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i quaderni de la voce dell'anac 10 - Associazione Nazionale ...

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I QUADERNI<br />

DE LA VOCE<br />

(INDIpENDENtE)<br />

DELL’ANAC<br />

<strong>10</strong>


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In copertina: dal<strong>la</strong> rivista mensile <strong>de</strong>l Corriere <strong>de</strong>l<strong>la</strong><br />

sera “Lettura” - 1° agosto 1938 - Anno XXVII - N. 8<br />

2


EDItORIALE DEL pRESIDENtE<br />

ARE yOU READy?<br />

E’ ripartito un altro quadriennio, e noi ci ritroviamo<br />

con <strong>la</strong> freschezza, come agli inizi<br />

di una nuova stagione agonistica, entusiasti,<br />

e pronti a questa nuova avventura,<br />

dal<strong>la</strong> quale ci aspettiamo risultati, ma non<br />

solo: il piacere di allenare, di crescere, di<br />

impostare nuovi atleti, nuovi equipaggi, nuove soluzioni<br />

tecniche, di stare e par<strong>la</strong>re tra di noi, di confrontarci. E’<br />

questo il bello di questa nostra passione: con le esperienze<br />

accumu<strong>la</strong>te, cercare nuovi traguardi, nuove strategie,<br />

per ricominciare un’altra volta, e questo vale per il tecnico<br />

di primo livello che si approccia alle prime regate <strong>de</strong>l<strong>la</strong><br />

sua vita con i giovanissimi, come per il consumato (che<br />

brutto termine!), esperto allenatore di squadra nazionale.<br />

E l’entusiasmo è <strong>la</strong> mol<strong>la</strong> che spinge uno sport che chie<strong>de</strong><br />

molto e non sempre ripaga allo stesso modo, ma per<br />

noi ma<strong>la</strong>ti di canottaggio, questo è quello che viviamo.<br />

Si par<strong>la</strong> di ANAC sempre più spesso, perché <strong>la</strong> nostra <strong>Associazione</strong><br />

si è mossa in maniera corretta in questo quadriennio,<br />

mantenendo <strong>la</strong> propria indipen<strong>de</strong>nza, raggiungendo<br />

il pensiero di centinaia di tecnici e non solo, ma<br />

questo è solo un piccolo gradino verso il raggiungimento<br />

<strong>de</strong>gli obiettivi che quattro anni fa ci eravamo prefissati.<br />

Agli scettici il ricre<strong>de</strong>rsi sulle potenzialità <strong>de</strong>ll’<strong>Associazione</strong><br />

Allenatori, che in maniera chiara e pulita, senza peli<br />

sul<strong>la</strong> lingua, ha cercato di criticare ma anche di proporre<br />

nuove i<strong>de</strong>e, le sue i<strong>de</strong>e, forse alle volte, troppo poco<br />

ascoltate, condivise.<br />

Ma il nostro <strong>la</strong>voro è appena iniziato. Chi cre<strong>de</strong> che ci si<br />

accontenti, si sbaglia, perché è intrinseco nel<strong>la</strong> nostra natura<br />

di allenatori di non accontentarci mai, di volere sempre<br />

qualcosina in più, come rosicchiare qualche <strong>de</strong>cimo<br />

di secondo, così ottenere sempre maggiore credibilità<br />

nel<strong>la</strong> categoria.<br />

E chi cre<strong>de</strong> che noi stiamo con o contro qualcuno, voglio<br />

3<br />

ricordare che siamo prima di tutto una <strong>Associazione</strong> di<br />

allenatori per gli allenatori, che ascoltiamo, ragioniamo e<br />

poi presentiamo le nostre proposte.<br />

A chi si illu<strong>de</strong> che l’avvicendamento ai vertici abbia sortito<br />

una forma di comodato d’uso <strong>de</strong>ll’<strong>Associazione</strong>, questi<br />

si sbaglia di grosso, perché se ci saranno <strong>de</strong>lle scelte di<br />

qualunque tipo che riteniamo <strong>de</strong>ficitarie, noi con i nostri<br />

mezzi lo faremo presente e ci batteremo per cambiarle,<br />

perché rimaniamo un gruppo indipen<strong>de</strong>nte, che <strong>de</strong>l<strong>la</strong> sua<br />

indipen<strong>de</strong>nza fa <strong>la</strong> sua forza.<br />

Siamo approdati al nostro secondo mandato con l’intento<br />

di farci conoscere sempre di più, anche tra i più giovani<br />

tecnici italiani, e le scelte comunicative di questi ultimi<br />

mesi (FB e Twitter docet), ci hanno dato ragione, perché<br />

siamo più conosciuti, più seguiti, perché oltre al sito ed<br />

al<strong>la</strong> rivista i social network ci danno una mano a far par<strong>la</strong>re<br />

di noi in Italia come all’estero.<br />

A chi ci voleva vecchi ed ancorati ai nostri stereotipi, abbiamo<br />

risposto con l’avvicendamento con personaggi di<br />

gran<strong>de</strong> valore non solo tecnico, ma soprattutto morale,<br />

entusiasti propugnatori di uno sport come il nostro, che<br />

ha bisogno anche di cultura, un termine alle volte scontato,<br />

ma che fa di un allenatore <strong>la</strong> propria personale forza e<br />

coscienza nei propri mezzi.<br />

Maurizio Ustolin<br />

Presi<strong>de</strong>nte <strong>de</strong>ll’ANAC


pER IL gRUppO<br />

CON IL gRUppO<br />

Chi scrive come canottiere, da<br />

agonista, non ha raccolto chissà<br />

quali risultati. Ero semplicemente<br />

un buon faticatore e<br />

soprattutto un gran<strong>de</strong> uomo<br />

spogliatoio. Tuttavia, come acca<strong>de</strong><br />

a molti, <strong>la</strong> pratica <strong>de</strong>l canottaggio in tutte le<br />

sue forme mi è entrata nelle vene, se è vero che<br />

arrivato alle soglie <strong>de</strong>i 30 anni mi accorgo che<br />

l’esatta metà <strong>de</strong>l<strong>la</strong> mia vita è stata ad esso <strong>de</strong>dicata<br />

con qualunque ruolo, dal tecnico all’ad<strong>de</strong>tto<br />

stampa fino al<strong>la</strong> dirigenza. Da consigliere <strong>de</strong>l<br />

Comitato regionale <strong>de</strong>l quale faccio parte, quello<br />

toscano, tra gli obiettivi, condivisi naturalmente<br />

con il Consiglio, c’è quello di creare una squadra<br />

regionale forte, competitiva, ma soprattutto che<br />

sia strumento di pratica, aggregazione, amicizia,<br />

passione. Creare un gruppo, soprattutto per<br />

quanto concerne Allievi & Ca<strong>de</strong>tti, di ragazzini<br />

che a 12/13 anni vedono nel body regionale il<br />

coronamento di un primo sogno. Personalmente<br />

ricordo che da ragazzino, fino proprio al<strong>la</strong> categoria<br />

Ragazzi – all’epoca, oltre dieci anni fa,<br />

molto più presente nei bandi di regata che preve<strong>de</strong>vano<br />

<strong>la</strong> partecipazione alle gare <strong>de</strong>lle selezioni<br />

regionali - il vestire <strong>la</strong> casacca <strong>de</strong>l<strong>la</strong> propria<br />

regione rappresentava già un bell’obiettivo<br />

da raggiungere per chi non poteva ambire al<strong>la</strong><br />

maglia azzurra. Questo sentimento, nel cuore<br />

<strong>de</strong>l ragazzino di oggi, continua a bruciare come<br />

<strong>la</strong> più potente <strong>de</strong>lle fiamme, ma purtroppo viene<br />

soffocato dall’illogicità di certi rapporti personali<br />

tra i “grandi” che finiscono per mietere una so<strong>la</strong><br />

vittima: il ragazzino che vuole fare canottaggio.<br />

Troppo spesso ci ritroviamo ad affrontare il problema<br />

<strong>de</strong>i campanilismi, a scontrarci con vecchie<br />

acredini che portano certi tecnici o dirigenti<br />

4<br />

a <strong>de</strong>ci<strong>de</strong>re di non mandare il canottiere in erba<br />

al raduno perché “è troppo lontano” oppure perché<br />

“nessuno può accompagnarcelo” quando in<br />

realtà dietro si ce<strong>la</strong> solo ed esclusivamente <strong>la</strong> volontà<br />

di boicottare qualcuno o qualcosa. Nessuno<br />

dice che si <strong>de</strong>bba andare d’accordo con tutti<br />

al Mondo. Ma forse sta al buon senso ren<strong>de</strong>rsi<br />

conto che <strong>de</strong>i rapporti interpersonali negativi<br />

e loro dirette conseguenze ne fa le spese solo<br />

chi, al<strong>la</strong> fine, a 12/13 anni vuole una so<strong>la</strong> cosa<br />

nel<strong>la</strong> vita: fare canottaggio divertendosi. E non<br />

<strong>de</strong>ve essere bello poi per queste vittime ve<strong>de</strong>re<br />

sul campo di gara un gruppo di amici, perché di<br />

questo si tratta al<strong>la</strong> fine nel territorio regionale,<br />

divertirsi assieme, far capo ad un solo allenatore<br />

e vestire per una volta un solo colore, che tu non<br />

puoi vestire non certo per colpa tua. Fare sport,<br />

per di più uno sport di immenso sacrificio come il<br />

nostro, al giorno d’oggi con le nuove generazione<br />

è già difficile di per sé. E se a quei pochi che<br />

ancora riusciamo ad attirare uccidiamo le ambizioni,<br />

che poi in questo caso specifico è solo il<br />

divertimento <strong>de</strong>l remare tutti insieme senza l’eccessivo<br />

assillo <strong>de</strong>l risultato, non ci <strong>la</strong>mentiamo<br />

se tra <strong>10</strong>, 20, 30 e altre <strong>de</strong>cine di anni, alle gare<br />

d’elite arriviamo dietro. Perché non puoi vincere<br />

un’Olimpia<strong>de</strong> se non capisci il valore <strong>de</strong>l<strong>la</strong> paro<strong>la</strong><br />

“gruppo” nel canottaggio. E se non <strong>la</strong> capisci<br />

perché da bambino ti hanno tarpato le ali, non è<br />

certo colpa tua.<br />

Niccolò Bagnoli


ANAC: UN<br />

SUCCESSO SENzA<br />

pRECEDENtI<br />

L’Assemblea Ordinaria ed Elettiva<br />

<strong>de</strong>ll’ANAC, e l’interesse<br />

dimostrato per <strong>la</strong> nostra <strong>Associazione</strong><br />

nel<strong>la</strong> due giorni <strong>de</strong>l<strong>la</strong><br />

Conferenza Tecnica <strong>Nazionale</strong><br />

di Terni, ha fatto registrare riscontri<br />

molto positivi tra i tecnici presenti.<br />

Richieste di informazioni, proposte, suggerimenti<br />

(alcuni <strong>de</strong>i quali molto interessanti),<br />

hanno fatto <strong>de</strong>l week end trascorso un autentico<br />

<strong>la</strong>boratorio attraverso il quale proseguire<br />

nell’attività che si pone obiettivi sempre<br />

più importanti.<br />

Tra sabato e domenica, 17 allenatori hanno<br />

presentato <strong>la</strong> richiesta di associarsi, ed altri<br />

in questi giorni anche per via telefonica,<br />

hanno espresso l’intenzione di farlo.<br />

Sono nuovi soci a tutti gli effetti:<br />

1) Matteo Giuffrida (Aniene)<br />

2) Giovanni Suarez (Aniene)<br />

3) Dario Naccari (CT adaptive)<br />

5<br />

4) Alessandra Bonamini (Velocior)<br />

5) Bernul Francesco (Velocior)<br />

6) Osvaldo Morganti (Moto Guzzi)<br />

7) Nico<strong>la</strong> <strong>de</strong> Rosa (Velocior)<br />

8) Alda Cama (Piediluco)<br />

9) Bal<strong>la</strong>rdini Edoardo (Cus Ferrara)<br />

<strong>10</strong>) Matteo oppo (Cus Ferrara)<br />

11) Tommaso Balboni (Cus Ferrara)<br />

12) Luca Moncada (Lauria)<br />

13) Jose Carlos Vieira Lourenco (Sa<strong>la</strong>ria)<br />

14) Cosimo Damiano Cascel<strong>la</strong> (Barletta)<br />

15) Garofalo Giuseppe (Barletta)<br />

16) Massimo Biondi (Cus Bari)<br />

17) Paolo Braida (Sisport Fiat)<br />

A tutti questi tecnici, ai quali auguriamo buon<br />

<strong>la</strong>voro, diamo anche un caloroso benvenuto<br />

nell’<strong>Associazione</strong> <strong>Nazionale</strong> Allenatori Canottaggio.


ELEttO<br />

IL NUOVO<br />

DIREttIVO ANAC<br />

Sabato mattina presso l’hotel Miche<strong>la</strong>ngelo<br />

a Terni si è svolta l’Assemblea ordinaria ed<br />

elettiva <strong>de</strong>ll’<strong>Associazione</strong> Allenatori Canottaggio.<br />

È stata votato per acc<strong>la</strong>mazione il Consiglio<br />

Direttivo così formato:<br />

Presi<strong>de</strong>nte<br />

Maurizio Ustolin<br />

Consiglieri:<br />

Domenico Mimmo Perna<br />

Rocco Pecoraro<br />

Luigi <strong>de</strong> Lucia<br />

Marco Massai<br />

Roberto Romanini<br />

Rosario Pappa<strong>la</strong>rdo<br />

Andrea Messina<br />

Vittorio Scrocchi<br />

Revisori <strong>de</strong>i conti:<br />

Gabriele Braghiroli<br />

Marco Beria<br />

Sergio Marrucci<br />

Probiviri:<br />

Mauro Petoletti<br />

Pierangelo Ariberti<br />

Gianbattista <strong>de</strong>l<strong>la</strong> Porta<br />

Al nuovo Consiglio Direttivo <strong>de</strong>ll’ANAC, l’augurio<br />

di un sereno e proficuo <strong>la</strong>voro.<br />

6<br />

tUttI<br />

gLI UOmINI<br />

DEL pRESIDENtE<br />

Che l’ANAC in questi ultimi anni abbia preso<br />

consistenza e sia stata consapevole artefice<br />

di un nuovo importante corso che ha voluto<br />

intrapren<strong>de</strong>re, questo è sul<strong>la</strong> bocca di tutti,<br />

e gli uomini che fanno parte <strong>de</strong>l suo Consiglio<br />

Direttivo (nel quadriennio prece<strong>de</strong>nte),<br />

come quelli riconfermati o eletti ex novo per<br />

il prossimo, ne sono una conferma. Quanto<br />

l’ANAC si era prefissata, quattro anni fa, ora,<br />

grazie al <strong>la</strong>voro di tutti, è diventata realtà.<br />

A giochi fatti, e ad incarichi distribuiti,<br />

l’<strong>Associazione</strong> può contare per il prossimo<br />

quadriennio, in un consigliere in quota tecnici<br />

in Consiglio Fe<strong>de</strong>rale, nel<strong>la</strong> persona <strong>de</strong>l<br />

suo vicepresi<strong>de</strong>nte Mimmo Perna.<br />

In Commissione Tecnica <strong>Nazionale</strong>, con<br />

La Mura socio onorario, Altamura, Bottega<br />

e Massai risultano associati, come<br />

quest’ultimo consigliere nel Direttivo.<br />

Nell’organigramma nazionale, su 32 allenatori,<br />

24 sono soci, e tra questi, è rappresentata<br />

<strong>la</strong> metà <strong>de</strong>l Consiglio Direttivo<br />

<strong>de</strong>ll’ANAC.<br />

Quando ieri, all’internazionale di apertura nel<br />

Friuli Venezia Giulia mi è stato chiesto, da un<br />

allenatore di alto lignaggio: “Sei soddisfatto<br />

<strong>de</strong>l ruolo che ha avuto l’ANAC nelle scelte<br />

<strong>de</strong>i tecnici?”.<br />

“Sì. Sono molto soddisfatto.”<br />

Maurizio Ustolin


CONSIGLIERE NAZIONALE IN QUOTA<br />

TECNICI<br />

Domenico Mimmo Perna (socio ANAC)<br />

vicepresi<strong>de</strong>nte <strong>de</strong>ll’<strong>Associazione</strong><br />

HEAD COACH E CAPOSETTORE<br />

COPPIA<br />

Franco Cattaneo (socio ANAC)<br />

COADIUTORE SETTORE COPPIA<br />

Rocco Pecoraro (socio ANAC)<br />

vicepresi<strong>de</strong>nte <strong>de</strong>ll’<strong>Associazione</strong><br />

CAPOSETTORE PUNTA MASCHILE<br />

Andrea Coppo<strong>la</strong> (socio ANAC)<br />

COADIUTORE PUNTA MASCHILE<br />

Giovanni Lepore<br />

COLLABORATORI PUNTA MASCHILE<br />

Vittorio Altobelli (socio ANAC)<br />

Andrea Benecchi (socio ANAC)<br />

CAPOSETTORE FEMMINILE<br />

C<strong>la</strong>udio Romagnoli (socio ANAC)<br />

COADIUTORE SETTORE FEMMINILE<br />

Massimo Casu<strong>la</strong> (socio ANAC)<br />

COLLABORATORI SETTORE FEMMINILE<br />

Luigi De Lucia (socio ANAC)<br />

consigliere <strong>de</strong>ll’<strong>Associazione</strong><br />

Paolo Braida (socio ANAC)<br />

Bene<strong>de</strong>tto Vitale (socio ANAC)<br />

Paolo Di Nardo (socio ANAC)<br />

CAPOSETTORE PESI LEGGERI<br />

Antonio La Padu<strong>la</strong> (socio ANAC)<br />

COADIUTORE PESI LEGGERI<br />

Valter Molea (socio ANAC)<br />

COLLABORATORI PESI LEGGERI<br />

Stefano De Piccoli<br />

Sergio Marrucci (socio ANAC – revisore<br />

<strong>de</strong>i conti <strong>de</strong>ll’<strong>Associazione</strong>)<br />

Eros Goretti<br />

CAPOSETTORE UNDER 23<br />

Spartaco Barbo (socio ANAC)<br />

7<br />

COADIUTORE UNDER 23<br />

Fabio Poletti<br />

COLLABORATORI UNDER 23<br />

Stefano Fraquelli (socio ANAC)<br />

Vittorio Scrocchi (socio ANAC)<br />

consigliere <strong>de</strong>ll’<strong>Associazione</strong><br />

Bruno Lantero<br />

CAPOSETTORE JUNIORES<br />

Antonio Co<strong>la</strong>monici (socio ANAC)<br />

COADIUTORE JUNIORES<br />

Agostino Abbagnale<br />

COLLABORATORI JUNIORES<br />

Giovanni Sorrentino<br />

Gianbattista Del<strong>la</strong> Porta (socio ANAC)<br />

probiviro <strong>de</strong>ll’<strong>Associazione</strong><br />

CAPOSETTORE UNIVERSITARI<br />

Paolo Di Nardo (socio ANAC)<br />

COADIUTORE UNIVERSITARI<br />

Vittorio Scrocchi (socio ANAC)<br />

consigliere <strong>de</strong>ll’<strong>Associazione</strong><br />

COLLABORATORE UNIVERSITARI<br />

Francesco Esposito<br />

CAPOSETTORE ADAPTIVE<br />

Dario Naccari (socio ANAC)<br />

COADIUTORE ADAPTIVE<br />

Antonio Coppo<strong>la</strong> (socio ANAC)<br />

COLLABORATORI ADAPTIVE<br />

Cristina Ansaldi<br />

Pierangelo Ariberti (socio ANAC –<br />

probiviro <strong>de</strong>ll’<strong>Associazione</strong>)<br />

COMMISSIONE TECNICA NAZIONALE<br />

Giuseppe La Mura (socio onorario)<br />

Spataro<br />

Giuseppe Altamura (socio ANAC)<br />

Marco Massai (socio ANAC)<br />

consigliere <strong>de</strong>ll’<strong>Associazione</strong><br />

Valter Bottega (socio ANAC


CONfERENzA tECNICA<br />

NAzIONALE 24 fEbbRAIO 2013<br />

di Mimmo Perna<br />

Si è svolta a Terni il 24 febbraio scorso <strong>la</strong><br />

Conferenza <strong>Nazionale</strong> Allenatori organizzata<br />

dal<strong>la</strong> Fe<strong>de</strong>razione Italiana Canottaggio, ma con<br />

soggiorno a spese <strong>de</strong>i Tecnici italiani; non sarebbe<br />

stato possibile per l’economia fe<strong>de</strong>rale invitare tutti<br />

gli allenatori come avveniva in passato.<br />

Era però doveroso cominciare il quadriennio<br />

che ci condurrà ai Giochi di Rio 2016 con una<br />

“riunione” di tutti i tecnici per riordinare le i<strong>de</strong>e,<br />

ribadire concetti, incontrarsi “vis a vis” per<br />

esporre problemi avendo tempo per discuterne.<br />

Voglia di appren<strong>de</strong>re e di condivi<strong>de</strong>re sono stati<br />

i due ingredienti fondamentali per questa prima<br />

Conferenza <strong>Nazionale</strong> che ha reso protagonista <strong>la</strong><br />

nostra categoria che, insieme agli Atleti, è il vo<strong>la</strong>no<br />

<strong>de</strong>lle Società e <strong>de</strong>l<strong>la</strong> stessa Fe<strong>de</strong>razione.<br />

L’obiettivo iniziale era quello di far incontrare<br />

nuovamente tutti gli allenatori, e questo soprattutto<br />

in virtù <strong>de</strong>l ritorno al<strong>la</strong> guida <strong>de</strong>l canottaggio <strong>de</strong>l<br />

dottor Giuseppe La Mura, ripristinando il contatto<br />

tra Direttore Tecnico e Tecnici attraverso un dialogo<br />

costruttivo che si era bruscamente interrotto nel<br />

2005.<br />

C’era una necessità impellente, da parte di<br />

tutti gli Allenatori, di rive<strong>de</strong>rsi, di incontrarsi e di<br />

riappropriarsi di quelle modalità e metodologie<br />

di allenamento che si erano disperse e che<br />

evi<strong>de</strong>ntemente gli Allenatori italiani, nonostante<br />

l’assenza <strong>de</strong>l dottor La Mura dal<strong>la</strong> scena tecnica<br />

nazionale, portavano impresse in maniera<br />

frammentaria nel loro bagaglio di esperienze.<br />

Esperienze che, in ogni modo, hanno permesso<br />

ad ognuno di loro di ottenere buoni e concreti<br />

risultati. È stato un obiettivo ampiamente raggiunto<br />

e suggel<strong>la</strong>to da un numero davvero importante di<br />

Tecnici per cui, nonostante <strong>la</strong> Conferenza fosse<br />

a pagamento contrariamente a quanto avveniva<br />

prima, l’a<strong>de</strong>sione è andata oltre ogni aspettativa<br />

ed ha superato le duecentocinquanta presenze<br />

8


REmANDO...<br />

RImANDO<br />

E’ stato un giudizio unanime<br />

quello <strong>de</strong>l Consiglio Direttivo<br />

<strong>de</strong>ll’ANAC che ha votato il<br />

testo di Diletta Zanin (Sisport<br />

Fiat), vincitore <strong>de</strong>l concorso<br />

“Remando...Rimando”, istituito<br />

quest’anno per <strong>la</strong> prima volta in occasione<br />

<strong>de</strong>l Festival <strong>de</strong>i Giovani.<br />

Uno scritto pulito e toccante che ha<br />

impressionato favorevolmente <strong>la</strong> giuria,<br />

che ha assegnato <strong>la</strong> palma <strong>de</strong>l<strong>la</strong> miglior<br />

produzione letteraria a PURA PASSIONE<br />

SPORTIVA <strong>de</strong>ll’atleta torinese: un buono<br />

da 150 euro da spen<strong>de</strong>rsi presso le Librerie<br />

Feltrinelli.<br />

A ritirare il premio in quel di Terni, in occasione<br />

<strong>de</strong>l<strong>la</strong> Conferenza <strong>Nazionale</strong> Allenatori di<br />

sabato e domenica scorsi, coach Massimo<br />

Prandini.<br />

A Diletta, al<strong>la</strong> sua famiglia ed a tutta <strong>la</strong> Sisport,<br />

le congratu<strong>la</strong>zioni da parte <strong>de</strong>ll’ANAC.<br />

PURA PASSIONE SPORTIVA<br />

Una gelida mattina invernale, timido sole ed<br />

una leggera nebbiolina aleggia sul fiume.<br />

Il legno ghiacciato <strong>de</strong>l pontile scricchio<strong>la</strong><br />

sotto i miei piedi… Intirizzita preparo <strong>la</strong> mia<br />

barca per l’uscita. Mi allontano dal pontile<br />

e per qualche istante mi <strong>la</strong>scio cul<strong>la</strong>re<br />

dal<strong>la</strong> lieve corrente <strong>de</strong>l fiume. Scorro con<br />

lo sguardo <strong>la</strong> riva sinistra, imbiancata dal<strong>la</strong><br />

ga<strong>la</strong>verna. Mi muovo e prendo il ritmo <strong>de</strong>l<strong>la</strong><br />

remata… un’ondata di calore perva<strong>de</strong> il mio<br />

corpo dal<strong>la</strong> punta <strong>de</strong>i piedi alle gote. Certo lo<br />

sforzo che uno sport come il nostro richie<strong>de</strong> è<br />

notevole ma, ciò che mi ha portata qui in una<br />

mattina come questa è un sentimento. Quel<br />

travolgente sentimento che ti entra <strong>de</strong>ntro e,<br />

come un virus ti colonizza il cuore per sempre:<br />

<strong>la</strong> pura passione sportiva. Al mio, di cuore,<br />

12<br />

è successo da più di quattro anni, durante i<br />

quali ho sfidato, faticato, gioito, sofferto… Ho<br />

incontrato un’amica sincera, atleta di questa<br />

disciplina, da sempre una <strong>de</strong>lle persone più<br />

importanti <strong>de</strong>l<strong>la</strong> mia vita e un amico, anche<br />

lui canottiere, che mi ha dato un consiglio<br />

utile per crescere. Ho conosciuto giovani<br />

allenatrici ed allenatori disposti a divi<strong>de</strong>rsi<br />

fra <strong>la</strong>voro, studio, famiglia per <strong>de</strong>dicare, a<br />

noi ragazzini, molto più <strong>de</strong>l tempo dovuto,<br />

sfidando rigidi inverni e roventi estati. Ho<br />

condiviso spensierati momenti di svago<br />

con vere compagne di barca e, con loro ho<br />

sudato, festeggiato, ansimato per una gara<br />

finita sul fil di <strong>la</strong>na… Ho avuto <strong>la</strong> fortuna, in<br />

una bel<strong>la</strong> mattina d`estate, sul mio fiume<br />

Po, di ricevere un insegnamento prezioso,<br />

custodito in poche semplici parole: “quando<br />

sentirai quel pezzo di legno sotto di te,<br />

diventare un tutt’uno con il tuo corpo, allora<br />

nul<strong>la</strong> e nessuno potrà fermarti...”. Questo,<br />

a me, non è ancora accaduto ma, per tutto<br />

ciò che questo sport duro e nobile mi ha<br />

donato, credo continuerò a provarci, forse<br />

fino allo sfinimento.<br />

In bocca al lupo a tutti i veri cuori sportivi.


pROtOCOLLI<br />

INtERNAzIONALI<br />

di Maurizio Ustolin<br />

Una <strong>de</strong>lle iniziative che più mi stava a cuore,<br />

ai tempi in cui col<strong>la</strong>boravo con le squadre<br />

nazionali, erano i protocolli internazionali,<br />

che <strong>la</strong> nostra Fe<strong>de</strong>rcanottaggio sig<strong>la</strong>va con<br />

Fe<strong>de</strong>razioni di altri Paesi. Per gli junior ad<br />

esempio, <strong>la</strong> regata internazionale di Brno in<br />

Cecoslovacchia (ora Repubblica Ceca), era,<br />

per il valore <strong>de</strong>l<strong>la</strong> manifestazione, a cui partecipavano<br />

molte nazioni europee, con i paesi<br />

<strong>de</strong>ll’est al gran completo, e per <strong>la</strong> data<br />

in cui si disputava (sempre fine maggio),<br />

un punto fermo nel corso <strong>de</strong>l<strong>la</strong> valutazione<br />

prima <strong>de</strong>l maxi raduno di giugno/luglio a<br />

Piediluco prima <strong>de</strong>l mondiale. Si trattava di<br />

una interessante esperienza, che poi sperimentai<br />

anche coni miei equipaggi societari.<br />

I cecoslovacchi, grazie a questo protocollo,<br />

venivano al Memorial d’Aloja a ricambiare <strong>la</strong><br />

visita. A lungo ricevetti mesi prima il bando<br />

di regata per questa c<strong>la</strong>ssica per il gruppo<br />

juniores e ragazzi, complice l’amico Stok<strong>la</strong>s<br />

Frantisek ed il lungimirante Ivo Klemes. Vista<br />

<strong>la</strong> distanza non proprio proibitiva (passato<br />

il confine austriaco saranno un centinaio di<br />

km), che all’epoca si percorrevano con un<br />

semplicissimo pullman (rigorosamente Kassbohrer<br />

Setra). Mi ricordo le soste interminabili<br />

al confine, con i controlli documenti,<br />

l’accoglienza davvero amichevole <strong>de</strong>i locali,<br />

con amicizie che poi durarono negli anni, il<br />

divertimento a gareggiare all’estero per i ragazzi,<br />

<strong>la</strong> location splendida, e poi tante altre<br />

cose…E riguardando il bando di gara <strong>de</strong>l<br />

2012, i costi <strong>de</strong>lle sistemazioni alberghiere,<br />

sempre vicine al campo di gara, vanno dai<br />

45 ai 65 euro a testa per <strong>la</strong> pensione completa.<br />

13<br />

Un altro campo di gara che ha sempre cercato<br />

di attirare l’attenzione <strong>de</strong>l canottaggio italiano<br />

(come di quello internazionale), è quello<br />

di Zagabria (Croazia): un campo importante,<br />

visto che vi sono stati disputate manifestazioni<br />

internazionali di alto livello, dai mondiali<br />

un<strong>de</strong>r 23, a quelli per le specialità non olimpiche,<br />

a quelli juniores. Una città, Zagabria,<br />

al<strong>la</strong> pari di molte altre capitali europee, ed un<br />

bacino remiero con i fiocchi. Anche in questo<br />

caso, sistemazioni più che dignitose ed<br />

economiche, e spesso una concorrenza di<br />

tutto rispetto. Il factotum <strong>de</strong>ll’organizzazione,<br />

Srecko Suk, più di una volta ha dato da<br />

inten<strong>de</strong>re che avrebbe ospitato molto volentieri<br />

equipaggi italiani ai Croatia open.<br />

Ed infine, il c<strong>la</strong>ssicissimo <strong>la</strong>go di Bled (Slovenia),<br />

sul quale è inutile sprecare parole,<br />

perché rappresenta uno <strong>de</strong>i più bei <strong>la</strong>ghi<br />

d’Europa, e dopo le qualificazioni olimpiche<br />

2011, si è ulteriormente fatto conoscere dal<br />

mondo intero. Anche in questo caso, Stanko<br />

Sljuinik, dapprima segretario generale<br />

<strong>de</strong>l<strong>la</strong> Slovenia, ora dirigente societario <strong>de</strong>l<br />

primo club sloveno, non ha mai nascosto<br />

di apprezzare <strong>la</strong> presenza <strong>de</strong>gli azzurri, per i<br />

quali in passato erano riservate sistemazioni<br />

alberghiere d’eccellenza (credo) a titolo gratuito.<br />

Tutto questo per dire come è possibile, con<br />

impegno economico davvero mo<strong>de</strong>sto, far<br />

fare ai nostri ragazzi e ragazze di tutte le categorie,<br />

un’indispensabile esperienza internazionale.<br />

Ma aldilà <strong>de</strong>l mero aspetto agonistico,<br />

progredire nel<strong>la</strong> conoscenza e ne gli<br />

scambi culturali, aspetti che contribuiscono<br />

ad arricchire e far maturare i nostri atleti.


L’AbbANDONO pRECOCE DELLO<br />

SpORt DA pARtE DEL gIOVANE<br />

dott.ssa Michae<strong>la</strong> Fantoni<br />

dott. Andrea Messina<br />

Dropout abbandono prematuro di una carriera sportiva, prima che<br />

un atleta abbia potuto esprime il proprio potenziale (Bussmann 2004)<br />

Fin da quando ho iniziato a frequentare<br />

<strong>la</strong> Facoltà di Scienze<br />

Motorie a Torino ho cercato di<br />

compren<strong>de</strong>re il motivo che spinge<br />

molti atleti, sia maschi che<br />

femmine, ad abbandonare il proprio<br />

sport in età precoce.<br />

Qualche tempo dopo, una volta divenuto allenatore,<br />

mi sono trovato a fare i conti con<br />

qualcosa che purtroppo non conoscevo e<br />

ho cercato di impegnarmi affinché gli sforzi<br />

compiuti dai nostri giovani canottieri non divenissero<br />

vani.<br />

Ho studiato e ho provato a darmi <strong>de</strong>lle spiegazioni<br />

ma, non sempre, sono riuscito nel far<br />

compren<strong>de</strong>re ciò che realmente volevo far<br />

inten<strong>de</strong>re.<br />

Confrontandomi con altri allenatori, specialmente<br />

con quelli dotati di maggior esperienza,<br />

mi sono accorto che è un problema che<br />

accomuna, nel bene o nel male, più o meno<br />

tutti.<br />

Non è un segreto, infatti, che nei nostri circoli<br />

si assista a vere e proprie “fughe” da parte<br />

di giovani, magari anche dotati di caratteristiche<br />

e peculiarità affini al canottaggio.<br />

E cosa rimane una volta che il ragazzo si chiu<strong>de</strong><br />

alle spalle <strong>la</strong> porta <strong>de</strong>llo spogliatoio? Nei<br />

tecnici sicuramente scatta un iniziale sconforto<br />

per non essere riusciti nell’intento di far<br />

appassionare al canottaggio una persona in<br />

più, oltre ovviamente a cercare di compren<strong>de</strong>re<br />

come e dove si è sbagliato.<br />

Purtroppo, però, non ci poniamo doman<strong>de</strong><br />

su quel che acca<strong>de</strong> all’atleta e, proprio per<br />

questo, ho chiesto aiuto a chi di doman<strong>de</strong> e<br />

di risposte se ne inten<strong>de</strong>. Ho voluto chie<strong>de</strong>re<br />

una mano per affrontare questo argomento<br />

proprio a chi, negli ultimi anni, ha seguito da<br />

14<br />

vicino <strong>la</strong> preparazione <strong>de</strong>gli atleti <strong>de</strong>lle nostre<br />

squadre nazionali, aiutandoli in ogni momento<br />

<strong>de</strong>l<strong>la</strong> loro vita agonistica (e non solo).<br />

Sto par<strong>la</strong>ndo <strong>de</strong>l<strong>la</strong> Dott.ssa Michae<strong>la</strong> Fantoni,<br />

Psicologa, psicoterapeuta, psicologa <strong>de</strong>llo<br />

sport, consulente atleti e team di alto livello,<br />

consulente Fe<strong>de</strong>razione Sportive, membro<br />

<strong>de</strong>l comitato scientifico e docente presso il<br />

Master in Psicologia <strong>de</strong>llo Sport ASP Mi<strong>la</strong>no,<br />

terapeuta EMDR per <strong>la</strong> rie<strong>la</strong>borazione <strong>de</strong>gli<br />

eventi traumatici, formatore in ambito sportivo,<br />

aziendale e sco<strong>la</strong>stico, consulente in ambito<br />

sco<strong>la</strong>stico su progetti educativi.<br />

Un curriculum vitae sicuramente importante,<br />

indice di gran<strong>de</strong> professionalità. Ma, se mi<br />

permettete, niente in confronto al suo bellissimo<br />

carattere e al<strong>la</strong> sua splendida personalità.<br />

Doti che non si possono acquisire sui<br />

banchi universitari e che non tutti possono<br />

vantare.<br />

A lei, disturbando<strong>la</strong> e facendomi odiare in<br />

un uggioso week-end di inizio primavera,<br />

ho posto dieci doman<strong>de</strong> sull’argomento in<br />

questione.<br />

Ciao Michae<strong>la</strong>, grazie ancora per <strong>la</strong> tua disponibilità<br />

e per il tuo tempo. Cominciamo!<br />

1. Qual è l’età media caratterizzata dal<br />

più alto tasso di abbandono sportivo?<br />

I dati riportano un maggior abbandono giovanile<br />

nel<strong>la</strong> fascia d’età compresa tra gli 11e<br />

i 14 anni.<br />

Ti riporto di seguito due ricerche (reperibili<br />

sul web, NdR) che si sono occupate di “abbandono<br />

giovanile” e i principali dati re<strong>la</strong>tivi<br />

ad esso.<br />

Il primo è una ricerca sui motivi <strong>de</strong>ll’ab-bandono<br />

sportivo nel<strong>la</strong> Provincia di Trento. Svol-


ta nel 2009, pren<strong>de</strong> in esame e in maniera<br />

approfondita un numero campione di giovani<br />

abbastanza rilevante. Vediamo meglio nel<br />

<strong>de</strong>ttaglio.<br />

• N= 1.156 alunni, 45,5% M e 54,5% F<br />

• età media: 16,2 (± 1,62) anni<br />

Quasi tutti hanno avuto un contatto con lo<br />

sport: il 92% pratica o ha praticato sport,<br />

ma il 33% ha abbandonato.<br />

Da questo si evince che l’età media <strong>de</strong>ll’abbandono<br />

equivale a 12,9 (± 2,64) anni.<br />

I motivi principali <strong>de</strong>ll’abbandono sportivo<br />

risiedono in maggioranza nel fatto<br />

che, il giovane, abbia altri interessi<br />

(31,1%) o che <strong>la</strong>sci il proprio sport<br />

per un’effettiva mancanza di tempo<br />

(30,7%).<br />

Il secondo è una ricerca condotta dal<strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong><br />

<strong>de</strong>llo Sport <strong>de</strong>l CONI Marche nel<br />

20<strong>10</strong> dal titolo “Abbandono sportivo:<br />

quanto?”<br />

N=1.284 ragazze e ragazzi di scuo<strong>la</strong> secondaria<br />

superiore.<br />

59,4% NON PRATICANTI;<br />

16,6% Non hanno mai praticato;<br />

42,7% Hanno praticato e hanno abbandonato;<br />

40,6% PRATICANTI;<br />

20% Praticano ma hanno cambiato<br />

sport;<br />

20,6% Praticano e non hanno cambiato<br />

sport;<br />

Sono state, inoltre, condotte alcune ricerche<br />

sull’abbandono giovanile che riguarda le ragazze,<br />

che partecipano ad attività sportive in<br />

percentuali inferiori rispetto ai maschi in età<br />

adolescenziale. Questo sembra essere dovu-<br />

15<br />

to al fatto che i mo<strong>de</strong>lli di riferimento sportivi<br />

femminili siano in percentuali minori rispetto<br />

a quelli maschili e, che alcuni sport sono<br />

sessualmente tipizzati (sport prettamente<br />

maschili verso sport prettamente femminili),<br />

un concetto a contrasto con l’immagine culturale<br />

di femminilità.<br />

Per quanto concerne il canottaggio, avevo<br />

già affrontato questo argomento durante una<br />

conferenza svoltasi nel febbraio 2011 a Torino.<br />

Grazie a F<strong>la</strong>viano Ciriello, che mi aveva<br />

gentilmente fatto avere <strong>de</strong>l materiale avevo<br />

potuto riportare questi dati non difficili da interpretare<br />

e certamente indicativi sul<strong>la</strong> situazione,<br />

più o meno attuale, <strong>de</strong>l canottaggio<br />

italiano (tabel<strong>la</strong> al pie<strong>de</strong> pagina).<br />

2. Quali possono essere le cause principali<br />

che portano un giovane ad abbandonare<br />

uno sport?<br />

Come già <strong>de</strong>tto i motivi principali risiedono<br />

nei numerosi interessi che coinvolgono i nostri<br />

giovani e di conseguenza <strong>la</strong> mancanza di<br />

tempo libero. A questi, però, vanno aggiunti<br />

e non sottovalutati anche altri aspetti come:<br />

1. carichi di <strong>la</strong>voro agonistici eccessivi;<br />

2. aspettative elevate da parte di terzi che<br />

gravano in maniera elevata sul giovane;<br />

3. corrispon<strong>de</strong>nti <strong>de</strong>lusioni (se l’aspettativa<br />

è troppo alta rispetto al<strong>la</strong> realtà si va incontro<br />

ad un ovvio fallimento);<br />

4. mancanza di divertimento;<br />

5. impegni sco<strong>la</strong>stici pressanti;<br />

6. fattore tempo. Il tempo <strong>de</strong>i giovani si divi<strong>de</strong><br />

tra scuo<strong>la</strong> e sport con annessi trasferimenti,<br />

gare ecc…se il tempo libero è<br />

unicamente <strong>de</strong>dicato a una attività agonistica<br />

non si può <strong>de</strong>finire tempo libero;<br />

Credo possa essere di interesse citare uno<br />

strumento italiano, ovvero il “Questionario di<br />

DOVE COSA CAT F M TOT<br />

PIEDILUCO Festival <strong>de</strong>i <strong>10</strong>-14 315 980 1295<br />

LUGLIO Giovani<br />

PIEDILUCO Campionato 15-16 84 379 463<br />

GIUGNO Italiano Ragazzi<br />

MANTOVA Campionato 17-18 65 209 274<br />

SETTEMBRE Italiano Junior<br />

PIEDILUCO Campionato 18-22 47 183 230<br />

GIUGNO Italiano Un<strong>de</strong>r 23<br />

MANTOVA Campionato >23 <strong>10</strong> 65 75<br />

SETTEMBRE Italiano Assoluti


motivazione al<strong>la</strong> pratica sportiva” di Buonamano,<br />

Cei e Mussino che individua in alcune<br />

macro aree le principali motivazioni che<br />

spingono, invece, un giovane a fare sport.<br />

Vediamo insieme alcuni di questi aspetti.<br />

RIUSCITA / STATUS (<strong>de</strong>si<strong>de</strong>rio di vincere,<br />

essere popo<strong>la</strong>ri, fare qualcosa in cui si è<br />

capaci, ricevere premi, ecc.);<br />

SQUADRA (far parte di una squadra);<br />

SPENDERE ENERGIE (fare esercizio, scaricare<br />

le tensioni, ecc.);<br />

FORMA FISICA (fare esercizio, sentirsi in<br />

forma);<br />

RINFORZI ESTRINSECI (genitori, amici, allenatori);<br />

SVILUPPO E MIGLIORAMENTO DELLE<br />

ABILITA’ SPORTIVE;<br />

AMICIZIA (stare con gli amici, farsene di<br />

nuovi);<br />

DIVERTIMENTO (piacere tratto all’azione,<br />

eccitazione, ecc.);<br />

Nel<strong>la</strong> tabel<strong>la</strong> che segue riporto le differenze<br />

che caratterizzano le motivazioni in funzione<br />

<strong>de</strong>ll’età vedi tabel<strong>la</strong> al pie<strong>de</strong> di pagina)<br />

3) Quali sono i possibili sintomi <strong>de</strong>l disagio?<br />

ETÀ<br />

INFANZIA<br />

ADOLESCENZA<br />

TARDA ADOLESCENZA<br />

DALLA GIOVINEZZA<br />

A TUTTA L’ETÀ ADULTA<br />

16<br />

Partendo dal presupposto che nei giovani<br />

l’i<strong>de</strong>ntità di atleta coinci<strong>de</strong> con l’i<strong>de</strong>ntità <strong>de</strong>l<strong>la</strong><br />

persona, un atleta insoddisfatto genera una<br />

persona infelice. La mancanza di percezione<br />

di efficacia corrispon<strong>de</strong> a manifestazioni di<br />

disagio che, può assumere diverse forme:<br />

segni di insicurezza e sentimenti di svalutazione,<br />

stati di gran<strong>de</strong> affaticamento fisico e<br />

mentale, manifestazioni d’ansia, comportamenti<br />

provocatori e-o antisociali fino a veri e<br />

propri cali <strong>de</strong>ll’umore.<br />

4) Cosa scatta nel<strong>la</strong> testa di un/a giovane<br />

per arrivare a <strong>la</strong>sciare uno sport?<br />

A questa domanda rispondo ricollegandomi<br />

a quanto già <strong>de</strong>tto nel secondo punto, aggiungendo<br />

so<strong>la</strong>mente un grafico “ansia -<br />

noia - apatia – flow (divertimento)” creato da<br />

Csikszentmihalyi nel 1975, utile a far compren<strong>de</strong>re<br />

meglio il tutto.<br />

Queste situazioni come vengono vissute<br />

dai genitori? Ma, soprattutto, come<br />

possono aiutare i propri figli?<br />

È semplice! Cercando di essere “invisibilmente”<br />

presenti. È importante che i ragazzi<br />

imparino ad affrontare le criticità e a sviluppare<br />

il proprio senso di responsabilità. Un<br />

buon genitore è attento all’ambiente che<br />

sceglie per il proprio figlio, supervisiona le<br />

sue attività, lo ascolta e si confronta con lui,<br />

ma gli <strong>la</strong>scia il giusto spazio di azione.<br />

La colpa, può essere <strong>de</strong>gli allenatori?<br />

Quanto influisce l’ambiente interno<br />

<strong>de</strong>lle società sportive?<br />

Purtroppo, un ambiente caratterizzato da<br />

persone dotate certamente di buona volontà,<br />

ma poco preparate sotto l’aspetto educativo<br />

(lungi da me giudicare <strong>la</strong> conoscenza<br />

tecnica!) possono fare grandi danni. Ogni<br />

MOTIVAZIONI<br />

RINFORSI ESTRINSECI<br />

(genitori, amici, allenatori)<br />

AMICIZIA<br />

ACQUISIZIONE DI COMPETENZA<br />

DESIDERIO DI GAREGGIARE/<br />

ECCITAMENTO<br />

AMICIZIA<br />

RIUSCITA/STATUS<br />

FORMA FISICA


giovane atleta è un’entità a sé, con caratteristiche<br />

uniche e speciali e, con un proprio<br />

piccolo bagaglio di esperienze che cresce e<br />

si modifica in funzione di quello che gli adulti<br />

gli trasmettono. Un ambiente pressante, che<br />

concentra troppa enfasi sui risultati e un<br />

agonismo portato all’eccesso possono provocare<br />

numerosi conflitti. Se a questi vanno<br />

ad aggiungersi anche <strong>la</strong> mancanza di divertimento,<br />

allenamenti noiosi, mancanza di rinforzi<br />

a<strong>de</strong>guati e di feedback positivi da parte<br />

<strong>de</strong>lle figure di riferimento può sopraggiunge<br />

anche un senso di frustrazione.<br />

Credo fortemente che l’ambiente sportivo<br />

<strong>de</strong>bba rappresentare per i giovani una sorta<br />

di seconda casa. Uno spazio dove l’atleta<br />

si sente bene, è al sicuro e sa di poter contare<br />

sugli adulti di riferimento. Al<strong>la</strong> base di un<br />

buon clima ci sono sicuramente buone capacità<br />

di ascolto e di comunicazione.<br />

Come può influire sul giovane il fatto di<br />

aver avuto uno o tutti e due i genitori<br />

sportivi e magari campioni nello stesso<br />

sport?<br />

Come gli allenatori anche i genitori sono <strong>de</strong>i<br />

mo<strong>de</strong>lli. Va da sé che è più facile che non<br />

17<br />

pratichino sport i figli di genitori che non<br />

hanno mai fatto sport e, viceversa, praticano<br />

sport in maniera più seria figli di sportivi.<br />

Questo è un argomento che va trattato più<br />

approfonditamente e quindi non riesco a<br />

rispon<strong>de</strong>rti in maniera esaustiva. Esistono<br />

molte ricerche che trattano questo tema. Tra<br />

le molte, ricordo di aver letto uno studio in<br />

cui si affermava che sono portati a praticare<br />

sport figli di genitori con buon livello culturale...<br />

un esempio che mi serve per farti<br />

capire che esistono diversi punti al riguardo<br />

e non vorrei correre il rischio di dilungarmi<br />

troppo.


18<br />

Come dovrebbe comportarsi un allenatore<br />

difronte al disagio manifestato da<br />

un giovane atleta?<br />

Credo sia importante capire che spesso i<br />

comportamenti ina<strong>de</strong>guati <strong>de</strong>i nostri ragazzi<br />

sono manifestazioni di un disagio.<br />

Durante gli incontri organizzati dal<strong>la</strong> FIC, proponevo<br />

ai tecnici questi punti:<br />

Un buon mo<strong>de</strong>llo (compresi i genitori e tutti<br />

gli educatori)<br />

Agisce intenzionalmente, nell’ambito <strong>de</strong>l<br />

possibile;<br />

Mostra i suoi sentimenti in modo a<strong>de</strong>guato;<br />

Si interroga circa i messaggi veico<strong>la</strong>ti da taluni<br />

comportamenti;<br />

Accetta incondizionatamente il ragazzo, ma<br />

non sempre approva i suoi comportamenti;<br />

Lo ascolta con empatia, valorizzando le sue<br />

parole, i suoi sentimenti, le sue esperienze,<br />

senza sostituirsi a lui;<br />

Manifesta stima e fiducia verso di sé e il ragazzo;<br />

Deci<strong>de</strong> le regole e sa dire di “NO”;<br />

Affronta i conflitti in maniera a<strong>de</strong>guata;<br />

Fa ampio uso <strong>de</strong>l rinforzo;<br />

Cosa non dovrebbe assolutamente fare?<br />

Fare muro contro muro e mettere ulteriori<br />

pressioni. Una cosa che proprio io non<br />

capisco sono alcuni atteggiamenti di fronte<br />

alle difficoltà. Provo a spiegarmi meglio con<br />

un esempio: atleta in difficoltà che colleziona<br />

insuccessi. L’atteggiamento caratteristico è


quello di fargli fare più gare! La frase tipica<br />

è: “E’ in sfiducia. Deve recuperare <strong>la</strong> fiducia<br />

e ha bisogno di un buon risultato” Sul fatto<br />

che abbia bisogno di un successo siamo tutti<br />

concordi. La domanda è: come fa un atleta<br />

che non è in fiducia a fare una buona performance<br />

e a portare a casa un buon risultato?<br />

A mio avviso così si rischia di instaurare solo<br />

un circolo vizioso. Forse sarebbe meglio fermarsi,<br />

analizzare <strong>la</strong> performance <strong>de</strong>ficitaria,<br />

costruire un progetto di <strong>la</strong>voro che parta dal<br />

recuperare il piacere per l’attività in sé per poi<br />

arrivare al<strong>la</strong> percezione di efficacia con compiti<br />

stimo<strong>la</strong>nti in un crescendo di difficoltà.<br />

Insomma, <strong>la</strong>vorare e poi ripartire. Mi rendo<br />

conto che fermarsi quando <strong>la</strong> stagione è in<br />

corso non è sempre facile. Ma, nello sport<br />

giovanile, forse è meglio sacrificare qualche<br />

gara piuttosto che un giovane atleta.<br />

Inoltre, un buon tecnico, dovrebbe prestare<br />

partico<strong>la</strong>re attenzione a non alimentare solo<br />

l’individualità a discapito <strong>de</strong>llo spirito di gruppo<br />

(i giovani si sostengono nel gruppo!). È oltremodo<br />

importante che non affronti i problemi<br />

e le difficoltà <strong>de</strong>l singolo davanti agli altri<br />

componenti <strong>de</strong>l gruppo, ma che stabilisca<br />

con questo uno spazio neutro e riservato.<br />

Qual è il tuo consiglio?<br />

Il mio consiglio è quello di ricordarci sempre<br />

che sentire non è uguale ad ascoltare. I nostri<br />

ragazzi hanno bisogno di essere ascoltati<br />

e non giudicati. Quindi, sarebbe bene, capire<br />

prima di agire.<br />

Grazie Michae<strong>la</strong>, ma prima di salutarci avrei<br />

da porti ancora un paio di doman<strong>de</strong>.<br />

Come hai vissuto <strong>la</strong> tua esperienza di psicologa<br />

nel<strong>la</strong> stagione pre-olimpica e olimpica?<br />

Come è stato vivere a stretto contatto con<br />

le emozioni e i “problemi” <strong>de</strong>i canottieri<br />

italiani?<br />

E, per conclu<strong>de</strong>re, pensi che anche i tecnici,<br />

in generale, <strong>de</strong>bbano avvalersi <strong>de</strong>l supporto<br />

di uno psicologo <strong>de</strong>llo sport?<br />

Quando mi sono iscritta a psicologia l’ho<br />

fatto con il chiaro intento e obiettivo di <strong>la</strong>vorare<br />

nel<strong>la</strong> psicologia <strong>de</strong>llo sport. L’Italia, purtroppo,<br />

non è una realtà così semplice, ma<br />

ho insistito, <strong>la</strong>vorato e studiato mettendomi<br />

in gioco. Lavoro nello sport dal 2002 e per<br />

me ogni nuova avventura è fonte di stimolo.<br />

Amo questo <strong>la</strong>voro e lo faccio con curiosità e<br />

passione, cercando di aumentare sempre le<br />

mie competenze.<br />

Lavorare con i ragazzi <strong>de</strong>l canottaggio è<br />

19<br />

stato bellissimo. Ho condiviso con loro i<br />

problemi e le emozioni, ho sofferto con loro<br />

e gioito per loro. Confesso che l’anno preolimpico<br />

e quello olimpico sono stati faticosi<br />

e impegnativi, ma non li scambierei con nul<strong>la</strong><br />

al mondo. Il canottaggio è uno sport molto<br />

duro, dove impegno e fatica <strong>de</strong>vono andare<br />

a braccetto se si vogliono raggiungere buoni<br />

risultati. I ritmi sono sempre serrati, <strong>la</strong> concentrazione<br />

sempre al massimo e, il contesto<br />

e le persone lo rendono uno sport davvero<br />

affascinante.<br />

Penso che il confronto sia fonte di stimolo<br />

e arricchimento per ogni figura professionale<br />

e professionalizzante. Rispondo al<strong>la</strong> tua ultima<br />

domanda con una domanda: “A chi non<br />

piacerebbe arricchirsi di nuove competenze<br />

e fruire di nuovi stimoli?”<br />

Già, a chi non piacerebbe?<br />

Grazie mille per averci dato <strong>la</strong> possibilità di<br />

affrontare un argomento che ci sta molto a<br />

cuore.<br />

Il nostro obiettivo è quello di creare il maggior<br />

numero di campioni che possano portare<br />

lustro al nostro Paese ma, a volte, dimentichiamo<br />

quanto, invece, il nostro compito<br />

sia quello di educare e incoraggiare i più<br />

giovani a praticare il canottaggio so<strong>la</strong>mente<br />

per il piacere di mettersi al<strong>la</strong> prova e dargli<br />

modo di innamorarsi di questo mondo.


Prosegue anche in questo numero <strong>la</strong> preziosa<br />

col<strong>la</strong>borazione con Elena Casiraghi,<br />

atleta Pl di buon livello, oggi ricercatrice<br />

all’Enervit a fianco con uno <strong>de</strong>i nomi più<br />

importanti <strong>de</strong>l<strong>la</strong> ricerca nello sport. Enrico<br />

Arcelli.<br />

Ringraziando Elena per il suo importante<br />

contributo, invitiamo tutti gli appassionati<br />

di sport di consultare il suo blog all’indirizzo:http://sporteat.wordpress.com/category/alimentazione/<br />

,<br />

LA pAROLA ALL’ESpERtO:<br />

ELENA CASIRAgHI<br />

IL pRImO RECUpERO? L’IDRAtAzIONE<br />

C’è un concetto che da sempre<br />

mi affascina. E’ quello<br />

<strong>de</strong>l<strong>la</strong> Supercompensazione.<br />

Mi piacerebbe poterle<br />

dare <strong>de</strong>l lei.<br />

E’ il fenomeno per cui, in seguito<br />

ad uno stimolo (o ad una successione<br />

di essi), l’organismo genera un adattamento.<br />

E’ un concetto affascinante. E’ il fenomeno<br />

che sta al<strong>la</strong> base <strong>de</strong>l<strong>la</strong> pirami<strong>de</strong> <strong>de</strong>l<strong>la</strong> metodologia<br />

<strong>de</strong>ll’allenamento. La porta che ci<br />

conduce al miglioramento e al<strong>la</strong> crescita<br />

sportiva.<br />

Il termine supercompensazione significa<br />

compensare oltre. Pertanto non sono solo<br />

fondamentali <strong>la</strong> specificità e <strong>la</strong> frequenza<br />

<strong>de</strong>gli stimoli allenanti ma, altresì è importante<br />

anche il tempo e <strong>la</strong> qualità <strong>de</strong>l recupero<br />

affinché l’organismo riesca ad adattarsi allo<br />

stress indottogli. Solo tenendo presente<br />

questi presupposti è possibile guadagnare il<br />

miglioramento <strong>de</strong>l<strong>la</strong> prestazione.<br />

La chiave <strong>de</strong>l fenomeno <strong>de</strong>l<strong>la</strong> supercompensazione<br />

è <strong>la</strong> fase <strong>de</strong>l recupero (altresì <strong>de</strong>tta<br />

fase di compensazione) poiché senza essa<br />

anche gli stimoli –se pur specifici e costanti-<br />

sull’organismo non avrebbero efficacia.<br />

20<br />

A cura di Elena<br />

Casiraghi, Ph.D.<br />

Specialista in<br />

Alimentazione<br />

e Integrazione<br />

<strong>de</strong>llo Sport<br />

elena.casiraghi@<br />

gmail.com<br />

E’ una fase molto <strong>de</strong>licata che compensa,<br />

appunto, lo stress a cui l’organismo ha<br />

dovuto far fronte per sostenere lo sforzo<br />

allenante.<br />

Sostengo sempre che il recupero allena e<br />

che, infatti, l’allenamento non termina col<br />

<strong>de</strong>faticamento e lo stretching. L’allenamento<br />

–e quindi lo stimolo allenante- termina<br />

quando inizia il successivo allenamento. Paradossale,<br />

vero?<br />

In partico<strong>la</strong>re <strong>la</strong> fase più <strong>de</strong>licata e <strong>de</strong>terminante<br />

<strong>de</strong>l<strong>la</strong> riuscita <strong>de</strong>ll’allenamento e quindi<br />

<strong>de</strong>l suo adattamento da parte <strong>de</strong>ll’organismo<br />

<strong>de</strong>ll’atleta, è l’ora successiva allo sforzo.<br />

Nei 60 minuti successivi al<strong>la</strong> seduta di allenamento,<br />

infatti, nell’organismo si scatenano<br />

una serie eventi –enzimatici e ormonali,<br />

ma non solo- che possono essere supportati<br />

dall’alimentazione e dall’integrazione di<br />

alcuni macro e micronutrienti.<br />

Il recupero ti allena.<br />

ENERGIA:<br />

Sia per chi <strong>de</strong>si<strong>de</strong>ra raggiungere il peso –e<br />

mantenerlo- sia per gli atleti senza categoria<br />

di peso, è fondamentale recuperare<br />

l’energia consumata durante gli allenamenti<br />

<strong>de</strong>l<strong>la</strong> durata pari o maggiore all’ora.


È bene, pertanto, assumere appena finito lo<br />

sforzo una picco<strong>la</strong> quantità di carboidrati.<br />

L’i<strong>de</strong>ale è un frutto (es. una me<strong>la</strong>), vanno<br />

bene anche un bicchiere di succo di frutta,<br />

due fette di pane o di crackers.<br />

Il momento migliore per farlo è <strong>la</strong> prima<br />

mezzora che segue il termine <strong>de</strong>ll’allenamento<br />

in quanto l’organismo ci offre <strong>la</strong><br />

sua massima disponibilità a recuperare.<br />

Disponibilità che va via via diminuendo col<br />

passare <strong>de</strong>l tempo.<br />

E’ vantaggioso, pertanto, specialmente per<br />

chi <strong>de</strong>si<strong>de</strong>rasse recuperare senza aumentare<br />

di massa grassa, fare un piccolo spuntino<br />

subito dopo l’allenamento, anche prima <strong>de</strong>l<strong>la</strong><br />

doccia.<br />

MUSCOLAZIONE:<br />

La forza è un fattore di riuscita <strong>de</strong>l<strong>la</strong> prestazione<br />

<strong>de</strong>l canottaggio.<br />

Sia che i muscoli hanno eseguito un allenamento<br />

intenso che lungo hanno bisogno<br />

di essere ristrutturati.<br />

A maggior ragione se ci siamo sottoposti<br />

ad una seduta di pesistica per aumentare<br />

<strong>la</strong> massa musco<strong>la</strong>re o <strong>la</strong> forza.<br />

In entrambe i casi è fondamentale ottimizzare<br />

lo stimolo <strong>de</strong>ll’allenamento offrendo ai<br />

muscoli aminoacidi e proteine.<br />

Quali e quante?<br />

Innanzitutto è importante che ci sia un pò di<br />

leucina (<strong>la</strong> trovi nelle capsule di B.C.A.A. oppure<br />

nei <strong>la</strong>tticini principalmente) in quantità<br />

minima di 2,5 g.<br />

E poi, altresì, un pochino di proteine. Quante?<br />

Una quantità pari a un terzo <strong>de</strong>l peso<br />

corporeo <strong>de</strong>ll’atleta.<br />

Se si tratta, ad esempio, di una donna peso<br />

leggero di 60 kg, circa 20 g di proteine.<br />

Anche il questo caso il momento migliore<br />

per recuperare l’aspetto proteico è quello<br />

che segue <strong>la</strong> fine <strong>de</strong>ll’allenamento.<br />

Nei 40 minuti successivi, infatti, l’organismo<br />

offre <strong>la</strong> sua totale disponibilità a recuperare<br />

le proteine e ad ottimizzare lo stimolo <strong>de</strong>ll’allenamento<br />

appena concluso.<br />

Da consi<strong>de</strong>rare che dopo sole 3 ore questa<br />

disponibilità si riduce <strong>de</strong>l 75%.<br />

21<br />

E L’IDRATAZIONE?<br />

L’idratazione è un fattore molto trascurato.<br />

Eppure è estremamente importante e <strong>de</strong>termina<br />

<strong>la</strong> riuscita <strong>de</strong>l recupero.<br />

Si pensi che se le cellule musco<strong>la</strong>ri non<br />

hanno recuperato i sali minerali, non sono<br />

in grado di assorbire carboidrati e proteine.<br />

Si pensi <strong>la</strong> cellu<strong>la</strong> musco<strong>la</strong>re in stato di pieno<br />

recupero come un acino d’uva fresco.<br />

Quando è scarsamente idratata, invece, è<br />

più simile a un acino di uva sultanina. Secca,<br />

asciutta e vuota. In queste condizioni,<br />

<strong>la</strong> cellu<strong>la</strong> musco<strong>la</strong>re non è in grado di recuperare<br />

né gli zuccheri consumati durante lo<br />

sforzo, né le proteine.<br />

È fondamentale ricordarsi, perciò, - nonché<br />

trasmettere agli atleti che il primo recupero<br />

è l’idratazione.<br />

Uno spuntino i<strong>de</strong>ale, per esempio, successivo<br />

ad allenamenti indoor oppure<br />

all’aperto dove c’è stata un’importante sudorazione,<br />

per effettuare un primo recupero<br />

e velocizzare il ritrovo <strong>de</strong>l<strong>la</strong> compensazione,<br />

potrebbe essere un frutto (ricco di<br />

carboidrati e sali minerali) e una porzione<br />

di formaggio Grana.<br />

Quando, invece, si <strong>de</strong>si<strong>de</strong>ri ottimizzare<br />

l’efficacia <strong>de</strong>ll’esercizio di pesi – sia<br />

di forza senza aumento di massa magra<br />

oppure di aumento di massa magra- suggerisco<br />

200-300 ml di <strong>la</strong>tte parzialmente<br />

scremato. Il <strong>la</strong>tte e lo yoghurt, infatti,<br />

sono alimenti ricchi di leucina e proteine<br />

<strong>de</strong>l siero <strong>de</strong>l <strong>la</strong>tte e caseina. Le migliori<br />

per ottimizzare questo genere di sedute<br />

di allenamento.<br />

Nel pasto successivo è importante completare<br />

<strong>la</strong> fase di recupero. E’ bene, pertanto,<br />

che nel pranzo e nel<strong>la</strong> cena ci siano<br />

proteine magre e verdure innanzitutto<br />

e, a seguire, una picco<strong>la</strong> porzione di quei<br />

carboidrati che si assorbono rapidamente,<br />

come pane o pasta o riso, e una porzione<br />

di frutta.<br />

Si ricordi, ad ogni modo, che il primo recupero<br />

è quello salino: acqua e salino.<br />

Acqua e sali minerali per scatenare il fenomeno<br />

<strong>de</strong>l<strong>la</strong> supercompensazione.


pASSANO gLI ANNI E RIESpLODE<br />

LA pASSIONE gIOVANILE<br />

Due atleti, due appassionati di remi e regate che non<br />

mol<strong>la</strong>no mai: Ivan e Luca ancora in linea tra i master<br />

oggi appassionati allenatori<br />

Per questo numero, Ferruccio Calegari,<br />

che da sempre col<strong>la</strong>bora con <strong>la</strong> rivista<br />

<strong>de</strong>ll’ANAC, e che lunedì 1° aprile festeggerà<br />

i suoi 80 anni (auguri Ferruccio!) ha scelto<br />

di proporre ai suoi lettori un pezzo su<br />

due allenatori, entrambi soci <strong>de</strong>l<strong>la</strong> nostra<br />

<strong>Associazione</strong>, che recentemente hanno<br />

iniziato il loro percorso tecnico sulle acque<br />

<strong>de</strong>ll’Idroscalo: Ivan Corti e Luca Ghezzi, ai<br />

quali vanno gli auguri di un buon <strong>la</strong>voro.<br />

Lo sportivo d’oggi, persona attiva ed<br />

impegnata nel proprio <strong>la</strong>voro, ma attenta<br />

anche al dopo <strong>la</strong>voro, non sempre è il<br />

campione di punta di una specialità, ma<br />

costituisce quel piccolo ingranaggio che<br />

col suo impegno fa muovere <strong>la</strong> gran<strong>de</strong><br />

macchina <strong>de</strong>l mondo sportivo. Una macchina non<br />

troppo gran<strong>de</strong> nelle piccole località ma con molte<br />

succursali nelle metropoli, dove <strong>la</strong> sera, dopo il <strong>la</strong>voro,<br />

trovi gli strumenti opportuni per scaricare <strong>la</strong> tensione di<br />

una intensa giornata prima di tornare a casa.<br />

A Mi<strong>la</strong>no, specie con iniziative sotto <strong>la</strong> bandiera con<br />

un importante marchio, si sono sviluppate numerose<br />

palestre, eccellenti nelle strutture e nell’assistenza. A<br />

molti però questo impegno racchiuso tra le lin<strong>de</strong> pareti<br />

di un salone dove si apprendono i rudimenti <strong>de</strong>l<strong>la</strong> cultura<br />

fisica va stretto ed ecco <strong>la</strong> ricerca di quelle iniziative che<br />

possono darti uno sbocco pratico a tanto impegno.<br />

Ad esempio nel canottaggio.<br />

E nell’immediata periferia <strong>de</strong>l<strong>la</strong> gran<strong>de</strong> Mi<strong>la</strong>no ti ritrovi<br />

all’Idroscalo, tempio <strong>de</strong>l gran<strong>de</strong> canottaggio sin dagli<br />

anni trenta, dove fioriscono numerosi circoli sportivi<br />

<strong>de</strong>dicati allo sport <strong>de</strong>ll’acqua, tra cui eccelle per <strong>la</strong><br />

qualità <strong>de</strong>lle proposte l’Idroscalo Club.<br />

Una sera qualunque di questo strano mese di marzo ti<br />

ritrovi nelle vicinanze di quello che alcuni pomposamente<br />

22<br />

chiamano il “mare di Mi<strong>la</strong>no”, un mare dalle rive poco<br />

frequentate oggi, ma sulle quali tra pochi mesi ci sarà<br />

tanta ressa. Ed intanto è regno felice di canottieri e<br />

canoisti, ma tra loro anche molti di quei personaggi<br />

che verso sera vanno a farsi una buona sgroppata<br />

ristoratrice per il fisico e per <strong>la</strong> mente correndo lungo<br />

l’anello pedonale che circonda il gran<strong>de</strong> bacino.<br />

E’ una serata brumosa, un po’ di persone marciano<br />

o corrono lungo le rive, dalle cuffie che qualcuno<br />

indossa sfuggono <strong>de</strong>lle leggere note di qualche musica<br />

che aiuta nell’impegno. Sull’acqua in lontananza un<br />

interessante quadro: numerose barche con giovani<br />

canottieri avanzano a buon ritmo. Senti <strong>de</strong>i richiami,<br />

<strong>de</strong>lle raccomandazioni, ma non vedi alcun motoscafo<br />

con un allenatore a bordo, pur se nell’aria ti arriva forte e<br />

chiara <strong>la</strong> <strong>voce</strong> <strong>de</strong>l tecnico che richiama i ragazzi.<br />

A riva, al pontile, lo sbarco ed ultimo da uno skiff scenda<br />

uno che ragazzo non è più: il tecnico, anche lui ai remi,<br />

è Luca Ghezzi, campione dai nobili lombi remieri che<br />

è venuto a portare <strong>la</strong> sua esperienza e <strong>la</strong> sua capacità<br />

sulle acque <strong>de</strong>l gran<strong>de</strong> bacino sportivo mi<strong>la</strong>nese. E<br />

vicino a lui un altro personaggio altrettanto interessante,<br />

e importante, che nei giorni prece<strong>de</strong>nti era apparso<br />

nelle cronache sportive remiere, Ivan Corti, attivissimo<br />

mentore <strong>de</strong>l canottaggio lombardo, che in molte<br />

occasioni riesce a mettere assieme <strong>de</strong>i validi “otto”<br />

master che furoreggiano sulle acque nazionali ed anche<br />

internazionali.<br />

Due storie in parte diverse, una passione comune<br />

alimentata dal gran<strong>de</strong> amore per il canottaggio che li<br />

ha portati dopo varie esperienze all’impatto col nuovo<br />

impegno all’Idroscalo, con <strong>la</strong> casacca di Idroscalo Club.<br />

Origine per entrambi ai remi al<strong>la</strong> Canottieri Tritium, il<br />

gran<strong>de</strong> sodalizio remiero i<strong>de</strong>ato dal<strong>la</strong> vulcanica passione<br />

di Padre Testa, un sacerdote missionario <strong>de</strong>l verbo<br />

divino e di quello remiero, che prima aveva messo in<br />

barca anche i ragazzi bolognesi al Collegio San Giovanni


e che in terra di missione africana aveva pure cercato<br />

di trasfon<strong>de</strong>re <strong>la</strong> passione per l’arte <strong>de</strong>l remare. E loro<br />

questa passione ora <strong>la</strong> vogliono sviluppare qui con<br />

molti ragazzi, tanti dovrebbero arrivare tra breve dalle<br />

numerose scuole <strong>de</strong>l<strong>la</strong> zona.<br />

Hanno <strong>la</strong>vorato sodo nel<strong>la</strong> serata tra barche e remi,<br />

dopo avere concluso anche il loro impegno giornaliero<br />

nell’ambito <strong>la</strong>vorativo, risorsa per <strong>la</strong> vita ed anche per<br />

<strong>la</strong> loro passione. Passione che sviluppano sempre col<br />

sorriso sulle <strong>la</strong>bbra.<br />

“E perché non dovremmo sorri<strong>de</strong>re – sbottano all’unisono<br />

–, se sei mosso dal<strong>la</strong> passione per una cosa, quando <strong>la</strong><br />

fai <strong>de</strong>ve essere un piacere. Ed a noi questo impegno<br />

piace. E poi è importante divertirsi ed anzi è questo il<br />

primo “fondamentale” che trasmettiamo ai ragazzi.<br />

La scelta <strong>de</strong>l canottaggio all’inizio magari sarà stata<br />

pilotata da qualche amico o consigliata da qualcuno<br />

di casa, ma quando hai trovato <strong>la</strong> tua giusta posizione<br />

sul carrello non <strong>de</strong>vi consi<strong>de</strong>rarti il forzato ai remi, ma<br />

l’appassionato ad un gioco che magari poi potrà portarti<br />

anche alle stelle”.<br />

Entrambi molto attivi, hanno sviluppato due percorsi<br />

agonistici diversi, pur nel<strong>la</strong> coinci<strong>de</strong>nza <strong>de</strong>ll’alveo in<br />

cui è cresciuta <strong>la</strong> loro passione, da amore a prima vista<br />

per quel quel fiume Adda, che come scriveva tempo fa<br />

Ivan Corti in una nota sul suo appassionato percorso in<br />

questo sport “Adda, il fiume femmina per eccellenza. Ti<br />

fa innamorare grazie al<strong>la</strong> generosità con cui si conce<strong>de</strong>,<br />

calma, piatta, mentre altre volte si presenta irrequieta e<br />

agitata, ma sempre con un fascino partico<strong>la</strong>re”.<br />

Ed è anche sintomatico il fatto che partendo dall’Adda<br />

siano arrivati all’Idroscalo, le cui acque sono in parte<br />

sorgive, ma che hanno fruito negli anni <strong>de</strong>l<strong>la</strong> importante<br />

alimentazione <strong>de</strong>l<strong>la</strong> Martesana, il canale leonar<strong>de</strong>sco<br />

che partendo dall’Adda arriva a Mi<strong>la</strong>no: “E quindi – si<br />

illumina Ivan, col suo sorriso da folletto, da eterno<br />

Peter Pan come lo hanno ribattezzato gli amici – non<br />

23<br />

ci siamo allontanati troppo da casa e grazie al cordone<br />

ombelicale <strong>de</strong>l<strong>la</strong> Martesana continuiamo a remare sulle<br />

acque <strong>de</strong>ll’Adda”.<br />

Entrambi tecnici abilitati, Ivan allenatore di 1°<br />

livello e Luca di 2° livello, consi<strong>de</strong>rano importante il<br />

riconoscimento ufficiale, ma prima di tutto, ribadiscono<br />

all’unisono, per svolgere bene questo impegno ci vuole<br />

passione e amore per il canottaggio, un amore che<br />

aveva portato Ivan a ritornare sui suoi passi dopo una<br />

certa lontananza, mentre Luca dopo il gran<strong>de</strong> impegno<br />

nell’arco di tre cicli olimpici, proseguito con un ultimo<br />

assalto al<strong>la</strong> fortezza <strong>de</strong>i “mondiali”, a sua volta era<br />

rientrato nell’alveo <strong>de</strong>ll’Adda.<br />

Ivan salì in barca già a sette anni e poteva <strong>de</strong>streggiarsi<br />

soltanto sul baby skiff, una soluzione prope<strong>de</strong>utica<br />

per avviare i giovanissimi al<strong>la</strong> pratica remiera e che al<br />

massimo era una sorta di esibizione, ma che lo portò<br />

a mettersi in evi<strong>de</strong>nza. E l’anno successivo al Festival<br />

<strong>de</strong>i Giovani 1977 per Provincie (non come l’attuale che<br />

preve<strong>de</strong> c<strong>la</strong>ssifica per società), poi soppiantato dal varo<br />

<strong>de</strong>i Giochi <strong>de</strong>l<strong>la</strong> Gioventù remieri, a loro volta superati<br />

dall’attuale formu<strong>la</strong> <strong>de</strong>l Festival <strong>de</strong>i Giovani, organizzato<br />

in maniera piacevole ad Amalfi dove fu iscritto nel<br />

miniskiff, che però non fu fatto gareggiare per ragioni di<br />

sicurezza per una certa variabile <strong>de</strong>l moto ondoso. In<br />

quel<strong>la</strong> occasione <strong>la</strong> c<strong>la</strong>ssifica fu vinta dal<strong>la</strong> Provincia di La<br />

Spezia e <strong>la</strong> Lombardia partecipò con 3 squadre: Mi<strong>la</strong>no<br />

(14.a), Como (28.a) e Varese (31.a). Di quel<strong>la</strong> trasferta<br />

ancor oggi Ivan rammenta l’interminabile viaggio in treno<br />

di notte, in condizioni non certo como<strong>de</strong> come i viaggi<br />

odierni con le veloci “frecce”, ma che resta ancora un<br />

ricordo gra<strong>de</strong>vole. Più avanti poté iniziare sul miniskiff,<br />

ma dagli atti ufficiali rileviamo le sue performance più<br />

importanti dal 1987: 4° ai campionati italiani junior nel 2<br />

con, ma anche un argento nel singolo ad una importante<br />

regata in Lombardia. E fu un periodo di impegni intenso<br />

e positivo, specie dagli anni ‘90. Nel 1990 conquistò


l’argento ai Campionati universitari nel doppio, cui seguì<br />

un periodo di buona rilevanza e nelle trasferte <strong>de</strong>gli anni<br />

successivi andava alle gare con l’amico Luca Ghezzi,<br />

ma a lui risaliremo tra poco. Di quel periodo Ivan ricorda<br />

con soddisfazione l’annata 1991: l’argento ai Campionati<br />

universitari nel 4 con e nell’otto con timoniere, con<br />

l’aggiunta <strong>de</strong>l bronzo ai Campionati italiani <strong>de</strong>ll’Otto<br />

pesi leggeri, un equipaggio misto <strong>de</strong>l<strong>la</strong> Canottieri Lario<br />

in cui erano inseriti Ivan e Massimo Barzaghi. Massimo,<br />

un amico per <strong>la</strong> pelle e col quale oggi si ritrovano nelle<br />

grandi regata per master: con soddisfazione quest’anno<br />

al<strong>la</strong> d’Inverno sul Po a Torino e <strong>la</strong> Head of River Amstel<br />

di Amsterdam. Nel 1992 servizio militare in Marina ed<br />

ancora un argento nel 4 senza pesi leggeri ai campionati<br />

italiani. Poi studio e <strong>la</strong>voro lo allontanarono dagli impegni<br />

agonistici, ma l’attrazione non era cessata, anche<br />

indirettamente era vicino ai suoi amici presi dal<strong>la</strong> passione<br />

per il canottaggio sulle acque <strong>de</strong>ll’Adda e guarda caso<br />

all’ombra <strong>de</strong>l<strong>la</strong> importante centrale idroelettrica realizzata<br />

in stile liberty nel 1906 e con caratteristiche ambientali<br />

non invasive <strong>de</strong>ll’ambiente circostante, quasi simbolo <strong>de</strong>l<br />

successivo suo impegno nel mondo <strong>de</strong>l <strong>la</strong>voro.<br />

24<br />

Più in là nel tempo lo ritroviamo ancora a bazzicare da<br />

protagonista tra barche e remi e il 2009 sarà l’anno <strong>de</strong>l<br />

rientro nelle competizioni, col secondo posto nel 4 di<br />

coppia al campionato italiano pesi leggeri, cui seguirà<br />

dal 20<strong>10</strong> l’attività tra i Master con l’oro nel doppio e<br />

nell’otto, e poi ancora oro nel doppio e argento nell’otto<br />

nel 2011. Risultati che ne hanno ricaricato lo spirito e<br />

<strong>la</strong> voglia di fare, tanto da ritrovarlo da quel momento<br />

protagonista nei grandi appuntamenti <strong>de</strong>l settore.<br />

Anche Luca Ghezzi iniziò giovanissimo al<strong>la</strong> Canottieri<br />

Tritium, sulle rive <strong>de</strong>ll’Adda: aveva <strong>10</strong> anni e<br />

gradatamente iniziò ad appren<strong>de</strong>re i rudimenti <strong>de</strong>l<br />

canottaggio, crescendo nel<strong>la</strong> passione e nel<strong>la</strong> tecnica.<br />

Già nel 1989 cominciava ad affrontare le interessanti<br />

regate <strong>de</strong>l<strong>la</strong> Lombardia e nel 1990, quando l’amico Ivan<br />

affrontava competizioni di rilievo era lì ad app<strong>la</strong>udirlo,<br />

magari col <strong>de</strong>si<strong>de</strong>rio di emu<strong>la</strong>rlo. E nell’arco <strong>de</strong>gli<br />

importanti traguardi di Ivan Corti in quegli anni, ecco<br />

<strong>la</strong> prima importante medaglia per Luca, oro ai Giochi<br />

<strong>de</strong>l<strong>la</strong> Gioventù 1992 nel singolo allievi. Ma non remava<br />

soltanto: allora pesava 43 kg., peso i<strong>de</strong>ale per un<br />

timoniere ed eccolo sempre ai Giochi <strong>de</strong>l<strong>la</strong> Gioventù


al timone <strong>de</strong>i suoi amici, divertendosi da matto anche<br />

in questo ruolo. E poi una crescita continua: l’argento<br />

nel doppio al campionato italiano ragazzi nel 1993 (con<br />

Andrea Scotti) e nel 1994 <strong>la</strong> soddisfazione <strong>de</strong>ll’oro nel<br />

singolo ragazzi e pure nel doppio sempre con Scotti. Ed<br />

erano una bel<strong>la</strong> accoppiata, di ottimo livello, tanto da<br />

vincere il titolo italiano nel doppio nel 1995, centrando<br />

anche l’esaltante traguardo d’oro ai mondiali juniores a<br />

Poznan assieme ad altri due colleghi nel 4 di coppia.<br />

La marcia di Luca in maglia azzurra continua: nel 1996 è<br />

terzo ai mondiali junior nel 4 di coppia in Scozia, secondo<br />

nel singolo ai tricolori juniores e terzo nel doppio ai<br />

tricolori senior, un ottimo bi<strong>la</strong>ncio. Nel 1997 vince<br />

l’oro nel 4 di coppia un<strong>de</strong>r 23 al<strong>la</strong> Coppa <strong>de</strong>l Mondo<br />

organizzata proprio all’Idroscalo, mentre al campionato<br />

italiano si ferma al bronzo. Ancora soddisfazioni nei<br />

confini di casa nel 1998, con l’oro di campione italiano<br />

un<strong>de</strong>r 23 nel singolo e argento nel singolo senior.<br />

“Sono stati anni molto intensi, di gran<strong>de</strong> passione –<br />

continua a ricordare Luca – anche se non sempre si<br />

riusciva a conciliare <strong>la</strong> passione sportiva con le altre<br />

esigenze di vita ed in primis nello studio” (e tra una gara<br />

25<br />

e l’altra si è <strong>la</strong>ureato in scienze naturali, n.d.r.). Nel 1999<br />

un bronzo nel singolo senior ai tricolori, ma anche un<br />

oro nel doppio senior ai campionati universitari e pure<br />

l’argento nel singolo, mentre nel doppio chiu<strong>de</strong>rà al<br />

<strong>de</strong>cimo posto ai mondiali assoluti. Il 2000 sarà l’anno<br />

<strong>de</strong>l<strong>la</strong> svolta: ancora due ori ai campionati universitari<br />

(doppio e quadruplo) e poi le Olimpiadi di Sydney, con<br />

<strong>la</strong> medaglia di … legno nell’otto: “ed è stato un grosso<br />

dispiacere – ricorda Luca – ma a certi livelli bisogna<br />

anche sapere incassare <strong>la</strong> sconfitta”.<br />

Poi <strong>la</strong> svolta: dal 2001 cambia casacca, passa al<strong>la</strong><br />

Forestale. E’ un variare di traguardi di vario livello, nel<br />

2001 ai Mondiali di Lucerna è secondo nel 4 con, ed<br />

un altro buon ricordo viene dai mondiali 2005 a Gifu, in<br />

Giappone, argento nel doppio, mentre l’anno prima alle<br />

Olimpiadi <strong>de</strong>l 2004 ad Atene era settimo nell’otto. Tra<br />

un mondiale e l’altro nel 2007 è secondo agli europei<br />

nel 4 di coppia, specialità in cui ai mondiali fu quarto. E<br />

gradatamente il suo impegno ad alto livello continuò, e<br />

fu ancora al<strong>la</strong> sua terza Olimpia<strong>de</strong> nel 2008 a Pechino<br />

ma come riserva.<br />

“Ogni atleta – sorri<strong>de</strong> Luca nel rievocare tanti ricordi –<br />

vorrebbe essere sempre al top, ma essere presenti è<br />

già importante. E pur cambiando <strong>la</strong> cornice, quando mi<br />

ritrovo con gli amici canottieri è sempre esaltante essere<br />

in gara tra i cultori <strong>de</strong>ll’antica passione, tra i master,<br />

anche se di volta in volta per ragioni di un certo equilibrio<br />

previsto dai rego<strong>la</strong>menti puoi essere iscritto col nome<br />

<strong>de</strong>l<strong>la</strong> tua società oppure con altre, di cui i protagonisti<br />

poi figureranno nel<strong>la</strong> tua lista”.<br />

Come avvenne lo scorso anno ai campionati master a<br />

Mercatale, quando il quadruplo Sebino-Tritium ha vinto<br />

il quattro di coppia nel<strong>la</strong> formazione Massimo Barzaghi,<br />

Ivan Corti, Massimo Sangrigoli e Luca Ghezzi, su<br />

Menaggio e Vigili <strong>de</strong>l Fuoco Maggi e il cronista ricordava<br />

“Luca Ghezzi, azzurro, vice campione mondiale nel<br />

doppio a Gifu 2005, ha diretto l’orchestra <strong>de</strong>l quattro<br />

di coppia”. Anche allenare, come fate oggi tu e Ivan,<br />

è un po’ dirigere un’orchestra, organizzando il gruppo,<br />

equilibrando le bordate, facendo avanzare con sicurezza<br />

<strong>la</strong> barca.<br />

Ferruccio Calegari


ANgELO pORCARO<br />

pRESIDENtE<br />

DEL pANAtHLON<br />

A<br />

Pavia quando si par<strong>la</strong> di canottaggio<br />

è come maneggiare<br />

un’artistica brocca in cristallo,<br />

assolutamente da non far ca<strong>de</strong>re<br />

o magari rovinare con un<br />

piccolo urto. È <strong>la</strong> tensione che<br />

si avverte nell’ambiente quando si avvicina il<br />

fatidico appuntamento annuale <strong>de</strong>l confronto<br />

negli “otto” per <strong>la</strong> “Pavia-Pisa” (*). O lo<br />

scoramento molto raro, talora, se il magnifico<br />

rettore è costretto a ren<strong>de</strong>re omaggio al<br />

suo omologo pisano consegnando l’ambito<br />

trofeo ai pisani, accaniti avversari di un percorso<br />

di gara di pochi minuti che poi si riverbererà<br />

per i restanti 11 mesi e qualche giorno<br />

in attesa <strong>de</strong>l<strong>la</strong> rivincita, tutto questo ed altro<br />

lo percepisci dai racconti di uno “storico”<br />

personaggio che è pavese d’adozione, ma<br />

certamente più pavese di tanti altri nati in<br />

riva al Ticino.<br />

Il personaggio – che spero mi perdonerà<br />

per questa <strong>de</strong>finizione che non vuole essere<br />

ampollosa – è Angelo Porcaro, universalmente<br />

consi<strong>de</strong>rato napoletano, ma tale<br />

divenuto qualche anno dopo <strong>la</strong> nascita avvenuta<br />

nel 1940 all’ombra <strong>de</strong>lle guerresche<br />

mura di Pietrastornina, antichissimo borgo<br />

longobardo-svevo in provincia di Avellino.<br />

Sarà soltanto 5 anni più tardi, quando ormai<br />

<strong>la</strong> Campania aveva superato il periglioso<br />

passaggio <strong>de</strong>l<strong>la</strong> guerra, che arriverà a Napoli<br />

iniziandovi dalle elementari il felice percorso<br />

stu<strong>de</strong>ntesco. Ed è in questo ambiente che<br />

verso i 17 anni sentirà il richiamo <strong>de</strong>ll’arte<br />

remiera, iniziando al<strong>la</strong> Canottieri Napoli un<br />

percorso che dalle yole da mare ben presto<br />

lo porterà ad altri obiettivi. Infatti dopo un<br />

paio d’anni anziché acc<strong>la</strong>marlo per successi<br />

in fuoriscalmo gli amici lo app<strong>la</strong>udiranno da<br />

–––––––––––––<br />

(*) Al 2012 il felice score <strong>de</strong>i pavesi sottolinea 30<br />

vittorie contro le 17 di<br />

26<br />

aspirante campione <strong>de</strong>l kayak. Ed eccolo in<br />

maglia azzurra a pagaiare nel K2 sul <strong>la</strong>go<br />

di Sabaudia ad un’internazionale canoistica<br />

assieme a Cesare Bruschini, nel<strong>la</strong> gratificante<br />

atmosfera creata da campioni <strong>de</strong>l<strong>la</strong><br />

levatura di Cesare Zilioni e Alberto Schiavi,<br />

all’epoca alfieri <strong>de</strong>l<strong>la</strong> canoa azzurra e <strong>de</strong>lle<br />

Fiamme Gialle.<br />

Tempo addietro, proprio al<strong>la</strong> vigilia di una<br />

trasferta in quel di Pisa, di cui ho dimenticato<br />

(lui dice meglio così) il risultato, avevo<br />

scritto alcune consi<strong>de</strong>razioni su di lui, che<br />

ritengo di ripren<strong>de</strong>re in parte.<br />

Credo di conoscere Angelo Porcaro da una<br />

vita, quanto meno quando lui era ancora<br />

giovane allenatore di pimpanti equipaggi<br />

partenopei e non so se allora avesse i<strong>de</strong>a<br />

di diventare l’importante personaggio <strong>de</strong>l<strong>la</strong><br />

Pavia studiosa qual è oggi, approdando in<br />

riva al Ticino nel gennaio <strong>de</strong>l 1971. Lo ricordo<br />

sempre indaffarato, agitato per assicurare<br />

il primato in gara ai suoi ragazzi anche<br />

nei momenti un po’ <strong>de</strong>licati che può attraversare<br />

un allenatore tuttofare di una società<br />

quando magari all’ultimo momento gli viene<br />

a mancare un vogatore, situazione difficile<br />

da gestire e risolvere. Però è riuscito a superare<br />

sempre con garbo i molti problemi ed<br />

ora è un padre felice in quel di Pavia, non<br />

solo nel senso letterale <strong>de</strong>l termine, ma anche<br />

come padre nobile <strong>de</strong>l Cus Pavia, uno<br />

<strong>de</strong>i migliori sodalizi remieri italiani in assoluto<br />

ed in partico<strong>la</strong>re anche nel mondo stu<strong>de</strong>ntesco.<br />

Al quale ha dato tanto, con reciproca<br />

soddisfazione certamente e da parte<br />

sua e da parte <strong>de</strong>i prof-presi<strong>de</strong>nti, ma anche<br />

<strong>de</strong>i rettori magnifici che hanno trovato in lui<br />

il personaggio esperto, colto, ben preparato<br />

nel suo campo specifico come docente ma<br />

anche quale capace coordinatore di un organismo<br />

in costante evoluzione, sapendo e


iuscendo ad armonizzare in maniera ottimale<br />

un ambiente sportivo come quello universitario<br />

che qualche volta potrebbe sfuggire<br />

di mano al più navigato <strong>de</strong>i dirigenti. A<br />

fine 2011 viene eletto presi<strong>de</strong>nte <strong>de</strong>l Panathlon<br />

di Pavia e così il presi<strong>de</strong>nte <strong>de</strong>l Cus<br />

prof. Cesare Dacarro ne salutava l’elezione:<br />

“Porcaro ha impugnato davvero <strong>la</strong> barra <strong>de</strong>i<br />

timoni di infinite barche. Le sue grida hanno<br />

spinto equipaggi ed imbarcazioni sull’acqua<br />

<strong>de</strong>i campi di gara, nel corso di tanti anni di<br />

duro <strong>la</strong>voro e di successi. Poi è venuto il<br />

periodo <strong>de</strong>l<strong>la</strong> dirigenza.<br />

Porcaro è stato vicepresi<strong>de</strong>nte <strong>de</strong>l Cus. Con<br />

un occhio sempre fermo sul canottaggio,<br />

ha interpretato il suo ruolo in modo olistico,<br />

l’unico approccio possibile per <strong>la</strong> dirigenza<br />

di una vera polisportiva come il Cus. Porcaro<br />

è un vulcano di i<strong>de</strong>e, un generatore<br />

di tempeste: non consente <strong>la</strong>tenze ed incertezze.<br />

Il Panathlon è avvisato”. E da “vulcano”<br />

di i<strong>de</strong>e accompagna quanti nel nome<br />

<strong>de</strong>llo sport le esprimono o ne accarezzano le<br />

morbi<strong>de</strong> frange. E così <strong>la</strong> settimana scorsa a<br />

Borgarello, nel<strong>la</strong> cerchia periferica di Pavia,<br />

ha organizzato al Green Park una <strong>de</strong>lle sempre<br />

apprezzate “serate Panathlon” <strong>de</strong>dicata<br />

al<strong>la</strong> donna ai vertici nel<strong>la</strong> società e nello<br />

sport, con re<strong>la</strong>zioni <strong>de</strong>l<strong>la</strong> professoressa Elisa<br />

Signori e <strong>de</strong>ll’avv. Debora Tundo. Testimonials<br />

<strong>de</strong>l<strong>la</strong> serata tre vogatrici, ottime ai remi<br />

ed anche nello studio, Laura Schiavone,<br />

C<strong>la</strong>udia Wurzel e Sabrina Noseda. Ed è qui<br />

che nasce l’importante notizia: il prossimo<br />

26 marzo Sabrina Noseda, campionessa<br />

<strong>de</strong>l<strong>la</strong> “Lario”, dopo avere già concluso tutta<br />

<strong>la</strong> serie di esami, darà le ultime pa<strong>la</strong>te verso<br />

<strong>la</strong> tesi di <strong>la</strong>urea in “scienze motorie”, assistita<br />

dal prof. Angelo Porcaro e con lei anche<br />

un canottiere, Francesco Stoppa, attivissimo<br />

allenatore <strong>de</strong>l<strong>la</strong> “Mi<strong>la</strong>no”, a sua volta<br />

in linea col ciclo di esami. Ma per rafforzare<br />

il gruppo “in rosa” l’attivissimo prof. Angelo<br />

Porcaro sta accompagnando nelle ultime<br />

“pagaiate” anche <strong>la</strong> canoista cremonese<br />

Vio<strong>la</strong> Pagliari <strong>de</strong>l<strong>la</strong> Canottieri Bal<strong>de</strong>sio, <strong>la</strong> cui<br />

tesi sarà discussa a giugno.<br />

Ferruccio Calegari<br />

27<br />

SAbRINA<br />

NOSEDA<br />

Dottoressa in scienze motorie. Il traguardo più<br />

bello e sofferto è sempre l’ultimo e così Sabrina<br />

Noseda, 23enne atleta da sempre <strong>de</strong>l<strong>la</strong> Canottieri<br />

Lario, campionessa <strong>de</strong>l mondo Un<strong>de</strong>r 23 nel<br />

20<strong>10</strong> può ora mettere un altro bell’alloro in bacheca,<br />

un titolo di “dottoressa”. Non sappiamo<br />

se <strong>la</strong> pergamena troverà posto tra i 15 titoli italiani<br />

su barche lunghe e corte conquistati in carriera,<br />

oppure vicino ai diplomi tricolori ormai un po’<br />

sbiaditi <strong>de</strong>l papà Davi<strong>de</strong>, o alle medaglie <strong>de</strong>l<strong>la</strong> sorel<strong>la</strong><br />

Diana, le ultime da timoniera, o al<strong>la</strong> bacheca<br />

già creata per <strong>la</strong> promettente Arianna (<strong>la</strong> più giovane<br />

<strong>de</strong>lle Noseda), ma poco importa. Sabrina<br />

ha raggiunto un altro obiettivo a suon di studio e<br />

sacrifici, senza mai per<strong>de</strong>re il sorriso e <strong>la</strong> spontaneità<br />

che l’hanno fatta apprezzare al<strong>la</strong> Lario fin da<br />

bambina. Sabrina raggiunge così i<strong>de</strong>almente <strong>la</strong><br />

sua gran<strong>de</strong> amica, <strong>la</strong> dottoressa C<strong>la</strong>udia Wurzel,<br />

che aveva tagliato il traguardo <strong>de</strong>l<strong>la</strong> <strong>la</strong>urea (specialistica)<br />

poche settimane orsono. Il primo pensiero<br />

di Sabry? Ringraziare il suo re<strong>la</strong>tore. E che<br />

re<strong>la</strong>tore. La Noseda è stata accompagnata nel<br />

percorso <strong>de</strong>l<strong>la</strong> tesi da Angelo Porcaro, un’istituzione<br />

nel mondo <strong>de</strong>l canottaggio. Partenopeo di<br />

origini, ottimo vogatore ed eccellente allenatore,<br />

dirigente e docente approdato in riva al Ticino nel<br />

1971, come ricorda l’amico Ferruccio Calegari,<br />

Porcaro è stato vicepresi<strong>de</strong>nte <strong>de</strong>l Cus Pavia e<br />

oggi è presi<strong>de</strong>nte <strong>de</strong>l Panathlon pavese. “Ciao<br />

Paolo, volevo chie<strong>de</strong>rti un piacere gran<strong>de</strong> – mi ha<br />

scritto prima Sabrina - Volevo ringraziare Angelo<br />

Porcaro, professore e Re<strong>la</strong>tore <strong>de</strong>l<strong>la</strong> mia tesi. Nel<br />

caso scrivessi un articolo sul<strong>la</strong> mia <strong>la</strong>urea puoi<br />

mettere i miei vivissimi ringraziamenti perche è<br />

stato gentilissimo e disponibilissimo con me.<br />

Grazie mille” Ecco fatto. E, Sabrina, grazie a te e<br />

complimenti da tutta <strong>la</strong> Lario per quello che hai<br />

fatto e farai nel futuro per <strong>la</strong> tua e nostra società.<br />

Nel<strong>la</strong> foto <strong>la</strong> dottoressa e il suo re<strong>la</strong>tore Paolo<br />

Annoni - Ufficio Stampa Canottieri Lario G. Sinigaglia<br />

Il giorno successivo a quello di Sabrina,<br />

si è <strong>la</strong>ureato anche Francesco "Ciccio" Stoppa,<br />

allenatore <strong>de</strong>l<strong>la</strong> Canottieri Mi<strong>la</strong>no. Ad entrambi le<br />

congratu<strong>la</strong>zioni da parte <strong>de</strong>ll'ANAC.


RAppRESENtAtIVE REgIONALI<br />

AI mEEtINg<br />

DI pIEDILUCO<br />

I Meeting <strong>Nazionale</strong> a Piediluco, ancora con<br />

le rappresentative regionali allievi e ca<strong>de</strong>tti.<br />

L’assemblea <strong>de</strong>gli allenatori a Terni si era<br />

espressa contraria, ma sembra che invece<br />

sussista ancora <strong>la</strong> volontà di avere gli un<strong>de</strong>r<br />

14 in gara.<br />

Abbiamo già ricevuto mail e telefonate in<br />

merito.<br />

Regioni che davano giustamente per scontato<br />

il fatto di non gareggiare con i ca<strong>de</strong>tti a<br />

Piediluco, hanno programmato altro tipo di<br />

attività. Ora si trovano nel dilemma se a<strong>de</strong>rire<br />

o meno alle gare umbre.<br />

Proponiamo di preparare un documento nel<br />

quale spiegare <strong>la</strong> contrarietà <strong>de</strong>gli ad<strong>de</strong>tti ai<br />

<strong>la</strong>vori ad avere le gare di rappresentativa regionale<br />

al I Meeting, e chie<strong>de</strong>re attraverso<br />

l’<strong>Associazione</strong> di non metterle al II Meeting,<br />

visto che oramai il bando <strong>de</strong>l 6/7 aprile è già<br />

fatto.<br />

Quindi, chi è contrario può mandare una<br />

mail con le sue motivazioni all’indirizzo anacrowing@yahoo.it,<br />

e l’ANAC si farà carico di<br />

preparare il documento.<br />

Le motivazioni, a memoria erano:<br />

L’ANAC SEmpRE pIù “SOCIAL”<br />

28<br />

a) gli un<strong>de</strong>r 14 hanno già 5 manifestazioni<br />

nazionali (compreso il festival <strong>de</strong>i giovani)<br />

a loro <strong>de</strong>dicate;<br />

b) <strong>la</strong> partecipazione <strong>de</strong>lle rappresentative<br />

regionali rappresenta una spesa in più<br />

per il trasporto, vitto ed alloggio;<br />

c) una volta sul campo di gara, ci saranno<br />

<strong>de</strong>lle difficoltà a trovare <strong>de</strong>gli spazi acqua<br />

ed orari per farli allenare, con <strong>la</strong> conseguenza<br />

che l’unico momento in cui scen<strong>de</strong>ranno<br />

in barca sarà quello <strong>de</strong>l<strong>la</strong> gara;<br />

d) sul campo di gara, non possono essere<br />

abbandfonati a sè stessi, ma <strong>de</strong>vono<br />

avere <strong>de</strong>lle persone in qualità di tecnici/<br />

accompagnatori;<br />

e) in un’occasione in cui tutte le imbarcazioni<br />

sono impegnate con i ragazzi, junior,<br />

senior, potrebbe rappresentare una difficoltà<br />

trovare <strong>de</strong>gli otto e <strong>de</strong>i 4 di coppia<br />

per far gareggiare i ca<strong>de</strong>tti,<br />

f) in una location come Piediluco, dove già<br />

ogni società è alloggiata ad una discreta<br />

distanza dal campo di gara, con tutta<br />

probabilità risulterà impegnativo trovare<br />

una sistemazione alberghiera anche per<br />

gli un<strong>de</strong>r 14.<br />

Altre motivazioni, cercate di farle presente<br />

scrivendole.<br />

È di questi giorni l’apertura <strong>de</strong>l<strong>la</strong> pagina Facebook (che potrete trovare scrivendo Anac Rowing) e <strong>de</strong>l contatto<br />

Twitter (che troverete cercando ANAC o @ANAC85005644).<br />

Non si tratta di un esperimento, ma bensì di una nuova linea <strong>de</strong>l<strong>la</strong> gestione <strong>de</strong>lle notizie e <strong>de</strong>i comunicati voluta<br />

dal Presi<strong>de</strong>nte Maurizio Ustolin che non nascon<strong>de</strong> <strong>la</strong> soddisfazione per <strong>la</strong> nascita <strong>de</strong>l nuovo settore comunicazione<br />

all’interno <strong>de</strong>l direttivo.<br />

Il progetto è volto a dare una continuità al <strong>la</strong>voro cominciato nel passato quadriennio con <strong>la</strong> creazione <strong>de</strong>l<br />

nuovo sito web, il rinnovamento <strong>de</strong>l logo e <strong>la</strong> distribuzione <strong>de</strong> “I <strong>qua<strong>de</strong>rni</strong> <strong>de</strong> <strong>la</strong> <strong>voce</strong> <strong>de</strong>ll’ANAC” sui campi di<br />

gara. Servizi che hanno portato tanto sotto l’aspetto comunicativo e hanno dato una veste meno istituzionale<br />

all’associazione, facendo così capire a tutti che si vuole essere veramente vicini agli allenatori italiani.<br />

Da oggi, tutti voi potrete commentare i vari link che verranno postati, proporre i<strong>de</strong>e, criticare... insomma, l’obiettivo<br />

è quello di raggiungere il massimo <strong>de</strong>ll’interazione tra gli associati e gli utenti <strong>de</strong>i social per poter così<br />

continuare a migliorare e crescere insieme.<br />

Vi aspettiamo!


mALAgò<br />

È IL NUOVO pRESIDENtE<br />

DEL CONI NAzIONALE<br />

Giovanni Ma<strong>la</strong>gò è il 15mo presi<strong>de</strong>nte <strong>de</strong>l<br />

Coni e succe<strong>de</strong> a Gianni Petrucci. L’imprenditore<br />

romano, gia’ presi<strong>de</strong>nte <strong>de</strong>l Circolo<br />

Canottieri Aniene, e’ stato eletto oggi dal<br />

Consiglio <strong>Nazionale</strong> Elettivo che lo ha preferito<br />

all’altro candidato Raffaele Pagnozzi.<br />

Ma<strong>la</strong>gò ha vinto con 40 voti contro i 35 di<br />

Pagnozzi. 1 scheda nul<strong>la</strong>.<br />

L’<strong>Associazione</strong> <strong>Nazionale</strong> Allenatori Canottaggio<br />

pren<strong>de</strong>ndo atto <strong>de</strong>ll’importante scel-<br />

mALAgò: IDEE CHIARISSImE DA SUbItO<br />

Approfittiamo di un articolo a firma Alessandro<br />

Gennari, apparso all’indomani <strong>de</strong>ll’elezione<br />

al<strong>la</strong> Presi<strong>de</strong>nza <strong>de</strong>l CONI di Giovanni<br />

Ma<strong>la</strong>gò, sul sito online http://www.olimpiazzurra.com/<br />

, ripreso sul<strong>la</strong> pagina Facebook di<br />

ANACROWING, per compiacerci di quanto il<br />

neo presi<strong>de</strong>nte pensa (anche se non avevamo<br />

dubbio alcuno), in merito all’importanza<br />

che <strong>de</strong>ve da subito avere lo sport in generale<br />

nelle istituzioni sco<strong>la</strong>stiche, non solo tra<br />

gli stu<strong>de</strong>nti, ma anche tra i docenti (di tutte<br />

le materie!) ed i dirigenti sco<strong>la</strong>stici.<br />

Dopo l’elezione di Ma<strong>la</strong>gò, squarci di luce<br />

sullo sport nelle scuole?<br />

Tratto da http://www.olimpiazzurra.com/<br />

Le recenti elezioni <strong>de</strong>l CONI paiono proprio<br />

aver aperto <strong>la</strong> finestra e fatto entrare aria pulita<br />

nel sistema sportivo italiano: <strong>la</strong> nomina a<br />

presi<strong>de</strong>nte di Giovanni Ma<strong>la</strong>gò, che ha sconfitto<br />

il favoritissimo <strong>de</strong>lfino di Petrucci Lello<br />

Pagnozzi, infatti pare <strong>la</strong>nciare anche qualche<br />

sprazzo di speranza per il sistema sportivo<br />

italiano, che sicuramente potrà trarre linfa<br />

vitale anche dall’elezione in par<strong>la</strong>mento di<br />

Valentina Vezzali e Josefa I<strong>de</strong>m.<br />

Fin dal suo primo discorso da neo-eletto presi<strong>de</strong>nte,<br />

Ma<strong>la</strong>gò ha infatti par<strong>la</strong>to chiaro di<br />

come sia sua intenzione innanzitutto inserire<br />

<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> “sport” nel<strong>la</strong> costituzione, e quindi<br />

farne un elemento fondante <strong>de</strong>llo stato. La<br />

speranza è che si possa partire dalle basi,<br />

ovvero dal sistema sco<strong>la</strong>stico ed educativo,<br />

dove invece lo sport pare essere visto come<br />

fumo negli occhi e ostaco<strong>la</strong>to in ogni modo:<br />

29<br />

ta che ha coinvolto tutto il mondo sportivo<br />

<strong>de</strong>l nostro Paese, formu<strong>la</strong> al Presi<strong>de</strong>nte <strong>de</strong>l<br />

CONI Giovanni Ma<strong>la</strong>gò sincere felicitazioni<br />

e l‘augurio di un proficuo a favore di tutto lo<br />

sport italiano.<br />

è <strong>de</strong>i giorni scorsi infatti <strong>la</strong> notizia che il presi<strong>de</strong><br />

<strong>de</strong>l<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> media di Capoterra (Cagliari)<br />

ha vietato <strong>la</strong> diffusione e <strong>la</strong> pratica <strong>de</strong>l<br />

rugby nel<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> perchè ritenuto troppo<br />

pericoloso. Una dimostrazione palese, l’ennesima<br />

ahimè e non se ne sentiva per nul<strong>la</strong> il<br />

bisogno, <strong>de</strong>ll’arretratezza culturale <strong>de</strong>ll’Italia<br />

in tema di sport; un’arretratezza dimostrata<br />

anche dal<strong>la</strong> continua battaglia per <strong>la</strong> riduzione<br />

<strong>de</strong>lle ore di educazione fisica nelle scuole,<br />

ore che sono sempre più <strong>de</strong>rubricate a<br />

meri periodi di ricreazione supplementare.<br />

Per non par<strong>la</strong>re <strong>de</strong>l<strong>la</strong> situazione <strong>de</strong>lle università,<br />

dove i mo<strong>de</strong>lli <strong>de</strong>ll’NCAA americana e<br />

<strong>de</strong>i college britannici sono solo lontanissimi<br />

miraggi.<br />

Ed ecco quindi <strong>la</strong> forza <strong>de</strong>lle parole di Ma<strong>la</strong>gò:<br />

operare per fare <strong>de</strong>llo sport il motore<br />

di traino per l’Italia, e perchè questo accada<br />

bisogna partire dal<strong>la</strong> scuole. Sarà un processo<br />

che richie<strong>de</strong> pazienza e investimenti, ma<br />

che, qualora venga portato avanti come si<br />

<strong>de</strong>ve, potrà avere benefici immensi non solo<br />

per il movimento sportivo azzurro, che avrà<br />

un notevole serbatoio di potenziali campioni,<br />

ma anche e soprattutto sull’intera società<br />

italiana perchè, e questo è bene tenerlo<br />

a mente sempre, <strong>la</strong> pratica sportiva aiuta a<br />

combattere piaghe sociali come l’obesità, <strong>la</strong><br />

criminalità e quel<strong>la</strong> noia che spesso sfocia in<br />

comportamenti sciocchi e violenti.<br />

OA | Alessandro Gennari


ANAC fAmILy<br />

Il Consiglio Direttivo 2009/2013<br />

<strong>de</strong>ll’<strong>Associazione</strong> <strong>Nazionale</strong> allenatori<br />

Canottaggio è così formato:<br />

Presi<strong>de</strong>nte: Maurizio Ustolin<br />

Vicepresi<strong>de</strong>nte vicario:<br />

Domenico “Mimmo” Perna<br />

Vicepresi<strong>de</strong>nte:<br />

Rocco Pecoraro<br />

Consiglieri:<br />

Roberto Romanini<br />

Vittorio Scrocchi<br />

Norberto Mondini<br />

Marco Massai<br />

Giorgio Bani<br />

Rosario Pappa<strong>la</strong>rdo<br />

Collegio <strong>de</strong>i Revisori <strong>de</strong>i Conti:<br />

Marco Beria<br />

Sergio Marrucci<br />

Mauro Tontodonati<br />

Collegio <strong>de</strong>i Probiviri:<br />

Pierangelo Ariberti<br />

Mauro Petoletti<br />

Gianbattista Del<strong>la</strong> Porta<br />

Fiduciari regionali:<br />

Piemonte: vacante<br />

Sar<strong>de</strong>gna: Massimo Casu<strong>la</strong><br />

Lombardia: Luigi Arrigoni<br />

Veneto: Alessandro Dona<strong>de</strong>llo<br />

Friuli Venezia Giulia: vacante<br />

Emilia Romagna: Paolo Di Nardo<br />

30<br />

CNU+gSS,<br />

SAREbbE<br />

UN’IDEA!<br />

In Francia Campionati Nazionali Sco<strong>la</strong>stici e Universitari<br />

nel<strong>la</strong> stessa manifestazione il 17 e 19<br />

maggio a Gravelines comune francese di 11.840<br />

abitanti situato nel dipartimento <strong>de</strong>l Nord nel<strong>la</strong><br />

regione <strong>de</strong>l Nord-Passo di Ca<strong>la</strong>is.<br />

Non sarebbe una cattiva i<strong>de</strong>a unire in Italia Giochi<br />

Sportivi Stu<strong>de</strong>nteschi e Campionati Nazionali<br />

universitari.<br />

L’ANAC lo aveva proposto qualche anno fa.<br />

Sarebbe un’occasione per ve<strong>de</strong>re all’opera il canottaggio<br />

di ogni ordine e scuo<strong>la</strong> dal<strong>la</strong> media di I<br />

grado all’Università, ma soprattutto, accorpando<br />

le due manifestazioni, un bel risparmio in termini<br />

economici.<br />

Proviamo?<br />

E poi, vorrei fare una precisazione: perché non<br />

pensiamo in maniera diversa a queste manifestazioni,<br />

aprendole solo agli esordienti? Esclu<strong>de</strong>ndo<br />

gli agonisti FIC? In questo modo potremmo avere<br />

un quadro chiaro <strong>de</strong>l<strong>la</strong> portata <strong>de</strong>l Progetto<br />

Remare a Scuo<strong>la</strong>, ad esempio, evitando inutili<br />

doppioni con le gare fe<strong>de</strong>rali.<br />

Si tratterebbe di un passo importante. Concepire<br />

il vero canottaggio sco<strong>la</strong>stico, il prodotto effettivo<br />

<strong>de</strong>lle attività <strong>de</strong>lle società presso le scuole.<br />

Che senso ha ve<strong>de</strong>re i Giochi Sportivi Stu<strong>de</strong>nteschi<br />

vinti da atleti già vincitori di Campionati<br />

Italiani ragazzi o junior?<br />

Pensiamoci.


pIEtRUzzO<br />

Ho aspettato apposta che si spegnessero i riflettori<br />

sul<strong>la</strong> scomparsa di Pietro Mennea. Avrei<br />

potuto dire anche io, quanto lo ammiravo, e sarei<br />

stato uno <strong>de</strong>i tanti. Ma il mio pensiero va ben<br />

oltre. Nel nostro immaginario, quando si pensa o<br />

si par<strong>la</strong> di uno o di un altro campione di un qualsiasi<br />

sport, si concepisce questi come un essere<br />

speciale, dotato di doti fisiche e psicologiche<br />

fuori dal normale, e per certi versi è così, anche<br />

se non sempre si tratta solo di fibre e cervello.<br />

Ma quello che in questi casi <strong>la</strong>scia senza parole,<br />

è come il Maligno non guardi in faccia a nessuno,<br />

sia questi campione olimpico o operatore ecologico,<br />

giovane ventenne o giovane sessantenne,<br />

al nord come al sud, isole comprese.. Purtroppo<br />

le lenzuo<strong>la</strong> <strong>de</strong>l letto d’ospedale sono bianche per<br />

tutti. “Ma…era un’atleta, non beveva, non fumava…eppure…”<br />

Eppure è così. Questo per ricordarci<br />

di loro, tutti indistintamente, e apprezzare<br />

giorno per giorno quello che abbiamo: <strong>la</strong> nostra<br />

vita! Ciao Pietruzzo!<br />

AVVISO<br />

Stiamo organizzando per le prossime principali<br />

manifestazioni <strong>de</strong>l calendario 2013 un punto<br />

di ritrovo ANAC, un ANAC CORNER, un gazebo<br />

dove gli associati potranno trovarsi, per discutere,<br />

proporre e pagare <strong>la</strong> quota sociale.<br />

Un’iniziativa per avvicinarsi al<strong>la</strong> base, per fare<br />

<strong>de</strong>ll’ANAC, l’<strong>Associazione</strong> di tutti gli Allenatori<br />

Italiani di canottaggio.<br />

Sarà un gazebo concepito assieme al<strong>la</strong> DI BI,<br />

partner <strong>de</strong>ll’ANAC, che ospiterà gli associati in<br />

occasione <strong>de</strong>i Meeting Nazionali e <strong>de</strong>lle gare di<br />

Campionato Italiano. Sul gazebo appariranno<br />

i loghi <strong>de</strong>gli attuali partners <strong>de</strong>ll’<strong>Associazione</strong>,<br />

che oltre a DI BI sono Filippi, Sa<strong>la</strong>ni e Martinoli.<br />

Sul<strong>la</strong> pagina Facebook di ANAC ROWING, potete<br />

rispon<strong>de</strong>re a:<br />

Come vorresti il tuo ANAC CORNER?<br />

INDImENtICAtI<br />

31<br />

CIAO fRANCESCO!<br />

Francesco Soleghi ha concluso ieri l’ultima sua<br />

regata.<br />

49 anni, uomo, ma soprattutto canottiere dinamico,<br />

appassionato e coinvolgente, Francesco è<br />

stato da sempre un punto di riferimento per il canottaggio<br />

in Emilia Romagna, regione <strong>de</strong>l<strong>la</strong> quale<br />

era il Coordinatore Tecnico.<br />

Socio Anac e tecnico <strong>de</strong>l<strong>la</strong> Vittorino da Feltre, Solenghi<br />

ha contribuito al progresso <strong>de</strong>l club piacentino,<br />

ma soprattutto al<strong>la</strong> diffusione ed al<strong>la</strong> pratica<br />

<strong>de</strong>l canottaggio che amava da vero sportivo.<br />

Presente fino all’ultimo nell’ambiente nel quale<br />

trovava ampie soddisfazioni (c’era anche lui al<strong>la</strong><br />

Conferenza Tecnica Regionale <strong>de</strong>l<strong>la</strong> scorsa settimana<br />

a Piacenza), Francesco ha combattuto a<br />

lungo da vero lottatore contro il male che da tempo<br />

minava il suo fisico, ma non il suo spirito.<br />

Al<strong>la</strong> famiglia di Francesco Solenghi vadano le più<br />

sincere condoglianze da parte <strong>de</strong>ll’<strong>Associazione</strong><br />

<strong>Nazionale</strong> Allenatori Canottaggio.<br />

A FRANCESCO SOLENGHI<br />

INTITOLATA LA VASCA VOGA<br />

DELLA VITTORINO<br />

Il giorno 16 marzo, a Piacenza, nel<strong>la</strong> se<strong>de</strong> <strong>de</strong>l<strong>la</strong><br />

“sua” Vittorino da Feltre, si è tenuta <strong>la</strong> cerimonia<br />

di intito<strong>la</strong>zione <strong>de</strong>l<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> voga a Francesco Soleghi,<br />

tecnico <strong>de</strong>l<strong>la</strong> società emiliana prematuramente<br />

scomparso.<br />

Un atto d’amore <strong>de</strong>l<strong>la</strong> società nel<strong>la</strong> quale Francesco<br />

(socio ANAC dai suoi esordi), ha sempre<br />

espresso il suo entusiasmo e le sue competenze.<br />

Il riconoscimento di una società importante <strong>de</strong>l<br />

panorama remiero nazionale, per chi ha tracciato<br />

un percorso che ora sarà senz’altro seguito da chi<br />

proseguirà nell’opera di innamoramento <strong>de</strong>i giovani<br />

verso il canottaggio, iniziativa che a Solenghi<br />

era riuscita con <strong>la</strong> facilità di chi ama il nostro<br />

sport.


PUBBLICITA’ D’EPOCA…<br />

Tratto dal<strong>la</strong> rivista inglese Time Magazine (28-04-1980)<br />

32

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