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che in quella privata si richiedono sempre<br />
meno doti di forza e resistenza fisica e si<br />
privilegiano invece la capacità di resistenza<br />
mentale e l’agilità intellettuale. Nel frattempo,<br />
da studi condotti sul lungo periodo<br />
è emerso chiaramente che, oltre al grado<br />
d’invalidità fisico, è anche ed in particolare<br />
l’efficienza intellettuale a rivestire un<br />
ruolo decisivo nell’attività professionale.<br />
Allo stesso tempo, tuttavia, la funzionalità<br />
cognitiva rappresenta una condizione<br />
fondamentale anche per la partecipazione<br />
dell’individuo alla vita sociale e risulta<br />
pertanto di enorme importanza per la<br />
qualità della vita.<br />
Le prime descrizioni di disturbi cognitivi<br />
nelle persone affette da SM erano già presenti<br />
nei primi testi di letteratura neurologica,<br />
anche se la differenziazione era piuttosto<br />
limitata. Poiché all’epoca vi erano<br />
ben poche possibilità terapeutiche paragonabili<br />
a quelle odierne, i primi a descrivere<br />
questa malattia avevano spesso a che fare<br />
con pazienti il cui decorso clinico aveva<br />
un esito complessivamente sfavorevole,<br />
e che di conseguenza mostravano anche<br />
un’efficienza intellettuale notevolmente ridotta.<br />
È infatti a questo periodo che risale la<br />
convinzione che a lungo termine la sclerosi<br />
multipla porti a gravi perdite delle facoltà<br />
cerebrali. Solo negli ultimi vent’anni que-<br />
sti deficit sono stati descritti con maggiore<br />
precisione. In tal modo è emerso con chiarezza<br />
che nella maggioranza dei pazienti e<br />
in funzione del tipo di decorso non è possibile<br />
definire una riduzione globale del<br />
rendimento – che coinvolge cioè in ugual<br />
misura tutti gli ambiti mentali – ma che<br />
nella maggior parte dei casi si riscontrano<br />
piuttosto compromissioni parziali specifiche<br />
delle prestazioni neuropsicologiche.<br />
Recenti studi hanno appurato che questi<br />
deficit parziali si manifestano nel 50 – 70<br />
% delle persone affette da SM. Tra i problemi<br />
più frequenti vanno annoverati i<br />
disturbi dell’attenzione e della memoria,<br />
come pure le alterazioni della flessibilità<br />
mentale.<br />
Perché nella SM è importante<br />
una diagnostica neuropsicologica?<br />
L’incidenza e la rilevanza dei disturbi<br />
cognitivi nella vita quotidiana rende addirittura<br />
indispensabile una valutazione<br />
neuropsicologica clinica di questo ambito<br />
di capacità nelle persone affette da SM.<br />
Così come nel quadro dell’esame neurologico<br />
è possibile e opportuno acquisire<br />
informazioni più precise sulla condizione<br />
fisica degli interessati (come accade ad<br />
es. con l’ausilio della EDSS) tramite scale<br />
standardizzate (quindi basate su esami<br />
scientifici e definite in modo unitario),<br />
nella valutazione dell’efficienza cognitiva<br />
si dovrebbero utilizzare procedure di test<br />
neuropsicologico standardizzate. Inoltre,<br />
per la valutazione di altri fattori psicologici<br />
e di rilevanza sociale, a titolo integrativo<br />
si possono utilizzare anche questionari<br />
standardizzati (ad es. sull’affaticamento)<br />
e interviste strutturate. Le informazioni<br />
ottenute da tali procedure possono essere<br />
utilizzate per la valutazione del quadro<br />
complessivo e quindi per ottimizzare la<br />
pianificazione della terapia e controllare il<br />
decorso della malattia.<br />
Attenzione e concentrazione –<br />
le nostre prestazioni principali<br />
Il cervello è la centrale di comando del<br />
nostro sistema di elaborazione delle informazioni<br />
e come tale è costantemente<br />
occupato a selezionare la molteplicità<br />
di informazioni che ci vengono inviate<br />
dall’interno del nostro corpo (ad es. senso<br />
di fame, sete, ecc.) come pure dal mondo<br />
esterno (ad es. indicazioni sul traffico,<br />
telefonate, ecc.) e a catalogarle in ordine<br />
logico per contenuto, importanza e priorità.<br />
La capacità di attribuire la giusta attenzione<br />
ai vari stimoli costituisce quindi la<br />
struttura di base dell’attività intellettuale.<br />
Talvolta le persone affette da SM riferiscono<br />
che la loro concentrazione tende a<br />
venir meno, che non sono sempre in grado<br />
di fare diverse cose in una volta o di<br />
reagire rapidamente. Spesso, tuttavia, ad<br />
un esame più approfondito emerge che<br />
in realtà solo determinati ambiti parziali<br />
della capacità di attenzione sono compromessi.<br />
Il motivo di un calo generale delle<br />
prestazioni di queste persone può quindi<br />
risiedere in un sovraffaticamento cronico<br />
di questa efficienza parziale ridotta, che a<br />
sua volta influisce poi negativamente sulla<br />
prestazione globale. In questi casi una<br />
valutazione più precisa dell’attenzione potrebbe<br />
avere reali conseguenze pratiche,<br />
in quanto permetterebbe di individuare<br />
svariate possibilità: di ottimizzare questa<br />
prestazione come pure di compensazione.<br />
Tali possibilità rappresentano un aspetto<br />
fondamentale, in quanto possono ad es.<br />
agevolare le persone affette da SM professionalmente<br />
attive nella vita quotidiana.<br />
Nel frattempo, inoltre, da alcuni studi è<br />
VIVERE CON LA SM<br />
emerso che determinate funzioni legate<br />
all’attenzione possono essere esercitate in<br />
modo mirato e che sembra esistere una relazione<br />
tra deficit dell’attenzione e attività<br />
delle recidive. Ciò significa che una terapia<br />
in grado di agire efficacemente sulla riduzione<br />
delle recidive contribuisce allo stesso<br />
tempo al mantenimento dell’efficienza<br />
intellettuale.<br />
Disturbi della memoria nella SM<br />
La personalità dell’uomo è determinata<br />
dalla sua capacità di acquisire nuove conoscenze.<br />
Per questo nel cervello umano sono<br />
presenti oltre 100 miliardi di cellule nervose<br />
collegate tra loro a formare una rete;<br />
grazie alla memoria le nostre conoscenze<br />
e le nostre esperienze vengono immagazzinate<br />
nel nostro cervello, pronte per essere<br />
recuperate. Anche durante il processo di<br />
immagazzinamento, attraverso i ricordi<br />
il nostro passato personale influenza la<br />
nostra percezione attuale, poiché analizza<br />
e interpreta continuamente le nuove informazioni<br />
ricevute confrontandole con<br />
le vecchie esperienze. Allo stesso modo,<br />
tuttavia, anche la nostra capacità di attenzione<br />
e le nostre emozioni influiscono su<br />
ciò che memorizziamo e su ciò che ci ricorderemo<br />
in seguito. Il fatto che sia più facile<br />
imprimerci in mente le cose che ci toccano<br />
di più dal punto di vista emotivo o che risvegliano<br />
semplicemente la nostra curiosità<br />
perché ci appaiono bizzarre può essere<br />
utilizzato positivamente anche per esercizi<br />
volti a migliorare la nostra memoria.<br />
Flessibilità mentale e capacità<br />
di risolvere i problemi<br />
Per flessibilità mentale si intende la capacità<br />
di sfruttare in modo mirato e flessibile<br />
le risorse mentali a nostra disposizione<br />
per risolvere un determinato problema.<br />
In questo ambito rientrano la risoluzione<br />
di un compito di aritmetica come pure<br />
la pianificazione e l’esecuzione di una<br />
qualsiasi attività quotidiana (preparazione<br />
di una pietanza, pianificazione di un<br />
viaggio, ecc.). La coordinazione mentale<br />
di diversi compiti che devono avvenire<br />
in parte contemporaneamente o almeno<br />
incastrarsi perfettamente tra loro richiede<br />
il massimo livello di flessibilità intellettuale<br />
da parte nostra. Allo stesso tempo,<br />
è evidente che nella vita quotidiana a<br />
questa capacità concorrono aspetti legati<br />
sia all’attenzione che alla memoria (così<br />
ad es. mentre telefoniamo dobbiamo stare<br />
FORTE 29