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Catalogo 2013.pdf - Libreria Antiquaria Alberto Govi

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spesso con approssimazione (ad esempio ‘La bottega del Tessitore’ per l’Officina di Ravisio Testore) forse volutaper creare un tono trasandato e antipedantesco; sono farciti di citazioni di cui a volte è difficile vederne con precisionei contorni o addirittura indovinarne la lingua originale, rendendo talvolta molto difficile distinguere fra le vociautoriali e le citazioni: il tutto fa parte della scanzonata ‘scapigliatura’ di Doni il quale, a nostro maggiore sconcerto,cita con precisione, lasciando intravvedere che anche in questa maniera domina il capriccio… Quasi certamente labase dei Marmi è costituita da un mosaico di testi prelevati nella maggior parte da vari autori di cui normalmentesi tace l’identità; per giunta i testi sono spesso tagliati e ricuciti in modo tale che anche il più smaliziato Quellenforscheravrebbe difficoltà ad identificarli. Se liberassimo questa base dalle superfetzioni e glosse doniane, avremmouna di quelle raccolta miscellanee o ‘selve’ che furono popolarissime nel Cinquecento; ma Doni la usa come unasinopia alla quale sovrappone o intreccia commenti di dialoganti, digressioni che talvolta incorporano altre fonti,parentesi di umore a sfondo realistico, novellette, considerazioni di polemica letteraria, frecciate personali, e unaserie di vari altri elementi che occultano e alterano il mosaico di fondo, rendendo difficile riconoscere i testi primariper via di una frammentazione continua e per la farcitura di elementi che dissuonano e producono mescolanzedi linguaggi lontane dai criteri di decorum, e per via di altre tecniche che alimentano l’impressione di bizzarria ecaoticità lunatica a tutto scapito di un’orditura lineare e robusta… Il criterio della dispositio sconnessa si applicaperfettamente ai Marmi, i quali da questo punto di vista sono una selva, cioè una raccolta di materiali privi di nessifra loro. E sono materiali esteticamente fruibili perché sono per lo meno curiosi: curiose sono le storie e le favole,curiosi sono i soggetti del cibo, della chiromanzia, dei sogni, curiosi la vita di Arnaut Daniel e vari altri materialiai quali se ne mescolano altri che potrebbero sembrare uggiosi, come i precetti ‘utili all’huomo’ o alcune discussionisull’onore. Ma per poter parlare di una ‘selva’ affine a quella di [Pedro] Mexía bisogna postulare che i Marmi,come la Silva [de varia lección (1540)], siano ricavati tutti o almeno in gran parte da libri altrui, che siano frutto diuna vera ‘lectio’ o scelta attuata su opere varie. Questo… è un punto cruciale, e fino a quando non si farà un lavorosistematico sulle fonti sarà imprudente affermare senza ombra di dubbio che i Marmi siano una ‘selva’ nel sensoindicato… Ai materiali di base Doni sovrappose ciò che è tipico del suo umore – bizzarria, riboboli, sbandate fuoritema, note dissacranti e antifrastiche, curiosità, capricci e costanti scadute tonali – e lo espresse attraverso le moltevoci dei personaggi che frequentano i dialoghi dei Marmi. La combinazione creò quella dissonanza… che mortifical’erudizione, che invalida il sapere, che abbraccia un Seneca ma lo respinge poi come soporifero, che proponenorme dietetiche a crapuloni e beoni, che sciorina informazioni cabalistiche ad allocchi. Era questo il modo con cuiDoni viveva un atteggiamento culturale dei suoi tempi o almeno di quel gruppo d’avanguardia che fra gli anni ’40e ’60 voltò le spalle all’Umanesimo e prese a parodiarne l’erudizione…” (P. Cherchi, La “selva” dei ‘Marmi’ doniani,in: “Esperienze Letterarie”, XXVI, 2001, pp. 3-6, 9 e 35-36).“Anton Francesco Doni went beyond Franco, Domenichi, Lando, and Landi in his rejection of Cinquecentolearning. The others believed that learning had declined and attacked individual humanists, but Doni argued thatthe studi liberali were fundamentally inadequate to teach men virtue… His I Marmi (1552-1553), or conversationsoverheard in the evening on the marble steps of the Florentine cathedral, contains a dialogue in which he rejectsthe studi liberali. A poultry vendor, a broker, and an unidentified third person begin to discuss how to avoid viceand to foster virtue, defined the traditional terms as the love of patria, wife, and children. But the studi liberali cannot teach virtue… Grammar can teach style and poetry is important; history is ‘noble’, but knowledge of the livesand activities of the ancients has only a negative value, a warning to men to avoid their faults. With arithmetic andgeometry one can count one’s possessions, but it is of no avail if one does not divide them for charity. Neither isvirtue the result of the study of Stoic or Aristotelian philosophy. Books can not teach men virtue because men have- 38 -

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