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allegato 2 - Comune di Pescara

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COMUNE DI PESCARA<br />

PIANO PARTICOLAREGGIATO N° 2<br />

“ZONA PORTUALE”<br />

RAPPORTO PRELIMINARE<br />

(ai sensi del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., Art. 13 comma 1)<br />

Il tecnico incaricato<br />

Prof. Arch. Valter Fabietti<br />

Roma, Maggio 2012


COMUNE DI PESCARA<br />

Piano Particolareggiato “Zona portuale” (PP2)<br />

RAPPORTO PRELIMINARE<br />

(Fase <strong>di</strong> Scoping)<br />

INDICE<br />

Premessa 1<br />

1. Introduzione 2<br />

1.1 Riferimenti generali e normativi 2<br />

1.2 Finalità del Rapporto Preliminare 4<br />

2. Metodologia 5<br />

2.1 Approccio metodologico 5<br />

2.2 Struttura del processo VAS per il Piano Particolareggiato 2 7<br />

2.3 In<strong>di</strong>viduazione dei soggetti coinvolti nel Processo <strong>di</strong> VAS 9<br />

3. Ambito <strong>di</strong> influenza del piano: Analisi <strong>di</strong> contesto 11<br />

3.1 Inquadramento dell’ambito territoriale 11<br />

3.2 Descrizione del quadro conoscitivo 12<br />

3.3 Sintesi degli elementi <strong>di</strong> criticità/sensibilità 37<br />

4. Il quadro <strong>di</strong> riferimento pianificatorio e programmatico 38<br />

4.1 Pianificazione/programmazione Regionale 38<br />

4.2 Pianificazione/programmazione Provinciale 61<br />

4.3 Pianificazione/programmazione a livello Comunale 64<br />

4.4 Regime vincolistico esistente 73<br />

5. Obiettivi generali del Piano Particolareggiato “Zona Portuale “ (PP2) 77<br />

5.1 Gli orientamenti dati dal PRG per il PP2 77<br />

5.2 Proposta preliminare per il PP2 79<br />

5.3 Presumibili impatti del Piano 80<br />

5.4 Considerazioni conclusive della fase <strong>di</strong> scoping 84<br />

Allegati<br />

Allegato I: Proposta preliminare <strong>di</strong> un set <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori per il PP2;<br />

Allegato II: Preliminare <strong>di</strong> tavola normativa.<br />

I


Premessa<br />

Il Piano Particolareggiato della “Zona Portuale” (in seguito PP2) è un piano attuativo <strong>di</strong><br />

iniziativa pubblica, conforme alle previsioni del PRG vigente del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>, destinato a<br />

trasformazione integrale. L’area coinvolta dal Piano è tra le aree centrali della città che, per<br />

caratteristiche e ubicazione, sono destinate a una completa trasformazione urbanistica finalizzata<br />

a realizzare un <strong>di</strong>verso impianto urbano cui è attribuito specifico ruolo nella organizzazione del<br />

territorio.<br />

L’area in oggetto è caratterizzata dal problematico <strong>di</strong>alogo con la restante parte della città a<br />

causa <strong>di</strong> una insufficiente permeabilità urbana e da un grave stato <strong>di</strong> degrado dovuto anche alla<br />

presenza <strong>di</strong> aree <strong>di</strong>messe, <strong>di</strong> siti da bonificare e <strong>di</strong> capannoni abbandonati a seguito della<br />

delocalizzazione delle attività verso aree periferiche.<br />

Il PRG, all’interno del PP2, in<strong>di</strong>vidua 3 sub-comparti:<br />

Sub - comparto a: comprende l’area demaniale del lungo fiume <strong>Pescara</strong>, del porto e<br />

dell’arenile a nord del fiume;<br />

Sub - comparto b: comprende l’area delimitata da via Andrea Doria, lungomare<br />

Cristoforo Colombo, via Fer<strong>di</strong>nando Magellano e in piccola parte Via Bardet;<br />

Sub - comparto c: comprende l’area fra il porto turistico e il lungomare Cristoforo<br />

Colombo.<br />

In merito alla procedura <strong>di</strong> VAS, così come previsto dal D.lgs. 152/2006 e ss.mm.ii., il piano<br />

deve essere sottoposto a Verifica <strong>di</strong> Assoggettabilità a VAS. Il <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>, in qualità <strong>di</strong><br />

Autorità Proponente, ha ritenuto, vista la sensibilità dell’Ambito e il valore strategico che esso<br />

riveste, <strong>di</strong> sottoporre <strong>di</strong>rettamente a VAS il PP2 in oggetto.<br />

Con il presente Rapporto Preliminare, nel rispetto del dettato normativo in materia, si vuole<br />

attivare un confronto e una collaborazione attiva e propositiva con tutte le ACA coinvolte. A<br />

riguardo al fine <strong>di</strong> ottimizzare i tempi si invitano le ACA a fornire i loro contributi non oltre 20 giorni<br />

dal ricevimento del presente documento.<br />

1


1.1 Riferimenti generali e normativi<br />

Capitolo I<br />

Introduzione<br />

La Valutazione Ambientale Strategica <strong>di</strong> piani e programmi (VAS) è stata introdotta<br />

dalla Direttiva 2001/42/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27/06/01 con<br />

l’obiettivo “<strong>di</strong> garantire un elevato livello <strong>di</strong> protezione dell’ambiente e <strong>di</strong> contribuire<br />

all’integrazione <strong>di</strong> considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione e dell’adozione <strong>di</strong> piani<br />

e programmi al fine <strong>di</strong> promuovere lo sviluppo sostenibile” (Articolo 1).<br />

Nello spirito del provve<strong>di</strong>mento comunitario, la procedura <strong>di</strong> VAS si configura come<br />

un processo continuo che si integra nel parallelo processo <strong>di</strong> pianificazione a partire dalle<br />

fasi iniziali <strong>di</strong> elaborazione del nuovo piano, fino alla sua fase <strong>di</strong> attuazione e monitoraggio,<br />

coniugando la <strong>di</strong>mensione ambientale con quella economica e sociale.<br />

La <strong>di</strong>rettiva prevede che la VAS trovi espressione nel Rapporto Ambientale, elaborato<br />

che costituisce parte integrante degli atti <strong>di</strong> pianificazione e che riporta gli esiti dell’intero<br />

percorso <strong>di</strong> valutazione ambientale. In particolare, il Rapporto Ambientale in<strong>di</strong>ca le modalità<br />

<strong>di</strong> integrazione della valutazione ambientale nel Piano e le alternative considerate, in<strong>di</strong>vidua,<br />

descrive e valuta gli effetti significativi che l’attuazione del piano potrebbe avere<br />

sull’ambiente alla luce degli obiettivi prefissati (in<strong>di</strong>candone le eventuali misure <strong>di</strong> mitigazione<br />

e/o compensazione) ed infine presenta un opportuno sistema <strong>di</strong> monitoraggio dello stato<br />

dell’ambiente nel tempo.<br />

A livello nazionale, alla VAS dei piani e programmi è de<strong>di</strong>cato l’intero Titolo II del<br />

D.Lgs. n. 152 del 3 aprile 2006 e ss.mm.ii. Nella Regione Abruzzo il recepimento della VAS è<br />

avvenuto per mezzo dei seguenti <strong>di</strong>spositivi normativi:<br />

Legge Regionale 9 agosto 2006, n. 27 “Disposizioni in materia ambientale”;<br />

DGR 19 Febbraio 2007, n. 148 “Disposizioni concernenti la Valutazione<br />

Ambientale Strategica <strong>di</strong> piani e programmi regionali”;<br />

DGR 13 agosto 2007, n. 842 “In<strong>di</strong>rizzi concernenti la Valutazione Ambientale<br />

Strategica (VAS) <strong>di</strong> Piani <strong>di</strong> competenza degli Enti Locali ricadenti nel territorio<br />

regionale”;<br />

Circolare del 31 luglio 2008, Prot. n. 19565 “Competenze in materia <strong>di</strong><br />

Valutazione Ambientale Strategica. Chiarimenti interpretativi”;<br />

Circolare del 2 settembre 2008 “Definizione delle competenze in materia <strong>di</strong><br />

Valutazione Ambientale Strategica per i Piani <strong>di</strong> assetto naturalistico (PAN)”;<br />

2


Circolare del 18 <strong>di</strong>cembre 2008, Prot. n. 30766 “In<strong>di</strong>viduazione delle Autorità con<br />

Competenza Ambientale nella struttura regionale”;<br />

Circolare del 17 Dicembre 2010 Prot. n. 14582/10 “Chiarimenti interpretativi su<br />

alcuni aspetti del proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> Valutazione Ambientale Strategica VAS”;<br />

Circolare del 18 gennaio 2011 Prot. n. 528 “Competenze in materia <strong>di</strong> valutazione<br />

ambientale strategica - Ulteriori chiarimenti interpretativi”.<br />

La procedura <strong>di</strong> VAS attivata si sviluppa secondo la seguente articolazione generale:<br />

Avvio del proce<strong>di</strong>mento e attivazione delle forme partecipative;<br />

Redazione del Rapporto Preliminare ex Art.13, com 1 del D.Lgs 152/2006 e ss.mm.ii.<br />

(Fase <strong>di</strong> Scoping.);<br />

Consultazione delle Autorità con Competenze Ambientale (ACA) in merito al<br />

Rapporto Preliminare;<br />

Elaborazione del Rapporto Ambientale;<br />

Consultazione del pubblico e delle ACA;<br />

Analisi dei risultati delle consultazioni;<br />

Elaborazione del Parere Motivato;<br />

Messa a <strong>di</strong>sposizione delle informazioni sulle decisioni;<br />

Monitoraggio.<br />

3


1.2 Finalità del Rapporto Preliminare<br />

Ai fini della consultazione che caratterizza la procedura <strong>di</strong> Valutazione Ambientale<br />

Strategica, un primo momento <strong>di</strong> confronto è previsto attraverso la con<strong>di</strong>visione del Rapporto<br />

Preliminare, rivolto in prima istanza alle Autorità con specifica Competenza in materia<br />

Ambientale (ACA) che vengono consultate per contribuire a definire l’ambito <strong>di</strong> influenza del<br />

Piano e la portata delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale. Contestualmente<br />

viene attivata la forma partecipativa dell’informazione rivolta alla citta<strong>di</strong>nanza e a tutti i<br />

portatori <strong>di</strong> interesse.<br />

Il presente documento ha il principale scopo <strong>di</strong> fornire i riferimenti procedurali e<br />

metodologici alla base del percorso <strong>di</strong> valutazione al fine <strong>di</strong> avviare un confronto attivo e<br />

propositivo con i soggetti coinvolti nel processo <strong>di</strong> VAS.<br />

In merito alla partecipazione si è ritenuto opportuno <strong>di</strong>stinguerne le forme a seconda<br />

dei soggetti coinvolti. Pertanto <strong>di</strong> seguito in merito ai tempi della partecipazione si farà<br />

riferimento alle seguenti forme partecipative:<br />

informazione: rivolta a tutti i soggetti interessati (istituzionali e non);<br />

consultazione: rivolta alle Autorità con Competenza Ambientale;<br />

negoziazione/concertazione: rivolta ai soggetti che governano ed operano sul<br />

territorio.<br />

4


2.1 Approccio metodologico<br />

Capitolo II<br />

Metodologia<br />

L’applicazione della VAS nel processo pianificatorio è <strong>di</strong> recente applicazione e<br />

pertanto in materia si possiede una esperienza limitata. Le metodologie generali che<br />

vengono normalmente utilizzate per la valutazione ambientale dei progetti (stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> impatto<br />

ambientale), che godono <strong>di</strong> una esperienza <strong>di</strong> gran lunga maggiore e pertanto più strutturata,<br />

possono, in linea <strong>di</strong> principio, essere utilizzate solo per alcuni passaggi della valutazione dei<br />

piani circa le decisioni strategiche. Si rendono necessari, infatti, specifici adattamenti che<br />

tengano conto della <strong>di</strong>versa articolazione temporale del processo e pertanto non è<br />

ipotizzabile una semplice trasposizione metodologica.<br />

In linea generale si può affermare che la VAS ha la finalità <strong>di</strong>:<br />

porre particolare attenzione a identificare le <strong>di</strong>mensioni e la significatività degli<br />

impatti a livello <strong>di</strong> dettaglio appropriato;<br />

stimolare l’integrazione delle conclusioni della VAS nelle decisioni circa i piani e<br />

programmi in esame;<br />

assicurare che il grado <strong>di</strong> incertezza sia sempre sotto controllo in ogni momento<br />

del processo <strong>di</strong> valutazione.<br />

Questo perché la VAS non è solo uno strumento valutativo, ma è parte integrante del<br />

percorso <strong>di</strong> formazione del piano e <strong>di</strong> fatto ne <strong>di</strong>venta elemento costruttivo, gestionale e <strong>di</strong><br />

controllo.<br />

È importante sottolineare come i processi decisionali riferiti ai piani siano "flui<strong>di</strong> e<br />

continui", e quin<strong>di</strong> la VAS, per essere realmente efficace e influente, deve intervenire nelle<br />

<strong>di</strong>verse fasi caratterizzanti il piano, con modalità <strong>di</strong> volta in volta opportunamente concordate.<br />

Il significato chiave della VAS, infatti, è costituito dalla sua capacità <strong>di</strong> integrare e rendere<br />

coerente il processo <strong>di</strong> pianificazione, orientandolo verso la sostenibilità. Si specifica, inoltre,<br />

che la VAS è uno strumento e non un nulla osta. Certamente occorre approfon<strong>di</strong>re gli aspetti<br />

conoscitivi, ma senza fare del rigore analitico o procedurale un requisito fine a se stesso, con<br />

il rischio <strong>di</strong> vanificare il processo complessivo. Seguendo questa logica l’attenzione si sposta<br />

dalla ricerca della metodologia perfetta alla definizione e comprensione del percorso<br />

decisionale, per ottenere risultati che - come la stessa norma richiede - siano innanzitutto<br />

efficaci. Così facendo, la VAS rappresenta uno strumento <strong>di</strong> supporto per il decisore: ciò<br />

5


permette <strong>di</strong> avere una impostazione che prevede il ricorso a continui feedback sull’intero<br />

processo.<br />

Fatta tale premessa, la VAS deve essere intesa più come uno strumento <strong>di</strong> aiuto alla<br />

formulazione del piano, che come elaborato tecnico autonomo. La preparazione del<br />

documento, ossia del rapporto finale, è la conseguenza del percorso <strong>di</strong> VAS che si è<br />

espletato. Tale rapporto dovrebbe essere visto soprattutto come una testimonianza del<br />

processo utilizzato e dei contenuti che ne sono scaturiti, reso <strong>di</strong>sponibile per future revisioni.<br />

Se la VAS è così interpretata, il rapporto finale dovrà essere un documento conciso,<br />

con in<strong>di</strong>cazioni chiare sui seguenti argomenti:<br />

proposta e contesto programmatico e pianificatorio <strong>di</strong> riferimento;<br />

alternative possibili;<br />

conseguenze ambientali e loro comparazione;<br />

<strong>di</strong>fficoltà incontrate nella valutazione e incertezze dei risultati;<br />

raccomandazioni per l’attuazione della proposta, or<strong>di</strong>nate secondo una scala <strong>di</strong><br />

priorità;<br />

in<strong>di</strong>cazioni per gli approfon<strong>di</strong>menti e per il monitoraggio dopo che la decisione è<br />

stata presa.<br />

6


2.2 Struttura del processo VAS per il Piano Particolareggiato “Zona Portuale”<br />

(PP2)<br />

Al fine <strong>di</strong> poter <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> un riferimento metodologico e scientifico con<strong>di</strong>viso, la<br />

struttura metodologica generale assunta per la VAS del PP2 prende spunto dal progetto<br />

internazionale <strong>di</strong> ricerca ENPLAN “Evaluation Environnemental des Plans et Programmes”,<br />

finalizzato a definire una metodologia comune <strong>di</strong> applicazione della Valutazione Ambientale<br />

Strategica (VAS) ai piani e programmi. I riferimenti teorici esposti nel testo si limitano ai soli<br />

passaggi utili alla presentazione delle <strong>di</strong>verse analisi e valutazioni che si effettueranno in<br />

fase <strong>di</strong> redazione del Rapporto Ambientale, mentre per ogni ulteriore approfon<strong>di</strong>mento<br />

relativo agli aspetti metodologici è possibile rimandare a quanto esposto, con ampia<br />

trattazione, nelle Linee Guida del progetto <strong>di</strong> ricerca citato 1 .<br />

Per quanto attiene il PP in esame, il percorso <strong>di</strong> VAS si è avviato nella fase<br />

preliminare del processo <strong>di</strong> pianificazione, attraverso un confronto ed uno scambio reciproco<br />

<strong>di</strong> informazioni tra esperti <strong>di</strong> tematiche ambientali, Amministrazione Comunale, ed urbanisti.<br />

Di seguito si riporta lo schema metodologico generale che si è previsto <strong>di</strong> attivare per la VAS<br />

definendone le tappe fondamentali:<br />

Schema metodologico<br />

Verifica preliminare degli orientamenti del PP2 ed integrazione della <strong>di</strong>mensione ambientale attraverso i primi<br />

confronti con gli esperti ambientali;<br />

Primo confronto con le Autorità Competenti in materia Ambientale in occasione della redazione del presente<br />

Rapporto Preliminare, finalizzato alla con<strong>di</strong>visione della metodologia generale VAS;<br />

Elaborazione del quadro conoscitivo ed eventuale perfezionamento degli obiettivi generali <strong>di</strong> Piano;<br />

Verifica dello scenario strategico <strong>di</strong> Piano, valutazione <strong>di</strong> coerenza esterna e sua relazione con i contenuti<br />

ambientali degli strumenti <strong>di</strong> pianificazione territoriale e programmazione sovraor<strong>di</strong>nati;<br />

Con<strong>di</strong>visione delle tematiche prioritarie da considerare sotto il profilo ambientale e territoriale attraverso l’attivazione<br />

delle forme partecipative;<br />

Completamento dell’analisi ambientale <strong>di</strong> dettaglio, con formulazione degli obiettivi ambientali specifici rispetto ai<br />

quali verificare la proposta d’intervento, anche attraverso l’utilizzo <strong>di</strong> opportuni in<strong>di</strong>catori ambientali;<br />

In<strong>di</strong>viduazione delle possibili alternative d’intervento e loro confronto in relazione agli effetti ambientali attesi;<br />

Valutazione della proposta <strong>di</strong> Piano e sua verifica <strong>di</strong> coerenza interna rispetto al sistema <strong>di</strong> obiettivi ambientali<br />

specifici;<br />

Orientamento dell’attività <strong>di</strong> Monitoraggio;<br />

Presentazione del Rapporto Ambientale e Sintesi non Tecnica.<br />

1 http://www.interreg.enplan.org<br />

7


L’analisi del sistema ambientale e territoriale interessato dal Piano ha la funzione <strong>di</strong><br />

fare emergere i fattori <strong>di</strong> criticità e <strong>di</strong> sensibilità che connotano il territorio relativo al piano<br />

particolareggiato e l’area geografica <strong>di</strong> appartenenza.<br />

Il quadro conoscitivo finale sarà articolato in due sezioni: analisi <strong>di</strong> contesto e analisi<br />

<strong>di</strong> dettaglio. La prima sezione è relativa alla in<strong>di</strong>viduazione delle questioni ambientali rilevanti<br />

e alla definizione dei temi da sviluppare attraverso la VAS, muovendo da una lettura d’area<br />

vasta, e quin<strong>di</strong> guardando al territorio comunale <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>; la seconda riguarderà il territorio<br />

della zona portuale, e quin<strong>di</strong> specificherà con maggior dettaglio gli elementi <strong>di</strong>stintivi propri <strong>di</strong><br />

tale ambito, tanto con riferimento agli aspetti più strettamente naturalistico-ambientali che a<br />

quelli antropici, da interrelarsi necessariamente tra loro rispetto alle finalità della VAS.<br />

La definizione degli in<strong>di</strong>catori utili per l’analisi <strong>di</strong> contesto assume come riferimento<br />

quelli già <strong>di</strong>sponibili negli strumenti <strong>di</strong> pianificazione sovra-or<strong>di</strong>nati e in letteratura, derivanti<br />

dalle attività <strong>di</strong> analisi/monitoraggio delle <strong>di</strong>verse componenti ambientali. Tali in<strong>di</strong>catori<br />

avranno precipue finalità descrittive, rivolte in particolar modo ad evidenziare i fattori <strong>di</strong><br />

pressione ambientale d’area vasta, <strong>di</strong> carattere esogeno, rispetto ai quali le determinazioni <strong>di</strong><br />

Piano potranno avere influenza solo parziale, ma non per questo peso secondario<br />

nell’ambito della determinazione degli obiettivi ambientali <strong>di</strong> Piano.<br />

In base alle successive analisi <strong>di</strong> dettaglio potranno essere in<strong>di</strong>viduati, per ciascun<br />

in<strong>di</strong>catore definito, sia valori <strong>di</strong> riferimento (soglie <strong>di</strong> attenzione e <strong>di</strong> allarme), sia traguar<strong>di</strong><br />

(valori degli obiettivi specifici che ci si propone <strong>di</strong> raggiungere). L’analisi ambientale e<br />

territoriale <strong>di</strong> dettaglio avrà quin<strong>di</strong> lo scopo <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re lo stu<strong>di</strong>o dell’area su cui il piano<br />

ha effetti significativi.<br />

L’impostazione dell’analisi <strong>di</strong> dettaglio e il livello <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento - da con<strong>di</strong>vidersi<br />

con i soggetti coinvolti nelle <strong>di</strong>verse forme partecipative - varieranno in funzione degli esiti<br />

dell’analisi <strong>di</strong> contesto. L’analisi <strong>di</strong> dettaglio non toccherà necessariamente tutte le tematiche<br />

ambientali già affrontate nell’analisi <strong>di</strong> contesto, ma selezionerà temi strategici per il Piano,<br />

concentrando e finalizzando lo sforzo <strong>di</strong> analisi.<br />

8


2.3 In<strong>di</strong>viduazione dei soggetti coinvolti nel processo <strong>di</strong> VAS<br />

Il <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> come Autorità Procedente 2 ha avviato con Determina<br />

Dirigenziale n. 13 del 26/04/2012 la procedura <strong>di</strong> VAS.<br />

Per la definizione delle Autorità con Competenze Ambientali (ACA) , ovvero le<br />

Pubbliche Amministrazioni più adatte ad esprimersi sugli impatti e sugli effetti prodotti dagli<br />

interventi previsti dal Piano Particolareggiato, il <strong>Comune</strong> ha preso in considerazione tutti i<br />

soggetti istituzionali che <strong>di</strong>rettamente o in<strong>di</strong>rettamente partecipano al governo del territorio<br />

esaminato.<br />

L’elenco <strong>di</strong> seguito riportato risulta in<strong>di</strong>cativo per un primo confronto e non implica<br />

l’esclusione <strong>di</strong> nuovi soggetti a seguito <strong>di</strong> in<strong>di</strong>cazioni che in merito al presente documento<br />

perverranno. Così come specificato nella circolare della Regione Abruzzo del 18 Dicembre<br />

2008 prot.n.30766, sono state in<strong>di</strong>viduate le ACA e sono altresì in<strong>di</strong>cati gli aspetti del<br />

Rapporto Preliminare in oggetto su cui ciascuna ACA è invitata ad esprimersi.<br />

Le Autorità con Competenze Ambientali in<strong>di</strong>viduate sono:<br />

Direzioni Generali Regionali:<br />

o DA - Direzione Affari della Presidenza, Politiche Legislative e Comunitarie,<br />

Programmazione, Parchi, Territorio, Valutazioni Ambientali, Energia.<br />

o DR - Direzione Protezione Civile, Ambiente - Servizio Gestione Rifiuti.<br />

o Autorità dei Bacini <strong>di</strong> Rilievo Regionale dell'Abruzzo e del Bacino<br />

Interregionale del Fiume Sangro.<br />

o Direzione Direzione LL.PP., Ciclo Idrico Integrato e Difesa del Suolo e della<br />

Costa - Servizio del Genio Civile Regionale <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>.<br />

Provincia <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>:<br />

o Settore IV Ambiente - Servizio Pianificazione territoriale.<br />

o Settore IV Ambiente – Servizio Tutela e Valorizzazione dell’Ambiente.<br />

o Settore VIII E<strong>di</strong>lizia scolastica, Genio Civile e Patrimonio – Servizio Genio<br />

Civile.<br />

ARTA Abruzzo – Agenzia Regionale per la Tutela dell’Ambiente<br />

o Sede centrale : gruppo <strong>di</strong> lavoro VAS.<br />

Direzione ASL <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>:<br />

o Dipartimento prevenzione – Ufficio Epidemiologia e Sanità Pubblica.<br />

2<br />

A riguardo si specifica che il <strong>Comune</strong>, rispetto a quanto previsto dalla normativa regionale <strong>di</strong> settore, risulta essere Autorità<br />

Proponente, Procedente e Competente.<br />

9


Direzione regionale per i beni Culturali e Paesaggistici dell’Abruzzo.<br />

Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio dell’Abruzzo.<br />

Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo.<br />

Capitaneria <strong>di</strong> Porto.<br />

Di seguito si riportano gli aspetti del Rapporto Preliminare su cui ciascuna ACA è<br />

invitata a dare il proprio contributo:<br />

Tabella 2.1: Elenco ACA e aspetti su cui si chiede il contributo<br />

ACA Rif. Aspetti trattati<br />

Regione Abruzzo<br />

ARTA<br />

Provincia <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />

Direzione Regionale per i beni culturali e<br />

Paesaggistici dell’Abruzzo<br />

Soprintendenza per i beni Architettonici e<br />

per il Paesaggio dell’Abruzzo<br />

Soprintendenza per i beni Archeologici<br />

dell’Abruzzo<br />

ASL <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />

Cap.<br />

1-2-<br />

3-4-5<br />

Cap.<br />

2-3-5<br />

Cap.<br />

1-2-<br />

3-4-5<br />

Cap.<br />

3-5<br />

Cap.<br />

3-5<br />

Cap.<br />

4<br />

Cap.<br />

3-5<br />

Riferimenti normativi e metodologici; aspetti<br />

procedurali; Rapporto tra il piano in esame e gli<br />

strumenti sovraor<strong>di</strong>nati; Aspetti ambientali<br />

(paesaggio e bio<strong>di</strong>versità, risorse naturali).<br />

Aspetti ambientali e metodologici.<br />

Riferimenti normativi e metodologici;<br />

Rapporto tra il piano in esame e gli strumenti<br />

sovraor<strong>di</strong>nati; Aspetti ambientali.<br />

Aspetti paesaggistici.<br />

Aspetti paesaggistici.<br />

Vincolo Archeologico.<br />

Aspetti ambientali, con particolare attenzione alla<br />

salute in<strong>di</strong>viduale e collettiva dei citta<strong>di</strong>ni.<br />

10


PP2 – <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />

Capitolo III<br />

Ambito <strong>di</strong> influenza del piano: analisi <strong>di</strong> contesto<br />

3.1. Inquadramento dell’ambito territoriale<br />

La definizione dell’ambito <strong>di</strong> influenza ha l’obiettivo <strong>di</strong> porre in evidenza il contesto <strong>di</strong><br />

riferimento del Piano Particolareggiato della zona portuale (PP2): gli ambiti <strong>di</strong> analisi, le<br />

interrelazioni, le sensibilità, gli elementi <strong>di</strong> criticità.<br />

Per quanto concerne la definizione dell’ambito territoriale <strong>di</strong> influenza, si è fatto<br />

riferimento all’intero territorio comunale. Questo perché si è ritenuto che ai fini<br />

dell’implementazione delle azioni previste nel PP2 occorresse tener presente che tale area è<br />

un sistema aperto alle influenze dall’esterno, ovvero l’intero territorio comunale. Infatti, l’area<br />

interessata dal PP2 è caratterizzata dal rapporto problematico con il centro vitale della città e<br />

da un forte stato <strong>di</strong> degrado dovuto alla presenza <strong>di</strong> aree <strong>di</strong>smesse e <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici industriali<br />

abbandonati a seguito della delocalizzazione delle attività presenti.<br />

Figura 3.1: In<strong>di</strong>viduazione del PP2 rispetto al territorio comunale.<br />

11


PP2 – <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />

La separazione del sistema porto-fiume dalla vita citta<strong>di</strong>na rappresenta per <strong>Pescara</strong><br />

un dato storico non ancora risolto, che si manifesta in modo evidente anche nei suoi aspetti<br />

fisici e morfologici quando si osserva lo svolgersi delle attività e dei traffici urbani “sopra” gli<br />

argini del fiume e “al <strong>di</strong> là” delle recinzioni del porto canale e delle aree <strong>di</strong>smesse.<br />

Ma l’ambito del PP2 grazie alla sua centralità, riveste un ruolo strategico nelle<br />

<strong>di</strong>namiche <strong>di</strong> trasformazione urbana ed ha, una grande potenzialità <strong>di</strong> riconversione.<br />

3.2. Descrizione del quadro conoscitivo<br />

La metodologia adottata per lo stu<strong>di</strong>o delle varie componenti ambientali prevede la<br />

<strong>di</strong>saggregazione del contesto <strong>di</strong> riferimento secondo una struttura piramidale che presenta<br />

livelli <strong>di</strong> aggregazione sempre più spinti procedendo dalla base al vertice della piramide. Se<br />

da una parte, la <strong>di</strong>saggregazione del contesto <strong>di</strong> riferimento in livelli gerarchici sempre più<br />

bassi si scontra con la visione d’insieme necessaria per la comprensione dei fenomeni<br />

ambientali, dall’altra consente <strong>di</strong> rispondere a pieno all’approccio olistico che sottende la<br />

VAS, permettendo <strong>di</strong> dare conto delle mo<strong>di</strong>ficazioni indotte con una visione che va dal<br />

generale al particolare e viceversa.<br />

Di seguito si in<strong>di</strong>viduano le componenti prese in considerazione:<br />

Popolazione e società;<br />

Struttura produttiva;<br />

Elementi paesaggistici e urbanistici;<br />

Elementi idrogeologici;<br />

Qualità dell’aria;<br />

Energia;<br />

Rifiuti;<br />

Rischio antropogenico;<br />

Mobilità;<br />

Clima acustico.<br />

Come si può vedere, accanto alle componenti “prettamente” ambientali, ovvero gli<br />

elementi costitutivi, sono stati presi in esame anche i “fattori”, ovvero quegli elementi che<br />

costituiscono causa <strong>di</strong> interferenza e <strong>di</strong> possibile perturbazione nei confronti delle altre<br />

componenti ambientali, e questo perché si ritiene che la città generi impatti ambientali non<br />

solo a seguito delle trasformazioni derivanti dall’attività costruttiva, ma anche e soprattutto<br />

tramite il suo funzionamento.<br />

12


PP2 – <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />

La descrizione delle suddette componenti ha preso avvio con la raccolta e<br />

catalogazione <strong>di</strong> dati alfanumerici <strong>di</strong>sponibili a scala comunale. In particolare, le fonti<br />

utilizzate sono state essenzialmente <strong>di</strong> tipo in<strong>di</strong>retto.<br />

Per ogni componente ambientale e socioeconomica sono stati in<strong>di</strong>viduati degli<br />

in<strong>di</strong>catori, riportati in Allegato I, che dovrebbero essere in grado <strong>di</strong> rappresentare quella<br />

parte della catena causa-effetto alla quale sono riferiti. La realizzazione <strong>di</strong> uno schema per la<br />

progettazione/selezione <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori ha implicato una negoziazione fra <strong>di</strong>verse esigenze <strong>di</strong><br />

base: <strong>di</strong>sponibilità, rigore e vali<strong>di</strong>tà scientifica, fattibilità tecnica, inter<strong>di</strong>pendenza e<br />

multi<strong>di</strong>mensionalità.<br />

Di seguito si introducono le tematiche organizzate secondo la metodologia<br />

precedentemente descritta.<br />

3.2.1. Popolazione e società<br />

L’analisi demografica evidenzia il livello <strong>di</strong> pressione antropica sulle matrici<br />

ambientali, fornendo importanti in<strong>di</strong>cazioni sui futuri andamenti <strong>di</strong> tale pressione, oltre a<br />

interessanti informazioni sulla composizione del tessuto sociale. Per tale analisi, sono stati<br />

utilizzati i dati che provengono dalla rilevazione della “Popolazione residente comunale per<br />

sesso, anno <strong>di</strong> nascita e stato civile” condotta dall’ISTAT, svolta presso le Anagrafe<br />

comunale.<br />

<strong>Pescara</strong> è il comune più grande della Regione Abruzzo per numero <strong>di</strong> abitanti<br />

(123.077 al 1 gennaio 2011); la popolazione residente ha mostrato un incremento continuo a<br />

partire dalla fine del 1800 (Grafico 3.1). Un lieve decremento si è registrato negli anni 2005-<br />

2006 (Grafico 3.2) per poi risultare pressoché stazionaria nel corso degli ultimi anni.<br />

Nonostante la popolazione risulti quasi invariata, il numero me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> componenti per famiglia<br />

è in continua decrescita passando da 2,81 nel 2003 a 2,30 nel 2010, anno in cui si contano<br />

53.336 famiglie il cui numero risulta in continua crescita (Grafico 3.3).<br />

13


PP2 – <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />

Grafico 3.1: Dinamica demografica. Fonte dati: Istat<br />

Grafico 3.2: Dettaglio <strong>di</strong>namica demografica 2001-2010. Fonte dati: Istat<br />

14


PP2 – <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />

Grafico 3.3: Dinamica della popolazione e delle famiglie. Fonte: Redazione <strong>di</strong> supporti strumentali<br />

all’incentivazione delle forme innovative <strong>di</strong> partenariato pubblico privato nei processi <strong>di</strong> trasformazione<br />

urbana sostenibile - Relazione Illustrativa Dicembre 2011.<br />

Nonostante la popolazione risulti quasi invariata, si può ritenere che la <strong>di</strong>namica<br />

demografica fornisca un supporto <strong>di</strong> rilievo al mercato immobiliare locale, poiché esprime la<br />

crescita del numero <strong>di</strong> famiglie, che rappresentano il principale soggetto sul versante della<br />

domanda <strong>di</strong> immobili a destinazione residenziale.<br />

Dall’osservazione dei dati relativi al movimento migratorio sembra emergere un<br />

fenomeno <strong>di</strong> progressiva ri-articolazione e sostituzione della popolazione. Per ogni anno<br />

compreso tra il 2002 e il 2010 si registra infatti che il numero <strong>di</strong> cancellati a favore <strong>di</strong> altri<br />

comuni supera il numero <strong>di</strong> iscritti da altri comuni. Da questo punto <strong>di</strong> vista <strong>Pescara</strong> cede<br />

dunque popolazione (me<strong>di</strong>amente 177 unità all’anno). Da segnalare, inoltre, il continuo<br />

aumento della presenza <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni stranieri residenti la cui percentuale nel 2010 è risultata<br />

pari a 4,20% del totale dei residenti.<br />

15


PP2 – <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />

Grafico 3.4: % citta<strong>di</strong>ni stranieri residenti. Fonte dati: Istat - Demo - demografia in cifre.<br />

Sono stati considerati, inoltre, anche alcuni in<strong>di</strong>catori sintetici della struttura della<br />

popolazione in quanto le modalità <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione della popolazione nelle <strong>di</strong>verse fasce <strong>di</strong><br />

età, oltre ad avere una rilevanza demografica, hanno anche rilievo sotto il profilo socioeconomico<br />

e <strong>di</strong> gestione del territorio. A sostenere la domanda <strong>di</strong> abitazioni non è più la<br />

crescita quantitativa della popolazione quanto la sua evoluzione strutturale (ed in particolare<br />

la moltiplicazione dei nuclei familiari) e cioè la trasformazione strutturale in atto ormai da<br />

molti anni nella popolazione e nella società italiana 1 .<br />

Come si può vedere dal Grafico 3.5 nel comune <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> è particolarmente critica<br />

la situazione per l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza anziani e l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> vecchiaia.<br />

Grafico 3.5: In<strong>di</strong>catori struttura popolazione. Fonte dati: elaborazione propria su dati Istat.<br />

1 Costanzo L. e Ferrara A. (2011). Rapporto 2011. Centro <strong>di</strong> ricerca sui consumi <strong>di</strong> suolo. INU E<strong>di</strong>zioni.<br />

16


PP2 – <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />

Valori alti degli in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> connotazione della popolazione determinano un maggior<br />

impegno nell’offerta <strong>di</strong> servizi a supporto della popolazione inse<strong>di</strong>ata. A conferma <strong>di</strong> ciò, in<br />

base ai dati del Rapporto Annuale 2008 dell’ISTAT, un confronto fra l’andamento della<br />

componente residenziale (in termini <strong>di</strong> nuove abitazioni autorizzate) e quello contemporaneo<br />

<strong>di</strong> popolazione e famiglie per il periodo 2001-2006, in<strong>di</strong>ca che permessi per nuove abitazioni<br />

crescono in modo lineare (nella misura <strong>di</strong> circa l’1% all’anno), a una velocità superiore a<br />

quella della popolazione (che in cinque anni è cresciuta solo del 3,1%), ma inferiore a quella<br />

delle famiglie (cresciute nello stesso periodo dell’8,2%). Inoltre, la <strong>di</strong>vergenza fra la curva<br />

delle abitazioni e quella delle famiglie che si apre a partire dal 2004 segnala un allargamento<br />

della platea delle famiglie che non hanno accesso al mercato delle nuove abitazioni (buona<br />

parte dell’accelerazione nella crescita delle famiglie è dovuta al contributo della popolazione<br />

straniera) (Grafico 3.6).<br />

Grafico 3.6: Elaborazione Istat, Statistiche sui permessi <strong>di</strong> costruire, 14°<br />

censimento generale della popolazione e delle abitazioni.<br />

Si tratta <strong>di</strong> una citta<strong>di</strong>nanza nuova che esprime una domanda <strong>di</strong> e<strong>di</strong>lizia sociale<br />

pubblica o in affitto a canoni moderati.<br />

Accanto alla popolazione residente, nel pianificare gli interventi bisogna tener conto<br />

anche dei city users (quali studenti universitari, turisti). In particolare, per quanto concerne la<br />

<strong>di</strong>namica del numero <strong>di</strong> immatricolati universitari provenienti da fuori regione, fino al 2006<br />

questa risulta me<strong>di</strong>amente pari a 1.268 unità per anno, che rappresentano circa il 45% degli<br />

immatricolati totali; dal 2006 al 2010 risulta me<strong>di</strong>amente pari a 602 unità per anno, che<br />

costituiscono circa il 31% degli immatricolati totali. È da rilevare che il numero <strong>di</strong><br />

immatricolati provenienti da altre province della regione, esclusa quella <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>, ha<br />

manifestato un trend negativo <strong>di</strong> minore entità: fino al 2006 risulta me<strong>di</strong>amente pari a 904<br />

17


PP2 – <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />

unità per anno, con un peso del 32%, successivamente risulta me<strong>di</strong>amente pari a 826 unità<br />

per anno, con un peso <strong>di</strong> quasi il 43%. Nonostante la <strong>di</strong>minuzione del numero <strong>di</strong><br />

immatricolati registrata fino al 2007, nello stesso arco <strong>di</strong> tempo il numero <strong>di</strong> iscritti<br />

complessivi nelle quattro Facoltà <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> è risultato in netto aumento, per poi stabilizzarsi<br />

nell’arco <strong>di</strong> tempo fino al 2010 a circa 12.500 unità. Il numero <strong>di</strong> iscritti provenienti da fuori<br />

regione dal 2006, invece, manifesta la tendenza a <strong>di</strong>minuire. Ciò è frutto <strong>di</strong> due fenomeni<br />

contrastanti: la progressiva <strong>di</strong>minuzione del numero <strong>di</strong> iscritti alla Facoltà <strong>di</strong> Scienze<br />

Manageriali, compensata dalla crescita del numero <strong>di</strong> iscritti nelle altre tre Facoltà, quelle <strong>di</strong><br />

Architettura, Lingue ed Economia (Grafico 3.7).<br />

Grafico 3.7: Immatricolati nelle Facoltà <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> per provenienza. Fonte: Redazione <strong>di</strong> supporti strumentali<br />

all’incentivazione delle forme innovative <strong>di</strong> partenariato pubblico privato nei processi <strong>di</strong> trasformazione urbana<br />

sostenibile - Relazione Illustrativa Dicembre 2011.<br />

Una ulteriore componente che influenza la domanda <strong>di</strong> immobili a destinazione<br />

residenziale per esigenze temporanee è costituita dal movimento turistico.<br />

Dall’analisi dei dati relativi al movimento turistico forniti dall’Aptr - Azienda <strong>di</strong><br />

promozione del turismo della Regione Abruzzo - e dal Settore Turismo della stessa Regione<br />

(relativi al decennio appena trascorso) emergono alcune evidenze empiriche <strong>di</strong> rilievo. Il<br />

numero <strong>di</strong> arrivi complessivi <strong>di</strong> turisti manifesta una crescita marcata nel primo triennio del<br />

periodo analizzato, poi si mantiene ancora in crescita fino al 2006, e successivamente fa<br />

registrare un andamento altalenante. Il numero <strong>di</strong> arrivi manifesta una sostanziale tenuta nel<br />

biennio 2007-2008, per poi calare bruscamente. Le presenze turistiche mostrano una<br />

18


PP2 – <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />

<strong>di</strong>namica similare. Occorre però considerare un elemento che contribuisce a spiegare il trend<br />

recente. I dati relativi al 2009 e al 2010 sono depurati dal flusso generato dalle persone<br />

ospitate nelle strutture ricettive a seguito del sisma che ha colpito L’Aquila il 6 aprile 2009.<br />

Peraltro, pur in presenza <strong>di</strong> questo fenomeno, il numero <strong>di</strong> arrivi e presenze registrato nel<br />

biennio 2009‐2010 risulta superiore a quello <strong>di</strong> inizio periodo <strong>di</strong> quasi un 20%. Alla <strong>di</strong>namica<br />

descritta hanno fornito un contributo <strong>di</strong> rilievo i turisti stranieri, sia in termini <strong>di</strong> arrivi che,<br />

soprattutto, in termini <strong>di</strong> presenze. Ciò si riflette su una tendenza peculiare. Per i turisti<br />

italiani, a partire dal 2004, <strong>di</strong>minuisce progressivamente la permanenza me<strong>di</strong>a, ovvero il<br />

rapporto tra presenze e arrivi. Per i turisti stranieri, la permanenza me<strong>di</strong>a manifesta una forte<br />

variabilità nel periodo esaminato, ma il dato si colloca comunque all’interno <strong>di</strong> un trend che<br />

ha ripreso a crescere dopo il picco minimo registrato nel 2004.<br />

3.2.2. Struttura produttiva<br />

L’analisi della struttura produttiva ed il suo evolversi nel tempo, è un elemento<br />

fondamentale per valutarne gli sviluppi futuri.<br />

Dalle elaborazioni svolte emerge una notevole vivacità per il settore alberghi e<br />

ristorazione e per le attività professionali 2 . Per quanto concerne le attività professionali e i<br />

servizi alle imprese, si registra una crescita pressoché costante del numero <strong>di</strong> imprese a<br />

partire dal 1998. Su base provinciale è stata riscontrata una notevole <strong>di</strong>minuzione delle<br />

imprese attive tra il 2008 e il 2009; è verosimile che ciò sia imputabile alla crisi economica<br />

internazionale e che il medesimo fenomeno sia riscontrabile anche a livello comunale. Nello<br />

stesso periodo, emerge la debolezza dei settori trasporti e comunicazioni e interme<strong>di</strong>azione<br />

monetaria e finanziaria, per i quali il numero delle imprese è al più costante se non in netta<br />

<strong>di</strong>minuzione (Grafico 3.8, Grafico 3.9).<br />

2 Per i perio<strong>di</strong> 1996-2000 e 2002-2005 sono stati mantenuti i dati comunali <strong>di</strong>ffusi dall’Ufficio Sistema Informativo Statistico<br />

della Regione Abruzzo. Il dato relativo al 2001 è stato ricavato per interpolazione tra i due dati precedente e seguente. Per il<br />

periodo 2006-2010, le informazioni relative al comune <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> sono state estrapolate dai dati Unioncamere, rapportando il<br />

peso delle imprese inse<strong>di</strong>ate nel comune a quella delle imprese nella provincia sulla base dei dati fino al 2005. I settori presi<br />

in considerazione sono quelli relativi ad alberghi e ristorazione (“H” nella classificazione Ateco 1991; “I” nella<br />

classificazione Ateco 2007), trasporti e comunicazioni (“I”, Ateco 1991; “H” e “J”, Ateco 2007), interme<strong>di</strong>azione monetaria<br />

e finanziaria (“J”, Ateco 1991; “K”, Ateco 2007), attività professionali varie e <strong>di</strong> servizio alle imprese (“K” Ateco 1991; “L”,<br />

“M” e “N”, Ateco 2007).<br />

19


PP2 – <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />

Grafico 3.8 : Dinamica delle imprese nei settori alberghi e ristorazione e delle attività professionali (base 1996 = 100).<br />

Fonte: Redazione <strong>di</strong> supporti strumentali all’incentivazione delle forme innovative <strong>di</strong> partenariato pubblico<br />

privato nei processi <strong>di</strong> trasformazione urbana sostenibile - Relazione Illustrativa Dicembre 2011.<br />

Grafico 3.9: Dinamica delle imprese nei settori trasporti e comunicazioni e interme<strong>di</strong>azione monetaria e finanziaria<br />

(base 1996 = 100). Fonte: Redazione <strong>di</strong> supporti strumentali all’incentivazione delle forme innovative <strong>di</strong><br />

partenariato pubblico privato nei processi <strong>di</strong> trasformazione urbana sostenibile - Relazione Illustrativa Dicembre<br />

2011.<br />

20


PP2 – <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />

Per quanto concerne le imprese del commercio emergono evidenze empiriche<br />

similari sia per le attive nel commercio all’ingrosso, che per le attive nel commercio al<br />

dettaglio. Dopo una crescita marcata, nella prima fase dell’arco temporale preso in<br />

considerazione – fino al 1997 per il commercio al dettaglio e fino al 1999 per il commercio<br />

all’ingrosso – si registra una <strong>di</strong>minuzione ininterrotta fino al 2004, che ha portato il numero <strong>di</strong><br />

imprese ai livelli <strong>di</strong> inizio periodo.<br />

Nel periodo compreso tra il 2006 e il 2010, su base provinciale, le imprese attive nel<br />

commercio al dettaglio risultano pressoché stazionarie: l’incremento me<strong>di</strong>o annuo è <strong>di</strong><br />

appena lo 0,01%. Tuttavia, è possibile che nel comune <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> si sia registrata una<br />

ulteriore contrazione; questo perché il peso delle imprese inse<strong>di</strong>ate all’interno del territorio<br />

comunale, rispetto a quelle inse<strong>di</strong>ate nell’intera provincia, è risultato in marcata <strong>di</strong>minuzione<br />

sin dal 1999: era del 49% in quello stesso anno, è poi sceso al 47% nel 2000, è<br />

ulteriormente <strong>di</strong>minuito al 42% nel 2005 (Grafico 3.10).<br />

Grafico 3.10: Dinamica delle imprese nel settore del commercio (base 1996 = 100). Fonte: Redazione <strong>di</strong> supporti<br />

strumentali all’incentivazione delle forme innovative <strong>di</strong> partenariato pubblico privato nei processi <strong>di</strong> trasformazione<br />

urbana sostenibile - Relazione Illustrativa Dicembre 2011.<br />

L’analisi dei soggetti attivi nel settore dell’offerta <strong>di</strong> beni immobili, cioè delle imprese<br />

<strong>di</strong> costruzioni, viene ampliata al fine <strong>di</strong> considerare non solo quelle con sede all’interno del<br />

territorio comunale, ma anche quelle inse<strong>di</strong>ate nella provincia <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>. Le prime<br />

manifestano una <strong>di</strong>namica altalenante nel periodo 1996-2005, con una crescita marcata<br />

solamente nel triennio 2003-2005. Le seconde invece esprimono una crescita pressoché<br />

21


PP2 – <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />

continua nell’intero arco temporale preso in considerazione; l’incremento risulta più marcato<br />

tra gli anni 2003 e 2008 con un tasso me<strong>di</strong>o annuo <strong>di</strong> oltre il 5%, negli ultimi due anni invece<br />

la crescita è più moderata con un tasso me<strong>di</strong>o annuo <strong>di</strong> circa il 2,5 %. Varie indagini condotte<br />

in tempi recenti segnalano che, sul territorio nazionale, in seguito alla crisi iniziata nel 2008<br />

gli investimenti nel settore delle costruzioni sono progressivamente <strong>di</strong>minuiti.<br />

Grafico 3.11: Dinamica delle imprese nel settore delle costruzioni (base 1996 = 100). Fonte: Redazione <strong>di</strong> supporti<br />

strumentali all’incentivazione delle forme innovative <strong>di</strong> partenariato pubblico privato nei processi <strong>di</strong><br />

trasformazione urbana sostenibile - Relazione Illustrativa Dicembre 2011.<br />

Esaminando nel dettaglio il settore del turismo, nell’arco <strong>di</strong> tempo preso in<br />

considerazione, si registrano mutamenti <strong>di</strong> rilievo nella composizione della capacità ricettiva.<br />

A partire dal 2007 è <strong>di</strong>minuito fortemente il numero <strong>di</strong> strutture alberghiere <strong>di</strong> classe inferiore,<br />

ovvero <strong>di</strong> alberghi ad 1 stella. Tale <strong>di</strong>namica è stata in parte contrastata dall’apertura <strong>di</strong><br />

nuove strutture a 2 e 4 stelle, mentre i 3 stelle nel 2010 sono tornati allo stesso numero<br />

registrato nel 2001 e nel 2002. Il processo <strong>di</strong> riorganizzazione delle strutture alberghiere ha<br />

fatto sì che attualmente il loro numero sia inferiore rispetto all’inizio del periodo, ma che<br />

l’offerta <strong>di</strong> posti letto sia lievemente superiore. Mutamenti <strong>di</strong> maggiore entità si riscontrano<br />

nel contesto delle strutture complementari. Durante il decennio appena trascorso è cresciuto<br />

esponenzialmente il numero <strong>di</strong> strutture, soprattutto quelle denominate “bed and breakfast”,<br />

e così anche la quantità <strong>di</strong> posti letto messi a <strong>di</strong>sposizione: nel 2001 rappresentavano<br />

appena il 2% rispetto alla capacità ricettiva complessiva registrata nel comune <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>,<br />

nel 2010 hanno assunto un peso <strong>di</strong> quasi l’11% (Grafico 3.12).<br />

22


PP2 – <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />

Grafico 3.12: Capacità ricettiva nel comune <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>. Fonte: Redazione <strong>di</strong> supporti strumentali all’incentivazione<br />

delle forme innovative <strong>di</strong> partenariato pubblico privato nei processi <strong>di</strong> trasformazione urbana sostenibile - Relazione<br />

Illustrativa Dicembre 2011.<br />

3.2.3. Elementi paesaggistici e urbanistici<br />

L’ambito della zona portuale area PP2) è caratterizzato da problemi connessi al<br />

degrado fisico e sociale, alla scarsa dotazione <strong>di</strong> standard urbanistici, e al <strong>di</strong>fficile rapporto<br />

con le infrastrutture: il tracciato dell’asse attrezzato in sopraelevazione che scorre in<br />

prossimità dell’ambito; il porto turistico, commerciale e peschereccio, che circonda a nord e<br />

ad est l’ambito fino a compenetrarsi in parte con esso; la via A. Doria che ha una sezione<br />

insufficiente per il traffico in entrata e in uscita dal porto. Infine, tale ambito è caratterizzato<br />

dal rapporto problematico con il centro vitale della città e da un forte stato <strong>di</strong> degrado dovuto<br />

alla presenza <strong>di</strong> aree <strong>di</strong>smesse <strong>di</strong> notevole estensione e <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici industriali e commerciali<br />

abbandonati a seguito della delocalizzazione delle attività verso aree più periferiche.<br />

Figura 3.2: In<strong>di</strong>viduazione del PP2 e dei sub-ambiti.<br />

23


PP2 – <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />

L’ambito presenta ha un carattere <strong>di</strong> incompiutezza e <strong>di</strong> marginalità che risulta dal<br />

contrasto, mai affrontato e quin<strong>di</strong> mai risolto, fra la sua vocazione naturale e la presenza <strong>di</strong><br />

gran<strong>di</strong> infrastrutture poco compatibili con questa vocazione. Lo sviluppo urbano ha sempre<br />

privilegiato queste ultime, ma non è mai riuscito a incidere in modo significativo sull’assetto<br />

delle sponde fluviali e degli affacci al mare. Di qui la presenza <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> aree <strong>di</strong>smesse, <strong>di</strong><br />

spazi interstiziali degradati, <strong>di</strong> recinzioni e ostacoli invalicabili che impe<strong>di</strong>scono l’accesso e<br />

l’affaccio verso il fiume e verso il mare. Partendo dal piazzale della Capitaneria <strong>di</strong> Porto,<br />

dove sbocca l’Asse Attrezzato, l’area portuale è interamente recintata ed è quasi<br />

completamente inutilizzata soprattutto dopo l’apertura del nuovo bacino commerciale oltre gli<br />

argini del porto canale. Sul lato sud <strong>di</strong> via Andrea Doria, l’isolato urbano è abbastanza<br />

consolidato nel tratto iniziale e lungo via D’Avalos, ma, procedendo verso il mare, il tessuto<br />

e<strong>di</strong>lizio si sfrangia, e, oltre i recinti e le costruzioni precarie, si aprono gran<strong>di</strong> aree libere<br />

occupate da un ex-deposito carburanti oggi in corso <strong>di</strong> bonifica e da magazzini <strong>di</strong>smessi<br />

legati alle attività portuali.<br />

In corrispondenza dell’angolo formato da via Andrea Doria con il Lungomare, vi sono alcuni<br />

piccoli e<strong>di</strong>fici del Demanio Marittimo e Militare che riducono ulteriormente la carreggiata<br />

stradale e rendono <strong>di</strong>fficoltosi gli attraversamenti pedonali. Queste aree sono in parte <strong>di</strong><br />

proprietà del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> e in parte <strong>di</strong> proprietà <strong>di</strong> operatori privati, e sono<br />

caratterizzate da un notevole potenziale <strong>di</strong> trasformabilità e <strong>di</strong> riconversione. Nel punto <strong>di</strong><br />

confluenza tra via Andrea Doria e il lungomare sud è situato l’ingresso al porto commerciale;<br />

in questo punto la banchina si allarga e forma un grande piazzale dove sono localizzati, in<br />

modo sparso, l’e<strong>di</strong>ficio della stazione marittima e le costruzioni provvisorie della dogana. Da<br />

questo punto si entra nell’area Schengen, ma per accedere al nuovo bacino portuale bisogna<br />

percorrere la strada, lunga circa 400 m, situata sul molo sud del porto canale.<br />

Fuori dall’area demaniale, la testata <strong>di</strong> via Cristoforo Colombo è oggi caratterizzata<br />

dalla presenza del nuovo ponte del mare, ma il collegamento fra la passerella ciclopedonale<br />

e il lungomare ha ancora un carattere provvisorio; esso sarà risolto una volta ri<strong>di</strong>segnata la<br />

sede stradale <strong>di</strong> via Colombo che si sta trasformando, a tratti, da strada a quattro corsie in<br />

strada parco lineare. L’area compresa fra il lungomare sud ed il porto turistico è in buona<br />

parte occupata dai gran<strong>di</strong> capannoni <strong>di</strong>smessi dell’ex Mercato Ortofrutticolo, <strong>di</strong> proprietà<br />

della Regione Abruzzo; più a sud, altri capannoni <strong>di</strong>smessi sono invece <strong>di</strong> proprietà privata.<br />

24


PP2 – <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />

Quest’area costituisce oggi un limite invalicabile per l’accesso al mare, ma il suo alto grado<br />

<strong>di</strong> trasformabilità ne fa un elemento strategico per il futuro assetto dell’Ambito 3 .<br />

<strong>Pescara</strong> con una densità <strong>di</strong> 3.509 ab/Kmq risulta il comune più densamente popolato<br />

a livello regionale. Valori cosi elevati richiedono azioni volte alla decisa modernizzazione<br />

della crescita inse<strong>di</strong>ativa, alla riconversione delle aree <strong>di</strong>smesse, me<strong>di</strong>ante rimozione degli<br />

e<strong>di</strong>fici inutilizzabili e ripermeabilizzazione del suolo, con particolare attenzione al recupero e<br />

all'inse<strong>di</strong>amento ex novo <strong>di</strong> spazi ver<strong>di</strong>.<br />

In base alle analisi effettuate in sede <strong>di</strong> redazione del PGTU (Piano generale del<br />

trasporto urbano), nel 2004 la maggioranza della popolazione risiedeva in un’area compresa<br />

tra via Cavour e via Pepe con una densità abitativa <strong>di</strong> circa 120 – 140 abitanti per ettaro e<br />

punte <strong>di</strong> 200 ab/ha. L’area interessata dal PP2 risulta invece tra quelle a più bassa densità.<br />

Figura 3.3: Popolazione per densità abitativa (2004). Fonte: tavola AQ3-Analisi del PGTU.<br />

Il fattore “densità” è, quin<strong>di</strong>, una variabile in grado <strong>di</strong> definire la forma e la qualità della<br />

città, <strong>di</strong>venendone strumento <strong>di</strong> misurazione e <strong>di</strong> progetto, in un’ipotesi <strong>di</strong> rinnovamento<br />

3 Redazione <strong>di</strong> supporti strumentali all’incentivazione delle forme innovative <strong>di</strong> partenariato pubblico privato nei processi <strong>di</strong><br />

trasformazione urbana sostenibile - Relazione Illustrativa Dicembre 2011.<br />

25


PP2 – <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />

anche morfologico dell’inse<strong>di</strong>amento che punti su un livello <strong>di</strong> densità in grado <strong>di</strong> favorire la<br />

qualità dello spazio pubblico e del paesaggio urbano e la socialità. Certo è che il processo<br />

<strong>di</strong> densificazione richiede una struttura robusta in termini <strong>di</strong> servizi e dotazioni infrastrutturali<br />

(trasporto pubblico, qualificazione energetica, dotazione <strong>di</strong> aree ver<strong>di</strong>) che garantisca la<br />

sostenibilità complessiva delle trasformazioni, le quali altrimenti rischiano <strong>di</strong> determinare<br />

nuova congestione e impoverimento della qualità urbana.<br />

A tal proposito, in base ai dati ISTAT, la densità <strong>di</strong> verde pubblico (percentuale <strong>di</strong> mq<br />

sulla superficie comunale) nel comune <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> risulta stabile a partire dal 2005 ma<br />

inferiore alla me<strong>di</strong>a regionale e nazionale (Grafico 3.13).<br />

Rapportando la superficie <strong>di</strong> verde urbano a gestione pubblica alla popolazione<br />

residente del comune si ottiene un altro utile in<strong>di</strong>catore: la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> verde espressa in<br />

mq per abitante. Nel 2010 ogni abitante dei 116 capoluoghi <strong>di</strong> provincia <strong>di</strong>spone me<strong>di</strong>amente<br />

<strong>di</strong> 106,4 mq/ab. <strong>di</strong> verde, mentre nel comune <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> il dato scende a valori pari a<br />

21mq/ab.<br />

Grafico 3.13: Densità <strong>di</strong> verde urbano della superficie comunale – percentuale. Fonte dati: ISTAT<br />

Considerato che la presenza del verde migliora il paesaggio urbano e rende più<br />

gradevole la permanenza in città, <strong>di</strong>venta fondamentale favorire un’integrazione fra elementi<br />

architettonici e verde nell’ambito della programmazione urbanistica. In particolare, fra le più<br />

importanti funzioni della vegetazione, in termini <strong>di</strong> miglioramento ambientale, si annoverano<br />

la mitigazione del clima urbano, la filtrazione e purificazione dell’aria dalle polveri e dagli<br />

inquinanti, l’attenuazione dei rumori e delle vibrazioni, la protezione del suolo. Accanto al<br />

26


PP2 – <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />

dato puramente quantitativo, andrebbero considerati altri elementi quali accessibilità, fruibilità<br />

e fattibilità, <strong>di</strong>versificando le stesse dotazioni in relazione alle <strong>di</strong>verse situazioni non solo<br />

demografiche ma anche sociali, morfologiche e ambientali. Queste <strong>di</strong>fficoltà riguardano la<br />

<strong>di</strong>sponibilità, la fruibilità e l’accessibilità della rete dei trasporti pubblici, il design, la<br />

localizzazione e l’organizzazione dei servizi non <strong>di</strong> trasporto e la possibilità <strong>di</strong> raggiungere<br />

tali servizi con mezzi alternativi all’automobile (a pie<strong>di</strong> o in bicicletta) 4 . L’accessibilità è una<br />

priorità degli inse<strong>di</strong>amenti urbani che qualifica la società locale nel suo complesso e ne<br />

definisce il grado <strong>di</strong> equità sociale e la qualità della vita per i suoi membri 5 .<br />

3.2.4. Elementi idrogeologici<br />

Dal punto <strong>di</strong> vista idrogeologico, il livello <strong>di</strong> base delle acque superficiali è<br />

rappresentato dal fiume <strong>Pescara</strong> che scorre a circa 50 m dall’area in oggetto che si trova al<br />

<strong>di</strong> fuori della zona <strong>di</strong> esondazione dello stesso. Per quanto concerne la qualità delle acque<br />

del fiume Aterno-<strong>Pescara</strong>, l’andamento del SECA e del SACA sono riportati nelle tabelle<br />

seguenti. L’andamento del SACA segue quello relativo al SECA, in quanto la concentrazione<br />

degli inquinanti chimici monitorati risulta, in ogni caso e per tutti i perio<strong>di</strong> in esame, sempre<br />

inferiore ai valori soglia, a meno della stazione R1307PE266, in corrispondenza della quale,<br />

nel monitoraggio relativo alla fase conoscitiva (2000-2002), la concentrazione dell’inquinante<br />

Cloroformio è risultata superiore al valore soglia fissato a 12 μg/l. Per quanto riguarda lo<br />

stato <strong>di</strong> qualità ecologica e ambientale si registrano delle criticità nella maggior parte delle<br />

stazioni. Il fiume <strong>Pescara</strong> è caratterizzato da una buona qualità ecologica e ambientale, a<br />

eccezione della stazione R1307PE26 a chiusura del bacino (“Scadente” in tutti gli anni <strong>di</strong><br />

monitoraggio).<br />

Figura 3.4: Stralcio Carta dei Punti <strong>di</strong> monitoraggio quali-quantitativo dei corsi d’acqua superficiali della Scheda<br />

dell’Aterno <strong>Pescara</strong>.<br />

4<br />

Borlini B, Memo F. (2011). Mobilità, accessibilità ed equità sociale. Paper for the Espanet Conference.<br />

5<br />

Cass, N., Shove, E., Urry, J. (2005) “Social exclusion, mobility and access” in the Sociological Review, Blackwell Publishing<br />

Ltd, Oxford.<br />

6<br />

La stazione R1307PE26 si trova a <strong>Pescara</strong>, 20 m a valle del ponte Villa Fabio, sponda sinistra.<br />

27


PP2 – <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />

Tabella 3.1: andamento SECA per il fiume Aterno-<strong>Pescara</strong>. Fonte: PTA, relazione generale – sezione v schede monografiche<br />

bacino dell’Aterno-<strong>Pescara</strong><br />

Tabella 3.2: andamento SACA per il fiume Aterno - <strong>Pescara</strong>. Fonte: PTA, relazione generale – sezione v schede<br />

monografiche bacino dell’Aterno-<strong>Pescara</strong>.<br />

Nella stazione R1307PE26 i risultati, relativi alla campagna <strong>di</strong> monitoraggio 2006,<br />

evidenziano una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> forte alterazione rispetto all’obiettivo <strong>di</strong> qualità fissato per il 2016.<br />

L’attribuzione della quarta classe SECA è determinata dal valore dell’in<strong>di</strong>ce IBE (Tabella 3.3).<br />

28


PP2 – <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />

Tabella 3.3: andamento SACA per il fiume Aterno - <strong>Pescara</strong>. Fonte: PTA, relazione generale – sezione v schede<br />

monografiche bacino dell’Aterno-<strong>Pescara</strong>.<br />

Oltre il 50% dei carichi totali insistenti sull’intero bacino si concentra sul basso corso del<br />

Fiume <strong>Pescara</strong>, in particolare nella porzione <strong>di</strong> bacino compresa tra le stazioni R1307PE24 e<br />

R1307PE26. L’agglomerato <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>-S. Giovanni Teatino-Spoltore è l’unico superiore ai 2000<br />

a.e., e recapita i propri reflui nel tratto considerato. Nell’impianto <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> Via Raiale recapitano<br />

anche i reflui provenienti da attività industriali potenzialmente fonti <strong>di</strong> sostanze pericolose. Una<br />

piccola parte del comune <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> fa parte dell’agglomerato “Montesilvano – Silvi- Città<br />

Sant’Angelo – <strong>Pescara</strong>” che recapita i propri reflui nel fiume Saline. Non è stato attualmente censito,<br />

nel tratto considerato, nessun impianto minore <strong>di</strong> depurazione <strong>di</strong> acque reflue urbane (con capacità<br />

<strong>di</strong> progetto e carico d’ingresso inferiore ai 2000 a.e.), mentre risultano censite 4 attività industriali<br />

che utilizzano sostanze pericolose nel loro ciclo produttivo, <strong>di</strong> cui: 1 dell’alluminio, 1 della plastica, 1<br />

<strong>di</strong> e<strong>di</strong>toria, 1 <strong>di</strong> commercio combustibili, che scaricano i propri reflui nel tratto in esame.<br />

Dai dati relativi al monitoraggio delle acque superficiali dell’anno 2006, viene registrato, per<br />

la stazione R1307PE26, posta a valle della porzione <strong>di</strong> bacino considerata, un peggioramento dello<br />

stato ambientale che assume una qualità pari a “Scadente”, dovuta principalmente alla qualità<br />

biologica. La pressione antropica nell’intorno della stazione è elevata e si spinge fin lungo le rive che<br />

hanno quasi completamente perso la fascia riparia. Il <strong>di</strong>sturbo dell’ecosistema è aggravato dal<br />

passaggio <strong>di</strong> natanti, che rilasciano olio e carburanti, e dall’ancoraggio degli stessi lungo le sponde.<br />

Le acque scorrono lente e laminari.<br />

A scopo cautelativo, si ritiene <strong>di</strong> dover estendere il giu<strong>di</strong>zio “Scadente” anche a monte, almeno<br />

fino al depuratore <strong>di</strong> Via Raiale e a valle fino allo sbocco in mare. Al tratto compreso tra la stazione<br />

R1307PE25B e il depuratore <strong>di</strong> Via Raiale si ritiene <strong>di</strong> poter attribuire lo Stato Ambientale<br />

29


PP2 – <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />

“Sufficiente”. E’ importante segnalare che le attività <strong>di</strong> monitoraggio svolte sul fiume <strong>Pescara</strong>, hanno<br />

evidenziato la presenza in corrispondenza <strong>di</strong> tutte le stazioni <strong>di</strong> monitoraggio, ad esclusione della<br />

prima stazione R1307PE20, ubicata nel comune <strong>di</strong> Popoli e posta a circa 1 km dalle sorgenti, <strong>di</strong><br />

tracce <strong>di</strong> sostanze organiche clorurate, anche se in concentrazioni minori rispetto ai valori soglia<br />

(PTA, relazione generale – sezione v schede monografiche bacino dell’Aterno-<strong>Pescara</strong>).<br />

Da un punto <strong>di</strong> vista dei consumi, nel 2007 il consumo pro-capite <strong>di</strong> acqua per uso domestico<br />

relativamente al comune <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> è stato pari a 90,9 m 3 per abitante, in <strong>di</strong>minuzione dell’1,1%<br />

rispetto al 2006, in linea con il trend nazionale 7 .<br />

3.2.5. Qualità dell’aria<br />

In base al Piano Regionale per la Tutela della Qualità dell’Aria8 il comune <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> è stato<br />

inserito nella IT1301, Zona <strong>di</strong> risanamento metropolitana <strong>Pescara</strong>-Chieti. Il monitoraggio della<br />

qualità dell’aria con centraline fisse è svolto dalla rete <strong>di</strong> rilevamento della qualità dell’aria <strong>di</strong><br />

<strong>Pescara</strong>, gestita dall’ARTA. I superamenti dei livelli <strong>di</strong> concentrazione dei livelli delle PM109, hanno<br />

portato all’emanazione dell’or<strong>di</strong>nanza sindacale <strong>di</strong> <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> circolazione nella zona <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />

Centro e Nord per alcune giorni nel mese <strong>di</strong> marzo 2012 e aprile 2012. Ciò a <strong>di</strong>mostrazione del forte<br />

impatto che l’intenso traffico veicolare ha sulla qualità dell’aria.<br />

3.2.6. Energia<br />

In aumento del 13% risultano i consumi pro-capite <strong>di</strong> energia elettrica per uso domestico nel<br />

periodo 2006-2007, mentre <strong>di</strong>minuiscono (-21%) quelli <strong>di</strong> gas metano per uso domestico e<br />

riscaldamento. A livello nazionale il consumo pro-capite <strong>di</strong> energia elettrica per uso domestico dei<br />

comuni capoluogo <strong>di</strong> provincia aumenta rispetto al 2006 del 4,4 % e si colloca, nel 2007, sui 1.201,5<br />

kWh per abitante. Nel 2007 il consumo pro-capite <strong>di</strong> gas metano per uso domestico e riscaldamento<br />

per il complesso dei comuni capoluogo <strong>di</strong> provincia è pari a 366,8 m3 per abitante e registra rispetto<br />

al 2006 una <strong>di</strong>minuzione del 6,9 % (Istat, Dati ambientali sulle città).<br />

7<br />

Istat, Dati ambientali sulle città, 2007.<br />

8<br />

Approvato con DGR n. 861/c del 13/08/2007 e con Delibera <strong>di</strong> Consiglio Regionale n. 79/4 del 25/09/2007 e pubblicato sul B.U.R.A.<br />

Speciale n. 98 del 05/12/2007.<br />

9<br />

Tra le sorgenti antropiche un importante ruolo è rappresentato dal traffico veicolare. Di origine antropica sono anche molte delle<br />

sostanze gassose che contribuiscono alla formazione <strong>di</strong> PM10, come gli ossi<strong>di</strong> <strong>di</strong> zolfo e <strong>di</strong> azoto, i COV (Composti Organici Volatili) e<br />

l’ammoniaca.<br />

30


PP2 – <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />

3.2.7. Rifiuti<br />

L’analisi dei dati relativi alla produzione <strong>di</strong> rifiuti pro-capite evidenzia che i valori<br />

hanno seguito un trend crescente.<br />

Infatti, come evidenziato nel Grafico 3.14, nel periodo 2006-2010 i valori a livello<br />

comunale sono stati sempre al <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> quelli provinciali e regionali. Considerando<br />

l’intervallo temporale 2006-2010, è da notare l’aumento della produzione pro-capite<br />

comunale del 2,4% contro un decremento intorno al 5% sia a livello regionale che<br />

provinciale.<br />

Grafico 3.14: Confronto dei valori <strong>di</strong> rifiuti prodotti procapite tra comune <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> e provincia<br />

<strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> e Regione Abruzzo. Fonte: Osservatorio Regionale Rifiuti.<br />

Per quanto concerne la raccolta <strong>di</strong>fferenziata, è da registrare un costante aumento a<br />

partire dal 2006, anche se si è lontani dall’obiettivo fissato, a livello nazionale, dalla<br />

L.296/2006 pari al 40%, da raggiungere nel 2007 (Grafico 3.15).<br />

31


PP2 – <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />

Grafico 3.15: Andamento dei valori <strong>di</strong> Raccolta <strong>di</strong>fferenziata (%) confrontati con quelli della<br />

provincia <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> e della Regione Abruzzo. Fonte: Osservatorio Regionale Rifiuti.<br />

3.2.8. Rischio antropogenico<br />

Due “siti contaminati” del comune <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> ricadono all’interno del PP2, e sono<br />

classificati come “Siti industriali <strong>di</strong>smessi” a<strong>di</strong>acenti tra loro. In base all’Anagrafe essi sono<br />

così denominati:<br />

1. Area Sabatino Di Properzio S.R.L. (via Andrea Doria n. 50);<br />

2. Laureti Carburanti <strong>Pescara</strong> (via Magellano, via Dei Santi Aternini).<br />

Nel primo sito (ex-deposito costiero <strong>di</strong> oli minerali) l’attività è cessata e il sito è stato<br />

<strong>di</strong>smesso (Figura 3.2).<br />

32


PP2 – <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />

Figura 3.5: Ex –deposito costiero oli minerali. Fonte: Progetto <strong>di</strong> bonifica<br />

In data 09.06.2011, la conferenza <strong>di</strong> servizi ha approvato il progetto operativo <strong>di</strong> bonifica, le<br />

cui prescrizioni sono state integrate con nota dell’ARTA – Distretto provinciale <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> -<br />

prot.n 4474 del 23.06.2011. Il <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> ha approvato il progetto <strong>di</strong> bonifica con<br />

determinazione <strong>di</strong>rigenziale n.3 del 31.01.2012.<br />

Relativamente al secondo sito si è in attesa dell’approvazione del piano <strong>di</strong><br />

caratterizzazione.<br />

3.2.9. Mobilità<br />

Il trasporto pubblico urbano rappresenta l’insieme delle modalità <strong>di</strong> trasporto<br />

(autobus, tram, filobus, metropolitana, vaporetti, scale mobili, ascensori, ecc.) che, su scala<br />

urbana, consente l’esercizio del <strong>di</strong>ritto alla mobilità dei citta<strong>di</strong>ni me<strong>di</strong>ante l’uso <strong>di</strong> mezzi non<br />

<strong>di</strong> proprietà. Una delle principali risposte per ridurre gli impatti ambientali e sanitari derivanti<br />

dal traffico veicolare privato consiste nell’incentivare l’uso dei <strong>di</strong>versi sistemi modali <strong>di</strong><br />

trasporto collettivo al fine <strong>di</strong> attrarre domanda <strong>di</strong> mobilità sottraendola alla componente<br />

33


PP2 – <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />

in<strong>di</strong>viduale. Nel periodo 2007-2009, in base ai dati ISTAT, la domanda <strong>di</strong> trasporto pubblico 10<br />

nel comune <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> risulta stabile ed inferiore alla me<strong>di</strong>a nazionale.<br />

Grafico 3.16: domanda <strong>di</strong> trasporto pubblico (passeggeri trasportati dai mezzi <strong>di</strong> trasporto<br />

pubblico per abitante). Fonte dati: ISTAT<br />

In base ai dati del PGUT, nel 2004 le sezioni con maggior carico veicolare risultavano<br />

essere principalmente quelle posizionate sulle <strong>di</strong>rettrici in ingresso e in uscita dai confini<br />

comunali. Tra queste spicca via del Circuito che all’altezza del confine comunale, ad ovest<br />

del ponte della Libertà, registra i valori massimi in entrambe le <strong>di</strong>rezioni per un totale <strong>di</strong><br />

23.336 passaggi nelle 14 ore. Molto elevati sono anche i valori dei flussi sulla SS16 Adriatica<br />

Sud (11.000 veicoli), su via Verrotti (11.000) e sulle riviere nord e sud (10.000 veicoli).<br />

Sempre in base alle analisi effettuate in sede <strong>di</strong> redazione del PGUT, le zone<br />

circostanti o incluse PP2 (17, 18, 20, 24) risultavano essere interessate dal grave fenomeno<br />

<strong>di</strong> sovrasaturazione della sosta durante tutta la giornata. Infine si segnala che il traffico, cosi<br />

come tutto il sistema <strong>di</strong> viabilità e mobilità, risentirà delle variazioni connesse alle previsioni<br />

del nuovo Piano Regolatore del Porto <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>, in via <strong>di</strong> approvazione.<br />

3.2.10. Clima acustico<br />

Lo stato attuale del clima acustico dell’area interessata dal PP2 è da attribuire<br />

essenzialmente al traffico veicolare della zona, poiché non sono presenti altre fonti <strong>di</strong> rumore<br />

significative. In base al piano comunale <strong>di</strong> classificazione (PCCA), il PP2 è interessato da<br />

10 Domanda <strong>di</strong> trasporto pubblico: numero <strong>di</strong> passeggeri trasportati nell’anno dai mezzi <strong>di</strong> trasporto pubblico in ambito<br />

urbano (autobus, tram, filobus, metropolitana, funicolare e altre tipologie <strong>di</strong> trasporto quali, ad esempio, vaporetti, ascensori,<br />

scale mobili, ecc.). La domanda <strong>di</strong> trasporto pubblico è espressa in termini <strong>di</strong> passeggeri per abitante<br />

34


PP2 – <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />

aree <strong>di</strong> IV classe, ovvero “aree <strong>di</strong> intensa attività umana 11 : Parte delle aree coinvolte nel PP2<br />

urbana ricadono inoltre all’interno <strong>di</strong> fasce <strong>di</strong> pertinenza <strong>di</strong> infrastrutture stradali (Tavole 3.2 e<br />

3.3).<br />

Figura 3.6: classificazione acustica del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>. Fonte: PCCA<br />

11 Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità <strong>di</strong> popolazione, con<br />

elevata presenza <strong>di</strong> attività commerciali e uffici, con presenza <strong>di</strong> attività artigianali; le aree in prossimità <strong>di</strong> strade <strong>di</strong> grande<br />

comunicazione e <strong>di</strong> linee ferroviarie; le aree portuali, le aree con limitata presenza <strong>di</strong> piccole industrie.”<br />

35


PP2 – <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />

Figura 3.7: tipologia fasce infrastrutture. Fonte: PCCA<br />

Il clima acustico risentirà delle variazioni (traffico veicolare in entrata ed in uscita dalla<br />

nuova area portuale) connesse alle previsioni del nuovo Piano Regolatore del Porto <strong>di</strong><br />

<strong>Pescara</strong>, in via <strong>di</strong> approvazione.<br />

36


PP2 – <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />

3.3. Sintesi degli elementi <strong>di</strong> criticità/sensibilità<br />

La lettura del contesto ambientale effettuata attraverso l’analisi <strong>di</strong> tutta la<br />

documentazione <strong>di</strong>sponibile ha permesso <strong>di</strong> mettere in evidenza elementi <strong>di</strong> criticità e<br />

sensibilità. Vista l’importanza che si intende attribuire al concetto <strong>di</strong> sensibilità ambientale, è<br />

necessario fornire una definizione chiara e convincente della stessa. In effetti, a questa<br />

parola vengono attribuiti <strong>di</strong>versi significati a seconda del contesto in cui viene usata ed è<br />

spesso posta in relazione con altre parole <strong>di</strong> significato affine o complementare. Nel contesto<br />

che qui interessa, la sensibilità ambientale si riferisce alla presenza <strong>di</strong> componenti ambientali<br />

potenzialmente sensibili agli impatti generati dalle trasformazioni che il PP2 intende<br />

apportare al territorio.<br />

In sintesi gli elementi <strong>di</strong> criticità e sensibilità in<strong>di</strong>viduati sono riconducibili ai seguenti<br />

aspetti:<br />

Elementi <strong>di</strong> criticità:<br />

o rischio antropogenico;<br />

o generale stato <strong>di</strong> degrado;<br />

o inquinamento acustico (infrastrutture stradali);<br />

o traffico;<br />

o <strong>di</strong>scontinuità con il centro città (bassa connessione fisica, funzionale ed<br />

economica);<br />

o carenza standard (non solo in termini quantitativi ma anche in termini <strong>di</strong><br />

accessibilità, fruibilità e fattibilità);<br />

o viabilità.<br />

Elementi <strong>di</strong> sensibilità:<br />

o Fiume <strong>Pescara</strong><br />

37


Capitolo IV<br />

Il Quadro <strong>di</strong> Riferimento Pianificatorio e Programmatorio<br />

4.1 I Pianificazione/programmazione regionale<br />

L'analisi degli strumenti <strong>di</strong> pianificazione e programmazione che presentano<br />

in<strong>di</strong>cazioni utili alla definizione degli obiettivi e alla valutazione del PP2 ha riguardato i<br />

seguenti documenti:<br />

Livello sovracomunale<br />

Livello comunale<br />

Quadro <strong>di</strong> Riferimento Regionale (Q.R.R.)<br />

Piano Regionale Paesistico (P.R.P.)<br />

Piano Stralcio <strong>di</strong> Bacino per l’Assetto Idrogeologico (PAI)<br />

Piano Regionale <strong>di</strong> Gestione dei Rifiuti<br />

Piano Stralcio <strong>di</strong> Difesa dalle Alluvioni<br />

Piano <strong>di</strong> Tutela delle Acque<br />

Piano ATO per la gestione del Servizio Idrico Integrato<br />

Piano per la Tutela della Qualità dell’Aria<br />

Piano Energetico Regionale<br />

Piano Regionale Integrato dei Trasporti<br />

Piano Territoriale <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento Provinciale<br />

PRG vigente<br />

Piano <strong>di</strong> Classificazione Acustica<br />

Piano Generale del Traffico Urbano<br />

Piano Demaniale Comunale<br />

Piano Regolatore Portuale<br />

Sono stati inoltre considerati il regime vincolistico vigente e le in<strong>di</strong>cazioni<br />

dell'Anagrafe dei siti contaminati.<br />

Quadro <strong>di</strong> Riferimento Regionale (Q.R.R.)<br />

Il QRR vigente, strumento principe a cui far riferimento per la redazione dei Piani <strong>di</strong><br />

bacino regionali e interregionali, dei Piani territoriali Provinciali, dei Piani o Programmi<br />

settoriali e per l’esercizio dei poteri Provinciali e Comunali, fissa le strategie e in<strong>di</strong>vidua gli<br />

interventi mirati al conseguimento dei seguenti obiettivi generali:<br />

38


Qualità dell’ambiente;<br />

Efficienza dei sistemi urbani;<br />

Sviluppo dei settori produttivi trainanti.<br />

Il primo obiettivo rappresenta il punto <strong>di</strong> convergenza <strong>di</strong> un insieme <strong>di</strong> obiettivi<br />

specifici che, muovendo dall'esigenza <strong>di</strong> tutelare i beni naturali e storici irriproducibili,<br />

finalizzano la tutela al "miglioramento della qualità della vita" alla "localizzazione <strong>di</strong> nuove<br />

attività produttive subor<strong>di</strong>natamente alla qualità dell'ambiente", allo sviluppo anche<br />

occupazionale dei settori tra<strong>di</strong>zionalmente legati all'esistenza delle risorse ambientali.<br />

Il secondo obiettivo assume l'efficienza del sistema inse<strong>di</strong>ativo "come con<strong>di</strong>zione<br />

essenziale per una riduzione degli squilibri che ancora permangono tra "centri e periferie" e<br />

per consentire alle città capoluogo <strong>di</strong> svolgere adeguatamente la loro insostituibile funzione<br />

<strong>di</strong> servizio per la comunità regionale.<br />

Il terzo obiettivo si incentra sulla "scelta tecnologica e dell'innovazione" e comporta<br />

"un particolare impegno..." affinché "le gran<strong>di</strong> imprese pubbliche e private concentrino in<br />

Abruzzo nuove attività produttive nel campo del terziario avanzato" e "un rilevante sforzo"<br />

della Regione "per attuare un sistema <strong>di</strong> servizi alle unità produttive" da sostenere o da<br />

promuovere.<br />

Tali obiettivi vengono poi sud<strong>di</strong>visi in obiettivi specifici, azioni programmatiche e<br />

specifiche. Gli obiettivi del QRR presi in esame sono riportati nella seguente tabella:<br />

Obiettivi del Quadro <strong>di</strong> Riferimento Regionale<br />

Valorizzare e tutelare i Beni culturali.<br />

Qualificare e potenziare le suscettività turistiche.<br />

Riqualificare e recuperare i Sistemi Inse<strong>di</strong>ativi.<br />

Migliorare la mobilità all’interno dei sistemi inse<strong>di</strong>ativi.<br />

Potenziare l’energia alternativa.<br />

Promuovere l’offerta localizzativa per le imprese produttrici <strong>di</strong> beni e servizi ad alto contenuto tecnologico.<br />

39


Piano Regionale Paesistico (P.R.P.)<br />

Il “Co<strong>di</strong>ce dei Beni Culturali e del Paesaggio” (D.Lgs. n. 42 del 22.01.2004) prevede<br />

l’obbligo per le Regioni, entro 4 anni dalla sua entrata in vigore, <strong>di</strong> verificare ed adeguare alle<br />

nuove in<strong>di</strong>cazioni del decreto i contenuti del PRP. La principale novità introdotta dal Co<strong>di</strong>ce è<br />

che il PRP deve riguardare l’intero territorio regionale, con contenuti descrittivi, prescrittivi e<br />

propositivi. Esso, in funzione dei <strong>di</strong>versi valori paesistici riconosciuti, deve attribuire a ciascun<br />

ambito, riconosciuto come omogeneo da un punto <strong>di</strong> vista paesaggistico, obiettivi <strong>di</strong> qualità<br />

in coerenza con i principi stabiliti e sottoscritti dalle Regioni nella Convenzione Europea per il<br />

Paesaggio.<br />

Con un protocollo d’intesa approvato dalla Giunta Regionale con Delibera n. 297 del<br />

30 aprile 2004, è stato costituito un “gruppo <strong>di</strong> progettazione” (il cosiddetto Ufficio del Piano),<br />

composto, in accordo tra la Regione Abruzzo e le quattro Province, dai rappresentanti degli<br />

Enti interessati dal Piano.<br />

Il PRP vigente, pur prendendo atto della pressoché completa urbanizzazione<br />

dell’area costiera <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>, riconosce una sostanziale salvaguar<strong>di</strong>a della residua zona <strong>di</strong><br />

spiaggia a Nord e a Sud della foce del fiume <strong>Pescara</strong> (Figura 4.1). In particolare, l’abitato <strong>di</strong><br />

<strong>Pescara</strong> è in<strong>di</strong>viduato in parte come “zona <strong>di</strong> trasformazione a regime or<strong>di</strong>nario” (D), per la<br />

quale si fa riferimento ai piani programmatici or<strong>di</strong>nari, quali PRG, PTP e PRE, e in parte<br />

come “zona a trasformazione con<strong>di</strong>zionata” (C2), per la quale gli interventi urbanistici devono<br />

essere ritenuti compatibili con il valore delle varie componenti ambientali.<br />

La fascia costiera a Nord e a Sud della foce del <strong>Pescara</strong> rientra invece fra le “zone a<br />

conservazione parziale” A2, a eccezione della porzione <strong>di</strong> costa imme<strong>di</strong>atamente a Sud della<br />

foce del <strong>Pescara</strong>, che rimane zona D.<br />

In ambito costiero sono definite come sottozone <strong>di</strong> conservazione A quelle in cui dalle<br />

analisi tematiche è risultato un valore “molto elevato” sotto gli aspetti naturalistico, storicoculturale<br />

e percettivo e nelle quali vi è un rischio geologico massimo. Nelle zone A2 è tuttavia<br />

ammessa la possibilità <strong>di</strong> alcune trasformazioni, purché “garantiscano il permanere dei<br />

caratteri costitutivi dei beni ivi in<strong>di</strong>viduati”.<br />

40


Figura 4.1:PRP: Stralcio zonizzazione.<br />

Obiettivi del Piano Regionale Paesistico<br />

Proteggere la qualità e il valore del paesaggio.<br />

Sviluppare le iniziative atte a valorizzare le peculiarità del territorio<br />

Riqualificare le parti del paesaggio degradate.<br />

Piano Stralcio <strong>di</strong> Bacino per l’Assetto Idrogeologico dei Bacini Idrografici <strong>di</strong><br />

Rilievo Regionale Abruzzesi e del Bacino Interregionale del Fiume Sangro Fenomeni<br />

Gravitativi e Processi Erosivi<br />

Il Piano per l’Assetto Idrogeologico , o Piano Stralcio <strong>di</strong> Bacino per l'Assetto<br />

Idrogeologico dei Bacini Idrografici <strong>di</strong> rilievo regionale abruzzesi e del Bacino Interregionale<br />

del Fiume Sangro (<strong>di</strong> seguito denominato PAI), è uno “strumento conoscitivo, normativo e<br />

tecnico-operativo me<strong>di</strong>ante il quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme<br />

d'uso finalizzate alla conservazione, alla <strong>di</strong>fesa e alla valorizzazione del suolo, sulla<br />

base delle caratteristiche fisiche ed ambientali del territorio interessato".<br />

41


In termini generali, la normativa <strong>di</strong> attuazione del Piano è <strong>di</strong>retta a <strong>di</strong>sciplinare l’uso<br />

del territorio attraverso prescrizioni puntuali inerenti ad opere ed attività, ammesse o vietate,<br />

nelle aree a pericolosità molto elevata (P3), elevata (P2) e moderata (P1).<br />

Nelle aree <strong>di</strong> pericolosità molto elevata ed elevata (P1 e P2) i progetti per nuovi<br />

interventi, opere ed attività devono essere corredati, <strong>di</strong> norma, da apposito “Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />

compatibilità idrogeologica” presentato dal Soggetto proponente l'intervento e sottoposto<br />

all'approvazione dell'Autorità competente.<br />

Dall’osservazione della Carta Geomorfologica del Piano emerge che vi sono alcune<br />

aree classificate come “scarpate” all’esterno del perimetro del P.P.2. La tipologia <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesto<br />

che interessa questo tipo <strong>di</strong> aree sottende <strong>di</strong>verse categorie: orlo <strong>di</strong> Scarpata (OdS) <strong>di</strong> faglia,<br />

OdS con influenza strutturale, OdS <strong>di</strong> linea <strong>di</strong> faglia, OdS con influenza strutturale<br />

interessato da caduta <strong>di</strong> detrito, OdS <strong>di</strong> erosione fluviale o torrentizia, OdS <strong>di</strong> erosione<br />

marina, OdS <strong>di</strong> erosione glaciale, OdS <strong>di</strong> degradazione e <strong>di</strong> frana. Dalla lettura della Carta<br />

Geognostica risulta che le aree che si affacciano <strong>di</strong>rettamente sul fiume <strong>Pescara</strong>, rientrano<br />

nella classe <strong>di</strong> “OdS <strong>di</strong> erosione fluviale o torrentizia”, e quin<strong>di</strong> da sottoporre a “Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />

compatibilità idrogeologica” in caso <strong>di</strong> loro mo<strong>di</strong>fica.<br />

Per quanto concerne gli aspetti <strong>di</strong> pericolosità idrogeologica, nell’area interessata dal<br />

Piano in oggetto, non si rilevano particolari <strong>di</strong>sposizioni o segnalazioni <strong>di</strong> rischi <strong>di</strong> frana o <strong>di</strong><br />

smottamenti idrogeologici.<br />

Gli obiettivi del PAI presi in esame sono riportati nella seguente tabella:<br />

Obiettivi del Piano <strong>di</strong> Assetto Idrogeologico<br />

Conservare l’assetto del bacino idrico e raggiungere con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> sicurezza uniformi per il territorio con opere<br />

specifiche.<br />

Ridurre l'incremento dei livelli <strong>di</strong> pericolo e <strong>di</strong> rischio idraulico, impedendo interventi pregiu<strong>di</strong>zievoli per il futuro<br />

assetto idraulico del territorio.<br />

Salvaguardare l'assetto del bacino idrico <strong>di</strong>sciplinando le attività antropiche.<br />

42


Figura 4.2:PAI: Stralcio della carta Geomorfologica del Piano.<br />

43


Piano Regionale <strong>di</strong> Gestione dei Rifiuti (PRGR)<br />

Il PRGR 1 propone le seguenti priorità:<br />

Prevenzione e riduzione della produzione e pericolosità dei rifiuti;<br />

Recupero e riciclo <strong>di</strong> materiali e prodotti <strong>di</strong> consumo;<br />

Recupero energetico dai rifiuti, complementare al riciclo e a chiusura del ciclo <strong>di</strong><br />

gestione dei rifiuti;<br />

Smaltimento in <strong>di</strong>scarica, residuale e in sicurezza.<br />

Per quanto concerne la raccolta <strong>di</strong>fferenziata il PRGR prevede i seguenti obiettivi:<br />

40% <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong>fferenziata al 2007;<br />

50% <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong>fferenziata al 2009;<br />

60% <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong>fferenziata al 2011.<br />

Il PRGR assume, inoltre, un obiettivo <strong>di</strong> riduzione dei rifiuti prodotti pari al 5% in ogni<br />

provincia da conseguire entro il 2011, prendendo a riferimento il dato del 2005 2 .<br />

Gli obiettivi del PRGR sono riportati nella seguente tabella:<br />

Obiettivi del Piano Regionale <strong>di</strong> Gestione dei Rifiuti<br />

Ridurre la produzione dei rifiuti e della loro pericolosità.<br />

Aumentare la percentuale <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong>fferenziata.<br />

Minimizzare il ricorso a smaltimento in <strong>di</strong>scarica.<br />

Favorire il recupero <strong>di</strong> energia dai rifiuti non altrimenti recuperabili.<br />

Favorire lo smaltimento <strong>di</strong> rifiuti in luoghi prossimi a quelli <strong>di</strong> produzione.<br />

Garantire l’utilizzo delle tecnologie <strong>di</strong> trattamento e smaltimento più appropriate alla tipologia <strong>di</strong> rifiuto.<br />

Favorire interventi <strong>di</strong> bonifica e ripristino ambientale.<br />

Piano Stralcio <strong>di</strong> Difesa dalle Alluvioni<br />

Il Piano Stralcio <strong>di</strong> Difesa dalle Alluvioni (PSDA) è stato redatto ai sensi dell'art. 17,<br />

comma 6 ter, della Legge 18/05/1989 n. 183, al fine <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare le aree a rischio<br />

alluvionale e quin<strong>di</strong> da sottoporre a misure <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a ma anche <strong>di</strong> delimitazione delle<br />

1 Contenuto nella L.R. 19.12.2007, n. 45 “Norme per la gestione integrata dei rifiuti”.<br />

2 Regione Abruzzo (2008) - “RIDURRE E RICICLARE PER VIVERE MEGLIO” Programma <strong>di</strong> prevenzione e riduzione<br />

della produzione dei rifiuti. L.R. 19.12.2007, n. 45 - PRGR.<br />

44


aree <strong>di</strong> pertinenza fluviale. Il Piano è quin<strong>di</strong> funzionale alla programmazione <strong>di</strong> azioni (opere,<br />

vincoli, <strong>di</strong>rettive) che portino a un assetto fisico dell'ambito fluviale e a un uso del suolo<br />

(agricolo o inse<strong>di</strong>ativo) compatibili con la sicurezza idraulica e con la salvaguar<strong>di</strong>a delle<br />

componenti naturali ed ambientali.<br />

Il Piano assume una posizione vincolistica sovraor<strong>di</strong>nata nei confronti degli altri<br />

strumenti <strong>di</strong> pianificazione <strong>di</strong> settore e <strong>di</strong> pianificazione urbanistica; è redatto in conformità<br />

alla vocazione del territorio e come tale è traguardato alla ricerca <strong>di</strong> un modello <strong>di</strong> sviluppo<br />

che sia realmente compatibile con essa. Obiettivo principale del Piano è la conservazione<br />

dell’assetto del bacino e il raggiungimento <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni uniformi <strong>di</strong> sicurezza del territorio che<br />

lo circonda. A tal fine in esso sono in<strong>di</strong>viduate e classificate aree <strong>di</strong> pericolosità idraulica, a<br />

cui corrispondono <strong>di</strong>versi livelli <strong>di</strong> trasformabilità.<br />

Nelle aree <strong>di</strong> pericolosità idraulica il Piano ha la finalità <strong>di</strong> evitare l'incremento dei<br />

livelli <strong>di</strong> pericolo e rischio idraulico, impe<strong>di</strong>re interventi pregiu<strong>di</strong>zievoli per il futuro assetto<br />

idraulico del territorio, salvaguardare e <strong>di</strong>sciplinare le attività antropiche, assicurare il<br />

necessario coor<strong>di</strong>namento con il quadro normativo e con gli strumenti <strong>di</strong> pianificazione e<br />

programmazione in vigore.<br />

Per quanto concerne l’ambito interessato dal P.P.2, merita evidenziare che il Piano<br />

classifica una porzione come classe <strong>di</strong> rischio R4, ovvero appartenente al gruppo <strong>di</strong> aree ad<br />

elevato rischio idraulico (Figura 4.2), e tra le aree soggette a pericolosità molto elevata<br />

(Figura 4.3).<br />

Nelle norme tecniche del PSDA, al Capo III, art. 17, sono riportati gli interventi<br />

consentiti nelle aree contrad<strong>di</strong>stinte da questo livello <strong>di</strong> pericolosità. Da esso risulta che le<br />

opere consentite sono esclusivamente:<br />

opere e interventi idraulici per migliorare la <strong>di</strong>fesa dalle alluvioni;<br />

opere urgenti realizzate dalle autorità <strong>di</strong> protezione civile o dalle autorità idrauliche<br />

competenti per la tutela <strong>di</strong> persone, beni ed attività in situazioni <strong>di</strong> rischio imminente;<br />

attività <strong>di</strong> manutenzione idraulica;<br />

interventi <strong>di</strong> ricostruzione e riqualificazione degli ambienti fluviali per ridurre il<br />

pericolo ed il rischio idraulico.”<br />

45


Sono pertanto escluse la realizzazione <strong>di</strong> strutture mobili e immobili, ad eccezione <strong>di</strong><br />

quelle a carattere provvisorio o precario in<strong>di</strong>spensabili per la conduzione dei cantieri o<br />

specificamente ammesse dalle norme del Piano, la creazione <strong>di</strong> protezione <strong>di</strong> colture<br />

agricole rilevanti che ostacolino il deflusso delle acque, la introduzione <strong>di</strong> cambiamenti<br />

colturali o nuove colture arboree capaci <strong>di</strong> ostacolare il deflusso delle acque o <strong>di</strong> pregiu<strong>di</strong>care<br />

la stabilità degli argini. Il successivo art. 18 prosegue l’elenco delle opere consentite, ovvero:<br />

“la demolizione <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici senza ricostruzione a con<strong>di</strong>zione che i lavori non creino, neppure<br />

temporaneamente, ostacoli significativi al regolare deflusso delle acque; la manutenzione<br />

or<strong>di</strong>naria e la manutenzione straor<strong>di</strong>naria; il restauro conservativo, il risanamento igienico ed<br />

e<strong>di</strong>lizio e gli altri adeguamenti igienicosanitari degli e<strong>di</strong>fici, necessari per garantirne la<br />

funzionalità conformemente alla destinazione d'uso ed alle previsioni degli strumenti<br />

urbanistici, sempre a con<strong>di</strong>zione che non comportino ampliamenti; [...]”<br />

Per quanto concerne le infrastrutture pubbliche, l’art. 19 afferma che gli interventi<br />

consentiti su tali are sono: “la manutenzione or<strong>di</strong>naria e straor<strong>di</strong>naria <strong>di</strong> infrastrutture a rete o<br />

puntuali; la ricostruzione <strong>di</strong> infrastrutture a rete danneggiate o <strong>di</strong>strutte da calamità<br />

idrogeologiche, [...]; le nuove infrastrutture a rete previste dagli strumenti <strong>di</strong><br />

pianificazione territoriale, che siano <strong>di</strong>chiarate essenziali e non altrimenti localizzabili;<br />

l’ampliamento e la ristrutturazione <strong>di</strong> infrastrutture a rete e puntuali, destinate a servizi<br />

pubblici essenziali non delocalizzabili e prive <strong>di</strong> alternative progettuali tecnicamente ed<br />

economicamente sostenibili; i nuovi sottoservizi a rete interrati lungo tracciati stradali<br />

esistenti, ed opere connesse; i nuovi attraversamenti <strong>di</strong> sottoservizi a rete; gli interventi <strong>di</strong><br />

allacciamento a reti principali; i nuovi interventi <strong>di</strong> e<strong>di</strong>lizia cimiteriale purché realizzati<br />

all’interno degli impianti cimiteriali esistenti; le attrezzature per il tempo libero, per la fruizione<br />

pubblica, occasionale e temporanea dell’ambiente e per le attività sportive ivi compresi i<br />

percorsi ciclabili e pedonali, laghetti <strong>di</strong> pesca sportiva fermo restando quanto <strong>di</strong>sposto<br />

dall’art. 13 comma 1, previa installazione <strong>di</strong> sistemi <strong>di</strong> preallarme e compatibilmente con i<br />

piani <strong>di</strong> protezione civile. [...]”<br />

Il medesimo articolo precisa inoltre che gli interventi consentiti devono essere<br />

conformi ai Piani <strong>di</strong> protezione civile, non possono incrementare in modo significativo le aree<br />

impermeabili esistenti se non stabilendo idonee misure compensative, e prevedono misure<br />

<strong>di</strong> messa in sicurezza da realizzare preventivamente o contestualmente all’intervento e<br />

misure compensative <strong>di</strong> miglioramento del regime idraulico e riqualificazione fluviale.<br />

46


Infine, l’<strong>allegato</strong> C delle Norme tecniche, riporta la “Normativa tecnica per<br />

l’adeguamento e la costruzione dei fabbricati, per usi <strong>di</strong>versi, nelle aree <strong>di</strong> pericolosità<br />

idraulica molto elevata ed elevata. Criteri d’uso e prescrizioni tipologiche–abitative”. Poiché il<br />

numero d’interventi <strong>di</strong> nuova e<strong>di</strong>ficazione parziale ammessi nelle aree <strong>di</strong> elevata pericolosità<br />

sono ridottissimi, nell’<strong>allegato</strong> sono elencate principalmente normative tecniche per<br />

l’adeguamento dei fabbricati esistenti.<br />

Figura 4.3: PSDA: Stralcio Carta della Pericolosità.<br />

47


Obiettivi del Piano Stralcio <strong>di</strong> Difesa delle Alluvioni<br />

Evitare l’incremento dei livelli <strong>di</strong> pericolo e rischio idraulico.<br />

Impe<strong>di</strong>re interventi pregiu<strong>di</strong>zievoli per il futuro assetto idraulico del territorio.<br />

Salvaguardare e <strong>di</strong>sciplinare le attività antropiche.<br />

Assicurare il necessario coor<strong>di</strong>namento con il quadro normativo e con gli strumenti <strong>di</strong> pianificazione e<br />

programmazione in vigore.<br />

Promuovere interventi <strong>di</strong> riqualificazione e rinaturalizzazione che favoriscano la riattivazione e l’avvio dei<br />

processi naturali e il ripristino degli equilibri ambientali e idrologici.<br />

Anagrafe dei siti contaminati<br />

La Regione Abruzzo, con DGR 27/12/2006 n. 1529, in ottemperanza al D.Lgs. 3<br />

aprile 2006 n. 152 e alla L.R. 28 aprile 2000 n. 83 e successive mo<strong>di</strong>fiche ed integrazioni, ha<br />

istituito l'”Anagrafe dei siti contaminati”.<br />

L’obiettivo del censimento, da cui è derivata la costituzione dell’Anagrafe, è <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>viduare le schede che l’ARTA (Agenzia Regionale per la Tutela dell'Ambiente) può<br />

utilizzare come base per l’elaborazione del “Piano Regionale <strong>di</strong> bonifica dei siti contaminati”,<br />

<strong>di</strong> cui al DGR sopracitato.<br />

L’elenco è stato aggiornato nel 2010 con DGR n. 777 (D.lgs 152/2006 e s.m.i. - L.R.<br />

45/2007 e s.m.i. - art. 55, comma 2, lett. a) - DGR n. 1529/2006 - Appen<strong>di</strong>ce A dell'Allegato<br />

Tecnico n. 3. 'Anagrafe regionale dei siti contaminati 'Aggiornamento').<br />

Due “siti contaminati” del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> interessano l’ambito in oggetto e sono<br />

classificati come “Siti industriali <strong>di</strong>smessi” a<strong>di</strong>acenti tra loro. In base all’Anagrafe essi così<br />

denominati:<br />

area Sabatino Di Properzio S.R.L. - via Andrea Doria n. 50;<br />

Laureti Carburanti <strong>Pescara</strong> via Magellano - via Dei Santi Aternini.<br />

48


Figura 4.4: Immagine fotografica con in<strong>di</strong>viduazione dei “Siti industriali <strong>di</strong>smessi”.<br />

Piano <strong>di</strong> Tutela delle Acque (PTA)<br />

Il Piano <strong>di</strong> Tutela delle Acque (PTA) è lo strumento tecnico e programmatico<br />

attraverso cui la Regione intende realizzare gli obiettivi <strong>di</strong> tutela quali-quantitativa delle acque<br />

superficiali e sotterranee, previsti dall'art. 121 del D.Lgs. 152/06. Il piano descrive le<br />

caratteristiche del bacino idrografico sia per le acque superficiali che sotterranee, con<br />

rappresentazione cartografica, ed esprime una sintesi delle pressioni e degli impatti<br />

significativi esercitati dall'attività antropica sullo stato delle acque superficiali e sotterranee;<br />

in<strong>di</strong>vidua le aree sensibili e vulnerabili ed elenca gli obiettivi <strong>di</strong> qualità.<br />

Nell’ambito del presente stu<strong>di</strong>o ci si limiterà a riportare sinteticamente gli estratti dei<br />

principali allegati cartografici, e a richiamare le in<strong>di</strong>cazioni specifiche contenute all’interno<br />

della documentazione <strong>di</strong> base.<br />

Dallo stu<strong>di</strong>o della documentazione che compone il Piano, emerge che il fiume<br />

<strong>Pescara</strong> presenta uno stato ambientale “sufficiente” per quasi tutto il suo corso, mentre per<br />

la parte finale arriva ad avere un livello <strong>di</strong> qualità “pessimo”. Inoltre, in base alla<br />

classificazione della “Carta dei corpi idrici superficiali e relativo rischio determinato ai sensi<br />

del DM 131/08” il fiume <strong>Pescara</strong> rientra a scopo cautelativo tra i corpi idrici “a rischio”, date le<br />

49


consistenti pressioni al contorno caratterizzate dalla presenza <strong>di</strong> industrie che utilizzano<br />

sostanze pericolose nel proprio ciclo produttivo.<br />

Figura 4.5: PTA – stralcio “Carta dello Stato Ambientale dei corsi d’acqua significativi” – <strong>allegato</strong> 1.<br />

Figura 4.6: PTA – stralcio “Carta dei corpi idrici superficiali e relativo rischio determinato ai sensi del DM 131/08” –<br />

<strong>allegato</strong> 3.<br />

Lo stato delle acque sotterranee del <strong>Pescara</strong>, come quelle superficiali, sono classificate,<br />

ai sensi del D.Lgs 152/99, come “scadenti”. Tale classificazione deriva dalla<br />

combinazione del livello chimico delle acque, che nel caso del fiume <strong>Pescara</strong> è pari a 4<br />

(impatto antropico rilevante con caratteristiche idrochimiche scadenti), e dallo stato<br />

quantitativo, che per il <strong>Pescara</strong> è C (impatto antropico significativo con notevole incidenza<br />

50


dell’uso sulle <strong>di</strong>sponibilità della risorsa evidenziata da rilevanti mo<strong>di</strong>ficazioni agli in<strong>di</strong>catori<br />

generali).<br />

Figura 4.7: PTA – stralcio “Carta dello Stato Ambientale dei corsi idrici sotterranei e d’interesse (SCAS) determinato ai<br />

sensi del D.Lgs 152/99” – <strong>allegato</strong> 6.<br />

Figura 4.8: PTA – stralcio “Carta dello Stato Chimico dei corsi idrici sotterranei” – <strong>allegato</strong> 7.<br />

51


Figura 4.9: Classificazione dello stato ambientale delle acque sotterranee in base al D.Lgs 152/99.<br />

52


Obiettivi del Piano <strong>di</strong> Tutela della Qualità delle Acque<br />

Prevenire l’inquinamento dei corpi idrici non inquinati<br />

Risanare i corpi idrici inquinati attraverso il miglioramento dello stato <strong>di</strong> qualità delle acque, con attenzione per<br />

quelle destinate a particolari utilizzazioni<br />

Rispettare il deflusso minimo vitale dei bacini idrici<br />

Perseguire un uso sostenibile e durevole delle risorse idriche, con priorità per quelle potabili<br />

Preservare le capacità naturale <strong>di</strong> autodepurazione dei corpi idrici, nonché della capacità <strong>di</strong> sostenere<br />

comunità animali e vegetali ampie e ben <strong>di</strong>versificate<br />

Piano ATO per la gestione del Servizio Idrico Integrato<br />

La rimodulazione del Piano d’ambito è stata effettuata nel 2003, a circa un anno <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>stanza dalla prima stesura approvata dall’Assemblea dell’ATO con delibera n. 13 del 08<br />

aprile 2002, a seguito dell’in<strong>di</strong>viduazione del gestore unico integrato da parte dell’ATO, <strong>di</strong> cui<br />

alla Delibera dell’Assemblea n. 22/02. Poiché l’affidamento del Servizio idrico integrato ha la<br />

durata <strong>di</strong> 5 anni, è stato necessario rivedere la <strong>di</strong>namica degli investimenti tenendo conto del<br />

breve periodo e ridefinendo i piani finanziari con le quote a carico dello Stato e della tariffa<br />

del Servizio Idrico Integrato.<br />

L’ATO n. 4 “Pescarese”, a seguito della ricognizione circa lo stato delle opere degli<br />

impianti <strong>di</strong> acquedotti e fognature ai sensi dell’art. 10 del D.L. 244/95 e della L.R. n. 2 del<br />

13/01/97, ha prodotto un rapporto finale, completo <strong>di</strong> allegati, che è stato consegnato nel<br />

febbraio 2001 e definitivamente approvato dall’Assemblea con delibera n. 15 del successivo<br />

mese <strong>di</strong> novembre. L’obiettivo principale che si pone il Piano dell’ATO “Pescarese” è<br />

l’estensione della rete duale alle strade citta<strong>di</strong>ne dell’area metropolitana (Chieti, <strong>Pescara</strong>,<br />

Montesilvano, Francavilla al Mare) con separazione delle reti nei fabbricati. Le previsioni<br />

del Piano comportano l’utilizzo delle acque potabilizzate soprattutto per gli stabilimenti<br />

del litorale, gli impianti sportivi, i mercati, il porto, le ferrovie, i fabbricati ad uso commerciale,<br />

le industrie ed altre utenze in cui la componente domestica sia secondaria.<br />

Per ottimizzare il servizio, il Piano prevede <strong>di</strong> estendere la rete duale al reticolo<br />

citta<strong>di</strong>no obbligando i nuovi fabbricati a dotarsi <strong>di</strong> doppia rete. Al momento della stesura del<br />

Piano gli investimenti non sono stati quantificati con sufficiente approssimazione, ma l’ipotesi<br />

era <strong>di</strong> ottenere un cospicuo sostegno dal contributo pubblico.<br />

53


Tra gli obiettivi in<strong>di</strong>viduati dal piano ATO, assume rilevanza anche il <strong>di</strong>sinquinamento<br />

del Fiume <strong>Pescara</strong> che comprende la realizzazione dei collettori golenali per la città <strong>di</strong><br />

<strong>Pescara</strong> e la realizzazione <strong>di</strong> un acquedotto ad uso industriale nell’area metropolitana CH-<br />

PE, oltre che alla restituzione ai fiumi ricadenti nel territorio dell’Ambito del minimo vitale <strong>di</strong><br />

acqua per il ripristino dell’ecoambiente <strong>di</strong> alcuni territori <strong>di</strong> elevata valenza paesaggistica.<br />

Obiettivi del Piano ATO<br />

Estendere la rete duale alle strade citta<strong>di</strong>ne dell’area metropolitana Chieti, <strong>Pescara</strong>, Montesilvano, Francavilla<br />

al Mare, con separazione delle reti anche nei fabbricati esistenti e <strong>di</strong> nuova costruzione<br />

Disinquinare il Fiume <strong>Pescara</strong> me<strong>di</strong>ante la realizzazione dei collettori golenali per la città <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> e <strong>di</strong> un<br />

acquedotto ad uso industriale nell’area metropolitana CH-PE. Restituire ai fiumi ricadenti nel territorio<br />

dell’Ambito il minimo vitale <strong>di</strong> acqua per il ripristino dell’ecoambiente <strong>di</strong> alcuni territori <strong>di</strong> elevata valenza<br />

paesaggistica<br />

Piano per la Tutela della Qualità dell’Aria (PTQA)<br />

Il Piano, redatto in conformità ai dettami legislativi del Decreto del Ministero<br />

dell’ambiente e della tutela del territorio del 1 ottobre 2002, n. 261, contiene il Regolamento<br />

recante le <strong>di</strong>rettive tecniche per la valutazione preliminare della qualità dell’aria ambiente, i<br />

criteri per l’elaborazione del piano e dei programmi <strong>di</strong> cui agli articoli 8 e 9 del decreto<br />

legislativo 4 agosto 1999, n. 351 (Gazzetta Ufficiale n. 272 del 20 novembre 2002).<br />

In particolare, il Piano ha il fine <strong>di</strong>:<br />

elaborare piani o programmi <strong>di</strong> miglioramento della qualità dell’aria nelle zone e<br />

negli agglomerati in cui i livelli <strong>di</strong> uno o più inquinanti superano i limiti legislativi;<br />

elaborare piani <strong>di</strong> mantenimento della qualità dell’aria, nelle zone e negli<br />

agglomerati in cui i livelli degli inquinanti sono inferiori ai valori limite;<br />

ottimizzare il monitoraggio della qualità dell’aria;<br />

contribuire al raggiungimento dei limiti nazionali <strong>di</strong> emissioni;<br />

conseguire un miglioramento in riferimento alle problematiche globali quali la<br />

produzione <strong>di</strong> gas serra.<br />

Per le zone in cui la qualità dell'aria supera i limiti <strong>di</strong> concentrazione, il Piano in<strong>di</strong>vidua<br />

apposite azioni per il miglioramento dell’aria, mentre nelle zone dove i livelli degli inquinanti<br />

risultano inferiori ai limiti <strong>di</strong> legge, prevede azioni <strong>di</strong> mantenimento dei livelli accettabili.<br />

Tra le azioni previste vi sono, inoltre, il miglioramento della rete <strong>di</strong> monitoraggio regionale e<br />

l’elaborazione <strong>di</strong> strategie finalizzate al rispetto dei limiti imposti dalla normativa.<br />

54


La valutazione della qualità dell’aria a scala locale su tutto il territorio regionale, e la<br />

successiva zonizzazione, sono state effettuate basandosi sui risultati del monitoraggio della<br />

qualità dell’aria e integrando i dati ricavati con le campagne <strong>di</strong> monitoraggio e con l’uso della<br />

modellistica tra<strong>di</strong>zionale e fotochimica. È stata così operata la stima delle concentrazioni <strong>di</strong><br />

inquinanti dell’aria su tutto il territorio della regione.<br />

Con riferimento alle concentrazioni <strong>di</strong> zolfo, ossi<strong>di</strong> <strong>di</strong> azoto, particelle sospese con<br />

<strong>di</strong>ametro inferiore ai 10 micron, monossido <strong>di</strong> carbonio e benzene, l’area <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> è stata<br />

classificata come “Zona <strong>di</strong> risanamento”, ovvero zona in cui almeno un inquinante supera il<br />

limite <strong>di</strong> tolleranza fissato dalla legislazione (Figura 4.10).<br />

Il Piano in<strong>di</strong>vidua inoltre una forte concentrazione <strong>di</strong> inquinanti nell’area Chieti-<br />

<strong>Pescara</strong> ed evidenzia che per tale area si è superato il “valore bersaglio per la protezione<br />

della salute”, ovvero il livello fissato al fine <strong>di</strong> evitare a lungo termine effetti nocivi sulla salute<br />

umana, da conseguirsi per quanto possibile entro un dato periodo <strong>di</strong> tempo (Figura 4.11).<br />

Figura 4.10: PTQA: Classificazione del territorio ai fini del mantenimento e risanamento della qualità dell’aria per ossi<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> zolfo, ossi<strong>di</strong> <strong>di</strong> azoto, particelle sospese con <strong>di</strong>ametro inferiore ai 10 micron, monossido <strong>di</strong> carbonio e benzene.<br />

55


Figura 4.11: PTQA: Classificazione del territorio per la protezione della salute relativamente all’ozono e definizione delle<br />

zone <strong>di</strong> superamento dei valori bersaglio e delle zone <strong>di</strong> superamento degli obiettivi a lungo termine.<br />

Obiettivi del PRTQA<br />

Effettuare una zonizzazione del territorio regionale in funzione dei livelli <strong>di</strong> inquinamento della qualità dell’aria<br />

ambiente.<br />

Elaborare piani <strong>di</strong> miglioramento della qualità dell’aria nelle zone e negli agglomerati in cui i livelli <strong>di</strong> uno o più<br />

inquinanti superino i limiti <strong>di</strong> concentrazione.<br />

Elaborare dei piani <strong>di</strong> mantenimento della qualità dell’aria in quelle zone dove i livelli degli inquinanti risultano<br />

inferiori ai limiti <strong>di</strong> legge.<br />

Elaborare strategie con<strong>di</strong>vise mirate al rispetto dei limiti imposti dalla normativa e alla riduzione dei gas<br />

climalteranti.<br />

Migliorare la rete <strong>di</strong> monitoraggio regionale.<br />

Piano Energetico Regionale (PER)<br />

Il Piano Energetico Regionale (PER) è lo strumento principale attraverso il quale la<br />

Regione programma, in<strong>di</strong>rizza e armonizza nel proprio territorio gli interventi strategici in<br />

tema <strong>di</strong> energia. Si tratta <strong>di</strong> un documento tecnico nei suoi contenuti e politico nelle scelte e<br />

56


nelle priorità degli interventi. La sua redazione è stata avviata a causa dei profon<strong>di</strong><br />

mutamenti intervenuti nella normativa del settore energetico e nell'evoluzione delle politiche<br />

<strong>di</strong> decentramento, caratterizzate dal trasferimento alle Regioni e agli Enti locali, ad opera del<br />

D.Lgs. 31 Marzo 1998 n. 112 (funzioni e competenze in materia ambientale ed energetica).<br />

Gli obiettivi fondamentali del PER della Regione Abruzzo si possono ricondurre a due<br />

macroaree <strong>di</strong> intervento, quella della produzione <strong>di</strong> energia dalle <strong>di</strong>verse fonti (fossili e non) e<br />

quella del risparmio energetico. Nel dettaglio, i principali contenuti del PER sono:<br />

la progettazione e l'implementazione delle politiche energetico‐ambientali;<br />

l'economica gestione delle fonti energetiche primarie <strong>di</strong>sponibili sul territorio<br />

(geotermia, metano, ecc.);<br />

lo sviluppo <strong>di</strong> possibili alternative al consumo <strong>di</strong> idrocarburi;<br />

la limitazione dell'impatto con l'ambiente e dei danni alla salute pubblica, dovuti<br />

dall'utilizzo delle fonti fossili;<br />

la partecipazione ad attività finalizzate alla sostenibilità dello sviluppo.<br />

Obiettivi del PER<br />

Progettare e implementare delle politiche energetico-ambientali.<br />

gestire le fonti energetiche primarie <strong>di</strong>sponibili sul territorio (geotermia, metano, ecc.).<br />

sviluppare possibili alternative al consumo <strong>di</strong> idrocarburi.<br />

limitare l'impatto con l'ambiente e i danni alla salute pubblica, dovuti dall'utilizzo delle fonti fossili.<br />

Piano Regionale Integrato dei Trasporti (PRIT)<br />

Il Piano Regionale Integrato dei Trasporti (PRIT) è lo strumento <strong>di</strong> cui la Regione<br />

Abruzzo si è dotata per definire gli interventi <strong>di</strong> programmazione e <strong>di</strong> pianificazione nel<br />

settore dei trasporti. Il PRIT definisce in modo coerente le caratteristiche funzionali e le<br />

prestazioni <strong>di</strong> un insieme <strong>di</strong> elementi (infrastrutture, mezzi, organizzazioni, servizi e sistemi <strong>di</strong><br />

controllo) che concorrono a fornire le opportunità <strong>di</strong> trasporto per sod<strong>di</strong>sfare le esigenze <strong>di</strong><br />

mobilità, <strong>di</strong> persone e merci.<br />

Con riferimento alle opere che il PRIT in<strong>di</strong>vidua in relazione al territorio oggetto <strong>di</strong><br />

stu<strong>di</strong>o, assumono rilevanza il prolungamento dell’Asse attrezzato da piazzale della Marina<br />

fino al lungomare Papa Giovanni XXIII, e le previsioni inerenti al porto. Con riferimento a<br />

57


questo secondo progetto, il PRIT richiama il Piano Regolatore Portuale (PRP) approvato che<br />

prevede la realizzazione <strong>di</strong> un terrapieno che consentirà <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> due banchine <strong>di</strong><br />

attracco per il traffico passeggeri. Al contempo il traffico delle merci, costituite in prevalenza<br />

da oli minerali, salgemma e cemento, potrà essere <strong>di</strong>rottato dalla banchina del molo est del<br />

porto canale al porto <strong>di</strong> Ortona. Questa ipotesi consentirà <strong>di</strong> liberare l’area circostante dal<br />

deposito delle merci e <strong>di</strong> guadagnare nuovi spazi <strong>di</strong> pubblico utilizzo orientati a ricucire la<br />

continuità tra il tessuto urbano ed il mare. In tal senso il Piano propone <strong>di</strong> ricostruire il<br />

waterfront in corrispondenza del porto turistico, attualmente precluso dagli e<strong>di</strong>fici dell’ex<br />

Mercato Ortofrutticolo, che saranno oggetto <strong>di</strong> riqualificazione.<br />

Sempre in base al Piano Regolatore Portuale, le cui <strong>di</strong>rettive sono riprese dal PRIT, il<br />

settore del trasporto passeggeri su navi traghetto è quello che nella realtà portuale<br />

pescarese potrebbe avere l’evoluzione più rapida e consistente. Al fine <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare le<br />

esigenze del traffico passeggeri, lo sviluppo del porto <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> dovrà quin<strong>di</strong> prevedere:<br />

un aumento delle capacità <strong>di</strong> trasporto, anche per i traghetti <strong>di</strong> “seconda<br />

generazione”, che si traduce nella necessità <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> maggiori tiranti d’acqua,<br />

spazi <strong>di</strong> banchina e <strong>di</strong> manovra;<br />

un miglioramento della qualità del servizio, che si traduce nella <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> più<br />

efficienti servizi portuali, nonché delle capacità <strong>di</strong> afflusso, imbarco, sbarco e deflusso<br />

delle auto e dei passeggeri.<br />

Per quanto riguarda il settore della pesca, si ritiene che la riqualificazione delle<br />

banchine esistenti, unitamente all’allargamento degli spazi a terra <strong>di</strong>sponibili, potranno<br />

costituire un importante elemento <strong>di</strong> razionalizzazione per le attività dei pescatori e potranno<br />

costituire un altrettanto importante fattore <strong>di</strong> sviluppo, se accompagnate da attività <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sinquinamento delle acque del <strong>Pescara</strong>.<br />

58


Figura 4.12: PRIT: Stralcio – interventi infrastrutturali proposti dal PRIT.<br />

59


Obiettivi del PRIT<br />

Figura 4.13: PRIT: Stralcio – Schede infrastrutture esistenti.<br />

Garantire la piena accessibilità al sistema regionale e nazionale <strong>di</strong> trasporto per tutti i citta<strong>di</strong>ni, con<br />

riduzione del gap infrastrutturale e <strong>di</strong> servizi sia per le zone interne che per le aree a forte concentrazione<br />

demografica e <strong>di</strong> sviluppo.<br />

Riequilibrare la ripartizione modale della domanda <strong>di</strong> trasporto, sia <strong>di</strong> passeggeri che <strong>di</strong> merci al fine <strong>di</strong><br />

ottimizzare le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> esercizio per ciascuna modalità, utilizzando pienamente il sistema delle infrastrutture<br />

esistenti.<br />

Stabilire un modello <strong>di</strong> eventuale ridefinizione delle competenze delle istituzioni e degli Enti che hanno potere<br />

sui trasporti.<br />

Gestire il rior<strong>di</strong>no delle imprese <strong>di</strong> produzione del servizio <strong>di</strong> trasporto.<br />

Elevare gli standard <strong>di</strong> sicurezza per tutte le reti e per tutti i servizi <strong>di</strong> trasporto.<br />

Ottimizzare il sistema complessivo dei costi della mobilità pubblica e privata attraverso la valutazione del costo<br />

generalizzato del trasporto.<br />

Salvaguardare le particolari valenze ambientali, architettoniche e paesaggistiche del territorio attraverso idonee<br />

scelte modali <strong>di</strong> trasporto.<br />

Operare uno stretto collegamento con le politiche <strong>di</strong> sviluppo economico e sociale per adeguare le reti alle<br />

necessità produttive attraverso un Ufficio <strong>di</strong> Piano.<br />

Introdurre lo sviluppo delle reti immateriali <strong>di</strong> comunicazione, ed in generale sviluppare la telematica nei<br />

trasporti.<br />

60


4.2 I Pianificazione/programmazione provinciale<br />

In merito alla pianificazione provinciale è stato preso in esame il Piano Territoriale <strong>di</strong><br />

Coor<strong>di</strong>namento Provinciale <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>.<br />

Piano Territoriale <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento Provinciale (P.T.C.P.) <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />

Il PTCP, approvato con delibera <strong>di</strong> Consiglio Provinciale n. 78 del 25 maggio 2001 e<br />

reso vigente con la pubblicazione sul BURA n. 24 del 13/11/2002, propone un <strong>di</strong>segno<br />

unitario del territorio e delle sue possibilità <strong>di</strong> trasformazione, nel quale sono compresi e<br />

trovano coerenza progetti <strong>di</strong>versi, avanzati da <strong>di</strong>fferenti soggetti e da <strong>di</strong>fferenti istituzioni.<br />

All’interno <strong>di</strong> questo <strong>di</strong>segno unitario le amministrazioni locali possono definire specifiche<br />

politiche orientate a migliorare la qualità e le prestazioni fisiche, sociali e culturali del<br />

territorio.<br />

La struttura del piano viene fondata attorno a tre principali politiche che riguardano<br />

l’ambiente, la mobilità e l’inse<strong>di</strong>amento.<br />

La politica per l’ambiente è costruita a partire dal riconoscimento <strong>di</strong> un sistema<br />

ambientale della provincia <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>, costruito da tutte le aree, non necessariamente<br />

contigue che assumono un ruolo importante per il funzionamento ecologico. Le parti <strong>di</strong><br />

territorio che costituiscono il sistema ambientale sono <strong>di</strong>versamente nominate dal piano in<br />

relazione alla loro <strong>di</strong>fferente natura e alle <strong>di</strong>fferenti prestazioni che svolgono all’interno del<br />

sistema.<br />

Di seguito si riportano alcune immagini tratte dal Sistema Informativo Territoriale<br />

messo a <strong>di</strong>sposizione dalla Provincia <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>, riguardanti la struttura del PTCP.<br />

61


Farindola<br />

Montebello Montebello <strong>di</strong> Bertona<br />

Villa Celiera<br />

Carpineto Carpineto della Nora<br />

Brittoli<br />

Penne<br />

Civitella Civitella Casanova<br />

Corvara<br />

Vicoli<br />

Civitaquana<br />

Civitaquana<br />

Elice Elice<br />

Picciano<br />

Loreto Aprutino<br />

Cugnoli<br />

Pietranico<br />

Torre de' Passeri<br />

Pescosansonesco<br />

Catignano<br />

Catignano<br />

Nocciano<br />

Alanno<br />

Collecorvino<br />

Citta' Citta' Sant'Angelo<br />

Rosciano<br />

Turrivalignani<br />

Scafa<br />

Moscufo<br />

Cappelle Cappelle sul Tavo<br />

Pianella<br />

Cepagatti Cepagatti<br />

Manoppello<br />

Serramonacesca<br />

Serramonacesca<br />

San Valentino in Abruzzo Citeriore<br />

Castiglione a Casauria<br />

Lettomanoppello<br />

Bussi sul Tirino<br />

Bolognano<br />

Bolognano<br />

Bolognano<br />

Abbateggio<br />

Abbateggio<br />

Tocco da Casauria Casauria<br />

Roccamorice<br />

Popoli<br />

Salle Salle<br />

Caramanico Terme<br />

Sant'Eufemia a Maiella<br />

Montesilvano<br />

Spoltore Spoltore<br />

<strong>Pescara</strong><br />

Figura 4.14: PTCP. La struttura. Immagine Generale della Provincia <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> (Fonte: SIT Provincia <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>).<br />

Il Piano riconosce nel territorio provinciale pescarese la presenza <strong>di</strong> sei “ecologie”,<br />

ricomposte in <strong>di</strong>segno unitario comprendente numerosi interessi, e in<strong>di</strong>ca come tali interessi<br />

possano essere resi armoniosi, in considerazione delle con<strong>di</strong>zioni materiali, ambientali e<br />

sociali che connotano il territorio.<br />

62


Figura 4.15: PTCP. La struttura. Immagine area <strong>di</strong> interesse <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> (Fonte: SIT Provincia <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>).<br />

Tra le ecologie, assume rilevanza quella costiera, caratterizzata dalla conurbazione<br />

che si sviluppa lungo il waterfront pescarese. Di essa fanno parte i comuni <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>,<br />

Montesilvano, Città S. Angelo, Cappelle sul Tavo, Spoltore. Alcuni temi che attraversano le<br />

politiche del Piano sono trattati me<strong>di</strong>ante la precisazione <strong>di</strong> “schemi <strong>di</strong>rettori”. E’ questo il<br />

caso dello “Schema <strong>di</strong>rettore del fiume <strong>Pescara</strong>”, che prevede la realizzazione <strong>di</strong> due parchi<br />

lungo il percorso del fiume, con la limitazione della pressione antropica sulle sponde del<br />

corpo idrico, e dello “Schema <strong>di</strong>rettore della costa”, che propone la riqualificazione della città<br />

a partire dall'organizzazione degli spazi non e<strong>di</strong>ficati, rendendo esplicita la struttura che è<br />

riconoscibile come sequenza <strong>di</strong> fasce che si <strong>di</strong>spiegano nella <strong>di</strong>rezione della costa, ritmate<br />

da alcune interruzioni perpen<strong>di</strong>colari.<br />

Obiettivi del Piano Territoriale <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento Provinciale <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />

Costruire le con<strong>di</strong>zioni per un corretto funzionamento del sistema ecologico alla grande scala.<br />

Creare migliori con<strong>di</strong>zioni d'uso delle importanti infrastrutture esistenti, definendone la compatibilità reciproca<br />

e con il territorio.<br />

Riorganizzare i sistemi degli inse<strong>di</strong>amenti lineari residenziali e produttivi lungo le strade, in modo da renderli<br />

più espliciti.<br />

Definire politiche che regolino, a seconda delle peculiarità dei <strong>di</strong>versi ambiti, modalità <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amento e<br />

sviluppo delle aree, coerenti con un governo del territorio socialmente equo.<br />

63


4.3 I Pianificazione/programmazione a livello comunale<br />

PRG vigente<br />

Il P.P.2 in oggetto ricade all’interno dell’Ambito A2 del P.R.G. vigente.<br />

Gli obiettivi principali del PRG sono sud<strong>di</strong>visi secondo le seguenti tematiche:<br />

1. Riconversione e riqualificazione del tessuto esistente all’interno del Piano<br />

Particolareggiato:<br />

Il Piano Particolareggiato 2 secondo le intenzioni <strong>di</strong> P.R.G. “è destinato alla<br />

realizzazione <strong>di</strong> un centro integrato, a carattere ricreativo-turistico <strong>di</strong> livello urbano, capace <strong>di</strong><br />

accogliere soprattutto strutture ricreative, turistiche, commerciali specializzate, congressuali<br />

ed alberghiere, ecc. in una composizione spaziale caratterizzata da un imme<strong>di</strong>ato rapporto<br />

con gli specchi d’acqua del porto canale e del porto turistico (tipico modello del “waterfront”)<br />

e da un sistema continuo <strong>di</strong> ambienti e percorsi pedonali e ciclabili” declinati secondo i<br />

rispettivi sub comparti che sono:<br />

a. sub comparto PP2a: area destinata al Piano Regolatore Portuale da approvarsi<br />

dalle Autorità Marittime <strong>di</strong> intesa con il <strong>Comune</strong>;<br />

b. sub comparto PP2b: creazione <strong>di</strong> un “Centro integrato” a carattere ricreativo turistico<br />

e residenziale caratterizzato da un sistema continuo <strong>di</strong> ambienti e percorsi pedonali e<br />

ciclabili attraverso una composizione spaziale caratterizzata da un imme<strong>di</strong>ato<br />

rapporto con il Porto Canale;<br />

c. sub comparto PP2c: creazione <strong>di</strong> un “Centro integrato” a carattere ricreativo turistico<br />

caratterizzato da un sistema continuo <strong>di</strong> ambienti e percorsi pedonali e ciclabili<br />

attraverso una composizione spaziale caratterizzata da un imme<strong>di</strong>ato rapporto con il<br />

Porto Turistico.<br />

2. Progetto infrastrutturale, viabilità:<br />

Il PRG in<strong>di</strong>vidua all’interno del PP2a una nuova infrastruttura <strong>di</strong> collegamento tra<br />

l’asse attrezzato, il porto e la città, funzionale al collegamento della viabilità principale<br />

dell’area urbana sud con l’area nord <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>.<br />

3. Progetto Ambientale:<br />

L’area comprende, all’interno della parte finale del PP, a sud del fiume <strong>Pescara</strong>,<br />

un’area a verde pubblico, atta a completare all’interno del <strong>di</strong>segno generale del waterfront<br />

64


un parco urbano lineare comprendente tutta la fascia costiera centrale della città al fine <strong>di</strong><br />

una sua completa valorizzazione sia morfologico-funzionale che ecologico-ambientale.<br />

Figura 4.16: PRG vigente. Stralcio tavola C2-1 – perimetri e numerazione dei comparti, dei piani attuativi e dei<br />

programmi complessi.<br />

Obiettivi del PRG Vigente<br />

Riconvertire e riqualificare il tessuto urbano esistente.<br />

Formare un parco territoriale relativo alla fascia costiera del fiume <strong>Pescara</strong> che completi il sistema ecologico<br />

ambientale fluviale.<br />

Rafforzare il sistema infrastrutturale collegando la viabilità a sud con quella a nord della città.<br />

Valorizzare dal punto <strong>di</strong> vista funzionale la fascia costiera del fiume <strong>Pescara</strong>.<br />

Piano <strong>di</strong> Classificazione Acustica del Territorio Comunale <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>.<br />

La Legge quadro n. 447/95 in<strong>di</strong>ca, all’art. 6, tra le competenze dei Comuni, la<br />

classificazione acustica del territorio secondo i criteri previsti dalla legge regionale. Con il<br />

piano <strong>di</strong> classificazione acustica il territorio comunale viene sud<strong>di</strong>viso in 6 zone<br />

acusticamente omogenee – in applicazione dell’art. 1, comma 2 del D.P.C.M. 14/11/97 –<br />

tenendo conto delle preesistenti destinazioni d’uso come desumibili dagli strumenti<br />

urbanistici in vigore.<br />

65


Le classi acustiche sono le seguenti:<br />

CLASSE I - aree particolarmente protette: rientrano in questa classe le aree<br />

nelle quali la quiete rappresenta un elemento <strong>di</strong> base per la loro utilizzazione:<br />

aree ospedaliere, scolastiche, aree destinate al riposo ed allo svago, aree<br />

residenziali rurali, aree <strong>di</strong> particolare interesse urbanistico, parchi pubblici, ecc.<br />

CLASSE II - aree destinate ad uso prevalentemente residenziale: rientrano in<br />

questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare<br />

locale, con bassa densità <strong>di</strong> popolazione, con limitata presenza <strong>di</strong> attività<br />

commerciali ed assenza <strong>di</strong> attività industriali e artigianali.<br />

CLASSE III - aree tipo misto: rientrano in questa classe le aree urbane<br />

interessate da traffico veicolare locale o <strong>di</strong> attraversamento, con me<strong>di</strong>a densità <strong>di</strong><br />

popolazione, con presenza <strong>di</strong> attività commerciali, uffici, con limitata presenza <strong>di</strong><br />

attività artigianali e con assenza <strong>di</strong> attività industriali; aree rurali interessate da<br />

attività che impiegano macchine operatrici.<br />

CLASSE IV - aree <strong>di</strong> intensa attività umana: rientrano in questa classe le aree<br />

urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità <strong>di</strong> popolazione,<br />

con elevata presenza <strong>di</strong> attività commerciali e uffici, con presenza <strong>di</strong> attività<br />

artigianali; le aree in prossimità <strong>di</strong> strade <strong>di</strong> grande comunicazione e <strong>di</strong> linee<br />

ferroviarie; le aree portuali, le aree con limitata presenza <strong>di</strong> piccole industrie.<br />

CLASSE V - aree prevalentemente industriali: rientrano in questa classe le<br />

aree interessate da inse<strong>di</strong>amenti industriali e con scarsità <strong>di</strong> abitazioni.<br />

CLASSE VI - aree esclusivamente industriali: rientrano in questa classe le aree<br />

esclusivamente interessate da attività industriali e prive <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amenti abitativi.<br />

Il D.P.C.M. 14/11/1997 fissa per ciascuna classe, i limiti massimi <strong>di</strong> esposizione al<br />

rumore all’interno <strong>di</strong> ogni zona territoriale, in<strong>di</strong>cando come in<strong>di</strong>catore il livello continuo<br />

equivalente <strong>di</strong> pressione ponderato “A” espresso in dB(A) ed associando ad ogni zona<br />

quattro coppie <strong>di</strong> valori limite, uno per il periodo <strong>di</strong> riferimento <strong>di</strong>urno (dalle ore 6.00 alle ore<br />

22.00) ed uno per quello notturno (dalle ore 22.00 alle ore 6.00).<br />

Due coppie sono:<br />

valori limite <strong>di</strong> emissione;<br />

valori limite <strong>di</strong> immissione (sud<strong>di</strong>visi in assoluti e <strong>di</strong>fferenziali).<br />

Le altre due coppie, relative alla pianificazione delle azioni <strong>di</strong> risanamento, sono:<br />

valori <strong>di</strong> attenzione;<br />

valori <strong>di</strong> qualità.<br />

66


Le aree in oggetto ricadono nella IV classe (Figura 4.17). Inoltre, alcune parti<br />

coinvolte nel piano <strong>di</strong> trasformazione urbana, ricadono all’interno <strong>di</strong> fasce <strong>di</strong> pertinenza <strong>di</strong><br />

infrastrutture stradali e ferroviarie (Figura 39). Al momento dell’attuazione degli interventi<br />

andranno pertanto considerate le con<strong>di</strong>zioni esistenti e previste eventuali mitigazioni o<br />

soluzioni costruttive adeguate per le abitazioni.<br />

Figura 4.17: Piano Classificazione Acustica <strong>Pescara</strong> - Stralcio zonizzazione acustica.<br />

Figura 4.18: Piano Classificazione Acustica <strong>Pescara</strong> - Stralcio “fasce <strong>di</strong> pertinenza delle infrastrutture”.<br />

67


Obiettivi del Piano <strong>di</strong> Classificazione Acustica del Territorio Comunale <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />

Agevolare la previsione <strong>di</strong> nuove destinazioni d’uso del territorio.<br />

Fornire, già in fase <strong>di</strong> localizzazione e progettazione, in<strong>di</strong>cazioni sulle caratteristiche <strong>di</strong> emissione acustica <strong>di</strong><br />

nuovi impianti, infrastrutture, opere o interventi.<br />

Orientare le scelte urbanistiche sulle aree <strong>di</strong> nuova urbanizzazione, tenendo conto anche del parametro<br />

costituito dal clima acustico.<br />

Verificare se gli impianti, le infrastrutture e tutte le altre sorgenti sonore già esistenti nel territorio provocano un<br />

superamento dei limiti <strong>di</strong> zona e, quin<strong>di</strong>, <strong>di</strong> impostare le necessarie strategie <strong>di</strong> bonifica me<strong>di</strong>ante i piani <strong>di</strong><br />

risanamento acustico<br />

Prevenire il deterioramento acustico delle zone non inquinate<br />

Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU)<br />

Il Piano del Traffico è strumento <strong>di</strong> pianificazione che ottimizza il funzionamento del<br />

sistema della mobilità urbana. L’obiettivo operativo del Piano del Traffico è quello <strong>di</strong><br />

elaborare una soluzione progettuale che tenga conto delle <strong>di</strong>verse esigenze, spesso<br />

contrastanti, <strong>di</strong> tutti i protagonisti della mobilità urbana: residenti e operatori, pedoni, ciclisti e<br />

automobilisti, trasporto collettivo e trasporto merci. Un approccio multi‐<strong>di</strong>sciplinare è, in<br />

questo senso, lunico in grado <strong>di</strong> garantire soluzioni accettabili, oltre che sotto il profilo<br />

funzionale, dal punto <strong>di</strong> vista sociale, ambientale e della sicurezza.<br />

Gli obiettivi e i contenuti <strong>di</strong> carattere generale del Piano del Traffico Urbano sono<br />

dettati dalle “Direttive per la redazione, adozione ed attuazione dei Piani Urbani del Traffico”,<br />

emanate nel 1995 dal Ministero dei Lavori Pubblici in attuazione dell’art. 36 del D.lgs 30<br />

aprile 1992, n. 285 (nuovo co<strong>di</strong>ce della strada).<br />

In riferimento al Piano Particolareggiato in oggetto il Piano non contiene <strong>di</strong>sposizioni<br />

particolari.<br />

Obiettivi del PGTU <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />

Migliorare le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> circolazione (movimento e sosta).<br />

Migliorare la sicurezza stradale (riduzione degli incidenti stradali).<br />

Ridurre gli inquinamenti: atmosferico ed acustico.<br />

Risparmiare energia.<br />

68


Piano Demaniale Comunale<br />

Il Piano Demaniale <strong>di</strong>sciplina la gestione, la tutela e l’uso delle aree del demanio<br />

marittimo. L'ambito <strong>di</strong> intervento del Piano con riferimento alle aree coinvolte dal Piano<br />

Particolareggiato, sono la spiaggia ed il marciapiede che si estende tra questa e la strada<br />

litoranea.<br />

Obiettivi del Piano Demaniale<br />

Salvaguardare la spiaggia dal punto <strong>di</strong> vista paesaggistico-ambientale, garantendo nello stesso tempo lo<br />

sviluppo sostenibile nell’uso del demanio marittimo.<br />

Ottimizzare le potenzialità turistiche della costa, monitorandone costantemente i fenomeni erosivi ed<br />

intervenendo laddove se ne presenti la necessità.<br />

Rispettare la vocazione del territorio e delle risorse ambientali esistenti, con una migliore organizzazione<br />

estetico‐funzionale della fascia territoriale interessata e delle varie strutture necessarie per un'organica<br />

fruizione pubblica dell'arenile.<br />

Migliorare l’offerta <strong>di</strong> fruizione continua dell’area urbana‐costiera con strutture e servizi <strong>di</strong> qualità per il turismo.<br />

Piano Regolatore Portuale del Porto <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />

Il Piano Regolatore Portuale rappresenta, ai sensi dell’art. 5 della legge 28 gennaio<br />

1994, n° 84, e successive mo<strong>di</strong>ficazioni ed integrazioni, il quadro <strong>di</strong> riferimento territoriale e<br />

funzionale per dare progressiva attuazione agli in<strong>di</strong>rizzi strategici assunti dall’Autorità<br />

Marittima sulla base delle prospettive <strong>di</strong> sviluppo del Porto <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>. A tal fine, il Piano<br />

in<strong>di</strong>vidua l’ambito e l’assetto complessivo del porto e concorre alla programmazione degli<br />

interventi infrastrutturali esterni all’ambito portuale ritenuti necessari all’attuazione delle<br />

previsioni. 3<br />

La Regione Abruzzo ha provveduto ad avviare, con Determinazione Direttoriale n. DA<br />

70 del 18/05/2011, proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.) del Piano<br />

Regolatore Portuale del Porto Canale <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> e ha effettuato l’avviso del deposito del<br />

Rapporto Ambientale sul B.U.R.A. n. 24 del 02/02/2012. Nelle immagini che seguono, tratte<br />

dagli elaborati relativi agli Aspetti Urbanistici Architettonici del Piano Regolatore Portuale del<br />

Porto <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>, viene mostrato lo stato <strong>di</strong> fatto del Perimetro Portuale con riferimento al<br />

PRG vigente, l’articolazione degli ambiti portuali e la proposta del nuovo perimetro portuale.<br />

3 Fonte: Norme Tecniche <strong>di</strong> Attuazione del Piano Regolatore Portuale del Porto <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>.<br />

69


Figura 4.19: Piano Regolatore Portuale Porto <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> – criteri <strong>di</strong> analisi, perimetro portuale – stato <strong>di</strong> fatto.<br />

Figura 4.20: Piano Regolatore Portuale Porto <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> – la strumentazione urbanistica vigente.<br />

70


Figura 4.21: Piano Regolatore Portuale Porto <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> – l’articolazione dell’ambito portuale.<br />

Figura 4.22: Piano Regolatore Portuale Porto <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> – il nuovo porto operativo.<br />

71


Obiettivi del Piano Regolatore Portuale del Porto <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong><br />

Sfruttare la posizione baricentrica <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> nell’Adriatico per cercare <strong>di</strong> intercettare una quota della<br />

domanda potenziale <strong>di</strong> traffico marittimo crescente che si va formando sia in termini assoluti e sia in relazione<br />

all’apertura ed all’integrazione dell’area balcanica con l’Unione Europea.<br />

Superare gli attuali vincoli strutturali che non consentono <strong>di</strong> offrire servizi portuali a navi impiegate sui<br />

segmenti <strong>di</strong> traffico che si intendono intercettare.<br />

Dare un <strong>di</strong>mensionamento ottimale al porto che lo renda sostenibile nella relazione tra valore economico<br />

prodotto con le attività portuali e <strong>di</strong> indotto rispetto ai costi <strong>di</strong> gestione e manutenzione or<strong>di</strong>naria <strong>di</strong><br />

funzionamento necessari alla sua operatività.<br />

Portare a risoluzione una serie <strong>di</strong> problematiche <strong>di</strong> gestione ambientale che il porto-canale comporta (dai<br />

detriti fluviali agli inquinanti che trasporta il fiume con i conseguenti possibili rischi <strong>di</strong> inquinamento delle coste,<br />

all’esigenza <strong>di</strong> dover realizzare perio<strong>di</strong>ci dragaggi per tenere i pescaggi necessari per le imbarcazioni, ecc.).<br />

Recuperare l’integrazione, la valorizzare e la fruizione <strong>di</strong> questa area rispetto al tessuto urbano citta<strong>di</strong>no.<br />

72


4.4 Regime vincolistico esistente<br />

Caratteristiche fisiche e usi del suolo<br />

Per quanto riguarda il Vincolo Idrogeologico ai sensi del R.D. n. 3267 del 30 <strong>di</strong>cembre<br />

1923, dall’analisi dell’area presa in esame e dalle cartografie consultate, il territorio<br />

in<strong>di</strong>viduato dal Piano Particolareggiato 2 non risulta interessato da aree vincolate (Figura<br />

4.23).<br />

Figura 4.23: Stralcio Vincolo Idrogeologico (Fonte: SIT Regione Abruzzo).<br />

A tal proposito si chiarisce che sono sottoposti a “vincolo per scopi idrogeologici i<br />

terreni <strong>di</strong> qualsiasi natura e destinazione che, per effetto <strong>di</strong> forme <strong>di</strong> utilizzazione contrastanti<br />

con le norme <strong>di</strong> cui agli articoli 7, 8 e 9 possono con danno pubblico subire denudazioni,<br />

perdere la stabilità o turbare il regime delle acque”.<br />

Dalla cartografia relativa all’uso del suolo si evince che il territorio interessato dal<br />

Piano Particolareggiato 2 del comune <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> ricade interamente in zone urbanizzate<br />

(Figura 4.24).<br />

73


Figura 4.24: Stralcio Carta Uso Suolo della Scheda dell’Aterno-<strong>Pescara</strong> del Piano <strong>di</strong> Tutela delle Acque.<br />

Ai sensi dell’art. 9 della L.R. 38/83 e s.m.i., “sono altresì sottoposte a regime<br />

vincolistico le specie forestali dovunque ra<strong>di</strong>cate a gruppi o in filari che abbiano raggiunto un<br />

portamento arboreo”. Dalla Carta delle Tipologie Forestali non risulta la presenza <strong>di</strong> specie<br />

forestali nel territorio in esame.<br />

Dalle immagini che seguono viene messo in evidenza che il territorio comunale<br />

interessato dal Piano Particolareggiato:<br />

non è interessato dalla presenza <strong>di</strong> un’ area naturale protetta nazionale;<br />

non è interessato dalla presenza <strong>di</strong> un parco naturale regionale;<br />

non è interessato dalla presenza <strong>di</strong> una riserva naturale;<br />

non è interessato dalla presenza <strong>di</strong> aree marine protette;<br />

non è interessato dalla presenza <strong>di</strong> un monumento naturale;<br />

non è interessato dalla presenza <strong>di</strong> un’ oasi <strong>di</strong> protezione faunistica;<br />

non è interessato dalla presenza <strong>di</strong> una zona umida protetta;<br />

non è interessato dalla presenza <strong>di</strong> un Sito <strong>di</strong> Importanza Comunitaria (SIC) o <strong>di</strong><br />

una Zona <strong>di</strong> Protezione Speciale (ZPS)<br />

74


si trova ad un’altezza inferiore ai 1.200 mt sul livello del mare, non è dunque<br />

soggetta a vincolo paesaggistico ai sensi dell’art. 142 comma 1 lettera d) del<br />

D.Lgs n. 42/2004;<br />

non è interessato dalla presenza <strong>di</strong> aree sottoposte a vincolo Paesaggistico<br />

attraverso specifici Decreti;<br />

è interessato dalla presenza <strong>di</strong> fasce <strong>di</strong> rispetto fluviale e costiero ai sensi dell’art.<br />

142 comma 1 lettere a) e c) del D.Lgs n. 42/2004;<br />

è interessato dalla presenza <strong>di</strong> zone <strong>di</strong> interesse archeologico ai sensi dell’art.<br />

142 camma 1 lettera m) del D.Lgs n. 42/2004.<br />

Il vincolo archeologico posto su un’area comporta l’obbligo <strong>di</strong> verifica, da parte della<br />

Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio dell’Abruzzo, della compatibilità<br />

degli interventi previsti con le ragioni <strong>di</strong> tutela. Alcune aree interessate dal vincolo <strong>di</strong> rispetto<br />

fluviale e costiero del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>, sono state stralciate dal vincolo stesso attraverso<br />

i giusti proce<strong>di</strong>menti presso gli organi competenti. Tra queste vi sono delle parti che<br />

interessano il territorio del Piano Particolareggiato 2, come riscontrabile dalla figura 4.26<br />

fornita dal <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>.<br />

Figura 4.25: Stralcio Carta dei vincoli <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> (Fonte: carte <strong>di</strong> analisi PRG <strong>Pescara</strong>).<br />

75


Figura 4.26: Stralcio Carta aree stralciate dal vincolo <strong>di</strong> rispetto fluviale e costiero (Fonte: <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>).<br />

Infine si sottolinea che in fase <strong>di</strong> redazione del Rapporto Ambientale verrà effettuata<br />

l’analisi <strong>di</strong> coerenza esterna tra gli obiettivi dei piani sovraor<strong>di</strong>nati, riportati nel presente<br />

capitolo, e gli obiettivi del PP2 e verranno definiti i criteri <strong>di</strong> sostenibilità, sovraor<strong>di</strong>nati e<br />

comunali.<br />

76


Capitolo V<br />

Obiettivi generali del Piano Particolareggiato “Zona Portuale” (PP2)<br />

5.1 Gli orientamenti dati dal PRG per il PP2<br />

Così come riportato nell’art. 15, comma1 delle NTA del PRG del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong>,<br />

gli strumenti urbanistici attuativi specificano le previsioni del PRG e la <strong>di</strong>sciplina da osservare<br />

per l’e<strong>di</strong>ficazione.<br />

Il piano in oggetto, classificato dal PRG come “sottozona B7: Trasformazione<br />

integrale, è tra le aree centrali e semicentrali della città”. Ovvero, le aree che, per le loro<br />

caratteristiche e per la loro ubicazione, sono destinate a una completa trasformazione<br />

urbanistica finalizzata a realizzare nuovi complessi cui sono attribuite specifiche particolari<br />

funzioni nella nuova organizzazione urbana stabilite dal PRG. Tali aree sono perimetrate in<br />

comparti, i quali costituiscono ambiti <strong>di</strong> intervento urbanistico unitario (art. 37, comma1 NTA<br />

del PRG).<br />

Il PP2 è un piano <strong>di</strong> esclusiva iniziativa pubblica (art. 37, comma 3, lettera a), per il<br />

quale le NTA del PRG definiscono linee guida con contenuti e parametri urbanistici.<br />

Nello specifico, il PP2 è destinato alla realizzazione <strong>di</strong> un centro integrato, a carattere<br />

ricreativo-turistico <strong>di</strong> livello urbano, capace <strong>di</strong> accogliere soprattutto strutture ricreative,<br />

turistiche, commerciali specializzate, congressuali e alberghiere, ecc. in una composizione<br />

spaziale caratterizzata da un imme<strong>di</strong>ato rapporto con gli specchi d’acqua del porto canale e<br />

del porto turistico (tipico modello <strong>di</strong> “water-front”) e da un sistema continuo <strong>di</strong> ambienti e<br />

percorsi pedonali e ciclabili. (art. 37, comma 8, lettera b).<br />

Sud<strong>di</strong>viso in 3 sub-ambiti (a-b-c) dal PRG comprende le banchine golenali fino al<br />

ponte ferroviario, le aree occupate dall’ex mercato ortofrutticolo ed altre attività – anch’esse<br />

<strong>di</strong>smesse – situate a ridosso del porto turistico a partire dal porto canale fino all’area<br />

delimitata come sottozona F5, le aree occupate dagli ex depositi <strong>di</strong> carburante e da altre<br />

attività a <strong>di</strong>verso carattere situate sul lato sud del fiume <strong>Pescara</strong>. Il PRG vigente permette<br />

per i suddetti sub-ambiti la redazione <strong>di</strong> un unico strumento urbanistico.<br />

Per il sub-ambito “a”, il PRG prevede il recepimento delle in<strong>di</strong>cazioni del Piano<br />

Regolatore Portuale (in via <strong>di</strong> approvazione).<br />

77


L’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> utilizzazione territoriali previsto è <strong>di</strong>fferenziato nei sub-ambiti che<br />

compongono il PP2:<br />

sub-ambito b Iut= 0,28 mq/mq, con ulteriore in<strong>di</strong>ce aggiuntivo <strong>di</strong> 0,105 mq/mq<br />

da destinare a e<strong>di</strong>lizia residenziale pubblica, in aggiunta alla riutilizzazione delle<br />

superfici utili esistenti (con esclusione dei serbatoi <strong>di</strong> carburante) da applicare in<br />

maniera non univoca.<br />

sub-ambito c Iut= 0,35 mq/mq.<br />

Inoltre il piano prevede che:<br />

12.500 mq delle superfici utili <strong>di</strong> recupero vengano destinate ad e<strong>di</strong>lizia<br />

residenziale pubblica;<br />

Non meno del 55% delle aree private a destinazione pubblica comprensiva delle<br />

eventuali quote per la viabilità.<br />

Gli in<strong>di</strong>rizzi che il PRG dà per la progettazione del PP2 sono:<br />

Per l’area dell’ex mercato ortofrutticolo, la localizzazione <strong>di</strong> servizi pubblici e<br />

privati connessi e complementari alla realtà portuale;<br />

Per l’area nord,la localizzazione <strong>di</strong> servizi complementari alla attività <strong>di</strong> pesca;<br />

Per l’area antistante la “madonnina”, è suggerita la realizzazione <strong>di</strong> un parco<br />

urbano della sabbia e delle dune;<br />

Per le sponde del fiume <strong>Pescara</strong>, in risposta alle previsioni del Parco Fluviale del<br />

<strong>Pescara</strong>, si propone per la sponda nord l’arretramento della strada sul lungofiume<br />

per liberare una fascia <strong>di</strong> terreno <strong>di</strong> ampiezza me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> circa 15 m. L’obiettivo<br />

prioritario è costruire un corridoio ecologico finalizzato a riconnettere il parco<br />

urbano della sabbia e delle dune dell’ambiente <strong>di</strong> foce con il parco fluviale. In tale<br />

fascia, gli interventi consentiti sono percorsi ciclo-pedonali realizzati con materiali<br />

permeabili alle acque <strong>di</strong> pioggia, passerelle e luoghi <strong>di</strong> sosta e <strong>di</strong> osservazione;<br />

per la sponda sud, compatibilmente con il posizionamento dei piloni a sostegno<br />

dell’asse attrezzato, si propone lo smantellamento per almeno 5 ml misurati dal<br />

limite della banchina dell’asfalto e del cemento stradale per realizzare una fascia<br />

<strong>di</strong> terreno fertile, con vegetazione potenzialmente spontanea del luogo.<br />

78


5.2 Proposta preliminare per il PP2<br />

Nel rispetto delle previsioni del PRG il Preliminare del PP2, prevede una<br />

riqualificazione dell’intero ambito, attraverso interventi <strong>di</strong>fferenziati, non solo nel rispetto dei<br />

vincoli sovraor<strong>di</strong>nati ma anche delle peculiarità e problematicità <strong>di</strong> ciascun sub-comparto.<br />

Il carattere <strong>di</strong> incompiutezza e <strong>di</strong> marginalità dell’area, dato dal contrasto mai risolto<br />

tra la sua vocazione naturale (il porto fluviale e le darsene del porto canale e del porto<br />

turistico) e la presenza <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> infrastrutture poco compatibili con questa vocazione, ha<br />

determinato nel tempo l’utilizzo <strong>di</strong> tale aree a fini commerciali e industriali, non proponendo<br />

soluzioni per l’assetto delle sponde fluviali e degli affacci al mare.<br />

Pertanto gli obiettivi iniziali della Amministrazione comunale a partire dai quali i<br />

progettisti stanno elaborando la proposta <strong>di</strong> Piano sono:<br />

Costruzione <strong>di</strong> un “sistema del verde” che colleghi le fasce golenali del fiume<br />

<strong>Pescara</strong>, al lungomare e all’area retrostante del sub-comparto b;<br />

Creazione <strong>di</strong> interrelazioni tra il porto turistico e le aree retrostanti, secondo il<br />

modello noto con il termine waterfront;<br />

Razionalizzazione e messa a sistema del sistema infrastrutturale;<br />

Realizzazione <strong>di</strong> emergenze architettoniche pubblico-private <strong>di</strong> interesse<br />

metropolitano.<br />

A seguito <strong>di</strong> tali in<strong>di</strong>rizzi, la proposta preliminare dei progettisti è stata quella <strong>di</strong><br />

prevedere nelle aree demaniali (sub-ambito a) la realizzazione <strong>di</strong> due Parchi (quello fluviale<br />

e quello delle dune) collegati tra <strong>di</strong> loro attraverso piste ciclabili (nel rispetto delle previsioni<br />

del Piano Regolatore Portuale).<br />

Rispetto alle aree retrostanti si propone per il sub-comparo b la realizzazione <strong>di</strong> un<br />

centro integrato composto da residenze, attività commerciali/turistiche e servizi pubblici, in<br />

una composizione spaziale caratterizzata da un imme<strong>di</strong>ato rapporto con il Parco fluviale<br />

realizzata attraverso un sistema continuo <strong>di</strong> aree ver<strong>di</strong> e percorsi ciclo-pedonali. Infine per il<br />

sub-comparto c è prevista la realizzazione <strong>di</strong> un centro integrato composto da servizi pubblici<br />

territoriali, attività turistiche e ricreative, anche qui in una composizione spaziale<br />

caratterizzata da un imme<strong>di</strong>ato rapporto con il porto turistico realizzata attraverso un sistema<br />

continuo <strong>di</strong> aree ver<strong>di</strong> e percorsi ciclo-pedonali. Si allega (Allegato II) una prima proposta <strong>di</strong><br />

Preliminare <strong>di</strong> Piano.<br />

79


5.3 Presumibili impatti del Piano<br />

Lo scopo principale della fase <strong>di</strong> analisi degli impatti è il confronto tra la situazione<br />

dell'ambiente in assenza del PP2 e quella che ne conseguirebbe con la sua attuazione. In<br />

altri termini, il problema della minimizzazione degli impatti ha la struttura logica <strong>di</strong> un<br />

problema con molti obiettivi tra loro in conflitto. Dove, per decidere quale sia il migliore tra i<br />

compromessi possibili, è necessario comparare aspetti della realtà tra loro eterogenei, come<br />

sono, appunto, il valore economico, il valore ecologico, quello culturale, quello sociale o<br />

quello sanitario. Gli impatti ambientali hanno la caratteristica <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuirsi in modo<br />

<strong>di</strong>somogeneo nello spazio e nel tempo. A questo si aggiunga che la problematica degli<br />

impatti ambientali pone un problema <strong>di</strong> equità, per cui, in linea <strong>di</strong> principio, non si può<br />

ammettere che il beneficio <strong>di</strong> qualcuno compensi il danno <strong>di</strong> qualcun altro.<br />

Gli impatti sono stati raggruppati in due categorie: impatti specifici e impatti<br />

cumulativi.<br />

5.3.1 Presumibili Impatti specifici<br />

In questa fase <strong>di</strong> scoping il primo problema affrontato è stato quello <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare in<br />

via preliminare gli impatti significativi delle azioni del PP2 (le cause) e gli aspetti del quadro<br />

conoscitivo iniziale con cui interagiscono.<br />

L’attività <strong>di</strong> previsione e valutazione degli impatti è stata “agevolata” in quanto il PP2<br />

si configura come uno strumento <strong>di</strong> pianificazione con ricadute sull’ambiente nel complesso<br />

positive essendo imperniato attorno al concetto <strong>di</strong> “Regeneration” ossia riqualificazione e<br />

riconversione <strong>di</strong> un’area degradata.<br />

La stima preliminare degli impatti è stata effettuata attraverso una valutazione della<br />

variazione della qualità <strong>di</strong> alcune delle componenti ambientali/socio economiche descritte nel<br />

quadro conoscitivo iniziale a seguito della realizzazione degli interventi previsti dal PP2.<br />

Aspetti socio-economici<br />

L’offerta abitativa del PP2, rispondente alla necessità <strong>di</strong> garantire adeguate possibilità<br />

inse<strong>di</strong>ative, ricerca un equilibrio tra la crescita urbana e l’obiettivo <strong>di</strong> inserire i nuovi interventi<br />

<strong>di</strong> trasformazione, con il contesto nel suo complesso, nel tentativo <strong>di</strong> compensare il consumo<br />

<strong>di</strong> suolo libero, con un innalzamento della qualità ambientale dei luoghi, e <strong>di</strong> or<strong>di</strong>nare gli<br />

interventi, ri<strong>di</strong>segnando i margini del tessuto urbano. Inoltre la realizzazione <strong>di</strong> nuove<br />

strutture ricettive e servizi commerciali porterà ad un aumento dei posti <strong>di</strong> lavoro sia durante<br />

la costruzione dei relativi e<strong>di</strong>fici, il cui effetto sarà temporaneo, perché legato all’attività <strong>di</strong><br />

cantiere, e sia nel me<strong>di</strong>o-lungo termine, man mano che le attività verranno attivate. Il<br />

potenziamento dell’offerta <strong>di</strong> servizi commerciali, inseriti in un cotesto <strong>di</strong> mix funzionale con<br />

80


le destinazioni <strong>di</strong> tipo ricettivo, risponde correttamente alla strategia <strong>di</strong> sviluppo dei servizi<br />

per il turismo.<br />

Struttura urbano-e<strong>di</strong>lizia<br />

L’intervento si sviluppa internamente alla realtà urbanizzata. Si sottolinea come il PP2<br />

crei un aumento delle dotazioni <strong>di</strong> servizi per quanto attiene il verde pubblico e i parcheggi .<br />

In particolare, l’area a verde, contribuirà all’assorbimento <strong>di</strong> CO2 e <strong>di</strong> altri gas tossici. Il<br />

miglioramento delle con<strong>di</strong>zioni dell’aria sarà altresì integrato dalle emissioni <strong>di</strong> vapore<br />

acqueo che possono regolare il grado idrometrico, dal potere <strong>di</strong> trattenimento <strong>di</strong> alcune<br />

polveri sospese, dalla <strong>di</strong>fferente coibenza termica rispetto all’asfalto e al cemento che<br />

consente <strong>di</strong> creare <strong>di</strong>fferenze termiche e conseguenti movimenti d’aria nelle giornate afose.<br />

Effetti positivi saranno anche la protezione dall’eccessivo irraggiamento solare e<br />

l’attenuazione dei rumori per effetto dello schermo acustico. Inoltre, la realizzazione delle<br />

previsioni del PP2 assume un carattere <strong>di</strong> potenziamento dell’immagine <strong>di</strong> innovazione per<br />

l’area. Le azioni del PP2, infatti, comportando la rimozione <strong>di</strong> detrattori <strong>di</strong> qualità visuale,<br />

assumeranno un carattere continuo e si manifesteranno nel me<strong>di</strong>o-lungo temine, man mano<br />

che verranno realizzati gli interventi <strong>di</strong> trasformazione dell’e<strong>di</strong>ficato esistente.<br />

Qualità dell’aria<br />

Il piano non prevede la <strong>di</strong>slocazione <strong>di</strong> potenziali sorgenti fisse <strong>di</strong> tipo artigianale o<br />

industriale soggette all’autorizzazione come regolamentato dal DPR n.203/88. Le emissioni<br />

puntuali si riducono a quelle degli impianti <strong>di</strong> riscaldamento domestico che potranno essere<br />

contenute dall’applicazione <strong>di</strong> elevati standard <strong>di</strong> contenimento energetico e dal traffico<br />

veicolare indotto. Mentre le attività <strong>di</strong> cantiere per la realizzazione degli interventi previsti<br />

determineranno l’impiego <strong>di</strong> mezzi pesanti che produrranno gas <strong>di</strong> scarico e, muovendosi su<br />

superfici sterrate, l’innalzamento <strong>di</strong> polveri. Si sottolinea comunque il carattere <strong>di</strong><br />

temporaneità <strong>di</strong> tale fase.<br />

Rischio antropogenico<br />

L’attuazione <strong>di</strong> quanto previsto nei piani <strong>di</strong> bonifica dei siti industriali <strong>di</strong>smessi<br />

contribuirà alle attività <strong>di</strong> riqualificazione dell’area con conseguente eliminazione della<br />

situazione <strong>di</strong> degrado e rischio sanitario, determinando un miglioramento della qualità della<br />

vita dovuta a una serie <strong>di</strong> impatti positivi che andranno dal miglioramento del paesaggio,<br />

all’aumento dei posti <strong>di</strong> lavoro.<br />

Questo impatto ha un carattere permanente e si manifesterà nel me<strong>di</strong>o lungo periodo<br />

man mano che gli interventi previsti si consolideranno.<br />

81


5.3.2 Presumibili impatti cumulativi<br />

Per evitare ambiguità nella terminologia <strong>di</strong> riferimento, con “impatti cumulativi” si è<br />

inteso quanto formalmente espresso dal Council on Environmental Quality (CEQ; 40 CFR<br />

1508.7) ovvero “gli impatti sull’ambiente risultanti dalla somma degli impatti generati da<br />

azioni passate, presenti e future, a prescindere dal soggetto, istituzionale o privato, che<br />

determini tali azioni”. Tale valutazione degli impatti cumulativi, rispondente allo spirito della<br />

VAS destinata a rivolgersi a contesti più ampi <strong>di</strong> quelli analizzati dalla valutazione <strong>di</strong> impatto<br />

ambientale canonica (VIA), sia in termini spaziali che temporali, ed è stata effettuata in<br />

quanto a nord e ad est il PP2 in oggetto è circondato dalla zona portuale il cui nuovo Piano<br />

Regolatore Portuale è in via <strong>di</strong> approvazione.<br />

Figura 5.1: Piano Regolatore Portuale Porto <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> – l’articolazione dell’ambito portuale.<br />

Il percorso logico utilizzato nell’in<strong>di</strong>viduare, analizzare e valutare gli impatti cumulativi<br />

è articolato nei seguenti passaggi:<br />

82


In<strong>di</strong>viduazione del dominio spazio-temporale. Il confine geografico ha coinvolto l’area<br />

oggetto dei due Piani (PP2 e Nuovo Piano Regolatore del Porto) e relativo tessuto<br />

urbano circostante. Per quanto riguarda l’aspetto temporale, sono state considerate tutte<br />

le informazioni relative all’utilizzo delle aree nel passato e futuro;<br />

Identificazione dei principali processi <strong>di</strong> causa-effetto e delle relazioni tra attività umane<br />

e risorse; determinazione della significatività degli effetti cumulativi.<br />

In questa fase preliminare quanto sopra esposto ha portato a in<strong>di</strong>viduare gli impatti<br />

cumulativi schematizzati in tabella 4.1. In linea generale la, sistemazione delle aree <strong>di</strong><br />

progetto costituirà l’occasione per eliminare o mettere in sicurezza aree oggetto <strong>di</strong> degrado.<br />

Tabella 4.1: Possibili Impatti cumulativi ascrivibili al PP2 ed al Nuovo Piano Regolatore del Porto.<br />

Impatti cumulativi<br />

+: positivi; -:negativi<br />

- 1_Aumento traffico<br />

+/-<br />

2_Aumento domanda <strong>di</strong> utilities<br />

(energia, acqua, rifiuti) e servizi<br />

(spazi ricreativi, trasporti<br />

pubblici) in aree già urbanizzate<br />

Cause Dominio<br />

spaziale<br />

Concentrazione dello sviluppo<br />

attraverso il recupero e<br />

riqualificazione<br />

urbana,installazione <strong>di</strong> nuove<br />

attività produttive.<br />

Concentrazione dello sviluppo<br />

attraverso il recupero e<br />

riqualificazione urbana,<br />

installazione <strong>di</strong> nuove attività<br />

produttive e terziarie.<br />

+ 3_Aumento rumore Aumento del traffico<br />

+<br />

+<br />

4_Miglioramento degli spazi<br />

pubblici, del paesaggio, della<br />

qualità urbana<br />

5_Riduzione del rischio<br />

sanitario/ambientale<br />

Attività <strong>di</strong> bonifica ,<br />

miglioramento degli standard<br />

urbanistici<br />

Attività <strong>di</strong> bonifica<br />

Area<br />

circostante ed<br />

interna ai due<br />

Piani,<br />

Area<br />

circostante ed<br />

interna ai due<br />

Piani<br />

Area<br />

circostante ed<br />

interna ai due<br />

Piani<br />

Area<br />

circostante ed<br />

interna ai due<br />

Piani<br />

Area<br />

circostante ed<br />

interna ai due<br />

Piani<br />

Dominio<br />

temporale<br />

Fase<br />

cantiere/esercizio<br />

Fase esercizio<br />

Fase<br />

cantiere/esercizio<br />

Fase esercizio<br />

Fase cantiere<br />

A questo si aggiunga che la riqualificazione <strong>di</strong> tali aree all’interno <strong>di</strong> perimetri<br />

urbanizzati contrasta la <strong>di</strong>spersione urbana che comporta la frammentazione degli<br />

ecosistemi, la proliferazione della domanda infrastrutturale, la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> beni esposti a<br />

rischi idrogeologici (Pistocchi, 2004) 1 e si correla significativamente all’inquinamento<br />

atmosferico ed idrico <strong>di</strong>ffusi da fonti urbane (O’Meara Sheeman, 2002) 2 . A supporto <strong>di</strong> ciò, in<br />

un recente rapporto <strong>di</strong> CEOs for Cities, organizzazione <strong>di</strong> esponenti del mondo economico,<br />

sindaci e stu<strong>di</strong>osi, si afferma: “Ora che è finita l’epoca dei carburanti a basso costo, è calata<br />

la domanda <strong>di</strong> urbanizzazione sulle fasce più esterne, l’interesse dei consumatori e le<br />

1 A. PISTOCCHI, La valutazione idrologica dei piani urbanistici: Un metodo semplificato per l’invarianza idraulica dei<br />

piani regolatori generali, «Ingegneria Ambientale», Vol. XXX (2001), n.7/8, pp. 407-413.<br />

2 O’Meara Sheeman. City Limits: Putting the Brakes on Sprawl, Worldwatch Paper 156, July 2002.<br />

83


potenzialità del mercato si orientano verso la realizzazione o trasformazione <strong>di</strong> quartieri più<br />

vicini al nucleo urbano centrale”.<br />

Gli impatti negativi più significativi sono essenzialmente ascrivibili alla degradazione<br />

della qualità dell’aria e all’aumento del rumore a causa dell’incremento del traffico soprattutto<br />

in fase <strong>di</strong> esercizio.<br />

5.4 Considerazioni conclusive della fase <strong>di</strong> Scoping<br />

A conclusione <strong>di</strong> questa prima fase <strong>di</strong> lavoro che caratterizza il processo <strong>di</strong> VAS<br />

(Fase <strong>di</strong> Scoping), si riba<strong>di</strong>scono gli obiettivi del presente documento:<br />

Con<strong>di</strong>visione e concertazione delle Autorità con Competenze Ambientali (ACA);<br />

Con<strong>di</strong>visione e concertazione, tra l’Autorità Procedente/Competente e le ACA,<br />

dell’ambito <strong>di</strong> influenza del PP2;<br />

Con<strong>di</strong>visione e concertazione, tra l’Autorità Procedente/Competente e le ACA,<br />

delle tematiche da sviluppare nel Rapporto Ambientale;<br />

Con<strong>di</strong>visione e concertazione, tra l’Autorità Procedente/Competente e le ACA,<br />

degli orientamenti PP2;<br />

Con<strong>di</strong>visione della base conoscitiva;<br />

Con<strong>di</strong>visione e validazione della lista <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori.<br />

In merito alla base conoscitiva, nel rispetto del principio <strong>di</strong> trasparenza e con<strong>di</strong>visione,<br />

così come auspicato dalle <strong>di</strong>rettive comunitarie <strong>di</strong> settore 3 , si rende noto che è possibile<br />

consultare sul sito del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Pescara</strong> gli elaborati prodotti in questa prima fase del<br />

processo <strong>di</strong> valutazione del PP2.<br />

Roma, 16 maggio 2012<br />

3 Direttive <strong>di</strong> riferimento: 2001/42/CE; 2003/35/CE, Convenzione <strong>di</strong> Aarhus.<br />

il tecnico incaricato<br />

prof. arch. Valter Fabietti<br />

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