19.08.2015 Views

Castelmonte

scarica - Santuario Beata Vergine di Castelmonte

scarica - Santuario Beata Vergine di Castelmonte

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Madonna la di<strong>Castelmonte</strong>Anno 99 - n. 5Maggio 2013Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) Art. 1, comma 1, NE/PD - Periodico Mensile - Tassa Pagata/Taxe Perçue/Economy/CompattoAllA sCUolA di MARiAMaria, nel misterodel Verbo incarnatoMoNdo CRisTiANoInternet e fedeun’alleanza possibile


sommario Anno 99, n. 5, maggio 2013Rivista della «Confraternita Universale Madonna di <strong>Castelmonte</strong>»la Madonna di<strong>Castelmonte</strong>Periodico mariano illustratoa cura della Provincia Venetadei Frati Minori Cappuccini,spedito a tutti gli associati alla«Confraternita Universale Madonnadi <strong>Castelmonte</strong>»Direttore responsabile:Aurelio BlasottiDirezione e Redazione:Antonio FregonaIn Redazione:Roberto Rizzato,Alessandro FalcomerProgetto grafico:Barbara Callegarin, A. FregonaRealizzazione grafica su Macintosh:B. CallegarinHanno collaborato a questo numero:Rafael Abril, Daniela Del Gaudio,Alberto Friso, Gabriele Castelli,Lucia Festone, Silvano Moro,Alessandro CarolloStampa: Litografia Casagrandevia dell’Artigianato, 10Colognola ai Colli (VR)Autorizzazione del Tribunale di Udinen. 20 del 29.2.1948Numero del Repertorio del ROC: 1393Associato all’Unione StampaPeriodica ItalianaIndirizzo:Padre RettoreSantuario B. Vergine33040 CASTELMONTE (UD)Sito Internet:www.santuariocastelmonte.itPosta elettronica:santuario@santuariocastelmonte.itNumeri telefoniciSantuario:Tel. 0432 731094 / 0432 701267Fax 0432 730150«Casa del Pellegrino», Albergo, Bare Ristorante: Tel. e Fax 0432 700636;«Al Piazzale», Bar e Ristorante:Tel. e Fax 0432 731161In copertina: il volto materno della Madonna di<strong>Castelmonte</strong>.Foto: A. Fregona 1, 37, 40; G. Volpato 12; CittàNuova 25, 26-27, 28; Internet 4, 9, 11, 15, 17,18-19, 22, 23, 24; Altri 10, 14, 29, 30, 31.4 editorialeMisericordiae speranza6MdCPapa Francesco, speranzae bontà d’animo.lettere in redazioneCaro padre,a cura di Antonio FregonaI lettori scrivono,il Direttore risponde.8 specialeVITA DELLA CHIESAIl popolo di Dio.I fedeli laicisono Chiesadi Rafael AbrilTutti i battezzati costituiscono,nella Chiesa, il popolo di Dio.Agenda del santuarioApertura santuariou Orario legale7.30 - 12 • 14.30 - 19u Orario solare7.30 - 12 • 14.30 - 18Apertura ufficio Bollettinou mattino: 8.30 - 12u pomeriggio: 14.30 - 18131620Orario delle sante messeu Ora LEGALEFeriale: 9, 10, 11, 17Festivo: 8, 9, 10, 11.30, 16, 17, 18u Ora solareOrario Autoservizi SAF per raggiungere il santuarioalla scuola di MariaMaria, nel misterodel Verbo incarnatodi Daniela Del GaudioMaria è al centro del progettodivino di salvezza.MONDO CRISTIANOInternet e fedeun’alleanza possibiledi Alberto FrisoInternet è una risorsa ancheper l’annuncio del vangelo.vita della chiesaCredo in Dioa cura di Gabriele CastelliLa fede è risposta a Dioe coinvolge mente e cuore.Feriale: 9, 10, 11, 16Festivo: 8, 9, 10, 11.30, 15.30, 17Udine (autostazione) 9.00 <strong>Castelmonte</strong> 12.10Cividale (autostazione) 9.30 Cividale (autostazione) 12.30<strong>Castelmonte</strong> 9.50 Udine (autostazione) 13.00Il servizio non si effettua: a Natale, 1° gennaio, Pasqua, 1° maggio e in caso di neve o ghiaccio.


appuntamenti22252933Educare oggi / 15Nuovi mediaed educazionedi Lucia FestoneInsegnare a usare conintelligenza i nuovi media.fatti di vangeloTu sei il mioprossimo!a cura di Silvano MoroCristo chiede di amareil vicino: qui e ora!sacra scritturaScrittura, Tradizionee Magisterodi Alessandro CarolloLa Bibbia letta, spiegata,compresa nella Chiesa.regina di castelmonteAffidati a Mariaa cura di Alessandro FalcomerPer rinnovo associazionee offerte varie• Coordinate Bancarie:IBAN: IT87 V053 3663 7400 00035221940BIC: BPPNIT2P607Correntista:Chiesa del Santuariodella Beata Vergine di <strong>Castelmonte</strong>Banca d’appoggio:FRIULADRIA - CREDIT AGRICOLE,Filiale di Cividale del Friuli, Piazza Picco, 333043 Cividale del Friuli (UD) Italia• Conto Corrente postalen. 217331intestato a:Santuario <strong>Castelmonte</strong>33040 <strong>Castelmonte</strong> (Udine)• On-line (pagamento elettronico)cliccare sulla voce «Offerte» all'interno del sito:www.santuariocastelmonte.it e seguire istruzioni35363738nella comunione dei santiI nostri defuntia cura di A. Falcomervita del santuarioFebbraio 2013a cura di A. Falcomervita del santuarioGrazie, Maria!a cura della Redazioneinvito alla letturaI vescovi successoridegli apostoli.Dare la vita agli altriper Cristoa cura della RedazioneUna bella tesi del confratellop. Paolo Cocco.L’avvincente vita di duegiovani missionari martiri.Quota associativa 2013∫ ItaliaOrdinario (isolato) € 15,00Sostenitore € 30,00In gruppo conzelatrice € 13,00∫ esteroOrdinario € 20,00Sostenitore € 35,00Pubblicazione fotoPer la pubblicazione di foto(Affidati, Defunti,Vita del santuario) e relativeofferte rivolgersi agli ufficidel «Bollettino»:tel. 0432 731094o inviare una email:santuario@santuariocastelmonte.itCon Mariaversola PentecosteMaggio 2013:sabato 4 e sabato 11,ore 21.00:incontro di preghierae di riflessionein santuario.Sabato 18,ore 21.00:solennecelebrazionedella vegliadi Pentecoste.


EditorialeMdCMisericordia e speranza«Gesù, dunque, videil pubblicano [Matteo],e poiché lo vide conanimo di misericordia edi elezione [miserandoatque eligendo],gli disse: “Seguimi”(cf. Mt 9,9). Seguire perdire imitare. Seguirenon tanto con i piedi,quanto con lo stile divita».(San Beda il Venerabile, Omelia 21)Papa FrancescoLa scelta del nome Francesco da parte di papa Bergoglio ha fattointravedere subito un progetto di Chiesa sognato da tanti fin dai tempidel concilio. A metà luglio dello scorso anno, «Settimana», settimanalecattolico di attualità pastorale dei dehoniani, pubblicava un articolodal titolo: «Vanno riformate le “strutture” della Chiesa» (n. 28/2012,p. 5). Sommario: «Per come è organizzata, la Chiesa appare strutturatacome uno stato. Va rimossa l’immagine del papa-re e va incrementata lacollegialità episcopale. Proposte e provocazioni di un testimone: mons.Vicinio Albanesi». È provvidenzialmente arrivato papa Francesco e non fapensare per nulla a un papa-re…Ho trovato in internet un sito: «E un romanzo azzecca il nome e laprovenienza del papa». Si tratta di un romanzo pubblicato nel dicembredell’anno scorso. Senz’altro rivelatrice è la scelta del nome che l’autoreattribuisce a un «futuro» papa (Francesco), che sistemerà un po’ lecose della curia, e interessante pure l’indicazione del Sudamerica qualecontinente di provenienza di tale papa. Più che azzeccato, direi sperato.Subito dopo l’elezione di papa Bergoglio, l’autore ha detto: «Io stessomi son meravigliato del fatto che il futuro da me immaginato fosse piùprossimo di quanto sperassi».Speranza è, dunque, una parola speciale. Speranza di una Chiesa«alla francescana»: semplice, gioiosa, fraterna, povera, quella che papaFrancesco spera e mostra con le sue scelte, a cominciare da quella delnome. Ha raccontato ai giornalisti: «Nell’elezione, io avevo accanto ame l’arcivescovo emerito di San Paolo [del Brasile, ndr ] e anche prefettoemerito della Congregazione per il clero, il cardinale Claudio Hummes,un grande amico, un grande amico! Quando la cosa diveniva un po’pericolosa, lui mi confortava. E quando i voti sono saliti a due terzi, vienel’applauso consueto, perché è stato eletto il papa. E lui mi abbracciò,mi baciò e mi disse: “Non dimenticarti dei poveri!”. E quella parola èentrata qui: i poveri, i poveri. Poi, subito, in relazione ai poveri, ho pensatoa Francesco d’Assisi. Poi, ho pensato alle guerre, mentre lo scrutinioproseguiva, fino a tutti i voti. E Francesco è l’uomo della pace. E, così, èvenuto il nome nel mio cuore: Francesco d’Assisi. È per me l’uomo dellapovertà, l’uomo della pace, l’uomo che ama e custodisce il creato; inquesto momento anche noi abbiamo con il creato una relazione non tantobuona, no? È l’uomo che ci dà questo spirito di pace, l’uomo povero…Ah, come vorrei una Chiesa povera e per i poveri!…» (16.3.2013).L’aspetto «povertà» è quello che colpisce di più, ma la povertàcristiana è la conseguenza di un certo modo di «vedere» Dio e dirapportarsi con Lui e con se stessi. Si può essere lieti col poco o colpochissimo che si ha, se ci si considera ricchi di altro. Ricchi, quando ci si4MdC 5-maggio 2013


sente avvolti dall’amore smisurato di Dio, l’unicoche può bastare al cuore umano, che, allora, noncerca altro. Rimando alla quarta pagina di copertina,dove riportiamo una celebre preghiera di sanFrancesco d’Assisi: o Dio, «Tu sei il bene, ogni bene,il sommo bene… Tu sei tutta la nostra ricchezzaa sufficienza…».Papa Bergoglio mostra di essere proprionell’atteggiamento spirituale del santo d’Assisi.Riporto anche parte di un’interessantetestimonianza del vescovo Virginio Bressanelli,vicepresidente della Conferenza episcopaleargentina: «Francesco non è solamente un nome,è un progetto di Chiesa povera, semplice, piùevangelica e sprovvista di potere umano, cherinuncia al simboli del potere e a quei fasti secolariche oggi ostacolano la credibilità del suo messaggio.Una Chiesa che sa spogliarsi delle strutture oggisuperate, e sa dar vita a nuove relazioni umane,nuovi segni, nuovi gesti evangelizzatori, nuova vita.Un Chiesa serva, fraterna, che privilegia quello chenoi in America Latina chiamiamo la “conversionepastorale”. Una Chiesa che, con le parole diBergoglio, smette di essere “autoreferenziale”, valea dire incantata del suo ombelico, imbrigliata inintrighi interni o interessi mondani, per rintracciare ipercorsi di quel mondo al quale deve annunciare lavita piena in Cristo. Il riferimento emblematicoal “poverello” di Assisi, che voleva restaurare la casadi Dio (la Chiesa) a partire dalla “minorità”e dalle sue scelte di vita personali, sembra essereil cammino, la spiritualità e la strategia che papaFrancesco vuole assumere e proporre a noi tutti.Cinque mesi fa, Bergoglio incoraggiò gli editori dellarivista “Vida nueva” in Argentina a portare “ariafresca, a liberare la Chiesa da quella stanchezza chela porta a cadere nelle due più grandi tentazioni dicui soffre: la mondanità spirituale e il clericalismo.Entrambe la fanno chiudere in se stessa e fannodi lei non una Chiesa in cammino, in dialogo colmondo, ma piuttosto una Chiesa autoreferenzialefondamentalmente sterile, incapace di fecondità,perché perde le due qualità principali che la fannomadre: meraviglia e tenerezza”. Il nome “Francesco”è un invito a tornare alle sorgenti, al vangelodi Gesù, alla Chiesa popolo di Dio, alla praticadella collegialità, al dialogo in tutte le sue forme(ecumenico, interreligioso, con il mondo, la scienza,la cultura e l’arte). Significa pensare la vita cristiananei termini di discepolato missionario…»(Virginio Bressanelli scj, vescovo di Neuquén,Argentina, in «Settimana», 12-13/2013, pp. 1.20).Tante belle prospettive, tante speranzePapa Francesco, il nuovo vescovo di Roma, comepreferisce chiamarsi, ai ragazzi dell’Istituto penaleper minori di Casal del Marmo (Roma): «E nonlasciatevi rubare la speranza, non lasciatevi rubare lasperanza! Capito?». Non si tratta solo della speranzateologale, quella della vita eterna col Signore, madella speranza come atteggiamento psicologico chedeve caratterizzare la vita di ogni persona, credenteo non credente. Chi ruba la speranza? Gli egoistiprepotenti, ad esempio, coloro che pensano soloa se stessi, a volte in maniera addirittura feroce;i pessimisti, che spandono disprezzo su tutto e sututti, che vedono solo marciume e vecchiume inqualsiasi aggregazione politica, che non sia quellain cui si riconoscono, e pure nella Chiesa. Leparole, talvolta, sono pietre; non vanno scagliatea casaccio contro chiunque, anzi, meglio nonscagliarle proprio! Chi semina astio e disprezzo dellepersone non costruisce niente di buono. Noi cristianidobbiamo fare un esame di coscienza, verificarequali sentimenti lasciamo crescere nel cuore e chetipo di parole usiamo verso chi, religiosamente opoliticamente, fa o vive scelte diverse dalla nostra.Quanti cristiani corrucciati, arrabbiati, criticonispietati! Si discute sulle idee, ci si può trovare indisaccordo su tante cose, ma la persona è un valoreassoluto e va assolutamente rispettata. Gesù nonha disprezzato nessuno! Ha amato sempre e tutti eha detto ai suoi di fare altrettanto. Non si tratta digiustificare sbagli e «peccati», ma di non ergersi agiustizieri.Papa Francesco ha scelto un mottostraordinario: «Miserando atque eligendo».Il riferimento è a Gesù, che guarda Matteo,il futuro apostolo, con sguardo di compassionee di elezione: un messaggio di bontà, dibenevolenza e di misericordia verso tutti!La democrazia non è solo un sistema digoverno. «La patria di tutti è la patria dellademocrazia, in particolare per voi giovani: adessoè venuto il vostro tempo. Non fate come noi checi siamo accontentati di affermare i principi dellademocrazia e non abbiamo vigilato abbastanza suinostri comportamenti. Oggi, i fondamenti dellacostituzione sono in pericolo. È sotto gli occhi ditutti il rischio che si scivoli lungo una china dovei principi di giustizia e di solidarietà potrebberoessere incrinati dagli interessi di pochi. Lademocrazia è un’affermazione di civiltà e, insieme,un atto d’amore» (da L’apocalisse è un lieto fine, diErmanno Olmi, Rizzoli 2013).■5-maggio 2013 MdC5


mondo cristianodi Alberto FrisoFrontiere del credereInternet e fedeun’alleanza possibileNell’era di internetAll’indomani dell’elezionedi papa Francesco sullacattedra di Pietro, alcunigiornali hanno diffuso una curiosadoppia foto. Da una parteerano ritratti, da dietro, i fedelipresenti in piazza San Pietro aRoma il 19 aprile 2005 nel momentoin cui la loggia delle benedizionisi apriva per presentareal mondo papa Ratzinger.Dall’altra, lo stesso momentoe quasi la stessa inquadraturail 13 marzo 2013 (foto alla p.seguente). Un particolare saltasubito agli occhi: la grandequantità di schermi luminosi(cellulari, macchine fotografichedigitali, tablet) che punteggianola seconda foto. Quasi ognipersona presente in Piazza SanPietro nello storico momentodell’esordio di papa Bergoglioaveva con sé uno strumentoelettronico in grado di scattareun’immagine o di rea lizzare unvideo e di mandarlo in pochi secondiagli amici o di pubblicarloin internet, mettendolo a disposizionedi tutti.L’episodio è quello che è,ma serve per affermare quantosegue: internet è una realtà,è diffusissimo e con esso, inSi può essere spaventati dalla rete informatica con le suedinamiche segrete… Però, internet è una realtà,un «continente» nel quale i cristiani possono e devonoabitare. Ha detto papa Benedetto XVI: «Senza timorivogliamo prendere il largo nel mare digitale, affrontandola navigazione aperta con la stessa passione che da duemilaanni governa la barca della Chiesa».buona sostanza, bisogna fare iconti. L’ambizione dell’articoloche avete iniziato a leggere èdi riuscire a tratteggiare alcuniaspetti riguardanti internet(ambiente digitale) e cristianesimoanche per i non addettiai lavori. È un’ambizione, ma èanche una necessità: non pertutti sono pane quotidiano parolecome web, smartphone, tablet,app, social network, avatare via dicendo. Cercheremo disemplificare, senza banalizzare.Internet c’è.Che ne vogliamo fare?Come sempre si dovrebbe fare difronte a una parola sconosciuta,consultiamo un vocabolario.Quello della Treccani così definiscela rete informatica: sistemadi interconnessioni tra computerche permette lo scambio di messaggitra utenti, la trasmissionedi dati e di programmi. Ognicomputer, cellulare, o altro apparecchioelettronico collegatoa internet è uno dei nodi dellarete, le cui maglie sono semprepiù fitte con l’aumento di chi nefa uso e di chi contribuisce (contesti, foto, video, grafica, programmi,ecc.) a crearla.Per semplicità, anche se noncoincidono pienamente, useròla parola internet come sinonimodi rete. In questo sistemadi interconnessioni possiamotrovare di tutto. Un sacco diinformazioni utili, per esempio.Ma anche una montagnadi banalità. Potremo imbatterci16MdC 5-maggio 2013


Piazza San Pietro: elezione di Benedetto XVI (2005); elezione di papa Francesco (2013).in risorse inattese, ma anchenelle peggiori nefandezze. Giàdal linguaggio che sto usandosi dovrebbe aver capito: la rete,al di là dei tecnicismi, è unmondo che ha caratteristicheproprie, ma che resta, alla finfine, un mondo, un ambiente, oun continente, se preferite. Uncontinente elettronico (digitale),ma non per questo meno concreto,vivo, reale di quello fisico.Un brutto incontro in rete è erimane un brutto incontro, perquanto abbia modi suoi, nondel tutto coincidenti con quellidi un incontro per strada, che,peraltro, rimane ineguagliabilee insostituibile.Ci siamo rivolti a un’autorità- il vocabolario - per introdurrel’argomento, ora affidiamoci adalcuni maestri per capire qualcosadi più. Il primo è BenedettoXVI, che così scriveva nel 2010:«Il tempo che viviamo conosceun enorme allargamento dellefrontiere della comunicazione,realizza un’inedita convergenzatra i diversi media e rendepossibile l’interattività. La retemanifesta, dunque, una vocazioneaperta, tendenzialmenteegualitaria e pluralista, ma nelcontempo [...] aumentano purei pericoli di omologazione e dicontrollo, di relativismo intellettualee morale, già ben riconoscibilinella flessionedello spirito critico,nella verità ridotta algioco delle opinioni,nelle molteplici formedi degrado e di umiliazionedell’intimità dellapersona».Papa Benedetto sabene che una certa faciloneriae una libertàmal usata produconostorture e guai. Purtroppo,questo succedeanche nella rete.Alcuni si aspetterebberoche la Chiesacondannasse questa«diavoleria», puntandoil dito contro il marcioche c’è. E basta. Pensarecosì, sarebbe farsiun’idea da caricaturadella Chiesa. Sentite,infatti, come prosegueil suo ragionamentoJoseph Ratzinger: «Imedia possono diventarefattori di umanizzazione“non soloquando, grazie allosviluppo tecnologico,offrono maggioripossibilità di comunicazione ed’informazione, ma soprattuttoquando sono organizzati eorientati alla luce di un’immaginedella persona e del bene comuneche ne rispetti le valenzeuniversali” (Caritas in veritate, n.73). Ciò richiede che “essi sianocentrati sulla promozione delladignità delle persone e dei popoli,siano espressamente animatidalla carità e siano postial servizio della verità, del benee della fraternità naturale e soprannaturale”»(Ivi).Alla luce di ciò, ecco la conclusioneche indica come i cristianipossono, anzi, devonopercorrere le strade di internet:5-maggio 2013 MdC17


mondo cristiano«Senza timori vogliamo prendereil largo nel mare digitale, affrontandola navigazione apertacon la stessa passione che daduemila anni governa la barcadella Chiesa. Più che per le risorsetecniche, pur necessarie,vogliamo qualificarci abitandoanche questo universo con uncuore credente, che contribuiscaa dare un’anima all’ininterrottoflusso comunicativo della rete».Una nuova missioneper i cristianiCosa ci sta dicendo papa Benedetto?Che il continente digitaleva conosciuto e abitato. Anchechi non va su internet, o non loconosce abbastanza, questo lopuò intuire: la rete è uno spazioche dobbiamo «frequentare»mettendoci la faccia. Sembraun’affermazione ambigua, perchési presta a più significati,ma, nel caso, sono validi quasitutti. Non bisogna indossaremaschere o camuffamenti. Sesei cristiano nella vita, siilo anche,con tutta la tua creatività egenuinità, in internet. Intervienicon la tua faccia, cioè con la tuavera identità, non con un nomeo con una faccia fasulli. Perchéil mondo internet è, ormai daqualche tempo, alla fase due.Se, in un primo momento, eraun grande contenitore di notiziecon pochi «produttori» - inmodo analogo a un giornale dicarta o a un programma televisivo,dove solo pochi scrivono ocompaiono in video e tanti leggonoo guardano -, oggi la reteè cambiata. Le notizie (molte)sono commentabili; si può interagirecon (quasi) chiunquescriva; chiunque può aprire unproprio spazio personale in cuiesprimere le sue opinioni o ilsuo estro artistico. La summa diqueste possibilità sono i socialnetwork, soprattutto facebook etwitter, dove, con poche mosse,si può aprire uno spazio personalee incontrare (entrare incollegamento con) altre persone,leggere le loro considerazionie idee e proporne di proprie.Insisto sul concetto di ambiente,anzi, per la vastità, dicontinente. È il sesto continenteed è un territorio cheha bisogno di essereevangelizzato. Il piùadatto per un compitosimile sarebbe un sanPaolo del secolo XXI,che solcasse le nuoverotte della rete. Invecetocca a noi. A sostegnodi questo impegno,comunque increscita tra sacerdoti,religiosi e laici, vienela riflessione dellaChiesa. Basta tenerepresenti i messaggidegli ultimi anni perla Giornata mondialedelle comunicazionisociali: sono tuttirivolti alla presenzadei cristiani nei mediadigitali, tanto chequalche operatoredella stampa tradizionaleha trovato mododi lamentarsi di tale«monotonia». Basta richiamarequalche titolo per intuire l’attualitàe la profondità del magisterodi Benedetto XVI anche su questanuova frontiera: «Reti sociali:porte di verità e di fede; nuovispazi di evangelizzazione»(2013); «Verità, annuncio e autenticitàdi vita nell’era digitale»(2011); «Il sacerdote e la pastoralenel mondo digitale: i nuovimedia al servizio della Parola»(2010); «Nuove tecnologie, nuoverelazioni. Promuovere unacultura di rispetto, di dialogo, diamicizia» (2009).Non a caso, uno dei principaliesperti mondiali di internet, ilsociologo dei mass media Derrickde Kerckhove, col quale misono messo in comunicazioneun paio d’anni fa, così mi harisposto quando gli ho chiestocome vedesse la Chiesa nelmondo digitale: «Bene, soprattuttograzie a questo papa [BenedettoXVI, ndr], i segnali positivinon mancano. Tanto quantoGiovanni Paolo II è stato il papadella televisione, BenedettoXVI lo è di internet, sia perchéin rete è molto presente, sia perquanto ha riflettuto e scritto inmerito».Le sfide per la ChiesaQuindi tutto bene? Tutto sottocontrollo? Non proprio. Chie-18MdC 5-maggio 2013


de ancora analisi e interpretazione,ma anche, l’abbiamo ripetuto,presenza. Le sfide nonmancano, perché la rete è unmondo che cambia di continuo,molto volubile, facile al pettegolezzoe alla condanna tantoquanto alla fugace esaltazione.È un ambiente che ha sue regole,dove l’autorevolezza la sicostruisce lentamente. Ma nonLa prima pagina (in lingua italiana) del sito internet dellaSanta Sede, utilissimo per ricerche di documenti ufficiali,sull’attività del papa, delle sacre Congregazioni, ecc.esistono i pulpiti, dai quali unoparla e gli altri ascoltano e basta.Ogni contenuto è esposto acommenti. È come se, duranteun’omelia, l’uditorio - compostoda cristiani e pagani, da favorevolie da ostili, da preparati eda ignoranti - potesse pubblicarein tempo reale una sorta di«giornale murale» direttamentesull’ambone.E, così, mancano pure le gerarchie.In proposito, nel libroCyberteologia (pubblicato da Vitae pensiero nel 2012), p. AntonioSpadaro, gesuita, direttore de«La Civiltà Cattolica» e profondoesperto di internet, sostiene: «Larete, di sua natura, è fondata suilink, cioè sui collegamenti reticolari,orizzontali e non gerarchici».Infatti, non esiste un centro delweb; al limite, esistonoluoghi di maggiorsuccesso, o più visitati,o più influenti. Ma laChiesa vive di un’altralogica, con un messaggiodonato dall’Alto, inuna dimensione verticaleevidente. Alla domanda,quindi, se c’èspazio per la verticalitàin internet, p. Spadaromi ha risposto (l’intervistaè uscita nel giugnodello scorso annosul «Messaggero disant’Antonio»): «Questo,secondo me, è propriouno dei compitidella Chiesa, ovverofar comprendere comenon tutto è materialescambiabile, che nascedal basso. C’è unadimensione di dono, ela rivelazione di Gesùè un dono indeducibile,che vive di un’altralogica, di un incontropersonale che, nel libro,descrivo come face to face,a faccia a faccia, che non è maianonimo, ma sempre individuale».In un passo del libro, il direttorede «La Civiltà Cattolica» definisce«un’illusione» il pensare«che il sacro e il religioso sianoa portata di mouse». E, ciò nonostante,«sempre di più internetcontribui sce a costruire l’identitàreligiosa delle persone».«Sì, la rete fa ormai parte dellanostra vita quotidiana - hacommentato p. Spadaro nell’intervistacitata -, quindi ha unimpatto sul modo in cui le personesi relazionano tra loro, conosconoe pensano la realtà. Intutto ciò è compresa anche ladimensione religiosa, il mododi vivere le relazioni ecclesialie di pensare la fede. È un datodi fatto molto pratico: in tantisi rivolgono alla rete per avererisposte di ordine religioso. Cisono molti siti sul credere, e isocial network pullulano di profilidi significato religioso».La fede in internet?Si può, quindi, pensare di «vivere»la propria fede in internet?La risposta è no, se si intendela rete come l’unico ambiente divita, ma è sì, se la consideriamocome una delle stanze della nostraesistenza.Per chiudere con una notadecisamente positiva, portoun’ultima testimonianza. Èquella di fra Alberto Tortelli,francescano conventuale, ideatoree curatore del sito www.vocazionefrancescana.org, dove,da circa sei anni, raccontala sua chiamata alla consacrazionee dialoga con quantisono interessati a questi temi.Integra, così, il suo compitodi animatore vocazionale e diguida del gruppo di ricerca vocazionale«San Damiano», nelquale vivono i giovani che piùseriamente si stanno interrogandosu una possibile chiamatadel Signore alla vita consacrata.Orbene: più della metàdelle persone che compongonoil gruppo è entrata in rapportoper la prima volta con i fratitramite la rete. Un bel segnale,non vi pare?■5-maggio 2013 MdC19

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!