Ottobre 2007 - Provincia di Milano
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ALLERTA QUALITÀ<br />
A TUTELA DEI CONSUMATORI<br />
UN COORDINAMENTO NAZIONALE NECESSARIO<br />
ALLA TRASPARENZA NELLA PRODUZIONE E NELLA<br />
CONSERVAZIONE DELLE MERCI<br />
Occorre lavorare perché l’urgenza non <strong>di</strong>venti<br />
emergenza in tema <strong>di</strong> sicurezza del consumatore.<br />
I mesi trascorsi sono stati costellati <strong>di</strong> notizie<br />
sconcertanti, tutte attinenti alla qualità e alla<br />
sicurezza <strong>di</strong> beni <strong>di</strong> largo consumo: dai dentifrici<br />
sospettati <strong>di</strong> tossicità, alle bambole al piombo<br />
della Mattel, all’ultima, gravissima vicenda<br />
dell’addensante alla <strong>di</strong>ossina. Vicende <strong>di</strong>verse che<br />
riguardano produzioni <strong>di</strong>verse. Eppure c’è un punto<br />
comune: tutte le merci in oggetto sono prodotte,<br />
come si <strong>di</strong>ce, “made in world”. Fanno capo cioè a<br />
multinazionali che delocalizzano la produzione in vari<br />
Paesi, dalla Romania, alla Cina all’In<strong>di</strong>a. È uno degli<br />
effetti della globalizzazione. Ci dobbiamo interrogare<br />
sui rischi legati alla globalizzazione della produzione,<br />
dal sistema degli appalti e subappalti su scala<br />
mon<strong>di</strong>ale.<br />
Il “made in world” comporta un ine<strong>di</strong>to rapporto<br />
fra il paese d’origine del marchio e quelli della<br />
produzione. L’effetto perverso c’è quando il lavoro<br />
per produrre quella merce è sottopagato o la<br />
produzione inquinante o la merce stessa pericolosa<br />
per la salute. Ciò pone problemi nuovi relativi<br />
non solo alla <strong>di</strong>fesa dei lavoratori, ma anche al<br />
controllo della qualità delle merci e alla tutela dei<br />
consumatori.<br />
Occorre prendere atto che troppe volte la ricerca<br />
delle materie prime e della forza lavoro al minor<br />
costo possibile avviene a danno della qualità della<br />
produzione. Ne deriva la necessità della massima<br />
trasparenza sui tempi e sui mo<strong>di</strong> relativi alla<br />
produzione, alla conservazione e alla confezione<br />
delle merci, in particolare se alimentari. È ovvio che<br />
il protezionismo è una forma <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa commerciale<br />
fuori dal mondo e fuori dal tempo. Ma il buon senso<br />
suggerisce comunque <strong>di</strong> privilegiare i prodotti del<br />
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commercio con maggiori garanzie, fra cui quelli<br />
della produzione equa e solidale, che si fondano su<br />
<strong>di</strong> una relazione commerciale basata sul <strong>di</strong>alogo,<br />
la trasparenza e il rispetto, e i prodotti nazionali,<br />
la cui origine e le cui modalità <strong>di</strong> produzione e<br />
commercializzazione sono facilmente verificabili.<br />
Naturalmente non basta. Occorre un’etichettatura<br />
delle merci chiara ed evidente in cui, oltre alla<br />
data <strong>di</strong> scadenza per i prodotti deperibili, troppe<br />
volte oggi nascosta nei punti più improbabili della<br />
confezione, ci sia il Paese <strong>di</strong> provenienza ed ogni<br />
altra in<strong>di</strong>cazione, come la dettagliata e chiara<br />
composizione chimica, che renda quel prodotto<br />
socialmente trasparente.<br />
Si deve inoltre semplificare la rete <strong>di</strong> strumenti<br />
pubblici finalizzati al controllo della qualità. Occorre<br />
dar vita a un coor<strong>di</strong>namento nazionale, che<br />
coinvolga istituzioni e consumatori, che faciliti la<br />
prevenzione e consenta l’intervento imme<strong>di</strong>ato nel<br />
caso <strong>di</strong> sospetta pericolosità del prodotto. Nel nostro<br />
Paese il movimento d’opinione dei consumatori,<br />
per ragioni storiche, è meno forte e strutturato <strong>di</strong><br />
altri. Oggi c’è l’occasione, vorrei <strong>di</strong>re la necessità,<br />
<strong>di</strong> strutturare maggiormente questo movimento,<br />
affinché sia all’altezza <strong>di</strong> una sfida che - temo -<br />
sarà in futuro ancora più <strong>di</strong>fficile. Bene sarebbe, <strong>di</strong><br />
conseguenza, un coinvolgimento sempre maggiore<br />
delle associazioni dei consumatori da parte delle<br />
imprese e delle istituzioni nelle attività <strong>di</strong> controllo<br />
della qualità delle merci. Nelle scorse settimane il<br />
settimanale Il salvagente ha confermato il rischio <strong>di</strong><br />
presenza negli alimentari <strong>di</strong> <strong>di</strong>ossina che si sarebbe<br />
ritrovata in un ad<strong>di</strong>tivo, il guar gum. L’ad<strong>di</strong>tivo, <strong>di</strong><br />
provenienza prevalentemente in<strong>di</strong>ana, potrebbe<br />
essere contenuto in yogurt, dolci, gelati, surgelati,<br />
formaggi, carni, salse, bevande, alimenti <strong>di</strong>etetici.<br />
Nella pagina a fianco,<br />
i manifesti della campagna<br />
per i Consumer days.