e spavaldi. questa è la verità. Il lavoro di creazione <strong>si</strong> basa su<br />

una preparazione complessa che congloba più qualificazioni complementari. Non puoi avere un’attività di successo nelle industrie creative senza<br />

qualificazione e senza una preparazione laboriosa preliminare perché senza preparazione solida l’atto artistico <strong>si</strong> svolge caoticamente, con molto<br />

lavoro invano e alla fine <strong>si</strong> scelgono ruoli che di bassa qualità, pur di apparire. sono sotto gli occhi di tutti - conclude Diana – le ridicolaggini delle<br />

dirette televi<strong>si</strong>ve e/o le produzioni di basso spessore culturale ed estetico. E’ solo nel momento in cui hai una preparazione idonea al ruolo che<br />

vuoi svolgere che diventa facile il valutare la qualità dell’offerta. Mai diversamente. Una profes<strong>si</strong>one, per essere riconosciuta legalmente dallo<br />

stato, deve necessariamente dotar<strong>si</strong> di un progetto approvato della scienza di quella profes<strong>si</strong>one. Così quelli che sono qualificati in quella<br />

profes<strong>si</strong>one imparano cosa devono fare con efficienza e rendimento <strong>ma</strong>s<strong>si</strong>mo, benefico per se stes<strong>si</strong> così come per le persone che <strong>si</strong> affidano ai<br />

suoi servigi. Ho constatato quando lavoravo all’elaborazione dell’occupazione di modella(o) che le sfilate di moda in molti ca<strong>si</strong> annoiano la <strong>ma</strong>ggior<br />

parte degli spettatori a causa della loro monotonia… ragazze che portano a spasso dei vestiti tutte nello stesso modo, invece che indossarli. Vi è<br />

una grandis<strong>si</strong><strong>ma</strong> differenza fra l’indossare un capo e vestirlo. Ecco perché ho pensato di mettere a punto il Teatro di Moda (Fashion Theater), di<br />

proprietà intellettuale Kasta Morrely. Questo nuovo genere artistico conferisce valore tanto alle creazioni dei de<strong>si</strong>gner quanto il talento di coloro<br />

che sfilano. Sono stata piacevolmente sorpresa alla fine dell’anno 2013, quando nell’ambito della Gala Ro<strong>ma</strong>nian Fashion Awards, ho ricevuto il<br />

Premio per la creazione di questo progetto Moda, ancor più sorpresa e felice quando, subito dopo, sono stata in<strong>si</strong>gnita di un Diplo<strong>ma</strong> di<br />

Eccellenza come autorità riconosciuta nelle industrie creative ed il riconoscimento del nuovo genere artistico Teatro di Moda (Fashion Theater),<br />

dalla parte dei funzionari di una città turistica molto importante. Posso dire con piacere ed orgoglio, che sulla scena del grande festival Bucharest<br />

Fashion Week dal dicembre 2013 sono state molte le sfilate organizzate in collaborazione con noi... e gli effetti <strong>si</strong> sono visti. Il pubblico <strong>non</strong> solo<br />

<strong>non</strong> dava segno di insofferenza, <strong>ma</strong> restava compostamente seduto... qua<strong>si</strong> rapito da ciò che in quel momento avveniva in passerella. Questa<br />

reazione del pubblico è la confer<strong>ma</strong> che il fondamento delle industrie creative, il successo, dipendono dalle qualificazioni, oltre che dal talento.<br />

Insom<strong>ma</strong>, <strong>non</strong> pos<strong>si</strong>amo parlare del futuro di successo e dello sviluppo del settore culturale artistico senza un’approccio scientifico basato sulle<br />

qualificazioni ed innovazioni di quelli che <strong>si</strong> affacciano in questo campo d’attività. I pae<strong>si</strong> che hanno investito nello sviluppo del settore delle<br />

industrie creative sono i più conosciuti ed apprezzati per il loro livello di civiltà e benessere anche se in altri settori <strong>non</strong> eccellono”.<br />

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Antares:<br />

un'azienda<br />

giovane e<br />

dinamica che<br />

fornisce una<br />

qualità<br />

produttiva<br />

impeccabile<br />

di suole e<br />

fondi<br />

termoplastici<br />

in TR, PVC,<br />

TPU<br />

monocolore,<br />

di colore e<br />

tricolore, (con<br />

inserti, grd,<br />

fasce in<br />

cuoio,inserti in<br />

cuoio ecc...)<br />

per calzatura<br />

uomo-donna.<br />

L'alta tecnologia e la conoscenza nella<br />

progettazione e produzione di fondi fanno<br />

di Antares una realtà capace di conciliare<br />

le e<strong>si</strong>genze della moda con il <strong>ma</strong>s<strong>si</strong>mo<br />

confort, <strong>ma</strong>s<strong>si</strong><strong>ma</strong> fles<strong>si</strong>bilità,<br />

personalizzazione del prodotto,<br />

realizzazione esclu<strong>si</strong>va o su progetto del<br />

cliente della suola de<strong>si</strong>derata con le<br />

caratteristiche che contraddistinguono<br />

l'azienda e che sono alla base di una<br />

mis<strong>si</strong>on atta a soddisfare le richieste di un<br />

mercato in costante sviluppo. Un prodotto<br />

all'avanguardia in termini di ricerca<br />

stilistica, de<strong>si</strong>gn e di <strong>ma</strong>teriali innovativi<br />

che hanno fatto dell'artigianalità tipica del<br />

"Made in Italy" e della struttura aziendale i<br />

suoi punti di forza.<br />

www.suolificioantares.it<br />

Grottazzolina (Fm) _Italy _ info@suolificioantares.it _ T. 0734.632735 _ F. 0734.636777<br />

www.donnaimpresa.com 59<br />

Model: Sara Ben Zidane e Roberto Baldassarri : <strong>Donna</strong> <strong>Impresa</strong><br />

Ph<br />

©


"Camminiamo as<strong>si</strong>eme alle calzature più famose, più trendy e più<br />

comode, in italia e nel mondo cercando di <strong>non</strong> venire <strong>ma</strong>i meno ai<br />

nostri ideali <strong>ma</strong> ampliando la gam<strong>ma</strong> dei nostri prodotti. Tecnologia,<br />

moda e attenzione al mercato sono le nostre parole chiave: una<br />

parte importante, la nostra”


Per tutte le stagioni della<br />

tua vita.<br />

Ph: D onna <strong>Impresa</strong>© Model: Sara Ben Zidane e Roberto Baldassarri. Un ringraziamento spciale all'imprenditore Remo Scartozzi che ha reso pos<strong>si</strong>bile questo servizio fotografico


con noi nel pros<strong>si</strong>mo numero<br />

ANTONELLA:GIULIETTI<br />

Titolare di due aziende nei pres<strong>si</strong> di<br />

Verona una delle quali la Elite s.a.s<br />

Bioallergen Leader nella ricerca e<br />

sviluppo prodotti per le Allergie<br />

Respiratorie e Der<strong>ma</strong>tologiche.<br />

Propine e commercializza Programmi<br />

Completi di Bonifica per Hotels (<br />

ALLERGY FREE HOTELS) , Navi.<br />

scuole, a<strong>si</strong>li , cliniche, case di riposo,<br />

uffici... Nel campi dell 'Arredamento/<br />

ergonomia e' consulente e fornitore di tessuti di pregio<br />

per arredi, imbottiti per Strutture di Alto Livello. In Italia<br />

e all' 'Estero. Antonella è una donna forte, tenace che<br />

<strong>si</strong> distingue, oltre che per determinazione, anche e<br />

soprattutto per la pas<strong>si</strong>one che mette in tutte le sue<br />

attività <strong>non</strong> perdendo <strong>ma</strong>i di vista la sua identità ed i<br />

valori morali in cui crede fer<strong>ma</strong>mente: primi fra tutti<br />

l’onestà, il rispetto e l’amore per le persone.<br />

ALESSANDRA:TONELLI<br />

Alessandra Tonelli è<br />

l’intraprendente cotitolare<br />

della FG Milano,<br />

tutta rigorosamente <strong>ma</strong>de<br />

in Italy, che propone<br />

calzature femminili di<br />

lusso destinate ad una<br />

clientela d’elite.<br />

Lavorazione artigianale,<br />

cura del dettaglio ed<br />

eccellenza dei <strong>ma</strong>teriali<br />

fanno delle calzature FG<br />

un prodotto davvero<br />

unico per qualità e stile:<br />

vere e proprie opere<br />

d’arte in grado di<br />

coniugare de<strong>si</strong>gn, lusso<br />

ed originalità. Tessuti unici, pellami pregiatis<strong>si</strong>mi ,<br />

accessori di lusso e dettagli ricercati ed un de<strong>si</strong>gn ultra<br />

femminile, sono i punti di forza di queste creazioni di<br />

cui ci <strong>si</strong> innamora perdutamente al primo colpo<br />

d’occhio: un must have per ogni shoes addicted…<br />

MARIA CECILIA: BERIOLI<br />

La definiscono la guerriera ar<strong>ma</strong>ta di violoncello,<br />

mu<strong>si</strong>cista perugina ricca di talento e di pas<strong>si</strong>one,<br />

convinta che “la mu<strong>si</strong>ca debba tornare a dar parte della<br />

quotidianità”. Da anni insegue questa mis<strong>si</strong>one su<br />

molteplici fronti, nei concerti, numero<strong>si</strong>s<strong>si</strong>mi e di grande<br />

successo, nelle produzioni dove alla mu<strong>si</strong>ca <strong>si</strong> abbina<br />

la lirica, la recitazione e la danza, <strong>non</strong> di meno nella<br />

valorizzazione dei giovani talenti e compo<strong>si</strong>tori<br />

contemporanei, nelle collaborazioni più disparate, nella<br />

moltitudine delle tuurnée all’estero.<br />

Primo violoncello nei Solisti di Perugia,<br />

Maria Cecilia è inoltre fondatrice di<br />

Umbria Ensamble, vanta studi di<br />

perfezionamento tra Perugia e<br />

l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia<br />

<strong>ma</strong> anche una laurea con lode in<br />

filosofia. Ha suonato con nomi<br />

eccellenti, fra questi: Cafiso, Bollani e<br />

George Benson ad Umbria Jazz. In<br />

tournee all'estero, è approdata al<br />

Birdland di New York ed alla corte<br />

dell’Imperatore del Giappone,<br />

e<strong>si</strong>bendo<strong>si</strong> anche con l 'Imperatrice<br />

Michiko al pianoforte.<br />

BIANCA:IMBEMBO<br />

Il fulcro dell’esperienza di Bianca Imbembo è sempre stato<br />

quello di mettere in gioco le proprie capacità e le proprie<br />

conoscenze nel settore fashion. Bianca, infatti, ha creato e<br />

gestisce un’impresa individuale dove <strong>si</strong> occupa della<br />

lavorazione e della vendita di borse da donna. L’amore per<br />

il glamour l’ha portata a conoscere e frequentare il settore<br />

con attenzione e sen<strong>si</strong>bilità verso le tendenze e i<br />

cambiamenti del gusto e del mercato. Quando ho deciso<br />

che aveva voglia di metter<strong>si</strong> in gioco <strong>si</strong> è guardata intorno<br />

ed ha messo in attività le antenne per cogliere il mood. Ha<br />

notato che il feltro era una <strong>ma</strong>teria pri<strong>ma</strong> poco frequentata<br />

e scarsamente valorizzata, ha im<strong>ma</strong>ginato, pertanto, una<br />

linea di borse che potesse nobilitarla attraverso la cura per<br />

il particolare e la raffinatezza del particolare in cui il Made in<br />

Italy eccelle. Si è attrezzata per svolgere una ricerca di<br />

mercato che le consentisse di individuare la migliore<br />

qualità di feltro disponibile e da lì è partita. Alla grande. In<br />

poco tempo ha messo in cantiere una moltitudine di cose, a<br />

partire dalla collezione di borse realizzata con feltro<br />

ottenuto dal riciclo del PET, la plastica che troneggia sulle<br />

nostre tavole domestiche riempita d’acqua e bibite.<br />

Sen<strong>si</strong>bile e attenta alla salvaguardia dell’ambiente, ha<br />

cercato un buon prodotto realizzato con <strong>ma</strong>teriali da riciclo<br />

e colorato con tinture naturali. La sen<strong>si</strong>bilità al te<strong>ma</strong> della<br />

responsabilità sociale la esprime e realizza in diver<strong>si</strong><br />

contesti , oltre quello del rispetto dell’ambiente vi è, infatti,<br />

l’ade<strong>si</strong>one al progetto Save Wo<strong>ma</strong>n con Roberta Bruzzone<br />

affinché parte del ricavato dalla vendita di alcuni modelli <strong>si</strong>a<br />

devoluto ad azioni volte a contrastare la violenza contro le<br />

donne. Imprenditrice a quarant’anni, Bianca ha scelto un<br />

nome del brand pregno di <strong>si</strong>gnificato: kilesa che ri<strong>ma</strong>nda<br />

Le mie donne<br />

alla cultura del buddismo ed a sentimenti contrastanti<br />

come l’an<strong>si</strong>a, la determinazione, la paura e l’ambizione i<br />

quali, fu<strong>si</strong> tra di loro, impediscono all’individuo di focalizzar<strong>si</strong><br />

sui problemi. Il rimedio per orientar<strong>si</strong> in tale confu<strong>si</strong>one è<br />

offerto dalla meditazione. Essendo l’unico soggetto a<br />

detenere la leadership nell’impresa, i compiti e le<br />

responsabilità che le derivavano dal lavoro sono svolti<br />

prettamente da lei; così è riuscita ad acqui<strong>si</strong>re un<br />

backgroung di conoscenze molto ampie e variegate che<br />

abbracciano tutta la gam<strong>ma</strong> dei passaggi, dalla nascita alla<br />

vendita del prodotto, quindi dalla lavorazione dei <strong>ma</strong>teriali,<br />

al <strong>ma</strong>rketing e alla pubblicità del prodotto fino alla vendita<br />

dello stesso: le borse le sogna, le disegna, ne sceglie i<br />

<strong>ma</strong>teriali, le produce, le sfila, le presenta, le vende: sono le<br />

lancette pubbliche che scandiscono il tempo di questa<br />

grintosa donna a due teste, mezza stilista e mezza<br />

imprenditrice. Intuizione, creatività risvegliata prorompente<br />

unita al coraggio, possono dare vita a storie <strong>si</strong>mili, esempi<br />

concreti per chi ha sogni da realizzare. A prescindere dalla<br />

storia personale di Bianca, dal suo percorso, dalla fatica,<br />

dalla tenacia e dall'essere nel posto giusto al momento<br />

giusto, noi guardiamo le sue collezioni e vediamo del<br />

nuovo, oltre che del bello. Quello che ci piace di questa<br />

storia è che, oltre alla capacità imprenditoriale, finalmente<br />

vediamo del talento. Le collezioni sono coerenti, hanno una<br />

storia che ne guida il progetto, le sue creazioni le osservi e<br />

capisci quello che la de<strong>si</strong>gner ti sta raccontando.<br />

Sinceramente <strong>si</strong>amo felici che tutto ciò stia funzionando. <strong>E'</strong><br />

un bellis<strong>si</strong>mo esempio. Questo insegna che nella vita <strong>non</strong> è<br />

<strong>ma</strong>i troppo tardi. Così come <strong>non</strong> è <strong>ma</strong>i troppo tardi per<br />

indossare una sua “KILESA BAGS”.<br />

Peruviana <strong>ma</strong> trapiantata a Salerno, Rosa è fondatrice e pre<strong>si</strong>dentessa dell'associazione<br />

“Stranieri nel mondo” che dal 2010, anno della sua nscita ad oggi, vanta centinaia di iscritti<br />

provenienti prevalentemente dai pae<strong>si</strong> dell'America latina (Perù, Colombia, Bra<strong>si</strong>le,<br />

Argentina, Bolivia), del centro America (Guate<strong>ma</strong>la, Honduras, El Salvaror), dell'est Europa<br />

(Geogia, Rus<strong>si</strong>a, Ucraina). Scopo della Onlus è quello di fornire agli immigrati, presenti sul<br />

territorio salernitano, tutti gli strumenti utili al fine di giungere ad una completa integrazione.<br />

A tal propo<strong>si</strong>to l'associazione, anche mediante la prezio<strong>si</strong>s<strong>si</strong><strong>ma</strong> collaborazione dei<br />

volontari, organizza cor<strong>si</strong> di for<strong>ma</strong>zione linguistica gratuiti, per l'insegnamento dell'italiano<br />

che di fatto rappresenta per queste persone, vista la moltitudine di etnie, l'unica pos<strong>si</strong>bilità<br />

di comunicare tra loro, cor<strong>si</strong> di educazione civica e scambio fra le varie culture. Numero<strong>si</strong><br />

sono gli incarichi che Rosa Mondragon ricopre nel campo della tutele degli immigrati, a<br />

cominciare dall'adempiere al ruolo di responsabile <strong>si</strong>ndacale della Uil per gli immigrati,<br />

all'essere membro del con<strong>si</strong>glio territoriale per l'immigrazione della Prefettura di Salerno,<br />

<strong>non</strong> ultimo, il far parte dell'elenco traduttori e periti del Tribunale di Salerno. Grazie alla sua<br />

capacità di ascoltare e coinvolgere tutti, Rosa è riuscita ad affrontare con successo le<br />

proble<strong>ma</strong>tiche più importanti ed anche a trovare le soluzioni operando di concerto con le<br />

Istituzioni ed assumendo<strong>si</strong> sempre le sue responsabilità. Fra le priorità dell’associazione,<br />

che sono il promuovere politiche per la crescita, lo sviluppo, l’occupazione, l’innovazione,<br />

la conoscenza, il sapere, l’infor<strong>ma</strong>zione, il dialogo tra i popoli, i diritti e doveri per una vera<br />

cooperazione internazionale, anche il vigilare affinché il lavoro nero, una delle piaghe<br />

sociali più preoccupanti che riguardano in particolare il mondo degli immigrati, <strong>non</strong> abbia<br />

ancora a che proliferare e l'incoraggiare la cultura imprenditoriale. Un processo che passa<br />

attraverso la valorizzazione degli aspetti po<strong>si</strong>tivi dell’immigrazione, lo scambio<br />

profes<strong>si</strong>onale, la condivi<strong>si</strong>one culturale e l’impegno unitario per la soluzione delle<br />

proble<strong>ma</strong>tiche comuni. Questa strada permetterà di costruire delle prospettive concrete e<br />

contribuirà a proiettarci in un futuro diverso e migliore, aperto ad una cooperazione<br />

internazionale basata su una <strong>ma</strong>ggior conoscenza delle differenti realtà e sul rispetto<br />

reciproco. Solo così le radici diverse potranno rappresentare la ricchezza e <strong>non</strong> l’ostacolo<br />

per lo sviluppo di una società civile e moderna, nella quale i diritti civili ed u<strong>ma</strong>ni<br />

fondamentali vengano garantiti a tutti,<br />

senza distinzioni e contrasti: per il bene dei<br />

ROSA MARIA: nostri figli e delle generazioni future.<br />

MONDRAGON DAMIAN<br />

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