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Documento - Di e Di - Polo informatico per la disabilità - CTS

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• <strong>la</strong> Commissione <strong>Di</strong>sagio e Prevenzione<br />

• <strong>la</strong> Commissione Continuità scuo<strong>la</strong> dell’infanzia/primaria e primaria/secondaria di I grado<br />

Alunni dell’Istituto in partico<strong>la</strong>re:<br />

• gli alunni portatori di handicap e/o svantaggiati<br />

• gli alunni delle c<strong>la</strong>ssi in cui sono inseriti gli alunni portatori di handicap e/o svantaggiati<br />

Famiglie degli alunni portatori di handicap e/o svantaggiati, disagiati.<br />

O<strong>per</strong>atori dell’ASL:<br />

• Équipe medico-specialistiche che hanno in carico gli alunni portatori di handicap<br />

• Psicologo del <strong>Di</strong>stretto di appartenenza<br />

• Logopedista del <strong>Di</strong>stretto di appartenenza<br />

O<strong>per</strong>atori del Territorio:<br />

• Assistente sociale del <strong>Di</strong>stretto<br />

• Assessore al<strong>la</strong> Pubblica Istruzione del <strong>Di</strong>stretto<br />

• Coo<strong>per</strong>ative<br />

• C.S.E.<br />

• Gruppi di volontariato<br />

• Educatori professionali<br />

•<br />

Aspetti organizzativi e metodologici<br />

Si prevedono:<br />

- colloqui con gli insegnanti, in fase di programmazione, durante i quali il responsabile del Servizio<br />

Integrazione affronta il problema /caso, allo scopo di individuarlo e definirlo, progettando i successivi<br />

momenti di intervento;<br />

- momenti di osservazione sistematica del piccolo gruppo c<strong>la</strong>sse e di singoli alunni durante <strong>la</strong><br />

realizzazione di attività che si avvalgono del<strong>la</strong> multimedialità;<br />

- analisi e valutazione dei dati raccolti <strong>per</strong> approfondire <strong>la</strong> conoscenza del problema/caso in esame;<br />

- predisposizione di un <strong>per</strong>corso di <strong>la</strong>voro da discutere e concordare con i docenti;<br />

- valutazioni <strong>per</strong>iodiche e verifiche finali;<br />

- momenti di raccordo con <strong>la</strong> <strong>Di</strong>rigente <strong>per</strong> <strong>la</strong> previsione-organizzazione di alcuni interventi e <strong>la</strong> verifica<br />

degli stessi;<br />

- incontri sistematici di col<strong>la</strong>borazione con gli o<strong>per</strong>atori del Territorio (ASL) <strong>per</strong> <strong>la</strong> discussione di<br />

situazioni che prevedono un intervento di complementarietà con l’ASL, <strong>per</strong> l’analisi delle strategie da<br />

mettere in atto ed una verifica degli interventi;<br />

- programmazione di incontri del<strong>la</strong> Commissione <strong>Di</strong>sagio e Prevenzione su soggetti con situazioni che<br />

abbiano partico<strong>la</strong>re rilievo con <strong>la</strong> presenza di tutte le componenti interessate: famiglia, docenti dei<br />

vari ordini di scuo<strong>la</strong>, tecnici dell’ASL, psicopedagogista, assistenti educatori, <strong>per</strong> <strong>la</strong> definizione di<br />

alcuni obiettivi da <strong>per</strong>seguire.<br />

Si utilizzerà un diverso metodo di approccio in riferimento ai diversi problemi emersi.<br />

Si individueranno, con i docenti, <strong>per</strong>corsi atti ad una gestione o risoluzione del problema attraverso un<br />

supporto che fornisca conoscenze, mezzi e strumenti disponibili, che offra <strong>la</strong> costruzione di una specifica<br />

competenza dei docenti in ordine all’integrazione dell’alunno portatore di handicap e/o svantaggiato.<br />

Verifica e valutazione<br />

L’attività svolta dal Servizio Integrazione verrà monitorata in itinere.<br />

La verifica comprenderà il coinvolgimento:<br />

- del<strong>la</strong> famiglia dell’alunno;<br />

- dei docenti del modulo e degli assistenti educatori;<br />

- del<strong>la</strong> Commissione <strong>Di</strong>sagio Prevenzione;<br />

- del<strong>la</strong> Commissione Continuità;<br />

- del Consiglio d’Interc<strong>la</strong>sse;<br />

- del Collegio dei Docenti.<br />

Per <strong>la</strong> valutazione dell’intervento effettuato verranno presi in considerazione i seguenti elementi:<br />

1) <strong>la</strong> funzionalità degli interventi educativi messi in atto <strong>per</strong> ciascun alunno diversamente abile;<br />

2) l’interesse e <strong>la</strong> motivazione suscitati negli alunni diversamente abili e nei loro compagni durante le<br />

attività di promozione del<strong>la</strong> multimedialità;<br />

3) le considerazioni del<strong>la</strong> <strong>Di</strong>rigente, dei docenti, delle famiglie, degli o<strong>per</strong>atori dell’ASL e del Territorio in<br />

merito all’utilità e all’efficacia del Servizio Integrazione;<br />

4) <strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione dei docenti, degli o<strong>per</strong>atori dell’ASL e del Territorio coinvolti nei progetti di continuità in<br />

uscita e in entrata e nei progetti di orientamento;<br />

5) l’e<strong>la</strong>borazione di un archivio <strong>per</strong> <strong>la</strong> raccolta di:


- P.E.I. (Piano Educativo Individualizzato);<br />

- <strong>per</strong>corsi educativo-didattici degli alunni diversamente abili (programmazione educativo-didattiche);<br />

- prove di verifica individualizzate <strong>per</strong> gli alunni diversamente abili;<br />

- verbali degli incontri con l’ASL;<br />

- schede informative sulle équipe che seguono ciascun alunno diversamente abile;<br />

- progetti di continuità;<br />

- progetti esplorativi e di orientamento;<br />

- verbali e materiali prodotti dal<strong>la</strong> Commissione <strong>Di</strong>sagio e Prevenzione.<br />

Referente del<strong>la</strong> Commissione Prevenzione e <strong>Di</strong>sagio<br />

La referente del<strong>la</strong> Commissione, <strong>per</strong> l’anno sco<strong>la</strong>stico 2004/2005, è l’insegnante Donadoni Roberta.<br />

Progetti attuati nell’a.s. 2004/2005<br />

- idroterapia<br />

- ippoterapia (vedasi sezione progetti)<br />

SCUOLA MEDIA STATALE “G.B. RUBINI” – ROMANO DI LOMARDIA<br />

LA SCUOLA E LA D I V E R S I T A’<br />

La scuo<strong>la</strong> pone a suo fondamento <strong>la</strong> centralità dell’alunno, vale a dire il riconoscimento delle specificità<br />

dell’individuo e del<strong>la</strong> diversità. Ogni alunno viene a scuo<strong>la</strong> con una propria cultura, fatta di intrecci affettivi,<br />

emotivi e cognitivi di es<strong>per</strong>ienze, di storie e di re<strong>la</strong>zioni. Entra in un contesto a lui inizialmente estraneo, in<br />

cui incontra nuovi compagni e nuovi adulti con i quali intesse una rete sempre più ampia di scambi e<br />

s<strong>per</strong>imenta concretamente <strong>la</strong> presenza delle diversità. Compito del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> è di avere e di formare una<br />

sensibilità nei confronti delle diversità, di qualsiasi tipo siano.<br />

La sempre maggiore eterogeneità delle c<strong>la</strong>ssi e <strong>la</strong> presenza di alunni disabili certificati generano bisogni<br />

educativi speciali. Questi bisogni devono trovare risposta in una scuo<strong>la</strong> che integra tutti gli alunni e che<br />

rende significativa ogni presenza.<br />

L’integrazione di qualità significa <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>per</strong>sona disabile<br />

essere presente significativamente:<br />

‣ dal punto di vista re<strong>la</strong>zionale<br />

essere accolto, avere ruoli veri, amicizie..<br />

‣ dal punto di vista cognitivo<br />

imparare cose nuove, imparare a risolvere problemi, imparare a pensare..<br />

‣ dal punto di vista psicologico<br />

crescere nell’autostima, nell’identità, nell’espressione delle emozioni ecc.<br />

La qualità si dovrebbe leggere sia nel<strong>la</strong> sua “completezza” a livello individuale sia nel<strong>la</strong> sua diffusività<br />

nelle varie <strong>per</strong>sone che fanno scuo<strong>la</strong>.<br />

Gli insegnanti tutti, tra cui l’insegnate di sostegno con competenze specifiche, sono coinvolti nel<strong>la</strong><br />

programmazione ordinaria <strong>per</strong> organizzare curricoli in funzione delle differenti abilità, <strong>per</strong> gestire in modo<br />

alternativo le attività d’au<strong>la</strong>, <strong>per</strong> adottare i materiali adatti alle diversità degli alunni.<br />

L’allievo cresce ed impara quando diventa gradualmente consapevole del<strong>la</strong> propria capacità di<br />

apprendimento, quando riesce anche fuori dal contesto sco<strong>la</strong>stico a trovare le condizioni positive che<br />

motivano <strong>la</strong> curiosità intellettuale e <strong>la</strong> soluzione di problemi.<br />

Alcuni hanno questa competenza, altri no. In taluni soggetti ci sono marcate difficoltà a trattare i dati<br />

dell’es<strong>per</strong>ienza, a pescare nel<strong>la</strong> memoria e a combinare le immagini mentali.<br />

In questo caso <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> deve attivare re<strong>la</strong>zioni d’aiuto che esigono specifiche competenze professionali, in<br />

una logica di interazione tra scuo<strong>la</strong> e servizi del territorio, <strong>per</strong> far crescere <strong>la</strong> cultura dell’inclusione. Occorre<br />

essere consapevoli del<strong>la</strong> necessità di e<strong>la</strong>borare un <strong>per</strong>corso riconoscibile e definito di sviluppo che non si<br />

racchiuda soltanto all’interno del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>, ma che diventi sempre di più progetto di vita, che abbracci varie<br />

dimensioni di ruolo e spazi temporali più ampi. Si deve pensare adulto anche un alunno molto giovane e<br />

disabile.<br />

Su questa linea l’Istituto, definisce ed attua procedure metodologico-didattiche e re<strong>la</strong>zionali specifiche <strong>per</strong><br />

alunni disabili:


1. Accoglie e riconosce <strong>la</strong> disabilità nelle sue diverse connotazioni: cognitive, metacognitive (difficoltà<br />

nell’organizzazione del <strong>la</strong>voro e dello studio), socio-culturali, socio-affettivo-re<strong>la</strong>zionali.<br />

2. Osserva approfonditamente l’alunno e il contesto e definisce un <strong>per</strong>corso appropriato e sensato di<br />

obiettivi individuali e individualizzati o comuni.<br />

3. Progetta gli interventi educativi e didattici, ponendo attenzione non solo all’aspetto cognitivo, ma<br />

anche e soprattutto agli aspetti di autonomia <strong>per</strong>sonale e sociale e a quelli emotivo-re<strong>la</strong>zionali.<br />

Interviene in orario sco<strong>la</strong>stico con progetti artico<strong>la</strong>ti e piani educativi <strong>per</strong>sonalizzati utilizzando i<br />

docenti come risorse professionali interne, e l’assistente educatore come risorsa professionale<br />

esterna. A queste risorse si aggiungono <strong>la</strong> consulenza dell’UONPI, <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione con l’ Ente<br />

Locale e con leagenzie territoriali. Interviene anche in orario extrasco<strong>la</strong>stico con uno stretto<br />

coordinamento tra il docente di sostegno e i soggetti esterni che attuano progetti di assistenza<br />

pomeridiana.<br />

4. In partico<strong>la</strong>re i progetti si artico<strong>la</strong>no come segue:<br />

⇒ Profilo dell’alunno: è <strong>la</strong> descrizione dei vari aspetti del<strong>la</strong> sua <strong>per</strong>sonalità, definito dagli insegnanti in<br />

col<strong>la</strong>borazione con gli specialisti dell’UONPI e con <strong>la</strong> famiglia;<br />

⇒ Piano Educativo Individualizzato: è <strong>la</strong> programmazione annuale specifica predisposta da tutti gli<br />

insegnanti del Consiglio di C<strong>la</strong>sse;<br />

⇒ compresenza dell’insegnante di sostegno assegnato al<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse che:<br />

- coordina l’azione dei colleghi;<br />

- fornisce un aiuto specifico all’alunno ed al<strong>la</strong> generalità degli allievi del<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse;<br />

- mantiene rapporti con i genitori, gli specialisti ecc.;<br />

⇒ Progetto di continuità fra i vari ordini di scuo<strong>la</strong> e progetto di orientamento a partire dal<strong>la</strong> 2 a media <strong>per</strong><br />

<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> su<strong>per</strong>iore, predisposto dal<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> in col<strong>la</strong>borazione con <strong>la</strong> famiglia e gli specialisti;<br />

⇒ Assistente educatore <strong>per</strong> i casi di grave disabilità che partecipa all’attuazione del progetto pianificato<br />

dal<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong><br />

⇒ consulenza degli insegnanti e/o dei genitori presso ASL (sportello ASL), UONPI…<br />

GESTIONE ATTIVITA’ DI INTEGRAZIONE ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI<br />

1. SCOPO<br />

Definire le modalità di organizzazione delle seguenti attività di integrazione:<br />

‣ accoglienza e conoscenza dell’alunno diversamente abile<br />

‣ progettazione del Piano Educativo Individualizzato<br />

‣ verifica e valutazione del Piano Educativo Individualizzato<br />

1.1 Favorire l’inserimento e l’integrazione degli alunni diversamente abili nel contesto del<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse,<br />

dell’Istituto e più in generale del territorio.<br />

1.2 Consentire agli alunni diversamente abili di sviluppare le proprie potenzialità cognitive, apprenditive,<br />

emotive e di re<strong>la</strong>zione con <strong>la</strong> mediazione dell’intero Consiglio di C<strong>la</strong>sse e dell’assistente educatore,<br />

ove previsto.<br />

1.3 Favorire e sostenere una progressiva acquisizione di autonomie <strong>per</strong>sonali e sociali coerenti con il<br />

suo progetto di vita.<br />

2. CAMPO DI APPLICAZIONE<br />

2.1 Sostegno agli alunni diversamente abili<br />

3. RESPONSABILITA’<br />

3.1 Il dirigente sco<strong>la</strong>stico individua le risorse e le condizioni che favoriscono l’inserimento degli alunni<br />

diversamente abili e li inserisce<br />

nel gruppo c<strong>la</strong>sse in base ai criteri seguenti:<br />

‣ competenza acquisita nel tempo con casi di disabilità specifica dal consiglio di<br />

c<strong>la</strong>sse


‣ equa distribuzione nei vari corsi dell’impegno <strong>per</strong> l’integrazione<br />

Il dirigente sco<strong>la</strong>stico, coadiuvato dal responsabile delle attività<br />

finalizzate all’integrazione degli alunni diversamente abili, provvede a:<br />

3.1.1 assegnare i docenti di sostegno all’alunno d.a. e al<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse in<br />

funzione dell’organico presente, previa accoglienza e conoscenza<br />

del docente stesso.<br />

3.1.2 individua le aule e gli spazi congruenti con le necessità<br />

dell’alunno d.a.<br />

‣ barriere architettoniche<br />

‣ territorialità e trasporto<br />

‣ offerta formativa del plesso<br />

‣ criteri di sicurezza<br />

3.1.3 prende accordi <strong>per</strong> l’assegnazione degli assistenti educatori<br />

con gli Enti Locali e le Coo<strong>per</strong>ative, secondo criteri di opportunità<br />

educativa<br />

3.2 Il responsabile delle attività finalizzate all’integrazione degli alunni si fa promotore del<br />

passaggio delle informazioni ai docenti di sostegno e convoca una riunione con i coordinatori e i<br />

docenti dei consigli<br />

delle c<strong>la</strong>ssi interessate all’integrazione dell’alunno d.a. <strong>per</strong>:<br />

‣ distribuire <strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> primaria<br />

e <strong>la</strong> scheda riassuntiva delle informazioni raccolte<br />

‣ fornire chiarimenti meno formalizzati sui casi<br />

‣ dare informazioni sui ruoli, funzioni e competenze dei docenti curricu<strong>la</strong>ri, di<br />

sostegno, degli assistenti educatori e del referente h d’Istituto<br />

‣ accordarsi sulle modalità di intervento del sostegno in c<strong>la</strong>sse e fuori dal<strong>la</strong><br />

c<strong>la</strong>sse.<br />

3.3 Il docente di sostegno attiva nel<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse il processo di integrazione dell’alunno diversamente abile<br />

e prende accordi con i docenti del consiglio di c<strong>la</strong>sse <strong>per</strong> sostenere e promuovere le re<strong>la</strong>zioni tra gli<br />

alunni <strong>per</strong> garantire:<br />

3.3.1 informazione al<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse sulle potenzialità del compagno<br />

(da parte dei docenti del Consiglio o del referente h o<br />

dell’insegnante di sostegno)<br />

3.3.2 spiegazione dei ruoli, funzioni, competenze delle varie figure<br />

professionali ( insegnante di sostegno, assistente educatore,<br />

docenti currico<strong>la</strong>ri …) che si occupano del compagno diversamente<br />

abile<br />

3.3.3 col<strong>la</strong>borazioni con alunni e c<strong>la</strong>ssi del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> disponibili<br />

all'integrazione ( <strong>la</strong>boratori, iniziative extracurrico<strong>la</strong>ri)<br />

3.4 Il DSGA è responsabile del<strong>la</strong> custodia dei documenti riguardanti gli alunni diversamente abili e del<br />

rispetto delle norme sul<strong>la</strong> privacy.<br />

(All. 1)<br />

3.5 Il consiglio di c<strong>la</strong>sse e il coordinatore sono a tutti gli effetti<br />

responsabili di tutte le attività di integrazione dell’alunno d.a. di cui al successivo punto 4.<br />

4. ATTIVITA’ DI INTEGRAZIONE<br />

4.1 ACCOGLIENZA E CONOSCENZA<br />

4.1.1 La commissione integrazione alunni d.a. predispone, sul<strong>la</strong> base dei dati acquisiti nei mesi di<br />

marzo/aprile dal<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse V° del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> primaria, <strong>la</strong> scheda di sintesi del profilo degli alunni<br />

diversamente abili in ingresso. (All. 2)<br />

4.1.2 La commissione integrazione alunni disabili entro <strong>la</strong> fine dell’anno sco<strong>la</strong>stico predispone uno o<br />

più incontri <strong>per</strong>:<br />

4.1.2.1. far conoscere all’alunno e al<strong>la</strong> famiglia il nuovo contesto sco<strong>la</strong>stico


4.1.2.2. promuovere <strong>la</strong> continuità del passaggio, riducendo l’ansia del cambiamento<br />

4.1.2.3. conoscere i referenti come figure di riferimento nel nuovo contesto<br />

4.1.3 Il consiglio di C<strong>la</strong>sse con un alunno d.a., in una riunione appositamente dedicata durante il<br />

mese di settembre, esamina il profilo dell’alunno predisposto dal docente di sostegno o dal<strong>la</strong><br />

commissione se l’alunno è in ingresso e prende visione di tutta <strong>la</strong> documentazione re<strong>la</strong>tiva<br />

all’alunno ( PEI del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> di provenienza, sintesi dei colloqui con i testimoni privilegiati.).<br />

In base alle caratteristiche del profilo dell’alunno disabile e del gruppo<br />

c<strong>la</strong>sse, il docente di sostegno propone al consiglio di c<strong>la</strong>sse attività di<br />

accoglienza in c<strong>la</strong>sse ed un protocollo di osservazione. (All. 3)<br />

4.2 PROGETTAZIONE DEL PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO<br />

4.2.1 Il consiglio di c<strong>la</strong>sse affida al docente di sostegno l’organizzazione dei colloqui con <strong>la</strong> famiglia e<br />

con il servizio di Neuropsichiatria Infantile pubblico o privato o con eventuali altri interlocutori al fine di ricostruire<br />

il profilo dell’alunno.<br />

4.2.2 Sul<strong>la</strong> base dei risultati dell’osservazione, il docente di sostegno con il consiglio di c<strong>la</strong>sse e<strong>la</strong>bora<br />

<strong>la</strong> prima stesura del Profilo <strong>Di</strong>namico Funzionale da revisionare/confermare/integrare a fine anno anche<br />

con il contributo del consiglio di c<strong>la</strong>sse.<br />

4.2.3 Dal Profilo <strong>Di</strong>namico Funzionale il consiglio di c<strong>la</strong>sse determina i Risultati Attesi e li formalizza<br />

al<strong>la</strong> famiglia entro <strong>la</strong> prima settimana di novembre ( All. 4)<br />

4.2.4 Entro il mese di novembre il docente di sostegno costruisce il Piano<br />

Educativo Individualizzato con i docenti delle materie currico<strong>la</strong>ri,<br />

<strong>per</strong>sonalizzando gli Obiettivi Specifici di Apprendimento, i metodi, le<br />

strategie, gli strumenti, i tempi, anche con il contributo del<strong>la</strong> famiglia.<br />

4.2.5 Per gli alunni frequentanti le c<strong>la</strong>ssi seconde il consiglio di c<strong>la</strong>sse ipotizza con <strong>la</strong> famiglia e<br />

l’UONPI il progetto orientamento che sarà sviluppato durante il terzo anno. ( vedi POF pag.<br />

153)<br />

4.2.6 Nel corso del 1° quadrimestre del terzo anno, in re<strong>la</strong>zione all’ipotesi di frequenza di una scuo<strong>la</strong><br />

su<strong>per</strong>iore prevista dal progetto orientamento dell’alunno disabile, l’Istituto predispone un<br />

Protocollo d’Intesa con <strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong> Su<strong>per</strong>iore e/o gli Enti di Formazione Professionale del territorio<br />

<strong>per</strong> l’attuazione di progetti ponte da effettuarsi durante il terzo anno. Il Progetto Ponte deve<br />

essere condiviso e firmato dal<strong>la</strong> famiglia dell’alunno disabile. (all 5)<br />

4.3 VERIFICA E VALUTAZIONE<br />

4.3.1 Al<strong>la</strong> fine del 1° quadrimestre ( fine gennaio) il consiglio di c<strong>la</strong>sse procede al<strong>la</strong> valutazione<br />

dell’alunno diversamente abile avendo come riferimento le linee guida contenute nell’allegato 6.<br />

4.3.2 Entro <strong>la</strong> fine del mese di febbraio è convocato un incontro di<br />

verifica/restituzione del profilo in ingresso dell’alunno delle c<strong>la</strong>ssi<br />

prime con le docenti del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> primaria.<br />

4.3.3 Al<strong>la</strong> fine del 2° quadrimestre (giugno) il consiglio di c<strong>la</strong>sse procede<br />

al<strong>la</strong> valutazione sommativa dell’alunno d.a. considerando il tempo scuo<strong>la</strong> subordinato e<br />

congruente con gli obiettivi del suo progetto di vita, stabiliti rispetto al potenziale di sviluppo, ed<br />

altri elementi quali il consolidamento di abilità, l’autostima e il raggiungimento di una autonomia<br />

<strong>per</strong>sonale e sociale.<br />

Fa riferimento inoltre ai seguenti criteri di ammissione o non ammissione al<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse successiva<br />

o agli esami di licenza dell’Istituto:<br />

‣ <strong>la</strong> situazione di partenza comportamentale e cognitiva dell’alunno d.a.<br />

‣ <strong>la</strong> verifica dei risultati ottenuti rispetto ai risultati attesi<br />

‣ gli elementi di riprogettazione del PEI da parte del consiglio di c<strong>la</strong>sse


‣ le effettive competenze raggiunte<br />

‣ gli effetti psicologici e re<strong>la</strong>zionali di una ripetenza<br />

‣ l’esame del nuovo contesto c<strong>la</strong>sse<br />

Eventuali ripetenze devono essere concordate con <strong>la</strong> famiglia<br />

e con il Servizio di Neuropsichiatria e costruite <strong>per</strong> tempo dal<br />

Consiglio di C<strong>la</strong>sse. In questo caso, si devono prevedere progetti<br />

ponte con <strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse dell’Istituto che accoglierà l’alunno diversamente<br />

abile l’anno sco<strong>la</strong>stico successivo.<br />

4.3.4 Al termine del<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse terza l’alunno d.a. sostiene gli esami di licenza<br />

del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> secondaria di 1° grado seguendo i criteri e le procedure dell’Istituto e <strong>la</strong> normativa<br />

riguardante le prove d’esame <strong>per</strong> gli alunni diversamente abili:<br />

‣ Per le prove scritte è consentita l’individualizzazione delle tre prove (Italiano, Lingua<br />

Straniera e Matematica) e l’utilizzo di sussidi quali il <strong>per</strong>sonal computer , <strong>la</strong> calco<strong>la</strong>trice<br />

e/o gli ausili <strong>per</strong> i minorati fisici<br />

‣ Per il colloquio orale occorre:<br />

- costruire un <strong>per</strong>corso a partire da uno spunto <strong>per</strong>sonale, disciplinare o<br />

es<strong>per</strong>ienziale<br />

- prevedere l’affiancamento del docente di sostegno <strong>per</strong> <strong>la</strong> costruzione del<br />

discorso<br />

- utilizzare materiale noto o meno<br />

- decidere <strong>la</strong> strategia di conduzione del colloquio.<br />

5. ADEMPIMENTI<br />

5.1 Entro il mese di aprile il consiglio di c<strong>la</strong>sse presenta al <strong>Di</strong>rigente<br />

Sco<strong>la</strong>stico il modello IS del CSA di Bergamo completato <strong>per</strong> <strong>la</strong> richiesta delle ore di sostegno<br />

che motiva una prima ipotesi progettuale di intervento <strong>per</strong> l’anno successivo. Lo sviluppo di tale<br />

ipotesi è compito del docente di sostegno. (All.7)<br />

5.2 Per gli alunni diversamente abili in ingresso e <strong>per</strong> gli alunni certificati<br />

durante l’anno sco<strong>la</strong>stico, il <strong>Di</strong>rigente Sco<strong>la</strong>stico provvede a<br />

presentare il modello IS e l’ipotesi progettuale corredati dal<strong>la</strong><br />

certificazione.<br />

5.3 Al termine di ogni quadrimestre il docente di sostegno predispone una<br />

re<strong>la</strong>zione intermedia (1° quadrimestre) e finale (2° quadrimestre)<br />

seguendo le indicazioni contenute nell’allegato 8.<br />

Istituto Su<strong>per</strong>iore “Cesare Pesenti”<br />

PROGETTO DISABILI A.S. 2007/08 1<br />

Gli allievi diversamente abili costituiscono oggi circa il 4% del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione sco<strong>la</strong>stica italiana con<br />

diagnosi che vanno dal<strong>la</strong> disabilità fisica ( non vedenti, audiolesi, paraplegici ecc.) a quel<strong>la</strong><br />

psicore<strong>la</strong>zionale ( dislessici, autistici, i<strong>per</strong>attivi, oppositivi-provocatori ecc.).<br />

Nel primo caso <strong>la</strong> patologia è evidente e richiede, soprattutto, modifiche alle strutture e<br />

all’organizzazione le quali non gravano partico<strong>la</strong>rmente sul<strong>la</strong> comunità sociale e sco<strong>la</strong>stica che<br />

appare più accogliente nei loro confronti. Nel secondo caso, spesso <strong>la</strong> patologia è ce<strong>la</strong>ta dietro un<br />

2<br />

da PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA dell’Istituto Su<strong>per</strong>iore C.Pesenti - Bergamo


aspetto simile a quello dei coetanei, ma più impediente rispetto al rego<strong>la</strong>re svolgimento dell’attività<br />

sco<strong>la</strong>stica, <strong>per</strong> cui da parte del<strong>la</strong> comunità vi è maggior difficoltà ad accettare <strong>la</strong> patologia e quindi<br />

<strong>la</strong> necessità che non solo il <strong>per</strong>sonale del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>, ma anche gli alunni e le famiglie dei compagni di<br />

c<strong>la</strong>sse comprendano e col<strong>la</strong>borino all’inserimento di tali soggetti.<br />

Gli allievi diversamente abili con certificazione, nel<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> secondaria di secondo grado, sono<br />

adolescenti che manifestano problemi nel<strong>la</strong> lettura, nel<strong>la</strong> scrittura, nel calcolo, che hanno difficoltà<br />

nell’apprendere brevi testi o procedimenti matematici, che non hanno capacità di rie<strong>la</strong>borazione e di<br />

sintesi, che non riescono a comunicare o a inserirsi nell’ambito di gruppi di coetanei, che hanno<br />

rapporti difficili con le figure adulte, che non control<strong>la</strong>no <strong>la</strong> sfera delle emozioni, manifestando<br />

talvolta comportamenti verbalmente aggressivi e disturbanti.<br />

La comunità ha, comunque, il compito di promuovere “ l’inclusione” sco<strong>la</strong>stica e sociale di tali<br />

studenti, di favorire l’esplicazione del diritto-dovere all’istruzione e al<strong>la</strong> formazione.<br />

Il Sistema Sco<strong>la</strong>stico e il Servizio del<strong>la</strong> Formazione Professionale, mantenendo le proprie<br />

specificità istituzionali, attraverso <strong>la</strong> precoce definizione del profilo dinamico funzionale e del<br />

progetto educativo individualizzato dell’alunno disabile, progettano e attivano <strong>per</strong>corsi formativi<br />

didattici e o<strong>per</strong>ativi, in previsione dell’ integrazione <strong>la</strong>vorativa.<br />

L’attuazione di tali <strong>per</strong>corsi prevede una figura professionale interna all’istituto, dotata di specifiche<br />

competenze ed idoneo curricolo, in grado di promuovere un gruppo di <strong>la</strong>voro misto che prenda in<br />

carico lo studente attraverso alcune fasi fondamentali :<br />

a) preaccoglienza durante <strong>la</strong> frequenza del secondo e terzo anno del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> secondaria di<br />

primo grado in presenza del docente di sostegno del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> frequentata,<br />

b) colloqui mirati e test d’ingresso,<br />

c) preaccoglienza delle famiglie <strong>per</strong> <strong>la</strong> presentazione dell’allievo,<br />

d) approfondimento di tutta <strong>la</strong> documentazione proveniente dal<strong>la</strong> neuropsichiatria e dalle<br />

scuole precedenti,<br />

e) osservazione e rilevazione dei bisogni e delle aspettative che troveranno, nel biennio del<strong>la</strong><br />

scuo<strong>la</strong> secondaria di secondo grado, <strong>la</strong> loro sistematizzazione,<br />

f) monitoraggio dei punti di forza e di debolezza attraverso rilevazioni nell’area re<strong>la</strong>zionale e<br />

dell’autonomia cognitiva e psicomotoria,<br />

g) definizione di curricoli formativi e didattici rispettosi di potenzialità, risorse e carenze, con<br />

partico<strong>la</strong>re attenzione alle TIC,<br />

h) realizzazione di tirocini guidati <strong>per</strong> individuare attività collegabili a prestazioni coerenti al<br />

processo di apprendimento del singolo alunno,<br />

i) costruzione di curricoli professionalizzanti che <strong>per</strong>mettano il passaggio dal sistema<br />

sco<strong>la</strong>stico a quello del<strong>la</strong> formazione professionale con modalità concordate,


j) monitoraggio e valutazione dell’integrazione nel<strong>la</strong> formazione professionale, nei diversi<br />

momenti dell’attività didattica,<br />

k) organizzazione di attività di stage, di tirocinio e di alternanza scuo<strong>la</strong>/<strong>la</strong>voro con/senza <strong>la</strong><br />

presenza del docente di sostegno,<br />

l) mappatura delle offerte di <strong>la</strong>voro del territorio,<br />

m) predisposizione di idonee procedure <strong>per</strong> <strong>la</strong> partecipazione e il su<strong>per</strong>amento degli esami di<br />

qualifica e di maturità.<br />

Fondamentale in questo lungo cammino è l’interazione con le famiglie <strong>per</strong> <strong>la</strong> costruzione di un<br />

rapporto saldo, duraturo e prolungato nel tempo, basato sul<strong>la</strong> fiducia, sul rispetto dei singoli ruoli,<br />

sul<strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione. Ciò consente di stabilire uno”zoccolo duro” su cui innestare una rete di<br />

re<strong>la</strong>zioni con le agenzie del territorio (Neuropsichiatria infantile, Assessorati ai Servizi sociali,<br />

Coo<strong>per</strong>ative sociali, gruppi informali, Centri di formazione professionale, Centri <strong>per</strong> l’impiego ,<br />

aziende ecc.) impegnate, ciascuna in ordine alle proprie competenze, nel<strong>la</strong> realizzazione del<br />

“progetto di vita”, che non deve essere finalizzato al raggiungimento di un generico e<br />

intercambiabile posto di <strong>la</strong>voro, ma deve tute<strong>la</strong>re il soggetto diversamente abile ado<strong>per</strong>andosi <strong>per</strong><br />

“l’inclusione” in una realtà <strong>la</strong>vorativa confacente alle sue aspettative, rispettosa delle sue risorse e<br />

dei suoi limiti e in grado di favorire, in primo luogo, l’integrazione sociale.<br />

Partico<strong>la</strong>re attenzione deve essere rivolta a quegli studenti, sempre più numerosi, che presentano<br />

diagnosi di “disturbo del<strong>la</strong> condotta” e di “ritardo di apprendimento medio-grave” nei confronti dei<br />

quali <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> su<strong>per</strong>iore di secondo grado incontra le maggiori difficoltà nel progettare <strong>per</strong>corsi<br />

d’inclusione in quante le rispettive competenze cognitive, inibite da fattori di vario genere,<br />

compromettono qualsiasi possibilità di approccio alle discipline currico<strong>la</strong>ri.<br />

Nasce, quindi, l’esigenza di creare dei <strong>la</strong>boratori “pensati” <strong>per</strong> loro!<br />

LABORATORIO DI DIDATTICA PER IMMAGINI<br />

Oggi quando si par<strong>la</strong> d’immagini si tende a pensare subito a quelle veico<strong>la</strong>te dai mass media che, se<br />

da un <strong>la</strong>to, carpiscono l’attenzione degli adolescenti in modo più immediato rispetto al linguaggio<br />

scritto e/o verbale, dall’altro creano una forma di omologazione acritica alle mode e agli stereotipi<br />

del<strong>la</strong> società contemporanea, tanto più in studenti che, a causa di varie forme di disabilità,<br />

posseggono meno strumenti di decodifica di determinati messaggi. S’intende , <strong>per</strong>tanto, recu<strong>per</strong>are<br />

il valore dell’osservazione e del<strong>la</strong> riflessione su ricordi e es<strong>per</strong>ienze di vita, su hobby, <strong>per</strong><br />

ricostruirli attraverso <strong>la</strong> multimedialità offerta dal <strong>la</strong>boratorio fotovideo digitale e dal <strong>la</strong>boratorio<br />

<strong>informatico</strong>. Immagini e testi prendono forma attraverso il potenziamento delle capacità dei singoli<br />

alunni e <strong>la</strong> funzione di guida e di facilitazione svolta dai docenti di sostegno e dai compagni in


attività di piccolo gruppo. Nascono così, in powerpoint o in filmati secondo le singole preferenze,<br />

gli scorci di vita che ogni alunno ritiene più significativi e che ha “desiderio” di condividere con gli<br />

altri.<br />

Tale <strong>per</strong>corso che nasce dal<strong>la</strong> libera scelta degli argomenti da trattare, consente reazioni emotive<br />

non strutturate, portando ad una gratificazione immediata che diventa prerequisito <strong>per</strong> successivi<br />

approfondimenti e sve<strong>la</strong>ndo, spesso, problematiche nascoste.<br />

LABORATORIO DI FALEGNAMERIA E RESTAURO<br />

Il <strong>la</strong>boratorio di falegnameria e restauro nasce dall’interesse dimostrato verso le attività pratiche e,<br />

soprattutto, verso dei <strong>la</strong>vori in cui il cambiamento, il miglioramento, il risultato in senso <strong>la</strong>to sia<br />

partico<strong>la</strong>rmente evidente. Si è pensato d’individuare all’interno del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> uno spazio da<br />

trasformare in un vero <strong>la</strong>boratorio con arnesi, legnami, tute da <strong>la</strong>voro. Si è proceduto, in piccoli<br />

gruppi sotto <strong>la</strong> guida di docenti es<strong>per</strong>ti, in primo luogo a chiarire tutte le norme di sicurezza da<br />

rispettare e successivamente a spiegare le procedure del restauro di piccoli mobili dell’ottocento,<br />

alternando <strong>la</strong> costruzione di piccoli mobili nuovi. Gli alunni si sono entusiasmati, hanno imparato<br />

l’importanza dell’impegno continuativo, del<strong>la</strong> cura del partico<strong>la</strong>re, del <strong>la</strong>vorare in gruppo<br />

condividendo un’attività e, soprattutto si sono sentiti valorizzati nelle loro abilità sia <strong>per</strong>ché gli<br />

oggetti saranno fotografati e presentati al<strong>la</strong> mostra di fine anno, sia <strong>per</strong>ché ciascuno potrà costruire<br />

un oggetto da portare a casa.<br />

SPORTELLO DI ORIENTAMENTO<br />

Questa iniziativa nasce dal<strong>la</strong> consapevolezza che, se è complesso e spesso sofferto <strong>per</strong> dei<br />

quattordicenni essere in grado di e<strong>la</strong>borare un progetto di vita, lo è ancora di più <strong>per</strong> gli allievi<br />

diversamente abili e <strong>per</strong> le loro famiglie.<br />

Tali allievi si trovano spesso iscritti all’istituto professionale <strong>per</strong>ché ritenuto in grado di offrire<br />

quelle competenze tecniche <strong>per</strong> un futuro inserimento nel mondo del <strong>la</strong>voro, senza <strong>per</strong>ò un’adeguata<br />

valutazione dello scarto esistente tra il profilo dell’allievo, il curricolo formativo dell’istituto e le<br />

aspettative del mondo del <strong>la</strong>voro. Spesso manca nei docenti delle scuole secondarie di primo grado<br />

una reale conoscenza dell’offerta formativa degli istituti professionali, li si confonde con <strong>la</strong><br />

formazione professionale regionale e, talvolta, ci si “dimentica” di avviare le procedure di<br />

orientamento in seconda media in modo da avere tempi più lunghi <strong>per</strong> valutare in modo rigoroso <strong>la</strong><br />

congruenza tra <strong>la</strong> disabilità dell’allievo e il <strong>per</strong>corso sco<strong>la</strong>stico proposto.<br />

Tale situazione ha portato un gran numero di allievi disabili negli istituti professionali e pochissimi<br />

nei licei dove sarebbe stato più facile costruire dei <strong>per</strong>corsi mirati soprattutto equilibrando le


presenze e <strong>la</strong> distribuzione e condividendo conoscenze e es<strong>per</strong>ienze con tutti gli ordini di scuo<strong>la</strong><br />

secondaria di secondo grado.<br />

Agli istituti professionali è rimasto dunque l’onere di “attrezzarsi professionalmente e<br />

logisticamente” ad accogliere ed includere un numero rilevante di allievi portatori di varie tipologie<br />

di disabilità. Una volta definito il profilo dettagliato dell’allievo attraverso <strong>la</strong> ricostruzione del suo<br />

background, dei punti di forza e di debolezza, delle sue aspettative, del suo rapporto con se stesso,<br />

con gli altri e con <strong>la</strong> realtà circostante si predispone, con il consiglio di c<strong>la</strong>sse, il gruppo di <strong>la</strong>voro, <strong>la</strong><br />

psicologa e <strong>la</strong> famiglia, il <strong>per</strong>corso didattico-educativo dei primi due anni di frequenza all’interno di<br />

un più ampio progetto di vita. Si procede contemporaneamente ad una mappatura delle offerte<br />

<strong>la</strong>vorative del territorio, approfondendo <strong>per</strong> ciascun “mestiere” gli aspetti tecnici e <strong>la</strong> compatibilità<br />

con le caratteristiche dell’allievo, predisponendo occasioni di stage e di alternanza scuo<strong>la</strong>-<strong>la</strong>voro <strong>per</strong><br />

favorire il raggiungimento degli obiettivi previsti e <strong>la</strong> valorizzazione e gratificazione necessaria<br />

allo svolgimento di un’attività professionale o del<strong>la</strong> prosecuzione degli studi fino al<strong>la</strong> qualifica o al<br />

diploma di maturità.

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