“Le risate dell'Ariosto”: Orlando furioso nella traduzione di Grigor ...
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ANASTASIJA GJURCINOVA*<br />
<strong>“Le</strong> <strong>risate</strong> dell’Ariosto”: <strong>Orlando</strong> <strong>furioso</strong><br />
<strong>nella</strong> <strong>traduzione</strong> <strong>di</strong> <strong>Grigor</strong> Prličev<br />
Nel contesto della scarsa e spora<strong>di</strong>ca ricezione della letteratura italiana in<br />
Macedonia nell’Ottocento, un punto <strong>di</strong> rilievo è senz’altro rappresentato dalla<br />
<strong>traduzione</strong> dell’<strong>Orlando</strong> Furioso da parte <strong>di</strong> uno dei più gran<strong>di</strong> scrittori macedoni<br />
del XIX secolo, <strong>Grigor</strong> Prličev. Oltre alla sua principale attività <strong>di</strong> poeta,<br />
Prličev ha espresso la sua creatività anche come traduttore, fra l’altro dell’Iliade<br />
e dell’O<strong>di</strong>ssea <strong>di</strong> Omero, delle proprie opere Il serdar 1 e Lo Scanderbeg, <strong>di</strong><br />
alcune poesie <strong>di</strong> Chateaubriand e dell’<strong>Orlando</strong> Furioso <strong>di</strong> Ariosto. Alcune fonti<br />
sostengono che egli stesse lavorando anche a una sua <strong>traduzione</strong> della<br />
Gerusalemme Liberata <strong>di</strong> Tasso, ma un testo <strong>di</strong> questo genere non è finora stato<br />
trovato nel lascito del poeta.<br />
Prličev ha mostrato una grande versatilità nell’appren<strong>di</strong>mento delle lingue<br />
straniere. Il suo “multilinguismo” consiste <strong>nella</strong> conoscenza <strong>di</strong> 10 lingue <strong>di</strong>verse:<br />
il greco antico e moderno, il latino, lo slavo antico, il russo, il bulgaro, il<br />
turco, l’albanese, il francese e l’italiano. La prova più importante della sua<br />
conoscenza dell’italiano la si può ritrovare nelle pagine della Autobiografia.<br />
Raccontando gli anni della sua educazione, Prličev descrive anche l’importanza<br />
del ruolo che ha avuto in questo contesto il suo maestro Dimitar Mila<strong>di</strong>nov,<br />
dopo il suo arrivo a Ohrid. “Mila<strong>di</strong>nov”, scrive, “ci ha insegnato anche la lingua<br />
italiana. In sei mesi abbiamo tradotto tutto il primo volume del Télémaque” 2 .<br />
Considerando il fatto che Mila<strong>di</strong>nov arrivò a Ohrid nel 1848, sappiamo che<br />
Prličev cominciò ad imparare l’italiano all’età <strong>di</strong> 17 o 18 anni. L’anno successi-<br />
* Università <strong>di</strong> Skopje<br />
1 Con il poema Il Serdar, scritto originariamente in greco (W Armatolov), Prličev vinse<br />
il concorso per la miglior poesia ad Atene, nel 1860.<br />
2 Григор Прличeв, “ABTOбиOгpaфиja”, in: Иэбop, a.c. <strong>di</strong> T. Caздoв, CKOпje,<br />
Mиcлa 1991, p. 57-58.<br />
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Anastasija Gjurcinova<br />
vo egli si recò a Tirana e poi ad Atene, dove non è da escludere un ulteriore<br />
approfon<strong>di</strong>mento della lingua e della letteratura italiana. Il riferimento, invece, a<br />
Les aventures de Télémaque, fils d’Ulysse, il famoso romanzo dello scrittore<br />
francese François Fénélon, potrebbe essere (come sostengono alcuni autori) 3<br />
una testimonianza dell’insegnamento della lingua francese. Però, potrebbe<br />
anche essere l’esercizio fatto da una delle traduzioni italiane <strong>di</strong> quest’opera, che,<br />
secondo la nostra ricerca, circolavano nei paesi balcanici in quel periodo 4 .<br />
Altre prove della sua conoscenza della lingua italiana troviamo <strong>nella</strong> polemica<br />
tra Prličev e il poeta greco Teodoros Orphani<strong>di</strong>s, pubblicata sui giornali <strong>di</strong><br />
Atene, nel 1860. La polemica si svolgeva in occasione della <strong>traduzione</strong> in greco<br />
<strong>di</strong> 6 poesie <strong>di</strong> Tasso da parte <strong>di</strong> A.R. Rangavis. In uno degli scritti, Prličev si<br />
<strong>di</strong>fende così: “...E tu, che non mi conosci nemmeno, come fai a concludere che<br />
io non conosco l’italiano?” 5 . Anche in una delle lettere in<strong>di</strong>rizzate alla famiglia<br />
Robev, chiedendo un posto <strong>di</strong> lavoro a Bitola, Prličev scrive: “Penso che non<br />
troveranno una persona più adatta, dato il fatto che a parte il greco, avranno<br />
forse bisogno anche dell’taliano, che io so usare” 6 .<br />
La conoscenza della lingua italiana è testimoniata anche da un notevole<br />
numero <strong>di</strong> “italianismi” negli scritti <strong>di</strong> Prličev. La maggior parte <strong>di</strong> essi si trovano<br />
nell’ Autobiografia, dove, per esempio, si possono leggere le parole seguenti:<br />
buffoneria, ruffiani, canaglia, cura, contratto, gazzetta, vacanze, lampada, soldati<br />
ecc. Prličev ha mostrato anche un interesse particolare per i classici della letteratura<br />
italiana, avendo fra i libri della sua biblioteca le opere del Tasso,<br />
dell’Ariosto e del Boccaccio 7 .<br />
Il manoscritto<br />
Ma, il punto <strong>di</strong> maggiore intensità <strong>nella</strong> sua comunicazione con la lingua e la<br />
letteratura italiana è senz’altro il testo Smehorii na Ariosta ovvero Le <strong>risate</strong><br />
3 Sull’interesse <strong>di</strong> G. Prličev per la lingua e la letteratura francese vedere il saggio<br />
<strong>di</strong>Ъожидap Hacтeв, “Интepecoт нa Пpличeв эa фpaнцycкиот jaэик и литepaтypa”,<br />
Makeбoнcku jaэuk, (Cкопje), IV, 1/1953, p. 35.<br />
4 Per esempio, il volume Oūoмuнaнiя Фeнeлoнoвa кь маш¯eрaма paдu вocūuш¯aнiя<br />
cвouxь малыxь дeвoúчицa, tradotto in serbo dall’italiano da Petar Vučerič, e pubblicato a<br />
Budapest, 1837.<br />
5 DOROTEA KADACH, “Die polemik Orphani<strong>di</strong>s – Prličev anlässlich des Athener<br />
Dichterwettbewerbs 1860”, in: Zeitshrift für Balkanologie, VI, 1968, p. 45-61.<br />
6 B. Tилeвa и Aн. Kоджaeв, “Нeпyбликyвaни пиcмa нa Гpигop C. Пъpличeв”,<br />
ИэBеcTИя на НароДнаTа бИбЛИоTеKа KИрИЛ И MеTоДИЙ, vol. XIV, (XX), Coфия 1976,<br />
p. 409.<br />
7 Secondo i ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong> suo figlio Kирилъ Г. Пърличeвъ, “Kъмъ xapaктepиcтикaтa нa<br />
Гpигopъ C. Пъpличeвъ”, МaКeДoНcКИ ПpeГЛeДЪ, Coфия, 1928, vol. 2, pp. 102-103.<br />
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dell’Ariosto. Una parte <strong>di</strong> questa <strong>traduzione</strong> è stata pubblicata a Skopje nel<br />
1995, dal prof. Tome Sazdov, nel volume intitolato L’ignoto Prličev 8 . Questa<br />
e<strong>di</strong>zione, purtroppo, riporta solo un terzo <strong>di</strong> tutto il testo, ovvero gli ultimi 16<br />
canti del poema ariostesco. Il manoscritto delle Risate dell’Ariosto (Cмтьхорiи<br />
нa Арiостa) oggi si trova nell’Archivio dello Stato Macedone, insieme ad altri<br />
materiali del lascito <strong>di</strong> <strong>Grigor</strong> Prličev, schedato sotto il numero K-1,<br />
1.831.1.2/411-114. Il testo consta <strong>di</strong> 143 pagine, dal formato 20x26 cm, e contiene,<br />
anche in forma ridotta e con molte abbreviazioni, tutti i canti<br />
dell’<strong>Orlando</strong> Furioso, tranne il III e il IV, che sono andati perduti. La <strong>traduzione</strong><br />
è fatta in prosa, in lingua slava e con molti elementi del <strong>di</strong>aletto <strong>di</strong> Ohrid, simile<br />
alla lingua che Prličev usava nell’Autobiografia.<br />
La datazione<br />
<strong>“Le</strong> <strong>risate</strong> dell’Ariosto”: <strong>Orlando</strong> <strong>furioso</strong> <strong>nella</strong> <strong>traduzione</strong> <strong>di</strong> <strong>Grigor</strong> Prličev<br />
Un problema particolare rappresenta la datazione del testo delle Risate. Alla<br />
fine della sua <strong>traduzione</strong>, prima <strong>di</strong> firmarla, l’autore ha scritto: “Fine. Gloria a<br />
Dio”, aggiungendo anche il luogo e la data: “Salonicco, 15 febbraio 1855”. Ma,<br />
gli elementi <strong>di</strong> questa nota portano al dubbio, mostrando un’assoluta incompatibilità<br />
fra <strong>di</strong> loro. Conoscendo la biografia <strong>di</strong> <strong>Grigor</strong> Prličev, sosteniamo che sia<br />
impossibile la sua presenza a Salonicco nel 1855, dato che in questo periodo<br />
(dal 1853 al 1859) egli lavorava come maestro a Ohrid, Prilep e Belitsa. A<br />
Salonicco, invece, arrivò 30 anni dopo, nel 1883, come insegnante al liceo bulgaro,<br />
e vi rimase fino al 1889. Questo fatto, ma anche alcuni altri elementi, (per<br />
esempio, che non conoscesse la scrittura della lingua slava nel 1855), ci portano<br />
alla conclusione che si tratta d’un errore: il traduttore deve aver semplicemente<br />
scambiato due cifre, e al posto dell’anno 1885, (anche secondo l’opinione <strong>di</strong><br />
altri ricercatori) 9 ha scritto 1855. In questo caso la data (1885) e il luogo<br />
(Salonicco) mostrerebbero fra <strong>di</strong> loro un’assoluta compatibilità. Anche alcuni<br />
elementi della “Prefazione” delle Risate ci portano alla stessa conclusione. Per<br />
esempio, dalla prima frase <strong>di</strong> questo testo (“Un giorno, 35 anni fa, mentre uscivo<br />
da una farmacia <strong>di</strong> Atene...”), <strong>di</strong>venta chiaro che la “Prefazione” potrebbe<br />
essere scritta approssimativamente nel 1885, cioè 35 anni dopo il primo sog-<br />
8 Нeūoзнaш¯uoш¯ Пpлuчeв, Cмexypuuш¯e нa Apuocш¯o, a c. <strong>di</strong> Томе Caздoв,<br />
Скопje, Мaтицa Мaкeдoнcкa 1995.<br />
9 Questo problema è già stato <strong>di</strong>scusso dalla critica macedone. Tome Sazdov, per esempio,<br />
rispetta la nota <strong>di</strong> Prličev, accettando la datazione nel 1855 (Нeūoзнaш¯uoш¯ Пpлuчeв,<br />
Скопje, Мaтицa мaкeдoнcкa 1995, p. 10), mentre Olivera Jaar Nasteva (Пpuлoзu,<br />
МAHY, XIX, 1-2, 1995, p. 133-152; Пpuлoзu, МAHY, XX, 1-2, p. 153-161) eVano<br />
Tuevski (Лuш¯epaш¯ypeн збop, 5-6, 1995, p. 113-116) rifiutano tale datazione, mostrandosi<br />
al favore della possibilità d’un errore <strong>di</strong> scrittura.<br />
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Anastasija Gjurcinova<br />
giorno <strong>di</strong> Prličev ad Atene (nel 1850). Sempre <strong>nella</strong> “Prefazione”, spiegando il<br />
suo specifico concetto della <strong>traduzione</strong>, Prličev aggiunge che aveva praticato lo<br />
stesso proce<strong>di</strong>mento anche prima: “Ho fatto lo stesso anche con l’Iliade <strong>di</strong><br />
Omero, ma i nostri critici severi mi hanno chiuso la bocca.” Ed è noto che la<br />
<strong>traduzione</strong> ridotta dell’Iliade, criticata severamente da Neˇso Bončev, fu pubblicata<br />
nel giornale Čitaliˇste <strong>di</strong> Costantinopoli nel 1871, 16 anni dopo la data firmata<br />
(1855). Aggiungiamo, a questo proposito, anche le osservazioni degli e<strong>di</strong>tori<br />
della corrispondenza <strong>di</strong> Prličev con la famiglia Robev. I due ricercatori bulgari,<br />
Tileva e Kodzaev, hanno notato che quattro delle lettere <strong>di</strong> Prličev, spe<strong>di</strong>te<br />
da Salonicco, contenevano un errore <strong>di</strong> datazione: al posto dell’anno 1885, l’autore<br />
sbagliava, quasi regolarmente, scrivendo 1855 10 ! Comunque, nonostante la<br />
datazione incerta, il testo <strong>di</strong> Prličev rappresenta, con molta probabilità, la prima<br />
<strong>traduzione</strong> dell’<strong>Orlando</strong> Furioso fra gli Slavi del Sud, dato che la versione<br />
serba, considerata una delle più antiche in queste parti, appare solo nel 1898,<br />
cinque anni dopo la morte <strong>di</strong> <strong>Grigor</strong> Prličev11 .<br />
La <strong>traduzione</strong> come adattamento<br />
Quello che ci interessa <strong>di</strong> più nel testo delle Risate è il modo in cui il traduttore<br />
è riuscito a trasformare l’originale dell’Ariosto, creando un’opera tutta sua,<br />
costruita secondo le proprie concezioni della <strong>traduzione</strong>. In questo senso, avendo<br />
in mente gli elementi principali <strong>di</strong> questa “trasformazione”, consideriamo il<br />
testo delle Risate un esempio <strong>di</strong> quel tipo <strong>di</strong> <strong>traduzione</strong> chiamato adattamento.<br />
Fra i <strong>di</strong>versi tipi e generi <strong>di</strong> <strong>traduzione</strong>, elaborati dal teorico francese Georges<br />
Mounin, l’adattamento è stato considerato fra i più vicini alla lingua ricettiva,<br />
allontanandosi dal testo dell’originale secondo alcuni criteri del traduttore 12 .<br />
Anche lo stu<strong>di</strong>oso slovacco Diony´z Duriˇsin considera l’adattamento un tipo <strong>di</strong><br />
<strong>traduzione</strong> nel quale le caratteristiche dell’originale non sono conservate esattamente,<br />
ma sono state rielaborate secondo le idee del traduttore e le sue proprie<br />
concezioni estetiche 13 . Secondo l’opinione della stu<strong>di</strong>osa slovena Majda<br />
Stanovnik, l’adattamento consiste nell’adeguare la <strong>traduzione</strong> secondo le intenzioni<br />
del traduttore, ma anche secondo le esigenze del pubblico. “L’adattamento”,<br />
scrive lei, “è un tipo e un elemento della <strong>traduzione</strong> “libera” (<strong>di</strong>namica e<br />
10 B. Tилeвa и Ан. Кoджaeв, “Нeпyбликyвaни пиcмa нa Гpигop C. Пъpличeв”,<br />
op. cit., p. 427.<br />
11 Bijesni <strong>Orlando</strong>, tradotto in versi da Dragiˇsa Stanojević, Belgrado, 1898.<br />
12<br />
GEORGES MOUNIN, Teoria e storia della <strong>traduzione</strong>, Torino, Einau<strong>di</strong> 1965, p. 63.<br />
13<br />
DIONY´Z DURIˇSIN, Teopuja нa cūopeдбeнoш¯o ūpoyчyвaњe нa лuш¯epaш¯ypaш¯a,<br />
Cкoпje, Нaшa книгa 1987, p. 209.<br />
218
funzionale), a <strong>di</strong>fferenza delle traduzioni “vere”, che pretendono una trasformazione<br />
linguistica completa del testo dell’originale” 14 . Secondo la stu<strong>di</strong>osa, l’adattamento<br />
è collegato all’originale solo per alcuni elementi scelti dal traduttore:<br />
il titolo, i personaggi, l’azione, le citazioni ecc., ma possiede una <strong>di</strong>versa<br />
struttura in<strong>di</strong>viduale, e spesso si <strong>di</strong>stingue anche per l’appartenenza ad un altro<br />
genere letterario.<br />
Tutti questi elementi possono essere ritrovati nelle Risate dell’Ariosto, ma<br />
anche nelle altre traduzioni <strong>di</strong> <strong>Grigor</strong> Prličev. Egli ha adeguato l’originale<br />
dell’<strong>Orlando</strong> Furioso prima <strong>di</strong> tutto secondo le proprie intenzioni (per <strong>di</strong>vertirsi<br />
contro la malinconia) e poi anche secondo le esigenze del pubblico (per <strong>di</strong>vertire<br />
e educare il suo “povero e tormentato popolo”). Ma non solo. L’adattamento<br />
in questo caso è evidente anche dal punto <strong>di</strong> vista poetico: Le <strong>risate</strong> sono collegate<br />
con l’<strong>Orlando</strong> Furioso attraverso i personaggi e l’azione, ma sono anche<br />
<strong>di</strong>verse da quel testo per il loro titolo, per la lunghezza, per la sua trasformazione<br />
in forma narrativa e soprattutto per il trattamento del poema ariostesco dal<br />
punto <strong>di</strong> vista comico.<br />
Il titolo<br />
<strong>“Le</strong> <strong>risate</strong> dell’Ariosto”: <strong>Orlando</strong> <strong>furioso</strong> <strong>nella</strong> <strong>traduzione</strong> <strong>di</strong> <strong>Grigor</strong> Prličev<br />
Conosciamo dalla teoria l’importanza e il significato del titolo d’un testo che<br />
dovrebbe, <strong>nella</strong> forma più concentrata e più palese, parlare dell’opera che rappresenta.<br />
“Il titolo d’un opera, scrive Umberto Eco, è già una chiave d’interpretazione.<br />
(...) Ma, il titolo dovrebbe piuttosto confondere i pensieri, non or<strong>di</strong>narli” 15 . Se<br />
in una <strong>traduzione</strong> il titolo viene cambiato, secondo la stu<strong>di</strong>osa inglese Susan<br />
Bassnett, noi possiamo scoprire molte cose proprio da questo cambiamento 16 . Il<br />
ricercatore, propone la Bassnett, dovrebbe porsi le seguenti domande: Perché il<br />
titolo è stato cambiato e in quale misura? In quale <strong>di</strong>rezione è stato fatto il cambiamento?<br />
Che cosa vorrebbe <strong>di</strong>re ai lettori nell’ambiente ricevente? Perché il<br />
titolo originale non corrispondeva alle intenzioni del traduttore? Nel caso <strong>di</strong><br />
<strong>Grigor</strong> Prličev possiamo <strong>di</strong>re che la mo<strong>di</strong>ficazione del titolo dall’<strong>Orlando</strong><br />
Furioso in Risate dell’Ariosto è stata fatta secondo la sua interpretazione specifica<br />
del poema ariostesco, che fa attenzione, soprattutto, all’aspetto comico.<br />
14<br />
MAJDA STANOVNIK, “Prevod, priredba, prevod priredbe” (Translation, adaptation),<br />
Primerjalna knjiˇzevnost, (Ljubljana), 1/1998, pp. 35-52.<br />
15<br />
UMBERTO ECO, Postille al Nome della rosa, trad. serba: “Napomene uz Ime ruˇze”,<br />
Delo (Beograd), 3/1985, p. 176.<br />
16<br />
SUSAN BASSNETT, Introduzione critica alla letteratura comparata, Roma, Lithos, 1996,<br />
p. 226.<br />
219
Anastasija Gjurcinova<br />
L’aspetto comico e umoristico<br />
Le spiegazioni <strong>di</strong> molti elementi dell’adattamento <strong>di</strong> Prličev si possono trovare<br />
<strong>nella</strong> breve prefazione (<strong>di</strong> 3 pagine) che egli aveva scritto come introduzione<br />
alle Risate. Questo testo, intitolato semplicemente “Prefazione”<br />
(Пpтьдговоръ), spiega anche le motivazioni del traduttore nell’ affrontare il<br />
poema dell’Ariosto. Prličev racconta un episo<strong>di</strong>o della sua biografia, quando<br />
soffriva <strong>di</strong> malinconia durante il primo soggiorno ad Atene, nel 1849-1850. Uno<br />
dei suoi professori all’Università, il Dr. Prinaris 17 , allora gli suggerì il riso e il<br />
<strong>di</strong>vertimento. “Questo consiglio mi ha salvato”, scrive Prličev, “e da allora<br />
Ariosto <strong>di</strong>ventò uno dei miei più amati interlocutori”. Più avanti, egli offre tutta<br />
un’interpretazione dell’aspetto comico – ironico del poema ariostesco, sottolineando<br />
la capacità del poeta rinascimentale <strong>di</strong> raccontare in modo serio le cose<br />
più comiche. L’Ariosto è per lui “un filosofo scherzoso, (...) che <strong>di</strong>ce una cosa, e<br />
vuol <strong>di</strong>re un’altra; che fa ridere quelli che capiscono il suo <strong>di</strong>scorso, mentre lui<br />
non ride quasi mai...” 18 . Dobbiamo ricordare che l’aspetto comico-ironico<br />
dell’<strong>Orlando</strong> Furioso non era sempre stato approvato o accettato dalla critica<br />
letteraria. Ariosto fu a lungo criticato proprio per la mistura nel suo poema degli<br />
aspetti comici ed eroici. Tuttavia, l’attenzione allo scherzo, al sorriso e all’ironia<br />
nel testo del Furioso <strong>di</strong>ventano le caratteristiche principali della critica ariostesca<br />
dalla seconda metà del settecento, e soprattutto nel periodo romantico 19 .<br />
Prličev stesso trova alcuni esempi a favore della sua concezione. Nella sua<br />
“Prefazione”, egli cita più volte le considerazioni <strong>di</strong> Voltaire sull’Ariosto.<br />
Sapendo, dai ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong> suo figlio, che Prličev possedeva un’e<strong>di</strong>zione in 12 volumi<br />
del Dictionnaire philosophique, è molto naturale che egli abbia ripreso dall’autore<br />
francese anche la famosa considerazione <strong>di</strong> Voltaire sul tono scherzoso<br />
dell’<strong>Orlando</strong> Furioso: “Ce qui m’a sur-tout charmé dans ce pro<strong>di</strong>gieux ouvrage,<br />
c’est que l’auteur, toujours au-dessus de sa matière, la traite en ba<strong>di</strong>nant. Il <strong>di</strong>t<br />
les choses les plus sublimes sans effort, et il les finit souvent par un trait de plaisanterie<br />
qui n’est ni déplacé ni recherché” 20 . Si potrebbe osservare che la concezione<br />
<strong>di</strong> Prličev coincide anche con le considerazioni del De Sanctis sull’opera<br />
ariostesca. Esaltando la perfezione artistica del Furioso, De Sanctis fa anche la<br />
famosa osservazione che “al <strong>di</strong> sotto <strong>di</strong> questa bella esteriorità (...) c’è lo spirito<br />
17 Secondo la Nea ‘Ellhuikh ‘Egkuklopaidseia, Georgios Prinaris (Gewrgiov GIrina<br />
rhv, 1808-1883) fu me<strong>di</strong>co, professore all’Università <strong>di</strong> Atene, insegnante <strong>di</strong> Patologia,<br />
Terapeutica, Igiene e Storia della Me<strong>di</strong>cina negli anni 1847 e 1848.<br />
18 “Prefazione” al testo СМТЬХоpiИ Нa ApiocТa, p. 1.<br />
19<br />
WALTER BINNI, Storia della critica ariostesca, Lucca, Lucentia, 1951.<br />
20<br />
VOLTAIRE, “Epopée”, Dictionnaire Philosophique, tome septième, Paris, ed. Didot,<br />
1809, p. 102.<br />
220
<strong>“Le</strong> <strong>risate</strong> dell’Ariosto”: <strong>Orlando</strong> <strong>furioso</strong> <strong>nella</strong> <strong>traduzione</strong> <strong>di</strong> <strong>Grigor</strong> Prličev<br />
<strong>di</strong> Giovanni Boccaccio” 21 . Più avanti, egli aggiunge: “Il creatore è scomparso<br />
<strong>nella</strong> creatura. L’obiettività è perfetta. Ma guarda bene e vedrai sulla faccia <strong>di</strong><br />
quella creatura la fisionomia poco riverente <strong>di</strong> colui che l’ha creata, e che in<br />
certi momenti pare si burli della tua emozione e ti squadri la mano. Non sai se è<br />
<strong>di</strong> te che si burli o della sua creatura, e a ogni modo ci mette una grazia, che gli<br />
daresti un bacio. La burla ti coglie improvviso, <strong>nella</strong> maggiore serietà della rappresentazione<br />
22 . Purtroppo, non possiamo sapere se Prličev conosceva gli scritti<br />
del De Sanctis, pubblicati in questo periodo in Italia, ma è ovvio che con<strong>di</strong>videva<br />
con lui quasi le stesse considerazioni sull’aspetto comico ed ironico del<br />
Furioso.<br />
Anche la critica contemporanea considera la comicità dell’Ariosto un vantaggio<br />
che dà un tono particolare alla sua scrittura, con la quale l’autore riesce a<br />
raggiungere la <strong>di</strong>stanza <strong>nella</strong> narrazione. Giulio Ferroni, per esempio, considera<br />
l’<strong>Orlando</strong> Furioso il primo capolavoro <strong>nella</strong> storia della letteratura moderna che<br />
sappia reggersi su una continua ambivalenza. “Grazie alla sua struttura narrativa”,<br />
scrive Ferroni, “il poema ariostesco afferma la gioia del raccontare e dell’avventura,<br />
gli ideali dell’eroismo, della bellezza e della perfezione, ma nello<br />
stesso tempo mette in dubbio ogni valore assoluto, ogni sopravvalutazione della<br />
stessa poesia e della stessa bellezza” 23 . “Il sorriso dell’ Ariosto”, scrive poi<br />
Cesare Segre, “è un sorriso <strong>di</strong> avvertimento, perché la realtà della poesia non sia<br />
confusa con la realtà della vita” 24 . E una delle più famose interpretazioni<br />
dell’<strong>Orlando</strong> Furioso in chiave umoristica è senz’altro quella <strong>di</strong> Luigi<br />
Pirandello, che considera “l’ironia comica” una delle caratteristiche principali<br />
dello stile <strong>di</strong> Ariosto 25 .<br />
La concezione seguita da Prličev nelle Risate è stata spiegata dallo stesso<br />
traduttore anche nelle note aggiunte al testo, che egli scriveva fra parentesi,<br />
subito dopo il brano al quale si riferivano. In questi brevi interventi Prličev spiegava,<br />
commentava, criticava, ma più spesso sottolineava i motivi del suo proce<strong>di</strong>mento.<br />
Per esempio, nel VII canto, dove si descrivono le bellezze <strong>di</strong> Alcina,<br />
Prličev all’improvviso interrompe la narrazione, spiegando fra parentesi: “Qui<br />
segue la descrizione delle bellezze <strong>di</strong> Alcina, che io non avevo bisogno <strong>di</strong> tradurre”.<br />
In questo modo, purtroppo, salta cinque ottave dal testo dell’originale.<br />
21<br />
FRANCESCO DE SANCTIS, Storia della letteratura italiana, BUR Rizzoli, Milano 1983,<br />
vol.II, p. 560.<br />
22 ibidem, p. 561.<br />
23<br />
GIULIO FERRONI, Profilo storico della letteratura italiana, Torino, Einau<strong>di</strong> 1992,<br />
p. 301.<br />
24<br />
CESARE SEGRE, “L’<strong>Orlando</strong> Furioso”, in: AA.VV. Manuale <strong>di</strong> Letteratura Italiana.<br />
Storia per Generi e Problemi, Torino, Bollati Boringhieri 1994, vol.II. p. 346.<br />
25<br />
LUIGI PIRANDELLO, “L’ironia comica <strong>nella</strong> poesia cavalleresca”, in: L’umorismo<br />
(1908), Milano, Mondadori 1986, pp. 68-168.<br />
221
Anastasija Gjurcinova<br />
La maggior parte delle note <strong>di</strong> Prličev riportano le sue osservazioni, spesso ironiche,<br />
che riguardano la comicità nel testo dell’Ariosto. Nel XXVIII canto, per<br />
esempio, appare il personaggio d’un pellegrino boemo “tornato infermo da<br />
Ierusalemme”. Prličev fa il suo commento: “Dunque, Il Boemo fu sano, ma si<br />
ammalò dal pellegrinaggio?” Dobbiamo ricordare che anche interventi <strong>di</strong> questo<br />
tipo sono assai frequenti nel testo delle Risate.<br />
Le abbreviazioni<br />
Un elemento dell’adattamento <strong>di</strong> Prličev che potrebbe suscitare <strong>di</strong>verse<br />
<strong>di</strong>scussioni è la sua decisione <strong>di</strong> ridurre molto spesso il testo dell’Ariosto.<br />
Questa operazione fa parte del suo concetto della <strong>traduzione</strong> in genere, usato,<br />
per esempio, anche nell’Iliade <strong>di</strong> Omero. A Prličev piace molto citare la famosa<br />
frase <strong>di</strong> Orazio: “In<strong>di</strong>gnor quandoque bonus dormitat Homerus”. Basandosi su<br />
questo, egli considera giusto il suo proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> scegliere <strong>di</strong> un’opera solo le<br />
pagine brillanti e <strong>di</strong> unirle poi in un insieme, secondo i propri criteri e le proprie<br />
capacità <strong>di</strong> traduttore. Nella prefazione alle Risate Prličev nel riguardo si appoggia<br />
anche alle parole dello storico letterario tedesco, Johannes Scherr, l’autore<br />
dell’allora molto <strong>di</strong>ffusa Allgemeine Geschichte der Literatur, del 1851. Da lui<br />
è stata ripresa l’opinione secondo la quale: “uno che vorrebbe davvero godere<br />
l’Ariosto, dovrebbe badare solo alla bellezza del suo poema; perché, considerata<br />
nel suo insieme, quest’opera mostrerebbe più <strong>di</strong>fetti che <strong>di</strong>gnità” 26 .<br />
Gli interventi <strong>di</strong> Prličev che riguardano la riduzione del testo dell’Ariosto<br />
sono perfettamente in accordo con le sue specifiche concezioni della <strong>traduzione</strong><br />
letteraria, che egli esprimeva in modo esplicito anche in altre occasioni. Per la<br />
prima volta lo fece durante la polemica con Teodoros Orphani<strong>di</strong>s, nel 1860, e in<br />
modo più elaborato dopo la pubblicazione della sua <strong>traduzione</strong> dell’Iliade <strong>di</strong><br />
Omero, nel 1871. Il suo testo completamente de<strong>di</strong>cato a questa problematica è il<br />
trattato polemico intitolato “Il critico e il traduttore”, previsto come introduzione<br />
a una nuova versione della <strong>traduzione</strong> dell’Iliade, ma pubblicato per la prima<br />
volta solo nei ricor<strong>di</strong> del suo figlio 27 .<br />
In <strong>di</strong>versi scritti Prličev trova la motivazione del suo proce<strong>di</strong>mento particolare<br />
nello spirito del tempo, nel contesto del suo ambiente culturale, nelle esigenze<br />
e nell’”orizzonte d’attesa” dei destinatari dei suoi testi. Nel caso delle Risate<br />
è ovvio che lui si sia interessato soprattutto gli argomenti dell’amore e dell’eroismo,<br />
mentre ha trascurato costantemente i riferimenti storici e patriottici del<br />
26 “Prefazione” al testo СМТЬХоpiИ Нa ApiocТa, p. 3.<br />
27 Киpилъ Г. Пъpличeвъ, “Къмъ xapaктepиcтикaтa нa Гpигopъ C.<br />
Пъpличeвъ”, op. cit., pp. 108-115.<br />
222
<strong>“Le</strong> <strong>risate</strong> dell’Ariosto”: <strong>Orlando</strong> <strong>furioso</strong> <strong>nella</strong> <strong>traduzione</strong> <strong>di</strong> <strong>Grigor</strong> Prličev<br />
poema ariostesco. Citiamo solo le prime due ottave dell’<strong>Orlando</strong> Furioso e la<br />
loro versione nelle Risate, per fare un esempio:<br />
1.<br />
Le donne, i cavalier, l’arme, gli amori,<br />
Le cortesie, l’audaci imprese io canto,<br />
Che furo al tempo che passaro i Mori<br />
D’Africa il mare, e in Francia nocquer tanto,<br />
Seguendo l’ire, e il giovenil furori<br />
D’Agramante lor re, che si <strong>di</strong>è vanto<br />
Di ven<strong>di</strong>car la morte <strong>di</strong> Troiano<br />
Sopre re Carlo Imperator Romano,<br />
2.<br />
Dirò d’<strong>Orlando</strong> in un medesimo tratto<br />
Cosa non detta in prosa mai né in rima,<br />
Che per amor venne in furore e matto,<br />
D’uom che sí saggio era stimato prima;<br />
Se da colei che tal quasi m’ha fatto,<br />
Che ‘l poco ingegno ad or ad or mi lima,<br />
Me ne sarà però tanto concesso,<br />
Che mi basti a finir quanto ho promesso.<br />
Bъcптьвaмъ дaмьIтть,<br />
pьIцapитть, любoвитть,<br />
yчтивocтитть, бyйньIтть<br />
пpтьдпpiятiя. Щe кaж и<br />
эa Poлaндa нтьчтo, кoeтo<br />
никoгa нe ce e кaэaпo ни<br />
въ пpoэ , ни въ pим ; чe<br />
oтъ любовь cбтьcн и<br />
пoлyдть: Toвa щe Bи<br />
paэcкaж , aкo ми<br />
дoпycнe oнaя (мoятa<br />
дaмa), кoятo мaлo пo<br />
мaлy гyби мaлкьIя ми yмъ<br />
и мe e нaпpaвилa и мeнe<br />
пoчти тaкъвъ (…) aкo<br />
блaгoвoли (тaя) дa ми<br />
ocтaви пoнe тoлкoвa<br />
(yмъ), кoлкoтo cтигa эa<br />
дa иэвьpш (тoвa кoe…)<br />
cьм ce oбтьщaлъ 28 .<br />
Dal testo dell’originale sono stati omessi i versi con i particolari sulla “cornice”<br />
del poema, i nomi degli imperatori e le località geografiche. Già dai primi<br />
due versi, si vede che Prličev ha tradotto esattamente tutte le nozioni presenti<br />
(donne, cavalieri, amori, cortesie), tranne le “armi”, che annunciano la guerra.<br />
Dopo questa breve introduzione, il traduttore salta 5 ottave del Furioso, per<br />
continuare con il brano che porta al conflitto principale del poema, la lotta dei<br />
due cavalieri per il cuore della bella Angelica.<br />
Dal brano citato si può vedere anche la specifica trascrizione dei nomi nel<br />
testo <strong>di</strong> Prličev Egli ha trascritto il nome del personaggio principale, mo<strong>di</strong>ficandolo<br />
da <strong>Orlando</strong>, nell’originale italiano, in РоЛaНДЪ, avvicinandosi alla versio-<br />
28 I versi dell’Ariosto citati in caratteri “italic” sono quelli che sono stati scelti e tradotti<br />
da Prličev, mentre <strong>nella</strong> sua <strong>traduzione</strong>, le parole citate in caratteri “bold” e sottolineati, sono<br />
quelle che aveva aggiunto per conto suo il traduttore.<br />
223
Anastasija Gjurcinova<br />
ne francese. Questo vale anche per alcuni altri nomi propri in Ariosto: Ruggiero<br />
<strong>di</strong>venta РоЖepЪ, Rinaldo – РИНaЛДЪ ecc. Comunque, vi sono anche esempi <strong>di</strong><br />
una quasi perfetta trascrizione dei nomi italiani: Ricciardetto <strong>di</strong>venta<br />
РИЧapДeТЪ, Branzardo – ЪpaНЦapДЪ ecc. I nomi femminili, d’altra parte, nelle<br />
Risate finiscono in “a”: Bradamante <strong>di</strong>venta Ъpaдaмaнтa, Doralice –<br />
Дopaликa ecc. Un caso particolare rappresenta la trascrizione del nome <strong>di</strong><br />
Aнгeликa, che in Prličev viene chiamata Angelika, avvicinato alle tra<strong>di</strong>zioni<br />
della sua propria cultura.<br />
Le intenzioni <strong>di</strong> Prličev <strong>di</strong> ridurre il testo dell’Ariosto e <strong>di</strong> semplificare la sua<br />
struttura, si vedono bene anche dal prototesto, cioè dai due volumi dell’<strong>Orlando</strong><br />
Furioso che egli possedeva <strong>nella</strong> biblioteca personale. Sulle pagine <strong>di</strong> questi<br />
volumi, trovati nel lascito del nostro poeta 29 , si vede il modo in cui furono sottolineati<br />
proprio i versi che troviamo poi anche <strong>nella</strong> <strong>traduzione</strong>. Le con<strong>di</strong>zioni in<br />
cui si trovano oggi questi volumi impe<strong>di</strong>scono una ricostruzione precisa della<br />
e<strong>di</strong>zione. Comunque, la nostra ricerca, anche secondo i dati ottenuti dalla<br />
biblioteca Ariostea <strong>di</strong> Ferrara, ci ha portato alla conclusione che si tratta dell’e<strong>di</strong>zione<br />
dell’<strong>Orlando</strong> Furioso, preceduta da alcuni pensieri <strong>di</strong> Vincenzo<br />
Gioberti, corredata <strong>di</strong> note storiche e filologiche, stampata a Napoli per Nicola<br />
Mosca e<strong>di</strong>tore, nel 1850. Le <strong>di</strong>verse note scritte ai margini <strong>di</strong> questi volumi contengono<br />
commenti del traduttore sui personaggi o sulla narrazione <strong>di</strong> Ariosto,<br />
oppure traduzioni <strong>di</strong> certe parole o frasi italiane in lingua slava, francese o<br />
greca. In tal modo il “prototesto” del Furioso rappresenta una fonte e un documento<br />
importante per un’analisi più profonda del proce<strong>di</strong>mento usato da Prličev<br />
nel testo delle Risate.<br />
La <strong>traduzione</strong> in prosa<br />
Un elemento particolare dell’adattamento realizzato da Prličev è anche la sua<br />
decisione <strong>di</strong> rinunciare a proporre il poema dell’Ariosto in versi. Si tratta <strong>di</strong> una<br />
decisione molto strana, se ricor<strong>di</strong>amo la capacità poetica del traduttore, ma forse<br />
si potrebbe giustificare nel contesto delle sue concezioni sulla <strong>traduzione</strong>.<br />
Prličev non si è mai espresso esplicitamente a proposito <strong>di</strong> questa sua scelta,<br />
forse anche perché si tratta <strong>di</strong> un proce<strong>di</strong>mento realizzato solo nel caso delle<br />
Risate. Le traduzioni dei poemi in prosa non sono una cosa insolita <strong>nella</strong> storia<br />
letteraria europea, soprattutto nei secoli passati. Queste trasformazioni del<br />
“genere” delle opere poetiche sono soprattutto caratteristiche per i perio<strong>di</strong> “ini-<br />
29 Questi due volumi dell’<strong>Orlando</strong> Furioso oggi si trovano <strong>nella</strong> biblioteca della Cattedra<br />
<strong>di</strong> Letteratura Macedone presso la Facoltà <strong>di</strong> filologia “Blaˇze Koneski” dell’Università <strong>di</strong><br />
Skopje, schedati sotto il numero 7996/I-II.<br />
224
ziali” nello sviluppo <strong>di</strong> una cultura. Fra le più famose considerazioni su questa<br />
problematica sono senz’altro quelle <strong>di</strong> J.W. Goethe, nel contesto della sua concezione<br />
della <strong>traduzione</strong> letteraria, espressa <strong>nella</strong> prefazione del suo West-Östlicher<br />
Divan 30 . Cosí anche se è inaccettabile dal punto <strong>di</strong> vista delle teorie della<br />
<strong>traduzione</strong> <strong>di</strong> oggi, la forma narrativa delle Risate potrebbe essere giustificata<br />
nel contesto storico della loro apparizione. Un motivo <strong>di</strong> più si potrebbe trovare<br />
anche <strong>nella</strong> struttura stessa dell’<strong>Orlando</strong> Furioso. L’aspetto “narrativo” del<br />
poema ariostesco è stato più volte sottolineato <strong>nella</strong> critica letteraria.<br />
Conclusioni<br />
<strong>“Le</strong> <strong>risate</strong> dell’Ariosto”: <strong>Orlando</strong> <strong>furioso</strong> <strong>nella</strong> <strong>traduzione</strong> <strong>di</strong> <strong>Grigor</strong> Prličev<br />
1. La <strong>traduzione</strong> dell’<strong>Orlando</strong> Furioso da parte <strong>di</strong> <strong>Grigor</strong> Prličev rappresenta<br />
senz’altro il punto più alto nel contesto della comunicazione interletteraria<br />
dell’ambiente culturale e letterario macedone con la lingua e la letteratura<br />
italiana nel periodo dell’Ottocento.<br />
2. La nostra analisi comparata del testo delle Risate ci porta alla conclusione<br />
che Prličev non ha grossi problemi con la comprensione dell’originale del<br />
Furioso, che è una testimonianza della sua buona conoscenza della lingua<br />
italiana. I suoi problemi linguistici, paradossalmente, non sono con la lingua<br />
dalla quale traduce, ma piuttosto con la lingua <strong>nella</strong> quale traduce.<br />
3. Prličev può essere considerato un traduttore “competente”, secondo i criteri<br />
dello stu<strong>di</strong>oso americano Eugene Nida. Il nostro poeta corrisponde alle<br />
sue esigenze principali: <strong>di</strong> conoscere bene la lingua e la materia che traduce,<br />
d’avere un’affinità per lo scrittore e per l’opera che traduce e <strong>di</strong> possedere<br />
delle capacità stilistiche <strong>nella</strong> lingua ricettiva 31 .<br />
4. Purtroppo, Prličev non ha usato tutte le sue “capacità stilistiche”, decidendo<br />
<strong>di</strong> tradurre l’<strong>Orlando</strong> Furioso in una forma molto libera, in prosa, adattandolo<br />
ai propri criteri e al proprio concetto della <strong>traduzione</strong> in genere.<br />
Ponendo tutta la sua attenzione sull’aspetto comico del poema ariostesco,<br />
e operando notevoli tagli per seguire tale fine, Prličev si avvicina al concetto<br />
della <strong>traduzione</strong> come critica implicita, come “nuova creazione”<br />
rispetto all’originale. Ogni lettura, e analogamente anche ogni <strong>traduzione</strong>,<br />
rappresenta contemporaneamente anche un atto <strong>di</strong> interpretazione, sostengono<br />
i teorici della <strong>traduzione</strong> vicini all’approccio ermeneutico 32 . Cosí si<br />
30 JOHANN WOLFGANG GOETHE, West-Östlicher Divan, trad. serba in: Spisi o knjiˇzevnosti i<br />
umetnosti / Maksime i refleksije, Beograd, Rad 1982, p. 117.<br />
31 EUGENE NIDA, Toward a Science of Translating. With Special Reference to Principles<br />
and Procedures Involved in Bible Translating, Leiden, E. J. Brill 1964, p. 153.<br />
32 GEORGE STEINER: After Babel. Aspects of Language and Translation. New York:<br />
Oxford University Press 1975, p. 17.<br />
225
Anastasija Gjurcinova<br />
226<br />
arriva alle <strong>di</strong>verse mo<strong>di</strong>ficazioni, che spesso mettono in evidenza un livello<br />
o un aspetto del testo che non fu particolarmente significativo nel<br />
momento della sua creazione 33 . Questo vale anche per il proce<strong>di</strong>mento<br />
usato da Prličev, che ha attivato un “co<strong>di</strong>ce” particolare del testo del<br />
Furioso. Con Le <strong>risate</strong> dell’Ariosto egli ha costruito un “nuovo originale”,<br />
una “meta-creazione” <strong>di</strong> questo testo, adattandolo ai propri criteri <strong>di</strong> lavoro,<br />
ma anche alle esigenze del suo contesto storico e letterario.<br />
33 MARIA CORTI, Principi della comunicazione letteraria, Milano, Bompiani 1976, p. 66.