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CI HANNO FATTO LE SCARPE - Corriere News

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CORRIERE<br />

NEWS<br />

Il commovente commiato della Diocesi a mons. Gennaro Franceschetti<br />

Quel sorriso che nessuno dimenticherà<br />

Sette anni intensi, vicini alla gente e alle istituzioni. Con un rispetto e un amore grandi<br />

Ci ho parlato l’ultima volta il giorno<br />

prima della sua scomparsa. Gli<br />

restava un filo di voce, un sibilo<br />

sottile. Eppure il sorriso era lo stesso.<br />

Sorrideva. Mi ha chiesto lui<br />

“come stai” e non sapevo cosa<br />

rispondere. Gli ho chiesto la benedizione,<br />

che mi ha dato con gli<br />

auguri per tutto: la mia vita, la mia<br />

attività, i miei affetti. Mi ha salutato<br />

così, quasi dovessimo rivederci il<br />

giorno dopo e il giorno dopo ancora.<br />

La stretta di mano sembrava<br />

non curarsi del male.<br />

Il sorriso, quel sorriso. Fonte di speranza,<br />

testimonianza grande di<br />

una fede senza limiti. La scomparsa<br />

di mons. Gennaro Franceschetti,<br />

passato quasi a meteora nella storia di questa<br />

terra, ha commosso tutti. Credenti e non. La<br />

sua discrezione ha reso la notizia della scomparsa<br />

ancora più grande: si è saputo del suo<br />

male soltanto alla fine del percorso, quando<br />

tutto era compiuto.<br />

La gente si è commossa. Il Fermano si è fermato,<br />

in molti hanno rinunciato alle piazze del<br />

carnevale per stringersi al suo Vescovo, per<br />

testimoniargli quell’affetto che non aveva<br />

saputo dargli prima.<br />

Il suo passaggio, anche se breve, non sarà<br />

dimenticato presto. La sua presenza nel territorio,<br />

questo suo grande rispetto per le Istituzioni<br />

(mi ha detto di recente “debbo grande<br />

rispetto ed ascolto ai Sindaci perché li ha voluti<br />

la gente”), lo ha reso protagonista dei grandi<br />

eventi della storia recente del Fermano, sino a<br />

dire che anche il suo interessamento è stato<br />

importante per la nascita della nostra Provincia.<br />

E non a caso le campane del duomo hanno<br />

annunciato a maggio la grande notizia parlamentare,<br />

non a caso egli stesso scese in piazza<br />

fra la gente a fra festa.<br />

Del suo rispetto per le istituzioni, nel reciproco<br />

AR<strong>CI</strong>VESCOVI che hanno retto<br />

L’AR<strong>CI</strong>DIOCESI DI FERMO dal 1895<br />

Roberto PAPIRI 1895 - 1906<br />

Carlo CASTELLI 1906 - 1933<br />

Ercole ATTUONI 1933 - 1941<br />

Norberto PERINI 1941 - 1976<br />

Cleto BELLUC<strong>CI</strong> 1976 - 1997<br />

Gennaro FRANCESCHETTI 1997 - 2005<br />

di Giovanni Martinelli<br />

rispetto di ruolo e funzione, ha parlato compiutamente<br />

nell’omelia funebre il vicario generale<br />

mons. Armando Trasarti, colui che più di<br />

ogni altro gli è stato vicino negli anni di episcopato,<br />

raccogliendone sfoghi e confidenze.<br />

A lui è toccato tracciarne il profilo, presentando<br />

alla folla incredibile che ha partecipato alle<br />

solenni esequie un vescovo mite, generoso,<br />

attento alla sua gente.<br />

Prendendo possesso della diocesi il 21 settembre<br />

1997, mons. Franceschetti si presentò come<br />

“un uomo che, lasciando dietro di sé tutta la<br />

sua storia passata – personale, privata, pubblica<br />

– si lascia seminare come un seme buono<br />

della Parola dentro la terra, dentro un popolo<br />

e dentro una Chiesa”.<br />

Quel “seme buono”, seminato appena sette<br />

anni fa, resterà ancora nella sua nuova terra,<br />

perché morendo don Gennaro ha chiesto di<br />

essere tumulato nella cripta della Cattedrale.<br />

“Un pastore, ha detto in punto di morte, deve<br />

restare in mezzo al suo gregge”. L’ultimo, definitivo<br />

atto di amore verso questa terra. Poco<br />

prima aveva dettato le sue ultime volontà,<br />

salutando tutti: il suo clero, che ha tanto<br />

amato, le istituzioni, la gente. Parole affettuose<br />

per tutti, celate dal rimpianto.<br />

E il suo clero, le istituzioni, il popolo erano tutti<br />

lì, a solennizzare in cattedrale il suo addio. Non<br />

c’è stata tristezza, ma rimpianto sì. Rimpianto<br />

per la perdita di un personaggio che forse<br />

avrebbe avuto bisogno di più tempo per realizzare<br />

i suoi progetti. Ma nel progetto vero della<br />

vita che prescinde ognuno di noi il suo passaggio<br />

è stato compiuto, e i suoi frutti buoni.<br />

Bresciano, aveva solo 69 anni<br />

Ecco la sua vita<br />

L’AVVENIMENTO 3<br />

Nato a Provaglio d’Iseo il 14<br />

giugno 1935, dove fu ordinato<br />

sacerdote il 17 aprile del 1960.<br />

Una vita contraddistinta da<br />

svariati ed importanti incarichi:<br />

cappellano della clinica “Città<br />

di Brescia”, direttore dell’Ufficio<br />

di Statistica e Sociologia<br />

Religiosa, direttore del Centro<br />

Pastorale “Paolo VI” e vicario<br />

episcopale degli organismi di<br />

comunicazione ecclesiale.<br />

Parroco di Manerbio dal 1988,<br />

svolse un ruolo decisivo durante<br />

il sequestro dell’imprenditore<br />

Giuseppe Soffiantini, a riprova della sua abilità mediatoria.<br />

Ordinato vescovo il 31 agosto del 1997, viene incaricato di reggere<br />

l’Arcidiocesi Metropolitana di Fermo, succedendo a Mons.<br />

Cleto Bellucci. Il suo ingresso in diocesi il 21 settembre successivo.<br />

Sette anni di incessante lavoro nel e per il territorio, con un<br />

impegno straordinario sia nella ristrutturazione della Cattedrale<br />

(avvenuta il giorno di Pasqua dell”Anno Santo 2000) sia nell’iter<br />

di riconoscimento della stessa Provincia del Fermano. Nel mezzo<br />

un significativo contributo alle celebrazioni del Giubileo, sotto il<br />

profilo dell’accoglienza e della valorizzazione del territorio.<br />

Infatti, profondamente innamorato di questa terra, così ne descriveva<br />

l’incanto: “Questa terra parla un linguaggio universale: il linguaggio<br />

della bellezza. Qui i colori creano una atmosfera di pace,<br />

qui i rumori si placano e diventano quiete, qui la spiritualità affiora<br />

attraverso la vita di comunità vivaci, di monasteri collocati<br />

anche in angoli sperduti, di valli rese fertili dalla laboriosità dei<br />

suoi abitanti, di santuari e abbazie in cui si respira raccoglimento<br />

e pace. E’ terra di quiete e di riposo… per ritrovare se stessi”.<br />

Un amore profondo e tangibile in ogni suo atto, in ogni suo<br />

discorso, con un impegno in tutti i settori e a tutti i livelli. La<br />

richiesta di sepoltura nella Cattedrale è la testimonianza ulteriore<br />

di questo speciale rapporto. La calorosa partecipazione<br />

delle migliaia di fedeli della sua estesa Arcidiocesi durante la<br />

lunga veglia funebre e ai funerali è la riprova che questo pastore<br />

di anime ha saputo parlare al cuore di tutti, dai rappresentanti<br />

delle istituzioni e della società civile alla gente semplice,<br />

dai giovani agli anziani, con un linguaggio chiaro ed efficace.<br />

Resta legata alla sua opera anche la riapertura al pubblico del<br />

Museo Diocesano.

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