LEZIONI ANTIDROGA - Mondiversi ONLUS
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DISTRIBUZIONE GRATUITA<br />
BLU ROSSO GIALLO NERO BLU ROSSO GIALLO NERO BLU ROSSO GIALLO NERO<br />
Il candidato a<br />
sindaco<br />
GIOVANNI TORCHIARO<br />
Parto dalla considerazione più<br />
semplice. A cinque mesi dalle<br />
elezioni, il centro-destra aveva un<br />
candidato a sindaco, e, oggi, ha liste<br />
ben più che abbozzate; il centro-sinistra<br />
– mancano meno di tre<br />
mesi -ne è ancora privo, e di liste<br />
ancora non se ne parla. Partire per<br />
primi, in una gara, è di per sé un<br />
vantaggio. In politica, per fortuna,<br />
non è sempre così: la storia recente<br />
delle nostre elezioni ci insegna<br />
che recuperare è possibile. L’importante,<br />
nell’Unione, però, non è<br />
decidere comunque il candidato,<br />
quanto destinare il confronto interno<br />
a un progetto unico, da realizzarsi<br />
attraverso un programma<br />
condiviso. Non basta solo questo,<br />
naturalmente: sarebbe troppo semplice<br />
e generico. L’unità, si sa, si<br />
costruisce col confronto e, nel<br />
confronto, l’uomo politico tanto<br />
più è bravo, in certi casi, quanto<br />
più è capace di fare un passo indietro:<br />
così si promuove l’unità.<br />
(continua a pag. 7)<br />
Verso le elezioni<br />
ANTONIO GIOIELLO<br />
All’avvicinarsi delle prossime<br />
elezioni amministrative, i<br />
partiti e le forze politiche di<br />
Corigliano si stanno organizzando<br />
per meglio prepararsi all’appuntamento.<br />
Al momento<br />
due sono le certezze: la presenza<br />
del movimento e della candidatura<br />
a sindaco di Giorgio<br />
Aversene e la indicazione a<br />
sindaco, per il centrodestra, di<br />
Pasqualina Straface.<br />
Il centrosinistra pare invece<br />
aggrovigliarsi in ipotesi smentite<br />
ancora prima di essere annunciate<br />
e tatticismi controproducenti.<br />
A meno di 90 giorni<br />
dalla data delle votazioni non<br />
solo non ha ancora scelto il<br />
proprio candidato, ma sembra<br />
avvitarsi su se stesso ed incapace<br />
di offrire alla città una<br />
proposta meditata e condivisa,<br />
pregiudicando la vittoria finale.<br />
(continua a pag. 7)<br />
PH. COSIMO REALE<br />
ANNO V- N. 2 MARZO 2007<br />
PERIODICO DI COMUNICAZIONE SOCIALE - CULTURALE - ISTITUZIONALE<br />
<strong>LEZIONI</strong> <strong>ANTIDROGA</strong><br />
A colloquio con il dirigente scolastico<br />
dell’Istituto Tecnico Commerciale, Clara Latronico<br />
Evitiamo il silenzio<br />
ANGELO SPOSATO<br />
Nelle scorse settimane a Cantinella,<br />
si è consumato un ennesimo<br />
atto criminoso, un incendio doloso,<br />
questa volta perpetrato ai danni del<br />
giovane imprenditore Damiano Falco,<br />
titolare di una rivendita di gomme<br />
e che ha colpito diversi studi<br />
professionali.<br />
Questo vile atto, associato ad altri<br />
fatti che quotidianamente investono<br />
il territorio Coriglianese e della sibaritide,<br />
non possono essere considerati<br />
come elementi isolati in un<br />
contesto criminale che sempre più<br />
attanaglia le forze sane dell’imprenditoria,<br />
facendo riemergere il dilagante<br />
fenomeno del racket (pizzo).<br />
La cosa che sorprende negativamente,<br />
e che desta forte preoccupazione,<br />
è il silenzio che ha avvolto sin<br />
da subito questa vicenda. Il silenzio<br />
nella città e della Città è inquietante.<br />
E se da una parte, è comprensibile<br />
il silenzio del singolo cittadino,<br />
(continua a pag. 6)<br />
(pag. 2)<br />
Progetto sulla sicurezza<br />
urbana e sulla legalità<br />
MARIA CALOROSO<br />
In data 6 marzo 2007 è stata<br />
firmata la Convenzione tra il<br />
Comune di Corigliano Calabro<br />
e l’ATI costituita da tre associazioni,<br />
AGSS (Associazione Giovanile<br />
Salesiana di Solidarietà),<br />
<strong>Mondiversi</strong> onlus e Michea<br />
onlus, relativa a un Progetto<br />
“Integrato per la sicurezza urbana<br />
e la legalità”<br />
Tale Progetto, finanziato dall’Unione<br />
Europea, dalla Regione<br />
Calabria e dal Comune attraverso<br />
i fondi del Piano di Sviluppo<br />
Urbano misura 5.1 (sviluppo<br />
e valorizzazione delle<br />
aree urbane) del POR Calabria<br />
2005/2006, ha preso avvio in<br />
data 7 marzo e avrà la durata di<br />
(continua a pag. 6)<br />
BLU ROSSO GIALLO NERO BLU ROSSO GIALLO NERO BLU ROSSO GIALLO NERO<br />
REALTÀ DEL TERRITORIO:<br />
U.N.I.T.A.L.S.I.<br />
VANNI OMIRO<br />
L’UNITALSI ha già festeggiato,<br />
a livello nazionale, i cento anni di<br />
vita, è stata fondata, infatti nel 1903.<br />
L’Associazione di ispirazione e matrice<br />
cristiana, attraverso l’opera dei<br />
suoi volontari associati, “si propone<br />
di realizzare una crescita umana e<br />
cristiana dei propri aderenti e di<br />
promuovere un’azione di evangelizzazione<br />
e di apostolato verso e<br />
(continua a pag. 8)<br />
Arcipelago nella natura<br />
Continua la guida turistico-sentimentale<br />
di Corigliano Calabro<br />
LUISA SANGREGORIO<br />
Campagna:<br />
Dopo la montagna e la costa si va<br />
in campagna.<br />
Cantinella, Apollinara, San Nico,<br />
Mandria del Forno, Thurio sono le<br />
principali frazioni che gravitano sulla<br />
Piana di Sibari e che basano la<br />
propria economia sull’agricoltura.<br />
Il settore primario è, d’altra parte,<br />
la principale fonte di ricchezza per<br />
(continua a pag. 5)
2 ATTUALITÀ<br />
Clara Latronico<br />
Prima il sequestro di ben cinque<br />
chili d’”erba”. Qualche settimana<br />
dopo erano dodici. Al contempo<br />
etti di eroina. E piccoli<br />
quantitativi di hascisc, marijuana<br />
e cocaina rinvenuti nelle tasche<br />
di giovanissimi consumatori/<br />
spacciatori. E’ il fronte criminale<br />
del traffico di sostanze stupefacenti<br />
che corre lungo le strade<br />
della città “drogata”. Sono solo<br />
gli ultimi sequestri di “roba”<br />
compiuti in città dalle forze dell’ordine.<br />
Per la “Corigliano Narcotici<br />
Spa” quella roba si tramuta<br />
in un affare da centinaia di migliaia<br />
di euro. Lo spaccio e il<br />
consumo preoccupa i presidi degli<br />
istituti scolastici cittadini.<br />
Forse un po’ meno le famiglie<br />
degli studenti che quegli stessi<br />
istituti frequentano, in alcuni<br />
casi - forse - non solo per studiare.<br />
“Purtroppo a Corigliano lo<br />
spaccio e il consumo di droga è<br />
un fenomeno presente e che tocca<br />
tantissimi giovani: sarebbe<br />
sciocco pensare che dall’orario<br />
extrascolastico a quello che invece<br />
si trascorre all’interno di un<br />
istituto il problema assuma carattere<br />
d’intermittenza”. E’ quanto<br />
afferma la professoressa Clara<br />
Latronico, dirigente scolastico<br />
dell’Itc “Luigi Palma” che con i<br />
suoi 750 allievi rappresenta, tra<br />
gli istituti medi superiori, la più<br />
numerosa comunità scolastica<br />
cittadina. “La lotta al consumo<br />
di qualsiasi tipo di droga tra i<br />
giovani deve essere una lotta<br />
senza quartiere”, sostiene il dirigente<br />
scolastico, “su questo fronte,<br />
sin dal mio recente insediamento,<br />
il personale scolastico sia<br />
docente che non docente è parti-<br />
<strong>LEZIONI</strong> <strong>ANTIDROGA</strong><br />
A colloquio con il dirigente scolastico<br />
dell’Istituto Tecnico Commerciale, Clara Latronico<br />
colarmente vigile”. Clara Latronico<br />
precisa, però, di essere<br />
“contraria all’adozione di misure<br />
di tipo poliziesco atte a prevenire<br />
il fenomeno all’interno degli<br />
istituti scolastici”, bensì “favorevole<br />
ad una costante e quotidiana<br />
azione socio-educativa da<br />
parte della scuola stessa, protesa<br />
al rispetto delle regole di convivenza<br />
civica ed ai principi di legalità<br />
in ogni momento della vita<br />
quotidiana, sia all’interno dell’istituzione<br />
scolastica sia fuori<br />
di essa”. Già, ma per operare in<br />
tal modo e con efficacia di risultati<br />
lo stesso dirigente scolastico<br />
ravvisa la necessità di una stretta<br />
collaborazione con gli locali, in<br />
primis i servizi sociali del Comune,<br />
e le famiglie degli stessi<br />
studenti. Il dirigente dell’Itc coriglianese<br />
afferma che dallo<br />
scorso mese di settembre, quando<br />
si è insediata, non ha mai<br />
avuto necessità d’intervenire “in<br />
situazioni o casi particolari che<br />
potessero sottendere l’esistenza<br />
all’interno dell’istituto di “movimenti”<br />
connessi allo spaccio ed<br />
al consumo di droghe da parte<br />
degli studenti”. Ma tra i vivaci<br />
jeans che si muovono nei corri-<br />
A cura di FABIO BUONOFIGLIO<br />
doi del “Palma” qualcuno ricorda<br />
come lo scorso anno, all’interno<br />
di un bagno, venne rinvenuta una<br />
piccola busta di “roba” che vi era<br />
stata nascosta da qualche occulto<br />
spacciatore. I temi della prevenzione<br />
all’”ingresso” della droga<br />
negli istituti scolastici sarà, da<br />
qui a breve, oggetto di discussione<br />
nell’ambito di un’apposita<br />
conferenza comune tra i dirigenti<br />
scolastici della città di cui si farà<br />
promotrice la stessa professoressa<br />
Latronico. Ciò allo scopo di<br />
scongiurare che nei bagni, durante<br />
i permessi e all’ora di ricreazione,<br />
si fumino “sigarette speciali”<br />
- come le definisce con ironica<br />
amarezza il dirigente dell’Itc<br />
- e soprattutto che tra gli allievi<br />
possa esservi qualcuno che spaccia<br />
hascisc, marijuana, e forse<br />
anche altro. “Per quanto riguarda<br />
l’istituto che dirigo posso affermare<br />
di non avere questo tipo di<br />
timore, poichè ci stiamo adoperando<br />
attraverso un’efficace attività<br />
di controllo interno che vede<br />
impegnati un po’ tutti - afferma -<br />
ma riflettendo sui fatti di cronaca<br />
che quotidianamente si registrano<br />
in città si può comprendere<br />
come gli studenti possano essere<br />
delle ottime “pedine” nell’economia<br />
flessibile e invisibile dello<br />
spaccio di stupefacenti”. L’iniziativa<br />
può rappresentare un sicuro<br />
deterrente istituzionale contro un<br />
fenomeno che potrebbe essere<br />
sommerso molto più di quanto si<br />
possa immaginare. Già, perchè<br />
dando poco nell’occhio gli studenti<br />
possono vendere droga seduti<br />
tra i banchi durante una lezione<br />
di matematica o di inglese,<br />
nei corridoi durante la ricreazione,<br />
o tra un calcio e l’altro ad un<br />
pallone nella palestra all’aperto<br />
della scuola. Ma anche fuori dalla<br />
scuola e negli stessi orari scolastici.<br />
Potrebbero celarsi giovanissimi<br />
spacciatori, ad esempio,<br />
tra le decine di studenti degli istituti<br />
cittadini che quotidianamente<br />
evadono le lezioni. Magari lo<br />
fanno per il timore di essere scoperti<br />
da insegnanti e bidelli, decidendo<br />
di darsi appuntamento coi<br />
loro coetanei-clienti nei pressi<br />
della tante piazzette dello Scalo,<br />
frequentatissime dagli adolescenti<br />
un po’ a tutte le ore del giorno.<br />
A parere di alcuni attenti osservatori<br />
di quanto “si muove” nelle<br />
mattinate dei giovani coriglianesi<br />
vi sarebbe, infatti, un collegamento<br />
molto stretto tra il diffusissimo<br />
fenomeno dell’evasione<br />
scolastica e quello dello spaccio<br />
e del consumo di sostanze stupefacenti.<br />
L’auspicio è che la scuola<br />
riesca al più presto ad organizzare<br />
un sano ed efficace “corso di<br />
recupero” anche in questa delicata<br />
e difficile materia.
Il recente dibattito politico in<br />
Italia sulle “coppie di fatto” e sui<br />
“DICO” mi ha, naturalmente, riportato<br />
con la memoria al significato<br />
della famiglia nel kibbutz in cui ho<br />
vissuto per 7 anni circa. Avevo 15<br />
anni, era il settembre del 1957,<br />
quando arrivai per la prima volta<br />
nel Kibbutz Yad Mordechai. Per<br />
me, ragazzo proveniente da una famiglia<br />
ebraica religiosa e tradizionalista<br />
immigrata dall’Egitto, fu<br />
una scelta difficile, forse ideologica.<br />
Ero stato colpito dal concetto<br />
assolutamente nuovo del nucleo familiare<br />
nel kibbutz e la coabitazione<br />
mista di ragazze e ragazzi, al di<br />
fuori della propria famiglia naturale,<br />
dalla nascita fino alla fine della<br />
scuola media superiore.<br />
Il kibbutz, (significa raggruppamento,<br />
stare insieme), certamente è<br />
la forma più originale dell’organizzazione<br />
sociale dello Stato d’Israele<br />
e risale ai primi insediamenti sionistici<br />
in Palestina. Il primo kibbutz<br />
fu fondato a Degania vicino al lago<br />
di Tiberiade nel 1909, ancora sotto<br />
il governo dell’Impero Ottomano.<br />
È un esempio unico, di democrazia<br />
diretta del mondo moderno,<br />
fondato sui principi della libertà<br />
personale, dell’autogoverno, dell’assunzione<br />
di responsabilità individuale<br />
e della proprietà collettiva<br />
di tutti i beni. È necessario ripercorrere<br />
la storia dell’Europa ed esaminare<br />
le principali teorie<br />
sociali e politiche<br />
degli ultimi due secoli<br />
per riconoscere nel<br />
kibbutz elementi che<br />
confluiscono da varie<br />
culture e teorie sociopolitiche.<br />
Parlare del<br />
kibbutz significa anche<br />
analizzare il contesto<br />
sociale e storico<br />
delle comunità ebraiche<br />
nei decenni a cavallo<br />
dell’‘800 e<br />
‘900. Si consideri che<br />
lo zar Alessandro III,<br />
spinto all’attuazione<br />
di altre leggi antiebraiche,<br />
veniva informato<br />
della gravità e<br />
della precarietà della<br />
minoranza ebraica già<br />
sottoposta a circa 650<br />
leggi discriminatorie.<br />
Un contesto sociale<br />
A PROPOSITO DI DIRITTI<br />
E DI COPPIE<br />
a cura di ISACCO NUNA<br />
Assemblea generale in un kibbutz<br />
che aveva spinto una buona parte<br />
dell’”intellighenzia” ebraica ad<br />
aderire con grande passione ai movimenti<br />
progressisti e socialisti in<br />
Europa compresa la partecipazione<br />
alla rivoluzione bolscevica fino alla<br />
epurazione ebraica da parte di Stalin.<br />
Ecco perché intellettuali, figli<br />
della borghesia e persone semplici<br />
lasciarono tutto per emigrare in una<br />
terra desertica, senza acqua, senza<br />
strade, senza alcun riparo, sacrificarsi<br />
per renderla fertile, per riuscire<br />
a dare una Nazione al popolo<br />
ebreo che, perseguitato, fuggiva<br />
dall’Europa. Dalla fine dell’800<br />
fino agli anni trenta del ‘900 emigrarono<br />
solo negli USA circa<br />
4.500.000 persone.<br />
Il Kibbutz è il tentativo di abbinare<br />
socialismo e sionismo laico<br />
nel senso più alto, di cambiare la<br />
struttura sociale, culturale ed eco-<br />
nomica delle comunità ebraiche<br />
da itineranti a stabili. Tali contesti<br />
avevano suscitato un forte desiderio<br />
di creare una società radicalmente<br />
nuova, basata sull’assoluta<br />
parità tra gli esseri umani, fondata<br />
sul lavoro manuale e produttivo<br />
della terra come riscatto e ritorno<br />
alle proprie radici. Il “rifiuto” della<br />
famiglia, nell’accezione borghese<br />
del termine, l’assoluta<br />
uguaglianza dei sessi, che cercava<br />
il riscatto della condizione della<br />
donna, che esaltava la necessità<br />
dell’educazione collettiva della<br />
prole. L’inno del movimento giovanile<br />
esultava al rifiuto dell’etica<br />
dei padri. I Kibbutz, nella loro<br />
storia, non hanno rappresentato un<br />
peso numerico, oggi il 2,5 circa<br />
della popolazione israeliana mentre<br />
storicamente erano arrivati a<br />
sfiorare il 4%. Però conservano<br />
DAL MONDO<br />
3<br />
un notevole ruolo: in agricoltura forniscono<br />
il 50% circa della produzione;<br />
il 7% dell’industria e il 14% circa<br />
delle esportazioni.<br />
In sintesi era l’attuazione di una<br />
comunità basata sull’idea marxista<br />
utopica “da ciascuno secondo le sue<br />
capacità, a ciascuno secondo i suoi<br />
bisogni”.<br />
Il Kibbutz, negli ultimi 15 anni in<br />
crisi ideologica, insidiato dal “liberismo”,<br />
ha registrato profondi cambiamenti<br />
e ha dimostrato grande capacità<br />
di adattamento al mondo esterno,<br />
attraverso l’evoluzione economica e<br />
sociale.<br />
Le coppie si formavano di fatto<br />
convivendo, venivano riconosciute<br />
dalla collettività, per evidenza delle<br />
cose oppure ne davano comunicazione<br />
al segretario generale del kibbutz<br />
che a sua volta li registrava negli atti<br />
amministrativi. Non si chiamavano<br />
marito e moglie ma compagni. La<br />
convivenza dava diritto ad un’abitazione<br />
familiare ed a vari servizi ed<br />
agevolazioni a favore della coppia.<br />
I bambini venivano educati collettivamente,<br />
in appositi nidi, a pochi<br />
giorni dalla nascita. Così si formavano<br />
gruppi di ragazzi che crescevano<br />
insieme condividendo tutto: abitazione,<br />
studio, lavoro, attività sociale,<br />
svago ecc.<br />
L’ultimo a rinunciare alle “case<br />
dei bambini” e’ stato il Kibbutz di<br />
Bar Am, in Alta Galilea, nel 1997.<br />
La decisione e’ stata presa, come anche<br />
in altri kibbutz, in assemblea generale,<br />
a grande maggioranza. È stata<br />
così posta la parola fine alla forma<br />
più radicale di vita collettiva, quella<br />
di crescere i figli tutti assieme, fuori<br />
dalle famiglie, in appositi nidi collettivi,<br />
a partire dai primissimi giorni<br />
dopo la nascita, fino a formazione<br />
completata, alla maggiore età.<br />
In Israele oggi<br />
un’alta percentuale<br />
delle coppie giovani<br />
(25% circa) convivono<br />
e rifiutano sia il<br />
matrimonio religioso<br />
che quello civile. La<br />
coppia viene riconosciuta<br />
di fatto “riconosciutapubblicamente”<br />
o “riconosciuta<br />
da altri come<br />
coppia”. L’acquisizione<br />
di ogni diritto<br />
spettante alle coppie<br />
“regolarmente” sposate<br />
non richiede alcuna<br />
formalità, è sufficiente<br />
una semplice<br />
dichiarazione. Ritengo<br />
che anche in questo<br />
caso il Kibbutz ha<br />
influenzato positivamente<br />
cultura e vita<br />
sociale in Israele.
4 RACCONTI BREVI<br />
Don Abbondio passeggia nervosamente<br />
lungo il corridoio sotto un<br />
cappellaccio che gli nasconde il<br />
volto rotondo come un pallone.<br />
Sbuffa e biascica frasi un po’ enigmatiche:<br />
“E questo matrimonio non<br />
si può fare perché quel delinquente<br />
ha deciso così, e l’altro matrimonio<br />
non si può fare, perché… è un accidente<br />
qualsiasi e…io che c’entro,<br />
che c’entro io…”. Le mani dietro la<br />
schiena, basso, e gonfio come una<br />
botte di vino, il prete non si ferma<br />
un istante. Da una stanza buia, con<br />
un coltellaccio che usa come stuzzicadenti,<br />
il mafiosetto da quattro soldi<br />
guarda torvo Cappuccetto rosso<br />
che se ne sta seduta in un angolo<br />
con un muso lungo un chilometro<br />
mentre è immersa in pensieri lontani.<br />
Un tonfo secco, ad un tratto,<br />
scuote quei grandi locali: un grosso<br />
cane precipita paurosamente da uno<br />
di quegli scaffali e piomba a terra<br />
emettendo un pietoso lamento. Corre<br />
verso la povera bestia un preoccupato<br />
Pinocchio, deciso a confortarlo<br />
dalla terribile caduta ma Zanna<br />
bianca, terrorizzata da quel lungo<br />
naso rosso come un pomodoro,<br />
riesce a raccogliere le poche forze e<br />
a nascondersi sotto la pancia dell’orso<br />
Winnie the Pooh che, in quel<br />
momento, confabula vivacemente<br />
con il collega Tigro.<br />
Intanto lungo le pareti appare un<br />
elegante topo da scrivania, un intellettuale<br />
tutto d’un pezzo, con un fascio<br />
di giornali sotto il braccio e un<br />
notebook in mano. Parla animatamente<br />
al telefonino, pavoneggiandosi<br />
tra i presenti: “Questa storia<br />
deve finire! Preparo un editoriale<br />
per il mio giornale. Qui faccio succedere<br />
un quarantotto, smetterò la<br />
mia campagna giornalistica solo<br />
quando questo strazio sarà finito.”<br />
Ad assecondarlo una grintosa Tea.<br />
Con una candela in mano si fa<br />
largo nella confusione generale una<br />
brillante Biancaneve, splendente<br />
come non mai, ma dal volto bianco<br />
cenere, di chi non vede il sole da<br />
chi sa quanto tempo. S’incontra con<br />
la dolce, piccola Dorrit e si abbracciano:<br />
“Abitiamo da tanto tempo<br />
così vicino, ma non abbiamo mai<br />
avuto il piacere di incontrarci”, dice<br />
Biancaneve e Dorrit risponde: “È<br />
vero. Ci hanno depositati come<br />
cose inutili tra questi quattro muri e<br />
non abbiamo più voglia neanche di<br />
scambiarci qualche notizia tra noi.<br />
Siamo proprio mummificate.” Intanto,<br />
baldanzosa, avanza, con passo<br />
deciso, stretta in una vorticosa<br />
minigonna, Cloe, che prende sottobraccio<br />
le ragazze e le conduce nella<br />
stanza vicina, dove trovano la<br />
principessa sirena, Lucia, che canta<br />
con la Sirenetta, amica prediletta di<br />
Andersen.<br />
Una freccia sibila nell’aria e si<br />
conficca in un angolo di finestra<br />
chiusa da un pezzo. È Robin Hood<br />
che scavalca, quattro, cinque ripiani<br />
e viene giù deciso a far parte attiva-<br />
CI LASCI USCIRE, BELLA SIGNORA<br />
mente della comitiva: “Sono da<br />
troppo tempo in letargo e ho voglia<br />
di muovermi un po’. I miei amici<br />
hanno ancora bisogno di me”. Il<br />
caos sveglia la Bella addormentata<br />
nel bosco, che non si rende conto<br />
in quale foresta si trova, cerca<br />
sconsolatamente il cavaliere coraggioso<br />
dei suoi sogni che, in verità,<br />
ha paura del bosco di sera e preferisce<br />
viaggiare verso il centro della<br />
terra.<br />
Intanto anche la bella Colomba,<br />
che è stata rapita da orchi cattivi,<br />
ritorna, dopo una lunga prigionia,<br />
mano nella mano della sua adorabile<br />
nonna, e stanca di starsene muta<br />
nell’angolo più nascosto dell’ultima<br />
mensola, decide di mescolarsi<br />
tra la folla, che riempie sempre più<br />
i corridoi degli ampi locali, e comunicare<br />
la sua triste avventura.<br />
In questa notte d’inferno, la baraonda<br />
non ha fine. Il romantico<br />
partigiano Johnny si trova a cavallo<br />
di Moby Dick; Amir, ora adulto e<br />
vaccinato, invecchia, chiuso nei<br />
suoi amari rimorsi, desidera raccontare<br />
al mondo la sua odissea e<br />
quella dell’amico tradito, Hassan, il<br />
GIOVANNI PISTOIA<br />
PH. LUCA POLICASTRI<br />
ragazzo che amava gli aquiloni.<br />
Anche Garibaldi, da troppo tempo<br />
abbracciato alla sua eroina, intende<br />
mettere su un rinnovato esercito di<br />
garibaldini e non sa, però, quali colori<br />
dovrà avere la sua nuova camicia:<br />
il rosso non è più di moda, il<br />
nero ricorda brutti momenti, il verde<br />
è contro i suoi ideali. Il colore<br />
bianco? Si sporca, ahimè, facilmente.<br />
Intanto è pronto a dar battaglia<br />
in questa notte indiavolata.<br />
Dagli angoli più riposti e dal<br />
sottoscale, che sembra proprio un<br />
lungo cunicolo, escono timorosamente<br />
i tanti miserabili di Hugo, a<br />
ricordare a tutti che l’abbrutimento<br />
dell’uomo non ha fine. Ma a piantarsi<br />
davanti al portone d’ingresso<br />
di quei locali, situati nel grande<br />
edificio che guarda sonnolente la<br />
luna, la bella Dulcinea, e con lei<br />
l’ingegnoso Don Chisciotte della<br />
Mancia e il suo fedele scudiere<br />
Sancio Panza, armati con lance<br />
spuntate e scudi, in coraggiosa attesa.<br />
Quando la Professoressa Rosa<br />
Rosetta apre, il mattino seguente,<br />
la porta della Biblioteca, della quale<br />
è Responsabile, rimane impietrita.<br />
Muta. Atterrita. Sconvolta. Davanti<br />
a lei, la signora Dulcinea, la lancia<br />
di Don Chisciotte e, poi, tutti quei<br />
personaggi, che affollano, taciturni, i<br />
lunghi corridoi e i locali della biblioteca.<br />
Libri per terra in gran disordine,<br />
fogli svolazzanti. Scaffali semivuoti<br />
e tanti personaggi di storie,<br />
racconti, favole, cartoni animati<br />
usciti magicamente da quelle pagine<br />
per riempire le stanze divenute piccole<br />
e gremite.<br />
La Professoressa, ferma sull’uscio<br />
con le chiavi e la borsetta in<br />
mano, è una statua di cera. Cosa<br />
succederà? C’è un silenzio angosciante.<br />
Tutti gli sguardi sono per la<br />
Responsabile, e lei trova la forza di<br />
emettere un grido spaventoso. L’unica<br />
reazione dopo secondi, minuti interminabili<br />
di immobilismo totale.<br />
Cosa fare? Si gira su se stessa, pronta<br />
a correre il più lontano possibile<br />
da quella visione paradossale e agghiacciante.<br />
Ma la paura è tanta, e le<br />
gambe fanno cric e crac.<br />
“Non avere paura - dice una voce<br />
gentile -. Siamo solo personaggi di<br />
carta, amici di piccoli e adulti. In verità,<br />
vorremmo essere amici di tutti,<br />
invece siamo costretti da tanto tempo<br />
a restare chiusi in questi depositi<br />
polverosi, a invecchiare di noia. Ci<br />
lasci uscire, bella signora. Vogliamo<br />
incontrare i nostri amici, che, anche<br />
se non lo sanno, ci aspettano. Hanno<br />
bisogno di noi, e noi di loro. Qui<br />
non viene nessuno da tanto tempo.<br />
Molti non hanno voglia di incontrarci,<br />
altri non sanno neppure della nostra<br />
esistenza. Non siamo nati per<br />
fare le statuine, bella signora.”<br />
Detto ciò, come per incanto, i vari<br />
personaggi ritornano nelle loro pagine.<br />
La Responsabile apre tutte le finestre,<br />
anche quelle chiuse con chiavistelli<br />
coperti di ruggine. Avvia un<br />
lungo, sorridente chiacchiericcio con<br />
i protagonisti di carta, scusandosi<br />
per averli sempre ignorati. Un comportamento,<br />
lo riconosce sinceramente,<br />
molto grave, particolarmente<br />
per il suo ruolo.<br />
Da quel grande edificio, fino a<br />
qualche giorno prima solitario e silenzioso,<br />
ogni giorno, personaggi di<br />
varie età, di colori, lingue ed epoche<br />
diverse, vestiti a nuovo, disinvolti<br />
come non mai, escono ora seri, ora<br />
spensierati, ora allegri e mattacchioni<br />
e, portando sottobraccio piccoli e<br />
adulti, se ne vanno per la città a<br />
scambiarsi emozioni, confidenze e<br />
conoscenze.<br />
Nei locali delle varie biblioteche<br />
cittadine, non è raro sentire bibliotecari<br />
e lettori dialogare, a volte, anche<br />
calorosamente, con stralunati signori,<br />
animali parlanti, eroi veri e di<br />
fantasia, filosofi e romanzieri. I cronisti,<br />
normalmente impegnati a occuparsi<br />
di altro, si interrogano, ora,<br />
su che cosa sia davvero successo in<br />
quella notte degli imbrogli.
DALLA PRIMA PAGINA ogni spicchio, poi, è un’esplosione<br />
Arcipelago nella natura<br />
Continua la guida turistico-sentimentale<br />
di Corigliano Calabro<br />
LUISA SANGREGORIO<br />
tutta la città. Anche se a Corigliano<br />
non mancano piccole industrie, soprattutto<br />
di trasformazione di prodotti<br />
agroalimentari ed è in continua<br />
crescita il settore dei servizi.<br />
In questa<br />
zona è da visitare<br />
sicuramente la frazione<br />
di Apollinara.<br />
Una località vicina<br />
a Cantinella e<br />
compresa tra il<br />
Crati e il Coscile.<br />
Qui si susseguono<br />
dolcissime colline<br />
e ovunque predomina<br />
il verde delle<br />
colture principali:<br />
agrumi e ulivi.<br />
La natura la fa<br />
da padrona e, specie<br />
in primavera,<br />
appare esuberante<br />
e rigogliosa. In<br />
questa stagione,<br />
l’aria è piena dell’odore<br />
delle zagare<br />
e le strade, soprattutto<br />
quelle interpoderali,diventano<br />
dei viali naturalistici.<br />
Sottili strisce<br />
d’asfalto che<br />
s’insinuano nel<br />
verde degli alberi e aprono la vista<br />
sui mille colori dei fiori di campo,<br />
dove può predominare il rosso dei<br />
papaveri, il giallo e verde del finocchio<br />
selvatico, il viola della lavanda,<br />
il bianco e il giallo delle margherite…<br />
In primavera la bassa macchia<br />
mediterranea è uno spettacolo cromatico<br />
da non perdere composto<br />
anche da mirto, timo, corbezzolo,<br />
rosmarino, lentisco, erica, cisti, oleandro,<br />
altea, malva, camomilla e,<br />
lungo la strada, da ampie pareti di<br />
fichi d’india.<br />
Diverso il fascino che questa<br />
zona assume d’inverno. Nelle giornate<br />
di sole, che non sono rare, le<br />
arance e le clementine brillano fra<br />
gli alberi e a dicembre gli agrumeti<br />
che ricoprono la Piana di Sibari<br />
sembrano addobbati per le feste natalizie.<br />
Le clementine della Piana di Sibari,<br />
che rappresentano il 75% della<br />
produzione nazionale, sono uguali a<br />
tutte le altre prodotte nel mondo,<br />
solo che sono più buone.<br />
Clementine di Sibari, 3000 anni<br />
di lussuria! È il mio slogan. Ma i<br />
nutrizionisti, per fortuna, adducono<br />
ben più razionali motivazioni.<br />
Mentre si sbuccia una clementina<br />
se ne gode l’intenso profumo;<br />
PH. COSIMO REALE<br />
di dolcezza piena di vitamina C e<br />
sali minerali.<br />
La patria della clementina è l’Algeria,<br />
dove venne individuata nei<br />
primi anni del ‘900 da padre Clemente<br />
Rodier, da cui il nome. Qualche<br />
anno più tardi la Piana di Sibari<br />
l’ha adottata e resa regina della propria<br />
economia.<br />
Ad Apollinara e nel circondario<br />
ci sono scenari imperdibili, sui<br />
campi, sulla pianura, sulla costa o<br />
sui monti del Pollino.<br />
In questa splendida e verdeggiante<br />
pianura rimangono molte testimonianze<br />
storiche.<br />
Circondati dagli agrumi, restano<br />
i ruderi di una costruzione voluta<br />
nel XVI secolo dal conte Bernardino<br />
Sanseverino. È il castello (anche<br />
detto palazzo) di San Mauro, considerato<br />
uno dei più interessanti<br />
esempi di architettura rinascimentale<br />
in Calabria.<br />
Il perimetro dell’edificio è rettangolare<br />
e l’area contenuta è molto<br />
ampia (circa un ettaro). Dell’antica<br />
struttura sono ancora visibili i muri<br />
di cinta merlati, così come il torrione<br />
d’ingresso. L’interno era diviso<br />
in due: da una parte vi erano le abitazioni,<br />
la cappella, le scuderie, il<br />
frantoio, i magazzini; dall’altra ambienti<br />
per il deposito delimitavano<br />
un giardino interno.<br />
La vita di questo castello era legata<br />
all’agricoltura della Piana di<br />
Sibari, fertile e ricca da tempi immemorabili.<br />
E, infatti, da qui i Sanseverino,<br />
feudatari di Corigliano,<br />
seguivano l’economia dei loro possedimenti<br />
meglio che dal castello<br />
costruito sulla collina.<br />
San Mauro è famoso per aver<br />
ospitato nel 1535 l’Imperatore Carlo<br />
V.<br />
Ma la sua importanza è legata<br />
anche a un altro evento, che ha portato<br />
alla nascita di Corigliano come<br />
centro urbano.<br />
La data da ricordare è 977 d.C..<br />
In quell’anno ci fu una delle tante<br />
incursioni degli arabi che arrivarono<br />
anche qui a San Mauro, dove vi<br />
era un monastero basiliano (sui<br />
suoi resti è sorto in seguito il castello).<br />
I monaci, abbandonarono la<br />
pianura per rifugiarsi in collina.<br />
Una di quelle che raggiunsero fu<br />
proprio quella di Corigliano, chiamata<br />
“il Serratore”, dove sorge il<br />
castello ducale. Anche grazie alla<br />
presenza e alla fattività dei monaci,<br />
il paese, che a quel tempo era solo<br />
un piccolo villaggio, comincia ad<br />
acquistare una nuova fisionomia.<br />
Nelle immediate vicinanze del<br />
castello di San Mauro, su una piccola<br />
altura, si trova il monastero di<br />
Santa Maria di Valle Josaphat, alla<br />
quale era annessa una chiesa. Questa<br />
piccola e importante abbazia,<br />
che risale al XII secolo, è oggi circondata<br />
dagli ulivi e si mostra da<br />
una posizione molto pittoresca.<br />
In un’altra località della Piana di<br />
Sibari, Thurio, il cui toponimo ripete<br />
quella dell’antica e vicina città<br />
greca di Thurii, si trova la Torre del<br />
Ferro. Una struttura su tre piani a<br />
pianta quadrata che, per quanto diroccata,<br />
è ancora piena di fascino.<br />
La sua data di nascita è incerta, forse<br />
risale al ‘700 o a molto tempo<br />
prima. È, comunque, un altro piccolo<br />
gioiello storico, incastonato<br />
nella grande distesa di verde circostante<br />
come un solitario diamante.<br />
Archeologia. La Piana di Sibari<br />
è stata il teatro di una delle tappe<br />
più importanti della storia dell’umanità,<br />
già molto tempo prima<br />
Cultura<br />
5<br />
che i greci la scegliessero per fondarvi<br />
la loro splendida Sibari.<br />
L’episodio risale più o meno a<br />
10.000 anni fa! In quell’epoca l’uomo<br />
cambia radicalmente il suo<br />
modo di vivere, comincia a dedicarsi<br />
all’allevamento, all’agricoltura,<br />
all’arte della ceramica e a costruire<br />
i primi villaggi. In tutto il pianeta,<br />
con tempi e modalità diversi, si assiste<br />
a questa che è considerata la<br />
svolta epocale del Neolitico.<br />
E proprio un villaggio risalente<br />
al VI millennio<br />
a. C. era quello<br />
che, nel 1958 a Favella,<br />
una località<br />
della pianura vicina<br />
a Cantinella, individuaronoErmanno<br />
Candido e<br />
Donald Brown. Un<br />
tecnico con la passione<br />
per l’archeologia<br />
e un ricercatore<br />
dell’università<br />
di Harvard, che<br />
perlustravano il<br />
terreno alla ricerca<br />
dell’antica Sibari.<br />
L’importanza<br />
della scoperta a<br />
Favella è legata<br />
anche al particolare<br />
tipo di ceramica<br />
trovato, che ha<br />
rappresentato un<br />
passo avanti fondamentale<br />
per la<br />
datazione della prima<br />
fase del Neolitico<br />
in Italia.<br />
Oggi Favella è una moderna<br />
azienda agricola con annesso prototipo<br />
dell’età della pietra, il più antico<br />
d’Europa.<br />
I siti archeologici a Corigliano<br />
sono numerosi e attestano la presenza<br />
umana fin dall’età del bronzo<br />
(così in località Casale Rizzo o<br />
Rosa Russa), poi, nell’età del ferro<br />
(come a Serra Castello) e, ovviamente,<br />
nel periodo della colonizzazione<br />
greca.<br />
A Cozzo Michelicchio, una località<br />
che delimita l’area nella quale<br />
sorgeva l’antica Sibari, il ritrovamento<br />
di statuette in terracotta risalenti<br />
al VII secolo a. C., ha attestato<br />
l’esistenza di un santuario arcaico.<br />
In località Caccia di Favella nel<br />
1879 fu, invece, scoperta una necropoli<br />
di età ellenistica (IV-III sec. a.<br />
C.) , appartenuta alla città di Thurii.<br />
Qui furono ritrovate cinque preziose<br />
laminette d’oro le cui iscrizioni<br />
riguardano la dottrina misterica dell’Orfismo.<br />
Infine, è probabilmente romano<br />
l’acquedotto rinvenuto nel 1959 a<br />
contrada Ministalla.<br />
Questi sono solo alcuni dei siti<br />
finora conosciuti, ed è ragionevole<br />
pensare che il ventaglio coriglianese<br />
abbia ancora tanto da raccontare<br />
sui nostri progenitori.
6 SOCIALE<br />
DALLA PRIMA PAGINA<br />
Evitiamo<br />
il silenzio<br />
ANGELO SPOSATO*<br />
con le sue legittime paure, dall’altra,<br />
sono meno comprensibili i silenzi<br />
di chi, nelle loro qualità amministrative-politiche-associativeistituzionali,<br />
dinnanzi a questi episodi,<br />
dovrebbero alzare la voce e<br />
con la schiena dritta dare speranze<br />
e certezze ai cittadini, perché è proprio<br />
nella insicurezza, nel disagio<br />
sociale, e nella sfiducia dei cittadini<br />
che la mafia detiene il potere.<br />
Ho avuto modo, assieme ad altri<br />
colleghi del sindacato, di esprimere<br />
piena solidarietà personale e della<br />
nostra organizzazione a Damiano<br />
Falco e agli altri professionisti<br />
coinvolti nel vile atto criminoso.<br />
Ho sentito la necessità, il dovere,<br />
di ringraziare Damiano Falco<br />
per la fermezza, la forza, la determinazione<br />
per aver avuto il coraggio<br />
di denunciare i soprusi e le violenze<br />
subite.<br />
Damiano rappresenta l’esempio<br />
positivo di una Calabria laboriosa,<br />
onesta, che dice no alle angherie,<br />
alla prepotenza ed alla violenza criminale.<br />
Ma non spegniamo i riflettori su<br />
questa vicenda, non lasciamolo<br />
solo, perché ora il danno peggiore<br />
che Damiano potrebbe subire è<br />
quello di essere abbandonato nella<br />
propria solitudine.<br />
Per troppo tempo, abbiamo pensato<br />
che la criminalità, l’illegalità,<br />
poteva e doveva essere combattuta<br />
dagli apparati dello Stato, dalla inesauribile<br />
azione delle forze dell’ordine,<br />
dalla Magistratura, ma ci siamo<br />
resi conti che la sola repressione<br />
non basta, se a questa non si combina<br />
una quotidiana opera di prevenzione,<br />
giorno per giorno, ora per<br />
ora, a partire dall’insegnamento<br />
scolastico, dalla trasparenza nella<br />
pubblica amministrazione, dall’informazione<br />
sui luoghi di lavoro.<br />
Lo scopo dei vari tavoli e patti<br />
sulla legalità, siglati dalle istituzioni<br />
e nelle istituzioni, è proprio questo,<br />
individuare tutte le sinergie per fare<br />
formazione di diritto e legalità e individuare<br />
gli strumenti di prevenzione.<br />
Ma anche questi da soli non bastano,<br />
se non si recupera il ruolo<br />
fondamentale della famiglia, che<br />
deve tornare ad avere un indirizzo<br />
pedagogico per recuperare un rinnovato<br />
e forte senso civico e solidaristico.<br />
Altrimenti, l’incapacità di reazione<br />
dinnanzi a fatti come quelli di<br />
Cantinella, produce IL SILENZIO,<br />
LA PAURA, L’OMERTA’.<br />
Ed è proprio per non chiudersi<br />
nel silenzio, che questo giornale potrebbe<br />
tenere acceso un riflettore<br />
sulla legalità, un FORUM permanente<br />
aperto ai contributi del mondo<br />
delle associazioni, della scuola,<br />
della Chiesa, dei singoli cittadini,<br />
delle forze politiche e sociali, della<br />
voce sana della città per fare sentire<br />
meno sole persone come Damiano<br />
Falco e la sua famiglia , dalle quali,<br />
tutti noi, abbiamo ancora tanto da<br />
imparare.<br />
*Segretario Comprensoriale<br />
CGIL<br />
DALLA PRIMA PAGINA<br />
Progetto sulla sicurezza<br />
urbana e sulla legalità<br />
MARIA CALOROSO<br />
sei mesi.<br />
I suoi obiettivi consistono nel<br />
promuovere una cultura della legalità<br />
e della partecipazione attiva<br />
alla vita democratica, nella formazione<br />
dei docenti referenti nelle<br />
scuole, nella valorizzazione di un<br />
protagonismo propositivo e creativo<br />
da parte dei giovani. Inoltre<br />
esso si propone di aumentare, attraverso<br />
l’azione congiunta e integrata<br />
di tutti gli attori a vario titolo<br />
coinvolti, la vivibilità dei territori<br />
in termini di qualità della vita, di<br />
prevenire i fenomeni di criminalità<br />
e inciviltà, di incrementare la percezione<br />
di prossimità delle istituzioni<br />
al cittadino, di realizzare la<br />
‘’città sociale’’, una città che sia<br />
più a misura d’uomo e, infine, di<br />
stimolare l’elaborazione di progetti<br />
che siano il frutto di reale integrazione<br />
di attori e di azioni.<br />
Le azioni da esso previste sono:<br />
1. l’attivazione di una Consulta<br />
per la sicurezza urbana e la legalità,<br />
che avrà come obiettivo quello<br />
di rappresentare un luogo di incontro<br />
fra i vari interlocutori a livello<br />
comunale interessati al tema della<br />
sicurezza e della legalità;<br />
2. la proposta di attività di formazione<br />
per insegnanti delle scuole<br />
medie inferiori, consistenti in un<br />
corso di formazione sul tema delle<br />
tecniche e metodologie per media-<br />
zione dei conflitti ed interventi tesi<br />
a favorire l’educazione alla legalità;<br />
3. la proposta di Corsi per i ragazzi<br />
delle scuole medie inferiori.<br />
Verranno individuate delle classi pilota<br />
delle scuole medie inferiori caratterizzati<br />
da situazioni difficili sotto<br />
il profilo del fenomeno del bullismo,<br />
della convivenza fra alunni e<br />
del rispetto delle regole comportamentali<br />
civili e scolastiche;<br />
4. l’attivazione di uno Sportello<br />
di ascolto per il cittadino. Tale struttura<br />
è stata pensata con lo scopo di<br />
far sentire più vicine le Istituzioni ai<br />
cittadini e fornire una risposta veloce<br />
e chiara per i cittadini che necessitano<br />
di supporto, soprattutto per le<br />
persone vittime di reati.<br />
La metodologia usata sarà<br />
quella del lavoro di rete, attivando<br />
tutti i contatti istituzionali e informali<br />
al fine di operare in sinergia.<br />
Affiancata al lavoro di rete verrà<br />
utilizzato il concetto di azione multidimensionale<br />
con il ricorso a strumenti<br />
applicativi, quale quello del<br />
progetto personalizzato.<br />
I risultati attesi da tale progetto<br />
sono la valorizzazione della capacità<br />
progettuale degli Enti Locali che,<br />
attraverso una reale integrazione di<br />
attori e azioni in materia di sicurezza<br />
urbana, generi l’aumento della<br />
vivibilità dei territori, la prevenzione<br />
dei fenomeni di criminalità e inciviltà,<br />
l’incremento della percezione<br />
di prossimità delle istituzioni al<br />
cittadino e la realizzazione di una<br />
programmazione comunale delle<br />
politiche di sicurezza urbana valorizzando,<br />
senza disperderle, le sperimentazioni<br />
in atto sui territori.
DALLA PRIMA PAGINA<br />
Il candidato a<br />
sindaco<br />
GIOVANNI TORCHIARO<br />
E l’unità è lo scopo finale: che<br />
le elezioni si vincano o si perdano.<br />
Qualcuno, però, nel centro-sinistra,<br />
enfatizzando la funzione del<br />
programma, come componente autonoma<br />
e prioritaria rispetto a tutto<br />
ciò che concorre a una (con) vincente<br />
campagna elettorale (tempi e<br />
qualità della composizione delle liste,<br />
competenze, alleanze più o<br />
meno consolidate, apertura a forze<br />
nuove), arriva a sovrastimarne il<br />
peso, dimenticando che esso in tanto<br />
è valido e si realizza in quanto<br />
vi sia chi, identificandosi con esso e<br />
PH. COSIMO REALE<br />
condividendolo integralmente, ne<br />
diventi poi, supportato da una squadra<br />
la più qualificata possibile, fedele<br />
esecutore.<br />
Ritornando al tema, sarà bene<br />
ricordare come, a Corigliano, il<br />
centro-destra, pur in un contesto di<br />
accesissima dialettica interna, e in<br />
dispregio delle più elementari regole<br />
del coinvolgimento democratico<br />
nella redazione del programma,<br />
sia giunto al suo scopo: avere subito<br />
un candidato a sindaco. La scelta<br />
su Pasqualina Straface è stata, da<br />
quel punto di vista, oltre che tempestiva,<br />
almeno in apparenza politicamente<br />
corretta. La Straface, infatti,<br />
viene da anni di lunga e fedele militanza;<br />
ha un radicamento popolare<br />
che ne fa da anni una protagonista<br />
della politica locale; ha sufficiente<br />
esperienza amministrativa; è convinta,<br />
dopo la lunga parentesi di<br />
egemonia di Giuseppe Geraci, di<br />
esserne la naturale erede, per averlo<br />
meritato sul campo. Ha giuste amicizie<br />
ed entrature importanti. E, in-<br />
fine, è determinata, proprio come<br />
una donna, specie se candidata a<br />
Sindaco, sa essere. Della politica<br />
che lei incarna e degli interessi che<br />
rappresenta, potremo parlare in<br />
un’altra occasione. Ciò che conta, e<br />
che preoccupa, ora e che lei è<br />
l’unica candidata che colloquia,<br />
oggi, con il popolo di Corigliano.<br />
Nel centro-sinistra, al contrario,<br />
accantonata la discussione sulla definizione<br />
della base programmatica<br />
da presentare alla città, i vari partiti<br />
e movimenti che ne sono parte si<br />
sono impantanati nel dibattito, né<br />
originale né esaltante, su chi debba<br />
essere il candidato.<br />
In verità, tra i Democratici di<br />
Sinistra, partito guida della coalizione,<br />
vi sono diverse posizioni.<br />
Qualcuno sostiene che, ri-definito<br />
il programma con l’apporto di tutte<br />
le voci dell’Unione, richiamato il<br />
primato dei partiti, fatti punto e<br />
chiarezza sull’esperienza De Rosis,<br />
vissuta nell’antinomia irrisolta tra<br />
Consiglio Comunale(al centro-destra)<br />
e Sindaco (al centro sinistra),<br />
si possa avviare la discussione sul<br />
candidato, precisando che nessuno<br />
è escluso. Qualcun altro, in maniera<br />
variamente argomentata, talvolta<br />
acritica, è convinto che la discussione<br />
sul candidato non possa che<br />
partire da De Rosis. Talaltro ritiene<br />
che, in ragione di una visione generale<br />
della politica, il candidato debba<br />
essere espressione di accordi tra<br />
partiti (con evidente, formalmente<br />
legittima ma politicamente forzosa,<br />
volontà di escludere chi, dei partiti,<br />
non accetta pedissequamente le regole).<br />
Da parte mia preciso che, pur<br />
non trovandomi d’accordo su alcuni<br />
dettagli sui quali, per economia,<br />
trasvolo, mi sento di condividere<br />
l’impianto della prima posizione.<br />
Non fosse, però, che non si può<br />
dire, genericamente: chiunque può<br />
essere il candidato.<br />
Anni di militanza ci hanno insegnato<br />
che alcune regole vanno rispettate,<br />
e richiamate quando qualcuno<br />
le dimentica. Naturalmente è<br />
stucchevole la discussione se dovesse<br />
essere l’Unione a convocare<br />
De Rosis, appena dopo la caduta<br />
del Consiglio Comunale, o se fosse<br />
dovere del sindaco decaduto a chiedere<br />
di essere sentito. Importante e<br />
giusto, semmai, era che, tenuti fermi<br />
i capisaldi dell’impianto, si cominciasse<br />
da De Rosis: né per confermarlo,<br />
tout court, nella candidatura,<br />
né, tanto meno, per entrare<br />
con lui nel conflitto infruttuoso tra<br />
le diverse vedute politiche circa il<br />
peso e il valore dei partiti.<br />
Personalmente attribuisco a De<br />
Rosis grande responsabilità nella<br />
gestione della crisi politico-istituzionale<br />
che ha determinato lo scio-<br />
glimento del Consiglio Comunale<br />
(l’argomento meriterebbe spazio<br />
per un altro articolo). Ma se il coordinamento<br />
dell’Unione (al quale<br />
verrà meno l’apporto paziente e<br />
prezioso di Pino Callegari, al quale<br />
andrebbero riconosciuti, oggi per<br />
ieri, innumerevoli meriti) su questo<br />
tema avesse incontrato il sindaco<br />
uscente e con lui avviata una<br />
sana discussione, sicuramente si sarebbe<br />
fatta chiarezza: il confronto<br />
basato su ragionamenti politici, e<br />
non su mozioni personali, è sempre<br />
proficuo, e sono certo, quale che<br />
fosse stato l’esito dell’incontro,<br />
che tutti quelli che si richiamano<br />
alla politica, cioè al bene della città,<br />
ne sarebbero rimasti soddisfatti;<br />
e che oggi tutti saremmo più sereni<br />
e soprattutto molto più uniti. E<br />
fuori dal pantano in cui il centrosinistra<br />
si ritrova.<br />
Oggi è tardi, ma, paradossalmente,<br />
tornare indietro per recuperare<br />
tempo, è la strada che speditamente<br />
bisogna percorrere.<br />
SOCIALE<br />
7<br />
DALLA PRIMA PAGINA<br />
Verso le elezioni<br />
ANTONIO GIOIELLO<br />
E’ veramente incredibile<br />
come il centrosinistra sia riuscito<br />
a disperdere un vantaggio che<br />
dopo lo scioglimento anticipato<br />
del consiglio comunale sembrava<br />
acquisito.<br />
Di fatto, la mancata ed immediata<br />
ricandidatura del sindaco<br />
uscente e l’assenza di una prospettiva<br />
e di un progetto a lui alternativi<br />
hanno ingenerato confusione<br />
e disorientamento nell’elettorato<br />
favorevole al centrosinistra,<br />
consentendo agli altri raggruppamenti<br />
di riorganizzarsi e<br />
guadagnare consensi forse insperati.<br />
Lo sbaglio del centrosinistra,<br />
probabilmente, è stato quello di<br />
pensare di riuscire a riproporsi<br />
all’elettorato eludendo ed evitando<br />
di affrontare i contrasti esistenti.<br />
Invece proprio a partire<br />
dalle divergenze esistenti, senza<br />
nasconderle, sulle quali necessitava<br />
un chiarimento vero e profondo,<br />
si poteva (e si doveva) ritrovare<br />
unità e condivisioni. Sarebbe<br />
servita un’attenta analisi e<br />
riflessione sulla passata esperienza<br />
amministrativa, era fondamentale<br />
capire gli errori commessi<br />
e provare a correggerli.<br />
L’avere invece inteso affrontare<br />
questa delicata e difficile fase<br />
per eventuali rivincite o viceversa<br />
chiudendosi in arroccamenti<br />
insensati a difesa di se stessi ha<br />
prodotto una situazione di incomunicabilità.<br />
Con il risultato di<br />
operare una grave frattura tra le<br />
dirigenze politiche e l’elettorato.<br />
Rimanendo così la situazione,<br />
non è difficile prevedere che<br />
il centrosinistra, senza un richiamo<br />
energico all’unità ed al superamento<br />
dei contrasti interni, rischia<br />
una sconfitta clamorosa.<br />
Nello stesso tempo non è possibile<br />
una conclusione positiva di<br />
questa vicenda se si insiste sul<br />
continuare su un percorso consumato<br />
ed improduttivo che potrebbe<br />
avanzare solo proposte affrettate<br />
o forzate o imposte. In<br />
tale realtà qualsiasi nominativo<br />
rischia di creare spaccature e<br />
l’impopolarità. Sarebbe necessario<br />
ripartire da un nuovo contesto,<br />
da una nuova impostazione,<br />
da altre premesse per giungere<br />
principalmente ad un’idea della<br />
città, all’individuazione dei<br />
provvedimenti prioritari e a tratteggiare<br />
il profilo di un’amministrazione<br />
per una città dell’importanza<br />
di Corigliano. Perché,<br />
soprattutto, l’appuntamento delle<br />
prossime elezioni determinerà il<br />
futuro della città.
8<br />
DALLA PRIMA PAGINA<br />
REALTÀ DEL TERRITORIO:<br />
U.N.I.T.A.L.S.I.<br />
VANNI OMIRO<br />
con gli ammalati e i disabili”.<br />
L’Unitalsi è aperta a tutti: sani e<br />
ammalati, uomini e donne, senza<br />
alcuna distinzione di età, cultura,<br />
professione e livello sociale.<br />
Gli aderenti sono stimolati, dallo<br />
spirito cristiano su cui l’associazione<br />
è fondata, alla interiorizzazione<br />
degli obiettivi propri dell’associazione<br />
che si concretizzano nella<br />
“disponibilità al servizio offerto<br />
con gioia” agli ammalati ed ai disabili,<br />
specialmente in occasione di<br />
pellegrinaggi o visita ai santuari nazionali<br />
e internazionali . Questa disponibilità<br />
deve contraddistinguere<br />
gli unitalsiani e diventare lo stimolo<br />
di operatività e di partecipazione<br />
tanto da creare con l’ammalato un<br />
rapporto di fiducia, amicizia, fraternità.<br />
Ogni socio contribuisce alle<br />
varie iniziative - nazionali, regionali<br />
o locali – offrendo il proprio<br />
tempo e autofinanziando la propria<br />
partecipazione alle attività di servizio<br />
a vantaggio dei disabili e degli<br />
ammalati.<br />
L’attività dell’Unitalsi si concretizza<br />
in modo precipuo, nella promozione<br />
di pellegrinaggi ai grandi<br />
santuari mariani: Lourdes, Fatima,<br />
Loreto che diventano oltre che momenti<br />
di fede vissuta e di promozione<br />
cristiana anche momenti di alta<br />
socialità, di dedizione, di carità fraterna<br />
e cristiana.<br />
Da qualche anno l’associazione<br />
ha allargato il proprio campo<br />
d’azione e a questa funzione primaria<br />
e ispiratrice, ha affiancato varie<br />
attività adeguate ai tempi e alle<br />
nuove esigenze. A livello nazionale<br />
ha organizzato soggiorni estivi e invernali,<br />
ha accresciuto l’impegno<br />
per realizzare quanto può essere<br />
utile a superare ogni forma di emarginazione<br />
e di discriminazione verso<br />
gli ammalati e i disabili, organizza<br />
momenti di incontri e spettacoli<br />
con personaggi della musica, del cinema,<br />
della televisione che offrono<br />
gratuitamente la loro disponibilità a<br />
vantaggio di queste persone meno<br />
fortunate.<br />
Una delle iniziative più belle a<br />
LA<br />
livello nazionale è stata senz’altro<br />
quella del Treno dei Sogni che ha<br />
portato trecento bambini provenienti<br />
dai reparti oncologici degli<br />
ospedali di tutta Italia, al parco dei<br />
divertimenti di Disneyland di Parigi<br />
dove i bambini amorevolmente protetti,<br />
guidati e sorvegliati, hanno<br />
trascorso tre giorni indimenticabili.<br />
Per il futuro l’Associazione intende<br />
impegnarsi nella crescita del<br />
volontariato e del ruolo sempre più<br />
importante, che va assumendo il<br />
Terzo Settore, nell’espansione del<br />
sostegno domiciliare agli ammalati<br />
gravi, nell’assistenza a casa o in<br />
ambienti particolarmente attrezzati<br />
per i disabili gravi<br />
Ultimamente ha aperto anche<br />
alla Protezione Civile, ha creato<br />
Case del Sollievo per ospitare genitori<br />
dei bambini in cura per gravi<br />
malattie presso centri ospedalieri.<br />
Notevole importanza assume anche<br />
il Progetto Terapia del Sorriso,<br />
corso di formazione per volontari<br />
unitalsiani per portare momenti di<br />
sorriso con l’arte del clown ai piccoli<br />
infermi degli ospedali.<br />
A Corigliano la Sottosezione,<br />
così vengono denominate le sedi locali,<br />
nasce nel 1999 per iniziativa di<br />
Mons Andrea Tassone e del Parroco<br />
D. Pasquale Rugna. La sua azione<br />
abbraccia tutta la diocesi di Rossano<br />
Cariati. L’ Unitalsi ha la sede centrale<br />
per la Calabria a Reggio Calabria<br />
ed essa viene denominata Sezione,<br />
le altre sedi esistenti in Calabria<br />
e dipendenti dalla Diocesi vengono<br />
indicate come sottosezioni.<br />
La Sottosezione di Corigliano<br />
conta attualmente circa 50 soci ed è<br />
sostenuta nella sua opera e nella realizzazione<br />
dei propri progetti da 5<br />
volontari civili ed 8 associati. Ultimamente<br />
è stato stretto un rapporto<br />
di collaborazione con le associazioni<br />
ANFASS e FUTURA sul Progetto<br />
H che si propone lo sviluppo di<br />
una maggiore socializzazione e la<br />
crescita individuale per venti ragazze<br />
e ragazzi che hanno completato<br />
il ciclo di studi normali, mediante<br />
attività manuali.<br />
La Sede dell’Associazione si<br />
trova in Via Dei Greci, 24 a Corigliano<br />
Stazione Tel. e Fax<br />
0983.887276. Presidente dall’associazione<br />
è la Signora Carmela Gaccione,<br />
e V.Presidente la Signora<br />
Maria Stella Fino<br />
La Profumeria<br />
di Via Nazionale LA<br />
PROFUMI E COSMETICA<br />
MARCHI NAZIONALI ED ESTERI<br />
Via Nazionale, 72/a - Tel. 0983.886444<br />
Corigliano Scalo (Cs)<br />
Inaugurata l’iniziativa curata dai professori Mingrone e Romio<br />
Il Liceo Scientifico studia<br />
il fenomeno del brigantaggio<br />
Il Liceo Scientifico “Fortunato<br />
Bruno” di Corigliano con annessa<br />
Sezione Classica “Giovanni Colosimo”,<br />
in collaborazione con la<br />
Biblioteca Nazionale di Cosenza,<br />
l’Archivio di Stato di Cosenza e<br />
la Biblioteca Comunale “Francesco<br />
Pometti” di Corigliano, ha organizzato,<br />
sabato 24 febbraio,<br />
presso la sala della Biblioteca del<br />
locale Liceo Scientifico, una iniziativa<br />
culturale molto interessante<br />
e di notevole valore storico ed<br />
educativo-formativo.<br />
È stata infatti inaugurata alla<br />
presenza di un numeroso ed attento<br />
pubblico la “Mostra sul brigantaggio”,<br />
curata dai professori<br />
Tommaso Mingrone e Vincenzo<br />
Romio, docenti non nuovi nell’organizzazione<br />
di siffatte iniziative.<br />
Esposti documenti originali ed in<br />
riproduzione (lettere, bandi) risalenti<br />
agli anni 1860-1870, libri e<br />
fotografie.<br />
In relazione al tema della mostra,<br />
si è svolto, pertanto, un convegno,<br />
i cui lavori sono stati aperti<br />
dai saluti del dirigente scolastico<br />
del Liceo Scientifico “F. Bruno”,<br />
professore Franco Sena. È<br />
poi seguita la presentazione della<br />
mostra ad opera del professore<br />
Tommaso Mingrone.<br />
Molto dettagliate e ricche di<br />
notizie e curiosità le relazioni dell’avvocato<br />
Domenico Cassiani,<br />
noto ed apprezzato storico, sulle<br />
origini e lo sviluppo del brigantaggio<br />
meridionale, e del professore<br />
Giuseppe Abbruzzo, sulla<br />
grafomania del brigante Domenico<br />
Straface, detto “Palma”, alle<br />
quali hanno infine fatto seguito<br />
gli interventi di alcuni presenti.<br />
“L’iniziativa – ha affermato il<br />
dirigente scolastico Sena – nasce<br />
dalla volontà di far conoscere agli<br />
studenti e ad un pubblico più vasto<br />
momenti della cultura e della<br />
storia civile della Calabria e di<br />
proporre, ancora una volta, la Biblioteca<br />
del Liceo Scientifico<br />
FABIO PISTOIA<br />
come luogo di incontro, di dibattito<br />
e di promozione culturale<br />
aperto al territorio”.<br />
Entrambi i relatori hanno<br />
messo in evidenza le origini e le<br />
caratteristiche del brigantaggio<br />
meridionale (1860-1864), ampio<br />
fenomeno misto di banditismo e<br />
di ribellione politico-sociale sviluppatosi<br />
nelle campagne del<br />
Mezzogiorno Continentale. Esso<br />
seguì all’unificazione italiana<br />
che, con l’imposizione di misure<br />
amministrative e fiscali di particolare<br />
durezza, ivi comprese la<br />
completa abolizione dei secolari<br />
usi comuni delle terre a tutto<br />
vantaggio del latifondo e la dissoluzione<br />
dell’esercito borbonico,<br />
aggravò le condizioni già miserevoli<br />
delle plebi meridionali<br />
(“questione meridionale”) dando<br />
esca, sull’esempio del sanfedismo<br />
del 1799, alla propaganda filoborbonica<br />
e clericale ostile al<br />
nuovo stato liberale, a sua volta<br />
incapace di una politica che non<br />
fosse di pura repressione e alla<br />
ricerca di alleati tra gli stessi ceti<br />
aristocratici e latifondisti.<br />
Le bande di briganti che già<br />
costituivano un male endemico di<br />
quelle campagne si ingrossarono<br />
rapidamente, raggiungendo le migliaia<br />
di unità e dando vita a episodi<br />
di violenza cieca e raccapricciante<br />
ma anche all’occupazione<br />
temporanea di interi e popolosi<br />
centri fino al rischio di unificarsi<br />
in un esercito insurrezionale.<br />
Contro di esse fu istituito un vero<br />
stato di guerra, con tecniche di<br />
guerriglia, con la completa militarizzazione<br />
del territorio e i pieni<br />
poteri (legalizzati con la legge<br />
Pica nel 1863) ai generali E. Cialdini<br />
prima e A. La Marmora poi,<br />
al comando di 163 mila uomini<br />
(in prevalenza bersaglieri e cavalleria),<br />
che eseguirono spietate<br />
rappresaglie facendo terra bruciata<br />
intorno alle bande per poi annientarle<br />
sul campo.<br />
Autorizz. Tribunale di Rossano - Reg. Periodici N. 02/03 - 25 marzo 2003<br />
Sede: Via Sicilia, 1 - Tel. 0983.885582 - CORIGLIANO SCALO (Cs)<br />
www.mondiversi.it - e-mail: redazione1@mondiversi.it<br />
Direttore Responsabile: CARMINE CALABRESE<br />
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Caporedattore: FABIO PISTOIA<br />
Redazione:<br />
MARIA CALOROSO, ANGELA FERACO, CINZIA MERINGOLO,<br />
ADALGISA REDA, MARIO REDA, LUISA SANGREGORIO<br />
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