I CRIMINI SESSUALI DEL CLERO CATTOLICO - Fernando Liggio
I CRIMINI SESSUALI DEL CLERO CATTOLICO - Fernando Liggio
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queste cose non devo parlare e che questi studiosi sono Contro la Chiesa); a prescindere da questo,<br />
bisogna affermare che la pedofilia non è omosessualità. E soprattutto che inizialmente la pedofilia<br />
non à il potere di un maschio contro un maschio, ma il potere patriarcale contro la donna e i suoi<br />
figli, e che è impossibile fare giustizia di questa violenza se non si cambia la struttura che sostiene<br />
questo patriarcato. Assimilare pedofilia e omosessualità, ovvero attaccare gli omosessuali<br />
parlando di pedofilia, significa non aver messo e non voler mettere in questioni le polarità su cui<br />
vive e sopravvive una struttura patriarcale. Gli omosessuali sono una anomalia di questa struttura.<br />
Attaccare l’Anomalia salva dall’attaccare la struttura. “La teologia femminista dice che la violenza<br />
contro le donne e l’abuso contro i minori sono comprensibili soltanto in una struttura patriarcale.<br />
È una struttura di polarità: maschio-femmina, eterosessuale-omosessuale, clero-laici, sacroprofano<br />
padre-figlio, moglie-marito. Ma le polarità non solo si contrappongono, ma sono<br />
gerarchizzate: maschio su, femmina giù, clero su, laici giù […], celibato su, matrimonio giù.<br />
Soltanto in questa struttura, che ha sviluppato una conseguente teologia sacrificale, è possibile<br />
pensare che esista una persona la quale possa decidere un abuso sull’altro e giustificarlo. E la<br />
nostra Chiesa funziona così. […]. Il genitore non difende un figlio abusato non perché non ha il<br />
coraggio di denunciare o picchiare l’abusatore, ma perché non vedrà mai la sofferenza di un figlio.<br />
Un cardinale non potrà mai essere un difensore dei più piccoli, perché è un cardinale […]. Si cerca<br />
di far credere che in Italia nell’ambito ecclesiale non c’è pedofilia. […] perché non se ne può<br />
parlare […], certi crimini vengono tenuti nascosti. […]. Scrissi in un articolo in cui descrivevo un<br />
caso di abuso sessuale ― quel caso era la mia storia personale, ma ovviamente nascosi questo<br />
particolare ― e […] come la teologia aveva creato una realtà abusante. Fu respinto. E più tardi mi<br />
fu detto che non potevo continuare ad insegnare perché le mie dottrine non corrispondevano alla<br />
dottrina morale cattolica. Nel ’94-’95 diedi vita ad un centro che doveva occuparsi di diversi<br />
orientamenti sessuali e delle difficoltà connesse all’appartenenza alla propria realtà religiosa.<br />
[…]. Questa attività venne immediatamente bloccata dal cardinale (Ruini). […] Quando dissi al<br />
mio cardinale: ma come Eminenza, lei mi sta infliggendo una pena perché io, vittima di abuso,<br />
avrei offeso la sensibilità del popolo di Dio e la sacralità del sacerdozio avendo dichiarato la mia<br />
sofferenza, e mons. XXX, vescovo di XXX, che ha due processi in corso per aver abusato, quando<br />
era vescovo, dei chierichetti, è stato spostato in Vaticano perché non affrontasse in pubblico questa<br />
situazione e nominato responsabile di due basiliche romane? Quando gli dissi questo, mi rispose<br />
‘Don Stefano, questi sono fatti che non ci riguardano, e se tu hai qualcosa con mons. XXX, ti dovrai<br />
rivolgere alla legge civile. Ma ricordati ne pagherai le conseguenze. Detto dal mio cardinale, con<br />
tutto il potere che ha, questa è una minaccia. […]. Quello che mi ha stupito nel vedere quei<br />
cardinali a Roma, era proprio immaginare la somma ingiustizia di quando i padrini di mafia<br />
condividono il potere dei magistrati. Ruini mi aveva anche chiesto: ‘don Stefano, soltanto a te<br />
vengono a raccontare queste storie di disagio sessuale?’ Eminenza, ma questo dovrebbe<br />
chiederselo lei. Ma non vede la fine che fa chi parla davanti a lei? Le vittime sono puniti più che i<br />
carnefici. Mi ha preso i documenti e mi ha intimato: ‘vai fuori!’. […]”. Sulla Chiesa cattolica in<br />
Croazia incombe uno scandalo imbarazzante: nell’orfanatrofio Alojzije Stepinac gestito dalla<br />
Caritas a Brezovica, vicino a Zagabria, sono stati scoperti casi di gravi abusi sessuali. Le<br />
organizzazioni non governative avevano cominciato a richiamare l’attenzione di essi già nel 2002,<br />
quando al loro telefono giunsero telefonate disperate su pesanti e sistematici abusi verbali, fisici e<br />
sessuali su bambini. […]. Melena Brasa, la direttrice dell’orfanotrofio, per molto tempo ha<br />
continuato a sostenere che nell’orfanotrofio si erano verificate alcune “situazioni sessuali”, ma che<br />
erano “normali”, proprio come picchiare i “bambini indisciplinati” sarebbe “un normale elemento<br />
del processo educativo”. […]. Protetta dalla Chiesa e dai responsabili della Caritas, ha assunto un<br />
atteggiamento tracotante e ha detto che “negli orfanotrofi cattolici lo Stato non ha niente su cui<br />
indagare”. […]. Sono stati rinvenuti dei documenti comprovanti che Brasa sapeva degli abusi ma<br />
ha cercato di coprire lo scandalo per proteggere la propria reputazione e quella della Chiesa<br />
Cattolica. […] Non si ha a che fare con il tipico caso di preti pedofili, dei preti che abusano dei<br />
ragazzi loro affidati, ma di esponenti della Chiesa che hanno fatto da intermediari fornendo<br />
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