Il pasto nudo - Autistici/Inventati
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sua faccia si spianò come un sego giallo sopra le guance ossute ed appuntite. Aspettò una<br />
mezza sigaretta. <strong>Il</strong> Marinaio sapeva come aspettare. Ma i suoi occhi ardevano di una fame<br />
secca e schifosa. Volse il viso a metà, lentamente, con fretta controllata, per squadrare da<br />
capo a piedi l'uomo che era appena arrivato. «Fats» Terminal si mise a sedere spaziando<br />
con lo sguardo sul caffè, con occhi inespressivi come un periscopio. Quando gli occhi gli<br />
caddero sul Marinaio annuì impercettibilmente. Soltanto i nervi scarnificati della<br />
mancanza di droga sarebbero stati capaci di registrare un movimento.<br />
<strong>Il</strong> Marinaio porse una moneta al ragazzo; scivolò verso il tavolo di Fats con il suo passo<br />
ondeggiante e si mise a sedere. Restarono seduti a lungo in silenzio. <strong>Il</strong> caffè era costruito<br />
nel fianco di una rampa di pietra, in fondo ad un canyon in muratura, alto e bianco. Visi<br />
della Città vi si riversavano silenziosi come pesci, e portavano le tracce di abitudini<br />
ignobili e di brame da insetti. <strong>Il</strong> caffè illuminato era una campana sottomarina a cui si è<br />
spezzata la corda, giù nelle profondità<br />
oscure del mare.<br />
<strong>Il</strong> Marinaio si lucidava le unghie sul bavero del vestito di lana scozzese. Fischiettava un<br />
motivetto attraverso i denti luccicanti e gialli.<br />
Quando si mosse un effluvio di muffa si sprigionò dai suoi abiti, un sentore stantio di<br />
spogliatoi deserti. Si studiò le unghie con intensità fosforescente.<br />
— Roba buona qui, Fats. Posso consegnarne venti. Ma ci vuole un anticipo,<br />
naturalmente.<br />
— È un buon affare?<br />
— Non ho le venti uova qui in tasca. Ti dico che è brodo di gelatina. Un urlo da<br />
spacciare. — <strong>Il</strong> Marinaio si guardò le unghie come se stesse studiando una mappa. — Sai<br />
che io consegno sempre.<br />
— Facciamo trenta. E un anticipo di dieci tubetti.<br />
Domani a quest'ora.<br />
— Ho bisogno di un tubetto ora, Fats.<br />
— Fai una passeggiata, lo avrai. <strong>Il</strong> Marinaio scivolò in piazza. Un monello stava<br />
spingendo un giornale in faccia al Marinaio per coprire la mano posta sulla penna del<br />
Marinaio. <strong>Il</strong> Marinaio proseguì. Tirò fuori la penna e la spezzò come una noce con le sue<br />
mani rosee, spesse e fibrose. Tagliò il tubetto a una estremità con un piccolo coltello<br />
ricurvo. Ne uscì una nebbiolina scura che rimase nell'aria come una peluria fumante. La