Partecipazione e primato della politica Incontro con la ... - FOCL

In necessaris unitas, in dubiis libertas, in omnibus charitas
SPEDIZIONE IN ABB.POSTALE ART. 2 - COMMA 20/C LEGGE 662/96 - FILIALE DI GENOVA - NON CONTIENE PUBBLICITÀ 5 2001
PERIODICO MENSILE DELLA FEDERAZIONE OPERAIA CATTOLICA LIGURE - FONDATO NEL 1884
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Incontro con
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la Madonna
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La Madonna della Guardia ci
ha accolto con sollecitudine
materna, domenica 27 maggio,
pellegrini al suo santuario, insieme
al mondo del lavoro della
nostra città.
Il Cardinal Arcivescovo, tornato
dal Concistoro ha voluto dedicare
il primo gesto di attenzione,
riprendendo il Suo ministero
episcopale tra noi, al mondo
del lavoro, presiedendo il pellegrinaggio,
allietato da una mattinata
radiosa, splendida e profumata
per la concomitanza della
tradizionale festa dei fiori che
si celebra al Santuario in occasione
della chiusura del mese di
Maggio, dedicato alla Madonna.
Quest'anno il mondo del lavoro
genovese ha lasciato, in occasione
del pellegrinaggio un
segno. È la statua in bronzo che
raffigura Benedetto Pareto, il
contadino di Livellato al quale
apparve la Madonna, costruttore
del primo santuario. Questo
segno parla a noi ed ai pellegrini
che avranno capacità di
ascolto. È il segno della religiosità
delle persone umili, sconosciute,
che impreziosiscono la
vita quotidiana svolgendo diligentemente
il proprio lavoro,
servendo Dio ed il prossimo.
Sono la vera ricchezza della
Chiesa e del mondo.
È la gente personificata da Benedetto
Pareto che la Madonna
ha cercato e trovato intento al
duro lavoro manuale. È la gente
che lavorando su questo monte
ha costruito nella seconda metà
del 1800 il Santuario ed ha incontrato,
lavorando, la Madonna.
Nel 1490, quando la Madonna
apparve a Benedetto Pareto, si
era nell'imminenza della scoperta
dell'America, da parte del
nostro concittadino Cristoforo
Colombo. Oggi siamo alle soglie
della riunione del G8 che
avverrà nella nostra città il prossimo
luglio. Le nuove frontiere
della globalizzazione ci sollecitano
a guardare lontano, ai
grandi e drammatici problemi
che il mondo deve affrontare in
nome della giustizia e della solidarietà.
Acquista sempre maggiore
attualità l'appello rivolto
alla Chiesa ed al mondo dal
Pontefice Paolo VI nel lontano
1967: i popoli della fame interpellano
oggi in maniera drammatica
i popoli dell'opulenza. La
Chiesa trasale davanti a questo
grido di angoscia e chiama
ognuno a rispondere con amore
al proprio fratello.
Il pellegrinaggio, come sempre,
è stato caratterizzato da un
clima di preghiera, di raccoglimento,
di riflessione. I rappresentanti
delle Società Operaie
Cattoliche che vi hanno preso
parte, arricchiti da questa esperienza
di fede, parteciperanno ai
soci ed ai simpatizzanti il frutto
spirituale attinto dal pellegrinaggio
ed il messaggio rivolto
dal cardinale Arcivescovo: SAL-
VIAMO LA DIGNITÀ DEL LAVO-
RO DALLE INSIDIE DELLA
GLOBALIZZAZIONE.
Creeremo così le valide premesse
affinché il pellegrinaggio
annuale alla Guardia sia sempre
maggiormente partecipato e
compreso come gesto filiale del
mondo del lavoro genovese che
pone nelle mani della Madonna
le sue sorti, i suoi progetti, le
sue speranze.
MONS. LUIGI MOLINARI
Pezzotta è il successore di Sergio
D’Antoni, di cui è grande amico,
ma di questa storia di Democrazia
europea ne ha fin sopra i capelli. E,
dunque, che il messaggio arrivi forte
e chiaro al futuro governo, ai colleghi
sindacalisti e alla intera organizzazione
sindacale: «Faccia le sue
scelte, per sé e per il movimento che
ha fondato. Ma lui e tutti quanti lascino
fuori la Cisl».
Segretario, è un momento difficile
per la sua organizzazione... «Non
capisco perché coinvolgerci in questa
storia. Sergio D’Antoni, quando
ha scelto di fare politica, si è dimesso
da ogni carica in Cisl. Decide il
modo autonomo, come la Cisl deciderà
autonomamente le sue prospettive
e i suoi dirigenti. Sono funzioni
e ruoli diversi. Ci sono cinquant’anni
di storia che dimostrano
la nostra autonomia».
Non sarà imbarazzante trovarsi davanti
D’Antoni come ministro del Lavoro
a discutere di flessibilità? «Se
Partecipazione e primato della politica
In queste giornate post-elettorali
si stanno realizzando gli
adempimenti costituzionali che
consentiranno, al Presidente della
Repubblica, l’avvio delle consultazioni
per il conferimento
dell’incarico di Presidente del,
Consiglio. Frastornati da una
campagna elettorale “urlata”, si
tende a dimenticare che la nostra
è “ancora” una Repubblica Parlamentare
in cui finché non viene
insediato il Parlamento (ed
eletti il Presidente del Senato e
della Camera dei Deputati, costituiti
i Gruppi parlamentari ed
espressi i direttivi degli stessi) il
Presidente della Repubblica non
può ascoltare i rappresentanti del
popolo per decidere, in piena
autonomia, come prevede la Costituzione
Italiana, a quale personalità
affidare l’incarico di
costituire il Governo.
Il sistema elettorale adottato che
introduce – di fatto, ma non di
diritto – nel nostro ordinamento
costituzionale una qualsorta di
governo del “premier”, induce
molti a pensare che, conosciuto
il risultato elettorale, entri immediatamente
in carica il governo
della maggioranza eletta dalla
popolazione italiana. Non è così.
Anzi, è auspicabile, che venga ri-
INTERVISTA AL SEGRETARIO CONFEDERALE CISL
“RAPPRESENTIAMO GLI INTERESSI
DEI LAVORATORI E DEI PENSIONATI”
mai diventasse ministro, sarà giudicato
da quel che farà. Nella storia
della Cisl i comportamenti sono stati
sempre coerenti, anche quando al
governo c’erano “amici” nostri. Anche
con i ministri ex cislini abbiamo sempre
avuto un atteggiamento non ideologico:
normalmente giudichiamo i
governi sulle proposte e sulle cose
che fanno».
Ma D’Antoni è stato leader Cisl
fino a pochi mesi fa... «È stato un
grande dirigente, come lo sono stati
Carniti e Marini, e ora si è dimesso.
Avrà molti amici in Cisl, dopo venti
anni di militanza comune. Ma l’amicizia
prescinde anche dalle opinioni
politiche, no?» E da amico, comprende
la sua scelta di appoggiare
la Cdl? «È libero di fare le scelte
che ritiene più opportune. Io mi occupo
solo della Cisl».
Nella Cisl la scelta di DE per la
Cdl ha provocato molte reazioni,
quasi tutte negative. «Nella Cisl
ognuno ha il diritto di dire quel che
badita e sottolineata con comportamenti
coerenti la centralità del
Parlamento quale espressione
della volontà del popolo italiano.
Purtroppo, una certa corrente di
pensiero, trasversale alle varie
realtà politiche e culturali presenti
nel nostro Paese, propende per il
decisionismo, di pochi, a scapito
della partecipazione, di molti.
Abbiamo così ridotto a nullità i
Consigli Provinciali e comunali;
si salvano ancora parzialmente i
Consigli regionali: tutti sacrificati
sull’altare dell’efficienza e del decisionismo,
incarnati, dalla Giunta
e dal suo capo. Speriamo che
così non avvenga anche col Parlamento,
anche se molti “accenni”
della legislatura appena terminata
fanno temere il peggio.
vuole, ma nella chiarezza. I valori
e i programmi della Cisl, che sono
la solidarietà e l’uguaglianza, non li
misuriamo con declamazioni, ma
nella concretezza. La nostra è
un’organizzazione unita, che discute
nel suo congresso».
Antonio Martino potrebbe essere
un collega di governo di D’Antoni.
Dice che i sindacati hanno rialzato
la testa dopo l’80 e che vanno
rimessi a posto; che se proverete a
reagire finirete male, perché la gente
non vi tollera più. «Martino si ricordi
che se siamo in Europa è merito
della concertazione. Non saremo
affatto spazzati via, perché rappresentiamo
gli interessi dei lavoratori
e dei pensionati. Noi siamo
per uno stato sociale universalistico,
per una politica del lavoro, per
la famiglia». E se il centrodestra
avesse intenzioni bellicose? «Risponderemo,
come abbiamo sempre
fatto». [r. gi.]
(da “LA STAMPA” del 21 maggio 2001)
Tutti conosciamo – anche nel
nostro piccolo delle Società Operaie
Cattoliche – quanto sia defatigante
la pratica della partecipazione,
la più allargata possibile,
al processo decisionale: ma la linfa
vitale di una democrazia è proprio
la partecipazione... che non
può essere confinata all’espressione
del voto ogni cinque anni!
Correlato a questo convincimento,
deve esistere la consapevolezza
che in democrazia i voti
“si contano”; anche in questo
caso abbiamo correnti di pensiero
e comportamenti che propendono
a “pesare” i voti. Il rispetto
della persona e della sua dignità
comportano, anche, il rispetto
delle sue opinioni politiche e
della sua massima espressione:
il voto. E se la maggioranza dei
voti sono attribuiti a schieramenti
di cui non si condividono le
proposte e le opzioni politiche,
occorre – in democrazia – prenderne
atto senza demonizzazione
alcuna, contrastandole con gli
strumenti che la democrazia
pone a disposizione di tutti: il
dibattito ed il voto parlamentare.
Lavorando a costruire l’alternativa
per la successiva tornata
elettorale. Le facili scorciatoie
della “piazza” non fanno crescere
la democrazia, anzi...
La partecipazione non è quindi
un “lusso”, ma un dato fondamentale.
A maggior ragione in
un’epoca, qual’è quella attuale,
in cui la globalizzazione gioca
un ruolo perverso, situando il
luogo delle scelte al di fuori dei
Parlamenti e delle istituzioni di
partecipazione democratica.
Non costituisce, quindi,
un’astrazione accademica affermare
– con vigore – quanto sia
irrinunciabile situare nel Parlamento
– ove sono rappresentate
le volontà della popolazione – la
sede delle scelte politiche da cui
debbono discendere le scelte
economiche e sociali che interessano
ed orientano la vita di miglia
di persone: in buona sostanza
si tratta di riaffermare il primato
della politica.
Ma si deve, anche, sfatare un
luogo comune (talvolta suffragato,
purtroppo, da comportamenti
deplorevoli) che la politica sia
sinonimo di inefficienza e lungaggini
nelle realizzazioni e nell’elaborazione
delle scelte. La buona
politica è quella che sa individuare,
col consenso e la partecipazione
della popolazione, le esigenze
e sa fornirle risposte in tempi rapidi
ed accettabili.
GUIDO GARRI
Presidente FOCL

DOPO L'ASSEMBLEA DEI VESCOVI
Una conversione
missionaria
Tra i non pochi temi, e tutti
importanti, trattati dai vescovi
italiani nella loro assemblea,
uno mi è sembrato
di particolare rilievo sotto
il profilo pastorale. Riguarda
la difficoltà che la
Chiesa si trova ad affrontare,
e non soltanto da noi, di
far giungere il messaggio
del vangelo al di là degli ambiti
tradizionali, oltre il ristretto
recinto (ormai troppo
ristretto) dei fedeli e dei praticanti.
Pur tenendo conto,
come ha ripetuto il card.
Ruini, di una certa «tenuta»
a livello popolare dei contenuti
e dei valori della fede, il
vero problema è oggi duplice:
non far deperire l'esistente
e riuscire a «passare»
il messaggio della fede a
quanti non lo ricevono più
per i canali di un tempo: famiglia
o parrocchia.
Quanto al gregge rimasto
fedele, un vescovo ha detto
giustamente che «si deve
dare sempre meno per scontato
che i contenuti della
fede siano già acquisiti dalle
persone che incontriamo.
Questa consapevolezza
deve spingere i fedeli a coltivare
una fede adulta, pensata,
sempre pronta a rendere
ragione della speranza
che è in noi. Oggi, infatti, una
fede che non esibisce le sue
ragioni, viene scambiata per
imposizione e finisce con
l'essere rifiutata».
La situazione non è nuova,
ma ora si rivela di più con
carattere di emergenza. Il
problema dei problemi, anche
secondo Ruini, è la decisa
attuazione di una pastorale
che sia missionaria. Tenuto
conto della situazione,
si deve constatare che lo
sforzo più impegnativo delle
nostre comunità, almeno
parrocchiali, è ancora quello
di «conservare» la fede in
chi ce l'ha o si suppone che
l'abbia. Una fatica improba
nel preparare ai sacramenti
bambini e ragazzi che provengono
da famiglie (o da
non famiglie), ragazzi che
poi con l'adolescenza si perdono
per strada. L'impegno
non meno notevole per celebrazioni
tradizionali (spesso
folcloristiche) che occupano
il poco tempo del clero
e dei fedeli e che, a conti
fatti, continuano a far considerare
la Chiesa come inutilmente
conservatrice.
Tutto ciò esige una risposta,
che può essere data in
due direzioni. La prima, for-
se la più difficile, è quella di
una conversione personale
alla missione. Il che comporta
l'impegno di far crescere
nei laici il senso della loro
appartenenza alla Chiesa
che è «tutta» missionaria.
Dal che consegue che «tutti»
i suoi membri sono responsabili
del vangelo di
salvezza. Forse non pochi
dei fedeli non si rendono
conto (o fingono di non sapere)
quanto la scristianizzazione
e la secolarizzazione
hanno inciso anche nel tessuto
della nostra società,
che diciamo «cristiana». Sarebbe
utile far riflettere su
certe statistiche, che indicano
una tendenza in crescita
del numero di chi non entra
mai in chiesa, la domenica
o le feste, specialmente le
fasce giovanili. Non ci possiamo
illudere con i due milioni
di Tor Vergata, anche se
è stato un fatto notevole e rilevante.
Il secondo passaggio: si
dovrà operare per una conversione
pastorale a livello
comunitario. Non possiamo
fermarci ad una azione di
Chiesa che raggiunga solo i
vicini o li tenga chiusi con
una specie di cortina protettiva.
Il Papa stesso ha invitato
a «prendere il largo». Il
che non si può fare (o far
bene) senza un cambiamento
profondo di mentalità e di
strutture. Quanto alla prima,
si tratterà di mettersi a riflettere
sulla «vera» missione
della Chiesa, posta per la
salvezza di «tutti». Per le
strutture, hanno bisogno di
essere adeguate. Non pochi
preti sono costretti oggi a
stare in sacrestia ad aspettare
la gente (che non viene).
Sono oberati da pratiche
burocratiche, economiche,
magari di Curia che intasano
continuamente il loro ministero,
anche quando volesse
rendersi più aperto e
disponibile a chi ne avrebbe
più bisogno.
Il dialogo di cui parla Ruini,
con la cultura e la società,
ha bisogno di queste aperture
e di nuova progettualità.
«Non possiamo, come
credenti in Cristo, limitarci ai
lamenti e alle deplorazioni,
ma dobbiamo operare con
umiltà, coraggio e tenacia
per aprire nuove e migliori
prospettive».
«Operare», ma da subito
perché domani non sia già
troppo tardi!
CARLO CAVIGLIONE
ASSISI
ASSISI. Né Chiesa ambientalista,
né Chiesa ecologista;
semplicemente una Chiesa
cosciente del dono del creato.
Dono che implica «responsabilità
e missionarietà». Passando
anche attraverso scelte
culturali adeguate. Si spiega
così lo slancio del convegno
nazionale, svoltosi nella
città del Poverello nella prima
settimana di maggio quando,
convocati dall’Ufficio Cei per i
problemi sociali e il lavoro e dal
Servizio nazionale per il Progetto
culturale, si sono dati
appuntamento più di cento tra
responsabili di uffici diocesani
ed associazioni impegnate in
tutta la Penisola a promuovere
una «pastorale del Creato».
L’incontro è stato davvero una
novità: mai, prima d’ora, v’era
stato un momento dedicato a
chi, dentro alla comunità cristiana,
si occupa di queste tematiche.
Lo si è capito anche
dalla consistente presenza di
giovani che quotidianamente
danno vita ad iniziative e proposte
talvolta insolite.
Karl Golser, sacerdote di
Bolzano che in questo ambito
si è mosso da pioniere, ha
indicato nel suo intervento introduttivo
i punti salienti di
quella «responsabilità cristiana
per il sociale, il lavoro e
l’ambiente» che il titolo del
convegno indicava come via
per dare un futuro alla Terra.
Golser ha chiarito come una
visione “globale” non possa
trascurare il circuito vorticoso
dentro cui la nostra società
vive. Il creato, dunque, va inquadrato
dentro a una «dimensione
teologica che vive
di una sua spiritualità», che
richiama al valore della «responsabilità
cristiana verso il
lavoro, verso l’ambiente, nella
direzione di uno sviluppo
sostenibile», vera garanzia
per una prospettiva di «responsabilità
cristiana per la
giustizia e la pace».
Concretamente, ha aggiunto
il professor Luigi Fusco
Girard, questo significa prendere
atto «che la nostra è
l’epoca del cambiamento accelerato,
della turbolenza,
dell’economia turbo-capitalistica:
lo sviluppo economico
è fondato sull’uso crescente
di risorse naturali e dell’energia».
Quasi un subbuglio socio-economico
che, mentre
offre nuove occasioni ed iniziative
«altrettanto velocemente
vede morire e scomparire
altri soggetti». Un quadro
non confortante, soprattutto
se si tiene conto che la
globalizzazione – osserva ancora
Fusco Girard – «produce
integrazione tra chi è in
rete, ma anche esclusione e
disintegrazione tra chi è fuori
dalla rete; aumentano, quindi,
le diseguaglianze».
Volontariato: un impegno per
il sollievo della sofferenza!
Sembra facile riferirsi al “sollievo della sofferenza”
dopo la recente fiction televisiva
che ha divulgato questa intuizione del Beato
padre Pio da Pietrelcina, ma certo questo
nulla toglie al valore intrinseco di ogni gesto
compiuto da ciascuno di noi, ogni giorno,
per amore del fratello sofferente.
Molteplici sono le modalità per esprimere
la nostra motivazione ad aiutare il prossimo,
in quella dinamica che oggi genericamente
e “laicamente” viene definita volontariato,
ma che nei secoli è stata identificata
come agape, carità!
In questo senso appare non disgiungibile
la finalità umanizzante ed ergonomica di un
fenomeno concreto di solidarietà con la propria
anima fondante, che nella semplicità più
essenziale non è altro che l’amore.
Per amore uomini e donne di tutte le età
decidono di spendere un po’ del proprio
tempo per aiutare il malato, l’anziano, il
solo: al proprio domicilio, negli istituti di
residenza, negli ospedali: e così l’incontro
con la sofferenza si trasforma in un processo
di crescita umana e spirituale di chi
pensava solo di dare qualcosa, e si accorge
invece di avere ricevuto molto di più: il
miracolo dell’amore!
Diffuso e sempre più capillare, oggi il volontariato
anche nel mondo della sofferenza
rappresenta una grande risorsa per la
società e per la Chiesa: gruppi spontanei,
associazioni, movimenti hanno fatto di questo
il fine della loro attività.
Tra questi anche l’ANSPI Liguria, in particolare
con il proprio Ente specifico “EVAL
- Ente Volontariato ANSPI Liguria”, ha da
tempo orientato le proprie risorse individuali
e strutturali a promuovere, sviluppare e
qualificare questo tipo di risposta, in sinergia
e collaborazione con tutti gli Attori sociali,
istituzionali e non, che ormai si rapportano
con il volontariato in termini organici:
tra questi in particolare il Comune di
Genova con il proprio Assessorato alla Città
Solidale e la U.S.L. 3 Genovese, con le
proprie Unità Operative Anziani e Disabili
e le Direzioni sanitarie di alcuni Presidi
Ospedalieri.
Durante tutto l’anno centinaia di volontari
organizzati in diversi Gruppi affiliati all’EVAL
vivono la loro testimonianza d’amore con gli
anziani a domicilio ed ospiti in strutture residenziali
e diurne e con disabili motori, condividendone
la quotidiana avventura di “normale
diversità”.
Da quest’anno un nuovo Gruppo si affianca
nell’EVAL: quello dei Volontari Ospedalieri,
che opereranno nei Presidi di Voltri
(S. Carlo e RSA via Camozzini), di Sestri
Ponente e del Celesia a Rivarolo. Un’iniziativa
importante di sviluppo della rete di
volontariato a servizio della persona, che
si immagina così davvero al centro di un
“percorso di attenzione” che, dal domicilio
alla struttura all’ospedale, si costituisce di
relazioni e rapporti umani e si struttura
come una risposta organica ed integrata
nei servizi socio sanitari per quanto di competenza:
contribuire al mantenimento e alla
tutela della dignità della persona umana!
PAOLO PETRALIA
chiesa
Coniugare sviluppo e ambiente:
un compito per i cristiani
Detta così viene da chiedersi:
cosa può fare la Chiesa del
Cantico delle creature per invertire
la tendenza? Innanzitutto,
è stato ripetuto al convegno,
comprendere che il
trend non si cambia. Semmai
va orientato. Magari mettendo
qualche accento, come invita
a fare il vescovo di Locri-
Gerace Gian Carlo Bregantini,
presidente della Commissione
episcopale per i problemi
sociali, il lavoro, la giustizia,
la pace e il creato. Parlando
sì di «ambiente e lavoro»,
ma affermando soprattutto
che «l’ambiente è lavoro».
C’è un legame strettissimo tra
queste due dimensioni, che
deve suscitare la comprensione
che «la crisi ecologica è
crisi etica. Nelle nostre comunità
– continua il vescovo –
bisogna impegnarsi per un
annuncio coraggioso e profetico,
accompagnato da scelte
precise sul piano etico e
comportamentale».
In quali termini? Le vicende
degli ultimi tempi hanno offerto
più di uno spunto di riflessione.
Ad esempio al convegno
Simone Morandini della
Fondazione Lanza di Padova
ha sottolineato come la diffusione
della Bse, la malattia
conosciuta come morbo della
“mucca pazza” «appaia soprattutto
il frutto di una struttura
di consumo troppo polarizzata
su di una richiesta di
carne a basso costo». La
«produzione biologica o la
qualità dei prodotti del commercio
equo e solidale», potrebbero
invece segnare scelte
di vita responsabili per la
salvaguardia del creato. «Occorre
elaborare ed attuare un
modello di sviluppo nuovo»,
suggerisce ancora Luigi Fusco
Girard, rivalorizzando il
«creato» come contesto e
come risorsa inestimabile per
la persona umana. Un dato
aiuta a capire: in Italia l’occupazione
nel campo ambientale
è ferma allo 0,05%: un livello
tra i più bassi, e lontanissimo
dell’1,27% del Giappone
che detiene la percentuale
più alta. Un ritardo pesante
se si tiene conto che
maggiori investimenti nel settore
dell’ambiente fanno rintracciare
una crescente occupazione
complessiva.
Insomma, una volta di più,
si riafferma l’esigenza di una
vera armonizzazione tra l’uomo
e le meraviglie che lo circondano.
Perché il proprio
bene non è indipendente da
quello altrui. «È la sobrietà la
parola chiave», ha concluso
Bregantini, sintetizzando oggi
come otto secoli fa l’esempio
sempre attuale di Francesco
il Poverello.
NELLO SCAVO
2 5/2001

cultura
Bob Dylan:
una carriera fuori dal comune
Sono più di cinquecento i brani in repertorio,
ascoltati da almeno tre generazioni di “fan”
Sessanta anni sono quasi
tre generazioni, ed è significativo
che Dylan sia una delle
poche personalità degli
anni ’60, trasformate loro
malgrado in icone, che siano
riuscite a sfuggire alla prigione
e ai mercanteggiamenti del
“generazionale”. È riuscito a
far rimanere la sua vita e la
sua carriera slegate dalle
mode e dagli obblighi dello
spettacolo.
Verso il suo repertorio (più
di cinquecento canzoni) ha un
atteggiamento distaccato, ma
in realtà protettivo. Quando riprende
in concerto i vecchi
pezzi che lo hanno associato
a proteste epocali, esprimendo
disagi, paure, insoddisfazioni,
visioni profetiche (ed etiche),
li “maltratta”, li scombina,
li rende quasi irriconoscibili.
Le sue “variazioni” sono un
invito (nascosto) a non fidarsi
delle letture già date, a riservare
la giusta attenzione, a
conoscere la sua produzione
senza intermediari.
Le sue canzoni fanno parte
della poesia americana, e non
ha senso circoscriverle a stagioni,
o promuovere Dylan a
“poeta laureato” per ibernarlo.
Oggi che Dylan ha 60 anni
non ha più senso periodicizzare
la sua carriera. Non si
può segmentare una poetica,
ed è per questo che chi lo
scopre oggi non si turba se a
metà degli anni Sessanta ha
La loro brevità ci induce a proporre due filastrocche – entrambe un “nonsenso” basato sul
ricamo di una pietra e di un busto – per l’infanzia………di una volta ché, adesso, le playstations
occupano il tempo dei piccoli. Che dire, poi, del ponte di Sant’Agata, i cui resti testimoniano
l’incuria umana verso la propria storia.
5/2001
messo la spina alla chitarra,
se ha riversato il folk nel rock
(o viceversa); se nei Settanta
ha sviluppato una vena intimistica
e privata, avvertita da
alcuni come pericolosa concorrente
di quella politica e
pubblica; se a cavallo degli
Ottanta ha abbracciato, per
qualche tempo, il cristianesimo;
se i suoi anni Novanta
sono stati “poveri” di canzoni
originali (ma tutti tesi al recupero
amoroso delle radici del
blues, con splendidi album
antologici); se l’Oscar che non
aveva vinto per la colonna
sonora di Pat Garrett & Billy
the kid gliel’han dato quest’anno
per la miglior canzone
(in un film poco convincente
, e con Michael Douglas!).
Gli anni Novanta sono forse
stati il momento più strano
per avvicinarsi a Bob Dylan.
Pochi i dischi inediti; in più, si
avevano notizie di un musicista
sulla cinquantina che continuava
ad andare in tournée
anche in piccole località, con
una media di 120 serate all’anno,
suonando per il puro
piacere di farlo. Aveva cominciato
nel 1988, chiamandolo
Neverending tour. Vestito con
mise da rodeo, con panciotti
ai limiti del country-kitsch, trasformando
i suoi hit ogni sera
in qualcos’altro, Bob Dylan è
il primo esecutore di cover di
se stesso.
E.B.
In sciâ ciassa da Nunziâ
In sciâ ciassa da Nunziâ
Gh’ na pria recammo
Recammo co ‘na nissêua
Chi gh’è drento e chi gh’è fêua
Barba succhin
In scio ponte de Sant’Agâ
Gh’è unn-a rocca recammâ;
recammo de fî de lin
diridindin, barba succhin !
Quella figgia ch’éi sposôu
A l’aiva o busto recammôu;
racammôu de fî de lin
dirindindin, barba succhin!
COMPIE NOVANT'ANNI LA LOCALE SOCIETÀ OPERAIA CATTOLICA
A Crevari onorano Sant'Eugenio
Nel ponente genovese, poco
dopo la foce del torrente Cerusa
e prima della Vesima, si adagia
sulla collina, che degrada rapidamente
a bagnarsi nel mare, il
paese di Crevari da cui si ammira
uno dei più bei panorami del
Golfo di Genova.
Lì, su quella collina, ha sede
la Società Operaia Cattolica fondata
il 25 giugno 1911 (ma alcuni
documenti citano come data
il 30 novembre 1910) che –
come cita lo Statuto originario
- è posta sotto il “patrocinio
di San’Eugenio,
Patrono della Parrocchia e
di S. Giuseppe, Patrono degli
Operai”.
A proposito di questa Società,
l’Operaio Ligure del
marzo 1960 scriveva che
sin dall’inizio “Tra le sue
caratteristiche fondamentali,
particolarmente è da ricordare
l’opera del sussidio...
esso veniva congruamente
dispensato ai soci indigenti,
provati dalla disoccupazione
o colpiti da malattie”.
In effetti, pur avendo
una compagine sociale
sempre limitata di numero,
veniva garantito, per i primi
novanta giorni, un sussidio
di L. 1 giornaliere per
malattie e di L. 0,50 per infortunio:
nel 1916, in piena
guerra mondiale, il bilancio registra
entrate per L. 1227 ed
uscite per L. 1079, di cui L. 628
spese per sussidi.
L’adesione (1928) all’Ist. Cattolico
di Assistenza Sociale –
deliberata per non cadere nelle
grinfie delle opere del regime
fasciste – continuò a garantire ai
soci un regime di sussidi sino alla
2° guerra mondiale.
Sempre sull’Operaio Ligure si
legge che la società “dispone di
un discreto vigneto a pergolato
metallico; e con la produzione
vinicola annua, il ricavato viene
equamente distribuito ai
soci”. Così come si ricorda il
primo Presidente (Lorenzo Ferrando)
e la costruzione, voluta
Cassa processionale con la statua di Sant'Eugenio,
vescovo di Cartagine patrono
della Società di Crevari.
dall’allora Presidente Silvio
Canepa e realizzata gratuitamente
dai soci Giacomo Cavallino e
Angelo Manitto, di una edicola
posta a ridosso dell’abside della
chiesa parrocchiale. Nella storia
di una Società, sono tanti i fatti
da raccontare ed, inevitabilmente,
se ne dimenticano molti. Ma
pare giusto ricordare come la
sede - così come gli adiacenti
campi da bocce - sia stata costruita,
sul terreno dell’ex-beneficio
parrocchiale, a cura e spese dei
soci, mentre l’attuale strada che
collega Crevari all’Aurelia è stata
realizzata per il forte interessamento
della Società.
Nella speranza e l’augurio che
la Società possa costituire, ancora
per molti anni, un punto di riferimento
e di crescita civile e
religiosa delle famiglie di Crevari,
è il caso di chiedersi quale, fra
i tanti santi che portano questo
nome, sia l’Eugenio sotto il cui
patrocinio questa Società – unica
in tutta la Liguria – si è posta agli
inizi del secolo scorso.
La chiesa nordafricana, già segnata
dall’”eresia donatista”, fu
sottoposta a prove durissime allorché
i Vandali, guidati da
Genserico, salpando dalle coste
meridionali spagnole approdarono
a Tangeri (429 d.C.) ed iniziarono
la conquista delle province
romane, mettendole letteralmente
a ferro e fuoco. I Vandali erano
seguaci dell’eresia ariana ed erano
particolarmente intolleranti nei
confronti dei cattolici e dei loro
pastori. Chi poteva si rifugiava
nella grandi città (Ippona, Cartagine)
che potevano resistere agli
assalti dei Vandali. La tregua tentata
dai romani nel 435, non approdò
a nulla; anzi le persecuzioni
continuarono più violente che
mai e cominciarono a verificarsi
i primi casi di abiura dei cattolici
a favore dell’arianesimo. La gerarchia
episcopale fu sconvolta
con l’omicidio di molti vescovi.
Alla caduta di Cartagine, ultima
enclave in mano romana, la
furia dei Vandali aumentò ulteriormente:
gli abitanti della
città messi a morte furono
in numero così elevato da
doverli ammassare in una
fossa comune senza sepoltura
ecclesiastica. Il vescovo ed il
clero fu mandato in esilio: chi
in Italia, chi in Siria. Di fatto
venne resa impossibile qualsiasi
attività pastorale per i
cattolici. Consolidata la conquista,
i Vandali – anche sotto
la pressione dei Bizantini
– consentirono una, sia pur
minima, riorganizzazione
della chiesa cattolica e della
sua gerarchia. Eugenio fu nominato
vescovo di Cartagine.
La sua azione pastorale e di
“defensor fidei” risvegliò ben
presto l’invidia del clero
ariano che indusse il re
Unerico a riprendere la persecuzione
verso i cattolici:
vietata la frequenza delle liturgie
cattoliche a coloro che erano al
servizio dei Vandali, espulsione
dei cattolici dall’esercito o dall’amministrazione
che non abiuravano
la fede cattolica, deportazione
di circa cinquemila cattolici
costretti a raggiungere i luoghi
dell’esilio attraverso il deserto.
Un ulteriore invito dell’imperatore
bizantino Zenone a smettere
con la persecuzione verso i
cattolici sortì l’effetto contrario di
aumentare le vessazioni. Il Decreto
del re Unerico dispose la conversione
forzata di tutti i cattolici
all’arianesimo. Eugenio fu esiliato
in Francia, molti ripararono nei
territori dell’impero bizantino, ma
su quelli che rimasero si abbatte
una persecuzione che raggiunse
punte di vero sadismo.. Solo alla
morte di Unerico la situazione
migliorò leggermente ed ad Eugenio
fu consentito di tornare a
Cartagine ove la sua azione pastorale
fu, tuttavia, soggetta a
forti limitazioni. Si profilava,
nuovamente, la via dell’esilio forzato:
Eugenio morì ad Albi in
Linguadoca nel 505, lontano da
quella chiesa che tanto aveva
amato e che ben presto, nel giro
di un secolo, fu travolta dall’invasione
araba che espulse – di
fatto – il cristianesimo dal
Nordafrica.
Eugenio, ricordato dalla Chiesa
come uno dei più grandi vescovi
di Cartagine e della cristianità per
la sua intemerata difesa della Fede
e per la sua azione pastorale, viene
festeggiato il 13 luglio.
GUIDO GARRI
3

FOCL
Il Comitato Federale della FOCL si è riunito
Giovedì 17 maggio 2001 nella sede di Vico
Falamonica a Genova, con la partecipazione di
tutti i suoi componenti (eccetto Tirasso, giustificato).
Alla riunione era presente anche il Revisore
dei conti Saverio Arcuri.
Il Comitato ha esaminato, inizialmente, la richiesta
pervenuta dalla Regione Liguria di
designare una terna di nomi per la nomina di
un componente del Comitato Scientifico di
cui alla Legge Regionale 13/1994. Il Comitato
ha ritenuto di designare il prof. G.B.
Varnier dell’Università di Genova, il signor
Giulio Conti della S.O.C. “N.S. del Soccorso
e S. Giovanni Battista” ed il signor Pietro Carlo
Lagomarsino, Vicepresidente della FOCL.
Si è passati, quindi, ad esaminare la situazione
degli Assistenti Ecclesiastici delle Società
Operaie Cattoliche. La disamina, ha
fatto emergere la necessità di approfondire
ulteriormente l’argomento al fine di proporre,
agli Ordinari Diocesani, una soluzione che
assicuri un minimo di formazione religiosa ai
soci delle nostre Società.
Arturo Vasé ha riferito circa l’organizzazione
dell’incontro tra il Comitato FOCL e mons.
Lafranconi, Vescovo di Savona-Noli.
Ernestina Balbiano ha informato circa l’incontro
fra il Comitato FOCL e don Lazzari, Vicario
Episcopale per la nuova evangelizzazione
della Diocesi di Genova.
Il Comitato ha esaminato la richiesta di contributi
da parte di alcune Società Operaie
Cattoliche. Nel decidere in senso positivo
circa le richieste pervenute, il Comitato ha
deciso che – per il futuro – analoghe richieste
saranno prese in considerazione solo se
accompagnate da una copia dell’ultimo Rendiconto
Economico (approvato regolarmente
dall’assemblea annuale dei soci) della
Società richiedente.
G.B. Casazza ha riferito circa l’organizzazione
del Pellegrinaggio del mondo del lavoro,
al Santuario di N.S. della Guardia, del 27
maggio 2001.
Al termine della riunione, mons. Luigi Molinari
– Ass. Ecclesiastico della FOCL – ha richiamato
l’attenzione di tutti sul significato religioso del
Pellegrinaggio.
La prossima riunione del Comitato si svolgerà
Giovedì 21 giugno 2001 alle ore 15.30
presso la sede della FOCL
vita della federazione operaia cattolica
S. FILIPPO NERI
ISOVERDE
Sabato 17 marzo nella chiesa parrocchiale di
Isoverde si è svolta la tradizionale benedizione delle
tessere sociali che, quest’anno, ha avuto luogo
in comunione con quella della locale Ass. Cristiana
genitori aderente a MCL, quale auspicio di operosa
collaborazione per il bene di tutta la comunità di
Isoverde e Gallaneto.
Il 21 marzo una trentina di soci ha visitato la
bellissima abbazia dei Fieschi a S. Salvatore di
Cogorno; successivamente ha fatto tappa per lo
“shopping” a Chiavari.
Durante la Settimana Santa un gruppo di soci
ha trascorso il lunedì pomeriggio con le signore
ospiti della casa di riposo “M. Pizzorni” di Langasco
offrendo loro le tradizionali uova di cioccolato,
mentre nella mattinata del venerdì santo, soci di Isoverde
e soci di Cravasco si sono recati sul Monte
Carlo, a Cravasco, ove presso la croce posta sulla
vetta hanno meditato e pregato sotto la guida del
parroco di entrambe le parrocchie, don Giulio Boggi.
SAN PIO X
GENOVA
Sapete che è stato detto: Ama i tuoi amici e odia i tuoi
nemici. Ma io vi dico: amate anche i vostri nemici, pregate per
quelli che vi perseguitano. Facendo così, diventerete veri figli di
dio, vostro Padre, che è in cielo. Perché egli fa sorgere il suo sole
sui cattivi e sui buoni e fa piovere per quelli che fanno il bene e
per quelli che fanno il male.
Se voi amate soltanto quelli che vi amano, che merito avete?
Anche i malvagi si comportano così !
Se salutate solamente i vostri amici, fate qualcosa di meglio
degli altri ? Anche quelli che non conoscono Dio si comportano
così! Siate dunque perfetti, così come è perfetto il Padre vostro
che è in cielo.
(dal Vangelo di Matteo 5, 43 – 48. Martedì 19 giugno festa di S.Romualdo)
La SOC ha realizzata una bellissima gita sociale
a Portovenere ed al Santuario di N.S. di Roverano,
come testimonia la foto a lato. Se il magnifico borgo
medievale di Portovenere è rinomato ovunque, meno
conosciuto è il Santuario di Roverano. Raggiungibile
dall’Aurelia, poco prima di Borghetto Vara (proveniendo
da Genova), il santuario si presenta come una
costruzione a pianta a croce latina absidata, circondata
da ulivi. All’interno si conserva la venerata im-
magine della Madonna su legno delle origini, che la
tradizione vuole sia stata ritrovata fra i rami di ulivo
sul Monte Roverano ove la vergine Maria sarebbe
apparsa a due pastore.
N.S. DELLA
MISERICORDIA
SAVONA
La SOC ha organizzato, in occasione del 1°
Maggio, la celebrazione della S. Messa cui è seguito
un rinfresco e la degustazione delle torte preparate
dalle Socie e dai Soci che hanno superato, sia
in quantità che in qualità, ogni aspettativa. Dopo
accurata degustazione da parte di tutti i presenti
sono risultati più prelibati i “Cannoli siciliani” preparati
da Giovanna Perri Caccamo.
SAN ROCCO
DI BRASILE
GE-BOLZANETO
Passata la Settimana Santa e le festività Pasquali,
la Società ha organizzato nella giornata di
domenica 29 aprile l’ormai tradizionale “basanata”
che ha visto la partecipazione di un notevole numero
di soci e simpatizzanti.
Domenica 13 maggio si è svolta, col patrocinio
del Comune di Genova, la 4ª edizione della “Pedalata
in amicizia per i sentieri di Brasile”, manifestazione
non competitiva in mountain-bike; lungo i
sentieri della collina di Brasile, precedentemente puliti
e segnalati dai soci della Società, si sono avventurati
appassionati di mountain-bike di ogni età che giunti
all’arrivo – posto sul “pratone” della Chiesa di Brasile
4 5/2001

ligure e delle società operaie cattoliche
ATTIVITA’ BOCCE 2001
Le Società Operaie Cattoliche organizzano le seguenti gare di bocce nell’anno 2001.
A queste gare, per autorizzazione della Federazione Italiana Bocce della Provincia di
Genova, possono partecipare anche i cartellinati F.I.B. delle categorie “D” e “C”.
Chi fosse interessato a partecipare alle gare deve prendere diretti contatti con le
Società Operaie Cattoliche organizzatrici
Da Data Da ta Località Località
Or Organizza Or anizza anizzator anizza tor tore tor Note
Note
27 maggio CAMPOMORONE S.O.C. S.Siro di Struppa
3 giugno SANT’OLCESE – Manesseno S.O.C. Sacra Famiglia
10 giugno GENOVA – Borzoli S.O.C. S.Stefano Trofeo Pré Carlin
10 giugno GENOVA – Struppa S.O.C. S.Siro di Struppa
17 giugno GENOVA – Sestri Pon. ACLI S.Maria della Costa
24 giugno SERRA RICCO’ – S.Cipriano S.O.C. V.Ferreri
8 luglio GENOVA – Rivarolo S.O.C. N.S. del Garbo Trofeo Don Pertica
15 luglio GENOVA – Molassana S.O.C. N.S. Assunta
22 luglio CAMPOMORONE – Larvego S.O.C. S.Solari
5 agosto CAMPMORONE – Larvego S.O.C. S.Solari
2 settembre GENOVA – Sestri Pon. ACLI S.Maria della Costa
– hanno degustato il rinfresco e ricevuto, tutti, un premio
offerti dai diversi sponsors della manifestazione.
Nel pomeriggio il “pratone” della Chiesa di Brasile
è stato letteralmente invaso dai bambini che, accompagnati
dai rispettivi genitori, hanno partecipato
alla “gimkana in mountain bike” che la Società ha
organizzato appositamente per loro.
5/2001
FEDELE REBORA
LANGASCO
Festa per i Soci della società di Langasco il 1
aprile, perché ha avuto luogo la “giornata del tesseramento”.
Hanno presieduto la celebrazione
eucaristica l’A.E. FOCL mons. Luigi Molinari ed il
nuovo Parroco don Pino Misiti.
Al pranzo sociale, presenti una cinquantina di
soci, la molta allegria e la fraternità hanno caratterizzato
e reso concreto lo spirito che anima questa
giovane Società polceverasca.
N. 5 - MAGGIO 2001
Periodico mensile della Federazione Operaia Cattolica Ligure - Fondato nel 1884
Direzione, Redazione, Amministrazione:
Vico Falamonica 1/3 - 16123 Genova - tel/fax 010.247.45.93
e-mail: focl@libero.it - www: anspi.net/pages/focl/focl.html
Presidente FOCL ed Amministratore: Guido Garri
Assistente Ecclesiastico FOCL: Luigi mons. Molinari
Direttore Responsabile: Carlo mons. Caviglione
Direttore Editoriale: Guido Garri
Autorizz.: Tribunale di Genova n.2950 del 2.10.1958 - Registro della Stampa n. 436
Centro Stampa: GRAFICA L.P. - Via Pastorino, 200 r. - 16162 Genova
tel. 010.745.02.31 - fax 010.745.02.60 - E-mail: graficalp@tin.it
Tiratura di questo numero: 6.150 copie
†
E’ ritornato al Padre l’amico
Egon FUCHS
di anni 80
Socio della SOC “S. Pio X” di Genova da molti
anni. Siamo vicini ai familiari con tutta la nostra fraterna
solidarietà e la nostra sincera preghiera.
†
La SOC “S. Giuseppe” di Campomorone ricorda,
nel trigesimo della scomparsa, l’amico
Carlo TRAVERSO
Socio della Società, da sempre partecipe dell’attività
sociale della nostra comunità e Presidente
Onorario della Federazione Operaia Cattolica Ligure.
Ai familiari rinnovate condoglianze.
†
L’ANSPI Liguria, profondamente addolorata per
la scomparsa di
Carlo TRAVERSO
Già presidente della FOCL, esprime sentite condoglianze
e la propria vicinanza nella preghiera.
†
La SOC “S. Filippo Neri” di Isoverde è vicina ai
familiari di
Giuseppe COSTA
di anni 60
Deceduto il 13 marzo u.s. e lo raccomanda alla
bontà del Padre col cristiano suffragio.
†
La SOC “S. Filippo Neri” di Isoverde porge ai
soci Adriana, Albina e Giacomo vivissime condoglianze
per la dipartita della sorella
Caterina ARMIROTTI in PONTE
Deceduta il 9 maggio u.s. invocando per la cara
estinta la pace del Paradiso.
†
La SOC “S. Giuseppe” di Campomorone partecipa
la dipartita dei soci
Natale CAMPOLO
Remo REBORA
E porge alle rispettive famiglie vivissime condoglianze.
La pubblicazione dei necrologi avviene, a
titolo gratuito, sulla base delle segnalazioni
pervenute dalle Società Operaie Cattoliche.
Domenica 3 giugno si svolgerà a Brasile – organizzata
dalla locale SOC “San Rocco di Brasile” – la festa
della Madonna del Buon Consiglio; alle ore 16.00 S.
Messa; alle ore 17.15 smielatura ed offerta di assaggi di
miele di Brasile; alle ore 18.30 (circa) premiazione dei
vincitori della 2^ estemporanea di pittura “Brasile, a
modo mio”. Durante la giornata esposizione di quadri.
Venerdì 22 giugno la SOC “N.S. della Misericordia”
di Savona organizza presso i Bagni Madonnetta di
Lungomare Matteotti la “Festa sul mare” dalle ore 15
alle ore 21.30; la quota di partecipazione è di L.30.000:
prenotazioni enro il 16 giugno 2001-05-22
Nel quadro delle attività organizzate dalla SOC “ N.S.
della Misericordia “ di Savona si segnalano le attività culturali
– svolte in collaborazione con l’Associazione musica
ed arte – comprensive di partecipazione a spettacoli,
visite organizzate a luoghi d’arte e musei; l’elenco delle
iniziative è disponibile presso la sede sociale.
Domenica 24 giugno, festa di S.Giovanni Battista,
a Genova si svolgerà la tradizionale processione per le
vie del centro cittadino cui sono invitate a partecipare le
Società Operaie Cattoliche del centro città.
Edicole votive di Genova e Centro Storico “Pittura
- Poesia - Documentazione fotografica” giugno 2001.
8ª edizione dal 3 giugno al 10 giugno, tutti i giorno dalle
ore 16 alle ore 18.
Programma: domenica 3 giugno, ore 16 inaugurazione
della Mostra, lettura delle poesie e seguirà rinfresco;
domenica 10 giugno, ore 16 chiusura della Mostra
e consegna di un attestato di partecipazione.
Entrata libera.Sponsor “Associazione Insegnanti
Maria Boer Genova”.
Turismo sociale
La SOC “N.S. del Garbo e S.Matteo” di GE-Rivarolo
organizza per il 23 e 24 giugno una gita sociale in
pullman g.t. a RIMINI – GRADARA – RAVENNA –
VISERBA con visita a Minitalia. Prenotazioni ed informazioni
presso la Società (010.7457431). Termine
prenotazioni 25 maggio 2001.
La SOC “N.S. della Guardia e S.Giuseppe” di
GE-Bolzaneto organizza una gita in aereo/pullman
con destinazione SANTIAGO DE CAMPOSTELA
E SPAGNA DEL NORD (Madrid, La Coruna,
Oviedo, Santander, Bilbao, Burgos) dal 6 al 13
settembre. Organizzazione tecnica “Praga Viaggi”.
Prenotazioni entro il 30 giugno 2001 presso Enrico
Biamino (tel. 010.745.61.44) o presso la SOC (tel.
010.745.52.55) o presso la Parrocchia di N.S. della
Neve (010.745.51.08).
CONSULENZA LEGALE
Si rammenta che la FOCL ha attivato il servizio di Consulenza legale
tramite lo Studio Legale Bianchini Ansaldo, avente sede in:
GENOVA - Via Fieschi 1/3 - tel./fax 010.565696
e-mail: bianchiniansaldo@libero.it
SAVONA - Via Paleocapa 23/5 - tel. 019.828972 - fax 019.854661
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Consulenza in materia tributaria, civile, penale, amministrativa.
CONSULENZA COMMERCIALISTA
Si rammenta che la FOCL ha attivato con il
commercialista dott. Stefano Pavero, con studio in
Via Cesarea 10, Genova, tel. 010.570.24.41 un
accordo per consulenze in materia fiscale,
contabile, contributiva, previdenziale e di lavoro
interessanti le Società Operaie Cattoliche.
5

AGIS
Carnet cinema stagione 2000 - 2001
I tesserati ANSPI ed ANSPI-FOCL possono acquistare acquistare
un carnet composto di 8 tagliandi validi tutti i giorni
della settimana, sino al 31 agosto 2001, al prezzo di L.65.000.
Ogni tagliando da diritto all’entrata in uno dei cinema convenzionati
per assistere allo spettacolo cinematografico. Il carnet
è nominativo. Il carnet deve essere richiesto – a cura di ogni
singola Società/Circolo - alla Segreteria ANSPI Liguria (Pzza
S.Maria Immacolata 1 GE-Pegli) verso versamento di L.65.000
per ogni carnet richiesto, tramite bonifico bancario sul cc 18743
Ist.Bancario San Paolo Torino, Filiale 2, Via Cecchi 60 r. 16129
Genova, intestato a A.L.E.C.T.
Le sale cinematografiche sono indicate sul carnet e sono presenti
a Genova, Camogli, Campomorone, Moneglia, Monleone,
Rapallo, Recco, Rossiglione, Santa Margherita L., Sestri
Levante, Omperia, Diano Marina, Sanremo, La Spezia, Ortonovo,
Srazana, Savona, Alassio, Albenga, Aulla, Terrarossa,
Novi L., Ovada, Serravalle, Tortona.
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Sconto del 10 % sulle Tariffe 2001, limitatamente ai periodi A-B-C
Periodo A: Ottobre; Periodo B: dal 15/6 al 30/6 e dal 15/9 al
30/9; Periodo C: dal 1/07 al 7/07 e dal 27/08 al 15/09.
Dichiarare la qualità di socio ANSPI/FOCL al momento della
prenotazione ed esibire tessera 2001 all’arrivo in albergo.
Alimar S.r.l.
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coppia, apprendimento dell’età evolutiva, laboratorio permanente
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Terme di Tabiano
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Teatro G. Modena
Genova – Piazza G. Modena 3 - tel. 010.65.921
Teatro Carignano
Viale Villa Glori 8 – Genova - tel. 010.570.23.48
Teatro Carlo Felice
Genova – Passo E. Montale 4 - tel. 010.589.329
Teatro Stabile
Genova – Piazza Borgo Pila 42 - tel. 010.534.33.02
Nota: Le Società Operaie Cattoliche ed i singoli soci sono invitati
a voler segnalare - per iscritto - sia gli eventuali disservizi riscontrati
sia l’esigenza di stipulare nuove e diverse convenzioni alla
Segreteria FOCL, Vico Falamonica 1-3, 16123 Genova.
società civile
MASS MEDIA - TRA GRANDI FRATELLI E MARIE DE FILIPPI
«Tivù scadente? Urge cambiare chi la fa»
Il ragionamento è questo: i programmi tivù - a
partire dalla fiction e dagli spot pubblicitari - sono creati
da persone che hanno un’esperienza sballata della famiglia
e dei sentimenti. Cosa possono creare, dunque,
se non telefilm e sketch in cui si raccontino? Con l’aggiunta
dell’originalità a tutti i costi, che distorce ancor
di più la realtà? Il ragionamento è di Paolo Braga,
dottorando di ricerca all’Istituto di scienze della comunicazione
dell’università Cattolica di Milano. Braga è
anche uno dei relatori al convegno su “Mass media e
famiglia” che si terrà sabato 26, a partire dalle ore 9, a
Villa Franchetti di Treviso. A promuoverlo il Comitato
veneto del Forum delle associazioni familiari, in collaborazione
con l’Aiart (Associazione italiana ascoltatori
radiotelevisivi).
Braga, lei dice che la famiglia, così come appare
in tivù, non è realistica...
Io dico che quasi mai - nella fiction e ancor meno
negli spot - la famiglia è il fine dell’eroe, il luogo della
sua realizzazione. Quando c’è, è un luogo di partenza
per relazioni affettive e amicali che si realizzano al di
fuori della famiglia. Penso a serie come “Commesse”
o “Il bello delle donne”: lì la famiglia è, oltreché di contorno,
una coordinata che ci dev’essere per far quadrare
superficialmente i personaggi, ma poi non è il luogo
dove i personaggi si realizzano.
Il che cosa comporta?
Comporta una dolce censura rispetto alla realtà vera
della famiglia: ciò che non è rappresentato viene dimenticato.
Ma la fiction o lo spot sono racconti, prodotti di
fantasia. Perché prendersela tanto se vanno oltre
la realtà?
Perché non sta scritto da nessuna parte che non si
debba mai pensare alla famiglia come fine, come obiettivo.
E questo, invece, non avviene mai.
Di chi la colpa? Di registi e sceneggiatori che
hanno in mente un cattivo modello di famiglia?
Intanto sarei cauto nel dire che hanno in mente un
modello di famiglia: questi non ce l’hanno in mente. E
non è un problema di cattiva volontà o di impreparazione
di chi crea i programmi tivù. Credo invece dipenda molto
dalle storie di vita di ciascuno di loro. Cioè da un certo
stile di vita diffuso nell’élite mediale, in chi fa comunicazione:
se parliamo di stile bohèmien ci capiamo?
I creativi, insomma, non fanno che rappresentare
la loro eccentricità?
Non solo. Chi ha un ruolo creativo si abbandona ad
NAMIBIA
una creatività che è ingenuamente irresponsabile, perché
non si pone i problemi etici sul modello di famiglia
che intende comunicare. Ma poi anche perché tende a
pensare alla gratificazione della propria inventiva solo
in termini di originalità, già connotando in maniera negativa,
in partenza, la normalità. Ma la normalità non è
negativa in sé, non è omologazione, non è noia. Semmai
si può dimostrare di essere più bravi degli altri rappresentando
la realtà così com’è, attraente nel suo essere
reale.
Ma non c’è qualche buon esempio in circolazione?
Più che in tivù li vedo in alcune correnti del cinema
americano; penso a “Family man”, l’ultimo film con
Nicholas Cage. E’ un filone che parte da “Breavehart”
e da “Forrest Gump”. Se vogliamo rimanere sulla fiction
italiana, direi che “Il maresciallo Rocca” offre un modello
in fondo positivo: la sua evoluzione, nel corso del
tempo, tende ad abbracciare la famiglia. Perciò distinguerei
le serie con Dapporto (“Don Marco” e “Casa
Famiglia”) e Proietti, che danno contenuti anche positivi,
da serie come “Il bello delle donne”, che sono delle
bombe distruttive.
C’è poi la reality tivù di Maria De Filippi & C...
Ecco, questi sono programmi “famigliacentrici”, perché
la famiglia e le sue problematiche sono al centro di
ogni trasmissione. Ma la trattazione è frammentaria e
incompleta, e uno se ne accorge se segue i programmi
della De Filippi. Alcune cose non vengono dette perché
la De Filippi stessa non può, per questioni di riservatezza
o legali, divulgare notizie che spiegano meglio
il caso, e allora, non avendo la profondità della storia,
si finisce per appagare una forma di gratificazione quasi
morbosa, basata sulle disgrazie altrui. Si punta cioè
su una empatia facile, emotiva e non razionale, appunto
perché la razionalità della storia familiare è trascurata.
In più la percentuale di casi negativi o disastrosi
rappresentati è altissima: anche qui il modello normale
di famiglia non passa.
Che fare, dunque?
La mossa migliore e più efficace sarebbe quella
del ricambio completo dei creativi della televisione.
Credo che occorra gente che ha più consapevolezza
delle ripercussioni sociali che ha il fare televisione.
Popper diceva che chi fa televisione deve avere una
patente; la De Filippi, per esempio, fa la terapeuta in
televisione, ma non mi risulta che abbia dieci anni di
analisi sulle spalle per poterlo fare.
GIORGIO MALAVASI
Nel Nord la malaria ha ucciso quasi 300 persone, decine di migliaia i malati
(MISNA) Dall’inizio dell’anno la malaria ha ucciso
284 persone in Namibia, soprattutto nei distretti settentrionali
di Eenhana, Engela, Onandjokwe e Outapi. Lo
riferiscono le autorità sanitarie di Windhoek, le quali
precisano che, nel medesimo arco di tempo, i ricoveri in
ospedale sono stati quasi 9 mila e oltre 113 mila le persone
assistite fuori dalle strutture sanitarie.
Il ministero della Sanità sostiene di essere in grado
di contrastare la diffusione della malattia, mediante l’invio
di circa due tonnellate di medicinali e 120 infermieri
nelle regioni del nord. Secondo l’Oms (Organizzazione
mondiale della sanità), il Paese necessita di circa 1 milione
e mezzo di zanzariere trattate con insetticida entro
i prossimi cinque anni.
L’agenzia dell’Onu ha recentemente stanziato la simbolica
cifra di mille dollari (circa due milioni e 200mila
lire) per l’acquisto delle zanzariere. Ma secondo alcuni
studiosi, è importante anche il modo in cui viene distribuito
questo materiale, che è in grado di ridurre della
metà le morti fra i bambini sotto i 5 anni. La popolazione
deve essere stimolata attraverso vere e proprie campagne
promozionali ad acquistare volontariamente le
zanzariere e l’insetticida, come è stato fatto con risultati
positivi in Tanzania (prezzo di circa 5 dollari). Se invece
vengono regalate, prosegue l’analisi degli esperti, senza
spiegarne l’utilità o il valore (come sta già facendo la
Banca Mondiale) diventa difficile, non solo distribuirle
nei villaggi, ma anche trovare chi poi si incarichi di
reimpregnarle periodicamente. (GM)
6 5/2001

società civile
Progetto “ORATORIAMO”
Da sempre gli oratori rappresentano
uno “spazio” offerto ai giovani e ai
meno giovani.
È uno spazio per ritrovarsi, spazio
per incontrare un amico, spazio per
il tempo libero, spazio di idee e di iniziative
per riempire un vuoto che
spesso la società ci lascia...
È uno spazio fisico: cioè strutture,
ritrovi, sale riunioni, sala giochi, campi
sportivi, bar, cinema,…
È uno spazio “educativo”: cioè lo
spazio per proporre un modo diverso
e nuovo di stare insieme, con iniziative
culturali, ricreative, giochi,
feste,…
È uno spazio di “incontro”: cioè occasione
per stabilire rapporti di amicizia,
per superare lo steccato tra
mondo giovanile e mondo degli adulti,
per “evangelizzare”.
È soprattutto lo “spazio dei giovani”
che spesso non hanno altri spazi,
ma è anche lo “spazio” per le giovani
famiglie, per gli adulti e per gli anziani
che vogliono trovare occasioni di
incontro e di servizio, per chi crede
nel volontariato e nella vita, per chi
vuole costruire un mondo nuovo con
le nuove generazioni…
Gli Oratori parrocchiali di Pegli
sono situati nelle diverse zone e
quartieri che caratterizzano il suo
territorio, divenendone espressione
di complessità sociali e di relazioni
educative.
A Pegli ovest insiste l’oratorio della
Parrocchia di S. Antonio, dotato di
un campo polivalente all’aperto, di un
salone-teatro, di locali coperti, di infrastrutture
adeguate all’attività aggregativa
e sportiva di base. Il tessuto
sociale è caratteristico di un
quartiere giovane, periferico, con problematiche
educative aperte e responsive.
A Pegli due opera l’oratorio presso
la Parrocchia di S. Francesco, che
dispone di un grande salone-teatro
polivalente, di locali interni di varia tipologia
e di spazi attrezzati all’aperto,
ove si svolge stabilmente attività
ricreativa, culturale e sportiva. Il tessuto
territoriale è proprio di un quartiere
residenziale, molto disperso in
fatto di aggregazione e socialità.
A Pegli nord opera l’oratorio delle
Suore della Neve, presso l’omonimo
istituto, dotato di tutti gli spazi adeguati
ad attività di questo tipo: palestra,
parco e spazi all’aperto, aule e
saloni,… La connessione con la
Scuola rende quest’oratorio un luogo
privilegiato dal punto di vista della
prima aggregazione, nonché di eccellenza
tra le strutture in grado di
svolgere attività tematiche, in specie
culturali.
A Pegli centro operano gli Oratori
presso la Parrocchia dei SS. Martino
e Benedetto e di S.M. Immacolata, che
sono a servizio dell’intero territorio pegliese
grazie alla molteplicità delle loro
attività e delle loro strutture, ma anche
grazie alla centralità della loro
dislocazione. La dotazione infrastrutturale
e logistica (palestre, campi polivalenti,
cinema teatro, saloni e sale,…)
consente a questi oratori di erogare
molte attività specificatamente nella
propria dimensione parrocchiale, ma
5/2001
altresì di mettersi a disposizione dell’integrazione
polioratoriale diffondendo
centrifugamente risorse e occasioni
di fruizione.
A Pegli est, ed in particolare a Multedo
opera l’oratorio della Parrocchia
dei SS. Nazario e Celso, a servizio
di un territorio quanto mai complesso
dal punto di vista socioambientale:
l’impegno attraverso i locali oratoriali
(salone, spazi all’aperto,…) risulta
evidentemente significativo anche
in chiave “aggregante” dal punto di
vista della comunità locale.
Infine in Val Varenna è presente
l’oratorio nella zona dei cosiddetti “Tre
ponti”, con un campetto all’aperto ed
una sala, ma con la prerogativa di poter
accogliere i ragazzi di passaggio
oltre ai “pochi” del luogo.
Il Comitato Zonale ANSPI di Genova
ha elaborato e presentato un
progetto che intende realizzare sperimentalmente
dal prossimo giugno
nel territorio del vicariato di Pegli, per
poi essere messo a disposizione an-
che degli altri, con cui si propone di
raggiungere, attraverso la costruzione
di una “rete”, una maggior efficacia
ed un miglior risultato delle attività
annuali oratoriali realizzate nella
propria specificità nei diversi territori
parrocchiali di ogni vicariato.
Inoltre, si propone di sviluppare la
metodologia educativa oratoriale
quale modello aggregativo e formativo
di base, riconoscibile e riconosciuto
anche dalla società civile.
Infine si propone di sinergizzare
le attività rivolte ai ragazzi svolte in
ambito sportivo ed ambientale da
associazioni radicate nel territorio
che condividano i principi educativi
suddetti, secondo una logica di collaborazione
che rispetti identità e
natura di ciascuno.
Il progetto, che andrà dettagliato direttamente
con tutti i Soggetti coinvolti,
a grandi linee prevede:
– consolidare le attività svolte presso
gli oratori parrocchiali, in particolare
quelle aggregative e del tempo
libero;
– coordinare le attività tra loro, in
funzione di una libera fruizione delle
stesse da parte di tutti i ragazzi;
– convergere in attività “tematiche”
da parte di tutti gli Oratori, con l’ausilio
di Enti specializzati;
– collegarsi con le attività legate ai
POF del Circolo Didattico e col Distretto
sociale.
Tutti i ragazzi che afferiscono agli
oratori del vicariato potranno partecipare
quindi a qualunque attività re-
alizzata durante tutto l’anno in ciascun
oratorio, secondo un programma
ed un calendario che sarà messo
“a comune conoscenza”, ma altresì
potranno aderire ad alcune proposte
di attività tematiche, sviluppate
in “luoghi definiti” a servizio di tutto
il territorio.
In particolare si pensa allo SPOR-
TORATORIO, realizzato secondo la
metodologia dello “sport e vita cristiana”
da alle-educatori con il concorso
di associazioni esperte in varie discipline
(volley, basket, calcio, ginnastica,…)
ed all’ORATAMBIENTE, programma
di riscoperta dell’ambiente
naturale ed urbano in cui i ragazzi
crescono, con l’ausilio di associazioni
specializzate nel settore.
Una parte importante del progetto
è costituito dal coordinamento fra le
diverse iniziative, che dovrebbe essere
concreto, visibile e al servizio di
tutti i soggetti impegnati.
Da un punto di vista operativo, gli
oratori che fanno parte della rete po-
trebbero far capo alla Commissione
Vicariale Giovani; tutti gli Enti afferenti
al progetto, comunque, parteciperebbero
ad un Comitato di rete, che si
avvarrebbe di un “coordinatore/facilitatore”.
Le varie attività del progetto dovrebbero
essere fortemente promosse,
pubblicizzate e condivise. Un’idea
potrebbe essere sia quella della
“ORATOCard” (che dà diritto a ciascun
ragazzo ad accedere a qualsiasi
oratorio vicariale, munito di adeguata
copertura assicurativa individuale
fornita dall’ANSPI) e un’altra
quella della realizzazione di un “ORA-
TORIO ON LINE” (che avvicinerebbe
al mondo dell’oratorio, seppur virtuale,
un target di ragazzi altrimenti
difficilmente raggiungibile).
Il progetto ha raccolto in questi
giorni a Pegli l’adesione entusiasta
degli oratori di tutte le Parrocchie,
la collaborazione delle Scuole elementari
e medie statali e non, nonché
di una quindicina di Associazioni
specializzate nelle diverse attività
sportive ed ambientali: una premessa
per promuovere già da questa
estate attività oratoriale in ogni
quartiere e di molti tipi, senza dimenticare
la propedeutica preparazione
degli animatori, attraverso un apposito
corso che si tiene nei mesi di
maggio e giugno presso il Circolo-
Oratorio ANSPI S.M. Immacolata di
Pegli e che è aperto a tutti gli interessati
ad avviarsi alle attività di animatore
nel proprio oratorio!
PAOLO PETRALIA
Acna: a breve l’avvio di
un “Centro di ricerca”
Importanti novità anche per 80 cassaintegrati
CENGIO – Lo stabilimento
cengese ex Acna diventerà a
breve un grande centro di ricerca
e di studio che consentirà di
approntare nuovi tecnici in grado
di salvaguardare l’ambiente
e tutelarlo contro indiscriminati
inquinamenti. Questa è
l’intenzione che si cercherà di
portare avanti in accordo con
il commissario straordinario,
Stefano Leoni, la Regione, la
Provincia e soprattutto l’Università
che proprio nell’area
della fabbrica installerà laboratori
nei quali troveranno posto
giovani in grado di studiare tutte
le problematiche ambientali
e il loro impatto con un’industria
chimica. Mercoledì 16
maggio, infatti davanti al commissario
straordinario e all’assessore
regionale all’Ambiente,
Roberto Levaggi, è stato
annunciato l’insediamento del
Centro Nazionale di Ricerca e
Sperimentazione sulle bonifiche,
prima e per ora unica struttura
in Italia. Il Centro sarà
composto da due gruppi: l’Inca,
Consorzio interuniversitario
di chimica per l’ambiente che
fa capo a ben 30 Atenei italiani,
e il Cima, Centro di ricerca
interuniversitario per il monitoraggio
ambientale. Saranno
investiti nel progetto circa 2,5
miliardi (500 milioni da parte
dell’Inca e 2 miliardi dal commissario
governativo). Il Cima
si occuperà della parte logistica
e svolgerà ricerche sui processi
di estrazione e degradazione
dei composti organici
contaminati con il trattamento
conseguente delle acque reflue.
Al lavoro di studio saranno
impegnati professori e ricercatori
per un totale di settanta
persone. Tutto questo per creare
anche le condizioni per un
futuro riutilizzo della zona in
piena sicurezza. Al progetto
saranno anche utilizzati alcuni
lavoratori Acna, ai quali saranno
offerti contratti a tempo determinato.
Sulla notizia ovviamente
sono giunte le prime reazioni
soprattutto da parte dei sindacati
che restano perplessi sul
come possa andare in porto tale
progetto quando manca ancora
la certificazione delle aree. Secondo
la loro opinione mancando
ancora una completa mappatura
dello stato della zona e
non essendo intervenuti i primi
lavori di bonifica, ogni idea
riguardante l’Acna non può
neanche essere presa in considerazione.
Non tutto però è definito
in negativo, anzi i programmi
per il futuro sono importanti,
ma si pensa che ci si
dovrebbe attivare per un serio
intervento che possa fornire le
aree appetibili per nuove realtà
industriali al più presto.
Meno polemico il sindaco di
Cengio, Sergio Gamba, che ha
sottolineato come lo sforzo del
commissario governativo sia
appoggiato pienamente dall’Amministrazione
comunale e
che i programmi siano un primo
atto per una nuova fase che
possa portare finalmente ad
un’inversione di tendenza.
A riguardo dei lavoratori notizie
rassicuranti sono giunte
per i circa 80 cassintegrati che
da mesi vivono in una condizione
di ansia per la precarietà
del posto. L’assessore provinciale
per le Politiche attive del
Lavoro, Donatella Ramello, si
è interessata al caso facendo
partire un programma che da
aprile era al vaglio dell’Amministrazione
provinciale: un
gruppo di esperti incontrerà i
lavoratori sia individualmente
che a gruppi per cercare di trovare
nuove collocazioni in imprese
che richiedano queste
specifiche figure professionali.
Coloro che vorranno accogliere
la richiesta per sei mesi potranno
provare in tali aziende
percependo, oltre alla cassa integrazione,
un’ulteriore indennità
aggiuntiva.
E proprio sul fronte dei cassintegrati
è stato espresso
nuovo malumore in relazione
alla bozza d’accordo siglato
tra l’azienda e i sindacati. Ad
alcuni operai sarà consentito
di arrivare fino a 200 ore di
straordinario, mentre per molti
altri continuerà il regime di
cassa integrazione; un accordo
che senz’altro non piace e
provoca nervosismo in coloro
che da parecchio tempo
convivono con l’ansia che la
situazione determina. Dall’Rsu
però giungono segnali
rassicuranti: questa prima
bozza, si sostiene, servirà
come passaggio per ottenere
un rapido decollo degli interventi
necessari al ricollocamento
di tutte le maestranze.
I sindacati hanno voluto insomma
rendere noto che è la
prima volta che si è potuto instaurare
un tavolo di trattativa
con l’azienda avendo a disposizione
ampio margine per
gestire futuri rientri. Nel caso
in cui vi fosse bisogno di nuove
forze per le opere nello stabilimento
i vertici aziendali
dovranno confrontarsi proprio
con il sindacato per arrivare
ad opportune scelte. La CGIL
però si dice in disaccordo con
il piano approntato che prevede
di incentivare le ore di straordinario
a discapito di nuove
reintegrazioni.
FABRIZIO MUSIZZANO
7

Ricordare Carlo Traverso
Ricordare Carlo Traverso, per 9 anni presidente della
Federazione Operaia Cattolica Ligure e dal 1998 suo
Presidente Onorario, non è semplice. Specie per chi come
me vi ha lavorato, fianco a fianco, cercandone i consigli
per sempre meglio operare per la nostra Federazione.
Ricordare quanto amasse la “sua” Campomorone
(tanto da dedicargli un libro), oppure il periodo in cui fu
nel Consiglio Nazionale del CAI (dopo anni di alpinismo
vissuto in silenzio come tutti quelli che amano la montagna),
oppure ancora l’attenzione alla vita interna della
chiesa genovese o….tante altre cose che ognuno di noi
porta nel cuore e nel ricordo.
Mi pare, tuttavia, che un modo per ricordare Carlo
sia quello di pubblicare la lettera che mi scrisse alcuni
giorni prima della celebrazione dell’ultimo Congresso
FOCL, con la preghiera di darne lettura all’inizio del
lavori congressuali. Non ho seguito il desiderio di Carlo,
pensando che la parola sarebbe corsa via velocemente
dall’attenzione dell’uditorio, ma ho consegnato copia di
quella lettera ad ogni partecipante al Congresso. Adesso,
quella lettera, la offro all’attenzione di tutti i soci delle
Società Operaie Cattoliche con la speranza che possa
costituire – così come era suo desiderio – un incentivo ad
impegnarsi sempre più per mantenere alti gli ideali cattolici
che furono e sono alla base delle nostre Società
Operaie Cattoliche.
GUIDO GARRI
Presidente FOCL
Egr.Sig.
PRESIDENTE F.O.C.L.
GENOVA
Il giorno 31 marzo verrà celebrato il 44° Congresso federale.
Purtroppo problemi di salute non mi permettono la partecipazione.
Mi dispiace immensamente.
Vorrei, di cuore, trovarmi con Voi per seguire i lavori,
discutere, scambiare opinioni e poter dare suggerimenti per
cercare di rafforzare, tutti insieme, questa nostra istituzione
che lavora e si rinnova operando al servizio delle nostre Società
Operaie Cattoliche federate.
La storia della Federazione è ricca di tanti avvenimenti
lieti, anche tristi, ma è ancora vitale e operante. Questa grazie
al buon senso e all’impegno di tante persone lodevoli che
a costo di sacrifici si sono avvicendati per guidare la F.O.C.L.
portando avanti e sostenendo quei valori di convivenza, di
servizio, di solidarietà base del nostro movimento. Un percorso
non facile, ma sono certo che anche oggi, in un mondo
così inquieto e non certo edificante sotto tutti gli aspetti, sapremo
continuare il cammino dei nostri predecessori. Un
percorso non facile, ma indirizzato a mantenere vivi gli ideali
che noi abbiamo ereditato e in cui noi cattolici crediamo.
Vi seguirò, comunque, col pensiero durante lo svolgimento
dei lavori che state per intraprendere, ma soprattutto Vi
sarò vicino con la preghiera. Coraggio amici e buon lavoro.
Il buon Dio Vi possa illuminare e indirizzare per ricostituire,
meglio ricomporre, una efficiente Federazione, col
potenziamento e me lo auguro di cuore, del nostro glorioso
organo di informazione: l nostro amato “L’OPERAIO LI-
GURE”.
Cordialmente Vi saluto
CARLO TRAVERSO
Le pagine di questo giornale che per
tanti anni hanno ospitato gli scritti di
Carlo Traverso oggi ne vogliono raccogliere
e custodire il ricordo perché
Carlo che fu per nove anni Presidente
della FOCL amava “L'Operaio Ligure”
e lo considerava, a ragione,
l'emblema stesso delle Società Cattoliche
federate.
Carlo è morto il 26 aprile scorso
dopo una lunga malattia che lo costrinse
a varie dolorosi interventi medici,
senza tuttavia turbare la serenità e la
fiducia che lui, uomo di Fede, riponeva
nelle promesse del suo Dio.
Gli facemmo visita, l'ultima, nel pomeriggio
del Venerdì Santo il 13 aprile,
per gli auguri di Pasqua e per porgergli
un ricordo della Federazione.
Dalle finestre della casa di Carlo si
vede il monte della Guardia e lui si
abbandonava spesso a guardare lassù
e col gesto della mano segnava
anche ai suoi ospiti la Chiesa del
Figogna. Nel venerdì che ricorda la
morte di Cristo era con noi mons. Luigi
Molinari e quando Carlo segnò, pieno
di speranza, il monte della Madonna,
don Luigi scostò le tendine della
finestra e lasciò che la luce del tramonto
inondasse la sala dove eravamo.
E poi pregammo assieme.
Quando ci accomiatammo eravamo
turbati e scendendo le scale mons.
Molinari disse: “Solo nella logica del
Venerdì Santo si può capire il dolore
degli uomini”.
E fu così che Carlo, nella sua semplicità,
fu ancora occasione per una
salutare lezione di fede.
Carlo non era un “decisionista”, non
era l’uomo dei grandi progetti e delle
rapide decisioni, anzi lo si definiva un
timido sino a quando non lo si conosceva
bene.
Fu chiamato a reggere la FOCL nel
casa nostra
1989 succedendo al Presidente
Roncallo in un periodo in cui la scena
politica e sociale ed anche quella religiosa
del nostro Paese offrivano più
motivi di timore che di speranza. Stava
dissolvendosi per tante ragioni anche
storiche l’unita politica dei cattolici
italiani e la diaspora inevitabile creava
nella nostre Società un senso di
profondo disagio. La FOCL ne soffrì
ma riuscì a mantenere unite le proprie
forze richiamandosi agli ideali cristiani
e sorretta dalla propria storia e
dalle sue tradizioni. Ai dirigenti della
Federazione si chiese di essere di sostegno
alle Società in difficoltà e di rinsaldare
ancor più i vincoli con la Chiesa
e col mondo
cattolico.
Ed ogni anno,
nell’annuale pellegrinaggio
alla
Guardia, si pregava
come tuttora
si prega, per la
Chiesa genovese
e ligure e per le
Società Cattoliche
perché siano,
secondo il
loro Statuto, centri
di vita sociale
e di cultura cristiana.
Ora che Carlo
non c’è più e che
la FOCL sta faticosamentescoprendo
un nuovo
ruolo in questa società
che si trasforma
il ricordo di
Carlo ci aiuta a capire
anche il senso
della prudenza
che egli ebbe nel
condurre la Federazione.Prudenza
e buon senso
che venivano da
lontano, dalla stagione esaltante in cui i
cattolici italiani furono protagonisti della
rinascita del loro paese. Infatti Carlo
fu allievo del prof. Giulio Marchi in quel
Liceo S. Nicola di Genova, per molti anni
fucina di giovani cattolici.
Al suo funerale eravamo in tanti a
dire grazie al Presidente Onorario
della FOCL e con la Società Operaia
Cattolica “S. Giuseppe” di Campomorone
porgiamo ancora ai familiari di
Carlo i nostri sentimenti di partecipazione
al loro dolore.
GIOVANNI REPETTI
8 5/2001