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Le maioliche rinascimentali nelle collezioni della ... - Claudio Paolinelli

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135 Piatto con amorini e trofei.<br />

Ducato di Urbino, ambito di Zoan Maria, 1515 ca.<br />

Il piatto, pur essendo molto frammentario, rivela, grazie<br />

ad un accurato restauro, un raffinato impianto decorativo<br />

su fondo blu, disposto simmetricamente lungo<br />

un’asse centrale sottolineata dalla figura di un amorino<br />

bendato poggiante su di un piedistallo reso prospetticamente.<br />

I colori sono blu, giallo, arancio, violaceo, verde<br />

e bianco. L’orlo è dipinto di blu scuro.<br />

Alle spalle dell’amorino centrale si innalza una sorta di<br />

candelabra che termina con una composizione di volute<br />

e foglie decorate da una testina di putto tra ali ripiegate.<br />

Ai lati del basamento campeggiano due protomi<br />

di satiro dai tratti grotteschi, dalle quali dipartono due<br />

serti puntinati terminanti con un girale fiorito formato<br />

da sette pomi. Su quest’ultimi siedono affrontati due<br />

amorini intenti a trattenere due cornucopie cariche di<br />

frutti. A contornare la composizione centrale, trofei e<br />

panoplie, inserite tra nastri e ghirlande, vanno a campire<br />

l’intera superficie di fondo. Al di sotto di una<br />

corazza compare una cartella in cui si intravede la lettera<br />

A.<br />

Gli amorini, con i loro corpi torniti messi in risalto<br />

dalle lumeggiature che ne evidenziano la muscolatura,<br />

dimostrano l’alta qualità pittorica di questo prezioso<br />

piatto. Non presentano capigliatura ed un sottilissimo<br />

tratto blu ne definisce i contorni quasi a ritagliarne le<br />

forme sul fondale. L’amorino stante con le braccia legate<br />

dietro la schiena, ornato dalla sola collana perlinata,<br />

come gli altri due putti, simboleggia Eros cieco 1 , riconoscibile<br />

per la benda stretta sul viso che, realizzata<br />

con toni chiari, ne fa intravedere gli occhi chiusi [fig. 1].<br />

La figura di Eros cieco su basamento richiama in modo<br />

speculare quella di un amorino legato, ma non bendato,<br />

presente in un piatto conservato al Fitzwilliam<br />

Museum di Cambridge 2 , che sembra essere stato attinto<br />

da un comune modello incisorio 3 [fig. 2]. Anche gli<br />

altri due putti presenti nella decorazione trovano precisi<br />

riferimenti in un piatto realizzato a Gubbio nel 1518,<br />

oggi conservato al Museo Statale d’Arte di Arezzo 4 .<br />

La tipologia decorativa, caratterizzata da trofei e putti<br />

realizzati con colori intensi su fondo blu scuro, riconduce<br />

il piatto alla famosa coppa <strong>della</strong> collezione <strong>Le</strong>hman<br />

al Metropolitan Museum of Art di New York 5 ,<br />

244<br />

LA MAIOLICA A DECORO ORNAMENTALE DELL’AREA URBINATE<br />

eseguita a Castel Durante nel 1508 da Zoan Maria Vasaro<br />

(cioè Giovanni Maria) 6 . Anche se il piatto non appartiene<br />

di sicuro alla stessa mano, si può però ragionevolmente<br />

proporlo come una produzione molto vicina alla<br />

maniera di Zoan Maria, in quanto il gusto cromatico e<br />

la predilezione per l’inserimento di putti corpulenti talora<br />

con la testa calva nell’impianto decorativo, può considerarsi<br />

un elemento distintivo. È però preferibile pensare<br />

che nell’intero Ducato di Urbino, e non solo a<br />

Castel Durante, nel primo quarto del XVI secolo, si<br />

producessero alcune <strong>maioliche</strong> ispirate da uno stesso<br />

prototipo figurativo, ma diversamente interpretato <strong>nelle</strong><br />

singole botteghe 7 . Contribuisce a sostenere questa ipotesi<br />

anche la mancanza di riscontri materiali da scavo a<br />

Castel Durante 8 e la presenza di frammenti analoghi a<br />

questa tipologia a Pesaro 9 , Urbino 10 e Fano 11 .<br />

135 verso

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