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periodico di comunicazione sociale - culturale - istituzionale

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GRATUITA<br />

<strong>perio<strong>di</strong>co</strong> <strong>di</strong> <strong>comunicazione</strong> <strong>sociale</strong> - <strong>culturale</strong> - <strong>istituzionale</strong>


Autorizz. Tribunale <strong>di</strong> Rossano<br />

Reg. Perio<strong>di</strong>ci N. 02/03 - 25 marzo 2003<br />

Sede: Via Machiavelli (Centro Eccellenza)<br />

Tel. 0983.031492<br />

CORIGLIANO SCALO (Cs)<br />

www.mon<strong>di</strong>versi.it - <strong>di</strong>rettore@mon<strong>di</strong>versi.it<br />

Direttore Responsabile:<br />

CARMINE CALABRESE<br />

Direttore E<strong>di</strong>toriale:<br />

LUISA SANGREGORIO<br />

Redazione:<br />

RAFFAELLA AMATO,<br />

ENZO CUMINO,<br />

CRISTIAN FIORENTINO,<br />

DEBORAH FURLANO,<br />

ANTONIO GIOIELLO<br />

EMILIA PISANI,<br />

GIOVANNI PISTOIA,<br />

LUCA POLICASTRI,<br />

ADALGISA REDA,<br />

MARIO REDA,<br />

FRANCESCO SOMMARIO,<br />

GIULIA SPANO’,<br />

ENZO VITERITTI<br />

Grafica: GIOVANNI ORLANDO<br />

Stampa: TECNOSTAMPA<br />

Largo Deledda - Tel. 0983.885307<br />

Corigliano Scalo<br />

4<br />

7<br />

9<br />

11<br />

13<br />

14<br />

15<br />

16<br />

18<br />

Se questa è Antimafia<br />

<strong>di</strong> Antonio Gioiello<br />

L’ascolto psicologico<br />

<strong>di</strong> Loredana Meringolo<br />

Il Garopoli<br />

e le attese deluse<br />

<strong>di</strong> Giacomo Gilio<br />

La biblioteca che verrá<br />

<strong>di</strong> Francesco Sommario<br />

Talenti nostrani alla<br />

corte dei club europei<br />

<strong>di</strong> Cristian Fiorentino<br />

La notte <strong>di</strong> S. Lorenzo<br />

<strong>di</strong> Diego De Rosis<br />

Diverso da chi?<br />

<strong>di</strong> Angela De Giacomo<br />

“360 gra<strong>di</strong>”<br />

Fotografare il deserto<br />

<strong>di</strong> Luca Policastri<br />

Stop<br />

<strong>di</strong> A. Gioiello e L. Policastri<br />

20<br />

22<br />

23<br />

26<br />

28<br />

30<br />

33<br />

“Cose da altri mon<strong>di</strong>”<br />

Bali <strong>di</strong> Marialaura Fino<br />

Voce alla matematica<br />

<strong>di</strong> Ilaria Marino<br />

2012: ricorrenze<br />

da non <strong>di</strong>menticare<br />

<strong>di</strong> Enzo Cumino<br />

“Cronache dal passato”<br />

<strong>di</strong> Anna De Paola Policastri<br />

Festeggiato il decennale<br />

del Centro <strong>di</strong><br />

Salute Mentale<br />

<strong>di</strong> Angela De Giacomo<br />

“Ti racconto una fiaba”<br />

A cura dell’Associazioni<br />

“La Rezza” <strong>di</strong> Trebisacce<br />

l’oraLegale<br />

L’affidamento<br />

del minore...<br />

<strong>di</strong> Raffaella Amato<br />

Foto <strong>di</strong> copertina LUCA POLICASTRI<br />

Modella Azzurra Molinari


4<br />

ph Giorgio Tricarico<br />

Inaugurazione del Centro <strong>di</strong> Eccellenza (anno 2008). In primo piano: il Vescovo Santo Marcianò, il Commissario<br />

Straor<strong>di</strong>nario Paola Galeone, il Presidente della Provincia <strong>di</strong> Cosenza Mario Oliverio, il Prefetto Melchiorre Fallica.<br />

Se questa<br />

è Antimafia<br />

<strong>di</strong> Antonio Gioiello<br />

Quasi un anno fa il Consiglio Comunale e l’Amministrazione<br />

Comunale <strong>di</strong> Corigliano Calabro venivano<br />

sciolti per con<strong>di</strong>zionamento mafioso dal Presidente<br />

della Repubblica su proposta del Ministro degli Interni.<br />

Si inse<strong>di</strong>avano i Commissari Straor<strong>di</strong>nari Antimafia.<br />

Corigliano subiva il più doloroso provve<strong>di</strong>mento Statale<br />

della sua storia. Lo Stato si assumeva la responsabilità<br />

<strong>di</strong> sostituirsi alle Istituzioni Civiche elette dai<br />

citta<strong>di</strong>ni.<br />

Un intervento grave e delicato. Teso a ripristinare la<br />

legalità nell’Istituzione Pubblica più a <strong>di</strong>retto contatto<br />

con i citta<strong>di</strong>ni, il Comune. Un intervento denso <strong>di</strong><br />

significati reali e simbolici. Lo Stato che garantisce<br />

il corretto funzionamento della struttura burocraticaamministrativa<br />

del Comune. Che si propone “modello<br />

<strong>di</strong> buona amministrazione”. Che si propone “modello<br />

<strong>di</strong> contrasto all’illegalità e alla mafia”. Ma anche lo<br />

Stato che si propone “modello <strong>di</strong> riferimento” certo<br />

per i citta<strong>di</strong>ni. Questa esperienza, quin<strong>di</strong>, proprio per<br />

i significati che ha in sé, lascerà nella Città un segno<br />

profondo.<br />

Per ciò, ad un anno dall’inse<strong>di</strong>amento dei Commissari<br />

Straor<strong>di</strong>nari, credo sia opportuno avviare una riflessione.<br />

Non per giu<strong>di</strong>care l’operato dei Commissari.<br />

Né si ha la pretesa <strong>di</strong> criticarli, ma penso che non si<br />

possa nemmeno essere solo spettatori <strong>di</strong> quello che<br />

accade.<br />

Quale volto ci presenta dunque lo Stato. E’ un tema<br />

che non è limitato a Corigliano e né ai Commissari<br />

che l’amministrano. E’ un tema che riguarda il Paese<br />

Italia, ma che certo coinvolge anche Corigliano e gli<br />

attuali Commissari Straor<strong>di</strong>nari.<br />

In questo ultimo anno sono intervenuti in città <strong>di</strong>verse<br />

personalità del mondo laico e cattolico: magistrati,<br />

politici e stu<strong>di</strong>osi del fenomeno mafioso. Si sono<br />

ascoltati <strong>di</strong>versi punti <strong>di</strong> vista, <strong>di</strong>versi mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> affrontare<br />

l’argomento. E’ stato un bene, Corigliano ancora<br />

non coglie la portata <strong>di</strong> quanto sta succedendo.<br />

Al <strong>di</strong> là dell’accento posto su questo e quell’aspetto,<br />

un filo conduttore è sembrato accumunare tutti. La<br />

mafia non si combatte con interventi <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne pubblico,<br />

che ovviamente sono in<strong>di</strong>spensabili, ma contrastando<br />

un contesto <strong>di</strong> valori, <strong>di</strong> credenze, <strong>di</strong> identificazioni.<br />

La mafia si combatte soprattutto con la<br />

partecipazione della gente, delle popolazioni, con la<br />

cultura e con la solidarietà. In sintesi calandosi in un<br />

sistema <strong>sociale</strong> e <strong>culturale</strong><br />

E’ stato sorprendente ascoltare che gli uomini (e le<br />

donne) <strong>di</strong> mafia sentono <strong>di</strong> de<strong>di</strong>carsi ad una causa,<br />

hanno un senso profondo <strong>di</strong> comunione, <strong>di</strong> appartenenza<br />

e <strong>di</strong> fedeltà; danno un significato non criminale<br />

al loro agire.<br />

Il messaggio è stato: se non si penetra in questo sistema<br />

cognitivo, emotivo, <strong>sociale</strong> nessuna lotta alla<br />

mafia può sperare <strong>di</strong> avere successo.<br />

Se questo è l’orientamento prevalente, la domanda<br />

che bisogna porsi è: l’operato dei Commissari Straor<strong>di</strong>nari<br />

Antimafia <strong>di</strong> Corigliano segue questo in<strong>di</strong>rizzo?<br />

Se questa è antimafia.<br />

Osserviamo che ad oggi: l’archivio e le biblioteche<br />

comunali sono chiuse, il Castello Ducale è senza una<br />

vera gestione, il teatro Valente è chiuso, il Parco Comunale<br />

è in decadenza. Inoltre, nel settore <strong>sociale</strong><br />

significativi finanziamenti si sono persi per il semplice<br />

fatto che il comune non ha nemmeno partecipato ai<br />

relativi ban<strong>di</strong>. Emblematico la mancata partecipazione<br />

al Bando Regionale sui Centri Antiviolenza.<br />

*****<br />

E poi la vicenda del Centro <strong>di</strong> Eccellenza merita una<br />

trattazione a sé, è para<strong>di</strong>gmatica. Una struttura <strong>sociale</strong><br />

<strong>di</strong> notevole importanza, aperta ed utilizzata da<br />

tutta la citta<strong>di</strong>nanza, che l’associazione Mon<strong>di</strong>versi<br />

onlus gestisce dal 2008, messa fortemente in <strong>di</strong>fficoltà.<br />

Non capiamo quali obiettivi abbiano mosso il Comune.<br />

Ma è parso evidente che ha fatto (e fa) tutto quello<br />

che ha potuto (e può) per scoraggiare o rendere<br />

impossibile la nostra gestione. Per quali fini ci sfugge.<br />

Per risparmiare? Ma cosa? Il Comune non ha mai<br />

dato contributi.<br />

E mi permetto <strong>di</strong> <strong>di</strong>re che una Città è qualcosa <strong>di</strong> più<br />

<strong>di</strong> un equilibrio <strong>di</strong> bilancio. Certo le risorse non vanno<br />

sciupate e vanno utilizzate con oculatezza, ed è necessario<br />

eliminare sprechi ed abusi. Ma una rincorsa<br />

ossessiva verso tali obiettivi può indurre in gravi errori.<br />

E’ miopia pensare che si possano recuperare risorse<br />

dai settori della Cultura e della Solidarietà. Sono<br />

altri i settori su cui intervenire. Nel settore dell’e<strong>di</strong>lizia,<br />

delle opere pubbliche, dell’ambiente, della raccolta<br />

dei rifiuti e dell’evasione Corigliano spreca milioni <strong>di</strong><br />

euro. E si vorrebbero scippare quattro sol<strong>di</strong> dal <strong>sociale</strong>?<br />

Ma entriamo nel merito.<br />

Intanto, scaduta la vecchia convenzione si è proceduto,<br />

dopo incomprensibili resistenze, così come<br />

anche da noi richiesto, ad una nuova gara. L’associazione<br />

Mon<strong>di</strong>versi onlus se la è aggiu<strong>di</strong>cata. Così<br />

come 3 anni fa.<br />

Poi il metodo. Si è definito il <strong>di</strong>sciplinare <strong>di</strong> Gara senza<br />

alcun coinvolgimento delle parti interessate (e la<br />

partecipazione?). Forse se fosse stato interpellato il<br />

Terzo Settore qualche buon suggerimento sarebbe<br />

venuto.<br />

infine il merito del <strong>di</strong>sciplinare <strong>di</strong> gara e della convenzione:<br />

1) non c’è alcun riferimento alla “Gestione Integrata”.<br />

Mentre il regolamento comunale stabilisce che la<br />

gestione del Centro <strong>di</strong> Eccellenza, per il carattere<br />

<strong>di</strong> servizio pubblico della struttura, è una Gestione<br />

Integrata tra il comune <strong>di</strong> Corigliano e l’ente aggiu<strong>di</strong>catario<br />

della gara. Che comporta impegni ed<br />

oneri da parte <strong>di</strong> entrambi. E’ un principio basilare.<br />

A partire dal quale si regolano i rapporti tra i “due”<br />

soggetti. E senza il quale il tutto <strong>di</strong>venta confuso;<br />

2) è previsto che in caso <strong>di</strong> uso della struttura per attività<br />

non riferibili alle sue funzioni, il soggetto gestore<br />

versi una quota giornaliera al Comune e la<br />

stessa quota verserebbero eventuali altri soggetti.<br />

In quest’ultimo caso al Comune andrebbe l’85%<br />

degli introiti e all’ente gestore il 15%.<br />

E’ evidente che, in tali con<strong>di</strong>zioni e con tali proporzioni,<br />

per l’ente gestore qualsiasi iniziativa sarebbe<br />

a perdere, <strong>di</strong> conseguenza non ce ne sarà<br />

nessuna. Ed è palesemente una norma capestro<br />

e confusa;<br />

3) si è preteso <strong>di</strong> “stipulare apposita polizza fideiussoria<br />

del 2% a garanzia e tutela dei beni strumen-


tali in dotazione della struttura quantificati in Euro<br />

100.000,00”. Abbiamo richiesto <strong>di</strong> avere l’elenco <strong>di</strong><br />

tali beni strumentali ma non l’abbiamo mai avuto.<br />

Inoltre abbiamo espressamente riba<strong>di</strong>to che: a)<br />

allo stato attuale non esistono nel Centro <strong>di</strong> Eccellenza<br />

beni strumentali in dotazione della struttura<br />

quantificabili in Euro 100.000,00; b) la quasi<br />

totalità della strumentazione e dell’attrezzatura<br />

presente nel Centro <strong>di</strong> Eccellenza per il suo funzionamento<br />

(computer, stampanti, fotocopiatrici, 2<br />

proiettori, strumenti musicali e quant’altro elencato<br />

nel progetto presentato) appartiene all’associazione<br />

Mon<strong>di</strong>versi. Ciò nonostante siamo stati costretti<br />

a stipulare una fideiussione, <strong>di</strong> fatto su beni<br />

inesistenti;<br />

4) nella convenzione, oltre ad altre assurde pretese,<br />

si obbliga l’associazione Mon<strong>di</strong>versi onlus “al pagamento<br />

<strong>di</strong> tutte le utenze”.<br />

Abbiamo rilevato che “in nessuna parte del <strong>di</strong>sciplinare<br />

<strong>di</strong> gara né nelle <strong>di</strong>chiarazioni contenute nella<br />

domanda <strong>di</strong> partecipazione vi è alcun riferimento <strong>di</strong><br />

addebito all’aggiu<strong>di</strong>catario della gara <strong>di</strong> tutte le utenze<br />

e che, pertanto, sia in continuità con la gestione<br />

precedente che in relazione a quanto valutato nelle<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> gara si è acquisito l’onere delle utenze<br />

telefoniche a carico dell’aggiu<strong>di</strong>catario e le altre a carico<br />

del comune <strong>di</strong> Corigliano”. E’ per noi una richiesta<br />

inserita in modo arbitrario e che ribalta e nega proprio<br />

il principio fondamentale <strong>di</strong> Gestione Integrata.<br />

La risposta a tutte le nostre osservazioni è stata che<br />

erano pretesti. E nel frattempo ci è arrivata la lettera<br />

<strong>di</strong> sgombero dal Centro.<br />

Di recente abbiamo avuto degli incontri con l’apparato<br />

burocratico-amministrativo del Comune. Come in altre<br />

occasioni, siamo stati ricevuti con cortesia. Abbiamo<br />

consegnato il bilancio economico del Centro relativo<br />

all’anno 2011: entrate 6435,50; uscite 8655,83; saldo<br />

negativo -2220,33. Ci auspichiamo anche che, oltre<br />

alla gentilezza, possiamo riscontrare un mutato e più<br />

<strong>di</strong>sponibile comportamento.<br />

*****<br />

Da quando nel 1991 è stata varata la legge, in Italia gli<br />

enti locali sciolti per mafia sono stati 222. Numeri destinati<br />

a salire. Si è mai svolta una analisi dei risultati<br />

e degli effetti ottenuti?<br />

Il riferimento alla cultura, alla partecipazione, alla trasparenza,<br />

alla solidarietà è retorica o reale convincimento?<br />

E’ esercizio effettivo e pratico <strong>di</strong> Amministrare<br />

Città, Regioni, Stato oppure è futile pomposità oratoria?<br />

La Cultura, la Solidarietà non sono un lusso. Danno<br />

senso all’appartenenza ad una società, ad una comunità.<br />

Sono continuità ed identità <strong>di</strong> vita in<strong>di</strong>viduale e<br />

collettiva. Sono la forza <strong>di</strong> un Paese. Trasparenza e<br />

partecipazione non sono varianti secondarie. Sono gli<br />

ingre<strong>di</strong>enti necessari ed in<strong>di</strong>spensabili per uno Stato<br />

che si propone “modello <strong>di</strong> buona amministrazione”.<br />

Sono il lievito per il contrasto ad ogni forma <strong>di</strong> Mafia.<br />

L’ascolto psicologico<br />

Consulenza “ponte” tra prevenzione<br />

e in<strong>di</strong>viduazione precoce dei <strong>di</strong>sturbi<br />

psicopatologici al Liceo Scientifico.<br />

<strong>di</strong> Loredana Meringolo opportunità da offrire agli alunni<br />

Nell’anno scolastico 2010/2011, da<br />

un gruppo <strong>di</strong> psicologhe, è stato attivato<br />

un servizio <strong>di</strong> ascolto in alcuni<br />

istituti <strong>di</strong> Istruzione Superiore<br />

del Comune <strong>di</strong> Corigliano Calabro<br />

(Cs): Liceo Scientifico, Istituto Tecnico<br />

Commerciale e l’Istituto Professionale<br />

<strong>di</strong> Stato.<br />

L’iniziativa realizzata dall’Associazione<br />

Mon<strong>di</strong>versi Onlus, in accordo<br />

con il Comune <strong>di</strong> Corigliano<br />

Calabro, l’Asp <strong>di</strong> Cosenza (Sert<br />

<strong>di</strong> Corigliano Calabro) e le scuole<br />

sopra richiamate, si inseriva in un<br />

progetto più ampio teso a valorizzare<br />

l’in<strong>di</strong>viduo nella sua interezza<br />

e a stimolarne la crescita cognitiva<br />

ed emozionale. Si collocava, inoltre,<br />

ad integrazione dei servizi <strong>di</strong><br />

prevenzione primaria delle tossico<strong>di</strong>pendenze,<br />

del <strong>di</strong>sagio e delle devianze<br />

nonché <strong>di</strong> presa in carico <strong>di</strong><br />

soggetti vittime <strong>di</strong> forme <strong>di</strong> violenze<br />

e <strong>di</strong> abuso che l’associazione Mon<strong>di</strong>versi<br />

onlus svolge sul territorio.<br />

La gestione degli accessi al servizio<br />

è stata affidata agli insegnanti,<br />

incaricati dalla scuola, che hanno<br />

svolto un prezioso ed essenziale<br />

lavoro <strong>di</strong> <strong>di</strong>vulgazione, filtro e me<strong>di</strong>azione.<br />

Lo stesso servizio sta proseguendo<br />

nell’anno scolastico 2011/2012<br />

nel Liceo Scientifico, tramite un accordo<br />

tra l’associazione Mon<strong>di</strong>versi<br />

onlus e l’Istituto Scolastico.<br />

L’intervento. Il servizio d’ascolto<br />

(<strong>di</strong> consulenza ed informazione)<br />

è stato pensato e concepito come<br />

per confrontarsi, parlare <strong>di</strong> sé, raccontarsi,<br />

chiedere informazioni.<br />

Il servizio ha offerto una consultazione<br />

psicologica breve, che si è<br />

articolata in colloqui <strong>di</strong> trenta minuti<br />

circa a cadenza settimanale, per<br />

un massimo <strong>di</strong> tre/quattro colloqui.<br />

Dalla consulenza psicologica breve<br />

sono emerse sia <strong>di</strong>namiche<br />

emotivo-relazionali transitorie, tipiche<br />

della complessa fase evolutiva<br />

che i ragazzi vivono, (trasformazioni<br />

fisiche, relazioni amicali, relazioni<br />

sentimentali, <strong>comunicazione</strong> e<br />

<strong>di</strong>alogo con la famiglia), sia problematiche<br />

più complesse (con<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong> isolamento, emarginazione, separazione/<strong>di</strong>vorzio<br />

non adeguatamente<br />

gestite dai genitori, comportamenti<br />

a rischio quali consumo <strong>di</strong><br />

droghe, abuso <strong>di</strong> alcool e <strong>di</strong> fumo,<br />

<strong>di</strong>sturbi della condotta alimentare<br />

ecc.).<br />

Le problematiche riferite dagli<br />

alunni sono state affrontate e gestite<br />

generalmente nell’arco <strong>di</strong> 1-2<br />

colloqui, della durata <strong>di</strong> 30 – 40 minuti,<br />

poiché il servizio non si prefiggeva<br />

obiettivi psicoterapici e in genere<br />

il numero dei colloqui previsti<br />

è stato sufficiente per consentire<br />

<strong>di</strong> focalizzare soluzioni attuabili, riscoprire<br />

le proprie potenzialità inespresse,<br />

uscire dall’impasse che<br />

in alcuni momenti della vita causa<br />

passività e sofferenza. Solo in alcuni<br />

casi, quando sono emerse<br />

problematiche che necessitavano<br />

<strong>di</strong> maggiore approfon<strong>di</strong>mento,<br />

sono stati necessari un numero<br />

maggiore <strong>di</strong> colloqui.<br />

Gli incontri con gli alunni sono stati<br />

effettuati seguendo il metodo del<br />

colloquio psicologico.<br />

Ciò che è sembrato fondamentale,<br />

al <strong>di</strong> là del metodo utilizzato,<br />

e che ha favorito l’instaurarsi <strong>di</strong><br />

una relazione significativa con le<br />

psicologhe, è stato, secondo noi,<br />

l’avere mostrato (da parte delle<br />

psicologhe) una giusta attenzione,<br />

nonché rispetto per ciò che veniva<br />

raccontato o veniva richiesto e<br />

soprattutto il non avere mai minimizzato<br />

il valore della sofferenza<br />

o preoccupazione che veniva rappresentata.<br />

I contenuti <strong>di</strong> ogni colloquio sono<br />

stati strettamente coperti dal segreto<br />

professionale. Cercando <strong>di</strong><br />

cogliere nei contenuti rappresentati<br />

dagli studenti l’aspetto essenziale<br />

e principale e le <strong>di</strong>fficoltà vissute,<br />

in relazione anche alla stessa<br />

centralità che lo studente gli dava,<br />

sono state in<strong>di</strong>viduate quattro aree<br />

problematiche:<br />

1. area dell’identità/sé: rientrano<br />

in questa area gli stati <strong>di</strong> malessere<br />

psicologico che derivano<br />

da un mettersi in <strong>di</strong>scussione,<br />

dal vivere con dubbio le proprie<br />

vicende.<br />

2. area del <strong>di</strong>sadattamento, <strong>di</strong>sagio,<br />

devianza: rientrano in<br />

quest’area i soggetti che presentano<br />

un <strong>di</strong>sagio verso una con<strong>di</strong>zione<br />

che percepiscono e vivono<br />

come costrittiva, solitamente<br />

legata alla sfera familiare, amicale,<br />

scolastica. Disagio legato<br />

ad eventi critici specifici (lutti,<br />

incidenti, malattie <strong>di</strong> persone<br />

care), <strong>di</strong>sagio legato a <strong>di</strong>sturbi<br />

del comportamento alimentare<br />

(anoressia e bulimia) a condotte<br />

devianti più marcate quali il consumo<br />

<strong>di</strong> droghe, l’abuso <strong>di</strong> alcol<br />

e fumo, il gioco d’azzardo.<br />

3. area affettivo – relazionale:<br />

fanno parte <strong>di</strong> quest’area quelle<br />

problematiche legate a momenti<br />

<strong>di</strong> crisi affettive/relazionali; interruzione<br />

<strong>di</strong> rapporti <strong>di</strong> coppia o<br />

amicali; avvio <strong>di</strong> rapporti in cui<br />

non c’è un vero e proprio coinvolgimento<br />

emotivo; rapporti instabili.<br />

4. area dell’informazione: rientrano<br />

in quest’area tutte quelle<br />

richieste che, almeno in apparenza,<br />

non presuppongono<br />

un interessamento della sfera<br />

psicologica. Richieste <strong>di</strong> informazioni<br />

sul percorso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

psicologia; richieste <strong>di</strong> suggerimenti<br />

e consigli rispetto a situazioni<br />

<strong>di</strong> vario genere.<br />

7


8<br />

I Dati. I dati qui riportati sono tratti da una scheda <strong>di</strong> rilevazione unica utilizzata<br />

dalle psicologhe che hanno realizzato l’attività.<br />

In totale sono sati effettuati, nel periodo febbraio/maggio 2010, n. 46 incontri presso<br />

le scuole e si sono avuti 129 colloqui (Graf. 1), con una me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> circa 3 colloqui<br />

ad incontro. In totale al servizio si sono rivolti 100 studenti, il 41% maschi e il<br />

59% femmine. (Graf. 2).<br />

Graf. 2<br />

Abbiamo interpretato questo dato come una maggiore <strong>di</strong>sposizione femminile a<br />

confrontarsi ed a mettersi in <strong>di</strong>scussione rispetto all’universo maschile. Pensiamo<br />

che questo dato non sia correlato, quin<strong>di</strong>, a una maggior problematicità delle<br />

donne, bensì a una consapevolezza e una <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong>versa verso il confronto<br />

ed il <strong>di</strong>alogo.<br />

Dei 100 studenti che hanno utilizzato il servizio il 36% frequentava il Liceo Scientifico,<br />

il 29% l’Istituto Professionale ed il 35% l’Istituto Tecnico Commerciale.<br />

(Graf. 3)<br />

La maggior parte delle richieste <strong>di</strong> consulenza è arrivata dagli studenti che frequentavano<br />

le classi II, III e IV della scuola secondaria, con un picco intorno al<br />

secondo anno (il 29%). (Graf. 4)<br />

Graf. 3 Graf. 4<br />

Per la maggior parte degli studenti (il 78%), le problematiche sono state affrontate<br />

nell’arco <strong>di</strong> 1 - 2 colloqui. La consulenza prolungata, per la quale sono stati<br />

necessari più <strong>di</strong> due colloqui, ha interessato il 22% degli studenti.<br />

Rispetto alla modalità <strong>di</strong> accesso è molto interessante notare che il 94% degli<br />

studenti si sono rivolti spontaneamente al servizio, mentre su suggerimento/segnalazione<br />

degli insegnanti il 6%.<br />

L’alto numero <strong>di</strong> accessi totalmente spontanei rappresenta, secondo noi, un valido<br />

e importante in<strong>di</strong>catore sul gra<strong>di</strong>mento del servizio <strong>di</strong> ascolto psicologico.<br />

Relativamente alle tipologie <strong>di</strong> problemi rilevati ed affrontati la maggior parte riguarda<br />

situazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio e <strong>di</strong>sadattamento (51%), seguiti da problemi <strong>di</strong> carattere<br />

affettivo-relazionale (27%) e da problemi legati all’identità/sé (11%). Il rimanente<br />

11% è rappresentato da studenti che si sono rivolti allo sportello per<br />

richiedere informazioni, chiarimenti, consigli che, almeno apparentemente, non<br />

presupponevano un interessamento della sfera psicologica. (Graf. 5)<br />

Graf. 5<br />

Conclusioni. Il servizio d’ascolto,<br />

anche se inserito in un contesto<br />

scolastico, non risponde a obiettivi<br />

strettamente psicopedagogici finalizzati<br />

al sostegno del processo <strong>di</strong><br />

appren<strong>di</strong>mento. Il colloquio dello<br />

studente con lo psicologo a scuola<br />

non aveva finalità né doveva far<br />

pensare ad una valutazione psico<strong>di</strong>agnostica,<br />

né tanto meno ad una<br />

psicoterapia in<strong>di</strong>viduale effettuata<br />

in ambito scolastico. Ma la scuola<br />

rappresenta sicuramente un ambito<br />

privilegiato per l’intervento psicologico.<br />

La consulenza psicologica<br />

a scuola si pone come ponte tra<br />

la prevenzione e l’in<strong>di</strong>viduazione<br />

precoce dei <strong>di</strong>sturbi psicopatologici.<br />

Un buon intervento in questa<br />

fascia d’età (14-19 anni), può<br />

evitare che situazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio si<br />

trasformino in veri e propri sintomi.<br />

Inoltre, offre la possibilità a giovani,<br />

che probabilmente non saranno<br />

mai pazienti, <strong>di</strong> vivere l’esperienza,<br />

<strong>di</strong> fermarsi un momento e <strong>di</strong><br />

confrontarsi con un adulto competente<br />

sugli aspetti e le <strong>di</strong>fficoltà del<br />

loro percorso <strong>di</strong> crescita. In più la<br />

presenza <strong>di</strong> un servizio <strong>di</strong> Ascolto<br />

all’interno della scuola è una<br />

grande opportunità per affrontare<br />

problematiche inerenti la crescita,<br />

oppure legate all’insuccesso, alla<br />

<strong>di</strong>spersione scolastica, al bullismo,<br />

all’abuso sessuale, al consumo <strong>di</strong><br />

sostanze stupefacenti.<br />

Infatti, tramite un ascolto mirato<br />

ed un’attenzione nel qui e ora, si<br />

è offerto allo studente la possibilità<br />

<strong>di</strong> percepirsi come soggetto attivo<br />

nella costruzione della propria<br />

identità. Percepirsi, <strong>di</strong> fatto, come<br />

soggetto che esplora, conosce,<br />

parla della propria esperienza e la<br />

rende oggetto <strong>di</strong> riflessione con<strong>di</strong>visa,<br />

che esprime i propri vissuti<br />

problematici e li rilegge secondo<br />

modalità più adeguate, aiuta a <strong>di</strong>stanziarsi<br />

dal problema e ad integrare<br />

la propria esperienza emotiva,<br />

ad entrare in contatto con i<br />

propri conflitti, aspettative, gioie<br />

ecc. Gli studenti che si sono rivolti<br />

allo sportello hanno mostrato <strong>di</strong><br />

gra<strong>di</strong>re il servizio e lo hanno usato<br />

in maniera appropriata. Le domande<br />

formulate, i problemi posti sono<br />

stati esposti in modo chiaro e preciso.<br />

Nessuno ha mostrato atteggiamenti<br />

<strong>di</strong> superficialità. Il tempo<br />

a <strong>di</strong>sposizione è stato utilizzato in<br />

maniera adeguata, segno <strong>di</strong> un<br />

atteggiamento maturo e <strong>di</strong> apprezzamento<br />

nei confronti del servizio.<br />

ph Francesco Spadola (1885)<br />

Il Garopoli<br />

e le attese deluse<br />

Sfumato il sogno <strong>di</strong> vedere trasformato<br />

lo storico e<strong>di</strong>ficio in una sorta <strong>di</strong> magnifica<br />

e suggestiva “Cittadella della Cultura”<br />

<strong>di</strong> Giacomo Gilio<br />

Ci sono alcuni e<strong>di</strong>fici che, grazie<br />

alla loro storia gloriosa, assurgono<br />

al ruolo emblematico <strong>di</strong> veri e<br />

propri “centri <strong>di</strong> cultura” per tutto<br />

un paese e anche per il territorio<br />

circostante. Pensiamo, ad esempio,<br />

all’e<strong>di</strong>ficio sede dello storico<br />

Liceo Telesio a Cosenza, o – per<br />

restare più vicino a noi – al Liceo<br />

Classico “San Nilo” <strong>di</strong> Rossano<br />

e, soprattutto, al Collegio S.<br />

Adriano (già “Corsini”) <strong>di</strong> San Demetrio<br />

Corone.<br />

A Corigliano Calabro esiste un<br />

solo luogo che può fregiarsi <strong>di</strong><br />

uno status così prestigioso, ovvero<br />

il Convitto-Ginnasio Garopoli<br />

(già ex Convento dei Padri Liguorini).<br />

Ricor<strong>di</strong>amo, infatti, che esso<br />

ospitò dapprima (dal 1865) il<br />

Convitto-Ginnasio, poi (dal 1939<br />

al 1972) il primo Liceo Scientifico<br />

della provincia <strong>di</strong> Cosenza, e,<br />

infine (dal 1962 al 1997), il Liceo<br />

Classico. Nelle sue aule si sono<br />

formati, dunque, ininterrottamente<br />

per più <strong>di</strong> 130 anni, migliaia <strong>di</strong><br />

giovani <strong>di</strong> Corigliano e <strong>di</strong>ntorni,<br />

intellettuali e professionisti che<br />

hanno sicuramente contribuito<br />

alla crescita della nostra terra.<br />

Proprio al Garopoli sono legati<br />

alcuni dei miei ricor<strong>di</strong> più belli,<br />

allorché, giovane laureato, fui<br />

impegnato per circa 4 anni – dal<br />

1997 al 2001 – a coor<strong>di</strong>nare un<br />

progetto <strong>di</strong> recupero, trasferimento<br />

e rior<strong>di</strong>no dell’Archivio<br />

comunale, che giaceva abbandonato<br />

ed esposto al rischio <strong>di</strong><br />

totale deperimento e <strong>di</strong> costante<br />

trafugamento nei locali della vecchia<br />

sede municipale.<br />

Come si sa, l’Archivio Municipale<br />

<strong>di</strong> Corigliano Calabro abbraccia<br />

un periodo che va dal 1806 (i<br />

documenti precedenti sono stati<br />

dati alle fiamme dai francesi) ad<br />

oggi ed è uno dei più cospicui e<br />

meglio conservati nelle sue serie<br />

<strong>di</strong> tutta la Regione. Allora lo trovammo<br />

in uno stato <strong>di</strong> pericoloso<br />

degrado che lo faceva somigliare<br />

piuttosto ad un ammasso caotico<br />

e fatiscente <strong>di</strong> carte polverose.<br />

Le operazioni <strong>di</strong> “recupero” e trasferimento<br />

dei documenti avvennero<br />

in con<strong>di</strong>zioni a <strong>di</strong>r poco “precarie”<br />

(si stava rifacendo il tetto<br />

del Garopoli senza i dovuti accorgimenti<br />

e pioveva all’interno dei<br />

locali), con continui e avventurosi<br />

spostamenti temporanei prima<br />

della loro collocazione nella Sezione<br />

Separata d’Archivio. Tra le<br />

fasi più importanti che portammo<br />

a termine voglio menzionare il rior<strong>di</strong>no<br />

e l’inventariazione <strong>di</strong> tutta<br />

la corrispondenza in entrata del<br />

Comune nonché <strong>di</strong> tutti gli atti<br />

deliberativi prodotti dalle varie<br />

Amministrazioni Municipali che si<br />

sono succedute a Corigliano dai<br />

primi anni dell’Ottocento ai giorni<br />

nostri, a partire dai rari “Verbali<br />

del Decurionato”, che rappresentano<br />

i pezzi più antichi. Il principio<br />

alla base del lavoro fu quello <strong>di</strong><br />

ristabilire, nei limiti del possibile,<br />

lo stesso or<strong>di</strong>ne che i documenti<br />

avevano al momento della loro<br />

produzione, cercando <strong>di</strong> ricostruire,<br />

attraverso la documentazione<br />

in nostro possesso, le competenze<br />

fondamentali dell’Amministrazione<br />

che li aveva prodotti.<br />

9


10<br />

Libri antichi, parte del patrimonio <strong>culturale</strong> <strong>di</strong> Corigliano<br />

Certo, si trattava <strong>di</strong> una massa<br />

documentale davvero immane,<br />

che avrebbe richiesto uno sforzo<br />

notevole e continuativo per un<br />

rior<strong>di</strong>no totale. Ma ne sarebbe<br />

sicuramente valsa la pena. Non<br />

bisogna <strong>di</strong>menticare che l’Archivio,<br />

prodotto dell’attività pratica<br />

svolta nel tempo da una Amministrazione,<br />

una volta perduto il<br />

suo carattere <strong>di</strong> attualità, ne acquista<br />

un altro – <strong>di</strong>rei molto più<br />

importante – <strong>di</strong> specchio che riflette<br />

aspetti e momenti della vita<br />

del passato, <strong>di</strong> cui reca appunto<br />

traccia documentaria. Pertanto,<br />

ad esso va riconosciuto un preminente<br />

valore <strong>di</strong> “civiltà”, che<br />

permette <strong>di</strong> caratterizzarlo come<br />

“bene <strong>culturale</strong>”, ossia parte integrante<br />

del patrimonio spirituale<br />

<strong>di</strong> un popolo: da ciò l’esigenza <strong>di</strong><br />

salvaguardare e valorizzare i nostri<br />

archivi, perché secoli <strong>di</strong> storie<br />

e memorie coriglianesi sono davvero<br />

un bene troppo prezioso per<br />

essere perduto.<br />

Perciò tornare là, a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong><br />

tempo, e constatare che tutto è<br />

rimasto esattamente come lo<br />

lasciai, anzi peggiorato, senza<br />

una prosecuzione del lavoro <strong>di</strong><br />

rior<strong>di</strong>no/catalogazione e senza<br />

nemmeno l’informatizzazione <strong>di</strong><br />

quanto già inventariato, lascia un<br />

po’ l’amaro in bocca.<br />

Ma, al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> tutto, ciò che occorre<br />

sottolineare qui è che, in generale,<br />

ad essere deluse in tal senso<br />

non sono state soltanto le aspettative<br />

<strong>di</strong> rivalutazione del patrimonio<br />

archivistico. Più volte ventilati,<br />

i progetti <strong>di</strong> valorizzazione<br />

e potenziamento dei nostri Beni<br />

Culturali erano molto più ampi e<br />

prevedevano, infatti, <strong>di</strong> destinare<br />

al Garopoli – oltre all’Archivio<br />

Storico Municipale – l’Archivio<br />

dei baroni Compagna, gli Archivi<br />

Solazzi e Saluzzo, e, inoltre, una<br />

Emeroteca, un Museo Civico e<br />

la stessa Biblioteca Comunale,<br />

quest’ultima non più da intendere<br />

– semplicemente – come un luogo<br />

in cui si “custo<strong>di</strong>scono” libri,<br />

dal momento che le nuove tecnologie<br />

hanno indotto ormai da<br />

tempo un profondo cambiamento<br />

nella gestione e fruizione del materiale<br />

librario (nonché informativo<br />

e documentario), memorizzato<br />

in formato <strong>di</strong>gitale e collegato<br />

in rete agli altri centri bibliotecari<br />

e multime<strong>di</strong>ali. Sarebbe nato, in<br />

tal modo, all’interno dello storico<br />

e<strong>di</strong>ficio – sicuramente il luogo più<br />

idoneo – una sorta <strong>di</strong> magnifica e<br />

suggestiva “Cittadella della Cultura”,<br />

che avrebbe potuto ospitare<br />

convegni, conferenze, mostre,<br />

stu<strong>di</strong>, e avrebbe costituito<br />

senz’altro un polo eccezionale <strong>di</strong><br />

attrazione turistica e un’opera <strong>di</strong><br />

prestigio per il rilancio del nostro<br />

territorio. Sicuramente un vanto<br />

per chi avesse avuto la capacità<br />

<strong>di</strong> realizzarla.<br />

Era una specie <strong>di</strong> “sogno” e tale,<br />

purtroppo, è rimasto. La mancanza<br />

<strong>di</strong> sensibilità nei confronti<br />

degli aspetti legati allo sviluppo<br />

e al miglioramento/potenziamento<br />

dei Beni Culturali della nostra<br />

Città ha fatto prevalere in modo<br />

miope – ancora una volta – le<br />

attività <strong>di</strong> pura amministrazione<br />

su quelle propriamente culturali,<br />

e così, dopo aver già destinato<br />

parte del Garopoli agli uffici del<br />

Giu<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> pace e comunali, si sta<br />

provvedendo a trasferire proprio<br />

in questi giorni – con una scelta<br />

a mio parere del tutto insensata<br />

– gli altri uffici del Comune nei<br />

locali dell’ex Convento. Un’occasione<br />

davvero mancata, che<br />

ci riporta al solito vecchio e sterile<br />

<strong>di</strong>lemma sull’importanza e sul<br />

valore della “cultura”: “la cultura<br />

si mangia o no?”. Ebbene, si può<br />

rispondere in due mo<strong>di</strong>: o alla<br />

maniera dell’ex ministro Tremonti,<br />

che spregiativamente si ci vuol<br />

fare un panino, o a quella <strong>di</strong> Camilleri,<br />

secondo cui con la cultura<br />

si fa ad<strong>di</strong>rittura il bis, in quanto si<br />

può mangiare sia con la “pancia”<br />

sia – soprattutto – con la “testa”.<br />

Se è vero che “cultura” deriva da<br />

“colere” (coltivare), e che si coltiva<br />

ciò che ci “nutre” (anche in<br />

senso spirituale), inutile <strong>di</strong>re che<br />

noi siamo per la seconda ipotesi.<br />

La biblioteca che verrá<br />

Per il tempo libero,<br />

per l’accesso all’informazione,<br />

per la formazione permanente,<br />

per la socialità <strong>culturale</strong><br />

<strong>di</strong> Francesco Sommario<br />

Il primo progetto <strong>di</strong> una biblioteca<br />

pubblica della Penisola risale<br />

a Giulio Cesare che ne affidò la<br />

realizzazione a Terenzio Varrone,<br />

ma sorse solo nel 37 a.C.<br />

per opera <strong>di</strong> Asinio Pollione, che<br />

la costruì sull’Aventino, nell’atrio<br />

del tempio della Libertà. In seguito<br />

altre ne furono istituite da<br />

Augusto e dai suoi successori;<br />

nel IV secolo d.C. a Roma si contavano<br />

ben ventotto biblioteche<br />

pubbliche.<br />

Passarono i secoli e, finalmente,<br />

anche in Corigliano,<br />

nel 1963,<br />

si istituì una biblioteca<br />

civica,<br />

a cui si <strong>di</strong>ede il<br />

nome dell’illustre<br />

concitta<strong>di</strong>no<br />

Francesco Pometti, ma oggi si fa<br />

finta che non ci sia. I nostri politici<br />

e noi tutti, la ignoriamo con<br />

grande <strong>di</strong>sinvoltura. La prima<br />

sede della Biblioteca “Francesco<br />

Pometti” fu presso alcuni locali,<br />

<strong>di</strong> proprietà del dottore Antonio<br />

Cimino, che si affacciavano su<br />

Via Principe Umberto. Negli anni<br />

ottanta venne trasferita in un appartamento<br />

sito in Via Ospizio;<br />

ma da qui migrò ancora, qualche<br />

mese ad<strong>di</strong>etro, con i suoi libri che<br />

vennero ammassati in parte nelle<br />

stanze polverose del palazzo<br />

della ex Riforma e in parte nello<br />

storico e<strong>di</strong>ficio del Garopoli<br />

(meta ambita in quest’ultimo periodo<br />

<strong>di</strong> tutti gli uffici comunali).<br />

Una sistemazione ritenuta non<br />

idonea e non definitiva questa,<br />

come ci racconta il <strong>di</strong>rigente del<br />

settore Dora Pettinato; <strong>di</strong>fatti, la<br />

Commissione Straor<strong>di</strong>naria pro<br />

tempore, ha in<strong>di</strong>viduato in alcuni<br />

locali della Scuola Me<strong>di</strong>a Toscano<br />

del Centro Storico la sede a<br />

cui destinare almeno una parte<br />

del patrimonio bibliotecario coriglianese.<br />

Acquisita la <strong>di</strong>sponibilità<br />

della Scuola e ottenuto un<br />

finanziamento <strong>di</strong> 75.000 Euro dal<br />

Ministero dell’Interno, i lavori <strong>di</strong><br />

adeguamento strutturale e <strong>di</strong> trasferimento<br />

dei libri sarà avviato a<br />

breve.<br />

Il patrimonio della biblioteca “Pometti”<br />

consta <strong>di</strong> 72.000 volumi <strong>di</strong><br />

vario genere. La impreziosiscono<br />

un gran numero <strong>di</strong> volumi che<br />

trattano della storia e della cultura<br />

meri<strong>di</strong>onale, calabrese in particolare,<br />

una sezione consistente<br />

è composta <strong>di</strong> libri <strong>di</strong> Diritto, circa<br />

un migliaio sono i volumi per<br />

ragazzi e circa seicento sono gli<br />

articoli multime<strong>di</strong>ali; senza tener<br />

conto <strong>di</strong> altri 5.000 libri antichi<br />

nonché dell’archivio storico coriglianese<br />

e degli archivi storici<br />

delle famiglie private quali i<br />

Compagna e i Saluzzo, <strong>di</strong>slocati<br />

attualmente nel Palazzo “Ri-<br />

vellino”, un immobile attiguo al<br />

Castello Ducale. Un patrimonio<br />

<strong>culturale</strong> notevole che dovrebbe<br />

trovare sede in un’unica biblioteca<br />

civica, una Cittadella della<br />

Cultura. Di questo patrimonio<br />

librario è stato realizzato un catalogo,<br />

che ora viaggia nel web<br />

grazie al Sistema Bibliotecario<br />

Calabrese e Nazionale, consultabile<br />

in tutto il mondo; tant’è che<br />

settimanalmente arrivano circa<br />

tre richieste <strong>di</strong> consultazione da<br />

parte <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>osi e laurean<strong>di</strong>, ma<br />

soprattutto da altre biblioteche<br />

italiane. Questo in<strong>di</strong>ce elevato<br />

<strong>di</strong> richieste esterne denota la ricchezza<br />

<strong>culturale</strong> che la Biblioteca<br />

“Pometti” rappresenta nel panorama<br />

delle biblioteche nazionali.<br />

Ahimé, scarse invece risultano le<br />

richieste da parte dei coriglianesi<br />

residenti, solo un centinaio annuo.<br />

Una misera cosa! Ciò deve<br />

far riflettere. Intanto cerchiamone<br />

qualche causa: scarsa fruibilità,<br />

locali non idonei, un servizio al<br />

pubblico assente e un personale<br />

ridotto in numero, non adeguato<br />

ai tempi e alle nuove tecnologie,<br />

totale assenza <strong>di</strong> promozione o<br />

iniziative a tema, totale assenza<br />

<strong>di</strong> supporti informatici, totale assenza<br />

<strong>di</strong> nuovi investimenti se<br />

non il necessario per mantenere<br />

lo status quo, un generale degrado<br />

delle istituzioni culturali.<br />

* * *<br />

Detto ciò, avviamo alcune riflessioni.<br />

Intanto è necessario<br />

riconoscere che le biblioteche<br />

costituiscono un’istituzione fondamentale<br />

per il progresso <strong>sociale</strong>,<br />

tanto che la biblioteca<br />

pubblica “supera qualsiasi altra<br />

iniziativa che una comunità possa<br />

compiere per aiutare coloro<br />

che ne fanno parte”. Ma, se lo<br />

Stato ed i Comuni riconoscono a<br />

parole l’importanza delle biblioteche,<br />

finiscono per tenerne ben<br />

poco conto in sede <strong>di</strong> bilancio,<br />

inoltre è poco probabile che un<br />

citta<strong>di</strong>no dotato <strong>di</strong> civismo versi<br />

un contributo in favore <strong>di</strong> una,<br />

ipotizzabile, associazione Amici<br />

delle Biblioteche. Ha detto una<br />

bibliotecaria: “Chi è contro le biblioteche?<br />

Nessuno. Il fatto è che<br />

nessuno si accorge poi molto<br />

11


12<br />

della loro esistenza”.<br />

Ma cosa fare affinché si rinnovi<br />

e cresca l’interesse verso questa<br />

risorsa, così profondamente colpita<br />

dall’attuale degrado delle istituzioni<br />

culturali? Bisogna, necessariamente,<br />

iniziare col pensare<br />

la biblioteca del futuro secondo<br />

nuove prospettive e determinare<br />

le appropriate scelte strategiche<br />

per il suo management. Del futuro<br />

appunto, perché ogni strategia<br />

che verrà intrapresa dovrà avere<br />

come riferimento la società del<br />

domani, più che quella presente:<br />

come saranno i citta<strong>di</strong>ni della<br />

Sibaritide fra venti anni, quali bisogni<br />

avranno, che tipi <strong>di</strong> utenti<br />

saranno? Pensare a quali categorie<br />

<strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni rivolgersi e quali<br />

bisogni sod<strong>di</strong>sfare inevitabilmente<br />

porta a mo<strong>di</strong>ficare il ruolo della<br />

biblioteca e il pacchetto dei servizi<br />

offerti.<br />

Alcuni suggeriscono che la biblioteca<br />

deve portare persone<br />

“dentro” e accompagnare le persone<br />

“fuori”, anche sfruttando in<br />

modo intelligente l’enorme <strong>di</strong>sponibilità<br />

<strong>di</strong> risorse presenti in<br />

Internet e che la biblioteca deve<br />

assumere il ruolo <strong>di</strong> interlocutore:<br />

per il tempo libero, per l’accesso<br />

all’informazione, per la formazione<br />

permanente, per la socialità<br />

<strong>culturale</strong>.<br />

Antonella Agnoli, invece, nel suo<br />

ultimo scritto “Le piazze del sapere.<br />

Biblioteche e libertà”, afferma<br />

che la biblioteca del futuro<br />

deve essere un luogo <strong>di</strong> incontro,<br />

una sorta <strong>di</strong> «piazza coperta» a<br />

<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> un’intera comu-<br />

nità. Grazie alla sua stessa forma<br />

architettonica, esattamente<br />

come la piazza <strong>di</strong> un paese, <strong>di</strong><br />

una città, <strong>di</strong> un quartiere, <strong>di</strong> norma<br />

e per tra<strong>di</strong>zione fulcro della<br />

vita <strong>sociale</strong>, può ospitare ed essere<br />

promotrice <strong>di</strong> eventi <strong>di</strong> vario<br />

tipo e può condurre la gente<br />

all’aggregazione, alla sosta, alla<br />

partecipazione. Dunque, l’invito<br />

<strong>di</strong> Agnoli a non trascurare importanti<br />

elementi quali le <strong>di</strong>mensioni,<br />

la leggibilità, la varietà, il<br />

senso <strong>di</strong> sicurezza e il comfort<br />

necessari al successo <strong>di</strong> questi<br />

ambienti. Anche le scelte degli<br />

orari <strong>di</strong> apertura possono assumere<br />

una decisiva importanza in<br />

termini <strong>di</strong> fruibilità. Aprire una biblioteca<br />

anche la domenica vuol<br />

<strong>di</strong>re comunicare un’immagine<br />

<strong>di</strong>versa dal luogo <strong>di</strong> conservazione<br />

tra<strong>di</strong>zionale dei libri, significa<br />

piuttosto renderla simile a quella<br />

<strong>di</strong> una grande libreria, <strong>di</strong> un cinema,<br />

<strong>di</strong> un punto d’incontro aperto<br />

a tutti, significa farne la “palestra”<br />

del pensiero e della conoscenza,<br />

fruibile per l’appunto anche nel<br />

tempo libero.<br />

La biblioteca così concepita è<br />

dunque un posto dove la gente<br />

può stare insieme per il solo<br />

piacere <strong>di</strong> farlo, dove non conta<br />

la posizione <strong>sociale</strong> o la professione,<br />

ma al contrario è il luogo<br />

dell’uguaglianza. La posizione<br />

della biblioteca risulta pertanto<br />

cruciale per il suo successo (la<br />

futura sede presso la Scuola Me<strong>di</strong>a<br />

Toscano è confacente a tutto<br />

ciò?). Si auspica che i nostri amministratori<br />

decidano <strong>di</strong> spendere<br />

più sol<strong>di</strong> nelle indagini “<strong>di</strong> mercato”<br />

che a rinnovare gli arre<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

strutture fruibili solo da una minoranza<br />

della popolazione.<br />

Anche gli addetti, i bibliotecari,<br />

necessitano <strong>di</strong> un’evoluzione<br />

professionale: «le biblioteche del<br />

futuro avranno bisogno <strong>di</strong> persone<br />

che siano capaci <strong>di</strong> condurre<br />

una riunione, <strong>di</strong> creare un<br />

gruppo <strong>di</strong> lettura […], <strong>di</strong> guidare<br />

un bibliobus su strade <strong>di</strong> campagna[…],<br />

convincere i negozianti<br />

della strada su cui si affaccia la<br />

biblioteca a collaborare in iniziative<br />

promozionali». In sostanza<br />

si auspica una nuova figura professionale<br />

che rivesta i ruoli del<br />

buon comunicatore, amante della<br />

lettura, <strong>di</strong>namico e intraprendente,<br />

meglio con una laurea in<br />

scienze della <strong>comunicazione</strong> che<br />

in conservazione dei beni culturali.<br />

Il nostro bibliotecario, afferma<br />

Agnoli, è «un giocatore <strong>di</strong><br />

squadra. Uno che capisce a fondo<br />

cosa vuole <strong>di</strong>re lavorare in un<br />

contesto <strong>sociale</strong> come il nostro<br />

[…]. Uno che contribuisce con<br />

idee, uno che non guarda sempre<br />

ai dettagli del suo contratto,<br />

ma è <strong>di</strong>sposto a fare quello che è<br />

necessario».<br />

«Il futuro sta -conclude Agnoli-<br />

nel fare della biblioteca pubblica<br />

una città e della città una biblioteca».<br />

Alle suddette riflessioni va coniugata<br />

un’esigenza imme<strong>di</strong>ata:<br />

creare un consorzio tra le varie<br />

biblioteche citta<strong>di</strong>ne (pubbliche<br />

e private) e tra le biblioteche dei<br />

vari comuni ricadenti nell’Alto<br />

Ionio, una sorta <strong>di</strong> conurbazione<br />

<strong>culturale</strong>. L’unione aumenta<br />

l’efficacia e l’efficienza. I benefici<br />

economici e non economici<br />

che derivano dalla cooperazione<br />

sono enormi; ad esempio, centralizzando<br />

gli acquisti, razionalizzando<br />

la logistica, migliorando<br />

il livello <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento e la<br />

con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> informazioni, si<br />

avrà la possibilità <strong>di</strong> recuperare<br />

risorse da reinvestire nel sistema.<br />

Fermo restando legittimo il<br />

desiderio <strong>di</strong> autonomia e <strong>di</strong> autodeterminazione<br />

delle specifiche<br />

biblioteche nell’erogazione o nella<br />

progettazione <strong>di</strong> alcuni servizi<br />

comuni, per valorizzare al massimo<br />

il proprio patrimonio <strong>di</strong> risorse<br />

fisiche, informative, intellettuali e<br />

umane.<br />

Talenti nostrani alla corte<br />

dei club europei<br />

Sporting Club tra giovani, tornei<br />

e nuovi appuntamenti in rampa <strong>di</strong> lancio<br />

<strong>di</strong> Cristian Fiorentino<br />

Nuovi juniores <strong>di</strong> qualità crescono<br />

nella fucina Sporting. La scuola<br />

calcio qualificata, del presidente<br />

Massimo Fino, è sempre sul taccuino<br />

<strong>di</strong> tanti osservatori. Dopo i<br />

tanti ragazzi approdati nel corso<br />

degli anni in tutta Italia, nuovi under<br />

sono già nel mirino <strong>di</strong> altri club.<br />

Gli stage <strong>di</strong> questo ultimo periodo<br />

hanno interessato i talentuosi<br />

Tramontana, Sarli , Manfre<strong>di</strong> e<br />

Visciglia già visionati da responsabili<br />

<strong>di</strong> Juve, Fiorentina, Napoli,<br />

Roma, Parma, Bayer, Stoccarda e<br />

con possibilità <strong>di</strong> essere osservati<br />

nuovamente. Ben tre club <strong>di</strong> fama<br />

tedeschi, oltretutto, hanno esaminato<br />

gli stessi Vincenzo Manfre<strong>di</strong>,<br />

classe ‘99 <strong>di</strong>fensore destro, e<br />

Giorgio Sarli, ‘98 centrocampista<br />

esterno. Entrambi nei giovanissimi<br />

<strong>di</strong> mister Guerino Esposito, in terra<br />

tedesca sono stati ospiti <strong>di</strong> Bayer<br />

Monaco, Stoccarda e Augsburg.<br />

Under bianco ver<strong>di</strong> valutati dai vari<br />

tecnici della bundesigla tedesca<br />

che hanno suscitato un’eccellente<br />

impressione e potrebbero essere<br />

riconvocati per nuovi provini. Calciatori<br />

italiani sempre più scrutati<br />

attentamente con lo spread cresciuto<br />

grazie anche a varie siner-<br />

gie. Partnership tra osservatori che<br />

si sviluppa grazie all’agente Fifa<br />

italo-tedesco Serafino Luzzi e l’agente<br />

Fifa procuratore coriglianese<br />

Antonio Pettinato. Cooperazione <strong>di</strong><br />

grande interesse che ha permesso<br />

<strong>di</strong> aprire la strada anche in Germania<br />

dove non sono escluse nuove<br />

ascese. Oltre agli scatti fotografici<br />

con i campioni come Molinaro o<br />

Robben, Manfre<strong>di</strong> e Sarli, quest’ultimo<br />

nipote del più famoso bomber<br />

Cosimo Sarli, sanno che i cosiddetti<br />

provini sono solo un primo passo<br />

per arrivare nel calcio<br />

che conta. Alla base della<br />

propria carriera ci dovrà<br />

essere fede, impegno,<br />

determinazione e buona<br />

sorte ad iniziare dalla<br />

squadra <strong>di</strong> appartenenza<br />

dello Sporting C. Intanto,<br />

in cantiere per il futuro<br />

anche altri appuntamenti,<br />

promossi dall’agente<br />

Pettinato in cooperazione<br />

con altri collaboratori e<br />

scuole calcio, e non solo<br />

italiani.<br />

Nel frattempo, in casa<br />

Sporting C. Corigliano<br />

è tempo <strong>di</strong> rush finali e<br />

programmazione. Lo staff<br />

biancoverde, in effetti,<br />

è alle prese con i preparativi per<br />

la nuova e settima e<strong>di</strong>zione del<br />

torneo “Città <strong>di</strong> Corigliano”. Per il<br />

torneo calcistico giovanile 2012 la<br />

formula sarà più snella con meno<br />

categorie ma con tanta qualità.<br />

Tante le formazioni <strong>di</strong>lettantistiche<br />

e scuole calcio che aderiranno, da<br />

tutta Italia, e le compagini professioniste<br />

come Fiorentina, Reggina,<br />

Napoli o Roma nelle <strong>di</strong>visioni Esor<strong>di</strong>enti<br />

o Pulcini. Mini Mun<strong>di</strong>alito under<br />

tutto da definire con tanti momenti<br />

calcistici e extra calcistici in<br />

programma tra fine maggio e inizio<br />

giugno. E mentre procedono spe<strong>di</strong>ti<br />

tutti i campionati federali delle<br />

varie squadre bianco ver<strong>di</strong>, occhio<br />

agli appuntamenti estivi.<br />

Il “Camp” della prossima estate vedrà<br />

lo staff giovanile della Fiorentina,<br />

a metà luglio, sbarcare in riva<br />

allo Jonio per esaminare allenatori<br />

e juniores dello Sporting. L’altro<br />

camp firmato Sporting, invece, è<br />

in programma nel mese <strong>di</strong> giugno.<br />

In agenda, anche la partecipazione<br />

al torneo <strong>di</strong> Montecatini con la<br />

categoria Esor<strong>di</strong>enti, classe 2000,<br />

e Cesenatico 2012 per i Giovanissimi<br />

‘97 – ’98.<br />

Non si escludono, altre novità in<br />

casa Sporting Club Corigliano che<br />

potrebbe essere nuovamente investita<br />

per l’organizzazione <strong>di</strong> una<br />

tappa del beach- soccer <strong>di</strong> serie<br />

A dell’estate 2012 da parte della<br />

Figc- Lnd.<br />

13


14<br />

TI RACCONTO UNA STORIA<br />

<strong>di</strong> Diego De Rosis<br />

Era l’agosto del 1994. Finita la cena, lo zio Gennaro<br />

schioccò la lingua, si pulì il sugo dalla bocca<br />

col tovagliolo, guardò noi bambini in fondo agli<br />

occhi e con voce cupa <strong>di</strong>sse: “Stanotte è la notte<br />

<strong>di</strong> San Lorenzo, cadranno almeno<br />

centocinquanta stelle,<br />

preparate i vostri desideri”.<br />

Io guardai zio Gennaro e lui<br />

mi parve sotto forma <strong>di</strong> totem<br />

umano con due corna lunghe<br />

in cima, probabilmente le aveva<br />

davvero, dal momento che<br />

zia Lorella quell’estate era rimasta sola in città.<br />

La notte stessa ci mettemmo tutti sul prato col<br />

naso all’insù pronti a veder cadere le stelle e a<br />

esprimere i nostri desideri. I grilli cantavano e in<br />

mezzo a quel frastuono, Pasqualino urlava ogni<br />

venti secon<strong>di</strong>: “L’ho vista, l’ho vista!”, al decimo<br />

“L’ho vista”, prese tra capo e collo uno schiaffo<br />

fortissimo che lo fece addormentare <strong>di</strong> botto.<br />

Carlone, figlio incolto e manesco del conta<strong>di</strong>no<br />

<strong>di</strong>sse: “Questa non l’ha vista, ma l’ha sentita”.<br />

Rise, la sua risata era grassa almeno quanto<br />

lui, e aggiunse: “Io, queste stelle proprio non le<br />

vedo”. Lo <strong>di</strong>sse guardando Benedetta.<br />

La notte <strong>di</strong><br />

San Lorenzo<br />

Avevo perso ogni speranza quando vi<strong>di</strong> proprio<br />

davanti a me una stella che cadendo illuminò tutto<br />

il cielo. Sentii un tuffo al cuore, subito espressi<br />

il desiderio che mi ero prefisso da giorni e posai<br />

veloce lo sguardo su Benedetta, la figlia del dottore.<br />

Lei evidentemente aveva espresso a sua<br />

volta un desiderio identico al<br />

mio e lo stava già esauden-<br />

do, la vi<strong>di</strong> infatti mentre baciava<br />

Carlone, il figlio incolto del<br />

conta<strong>di</strong>no. Aspettai qualche<br />

altro minuto col naso all’insù,<br />

poi salutai tutti e me ne andai<br />

a dormire.<br />

Sono passati <strong>di</strong>ciotto anni da quella notte <strong>di</strong> San<br />

Lorenzo e anche stanotte, prima <strong>di</strong> andare a letto<br />

mi sono steso sul prato col naso all’insù a cercare<br />

qualche stella cadente. Ho almeno cinque<br />

desideri che vorrei vedere esau<strong>di</strong>ti, ecco che una<br />

stella cade velocissima lasciandosi <strong>di</strong>etro la sua<br />

scia luminosa. Sono indeciso tra i miei cinque<br />

desideri, chiudo gli occhi e ne riformulo uno nuovo.<br />

Quando li riapro si è avverato!<br />

Ho <strong>di</strong> nuovo tre<strong>di</strong>ci anni, zio Gennaro è <strong>di</strong>steso<br />

sul prato, Pasqualino è li che non smette col suo<br />

“L’ho vista!” e Carlone, il figlio incolto del conta<strong>di</strong>no,<br />

sta dormendo.<br />

Un giorno come un altro, un pomeriggio<br />

<strong>di</strong> febbraio e il ritorno<br />

da Rende (cs) a Corigliano Calabro<br />

con il solito pullman: quello<br />

delle 16 e 45.<br />

Questa è la corsa più affollata<br />

da lavoratori pendolari e studenti<br />

universitari, alcune <strong>di</strong> queste<br />

persone, a volte, a causa<br />

della troppa gente, devono farsi<br />

il viaggio in pie<strong>di</strong>…ma questa è<br />

un’altra storia…<br />

Anche quel giorno a qualcuno è<br />

toccato stare in pie<strong>di</strong>; a mano a<br />

mano che le fermate si susseguono,<br />

la folla aumenta.<br />

Ultima fermata (rifornimento<br />

Erg, Quattromiglia <strong>di</strong> Rende), i<br />

passeggeri rimasti senza posto<br />

a sedere sono quattro, c’è un<br />

unico posto libero, ma rimane<br />

vuoto. Inizio a chiedermi perché<br />

nessuno si sieda, poi capisco: il<br />

posto vicino a quello vuoto è occupato<br />

da un ragazzo <strong>di</strong> colore,<br />

avrà avuto non più <strong>di</strong> trent’anni.<br />

Dico a me stessa che è impossibile<br />

che quelle persone preferi-<br />

Diverso<br />

da chi?<br />

<strong>di</strong> Angela De Giacomo<br />

scano stare un’ora in pie<strong>di</strong> piuttosto<br />

che con<strong>di</strong>videre il viaggio<br />

fianco a fianco con qualcuno<br />

che come unica <strong>di</strong>versità ha il<br />

colore della pelle. Decido che<br />

devo sapere se si tratta <strong>di</strong> questo,<br />

così lascio il mio posto e mi<br />

siedo accanto a lui. Nel giro <strong>di</strong><br />

pochi minuti uno dei ragazzi in<br />

pie<strong>di</strong> si accomoda dove prima<br />

c’ero io.<br />

Non ci credo balbetto a voce<br />

bassa, ma u<strong>di</strong>bile, è impossibile<br />

che dopo secoli <strong>di</strong> lotte politiche<br />

e sociali per abbattere le<br />

barriere razziste, siamo ancora<br />

in bilico tra l’accettazione e il<br />

rifiuto, un rifiuto che in questo<br />

caso viene da giovani studenti<br />

universitari. Certo non bisogna<br />

generalizzare, sicuramente si<br />

sarà trattato <strong>di</strong> un episo<strong>di</strong>o isolato,<br />

voglio anzi devo credere<br />

che sia così, ma certo è un<br />

dato <strong>di</strong> fatto che lascia un po’<br />

perplessi.<br />

Il viaggio verso Corigliano prosegue,<br />

lo sguardo del mio vicino,<br />

non ha mai incrociato il mio.<br />

I suoi occhi erano sempre rivolti<br />

ora verso il finestrino, ora verso<br />

l’asfalto. Cosa avrà pensato?<br />

Avrà capito? Non ho il coraggio<br />

<strong>di</strong> chiedergli nulla. Nell’opera<br />

Shekespiriana Giulietta <strong>di</strong>ce :<br />

“ma poi, che cos’è un nome”?<br />

qui sarebbe il caso <strong>di</strong> <strong>di</strong>re che<br />

cos’è un colore? Implica forse<br />

<strong>di</strong>versità? È assurdo che al<br />

giorno d’oggi ci si ritrovi ancora<br />

faccia a faccia con situazioni<br />

del genere, eppure esiste ancora<br />

questa realtà parallela in cui<br />

<strong>di</strong>verso è uguale a rifiuto.<br />

18 e 15, arrivo a Corigliano, la<br />

corsa per me è terminata, scendo<br />

dal pullman, il mio amico,<br />

invece, prosegue il suo viaggio.<br />

15


“360 gra<strong>di</strong>”, piccola rubrica fotografica<br />

Fotografare il deserto<br />

<strong>di</strong> Luca Policastri<br />

La brezza della notte muove un<br />

lembo della tenda mal fissato.<br />

Avvolto nel mio sacco a pelo, col<br />

viso ghiacciato dal freddo pungente<br />

non riesco a <strong>di</strong>stogliere<br />

lo sguardo dal brandello <strong>di</strong> cielo<br />

che riesco a scorgervi. Quante<br />

stelle in quel piccolo triangolo!<br />

Non le ho mai viste così luminose,<br />

che strano! Anche la brezza<br />

è così particolare, fredda eppure<br />

carica <strong>di</strong> afrore esotico. Non ho<br />

voglio <strong>di</strong> dormire, voglio assaporare<br />

fino in fondo queste emozioni.<br />

Sensazioni ataviche che<br />

riemergono in una mente ed in<br />

un corpo troppo abituati ad una<br />

vita moderna? Già, la nostra vita<br />

quoti<strong>di</strong>ana in un mondo così progre<strong>di</strong>to<br />

ci obbliga a ritmi frenetici<br />

eppure ci sottrae alla vera natura<br />

<strong>di</strong> cui facciamo parte. Siamo costretti<br />

ad osservare poco, a riflettere<br />

meno e la vita ci scorre fra<br />

le <strong>di</strong>ta senza averla conosciuta.<br />

E’ lo stesso mondo che ci porta<br />

ad immaginare il deserto come<br />

un’immensa <strong>di</strong>stesa <strong>di</strong> sabbia<br />

inutile e fasti<strong>di</strong>osa, monotona<br />

e arida. Niente <strong>di</strong> più sbagliato!<br />

Basta trascorrere solo qualche<br />

giorno in un deserto per rendersi<br />

conto <strong>di</strong> quanta <strong>di</strong>versità possa<br />

offrire. Ci si accorge pian piano<br />

che anche un deserto è ricco<br />

<strong>di</strong> fauna così come <strong>di</strong> forme<br />

<strong>di</strong> vita vegetale, a volte bizzarre<br />

e affascinanti. I paesaggi e gli<br />

scenari poi cambiano continuamente.<br />

Così la luce nell’arco <strong>di</strong><br />

una giornata <strong>di</strong>segna <strong>di</strong> volta in<br />

volta nuove linee e nuovi colori<br />

lasciando spazio enorme all’osservazione<br />

ed alla creatività se ci<br />

si vuole cimentare a ritrarre foto-<br />

graficamente questo spettacolo<br />

della natura.<br />

Per fotografare, la luce è davvero<br />

intensa, spesso bisogna aiutarsi<br />

con filtri neutri o col polarizzatore<br />

che usato saggiamente esalta le<br />

<strong>di</strong>verse stratificazioni delle dune<br />

scolpite dal vento. Ho imparato<br />

anche che, contrariamente a<br />

quanto si può immaginare, può<br />

essere più utile un teleobiettivo<br />

che un grandangolare per schiacciare<br />

i piani e comporre coi profili<br />

delle dune. Ma la capacità <strong>di</strong><br />

osservare e <strong>di</strong> capire quest’ambiente<br />

fantastico rimane la cosa<br />

fondamentale per poterlo ritrarre.<br />

Questo mi preparo ad affrontate<br />

domani quando il caldo secco ed<br />

intenso prenderà il posto della<br />

gelida notte, quando dovrò coprirmi<br />

per <strong>di</strong>fendermi dalla sabbia<br />

sottile al posto della fresca brezza,<br />

quando i miei occhi adesso<br />

spalancati ad osservare l’universo<br />

si socchiuderanno a fessura<br />

per filtrale la luce intensissima<br />

del giorno.<br />

E’ un mondo fantastico e comprendo<br />

sempre <strong>di</strong> più quei popoli<br />

che come i beduini, i tuareg o i<br />

boscimani, considerano il deserto<br />

la loro patria e non riescono a<br />

farne a meno.<br />

Le mie palpebre <strong>di</strong>ventano sempre<br />

più pesanti, e mi addormento<br />

pensando alle avventure che<br />

mi aspettano domani in questo<br />

mondo tutto da scoprire.<br />

16 17<br />

Deserto del Namib foto <strong>di</strong> Luca Policastri


STOP<br />

<strong>di</strong> Antonio Gioiello - foto Luca Policastri<br />

Il Parco Comunale, uno dei servizi pubblici più importanti <strong>di</strong> Corigliano. Frequentato<br />

giornalmente da bambini, adulti e famiglie è oggi ridotto in con<strong>di</strong>zioni<br />

pessime. Fontane chiuse, erba alta e non curata, alberi e piante secche,<br />

acqua del laghetto sporca e stagnante e ponte sfondato e chiuso per<br />

sicurezza.<br />

Inaugurato nei primi anni 2000 è stata una delle poche conquiste citta<strong>di</strong>ne,<br />

soprattutto dello Scalo che sviluppatosi in modo caotico è rimasto senza<br />

luoghi <strong>di</strong> socializzazione.<br />

L’in<strong>di</strong>fferenza verso le realtà più significative non può essere giustificato.<br />

Delle priorità, anche in perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> crisi e <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà bisogna mantenerle.<br />

Le immagini che proponiamo nel servizio <strong>di</strong> Luca Policastri vogliono mostrare<br />

l’uno e l’altro. La bellezza <strong>di</strong> questo parco, con i suoi giochi ed il suo<br />

verde, con il senso <strong>di</strong> piacere che si prova nel visitarlo; ed il brutto verso<br />

il quale sta andando: dall’ingresso, alle fontane chiuse, al ponte sfondato.<br />

Evitiamo che succeda <strong>di</strong> vedere un giorno una tabella attaccata al cancello<br />

principale con la scritta: CHIUSO.<br />

Difen<strong>di</strong>amo il bello che abbiamo. Diciamo STOP al degrado.<br />

19


20<br />

“Cose da altri mon<strong>di</strong>”<br />

BALI Offerta floreale<br />

testi e foto Marialaura Fino<br />

Atterro a Bali pochi giorni dopo la<br />

riapertura dell’aeroporto Ngurah<br />

Rai. In occasione del giorno del<br />

Silenzio, il Nyepi, celebrazione<br />

religiosa de<strong>di</strong>cata all’introspezione<br />

e alla purificazione spirituale,<br />

non si cucina, non si accende il<br />

fuoco, non si esce da casa, non<br />

si fa sesso, si osserva il silenzio<br />

e, ovvia conseguenza, il governo<br />

or<strong>di</strong>na la chiusura dell’aeroporto<br />

internazionale per ventiquattro<br />

ore. Camminando per le strade<br />

<strong>di</strong> Ubud avverto ancora l’energia<br />

dell’importante ricorrenza religiosa<br />

alla quale, in rapida successione,<br />

ne seguono altre. Si <strong>di</strong>ce<br />

che non ci sia giorno che passa<br />

in Bali senza lo svolgimento <strong>di</strong><br />

una cerimonia. I tre <strong>di</strong>versi elementi<br />

della religione balinese,<br />

Induismo, Animismo e culto degli<br />

antenati, s’intersecano in un affascinante<br />

equilibrio melo<strong>di</strong>oso.<br />

Nell’isola indonesiana il ritmo<br />

delle danze esalta l’armoniosa<br />

convivenza dell’uomo moderno<br />

con le tra<strong>di</strong>zioni.<br />

Il sole sorge con l’offerta <strong>di</strong> un<br />

piccolo e grazioso cestino <strong>di</strong> fiori<br />

Una cerimonia<br />

al giorno toglie il caos <strong>di</strong> torno<br />

colorati. Un bastoncino d’incenso<br />

profumato, inebriando l’aria, conduce<br />

le preghiere in cielo, misto al<br />

profumo <strong>di</strong> frangipani bianco con<br />

il quale le donne adornano le loro<br />

acconciature. Oltre ai rituali fondamentali<br />

legati al ciclo della vita,<br />

ossia la nascita (la cui ricorrenza<br />

Frecce <strong>di</strong> saggezza balinese<br />

è festeggiata ogni 210 giorni), la<br />

pubertà, il matrimonio e la morte,<br />

ogni balinese è sottoposto alla limatura<br />

dei canini per allontanare<br />

cupi<strong>di</strong>gia, ira, avarizia e invi<strong>di</strong>a.<br />

Parenti e amici prendono parte<br />

anche alla cerimonia durante la<br />

quale il bambino tocca per la pri-<br />

Guerriero della Luce<br />

ma volta la terra, tre mesi dopo la<br />

nascita. Ancora, ogni trentacinque<br />

giorni i balinesi onorano gli<br />

alberi da frutto, qualsiasi oggetto<br />

<strong>di</strong> metallo (recentemente anche<br />

macchine e moto), e gli animali<br />

domestici. A questo si aggiungono<br />

i festeggiamenti per l’anniversario<br />

della fondazione dei templi<br />

religiosi (almeno tre per ogni villaggio)<br />

e le celebrazioni delle fasi<br />

lunari.<br />

Mi chiedo il perché <strong>di</strong> queste continue<br />

celebrazioni, la ragione del<br />

costante susseguirsi <strong>di</strong> un rituale<br />

dopo l’altro a Bali. Sono a Kintamani,<br />

il maggiore tempio balinese<br />

de<strong>di</strong>cato al culto dell’acqua. Sul<br />

fondo del vulcano Batur la luna<br />

piena si riflette nel lago. In<br />

questo paesaggio surreale<br />

mi offrono una risposta oltre<br />

300 guerrieri della luce<br />

che ammiro danzare incantata<br />

in cima al cratere. La<br />

credenza car<strong>di</strong>nale attorno<br />

alla quale ruota la cultura<br />

balinese è l’esistenza <strong>di</strong> poli<br />

opposti e complementari.<br />

Non c’è vita senza morte,<br />

notte senza giorno, gioia<br />

senza dolore, acqua senza<br />

fuoco, bianco senza nero,<br />

Bene senza Male. Tuttavia,<br />

lasciato a se stesso, il mondo<br />

cadrebbe nel <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne<br />

perché l’incontro degli opposti<br />

genera conflitto. Ecco<br />

il ruolo <strong>di</strong>vino dell’uomo<br />

che, attraverso il rituale, quoti<strong>di</strong>anamente,<br />

ricostituisce l’equilibrio<br />

universale non solo per se stesso,<br />

ma per il villaggio, per Bali e<br />

per il mondo intero. Il rito religioso<br />

ha un effetto temporaneo ed è<br />

questo il motivo della sua costante<br />

ripetizione per il mantenimento<br />

dell’or<strong>di</strong>ne cosmico. La danza e<br />

la musica tra<strong>di</strong>zionali raccontano<br />

in maniera incantevole il Tutto in<br />

cui gli opposti si fondono in armonia.<br />

Nella rappresentazione<br />

mitologica balinese, Rangda,<br />

personificazione del Male, allontanandosi<br />

consegna a Barong,<br />

raffigurazione del Bene, un arco<br />

e una freccia che rappresentano<br />

la saggezza. Di questa saggezza<br />

sono custo<strong>di</strong> gli abitanti <strong>di</strong> Bali.<br />

Nella filosofia orientale, la lotta tra<br />

Bene e Male si ricompone nell’umana<br />

accettazione della loro<br />

necessaria coesistenza terrena.<br />

A Bali riscopro Tiziano Terzani.<br />

In una delle ultime interviste, il<br />

grande giornalista italiano riflette<br />

sul senso perduto dell’armonia<br />

degli opposti in Occidente. “Non<br />

c’è sofferenza senza piacere.<br />

Solo quando capisci questo go<strong>di</strong><br />

del piacere e accetti la sofferenza…<br />

Noi che perseguiamo il piacere<br />

in ogni modo non accettiamo<br />

che la nostra vita abbia in sé<br />

la sofferenza”, afferma Terzani.<br />

Forse questo il senso del nostro<br />

costante <strong>di</strong>sequilibrio.<br />

21


Voce alla<br />

matematica<br />

Premi e riconoscimenti per<br />

i ragazzi del Liceo Scientifico<br />

<strong>di</strong> Corigliano alle olimpia<strong>di</strong><br />

della matematica 2012<br />

<strong>di</strong> Ilaria Marino<br />

Anche quest’anno il Liceo <strong>di</strong> Corigliano ha aderito<br />

alle Olimpia<strong>di</strong> <strong>di</strong> Matematica, giunti alla XXVIII e<strong>di</strong>zione.<br />

Con viva sod<strong>di</strong>sfazione del Dirigente Scolastico,<br />

Pietro Antonio Maradei, e del prof. Giuseppe<br />

Madeo, coor<strong>di</strong>natore e responsabile della gara, i<br />

nostri studenti si sono ben <strong>di</strong>stinti sia nelle prove<br />

in<strong>di</strong>viduali che in quelle a squadre.<br />

Tra gli studenti che hanno conseguito i punteggi<br />

migliori nella prima prova in<strong>di</strong>viduale, il merito<br />

<strong>di</strong> prima classificata dell’Istituto va ad Alessandra<br />

Piluso. Per quanto riguarda la seconda fase della<br />

prova in<strong>di</strong>viduale, il nostro Liceo ha avuto anche<br />

l’onere <strong>di</strong> accogliere parte degli studenti partecipanti,<br />

provenienti dalle scuole della provincia <strong>di</strong> Cosenza.<br />

Grazie all’impegno del professore Madeo e<br />

<strong>di</strong> alcuni studenti interni al nostro Istituto, si è potuto<br />

ospitare circa 100 concorrenti, che hanno svolto<br />

con or<strong>di</strong>ne e regola la prova assegnatagli.<br />

In questa fase alcuni studenti del liceo, supportati<br />

anche dai propri docenti (i professori Plastina, Sosto,<br />

Sommario, Curcio, Ferrari, De Franco, Manna),<br />

hanno <strong>di</strong>mostrato le loro capacità, in termini sia <strong>di</strong><br />

conoscenze sia <strong>di</strong> competenze, raggiungendo risultati<br />

più che sod<strong>di</strong>sfacenti. Tra questi, Luigi Favaro,<br />

Alessandro Piro, Antonio Fino e Alessandra<br />

Piluso sono stati premiati con la medaglia <strong>di</strong> bronzo<br />

nelle gare in<strong>di</strong>viduali, mentre, Antonio Polino, totalizzando<br />

61 punti, il punteggio più alto della provincia<br />

<strong>di</strong> Cosenza, ha conquistato la medaglia d’oro e<br />

il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> partecipare, con altri due studenti della<br />

provincia, Alessandro Acri e Giuseppe Arcuri, alla<br />

Finale Nazionale che si svolgerà dal 3 al 6 maggio<br />

2012 a Cesenatico, indetta dal Ministero della P.I.<br />

in collaborazione con la Scuola Normale <strong>di</strong> Pisa.<br />

Nell’ambito della gara provinciale a squadre l’allieva<br />

Piluso ha, poi, ricoperto anche il ruolo <strong>di</strong> capitano,<br />

avvalendosi della collaborazione <strong>di</strong> Davide<br />

Aversente, Serena Bona<strong>di</strong>o, Pietro Avolio e Antonio<br />

Polino. Sotto il buffo appellativo <strong>di</strong> “Arrangiati”,<br />

il gruppo ha superato brillantemente le tre manches<br />

che costituivano la gara a squadre, classificandosi<br />

al primo posto con ben 175 punti, un punteggio ritenuto<br />

molto alto, e <strong>di</strong>stanziando <strong>di</strong> 72 punti i secon<strong>di</strong><br />

classificati.<br />

I primi classificati delle fasi provinciali a squadre<br />

sono stati premiati il giorno 14 aprile c.a., a Castrovillari,<br />

dal preside Maradei che ha consegnato loro,<br />

con gioia e sod<strong>di</strong>sfazione, la coppa. Nell’occasione,<br />

il Dirigente Scolastico ha voluto sottolineare il<br />

ruolo fondamentale che ricopre il Liceo Scientifico<br />

<strong>di</strong> Corigliano nella formazione <strong>culturale</strong> e morale<br />

<strong>di</strong> quei giovani che, un domani, saranno <strong>di</strong>rigenti<br />

e professionisti nella nostra società. Durante l’incontro,<br />

il professore Roberto Musmanno, docente<br />

<strong>di</strong> Logistica dell’Unical, ha tenuto ai ragazzi una interessante<br />

relazione, dal titolo “Da grande farò il<br />

modello”, sulle applicazioni dei modelli matematici<br />

ai sistemi informatici e alle nuove tecnologie.<br />

Via S. Stefano, 80/82 - Corigliano Scalo - Tel. 0983.032689 - giorlando2004@libero.it<br />

2012: ricorrenze da non <strong>di</strong>menticare<br />

<strong>di</strong> Enzo Cumino<br />

1552:<br />

nasce Matteo Persiani<br />

Nato a Corigliano nel 1552,<br />

Matteo Persiani consegue<br />

la laurea in Diritto a Napoli e<br />

quella in Teologia a Roma. Entra<br />

nell’Or<strong>di</strong>ne dei Frati Cappuccini ed affronta<br />

la vita religiosa a con zelo ed operosità. Per le<br />

Chiesa <strong>di</strong> S. Anna o <strong>di</strong> S. Maria <strong>di</strong> Loreto (grafica <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>a Pedace)<br />

sue doti umane e per i suoi stu<strong>di</strong> giuri<strong>di</strong>ci, viene<br />

nominato dal papa Urbano VIII Visitatore e<br />

Commissario Apostolico del monastero basiliano<br />

del Patire, col compito <strong>di</strong> rendere maggiormente<br />

rigorosi i costumi dei monaci. Successivamente,<br />

per una controversia sorta tra i Basiliani e l’Arcivescovo<br />

<strong>di</strong> Rossano, mons. Torelli, il Persiani<br />

viene nominato Delegato Apostolico e risolve il<br />

tutto con garbo e cristiana fermezza.<br />

Si deve al Persiani la costruzione della chiesa<br />

<strong>di</strong> S. Anna o S. Maria <strong>di</strong> Loreto e dell’annesso<br />

convento dei Cappuccini (oggi, Ospedale Civile<br />

“G. Compagna”), una delle opere più significative<br />

del patrimonio religioso, architettonico e <strong>culturale</strong><br />

<strong>di</strong> Corigliano. Dalla Spagna, dove si reca<br />

come confessore del card. Zapata, porta in Corigliano<br />

il famoso busto in creta policroma dell’Ecce<br />

Homo, tra le opere d’arte più notevoli della<br />

chiesa <strong>di</strong> S. Anna.<br />

Per il suo zelo e per la sua dottrina viene eletto<br />

Ministro Provinciale dell’Or<strong>di</strong>ne (1598). Uomo <strong>di</strong><br />

cultura, poeta e scrittore, pubblica un libro ormai<br />

introvabile dal titolo Pre<strong>di</strong>che, overo Quaresimale,<br />

stampato in Cosenza da Andrea Riccio nel<br />

1594. Di altre 9 opere manoscritte restano solo<br />

i titoli.<br />

In possesso <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> qualità oratorie, risulta essere<br />

uno dei più vali<strong>di</strong> pre<strong>di</strong>catori dell’epoca della<br />

Provincia Cappuccina cosentina.<br />

Denominato l’Anacoreta della Calabria, dopo 78<br />

anni vissuti nel suo Or<strong>di</strong>ne e in mezzo al popolo,<br />

per la <strong>di</strong>ffusione della Parola <strong>di</strong> Dio, il p. Matteo<br />

Persiani muore il 17-7-1649,<br />

quasi centenario, dopo aver<br />

vissuto in maniera frugale, sostentandosi<br />

con “legumi, erbe<br />

e cibi modesti”. Racconta l’Amato,<br />

nella sua Crono-istoria<br />

<strong>di</strong> Corigliano Calabro (1884),<br />

che il buon frate “si pre<strong>di</strong>sse<br />

il dì della sua morte, prima del<br />

quale fu veduto uscire dalla<br />

sua cella con grande splendore”.<br />

Padre Matteo Persiani, per<br />

doti <strong>di</strong> pietà e <strong>di</strong> cultura, resta<br />

tra i figli più cari della sua Città,<br />

nonché modello per quanti<br />

si avviano ad intraprendere il<br />

<strong>di</strong>fficile cammino della vita religiosa.<br />

1642:<br />

nasce Pier Tommaso Pugliesi<br />

Il 17-3-1642 nasce Pier Tommaso Pugliesi, il<br />

primo stu<strong>di</strong>oso della storia <strong>di</strong> Corigliano. A proposito<br />

della sua nascita, è bene ricordare che i<br />

cultori <strong>di</strong> storia locale, e non solo, a partire dal<br />

1884, anno <strong>di</strong> pubblicazione della Crono-istoria<br />

<strong>di</strong> Corigliano Calabro, avevano accettato la data<br />

<strong>di</strong> nascita proposta dall’autore, Giuseppe Amato,<br />

cioè il 1620.<br />

Chi scrive queste note, però, nell’accostarsi alla<br />

figura e all’opera del Pugliesi, si poneva delle domande:<br />

come mai il Pugliesi iniziava la sua attività<br />

letteraria soltanto nel 1693, alla veneranda<br />

età <strong>di</strong> 73 anni? Come era possibile che egli si<br />

de<strong>di</strong>casse alla Storia della sua Città soltanto nel<br />

1707, cioè all’età <strong>di</strong> 87 anni? Era possibile che<br />

scrivesse ancora nel 1712, anno <strong>di</strong> pubblicazione<br />

della sua ultima opera, la Praxis…, all’età <strong>di</strong><br />

92 anni?<br />

Alla luce <strong>di</strong> queste perplessità, in più occasioni<br />

23


24<br />

(ed in particolare nel 1997 e nel 2008), l’autore<br />

<strong>di</strong> questo articolo ha cercato <strong>di</strong> dare una risposta<br />

sod<strong>di</strong>sfacente ed esaustiva al problema. Dopo<br />

ricerche appassionate ed affascinanti negli archivi<br />

parrocchiali <strong>di</strong> Corigliano, l’enigma è stato<br />

sciolto.<br />

L’Atto <strong>di</strong> Battesimo, scoperto e consultato presso<br />

l’Archivio parrocchiale della chiesa <strong>di</strong> S. Pietro,<br />

risulta essere il dato storico più rilevante portato<br />

alla luce da chi scrive, nel corso della sua<br />

lunga attività <strong>di</strong> cultore <strong>di</strong> memorie storiche. Tale<br />

dato, infatti, porta avanti le lancette dell’orologio<br />

relativo alla nascita del Pugliesi <strong>di</strong> ben 22 anni!<br />

Nato il 17-3-1642 e battezzato col nome <strong>di</strong> Leonardo<br />

due giorni dopo, cioè il 19 dello stesso<br />

mese, il Pugliesi nel 1660 entra nell’Or<strong>di</strong>ne dei<br />

Carmelitani, scegliendo il nome <strong>di</strong> Pier Tommaso.<br />

Dopo aver completato la sua formazione religiosa<br />

e scientifica a Napoli (Laurea in Diritto) e<br />

a Roma (Laurea in Sacra Teologia), il Pugliesi<br />

torna a Corigliano e inizia il suo lungo cammino<br />

<strong>di</strong> uomo <strong>di</strong> fede e <strong>di</strong> cultura, nel convento del<br />

Carmine (oggi, in parte restaurato), posto ai pie<strong>di</strong><br />

del paese.<br />

Tra i Carmelitani della sua Città, il dotto frate si<br />

fa notare ben presto per pietà religiosa, doti in-<br />

tellettive, capacità organizzative, qualità oratorie.<br />

Proprio in virtù <strong>di</strong> tutto questo, i Superiori gli affidano<br />

vari incarichi, delicati e prestigiosi insieme.<br />

Nel convento <strong>di</strong> Corigliano, sede <strong>di</strong> Scriptorium,<br />

il Nostro insegna Diritto canonico e ricopre il delicato<br />

incarico <strong>di</strong> Prefetto agli Stu<strong>di</strong>. Più volte è Definitore<br />

Generale dei Carmelitani, Esaminatore e<br />

Teologo dell’arcivescovo <strong>di</strong> Rossano, Visitatore<br />

e Commissario dell’Or<strong>di</strong>ne, Commissario Generale<br />

dei Carmelitani del convento <strong>di</strong> Corigliano,<br />

per ben tre volte Ministro Provinciale dell’Or<strong>di</strong>ne<br />

(1680-1684; 1684-1688; 1692-1695).<br />

Scrittore e storico, nel ventennio che va dal 1693<br />

al 1712, lo stu<strong>di</strong>oso calabrese pubblica ben 14<br />

opere, che trattano <strong>di</strong> storia e <strong>di</strong> teologia. Il suo<br />

capolavoro è il volume Antiquae calabriensis<br />

Provinciae, Or<strong>di</strong>nis Carmelitarum exor<strong>di</strong>a et progressus<br />

(Origini e sviluppo dell’antica Provincia<br />

calabrese dell’Or<strong>di</strong>ne dei Carmelitani), pubblicato<br />

nel 1696. Il libro più caro ai suoi concitta<strong>di</strong>ni<br />

resta il volume Istoria apologetica dell’antica<br />

Ausonia, oggi detta Corigliano (1707), prima<br />

riflessione storica sulla Città, punto fermo della<br />

storiografia locale e punto <strong>di</strong> partenza per chiunque<br />

voglia affrontare in maniera seria le origini,<br />

lo sviluppo e l’evoluzione storica <strong>di</strong> Corigliano nei<br />

secoli.<br />

Quando, tra il 1670 ed il 1680, nasce nella Città<br />

l’Accademia degli Oziosi (il cui fondatore è un allievo<br />

del Nostro, cioè Francesco Maria Saluzzo,<br />

figlio del feudatario del luogo), il Pugliesi ne è<br />

sicuramente l’ispiratore ed il garante.<br />

Il dotto Carmelitano muore probabilmente tra<br />

il 1713 ed il 1715. A quanti, ancora oggi, in un<br />

contesto <strong>sociale</strong> così <strong>di</strong>fficile, abbrutito dalla barbarie<br />

dell’egoismo e dell’arrivismo, immiserito<br />

dall’anteporre l’avere all’essere, oscurato dalla<br />

pre<strong>di</strong>lezione dell’apparire a scapito della realtà<br />

vera, hanno a cuore i valori della cultura ed il<br />

bene della comunità in cui vivono possa riuscire<br />

gra<strong>di</strong>to questo breve saggio, attraverso il quale<br />

si è voluto mettere in risalto la figura e l’opera <strong>di</strong><br />

un uomo che ha illustrato il Carmelo calabrese,<br />

la Città <strong>di</strong> Corigliano e la cultura meri<strong>di</strong>onale.<br />

1952:<br />

muore Pasquale Leonetti<br />

Nato a Corigliano il 30-9-1880 e battezzato col<br />

nome <strong>di</strong> Pasquale Rosario, il Leonetti mostra,<br />

sin da piccolo, vivace intelligenza ed amore per<br />

lo stu<strong>di</strong>o. Insieme col fratello Francesco (1876-<br />

1957), frequenta il prestigioso Ginnasio “G. Garopoli”<br />

<strong>di</strong> Corigliano e, per merito, i due ottengono<br />

l’esenzione delle tasse scolastiche; nel<br />

1897, il Comune gli accorda un sussi<strong>di</strong>o annuo<br />

<strong>di</strong> 200 lire, il che gli consente <strong>di</strong> completare gli<br />

stu<strong>di</strong> classici presso il Liceo “T. Tasso” <strong>di</strong> Salerno.<br />

Prosegue gli stu<strong>di</strong> a Roma, grazie ad una<br />

borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> accordatagli dal legato Pezzullo,<br />

una donazione istituita per consentire gli stu<strong>di</strong><br />

universitari ai giovani della provincia <strong>di</strong> Cosenza.<br />

Nel 1903, si laurea a Roma in Lettere Classiche.<br />

Nello stesso anno pubblica la sua prima opera:<br />

Sull’arte del verso popolare italiano.<br />

Inizia la sua attività <strong>di</strong> docente nei Ginnasi e pubblica<br />

le sue prime poesie su riviste e perio<strong>di</strong>ci letterari,<br />

come Il Fanfulla e La Domenica Letteraria;<br />

collabora perio<strong>di</strong>camente anche sui perio<strong>di</strong>ci locali:<br />

Il Popolano, <strong>di</strong>retto da Francesco Dragosei<br />

e Il Monitore <strong>di</strong> Costabile Gui<strong>di</strong>.<br />

Dopo la fine della Prima Guerra Mon<strong>di</strong>ale, si<br />

afferma, a livello nazionale, come critico letterario,<br />

filologo, grammatico, stu<strong>di</strong>oso <strong>di</strong> metrica.<br />

I suoi stu<strong>di</strong> critici su Dante (1921), Antonio Canova<br />

(1923), A. Manzoni (1926), F. De Sanctis<br />

(1934) e, in particolare, gli acuti e severi stu<strong>di</strong><br />

filologico-estetici sulle trage<strong>di</strong>e <strong>di</strong> Vittorio Alfieri<br />

(1931 – 1932 – 1933) lo impongono all’attenzione<br />

dell’ambiente letterario italiano dell’epoca. I<br />

suoi saggi critici appaiono anche su riviste spe-<br />

Pasquale Leonetti con la moglie Maria Ravagli<br />

cializzate, come la Rivista Letteraria <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne e<br />

Aspetti Letterari <strong>di</strong> Napoli.<br />

Accanto alla figura del critico e dello stu<strong>di</strong>oso <strong>di</strong><br />

lingua italiana e latina, è bene evidenziare il Leonetti<br />

poeta, che si rivela attraverso varie raccolte<br />

<strong>di</strong> liriche: Dal cuore e dal mistero (1933); Canto<br />

umano (1934); Sinfonia della notte (1935). Il poeta<br />

si fa notare, oltre che per l’eleganza descrittiva<br />

e per la profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> immagini, anche per una<br />

commossa partecipazione sentimentale alle vicende<br />

dell’uomo. Tuttavia, il Leonetti risulta essere<br />

soprattutto grande critico letterario, al punto<br />

da essere annoverato, ancor oggi, tra i maggiori<br />

stu<strong>di</strong>osi del teatro alfieriano.<br />

Nel contempo, vertici altrettanto prestigiosi il<br />

Leonetti consegue nel campo delle opere squisitamente<br />

<strong>di</strong>dattiche, con stu<strong>di</strong> impareggiabili sulla<br />

grammatica e la sintassi, sulla retorica e la stilistica,<br />

sulla metrica e l’analisi logica, pagine che<br />

scaturiscono anche dal quoti<strong>di</strong>ano, vivo e sentito,<br />

impegno scolastico.<br />

Pasquale Leonetti termina l’attività <strong>di</strong> docente<br />

presso il glorioso Liceo Classico “Vittorio Emanuele”<br />

<strong>di</strong> Napoli. E qui, col conforto dei familiari<br />

e dei numerosi <strong>di</strong>scepoli, si conclude la sua esistenza<br />

umana il 10 aprile 1952.<br />

A lui è intitolata la Scuola Me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Schiavonea<br />

(D.M. 18-7-1980).<br />

M° Alfredo Cumino<br />

IMPARTISCE LEZIONI<br />

DI CHITARRA<br />

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25


Il mio arrivo<br />

a Corigliano<br />

“Il paese poteva essere<br />

raggiunto solo con una<br />

carrozzella al prezzo<br />

<strong>di</strong> cento lire”<br />

<strong>di</strong> Anna De Paola Policastri<br />

Avevo da poco compiuto venti anni e, in quei<br />

tempi la maggiore età si raggiungeva a ventuno.<br />

Per ubbi<strong>di</strong>enza a mio padre ero scesa a Cosenza<br />

per svolgere il tema scritto del concorso magistrale.<br />

Ero convinta <strong>di</strong> non superarlo dato che una percentuale<br />

dei posti era riservata a reduci e sinistrati<br />

<strong>di</strong> guerra. Tornai il giorno stesso a Roma e<br />

ripresi le mie attività. Davo lezioni private e frequentavo<br />

corsi serali <strong>di</strong> lingua, dattilografia e stenografia<br />

che mi avrebbero consentito <strong>di</strong> trovare<br />

lavoro.<br />

A <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> mesi, avendo superato lo scritto,<br />

venni convocata a Cosenza per l’orale. Per non<br />

avere scrupoli <strong>di</strong>e<strong>di</strong> una ripassata ai programmi<br />

“Cronache dal passato”<br />

d’italiano e pedagogia svolti due anni prima per<br />

il <strong>di</strong>ploma e scesi a Cosenza. Risposi con una<br />

certa sicurezza alle domande della commissione<br />

esaminatrice e tornai a Roma. Continuai a<br />

prepararmi per lavori che ritenevo più congeniali,<br />

ma dopo qualche mese mi giunse una lettera<br />

dal provve<strong>di</strong>torato con l’elenco delle se<strong>di</strong> ancora<br />

libere per i vincitori <strong>di</strong> concorso. Dovevo, in or<strong>di</strong>ne<br />

<strong>di</strong> preferenza, elencare <strong>di</strong>eci se<strong>di</strong>. Notai che<br />

quelle libere erano tutte sul versante ionico dato<br />

che quelle sul tirreno, meglio collegate, erano<br />

già state assegnate. Poco entusiasta cominciai<br />

a spulciare sulla Treccani notizie sulle se<strong>di</strong> libere<br />

dando la preferenza ai centri più gran<strong>di</strong> e spe<strong>di</strong>i<br />

l’elenco. Non avevo alternative dato che si trattava<br />

<strong>di</strong> un lavoro sicuro e mi consolavo al pensiero<br />

che avrei sempre potuto rinunciare o trasferirmi.<br />

Nel gennaio del ‘49 mi fu comunicato che il quin<strong>di</strong>ci<br />

febbraio dovevo, alle ore un<strong>di</strong>ci, presentarmi<br />

alla <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong>dattica <strong>di</strong> Corigliano per prendere<br />

servizio. Non avendo via d’uscita rior<strong>di</strong>nai le mie<br />

cose e cominciai a prepararmi ad intraprendere<br />

il viaggio per la Calabria. Con un po’ <strong>di</strong> magone<br />

presi il treno e, dopo una notte <strong>di</strong> viaggio, a Paola<br />

salii sull’accelerato per Cosenza. Il trenino a cremagliera,<br />

sferragliando si fermava alle stazioncine<br />

<strong>di</strong> piccoli paesi che guardavo dal finestrino.<br />

Mi piacque San Fili, lungo e stretto. A Cosenza<br />

pensai <strong>di</strong> essere quasi giunta a destinazione<br />

ma, ancora una volta dovetti cambiar treno. Non<br />

conoscevo questa zona d’Italia e, desiderosa <strong>di</strong><br />

essere puntuale, salii sul primo accelerato per<br />

Sibari. Scesi alla stazione <strong>di</strong> Corigliano quasi deserta<br />

e, ignara <strong>di</strong> cosa avrei dovuto affrontare,<br />

cercai <strong>di</strong> non farmi prendere dallo sconforto.<br />

In fondo alla strada antistante la stazione sulla<br />

destra intravi<strong>di</strong> l’insegna <strong>di</strong> un bar. Entrai per<br />

prendere un caffè e domandare come arrivare<br />

alla scuola. Mi fu detto che il paese <strong>di</strong>stava circa<br />

cinque chilometri. Mi sentivo osservata dalle poche<br />

persone fuori del bar. Erano tutti uomini sicuramente<br />

incuriositi dalla mia presenza in quei<br />

luoghi. Stanca per il viaggio e, stretta nel mio<br />

cappotto beige chiesi ad uno <strong>di</strong> essi dove potevo<br />

prendere un taxi. “Chi <strong>di</strong>cia chissa? Chi ba<br />

truvannu?”, ero solo oggetto <strong>di</strong> curiosità. Tenendo<br />

d’occhio il bagaglio rientrai nel bar dove mi fu<br />

chiarito che, a quell’ora il paese poteva essere<br />

raggiunto solo con una carrozzella già prenotata<br />

da un signore al prezzo <strong>di</strong> cento lire. Mi rivolsi<br />

a lui facendo la proposta <strong>di</strong> <strong>di</strong>videre il costo del<br />

percorso avendo l’esigenza <strong>di</strong> raggiungere il paese.<br />

La proposta fu accettata ed io, abituata al<br />

riserbo <strong>di</strong> quei tempi, dopo un corretto ringraziamento,<br />

salii in carrozza e lungo il percorso non<br />

scambiai alcuna parola col compagno <strong>di</strong> tragitto.<br />

Mi <strong>di</strong>strassi ammirando i bellissimi aranceti che<br />

fiancheggiavano la strada, le belle collinette con<br />

contorti ulivi e, subito dopo il paese arroccato<br />

all’imponente castello. Dopo Torrelunga sul ponte<br />

fui affascinata dalla can<strong>di</strong>da biancheria stesa<br />

lavandaie intente a lavare i bucati approfittando<br />

della bella giornata.<br />

Lungo il percorso solo qualche asinello carico <strong>di</strong><br />

legna stimolato da conta<strong>di</strong>ni stretti nei neri mantelli,<br />

qualche gregge in lontananza, poi su per la<br />

salita fino ai Pignatari. Davo qualche sguardo<br />

all’orologio finchè l’auriga si fermò poco più su<br />

dell’attuale bar Ariston. Capii che non si andava<br />

oltre e un po’ timorosa guardai <strong>di</strong>ffidente due<br />

personaggi particolari che si offrivano <strong>di</strong> portare<br />

il mio bagaglio. Seppi col tempo che si trattava<br />

<strong>di</strong> Giovanni “u Vavusu” e Luigi “u Ciuoto”. Li seguii<br />

fino a casa del signor Carlo Cimino (che loro<br />

ben conoscevano) per cui avevo una lettera <strong>di</strong><br />

presentazione e nella casa del quale avrei avuto<br />

l’opportunità d’incontrare la professoressa Pina<br />

Garoalo che, stipen<strong>di</strong>ata dal comune insegnava<br />

presso la scuola me<strong>di</strong>a Garopoli. La signora Cimino<br />

mi accolse cortesemente, mi <strong>di</strong>sse che <strong>di</strong><br />

lì a poco sarebbero rientrati il marito dalla banca<br />

e la professoressa sua ospite per il pranzo. Fu<br />

la prima persona sorridente e <strong>di</strong>sponibile che in<br />

una Corigliano d’altri tempi mi fece fare un sospiro<br />

<strong>di</strong> sollievo. Lasciai pressi <strong>di</strong> lei il mio bagaglio<br />

e fui accompagnata dalla domestica sordomuta<br />

al vicino plesso Clarisse. Ero già in ritardo e rimuginavo<br />

fra me parole <strong>di</strong> scuse quando, introdotta<br />

in <strong>di</strong>rezione, mi trovai <strong>di</strong> fronte il compagno<br />

<strong>di</strong> viaggio in carrozzella.<br />

Seppi così che si trattava del <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong>dattico<br />

Ramaglia che due giorni alla settimana prestava<br />

26 sulle sponde del Coriglianeto e dal canto delle servizio nella scuola elementare.<br />

27<br />

Anna De Paola Policastri con due alunne a Schiavonea<br />

Con la collega Franca Scarcella e le rispettive scolaresche


28<br />

Festeggiato il decennale d’attività del<br />

Centro <strong>di</strong> Salute Mentale <strong>di</strong> Corigliano<br />

Nonostante le <strong>di</strong>fficoltà<br />

il personale cerca <strong>di</strong> fare<br />

fronte alle richieste<br />

<strong>di</strong> tutta l’utenza<br />

testo e foto <strong>di</strong> Angela De Giacomo<br />

Giovedì 15 Marzo 2012 in via Montessori a Corigliano<br />

Scalo, nuova sede del Centro <strong>di</strong> Salute Mentale<br />

<strong>di</strong> Corigliano Calabro, si sono celebrati i 10 anni <strong>di</strong><br />

attività dell’ente, caratterizzati dal raggiungimento <strong>di</strong><br />

importanti traguar<strong>di</strong>.<br />

Il Centro <strong>di</strong> Salute Mentale opera nell’ambito del <strong>di</strong>stretto<br />

sanitario <strong>di</strong> base locale, che consta <strong>di</strong> 45.922<br />

abitanti residenti<br />

nei<br />

5 comuni<br />

<strong>di</strong> Corigliano<br />

Calabro,<br />

San Cosmo<br />

Albanese,<br />

San Giorgio<br />

Albanese,<br />

Vaccarizzo<br />

Albanese e<br />

San Demetrio<br />

Corone,<br />

effettuando<br />

interventi che<br />

mirano alla<br />

prevenzione,<br />

cura e reintegrazionesocio-familiare<br />

<strong>di</strong> tutti coloro<br />

i quali esprimono<br />

un <strong>di</strong>sagio<br />

psichico.<br />

“Dal lontano 15 Marzo 2002, ad oggi, molti sono stati i<br />

risultati ottenuti”, spiega il dott. Fedele De Novellis; al<br />

momento della istituzione del servizio nei vecchi locali<br />

siti in Schiavonea, infatti, il personale era costituito,<br />

appunto, dal dott. Fedele De Novellis con funzione <strong>di</strong><br />

referente (ora responsabile Sos, con attività <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione<br />

e organizzazione dell’intera struttura), e dalla<br />

dott.ssa Rita Ficociello, più due infermieri: Adriana Di<br />

Giano e Tullio Schifini. Attualmente il personale me<strong>di</strong>co<br />

in sevizio è costituito da quattro unità, che effettuano<br />

130 ore settimanali, oltre al dott. De Novellis,<br />

collaborano la dott.ssa Clau<strong>di</strong>a Loiacono, la dott.ssa<br />

Isabella Petrone e la dott.ssa Costanza Fonsi. Operano<br />

poi, lo psicologo Antonio Gioiello e l’assistente<br />

<strong>sociale</strong> dott.ssa Grazia Vulcano. Al corpo infermieristico<br />

si sono aggiunti Francesco Aiello (coor<strong>di</strong>natore)<br />

e Raffaele Romano.<br />

Nello specifico il personale del centro così composto<br />

eroga prestazioni quali: visite specialistiche ambulatoriali<br />

con eventuale presa in carico, accoglienza<br />

e informazione, interventi domiciliari infermieristici<br />

e d’equipe, colloqui <strong>di</strong> sostegno in<strong>di</strong>viduali e familiari,<br />

psico<strong>di</strong>agnostica, psicoterapia in<strong>di</strong>viduale e <strong>di</strong><br />

gruppo, accertamenti me<strong>di</strong>co legali, interventi socioassistenziali<br />

<strong>di</strong> sostegno e <strong>di</strong> segretariato <strong>sociale</strong>,<br />

pre<strong>di</strong>sposizioni e proposte <strong>di</strong> ricovero, attività psicoeducazionali<br />

e <strong>di</strong> supporto alla famiglia, consulenza e<br />

collegamenti con i me<strong>di</strong>ci generici (Mmg) e il servizio<br />

tossico<strong>di</strong>pendenze (Sert).<br />

Alla nuova sede, che presenta centralità territoriale,<br />

decoro e idoneità funzionale, è annesso il Centro<br />

Diurno, croce e delizia del centro <strong>di</strong> salute mentale.<br />

Si tratta <strong>di</strong> un importante strumento riabilitativo, una<br />

struttura semiresidenziale,<br />

prevista dal<br />

Pon 1998-<br />

2000, la cui<br />

funzione è essenziale<br />

<strong>di</strong>ce<br />

il dott. De Novellis:“Laddove<br />

esiste una<br />

realtà psichiatrica,<br />

non<br />

può non esser<br />

attivo un<br />

centro <strong>di</strong>urno,<br />

altrimenti non<br />

avrebbe senso<br />

il lavoro<br />

fatto a monte<br />

con i nostri<br />

pazienti”.<br />

Questa struttura<br />

rivolge<br />

la propria attenzione a quei soggetti che superate le<br />

acuzie , si trovano in una fase <strong>di</strong> bassa sintomatologia<br />

o residualità del <strong>di</strong>sturbo e che necessitano <strong>di</strong> ristabilire<br />

il proprio percorso esistenziale. Tale progetto<br />

non trova ancora sbocco per via delle esigue risorse<br />

umane, per rendere attivo il centro <strong>di</strong>urno basterebbero<br />

2 unità infermieristiche e una unità me<strong>di</strong>ca. Al<br />

momento, per avviare il progetto riabilitativo, l’attuale<br />

<strong>di</strong>rezione generale Asp (azienda sanitaria provinciale)<br />

ha pre<strong>di</strong>sposto un avviso <strong>di</strong> mobilità interna, basterà?<br />

Altro obiettivo chiave del centro <strong>di</strong> salute mentale è<br />

la costituzione <strong>di</strong> uno Sportello Adolescenza (Sp.Ad),<br />

la cui realizzazione ha mostrato <strong>di</strong>fficoltà per via della<br />

mancanza <strong>di</strong> sinergie tra le varie agenzie, necessitando<br />

tale progetto della compartecipazione dell’unità <strong>di</strong><br />

neuropsichiatria infantile (Npi) e del Sert.<br />

Nonostante le <strong>di</strong>fficoltà, i numeri sono consistenti: nel<br />

2002 i pazienti che si rivolsero al Csm <strong>di</strong> Corigliano<br />

furono 476 con conseguente erogazione <strong>di</strong> 1812 pre-<br />

stazioni ambulatoriali e 82 interventi domiciliari. Negli<br />

ultimi tre anni sono in 1500 all’anno che chiedono assistenza,<br />

si tratta <strong>di</strong> pazienti provenienti principalmente<br />

dal <strong>di</strong>stretto sanitario <strong>di</strong> base <strong>di</strong> Corigliano (71,5%);<br />

con <strong>di</strong>agnosi per il 31.6% <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi affettivi (<strong>di</strong> cui il<br />

20.7% è affetto da depressione maggiore e il 10% da<br />

<strong>di</strong>sturbo bipolare); <strong>di</strong>sturbi d’ansia il 21.8%; <strong>di</strong>sturbi<br />

dell’adattamento il 18.2% e psicosi il 16.8%.<br />

Attualmente, in relazione ai dati trasmessi dal Csm, si<br />

effettuano circa 3731 visite psichiatriche e psicologiche<br />

all’anno; 752 prime visite, 406 visite me<strong>di</strong>che domiciliari<br />

annue, siamo intorno alle 1517 certificazioni;<br />

gli interventi infermieristici <strong>di</strong> accettazione si aggirano<br />

intorno ai 3823 e quelli domiciliari sui 651 in un anno.<br />

Presso la struttura si esegue psicoterapia <strong>di</strong> gruppo,<br />

attività <strong>di</strong> riabilitazione anche domiciliare, attività <strong>di</strong><br />

sostegno alle famiglie e a questo proposito è importante<br />

menzionare il progetto obiettivo relativo all’orientamento<br />

delle famiglie dei pazienti psichiatrici<br />

gravi, perché si sa la forza del malato risiede sì in se<br />

stesso, ma anche e soprattutto nella comprensione<br />

e nell’amorevolezza dei propri cari, che a loro volta<br />

traggono beneficio da circa tre anni da incontri con<br />

cadenza regolare del gruppo Ama (Auto mutuo aiuto),<br />

incontri nei quali i familiari dei pazienti affrontano un<br />

percorso <strong>di</strong> crescita e consapevolezza tanto che stanno<br />

per costituirsi in associazione.<br />

Non bisogna poi <strong>di</strong>menticare lo strutturato collegamento<br />

del centro con la me<strong>di</strong>cina generale, esiste,<br />

infatti, così come previsto per legge, un programma<br />

<strong>di</strong> collaborazione con i me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale,<br />

con reciproco scambio <strong>di</strong> informazioni su pazienti già<br />

in carico ad entrambe le agenzie ed eventuale segnalazione<br />

<strong>di</strong> casi emergenti.<br />

Attivi altresì progetti <strong>di</strong> Working Experience, come il<br />

progetto “Ci sono anch’io”, esperienze lavorative per i<br />

pazienti in cura, che si qualificano quali tirocinanti. Attraverso<br />

tali esperienze, si può definire il loro grado <strong>di</strong><br />

abilità/<strong>di</strong>sabilità <strong>sociale</strong> con una serie <strong>di</strong> test <strong>di</strong> entrata<br />

e <strong>di</strong> uscita e con un monitoraggio costante durante<br />

l’intero percorso.<br />

Il centro <strong>di</strong> salute mentale è, inoltre, coinvolto nella<br />

costituzione dell’Unità <strong>di</strong> Emergenza Psico<strong>sociale</strong><br />

(Uep) dell’ Asp <strong>di</strong> Cosenza. L’Uep è titolare della gestione<br />

e del supporto psicologico rivolto alle vittime,<br />

ai congiunti, ed ai soccorritori nel corso e nel post <strong>di</strong><br />

eventi catastrofici.<br />

Dalle testimonianze sia dei pazienti in cura, sia dei<br />

familiari degli stessi, si evince che il lavoro fatto e i<br />

risultati ottenuti dal Csm in questi anni sono cospicui,<br />

certo tanto ancora c’è da fare, ma al <strong>di</strong> là delle problematiche<br />

burocratiche e logistiche, delle <strong>di</strong>fficoltà<br />

d’intesa con altri enti, gli stessi soggetti coinvolti in<br />

prima persona dal <strong>di</strong>sagio psichico, si mostrano grati<br />

“a chi con costanza, impegno, passione e professionalità”<br />

ha saputo ridare speranza e una nuova vita a<br />

persone che una speranza pensavano <strong>di</strong> non averla<br />

più; perché le patologie psichiatriche gravi, possono e<br />

devono esser trattate con pari <strong>di</strong>gnità, alla stregua <strong>di</strong><br />

altre patologie afferenti a <strong>di</strong>versi settori della me<strong>di</strong>cina,<br />

ma <strong>di</strong>versamente da queste vanno concepite con<br />

animo particolare. Nonostante il progresso scientifico<br />

e tecnologico, infatti, possiamo ritenere, così come<br />

sostiene un famoso e importante scienziato contemporaneo,<br />

che: “Sappiamo della mente e del cervello<br />

umano, tanto quanto nel 1600 si sapeva del corpo<br />

umano, ossia nulla”.<br />

Speriamo quin<strong>di</strong> che il Centro <strong>di</strong> Salute Mentale <strong>di</strong><br />

Corigliano possa realizzare i progetti prefissati e che<br />

anche nella nostra, seppur piccola realtà <strong>sociale</strong>, si<br />

possa aiutare tanta gente a vedere quella piccola luce<br />

infondo al tunnel.<br />

29


30<br />

“Ti racconto una fiaba”<br />

Evento multi<strong>culturale</strong><br />

a Trebisacce nel segno dello<br />

scambio e dell’integrazione<br />

fra i popoli <strong>di</strong> una stessa<br />

comunità.<br />

A cura della Rete <strong>di</strong> Associazioni culturali<br />

e <strong>di</strong> volontariato “La Rezza” <strong>di</strong> Trebisacce<br />

Il 29 Marzo scorso, la citta<strong>di</strong>na <strong>di</strong> Trebisacce è stata<br />

toccata da una delle tante tappe del programma<br />

“Incontri, suoni e colori dal mondo”, patrocinato dalla<br />

Provincia <strong>di</strong> Cosenza e sostenuto dall’Assessorato<br />

alla Cultura dello stesso Ente, rappresentato dalla<br />

presente Maria Corigliano. L’evento trebisaccese “Ti<br />

racconto una fiaba” ha offerto l’opportunità <strong>di</strong> ascoltare<br />

circa 10 fiabe provenienti da altrettanti Paesi del<br />

mondo e ha dato, grazie a coloro che le hanno recitate,<br />

l’occasione ai presenti <strong>di</strong> abbandonarsi ai suoni<br />

<strong>di</strong> quelle lingue che ci ostiniamo a sentire come<br />

“esotiche” e che, invece, ci circondano nella nostra<br />

quoti<strong>di</strong>anità, partecipando a quel meraviglioso saggio<br />

<strong>di</strong> contrappunto linguistico e <strong>culturale</strong> che è <strong>di</strong>venuto,<br />

ovunque, il nostro mondo contemporaneo.<br />

Occasione proficua, inoltre, per rivitalizzare un altro<br />

concetto: se a livello linguistico si è potuto godere<br />

dell’eterogeneità dei suoni, a livello contenutistico le<br />

fiabe narrate hanno rivelato una concordanza <strong>di</strong> temi<br />

e <strong>di</strong> figure che, evidentemente, hanno viaggiato attraverso<br />

tempi e spazi contaminandosi e arricchendo<br />

le <strong>di</strong>verse tra<strong>di</strong>zioni narrative locali fino a <strong>di</strong>ventare<br />

un patrimonio <strong>culturale</strong> riconoscibile da tutta l’umani-<br />

ph Francesco Delia<br />

tà. Finalmente, l’obiettivo dell’evento è stato raggiunto:<br />

portare alla luce la bellezza delle <strong>di</strong>verse lingue<br />

e, tramite le traduzioni in italiano delle fiabe narrate,<br />

riflettere sul fatto che questi suoni così <strong>di</strong>fferenti parlano<br />

<strong>di</strong> cose comprensibili da tutti nel mondo. Le fiabe<br />

sono testimonianze, dunque, del fatto che i dolori e le<br />

gioie che muovono gli animi e le passioni umani sono<br />

stati già con<strong>di</strong>visi da uomini <strong>di</strong>versi in passato e, oggi,<br />

esse rappresentano la necessità degli sforzi che tutti<br />

devono fare in favore della <strong>comunicazione</strong> fra popoli<br />

e culture <strong>di</strong>verse.<br />

L’evento è stato organizzato dall’Associazione <strong>culturale</strong><br />

“Passaggi” <strong>di</strong> Trebisacce (Presidente e coor<strong>di</strong>natrice<br />

della serata Caterina De Nar<strong>di</strong>), la quale si è<br />

avvalsa della collaborazione <strong>di</strong> altre realtà associative<br />

facenti tutte parte della Rete <strong>di</strong> Associazioni culturali<br />

e <strong>di</strong> volontariato “La Rezza” <strong>di</strong> Trebisacce (Passaggi,<br />

Le Nove Lune, Unitre, L’Età Serena, Rizoma, Tra-<br />

Mon<strong>di</strong>, Muoversi Insieme).<br />

La realizzazione <strong>di</strong> “Ti racconto una fiaba” non è stata<br />

arbitraria, ma nasce da un’esperienza con<strong>di</strong>visa (illustrata<br />

durante l’evento dalle egregie parole <strong>di</strong> Francesco<br />

Mangone) che i membri <strong>di</strong> questa rete stanno<br />

facendo a partire dal 2010, in un’ottica e una prassi<br />

completamente volontaria e amichevole: una Scuola<br />

d’Italiano per Stranieri che fino ad ora ha visto la frequentazione<br />

<strong>di</strong> circa 50 migranti fra bimbi, uomini e<br />

donne con 17 nazionalità <strong>di</strong>verse.<br />

La scuola, attivissima mentre leggete, si sostiene da<br />

sola grazie agli sforzi <strong>di</strong> una decina <strong>di</strong> volontari-insegnanti:<br />

vista la carenza <strong>di</strong> sensibilità delle Istituzioni<br />

citta<strong>di</strong>ne verso il tema dell’integrazione e vista la carenza<br />

<strong>di</strong> pratiche amministrative atte a facilitare anche<br />

dal punto <strong>di</strong> vista burocratico l’accesso<br />

ai <strong>di</strong>ritti basilari, la scuola è <strong>di</strong>venuta nel<br />

tempo e nei fatti un centro <strong>di</strong> ascolto e <strong>di</strong><br />

supporto <strong>sociale</strong> portato avanti con l’etica<br />

dell’amicizia. L’Istituzionalizzazione <strong>di</strong><br />

questa realtà (scolastica e <strong>sociale</strong>) sarà la<br />

prossima battaglia da portare avanti.<br />

La scuola usufruisce del metodo <strong>di</strong>dattico<br />

ideato dallo scrittore Eraldo Affinati<br />

e messo in atto nelle scuole volontarie<br />

“Penny Wirton” da lui create e oramai <strong>di</strong>ffuse<br />

in parecchie città italiane (in Calabria<br />

sono presenti a Trebisacce, a Castrovillari,<br />

a Mormanno e, si spera da settembre,<br />

anche a Cosenza-Rende). Il metodo non<br />

è basato sulle classiche lezioni frontali,<br />

ma prevede un rapporto insegnati/alunni<br />

<strong>di</strong> uno a tre: così si privilegia un rapporto<br />

<strong>di</strong> vicinanza e un modo <strong>di</strong> apprendere la<br />

lingua non vincolato a tempi veloci.<br />

La serata ha approfittato del lavoro degli<br />

alunni <strong>di</strong> questa scuola, che è stato immortalato dalle<br />

fotografie <strong>di</strong> Francesco Delia (uno degli insegnantivolontari),<br />

viste durante l’evento sotto forma <strong>di</strong> video<br />

fotografico dal titolo “‘O sciore cchiuù felice”. L’evento<br />

è stato molto partecipato, anche nel numero <strong>di</strong> persone<br />

accorse, e ha coinvolto anche le famiglie e gli<br />

amici degli alunni della scuola: hanno preparato i buonissimi<br />

piatti tipici delle loro terre d’origine, offerti a<br />

fine serata in un rinfresco veramente conviviale e in-<br />

ternazionale. Belle anche le foto della mostra fotografica<br />

<strong>di</strong> Graziella Algeri, uno sguardo emozionato sulle<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita dei migranti in mezzo alla nostra,<br />

spesso in<strong>di</strong>fferente, quoti<strong>di</strong>anità.<br />

Quando la festa è finita, tutti erano sod<strong>di</strong>sfatti, <strong>di</strong>ventati<br />

più amichevoli e <strong>di</strong>sposti a sorridere, più speranzosi<br />

e più orgogliosi <strong>di</strong> portare avanti una riflessione<br />

pacifica sull’umanità e un’azione efficace e umile nella<br />

<strong>di</strong>rezione dell’uguaglianza fra popoli <strong>di</strong>versi e fra i<br />

membri <strong>di</strong> una stessa comunità.


l’oraLegale<br />

L’affidamento del minore: uno strumento<br />

utile per sopperire alle <strong>di</strong>fficoltà<br />

temporanee della famiglia d’origine.<br />

Evitare che le finalità<br />

dell’istituto vengano stravolte e<br />

il rientro nel nucleo parentale<br />

<strong>di</strong>venti traumatico per il bambino.<br />

<strong>di</strong> Raffaella Amato<br />

L’affidamento familiare presuppone<br />

che il minore temporaneamente<br />

privo <strong>di</strong> un<br />

ambiente familiare idoneo<br />

possa essere affidato ad<br />

una famiglia, possibilmente<br />

con figli minori, ad una<br />

persona singola, ad una<br />

comunità <strong>di</strong> tipo familiare e,<br />

soltanto in ultima analisi, ad<br />

un istituto.<br />

E’ un istituto che serve a<br />

sopperire ad una <strong>di</strong>fficoltà contingente in cui si trova<br />

il nucleo familiare <strong>di</strong> appartenenza del minore; deve<br />

trattarsi <strong>di</strong> una situazione, sì <strong>di</strong> abbandono, ma <strong>di</strong> abbandono<br />

soltanto temporaneo.<br />

L’affido familiare deve essere consensuale, cioè deve<br />

avvenire con il consenso <strong>di</strong> entrambi i genitori i quali<br />

si rendono conto <strong>di</strong> questo <strong>di</strong>sagio familiare e quin<strong>di</strong><br />

danno il loro consenso affinchè il minore sia temporaneamente<br />

inserito in una comunità, in un istituto o<br />

affidato ad una famiglia. E’ attuato con provve<strong>di</strong>mento<br />

dell’autorità amministrativa, in genere il sindaco,<br />

su richiesta dei servizi sociali, e con il successivo in-<br />

tervento del giu<strong>di</strong>ce tutelare che lo rende esecutivo<br />

con proprio decreto dopo aver effettuato un controllo<br />

<strong>di</strong> legalità sull’esistenza dei presupposti <strong>di</strong> legge<br />

dell’affido che sono: il carattere <strong>di</strong> temporaneità della<br />

<strong>di</strong>fficoltà familiare, l’in<strong>di</strong>cazione del termine <strong>di</strong> durata<br />

dell’affidamento, l’in<strong>di</strong>cazione dei poteri che spettano<br />

in capo all’affidatario e tutta una serie <strong>di</strong> prescrizioni,<br />

anche relative al rapporto che il minore deve intrattenere<br />

con i suoi genitori, rapporto che deve essere<br />

ovviamente favorito e non ostacolato da parte <strong>di</strong> chi<br />

ha in custo<strong>di</strong>a il minore.<br />

E’ chiaro, invece, che se non ci si trova in presenza<br />

<strong>di</strong> una situazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà transitoria, bensì in una<br />

situazione <strong>di</strong> gravissimo <strong>di</strong>sagio familiare <strong>di</strong> natura<br />

presumibilmente irreversibile, lo strumento con cui si<br />

deve intervenire a tutela del minore non è assolutamente<br />

l’affidamento familiare ma l’adozione.<br />

Nonostante il chiaro dettato <strong>di</strong> legge, occorre osservare<br />

che si assiste spesso a provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> affido<br />

familiare <strong>di</strong>sposti in assenza totale dei presupposti <strong>di</strong><br />

legge; spesso, minori <strong>di</strong> pochi mesi o <strong>di</strong> pochi anni,<br />

vengono collocati in affidamento, ad<strong>di</strong>rittura per la durata<br />

massima prevista dalla legge che è <strong>di</strong> 24 mesi.<br />

Nella realtà accade che scaduto il periodo dell’affido (<br />

quasi sempre 2 anni) <strong>di</strong> frequente ci si trova <strong>di</strong> fronte<br />

ad una situazione familiare immutata, ossia la famiglia<br />

<strong>di</strong> origine non è assolutamente migliorata e quin<strong>di</strong><br />

non sussistono minimamente le con<strong>di</strong>zioni per un rientro<br />

in famiglia del minore; non solo, ma non si intravedono<br />

neppure concreti margini <strong>di</strong> miglioramento<br />

delle <strong>di</strong>namiche familiari che lascino ragionevolmente<br />

presumere un possibile recupero, a breve termine,<br />

delle capacità genitoriali. In tal caso la proroga non<br />

32 33


potrebbe essere concessa; c’è però una clausola <strong>di</strong><br />

salvaguar<strong>di</strong>a nella legge la quale prevede espressamente<br />

che la proroga non possa essere concessa<br />

salvo che l’interruzione dell’affido non rechi pregiu<strong>di</strong>zio<br />

al minore.<br />

E allora cosa accade nella prassi più frequente? Se<br />

alla scadenza dei due anni la situazione familiare non<br />

appare sensibilmente migliorata ed il rientro in famiglia<br />

del minore non è un’ipotesi praticabile, perché<br />

il bambino rischierebbe <strong>di</strong> essere nuovamente maltrattato,<br />

trascurato, abbandonato, è chiaro che l’unica<br />

soluzione che resta è quella <strong>di</strong> prorogare l’affido,<br />

con la conseguenza che l’affidamento, da soluzione<br />

temporanea, <strong>di</strong>venta una soluzione definitiva, si cronicizza<br />

e, nel migliore dei casi, <strong>di</strong>venta l’anticamera<br />

dell’adozione.<br />

C’è da sottolineare che le persone che si propongono<br />

come affidatari sono persone speciali e la famiglia<br />

che si cimenta in questa esperienza straor<strong>di</strong>naria, ma<br />

al tempo stesso estremamente impegnativa, è una<br />

famiglia che normalmente ha una marcia in più, un<br />

nucleo in cui i componenti hanno gran<strong>di</strong> qualità umane,<br />

spirito <strong>di</strong> accoglienza, affettività; insomma un nido<br />

confortevole dove regna sovrano il calore umano, la<br />

serenità, la concor<strong>di</strong>a, una famiglia spesso benestante,<br />

se non agiata. Pensiamo a quanto è enorme il <strong>di</strong>vario<br />

tra questo tipo <strong>di</strong> famiglia e quella <strong>di</strong> origine, una<br />

famiglia che sebbene ha superato le <strong>di</strong>fficoltà iniziali,<br />

è pur sempre segnata da gravi problematiche, dove<br />

i genitori, anche se migliorati e recuperati nelle loro<br />

valenze educative, presentano sempre delle vistose<br />

carenze. Mentre i genitori affidatari si de<strong>di</strong>cano con<br />

amore e de<strong>di</strong>zione totale alla cura dei figli altrui come<br />

se fossero propri, i veri genitori devono essere continuamente<br />

sollecitati e spronati ad occuparsi dei figli<br />

C.da Torricella Inferiore<br />

87064 CORIGLIANO CALABRO (Cs)<br />

Tel. 0983.851511<br />

propri.<br />

Se questo è normalmente il <strong>di</strong>vario tra la famiglia affidataria<br />

e quella <strong>di</strong> origine, pensiamo alla situazione<br />

del minore, che dopo un periodo piuttosto lungo nel<br />

quale si è proficuamente integrato nel nucleo degli<br />

affidatari, si trova a dover tornare in questo tipo <strong>di</strong> famiglia.<br />

Come si può pensare che il minore, dopo che<br />

ha passato due, tre, quattro anni in questa famiglia affidataria,<br />

che si può definire ideale, possa desiderare<br />

<strong>di</strong> tornare nella propria famiglia <strong>di</strong> origine?<br />

Tra l’altro una permanenza così prolungata in un contesto<br />

familiare e <strong>sociale</strong> completamente <strong>di</strong>fferente<br />

comporta inevitabilmente un ra<strong>di</strong>cale cambiamento,<br />

non solo del tenore <strong>di</strong> vita, ma del metodo educativo,<br />

delle abitu<strong>di</strong>ni e degli stili <strong>di</strong> vita, sicchè una volta tornato<br />

presso la sua famiglia <strong>di</strong> origine, il minore si trova<br />

catapultato dall’oggi al domani in una realtà completamente<br />

<strong>di</strong>versa, <strong>di</strong> regola deteriore rispetto a quella<br />

precedente, che spesso non accetta.<br />

Questo è il motivo per cui, in materia <strong>di</strong> affidamento<br />

familiare dovrebbero essere fissati dei paletti molto<br />

rigi<strong>di</strong>, in primo luogo sulla durata che, a mio parere,<br />

non dovrebbe superare per nessuna ragione i due<br />

anni, soprattutto se il bambino affidato è molto piccolo<br />

<strong>di</strong> età; in secondo luogo non dovrebbe essere consentita<br />

la proroga; si invoca poi da più parti l’adozione<br />

<strong>di</strong> un protocollo rigi<strong>di</strong>ssimo concernente i rapporti <strong>di</strong><br />

frequentazione tra i genitori e il bambino collocato in<br />

affido, rapporti che dovrebbero essere quasi quoti<strong>di</strong>ani,<br />

in assenza dei quali il legame affettivo sarà destinato<br />

inesorabilmente ad affievolirsi ed infine a sparire<br />

del tutto, con la conseguenza che il successivo rientro<br />

del minore presso i genitori naturali, sia pure recuperati,<br />

sarà un fatto altrettanto devastante e traumatico<br />

per il bambino.

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