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CI HANNO FATTO LE SCARPE - Corriere News

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6<br />

L’INCHIESTA<br />

Gli organismi al sostegno del calzaturiero<br />

Una politica delle imprese e per le imprese<br />

Il delicato ruolo per la crescita imprenditoriale<br />

COICO<br />

(Comitato di Indirizzo e Coordinamento<br />

del distretto)<br />

PAOLO PETRINI, presidente<br />

Lo scenario commentato da Petrini è<br />

quello di una forte trasformazione,<br />

generata dalla pressione competitiva<br />

esistente. Una spinta che genera un<br />

altrettanto forte selezione delle aziende,<br />

attraverso la quale si può già intravedere<br />

quale sarà il futuro: un distretto<br />

con minori aziende ma più grandi, più<br />

organizzate e più competitive, con un<br />

numero di occupati molto più qualificato.<br />

Strategia del COICO è quella di<br />

un movimento multidirezionale.<br />

“Abbiamo chiuso una fase di bandi, in<br />

cui sono stati approvati progetti per un<br />

valore complessivo di circa 2.500.000<br />

euro, in materia di internazionalizzazione,<br />

ricerca, tracciabilità del prodotto<br />

con una politica più attenta al valore e<br />

all’immagine della produzione locale”.<br />

Una politica delle imprese e per le<br />

imprese che deve obbligatoriamente<br />

andare verso aggregazioni, fusioni,<br />

coalizioni e alleanze.<br />

Altro aspetto fondamentale è quello<br />

di una maggior iniezione di intelligenza<br />

e di conoscenza: “Fino ad oggi<br />

abbiamo assistito ad una elevata<br />

quantità di fondi per la formazione<br />

che non ha lasciato molte tracce. Di<br />

solito i centri di formazione intercettano<br />

le risorse e solo successivamente<br />

progettano il da farsi. Noi cerchiamo<br />

di rovesciare questo paradigma,<br />

creando le condizioni per puntare<br />

all’eccellenza attraverso una ristrutturazione<br />

dell’offerta formativa”.<br />

Il destino? “Resto convinto che sia<br />

nelle nostre mani, soprattutto nelle<br />

mani degli imprenditori che devono<br />

acquisire una conoscenza diversa<br />

rispetto al passato. Oggi da soli non si<br />

va da nessuna parte. Le collaborazioni<br />

devono diventare più definite e formalizzate,<br />

che arrivino, perché no, anche<br />

fino alle fusioni”. “Stiamo lavorando –<br />

conclude – anche alla carta di identità<br />

elettronica per il Made in<br />

Italy, proponendoci di far sì che il prodotto<br />

scarpa italiano sia assolutamente<br />

riconoscibile da parte dei consumatori.<br />

E oltre a fare protezione, si riuscirebbe<br />

anche ad innescare un meccanismo di<br />

auto alimentazione finanziaria per fare<br />

poter promozione”.<br />

Info: tel. 0734/223026<br />

Co.S.I.F.<br />

(Consorzio di Sviluppo Industriale<br />

del Fermano)<br />

MARIO NOBI<strong>LE</strong>, direttore<br />

Più che sciolinare dati e valori sulla<br />

tendenza, Nobile fa riferimento alla<br />

piccola e media impresa, quella maggioranza<br />

di settore che non ha investito<br />

sul marchio, sulla commercializzazione,<br />

su quelle aree di attività che<br />

rendono nel medio/lungo termine. “La<br />

domanda che dovremmo inizialmente<br />

porci è quante delle circa 4.200 imprese<br />

del distretto Fermano/Maceratese<br />

abbiano la capacità commerciale delle<br />

grandi. I dati che preferisce commentare<br />

sono quello di uno studio dell’AR-<br />

MAL (Agenzia Regionale Marche<br />

Lavoro) sulla distribuzione delle<br />

imprese del distretto in classi dimensionali:<br />

“L’11,4% di queste aziende<br />

risulta con 0 addetti (impresa del titolare),<br />

il 33,2% con 1-2 addetti, il<br />

33,9% con 3-9 addetti, il 19% con 10-<br />

49 addetti, il 1,7% con 50-99 addetti<br />

e lo 0,8 % con 100-499 addetti. Sono<br />

cifre del settembre 2002, ma come<br />

dato significativo abbiamo che la<br />

maggior parte delle imprese ha una<br />

piccolissima organizzazione”.<br />

Il momento richiede soluzioni.<br />

“Siamo andati a proporre due progetti<br />

che vanno in una direzione<br />

positiva per le imprese. Il primo, di<br />

250.000 euro, riguarda la produzione<br />

di una scarpa ecologica. Abbiamo<br />

coinvolto 7 imprese calzaturiere, 1<br />

impresa di stampi, 1 di compound<br />

termoplastici e 1 di pelli ecologicamente<br />

compatibili. Vogliamo creare<br />

un marchio commerciale in cui è previsto<br />

un disciplinare di produzione di<br />

una scarpa che sia assolutamente<br />

ecologica. L’idea è quella di impegnarsi<br />

nel post vendita, con il disassemblamento<br />

del 10-20% di queste<br />

calzature, per utilizzare i materiali<br />

nel riciclato, ad esempio come concimi.<br />

Il progetto pilota vuole determinarne<br />

la convenienza economica”.<br />

L’altro progetto punta all’infrastrutturazione<br />

di una banda larga, con<br />

una portata di 150 megabit al secondo.<br />

L’Italia, conclude Nobili, è un<br />

paese trasformatore, non ha materie<br />

prime. Le importa, crea e poi esporta<br />

prodotti finiti. Ecco perché occorre<br />

colmare tutti i gap tecnologici.<br />

Info: tel. 0734/605373<br />

CNA<br />

(Confederazione Nazionale dell’Artigianato<br />

e della Piccola e Media Impresa)<br />

MARIA DÉSIRÉE BASILI,<br />

direttrice sede zonale di Fermo<br />

Nessuna ricetta magica all’orizzonte,<br />

inutile illudersi. Piuttosto, sottolinea la<br />

Basili, la necessità più impellente è<br />

tutelare l’intera filiera. “Anche nel<br />

caso di una ripresa, là dove magari il<br />

‘marchio’ riuscisse a vendere, se il<br />

famoso Made in Italy non dovesse<br />

riguardare tutta la produzione il<br />

nostro distretto non ne trarrebbe<br />

alcun giovamento. Abbiamo molto<br />

contoterzismo e la delocalizzazione ha<br />

riguardo soprattutto le piccole realtà”.<br />

Un discorso, quello del Made in Italy,<br />

sempre posto in primo piano dalla<br />

CNA. “Adesso è un po’ tardi, tanto<br />

che tutti stanno cominciando a parlare<br />

di riconversione. Ma anche questa<br />

non può essere lasciata al caso. Non<br />

ci si può riempire la bocca con turismo,<br />

agroalimentare, ecc. Non è possibile<br />

immaginare che quasi 3.000<br />

imprese possano cambiare in corsa<br />

obiettivi e convertirsi, ad esempio, alla<br />

ristorazione! Occorrerebbe una politica<br />

economica seria, con un’indagine<br />

approfondita del territorio e veicolarne<br />

la sua riconversione. Basta studiare<br />

quello che è accaduto in altri distretti<br />

prima di noi. Pensiamo all’Emilia<br />

Romagna, dove il distretto calzaturiero<br />

va alla grande. Non è alquanto<br />

strano?”.<br />

Il distretto come valore aggiunto,<br />

quindi. Un ambito dove le informazioni<br />

circolano velocemente e dove si<br />

possono creare economie di scala.<br />

“Se le aziende riuscissero a mettersi<br />

tutte in rete, l’innovazione e la ricerca<br />

potrebbero influire a cascata anche<br />

sull’impresa più piccola. Il processo<br />

finora è stato sempre spontaneo, ma<br />

è giunto il momento che venga gestito<br />

attraverso una politica economica<br />

ben definita, altrimenti si creeranno<br />

più danni di quelli creati dalla delocalizzazione”.<br />

E le cifre, sempre loro,<br />

parlano chiaro: il 12% delle imprese<br />

iscritte nel 2004 nella Commissione<br />

Provinciale dell’Artigianato (ancora<br />

aggregata) riguarda il settore moda,<br />

che nelle attività cessate raggiunge<br />

però il 20% del totale.<br />

Info: tel. 0734/600288<br />

www.cnapicena.it<br />

SCAM<br />

ALBERTO VOLONTÈ,<br />

presidente e a.d.<br />

La speranza è che nel 2004 si sia veramente<br />

toccato il fondo, anche se il<br />

nuovo anno si è aperto con l’annullamento<br />

delle quote di importazioni delle<br />

merci cinesi, peraltro già precedentemente<br />

aggirate. Un impatto, ci spiega<br />

Volontè, che ha reso il nostro mercato<br />

più permeabile. Ma esistono comunque<br />

fattori che hanno consentito al mercato<br />

locale di mantenere ancora una propria<br />

validità, come la qualità del prodotto e<br />

del design, il gusto che sicuramente<br />

non manca ai produttori marchigiani.<br />

Impossibile però concorrere sui livelli<br />

del prezzo.”Da un test che stiamo conducendo,<br />

abbiamo riscontrato come 3<br />

paia di scarpe di produzione cinese<br />

possono essere pagate anche 23 euro<br />

complessivi, con un costo medio di<br />

meno di 10 euro al paio. Qui in Italia<br />

neanche un paio di fondi riusciamo a<br />

produrre a quelle cifre”. Le imprese<br />

meglio organizzate hanno mantenuto<br />

le loro quote, conquistando anche<br />

qualche lieve segno positivo. Ma,<br />

avverte, non siamo in presenza di una<br />

ripresa diffusa, quanto di azioni a macchia<br />

di leopardo.<br />

Stimare i danni è impresa di estrema<br />

complessità: “A fronte di una contrazione<br />

dei consumi a livello mondiale e di<br />

una maggiore attenzione al fattore prezzo,<br />

purtroppo il calzaturiero in questi<br />

ultimi tre anni ha subito vistosissimi cali.<br />

Sappiamo che i dati dell’AN<strong>CI</strong> parlano di<br />

quote del 2003 a livelli di vent’anni fa<br />

come numero di paia prodotte”.<br />

Una crisi che investe la stessa SCAM.<br />

“Abbiamo alle spalle un triennio tra i<br />

più bui, con una serie di problemi di<br />

carattere finanziario. Nel 2004 abbiamo<br />

avviato un piano di rilancio molto faticoso<br />

e stiamo cominciando a vedere i<br />

primi risultati di ripresa di quello che è il<br />

nostro core-business, e cioè l’attività di<br />

laboratorio prove a supporto e a sostegno<br />

del settore. In questo intricato contesto<br />

abbiamo subito la crisi: ad una<br />

minore produzione è corrisposto infatti<br />

un minor ricorso ai nostri servizi”.<br />

Info: tel. 0733/829108-09<br />

www.scamsrl.com<br />

CORRIERE<br />

NEWS<br />

UIF<br />

(Unione Industriali del Fermano)<br />

ENRICO PANIC<strong>CI</strong>À,<br />

presidente Giovani Imprenditori<br />

Enrico Paniccià, anche lui calzaturiero,<br />

traccia alcune linee guida da percorrere.<br />

“Siamo di fronte ad una crisi<br />

strutturale e non più congiunturale<br />

del settore calzaturiero nel nostro<br />

distretto - precisa - Ci sono imprese<br />

che riescono a crescere ed altre in<br />

difficoltà. Spesso le nostre aziende<br />

hanno una vocazione principalmente<br />

indirizzata verso la produzione, a<br />

discapito della commercializzazione.<br />

Alcune, che da anni hanno indirizzato<br />

i loro sforzi verso il rafforzamento<br />

del marchio e della rete commerciale,<br />

stanno raccogliendo i frutti del<br />

loro operato e riescono ad andare<br />

contro tendenza. Altre realtà hanno<br />

imboccato la strada del licensing ed<br />

oggi crescono nonostante le difficoltà<br />

del settore”.<br />

“Occorre allora essere determinati e<br />

percorrere strategie innovative che<br />

portino le nostre aziende sempre più<br />

sul mercato globale e sempre più<br />

‘customer oriented’. Il nostro distretto<br />

è riconosciuto a livello mondiale<br />

come il più importante per il settore<br />

calzaturiero. Le condizione esterne<br />

sono cambiate ma è compito nostro<br />

far tesoro delle competenze produttive<br />

che tutti ci riconoscono e allo<br />

stesso tempo adottare nuove strategie<br />

di marketing per rimanere e crescere<br />

nei mercati internazionali”.<br />

“Convinti oggi più che mai che formazione<br />

e cultura d’impresa sono le<br />

leve fondamentali per sviluppare<br />

innovazione di prodotti e di processi<br />

- conclude - il Gruppo Giovani<br />

Imprenditori UIF si è occupato lo<br />

scorso ottobre della Gestione dei<br />

Marchi in Licenza, a novembre di<br />

Internazionalizzazione e Rischi Cambio,<br />

a dicembre di CRM e Micromarketing<br />

e il prossimo 11 febbraio<br />

di ‘Passaggio Generazionale e<br />

Gestione Manageriale’ con un<br />

importante convegno organizzato in<br />

collaborazione con il Comitato<br />

Regionale Giovani Imprenditori”.<br />

Info: tel. 0734/28111

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