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Le maioliche rinascimentali nelle collezioni della ... - Claudio Paolinelli

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VIII, pag. 143, n. 70), ma in questa fonte non compare la<br />

figura virile utilizzata per rappresentare Sansone.<br />

13 Mallet 1996. Fiocco-Gherardi 2002, pagg. 121-123: “...le<br />

sue figure hanno visi dall’espressione trasognata, con le palpebre<br />

abbassate, mentre le gambe sono stilizzate in maniera inconfondibile,<br />

con le ginocchia ingrossate e rotonde e il piede<br />

incurvato...”; Wilson 2004C, 138: “Several pieces which are<br />

marked as or attribuited to Pesaro seem to me to have stylistic<br />

affinities to Francesco [Durantino] or to work from Guido di<br />

Merlino’s workshop in the early 1540s. It has already been<br />

noted that the ‘Painter of the Orpheus basin’, who was working<br />

in the workshop of Guido di Merlino in Urbino in 1542, is<br />

either identical with or very close in style to the ‘Painter of<br />

Samson and the Philistines’, whom Gresta and Bonali argue to<br />

have worked at Pesaro”.<br />

14 <strong>Le</strong>ssmann 1979, n. 504 (piatto con iscrizione sul verso: Proserpina);<br />

Norman 1976, C95 (piatto con iscrizione sul verso:<br />

1543 fabulatrice di baccho).<br />

258<br />

LA MAIOLICA A DECORO ORNAMENTALE DELL’AREA URBINATE<br />

138 Piatto con putto e decoro a trofei.<br />

Castel Durante o Pesaro, 1540 ca.<br />

Nel cavetto del piatto è raffigurato un putto incidente<br />

a destra e volto di spalle, ritratto nell’atto di reggere un<br />

ramo di quercia, probabile riferimento al Duca di Urbino<br />

(si veda n. 139). Sulla tesa trofei d’armi e strumenti<br />

musicali realizzati con i toni del giallo e del<br />

bruno su di un fondo blu intenso impreziosito da riccioli<br />

graffiti che scoprono il bianco <strong>della</strong> maiolica sottostante.<br />

I colori sono blu, giallo, verde, bruno e bianco.<br />

L’orlo è dipinto di giallo.<br />

Questa tipologia di oggetti comunemente è stata attribuita<br />

a botteghe durantine 1 ma resta ancora difficile<br />

poter distinguere con certezza i vari centri di produzione<br />

del Ducato di Urbino 2 dove la decorazione a trofei,<br />

come afferma il Piccolpasso 3 , era in largo uso. Resta<br />

inoltre da considerare il fatto che numerosi ceramisti,<br />

da Castel Durante migrarono in diversi centri limitrofi 4<br />

anche del territorio ducale, come a Pesaro dove si innestarono<br />

sulla tradizione ceramica locale 5 .<br />

138 verso

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