GIUSEPPINA CASSARA' E TULLIO PRESTILEO [PDF - Istituto ...
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<strong>TULLIO</strong> <strong>PRESTILEO</strong><br />
GIUPPA CASSARA’<br />
XI CONVEGNO<br />
DELL’ITALIAN NATIONAL FOCAL<br />
POINT<br />
INFECTIOUS DISEASES AND<br />
MIGRANT<br />
Salute mentale, stili di vita e malattie<br />
infettive nella popolazione migrante<br />
Roma , 16 febbraio 2012<br />
Il Disagio mentale della<br />
persona immigrata<br />
detenuta con malattia<br />
infettiva
66.897 il numero dei detenuti,<br />
a fronte dei 45.700 posti<br />
regolamentari,<br />
al 31 dicembre del 2011<br />
24.174 sono stranieri<br />
Dipartimento dell’amministrazione<br />
penitenziaria<br />
• Più di un terzo dei detenuti presenti negli<br />
istituti di pena italiani è costituito da<br />
cittadini stranieri.<br />
• Nelle regioni del centro-nord questa<br />
percentuale cresce sistematicamente<br />
almeno al 40% per raggiungere punte<br />
dell’85% nelle carceri del nord Italia
la penalità moderna<br />
selettività del controllo istituzionale<br />
si dirige “quasi esclusivamente contro chi è<br />
condotto al delitto dalla propria origine, dalla<br />
miseria sociale, da un’educazione trascurata o<br />
dall’abbandono morale”
Ogni anno entrano in<br />
carcere circa<br />
12mila migranti<br />
colpevoli solo di<br />
aver violato la<br />
legge Bossi Fini<br />
sull'immigrazione<br />
punito con la<br />
reclusione da uno<br />
a quattro anni.<br />
Migranti e carcere
Problematiche in carcere<br />
• sovraffollamento<br />
• conflittualità intramuraria<br />
• accesso ai servizi fondamentali.<br />
• “I fondi sono pochi e non tengono conto del<br />
sovraffollamento. Il sistema rasenta il collasso<br />
e rischia di precipitare”.<br />
Leda Colombini<br />
presidente del Forum nazionale per il diritto alla salute delle persone<br />
private di libertà personale
Sovraffollamento e migranti<br />
netta correlazione tra elevate percentuali di detenuti<br />
stranieri e condizioni di sovraffollamento<br />
Le conseguenze del sovraffollamento più evidenti e<br />
immediatamente preoccupanti:<br />
• degrado strutturale<br />
• limitazioni nelle attività socializzanti e trattamentali<br />
• riduzione delle ore d’aria, della luminosità, dell’acqua e<br />
dell’aria per cella<br />
>>>>Conseguenze su igiene e salute
sovraffollamento<br />
Suicidi e malattie infettive<br />
• “Il tasso di suicidi in carcere è del 20% in più<br />
rispetto alla popolazione fuori .<br />
• Diffusione di pidocchi e scabbia<br />
• Aumentano enormemente tutte le malattie<br />
infettive, come la tubercolosi, mettendo a<br />
rischio non solo la salute dei detenuti ma<br />
anche quella del resto della società.”<br />
Leda Colombini
Carcere e malattie infettive<br />
• «Quattro detenuti su 10 in Italia soffrono di<br />
malattie infettive.<br />
• il 35% di loro è colpito dall’epatiteC, la<br />
principale patologia che colpisce i carcerati<br />
nel nostro Paese».<br />
• «Il 6-7% della popolazione carceraria ha<br />
l’epatite B, mentre il 2-3% l’Hiv.».<br />
• “Il problema è anche quello del<br />
sovraffollamento nelle carceri, perché si<br />
tratta di malattie facilmente trasmissibili”<br />
Evangelista Sagnelli<br />
presidente della SIMIT<br />
- intervento a Regina Coeli-
Il paradosso<br />
“la diffusione delle malattie infettive in<br />
carcere evidenzia la necessità di un<br />
intervento programmato di prevenzione,<br />
diagnosi e terapia, relativi alle patologie<br />
infettive più frequenti. È utile considerare<br />
che il periodo di detenzione può essere<br />
un’occasione per ricevere informazioni in<br />
tema di prevenzione delle infezioni”<br />
Evangelista Sagnelli<br />
presidente della SIMIT<br />
- intervento a Regina Coeli-
Svantaggi dei<br />
detenuti<br />
migranti<br />
• Probabilità differenti per gli<br />
stranieri e per gli italiani, di<br />
divenire un “detenuto” e di<br />
rimanere “dentro” a parità di<br />
reato e di sanzione<br />
• difficoltà relative<br />
all’inserimento dei migranti<br />
detenuti nei progetti di<br />
misure alternative<br />
• i detenuti stranieri sono<br />
frequentemente deprivati del<br />
conforto delle visite dei<br />
parenti a causa dei<br />
trasferimenti<br />
• Assenza del “salvagente<br />
affettivo”.
Disagio mentale<br />
Il disagio che segnalano i detenuti<br />
stranieri può essere accostato<br />
• all’assenza di ascolto,<br />
• alle condizioni detentive<br />
• all’assenza di prospettive future<br />
• all’impossibilità di immaginare<br />
altre forme rivendicative.
Autolesionismo<br />
• pratiche autolesionistiche di detenuti<br />
provenienti dall’area geografica del<br />
Maghreb: sono questi, ormai per<br />
antonomasia, i reclusi che “si tagliano”<br />
esprimendo così “nel sangue, una forma<br />
liberatoria” oppure “una forma di<br />
protesta”<br />
• scioperi della fame coinvolgono più<br />
spesso anche detenuti provenienti dai<br />
Paesi dell’Est.<br />
• Tentati suicidi sempre più frequenti<br />
specie tra gli italiani
Stranieri e Tossicodipendenza in<br />
carcere<br />
• Problematica sottostimata<br />
• Gli immigrati irregolari rappresentano in<br />
Italia ormai una quota consistente del<br />
"sommerso" della tossicodipendenza.<br />
nella casa circondariale di Padova, i detenuti stranieri<br />
arrivano al 90% del totale e il 60% degli ospiti risulta<br />
tossicodipendente.
Chi sono?<br />
• la grande maggioranza dei clandestini<br />
tossicodipendenti sono:<br />
• maghrebini<br />
• maschi<br />
• tra i 25 e i 34 anni<br />
• Sono quasi tutti poliassuntori<br />
eroinomani, cocainomani spesso finiti in<br />
carcere per piccoli reati come spaccio e furto
“clandestini”<br />
• Oggi, gli immigrati irregolari rappresentano il<br />
fronte estremo del disagio sociale.<br />
• I clandestini, in particolare, rappresentano<br />
ormai una significativa quota dei<br />
tossicodipendenti "nascosti", che non<br />
entrano in contatto con i servizi sociali e<br />
sanitari.
Dipendenza patologica<br />
cause<br />
Ogni immigrato porta con sé un<br />
progetto, spesso confuso e<br />
irrealistico.<br />
Il fallimento di questo percorso<br />
può spingere alla<br />
tossicodipendenza come<br />
conseguenza<br />
dell’emarginazione, di una<br />
estrema fragilità sociale ed<br />
economica e in alcuni casi alla<br />
criminalità.
Dipendenza patologica e<br />
clandestinità<br />
• Dal punto di vista sanitario e penale, un<br />
tossicodipendente clandestino vive il suo percorso<br />
di dipendenza in condizioni peggiori rispetto a un<br />
italiano.<br />
• Nonostante la legge e la direttiva del Ministero<br />
della Sanità, l’impossibilità di dichiarare una<br />
residenza ostacola infatti l’accesso ai Sert, che<br />
operano su base territoriale.<br />
• il risultato è una rapida degenerazione delle<br />
condizioni fisiche, psicologiche e sociali.
“carcere assistenziale”<br />
• Il carcere si configura paradossalmente come il<br />
primo ambiente di contatto con il mondo dei<br />
servizi, dove il diritto alla salute incontra il livello<br />
minimo di risposta istituzionale<br />
• Cogliere questa potenzialità del carcere e cercare di<br />
conoscere lo stato di salute di pazienti stranieri detenuti<br />
provenienti da territori a forte rischio per patologie a<br />
trasmissione parenterale, diviene premessa<br />
indispensabile per delineare nuovi percorsi sanitari<br />
dedicati ad una popolazione tanto eterogenea e<br />
complessa.
L’ “altra” detenzione<br />
I "Centri di Accoglienza"<br />
luoghi che qualcuno con grande fantasia e<br />
ipocrisia chiama Centri di Accoglienza e che<br />
più realisticamente vanno considerati come<br />
veri e propri centri di detenzione.
I centri “detentivi” per migranti<br />
• CDA ( Centri di prima accoglienza)<br />
• CARA (Centri di accoglienza richiedenti asilo )<br />
• CIE ( Centri di identificazione ed espulsione )<br />
• Centri Ponte >>>> risposta alla nuova<br />
emergenza sbarchi del 2011<br />
in strutture preesistenti, quasi sempre in zone<br />
particolarmente isolate.
CIE<br />
• I CIE sono utilizzati come luogo di transito di coloro<br />
che hanno scontato lunghe pene detentive in carcere<br />
e che non sono ancora identificati .<br />
• Quindi, in realtà, questa diventa una sanzione<br />
ulteriore, che si aggiunge alla pena già scontata.<br />
• Lo scorso 14 luglio il Senato ha convertito in legge il<br />
decreto rimpatri estendendo il limite massimo della<br />
detenzione amministrativa dei migranti irregolari nei<br />
centri di identificazione e espulsione (Cie) da 6 a 18<br />
mesi.
Detenzione intollerabile<br />
• Nel giugno 2011, le équipe di MSF hanno avuto<br />
modo di visitare alcuni centri di accoglienza in<br />
Sicilia e hanno riscontrato condizioni di<br />
detenzione intollerabili.<br />
• la decisione di prolungare a 18 mesi la durata<br />
massima della permanenza nei CIE dei migranti<br />
irregolari ha destato forti preoccupazioni<br />
riguardo alle conseguenze di tale misura sulla<br />
salute fisica e mentale dei migranti
Espulsioni<br />
• sieropositivi HIV o malati di AIDS e donne vittime di<br />
tratta<br />
• inviati immediatamente in CIE in attesa dell’espulsione dal<br />
territorio nazionale<br />
• La negazione di un corretto follow-up clinico e della<br />
terapia antiretrovirale mette a repentaglio la vita di<br />
queste persone e nega ragioni umanitarie invocate per la<br />
permanenza in Italia di persone già duramente provate<br />
>>>> violazione dei diritti fondamentali:
“luoghi-non luoghi”<br />
• deprivazione esistenziale e giuridica dei<br />
migranti .<br />
• In pratica esiste un diritto per gli italiani, un<br />
altro per gli stranieri regolari, un altro ancora<br />
per gli stranieri privi di permesso di soggiorno.<br />
Malattia di sistema
Ripercussioni sulla salute mentale<br />
• essere privati della libertà solo a causa del<br />
proprio status personale, senza aver<br />
commesso alcun crimine,<br />
• Lo stato di assoluta incertezza sul proprio<br />
avvenire<br />
• il terrore di ritrovarsi respinti nel proprio<br />
paese, tra le mani dei propri carnefici<br />
• La totale interruzione di percorsi terapeutici<br />
già intrapresi prima dell’arresto
CDA Lampedusa 2011<br />
Le indecenti e precarie condizioni igienico sanitarie in<br />
cui i migranti venivano accolti e ospitati presso i<br />
due centri di accoglienza sono state denunciate alle<br />
Autorità di competenza :<br />
• strutture fatiscenti, condizioni intollerabili, umilianti<br />
• Situazioni di promiscuità nel centro adibito<br />
all’accoglienza dei minorenni, trattenuti per<br />
settimane nell’incertezza<br />
• carenza di acqua corrente<br />
• impossibilità all’interno del centro di isolare casi<br />
sospetti di patologie trasmissibili per via aerea o<br />
pediculosi .
Centri ponte e CARA<br />
“non luoghi”<br />
• una differente forma di reclusione, priva di sbarre alle<br />
finestre:<br />
una reclusione fatta dal “nulla” spazio- temporale che<br />
avvolge la maggior parte dei centri ponte.<br />
• lontani da città che offrirebbero migliori servizi di<br />
assistenza socio sanitaria trans-culturale,<br />
• qui i migranti trascorrono infiniti mesi di attesa a<br />
causa di procedure di identificazione troppo lunghe e<br />
lente.<br />
• Incertezza sul proprio futuro
“Piano di annientamento”<br />
testimonianza<br />
“Da quando siamo al centro non possiamo fare<br />
niente: non lavoriamo, aspettiamo l’ora dei<br />
pasti e da un po’ non ci va neanche di<br />
mangiare. Non possiamo cucinare, non<br />
possiamo allontanarci dal paesino perché<br />
mancano i mezzi di trasporto e non abbiamo<br />
accesso a internet. Non si può neanche<br />
guardare la tv, perché ci sono troppi bambini<br />
nella stessa stanza che gridano.”<br />
Agosto 2011 – donna maghrebina richiedente asilo , vittima di<br />
tortura attraverso lo stupro all’8° mese di gravidanza.
Malattia di sistema<br />
È semplicistico additare come «razzista» l’uomo<br />
che offende ed aggredisce un altro uomo solo<br />
perché lo sente «diverso», più difficile è<br />
cogliere leggi, procedure burocratiche e prassi<br />
amministrative che costruiscono e consacrano<br />
la disuguaglianza.<br />
Razzismo istituzionale?<br />
Movimento primo Marzo
una risposta<br />
garantire la presenza, sia nei centri sanitari<br />
e che nei centri di detenzione, di mediatori<br />
culturali , operatori socio-sanitari, medici e<br />
psicoterapeuti con specifiche competenze<br />
nel campo della comunicazione e della<br />
relazione transculturale.
Grazie