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Corte dei Conti Corte dei Conti Rechnungshof Rechnungshof

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<strong>Corte</strong> <strong>dei</strong> <strong>Conti</strong><br />

<strong>Rechnungshof</strong><br />

Sezione Giurisdizionale di<br />

Bolzano<br />

Rechtsprechungssektion<br />

Bozen<br />

INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO 2009<br />

ERÖFFNUNG DES GERICHTSJAHRES 2009<br />

RELAZIONE DEL PRESIDENTE<br />

BERICHT DES PRÄSIDENTEN<br />

Domenico Spadaro<br />

Bolzano, 27 Febbraio 2009<br />

Bozen, am 27. Februar 2009


SOMMARIO<br />

1. Recenti problematiche in materia di controllo e<br />

giurisdizione della <strong>Corte</strong> <strong>dei</strong> conti ........................... 2<br />

1.1 Legislazione e giurisprudenza ................................ 2<br />

2. Attività della Sezione............................................. 11<br />

2.1 La responsabilità amministrativa e contabile............11<br />

2.2 Il contenzioso pensionistico...................................15<br />

3. Appendice ............................................................. 18<br />

Tabelle ....................................................................18


2<br />

1. Recenti problematiche in materia di controllo e<br />

giurisdizione della <strong>Corte</strong> <strong>dei</strong> conti<br />

1.1 Legislazione e giurisprudenza<br />

Rivolgo un sentito ringraziamento ed un cordiale saluto a<br />

tutte le Autorità religiose, civili e militari che, onorandoci della<br />

loro presenza, mettono in risalto i valori etico giuridici della<br />

giurisdizione contabile nella Regione.<br />

Non ho mai ravvisato, in questa occasione, connotazioni<br />

celebrative che non hanno ragion d’essere, ma soltanto il<br />

significato di un momento di riflessione su quello che è stato fatto<br />

(o non fatto) nell’anno appena decorso, per adempiere al civile e<br />

democratico obbligo di darne pubblica contezza.<br />

Sembrano pertanto necessarie talune preliminari<br />

considerazioni e puntualizzazioni su principi e orientamenti<br />

interpretativi determinati – attesa la crescente incidenza della<br />

normazione comunitaria in settori primari quali, l’appalto di lavori<br />

e di servizi, la concorrenza, i derivati e via dicendo – dalla<br />

necessità di armonizzarne l’applicazione con la legge nazionale.<br />

L’avvento delle società pubbliche e, in particolare, di quelle che<br />

operano nei servizi, ha indubbiamente esasperato, più degli altri,<br />

due problemi: quello della concorrenza delle giurisdizioni e quello<br />

della scelta del contraente nei contratti ad evidenza pubblica.<br />

Il secondo problema menzionato deriva dal crescente<br />

ricorso, da parte degli enti locali, per la scelta del contraente negli<br />

appalti ovvero per individuare i soggetti cui affidare gli incarichi di<br />

progettazione, al sistema detto “in HOUSE PROVIDING” che,<br />

sostituendo la gara, costituisce un’eccezione alle regole generali<br />

del diritto comunitario. La giurisprudenza amministrativa, nel


3<br />

rispetto di siffatte regole, ne ha subordinato l’utilizzo, in<br />

conseguenza, in un’ottica di estremo rigore, alla compresenza di<br />

una serie di requisiti, interpretati restrittivamente. Ha affermato il<br />

Consiglio di Stato, in adunanza plenaria, con una sentenza<br />

recentissima 1 che l’affidamento diretto di un servizio pubblico,<br />

mediante il sistema c.d. in HOUSE – che si realizza ogni qual volta<br />

un ente pubblico decida di affidare la gestione del servizio, al di<br />

fuori del sistema della gara, avvalendosi di una società esterna<br />

(ossia soggettivamente separata) è da ritenersi consentito solo se<br />

la società presenta caratteristiche tali da poterla qualificare come<br />

una “derivazione” dell’ente stesso e solo se quest’ultimo può<br />

esercitare un controllo analogo a quello esercitato sui propri<br />

servizi. Nemmeno la partecipazione pubblica totalitaria può<br />

costituire requisito sufficiente se non è accompagnata da<br />

strumenti di controllo dell’ente, maggiori di quelli previsti dal<br />

diritto civile.<br />

Lo statuto della società non deve consentire che una<br />

quota del capitale sociale, anche minoritaria, possa essere<br />

alienata a soggetti privati. L’impresa non deve acquisire<br />

vocazione commerciale che renderebbe precario il controllo<br />

dell’ente pubblico. Devono essere riconosciuti a quest’ultimo, in<br />

definitiva, poteri di controllo ben più ampi di quelli che il diritto<br />

societario riconosce, normalmente, alla maggioranza sociale.<br />

Pertanto, dovendosi ravvisare nel rispetto di siffatte regole e<br />

principi, la necessaria rispondenza al precetto di buona<br />

amministrazione e di corretta gestione dell’attività contrattuale<br />

pubblica, la loro mancata applicazione, in disparte l’incidenza sulla<br />

1 C. d. S., adunanza plenaria, sent. n. 1 del 3 marzo 2008


4<br />

validità dell’atto, implica l’attivazione di un giudizio di<br />

responsabilità di fronte al giudice contabile, a carico di coloro che<br />

quelle violazioni hanno posto in essere.<br />

L’altra rilevante questione, peraltro correlata a quella<br />

precedente, è data dalla concorrenza delle giurisdizioni. Invero,<br />

se non è ancora chiaro cosa sia la società pubblica, è, tuttavia,<br />

pacifica la sua qualificazione, se operante nei servizi pubblici,<br />

come organismo di diritto pubblico che – a prescindere dalla sua<br />

natura giuridica e, dunque, anche se abbia natura societaria –<br />

deve agire come se fosse un ente pubblico, secondo modelli<br />

procedimentali pubblicistici. E non soltanto quando opera, come si<br />

è visto, la scelta del contraente. Tant’è che l’art. 18, commi I e<br />

segg., D.L. 112/08 – convertito con la L. 133/08 – impone alle<br />

società a totale partecipazione pubblica che gestiscono servizi<br />

pubblici locali, di adottare, a decorrere dal sessantesimo giorno<br />

successivo all’entrata in vigore della legge di conversione, con<br />

propri provvedimenti, criteri e modalità per il reclutamento del<br />

personale e per il conferimento degli incarichi a soggetti esterni,<br />

nel rispetto <strong>dei</strong> principi contenuti nell’art. 35 del T.U. 165/01 di<br />

trasparenza, imparzialità e pubblicità. E’stato l’interesse europeo<br />

alla concorrenza ed al “mercato” a dar luogo a tale marcata<br />

procedimentalizzazione di attività che, sebbene soggettivamente<br />

private, diventano di stretta competenza del giudice<br />

amministrativo (ex art. 6, L. 205) perché assimilate ad attività<br />

amministrative pure e semplici. Peraltro, le recenti aperture della<br />

Cassazione, in ordine all’ampiezza della giurisdizione erariale 2 ,<br />

hanno attribuito anche alla <strong>Corte</strong> <strong>dei</strong> <strong>Conti</strong>, un ruolo rilevante nei<br />

confronti di amministratori e dipendenti delle società di cui<br />

2 vedasi, per tutte, l’ordinanza n. 16697/03 e la sentenza n. 3899/04 della<br />

Cassazione a Sezioni unite


5<br />

trattasi per l’ovvia ragione che, direttamente o indirettamente, la<br />

loro attività incide sul patrimonio pubblico. E’ di tutta evidenza<br />

come, l’affidamento di commesse di ingente dimensione,<br />

oggettivamente pubbliche, la vendita o l’acquisto di azioni con<br />

denaro pubblico, l’aumento o la ricostituzione del capitale sociale<br />

con risorse pubbliche, qualora arrechino nocumento alle pubbliche<br />

finanze, non possono non interessare la <strong>Corte</strong> <strong>dei</strong> <strong>Conti</strong>, preposta<br />

proprio al controllo delle responsabilità di coloro che utilizzano le<br />

pubbliche risorse.<br />

Ciò nondimeno, gli amministratori di una società per<br />

azioni, ancorché pubblica, possono ben essere chiamati a<br />

rispondere ai soci e alla società, secondo le regole del diritto<br />

societario, per cui nei loro confronti sono esperibili, ad iniziativa<br />

<strong>dei</strong> soci e/o degli organi societari, le azioni tipiche ex articoli<br />

2392, 2393 e 2393 bis (azioni sociali di responsabilità). L’azione<br />

non è estensibile ai dipendenti che non sfuggono però all’azione di<br />

responsabilità erariale.<br />

Ne deriva che lo stesso fatto potrebbe essere valutato<br />

(diversamente) da due giudici diversi, stante la mancanza di<br />

qualsivoglia strumento di coordinamento o pregiudiziale<br />

processuale. Non è questa la sede, tuttavia, per affrontare le<br />

problematiche derivanti dalla coesistenza <strong>dei</strong> due regimi.<br />

Anche nel 2008, numerose sono state le disposizioni<br />

normative che hanno interessato le funzioni di garanzia,<br />

istituzionalmente attribuite alla <strong>Corte</strong> <strong>dei</strong> <strong>Conti</strong>, tanto sul versante<br />

del controllo quanto su quello della giurisdizione.<br />

Richiamerò brevemente, tra le tante, le più significative<br />

per incidenza e rilevanza.


6<br />

L’art. 61 del D.L. 112/08 (convertito nella L. 133/08) che<br />

ha attribuito alle Sezioni Regionali di Controllo il potere di<br />

effettuare controlli, anche su gestioni pubbliche in corso di<br />

svolgimento, presso le amministrazioni regionali, di concerto con<br />

il Presidente della <strong>Corte</strong>, anche su richiesta <strong>dei</strong> Consigli Regionali,<br />

con l’obbligo per le amministrazioni di conformarsi agli<br />

accertamenti della <strong>Corte</strong>. La norma, peraltro, non riguarda in<br />

modo diretto le Regioni a statuto speciale, per effetto delle<br />

preclusioni di cui all’art. 7 comma 7 della L. 131/2003 (Legge La<br />

Loggia)<br />

La norma di cui all’art. 62 che vieta alle Regioni ed anche<br />

alle Province Autonome di Trento e Bolzano, la stipula di contratti<br />

aventi per oggetto derivati, prima dell’entrata in vigore del<br />

regolamento col quale il Ministro dell’Economia e delle Finanze<br />

dovrà individuare la tipologia ammessa di siffatti strumenti<br />

finanziari.<br />

L’art. 67, commi 8, 9, 10 che, in tema di contratti<br />

integrativi e di controlli sui contratti nazionali e integrativi<br />

prevede rilevanti interventi della <strong>Corte</strong> centrale.<br />

L’abnorme ricorso all’istituto della consulenza da parte<br />

delle pubbliche amministrazioni e gli abusi espletati in tema di<br />

collaborazioni, per aggirare il divieto di assunzione di nuovo<br />

personale che le finanziarie degli ultimi anni ponevano, ha indotto<br />

il legislatore a mettere mano, ancora una volta, al 6° comma<br />

dell’art. 7 del T.U. 165/01, con l’art. 46, D.L. menzionato, titolato<br />

“riduzione delle collaborazioni e delle consulenze nella pubblica<br />

amministrazione”.<br />

Il governo aveva ravvisato nella mancanza di una<br />

definizione normativa delle collaborazioni coordinate e


7<br />

continuative e di una specifica disciplina, la causa prima degli<br />

abusi e degli eccessi. Avviò in conseguenza, con l’art. 32 del noto<br />

decreto Bersani, convertito con la L. 248 del 2006, una prima<br />

regolazione della materia, rivedendola ed accentuandone il rigore,<br />

dapprima con gli articoli 55, 56 e 57 della L- 244/07 per i quali<br />

consulenze e collaborazioni a soggetti esterni possono essere<br />

conferiti dagli enti locali solo nell’ambito di un programma<br />

approvato dal Consiglio e secondo criteri e modalità da stabilirsi<br />

con regolamento. L’art. 76, successivo ha poi introdotto l’obbligo<br />

della “particolare e comprovata specializzazione universitaria”.<br />

Con una norma recentissima, emanata nell’estate<br />

dell’anno decorso, l’art. 46 del D.L. 112/08, più volte citato, sono<br />

stati introdotti altri correttivi e ulteriormente specificati criteri e<br />

modalità <strong>dei</strong> conferimenti.<br />

Dette norme interessano la <strong>Corte</strong> in modo particolare e<br />

diretto, per la rilevanza e l’ampiezza della ricaduta sul processo<br />

contabile che la loro violazione, da parte degli enti locali,<br />

comporta. Il mancato rispetto delle disposizioni in parola dà<br />

luogo, infatti, a responsabilità erariale.<br />

Una svolta importante, in tema di esclusività del potere di<br />

azione erariale della magistratura contabile, è data dalla<br />

pronuncia della <strong>Corte</strong> Costituzionale 3 in sede di interpretazione<br />

dell’art. 538, 2° comma c.p.p. 4 . Hanno affermato i giudici che la<br />

costituzione di parte civile dell’ente pubblico danneggiato, ai sensi<br />

della norma menzionata, limita la giurisdizione del giudice penale,<br />

in sede di pronuncia sul risarcimento del danno, alla sola<br />

3 <strong>Corte</strong> Costituzionale sentenza n. 272 del 13 luglio 2007<br />

4 Art. 538, 2° comma c.p.p., omissis…” e pronuncia condanna dell’imputato, al<br />

risarcimento del danno. Il giudice provvede, altresì, alla liquidazione, salvo che<br />

sia prevista la competenza di altro giudice.


8<br />

condanna generica dell’imputato, con l’esclusione di qualsivoglia<br />

accertamento sia sulla misura che sulla concreta sussistenza del<br />

danno che sono riservati alla cognizione del giudice contabile. Ne<br />

consegue, allora, non solo che ogni affermazione della sentenza<br />

penale che non sia funzionale alla condanna generica, è<br />

insuscettibile di acquistare autorità di giudicato, ma anche e<br />

soprattutto, ai fini che qui contano, che l’esistenza e la misura del<br />

danno, devono essere accertati e liquidati dalla <strong>Corte</strong> <strong>dei</strong> <strong>Conti</strong>.<br />

Ne consegue, in definitiva, che la condanna generica del giudice<br />

penale integra un accertamento di potenziale idoneità lesiva del<br />

fatto e non anche l’accertamento del fatto effettivo e lascia<br />

emergere il carattere esclusivo del processo contabile.<br />

L’emanazione poco meditata di una norma attributiva di<br />

competenze nuove alla <strong>Corte</strong> <strong>dei</strong> <strong>Conti</strong>, ne ha appesantito<br />

immotivatamente i già onerosi carichi di lavoro. Mi riferisco all’art.<br />

2, comma 1°, lett. c) D.Lgs. 113 del 2007, con il quale era stato<br />

fatto obbligo ai comuni di trasmettere alla <strong>Corte</strong> (Procure<br />

regionali competenti per territorio) tutte le convenzioni di<br />

urbanizzazione:<br />

Iniziativa meritoria – perché attinente a motivi di rilevante<br />

criticità essendo gravi e diffusi gli illeciti in tema di oneri di<br />

urbanizzazione, connessi come sono a ingenti interessi economici<br />

– ma assai impegnativa per gli uffici che furono gravati<br />

dall’inoltro, da parte di tutti i comuni interessati non soltanto delle<br />

convenzioni ma altresì della imponente documentazione<br />

sottostante richiesta dall’adempimento. La norma emessa nel<br />

2007 è stata abrogata nel 2008. Peraltro, l’inserimento della<br />

norma nel sistema organico delle responsabilità era apparso non<br />

facile, posto che l’obbligazione generalizzata di trasmissione alle


9<br />

Procure di tutte le convenzioni urbanistiche stipulate, non legato<br />

ad alcuna valutazione di danno erariale, poteva far pensare ad<br />

una sorta di controllo giudiziale di attività amministrativa, mai<br />

previsto nel passato.<br />

L’arbitrato, quale strumento utilizzato finora con<br />

frequenza dallo Stato per comporre le controversie civili insorte<br />

con i privati, aveva dato pessimi risultati.<br />

Le statistiche di un Ministro della Repubblica avevano<br />

dimostrato, addirittura, che lo Stato su 100 arbitrati ne perde 94.<br />

Coerentemente, la possibilità di fare ricorso a siffatto istituto per<br />

la risoluzione delle controversie civili, era stata soppressa<br />

dall’ultima Finanziaria a far tempo dal 1° gennaio 2009.<br />

La soppressione è stata tuttavia prorogata al 30 giugno.<br />

Se ne ignorano le ragioni.<br />

Una notazione deve essere fatta da ultimo con riguardo<br />

alla posizione ed al ruolo che, nell’attuale sistema <strong>dei</strong> controlli,<br />

recenti vicende normative hanno assegnato al collegio <strong>dei</strong><br />

revisori.<br />

Come è noto il D. Lgs. 286 entrato in vigore nel 1999<br />

nell’istituire i controlli interni (di gestione, di valutazione della<br />

dirigenza, strategici – congruenza tra risultati conseguiti e<br />

obiettivi predefiniti) dispone che coloro i quali a quei controlli<br />

fossero stati addetti, avrebbero dovuto riferire soltanto agli organi<br />

di vertice e non anche, anzi vennero espressamente esonerati<br />

dall’obbligo di denuncia alle Procure della <strong>Corte</strong> <strong>dei</strong> <strong>Conti</strong>, per i<br />

fatti illeciti <strong>dei</strong> quali fossero venuti a conoscenza nell’ambito di tali<br />

funzioni. E’ di tutta evidenza quale sia, quindi, al fine della<br />

comunicazione alla <strong>Corte</strong> delle notitiae damni, la rilevanza del


10<br />

ruolo assunto dal collegio <strong>dei</strong> revisori, unico organo di controllo<br />

interno non ricompreso nella preclusione. E’ stato affermato dalla<br />

dottrina e dalla giurisprudenza che, attesa la peculiarità <strong>dei</strong><br />

compiti cui sono chiamati i revisori, nell’ambito della pubblica<br />

amministrazione, non può più parlarsi di “mera revisione<br />

contabile” bensì di “revisione pubblica” a tutela e garanzia della<br />

collettività. Il loro controllo ha assunto, oramai, la connotazione di<br />

una vera e propria attività di revisione al fine di attestare la<br />

legittimità, regolarità e correttezza dell’azione amministrativa.<br />

Il Consiglio di Stato con la sentenza nr. 5099 del luglio<br />

2004, ha affermato, con riferimento ai revisori degli enti locali,<br />

che “i compiti loro attribuiti vanno ben oltre quello tradizionale di<br />

attestazione della corrispondenza del rendiconto alle risultanze<br />

della gestione e della regolarità delle scritture, comprendendo<br />

anche la collaborazione con l’attività del Consiglio, rispetto al<br />

quale la funzione del revisore si atteggia, di volta in volta, di<br />

consulenza sotto il profilo tecnico contabile, di controllo rispetto<br />

all’attività degli organi esecutivi, di vigilanza sulla regolarità della<br />

gestione e via dicendo.<br />

Beninteso, il mancato riscontro dell’illegittimità/illiceità di<br />

atti specifici non sarà loro imputabile, dovendo essi vigilare<br />

sull’attività e non sugli atti, purché non risulti che in qualche<br />

modo l’atto sia stato espressamente sottoposto al loro esame.<br />

Tutto ciò detto, non può essere accolta con favore la<br />

norma con la quale la Finanziaria 2007 (art. 1, comma 732),<br />

modificando il Testo unico enti locali, ha ridotto da tre a un<br />

revisore il collegio per gli enti con popolazione da 5000 a 15.000<br />

abitanti, non potendo non derivare da siffatta contrazione<br />

numerica, una attenuazione dell’efficacia <strong>dei</strong> compiti di vigilanza<br />

<strong>dei</strong> quali si è detto.


11<br />

2. Attività della Sezione<br />

2.1 La responsabilità amministrativa e contabile<br />

L’accelerata evoluzione della società in cui viviamo cui non<br />

sempre corrisponde il tempestivo adeguamento degli istituti<br />

giuridici che ne dovrebbero tutelare gli interessi, quantomeno<br />

quelli essenziali, tra i quali é certamente da ricomprendere la<br />

difesa del pubblico denaro, non facilita da una parte la corretta e<br />

razionale gestione della cosa pubblica, dall’altra l’adempimento<br />

dell’istituzionale funzione di garanzia spettante alla <strong>Corte</strong>.<br />

Talché anche realtà amministrativamente efficienti e ben<br />

costruite, quale certamente è quella altoatesina, non possono<br />

evitare il formarsi, nel proprio interno, di devianze causative di<br />

danno erariale.<br />

E’, per contro, da rimarcare come la ricerca <strong>dei</strong> soggetti<br />

responsabili di danno all’erario sia spesso ostacolata dal sistema<br />

della ripartizione delle competenze e delle funzioni tra i diversi<br />

uffici e i diversi funzionari.<br />

D’altronde l’azione amministrativa è attività<br />

procedimentalizzata e funzionalizzata e non può che svolgersi nel<br />

pieno rispetto <strong>dei</strong> moduli procedimentali stabiliti con atto<br />

normativo.<br />

Troppe volte, tuttavia, le norme in questa materia sono<br />

oscure, farraginose, imprecise come prova la miriade di circolari<br />

interpretative che sovente le accompagnano. Diceva l’antico<br />

diritto romano “in CLARIA NON FIT INTERPRETATIO”<br />

Mentre rinvio, per il dato numerico, alla lettura delle<br />

tabelle allegate, mi soffermerò brevemente sulle più significative,<br />

tra le pronunce depositate da questa Sezione nell’anno decorso,<br />

non senza però aver prima sottolineato la sensibile contrazione


12<br />

<strong>dei</strong> giudizi pendenti, da 21 a 16 e il sostanziale raddoppio delle<br />

sentenze depositate, passate da 8 a 15.<br />

Andamento parimenti positivo è rilevabile nella materia<br />

pensionistica ove va segnalata l’ulteriore riduzione <strong>dei</strong> ricorsi<br />

pensionistici pendenti il cui numero, che era di 66 al 31 dicembre<br />

2007, è ora di 47. Un vivo ringraziamento va quindi rivolto ai<br />

colleghi magistrati che con capacità e spirito di dedizione hanno<br />

concorso al realizzo dell’alto livello di rendimento, che i risultati<br />

conseguiti comprovano. Ringraziamento che va esteso al<br />

personale di segreteria che, malgrado le scarse risorse umane<br />

disponibili, ha collaborato egregiamente al ritmo impresso alla<br />

trattazione <strong>dei</strong> ricorsi e <strong>dei</strong> giudizi.<br />

Meritano menzione le Sentenze 3 e 4/2008 con le quali é<br />

stata data, per la prima volta, concreta attuazione al comma 174,<br />

dell’art. 1 della Finanziaria 2005, secondo cui il Procuratore<br />

Regionale della <strong>Corte</strong> <strong>dei</strong> <strong>Conti</strong>, dispone di tutte le azioni a tutela<br />

delle ragioni del creditore, previste dal c.p.c. Le richiamate<br />

pronunce vanno, quindi, interpretate nel senso che, a mente<br />

dell’art. 26 R.D. 1033/1938, il processo contabile si arricchisce<br />

degli strumenti previsti dall’ordinario sistema processualcivilistico.<br />

Talché la proponibilità dell’azione revocatoria, nella sede<br />

contabile, non viene meno, neanche se vi sia stata la preventiva<br />

proposizione di identica domanda dinnanzi al giudice ordinario.<br />

Le Sentenze n. 23, 24 e 28 del 2008 hanno avuto per<br />

oggetto il comportamento di rappresentanti delle forze dell’ordine,<br />

qualificato come doloso – in disparte la gravità <strong>dei</strong> fatti contestati<br />

– perché voluto nella sua realizzazione e conseguenze, mirato alla<br />

violazione <strong>dei</strong> doveri di lealtà gravanti sui pubblici dipendenti. Gli<br />

illeciti ascritti, attesa la loro rilevanza anche penale, hanno<br />

concretizzato forme di responsabilità peculiari al processo


13<br />

contabile quali quella per “danno da disservizio” e quella per<br />

“danno all’immagine”, tra loro diverse ancorché contestabili<br />

contemporaneamente.<br />

Il danno all’immagine attiene, infatti, alla lesione del<br />

prestigio e del decoro dell’amministrazione. La Sezione non ha<br />

mancato di prendere posizione in ordine alla corretta ricostruzione<br />

di tale istituto, anche alla luce <strong>dei</strong> più recenti sviluppi di ordine<br />

ermeneutico-sistematico, affermando che, “quale che sia la<br />

configurazione del danno in argomento (patrimoniale ex art 2043<br />

c.c. o, secondo una lettura costituzionalmente orientata, non<br />

patrimoniale ex art. 2059 c.c.) rimane fermo il diritto della<br />

persona giuridica pubblica, in forza del disposto dell’art. 97 Cost.,<br />

al conseguimento, al mantenimento ed al riconoscimento della<br />

propria identità: diritto la cui violazione è, sempre<br />

economicamente valutabile”, ancorché in termini equitativi ex art.<br />

1226 c.c.<br />

Il danno da disservizio, per contro, attiene ai costi<br />

sopportati dall’amministrazione per ovviare agli effetti negativi<br />

che, come avviene in tutte le strutture complesse, l’attività illecita<br />

di un pubblico dipendente ha su quella degli altri dipendenti<br />

viziandola ovvero rallentandola. Per non dire delle conseguenze<br />

che un processo e l’eventuale condanna a carico di un dipendente<br />

pubblico ha sull’organizzazione interna dell’amministrazione<br />

dovendosi necessariamente procedere a modifiche strutturali,<br />

trasferimento di dipendenti, assegnazioni di nuovi incarichi.<br />

Sono da segnalare taluni principi desumibili dalle tre<br />

sentenze appena richiamate:<br />

- con riferimento alla sentenza 23/08: sia la tipologia del<br />

danno all’immagine che quella del danno da disservizio non


14<br />

richiedono necessariamente il previo accertamento di un fattoreato;<br />

- con riferimento alla sentenza 24/08 (concussione<br />

consumata e tentata): in considerazione del particolare status<br />

degli appartenenti alle Forze dell’ordine, alcun valore esimente è<br />

stato ravvisato nella circostanza che i fatti contestati dalla Procura<br />

si siano verificati al di fuori dal servizio di istituto;<br />

- nella sentenza 28/08 è stato ritenuto che l’invito a<br />

dedurre sia reiterabile in ragione della natura sostanzialmente<br />

libera dell’attività processuale del Procuratore regionale, fatto<br />

salvo il limite costituito dal decorso del termine prescrizionale.<br />

La sentenza nr. 21/08 con la quale, previa riunione in rito<br />

di 5 giudizi, sono stati condannati i responsabili di un’associazione<br />

privata che, con riguardo a una serie di progetti formativi, aveva<br />

distratto fraudolentemente quasi 260.000,00 euro, in danno della<br />

Provincia di Bolzano, ha offerto lo spunto per l’affermazione, in<br />

tema di ripartizione tra le parti dell’onere della prova, di un<br />

paradigma che – attesa la sua valenza di ordine generale – merita<br />

di essere sottolineato. Ha affermato la Sezione che al cospetto di<br />

vicende articolate e complesse, dipanatesi negli anni (nella<br />

fattispecie dal 1998 al 2004) grava anche sulla parte convenuta<br />

l’onere di delineare adeguatamente il fondamento o quantomeno<br />

la plausibilità delle proprie eccezioni (anche) in punto di<br />

(denegata) sussistenza o quantificazione delle diverse poste di<br />

danno.<br />

Eccezioni che non possono evidentemente atteggiarsi<br />

secondo un’impostazione meramente negatoria, ma devono<br />

altresì prospettare una valenza probatoria di segno contrario, se –<br />

come é pacifico - “anche le deduzioni difensive sono chiamate a<br />

contribuire al determinarsi del convincimento del Giudice”.


15<br />

2.2 Il contenzioso pensionistico<br />

Nel 2008 hanno trovato soluzione due questioni di<br />

legittimità costituzionale che, sollevate nel 2007, avevano<br />

determinato la sospensione di tutta una serie di giudizi. Una<br />

prima questione riguardava la misura del trattamento di<br />

reversibilità da riconoscere al coniuge superstite, preteso nella<br />

misura intera e non nella percentuale del trattamento del dante<br />

causa alla quale la pensione di reversibilità viene commisurata,<br />

qualora la pensione diretta fosse stata liquidata<br />

antecedentemente al 1° gennaio 1995. La sentenza della <strong>Corte</strong><br />

Costituzionale non favorevole alla pretesa ha dato luogo al rigetto<br />

di tutti i ricorsi presentati.<br />

La seconda questione riguardava la possibilità, per il<br />

titolare di due o più pensioni, di percepire altrettanti assegni a<br />

titolo di indennità integrativa speciale. La pronuncia della<br />

Consulta (ordinanza nr. 119/08) ha ulteriormente avallato il<br />

consolidato orientamento della Sezione, già confermato dalla<br />

Sezioni Riunite della <strong>Corte</strong> <strong>dei</strong> conti, secondo il quale il titolare di<br />

due pensioni ha diritto a percepire l’indennità integrativa speciale<br />

sulla seconda pensione non in misura intera, ma soltanto nei limiti<br />

necessari ad ottenere l’integrazione della pensione sino<br />

all’importo corrispondente al trattamento minimo previsto per il<br />

fondo pensioni <strong>dei</strong> lavoratori dipendenti (c.c. minimo Inps).<br />

Meritano segnalazione, altresì, taluni orientamenti<br />

espressi in materia di indebito pensionistico:<br />

* nel caso di recupero, nei confronti di ex militari, di<br />

somme spettanti erogate in sede di trattamento provvisorio, si è<br />

ritenuto di ravvisare l’insussistenza di una posizione di


16<br />

“affidamento“ in capo ai suddetti, segnatamente con riguardo al<br />

peculiare istituto del collocamento in ausiliaria ed alle specifiche<br />

procedure seguite dall’Amministrazione di appartenenza;<br />

* nel caso di ingiunzione di pagamento emessa<br />

dall’INPDAP nei confronti dell’ex ente datore di lavoro – nella<br />

specie la Provincia di Bolzano – che aveva erroneamente liquidato<br />

il trattamento provvisorio di pensione, la Sezione ha fissato il<br />

principio per il quale, “una volta che l’Amministrazione<br />

previdenziale, sulla base della compiuta conoscenza (o<br />

conoscibilità) della concreta fattispecie, abbia emesso il<br />

provvedimento definitivo, le conseguenze di indebite<br />

corresponsioni di somme disposte in forza di quest’ultimo,<br />

graveranno – operandosi così una sorta di “traslazione” del rischio<br />

– sull’Amministrazione medesima”;<br />

* nel caso di rideterminazione del trattamento<br />

pensionistico da parte dell’INPDAP – con consequenziale<br />

accertamento di un credito erariale -, è stato ribadito che il<br />

divieto di recupero di somme erroneamente corrisposte non trova<br />

applicazione nell’ipotesi in cui l’Amministrazione, pur avendo<br />

liquidato il trattamento pensionistico con clausola di definitività,<br />

sia incorsa in errori interpretativi della normativa di riferimento,<br />

cui siano seguiti provvedimenti di riforma adesivi dell’indirizzo<br />

giurisprudenziale, indicato dalla <strong>Corte</strong> <strong>dei</strong> conti in sede del<br />

controllo.<br />

Per la peculiarità della vicenda, sono poi da richiamare da<br />

ultimo due pronunce emesse in tema di pensionabilità (nella c.d.<br />

quota A) dell’indennità di alloggio per i segretari comunali della<br />

provincia (sulla base di un’originaria norma del 1925), in ordine


17<br />

alla quale si è ravvisata la carenza del necessario presupposto<br />

della generalità/oggettività dell’emolumento considerato.<br />

Va segnalata da ultimo una importante modifica,<br />

introdotta nel procedimento pensionistico, allo scopo di<br />

accentuarne la trasparenza, con l’art. 53 D.L. 112/08, per il<br />

quale, unitamente al dispositivo dovrà essere data esposizione <strong>dei</strong><br />

motivi di fatto e diritto che lo hanno determinato.


18<br />

3. Appendice<br />

Tabella 1<br />

Dati relativi all’attività della Sezione (anno 2008).<br />

a) in materia di responsabilità amministrativa<br />

tipologia di atti Num. Num. Totale <strong>dei</strong><br />

danni<br />

accertati<br />

- giudizi in carico al 1º gennaio 2008 64<br />

- giudizi introdotti nel corso dell’anno 16<br />

Totale giudizi in carico nel 2008 80<br />

giudizi esaminati in udienza e decisi 19<br />

giudizi esaminati in udienza, ma non decisi (rinvio, 12<br />

sospensione, ordinanza istruttoria, in attesa decisione)<br />

Giudizi conclusi con procedimento abbreviato 2 € 5.300,00<br />

- sentenze di condanna pubblicate 11 € 529.124,19<br />

- sentenze di assoluzione pubblicate 3<br />

- sentenze miste 1 5.781,31<br />

Totale giudizi decisi con sentenza * 19<br />

ordinanze istruttorie 3<br />

ordinanze di rinvio 2<br />

ordinanze di convalida sequestro 1<br />

ordinanze di dissequestro 1<br />

ordinanze di cancellazione della causa dal ruolo nei giudizi 21 21<br />

per resa di conto<br />

- giudizi di responsabilità pendenti al 31 dicembre 2008 16<br />

- giudizi per resa di conto pendenti al 31 dicembre 2008 22<br />

Totale giudizi pendenti al 31 dicembre 2008 38<br />

* I giudizi dal n. 1524 al n. 1528, per ragioni di connessione, sono stati decisi<br />

con unica sentenza n. 21/08. Pertanto le sentenze sono in totale 15, mentre i<br />

giudizi decisi con sentenza sono 19.


19<br />

b) in materia di giudizi di conto<br />

tipologia di atti<br />

Numero<br />

relazioni <strong>dei</strong> magistrati 30<br />

decreti presidenziali di discarico * 33<br />

decreti presidenziali di estinzione <strong>dei</strong> giudizi 0<br />

* Uno <strong>dei</strong> decreti di discarico ha approvato il relativo conto giudiziale<br />

con rilievo, sulla base delle motivazioni espresse nella relazione.<br />

c) in materia pensionistica<br />

tipologia di atti<br />

Num.<br />

Num.<br />

- ricorsi in carico al 1° gennaio 2008 66<br />

- ricorsi depositati nel corso dell’anno 29<br />

Totale ricorsi in carico nel 2008 95<br />

ricorsi esaminati in udienza 85<br />

ricorsi decisi con lettura immediata del<br />

75<br />

dispositivo in udienza<br />

ricorsi già esaminati ma sospesi (oggetto 7<br />

di rinvio, sospensione ovvero ordinanza<br />

istruttoria)<br />

ricorsi in attesa di decisione 31<br />

ricorsi pronti udienza 9<br />

- sentenze di accoglimento depositate 7<br />

- sentenze di parziale accoglimento<br />

5<br />

depositate<br />

- sentenze di rigetto depositate 34<br />

- sentenze di inammissibilità 1<br />

- sentenze di estinzione 2<br />

Totale ricorsi decisi con sentenza * 48<br />

istanze di sospensiva decise in sede<br />

2<br />

collegiale<br />

Totale ricorsi pendenti al 31 dicembre<br />

47<br />

2008<br />

* per uno <strong>dei</strong> ricorsi è stata emessa sentenza – ordinanza e<br />

successivamente sentenza. Per tale motivo le sentenze sono 49, mentre<br />

i ricorsi decisi con sentenza sono 48.


20<br />

Tabella 2<br />

Dati relativi all’attività della Procura Regionale di Bolzano<br />

(anno 2008).<br />

Per completezza sono qui riportati i dati numerici,<br />

articolati per tipologia di atto, relativi all’attività svolta nel 2008<br />

dalla Procura Regionale di Bolzano, illustrata in separata relazione<br />

del Procuratore Regionale.<br />

a) vertenze<br />

tipologia di atti<br />

Numero<br />

vertenze pendenti al 31.12.2007 228<br />

vertenze aperte nell’anno 2008 397<br />

atti istruttori 315<br />

inviti a dedurre ex art. 5 L. 19/1994 32<br />

provvedimenti di archiviazione 345<br />

istanze di proroga <strong>dei</strong> termini per la<br />

2<br />

citazione<br />

vertenze pendenti al 31.12.2008 263<br />

b) giudizi<br />

tipologia di atti<br />

Numero<br />

atti di citazione depositati 17<br />

istanze di sequestro conservativo 1<br />

azioni revocatorie 0


INHALTSVERZEICHNIS<br />

1. Aktuelle Probleme auf dem Gebiet der Kontrolle und der<br />

Gerichtsbarkeit des <strong>Rechnungshof</strong>es...................... ……..2<br />

1.1 Gesetzgebung und Rechtsprechung ............................... .2<br />

2. Die Tätigkeit der Rechtsprechungssektion .............. ......11<br />

2.1 Die Verfahren über die verwaltungsrechtliche Haftung......11<br />

2.2 Die Gerichtsbarkeit in Pensionsangelegenheiten ........... …15<br />

3. Anhang ...................................................................... ..18<br />

Tabellen...........................................................................18


2<br />

1. Aktuelle Probleme im Bereich der Kontrollfunktion und<br />

der Gerichtsbarkeit des <strong>Rechnungshof</strong>es<br />

1.1 Gesetzgebung und Rechtsprechung<br />

Es ist mir eine große Ehre, alle geistlichen, zivilen und<br />

militärischen Amtsträger zu begrüßen, die uns heute mit ihrer<br />

Anwesenheit beehren und so ihr Interesse an den vom<br />

<strong>Rechnungshof</strong> in dieser Region wahrgenommenen Aufgaben<br />

bekunden.<br />

Die Eröffnung des Gerichtsjahres stellt den feierlichen Rahmen<br />

dar, um einige Überlegungen über die Tätigkeit des<br />

<strong>Rechnungshof</strong>es im vergangenen Gerichtsjahr anzustellen und<br />

darüber zu berichten.<br />

Hierbei erscheint es sinnvoll, angesichts der wachsenden<br />

Bedeutung gemeinschaftlicher Regelungen in maßgeblichen<br />

Bereichen, wie z.B. bei der Vergabe von Aufträgen und<br />

Dienstleistungen, bei Wettbewerben, Derivaten usw., Erwägungen<br />

und Präzisierungen über die Auslegungsrichtlinien und –prinzipien<br />

zur Harmonisierung der nationalen Gesetze anzustellen. Durch die<br />

zunehmende Bedeutung von öffentlichen Gesellschaften,<br />

insbesondere jener, die mit Dienstleistungen betraut sind, hat sich<br />

das Problem der konkurrierenden Gerichtsbarkeit und jenes der<br />

Auswahl der Auftragnehmer bei öffentlichen Verträgen zugespitzt.<br />

Letztgenanntes Problem ist auf die wachsende Tendenz der<br />

lokalen Gebietskörperschaften zurückzuführen, Auftragnehmer für<br />

öffentliche Aufträge oder Projektaufträge durch “IN HOUSE<br />

PROVIDING” und nicht durch Wettbewerb auszuwählen, was eine<br />

Ausnahme zu den allgemeinen Regeln des Gemeinschaftsrechts


3<br />

bildet. Und angesichts dieser Regeln hat die<br />

Verwaltungsrechtsprechung die Anwendung des In-House-<br />

Vergabeverfahrens dem Vorhandensein einer Reihe von restriktiv<br />

ausgelegten Voraussetzungen untergeordnet. Der Staatsrat hat in<br />

Plenarsitzung kürzlich durch Urteil 1 festgelegt, dass die direkte<br />

Vergabe eines öffentlichen Dienstes durch die sogenannte „In-<br />

House-Vergabe“ (wenn der öffentliche Auftraggeber<br />

Dienstleistungsaufträge ohne Ausschreibung einer externen<br />

Gesellschaft - d.h. einer Gesellschaft mit eigenen Subjekten -<br />

überträgt) nur dann möglich ist, wenn die Gesellschaft von der<br />

Körperschaft abgeleitet werden kann und wenn diese Körperschaft<br />

eine Kontrolle ausüben kann wie über ihre eigenen Dienststellen.<br />

Als Voraussetzung genügt nicht einmal die gänzlich öffentliche<br />

Beteiligung - außer die Kontrollinstrumente sind umfangreicher als<br />

vom Zivilrecht vorgesehen.<br />

Die Satzung der Gesellschaft darf nicht vorsehen, dass ein Anteil<br />

des Gesellschaftskapitals, auch wenn es sich um einen<br />

Mindestanteil handelt, an Private veräußert werden kann. Das<br />

Unternehmen darf keine Handelsambitionen verfolgen, denn diese<br />

würden die Kontrolle durch die öffentliche Körperschaft<br />

untergraben, deren Kontrollbefugnisse im Grunde umfangreicher<br />

sein müssen als jene, die das Gesellschaftsrecht normalerweise der<br />

Gesellschaftsmehrheit zuschreibt. Durch die Einhaltung dieser<br />

Regeln und Prinzipien werden die gute Verwaltungsführung und die<br />

korrekte Ausübung der öffentlichen Vertragstätigkeit gewährleistet,<br />

während die Nichteinhaltung dieser Regeln sich nicht nur auf die<br />

Gültigkeit der Akten auswirkt, sondern zudem die Eröffnung von<br />

1 Staatsrat, Plenarsitzung, Urteil vom 3. März 2008, Nr. 1.


4<br />

Amtshaftungsverfahren vor dem <strong>Rechnungshof</strong> gegen die<br />

Verantwortlichen bedingt.<br />

Das zweite Problem, das übrigens mit letztgenanntem<br />

zusammenhängt, liegt in der konkurrierenden Gerichtsbarkeit. Es<br />

mag noch nicht vollständig abgeklärt sein, was eine öffentliche<br />

Gesellschaft ist, doch ist diese im Bereich der öffentlichen Dienste<br />

tätig, so wird sie als Organismus des öffentlichen Rechts<br />

eingestuft. Somit muss sie - unabhängig von ihrer Rechtsnatur und<br />

von ihrer Organisationsform als Gesellschaft - einer öffentlichen<br />

Körperschaft gleich nach öffentlichen Verfahrensmodellen handeln,<br />

und zwar nicht nur bei der Auswahl der Auftragnehmer: gemäß<br />

Artikel 18, Absatz I u.ff, des Gesetzesdekrets Nr. 112/200<br />

(umgewandelt in das Gesetz Nr. 133/2008) sollen Gesellschaften,<br />

die sich in öffentlicher Hand befinden und mit lokalen öffentlichen<br />

Diensten betraut sind, 60 Tage nach In-Kraft-Treten des<br />

obgenannten Gesetzes eigene Maßnahmen, Kriterien und<br />

Methoden zur Beschaffung von Personal und zur Auftragserteilung<br />

an nicht der Verwaltung angehörende Subjekte anwenden - unter<br />

Einhaltung der Grundsätze der Transparenz, der Gleichbehandlung<br />

und der Öffentlichkeit gemäß Artikel 35 des Einheitstextes Nr.<br />

165/2001.<br />

Durch das gemeinschaftliche Interesse in den Bereichen<br />

Wettbewerb und Markt wurde der ausgeprägte Verfahrensausbau<br />

von Tätigkeiten bedingt, die zwar dem Subjekt nach privatrechtlich<br />

sind, dennoch (gemäß Artikel 6 des Gesetzes Nr. 205) in den<br />

Zuständigkeitsbereich des Verwaltungsgerichts fallen, weil sie in<br />

die eigentlichen Verwaltungstätigkeiten eingebaut werden. Zudem<br />

hat das Kassationsgericht kürzlich 2 die Gerichtsbarkeit des<br />

2 siehe hierzu, stellvertretend, Kass., Vereinigte Abt., Beschluss Nr. 16697/2003 und Urteil<br />

Nr. 3899/2004.


5<br />

<strong>Rechnungshof</strong>es auf die Verwalter und Angestellten dieser<br />

Gesellschaften ausgedehnt, weil deren Tätigkeiten direkt oder<br />

indirekt Auswirkungen auf das öffentliche Vermögen haben.<br />

Augenscheinlich liegt die Vergabe von sehr großen, dem Objekt<br />

nach öffentlichen Aufträgen, die Veräußerung oder der Ankauf von<br />

Aktien mit öffentlichen Geldern, die Erhöhung oder die<br />

Wiederherstellung des Gesellschaftskapitals durch öffentliche<br />

Gelder, wenn sie den öffentlichen Finanzen Schaden beibringen, im<br />

Zuständigkeitsbereich des <strong>Rechnungshof</strong>s, welchem die Kontrolle<br />

der Verantwortlichkeiten jener obliegt, die öffentliche Ressourcen<br />

benutzen.<br />

Nichtsdestotrotz können die Verwalter einer öffentlichen<br />

Aktiengesellschaft berufen werden, den Gesellschaftern und der<br />

Gesellschaft gegenüber nach Gesellschaftsrecht zu haften, weshalb<br />

gegen die Verwalter auf Initiative der Gesellschafter oder der<br />

Gesellschaftsorgane die gesetzlichen Klagen gemäß Artikel 2392,<br />

2393 e 2393 bis des Zivilgesetzbuches (Haftungsklage der<br />

Gesellschaft) eingebracht werden können. Die Klagen können nicht<br />

auf die Angestellten ausgedehnt werden, gegen welche jedoch eine<br />

verwaltungsrechtliche Haftungsklage vor dem <strong>Rechnungshof</strong><br />

erhoben werden kann.<br />

Daraus folgt, dass derselbe Tatbestand angesichts fehlender<br />

Koordinierungsinstrumente und präjudizieller Verfahren von zwei<br />

verschiedenen Gerichten (auf verschiedene Weise) beurteilt<br />

werden könnte. Allerdings ist dies nicht der Anlass, um die von<br />

koexistierenden Gerichtsbarkeiten herrührenden Probleme zu<br />

erörtern.


6<br />

2008 wurden zahlreiche Gesetzesvorschriften erlassen, die sich<br />

auf die institutionellen Garantiefunktionen des <strong>Rechnungshof</strong>es auf<br />

den Gebieten der Kontrolle und der Gerichtsbarkeit ausgewirkt<br />

haben. Die bedeutendsten darunter sind:<br />

- Artikel 61 des Gesetzesdekrets Nr. 112/2008 (umgewandelt in<br />

das Gesetz Nr. 133/2008): dieser schreibt den regionalen<br />

Kontrollsektionen die Befugnis zu, Kontrollen auch über laufende<br />

öffentliche Gebarungen der regionalen Verwaltungen auszuüben -<br />

im Einverständnis mit dem Präsidenten des <strong>Rechnungshof</strong>es, auch<br />

auf Antrag des Regionalrats, wobei die Verwaltungen verpflichtet<br />

sind, den Hinweisen des <strong>Rechnungshof</strong>es zu entsprechen. Nach<br />

Maßgabe von Artikel 7, Absatz 7, des Gesetzes Nr. 131/2003 (La-<br />

Loggia-Gesetz) betrifft dieses Gesetz nicht direkt die Regionen mit<br />

Sonderstatut.<br />

- Artikel 62 verbietet den Regionen und den autonomen<br />

Provinzen von Trient und von Bozen, vor dem In-Kraft-Treten der<br />

Verordnung des Ministers für Wirtschaft und Finanzen über<br />

zulässige Finanzinstrumente, Verträge abzuschließen, welche<br />

Derivate zum Gegenstand haben.<br />

- Artikel 67 (Absatz 8, 9 und 10) sieht in puncto Zusatzverträge<br />

und in puncto Kontrolle über nationale und Zusatzverträge<br />

bedeutsame Eingriffe des zentralen <strong>Rechnungshof</strong>es vor.<br />

Die Erteilung von zahllosen Beratungsaufträgen vonseiten der<br />

öffentlichen Verwaltung und das Übermaß an Zusammenarbeit mit<br />

verwaltungsexternen Subjekten (mit dem Ziel, das von den letzten<br />

Finanzgesetzen vorgesehene Verbot von Neueinstellungen zu<br />

umgehen) haben den Gesetzgeber dazu veranlasst, Artikel 7,<br />

Absatz 6, des Einheitstextes Nr. 165/2001 durch Artikel 46 des<br />

genannten Gesetzesdekrets (zur Reduzierung der


7<br />

Zusammenarbeiten und der Beratungsaufträge in der öffentlichen<br />

Verwaltung) erneut zu ändern.<br />

Laut Regierung war das Fehlen einer gesetzlichen Definition der<br />

koordinierten und kontinuierlichen Zusammenarbeit und die<br />

fehlende spezifische Regelung dazu der Hauptgrund für deren<br />

übermäßigen Gebrauch und Missbrauch. Daher wurde durch Artikel<br />

32 des Bersani-Dekrets (umgewandelt in das Gesetz Nr.<br />

248/2006) erstmals eine Regelung dieser Materie eingeführt, die<br />

dann revidiert und verschärft wurde, und zwar durch Artikel 55, 56<br />

und 57 des Gesetzes Nr. 244/2007, wonach lokale<br />

Gebietskörperschaften Beratungen und Zusammenarbeiten mit<br />

verwaltungsfremden Subjekten nur im Rahmen eines vom lokalen<br />

Rat genehmigten Programms und im Sinne der mit Verordnung<br />

festzulegenden Kriterien und Methoden vergeben dürfen. Durch<br />

Artikel 76 wurde zudem die Auflage der besonderen und<br />

nachgewiesenen universitären Spezialisierung eingeführt.<br />

Kürzlich wurden durch Artikel 46 des zitierten Gesetzesdekrets<br />

Nr. 112/2008 weitere Korrekturen eingeführt und die<br />

Vergabekriterien und –methoden noch ausgereift.<br />

Diese Gesetzesvorschriften berühren den <strong>Rechnungshof</strong> wegen<br />

der bedeutsamen und umfangreichen Auswirkungen auf die<br />

Verfahren bei Nichteinhaltung dieser Vorschriften vonseiten der<br />

lokalen Gebietskörperschaften, wodurch nämlich die Haftung für<br />

verwaltungsrechtliche Schäden vor dem <strong>Rechnungshof</strong> begründet<br />

wird.<br />

Zu einer bedeutsamen Wende bezüglich der ausschließlichen<br />

Zuständigkeit des <strong>Rechnungshof</strong>es bei der Erhebung der


8<br />

Schadensklage kam es durch ein Urteil des Verfassungsgerichts 3<br />

anlässlich der Auslegung von Artikel 538, Absatz 2, der<br />

Strafprozessordnung 4 . Das Verfassungsgericht legte fest, dass die<br />

Einlassung der geschädigten öffentlichen Körperschaft als<br />

Zivilpartei im Sinne der zitierten Gesetzesvorschrift die<br />

Zuständigkeit des Strafrichters bei der Entscheidung über den<br />

Schadenersatz auf eine Verurteilung des Angeklagten dem Grunde<br />

nach beschränkt und dabei jedwede Feststellung über das Ausmaß<br />

und über das konkrete Bestehen des Schadens ausschließt. Diese<br />

sind der Entscheidungsbefugnis des <strong>Rechnungshof</strong>es vorbehalten.<br />

Daraus folgt, dass die Feststellungen im Strafurteil, die nicht der<br />

Verurteilung dem Grunde nach zweckdienlich sind, keine<br />

Rechtskraft erlangen. Daraus folgt aber auch, dass das Bestehen<br />

und das Ausmaß des Schadens vom <strong>Rechnungshof</strong> festgestellt und<br />

beziffert werden müssen. Demnach enthält die vom Strafrichter<br />

ausgesprochene Verurteilung die Feststellung einer potentiellen<br />

rechtsgutverletzenden Eignung des Ereignisses und nicht die<br />

Feststellung des effektiven Schadensereignisses. Daraus lässt sich<br />

die Ausschließlichkeit des Verfahrens vor dem Rechnungsrichter<br />

schließen.<br />

Der Erlass einer nicht ausreichend bedachten Vorschrift, die<br />

dem <strong>Rechnungshof</strong> neue Zuständigkeiten zuschreibt, hat dessen<br />

bereits erhebliche Arbeitslast unbegründeterweise noch erhöht.<br />

Dabei beziehe ich mich auf Artikel 2, Absatz 1, Buchstabe c), des<br />

Gesetzesvertretenden Dekrets Nr. 113/2007, wodurch den<br />

Gemeinden angeordnet wurde, dem <strong>Rechnungshof</strong> (und zwar den<br />

3 Verfassungsgericht, Urteil vom 13. Juli 2007, Nr. 272.<br />

4 Artikel 538, Absatz 2, StPO: omissis „Verurteilt das Gericht den Angeklagten zum<br />

Schadenersatz, so setzt es auch seine Höhe fest, wenn nicht die Zuständigkeit eines anderen<br />

Gerichts gegeben ist.


9<br />

regional zuständigen Staatsanwaltschaften) alle<br />

Raumordnungsverträge zu übermitteln.<br />

Diese Unternehmung war zwar aufgrund bedenklicher<br />

Situationen durch schwerwiegende, verbreitete<br />

Unregelmäßigkeiten bei den Erschließungskosten, die mit<br />

immensen wirtschaftlichen Interessen verbunden sind, sicherlich<br />

lobenswert, doch übermittelten die betroffenen Gemeinden nicht<br />

nur die Verträge sondern auch die zugrundeliegenden zahllosen<br />

Dokumente. Die im Jahr 2007 erlassene Gesetzesvorschrift wurde<br />

2008 aufgehoben. Die Einfügung dieser Vorschrift in ein System<br />

von Verantwortlichkeiten war übrigens nicht einfach, da eine<br />

generelle Verpflichtung zur Übermittlung aller abgeschlossenen<br />

Raumordnungsverträge an die Staatsanwaltschaften – ohne<br />

Bewertung über vermögensrechtliche Schäden – auf eine Art<br />

gerichtlicher Kontrolle der Verwaltungstätigkeit schließen lassen<br />

konnte, die zuvor nie vorgesehen war.<br />

Das Schiedsverfahren, das der Staat bisher oft angewandt hat,<br />

um Zivilstreitigkeiten mit Privaten beizulegen, hat zu sehr<br />

schlechten Ergebnissen geführt. Aus der Statistik eines Ministers<br />

ist sogar hervorgegangen, dass der Staat 94 von 100<br />

Schiedsverfahren verliert. Folglich wurde durch das letzte<br />

Finanzgesetz die Möglichkeit, dieses Verfahren zur Lösung von<br />

Zivilstreitigkeiten anzuwenden, vom 1. Januar 2009 an<br />

abgeschafft. Aus unbekannten Gründen wurde dieses Datum auf<br />

den 30. Juni verschoben.<br />

Abschließend muss noch im Lichte der rechtlichen Neuerungen<br />

auf die Position und auf die Rolle der Rechnungsprüferkollegien im<br />

gegenwärtigen Kontrollsystem eingegangen werden:


10<br />

Durch das Gesetzesvertretende Dekret Nr. 286/1999 wurden<br />

die internen Kontrollen eingeführt (die Gebarungskontrolle, die<br />

Bewertung der leitenden Angestellten, die strategischen Kontrollen<br />

- die Übereinstimmung der erzielten Ergebnisse mit den<br />

vorgegebenen Zielen), wobei die dafür zuständigen Personen<br />

angehalten waren, die Meldungen lediglich an die übergeordneten<br />

Organe zu erstatten, und ausdrücklich von der Pflicht befreit<br />

waren, bei den Staatsanwaltschaften des <strong>Rechnungshof</strong>es<br />

Unregelmäßigkeiten, von denen sie im Rahmen ihrer Funktionen<br />

Kenntnis erlangt hatten, anzuzeigen. Augenscheinlich ist daher die<br />

Bedeutung des Rechnungsprüferkollegiums (als einziges, nicht von<br />

der Präklusion betroffenes, internes Kontrollorgan) bei der<br />

Schadensmeldung an den <strong>Rechnungshof</strong>. Laut Rechtslehre und<br />

Rechtsprechung kann angesichts der Besonderheit der den<br />

Rechnungsprüfer obliegenden Aufgaben innerhalb der öffentlichen<br />

Verwaltung nicht von einer rein buchhalterischen Revision<br />

gesprochen werden, sondern vielmehr von einer öffentlichen<br />

Revision zum Schutze der Interessen der Gemeinschaft: Diese<br />

Kontrolltätigkeit hat bereits die Merkmale einer wahren<br />

Revisionstätigkeit zur Bestätigung der Ordnungsmäßigkeit, der<br />

Rechtmäßigkeit und der Korrektheit der Verwaltungstätigkeit<br />

angenommen.<br />

Der Staatsrat hat mit Urteil Nr. 5099 im Juli 2004 mit Bezug auf<br />

die Rechnungsprüfer der lokalen Gebietskörperschaften festgelegt,<br />

dass die ihnen aufgetragenen Funktionen über die herkömmliche<br />

Bestätigung der Übereinstimmung der Rechnungslegungen mit den<br />

Gebarungsergebnissen und der Rechtmäßigkeit der Bücher<br />

hinausreichen und auch die Zusammenarbeit mit dem<br />

Gemeinderat einschließen. Hierbei reichen die Aufgaben der<br />

Rechnungsprüfer von der technisch-buchhalterischen Beratung zur


11<br />

Kontrolle mit Bezug auf die Tätigkeit der exekutiven Organe bis hin<br />

zur Aufsicht über die Ordnungsmäßigkeit der Gebarung. Natürlich<br />

kann die nicht erfolgte Feststellung von Rechtswidrigkeiten oder<br />

Unrechtmäßigkeiten spezifischer Akten ihnen nicht angelastet<br />

werden, da sie die Tätigkeit und nicht die Akten prüfen, außer im<br />

Falle, dass ihnen diese ausdrücklich zur Prüfung vorgelegt werden.<br />

All dies vorausgesetzt, kann die Gesetzesvorschrift laut<br />

Finanzgesetz 2007 (Artikel 1, Absatz 732) zur Abänderung des<br />

Einheitstextes über die lokalen Gebietskörperschaften nicht<br />

befürwortet werden, da hiermit in den Gebietskörperschaften mit<br />

5.000 bis 15.000 Einwohnern die Anzahl der Rechnungsprüfer im<br />

Kollegium von drei auf eins herabgesetzt wurde und da durch diese<br />

Reduzierung die Wirksamkeit der genannten Aufsichtsfunktionen<br />

abgeschwächt wird.<br />

2. Die Tätigkeit der Rechtsprechungssektion<br />

2.1 Die Verfahren über die verwaltungsrechtliche Haftung<br />

Die schnelle gesellschaftliche Entwicklung, die nicht immer mit<br />

einer ebenso raschen Anpassung der Rechtseinrichtungen zum<br />

Schutze auch nur der wesentlichsten Interessen dieser Gesellschaft<br />

(darunter auch der öffentlichen Gelder) einhergeht, erleichtert<br />

weder die korrekte und rationale Verwaltung der öffentlichen<br />

Sache noch die Erfüllung der dem <strong>Rechnungshof</strong> obliegenden<br />

Garantiefunktion.<br />

Deshalb können nicht einmal effiziente und gut strukturierte<br />

Verwaltungseinrichtungen - wie die in Südtirol - die Bildung von<br />

internen, schadenserheblichen Abweichungen abwenden.


12<br />

Oft erweist sich die Ermittlung der für den Schaden<br />

verantwortlichen Subjekte aufgrund der Aufteilungen von<br />

Zuständigkeiten und Funktionen unter verschiedenen Ämtern und<br />

Beamten als schwierig.<br />

Andererseits ist die Verwaltungstätigkeit zielorientiert und in<br />

Verfahren gegliedert und kann sich nicht außerhalb der gesetzlich<br />

vorgegebenen Verfahrensschemen abwickeln.<br />

Allzu oft sind aber die einschlägigen Vorschriften unklar,<br />

weitschweifig, unpräzise, wie auch die große Anzahl an<br />

Auslegungsrundschreiben beweist, die den Vorschriften häufig<br />

beigelegt werden. In claria non fit interpretatio, hieß es im antiken<br />

römischen Recht.<br />

Anschließend werde ich kurz auf die bedeutendsten Urteile<br />

eingehen, die im Jahr 2008 ergangen sind. Was die numerischen<br />

Daten angeht, so verweise ich auf die im Anhang angeführten<br />

Tabellen: In diesem Zusammenhang wurde eine Verringerung der<br />

behängenden Verfahren von 21 auf 16 verzeichnet, während sich<br />

die Zahl der hinterlegten Urteile nahezu verdoppelt hat (von 8 auf<br />

15). Eine positive Entwicklung wurde auch in Zusammenhang mit<br />

den Pensionsansprüchen verzeichnet: die Anzahl der anhängigen<br />

Rekurse ist seit dem 31. Dezember 2007 von 66 auf 47<br />

zurückgegangen.<br />

Ich richte meinen Dank hierfür an die Richter, die durch ihre<br />

Professionalität und ihren Einsatz zur Verwirklichung des<br />

nachweislich hohen Leistungsstands beigetragen haben. Ebenso<br />

richtet sich mein Dank an das Personal des Sekretariats, das trotz<br />

Unterbesetzung mustergültig zur raschen Abwicklung der Rekurse<br />

und Verfahren beigetragen hat.<br />

Anzuführen sind die Urteile Nr. 3/2008 und Nr. 4/2008, in<br />

denen zum ersten Mal Artikel 1, Absatz 174, des Finanzgesetzes


13<br />

2005 konkret zur Anwendung kam. Demnach verfügt der<br />

Regionale Staatsanwalt des <strong>Rechnungshof</strong>es über alle gemäß<br />

Zivilprozessordnung vorgesehene Klagen zum Schutze der<br />

Rechtsansprüche der Gläubiger. Die angeführten Urteile sind somit<br />

in dem Sinne auszulegen, dass die Verfahren vor dem<br />

<strong>Rechnungshof</strong> – bei Einhaltung des Artikels 26 des Kgl. Dekrets Nr.<br />

1033/1938 - um die im ordentlichen Zivilverfahren vorgesehenen<br />

Instrumente bereichert werden. Somit kann eine Anfechtungsklage<br />

auch dann vor dem <strong>Rechnungshof</strong> erhoben werden, wenn zuvor<br />

der gleiche Antrag vor dem ordentlichen Gericht erhoben wurde.<br />

In den Urteilen Nr. 23/2008, 24/2008 und 28/2008 ging es um<br />

das Verhalten von Ordnungskräften, das für vorsätzlich erachtet<br />

wurde, weil dessen Verwirklichung und dessen Konsequenzen<br />

beabsichtigt und auf die Verletzung der Loyalitätspflichten der<br />

öffentlichen Angestellten ausgerichtet waren – ganz abgesehen<br />

von der Schwere der vorgeworfenen Taten, die angesichts der<br />

Tatsache, dass sie zudem auch strafrechtlich erheblich sind,<br />

Formen von verwaltungsrechtlicher Verantwortung verdinglichten,<br />

wie die Schadenshaftung wegen Missständen und die<br />

Schadenshaftung wegen Imageschaden, die auch zusammen<br />

vorgehalten werden können.<br />

Der Imageschaden wird durch die Verletzung des Ansehens und<br />

der Würde der Verwaltung verursacht. Die Rechtsprechungssektion<br />

hat angesichts der neuesten hermeneutisch systematischen<br />

Entwicklungen dazu Position bezogen: unabhängig von der<br />

Beschaffenheit des fraglichen Schadens (Vermögensschaden im<br />

Sinne von Artikel 2043 ZGB oder, laut verfassungsrechtlicher<br />

Orientierung, immaterieller Schaden im Sinne von Artikel 2059<br />

ZGB) steht gemäß Artikel 97 der Verfassung das Recht der<br />

juristischen Person öffentlichen Rechts auf Erwerb, Erhaltung und


14<br />

Anerkennung der eigenen Identität fest, und deren Verletzung<br />

kann immer einer wirtschaftlichen Wertbestimmung (wenngleich<br />

nach Billigkeit gemäß Artikel 1226 ZGB) unterzogen werden.<br />

Der Schaden aus Missständen besteht hingegen aus den Kosten,<br />

die die Verwaltung tragen muss, um innerhalb der<br />

Verwaltungsstruktur die negativen Auswirkungen des<br />

widerrechtlichen Verhaltens eines öffentlichen Angestellten auf die<br />

Tätigkeit der anderen Angestellten (durch Mängel,<br />

Verlangsamungen) zu beheben. Ganz zu schweigen von den<br />

Folgen, die ein Prozess und (eventuell) die Verurteilung eines<br />

öffentlichen Angestellten auf die interne Verwaltungsorganisation<br />

haben, da dadurch Reorganisation, Versetzungen, Zuweisungen<br />

von neuen Aufträgen notwendig werden.<br />

Aus diesen drei Urteilen können einige Prinzipien abgeleitet<br />

werden:<br />

- aus dem Urteil Nr. 23/2008: sei es beim Imageschaden als<br />

auch beim Schaden aus Missständen bedarf es nicht unbedingt<br />

vorab der Feststellung eines Tatbestands, der eine Straftat<br />

darstellt;<br />

- aus dem Urteil Nr. 24/2008 (vollendete und versuchte<br />

Erpressung im Amt): angesichts des besonderen Stellung, die<br />

Ordnungskräfte einnehmen, wurde aus der Tatsache, dass die von<br />

der Staatsanwaltschaft beanstandeten Fakten nicht während des<br />

Dienstes begangen wurden, kein Unrechtsausschließungsgrund<br />

abgeleitet;<br />

- aus dem Urteil Nr. 28/2008: Aufforderungen zur<br />

Stellungnahme können aufgrund der im Wesentlichen freien<br />

Prozesstätigkeit des Regionalen Staatsanwaltes – abgesehen von<br />

den Einschränkungen durch Verjährungsfristen - erneuert werden.


15<br />

Mit dem Urteil Nr. 21/2008 wurden nach der Zusammenlegung<br />

von fünf Verfahren die Verantwortlichen eines privaten Vereins<br />

verurteilt, weil sie durch eine Reihe von Weiterbildungsprojekten in<br />

betrügerischer Absicht fast 260.000,00 Euro zu Schaden der<br />

Provinz Bozen unterschlagen hatten. Dieses Urteil war in puncto<br />

Aufteilung der Beweislast unter den Parteien Anlass dazu, eine<br />

Methode festzulegen, die in Anbetracht ihrer allgemeinen<br />

Bedeutung hier angeführt wird: die Rechtsprechung hat nämlich<br />

angesichts der komplexen und umfassenden Geschehnisse, die<br />

sich über Jahre hingezogen haben (im gegenständlichen Falle von<br />

1998 bis 2004), festgelegt, dass auch die beklagte Partei die<br />

Grundlagen oder zumindest die Stichhaltigkeit ihrer Einwendungen<br />

mit Bezug auf das (abgestrittene) Bestehen und auf die<br />

Bezifferung der verschiedenen Schadensposten auf angemessene<br />

Weise darlegen muss.<br />

Offenbar dürfen diese Einwendungen nicht einfach nur aus<br />

Abstreitungen bestehen, sondern müssen auch entgegengesetzte<br />

Beweiskraft haben, damit die Darstellungen der Verteidigung zur<br />

Entscheidungsfindung beitragen können.<br />

2.2 Die Gerichtsbarkeit in Pensionsangelegenheiten<br />

Im Vorjahr wurde über zwei Verfassungsmäßigkeitsfragen<br />

entschieden, die 2007 aufgeworfen worden waren und die die<br />

Aussetzung einer ganzen Reihe von Verfahren bedingt hatten. Die<br />

erste Frage betraf das Ausmaß der dem hinterbliebenen Ehegatten<br />

zuzuerkennenden Hinterbliebenenrente: diese wurde in ihrer<br />

gesamten Höhe gefordert und nicht im Verhältnis zu der vom<br />

Rechtsvorgänger bezogenen Rente, auf die die


16<br />

Hinterbliebenenrente berechnet wird, wenn die Laufzeit der<br />

direkten Rente auf einen Zeitraum vor dem 1. Januar 1995<br />

zurückgeht. Das Urteil des Verfassungsgerichts, das zu Ungunsten<br />

dieser Forderung ausfiel, bedingte die Abweisung aller<br />

eingereichten einschlägigen Rekurse.<br />

Die zweite Frage drehte sich um die Kumulierbarkeit mehrerer<br />

Sonderergänzungszulagen bei Anspruch auf mehrere Renten. Das<br />

Verfassungsgericht bekräftigte (durch Beschluss Nr. 119/2008) die<br />

bisherige Rechtsprechung dieser Sektion, die auch von den<br />

Vereinigten Sektionen des <strong>Rechnungshof</strong>es bestätigt worden war,<br />

wonach die Sonderergänzungszulage auf die zweite Rente nicht im<br />

gesamten Ausmaße entrichtet werden muss, sondern nur bis zur<br />

Angleichung der Rente an das "N.I.S.F. Minimum" der<br />

Arbeitnehmer.<br />

Bei ungerechtfertigt geleisteten Rentenzahlungen wurden<br />

folgende Rechtstandpunkte vertreten:<br />

- Im Falle von Rückforderungen der mit den provisorischen<br />

Renten irrtümlich in Überschuss ausgezahlten Beträge von<br />

ehemaligen Militärpersonen wurde erachtet, dass diese sich nicht<br />

auf den Vertrauensschutz berufen können, insbesondere mit Bezug<br />

auf ihre Dispositionsstellung (die sog. „ausiliaria“) und auf die<br />

spezifischen Verfahren der Zugehörigkeitsverwaltung.<br />

- Im Falle von Zahlungsaufforderungen des Nationalen<br />

Fürsorgeinstituts für die Angestellten der öffentlichen<br />

Verwaltungen (INPDAP) an den ehemaligen Arbeitsgeber (im<br />

gegebenen Falle an die Provinz Bozen), welcher die provisorischen<br />

Renten falsch berechnet hat, legte die Rechtsprechungssektion<br />

folgendes Prinzip fest: hat die Fürsorgeverwaltung aufgrund der<br />

Kenntnis (oder Möglichkeit der Kenntnis) eines konkreten


17<br />

Sachverhalts eine endgültige Bestimmung erlassen, so lasten die<br />

Folgen der dadurch irrtümlich in Überschuss ausgezahlten<br />

Summen (durch Risikoverschiebung) auf der Verwaltung selbst.<br />

- Im Falle einer Neuberechnung der Rente durch das Nationale<br />

Fürsorgeinstitut für die Angestellten der öffentlichen Verwaltungen<br />

(INPDAP) und einer daraus ergehenden Feststellung eines<br />

staatlichen Guthabens wird das Rückforderungsverbot von<br />

irrtümlich ausgezahlten Beträgen nicht angewandt, wenn der<br />

Verwaltung (trotz endgültiger Bestimmung der Rente) Fehler bei<br />

der Interpretation der Bezugsnormen unterlaufen sind, auf die<br />

Neubestimmungen unter Einhaltung der von der Kontrollsektion<br />

angegebenen Ausrichtung gefolgt sind.<br />

Zudem wurden zwei besondere Fälle behandelt, in denen es zu<br />

zwei Urteilen über die Pensionierbarkeit (in den sog. „A-Quoten“)<br />

der Wohnungszulage für Gemeindesekretäre auf Landesebene kam<br />

(aufgrund eines ursprünglich aus dem Jahr 1925 stammenden<br />

Gesetzes). In diesem Zusammenhang wurde das Fehlen der<br />

Voraussetzung der allgemeiner Gültigkeit/Objektivität der Bezüge<br />

erkannt.<br />

Schließlich wird noch auf eine wichtige Änderung gewiesen, die<br />

im Verfahren für Pensionsangelegenheiten durch Artikel 53 des<br />

Gesetzesdekrets Nr. 112/2008 zur Förderung der Transparenz<br />

eingeführt wurde: nicht nur der Urteilsspruch muss verlesen<br />

werden, sondern auch Sachverhalt und Rechtsgründe hierzu<br />

müssen angeführt werden.


18<br />

3. Anhang<br />

Tabelle 1<br />

Die Tätigkeit der Rechtsprechungssektion in Zahlen<br />

(Bezugsjahr 2008)<br />

a) im Bereich der verwaltungsrechtlichen Haftung<br />

Art der Gerichtsakten Anzahl Anzahl Gesamtbetrag der<br />

verhängten<br />

Schadenersatzzahlungen<br />

- zum 1. Januar 2008 anhängige Verfahren 64<br />

- im Laufe des Jahres eingeleitete Verfahren 16<br />

Im Jahr 2008 anhängige Verfahren insgesamt 80<br />

In der Verhandlung behandelte und 19<br />

abgeschlossene Verfahren<br />

In der Verhandlung behandelte, nicht 12<br />

abgeschlossene Verfahren (Vertagungen,<br />

Aussetzungen, Beschlüsse zur Beweisaufnahme,<br />

noch zu hinterlegende Urteile)<br />

Durch verkürztes Verfahren ergangene Urteile 2 € 5.300,00<br />

- Verurteilungen 11 € 529.124,19<br />

- auf Freispruch lautende Urteile 3<br />

- gemischte Urteile 1 € 5.781,31<br />

Mit Urteil abgeschlossene Verfahren insgesamt *19<br />

Beschlüsse zur Beweisaufnahme 3<br />

Beschlüsse zur Vertagung 2<br />

Beschlüsse zur Bestätigung der Beschlagnahme 1<br />

Freigabebeschlüsse 1<br />

Beschlüsse zur Streichung der Verfahren über 21 21<br />

gerichtliche Rechnungslegungen aus dem<br />

Register<br />

- am 31. Dezember 2008 anhängige Verfahren 16<br />

über die verwaltungsrechtliche Haftung<br />

- am 31. Dezember 2008 anhängige Verfahren 22<br />

über gerichtliche Rechnungslegungen<br />

Am 31. Dezember 2008 anhängige Verfahren<br />

38<br />

insgesamt<br />

* Die Verfahren Nr. 1524 bis Nr. 1528 wurden aufgrund ihres Zusammenhangs<br />

durch ein einziges Urteil abgeschlossen. Somit wurden insgesamt 15 Urteile<br />

erlassen und 19 Verfahren durch Urteil abgeschlossen.


19<br />

b) im Bereich der verwaltungsgerichtlichen<br />

Rechnungslegung<br />

Art der Gerichtsakten<br />

Anzahl<br />

Schlussfolgerungen der Berichterstatter 30<br />

Löschungen durch Dekret des Präsidenten *33<br />

Erlöschen des Verfahrens durch Dekret des Präsidenten 0<br />

*Aus den im Bericht ausgeführten Gründen wurde durch Dekret eine<br />

gerichtliche Rechnungslegung mit Einwand genehmigt.<br />

c) im Bereich Pensionsangelegenheiten<br />

Art der Gerichtsakten<br />

Anzahl Anzahl<br />

- am 1. Januar 2008 anhängige Rekurse 66<br />

- im Laufe des Jahres 2008 eingegangene Rekurse 29<br />

Im Jahr 2008 anhängige Rekurse insgesamt 95<br />

In der Verhandlung geprüfte Rekurse 85<br />

Durch Verlesen des Urteilsspruchs entschiedene Rekurse 75<br />

Bereits geprüfte, aber ausgesetzte Rekurse<br />

7<br />

(Vertagungen, Aussetzungen, Beschlüsse zur<br />

Beweisaufnahme)<br />

Noch zu hinterlegende Urteile 31<br />

Rekurse mit festgesetzter Verhandlung 9<br />

- Mit hinterlegtem Urteil angenommene Rekurse 7<br />

- Mit hinterlegtem Urteil teilweise angenommene<br />

5<br />

Rekurse<br />

- Mit hinterlegtem Urteil abgelehnte Rekurse 34<br />

- auf fehlende Gerichtsbarkeit lautende Urteile 1<br />

- auf Erlöschen des Verfahrens lautende Urteile 2<br />

Gesamtanzahl der mit Urteil entschiedenen Rekurse *48<br />

Vom Richtersenat entschiedene Anträge auf Aussetzung 2<br />

Gesamtanzahl der am 31. Dezember 2008 anhängigen<br />

47<br />

Rekurse<br />

* Für einen Rekurs wurde ein Urteil-Beschluss erlassen und später ein Urteil.<br />

Deshalb beläuft sich die Anzahl der Urteile auf 49, während die Anzahl der mit<br />

Urteil abgeschlossenen Rekurse 48 beträgt.


20<br />

Tabelle 2<br />

Die Tätigkeit der Regionalen Staatsanwaltschaft in Zahlen<br />

(Bezugsjahr 2008).<br />

Aus Vollständigkeitsgründen werden an diese Stelle die<br />

Daten zur Tätigkeit der Regionalen Staatsanwaltschaft im Jahr<br />

2008 angeführt. Hierzu wird auf die Berichterstattung des<br />

Regionalstaatsanwalts gewiesen.<br />

a) Ermittlungsverfahren.<br />

Art der Gerichtsakten<br />

Anzahl<br />

Am 31.12.2007 anhängige Ermittlungsverfahren 228<br />

Im Jahr 2008 eröffnete Ermittlungsverfahren 397<br />

Ermittlungsakten 315<br />

Aufforderungen zur Stellungnahme gemäß Artikel 5<br />

32<br />

Gesetz Nr. 19/1994<br />

Beschlüsse zur Archivierung 345<br />

Anträge auf Verlängerung der Fristen für die Ladung 2<br />

Am 31.12.2008 anhängige Ermittlungsverfahren 263<br />

b) Hauptverfahren.<br />

Art der Gerichtsakten<br />

Anzahl<br />

Hinterlegte Klageschriften 17<br />

Anträge auf Sicherstellungsbeschlagnahme 1<br />

Anfechtungsklagen 0

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