N° 2 - Comune di Vittoria
N° 2 - Comune di Vittoria
N° 2 - Comune di Vittoria
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Copia Omaggio Direzione e redazione via Bixio, 34 - <strong>Vittoria</strong> - Tel: 0932514290 - e-mail: ufficiostampa@comune.vittoria.rg.it Anno V - n. 2 - Marzo-Aprile 2007<br />
<strong>Vittoria</strong> in festa per il Quarto Centenario della fondazione<br />
1607 24 APRILE 2007<br />
LA MEMORIA E IL FUTURO<br />
Orgogliosi del nostro cammino<br />
uest’anno,<strong>Vittoria</strong> celebra quattrocento<br />
anni <strong>di</strong> vita. Un traguardo importan-<br />
Qnoi<br />
te, un’occasione unica per riflettere su<br />
stessi e sul cammino finora percorso. Sono<br />
poche le città che possono vantare una data <strong>di</strong><br />
nascita esatta. <strong>Vittoria</strong> è nata nel biennio 1606-<br />
1608, ed è per questo che l’amministrazione comunale<br />
ha deciso <strong>di</strong> organizzare le celebrazioni<br />
a cominciare dall’ultimo scorcio del 2006, e <strong>di</strong><br />
farle proseguire per tutto il 2007 e fino all’aprile<br />
del 2008. Vogliamo idealmente ripercorrere le<br />
tappe della fondazione e tutta la storia della<br />
nostra città, con una riflessione ampia e totale,<br />
che coinvolga tutti i citta<strong>di</strong>ni.<br />
E se è vero che quattrocento anni sono pochi,<br />
purtuttavia la nostra Città è ricchissima <strong>di</strong> storia.<br />
<strong>Vittoria</strong> ha avuto un ruolo fondamentale nell’economia<br />
vinicola dell’Ottocento, è stata politicamente<br />
la culla del socialismo ibleo ai primi<br />
del Novecento, la “terra madre” del pomodoro<br />
e delle primizie e poi, dal 1959, l’epicentro dello<br />
sviluppo della serricoltura <strong>di</strong> massa, “inventata”<br />
dal vittoriese Pietro Gentile.<br />
In occasione del Quarto centenario, abbiamo<br />
stilato un calendario ricco <strong>di</strong> appuntamenti, in<br />
modo che ogni vittoriese “senta” il significato<br />
della celebrazione. Tutte le iniziative partono<br />
dal passato per guardare al futuro, dall’economia<br />
alla cultura, alla società, alla qualità della<br />
vita, all’immigrazione, alla solidarietà, al ruolo<br />
delle donne.<br />
Pubblicazioni, conferenze e manifestazioni <strong>di</strong><br />
massa si intrecciano le une con le altre per produrre<br />
una crescita culturale complessiva della<br />
città. Particolare attenzione vogliamo porre al<br />
recupero del grande patrimonio culturale della<br />
Città, salvaguardando o riscoprendo le antiche<br />
tra<strong>di</strong>zioni, dal <strong>di</strong>aletto, alla gastronomia, alla<br />
musica, al folklore.<br />
Nei festeggiamenti sono coinvolte tutte le categorie,<br />
tutte le associazioni, tutte le comunità<br />
religiose, perché il Quarto Centenario è <strong>di</strong><br />
tutti, come <strong>di</strong> tutti è <strong>Vittoria</strong>.<br />
Ci aspettiamo molto dal contributo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>osi<br />
e professionisti, anche non vittoriesi, e soprattutto<br />
dalle tre Università <strong>di</strong> Catania, Palermo<br />
e Messina. Importantissimo, poi, è il ruolo<br />
delle scuole, ciascuna chiamata a dare il proprio<br />
apporto nella massima libertà <strong>di</strong> iniziativa,<br />
e così tutte le categorie e le associazioni,<br />
in uno sforzo che l’amministrazione comunale<br />
vuole corale e capillare. Ci auguriamo quin<strong>di</strong><br />
che la città che uscirà dalle celebrazioni sia migliore<br />
<strong>di</strong> quella <strong>di</strong> oggi, più consapevole del<br />
proprio passato e del proprio presente, più colta,<br />
più attenta e quin<strong>di</strong> più fiduciosa nel suo<br />
futuro <strong>di</strong> comunità moderna e civile. In questo<br />
cammino ci ispirerà la buona storia, quella ba-<br />
sata sulla documentazione, in gran parte ine<strong>di</strong>ta,<br />
raccolta nel corso degli anni dal consulente<br />
per il Quarto centenario, l’onorevole Paolo Monello,<br />
cui si deve la traslazione <strong>di</strong> parte delle<br />
spoglie <strong>di</strong> <strong>Vittoria</strong> Colonna, che nel 1990 furono<br />
portate a San Giovanni dalla chiesa spagnola<br />
<strong>di</strong> S. Francisco a Me<strong>di</strong>na de Rioseco.<br />
Nel formulare il mio più sincero augurio alla mia<br />
e nostra Città, invito i Vittoriesi ad essere non<br />
semplici spettatori, ma protagonisti <strong>di</strong> questo<br />
storico evento, che ha ricevuto il patrocinio<br />
del Senato, della Camera dei deputati, del Ministero<br />
per i beni e le attività culturali, dell’Assessorato<br />
regionale ai beni culturali, e della Provincia<br />
regionale <strong>di</strong> Ragusa.<br />
Giuseppe Nicosia - Sindaco<br />
PROGRAMMA<br />
20 APRILE 2007<br />
ore 18 - Teatro Comunale<br />
Presentazione del volume<br />
“Nascita <strong>di</strong> una città: le Carte Costituzionali<br />
per la fondazione <strong>di</strong> <strong>Vittoria</strong>”<br />
a cura <strong>di</strong> Paolo Monello,<br />
con lettura dell’Ode a <strong>Vittoria</strong> Colonna<br />
<strong>di</strong> F. Maganuco, a cura del regista<br />
Gianni Battaglia<br />
Intrattenimento musicale <strong>di</strong><br />
Enrico Lancia e Gianluca Campagnolo<br />
21 APRILE 2007<br />
Notte per <strong>Vittoria</strong><br />
Via Cavour - Infiorata<br />
ore 18.00 - 23.00 - Via Cavour<br />
Artisti <strong>di</strong> strada e animazione musicale<br />
ore 23.00 - Piazza San Giovanni<br />
Francesco Cafiso e la Big Band<br />
ore 00.30 Piazza del Popolo<br />
Auguri <strong>Vittoria</strong> - Torta del Quarto Centenario<br />
ore 1.00 Piazza del Popolo<br />
Spettacolo piro-musicale<br />
I negozi resteranno aperti fino alle ore 23.00<br />
22 APRILE 2007<br />
Via Cavour - Infiorata<br />
ore 10.00<br />
Sfilata <strong>di</strong> carretti siciliani<br />
ore 11.00 - Piazza del Popolo<br />
Concerto ban<strong>di</strong>stico<br />
ore 19.00 - Piazza del Popolo<br />
Concerto del Coro Polifonico ibleo<br />
23 APRILE 2007<br />
ore 18.00 - Ridotto Teatro comunale<br />
Inaugurazione: Omaggio a <strong>Vittoria</strong><br />
Mostra del M° Emanuele Cappello<br />
24 APRILE 2007<br />
ore 11.00 - Basilica <strong>di</strong> San Giovanni<br />
S. Messa<br />
e deposizione <strong>di</strong> una corona sulla lapide <strong>di</strong><br />
<strong>Vittoria</strong> Colonna<br />
Parteciperà il Coro Antea<br />
ore 12.30<br />
Riaprono le fontane del Centro storico<br />
ore 16.30 - Palazzo Iacono<br />
Ricevimento delle autorità e degli ospiti.<br />
Scopertura delle lapi<strong>di</strong> celebrative<br />
ore 17.15 - Piazza del Popolo<br />
Omaggio ai caduti vittoriesi <strong>di</strong> tutte le guerre<br />
Picchetto d’onore della Brigata Aosta<br />
ore 17.30 -Teatro <strong>Vittoria</strong> Colonna<br />
Saluto del Sindaco<br />
ore 19.00 - Piazza del Popolo<br />
Concerto della Fanfara della Brigata Aosta<br />
* Il programma può subire variazioni
Sorgi <strong>Vittoria</strong>!<br />
Mare, centro storico, enogastronomia<br />
per vincere la sfida del futuro<br />
Nel Quarto Centenario della<br />
sua fondazione, <strong>Vittoria</strong><br />
apre una fase nuova. Come<br />
si ricorderà, uno dei primi impegni<br />
assunti pubblicamente da questa<br />
amministrazione comunale, subito<br />
dopo l’inse<strong>di</strong>amento, era quello <strong>di</strong><br />
rilanciare l’immagine della città, legandola<br />
a doppio filo ai suoi gioielli.<br />
E tra questi, indubbiamente,<br />
vi sono il vino Cerasuolo e il centro<br />
storico.<br />
Ebbene, sul nostro “rosso” abbiamo<br />
già vinto le prime scommesse.<br />
Abbiamo scelto <strong>di</strong> utilizzare la prestigiosa<br />
vetrina mo<strong>di</strong>cana <strong>di</strong> Eurochocolate<br />
per promuovere il Cerasuolo.<br />
Lo abbiamo fatto abbinando<br />
questa autentica delizia,<br />
che grazie all’ottenimento del marchio<br />
Docg (primo in tutto il meri<strong>di</strong>one)<br />
è entrata ormai a far parte<br />
del gotha dei vini italiani, ad un<br />
altro prodotto <strong>di</strong> qualità, la cioccolata<br />
<strong>di</strong> Mo<strong>di</strong>ca.<br />
Lo stand che il <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Vittoria</strong>,<br />
il Consorzio <strong>di</strong> tutela del vino Cerasuolo<br />
e l’associazione Strada del<br />
vino Cerasuolo – dal Barocco al<br />
Liberty hanno allestito nella città<br />
della Contea ha suscitato apprezzamenti<br />
da parte delle migliaia <strong>di</strong><br />
visitatori e dei tanti amministratori<br />
che lo hanno visitato. La presenza<br />
dei sommelier ha reso la degustazione<br />
ancora più piacevole, ed ha<br />
contribuito a far sì che il nostro<br />
vino, già conosciuto, venisse apprezzato<br />
per le sue qualità.<br />
La kermesse mo<strong>di</strong>cana ha rinsaldato<br />
il “patto” che l’amministrazione<br />
comunale ha siglato con il Consorzio<br />
<strong>di</strong> tutela del vino Cerasuolo<br />
<strong>di</strong> <strong>Vittoria</strong> e con l’associazione<br />
Strada del vino Cerasuolo <strong>di</strong> <strong>Vittoria</strong><br />
dal Barocco al Liberty. Un<br />
patto nato dalla volontà <strong>di</strong> legare<br />
lo sviluppo turistico <strong>di</strong> <strong>Vittoria</strong> d<br />
un circuito enogastronomico che<br />
nel Cerasuolo trova l’espressione<br />
più alta e più eloquente.<br />
Un patto che, lo scorso 10 marzo,<br />
si è tradotto in una scelta amministrativa<br />
concreta: la consegna, alle<br />
due associazioni, <strong>di</strong> una parte dei<br />
locali del castello dei Conti <strong>di</strong> Mo<strong>di</strong>ca,<br />
il palazzo più antico della città,<br />
sede del museo de<strong>di</strong>cato a Virgilio<br />
Lavore.<br />
Grazie al comodato d’uso gratuito<br />
stipulato con il <strong>Comune</strong>, i due organismi<br />
hanno ormai sede a <strong>Vittoria</strong>:<br />
per noi amministratori, perfet-<br />
Perio<strong>di</strong>co <strong>di</strong> informazione sull’attività del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Vittoria</strong><br />
Reg. Trib. Rag. n.1/2003<br />
Direttore e<strong>di</strong>toriale<br />
Giuseppe Nicosia - Sindaco<br />
Redazione e impaginazione<br />
Mariella Sparacino<br />
tamente consapevoli del fatto che<br />
il vino rappresenta il fiore all’occhiello<br />
della nostra città, potere<br />
ospitare le due associazioni in un<br />
sito tanto prestigioso, che in futuro<br />
accoglierà anche l’enoteca della<br />
strada del vino, è motivo <strong>di</strong> vanto,<br />
oltre che <strong>di</strong> gioia. La nostra, mi<br />
piace ricordarlo, è la strada del vino<br />
più antica al mondo.<br />
Dunque, sul “rosso” <strong>di</strong> <strong>Vittoria</strong><br />
stiamo già lavorando. Altrettanto<br />
può <strong>di</strong>rsi per il centro storico, le<br />
cui bellezze architettoniche stiamo<br />
recuperando, per restituirle all’originario<br />
splendore. Piazza Henriquez<br />
è un enorme cantiere aperto:<br />
i magazzini del Conte e l’ex Centrale<br />
Enel sono interessate dai lavori<br />
<strong>di</strong> ristrutturazione, così come la<br />
basilica <strong>di</strong> S. Giovanni Battista e il<br />
convento della Chiesa delle Grazie.<br />
E presto torneranno in funzione<br />
le antiche fontane della città,<br />
quelle che, sia pur con utilizzazioni<br />
<strong>di</strong>verse, hanno scan<strong>di</strong>to la storia<br />
<strong>di</strong> <strong>Vittoria</strong>: la fontana del Garì,<br />
in via Dei Mille, la fontana <strong>di</strong> piazza<br />
Giordano Bruno, quella <strong>di</strong> San<br />
Francesco, e il pozzo Cancellieri <strong>di</strong><br />
via Ruggero Settimo. L’obiettivo è<br />
farle tornare in vita per il 24 aprile,<br />
giorno clou dei festeggiamenti per<br />
i quattrocento anni <strong>di</strong> <strong>Vittoria</strong>.<br />
E poi la riserva naturale orientata<br />
del Pino d’Aleppo con percorsi<br />
storico naturalistici e con il Parco<br />
delle origini, grutti alti, che sarà<br />
realizzato nella parte alta della Valle<br />
dell’Ippari limitrofa al centro storico<br />
citta<strong>di</strong>no.<br />
Puntiamo molto sulla riserva e sul<br />
ritorno dell’uomo nella Valle dell’Ippari<br />
con attività turistiche e<br />
agricole eco-compatibili, una presenza<br />
che ha origini storiche e che<br />
darebbe nuovo impulso alla valle,<br />
preservandola anche da incen<strong>di</strong> e<br />
da atti <strong>di</strong> vandalismo.<br />
Il nostro territorio sta vivendo una<br />
stagione nuova per ciò che riguarda<br />
l’immagine. Pensiamo ad una<br />
mirata promozione turistica, che<br />
punta alla valorizzazione del patrimonio<br />
locale in tutte le sue forme,<br />
da quello culturale a quello monumentale,<br />
passando attraverso il<br />
folklore e l’enogastronomia, che in<br />
questi ultimi anni ha svolto una<br />
importante funzione <strong>di</strong> ambasciatore<br />
del territorio ibleo nel mondo.<br />
Le nostre ricchezze naturali, i nostri<br />
beni architettonici, il mare, il<br />
clima sono tesori ineguagliabili che<br />
dobbiamo sfruttare per uscire dalla<br />
crisi che da tempo attanaglia<br />
l’economia citta<strong>di</strong>na.<br />
Nel corso <strong>di</strong> questi quattro secoli,<br />
noi vittoriesi abbiamo <strong>di</strong>mostrato<br />
che, grazie alla nostra intraprendenza,<br />
siamo sempre riusciti a superare<br />
ogni <strong>di</strong>fficoltà e, anche questa<br />
volta, ne sono certo, riusciremo<br />
a superare questo momento <strong>di</strong>fficile.<br />
E allora, sorgi <strong>Vittoria</strong>!<br />
Luciano D’Amico<br />
Assessore al Turismo e alla Tutela<br />
delle Ere<strong>di</strong>tà materiali ed immateriali<br />
Direttore responsabile<br />
Giannella Iucolano<br />
Progetto grafico<br />
Filippo Fauzia<br />
Foto<br />
Lorenzo Salerno<br />
Foto d’epoca - Collezione Arturo Barbante<br />
Stampa<br />
Tipografia Sprint Grafica - <strong>Vittoria</strong><br />
Come fu celebrato il Terzo Centenario<br />
Cento anni fa...<br />
La fondazione <strong>di</strong> <strong>Vittoria</strong> fu celebrata per la prima<br />
volta nel 1907, dopo che Monsignor Federico La<br />
China, nella sua storia pubblicata nel 1890, ne aveva<br />
avanzato la proposta. Dopo la grave crisi causata dalla fillossera<br />
(a partire dal 1886), con la quasi totale <strong>di</strong>struzione<br />
del vigneto vittoriese, il partito Jacono-Rizza, che governava<br />
la città ininterrottamente dal 1889, pensò <strong>di</strong> organizzare<br />
alcune manifestazioni in occasione dell’evento nel 1907 -<br />
sindaco Giuseppe Giu<strong>di</strong>ce Porcelli -, forse anche per celebrare<br />
in qualche modo la ripresa della Città dopo il <strong>di</strong>sastro<br />
del ventennio precedente, che aveva gettato sul lastrico<br />
migliaia <strong>di</strong> famiglie. Come data fu stabilito il giorno 24 aprile,<br />
erroneamente ritenuto dal barone Salvatore Paternò (“<strong>Vittoria</strong><br />
dei primi tempi”, 1877) quello della firma della licentia<br />
populan<strong>di</strong> (in verità il Privilegio Regio era stato firmato il 3<br />
giugno 1606 a Palermo dal viceré duca <strong>di</strong> Feria e ratificato a<br />
Madrid dal re Filippo III il 31 <strong>di</strong>cembre 1606; la data del 24<br />
aprile è quella dell’inserimento del Privilegio con la ratifica<br />
reale tra le leggi del Regno).<br />
La manifestazione si svolse tra il 24 e il 28 aprile 1907 ed<br />
ebbe piani <strong>di</strong>versi: da quello squisitamente culturale (soprattutto<br />
con la creazione dell’Inno e dall’Ode a <strong>Vittoria</strong><br />
Colonna ad opera del dr. Francesco Maganuco), a quello<br />
della politica e dell’attualità. Tra le manifestazioni <strong>di</strong> allora,<br />
la posa della prima pietra del nuovo Ospedale Civico al<br />
Belvedere nei pressi dei Cappuccini (ma che non si fece<br />
mai), la corsa dei cavalli in via dei Mille (non per niente<br />
antica “strata ‘o paliu”) e una gara ciclistica, vari concerti<br />
musicali e serate <strong>di</strong> gala al teatro.<br />
L’Inno (musicato dal mastro Alessandro Barbera sui versi<br />
<strong>di</strong> Maganuco) fu cantato da 120 bambini nel corso <strong>di</strong> una<br />
festa degli alberi, con la realizzazione anche <strong>di</strong> una fontana<br />
del vino (a Piazza <strong>Vittoria</strong> Colonna, cioè a San Vito) e furono<br />
lanciati palloni artistici. Illuminazione sfarzosa “a luce elettrica”<br />
(dal 1902 era in funzione la Centrale Elettrica fatta<br />
costruire dal sindaco Salvatore Carfì) e ad acetilene rischia-<br />
Scoglitti 1925<br />
rò quelle serate <strong>di</strong> festa, concluse da una gara <strong>di</strong> fuochi<br />
d’artificio nell’attuale Piazza Italia. Nell’occasione fu realizzata<br />
un’apposita cartolina postale.<br />
La cosa più importante economicamente fu però l’inaugurazione<br />
della Distilleria Sociale del Consorzio Agrario, importantissima<br />
infrastruttura (<strong>di</strong> cui ancora oggi ammiriamo<br />
la splen<strong>di</strong>da ciminiera nei pressi della stazione) che veniva<br />
appunto a simbolizzare la rinascita del vigneto vittoriese<br />
dopo la trage<strong>di</strong>a degli anni precedenti. Non mancarono le<br />
polemiche politiche, ad opera soprattutto <strong>di</strong> Nannino Terranova,<br />
fondatore del Partito Socialista e tenace avversario<br />
del clan Jacono-Rizza al potere in città.<br />
Al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> quelle prese <strong>di</strong> posizione polemiche (esse stesse<br />
parte <strong>di</strong> quelle manifestazioni), merito <strong>di</strong> quella celebrazione<br />
fu <strong>di</strong> aver creato una forte coscienza “storica” <strong>di</strong> sé dei<br />
Vittoriesi per i decenni successivi, con una serie <strong>di</strong> “miti” (o<br />
meglio <strong>di</strong> “luoghi comuni”) che hanno costituito le uniche<br />
conoscenze storiche <strong>di</strong> massa della città da allora fino agli<br />
Settanta (tra essi i maggiori sono il “mito” della foresta infestata<br />
da belve e delle lande paludose risanate, il “mito” <strong>di</strong><br />
<strong>Vittoria</strong> Colonna come “madre” dei Vittoriesi). Il lungo lavoro<br />
<strong>di</strong> analisi della documentazione ine<strong>di</strong>ta reperita negli ultimi<br />
anni e per molti aspetti ancora in corso <strong>di</strong> elaborazione, ci<br />
conferma nell’idea che alla fine delle celebrazioni del Quarto<br />
Centenario <strong>Vittoria</strong> potrà avere una nuova, maggiore e<br />
migliore coscienza <strong>di</strong> sé. Infine, a ricordo delle celebrazioni<br />
del 1907, l’A.C. ha deciso <strong>di</strong> ripristinare la lapide de<strong>di</strong>cata<br />
alla fondatrice, <strong>Vittoria</strong> Colonna, che ornava la facciata del<br />
Municipio in via Carlo Alberto all’angolo con via Garibal<strong>di</strong>.<br />
Il contenuto, dettato dal prof. Giovanni Nicolosi (consigliere<br />
comunale dell’epoca, brillante professore <strong>di</strong> Lettere, precocemente<br />
scomparso <strong>di</strong> lì a poco), rivivrà agli occhi dei<br />
Vittoriesi e sarà posta accanto alla nuova lapide che ricor-<br />
derà il Quarto Centenario.<br />
Paolo Monello<br />
Consulente del sindaco per il 4° centenario
Tutti gli Amministratori in quattro Tutti gli secoli Amministratori dal 1614 al 1946<br />
Quando i Sindaci si chiamavano Secreti<br />
<strong>di</strong> Paolo Monello<br />
DAL 1614 AL 1818 - In principio fu il “secreto”, poi<br />
accanto a lui sedettero i “giurati”. Secondo il prof.<br />
Giuseppe Raniolo (La nuova Terra <strong>di</strong> <strong>Vittoria</strong> dagli<br />
albori al Settecento, E<strong>di</strong>zioni del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Vittoria</strong><br />
1990), il secreto (o segreto) veniva nominato dalla<br />
Corte del Patrimonio della Contea (una sorta <strong>di</strong> giunta<br />
provinciale che guidava la Contea in nome dei Conti)<br />
per l’amministrazione dei beni e dei red<strong>di</strong>ti (in gabelle<br />
e censi) del Conte; poteva <strong>di</strong>sporre delle entrate in<br />
denaro per l’esecuzione <strong>di</strong> opere <strong>di</strong> riparazione <strong>di</strong><br />
mulini, case, magazzini, previo apposito bando <strong>di</strong><br />
gara. Aveva piena giuris<strong>di</strong>zione nei confronti dei<br />
gabelloti (appaltatori delle gabelle, cioè tasse su vari<br />
generi) e dei vassalli debitori <strong>di</strong> tributi o <strong>di</strong> censi nei<br />
confronti del Conte proprietario. Nelle sue decisioni<br />
veniva assistito da un maestro notaio. Il primo<br />
secreto <strong>di</strong> cui si ha notizia fu il comisano Paolo<br />
Custureri, un ricco possidente, già proprietario <strong>di</strong><br />
gran parte dell’area su cui oggi sorge <strong>Vittoria</strong> (in<br />
particolare della zona dall’Orto del Crocifisso fino a<br />
Maritaggi) che ricoprì l’incarico più volte dal 1614<br />
in poi e probabilmente fino alla morte, avvenuta nel<br />
febbraio 1619 (fu il primo ad essere sepolto nella<br />
chiesa della Grazia, costruita forse per suo impulso).<br />
Altri secreti dopo <strong>di</strong> lui furono: Antonino Indovina,<br />
notaio, nel 1620-1621. Antonino Galofaro,<br />
possidente e genero <strong>di</strong> Paolo Custureri (per averne<br />
sposato la figlia Vincenza nel 1613) nel 1621-1622.<br />
Arcangelo Carfì, enfiteuta, nel 1629. A fianco del<br />
secreto, dal 1623 in poi, nella documentazione<br />
compaiono i “giurati”, in numero <strong>di</strong> quattro, che<br />
rimanevano in carica un anno. Si tratta <strong>di</strong> figure<br />
risalenti all’epoca <strong>di</strong> Federico II (1194-1250),<br />
evolutesi nel corso dei secoli a veri e propri<br />
amministratori. Nelle città della Contea dovevano<br />
essere quattro, uno dei quali laureato in legge (in<br />
generale era il notaio) ed amministravano assieme al<br />
secreto. Dalla documentazione ad oggi in nostro<br />
possesso giurati per il 1623 furono Antonino<br />
Indovina, Blasi Cannizzo, Antonino Custureri,<br />
Pietro d’Angilo. Nel 1630 furono in carica il notaio<br />
Francesco Brancato (secreto), Vincenzo Recca<br />
(arbitro), Michelangelo Di Fede e Giuseppe Garraffa.<br />
Vincenzo Cannizzo, Francesco Meli (?), Innocenzo<br />
(o Assenzio) Giarratana, Aloy Ignaccolo nel 1633,<br />
che costruirono il famoso orologio della Piazza (oggi<br />
Piazza Vescovo Ricca). Il not. Giombattista Indovina<br />
(secreto), Aloi Ignacculo, Francesco Meli e Mario<br />
Cannizzo furono giurati nel 1638, anno in cui si<br />
cominciò a parlare <strong>di</strong> “Università” <strong>di</strong> <strong>Vittoria</strong> con lo<br />
stesso valore dell’o<strong>di</strong>erno “<strong>Comune</strong>” o “Municipio”<br />
(ne abbiamo il bilancio).<br />
Seguirono: Antonio Custureri, figlio <strong>di</strong> Paolo,<br />
ricchissimo possidente, secreto nel 1640. Vincenzo<br />
Grignone, secreto dopo il 1641. Pietro Puy,<br />
funzionario comitale, secreto nel 1643 (si occupò<br />
soprattutto del Cannamellito). Francesco Brancato,<br />
notaio, fu <strong>di</strong> nuovo secreto nel 1646. Filippo <strong>di</strong><br />
Marco, grosso impren<strong>di</strong>tore e gabelloto fu secreto<br />
nel 1647. Mario Cannizzo, Giuseppe Marangio,<br />
Filippo Calanna (o Calanda o Calandra), e Francesco<br />
Meli Grillo furono giurati nel 1648. Giombattista<br />
Indovina, notaio, fu giurato nel 1651. Isidoro<br />
Occhipinti, notaio fu secreto nel 1652. Antonino Di<br />
Gran<strong>di</strong> (in anno imprecisato). Vito lo Jacono nel<br />
1658-1659 e altre volte negli anni seguenti. Gabriele<br />
Crespo y Alarcón (spagnolo, già capitano <strong>di</strong><br />
giustizia, ricco possidente) fu secreto nel 1666<br />
(maggiorenti: Filippo <strong>di</strong> Marco, Diego Longobardo,<br />
Filippo Custureri, Vito Terlato, Pietro <strong>di</strong> Marco,<br />
Francesco <strong>di</strong> Marco, Francesco Gafà, Francesco<br />
Marangio, Gio. Pietro Ciavola). Francesco <strong>di</strong> Marco<br />
fu secreto nel 1666-1667, mentre Pietro Pinedo,<br />
me<strong>di</strong>co; Giuseppe Mandarà, notaio; Isidoro<br />
Occhipinti, notaio; Biagio Cannizzo, notaio (notaio<br />
della Corte Damiano Scagliola) furono giurati.<br />
Francesco Marangio, possidente, fu secreto nel<br />
1671-1673. Filippo <strong>di</strong> Marco fu <strong>di</strong> nuovo secreto<br />
nel 1676-1679. Giovanni Marangio; Giacomo<br />
Ottaviano, notaio: giurati nel 1676. Filippo Custureri,<br />
possidente, dal 1679 e più volte. Marcello Catania,<br />
possidente, fu secreto nel 1688-1689. Giacomo<br />
Ottaviano, notaio, secreto nel 1690-1691. Antonino<br />
Custureri figlio <strong>di</strong> Filippo (fu destituito in occasione<br />
della presa <strong>di</strong> possesso del nuovo Conte Juan<br />
Thomas nel 1691, ma prorogato fino a nuovo<br />
or<strong>di</strong>ne). Marcello Catania, <strong>di</strong> nuovo secreto nel 1691-<br />
1692; dr. don Antonino Laurifici (Lorefice); Blasio<br />
Cannizzo, notaio; Antonio Terlato, aromatario (o<br />
speziale, una sorta <strong>di</strong> farmacista); Gio. Batta<br />
Guastella furono giurati nel 1691. Isidoro Occhipinti,<br />
notaio, fu secreto nel 1704-1706; Gioacchino<br />
Taranto, possidente, giurato nel 1706. Pietro Saverio<br />
<strong>di</strong> Marco, possidente; Biagio Toro, possidente;<br />
Francesco Ottaviano, notaio e Francesco Terlato<br />
furono giurati nel 1714 (dopo il passaggio della Sicilia<br />
dalla Spagna ai Savoja). Francesco Maria La China,<br />
sindaco; dr. Guglielmo Paternò; Carmelo Fatuzzo;<br />
Arcangelo Mazza e dr. Mario Occhipinti, giurati nel<br />
1747-1748 (i bilanci del 1714 e del 17148 in mio<br />
possesso ci consentiranno <strong>di</strong> ricostruire anche un<br />
minimo <strong>di</strong> struttura amministrativa dell’Università).<br />
Il termine “sindaco”, affiancato dal “Consiglio<br />
Civico” pare sia stato introdotto all’epoca <strong>di</strong> Carlo<br />
III <strong>di</strong> Borbone (1734-1759). La documentazione del<br />
Settecento fino ad oggi esaminata non ci consente <strong>di</strong><br />
in<strong>di</strong>viduare per ora gli amministratori anno per anno.<br />
Però, un quadro generale della situazione si può<br />
derivare dalla composizione del Consiglio Civico<br />
nel 1763. Ricopriva allora la carica <strong>di</strong> sindaco<br />
Antonio Terlato, giurati erano il barone Porcelli<br />
Giu<strong>di</strong>ce, il barone Riccardo Toro. Il Consiglio era<br />
inoltre composto da: ecclesiastici (don Giovanni<br />
Cicerone Vice Rettore, don Gio. Batta Benvissuto<br />
Vicario Foraneo, fra Bonaventura Vicario de’<br />
Monasteri, fra Gaetano Busacca Correttore de’<br />
Minimi <strong>di</strong> San Francesco <strong>di</strong> Paola); ufficiali e<br />
funzionari vari (Giuseppe M. Guastella Capitano<br />
<strong>di</strong> Giustizia; barone Giuseppe Biazzo<br />
proconservatore, Mario Occhipinti); da “Primarii”<br />
(cioè i nobili e le persone più importanti per<br />
ricchezza): barone Carlo Nicolò Leni, Baldassare<br />
Toro, Giuseppe Carfì, Antonio Cannizzo, Giuseppe<br />
Lucchese, Giachino Taranto, Antonino Custureri,<br />
Francesco Occhipinti, dr. don Gio. Batta Mazza,<br />
Mario Ingallina; da “Civili” (cioè benestanti in<br />
genere): Stefano Battaglia, Dionisio Zapparrata,<br />
Antonio Vella, Francesco Ottaviano, Filippo<br />
Terranova, Giovanni Mangione; da “Maestri e<br />
burgesi” (artigiani e commercianti), cioè: m.ro Mario<br />
Cultraro, m.ro Giovanni Orecchia, m.ro Vincenzo<br />
Civello, m.ro Nicolò Scalone, m.ro Vincenzo<br />
Taglierini, m.ro Antonino Salerno, m.ro Rosario<br />
Cicerone, Giacomo Barrano, Onofrio Monello,<br />
Onofrio Cascia, m.ro Gaetano Mangione, Vincenzo<br />
Sarancone. Nel 1766 fu sindaco Francesco La China<br />
junior, nel 1776 Giuseppe Mazza, mentre nel 1793<br />
era “segreto” il dr. Santo Giu<strong>di</strong>ce.<br />
Ai primi dell’Ottocento furono amministratori:<br />
Isidoro Bellassai, notaio; Giovanni Antonio Paternò;<br />
Rosario Leni: giurati nel 1806-1807. Salvatore<br />
Spataro, notaio; Michele Benvissuto, Giuseppe<br />
Antonio Terlato, barone; Mario Maggiore: giurati<br />
nel 1807-1808. Giombattista Alessandria, Giuseppe<br />
Japichino, Salvatore Cilio, Eduardo Terlato giurati<br />
nel 1808-1809. Vincenzo Guastella; Felice Costa,<br />
barone; Salvatore Marchese; Salvatore Occhipinti<br />
giurati nel 1809-1810.<br />
Il Consiglio Civico nel 1813 era formato da Giacomo<br />
Platania maestro notaro; Mario Di Pasquale, dr.<br />
Santo Giu<strong>di</strong>ce, Rosario Giu<strong>di</strong>ce, mastro Gaetano<br />
Japichino, dr. Salvadore Licitra, mastro Giovanni<br />
Barrano, mastro Salvadore Falconieri, mastro<br />
Salvatore <strong>di</strong> Stefano, Rosario Leni, Giovanni<br />
Antonio Cara, Salvadore Terranova, Gio. Batta<br />
Ingallina, Emmanuele Sarrì, Carlo Leni, Errico Ricca,<br />
Giachino Jacono, Alfonso Ricca, Gio. Batta<br />
Terranova, sac. Raffaele Calì, barone; Salvatore<br />
Ciani, sac. Antonio Giu<strong>di</strong>ce, Antonio Jacono,<br />
Francesco Leni, sac. Gio. Batta Leni, sac. Biaggio<br />
Occhipinti, Giuseppe Antonio Terlato, Gaetano<br />
Alessandrello, Salvadore Di Pasquale, Salvadore<br />
Occhipinti, Giachino Paternò, Costantino Sinatra,<br />
Gio. Batta Terlato, sac. Settimo Terlato, Francesco<br />
Porcelli, Emmanuele Scrofani, Eduardo Terlato<br />
(Salvatore Benvissuto era il notaio municipale, figura<br />
equivalente all’o<strong>di</strong>erno segretario generale).<br />
SINDACI DAL 1818 AL 1887- Dopo il periodo<br />
costituzionale (1812-1816), la Sicilia perse la sua<br />
in<strong>di</strong>pendenza e il Regno fu annesso a Napoli, con la<br />
creazione del Regno delle Due Sicilie. Dal 1° marzo<br />
1818 furono pertanto estese alla Sicilia le norme<br />
amministrative vigenti nel Napoletano, introdotte<br />
dai Francesi. Furono così create sette province,<br />
<strong>di</strong>vise in <strong>di</strong>stretti (governati da sottintendenti) e<br />
<strong>Vittoria</strong> appartenne alla provincia <strong>di</strong> Siracusa e al<br />
<strong>di</strong>stretto <strong>di</strong> Mo<strong>di</strong>ca. Ai Consigli Civici si sostituirono<br />
i Decurionati, composti da tre citta<strong>di</strong>ni per ogni mille<br />
abitanti, scelti dal governo centrale entro una lista <strong>di</strong><br />
eleggibili per censo o titolo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o (in ogni caso un<br />
progresso rispetto al passato). Il <strong>Comune</strong> era retto<br />
da un sindaco e da due collaboratori, chiamati Primo<br />
Eletto (un dottore in legge) e Secondo Eletto (con<br />
funzioni <strong>di</strong> vice-sindaco). Si cominciò anche a creare<br />
la struttura degli uffici, con un cancelliere archivario<br />
(per l’emanazione degli inviti ai decurioni e la tenuta<br />
degli atti adottati) e il cassiere.<br />
Pertanto ecco i sindaci del periodo borbonico, elenco<br />
che è stato possibile ricostruire con notizie tratte da<br />
precedenti opere storiche (in particolare da “<strong>Vittoria</strong>.<br />
Storia <strong>di</strong> una città”, <strong>di</strong> Gianni Ferraro, 1988) rivedute<br />
e corrette in base ad altra documentazione da me<br />
esaminata. Il primo sindaco fu Filippo Neri Leni<br />
Spadafora, 1818-1819, cui seguirono Francesco<br />
Porcelli, 1819-1821; Giovanni Scrofani 1821-1822;<br />
poi <strong>di</strong> nuovo Francesco Porcelli, 1823-1825;<br />
Gregorio Camilleri, 1826-1827; il farmacista<br />
Emanuele Sarri, 1828-1832; Franco Scrofani, 1833-<br />
1841; il barone Gaetano Leni Spadafora, 1842-1846;<br />
Gaetano Mazza, 1846-1848. Nel febbraio 1848,<br />
dopo lo scoppio della rivoluzione a Palermo, i poteri<br />
furono assunti da un Comitato rivoluzionario<br />
composto da Giovanni Leni Spadafora, Presidente;<br />
Salvatore Contarella, Vice Presidente e Segretario;<br />
cav. Federico Ricca; Fer<strong>di</strong>nando Ricca; Giuseppe<br />
Jacono; Fer<strong>di</strong>nando Jacono; dott. Gioacchino<br />
Cancellieri; Francesco Astuto; Franco Scrofani;<br />
Salvatore Mazzara; Salvatore Jacono Roccadario;<br />
Rosario Cultrone. Tale Comitato (che per i nomi <strong>di</strong><br />
“rivoluzionario” aveva ben poco) svolse all’inizio le<br />
funzioni del Decurionato, poi fu eletto un Consiglio<br />
Civico presieduto dal barone Gioacchino Ricca,<br />
mentre presidente del Municipio (cioè sindaco) era<br />
Antonino Lio.<br />
Nell’aprile 1849, sconfitta la rivoluzione, il barone<br />
Ricca spontaneamente restituì il potere a don<br />
Gaetano Mazza, il sindaco borbonico destituito<br />
l’anno prima. Per cui, nel decennio 1850-1860 furono<br />
sindaci: Gaetano Mazza, 1849-1850; Franco<br />
Scrofani 1850-1853; Giovanni Leni Spadafora 1853-<br />
1856 ed altri <strong>di</strong> cui ad oggi ignoriamo il nome perché<br />
nell’Archivio Storico Comunale manca la<br />
documentazione relativa a quel decennio.<br />
Dopo lo sbarco <strong>di</strong> Garibal<strong>di</strong> e le sue vittorie, il 30<br />
giugno 1860 fu ripristinato per quanto possibile il<br />
vecchio Consiglio Civico del 1848, con alcune<br />
integrazioni necessarie. Ne furono componenti:<br />
Antonio Alessandrello, Emanuele Alessandrello, fra’<br />
Angelino Amodei Osservante; Francesco Astuto,<br />
Paolo Calì Bellassai, Paolo Calì Vicino, Giacomo<br />
Carfì, fra’ Francesco Ciancio Paolotto, Gaetano<br />
Contarella, Leonardo Contarella, Lucio Contarella,<br />
Emanuele Giordano, Gioacchino Giordano,<br />
Giombattista Giu<strong>di</strong>ce Jacono, sac. Federico La<br />
China, Antonino Lio (eletto presidente del Consiglio<br />
ma, troppo vecchio, non fu mai presente); Giuseppe<br />
Lio, Salvatore Maggiore, not. Filippo Neri Maltese,<br />
Giombattista Mazza Porcelli, Clemente Mazzone,<br />
Giuseppe Nicolosi, Giuseppe Antonio Panagia,<br />
Giovanni Antonio Paternò, barone Salvatore<br />
Paternò, dr. Francesco Porcelli, Giombattista Ricca,<br />
marchese Salvatore Ricca, Giuseppe Sarri, Giuseppe<br />
Sinatra, baronello Salvatore Terlato (vice-presidente<br />
che, per l’assenza <strong>di</strong> Lio, svolse le funzioni <strong>di</strong><br />
presidente del consiglio), Salvatore Terranova, Paolo<br />
Vicino Biazzo.<br />
Costituitosi il Regno d’Italia, furono sindaci (sempre<br />
<strong>di</strong> nomina regia): Francesco Salesio Scrofani, 1861-<br />
1868; Giombattista Jacono Jacono, 1868-1874<br />
(dopo la sua destituzione per il coinvolgimento dei<br />
suoi fratelli nel delitto Pancari svolsero la funzione<br />
<strong>di</strong> sindaco vari assessori anziani, fra cui il dr. Felice<br />
Maltese); Giovanni Leni Spadafora, 1876-1878; on.<br />
Rosario Cancellieri, 1879-1882; Gioacchino Jacono,<br />
1883-1884; Giombattista Carfì-Pavia, 1886-1887.<br />
SINDACI E COMMISSARI PREFETTIZI DAL 1889 AL 1945 -<br />
Mo<strong>di</strong>ficata la legge, dal 1889 i sindaci furono invece<br />
eletti dal Consiglio Comunale, dominato dal potente<br />
partito Jacono. Il primo <strong>di</strong> essi fu <strong>di</strong> nuovo il vecchio<br />
Giombattista Jacono Jacono, 1889-1890; Giovanni<br />
Porcelli Mazza, 1890-1892; Francesco Leni<br />
Spadafora, 1892-1895; Salvatore Carfì Jacono, 1895-<br />
1903; Giuseppe Giu<strong>di</strong>ce Porcelli, 1903-1907; <strong>di</strong><br />
nuovo Salvatore Carfì Jacono, 1907-1911; Cesare<br />
Giordano, 1911-1912; Gioacchino Giu<strong>di</strong>ce, 1912-<br />
1914; Emanuele Lucchesi, 1914-1920; Fer<strong>di</strong>nando<br />
Jacono (pro sindaco), maggio-novembre 1920;<br />
Salvatore Molé (pro sindaco dopo la vittoria della<br />
lista socialista sul partito Jacono), novembre 1920marzo<br />
1921; Marcello Spagna (regio commissario<br />
dopo la cacciata dei socialisti dal <strong>Comune</strong>, ad opera<br />
delle squadre fasciste finanziate dal partito Jacono),<br />
1921-1923; Salvatore Gucciardello, 1923-1924;<br />
Salvatore Ricca, 1924-1925; Luigi Daga (commiss.<br />
prefettizio), 1925; Salvatore Scrofani, 1925 -1927.<br />
Dopo le “leggi fascistissime”, gli stessi consigli<br />
comunali furono soppressi e fu introdotta la figura<br />
del podestà (spesso, per le beghe interne al PNF<br />
sostituito da commissari prefettizi).<br />
Il primo podestà fu Gioacchino Calì, 1927-1928.<br />
Quin<strong>di</strong>: Enrico Nicolao (comm. prefett.), 1928;<br />
Antonio Brunelli (comm. pref.), 1929; Giovanni<br />
Cricchio (comm. pref.), 1929-1930; Michele<br />
Maltese, 1930-1933; Lucio Giu<strong>di</strong>ce Bennardo<br />
(comm. pref.), 1933-1934; Giuseppe Lucchesi<br />
(comm. pref.), 1934; <strong>di</strong> nuovo Lucio Giu<strong>di</strong>ce<br />
Bennardo, 1934; <strong>di</strong> nuovo Giuseppe Lucchesi<br />
(comm. pref.), 1934-1935; Sebastiano Secolo, 1935-<br />
1936; Giovanni Santapà (prima comm. pref. poi<br />
podestà), 1936-1942; Raffaele Di Giacomo (vice<br />
podestà, poi podestà e poi sindaco), 1942-1943;<br />
Salvatore Molé (come comm. pref. e sindaco), 10<br />
settembre-7 <strong>di</strong>cembre 1943; Giovanni Corica<br />
(comm. prefettizio), 8 <strong>di</strong>cembre 1943-8 febbraio<br />
1944; Giovanni Foti sindaco, 9 febbraio 1944 -21<br />
novembre 1944; Stefano Russo (comm. pref.), 25<br />
novembre-14 gennaio 1945; Vittorio La Rocca<br />
(comm. pref.), 15-26 gennaio 1945; Giombattista<br />
Omobono sindaco, 27 gennaio 1945-10 agosto 1946;<br />
Salvatore Vaccaro (comm. pref.) agosto-novembre<br />
1946.<br />
Le prime elezioni della nuova Italia democratica si<br />
svolsero il 17 novembre 1946, in conseguenza delle<br />
quali il 7 <strong>di</strong>cembre 1946 fu eletto <strong>di</strong> nuovo sindaco<br />
il prof. Giombattista Omobono.<br />
Ndr: tutte le notizie riportate sono tratte dalla<br />
documentazione da me esaminata fino ad<br />
oggi. Pertanto altri documenti potranno in<br />
seguito integrarle o correggerle<br />
Pubblicazioni del Quarto Centenario<br />
SEGNALIAMO<br />
il volume “Nascita <strong>di</strong> una<br />
Città, le carte costituzionali<br />
per la fondazione<br />
<strong>di</strong> <strong>Vittoria</strong>” a cura<br />
<strong>di</strong> Paolo Monello,<br />
che sarà presentato al<br />
eatro comunale il 20 aprile,<br />
e il CD “<strong>Vittoria</strong>, Terra <strong>di</strong><br />
primavera”<br />
<strong>di</strong> Aldo Raffaele,<br />
omaggio alla Città,<br />
in occasione del Quarto<br />
Centenario.
Tutti gli Amministratori in quattro Tutti gli secoli Amministratori dal 1946 ad oggi
LA PAGINA DEL CONSIGLIO<br />
La prima seduta del 1860<br />
Piazza V. Emanuele nel 1913 - Il Municipio<br />
Nel 2007 ricorre anche il bicentenario<br />
della nascita <strong>di</strong> Giuseppe Garibal<strong>di</strong>,<br />
l’Eroe dei Due Mon<strong>di</strong>. In occasione<br />
del centenario, il 4 luglio 1907, era<br />
stata affissa sulla facciata del Municipio,<br />
all’angolo tra la via Garibal<strong>di</strong> e la via Carlo<br />
Alberto una bella lapide, il cui testo fu dettato<br />
da Salvatore Busacca, funzionario comunale<br />
dell’epoca. A ricordo <strong>di</strong> uno dei<br />
Prima seduta del Consiglio Civico del 7<br />
luglio 1860.<br />
Numero d’or<strong>di</strong>ne –Primo<br />
Il giorno 7 Luglio in <strong>Vittoria</strong>. Nella Chiesa<br />
dello Spedale.<br />
Si è riunito il Consiglio Civico <strong>di</strong> questa<br />
<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Vittoria</strong>, in seguito d’invito del<br />
Signor Baronello Salvatore Terlato Vice<br />
Presidente, da cui viene presieduto, per<br />
trovarsi impe<strong>di</strong>to il titolare, dato questo<br />
stesso giorno; legalmente intimato dal<br />
Servente Comunale Giuseppe Paternò.<br />
Sono intervenuti i signori consiglieri.<br />
1°. Don Giuseppe Antonio Panagia<br />
2°. Don Paolo Calì Bellassai<br />
3°. Don Antonio Alessandrello<br />
4°. Don Giuseppe Lio<br />
5°. Don Giachino Giordano<br />
6°.Don Leonardo Contarella<br />
7°.Don Lucio Contarella<br />
8°.Don Giombattista Giu<strong>di</strong>ce Jacono<br />
Seguiamo il solco tracciato dai nostri avi<br />
L’anno che stiamo vivendo è certamente<br />
un anno particolare. Non capita spes -<br />
so, infatti, che una comunità abbia l’occasione<br />
<strong>di</strong> festeggiare una ricorrenza singolare.<br />
La Città <strong>di</strong> <strong>Vittoria</strong> quest’anno, infatti, ricorda<br />
il 400° anniversario della sua fondazione.<br />
Se il tempo che ci siamo lasciati alle spalle<br />
dovessimo paragonarlo a quello della vita <strong>di</strong><br />
un uomo, potremmo sicuramente affermare<br />
che la nostra Città è appena agli albori della<br />
sua esistenza.<br />
Una Città che esce dalla fase della pubertà<br />
per cominciare ad inserirsi nel mondo della<br />
vita; nel nostro caso, una comunità che è alla<br />
ricerca della propria identità, del proprio spazio,<br />
desiderosa <strong>di</strong> affermare la propria presenza<br />
nel tessuto sociale e nel contesto del territorio<br />
geografico in cui è collocata. Ma, se è<br />
pur vero che ci troviamo nella fase dell’adolescenza<br />
è, altresì, vero ed innegabile che la fase<br />
“delicata” della vita <strong>di</strong> <strong>Vittoria</strong> non è stata vissuta<br />
in maniera amorfa.<br />
maggiori autori dell’unificazione dell’Italia,<br />
l’A.C. ha deciso <strong>di</strong> ripristinare il contenuto<br />
della lapide <strong>di</strong>strutta al momento della demolizione<br />
del Municipio, avvenuta nel 1970<br />
(lapide che sarà situata in una parete dell’androne<br />
<strong>di</strong> Palazzo Jacono). A ricordo dell’evento<br />
pubblichiamo quin<strong>di</strong> la prima deliberazione<br />
del nuovo Consiglio Civico <strong>di</strong> <strong>Vittoria</strong>,<br />
riunitosi il 7 luglio 1860 nella chiesa<br />
9°. Don Gaetano Contarella<br />
10°.Fra’ Francesco Ciancio Parlotto<br />
11. Dr. Giovanni Antonio Paternò<br />
12.Don Giombattista Ricca<br />
13.Don Paolo Caì Vicino<br />
14.Sac.te Federico La China<br />
15.Don Paolo Vicino Piazzo<br />
16.Don Giuseppe Sinatra<br />
17.Don Giuseppe Sarri<br />
18.Fra’ Angelino Amodei Osservante<br />
19.Dr. Francesco Porcelli<br />
20.Don Giacomo Carfì<br />
Mancano perché impe<strong>di</strong>ti legalmente gli<br />
altri Consiglieri<br />
21.Don Emmanuele Alessandrello<br />
22.Don Emmanuele Giordano<br />
23.Don Francesco Astuto<br />
24.Don Salvatore Maggiore<br />
25.Don Clemente Mazzone<br />
26.Dr. Salvatore Paternò<br />
27.Don Giombattista Mazza Porcelli<br />
Se quattrocento anni <strong>di</strong> “vita” per una Città,<br />
come <strong>di</strong>cevamo, rappresentano appena gli inizi<br />
<strong>di</strong> un racconto ancora tutto da scrivere, possiamo<br />
affermare che la parte già consegnata<br />
alla storia è una porzione <strong>di</strong> vita ricca <strong>di</strong> eventi<br />
e <strong>di</strong> uomini che hanno preparato e fortificato<br />
il futuro del “giovane” che si appresta ad<br />
entrare nel mondo della società.<br />
Sono quattrocento anni che hanno tanto da<br />
raccontare, cosa che qui certamente non osiamo<br />
fare, sia perché non è questa la sede idonea,<br />
sia perché altri in modo compiuto lo hanno<br />
fatto e continuano a farlo degnamente.<br />
Ciò che qui rileva mettere in risalto è che la<br />
nostra comunità è cresciuta, pur tra tante <strong>di</strong>fficoltà,<br />
con costante progressione in tutti gli<br />
aspetti della vita sociale.<br />
Dal piccolo borgo <strong>di</strong> quattrocento anni fa si è<br />
sviluppata una Città; dal piccolo conta<strong>di</strong>no<br />
che coltivava un fazzoletto <strong>di</strong> terra è nata l’impren<strong>di</strong>toria<br />
agricola che rappresenta il settore<br />
trainante dell’intera economia locale.<br />
dell’Ospedale (cioè dell’antico Ospizio <strong>di</strong><br />
Matteo Terranova), su cui negli anni seguenti<br />
fu e<strong>di</strong>ficato il nuovo Municipio (in sostituzione<br />
dell’antica Cancelleria, che sorgeva<br />
in via Bixio all’angolo con la via Garibal<strong>di</strong>,<br />
già proprietà Rio-Jacono). All’inizio della sua<br />
nuova attività il ripristinato Consiglio Civico<br />
(ma profondamente <strong>di</strong>verso da quello del<br />
1848) volle chiedere imme<strong>di</strong>atamente l’an-<br />
28.Notar Filippo Neri Maltese<br />
29.Don Salvatore Terranova<br />
30.Don Giuseppe Nicolosi.<br />
Essendo legale il numero degli intervenuti,<br />
il Vice Presidente ha <strong>di</strong>chiarato<br />
aperta la seduta, ed ha invitato il Consiglio<br />
a deliberare anzitutto pella scelta <strong>di</strong><br />
un Vice Segretario, attesa l’assenza del<br />
Segretario don Salvatore Ricca, perché<br />
trovasi in Palermo.<br />
Ed il Consiglio ad unanimità ha scelto a<br />
Vice Segretario dello stesso la persona<br />
del Notaro Fer<strong>di</strong>nando de Pasquale.<br />
In seguito <strong>di</strong> che il Consiglio pria <strong>di</strong> occuparsi<br />
a deliberare su <strong>di</strong> affari che<br />
mirar possono il bene della Patria ha<br />
votato in primo luogo il seguente in<strong>di</strong>rizzo<br />
per Dittatore Prode Generale Garibal<strong>di</strong>.<br />
«Il Consiglio Civico interprete dell’intero<br />
Municipio, ha unanimemente<br />
deliberato, che non può, né dee esor-<br />
Quattrocento anni vissuti intensamente, con<br />
prestigiosi risultati e mete raggiunte grazie<br />
all’impegno ed alla genialità dei nostri avi,<br />
che si sono <strong>di</strong>stinti nei <strong>di</strong>versi settori della<br />
vita sociale.<br />
Dal passato ere<strong>di</strong>tiamo una grossa responsabilità:<br />
quella <strong>di</strong> dover proseguire nel solco<br />
che ci è stato tracciato da tanti nostri concitta<strong>di</strong>ni<br />
che ci hanno preceduto.<br />
La nostra generazione non può e non deve<br />
sottrarsi al compito, sicuramente oneroso ma<br />
doveroso, <strong>di</strong> contribuire, ognuno secondo<br />
le proprie capacità, a far crescere la nostra<br />
Città.<br />
Dalla vittoria che sapremo conseguire, dai<br />
traguar<strong>di</strong> che riusciremo a raggiungere, <strong>di</strong>penderà<br />
il futuro delle generazioni alle quali<br />
consegneremo la <strong>Vittoria</strong> in cui viviamo ed<br />
in cui vivranno i nostri figli.<br />
Luigi D’Amato<br />
Presidente del Consiglio Comunale<br />
nessione al nuovo Regno d’Italia (che in<br />
verità fu costituito solo ai primi del 1861) e<br />
elevò un solenne omaggio a Garibal<strong>di</strong>. Ecco<br />
la trascrizione dell’atto deliberativo, custo<strong>di</strong>to<br />
presso l’Archivio Storico Comunale: non<br />
impressioni l’inno alla “<strong>di</strong>ttatura”, intesa nel<br />
senso che i Romani davano al termine e<br />
non nel significato che la parola ha assunto<br />
dopo i drammi del Novecento.<br />
<strong>di</strong>re i suoi atti, che pronunciando il<br />
voto solenne dell’Annessione sotto<br />
Vittorio Emanuele Primo Re d’Italia.<br />
Cessate ormai le nefandezze Borboniche,<br />
noi inauguriamo in questa prima<br />
sessione un’Era novella sotto il<br />
Re Galantuomo, sotto il Re Soldato,<br />
che saprà elevare la bella Penisola<br />
al rango delle prime Nazioni. E Voi,<br />
invitto Eroe <strong>di</strong> Calatafimi, e Palermo,<br />
che avete saputo guidare le nostre<br />
destre all’ar<strong>di</strong>ta impresa, viverete<br />
sino il completo trionfo che Dio vi<br />
concederà, e sarà quando dal Capo<br />
Pachino alle Alpi i due mari saranno<br />
i nostri confini. Accogliete Prode<br />
Generale, questi piccioli attestati <strong>di</strong><br />
un Consiglio che prende l’iniziativa<br />
col grido: “Viva l’Annessione!”,<br />
“Viva Vittorio Emanuele Primo Re<br />
d’Italia! Viva la Dittatura! Viva<br />
Garibal<strong>di</strong>!”».
Come eravamo.<strong>Vittoria</strong> in bianco e nero<br />
<strong>di</strong> Giuseppe La Barbera<br />
Nel corso del XVII secolo, la nuova ter<br />
ra <strong>di</strong> <strong>Vittoria</strong> si sviluppava demografi<br />
camente, economicamente e urbanisticamente.<br />
La popolazione registrava un notevole incremento<br />
nel corso del secolo, dovuto in gran<br />
parte al fenomeno dell’immigrazione, permettendo<br />
così un continuo trasferimento <strong>di</strong> numerosi<br />
abitanti nel nuovo centro, provenienti<br />
da ogni parte della Sicilia, come <strong>di</strong>mostrano<br />
le ricerche <strong>di</strong> Attilio Zarino, Giuseppe Raniolo<br />
e Paolo Monello.<br />
Durante il Seicento, la popolazione passò dai<br />
900 abitanti del 1616 ai circa 4.000 della fine<br />
del secolo. Nel 1651, i nuclei familiari erano<br />
566, comprendenti 1962 in<strong>di</strong>vidui. La composizione<br />
familiare era assai variegata: alla<br />
tra<strong>di</strong>zionale coppia con o senza figli, si affiancavano<br />
nuclei con ascendenti e collaterali<br />
o ad<strong>di</strong>rittura conviventi estranei.<br />
I nuclei più numerosi erano soltanto due,<br />
costituiti da <strong>di</strong>eci unità ciascuno, quello <strong>di</strong><br />
Giuseppe Curallo con otto figli e quello <strong>di</strong><br />
Filippo Di Marco con sei figli e due conviventi.<br />
La più ricca del paese era Vincenza<br />
Catania, vedova <strong>di</strong> Andrea, con un patrimonio<br />
stimato circa 860 onze, mentre il più anziano<br />
era un certo Rocco Vassallo <strong>di</strong> novant’anni,<br />
sposato, e il più giovane capofamiglia<br />
era Antonino Rabbito <strong>di</strong> <strong>di</strong>ciassette<br />
anni.<br />
I cognomi più <strong>di</strong>ffusi erano Lo Iacono, Battaglia,<br />
Ciciruni, Meli, Occhipinti, Cannizzo,<br />
Mulè, Tribastuni e Marangio, forme tuttora<br />
presenti a <strong>Vittoria</strong> con frequenze abbastanza<br />
alte, tranne per Tribastuni.<br />
Le campagne circostanti l’abitato <strong>di</strong> <strong>Vittoria</strong><br />
erano coltivate con vigneti, affiancati da frumento,<br />
orzo, canapa, lino, legumi, olivi, carrubi<br />
e mandorli.<br />
Le vigne si estendevano in quasi tutte le contrade<br />
del territorio e il 47 per cento della popolazione<br />
nel 1651 possedeva almeno un<br />
modesto vigneto. Oltre all’agricoltura, determinante<br />
era anche l’allevamento del bestiame.<br />
Parecchie persone si de<strong>di</strong>cavano all’apicoltura<br />
per la produzione <strong>di</strong> miele e <strong>di</strong><br />
cera e alla bachicoltura per la produzione della<br />
seta grezza. A queste attività si affiancavano<br />
anche le prime fabbriche <strong>di</strong> tegole, <strong>di</strong> gesso,<br />
i numerosi trappeti e palmenti privati e pubblici<br />
<strong>di</strong>sseminati su tutto il territorio, e, sia<br />
pure per un periodo molto limitato, anche<br />
l’industria della canna da zucchero.<br />
Si registrava l’ascesa economica <strong>di</strong> numerose<br />
famiglie e molte persone, raggiunto un<br />
certo tenore <strong>di</strong> vita, entravano a far parte<br />
dell’amministrazione del nuovo borgo. Come<br />
tutti i villaggi <strong>di</strong> recente istituzione, <strong>Vittoria</strong><br />
presentava una struttura sociale molto omo-<br />
L’anno 2007 è l’anno del Quarto Centenario<br />
della Fondazione <strong>di</strong> <strong>Vittoria</strong>, ma è<br />
anche l’anno delle Pari Opportunità, anno<br />
in cui l’Europa si propone <strong>di</strong> lavorare per portare<br />
avanti una sostanziale eguaglianza per tutti,<br />
affinché la <strong>di</strong>scriminazione sia realmente superata,<br />
al <strong>di</strong> là degli ostacoli che si possono incontrare.<br />
L’impegno <strong>di</strong> tutta la società civile è<br />
quello <strong>di</strong> sensibilizzare le donne e gli uomini in<br />
merito ai loro <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> uguaglianza, <strong>di</strong> trattamento<br />
senza <strong>di</strong>scriminazione per quanto riguarda la<br />
razza, il sesso, le origini etniche, la religione, le<br />
convinzioni, l’eventuale han<strong>di</strong>cap, l’età, insomma<br />
la promozione delle pari opportunità per tutti,<br />
in una società fondata sulla <strong>di</strong>versità. Nel<br />
nostro Paese le donne ed i giovani continuano<br />
ad essere i protagonisti <strong>di</strong> una <strong>di</strong>scriminazione<br />
che allontana da un nuovo modo <strong>di</strong> leggere la<br />
realtà sociale ed economica. Non siamo ancora<br />
in grado <strong>di</strong> vedere i gran<strong>di</strong> cambiamenti che stanno<br />
avvenendo nella società e in particolar modo<br />
nel mercato del lavoro. Si tratta, infatti, <strong>di</strong> eliminare<br />
schemi culturali che sono fermi e modelli <strong>di</strong><br />
riferimento al maschile e che non riescono a fare<br />
propria la logica della valorizzazione della <strong>di</strong>fferenza,<br />
ma che, comunque impongono, anche<br />
attraverso i me<strong>di</strong>a, una figura femminile spesso<br />
lontana dalla realtà quoti<strong>di</strong>ana, ma che viene<br />
in<strong>di</strong>cata vincente e <strong>di</strong> riferimento per le donne<br />
stesse. L’impegno della Consulta Femminile<br />
quest’anno è proprio quello <strong>di</strong> portare avanti il<br />
concetto <strong>di</strong> pari opportunità.<br />
genea e il ceto me<strong>di</strong>o svolgeva un ruolo eminente<br />
nel governo della città. La nobiltà presente<br />
proveniva soprattutto da Mo<strong>di</strong>ca, ricoprendo<br />
in genere cariche amministrative. Solo<br />
verso la fine del secolo, si formarono nuclei<br />
familiari che, arricchendosi, ricoprirono importanti<br />
cariche citta<strong>di</strong>ne acquisendo titoli nobiliari,<br />
come i Ricca, i Paternò, gli Scrofani, i Terlato,<br />
i Ciano, i Custurieri, i Toro, i Biazzo e i Lio.<br />
Le abitazioni erano <strong>di</strong>stribuite in <strong>di</strong>versi quartieri:<br />
san Giovanni Battista, santa Maria delle<br />
Grazie, il Castello, la Piazza, sant’Antonio e san<br />
Vito.<br />
Le case erano, in gran parte, costituite da una<br />
sola stanza, ma non mancavano quelle formate<br />
da due o più ambienti, con orti, casaleni, magazzini,<br />
<strong>di</strong>spense, pozzi d’acqua e spazi attinenti.<br />
Gli amministratori della contea provvidero alla<br />
realizzazione delle prime in<strong>di</strong>spensabili infrastrutture,<br />
tra cui il castello, sede del potere locale,<br />
la chiesa, i magazzini e il mulino.<br />
I servizi pubblici erano ridotti al minimo, si garantivano<br />
solo quelli dell’orologio, del me<strong>di</strong>co<br />
comunale e del maestro <strong>di</strong> scuola, ma molte<br />
Quarto Centenario<br />
e pari opportunità<br />
È già in atto l’organizzazione<br />
<strong>di</strong> un seminario<br />
formativo per educare<br />
alle pari opportunità<br />
e che nello stesso<br />
tempo, sia in grado <strong>di</strong><br />
chiarire il concetto <strong>di</strong><br />
Maistreaming (cioè<br />
<strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> un punto<br />
<strong>di</strong> vista fondato sulla<br />
<strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> genere).<br />
Le <strong>di</strong>versità <strong>di</strong> genere ha determinato la necessità<br />
<strong>di</strong> costruire gli strumenti per una stretta<br />
integrazione delle politiche del lavoro con le politiche<br />
sociali e <strong>di</strong> sostegno alle famiglie.<br />
Nell’ambito dei festeggiamenti per il Quarto Centenario<br />
della Fondazione <strong>di</strong> <strong>Vittoria</strong> stiamo organizzando,<br />
per il 14 aprile una “Notte Rosa” all’insegna<br />
della creatività femminile in tutte le sue<br />
forme: dalla pittura al ricamo, dal decoupage alla<br />
fotografia, dell’impren<strong>di</strong>toria all’artigianato.<br />
È nostra intenzione far emergere la creatività delle<br />
donne vittoriesi, affinché loro stesse si rendano<br />
conto delle loro capacità e del loro valore.<br />
Se poi tutte insieme riusciremo a creare una rete<br />
fra le donne ed a portare avanti la creatività trasformandola<br />
in impren<strong>di</strong>torialità, superando il nostro<br />
innato in<strong>di</strong>vidualismo, avremo veramente<br />
raggiunto un traguardo importante.<br />
Dora Guarino<br />
Presidente della Consulta femminile<br />
opere sociali in quel periodo erano dovute<br />
alle offerte spontanee del popolo e alla magnanimità<br />
<strong>di</strong> alcuni citta<strong>di</strong>ni, come la prima<br />
opera <strong>di</strong> monacato e maritaggio, istituita nel<br />
1619 da Paolo Custurieri per testamento, e<br />
il primo ospedale, sorto grazie alla donazione<br />
del citta<strong>di</strong>no Matteo Terranova, per testamento<br />
del 1679.<br />
Numerose erano le tra<strong>di</strong>zioni religiose. Sin<br />
dalla fondazione, l’intera citta<strong>di</strong>na si legava<br />
al culto <strong>di</strong> san Giovanni Battista. Anche<br />
per santa Rosalia, il popolo <strong>di</strong> <strong>Vittoria</strong> manifestava<br />
una particolare devozione, eleggendola<br />
compatrona e tributandole una festa<br />
almeno sin dal 1638.<br />
Accompagnavano le feste principali tre importanti<br />
fiere franche: quella <strong>di</strong> san Giovanni,<br />
quella <strong>di</strong> santa Maria delle Grazie, quella<br />
della Madonna <strong>di</strong> Loreto.<br />
Nel gennaio del 1693 la Sicilia sud-orientale<br />
fu colpita da un terribile sisma. Tra le<br />
vittime <strong>di</strong> <strong>Vittoria</strong>, quaranta bambini che si<br />
trovavano nella chiesa madre, che fu rasa<br />
letteralmente al suolo. La tra<strong>di</strong>zione narra<br />
che i paesani, non sapendo qual santo rin-<br />
graziare, avessero messo in un bussolotto i<br />
nomi <strong>di</strong> tutti i santi e che per tre volte consecutive<br />
fosse uscito proprio quello <strong>di</strong> san Giovanni<br />
Battista, la cui statua in legno fu trovata intatta,<br />
ma con il capo reciso, facendo pensare<br />
che il Battista avesse sacrificato l’integrità della<br />
propria immagine per risparmiare il suo popolo.<br />
Da qui nacque una singolare tra<strong>di</strong>zione,<br />
unica nella <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Siracusa, quella <strong>di</strong> onorare<br />
con una festa e relativa processione esterna<br />
quel tragico 11 gennaio per ringraziare il precursore<br />
<strong>di</strong> Cristo, cui venne affidata la speciale<br />
protezione contro i terremoti.<br />
<strong>Vittoria</strong> era ancora un piccolo centro con una<br />
storia recente, ma in meno <strong>di</strong> cento anni aveva<br />
raggiunto uno sviluppo sociale, economico e<br />
demografico non in<strong>di</strong>fferente. Alla fine del secolo,<br />
contava una popolazione <strong>di</strong> circa quattromila<br />
abitanti, almeno sette chiese, due conventi,<br />
sette congregazioni, un ospedale, un<br />
monastero femminile <strong>di</strong> clausura e, sebbene in<br />
qualche modo colpita dal terribile sisma, intraprese<br />
subito il cammino verso il nuovo secolo,<br />
ricostruendo dove necessario e sviluppandosi<br />
ulteriormente in tutti i settori.<br />
Scatti Scatti d’epoca<br />
d’epoca<br />
Gita in campagna<br />
FOTO COLLEZIONE PICCIONE<br />
Nell’ambito delle celebrazioni per il Quarto Centenario abbiamo previsto la creazione <strong>di</strong><br />
una fototeca comunale, per raccogliere le foto delle famiglie vittoriesi e costruire l’immagine<br />
della nostra comunità, almeno dai primi del Novecento.<br />
Gli interessati possono portare le foto all’Ufficio stampa del comune, Palazzo Iacono, nei<br />
giorni <strong>di</strong> martedì e giovedì dalle ore 16.00 alle ore 18.00. Le foto saranno “scannerizzate”<br />
e restituite imme<strong>di</strong>atamente. Tutte le immagini saranno sud<strong>di</strong>vise per categoria e saranno<br />
poi esposte in una pubblica mostra, cui seguiranno vere e proprie pubblicazioni.<br />
Le foto più significative saranno inoltre pubblicate su <strong>Vittoria</strong> Notizie.