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<strong>Sapienza</strong> Università di Roma<br />
Dipartimento di Studi Politici<br />
Dottorato di Ricerca in:Storia d’Europa(XXIV° Ciclo)<br />
<strong>AHMED</strong> <strong>ZOGU</strong>:<br />
La Costituzione Dello Stato Albanese<br />
Il suo Consolidamento nell’Arena<br />
Internazionale<br />
(1912 – 1939)<br />
Candidato Relatore<br />
Paulin Marku Prof. Antonello Biagini<br />
1
INDICE<br />
CAPITOLO I<br />
<strong>AHMED</strong> <strong>ZOGU</strong> DALL’ORIGINE ALL’ARRIVO DEL POTERE.<br />
INTRODUZIONE 7<br />
1.1 L’ORIGINE DELLA FAMIGLIA ZOGOLLI.10<br />
1.2 LA GIOVINEZZA DI <strong>AHMED</strong> <strong>ZOGU</strong>. 12<br />
1.3L’INDIPENDENZA DELL’ALBANIA 28 NOVEMBRE 1912. 14<br />
1.4 IL PRINCIPE DI WIED IN ALBANIA. 16<br />
1.5 LA NEUTRALITA DELL’ALBANIA DURANTE LA PRIMA GUERRA<br />
MONDIALE. 20<br />
1.6 IL RUOLO DI <strong>ZOGU</strong> NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE. 22<br />
1.7 LA SITUAZIONE NELL’ALBANIA DOPO LA PRIMA GUERRA<br />
MONDIALE. 29<br />
1.8 LA CONFERENZA DI PACE 1919. 32<br />
1.9 IL CONGRESSO DI LUSHNJA E ILCONSOLIDAMENTO DELLO<br />
STATO ALBANESE. 33<br />
1.10 LA FONDAZIONE DEL PARLAMENTO ALBANESE. 38<br />
1.11 LA CRISI DEL GOVERNO NEGLI INIZI DEGLI ANNI VENTI. 42<br />
1.12 IL PRIMO GOVERNO DI <strong>ZOGU</strong> DICEMBRE 1922. 44<br />
1.13 LE ELEZIONI DEL DICEMBRE 1923. 52<br />
1.14L’ATTENTATO CONTRO IL PRIMO MINISTRO 23 FEBBRAIO 1924. 55<br />
1.15 LA RIVOLUZIONE DI GIUGNO 1924. 58<br />
1.16 IL RITORNO DI <strong>ZOGU</strong> E L’INFLUENZA DELLA JUGOSLAVIA. 61<br />
3
1.17DESCRIZIONE DEI GOVERNI 1921 – 1924. 65<br />
1.18<strong>ZOGU</strong> PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 1925-1928. 70<br />
1.19L’OMICIDIO DI LUIGJ GURAKUQI 5 MARZO 1925. 76<br />
1.20I RAPPORTI TESI CON LA JUGOSLAVIA, A CAUSA<br />
DELL’AVVICINAMENTO CON L’ITALIA. 78<br />
1.21 L’AZIONE DELL’ITALIA PER LA RICOSTRUZIONE ECONOMICA<br />
DELL’ALBANIA. 81<br />
1.22I PATTI DI TIRANA 1926 – 1927. 85<br />
CAPITOLO II<br />
<strong>AHMED</strong> <strong>ZOGU</strong> RE DEGLI ALBANESI.<br />
IL CONSOLIDAMENTO DELLO STATO ALBANESE NELL’ARENA<br />
NAZIONALE E INTERNAZIONALE.<br />
2.1 LE PROCLAMAZIONE DEL REGNO D’ALBANIA 1 SETT. 1928 89<br />
2.2 IL PERCORSO LEGALE DEL PASSAGGIO DALLAREPUBBLICA<br />
ALLA MONARCHIA. 92<br />
2.3 LA FORMA GIURIDICA DELLA MONARCHIA. 94<br />
2.4 LO STATUTO DEL REGNO. 95<br />
2.5 L’ISTITUZIONE DEL RE. 98<br />
2.6 LE COMPETENZE DEL RE SUGLI ORGANI DELLO STATO. 99<br />
2.7 IL CULTO DI <strong>AHMED</strong> <strong>ZOGU</strong>. 102<br />
2.8 GLI ORGANI SUPERIORI DELLO STATO. 105<br />
2.9 LE QUESTIONI ECONOMICHE E LA RIFORMA AGRARIA. 108<br />
2.10 LE CONCESSIONI DEGLI ANNI 30’. 113<br />
4
2.11 LA LAICITÀ DELLO STATO E LE RIFORME NEL CAMPO DELLA<br />
RELIGIONE. 114<br />
2.12LE CONFERENZE BALCANICHE. 118<br />
2.13 IL PEGGIORAMENTO DI SALUTE DEL RE, LE IPOTESI PER SUO<br />
SUCCESSORE. 122<br />
2.14 FORMA GIURIDICA DELLA SOSTITUZIONE DEL RE. 123<br />
2.15 L’ATTENTATO CONTRO <strong>AHMED</strong> <strong>ZOGU</strong>, VIENNA 21 FEBB 1931. 124<br />
LE ELEZIONI PARLAMENTARI DELL’11 NOVEMBRE 1932. 128<br />
2.17 ITENSIONI NEI RAPPORTI CON L’ITALIA 1931-1935. 130<br />
2.18 I RAPPORTI CON GLI ALTRI STATI BALCANICI. 134<br />
CAPITOLO III<br />
2.16<br />
IL RIAVVICINAMENTO DEL REGNO D’ALBANIA CON L’ITALIA NEL<br />
1936. LA FUGA DI <strong>ZOGU</strong> A CAUSA DELL’INVASIONE ITALIANA.<br />
3.1 IL MIGLIORAMENTO DEI RAPPORTI CON L’ITALIA. 139<br />
3.2 LA POLITICA ESTERA DURANTE IL REGNO. 144<br />
3.3 L’ORGANIZZAZIONE DELL’EMIGRAZIONE ANTIZOGISTA<br />
(1925 - 1939). 147<br />
3.4 LE RIFORME PRINCIPALI. 150<br />
3.5 LA STAMPA ALBANESE. 153<br />
3.6 LE ELEZIONI PARLAMENTARI DEL 1937. 155<br />
3.7 I GOVERNI DURANTE IL REGNO. 158<br />
5
3.8 IL PALAZZO REALE. 169<br />
3.9 IL MATRIMONIO DI <strong>AHMED</strong> <strong>ZOGU</strong> CON GERALDINE. 172<br />
3.10 LA CONTESSA GERALDINE APPONYI DI NAGY-APPONYI.178<br />
3.11 IL PREZIOSO REGALO DI HITLER. 180<br />
3.12 IL POST MATRIMONIO. 183<br />
3.13 LE TENSIONI INTERNAZIONALI. 190<br />
3.14 I TENTATIVI DI RESISTENZA CONTRO L’INVASIONE ITALIANA.193<br />
3.15 CIANO CONTRO <strong>ZOGU</strong>. 196<br />
3.16 L’AGGRESSIONE ITALIANA DELL’APRILE 1939. 202<br />
3.17 JACOMONI RACCONTA LE ULTIME ORE DI <strong>ZOGU</strong> AL POTERE. 205<br />
3.18 L’UNIONE DELLE CORONE CON L’ITALIA. 210<br />
3.19 LA NATURA GIURIDICA DELL’UNIONE ITALO – ALBANESE. 212<br />
3.20 CRONOLOGIA. 214<br />
3.21 CONCLUSIONE 218<br />
3.21 BIBLIOGRAFIA 221<br />
6
INTRODUZIONE<br />
La storia del popolo albanese, anche se poco conosciutanell’arena<br />
internazionale, ha le origini molto antiche.<br />
Sebbene nella maggior parte della sua storia il paese sia stato sotto<br />
l’occupazione di potenze straniere,dall’impero romano e quello ottomano il<br />
quale ha durato per secoli, ma la popolazione ha saputo conservare la propria<br />
lingua, tradizioni, cultura e costumi.<br />
L’ultimo secolare dominio è stato quello ottomano iniziato nel XV secolo<br />
interroto da Gjergj Kastrioti “Skanderbeg”, difensore della patria per<br />
venticinque anni (1443-1468) di stretta resistenza ai turchi, dopo la sua<br />
morte ritorna il dominio ottomano che finira con la proclamazione<br />
dell’indipendenza Albanese a Vallona il 28 novembre 1912.<br />
Questa fondamentale data segna la nascita dello stato Albanese.<br />
Il riconoscimento internazionale del giovane stato albanese viene nel<br />
febbraio 1919 nella conferenza della pace.<br />
L’argomento del lavoro svolto verde questo periodo ancora oggi poco<br />
studiato dal punto di vista storico-politico.<br />
Per avallare le idee sonoconsultati i materiali d’archivio di Tirana.<br />
Il presente lavoro consta di tre capitoli che riguardano ricostruiti con<br />
documenti d’archivio e bibliografia della storia d’autori albanesi e stranieri.<br />
Nel primo capitolosi approfondisce dall’Indipendenza 1912 alla<br />
proclamazione della monarchia 1928. Questo periodo si caratterizza dai<br />
momenti storici e personaggi con un impatto rilevante sul consolidamento<br />
dello stato. Inoltre si notano le congiure della politica interna ed esterna,<br />
soprattutto l’influenza dei paesi confinanti.<br />
I momenti culminanti sono particolarmente l’arrivo del principe Wied, la<br />
Conferenza di Pace 1919, il Congresso dì Lushnja, la rivoluzione dì giugno<br />
1924, l’arrivo al potere di Ahmed Zogu, l’istituzione della repubblica e<br />
politica esterna sono gli articoli principali di questo capitolo.<br />
Nel secondo capitololo stato albanese è centralizzato sotto il dominio di<br />
Ahmed Zogu un re appenaproclamato, cheaveva una visione occidentale.<br />
In questo periodo si raggiunse il consolidamento della legislazione statale.<br />
Intanto portarono a compimento molte riforme nell'economia, istruzione,<br />
sanità e amministrazione. In questo capitolo un ruolo importante furonole<br />
conferenze balcaniche,le relazioni con i paesi confinanti, particolarmente<br />
con l'Italia.<br />
7
Nel terzo capitolosi è dedicata l'attenzione al riconciliamento del rapporto<br />
con l'Italia nel 1936, l’organizzazione dell’emigrazione antizogista.<br />
Punto decisiva in questo capitolo è il matrimonio di Zogu in un momento<br />
non molto favorevole per lui. Dopo il matrimonio si notano gli sforzi del re<br />
contro i tentativi per l'annessione dall'Italia.<br />
Questi sforzi sono falliti il 7 aprile 1939 quando il re Zogu costretto<br />
dall’Italia,lascia il paese con la regina e il suo successore Leka I. In queste<br />
condizioni il paese fu occupato dall'Italia che si rende concreto con la<br />
riunione delle corone.<br />
La tesi si chiude con una cronologia delle date fondamentali per lo stato<br />
albanese e in particolare nel periodo di Ahmet Zogu.<br />
8
La dichiarazione dell’indipendenza dell’Albania, Valona 28.11.1912<br />
9
CAPITOLO I<br />
1.1 L’ORIGINE DELLA FAMIGLIA ZOGOLLI<br />
La famiglia Zogolli sìè<br />
notata per la prima<br />
volta circa cinque secoli<br />
fa, in un piccolo<br />
paesino concirca 150<br />
case chiamato Burgajet,<br />
Mati.Ilcastellofu<br />
costituito intorno al XV<br />
secolo in un posto<br />
favorevole contro invasioni.Il castello di Burgajet, Mati<br />
Per la provenienzadella tribù di Zogolli si è parlato dal XV secolofino ai<br />
giorni d’oggi. Esistono delle ipotesi e misteri detti e scritti trasmesse<br />
attraverso i secoli sulla provenienza di questa famiglia.<br />
Detto dal Re dell’Albania la sua tribù per la prima volta fu notato nella<br />
seconda meta del XV secolo per quando la sorella di Scanderbeg (Gjergj<br />
Kastrioti) è sposata con il capo della tribù di Zogolli 1 .<br />
Secondo le cronache turche la famiglia Zogolli proveniva dal nord d’Albania<br />
proprio da un piccolo paesino chiamato Zogaj nelle vicinanze di Scutari e<br />
nel XV secolo si trasferisce nella regione di Mati. La famiglia apparteneva<br />
alla religione cattolica.<br />
Negli archivi di stato della Turchia si parla per una grande rivolta intorno al<br />
1631-1632 comandata dal capo della famiglia Zogolli. Il quale non solo<br />
distrugge Tirana, ma perfino arriva nelle vicinanze di Durazzo.<br />
L’esercito di sultano Murati IV riesce a deprimere la rivolta. Zogolli con<br />
suoi due stretti collaboratori è stato condannato a morte tagliandorli la testa<br />
nel 1633 in Oher, mentre i suoi figli si convertano nella religione musulmana<br />
salvando la vita e la famiglia 2 .<br />
La famiglia Zogolliricomincia a farsi notare nel periodo di Xhelal Pascià<br />
Zogolli, nonno di Ahmed, il quale comanda la sua tribù in una rivolta contro<br />
l’impero ottomano intorno alla fine del XIX secolo.<br />
1 Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg. 11<br />
2 Bernd Fisher: op. cit. pg 12<br />
10
Xhelal Pascià Zogolli dopo la rivolta fu preso in ostaggio e portato in<br />
Costantinopoli. 3<br />
XhemalPascià primo genito di Xhelal appena occupò il posto come capo<br />
della famiglia, segue lo stesso percorso come degli antenati.<br />
Comincia a organizzare delle piccole battaglie perfino a quanto presse sotto<br />
controllo tutta la regione di Mati. Lui è riconosciuto come capo di Mati e<br />
Dibra. Seguendo l’esempio di Scanderbeg, anche lui usava il suo metodo per<br />
i matrimoni con i capi delle tribù confinanti.<br />
Xhemal Pascià sì e sposato due volte: la prima moglie era di Dibra. Da<br />
questo matrimonio ha avuto il primogenito Xhelal. Suo figlio e ben noto è<br />
stato perfino senatore della repubblica 4 .<br />
La seconda moglie era la figlia di Emin Bej Toptani capo di una famiglia<br />
ben nota nel centro d’Albania. Con la seconda moglie ha avuto il futuro re<br />
d’Albania Ahmed, l’8 ottobre 1895.<br />
3Herman Bernstein, Hugh Grand. Diplomate Amerikane per mbretin Zog . Dardania. Tirane 1994.pg. 13.<br />
4Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F.416. D . 10 pg. 13.<br />
11
1.2 LA GIOVINEZZA DI <strong>AHMED</strong> <strong>ZOGU</strong>.<br />
Xhemal Pascia pensava che un puo d’istruzione tanto per saper leggere e<br />
scrivere qualche lettera potesse essere utile al suo figlio. Non essendoci<br />
scuola di nessuno specie nel circondario di Mati, Xhemal Pascia si trova in<br />
dificolta per istruirsi suo figlio. Perciò decise di mandarlo a Costantinopoli<br />
nel collegio di Galata-Saraj 5 .<br />
Nel 1906 Ahmed vienne mandato in collegio, e rimane fino alla guerra<br />
balcanica.Quando i Giovani Turchi<br />
decidono di rimandare in patria tutti<br />
gli albanesi tra questi anche il<br />
giovanotto Ahmed Zogolli.<br />
Complessivamenteha frequentato<br />
sei anni di scuola turca non avendo<br />
da allora frequentato nessun‘altra.<br />
Dopol’espulsione dalla scuola turca<br />
lui continua a leggere i romanzi e le<br />
storie dei grandi avventurieri del<br />
mondo: Pirrod’Epiro, Napoleone,<br />
Mehmet Ali, Ali Pascià Tepelena.<br />
Istambul,1907La sua unica<br />
cultura linguistica è formata di questeletture in lingua turca 6 .<br />
Sotto la dominazione turca mentre tutte le altre nazionalità che formavano<br />
l’impero degliOsmanlli avevano il diritto d’imparare e insegnare<br />
liberalmente la loro lingua materna. Mentre la lingua albanese era<br />
rigorosamente proibita fino alla proclamazione della costituzione nel 1908.<br />
Nonostante tutte le colonie albanesi all’estero (Bucarest, Sofia, Egitto e<br />
America) stampavano giornali, libri di testo e opere politiche in lingua<br />
albanese con un alfabeto creato fino dal 1876 a base del carattere latino 7 .<br />
Dopo la costituzione turca anche agli albanesi ebbeconcesso la liberta<br />
d’insegnamento la lingua materna.<br />
I Giovani Turchi pero, anche allora seppero trovare uno stratagemma per<br />
rendere assolutamente inefficace la detta libertà. Approfittando del<br />
fanatismo religioso e dell’ingenuità della massa musulmana in Albania,<br />
5Bernd Fisher: op. cit. pg. 15.<br />
6Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.) F.416. D. 10 pg.13.<br />
7Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.) F.416. D. 10 pg.14.<br />
12
vollero opporre all’alfabeto latino quello turco insinuando che a un popolo<br />
musulmano non conveniva un alfabeto adoperato dai popoli cristiani.<br />
Ciò lo faceva sapendo perfettamente che l’alfabeto turco era assolutamente<br />
inadatto alla lingua albanese. I Giovani Turchi per essere più efficaci questo<br />
intrigo, lo volevano fare per mezzo di albanesi stessi a farlo passare come<br />
una faccenda che non li riguardava. Avevano bisogno di strumenti. Ed ecco,<br />
proprio qui comincia la bella carriera politica e patriottica del signor Ahmed<br />
Zogu allora, Zogolli.<br />
Difatti Ahmed bej ben che giovanissimo (aveva appena sedici anni)<br />
prendeva parte a tutte le manifestazioni di stampa e di piazza,organizzate dai<br />
Giovani Turchi contro l’alfabeto albanese. Non solo in questo campo<br />
politico culturale egli si è schierato, al fianco degli oppressori della sua<br />
nazione ma in tutte le lotte accanite e sanguinose disperatamente intraprese<br />
dal popolo albanese contro i turchi, dal 1909 fino al 1912, non ha mai<br />
cessato di giovare al nemico con la sua parola e con la sua firma, sia tra<br />
moltissimi suoi compaesani lavoranti a Costantinopoli sia in Mati stesso,<br />
dove era considerato come erede di suo padre .<br />
13
1.3 L’INDIPENDENZA DELL’ALBANIA 28 NOVEMBRE 1912<br />
Nella guerra balcanica molte<br />
parti dell’Albania del nord<br />
non erano occupate dai<br />
serbi, cosi anche Mati,<br />
Mirdita e Malsia e Madhe.Il<br />
confronto albanese-osmano<br />
indebolisce reciprocamente i<br />
due stati 8 .<br />
Il giovane Ahmed bej,questo<br />
fatto accidentale che era<br />
semplicemente da<br />
Valona, 28.11.1912<br />
nemico, lo faceva passare ai suoi ingenui compaesani come una sua opera<br />
personale e in questo modo poteva attirarsi tutte le simpatie e le<br />
riconoscenze di quella gente fanatica e cosi contenta di non vedere il paese<br />
sotto il tallone del tanto odiato Slavo.<br />
Approfittando di questa circostanza, Ahmed bej nel novembre 1912 poté<br />
partire per Vallona attraversando nascostamente dalle zone occupate dai<br />
serbi per partecipare al Congresso Nazionale, che sotto la presidenza<br />
d’Ismail Qemali proclama l’indipendenza dell’Albania 9 . Ci arrivo alquanto<br />
tardi ma accettò e firmo anche lui, quale rappresentante di Mati tutte le<br />
decisioni già prese.<br />
Alcuni mesi dopo Esat Pasha Toptani consegnava la fortezza e la città di<br />
Scutarial principe Danilo di Montenegro e si ritirava con le sue truppe a<br />
Tirana, appena sgombrata dai serbi in virtù delle decisioni della conferenza<br />
di Londra.<br />
Esad non volle riconoscere l’indipendenza dell’Albania e sottomettersi al<br />
governo di Valona da cittadino leale, ma si atteggio da padrone dell’Albania<br />
centrale con l’incarico di generale turco.<br />
Il giovane Ahmed Bej Zogolli questa volta dimenticò quello che pochi mesi<br />
prima aveva fatto a Vallona e si affrettò a dare mano forte a Esad Pascia<br />
8Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006.pg 17.<br />
9 Muin Çami. Shqiperia ne rrjedhen e historise (1912-1924). Onufri. Tirana 2007.Pg. 15.<br />
14
a Tirana dove rimase per parecchi giorni suo ospite gradito.<br />
La popolazione di Kruja, capitale del famoso Scanderbeg, guidato da un<br />
giovane patriota, aveva resistito fino allora tenacemente alle mire traditrici<br />
del Pascià turco,senza impressionarsi tropo dalla minaccia delle sue truppe.<br />
Quando però si vide minacciata anche dalla tribù di Mati di modo che poteva<br />
essere da tutte le parti attaccata e schiacciata, dovette pur essa cedere.<br />
Se Ahmed bej con Mati, fosse rimasto fedele come Kruja e insieme con essa<br />
all’indipendenza e al governo legale della sua patria, Esad pascià Toptani<br />
non sarebbe mai riuscito a creare tutti quei torbidi in Albania centrale, che<br />
tanto hanno compromesso l‘avvenire del paese.<br />
I serbi che dalla Conferenza di Londra non ebbero tutte le loro aspirazioni<br />
appagate, comunque metà del popolo albanese sia stato sottomesso al loro<br />
gioco in Albania avevano scoperto un elemento corrotto, i quali si<br />
presentavano facilmente a ogni gioco d’interesse.<br />
Erano i bej con a capo Esat pascia Toptani. Quest’ultimo nell’agosto 1913<br />
aveva costituito a Durazzo il governo dell’Albania centrale, indipendente da<br />
quello di Vallona.<br />
Quindi dall’autuno 1913 al gennaio 1914 il paese aveva due diversi governi:<br />
quella di Vallona e quella di Durrazzo 10 .<br />
La casa di Ahmed bej Zogolli a Mati era divenuta il quartiere generale degli<br />
agenti serbi, a capo dei quali era Arif Hikmet, un traditore albanese di<br />
Cumanova quello stesso che presiedeva nell’1909-10-11, il club albanese<br />
dell’alfabeto turco, di cui faceva parte il giovanotto Zogolli. 11<br />
Esat pascià se n’era accorto. Il gioco non gli piaceva perche, nella sua<br />
giurisdizione era logica che tutte le relazioni con l’estero siano esse,leciteo<br />
illecite si concentrassero nelle sue mani e gli aveva ragione di tenersi un<br />
futuro rivale della persona del giovane Ahmed bej Zogolli che mostrasse di<br />
voler fare da se con i serbi o che si arricchisse con il denaro serbo, pero non<br />
gli fece nulla, lo tollerò forse anche per riguardo ai suoi amici serbi. Dopo<br />
questo fatto la relazione tra pascià di Tirana e il bej di Mati non rimasse<br />
quelli intimi rapporti di prima.<br />
10 Muin Çami: op. cit pg 23.<br />
11 Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F.416. D . 10 pg 15.<br />
15
1.4 IL PRINCIPE DÌ WIED IN ALBANIA<br />
Il 21 febbraio1914, una delegazione albanese ando in Germania per<br />
consegnare la Corona Albanese a Wilhem von Wied. Il capo della<br />
delegazione era Esad Toptani 12 . Il 7 marzo 1914 il principe Wiedarriva in<br />
Albania dopo quattro secoli e<br />
mezzo di schiavitù.<br />
Sono partite numerosissime<br />
delegazioni a Durazzo per<br />
salutarlo come primo sovrano<br />
dell’Albania indipendente.<br />
In questa delegazionenon<br />
poteva farne di meno la<br />
regione di Mati e suo capo<br />
Ahmed bej Zogolli.<br />
Pochissimo tempo dopo<br />
scoppiò la rivolta contro il<br />
pascià dell’Albania<br />
centrale.Inoltre il principe<br />
credendo d’averlo suddito<br />
fedele chiamò in suo aiuto<br />
tanti pascià, tra altri, anche lo<br />
Zogolli, e lui non rifiutò.<br />
Il capo di Mati vigilava<br />
attentamente per cogliere<br />
l’occasione di prendere la sua<br />
parte di dieci milioni di franchi, dal prestito di settantacinque milioni<br />
promesso dalle grandi potenze al principe. 13 Ricevette centoquaranta mila<br />
franchi oro da Durazzo.<br />
Raccolse puoi un migliaio d’uomini pagando loro venti franchi ciascuno<br />
come anticipo del mensile promesso,scese a Kruja che la aspettava per<br />
riunire le due forze per attaccare i ribelli insieme dal nord. Mentre pascià<br />
Bib Doda con i Mirditi doveva marciare da Alessio sopra Ishmi, ma Ahmed<br />
tradì vergognosamente. Appena cominciato il movimento, le forze di Bib<br />
12Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 42.<br />
13Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F.416. D. 10 pg. 16.<br />
16
Doda passavano il fiume Mati arrivandoa Ishmi, ma Zogolli dall’ordine ai<br />
suoi uomini con la massima desolante sorpresa di tutti di ritirarsi verso Mati.<br />
L’inizio della prima guerra mondiale in europa il 4 agosto 1914 era il colpo<br />
definitivo per il potere di Wied. 14<br />
Il 3 settembre1914 il principe di Wied si trova sotto tanta confusione del<br />
paese e per ciò cosi lascia l’Albania.<br />
Verso la metà dell’ottobre Esat pascià Toptani ritorna al suo palazzo<br />
principesco di Durazzo per governare il paese rimasto in piena anarchia 15 .<br />
Esad si trovava in Italia in questo periodo e doveva tornare in Albania,<br />
invece di prendere la via naturale del mare per sbarcare a Durazzo,<br />
prefferisce passare per la Serbia arrivando a Dibra pieno di oro eabbastanza<br />
denaro. Qundo arriva a Dibra raccolse con una chiamata in massa tutta la<br />
gente di quella regione che poteva partire e adoperare le armi.<br />
Esad si fermaa casa del capo di Mati, Ahmed bej Zogolli.<br />
È bastato un breve colloquio fra i due per mettersi perfettamente d’accordo,<br />
poiché Esad aveva un appoggio anche da parte della Belgrado.<br />
Dunque anche i Matiani d’Ahmed bej accompagnarono Esad Pascià a Tirana<br />
e poi a Durazzo senza il loro capo.<br />
Perché non andò il giovane ma furbo, Zogolli personalmente con Toptani<br />
che era anche suo zio lontano?<br />
Evidentemente voleva conservare la sua gravità e importanza, gli ostacoli di<br />
Belgrado. Non convenendogli sembrare un satellite di Esad, ma anche<br />
perche sapeva che quest’ultimo non potrebbe esser ben accolto dalla<br />
popolazione in effervescenza delle provincie del Centro. Non voleva dunque<br />
compromettersi in nessun modo. Capiva che era il caso di salvare la vita.<br />
In questo periodo, mentre in Europa infuriava la Guerra, l’Albania si trovava<br />
in piena anarchia.<br />
La città di Durazzo soltanto era governata da Esad Pascià, giorno e notte alle<br />
prese con i rivoltosi, i quali dominavano le provincie di Durazzo, Elbasan e<br />
Berat.<br />
Ahmed bej Zogolli aveva terminatocon i rivoltosi un’intesa di non<br />
aggressione reciproca. Egli, rimasto tranquillo e padrone di Mati.<br />
Aveva un magnifico gioco per i serbi e gli austro’ungheresi nello stesso<br />
tempo. Il suo paese poteva giocare una parte discreta in favore dell’uno e<br />
14Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009.pg. 148.<br />
15Muin Çami: op. cit pg. 32.<br />
17
dell’altro avversario. Per i serbi, che erano più deboli, questa parte aveva<br />
un’importanza maggiore e perciò era pagato assai caro.<br />
Mentre il consolato austro’ungherese di Scutari rispondeva semplicemente<br />
con dei ringraziamenti e promesse future alle offerte che Ahmed Bej Zogolli<br />
prodigava ogni qualvolta che veniva a sapere dei successi delle armi<br />
austriache. Questo doppio gioco del giovane Zogolli non poteva sfuggire al<br />
governo di Vienna e delle S. M. austro-ungariche, che meglio degli altri<br />
austriaci internava Ahmed Bej a Scutari.<br />
Dopo qualche tempo un suo amico d’allora (Ahmed cambia amici secondo le<br />
circostanze) molto influente nei circoli ufficiali del governo di Vienna,<br />
interviene in suo favore non solo lo fa liberare ma lo rende una persona di<br />
fiducia del comando d’Arrata austro’ungariche in Albania. Sicché egli è<br />
nominato dei mercenari di Mati col grado colonnello di riserve e mandato<br />
per rinforzare la fronte di Vjosa contro Vallona.<br />
Ormai la Serbia non esisteva più. L’Austro-Ungheria sembrava dovesse<br />
padroneggiare in tutta i Balcani. Ahmed Zogolli diventava un agente del<br />
governo di Vienna e del suo comando militare in Albania. 16<br />
Aveva degli onori complimenti, gradi e decorazioni ma a lui occorrevano<br />
più di questi, quegli altri benefizi materiali di cui l’avevano abituato i serbi,<br />
su questo punto gli austriaci erano un po’avari. Anche Esat pascià aveva<br />
chiesto a loro tre milioni di corone per portare con un colpo di scena al trono<br />
Albanese il duca d’Urac, prima che la scelta dell’Europa fosse caduta sul<br />
principe di Wied.Quando esercito Austro-Ungarico, dovette ritirarsi<br />
dall’Albania Ahmed bej si ricordo di quello che aveva fatto contro il paese e<br />
di aver combattuto contro l’Italia per conto dell’Austria, scappò a Vienna<br />
mentre si eseguiva l’evacuazione dell’Albania.<br />
Inseguito Ahmed bej dopo aver sostato a Vienna per un periodo, voleva<br />
tornare in suo paese. Mentre tornava in Albania, si alloggia a Roma<br />
naturalmente essendosi ben assicurato che nessun male gli poteva accadere<br />
da nessuna parte.<br />
Questa volta trova gli amici serbi più vicini di prima al suo paese<br />
nativo,proprio sul Drini.<br />
Dunque i contatti tra di loro non erano più facili e necessari e cosi<br />
avvenivano, infatti, le disposizioni serbe verso Ahmed Zogu non erano più<br />
quelle di una volta. Il suo austriacantesimo eccessivo durante l’occupazione<br />
16 Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F 416. D. 10 pg. 17.<br />
18
dell’Albania e le sue cattive relazioni con Esad Pascià su di cui si<br />
appoggiava ormai quasi tutta la politica serba in Albania, ciò metteva in<br />
difficoltà Ahmed bej Zogolli.<br />
Ahmed ormai cambia il suo cognome da (Zogolli) a (Zogu) perche qualcuno<br />
gli aveva spiegato che parola Zogolli era composta dalla parola “albanese”<br />
Zog(uccello) e quella turca oglli-olli (figlio) che sarebbe figlio d’uccello.<br />
Ahmed forse per dimenticare le sue lontane strettissime relazioni con i<br />
turchi, con un eccessivo zelo di nazionalismo artificiale, preferiva chiamarsi<br />
semplicemente Zogu.<br />
Ahmed aveva cominciato d’avere paura, perche Esad si rinforzavanosempre<br />
di più. Esad non poteva dimenticare la sua alleanza con gli insorti contro di<br />
lui, né la sua opera sotto l’occupazione austriaca.<br />
Egli da qualche tempo aveva scorto in Zogu un futuro rivale insidioso.<br />
La paura del trionfo di Esad pascià spingeva lo Zogu a diventare ancora più<br />
docile, schiavo nelle mani dei serbi. Questi lo assicuravano e nello stesso<br />
tempo lo spingevano ad aiutare il movimento. A malincuore per paura e per<br />
obbedire ai suoi padroni serbi, Ahmed incominciò a favorire l’essadismo a<br />
riallacciare relazioni con i principali capi di questo movimento 17 .<br />
17 Nelle pagine sopra scrite si spiegano l’arrivo di Wied e la sua partenza, pero quello che voglio rilevare è il doppio<br />
gioco di Ahmed Zogu ed Esad pascia Toptani. (A.Q.SH.)<br />
19
1.5 LA POSIZIONE DELL’ALBANIA NELLA PRIMA<br />
GUERRA MONDIALE (1914-1918)<br />
Dall’inizio della prima guerra mondiale, fino alla fine l’Albania non si<br />
amministrava da un governo sovrano, la quale poteva dichiarare guerra e per<br />
ciò rimasse un paese neutrale. Purtroppo il paese è trasformato in un campo<br />
di battaglia dagli altri stati partecipanti nella guerra.<br />
Durante la prima guerra<br />
mondiale l’Albania non<br />
aveva nessun ruolo principale<br />
per essere sotto la guerra, ma<br />
vedendo la posizione<br />
geografica automaticamente<br />
si trasforma in un campo di<br />
battaglia.<br />
Dopo la partenza del principe<br />
di Wied, l’Albania rimasse<br />
cosi senza un capo di stato<br />
perciò, il suo nemico storico,<br />
la Grecia coglie l’occasione e dichiara guerra l’Albania.<br />
La mancanza del capo di stato Albanese fu notata non solo dai nemici greci<br />
ma anche dall’Italia. L’occupazione dell’Albania dava la possibilità all’Italia<br />
dicomandare l’Adriatico avendo cosi la possibilità di estendersi verso l’est. 18<br />
Il 29 ottobre 1914 a Valona sbarca la nave guerra (Dandolo) con la missione<br />
sanitaria comandata da un vice colonnello. 19 Il giorno successivo le truppe<br />
italiane sbarcano all’Isola di Sasanoa Valona, che era appena abbandonato<br />
dalle truppe Greca.<br />
Nel novembre 1914 la Russia proporre ai suoi alleati la divisione<br />
dell’Albania in due parti: tra Grecia e Serbia prendendo come punto di<br />
confine il fiume di Shkumbin che condivide il paese. Questi piani<br />
sonocontestati dalla Gran Britannia per il semplice motivo: chiedevano che<br />
l’Italia sia presente prendendo cosi un terzo del paese.<br />
In queste circostanze il 25 dicembre 1914 con il permesso dell’Intesa<br />
l’esercito italiano si ponenella regione di Valona costruendo l’amministrata<br />
civile. In questa amministrata il ruolo fondamentale era alle mani di Gjergj<br />
Çako capo del tribunale civile.<br />
Nella prima guerra mondiale l’Italia mantiene una posizione neutrale fino a<br />
un certo punto, sempre approfittando dalla sua posizione continua il dialogo<br />
18 Muin Çami. Shqiperia ne rrjedhen e historise (1912-1924). Onufri. Tirana 2007. pg. 39.<br />
19 Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 64.<br />
20
con i due campi nemici della guerra cercando cosi di ottenere allungamenti<br />
nel territorio albanese.<br />
Nel 1915 Roma fece le sue proposte con intenzione di allargare i suoi<br />
confini in Albania. 20<br />
Da Vienna arriva una risposta ben concreta che si basavano sulla conferenza<br />
di Londra del 1913 rifiutando la loro proposta.<br />
Durante l’occupazione dell’esercito Italiano in Albania fu fondata la<br />
”Legione Milizie Albanese” composta di due battaglioni e quattro<br />
compagnie ciascuno.<br />
In questo periodo furono mandati dei giovani albanesi dall’esercito Italiano<br />
per seguire gli studi militari in Italia.<br />
20 Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F. 416 D. 10. pg. 17.<br />
21
1.6 LA POSIZIONE DI <strong>ZOGU</strong> NELLA PRIMA GUERRA<br />
MONDIALE<br />
Nel maggio del 1914 era iniziata una rivolta nell’Albania centrale mettendo<br />
in tante difficoltà il regno del principe di Wied.<br />
Prima che il principe di Wied abbandonasse il trono AhmedZogu,era a Kruja<br />
con le sue truppe (quattro mila uomini) pronto a intervenire nel momento<br />
che il principe lo chiamava in aiuto. Lui era pronto par dare il suo contributo<br />
ma, principe di Wied aveva già perso il controllo della situazione<br />
lasciandolo Zogu ad aspettare senza nessun’indicazione. Questa cosa non<br />
piace a Zogu e lui ritorna con le sue truppe a Mati.<br />
Il ritorno a Mati viene in un momento molto critico dell’Albania. Tutte le<br />
regioni del sud e l’est erano distrutti e invase dall’esercito Greco. Il principe<br />
di Wied teneva sottocontrollo con tante difficoltà soltanto la cita Durazzo. In<br />
queste circostanze un “Consiglio degli Ambasciatori” si riunisce con il<br />
Commissione Internazionale Del Controllo il 2 agosto 1914 a Durazzo. La<br />
riunione decide che grandi potenze non potevano intervenire in Albania e<br />
consigliano il principe di Wied di abbandonare il trono e lasciare il paese<br />
nelle mani della commissione Internazionale del Controllo. Questo fatto<br />
succedesse il 3 settembre1914. 21 Dopo la partenza del principe di Wied, una<br />
nuova rivolta guidata da Myftiu i Tiranes porta il paese in un caos totale.<br />
Chiunque andava contro questa rivolta era assassinato e pure la sua casa era<br />
bruciata. La bandiera dell’Albania era sostituita da quella Turca e la<br />
situazione del paese era peggiorata. 22<br />
Soltanto nella regione di Mati comandata Ahmed Zogu, la popolazione<br />
poteva vivere in liberta senza caos e terrore.<br />
Zogu rimane a Mati fino la primavera del 1915 quando viene a sapere che<br />
suo nemico, Esat Toptani unito con i serbi voleva attaccare Mati. Zogu<br />
decide di lottare per difendere la sua regione. Dopo l’invasione della Serbia<br />
dalle truppe austro-ungherese Esad Toptani aveva legato il suo futuro con il<br />
governo serbo, dichiara guerra all’impero austro-ungherese.<br />
Zogu decide di far alleanza con l’Austria, perciò le truppe austriache<br />
raggiungevano la regione di Mati per aiutare Ahmed Zogu.Le forze<br />
armateaustro-ungherese marciavano verso la direzione di Durazzo, dove<br />
stava Esad Toptani. Esad parte per Italia lasciando Durazzo nelle mani di<br />
Zogu.<br />
Un nuovo governo locale è formato, dunque Zogu decide di marciare verso<br />
il Sud. Zogu era il capo generale di tutte le forze fedeli a lui, nonostante<br />
21 Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 59.<br />
22 Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 157.<br />
22
aveva ventuno anni. Lui era colonnello, ma portava la divisa dell’esercito<br />
Albanese, non quella austriaca.<br />
Zogu chiede tutte le prefetture di formare governi locali e fece ristabilire il<br />
governo. Aqif Pascia governava nel tempo del principe di Wied con come<br />
ministro degli affari interni e nomina anche i prefetti e i viceprefetti. Zogu<br />
manda un ultimatum al comando italiano dicendo che Vallona è stata sempre<br />
terra albanese e chiede immediatamente la liberalizzazione della città.<br />
Nonostante l’alleanza con gli austriaci lui prende l’iniziativa per organizzare<br />
un’assemblea costituzionale nel marzo del 1916 a Elbasan. Invita i delegati<br />
da tutte le parti dell’Albania e dalle colonie albanesi nell’estero: Bucarest,<br />
Sofia, Losanna e da tutti altri paesi, dove erano delle colonie albanesi.<br />
Quest’assemblea doveva riunirsi per discutere e decidere il futuro<br />
dell’Albania.<br />
I ministri del governo di Wied avevano abbandonato Durazzo per il motivo<br />
della violenza e del terrore, ma non si erano dimessi dal governo. Vedendo<br />
le circostanze dove nel paese era tornata la tranquillità, i ministri dovevano<br />
tornare in Albania per occupare i lori posti nel governo.<br />
Il Congresso d’Elbasan dal punto di vista di Zogu, doveva decidere sul<br />
futuro del paese nonostante la maggior parte era sotto l’invasione.<br />
Zogu scrive un telegramma ad August Kral, il quale era comandante<br />
generale delle forze austriache in Albania: “Noi abbiamo deciso che il<br />
Congresso Nazionale si riunirà il 18 marzo 1916 a Elbasan con l’intenzione<br />
d’assicurare la collaborazione tra i tribù albanesi e per discutere cosa<br />
bisogna fare che il nostro paese possa andare avanti e migliorarsi e di<br />
mantenere la liberta data dall’esercito austriaco dal quale aspettiamo<br />
l’allargamento dei nostri confini basata nell’identità della nazione”. 23<br />
Sfortunatamente le autorità austriache vietano questo movimento. In un<br />
ponte dove passavano l’unica strada per Elbasan tutte le autorità le quali<br />
volevano entrare nella città, sono fermati dall’esercito austriaco con la<br />
motivazione che non era consigliabile l’entrata, siche la città era in<br />
quarantena dal colera.<br />
Gli austriaci giustificano il loro comportamento grottesco dicendo: “Dovete<br />
pensare che ogni riunione a base politica era vietata”. Non solo vietano la<br />
riunione, ma arrestano tanti marescialli albanesi, per fine uccidono alcuni di<br />
loro con il motivo di falsificazione.<br />
Nonostante questo, l’esercito austriaco riesce a scogliere l’amministrata<br />
nazionale che sì e messo a Elbasan, prendendo la cita sottocontrollo.<br />
Le altre prefetture non avendo gli uffici centrali dovevano sottoporsi al<br />
governo austriaco che controllava la maggior parte del paese.<br />
Tutti questi motivi dimostrano apertamente,contro le promesse fasulle fatte<br />
dal comandando dell’esercito.Zogu convinto che le promesse date non erano<br />
23Herman Bernstein, Hugh Grand. Diplomate Amerikane per mbretin Zog. Dardania. Tirane 1994. pg. 25.<br />
23
nulla soltanto delle bugie politiche per calmare il popolo albanesesubito<br />
raggiunge il comando superiore d’August Kral, il colloquiodura poco dopo<br />
una breve discussione si litiga con lui.<br />
Zogu è invitato in Spalato, dove lui si ospita con ringraziamenti reali onori.<br />
Loro dimostrano a Zogu la grande potenza dell’esercito e di marina con le<br />
navi guerriere e igrandi potenze aeri.<br />
Cosi loro cercavano di convincerlo che è inutile confrontarsi con le grandi<br />
potenze e si devono dare ascoltò i loro ordini.<br />
Loro capiscono che questi metodi non servivano niente per impaurire Zogu e<br />
cosi decidono di mandarlo all’esilio per quanto durasse la guerra.<br />
Nel settembre 1918 Bulgaria all’improvviso firma la pace con gli alleati e<br />
cosi l’Austria è obbligata a lasciare il territorio albanese immediatamente.<br />
Cosi nell’ottobre del 1918 tutto il territorio albanese che era invaso dagli<br />
austriaci passa alle mani degli italiani, escludendo Scutari che era occupata<br />
dai francesi.<br />
Dopo la caduta dell’impero austriaco Zogu aspettava la fine della guerra per<br />
ritornare in Albania. Lui torna e va direttamente a Mati, dove con le sue<br />
truppe armate doveva trovare modo come si poteva liberare l’Albania.<br />
Con la venuta dell'Austria in Albania, Zogu vide aumentare il numero dei<br />
propri nemici e più che il numero vide crescerne enormemente la potenza.<br />
Egli voleva unire i patrioti, coordinare i loro sforzi, ottenere che piede<br />
straniero non pesasse da conquistatore sul suolo albanese. Ed è perciò che<br />
volava ovunque vi fosse da combattere e non mancava di sollecitare chi<br />
potesse essere utili, a muoversi, organizzarsi e agire. 24<br />
L'INGRESSO DEGLI AUSTRIACI IN ALBANIA<br />
L'ingresso degli Austriaci in Albania fu salutato da molti con simpatia.<br />
E non v'è da meravigliarsene per varie ragioni. Anzitutto la situazione era<br />
spaventosamente tragica dappertutto, per l'opera dei nemici esterni e per le<br />
discordie interne. D'altra parte l'Austria aveva saputo preparare un'opinione<br />
pubblica a essa assai favorevole con un lavoro continuo, paziente e sapiente,<br />
sviluppato con metodo e procedura adatta alle condizioni sociali del Paese. E<br />
così, quando nel gennaio 1916 le truppe austriache varcarono il confineè<br />
piombarono a Scutari scacciandone il Montenegro, naturalmente trovarono<br />
le più liete accoglienze non solo per aver saputo antecedentemente lavorare<br />
l'ambiente, ma perchépur senza volerlo i montenegrini, avevano ben operato<br />
per essi, inasprendo l'animo della popolazione, che avrebbe in loro vece<br />
preferito il diavolo.<br />
24 Terenzo Tocci: Il re degli albanesi. A.Mondadori Milano 1938 pg. 43.<br />
24
Augusto Kral, che era stato console a Scutari e aveva ben studiato uomini e<br />
cose e forse predisposto molti fatti, entrò con le truppe e diede mano a<br />
una’organizzazione civile assai utile. Apri scuole albanesi anche oltre i<br />
confini del 1913, organizzò una gendarmeria nazionale, dispose misure<br />
protettive dell'agricoltura e della zootecnia e mise ancora molta cura nel<br />
tutelare la libertà dei culti.<br />
Ma bisogna pur dire che l'opera dell'exconsole era frustrata e svalutata dalla<br />
condotta delle truppe, molte volte inopportunamente severe, in ogni caso<br />
sempre spietata, per quanto apparentemente rispettosa di leggi e regolamenti.<br />
E da questa mancanza di unità d'indirizzo nacquero diversi mali, e il loro<br />
principale fu che l'operosità costruttiva veniva a cognizione degli Albanesi<br />
attraverso le svalutazioni dei militari.<br />
Quindi, quando arrivò a Zogu l'invito di Augusto Kral di partire per Kruja<br />
con i propri fedeli per unirsi alle truppe austriache sotto gli ordini del<br />
Comando generale di queste, egli intuì che era il caso di fare buon viso a<br />
cattivo gioco, al solo scopo di arrivare a una dignitosa collaborazione e cosí<br />
dare il contributo albanese come alleato o sotto altra forma che non potesse<br />
ledere il decoro e gli interessi nazionali.<br />
La critica storica, quando potrà valutare questo progetto, mettendolo in<br />
relazione con la tragicità della situazione, non potrà non convenire che fu la<br />
concezione di uno statista e condottiero di genio e di un'audacia<br />
straordinaria. Dal pensiero all'azione Ahmed Zogu raccolse suoi valorosi,<br />
che già cominciavano a sentirsi veterani, e a marce forzate puntò su Kruja. 25<br />
Ma, prima di arrivare nella celebre rocca di Skanderbeg, apprese che vi<br />
erano già arrivati gli Austriaci. Allora si rivolse a Tirana ma disdetta anche<br />
nell'attuale capitale erano arrivate truppe austriache.<br />
Il instancabile Condottiero non si disperò per questo e sebbene i propri<br />
soldati fossero stanchi, quasi sfiniti, non si arrese alla sfortuna e si rivolse a<br />
Durazzo, dove arrivò trionfalmente il 2 febbraio 1916. Non si ferma in<br />
mezzo al popolo festante, delirantedi entusiasmo ma corse nel Palazzo che<br />
era stato del Principe di Wied, di proprio pugno alza di nuovo la bandiera<br />
nazionale e telegrafò al popolo di Elbasan con cesareo stile:<br />
Ovunque passava erano accoglienze di esultanza. Egli issava di nuovo<br />
dappertutto la bandiera nazionale. La Patria era ridotta vera a un corridoio a<br />
semicerchio di aquile, da Durazzo a Elbasan, attraverso Kavaja e Peqin: un<br />
corridoio, ma era pur sempre la Patria.<br />
A Elbasan 16 febbraio 1916non si fece addormentare dal delirio di gioia che<br />
l'aveva accolto.Il vessillo di Skanderbeg, costituì un'Assemblea nazionale<br />
provvisoria, organizzò i servizi di Stato mancanti, migliorò e completò per<br />
quanto fosseropossibili gli esistenti, e si mise a capo di un comitato che<br />
25 Terenzo Tocci: op. cit.pg. 45.<br />
25
preparasse per il 18 marzo una grande Assemblea nazionale definitiva che<br />
dirigesse i destini della Patria durante la Guerra mondiale. 26<br />
A tale Assemblea furono invitati anche rappresentanti delle colonie albanesi<br />
all'estero.<br />
L’Austria pensava diversamente. Pertanto, quando Augusto Kral abilissimo<br />
esecutore delle direttive di Vienna apprese i preparativi da una lettera di<br />
Zogu che lo pregava di voler considerare con spirito amichevole l'iniziativa<br />
albanese, tendente ad assicurare il trionfo del principio dì nazionalità e ben<br />
lontana da ogni avversione ai<br />
popoli amici della monarchia<br />
austro-ungarica. Rivelò quali<br />
fossero i fini e il contenuto<br />
dell'albanofilia viennese: con<br />
tanti battaglioni entrò in Elbasan<br />
e posa fine a ogni preparativo,<br />
minacciando l’applicazione della<br />
legge marziale.<br />
Non solo fece ciò, ma stese gli<br />
artigli su tutte le zone che non<br />
erano occupate dalle truppe<br />
avversarie. Ciò non ostante si<br />
tentò di non esasperare l'animo<br />
del futuro Re e gli si mandò una<br />
commissione con a capo il<br />
Principe Windischgraetz<br />
,<br />
Zogu durante la prima guerra mondiale<br />
invitandolo a una sincera collaborazione e portandogli le insegne di<br />
colonnello austriaco.<br />
Zogu, per quanto assai irritato, seppe non farsi trascinare dall'ira, si dominò<br />
ed ebbe parole gentili di ringraziamento per l'onore che i sì faceva, ma trovò<br />
anche il modo di declinare col dovuto garbo l'invito alla collaborazione.<br />
Allora fu pregato di recarsi a Scutari per conferire con Augusto Kral, che<br />
non voleva rassegnarsi alla tenacia del coraggioso patriota e ne temeva<br />
l'influenza. 27 Il duello fra l'astuto rappresentante dell'imperialismo austroungarico<br />
e l'irriducibile alfiere del nazionalismo albanese fu drammatico.<br />
Il primo si era trincerato nella formula che era indispensabile per l'avvenire<br />
dell'Albania una collaborazione sincera, mentre il secondo opponeva<br />
invariabilmente che non potevano coesistere la sincerità e<br />
26 Terenzo Tocci: op. cit. pg. 47.<br />
27 Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F.416 D. 32 pg. 17.<br />
26
l'oppressione.Poiché l’avocazione a sé, da parte degli Austriaci,<br />
dell'amministrazione interna non era compatibile con la sovranità di un<br />
popolo indipendente, che veniva a essere spogliato dei suoi diritti di padrone<br />
della propria terra. Né valsero lusinghe e minacce; le prime erano respinte<br />
sdegnosamente, mentre alle seconde l'immancabile risposta era un sorrisetto<br />
garbato scherno. Allora Kral decise di espugnare la fortezza con un assedio<br />
di cortesie. Gli fece fare delle gite di piacere lungo la costa dalmata,<br />
ovunque facendolo accogliere con grandi onori. Fu in questo periodo che<br />
Egli volò in aeroplano per la prima volta, conservando ricordo vivissimo<br />
dell'umoristica paura di un alto funzionario viennese che lo accompagnava<br />
nel volo.<br />
Ma anche i grandi onori tributatigli con ricevimenti principeschi e attenzioni<br />
di ogni genere, non valsero a indurre Zogu a cambiaredirezione.<br />
Non e possibile rispondeva; volervi realmente bene se dobbiamo servire, se<br />
ci si contesta di essere padroni di casa in casa nostra.<br />
Voi siete venuti per inseguire i Serbi e non per opprimere gli Albanesi; voi<br />
combattete una guerra della quale noi non abbiamo colpa. 28<br />
Se è coincidenzad’interessi nel combattere i Serbi, per tale coincidenza, che<br />
anche a voi sono utili, non possiamo rinunciare alla sovranità territoriale.<br />
Non si tratta delle loro terre, ma di suolo albanese! Questi argomenti erano<br />
dibattuti ogni giorno, e sempre senza risultati non potevano essere confutati<br />
seriamente e lasciavano perplesse se le alte autorità austriache, al quale<br />
bisogna oggi riconoscere il merito di aver rispettato fino a un certo punto la<br />
grande personalità, senza dubbio affascinante, del giovane avversario, dal<br />
coraggioso, sincero e geniale eloquio.<br />
Ma se si rinunziava a sopprimere con uno dei tanti mezzi politici o di guerra<br />
il giovane e pericoloso idealista, non si rinunziava al tentativo di assorbirlo o<br />
di eliminarlo almeno in maniera da neutralizzarne le ardenti aspirazioni. E fu<br />
perciò che si cominciò con intimidazioni d'indole concreta e tali da far<br />
meditare, imponendo lo scioglimento dei gruppi che formavano l’anello<br />
della catena zogista e sopratutto colpendo gli ufficiali.<br />
Ma per tre ufficiali fedeli a Zogu, che furono fucilati sotto il pretesto che<br />
cospirassero contro il Corpo operante austriaco, il popolo di Mati,<br />
automaticamente e senza entrare in recriminazioni, applicò largamente la<br />
legge del taglione contro ufficiali e soldati austriaci.<br />
Poiché fu constatato che anche questo sistema era pericoloso, si ricorso a<br />
quelle misure assillanti e vessatorie di polizia che in certi ambienti viennesi<br />
aveva grandi dottori, perseguitarono i notabili e i gregari, disarmandoli,<br />
internandoli o relegandoli nelle loro case col divieto di muoversi.<br />
28 Terenzo Tocci: Il re degli albanesi. A.Mondadori Milano 1938.pg. 49.<br />
27
Ma queste misure precauzionali, per quanto efficaci, non erano tali,<br />
nell'ambiente vibrante creato dal Condottiero, da indurre alle rinunzie.<br />
Erano quindi da ritenersi misure provvisorie, in attesa che si potesse<br />
brevettare una misura radicale. L'occasione si presenta senza merito dei<br />
pavidi funzionari e ufficiali con la morte dell'imperatore Francesco Giuseppe<br />
e l'assunzione al trono di Carlo I.<br />
Si fece apparire ben naturale, per mezzo di abilissimi agenti propagandisti,<br />
che una delegazione di Albanesi dovesse far atto di cortesia e di amicizia e<br />
recarsi a Vienna per presentare gli auguri all'Imperatore, e che questa<br />
delegazione dovesse essere capitanata da un'alta personalità, come per<br />
esempio Zogu.<br />
In Austria a Zogu si è stata data la possibilita di avere una conoscenza<br />
profonda nella cultura e nella costituzione occidentale 29 .<br />
Posto in tali termini l'invito, non era possibile sottrarsi al viaggio a Vienna<br />
senza esporsi a rappresaglie fatali, cui si cercavadi dar pretesto. Ma non si<br />
trattava che di una tagliola per quanto fosse attendibile che chi vi poneva il<br />
piede avrebbe imitato il leone che si amputa la zampa per non restare<br />
prigioniero si faceva assegnamento su l’impossibilità che il giovane potesse<br />
facilmente evadere da Vienna. Fu trattato con onori grandissimi e squisita<br />
cortesia, ma, al momento della partenza boli ci fecero comprendere che non<br />
era possibile consentirgli di ritornare in Albania.<br />
Argomenti non ne mancavano si trattava di un arbitrio e di una slealtà,<br />
perché un ospite, venuto in Austria per presentare gli auguri all'Imperatore,<br />
era trattato come un prigioniero di guerra, il che, da qualche tempo<br />
immemorabile, era contrario non solo agli usi internazionali; ma non era<br />
compatibile neppure con le norme più elementari del consorzio umano.<br />
Il Governo di Vienna tenne duro.Fu inevitabile sottomettersi alla realtà e<br />
attendere pazientemente, ma da forti, lo svolgersi degli avvenimenti.<br />
Ma da ritenere che i due anni passati a Vienna siano stati molto utili a Zogu,<br />
che, oltre Costantinopoli, non aveva conosciuto altro mondo. Si tuffò nello<br />
studio della vita occidentale con la passione di chi s'è imposto una grande e<br />
alta missione nella vita. E coltiva seriamente la storia, che è anche la sua<br />
passione inesauribile, apprese la lingua tedesca e volleva conoscere virtù e<br />
difetti della vita occidentale. Delle sue conclusioni, come si vedrà in<br />
appresso, fece tesoro nel proprio Regno. 30<br />
29Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg. 26.<br />
30La posizione di Zogu durante la prima guerra mondiale è stata rilevata negli archivi di stato di Tirana.<br />
Inoltre è stato raccontato in maniera precisa da Terenzio Tocci nel suo libro “Il re degli albanesi”, spiegando tutti i<br />
movimenti del giovanne futuro re Albanese.<br />
28
1.7 LA SITUAZIONE DELL’ALBANIA DOPO LA PRIMA GUERRA<br />
MONDIALE.<br />
Quando stava per finire la prima guerra mondiale, l’Albania continuava a<br />
esserci sotto il controllo delle forze armate straniere.<br />
Nel luglio 1918 le forze francesi marciavano nella direzione verso Elbasan,<br />
ma per ragioni politiche si ritirarono presto da lì. 31<br />
Le forze Austro-Ungherese cominciano ritirarsi dalle zone dove erano poste.<br />
Nel frattempo la Serbia occupa la parte da loro chiamata zona strategica che<br />
si trovava dal fiume Drini fino al confine del nord.<br />
Invece i francesi rimangano alla Kasa di Korca avendolo sotto controllo la<br />
maggior parte del sud-est d’Albania.<br />
Nel teritorio albanese passavano e si sostavano diversi eserciti di: Italia,<br />
Francia, Serbia, Montenegro, Grecia, Austro-Ungherese e Bulgari. 32<br />
In queste circostanze il paese era sotto un caos totale, senza una frontiera,<br />
senza un governo e soprattutto con tante vittime anche se l’Albania non<br />
faceva parte nella prima guerra mondiale.<br />
Comunque il futuro era in certo,si aspettava dipeggiore: complotti e intrighi<br />
aggredivano seriamente l’indipendenza e l’integrità dell’Albania.<br />
La prima guerra mondiale fini l’11 novembre 1918, doppo quattro anni di<br />
battaglie è di tante vittime.<br />
Il trattato di pace fu scritto dal blocco perdente rappresentato da Germania e<br />
i suoi alleati.E da altra parte il blocco vincente rappresentato dalle grandi<br />
potenze d’Europa Gran Britannia Francia e l’Italia. 33<br />
Come vincenti della guerra erano anche piccoli stati d’Europa includendo<br />
Grecia e Serbia. Nella prima guerra mondiale tutti gli stati balcanici<br />
partecipavano nella guerra escludendo soltanto l’Albania perché era appena<br />
formata come stato, e per ciò, si era dichiarato come un paese neutrale.<br />
La fine della prima guerra mondiale aveva rafforzato le radici dell’esercito<br />
Italiano in Albania, ormai le sue truppe si trovavano nella maggior parte del<br />
paese.<br />
La prima guerra mondiale fini nel modo indesiderato dalla maggior parte<br />
degli albanesi, i quali desideravano che la guerra sia vinta dalla potenza del<br />
blocco centrale, cosi essi pensavano che potessero sfruttare le polemiche tra<br />
le grandi potenzesull’interesse per loro caso nazionale e soprattutto per il<br />
futuro politico del Kosovo.<br />
La vittoria della guerra di grandi potenze dell’Intesaèseguita con il ritiro<br />
delle truppe Austro-Ungherese. L’ultima città da cui sono ritirato le truppe e<br />
31 Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.83.<br />
32 Paskal Milo: Shqiperia dhe Jugosllavia (1918 – 1927). Enciklopedike. Tirana 1992. pg. 67.<br />
33 Muin Çami: op. cit. pg. 89.<br />
29
stato Scutari. Dopo il ritiro del turpe Austro-Ungherese è occupato dalle<br />
forze armate dei paesi vincenti nella guerra. La Francia che aveva<br />
sottocontrollo il regime di Korca adesso comincia ad allargarsi fino alle<br />
regioni di Gramshi e Librazhdi. 34 Invece le forze armate dell’Italia si<br />
allargavano nell’Albania centrale arrivando ai confini della Serbi.<br />
Nell’ottobre 1918 Myfit bej Libohova chiede al Comando Italiano in<br />
Albania il permesso di creare un governo albanese con l’appoggio<br />
dell’Italia.Il ministro degli affari esteri Sonino invito a Roma Turhan Pasha,<br />
Myfit Libohova e Mihal Turtulli per parlare sulla creazione di un nuovo<br />
governo albanesecon l’appoggio dell’Italia. 35<br />
Nello stesso tempo si annuncia che sarà organizzata a Tirana il 19 dicembre<br />
1918 una conferenza con i delegati da varie regioni. Si diceva che nella<br />
prima riunione si trattava di casi sulla sicurezza pubblica e sul<br />
ringraziamento verso il governo italiano ecc.<br />
I motivi fondamentali di questa riunione erano la creazione di un governo<br />
con l’appoggio dell’Italia. La scelta dei delegati per rappresentare l’Albania<br />
nella Conferenza della Pace è l’appello per i governi dell’Intesa (Antanta).<br />
La riunione fu moderata da Abdi Toptani e Xhaferr Beleku.<br />
In questa riunione sì e parlato tanto sul futuro dell’Albania, alla fine sono<br />
stati concordati di un'altra assemblea che sarà seduta 11 gennaio 1919 a<br />
Kruja, ma le autorità italiane dell’occupazione rimandano indietro la loro<br />
decisione nella seduta del 25 dicembre 1919 a Durazzo.<br />
Il congresso di Durazzo anche se riunito nelle circostanze troppo difficili, ha<br />
dimostrato che, i delegati non avevano perso le speranze per la rinascita<br />
dello stato albanese. In questo congresso molto difficile e molto impegnativo<br />
nascono tante polemiche sull’atteggiamento politico che dovevano seguire<br />
sopra di tutto con l’Italia come paese che occupava la maggior parte<br />
dell’Albania. La causa che riuniva i presenti era la proposta di formare un<br />
governo albanese con l’appoggio dell’Italia. Questo governo doveva<br />
presentare e difendere le richieste nazionali degli albanesi nella conferenza<br />
della pace. Dopo tre giorni di seguito il Congresso riuscì a creare un governo<br />
provvisorio, al capo del quale è nominato con la maggioranza dei voti il<br />
presidente dei consigli Turhan pascià Permeti.<br />
Nei giorni successivi dopo la fondazione del governo, all’inizio del gennaio<br />
1919 parte per Roma ex presidente dei consigli Ismail Qemali. Appena<br />
sbarcato nel territorio italiano Ismail Qemali morì prima che arrivasse a<br />
Roma. La sua morte improvvisa avvenuta appena dopo la fine del congresso<br />
di Durazzo fa avvenire dei dubbi sulla sua morte. Uno delle ipotesi più<br />
nominate si parla per un possibile avvelenamento. 36<br />
34 Muin Çami: op. cit. pg. 92.<br />
35 Kastriot Dervishi: op. cit pg. 84.<br />
36 Kastriot Dervishi: op. cit. pg. 88.<br />
30
Invece le ipotesi di profesor Arben Puto in un altro libro parlano per la sua<br />
morte in ospedale di Perugia, per causa emoraggia cerebrale il 26 gennaio<br />
1919. 37<br />
Un altro episodio arriva subito dopo la morte di I. Qemali questa volta si<br />
tratta per l’attentato contro il vicepresidente del governo Preng Bib Doda. In<br />
questo tentato rimase morto il vicepresidente edè ferito consolo inglese<br />
Eden. Da questo reato scompare uno dei più noti politici albanesi.<br />
Il governo albanese si trova nelle circostanze dificile; dovele grandi potenze<br />
negavano i diritti nazionali e appoggiavano le pretese espansioniste dei paesi<br />
confini soprattutto dell’Italia.Una parte del governo di Durazzo trova come<br />
via di uscita la collaborazione con i rappresentanti del governo di Roma. Ma<br />
anche questa collaborazione non èservita nulla per i nostri diritti nazionali.<br />
L’atteggiamento persistente delle autorità italiane, il qualefaceva di tutto<br />
chel’Albania rimase sotto il loro controllo. Queste circostanze portavano la<br />
necessità di un'altra riunione nazionale il Congresso di Lushnja e pure di una<br />
rivolta armata, quella di Vallona nel 1920.<br />
37 Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 118.<br />
31
1.8 LA CONFERENZA DI PACE 1919<br />
Come l’abbiamo notato nel congresso di Durazzo sono proposti i nomi i<br />
quali dovevano presentare e difendere i diritti dello stato albanese nella<br />
Conferenza della Pace nel febbraio 1919. Due erano le cause principali per<br />
la delegazione albanese.Per primo loro volevano la rivendicazione<br />
dell’indipendenza e il salvamento del confine com’era precisato nella<br />
conferenza degli ambasciatori del 1913 a Londra. In secondo volevano che il<br />
territorio con la popolazione albanese rimasto fuori dal confine del 1913<br />
tornasse a far parte dell’Albania. Questo è il programma fondamentale della<br />
delegazione albanese. 38<br />
Un fatto molto<br />
importante è notato che<br />
dopo due secoli gli<br />
Stati Uniti d’America<br />
tornavano a far parte in<br />
una riunione<br />
internazionale, per di<br />
più partecipava il<br />
presidente in persona<br />
Vodrow Wilson. La<br />
diplomazia americana<br />
si era messa in mezzo<br />
di due fuochi; da una<br />
parte erano le aspirate Il palazzo Wilson a Ginevra, la prima sede della Società delle Nazioni<br />
nazionali e dall’altra parte pressava la cupidigia dei tre stati confinanti;<br />
Italia, Grecia e Serbia. Questi paesi in tutti costi insistevano far scomparire<br />
l’Albania dalla mappa degli stati dell’Europa.<br />
Il ruolo degli Stati Uniti era decisivo per il futuro dello stato albanese.<br />
Questo ruolo veniva dal fatto che Francia e l’Inghilterra avevano già in<br />
precedenza accordi con l’Italia dal trattato di Londra 1915, e cosi rimangano<br />
fuori. 39 La presenza degli Stati Uniti dava la fiducia al popolo albanese per<br />
una soluzione giusta nei loro confronti, perche le conseguenzeprecedenti<br />
fanno notare sfiducia del popolo albanese verso le grandi potenze d’Europa.<br />
38Akademia e shkencave. Tirane 1984<br />
39Muin Çami. Shqiperia ne rrjedhen e historise (1912-1924). Onufri. Tirana 2007. pg. 101.<br />
32
1.9 IL CONGRESSO DI LUSHNJA E LA RINASCITA<br />
DELLO STATO ALBANESE<br />
L’anno 1920 segna la rinascita dello stato indipendente Albanese. Il governo<br />
di Durazzo non ha avuto il successo come si aspettava. Questo non succede<br />
per la colpa dei membri del gabinetto ma per le interferenze dall’estero. Alla<br />
meta del dicembre 1919 un gruppo d’iniziatori chiede che ogni municipio<br />
scelga due rappresentanti per mandare al congresso di Lushnja che si terra a<br />
gennaio 1920, dove sarà discusso il futuro del governo di Durazzo. 40 Questo<br />
iniziativà non era accetabile dal governo di Durazzo, facendodi tutto per<br />
annullare questo congresso. Il ministro del governo di Durazzo dall’ordine<br />
all’ispettore generale del governo a Lushnja per fare l’impossibile che<br />
questo congresso sia<br />
anullato. Il congresso aveva<br />
un grande appoggio dalla<br />
Gran Britannia che influiva a<br />
indebolire l’Italia in Albania.<br />
I delegati anche se non al<br />
completo il 21 gennaio 1920<br />
si riunisce il congresso nella<br />
casa di Kase Fuges, a<br />
Lushnja. 41 Una commissione<br />
scelto dagli organizzatori<br />
controlla i permessi dei<br />
delegati di diverse regioni.<br />
La sede del Congresso di Lushnja<br />
Questo congresso si apre con la preghiera di Sheh Ibrahim Karbunares e di<br />
Ferit Vokopoles.<br />
Nel nome degli organizzatori Aqif pashe Elbasani ringrazia i delegati per la<br />
partecipazione e averte di un'altra seduta che iniziare il 28 gennaio 1920.<br />
40 Luan Omari, Aleks Luarasi: Historia e shtetit dhe se drejtes. Luarasi. Tirana 2007. pg. 330.<br />
41 Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 254.<br />
33
I DELEGATI DEL CONGRESSO DI LUSHNJA 42<br />
BERATELBASAN KOLONJE<br />
Iljaz Vrioni Kasem Sejdini Idhomeno Kosturi<br />
Llambi Goxhomani Filip Papajani Sali Budka<br />
SKRAPARI PEQINI LESKOVIKU<br />
Hysen Nikolica Aqif pashe Bicakciu Faslli Frasheri<br />
Adem Gjinishi Beqir Rusi<br />
LUSHNJAGRAMSHI, DUMREA, SULOVA GJAKOVA<br />
Sheh Ibrahim Karbunara Qazim Durmishi Xhemal Beu<br />
Llazar Bozo Sali Ceka Asllan Shahini<br />
FIER GJIROKASTRA GASHI<br />
Spiro Papa Veli Hashorva Hasan Batusha<br />
Kico Koci<br />
DIBRA LIBOHOVA MATI<br />
Dine Nasufi Sesai Como Ahmed Zogu<br />
Ramiz Daci<br />
Dine Dema<br />
DURRESI DELVINA PERMET E KELCYRA<br />
Xhaferr Ypi Rasim Babameto Kasem Radovicka<br />
Spiro Qarroqi<br />
SHIJAKU TEPELENA KAVAJA<br />
Hamit Toptani Dervish Seiti Irfan Ohri<br />
Rexhep Jella Arshi Shehu Shazivar Alluni<br />
Muteseim Kellici<br />
KORCA TIRANA POGRADECI<br />
Eshref Frasheri Abdi Toptani Selaudin Blloshmi<br />
Kostaq Kotta Gjoke Ndika<br />
SCUTARI IL BORDO<br />
Xhemal Naipi capo –Aqif pashe Bicakciu<br />
Mati Logoreci vice capo – Sotir Peci<br />
Hoxha Kadriu segretario – Kostaq Kotta<br />
Ndoc Coba<br />
Rexhep Shala<br />
Ejup Sabri<br />
42 Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 102.<br />
34
Xhavit Leskoviku apre la riunione nel nome degli organizzatori, spiegando i<br />
motivi principali di questo congresso nazionale. Dopo il luto per la morte<br />
dell’ex prefetto Abdyl Ypi, assassinato proprio il 15 gennaio 1920 a<br />
Durazzo, i partecipanti scelgono il bordo del congresso e cosi la riunione è<br />
rimandata per l’indomani. 43<br />
Nel terzo giorno il vice capo del congresso Sotir Peci fa presente il<br />
programma giornaliero ai partecipanti, il quale parlava per le misure contro<br />
il Trattato di Londra del 1915. Con questo trattato le grandi potenze come<br />
Gran Britannia e Italia volevano la divisione dell’Albania, il modo che<br />
nessun governo albanese poteva comandare il paese.<br />
Per contestare questo trattato è formato un gruppo di dieci membri<br />
partecipanti al congresso.<br />
Riguardando il Governo diDurazzo, i delegati notano che aveva agito in<br />
maniera irregolare portando il paese nel collasso istituzionale. Alla fine si<br />
nota anche che il governo diDurazzo aveva fatto l’impossibile per anulare la<br />
riunione di questo congresso. Per questi motivi principali e tanti<br />
altri,l’assemblea con quarantacinque voti pro e sei contro, prendono la<br />
decisione di scogliere il governo di Durazzo.<br />
Il 30 gennaio 1920 il capo dell’assemblea Aqif pashe Bicakciu manda un<br />
telegrammaalla conferenza della pace, la quale era contro la divisione<br />
dell’Albania deciso dal trattato di Londra nel 1915 tra Italia, Francia e Gran<br />
Britannia. 44<br />
Nell’ultimo giorno della riunione il congresso nomina il ministro senza<br />
portafoglio Hysen Vrioni, due direttori generali per gli affari esteri Eshref<br />
Frasheri e per la comunicazione Idhomeno Kosturi.<br />
Nello stesso giorno sono nominati i senatori di tutte le prefetture. I delegati<br />
assenti firmavano le decisioni il 13 febbraio 1920, a Tirana.<br />
Il Congresso di Lushnja aprova come forma del regime il regno, ma fin<br />
quando sarebbe trovata la soluzione per il prossimo Re,èpreso la decisione di<br />
creare una reggenza chiamata”Il Consiglio Supremo” formato da quattro<br />
membri che veniva dalle quattro religioni del paese. 45 Quest’ultimo era<br />
obbligato di approvare tutti i progetti proposti dai governi e attestati dal<br />
senato. Il consiglio superiore aveva il diritto di scegliere il primo<br />
ministro,ma non era possibile di scogliere il senato. Assemblea nazionale<br />
aveva il potere di scogliere sia il consiglio superiore ancheil senato.<br />
Il Congresso di Lushnja dopo tante discussioni riesce mettere d’accordo per<br />
formare un governo con la sede a Tirana.<br />
43 Kastriot Dervishi. Op. cit. pg. 101.<br />
44 Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 255.<br />
45 Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).La guerra del popolo volumi II D.50 pg. 64.<br />
35
La capitale vienne trasferita a Tirana, e il nuovo governo dichiara la propria<br />
volonta di estendere la sovranita nel paese, chiedendol’allontanamento delle<br />
truppe d’occupazione e rifiuto ogni forma di protettorato. 46<br />
Nel congresso di Lushnjasono votatii seguenti rappresentanti<br />
membri del governo: 47<br />
Sulejma Delvina Primo Ministro<br />
Eshref FasheriVice Primo Ministro<br />
Ahmed ZoguMinistro degli Interni<br />
Hoxha Kadri Ministro della Giustizia<br />
Sotir PeciMinistro della Istruzione<br />
Mehmet Konica Ministro degli Affari Esteri<br />
Ali Riza Kolonja Ministro di Guerra<br />
Bajram Curri Ministro senza Portofoglio<br />
Hysen Vrijoni Ministro senza Portofoglio<br />
Spiro Koleka Ministro senza Portofoglio<br />
Il governo di Durazzo capendo l’impossibilità di confrontarsi con il governo<br />
di Tirana nominato dal congresso di Lushnja, si chiude nella sua città<br />
vigilata dalleforze armate italiane.<br />
Vedendo che questa città si trovava nella stessa linea geografica tra Lushnja<br />
e Tirana le truppe di Zogu erano obbligate di passare per Durazzo. Passando<br />
per lacittà trova la resistenza delle forze italiane che vigilavano la città. Il<br />
maresciallo che comanda le forze Italiane dall’ordine di non transitare per la<br />
città di Durazzo nella direzione di Tirana.<br />
Zogu risponde all’ordine del maresciallo che non ha intenzione di fermare la<br />
marcia delle sue truppe dicendo che non s’impaurisce, anche se le forze di<br />
Durazzo hannol’ordine di sparare. Il maresciallo risponde che l’ordine dato<br />
ai suoi soldati non si ritira e chiunque passa per Durazzo si apre fuoco. Zogu<br />
non s’impone all’ordine del maresciallo e cosi passa per città senza fermare,<br />
e nessuno non interrompe la corsa verso la capitale di Tirana. Dopo questo<br />
episodio il governo di Durazzo non contradì più e comincia a conoscere il<br />
governo di Tirana come sovrano.<br />
Zogu ormai si sente la responsabilità del paese, perche il popolo albanese<br />
credeva in lui come l’unico in grado di liberare il territorio albanese.<br />
La magior parte del paese era occupato dalle colonie straniere.<br />
In queste circostanzeZogu cerca di dimostrare la potenza di Tirana<br />
mandando un comunicato ben chiaro e determinato dicendo: tutte le forze<br />
straniere alloggiate in Albania che non devono girare come se fossero nel<br />
46 Antonello Biagini. Storia dell’Albania. Bompiani. Milano 1999 pg. 110.<br />
47 Kastriot Dervishi: Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006 pg. 108.<br />
36
loro paese.Il nostro esercito difenderà ad ogni costo la liberta di vita del suo<br />
popolo.Zogu con questo messaggio voleva far capire che le truppe straniere<br />
e le loro permanenze in Albaniadovevano preparare le sue partenze.<br />
Nel marzo del 1920 Zogu manda le sue truppe a Scutari liberando tutta la<br />
città dalle forze Francese, prima che la città era occupata dalla<br />
Serbia. 48 Questo fatto si applica subito liberando la città e gioendo il popolo<br />
quale aveva paura dal regime jugoslavo. Questo fu il primo passo del<br />
governo di Tirana per l’indipendenza del paese. Il governo di Tirana<br />
comincia unire il paese. Dopo la liberazione del nord, la vita politica adesso<br />
prende strada, cosi nessuno non si permette di fermare la liberta.<br />
La fondandazione del primo parlamento è un altro passo importante per il<br />
paese e per il popoloAlbanese. 49<br />
48 Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.). Kongresi i Lushnjes pg. 51.<br />
49 Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 255.<br />
37
1.10 LA FONDAZIONE DEL PARLAMENTO ALBANESE<br />
(27 MARZO 1920)<br />
Il parlamento all’inizio<br />
era nominatosenato.<br />
Inseguito lo rinominato<br />
Consiglio Nazionale.<br />
Qusto è stato l’organo<br />
supremo fino alla<br />
riunione dell’assemblea<br />
costituzionale.<br />
L’elenco dei deputati del primo parlamento Albanese 50<br />
Berati: Hysen Vrioni, Llambi Goxhomani, Bektash Cakrani, Pilo Papa<br />
Dibra: Dine Dema, Dine Maqellari, Ramiz Daci,<br />
Abdurrahman Krosi, Halim Cela<br />
Durresi: Mytesem Kellici, Ymer Deliallisi, Irfan Ohri, Veli Kraja.<br />
Elbasani: Shefqet Verlaci, Visarion Xhuvani, Adem Gjinishi,<br />
Qazim Dyrmishi<br />
Gjirokastra:Beqir Rusi, Kico Koci, Dhimiter Kacimbra, Neki Ruli<br />
Korca: Kostaq Kotta, Sejfi Vllamasi, Thanas Cikozi,<br />
Qani Dishnica( Faslli Frasheri 31 mars 1920)<br />
Kosova:Bajram Curri(Rexhep Mitrovica 30 tetor 1920), Osman Lita<br />
Shkodra<br />
Lezha: Gjergj Koleci, Xhemail Naipi, Hafiz Sabriu, Hile Mosi,<br />
Xhemal Shkodra, Kole Thaci.<br />
Vlora: Qazim Koculi, Spiro Koleka,Myqerem Hamzaraj.<br />
50 I discorsi del consiglio nazionale 1920. Tirana 1923. pg 5.<br />
38
IL BORDO ELETTO IL 29 MARZO 1920<br />
Xhemal Naipi – Presidente<br />
Spiro Koleka–Dhimiter Kocimbra 27 maj 1920) Vice-presidente<br />
Hile Mosi–Segretario<br />
IL BORDO ELETTO IL 25 SETTEMBRE 1920<br />
Dhimiter Kocimbra –Presidente<br />
Qazim Koculi –Vice presidente<br />
Hile Mosi– (Kole Thaci 6 nentor 1920) – Segretario<br />
Note:<br />
Bajram Currinon ha mai partecipato alle riunioni del consiglio nazionali,<br />
mentre il 25 ottobre 1920 hanno presentato le sue dimissioni che e stato letto<br />
durante la riunione del30 ottobre 1920. 51<br />
La scelta dei sostituti senatori si applicava attraverso gli uffici della<br />
prefettura o di sottoprefetture dei delegati alle province in questione,<br />
secondo le regole definite dal primo ministro.<br />
Il consiglio nazionale si riunisce il 27 marzo 1920 alle ore 9:45 in una<br />
cerimonia festiva seguita dal giuramento dei membri del parlamento. 52<br />
La riunione prosegue con il discorso di benvenuto dai rappresentanti del<br />
Consiglio Supreme in quale rilevavano che questo traguardo per lo stato<br />
Albanese non era mai presentato dal 1912.<br />
Come obiettivo fondamentale i consiglieri presentavano indipendenza totale<br />
e la riunione della patria e rilevando la necessità di un buon rapporto con i<br />
confinanti ma senza trascurare i diritti etnici. 53<br />
Ringraziano il presidente degli Stati Uniti Wilson per il suo contributo<br />
riguardando i nostri interessi nella “leganazioni a Parigi 1919”.<br />
Con la nomina del bordo il consiglio nazionale continua la seduta normale.<br />
Le competenze del consiglio erano dominanti sulle altre istituzioni compreso<br />
consiglio supremo. Il fatto che i membri del consiglio supremo erano<br />
nominati dal parlamento e il consiglio non poteva scogliere il parlamento ed<br />
esprime cosi la posizione dominante costituzionale del parlamento sul<br />
consiglio supremo.Il parlamento era composto ditrentasette membri<br />
51I discorsi del consiglio nazionale 1920. Tirana 1923. pg. 156.<br />
52 Arkivi Qendror. Parlamenti. 1912 – 1940.<br />
53Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.113-114.<br />
39
nominati nel congresso di Lushnja dalle proposte dei delegati delleprefetture<br />
alla proporzione della popolazione (un deputato ogni venti mila abitanti).<br />
Nonostante il titolo “eletto”nel caso concreto non si parla di elezioni, ma di<br />
un elenco dei deputati adottata per consenso da parte dei rappresentanti delle<br />
province.<br />
Nelle prime udienze è eletto il presidente del consiglio Xhemal Naipi,<br />
vicepresidenteSpiro Koleka e i segretari Hile Mosi e Xhemal Rruga.<br />
All’unanimità è deciso che ogni sessione sarà eletta un nuovo bordo cosi<br />
nella seconda sessione sono eletto presidente Dhimiter Kocimbra e<br />
vicepresidente Qazim Koculi e segretario Hile Mosi e Ramiz Daci.<br />
In totale il parlamento dal “Congresso di Lushnja” ha tenuto due sessioni:<br />
dal 27 marzo 1920 al 27 maggio 1920 eranotenutequarantatrésedute e la<br />
seconda sessione dal 23 settembre fino al 15 novembre 1920 si è<br />
tenutaventisetteseduta. 54<br />
Un importante dibattito fu fatto per l’organizzazione interna del parlamento.<br />
Cosi sono stati elaborati un regolamento con tredici capitoli e settantadue<br />
articoli. Furono creati anche delle commissioni permanenti(istruzione, affari<br />
mondiali, affari amministrativi, la guerra, per le finanze e post-telegrafo, e<br />
per il diritto politico).<br />
Queste commissioni erano quasi inutili nella prima sessione parlamentare,<br />
manella seconda sessione hanno guadagnato una particolare importanza.<br />
E stato deciso che per essere trasparente con il pubblico era fatto la<br />
pubblicazione delle leggi, delle decisioni e dei dibattiti nel libretto ufficiale.<br />
Sulla base delle regole stabilite da leggi entrate governative, dovrebbe<br />
certamente essere entro cinque giorni per superare l'esame nelle<br />
commissioni parlamentari e approvate per 2/3 voto. 55<br />
Va detto che c'erano due modi di voto: Il primo modoera aperto e reso<br />
mediante alzando la lettera bianca (Pro) e la lettera nera (contro). E il<br />
secondo modo quello segreto, a scatola chiusa con ciascuno dei deputati<br />
poteva dare il suo voto scritto nella carta, senza mettere il suo nome nella<br />
casella. Nelle funzioni principali è stato il controllo parlamentare sul<br />
governo. Si devedire che il Parlamento emerso dal “Congresso Lushnja”<br />
esercitavaal massimo questa funzione, perché i parlamentari volevano<br />
ottenere più potere sul governo che esercità il potere esecutivo<br />
amministrativo.<br />
Un caso concreto che dimostra questo controllo è stato il chiamato del Primo<br />
ministro Suljeman Delvina solo per verificare interpellanza (la questione<br />
della guerra di Vallona, ecc.), anche considerando l'importanza delle<br />
questioni proposte, sono state fatte due volte a porte chiuse.<br />
54Afrim Krasniqi: Sistemet politike ne Shqiperi 1912 – 2008. Ufo Press. Tirana 2009. pg. 73.<br />
55Arkivi Qendror. Parlamenti. 1912 – 1940.<br />
40
Relazioni con il “Consiglio Supremo” erano anche molto importanti<br />
soprattutto in termini di che istituisce la tradizione della separazione dei<br />
poteri.<br />
“Consiglio Supremo” inviò al Parlamento un messaggio ogni apertura<br />
sessione parlamentare, interessante rimaneva che nella risposta scritta del<br />
Parlamento che chiedeva al consiglio di esercitare pressioni sul verso il<br />
governo, in modo che anche prendere misure appropriate per situazione nel<br />
paese. 56 Una comunicazione pratica al momento inutilizzabile in Albania,<br />
ma in alcuni paesi europei ancora lo utilizzano.<br />
Durante le diverse seduteèstata discussa la questione delle strade e non<br />
mancavano la discussione per liceo d’Elbasan.Sui deputati imprigionati<br />
Mytesem Kellici, Ymer Deliallisi di Veli Kraja, sulla creazione del<br />
Ministero della Guerra e quello dell'agricoltura e del commercio, c'erano<br />
voci contrarie, dove spiccavaVisarjon Xhuvaniecc.<br />
Durante questa legislatura nella preparazione delle prossime elezioni per due<br />
gruppi politici, si sono formati “Partito Popolare” e “Partito Democratico”,<br />
che divennero noto e dei loro programmi politici.<br />
Nei mesi seguenti i dibattiti politici interni, nel governo e nel Consiglio<br />
Supremo si riflettevano e in parlamento. Nel mese di ottobre alcuni membri<br />
insieme a Bajram Curri sono dimessi.Questo movimento indotto il<br />
parlamento di incontrare in un vuoto legislativo, perché non era il metodo<br />
previsto di sostituire i deputati dimessi.Tuttavia, e stato trovata una<br />
soluzione temporanea in cui i deputati erano eletti dalle prefetture da un<br />
consiglio di amministrazione, ma non molto pratico dando luogo alla<br />
successiva distribuzione del parlamento.Il 24 novembre 1920 un gruppo di<br />
deputati composto di: Dhimiter Kacimbra, Qazim Koculi, Beqir Rusi, Neki<br />
Ruli ecc, firmano una dichiarazione che ha portato alla circolazione del<br />
Senato. 57 Essi hanno affermato la necessità di quest’azione per le dimissioni<br />
di deputati diversi così come non partecipazione alle riunioni di alcuni degli<br />
altri provenienti da diverse regioni di Korce, Mat, Diber e in particolare<br />
Visarion Xhuvani e Kol Thaci. 58<br />
56Kaliopi Naska. Kongresi kombetar 1920. Tirana 2000.<br />
57Arkivi Qendror. Parlamenti. 1912 – 1940.<br />
58Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.116.<br />
41
1.11LA CRISI DÌ GOVERNO AGLI INIZI DEGLI ANNI<br />
VENTI E IL VOLO DÌ <strong>ZOGU</strong>.<br />
Nell'autunno del 1920 per la prima volta si vede il consolidamento del potere<br />
centrale.Il periodo della collaborazione idealistica e politica era al tramonto,<br />
con il passato del tempo sono viste pretese personalie dei gruppi diversi, per<br />
più influenza in termini politici. Come risultato di questi movimenti politici<br />
nel novembre del 1920 appare la prima crisi politica che ha portato alla<br />
creazione di due partiti politici. Questa situazione mette in prova le<br />
istituzioniderivanti dalCongressodi Lushnja.Per tutti è stato chiarito il<br />
riconoscimento internazionale dei confini dello stato Albanese e la decisione<br />
prevista del 17 dicembre 1920 per l'ammissione dell'Albania alla Lega delle<br />
Nazioni.Così, con il riconoscimento internazionale e la risolta della<br />
questione nazionale porterebbe uscire la necessitàdell’elezione<br />
all'Assemblea Costituente per definire la forma del regime. 59 Questa è stata<br />
una decisione presa all'unanimità in Lushnje nel gennaio del 1920, ma 10<br />
mesi hanno avuto opinioni diverse. La maggior parte dei parlamentari<br />
richiedono nuove elezioni. Dibattiti ufficiali iniziati il 14 ottobre 1920 al<br />
parlamento, la maggior parte dei parlamentari si pensava di non avere il<br />
legittimo diritto di continuare a far parte del potere legislativo. Così è stato<br />
vitale per il futuro a fare delle libere elezioni nazionali, stabilendo il<br />
principio che il sovrano è il popolo, dovrebbe assolutamente contro il voto di<br />
fiducia nazionale.Trovato davanti questo fatto nascono altri dibattiti in corso,<br />
notevole è stato visto dai deputati di chi aveva diritto alla formulazione della<br />
legge elettorale, un membro del comitato istituito dal parlamento o dal<br />
governo.Alla fine è stato eletto una linea mediana dei quattro membri del<br />
comitato di: due da parte del governo e due dal parlamento che hanno<br />
presentato 6-8 novembre in Parlamento il progetto di legge.<br />
Il governo di Sulejman bey Delvina non ha vita facile e nel novembre del<br />
1920 e costretto a dimetersi. 60<br />
Lo stesso giorno Iljiaz Vrioniè eletto primo ministro proclamando cosi le sue<br />
soluzioni temporanee fino alle prossime elezioni parlamentare. 61 Un'altra<br />
decisione importante è stata che la legge elettorale sarà elaborata dal<br />
parlamento.Con un voto quasi irreale, in assenza di seidici deputati, con<br />
diciassette voti a favore e quattro contrari il governoVrioniha ricevuto il voto<br />
di fiducia in parlamento.<br />
Questo, infatti, è stato l’ultima decisione dal parlamento perche dopo questo<br />
movimento, l'amministrazione politica della vita di campagna è stata fatta<br />
59Afrim Krasniqi: Sistemet politike ne Shqiperi 1912 – 2008. Ufo Press. Tirana 2009. pg. 76.<br />
60Antonello Biagini: Storia dell’Albania. Bompiani. Milano 1999. pg. 113.<br />
61Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg.316.<br />
42
dal governo.Ministero degli Interni il 2 dicembre del 1920 annuncià la<br />
distribuzione del parlamento anunciando una nuova legge elettorale il 5<br />
dicembre1920.<br />
1.12 IL PRIMO GOVERNO DI <strong>ZOGU</strong> DICEMBRE 1922<br />
43
Il 24 dicembre 1921 Zogu si trovava al potere quale Ministro per gli Affari<br />
Interni nel gabinetto Xhafer Ypi. 62<br />
Era riportato al potere dalla forza ineluttabile degli avvenimenti.<br />
Da una parte i vicini si adoperavano a più non posso per dimostrare al<br />
mondo che noi non posso per dimostrare al mondo che noi non posso per<br />
dimostrare al mondo che noi non eravamo maturi per la libertà e<br />
l’indipendenza, mentre, dall’altra, anche noi per l’inesperienza di alcuni<br />
ambiziosi, non mancavano di dar motivo e argomentazioni molto severe nei<br />
nostri confronti; argomenti e giudizi non meritati dal nostro popolo poiché<br />
gli avvenimenti posteriori e l’attuale situazione dovevano provare che il<br />
nostro popolo è uno dei più disciplinati del mondo.<br />
Le truppe degli Stati limitrofi facevano la spoletta su le nostre frontiere,<br />
mentre i politicanti avevano adottato il sistema di dar l’assalto alla diligenza<br />
postale, ogni qualvolta si formava un nuovo Ministero.<br />
Si arrivo a qualcosa d’incredibilmente satanico, e qualche volta grottesco,<br />
purtroppo. Mentre i poveri soldati mal equipaggiati e affamati si battevano<br />
su le frontiere contro truppe superiori per numero, per equipaggiao e per<br />
organizzazione, i cosiddetti “uomini politici”formavano dei gruppi e si<br />
adoperavano, anche se imponesse la necessità della fusione dei gruppi,<br />
dimostrando, cosi, che si andavano alla caccia di una rappresentanza in sano<br />
al governo, costituendo gruppi in paese senza partiti effettivamente politici!<br />
Infine, fu creato un’Associazione cosiddetta”La Sacra Unione” che<br />
miravano a conciliare i partiti politici con razionano distribuzione di seggi<br />
ministeriali. 63 Non nego che tutti o quasi tutti avessero in fondo al cuore<br />
delle idee patriottiche, ma nella maggioranza mancava la visione esatta dei<br />
problemi vitali al paese e la coscienza della propria capacità politica e<br />
amministrativa.<br />
Per la formazione di un ministero fu creata una commissione di membri<br />
della “Sacra Unione” per arrivare senza troppe scosse alla scelta dei ministri,<br />
la celebre commissione ricorse al sorteggio di alcuni candidati.<br />
La buona stella d’Albania aveva Zogu.<br />
L’ottobre del 1921 egli, che era allora semplicemente deputato, ebbe<br />
l’incarico di assumere il comando delle Forze Armate della Nazione per la<br />
difesa delle frontiere. Il paese respirò perché aveva grande fiducia<br />
nell’uomo, e questi seppe ben corrispondere all’attesa del governo e del<br />
popolo, perché in pochi giorni riuscì a sbaragliare le forze Serbe.<br />
Ciò avveniva nel novembre del 1921.<br />
E determinava in tutta l’Albania, un delirio di entusiasmo che non conobbe<br />
limiti quando si seppe che le grandi potenze sorprese dalla nostra energica<br />
62 Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F. 416 D. 32. pg.1.<br />
63 (A.Q.SH.) F. 416 D. 32. pg. 2.<br />
44
eazione e preoccupate della possibilità di complicazioni, invitarono la<br />
Jugoslavia rispettare la sovranità e l’integrità dello Stato Albanese.<br />
Il trionfo militare e l’interessamento delle potenze, invece di spiacersi alla<br />
normalità politica, ancora più sbrigliavano ambizioni mal proporzionate alle<br />
persone e alla situazione reale dello stato, e cosi si ebbe una ridda di<br />
ministeri uno dei quali imposto dalla famosa “Sacra Unione”.<br />
Alcuni deputati volenterosi indirizzarono all’ora un telegramma a Zogu che<br />
ancora era sui confini a nord e lo pregeranno di ritornare a Tirana per<br />
ristabilire l’ordine.Furono cosi che egli, ritornato nella capitale mise apposto<br />
gli intriganti, assicura al parlamento (che era fuggito da Tirana) la piena<br />
liberta di discussione e avvio il funzionamento normale della vita politica. 64<br />
Nelle conseguenze si ebbe l’avvento al potere del gabinetto Ypi con A. Zogu<br />
come ministro degli Interni che comincio con l’applicazione della prima<br />
misura radicale e indispensabile: il disarmo. 65<br />
Come si prevedeva questa misura e altre che si rendevano evidente<br />
nell’orizzonte non potevano lasciare tranquilli gli ambiziosi senza meriti<br />
dando,e le rivolte e sedizioni arrivate qualche volta alle porte di Tirana.<br />
Contro tagli opere inconsulte e traditrici, la spada di Zogu arrivo sempre in<br />
tempo tagliando la marcia. Purtroppo non è mancato, qualche volta il<br />
tragico. Per esempio nel marzo 1922 un buon nerbo di ribelli occupo la<br />
periferia della capitale e lentamente si m’infiltro nei pressi del palazzo del<br />
parlamento, creando una situazione tanto pericolosa da indurre, Reggenti,<br />
ministri, deputati e funzionari dispostarsi alloggiare in Elbasan. A Tirana<br />
rimasse soltanto Zogu che per due giorni e notti si combatte con ribelli<br />
finche, li costrinse a sloggiare. 66 Zogu li perdono a condizione che si<br />
riconoscessero colpevoli e promettessero di non ricadere nel grave errore.<br />
Mentre il valore e la magnanimità riducevano alle impotenze una massa di<br />
pericolosi mentre a Durazzo scoppiava un'altra insurrezione. Anch’essa pero<br />
fu presto domata e coronata con la punizione esemplare dei caporioni che<br />
furono impiccati senza dare ascolto ad appelli pietosi che erano fuori luogo.<br />
Mentre Zogu si moltiplicava per normalizzare la vita interna della nazione,<br />
non risparmiava d’altra parte il suo contributo in tutti gli altri campi e col<br />
suo tatto contribuì grandemente a estendere e migliorare i rapporti<br />
internazionali del Governo, sopratutto con l’Italia.<br />
È ben scalpita nella mente e nel cuore dei patrioti Albanesi la dichiarazione<br />
del ministro degli Esteri Scanzer che alla fine del 1921 dichiarava nel<br />
paralamento Italiano di avere fiducia che gli’Albanesi dovesse mirare<br />
all’Italia con amicizia sincera in armonia perfetta con l’amicizia schietta a<br />
leale di Roma.<br />
64Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 322.<br />
65Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F 416 D .32 pg. 4.<br />
66Herman Bernstein, Hugh Grand.Diplomate Amerikane per mbretin Zog . Dardania. Tirane 1994. pg 36.<br />
45
Zogu per i suoi meriti continuò ad ascendere. E quando Xhafer Ypi<br />
abbandono la presidenza dei ministri per essere stato nominato reggente,<br />
Zogu venne al potere come primo ministro, conservando anche il portafoglio<br />
del ministero degli Interni. 67<br />
Chiedendo il voto al parlamento, annunzio che i capisaldi del suo<br />
programma: 68<br />
1- Onorare la patria e i patrioti su tutto e suo tutti.<br />
2- Libertà di stampa e di discussione.<br />
3- Una politica leale in ogni campo che garantisce lo sviluppo razionale e<br />
graduale del paese, spingendolo verso la civiltà occidentale.<br />
4- Amicizia con tutti gli stati, ma basata unicamente sul rispetto.<br />
reciproco.<br />
5- Avviamento all’indipendenza economica.<br />
6- Organizzazione moderna dello stato con la collaborazione di tecnici<br />
stranieri.<br />
Chiudeva il suo discorso accentuando la necessita che tutti gli sforzi del<br />
governo fossero sorretti principalmente dalla tranquillità pubblica e dalla<br />
collaborazione leale di quanti avevano seriamente a cuore le sorti del paese.<br />
S’intensificò la lotta sorda e disgregatrice portando il microbo della politica<br />
della gendarmeria e fra le file del soldato, predicando teorie insensate, che<br />
più tardi dovevano avere conseguenze sanguinose.<br />
Gli intrighi dei pigmei, irritati dall’enorme differenza di stature che li<br />
deferenziava dal giovane primo ministro, portarono disordine perfino nel<br />
grembo del Gabinetto. E cosi il ministro della guerra si dimete e alcuni dei<br />
ministri, piccoli uomini che Zogu aveva elevato alle alte cariche, in valore al<br />
Consiglio Ministeriali si rendevano la porta voci dei pazzi e degl’illusi della<br />
Sacra Unione. 69<br />
Per ogni iniziativa era una lotta, e ogni passo era un pericolo. A ogni<br />
movimento non mancavano quelli che lo tirassero indietro o lo spingevano al<br />
fianco. La marcia in avanti era in tardata.<br />
Zogu voleva evitare conflitti che, nell’atmosfera carica di elettricità<br />
potevano avere conseguenze dannose per le grandi masse, cioè per il paese,<br />
che poteva essere trascinato a disastrose conseguenze. 70<br />
E seppe essere conciliante, longanime, dimostrando quello spirito di<br />
tolleranza e di pazienza che è l’arma di chi è veramente forte.<br />
Alla fine arrivò al punto di accentare per evitare le scosse mentre, in un<br />
ambiente assai elettrizzato, si procedeva alle elezioni generali, il ministro<br />
67 Arkivi Qendror i Shtetit.Tirana (A.Q.SH) F 416 d 32 pg. 6.<br />
68 Tirana (A.Q.SH) F 416 D 32 op. cit. pg. 6.<br />
69 Tirana (A.Q.SH) F 416 D. 32 op. cit. pg. 7.<br />
70 Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 176.<br />
46
degli’Interni fosse mantenuto alternativamente dal Ministro dei lavori<br />
pubblici e dal collega dell’Istruzione. 71<br />
Il gabinettodi Zogu<br />
71 Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana(A.Q.SH) F 416 D. 32 pg. 8-9.<br />
47
1. Ahmed Zogu – Primo Ministro e Min. degli Interni.<br />
2. Pandeli Evangjeli – Ministro degli Affari Esteri.<br />
3. Hysen Vrioni (Milto Tutolani 12 maggio 1923) –Ministro della Giustizia.<br />
4. Ismail Haki Tatzati (Mustafa Aranitasi 19 agosto 1923) – Ministro della Guerra.<br />
5. Kol Thaci – Ministro delle Finanze<br />
6. Spiro Jorgo Koleka (Sejfi Vllamasi 30 maggio 1923) – Min.degli Affari Mondiali.<br />
7. Rexhep Mitrovica – Ministro della Pubblica Istruzione 72 .<br />
Nella fine dell’anno 1922 la<br />
posizione politica di<br />
Ahmed Zogu era rafforzata<br />
in maniera veloce. Come<br />
Min. degli Interni aveva<br />
dimostrato le sue potenze e<br />
il carisma politicocome un<br />
uomo pieno di energia. Per<br />
questo avendo il supporto<br />
forte del gruppo dei feudali, anche se aveva ventisette anno, era pronto di<br />
prendere in carico del primo Ministro. Per ciò, si fannole nuove elezioni per<br />
il Consiglio Supreme.<br />
Il 2 dicembre 1922 il Consiglio Nazionale fra i sei candidati sceglie Xhaferr<br />
Ypi e Gjon Xhoba per i due posti rimasti vacanti nel Consiglio supremo.<br />
Gli altri candidati erano: Shefqet Verlaci, Kol Parruca, Ndoc Qoba, e Ndre<br />
Mjeda. Xhaferr Ypi era Primo Ministro, fino a questo momento e doveva<br />
dimettersi, perché ”Consiglio Supreme” al suo posto,nomina Ahmed Zogu.<br />
Nello stesso giorno il nuovo Primo Ministropresenta davanti al Consiglio<br />
Nazionale i membri del Consiglio e il loro programma. 73<br />
Com’era prevista la riunione era una delle più aspre, poiché l’opposizione<br />
non accentava la nomina dell’Ahmed Zogu come Primo Ministro. I deputati<br />
dell’opposizione erano: Ali Kelsyra, Luigj Gurakuqi, Fan Noli, Bahri Omari,<br />
ecc. Lo chiamavano come un’azione effettiva, poiché per loro lui occupava<br />
questo posto gia in precedenza, anche se era Min. degli Interni.<br />
Nella sua piattaforma Zogu notava che la civiltà del popolo Albanese si<br />
divideva in tre parti fondamentali: 74<br />
1- Alcune prefetture del sud avevano la possibilità d’educazione.<br />
72 Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 174.<br />
73 Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 335.<br />
74 Kastriot Dervishi: op. cit. pg. 175.<br />
48
2- Nell’Albania centrale non hanno avuto la possibilità di approfondire le<br />
conoscenze generali.<br />
3- La popolazione che abitava nelle montagne del nord e del sud erano<br />
rimaste dietro le due sopra citate.<br />
Su i rapporti delle religioni Zogu notava le negoziate con Patriarcato di<br />
Istanbul, dicendo che loro avevano riconosciuto il Congresso di Berati.<br />
A proposito dell’economia del popolo si puntava sugli sviluppi del<br />
commercio, dichiarando che nostro popolo è abituato soltanto con il fucile,<br />
tenterò di dare l’aratro e la zappa.<br />
Un popolo non si promuove con il fucile e con le guerre, ma bisogna<br />
sviluppare il commercio e l’industria. Zogu notava pure la responsabilità del<br />
Governo sull’organizzazione delle elezioni 1923. Nel suo discorso lui citava<br />
i buoni rapporti con la Lega delle Nazione.<br />
Dopo il primo Ministro replica Ali Kelcyra il quale disse che si sta<br />
legalizzando primo Min. il quale in realtà già occupava questo merito da un<br />
anno. Come lui lo condividevano anche altri dodici deputati: Agath Atli<br />
Xhitoni, Ahmed Resuli, Bahri Omari, Koqo Tasi, Dhimiter Kacima, Fan<br />
Noli, Luigj Gurakuqi, Sulejman Delvina, Ndre Mjeda, Loni Kristo, Stavro<br />
Vinjau, Shefqet Daiu.<br />
Quelli che astenevano erano: Mehdi Frasheri, Hil Mosi, Kristo Kirka, Kol<br />
Rrodhe, Taq Buda e Shyqri Myftiu.<br />
Alcuni deputati non erano presenti ma comunque ciò che interessava Zogu<br />
era la maggioranza che con i suoi trentasette voti lo elegge come Primo<br />
Ministro.<br />
Ahmed Zogu aveva rafforzato la sua posizione politica in merito del suo<br />
carisma e pieno di energie, si che avendo l’appoggio della gente ricca<br />
nominata feudale (cifligare). Il suo legame con i feudali si rafforzò con il suo<br />
fidanzamento con la figlia di Shefqe Verlaci uno dei più potenti feudali del<br />
paese.<br />
Nel dicembre 1922 si pareva che Zogu controllava la cricca e il partito del<br />
popolo il quale aveva una fisionomia complessa.<br />
Nel “Consiglio Nazionale” il partito si presentava con venti sostenitori di<br />
Shefqet Verlaci, diciotto di Ahmed Zogu e altri tre del gruppo di Iljaz Vrioni<br />
i quali sostenevano Zogu. Anche se si dichiarava che la politica del partito si<br />
percepiva nel conservatorismo agrario, ma in realtà questa era una tattica<br />
temporanea e non un’intenzione concreta.<br />
Il governo di Zogu era con una visione occidentale. Essendo in una<br />
situazione difficile in ogni punto di vista, questo si può definire come il<br />
governo più riformatore, liberale e produttiva degli anni venti.<br />
Zogu aveva promesso di ridurrere le spese publiche che secondo lui,<br />
l’administrata publica era ai limiti. 75<br />
75 Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg. 63.<br />
49
Nei primi passi come Primo Min. dichiara con la certezza che l’Albania<br />
segue la strada che lo porta verso l’occidente. Cominciando l’organizzazione<br />
dello stato legale che fino ad ora era basata nello (Sheriat Turca) sostituendo<br />
con la legge organica di tutti i dicasteri.<br />
Il 6 gennaio 1923 si approva la nuova legge per l’organizzazione dei<br />
tribunali. Nei capoluoghi delle sotto prefetture si creava il tribunale civile<br />
conciliante del primo grado. 76<br />
Le prefetture di Shkodra, Elbasan, Berat, Gjirokaster, Korce si creava la<br />
corte civile conciliante d’appello. Questi tribunali procedevano i casi civili e<br />
commerciali fino a settanta cinque franchi d’oro, sopra a questa somma si<br />
procedevano ai tribunali del primo grado esistenti.<br />
Nel 1922la Lega delle Nazioni manda in Albania J. J. Sederholm per<br />
verificare la situazione del paese. Questo rapporto si presenta a Ginevra il 6<br />
aprile 1923. Sederholm dichiara il 12 maggio 1922 il Consiglio Della Lega<br />
che aveva presentato un rapporto di accertamento per quanto riguarda il<br />
ritiro delle truppe armate del regno Serbo–Croato–Sloveno in applicazione<br />
del decreto delle Grande Potenze il 9 novembre 1921.<br />
Tra l’altro Sederholm dichiara che il governo aveva come obiettivi principali<br />
la creazione della solidarietà tra diversi gruppi del popolo, lo sviluppo<br />
economico del paese e l’organizzazione di un sistema moderno legale.Lui<br />
ammette che l’Albania si trovava in una situazione molto difficile,senza<br />
l’infrastruttura e un’amministrata effettiva ma soprattutto mancava la<br />
legislazione moderna.<br />
Secondo Sederholm il governo sotto la guida energica di Ahmed Zogu aveva<br />
domato lentamente l’unica rivolta organizzata nel paese.<br />
Nelle sue riforme maggior importanza dava al disarmo, la riduzione della<br />
vendetta e dei furti (i quali nelle precedenze si considerava un metodo di<br />
sopravvivenza nella regione del sud).<br />
Nel rapporto si scriveva che la popolazione era dedicata l’agricoltura.<br />
Per la prima volta nei secoli un governo aveva il potere incontestato<br />
dell’intero paese, essendo in grado di reclutare i militari e riscossione delle<br />
imposte.<br />
Vedendo i rapporti con i confinanti e la situazione che tanti studenti<br />
andavano a studiare in Jugoslavia, Zogu consiglio tutte le scuole e<br />
soprattutto la Prefettura di Scutari che in maniera ragionevole di proibire<br />
gradualmente i loro studi all’estero.<br />
Questa misura si presentava dopo il sondaggio che tanti studenti di Scutari<br />
emigravano verso Jugoslavia. 77<br />
76Afrim Krasniqi: Sistemet politike ne Shqiperi 1912 – 2008. Ufo Press. Tirana 2009. pg. 87.<br />
77Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 179.<br />
50
1.13 LE ELEZIONI 27 DICEMBRE 1923<br />
Negli ultimi giorni del mandato il Consiglio Nazionale approva la legge<br />
elettorale composto di novantaquattro articoli il quale è contestato<br />
dall’opposizione. La legge consisteva che le elezioni sarebbero fatte con i<br />
voti universali indiretti (suffrage universal indirect). Per ogni otto mila<br />
abitanti era eletto un deputato.<br />
Potevano votare tutti quelli che avevano compiuto diciotto anni.<br />
51
Non partecipavano al voto i mendicanti, i disabili, i militari, i condannati con<br />
più d sei mesi, le donne.<br />
La campagna elettorale e stata condotta in maniera aspra dalle forze<br />
politiche, non sono mancati alcuni incidenti, ucciso il candidato Adem<br />
Gjinishi a Pecin, e l’elettore Haxhi Isuf Kazazi a Kavaja.<br />
I seguentipartiti politici partecipanti nelle compagnie. 78<br />
Partito Popolare d’Ahmed Zogu<br />
Questo partito aveva grandi impatti nelle prefetture di Diber, Elbasan,<br />
Durres, Vlore e Berat.<br />
Partito Liberale<br />
Il Partito Liberale è fondato a Tirana, con la sede a Permet diretta dal<br />
segretario generale Agathokli Xhitoni. I membri principali Fan Noli<br />
Faik Konica, Aqif Pash Bicaciu, Ilomeno Kosturi ecc.<br />
Il gruppo Politico l’Ora delle Montagne<br />
Questo gruppo era fra l’opposizione con i membri principali: Luigj<br />
Gurakuqi, Ndre Mjeda, Hil Mosi, Luigj Koliqi ecc.<br />
Nella piattaforma politica loro consistevano per una monarchia ma i membri<br />
del Consiglio Supreme sarebbero eletti con un referendum, scegliendo<br />
Scutari come capitale d’Albania.<br />
Il Gruppo Democratico di Gjirokastra<br />
Come fondatori avevano: Dhimiter Kacimbra, Bahri Omari, Ali Kelsyra,<br />
Stavri Vinjau, Avni Rustemi.<br />
Il Gruppo Cristiano di Gjirokastra e di Mufit Libohova<br />
78 Tutti i gruppi politici partecipanti alle elezine del 1923 sono citati nel libro di Kastriot Dervishi.Historia e shtetit<br />
shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 192 – 194.<br />
52
Questo partito è creato dall’alleanza del gruppo Cristiano (direto da Petro<br />
Harito) con la Lega della feudale diretta da Mufit Libohova. Quest’alleanza<br />
èstata sottoscrita daPetro Harito,Mufit Libohova, Sulejman Delvin, Fejzi<br />
Alizoti ecc.<br />
Il Gruppo National Democratico di Berat<br />
Questo gruppo si compone da: Sheh Karbonara,Ali Koprencka, Qamil<br />
Mulla, Bektash Cakrani,<br />
Il Gruppo Xhoka<br />
Diretta dal segretario Haki Tefiku, nel proseguente questo gruppo diventa<br />
fondatore del Partito Radicale Democratico.<br />
Diretta da lui stesso.<br />
Il gruppo Qazim Koculi<br />
Il Gruppo di Eqerem Vlora<br />
Questo gruppo rappresentava i feudali di Vallona.<br />
Il Gruppo di Kosovo<br />
Questo gruppo era senza una piattaforma politica.Diretta da Bajram Curri, il<br />
suo scopo era di contribuire con grande appoggio ad Avni Rustemi che<br />
diventasse deputato.<br />
As i Pashes as i Beut Elbasan<br />
Diretta da Rapush Demeti con la moto: (liberta, fraternità,unita), cercavano<br />
la liberta di parola,della stampa e del manifesto. I membri principali erano<br />
Aleksander Xhovani, Sali Ceka, Ahmed Dakli, Hysen Dermishi.<br />
Le campagne elettorale si presentano molto aspra. L’opposizione era divisa<br />
sì nel punto di vista degli ideali sia la pozione geografica. Uno dei casi più<br />
discussi era la scelta del capitale. I gruppi di Elbasan proponevano la loro<br />
città, il gruppo di Scutari voleva la loro città, stessa cosa fece il gruppo di<br />
Vallona proponendo la loro città.<br />
Il gruppo Xhoka e il Partito Popolare volevano Tirana.<br />
Il 27 dicembre 1923 nella conclusione delle elezioni si costatava come<br />
vincente il Partito Popolare di Zogu dominando a Berat, Elbasan, Tirane,<br />
Diber. Il gruppo dell’opposizione vinceva largamente a Korca.<br />
53
I risultati delle elezioni: 79<br />
Partito Popolare 40 deputati.<br />
Partiti Liberale 35 deputati.<br />
Gli’indipendenti 20 deputati.<br />
Parlamento apre le sue sedute il 21 gennaio 1924. Sono atterrate due<br />
sessioni, prima della rivoluzione e dopo.<br />
La prima sessione sì e tenuto nel periodo 21 gennaio – 2 giugno 1924,<br />
complessivamente sono svolte sessantatré sedute. I lavori del parlamento<br />
sono sospesi il 2 giugno 1924 causa delle rivolte organizzate<br />
dall’opposizione. Durante questo periodo il parlamento approva una serie di<br />
leggi: la legge della dogana, delleamnistie, le colpe politiche, la ratifica<br />
dell’accordo internazionale delle donne e i bambini.<br />
1.14 L’ATTENTATO CONTRO IL PRIMO MINISTRO 23 FEBBRAIO 1924<br />
La conclusione delle elezioni elettrizza la situazione nel paese, poiché<br />
nessun partito o gruppo politico non aveva la maggioranza per governare.<br />
Era una situazione delicata e gli agenti segreti anticipavano dei possibili<br />
attentati.<br />
79 Afrim Krasniqi: Sistemet politike ne Shqiperi 1912 – 2008. Ufo Press. Tirana 2009. pg. 93.<br />
54
Il 23 febbraio 1924 alle ore 14:30 nel momento dove il parlamento stava per<br />
eleggere il suo bordo si sono sentite dei colpi di fuoco e allo stesso tempo<br />
entra nella sala Ahmed Zogu tutto sanguinato. 80 Una situazione difficile da<br />
controllare poiché tutti i deputati erano armati. Zogu invita i deputati di<br />
mantenere la calma, dicendo queste cose sono accadute già nelle precedenze.<br />
Questo attendato del 1924 è eseguito da Beqir Valteri che aveva diciassette<br />
anni. L’episodio soffriva d’influenza politica e soprattutto dell’opposizione.<br />
In momento dell’arresto Valteri amette che<br />
non avevano niente di personale, questo<br />
crimine lo fece per motivi idealistici. 81<br />
L’attentato era organizzato dai dirigenti<br />
dell’opposizione, i quali avevano addestrato<br />
l’attentatore creando l’illusione, che<br />
quest’attentato non faceva comodo soltanto<br />
all’opposizione ma per il bene del paese.<br />
Nei ricordi di Veli Harshova si fa notare che<br />
Avni Rustemi voleva fare lui l’attentato, ma<br />
su di lui ancora pesava l’attentato fatto contro<br />
Esad Toptani, cosi evitano di fare un secondo<br />
reato.Mustafa Kruja un amico di familja<br />
Valteri dichiarava che Rustemi aveva<br />
influenzato questo reato.<br />
Beqir Valteri (a destra)<br />
Nel giorno successivo i magistrati Avni Dabulla e Avni Drrasa interrogano<br />
A. Zogu, e lui dichiarache:lo conosceva e in quel momento si trovava nel<br />
suo gabinetto con l’Ambasciatore Britannico.<br />
L’ATTENTATO CONTRO <strong>AHMED</strong> <strong>ZOGU</strong>, RACCONTATO DA<br />
EKREM BEJ VLORA.<br />
Il 23 febbraio 1924, quasi tutti noi avevamo occupato i nostri posti per la<br />
seduta pomeridiana dell'Assemblea. Mancava solo il governo, cioè anche il<br />
Primo Ministro Ahmed Zogu. 82<br />
80Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006.pg. 200.<br />
81Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg. 69.<br />
55
Mi sono seduto, come sempre nei pressi di Fan Noli, nel primo banco,<br />
ingresso a sinistra. Lo sguardo cadde dietro di me, dove era seduto il gruppo<br />
democratico che stava stranamente silenziosa e preoccupata. Cosi lo penso<br />
ora, comunque, ma quel giorno me lo sentivo come se fossero in attesa di<br />
qualcosa. Si sentono improvvisamente due colpi sui gradini del palazzo, che<br />
è stata seguita da un silenzio ghiacciato. Poi aprì le porte della stanza e di<br />
slancio è entrato all'interno Ahmed Zogu, con un revolver in mano. Egli era<br />
teso, ma doppo pochi istanti è ripreso e se ne andò al banco del governo. Noi<br />
abbiamo immediatamente reso a conoscenza della situazione e capito subito<br />
cosa fosse successo. Che in tali casi la nostra gente si raccoglie in fretta ed è<br />
molto disciplinato. Alcuni parlamentari che avevano amicizia con Ahmed<br />
Zogu sono andati vicino, il resto dei deputati minaccioso erano congelati<br />
nelle sue sedi, dietro di noi.<br />
Ho subito apprezzato la gravità della mia condizione, questo silenzio poteva<br />
essere convertito in qualsiasi momento nel gran casino. Mi ero seduto quasi<br />
al centro dei democratici sulla destra della stanza, davanti a me erano i<br />
conservatori. Tutti erano armati! Io ero nel bel mezzo di proiettili ad amici e<br />
nemici. Mi sono alzato sussurrando nelle orecchie di Fan Noli "Buon<br />
divertimento". E mi affrettò a prendere il mio amico, il dottor Simonidhi da<br />
Himara. Lo porto verso Ahmed Zogu, per vederli le ferite. Lui non crede e<br />
non voleva che questo lo visitasse, ma poi, quando l’assicurato che il medico<br />
è affidabile, non contesta più.<br />
Le ferite erano gravi, ma non in pericolo di vita, due pallottole erano passate<br />
profondamente nelle cosce, e un altro nella pancia; le ferite sono medicate<br />
temporaneamente.<br />
Sono andato dal mio amico e cugino, Iljaz Vrioni era stato primo ministro<br />
per due volte e molte altro tempo ministro ed era conosciuto da entrambe le<br />
parti come un uomo di pace.<br />
Così, in quei momenti era la persona più adatta per chiedere la pace e la<br />
tranquillità! Il capo della sessione, Eshref Frasheri e il suo gruppo erano tutti<br />
andati dal Presidium e avevano occupato i fori sui quattro lati della stanza.<br />
Io ho consigliato Iljaz Vrioni di andare al presidio e di tenere un breve<br />
discorso, antidolorifico. L’ha fatto, ha trovato il tono giusto, e ha avuto il<br />
successo desiderato. Poi si fa sentire Ahmed Zogu: "Signori non è la prima<br />
volta al mondo, che in un parlamento succede questo che è accaduto a me".<br />
Stavo piacere ai miei amici, a pesare il caso con pazienza e poi agire. " Zogu<br />
era ancora pieno di sentimenti e cosciente delle proprie azioni - davvero<br />
intelligente”.<br />
Mentre nel corridore del parlamento si sentivano colpi successivi, eravamo<br />
tutti preoccupati, perché non si sapeva quello che stava cadendo. Chi stava<br />
sparando e contro chi? Più tardi abbiamo saputo che l'aggressore è stato<br />
82 Ekrem bej Vlora: Kujtime 1885-1925. Tirana 2002.<br />
56
Beqir Valteri era bloccato nei bagni, mentre le guardie del Parlamento,<br />
stavano costringendo la sua resa.<br />
Nel frattempo, lui cantava canzoni eroiche, forse per darsi coraggio a se<br />
stesso.<br />
L’attacco contro Zogu sospendono immediatamente qualsiasi contatto con il<br />
Partito Democratico, non che noi abbiamo alimentato ogni affetto eccessivo<br />
o fede cieca ad Ahmed Zogu, ma perché l'atto d’insulto a tutti noi, ma era<br />
stata dichiarata guerra aperta.Poiché come l'usanza albanese, Zogu non uscì<br />
dalla casa fino il giorno che sarà data la risposta giusta.<br />
E per fornire la meritata punizione ha abilmente usato uno strumento che ha<br />
dato la possibilità di uccidere due mosche con un colpo. Non gli permetto di<br />
toccare neanche un pelo all’assassino, catturato, però, le guardie del<br />
parlamento gli hanno chiesto perché volesse ucciderlo.<br />
BeqirValteri ha confessato tutto senza nascondere niente, non solo la vita gli<br />
era perdonata, ma è stato trattato bene durante la sua permanenza in custodia<br />
in una caserma del parlamento.<br />
Lui mi ha confessato tutto nel 1943. Lui lascio il paese dal 1925e andò in<br />
Francia, quando il partito democratico è stato espulso da Zogu.<br />
Nel 1939 ritorna inAlbania e nel 1945 e stato fucilato dal comunismo. 83<br />
1.15 LA RIVOLUZIONE DÌ<br />
GIUGNO 1924<br />
Le questioni politiche dal 1920 al 1924<br />
erano trattate con una passione e una<br />
violenza degna di miglior causa, se la<br />
violenza possa aver luogo qualche volta<br />
83 Ekrem bej Vlora: Kujtime 1885-1925. Tirana 2002.<br />
57
nelle discussioni e avevano assunto un colore assai preoccupante 84 . Stavamo<br />
per adottare come sistema tutte le forme della criminalità politica troppo<br />
lontano dalla tradizione cavalleresca del popolo albanese, che non uccide a<br />
tradimento, è non impugna armi contro la gente disarmata.<br />
Nelle polemiche contro il governo di Zogu c’era tanta dosa di fiele e tale<br />
astiosità da far pensare che tra il Presidente dei ministri (ormai assunto a<br />
notorietà mondiale) e certi scrittorelli improvvisati di giornali, sarebbero il<br />
caso a dire mai intarsi nominare.<br />
Il pubblico si nutriva dai frutti velenosi dei ragazzacci che erano stati<br />
obbligati(per incapacità) ad abbandonare le scuole, i campi o le officine ecc.<br />
Sarebbe il bisogno di fare un’analisi del fenomeno per spiegare grave e<br />
dolorosi fatti.<br />
La nazione albanese risorta dall’indipendenza con una smodata, ma ben<br />
spiegabile sete di libertà cade negli inevitabili errori dei popoli politicamente<br />
giovani, si abbandono in braccio al parlamentarismo a una sconfinata critica<br />
giornalistica tribunizia da suburra.<br />
Zogu era implacabile contro chi turbasse l’ordine pubblico, ma riteneva che,<br />
nei limiti della regalità tutto fosse lecito. Ebbe, anzi, ripetutamente<br />
l’occasione di definire la stampa come l’occhio del popolo.<br />
Si ricorreva a ogni mezzo pur di combattere l’avversario.<br />
Era ancora vivo spaventosamente doloroso in tutti gli onesti il ricordo<br />
dell’eccidio avvenuto a Mamurras, il 6 aprile 1924 quasi a meta strada da<br />
Tirana-Scutari. 85<br />
Alcuni capi montanari del nord si erano recati a Tirana per felicitare Zogu<br />
per lo scampato pericolo dopo l’attentato. Ebbene, gli onesti nemici di Zogu<br />
decisero di sopprimerli per crearli fastidi. E cosi avvengono che l’auto che<br />
trasportava i montanari é stato sorpassata da un’altra vettura dove si<br />
trovavano i due turisti americani e la scarica delle fucilate destinata ai<br />
montanari, abbatta invece i turisti.<br />
Se ne furono umiliati gli stessi criminali,che alla costatazione, esclamavano:<br />
Vergogna per noi! Abbiamo ucciso degli stranieri! Questo e un tradimento!<br />
Alcuni politicanti al capo della Sacra Unione, su questo fattaccio, più<br />
dannoso per il nome dello stato albanese, che cento rivoluzioni, si<br />
avventarono come corvi affamati.<br />
I giudici meno severi accusavano il governo di essere incapaci.<br />
Nel fine maggio e inizio di giugno 1924 la politica Albanese degli anni<br />
1920-1924 era destinata al fallimento concretizzata da una rivolta armata. La<br />
mancanza di una tradizione democratica al paese, avendo una mentalità<br />
84Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F. 416 D 32 pg. 10.<br />
85Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 346.<br />
58
generale al contrario dei cambiamenti chiesti il malfunzionamento dello<br />
stato, la propaganda dei giornali scritti all’estero aveva servito per un clima<br />
destabilizzata nel paese.<br />
Dopo la morte di Avni Rustemi sono rafforzate le condizioni per la rivolta<br />
armata, la quale rovescia il governo uscito dalle elezioni del dicembre 1923.<br />
Dopo le riunioni tenute a Valona, l’opposizione apparse convinta per<br />
arrivare al potere con la violenza.<br />
Il 13 maggio 1924 i due ministri che rappresentavano l’opposizione Luigj<br />
Gurakuqi e Fahri Gjilani si dimettono per riunirsi con i ribelli. A Valona pro<br />
la rivoluzione era Qazim Kokoshi, Qazim Koculi, Seid Qemali, mentre gli<br />
altri capi della città non partecipavano. La società “Bashkimi” mobilizzano<br />
la gente creando cosil’esercito volontario. Nel 16 maggio 1924 questa<br />
società chiede l’appoggio dei giovani Albanesi. Nello stesso giorno il<br />
comandante della guarnigione di Scutari, Rexhep Shala, chiede l’espulsione<br />
di Ahmed Zogu dal paese. Dopo la dimensione del primo Ministro Shefqet<br />
Verlaci ribelli erano pronti a sospendere la rivolta con la condizione che: il<br />
Ministero degli Interni e il Ministero della Guerra sono comandati da<br />
Rexhep Shala e Kasem Qafzezi.<br />
Questa richiesta va rifiutata dando opportunità alla rivolta anche a Scutari. E<br />
cosi iniziano le prime scosse culminate, con l’uccisione del capo della<br />
sicurezza a Scutari Ferit Frasheri 31 maggio.<br />
Dopo questi eventi a Scutari il governo proclama coprì fuoco per affrontare<br />
la situazione gravissima nel paese.<br />
A Valona si crea la commissione amministrativa temporanea composto con;<br />
1.Fan Noli per Gli Affari Esteri,<br />
2.Sulejman Delvina per Affari Interni,<br />
3.Costa Paftali per Affari Mondiali,<br />
4.Mustafa Tragjasi per le Finance.<br />
Questa commissione è considerata come l’unico “Rappresentante del<br />
Popolo”, cercando di farsi conoscere allo stesso modo anche all’Estero.<br />
Sotto il comando della commissione, i ribelli iniziano la marcia verso<br />
Tirana.<br />
Nel 2 giugno 1924 loro prendono il controllo della città di Berat, e inseguito<br />
8 giugno, scendono a Lushnja, e nel giorno successive a Kavaja terminando<br />
a Tirana il 10 giugno trionfando con arrivo al potere. Il comandante generale<br />
dei ribelli ordina di bloccare tutti i ministeri.<br />
Gli ex leader degli stati fuggirono nelle diverse direzioni. Ahmed Zogu con i<br />
suoi stretti collaboratori al Regno Serbo Croato Sloveno, invece Shefqet<br />
Verlaci, Qemal Vrioni, Mustafa Aranitasi, Taq Buda, e tanti altri si spostano<br />
a Bari. Il rivolto trionfo senza grandi danni. Secondo i conti fatti dalli<br />
Americani erano ventisei morti altri cinquanta feriti, la maggior parte di loro<br />
era dal nord.<br />
59
Il governo democratico di Noli inizio i lavori con un’atmosfera non brilante,<br />
quale subito si confronto con dei problemi inpassabile. 86 Secondo il suo<br />
programa sarebbero fatte delle riforme anche nell’amministrata con<br />
l’obietivo di democratizzare questa forma liberale. 87 Questa riformma e<br />
l’altre erano di un programma liberale e democratico, pero rimasse solo<br />
come obietivi non esercitati, causa della sua breve permanenza al potere,<br />
solo sei mesi.<br />
1.16IL RITORNO DI <strong>ZOGU</strong> E L’INFLUENZA DELLA<br />
JUGOSLAVIA<br />
Gli ufficiali che contribuirono nella caduta del governo di Zogu, spinti dalla<br />
difficile situazione in cui si ritrovava il paese, perche i confinanti potevano<br />
diventare una minaccia, contribuirono senza volere, ancora di più che<br />
l’influenza straniera poteva crescere. Loro “insistettero” che Zogu chiedesse<br />
aiuto agli Jugoslavi. 88<br />
Si pensa che Ahmed Zogu e Fan Noli siano le personalità più spiccate della<br />
storia Albanese nel periodo della prima guerre mondiali. Gli avvenimenti<br />
86Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg. 75.<br />
87Muin Çami: Shqiperia ne rrjedhen e historise 1912-1924. Onufri. Tirana. pg. 336.<br />
88 Noel Malcolm: Storia del Kosovo. Bompiani Milano 1999. pg.74.<br />
60
che loro diedero forma, sarebbero diventati decisive per la storia Albanese<br />
nell’avvenire. Gli sviluppi del 1924 confermassero l’intenzione di tutti nella<br />
loro rivalità, nelle vicende che più li separano che li avvicinano.<br />
Nel 1924 tra Zogu e Noli si faceva la guerra, la quale da lontano sembrava<br />
una gara tra il bene e il male.<br />
Fan Noli simbolizzava la sapienza, la democrazia e la prosperità.<br />
Ahmed Zogu rappresentava l’analfabetismo, l’autocrazia e la reazione.<br />
Il concorso fu vinto dal “cattivo”, scriveva qualcuno nella stampa della<br />
diaspora in quel tempo. La loro guerra può essere caratterizzata con lo<br />
scorrere degli avvenimenti della storia quando il governo Noli fallì, e il<br />
ritorno di Zogu fu glorioso e incontrastato.<br />
Appena dieci giorni dopo il governo Noli fu annientato. Alcuni si riunirono<br />
con le “forze liberatorie” cosi fecero anche il popolo e l’esercito.<br />
Ahmed Zogu entrò a Tirana a capo di 9000 uomini armati il 24 dicembre del<br />
1924 che fu proclamato come il giorno del Trionfo della Legalità. Lui era<br />
riuscito ad assicurare l’appoggio della Jugoslavia perché aveva promesso a<br />
loro (e avrebbe dato dopo) un pezzo di terra tra il Monastero e San Naum,<br />
(nel confine odierno tra la Macedonia e l’Albania). 89<br />
Ahmed Zogu si tormentava dal fatto di questa promessa, ma sapeva anche<br />
che questo modesto cambiamento delle frontiere albanesi era l’unico mezzo<br />
che poteva far ritornare a governare, cacciato via qualche mese fa dalla<br />
rivoluzione.<br />
L’interesse spinse Zogu a “ fare un patto con la Jugoslavia”, infatti, lui<br />
sapeva benissimo che per consolidare il suo potere doveva avere legami con<br />
un paese molto più forte, che come si vedrà era l’Italia. Lui aveva le idee<br />
chiare già da prima che ritornasse al potere.<br />
Ahmed Zogu sapeva anche che la vera ragione che gli aveva fatto perdere il<br />
potere era un’altra. La causa della rivoluzione che lo aveva fatto esiliare,<br />
erano i dispiaceri dei nazionalisti e degli intellettuali che un governo dove<br />
regnavano i capi dei grandi clan e i latifondisti, aveva causato a loro. Questi<br />
ultimi si consideravano nemici delle riforme sociali e in generale della<br />
prosperità del paese, tutto ciò diminuiva le loro ricchezze e la loro autorità.<br />
Ahmed Zogu non poteva nascondere a se stesso che un altro importante fatto<br />
della rivoluzione era la miseria nella quale il popolo viveva e la drammatica<br />
situazione finanziaria nella quale si trovava lo stato, che tra l’altro<br />
ostacolava la fondazione di una forza militare capace di difendere le proprie<br />
istituzioni. La sua esperienza personale nel governo dove lui aveva fatto<br />
parte e lo aveva convinto che, la solidità finanziaria dello stato albanese non<br />
poteva venire dalla Lega Delle Nazioni, ma soltanto grazie all’abilità delle<br />
persone che rappresentavano. 90<br />
89 K. Dervishi op. cit. pg. 246.<br />
90.Ilir Ushtelenca: Diplomacia e mbretit Zogu I-re 1912-1939. Toena- Tirana 1995. pg. 228.<br />
61
Per descrivere questo tragico evento citiamo il parere neutrale dello storico<br />
dell’epoca il signor Swire che dopo aver letto una lettera di Noli e averlo<br />
consolato dice che: Insistendo nel fatto che si facesse la riforma agraria Noli,<br />
si fecero nemici i più grandi proprietari terrieri, ma non facendo la riforma<br />
agraria egli perse la fiducia del popolo e dei contadini.Il ritorno di<br />
AhmedZogu e il trionfo della legalità mostro che quest’ultimo aveva una<br />
visione politica più ampia di tutti i suoi avversari messi insieme. 91<br />
Quest’azione diversiva fece si che la maggior parte delle truppe governative<br />
fossero mandate al confine con la Jugoslavia. Mentre Ahmed Zogu con il<br />
suo esercito di fedelissimi attraversò le montagne per andare verso Tirana.<br />
Il 19 dicembre Noli annunciò lo stato d’allerta. Il 23 dicembre lui con il suo<br />
governo e i suoi amici doveva andare da Tirana a Valona. Nell’indomani<br />
l’esercito di Ahmed Zogu arrivò a Tirana. Era inutile fare resistenza e cosi il<br />
26 dicembre Fan Noli e il suo fedele gruppo di leader politici scappò verso<br />
l’Italia. Zogu appena ritornato al potere, proclamò dappertutto che non<br />
fossero fatte vendette e che si doveva rispettare l’ordine e la tranquillità. Gli<br />
impiegati e i militari sarebbero rimasti nei loro incarichi, anche se avevano<br />
servito a Noli.<br />
Dopolecomunicazioniconiltelegrafotuttelecittàdell’Albaniaespresserolaloros<br />
olidarietà con Tirana, e perciò Zogu ordinò atutteleprefetturee invitò tutti i<br />
cittadini di continuare a compiere i loro lavori usualiIljaz Vrioni, l’ex primo<br />
ministro che era scappato a causa della rivoluzione di Noli, tornò<br />
immediatamente e si mise a capo del nuovo governo provvisorio, compiendo<br />
cosi i doveri di un governo costituzionale.<br />
Xhaferr Ypi, l’unico membro del Consiglio Supremo che era rimasto,<br />
nominò il 5 gennaio 1925 Ahmed Zogu di nuovo come primo ministro<br />
dell’Albania. “Abbiamo perso Gurakuqi” si pensa che fossero state le ultime<br />
parole di Noli in patria. Poco dopo la nave con Noli a bordo e il suo ministro<br />
Luigj Gurakuqi si sarebbero allontanati alla svelta dalla costa Albanese.<br />
Le truppe di Zogu si avvicinavano minacciosamente. La rivoluzione di<br />
giugno fallì, Noli aveva perso. Anche se i motivi del fallimento sono noti,<br />
Noli da questa disfatta apprese che per un politico è più facile essere<br />
idealista stando all’opposizione, ma affrontando la realtà dei fatti dal punto<br />
di vista uno statista che agisce diversamente. Questo Noli lo imparò a sue<br />
spese. Noli dopo di ciò, non intraprese più la vita politica. Zogu e Noli sono<br />
stati giudicati e rigiudicati e continuano a essere giudicati perche questa è la<br />
natura della storia, ogni generazione vogliono scriverla cosi come la vede.<br />
Dal punto di vista di chi la vive la storia, ma non come la vissero i<br />
contemporanei dei due e dalla prospettiva del loro tempo. Tali avvenimenti<br />
devono essere interpretati nel loro insieme, ciò significa che vanno visti da<br />
91Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg. 194.<br />
62
un punto di vista più ampio possibile, perché da un punto di vista meno<br />
ampio si perdono delle importanti sfumature storiche. Nei confronti di Zogu<br />
e Noli non si sono espressi solo gli storici. Accuse e pene pesanti loro non la<br />
risparmiarono. Noli condannano “il traditore venduto ai serbi” con la morte<br />
in assenza. Mentre Zogu condannò “l’agente di Mosca” il vescovo rosso con<br />
l’ergastolo. Loro a parte la stessa sorte di aver trascorso gran parte della loro<br />
vita in esilio, aveva anche delle cose in comune. Purtroppo come due<br />
albanesi non riuscirono a collaborare. Sia Zogu sia Noli venisse al potere<br />
con mezzi non costituzionali.<br />
Lo staff di Noli non si sottopose mai al parlamento e neanche le elezioni non<br />
si tennero mai durante la sua carica. La loro convinzione che la salvezza<br />
sarebbe giunta da fuori fece sì che loro perdessero il loro potere. Gran parte<br />
della sua semestrale permanenza al potere lui la passò fuori dalla sua patria,<br />
ospitato dalla “Lega delle Nazioni” in cerca di aiuti finanziari e del<br />
riconoscimento politico.<br />
Al suo ritorno a ottobre il paese era avvolto nel caos, mentre l’arrivo a<br />
dicembre della rappresentanza Sovietica lo sconvolse terribilmente perché<br />
erano troppo tardi. Anche se lui non incontrò mai la rappresentanza<br />
Sovietica, incise drasticamente la vita politica di Noli e del suo governo.<br />
Dall’altra parte il ritorno di Zogu al potere con l’aiuto delle truppe serbe nel<br />
1924 fece sì che molte persone mettessero in dubbio il suo patriottismo. La<br />
consapevolezza per questo sbaglio, o per provare che lui non era un<br />
fantoccio serbo spinse Zogu a buttarsi totalmente nelle braccia dell’Italia,<br />
che in quel periodo tentava l’egemonia nei Balcani, intenzioni che erano in<br />
netto contrasto con gli interessi serbe e greche nei riguardi del territorio<br />
Albanese. Bisogna dire anche che Noli e Zogu inizialmente erano in<br />
alleanza, e si pensa che quest’alleanza iniziasse nel 1920, quando Zogu fu<br />
uno degli ispiratori per la creazione di una chiesa ortodossa in Albania, la<br />
quale lui la vedeva come un fattore di unità della nazione. Nel 1921 Zogu<br />
combatteva per la sicurezza del governo provvisorio, lui era Min. degli<br />
Interni. Noli facevano l’impossibile per migliorare l’immagine dell’Albania<br />
nell’arena internazionale,lui era min. degli esteri sotto lo stesso governo di<br />
Xhaferr Ypi. Loro erano anche membri dello stesso gruppo politico, il<br />
Partito Popolare. Mentre Zogu faceva parte del braccio conservatorio,<br />
mentre Noli di quello liberale di questo partito. Anche nei ministeri che<br />
dirigevano Zogu, da gran conservatore che era, tentava di mantenere l’ordine<br />
pubblico, mentre Noli, gran liberale qual era, tentava il miglioramento della<br />
situazione tramite il rispecchio dell’immagine del paese nel mondo. Noli era<br />
il rappresentante della diaspora nel parlamento. Gli albanesi venuti da<br />
Boston e in generale all’inizio degli anni 20 dall’America erano tutti suoi<br />
seguaci. Anche gli intellettuali e gli istruiti nell’occidente, che erano contrari<br />
al potere dei grandi feudi e proprietari terrieri rappresentati da Zogu,<br />
sostenevano Noli. Cioè dal 1920 al 1922 questi due uomini si sono trovati a<br />
63
fianco a fianco l’uno con l’altro nonostante la loro breve collaborazione, i<br />
frutti del loro comportamento si sarebbero sentiti per molto tempo.<br />
Durante questo periodo, Zogu nella carica di ministro degli interni, ebbe<br />
molto successo e riuscì a stabilire l’ordine e la tranquillità, a volte con la<br />
forza e a volte con la riconciliazione tra le famiglie rivali. 92 Mentre Noli<br />
come ministro degli esteri creò al paese una nuova immagine moderna<br />
nell’arena internazionale. Si può dire che questo era il periodo di<br />
collaborazione tra Zogu e Noli. Mentre lo stato albanese divenne parte della<br />
“Lega delle Nazioni”nel 1920 e cominciò a godere la riconoscenza<br />
internazionale, compreso la conoscenza ufficiale da parte degli USA,<br />
nell’ottobre 1920 quando l’ambasciatore americano Ulisse Grant Smith<br />
arrivò a Tirana per presentare le sue credenziali presso “l’Alto Consiglio”<br />
dei Ministri. Non si sa quanto è vera la notizia che la Banca Albanese stava<br />
studiando l’introduzione nel mercato di una banconota con le immagini di<br />
Noli e di Zogu, ma questo poteva essere troppo per loro.<br />
1.17DESCRIZIONE DEI GOVERNI 1921 - 1924<br />
IL GABINETTOVRIONI (11.07.1921 – 16.10.1921)<br />
Il gabinetto Vrioni è stato costituito nel periodo di crisi nei rapporti interni a<br />
causa dell'intervento jugoslava in Albania, quindi questo governo era frutto<br />
di un’alleanza tra i due maggiori partiti; 93<br />
Partito Popolare e il Partito Progressista.<br />
92 .Ilir Ushtelenca: Diplomacia e mbretit Zogu I-re 1912-1939. Toena- Tirana 1995. pg. 23.<br />
93 Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 133.<br />
64
Vrioni, Frasheri, Shkoza del Partito Progressista. Delvina, Evangjeli,<br />
Peci,Kacimba del Partito Popolare. Il Gabinetto è stato votato all'unanimità,<br />
non c'era nessun voto contro.<br />
La sua composizione ha lasciato malcontento molti gruppi, specialmente<br />
quelli di Valona.<br />
I gruppi insoddisfatti dei due partiti sono stati raccolti nel mese di ottobre<br />
1921 e hanno creato a Valona l’alleanza “Sacra Unione”. 94<br />
Il Grande gruppo dei deputati che sono stati inclusi anche Gurakuqi, Zogu,<br />
Kruja, Kokoshi, Mitrovica ha chiestoil 16 ottobre 1921 nell’interpellanza il<br />
Primo Ministro a causa del suo conflitto con il ViceMinistro della Guerra,<br />
Mustafa Maksuti. Quest'ultimo si lamentava che il Primo Ministro ha<br />
esercitato le proprie competenze di ViceMinistro durante l'assenza di<br />
Ministro della GuerraShkoza, che era in viaggio all'estero.<br />
Il dibattito, a quanto pare formale, ha portato a una crisi di governo in cui<br />
quattro membri hanno chiesto le dimissioni ein seguito:<br />
nel voto di fiducia si decide di scogliere il governo, con trentanove voti<br />
contro.<br />
IL GABINETTO EVANGJELI (16.10.1921– 06.12. 1921)<br />
Il governo Evangjeli è venuto come prodotto della "Sacra Unione", che per<br />
questo ha creato in precedenza un gruppo (Curri, Rustemi, Koculi) il quale<br />
esaminava e approvava i candidati per i ministri, prima di venire al<br />
Parlamento. 95 Anche in questo caso il governo è stato votato unanimemente.<br />
Il suoprogramma era nazionale, un impegno prioritario per il riconoscimento<br />
internazionale dell'Albania, tutela dell'ambiente, l'integrità profonde riforme<br />
in istruzione, finanza, amministrazione locale, ecc.<br />
Presto, l’appoggio del governo in parlamento, si è oscillato a causa dei<br />
conflitti tra il governo e il “Consiglio Supremo”.<br />
Quest'ultimo, in particolare i suoi due membri, Aqif Bicaku, e Luigi Bumçi<br />
erano critici del governo, della sua composizione e il ruolo dei capi<br />
dell'esercito e della polizia, nominati dal governo.<br />
Era il momento in cui per espremerela ribellione di Mirdita èstata<br />
nominataAhmed Zogue Bajram Curriresponsabili delle forze militari. Il<br />
Consiglio Supreme, sotto pretesi della grave situazione nel nord, ha chiesto<br />
la chiusura del parlamento e di dare la necessaria libertà al governo di agire.<br />
94 Afrim Krasniqi: Sistemet politike ne Shqiperi 1912 – 2008. Ufo Press. Tirana 2009. pg 83.<br />
95 Kastriot Dervishi: op. cit. pg. 146.<br />
65
Il decreto è stato respinto dai deputati, ma dopo molte discussioni, è stato<br />
votato con 41 voti a favore, 10 contrari e 4 astensioni.<br />
L’accordo di Zogu con i ribelli in Mirdite per la soluzione pacifica ha<br />
portato nuovi conflitti.<br />
Il Consiglio Supremeha chiesto cambiamentonel governo, facendo il modo<br />
di nominare Ministro della Guerra,Qazim Koculi e Shuk Gurakuqi come il<br />
ministro dell'Istruzione, e il Primo Ministro ha proposto per i posti Mustafa<br />
Maksutin e Kole Thaci.<br />
Le parti non si sono messe d’accordo, il conflitto s’intensificò, due ministri<br />
Dakli e Dibra si dimetterò, ma il primo ministro e li ha sostituiti con Kole<br />
Thaçin e Rexhep Mitrovicen.<br />
IL GABINETTO KOCULI (06/12/1921 - 06/12/1921)<br />
La crisi sembra non avere soluzione e l’attività delle principali istituzioniera<br />
stata sospesa. Il Parlamento è stato sciolto, il governo e il “Consiglio<br />
Supreme” non andavano d’accordo.<br />
Approfittando di una situazione grave, il 6 dicembre una rappresentazione di<br />
deputati ha sollecitato le dimissioni al Primo MinistroEvangjeli, dicendo che<br />
è stato respinto dal “Consiglio Supremo”. 96<br />
Il primo ministro ha dato le dimissioni sotto la minaccia di vita e nel<br />
tentativo di evitare qualsiasi conflitto armato.<br />
Al suo posto è stato subito nominato Qazim Koluci, che ha creato il nuovo<br />
governo.<br />
Faceva parte Fan Noli, Gurakuqi, Hoxha ecc. In circostanze normali, un tale<br />
governo sarebbe destinato a percorrere strada, ma rimane gabinetto con la<br />
più breve vita nella storia dello Stato Albanese, e forse anche nella storia dei<br />
governi europei. 97<br />
Il primo ordine del Primo Ministro era per il controllo della posta segreta e<br />
telegrammi, ma dopo alcune ore, la sua decisione era considerata un grande<br />
scandalo e il Primo Ministrosi è dimesso davanti al “Consiglio Supreme”.<br />
Testimoni del tempo dichiaravano che anche la vita di Koculi era in pericolo<br />
e fu tentativo di assassinio contro di lui, proprio a causa di questa decisione.<br />
IL GABINETTO DI HASAN PRISHTINA<br />
(07/12/1921 - 12/12/1921)<br />
Dopo venti anni di carriera politica e un partecipante attivo nei momenti<br />
96 Kastriot Dervishi: pg.149.<br />
97 Afrim Krasniqi: Sistemet politike ne Shqiperi 1912 – 2008. Ufo Press. Tirana 2009. pg.84.<br />
66
ipide e difficili storiche, un politico dal Kosovo, Hasan Prishtinadal<br />
Kosovo, sarebbe diventato il Primo Ministro d’Albania. 98<br />
Era l'autore che ha organizzato la rimozione di Evangjelit e Koculi, essendo<br />
uomo politico così forte del momento, ha ottenuto il mandato del “Consiglio<br />
Supreme” per la creazione del nuovo governo.<br />
Nel suo gabinetto facevano parte le figure politiche più importanti, come<br />
Noli, Gurakuqi, Curri, Dako, Kadriu, ecc, ma la sua fama ribelle e porta<br />
grave reazione contro un gruppo di deputati di Tirana, che sono fuggiti nei<br />
campi profughi in città. Prishtina subito licenziato dalla carica Ahmed Zogu,<br />
ex comandante delle operazioni in Mirdite, e si misero sotto controllo con<br />
una mano forte e la polizia militare.<br />
Il gruppo dei deputati infelici, sotto la direzione di Shefqet Verlaci, Sejfi<br />
Vllamasit, Sotir Peci, eccavvertiva delle azioni armate contro il governo.<br />
In queste circostanze, l’11 dicembre il Consiglio hachiesto Hasan Prishtina<br />
per presentare le dimissioni un giorno dopo il ritiro della Jugoslavia.<br />
IL GABINETTO YPI<br />
(26/12/1921 - 26/10/1922)<br />
Il Parlamento chiamato nella sessione approva Ypi Primo Ministro, e crea il<br />
nuovo governo e il suo programma.<br />
Fan Noli, allora presidente del Partito Popolare ha chiesto che le posizioni di<br />
presidente del partito e Primo Ministro siano unificate, ma la sua richiesta è<br />
stata respinta dalla maggioranza dei membri del partito.<br />
In queste circostanze Ypi è stato eletto primo ministro,nominato Noli<br />
Ministro degli Esteri.<br />
Nonostante le polemiche, alla fine dei loro deputati ha votato all'unanimità il<br />
governo, dando una grande possibilità a Ypi.<br />
Il Gabinetto Ypiha creato la stabilità di governo, dopo aver mantenuto il suo<br />
mandato per 11 mesi, più di altri governi precedenti. Nel suo gabinetto<br />
facevano parte personaggi politici con esperienza, ex-ministri e figure di<br />
primo piano nella vita politica, come Fan Noli e Ahmed Zogu.<br />
Questo sarebbe il primo caso anche l'unico che i due leader opositari politico<br />
che entrambi avrebbero fatto parte di un gabinetto di governo.<br />
Uno dei primi atti del governo è stato, la cancellazione di tutti gli ordini<br />
emessi dal “Presidente del Consiglio”Hasan Pristina.<br />
Ci sono stati istituiti nel dicembre 1921 Croce Rossa l'albanese,<br />
l’intelligence nazionale, il museo nazionale, si è decisa l’invito degli esperti<br />
per tutti i ministeri di specialisti stranieri, inglesi, ecc.<br />
98 Afrim Krasniqi:op. cit. pg. 85.<br />
67
Merito speciale del suo governo e il suo parlamento sono anche un supporto<br />
allo sviluppo e l'approvazione nel dicembre 1922, il documento<br />
costituzionale.<br />
"Lo Statuto ampliato di Lushnja".<br />
Durante questo periodo i gruppi critici in Parlamento, ha preso tre iniziative<br />
parlamentare; di rovesciare il governo con la mozione di sfiducia, ma in tre<br />
casi ha ricevuto voti di maggioranza.<br />
I critici del governo Ypi sono dimostrati votando contro Mehdi Frasheri,<br />
Stavro Vinjau, Ali Kelcyra, ma alla fine la maggioranza vota pro. 99<br />
In tutti tre i casi che si riferiscono alle accuse di pene severe per i politici<br />
implicati in azioni illegali.<br />
IL GABINETTO <strong>ZOGU</strong> (1) - (02/12/1922-03/03/1924)<br />
La strada di Zogu per arrivare alla posizione più alta nel governo è stata<br />
aperta soprattutto dopo il successo delle sue forze antigovernative nelle<br />
operazioni sotto Dibra, Shijakut di Durazzo.<br />
Il 2 dicembre 1922 si tennero le elezioni per i membri del “Consiglio<br />
Superiore”, dove per la prima volta è stato eletto il candidato rivale (tra i sei<br />
candidati) il primo ministro YPI e Coba. Nel suo gabinetto sono stati invitati<br />
ex primo ministro Pandeli Evangjeli, e diversi ex ministri. Tutti i ministri<br />
erano stati visti in tali compiti, quindi erano esperti nell’amministrazione e<br />
nel governo. Gli slogan principali della sua apparizione programma di<br />
governo è stata "il disarmo" e lo sviluppo del commercio, l'istruzione e<br />
l'industria. Zogu aveva promesso di riformare il sistema elettorale e la<br />
legislazione, profonde riforme in tutti i settori, ecc.<br />
L'opposizione ha dichiarato più volte in parlamento che, di fatto, Zogu era<br />
stato primo ministro già da un anno, quindi è solo diventato de iure. 100<br />
99 Kastriot Dervishi: op. cit.pg.156.<br />
100 Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006.pg. 174.<br />
68
Il primo governo guidato da Zogu ha ottenuto 37 voti a favore, 13 contro e 6<br />
deputati si sono astenuti.<br />
Zogu prende la direzione del partito come primo minstro, occupando anche<br />
il posto del Min degli Interni avendo solo 27 anni. 101<br />
Durante la sua prima direzione, Ahmed Zogu ha preso una serie d’iniziative<br />
e misure per modernizzare l'amministrazione e il funzionamento del nuovo<br />
stato albanese.<br />
Per la prima volta ha approvato le regole di funzionale del governo, una<br />
parte del modello seguito anche oggi.<br />
La più grande crisi gabinetto dello Zogu era quella del 1923, quando il<br />
Primo Ministro richiesto e approvato il licenziamento del comandante della<br />
gendarmeria, Shefqet Korca, ma quest’ultimo ha rifiutato e minacciato di<br />
opporsi al governo.Zogu è stato costretto ad accettare le sue dimissioni<br />
Ministro degli Interni in cambio di compromesso.<br />
Questa funzionesarà esercitata da qualsiasi ministro, in alternanza<br />
settimanale.<br />
Ahmed Zogu - Primo Ministro, Ministro degli Interni<br />
Huseyin Vrioni - Ministro della Giustizia<br />
Pandeli Evangjeli - Ministro degli Esteri<br />
Kole Ministro - Ministro della Finanza<br />
Spiro Koleka - Ministro Affari Mondiali<br />
Rexhep Mitrovica - Ministro della Pubblica Istruzione<br />
Ismail Tatzari - Ministro della Guerra<br />
1.18<strong>ZOGU</strong>PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 1925-1928<br />
101 Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 332.<br />
69
Prima di essere assunto alla<br />
Presidenza della repubblica,<br />
Zogu, per invito della<br />
Reggenza e soprattutto per<br />
acclamazione<br />
dell’Assemblea Nazionale<br />
Costituente, assunse per<br />
alcuni giorni la Presidenza<br />
dei Ministri. 102 5 gennaio<br />
1925 Egli indirizzo alla<br />
Nazione un proclama che<br />
lessa anche all’Assemblea.<br />
Lo traduco perché è un<br />
documento storico originale<br />
(A.Q.SH) di rilevante valore,<br />
che testimonia le condizioni<br />
politiche e sociali albanesi di<br />
allora.<br />
“Popolo”<br />
Da quanto sono ritornato al<br />
potere, mi ritengo<br />
responsabile di fronte a te per l’esecuzione del mio programma, che espongo<br />
assieme al ricordo degli ultimi avvenimenti.<br />
I rivoluzionari, appoggiati dalle truppe in attività di servizio, abbatterono il<br />
Governo legale, disperso i tuoi rappresentanti, crearono un proprio Governo<br />
rivoluzionario che, in oltre sei mesi, non seppe mettere in esecuzione il loro<br />
programma buono e cattivo che fosse e non seppe far altro che imprigionare,<br />
ardere case e confiscare proprietà in danno dei sostenitori del Governo<br />
Legale.<br />
Quest’onta alla tua libertà era apportata direttamente da quegli ufficiali dai<br />
quali attendevi la difesa dello Stato e dell’onore nazionale.<br />
Un paese dove, assecondando le idee bolsceviche, non v’è sicurezza per<br />
l’onore, la vita e i beni, non può vivere in questo secolo.<br />
Zogu era arrivato alla conclusione che l’Albania non diventerebbe uno Stato<br />
con un’economia stabile senza aiuti dalle grandi potenze. 103<br />
Per porre fine a tale tenebroso periodo, basandomi sul decreto rilasciatoa suo<br />
tempo dal Governo Legale, inizia l’operazione, iltredici del mese scorso e il<br />
ventiquattro dello stesso mese le portai a compimento con pieno successo,<br />
102Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.) F. 416 D. 5 pg. 5.<br />
103Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.94.<br />
70
assicurando completa tranquillità e ristabilimento il Governo a Tirana in<br />
mezzo all’entusiasmopopolare.<br />
Affidatario dalla Reggenza la Presidenza dei Ministri, dopo la dimissione di<br />
Vrioni ho voluto incominciare con l’allontanare il soldato albanese dalla<br />
politica definitivamente e pertanto ho ripreso la mia attività sopprimendo il<br />
Ministero della Guerra e sostituendolo con un comando Generale delle Forze<br />
Armate. 104<br />
Per dare l’opportunità istruzione e disciplina all’esercito, che in questi ultimi<br />
tempi era diventato il nido dei partiti politici, sarà soppresso il vecchio<br />
sistema. E poiché il numero degli ufficiali è per noi eccessivo, scegliere fra<br />
essi una quantità sufficiente per la necessità delle Forze Armate, preferendo i<br />
più competenti e meno implicati nella politica. Gli altri sano esonerati.<br />
Per prevedere alla pubblica sicurezza sarà adatto tutto l’impulso possibile<br />
all’organizzazione di una gendarmeria forte, giusta e disciplinata, chiamando<br />
eletti organizzatori stranieri.<br />
Poiché gli incassi dello Stato non sono sufficienti, ridurremo le spese in<br />
modo tale da poter realizzare delle economie soltanto per opere pubbliche.<br />
S’imprenderà quanto prima il disarmo generale. Negli uffici amministrativi<br />
si precederà a riorganizzazione che apportino risparmi che renderemo noti.<br />
Lo Stato, piccolo e bisognoso di concentrarsi nella sua organizzazione e<br />
nello lavoro, seguirà una politica amichevole verso tutti.<br />
Non e tollererabile di essere nido d’idee di avventurieri che turbano la<br />
tranquillitàdel paese e degli Stati Finitimi.<br />
Rispettera i diritti di tutti gli Stati, ma in base alla reciprocità perché<br />
vogliamo essere egualmente rispettati anche noi.<br />
Brevemente: La nostra politica estera si riassume nella difesa<br />
dell’indipendenza e dell’integrità del nostro Stato.<br />
Prego: Iddio che mi assista onde mi faccia onore innanzi a te assieme ai miei<br />
colleghi.<br />
Questo documento è interessante perché fu scritto di proprio pugno da Zogu<br />
tra una firma e l’altra, tra un’udienza e un rapporto. Vi si riviene un<br />
elemento psicologico efficace in qualche variante:<br />
Zogu parla col popolo, in nome del Governo, ma in due punti che il<br />
lettoretroveràrilevati in corsiva, si fa sfuggire al verbo in prima persona<br />
singolare.<br />
E ne aveva ragione.<br />
Su di lui comincio a premere, al suo ritorno, la convinzione degli uomini di<br />
senso comune che bisognasse porre una sospensione definitivaa una<br />
democrazia che si basava su letture mal interpretata di tendenze, non<br />
conforta da tradizioni di disciplina e da cultura. Mi sia consentito di<br />
rivendicare a me stesso la paternità d’importanti innovazioni apportate allo<br />
104 Tirana (A.Q.SH.) op. cit. F. 416 D. 5 pg. 6.<br />
71
Statuto della Repubblica, che, d’accordo con Zogu propugnai e ottenei assai<br />
forte e tale da consentire al futuro prossimo Presidente, la dittatura per far<br />
fronte a qualsiasi tentativo demagogico del Potere Legislativo.<br />
Nel discorso inaugurale del 19 gennaio 1925 Zogu condanna l’esperienza<br />
bolscevica di Fan Noli e proclama la nascita del nuovo soggetto politico<br />
denominato ”Repubblica d’Albania”.105<br />
Il 31 gennaio l’Assemblea costituente approva la nuova legge fondamentale:<br />
il potere legislativo è affidato a una Camera e un Senato, il presidente della<br />
repubblica, e letto dal parlamento, è anche il capo dell’esecutivo e delle<br />
forze armate, a diritto di veto sugli atti delle Camere e nomina un terzo del<br />
senato.106<br />
In tutto il Paese fu un’esplosione impressionante di gioia.<br />
Quella sera si restarono prigioniere dalle dimostrazioni popolari per diverse<br />
ore in un albergo del centro di Tirana, perché i volontari di Zogu e il popolo<br />
seguendo un nostro antico costume si abbandonarono una sparatoria che non<br />
finiva mai ed era pericolosa, perché erano momenti che non si poteva da tutti<br />
sparare in aria. Deve intervenire energicamente la gendarmeria riorganizzata<br />
per far porre fine al fuoco.<br />
La sera stessa del 31 gennaio il Presidente hadetto il seguente proclama, i<br />
ncaricando di provvedere alla pubblicazione del caso.107<br />
Esso è interessante perché stratteggia l’Uomo deciso a tutto per i suoi ideali.<br />
105 Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 230.<br />
106 Antonello Biagini. Storia dell’Albania. Bompiani. Milano 1999 pg. 116-117.<br />
107 Tirana (A.Q.SH.) op. cit. F 416 D5 pg. 8.<br />
72
IL PRIMO DISCORSO DI <strong>ZOGU</strong> COME PRESIDENTE<br />
DELLA REPUBBLICA<br />
L’assemblea mi ha eletto presidente della Repubblica.<br />
Ho accettato il grande e grave onore nella fiducia che tutti i patrioti saranno<br />
ubbidiente alle leggi.<br />
In quest’occasione, rivolgendo a voi la mia prima parola come Vostro<br />
Condottiero, v’invito a riflettere ancora che, per il consolidamento dello<br />
Stato Albanese, per il rafforzamento dell’Amministrazione, per l’evoluzione<br />
e il progresso della nostra Nazione, necessitano la quiete pubblica e il<br />
lavoro, perché diversamente non potrà conquistare la fiducia e l’appoggio<br />
degli altri popoli. 108<br />
Voglio fermamente e irremovibilmente che l’Albania sia esempio di pace e<br />
di libertà.<br />
Mai non tollererò che sia insidiata da qualcuno la buona fede e la quiete del<br />
popolo, perche voglio che con la vostra saggezza e la vostra operosità, la<br />
Nazione conquisti gloriosamente un avvenire luminoso e un altro posto nella<br />
storia della civiltà.<br />
Il Presidente libero da pastoie e da intrighi parlamentari, si detta anima e<br />
corpo all’organizzazione dello Stato e inizio l’opera costruttiva con un atto<br />
di clemenza, promulgando un’ampia amnistia per i reati politici.<br />
Nel giugno di quell’anno fece diversi atti politici importanti che forzarono il<br />
Regime: fra i primi annovero la pressa di contatto diretta e cordiale con la<br />
popolazione più balli cosa della Nazione.<br />
Egli riceveva continuamente visite di gruppi e saggiamente penso che fosse<br />
meglio ricevere tutti in una volta i Capi e i Notabili di Scutari, Kosovo e<br />
Dibra, perche non soli assi entrassero collettivamente in rapporti col<br />
Presidente, ma anche perche si conoscessero tra loro una buona volta e<br />
passassero a scambi di rapporti più intensi e cordiali.<br />
Alla riunione presero parte 540 persone, le più rappresentative delle<br />
montagne e quasi tutte fiere di ricche tradizionali familiari per atti di valore e<br />
di cavaliere.<br />
I montanari, carichi di armi e splendenti di oro e di argento, si riunirono<br />
attorno al giovane Condottiero, il quale tennero loro un discorso forte e<br />
semplice, incisivo e cordiale, invitandoli alla pace, al lavoro, al patriottismo,<br />
alla concordia. E pratico della mentalità dei montanari seppe parlare in<br />
maniera tanto persuasiva che sì, pur avendo per rigido costume di non<br />
applaudire ma assentire con cenni del capo o con voce possente e unanime<br />
gli gridarono il loro affetto devoto.<br />
108Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F. 416 D. 5 pg. 9.<br />
73
L’adunata simpatica e geniale si chiusa promettendosi, i montanari fra loro,<br />
fede e assistenza reciproca; indi tutti assieme giurarono fedeltà al Presidente.<br />
Quell’adunata fu una mossa politicamente assai fini perche, se non tutte,<br />
molte vie furonochiuse agli’intrighi degli avventurieri.<br />
Ciò fatto si occupò personalmente della dispersione dei relitti del<br />
vagabondaggio politico che si celava qua e là in agguato, vigilando su<br />
l’esecuzione delle misure necessarie ad assicurare la tranquillità pubblica e<br />
la normalità amministrativa. Ma tutto fu operato entro i confini della più<br />
severa legalità. 109<br />
L’enorme lavoro di ricostituzione non distolse il Presidente che avoca a sé la<br />
Presidenza dei dibattiti del Coniglio Ministeriale dal preoccuparsi di gravi<br />
problemi economici e finanziari.<br />
Fece dunque costituire la Banca Nazionale d’Albania, la cui moneta è oggi<br />
la più solita d’Europa e rese possibili la formazione della SVEA (Società per<br />
lo Sviluppo Economico d’Albania), cui si devono importantissime opere<br />
pubbliche, delle quali alcune sono monumentali, quali, per esempio i ponti<br />
sul Mati e su la Vjosa. 110<br />
Alla politica estera il presidente diede sviluppi lungimiranti dei quali tratterò<br />
più in la.<br />
Ma un diabolico intrigo straniero turbò la dinamica attività del Presidente nel<br />
novembre 1926.<br />
Poche centinaia di montanari, ingannati dal male arti di vagabondi<br />
internazionali, tentarono un audace colpo su Scutari. Ma con una rapida<br />
operazione il tentativo folle fu subito stroncato. Quei montanari, è necessario<br />
dirlo, non era di coloro che l’anno precedente avevano giurato fedeltà.<br />
Registro ora un atto molto simpatico del presidente nei confronti<br />
dell’Armata ricostituita.<br />
L’8 giugno del 1927 egli distribuì le bandiere allarappresentanza del piccolo<br />
Esercitò. Allora suo segretario Generale, ma volli tornare riservatamente e<br />
per pochi istanti giornalista, perche volli dare la nota psicologica<br />
dell’avvenimento. E scrisse la seguente nota di cronaca, che, tradotta<br />
letteralmente, forse non dispiacerà al lettore perche, dà un po’ lo spirito della<br />
lingua albanese e lo stato d’anima delle folle nei confronti del Presidente.<br />
Mente e presentato l’anima propria attraverso i lampi degli occhi che dicono:<br />
Tu sei la Nazione libera, tu sei la nostra bandiera e il nostro fato, tu ci dai la<br />
luminosità di questo giorno. Con quest’acciaio col nostro sangue siamo per<br />
Te e con Te!<br />
109Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939.Toena. Tirana 2009. pg. 405.<br />
110Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.241.<br />
74
E passa il Presidente, la prima e la maggior sentinella della bandiera, passa<br />
in rassegna ufficiale e soldata, alle volte sorridenti, alle volte corrugando la<br />
fronte pensosa. Quindi si rivolge ai rappresentanti delle Forze Armate e dice:<br />
Signori Ufficiali<br />
Fino ad oggi vi ho affidato la difesa della Patria, e oggi aggiungo la difesa<br />
del suo onore, poiché vi consegno le Bandiere, che sono il simbolo<br />
dell’onore dello Stato.<br />
Alle buone qualità che abbiamo accreditato dai nostri padri, occorre che<br />
aggiungiamo qualcosa d’altro, giacché al valore di Alessandro e al<br />
patriottismo di Skanderbeg dobbiamo imporre la corona con una forte<br />
disciplina.<br />
I nostri erano convinti che, quanto avesse dovuto prostrarsi nella polvere la<br />
Bandiera nazionale, ne avrebbe tremato la terra. E tale convinzione<br />
dobbiamo averlo anche noi, custodendolo gelosamente nei nostri cuori.<br />
Io sono convinto che i miei Ufficiali mai e poi mai permetteranno che la<br />
Bandiera Nazionale sia in qualsiasi modo abbattuto, essendo sicuro che, se<br />
vi sarà,bisognasse essi sapranno morire da eroi! 111<br />
111Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F. 416 D. 5 pg. 13.<br />
75
1.19L'OMICIDIO DÌ LUIGJ GURAKUQI<br />
Come si è visto, dopo la sconfitta della<br />
rivoluzioneF. Konica è stato separato da Fan<br />
Noli e ha preso il lato di Ahmed Zogu. Il<br />
giornale "Dielli" ha riferito che sembra<br />
ovvio che lui è più legato col popolo che<br />
con Noli. Pertanto chiamava Noli ad<br />
accettare la sconfitta e rinunciare. Ma Noli<br />
lo considererebbe il ritiro come "tradimento<br />
allo spirito della storia".<br />
Entro la fine di gennaio, Noli lo sfida e<br />
organizzala prima emigrazione politica. Ha<br />
diretto a un gruppo di amici la proposta di<br />
elaborare per "una guerra continua" con la<br />
dichiarazione che il mondo è sorpreso dal<br />
silenzio che teniamo.Non ci fu risposto alla<br />
chiamata neancheLuigjGurakuqi eS.Vinjau<br />
dando il segno che questi dueLuigj Gurakuqi<br />
esponenti è prendevano le distanze da Noli e il suo programma. Noli non ha<br />
voluto credere e ha inviato un telegramma chiedendo che si pronunciarono<br />
chiaramente.<br />
Anche se volesse rispondere, Gurakuqi non ha avuto il tempo, come si è<br />
visto con del 5 marzo 1925, è stato ucciso in un attentato a Bari. 112<br />
L'attentato è stato organizzato dal console di Bari Saraci, amico personale di<br />
Zogu e funzionario permanente al suo servizio diplomatico.<br />
Non è un caso che il primo colpo è caduto sulla testa di Luigi Gurakuqi.<br />
Zogulo aveva visto come un pericoloso rivale fin dall'inizio della sua ascesa<br />
al potere. 113 Era una figura con un alto prestigio a Scutari e in tutto il nord.<br />
S.Vllamasi racconta che Zogu nell'estate del 1922 aveva proposto al<br />
commissario di poliziadi Scutaril’omicidio di L. Gurakuqi.Il Commissario lo<br />
racconta questo complotto a Sejfi Vllamasi, vice Ministro degli Interni, il<br />
quale si oppone.<br />
L. Gurakuqi è più pericoloso adesso, come un immigrato politico in Italia.<br />
Egli è noto per le sue tendenze filo-italiane.<br />
Come cattolico da Scutari potrebbe arrivare fino al Vaticano e questo li<br />
facilità i contatti a ogni livello. Perciò non andò con Noli, convinto che<br />
avrebbe potuto avere una voce a Roma. In questo caso, Gurakuqi potrebbe<br />
confondere le carte nel piano delle relazioni più strette con l'Italia.<br />
112Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 424.<br />
113Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg. 88.<br />
76
L'omicidio di Luigi Gurakuqi fu un colpo scioccante per Noli, il quale era<br />
stato al suo fianco nel suo governo, il più stretto collaboratore.<br />
Era un segnale anche per Noliperché, come si è visto, il tribunale l’ha<br />
condannato a morte per "tradimento contro lo Stato", piuttosto che due<br />
settimane dopo l'omicidio di L. Gurakuqi. 114<br />
Ladirezione di polizia di Vienna ha detto che sono stati inviati emissari da<br />
Zogu per eliminare Fan Noli e i suoi più stretti collaboratori.<br />
Il pericolo diventa reale quando Saraci deroghe come console da Barie si<br />
sposta a Vienna. La polizia di Vienna prendesse le misure di sicurezza,<br />
mentre Noli non usciva al pubblico. Proprio quei giorniarriva la notizia<br />
dell'omicidio di Bajram Curri nelle cave Dragobia. 115<br />
114Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.233.<br />
115Arben Puto: Op. cit. pg. 425.<br />
77
1.20RAPPORTI TESI CON LA JUGOSLAVIA A CAUSA<br />
DELL’AVVICINAMENTO CON L’ITALIA.<br />
La rivolta di Dukagjin gli si estranierà di più le relazioni tra Albania -<br />
Jugoslavia, portando Ahmed Zogu a un accordo con l'Italia. Jugoslavia<br />
aveva fallito nel suo intento di intervenire nella politica interna albanese. 116<br />
Nel gennaio del 1926 la Francia propone di firmare un patto di sicurezza tra<br />
Francia-Italia-Jugoslavia, il quale vietavaall’Italia l’espansione nei Balcani.<br />
Prima di questo fatto Mussolini avevaproposto un altro patto che era visibile<br />
al di fuori degli interessi della Francia e della Jugoslavia.<br />
Mussolini delega in Albania, Alessandro Lessona a parlare specificamente<br />
con Ahmed Zogu per la firma di un patto bilaterale, perché secondo questo<br />
patto arriverà il rafforzamento del paese a causa del rafforzamento della<br />
politica italiana. 117<br />
Dopo molti tentativi e trattative fu possibile firmare un trattato bilaterale di<br />
amicizia e di sicurezza tra l'Italia e l'Albania il 27 novembre 1926 conosciuta<br />
a livello internazionale come “Il primo patto di Tirana”. Questo patto<br />
consisteva di 5 articoli ed è stato firmato dal Ministro degli Affari Esteri di<br />
Albania, Hysen Vrioni e l'ambasciatore italiano a Tirana, Pompeo Aloisi.<br />
Nel primo articolo si sancita che l'Italia e l'Albania avevano dichiarato che<br />
qualsiasi violazione politica e giuridica di Albania era in conflitto con gli<br />
interessi di entrambe le parti. Quindi, nell'interesse di entrambe le parti non<br />
dovrebbero fare i firmatari di accordi politici e militari con altri paesi a<br />
scapito di uno dei firmatari.<br />
Ahmed Zogu da un telegramma accolto con favore il re italiano e decorato<br />
con “Kordonin e madh te Urrdherit Kombetar",Vittorio Emanuele III,<br />
educatamente restituito i saluti. 118<br />
Il patto è stato ratificato a Roma il 24 gennaio 1925 è stata classificata<br />
segreta ed è stato registrato nella Lega delle Nazioni l’8 febbraio 1927.<br />
Francia e Jugoslavia, anche se non piacciono per niente questo patto non ha<br />
fatto alcun passo espressivo contro di lui. L'unico stato che contestava<br />
questo patto era Unione Sovietica che ha chiamato quest’accordo come un<br />
"schiavo". Anche la diaspora albanese era contro questo patto.<br />
Causa alla firma di questo patto è dimessa il ministro degli Esteri della<br />
Jugoslavia Nincic al 7 dicembre 1926, che porta alla dissoluzione del<br />
governo jugoslavo il giorno successivo.<br />
Inoltre, il parlamento jugoslavo non ha ratificato il trattato di commercio e<br />
navigazione con l'Albania, la prima votazione dalla Camera dei deputati<br />
116Paskal Milo: Shqiperia dhe Jugosllavia (1918 – 1927). Enciklopedike. Tirana 1992. pg. 338.<br />
117Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.105.<br />
118Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).Gazeta e Korces 18 dicembre 1926.<br />
78
il 6 novembre 1926. Questo trattato sarebbe stato utile soprattutto per le zone<br />
di confine.<br />
Dopo gli eventi di fine anno 1926 le relazioni Albanesi - Jugoslavia si sta<br />
muovendo verso una maggiore irritazione.<br />
Un fatto che ha portato a un deterioramento delle relazioni è stato l'arresto<br />
dell’albanese-montenegrino Vuk Gjuraskovic e dei suoi collaboratori Kristo<br />
e Lipi Dhori, Abdulla Kalaja e Ligor Cerepi. Vuk Gjuraskovic fu accusato<br />
dal Ministero degli Interni albanese come agente della sicurezza<br />
jugoslava. 119<br />
Belgrado ufficiale ha reagito troppo duramente chiedendo la sua immediata<br />
liberazione attraverso una dichiarazione entro il 30 maggio 1927.<br />
Una posizione pro jugoslava ha tenuto Ceno Kryeziu, l'ambasciatore<br />
albanese a Belgrado. Dopo diverse trattative infruttuose Jugoslavia ha<br />
ritirato la sua ambasciata a Tirana. Proseguendo Jugoslavia, aveva chiuso e<br />
consolati in Valona, Scutari e Korca. In queste condizioni, Ahmed Zogu<br />
chiude l’ambasciata a Belgrado, incaricando l'ambasciata d’Italia a<br />
proteggere i diritti d’Albania.<br />
La risoluzione di questo conflitto avviene con l'intervento interstatale di<br />
Francia, Italia, Gran Bretagna e Germania. Nell’agosto 1927 avviene il<br />
ristabilimento delle relazioni diplomatiche tra Albania e Jugoslavia. Un altro<br />
fatto peggioradi nuovo queste relazioni, l'uccisione dell'ex ambasciatore<br />
albanese a Belgrado, Ceno Kryeziu. 120 Lui aveva apertamente espresso il suo<br />
malcontento verso il regime albanese. Fonti diplomatiche britanniche tra lui<br />
e Ahmed Zogu avevano lanciato una polemica politica.<br />
La stampa Jugoslava ha accusato direttamente gli avversari<br />
dell’amiciziajugoslavo-albanese di aver ucciso Kryeziu. Mentre d'altra parte<br />
viene immediata opposizione delle autorità albanesi che hanno<br />
negatocategoricamente il loro coinvolgimento in quest’omicidio. 121<br />
L’omicidio di Kryeziu ha dato un impatto a successivi miglioramentidel<br />
rapporto italo - albanese. 5 settimane dopo che l'omicidio è stato firmato il<br />
patto, che è entrato nella storia come il "Patto di Seconda Tirana". Si trattava<br />
di un’alleanza difensiva tra l'Italia e l'Albania, che era, registrata nella Lega<br />
delle Nazioni nel 3 gennaio 1928. Il patto è stato firmato dal Ministro degli<br />
Affari Esteri di Albania Iljaz Vrioni e l'Ambasciatore italiano in Albania,<br />
Ugo Sola.<br />
Il patto consisteva di sette articoli ed è stato una reazione contro il patto di<br />
sicurezza tra la Francia e la Jugoslavia.<br />
119Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.135.<br />
120Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. Pg416.<br />
121Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.263.<br />
79
Tutti gli accordi precedenti tra Italia e Albania alla Società delle Nazioni<br />
dopo l'adesione dell'Albania saranno accuratamente e fedelmente osservati.<br />
Quest’alleanza aveva una scadenza di venti anni. Secondo questo patto, i due<br />
stati si aiutano a vicenda in caso di guerra. Dopo la firma del patto di Ahmed<br />
Zogu,il Senato ha datodel titolo "Salvatore della patria". 122<br />
122 Kastriot Dervishi: op. cit. pg.264.<br />
80
1.21L'AZIONE DELL'ITALIA PER LA RICOSTRUZIONE<br />
ECONOMICA DELL'ALBANIA<br />
Se l'azione dell'Italia fu, come abbiamo visto, decisiva per la costruzione<br />
politica dell'Albania, non lo fu meno per la sua ricostruzione economica.<br />
I rapporti economici fra i due Stati furono impiantati convenzionalmente col<br />
trattato di commercio e dì navigazione del 20 gennaio 1924 seguito dalla<br />
convenzione di stabilimento e quella consolare, firmata qualche mese dopo<br />
(29 febbraio 1924). 123 Da allora l'Italia con successivi accordi, andò sempre<br />
più intensificando le importazioni dall’Albania, assorbendone quasi<br />
totalmente la produzione, benché la sua qualità non fosse di facile<br />
collocamento sul mercato italiano. Non andarono invece con pari ritmi le<br />
esportazioni, perché l'Albania seguitò a importare da altri Paesi, e soltanto<br />
negli ultimi anni quando l'Italia instaurò la politica dei contingentamenti e<br />
degli scambi equilibrati, si accentuarono, raggiungendo un'alta percentuale,<br />
le importazioni dall'Italia. Senza la quale, evidentemente, l'Albania non<br />
avrebbe avuto alcuna possibilità di vivere. Poiché la sua assistenza non si<br />
limitò a facilitare, anzi a render possibile, un collocamento dei suoi prodotti,<br />
ma fu intensamente rivolta a valorizzare l'Albania.<br />
Dal 1925 al 1939 furono impiegati nel suo territorio ben due miliardi di<br />
lire. 124 Enumerando tutto quel che si era fatto per iniziativa italiana, il conte<br />
Ciano nel discorso pronunziato alla Camera il 15 aprile 1939, poteva<br />
terminare. Quanto in questi ultimi quindici anni è stato compiuto in Albania<br />
è legato esclusivamente al nome dell'Italia, lavoro e capitali italiani, con<br />
l'ausilio dell'ottima mano d'opera albanese, hanno costruito i porti, tracciate<br />
le strade, bonificate le terre, trivellato i pozzi, frugate le miniere. Non<br />
ripeteremo qui la lista dei lavori compiuti e degli enti che li hanno condotti,<br />
ma ci limiteremo ad aggiungere:<br />
a) che se l'Albania ebbe una moneta aurea solidissima, si deve alla Banca<br />
nazionale d'Albania, che con tecnici e capitali italiani pose su basi sane la<br />
circolazione monetaria e la tutelò con criteri rigidissimi.<br />
b) che all'elevamento culturale e spirituale delle masse, oltre che sociale,<br />
l’Italia cooperò fervidamente.<br />
Tutto portava i due popoli a cooperare in ogni campo. L'Adriatico non li<br />
separava, ma li univa sempre più intensamente. E in Italia, che aveva dato,<br />
con l’Italo-Albanese, una letteratura all'Albania, si riprendevano con sempre<br />
maggiore intensità gli studi sull'Albania, con criteri non giornalistici né<br />
politici, ma schiettamente scientifici. Non possiamo dimenticare, in questo<br />
campo, le benemerenze dell'istituto per l'Europa orientale, di Roma, per la<br />
123 Amedeo Giannini:L’Albania dall’indipendenza all’Unione con l’Italia. Varese 1940. pg. 179.<br />
124 Amedeo Giannini:op. cit. pg.180.<br />
81
conoscenza dell'Albania.Lavori pubblici significano impiego di denaro a<br />
carico dell'Erario e si può immaginare come il nuovo Stato Albanese sorto<br />
dal caos delle guerre balcaniche, della guerra europea e delle successive<br />
rivoluzioni, terminato con la marcia in Tirana nel 1924, dovesse difettare di<br />
mezzi propri. Fra l'altro,l'Albania non aveva moneta propria, e sottratta al<br />
governo turco, rimasta per tanti anni in balia di mutevoli reggimenti politici,<br />
aveva finito col non credere più che all’oro e argento. Due istituzioni favori<br />
sin da quel tempo il Governo Italiano, la Banca di emissione che creò<br />
labanconota, e una Società che raccolse fra i istituti di credito 50,000,000 di<br />
franchi d’oro per un prestito albanese vincolato nei lavori pubblici.La rima<br />
di tali istituzioni è la BANCA NAZIONALE D’ALBANIA fondata nel 1925<br />
con un capitale iniziale 12,500,000 in franchi oro, con sede amministrativa<br />
Roma, sede centrale a Tirana, e filiali a Durazzo, Scutari, Valona e<br />
Saranda. 125 Il franco d’oro albanese, regolarmente quotato nelle borse di<br />
Trieste e Milano, equivale a lire italiane 3,66610; vi sono pezzid’oro di 20 e<br />
di 100 franchi oro, e banconote di 1, 5, 20, 100 franchi convertibili in oro.<br />
L’altra istituzione “SOCIETA PER LO SVILUPPO ECONOMICO<br />
DELL’ALBANIA”.<br />
Fonato nel 1925, collegata finanziariamente con la prima.<br />
Il prestito di 50 milioni, negoziato al 7.5 % fu convertito in moneta italiana,<br />
e rappresentò allora 212 milioni di lire. 126 Ma poiché le spese che l’Albania<br />
doveva affrontare erano immediate. Rediti futuri, fu concessa delle<br />
moratorie totali fini 1929, parzialmente per i due anni seguenti. Gli oneri<br />
125Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.102.<br />
126 Michele Craveri: Albania; il paese e le genti.Vallardi. Milano 1939. pg. 107.<br />
82
della moratoria furono assunti dal Governo Italiano, per evitare al giovane<br />
Stato, con l’accumularsi degli interessi composti, un ingente aggravio.<br />
Un primo assestamento del bilancio dato dunque dal 1926; ma un<br />
assestamento solo nel senso di regolare uniformità, e con un pareggio<br />
fittizio, perché i consuntivi delle entrate erano sempre inferiori ai preventivi<br />
delle uscite. Ne derivava un deficit annuale endemico, sui tre milioni di<br />
franchi oro, cioè una situazione fallimentare, cui il governo in un primo<br />
tempo rimediò col prestito italiano della S.V.E.A, di cui è detto sopra, che lo<br />
sgravava del pesante fardello delle opere pubbliche, e in un secondo tempo<br />
con l’altro prestito del 1931. 127 Pure concesso dal Governo Italiano di<br />
100,000,000 di franchi oro, senza interessi, senza data di rimborso, rimessa<br />
al giorno imprecisato e imprecisabile in cui lo Stato Albanese avrebbe avuto<br />
50,000,000 di franchi oro. Era la tranquillità, ma una tranquillità da<br />
amministrarsi e da tenersi cara, non da incoraggiare situazioni avventurose<br />
come quella che vi creò nel 1933, e che provocò da parte italiana il brusco<br />
arresto nel funzionamento del prestito.<br />
Ne segui una brutta situazione che non valse a sanare le misure restrittive<br />
adottate in tutta urgenza dal governo di Tirana a spese degli stipendi dei<br />
funzionari dello stato e dei fondi militari. Intervenne personalmente il Duce,<br />
nel febbraio del 1935, mettendo a disposizione 3,000,000 di franchi oro,<br />
necessari a pagare gli stipendi arretrati di molti funzionari civili e militari,<br />
alcuni dei quali erano arretrati di sei mesi.<br />
Per accelerare il processo di trasformazione dell’agricoltura albanese, fu<br />
firmato 19 marzo 1936 fra l’Italia e Albania un accordo per un prestito<br />
agricolo. L’Italia s’impegnava a versare al Governo albanese, in cinque rate<br />
annue, 10000000 di franchi oro; l’Albania a sua volta si obbligava a dare la<br />
preferenza nell’acquisto di materiali agricoli, ai prodotti italiani, e a<br />
rimborsare il prestito in cinquant’anni dal quinto anno successivo al<br />
versamento dell’ultima rata di prestito.<br />
Nella ricorrenza del venticinquesimo dell’indipendenza albanese,<br />
25 novembre 1937, il Governo Italiano rappresentato alle feste di Tirana dal<br />
Ministero delle Finanze offriva 1.400.000 lire oro per la costruzione della<br />
nuova strada da Tirana a Durrazzo: 600.000 lire oro per la costruzione di una<br />
casa per ragazzi e 10.000 lire per i poveri della capitale. 128<br />
Il rimborso del prestito garantito mediante le partecipazioni che l'A.I.P.A.<br />
deve corrispondere al Governo Albanese per lo sfruttamento delle zone<br />
petrolifere. Osservava fin dal 1931 il citato Senatore Tajani come i denari<br />
del prestito per i lavori pubblici avessero servito anche a far sorgere scuole e<br />
ospedali, edifici di posta e telegrafo, e i palazzi per i Ministeri.<br />
127Herman Bernstein, Hugh Grand. Diplomate Amerikane per mbretin Zog.Dardania. Tirane 1994. pg. 52.<br />
128 Pio Bondoli. Albania, quinta sponda d’Italia. C.E.T.I.M. Milano 1939. pg. 174.<br />
83
Il giovane, paese ha preso così anche esteriormente la fisionomia di stato<br />
moderno; qualche città, e la capitale soprattutto, si è occidentalizzata al<br />
punto da offrirvi l’albergo all’italiana, le strade pulite e illuminate, l'acqua di<br />
sorgiva e la luce elettrica. Molti agricoltori Italiani sono andati a coltivare la<br />
terra con metodi di oggi e hanno mostrato col fatto come si possano<br />
moltiplicare i prodotti migliorandone ancora la qualità. Ma i grandi lavori<br />
pubblici, che stanno cambiando volto dell’Albania, consistono specialmente<br />
nella costruzione di porti accessibili al moderno traffico, di strade<br />
percorribili con qualunque tempo, e in qualsiasi stagione, di ponti sui fiumi,<br />
di arginature e di bonifiche nel piano, ecc. 129<br />
I principali sono: il porto dì Durazzo, opera importantissima ideata dal<br />
compianto Senatore Luiggi; con una bocca di entrata di 200 metri, il porto<br />
possiede un chilometro e duecento metri di banchina, di cui 700 metri con<br />
fondale di 6 metri e il rimanente con fondale di 3 metri. 130<br />
Il porto di Durazzo serve a una gran parte dei traffici complessivi<br />
dell’Albania e a quasi tutto il traffico dell’Albania centrale e sud-orientale.<br />
Inoltre esso può dirsi il porto della capitale, da cui dista appena un'ora di<br />
automobile.<br />
Le strade e i ponti: Scutari-Puka con due grandi ponti, uno sul Pistal<br />
(m. 27,80), e l'altro di Vau i Dejes sul Drini (m. 209,94);<br />
Zogu-Dibra, col ponte di Rubigu su Fani (m. 148), Uraka (m. 124), Shoshai<br />
(m. 85);<br />
Kruja-Burreli;<br />
Tirana-Elbassan, con tre grandi ponti;<br />
Corso stradale ex ferrovia Durrazzo-Tirana con un grande ponte sull'Erzen<br />
(m. 71,60), e uno sul Limuthi (m. 39);<br />
Strada Lushnje-Brostar.<br />
129 Michele Craveri: Albania; il paese e le genti. Vallardi. Milano 1939. pg. 109.<br />
130 Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.245.<br />
84
1.22I PATTI DÌ TIRANA DEL 1926-1927<br />
Gli spazi per una possibile<br />
intesa balcanica si<br />
chiudono definitivamente<br />
e il governo di Roma torna<br />
a concentrarsi sulla<br />
situazione in<br />
Albania. 131 Col protocollo<br />
delle frontiere, così<br />
faticosamente terminato<br />
dopo cinque anni<br />
d’ininterrotte trattative,il<br />
processo storico di<br />
formazione dello Stato<br />
Albanese si può dire<br />
compiuto. 132 TIRANA, 1926<br />
Il giovane Stato, insidiato dai vicini, privo di tradizioni unitarie, doveva<br />
compiere uno sforzo non lieve per organizzarsi. Qui occorre invece porre in<br />
rilievo come l'atteggiamento dell'Italia,accennato nel precedente capitolo,<br />
non poteva non avere successivi sviluppi, alla loro volta, dovevano servire a<br />
consolidare l'Albania, ad assicurarle un respiro più largo, una maggiore<br />
sicurezza di potersi consacrare, nella fiducia della pace,all'opera non lieve<br />
della costruzione dello Stato.<br />
È sotto tale profilo che occorre esaminare gli accordi politici interceduti fra<br />
l'Italia e l'Albania.<br />
Essi si compiono in due tappe:<br />
La prima è rappresentata dal patto di amicizia e di sicurezza, firmato a<br />
Tirana,il 27 novembre 1926, col quale i due Stati, nell'intento di rafforzare i<br />
reciproci rapporti di amicizia e di sicurezza nei con fronti della loro<br />
posizione geografica, e di contribuire al consolidamento della pace,mossi dal<br />
desiderio di mantenere lo statu politico, giuridico e territoriale dell'Albania,<br />
nel quadro dei trattati di cui ambedue sono firmatari e del Patto della Lega<br />
delle Nazioni, riconoscono che qualsiasi perturbazione diretta contro lo statu<br />
quo politico, giuridico e territoriale dell'Albania è contrario al loro reciproco<br />
interesse.<br />
(art. 1) Per tutelarlo, s’impegnano a prestarsi il loro mutuo appoggio e la<br />
loro collaborazione e non finire con altre Potenze accordi politici e militari<br />
pregiudizi degli interessi dell'altra Parte, anche definiti nel patto stesso.<br />
131 Antonello Biagini. Storia dell’Albania. Bompiani. Milano 1999 pg. 119.<br />
132 Amedeo Giannini: L’Albania dall’indipendenza all’Unione con l’Italia. Varese 1940. pg. 171.<br />
85
(art.2)S’impegnano inoltre a sottoporre, una speciale di procedura per<br />
conciliazione e di arbitrato le controversie che venissero a dividerle e non<br />
fossero potuto esser risolte con le ordinarie procedure diplomatiche. Tale<br />
patto, entrato in vigore il 24 gennaio 1927, ha la durata di cinque anni e può<br />
essere denunziato o rinnovato un anno prima della scadenza. 133<br />
La seconda tappa è rappresentata dal trattato di alleanza difensiva, firmato a<br />
Tirana il 22 novembre 1927.<br />
Con esso i due Stati, desiderosi di riaffermare solennemente e di sviluppare i<br />
vincoli di solidarietà che felicemente esistono fra loro, e di dedicare ogni<br />
sforzo a eliminare le cause che possano turbare la pace esistente fra loro e<br />
con gli altri Stati, riconoscendo i benefici risultati di una stretta<br />
collaborazione, riconfermando che l'interesse e la sicurezza dell'uno sono<br />
reciprocamente legati all'interesse e alla sicurezza dell'altro, arrivano a<br />
un'alleanza difensiva, il cui unico scopo è di stabilizzare i naturali rapporti<br />
felicemente esistenti fra essi per assicurare una politica di pacifico sviluppo.<br />
Le clausole dell'accordo sono le seguenti: 134<br />
Art. 1.Tutti i trattati anteriori conclusi tra le due Alte Parti dopo<br />
l'ammissione dell'Albania nella Lega delle Nazioni saranno esattamente<br />
fedelmente osservati entro i limiti stabiliti dai testi dei medesimi, in modo<br />
che si avrà un'amicizia sincera e perfetta tra i due popoli e tra i due Governi,<br />
e un'assistenza reciproca, nell'intesa che ciascuna delle Alte Parti sosterrà gli<br />
interessi e i vantaggi dell'altra con lo zelo che usa per sostenere i propri.<br />
Art. 2.Vi sarà un'alleanza difensiva inalterabile tra l'Italia da una parte e<br />
l'Albania dall'altra per venti anni, la quale potrà essere denunciata nel corso<br />
del diciottesimo o del diciannovesimo anno della sua durata. Ove ciò non sia<br />
avvenuto, l'alleanza s'intenderà tacitamente rinnovata per un periodo eguale.<br />
Le due Alte Parti contraenti impiegheranno tutta la loro attenzione e tutti i<br />
loro mezzi per garantire la sicurezza dei loro Stati e per la difesa e tutela<br />
reciproca contro ogni attacco esterno.<br />
Art. 3.In conseguenza degli impegni assunti con gli articoli precedenti, le<br />
due Alte Partì contraenti agiranno d'accordo per il mantenimento della pace<br />
e della tranquillità, e nel caso che una delle Alte Parti sia minacciata da una<br />
guerra non provocata da essa, l'altra Parte impiegherà tutti i suoi mezzi più<br />
efficaci non solo per prevenire le ostilità ma anche per assicurare una giusta<br />
soddisfazione alla Parte minacciata.<br />
Art. 4.Qualora ogni mezzo di conciliazione sia invano esaurito, ciascuna<br />
delle Alte Parti s'impegna a seguire la sorte dell’altra, mettendo a<br />
disposizione dell'alleata tutte le risorse militari, finanziarie e di ogni altra<br />
natura, atte a portare un contributo per superare il conflitto, sempre che tale<br />
contributo sia richiesto dalla Parte minacciata.<br />
133Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.257.<br />
134 Amedeo Giannini: op. cit. pg. 174-175.<br />
86
Art. 5. Per tutte le ipotesi previste nell'articolo quattro, le due Alte Parti<br />
contraenti s'impegnano a non terminare o iniziare trattative di pace, di<br />
armistizio o di tregua senza un accordo comune.<br />
In una nota diretta dal Ministro d'Italia al Ministro degli A.Esteri d'Albania,<br />
e da questi ricambiata, era precisato, a proposito del trattato di alleanza<br />
difensiva e più specialmente nella deprecata eventualità che debba entrare in<br />
applicazione l'art. 4 del trattato stesso, che era vivo desiderio del Governo<br />
Italiano di dare al Governo Albanese le seguenti assicurazioni e i seguenti<br />
chiarimenti:<br />
Qualora, venute meno tutte le possibilità di impedire con mezzi conciliative<br />
una minaccia di terzi Stati contro uno dei due Stati alleati, questo si trovasse<br />
alla presenza di un attacco da esso non provocato, rendendosi necessaria la<br />
richiesta del concorso militare dell'alleato in difesa della parte attaccata, il<br />
Comando in Capo delle Forze interalleate sarebbe affidato, in Albania, al<br />
Comandante Supremo delle forze albanesi, e in Italia al Comandante<br />
Supremo delle forze italiane. Alla firma della pace le forze alleate venute in<br />
soccorso dell'altro Stato dovranno rimpatriare con i propri mezzi nel termine<br />
stabilito loro dal Comandante Supremo sotto i cui ordini avranno servito in<br />
territorio alleato. 135<br />
Questa lettera forma parte integrante del trattato di alleanza difensiva<br />
Italo-Albanese e sarà ratificata e in seguito registrata alla Lega delle Nazioni<br />
unitamente al trattato stesso.<br />
Per giudicare rettamente della portata degli accordi, senza prevenzioni<br />
politiche, occorre tener presente qual è il complesso delle intese che si<br />
stabiliscono con i due accordi.<br />
È innegabile che essi abbia un valore difensivo, basato sull'assoluta identità<br />
d’interessi. Ogni scopo offensivo è interamente escluso, e anzi è contrario ai<br />
patti.<br />
È innegabile che essi se ispirino al mantenimento dello statu quo, qual è dai<br />
trattati già conclusi, cioè tendano a garantire l'integrità dell'Albania nel<br />
territorio stabilito con i trattati. 136<br />
È innegabile che essi abbia lo scopo di evitare che si attenti all'indipendenza<br />
dell’Albania, cioè mirano, con il legame e viene a stabilirsi fra i due Paesi, a<br />
che non si possa profittare della piccolezza dell'Albania per offenderla, onde<br />
nei mezzi e nei fini rappresentano uno strumento di pace.<br />
Un rafforzamento della pace, nell’ambito del Patto della Lega delle Nazioni,<br />
di cui entrambi i Paesi sono membri.<br />
Infine è innegabile che le due Parti agiscano alla pari, in posizioni parallele e<br />
identiche, volontariamente, nell’eguale considerazione del comune interesse.<br />
135 Amedeo Giannini: op. cit. pg. 176.<br />
136P. Pastorelli: Italia e Albania 1924 – 1927 Firenze 1967. pg. 180.<br />
87
Si ha ogni cura di evitare che vi sia un protetto e un protettore. Onde parlare<br />
di un “protectorat deguisé”, come fa qualche autore jugoslavo è affermare<br />
cosa che era contraria dallo spirito e alla lettera degli accordi. 137 I quali sono,<br />
invece, veramente decisivi per consolidare la formazione del giovane Stato e<br />
per permetterne il consolidamento e lo sviluppo. Da tal punto di vista che<br />
abbiamo ritenuto indispensabile considerarli nel delineare il processo storico<br />
dell'assetto dell’Albania.<br />
Firmato l’accordo decide di aspettare ancora un anno per la trasformazione<br />
della repubblica presidenziale in monarchia al fine di preparare il terreno ed<br />
evitare ribellioni, sempre possibili. 138<br />
137 Amedeo Giannini: op. cit. pg .176.<br />
138 Antonello Biagini: Storia dell’Albania. Bompiani. Milano 1999pg. 120-121.<br />
88
CAPITOLO II<br />
<strong>AHMED</strong> <strong>ZOGU</strong> RE DEGLI ALBANESI.<br />
IL CONSOLIDAMENTO DELLOSTATO ALBANESE<br />
NELL’ARENA NAZIONALE E INTERNAZIONALE.<br />
2.1 LA PROCLAMAZIONE DEL REGNO DELL’ALBANIA 1<br />
SETTEMBRE 1928<br />
Il modello della Repubblica con<br />
il Parlamento, il Senato e il<br />
Presidente avrebbero dovuto<br />
durare sette anni in Albania.<br />
Ahmed Zogu è stato eletto<br />
presidente con un mandato che<br />
saliva fino al 1932 con la<br />
possibilità di rielezione. 139<br />
Comeun unico sovranosenzail<br />
disturbodei partiti politici<br />
opositari, con un<br />
Parlamentocontrollato da lui,un<br />
governoda lui stessodiretto come<br />
Presidentee come Primo<br />
Ministro,ha avutotutte le<br />
opportunitàdi mantenerequesto<br />
modellodi governo, almeno un<br />
altro mandato.<br />
Il secondo mandato<br />
avrebbescadere nel 1939tempo in<br />
cuiper ironia della sortesì e<br />
chiuso il periododi14anni.<br />
L'idea di annunciare la monarchia aveva i suoi sostenitori dal1925.<br />
A quel tempo due membri del parlamento avevano apertamente espresso la<br />
loro posizione, quindi avevano astenuto nella votazione per la forma<br />
repubblicana ma nel 1925, Zogu non era ancora certo e non aveva<br />
consolidato il potere, i suoi oppositori politici erano ancora attivi e che<br />
nessuno dei Grandi Potenze non davano segni per la riconoscenza della sua<br />
monarchia.<br />
139Afrim Krasniqi: Sistemet politike ne Shqiperi 1912 – 2008. Ufo Press. Tirana 2009. pg. 125.<br />
89
Avendo il bisogno diguadagnare tempo perconsolidare il potere<br />
politicoall'interno del paese edi convinceregli alleatistimolial di fuori,<br />
costringono Zoguad accettare unperiodo di transizione, che duròmeno delle<br />
sue attese.<br />
Nel 1928era l'Italia, lo Stato più potentenella parte meridionaled'Europa, che<br />
era interessato aunsostenibilelungo regimeproItalianon in Albania. L'Italiaha<br />
offertoa Zogu ilcambio del regime e di proclamarela monarchia.L'Italia era<br />
una monarchia in sé, anche i confinanti d’Albania pure, in questo modo il<br />
modello albanese non sarebbe un'eccezione per la regione, né per il governo<br />
italiano stesso. L'Italia aveva consigliato Zogu per una nuova forma di<br />
regimefin dal 1926, favorevole dal trattato militare e politico tra Italia e<br />
Albania, ma il Presidente Albanese rifiutò.<br />
Nel 1928 il tempo, i fattori e le relazioni tra i due paesi erano cambiati e<br />
allora, l'offerta non trova polemiche, invece, insieme con l'annuncio<br />
dellamonarchiaè stato firmato il patto militare Italo – Albanese.<br />
I consiglieri militari italiani prendevano un ruolo principale nel consiglio e<br />
l'orientamento dell'esercito albanese. Secondo un punto particolare, in caso<br />
di guerra, il capo consulente italiano divennegenerale dell'esercito albanese,<br />
un evento senza precedenti nella storia di un paese.<br />
Il progetto di Zogu ha trovato il consensodel popolo e della politica.<br />
Durante il periodo Repubblicano Zogu sì è riuscito ad assicurare una<br />
maggioranza, ma mai un governo assoluto, perche avevano paura delle<br />
grandi potenze. 140<br />
Il regno di Zogu si basa, almeno apparentemente, su un concretto<br />
programma di riforme nel Paese su modello di quelli europei e i legislatori<br />
che tra il 1929 e il 1932 sonno incaricati di redigere il codice civile, penale e<br />
commerciale, si ispirano ai codici francesi e italiani. 141<br />
Alcuni autori accusano i metodi della polizia e le elezioni manipolate che<br />
hanno portato alla creazione di un’Assemblea Nazionale, fedele al<br />
Presidente, che poi vota all'unanimità per cambiare la forma del regime.<br />
Ma, riferendosi alla stampa del tempo e documenti diplomatici, con<br />
l'eccezione di un politico particolare, com’erano l’ex-premier Iljaz Vrioni<br />
allora Ministro degli Esteri, tutti gli altri politici erano sostenitori attivi o<br />
passivi della transizione monarchia. Inoltre non ci sono dati pubblici e fatti<br />
che dimostrano la piena portata delle frodi in elezioni, di più quandotra la<br />
nuova Assemblea e il vecchio parlamento hanno avutopoco cambiamenti.<br />
Un’altra spiegazione potrebbe essere che la coscienza democratica dei<br />
cittadini era ancora fragile e che il regimeera indisturbato dall’opposizione<br />
politica ecritica mediatica, cosi gli è semplificato il lavoro facile.<br />
D'altra parte i cittadini non avevano una seconda possibilità, avrebbero<br />
140Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.167.<br />
141 Antonello Biagini: Storia dell’Albania. Bompiani. Milano 1999 pg. 121.<br />
90
dovuto eleggere un dell'Assemblea per Zogu come Presidente e Primo<br />
Ministro o di eleggere un dell'Assemblea per Zogu come Re che in realtà,<br />
nell'esercizio del potere era quasi lo stesso.<br />
Il ricercatore Bernd Fischer dice:<br />
Il concetto della monarchia non era qualcosa di nuovo per gli albanesi.<br />
Passando al sistema monarchico del 1928 è stato un ritorno a un sistema<br />
più familiare, rispetto all’innovazione nel vero senso.<br />
L’esempio di Scanderbeg e gli ultimi 500 anni sotto il dominio ottomano<br />
avevano contribuito ampiamente a instillare questo principio.<br />
Quest’idea è stata ulteriormente rafforzata dal 1913, quando le grandi<br />
potenze nello scenario del XX secolo e riconosciuti, per la prima volta,<br />
indipendente l'Albania come un principato sotto la direzione del principe<br />
infelice Wied. Zogun loconoscevanol'elemento dellacontinuità storicasulla<br />
monarchiain Albania, che era prontoa tornarea quel sistema. 142<br />
Nel frattempo nel 1928, quando la monarchia è stata fondata in Albania,<br />
questa forma di regimeè stata molto sostenuta in tutte le regione.<br />
Quasi tutti i paesi confinanti dell'Albania (Serbia, Romania, Bulgaria, Italia,<br />
Grecia) avevano come leader dello stato le famiglie reali.<br />
L'unico Stato regionale che ha mantenuto la forma parlamentare della<br />
Repubblica è stato la Turchia. In un piano più ampio, in Europa, il numero<br />
degli stati con il repubblicano monarchico era quasi uguale.<br />
Così, la forma monarchica era in Belgio, Danimarca, Estonia, Ungheria,<br />
Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Romania, Svezia, Gran Britannia ecc.<br />
La forma repubblicana del regimeè stata conservata in: Austria, Francia,<br />
Germania, Finlandia, Polonia, Portogallo, ecc.<br />
In queste circostanze esterne e interne, l'idea del Regno ha avuto il sostegno<br />
della maggior parte dei cittadini, i gruppi conservatori, conti e nazionalisti in<br />
cerca di uno Stato forte per proteggere l'interesse nazionale, così come lo<br />
stato più influente in Albania, Italia.<br />
142Bernd Fischer: Tirana 1995 op. cit.pg. 141.<br />
.<br />
91
2.2 IL PERCORSO LEGALE DEL PASSAGGIO DALLA<br />
REPUBBLICA ALLA MONARCHIA.<br />
Il terminedella realizzazione del progetto per il passaggio alla nuova<br />
monarchia albanese è stato breve. In termini politici, media e circoli ufficiali<br />
vicini al Presidente montato una campagna massiccia e "spontanea" meriti<br />
civici, dove la principale attrattiva Zogu come salvatori della nazione. Anche<br />
a causa dell’enorme importanza che ha la storia e la memoria della figura<br />
albanese Scanderbeg, i sostenitori del presidente promuovono il legame di<br />
sangue tra il presidente ed eroe nazionale, che ha facilitato il passaggio della<br />
corona di Scanderbeg a un discendente della sua famiglia. 143<br />
In realtà, non aveva mai chiarito il pubblico per questo legame, tranne il<br />
fatto che entrambi erano dalla stessa regione. L'argomento principaleche<br />
difendela recente modifica del regime dei deputati e senatori è stata la<br />
necessità di un statuto democratico ed efficace, come il vecchio statuto era<br />
riuscito a produrre istituzioni e stabilità politica necessaria.<br />
Nel campo l'unica difficoltà è stata la definizione legale di "Statuto<br />
fondamentale della Repubblica" (1925), che ha rilevato che "la forma<br />
repubblicana di governo non può essere modificato in alcun modo".<br />
Per avviare quest’articolo, il Presidente con la qualità di Capo dello Stato,<br />
il’1giugno1928 aveva inviato un messaggio a entrambi i rami del<br />
parlamento, e ha chiesto di rivedere lo "Statuto fondamentale della<br />
Repubblica" ha lasciato intatte alcune questioni importanti per<br />
l'organizzazione stato. Per questo motivo, il Presidente della Repubblica<br />
Ahmed Zogu, ha usato come argomento per convocare una riunione<br />
congiunta dei due rami del parlamento, al fine di modifiche o integrazioni<br />
nella costituzione. Questo incontro è stato realizzato il 6 giugno. In questa<br />
riunione si è incentrata su un esame approfondito e fondamentale dello<br />
statuto e la forma di sistema politico di governo. Alla fine entrambe le<br />
camere del parlamento approvano la clausola dell'articolo 141 dello Statuto<br />
secondo cui: “Il ripasso generale dello statuto appartiene alla Costituente”. 144<br />
Al momento di decidere la necessità di rivedere le esigenze complessive<br />
dello Statuto, secondo la procedura descritta in quest’articolo, le due camere<br />
si sciolgono automaticamente chiamando cosi le nuove elezioni per<br />
l'Assemblea Costituzionale ai sensi dell'articolo 47 dello Statuto.<br />
Le elezioni sono state nominate il 17 agosto 1928. Anche se le elezioni<br />
formali, senza un partito d’opposizione e con un’unica lista di candidati, il<br />
governo e i sostenitori del Presidente, con i sostegni finanziari italiani ed<br />
143Afrim Krasniqi: Sistemet politike ne Shqiperi 1912 – 2008. Ufo Press. Tirana 2009. pg. 128.<br />
144 Bollettino ufficiale: Tirana Nr 62. Dt 12.giugno 1928 pg. 10.<br />
92
esteri, realizzano una campagna elettorale, pacifica e rapida. Le elezioni del<br />
17 agosto hanno prodotto un’Assemblea Costituente con poche modifiche<br />
dal precedente parlamento e senato. Secondo la vecchia legge elettorale, un<br />
membro dell’assemblea e statoscelto per ogni 15.000 abbittanti. 145<br />
Assemblea aveva cinquantasette deputati, come il parlamento precedente. In<br />
base al numero dei residenti ed elettori aventi diritto al voto nei paesi<br />
parlamentari saranno suddivisi come segue: Gjirokastra e Korca da nove<br />
deputati, Scutariotto deputati, Berat sette deputati, Diber, Elbasan e Durazzo<br />
sei deputati,Kosovo 4 deputati e Valona con 3 deputati.<br />
Va detto che il nuovo Regno Albanese trova il sostegnoitaliano e subito<br />
dopo britannico. Una serie di altri Stati europei riconobbe il re e il Regno,<br />
mentre la Serbia inizialmente respinse, a causa della nomina del re, "degli<br />
albanesi" e non "d'Albania", che è stato visto come una provocazione. Allora<br />
con la pressione britannica, anche la Serbia si uniscecon i paesi che hanno<br />
riconosciuto il nuovo sovrano. L'unico stato che non ha riconosciuto per<br />
molto tempo il nuovo modello del regime e lo stesso Re era Presidente della<br />
Turchia, Mustafa Kemal Ataturk. Era inaccettabile per un paese con forti<br />
legami storici con la Turchia a rifiutare il modello della nuova repubblica<br />
turca e di passare a un sistema della vecchia monarchia. Un'altra ragione per<br />
la frustrazione turca èstata; percheZogu trascuravail rapporto con questo<br />
paese e nelle medie occidentali. Ha lanciato una campagna di avvertire,che il<br />
modello Albanese dovrebbe essere seguire anche il Presidente Turco.<br />
145 Joseph Swire: Shqiperia, ngritja e nje mbreterie. Dituria.Tirane 2005.<br />
93
2.3 LA FORMA GIURIDICA DELLA MONARCHIA<br />
Il 25 agosto il Presidente ha convocato la prima riunione dell'Assemblea.<br />
Il primo punto è statola necessità per il cambiamento dello “Statuto<br />
fondamentale di Stato". Gli argomenti principali dei soci consistevano nel<br />
bisogno che il paese ha bisogno di una stabilità a lungo termine, il modello<br />
repubblicano non ha dato i risultati attesi, e i cittadini volevanola tranquillità,<br />
la stabilità e un capo di Stato al di fuori dal gioco politico e d’influenza.<br />
L’1 settembre 1928, solo sei giorni dopo l’iniziativa di dibattiti parlamentari,<br />
l'Assemblea Nazionale all'unanimità proclama la Monarchia.<br />
Ai sensi dell'articolo 1 dello Statuto fondamentale di Stato, l'Albania si<br />
dichiara "Regno Democratico, Parlamentare e discendente ".<br />
Ahmed Zogu si proclama Re degli Albanesi. 146 In questo modo terminerà il<br />
periodo, della corona reale di un principe straniero, il modello con il<br />
Consiglio Supremo e gli anni del modello di stato repubblicano 1925 - 1928,<br />
lasciando al paese una nuova forma di governo, la seconda monarchia.<br />
La decisione dell'Assemblea nazionale, dell’1 settembre 1928: Assemblea<br />
Costituente, con il potere nazionale, sovrana, ispirata dalla notevole<br />
disponibilità delle persone, per gli interessi vitali della patria nell’1<br />
settembre proclamò re degli albanesi nominato Zogu I, il “salvatore della<br />
Patria”, il discendente della famosa famiglia Zogolli.<br />
A differenza di precedenti forme la dichiarazione del regime che in questo<br />
caso sarà presa in un parlamento eletto nelle elezioni popolari, in modo da<br />
quindi, indirettamente, evitando il voto diretto. Nel 1912 la forma regime è<br />
stata decisa dall'Assemblea di Valona, 1913 è stato rilevato dalle Grandi<br />
potenze, nel 1920 è stato votato dai delegati dal Congresso Lushnja e la<br />
forma repubblicana del 1925 è stata votata in parlamento.<br />
In sedici anni i cambiamenti da tre o quattro regimi, in sostanza, erano un<br />
indice d’instabilità interna, la crisi d’identità dello Stato e l'incapacità della<br />
classe politica di prendere decisioni a lungo termine. Tutti questi argomenti<br />
sono stati menzionati e sono stati accettati dai deputati del 1928, per un<br />
governo a lungo termine, che non sostenterebbe il cambiamento della forma<br />
di governo, né le crisi politiche all'interno del paese. La nuova forma del<br />
regimesarebbestata normalmente accompagnata da notevoli cambiamenti<br />
nella forma di organizzazione statale, la separazione dei poteri e la<br />
costruzione di nuove relazioni tra la società ei poteri decisori. Sicché il<br />
presidente Ahmed Zogu aveva guadagnato un grande potere, il passaggio<br />
dalla repubblica alla monarchia nell'opinione pubblica è stato visto come<br />
qualcosa che si aspettava. 147<br />
146 Lo statuto del Regno Albanese, Tirane 1928. Art.1.<br />
147Aurela Anastasi: Institucionet politike dhe e drejta kushtetuese (1912-1939). Tirane 1998.<br />
94
2.4 LO STATUTO DEL REGNO<br />
Dopo aver dichiarato la forma del regime, l'Assemblea Costituente ha<br />
adottato lo statuto del Regno d’Albania.<br />
Sorse nel frattempo una commissione presieduta dal Presidente<br />
dell'Assemblea Generale che ha rivisto il progetto che è venuto su un voto il<br />
27 ottobre e approvata entro l’1 dicembre 1928. 148<br />
Lo statuto è stato diviso in 7 capitoli e 2<br />
disposizione temporanea, il totale era di<br />
234 elementi. Lo statuto si apre con le<br />
parole;<br />
La Nazione Albanese, libera, fiera e<br />
piena di speranza per lafutura felicità,<br />
con grande desiderio e oscillare per<br />
rafforzare l'unità nazionale e la sicurezza<br />
della patria e la bontà generale delle<br />
persone nel rispetto delle tradizioni<br />
storiche della nazione che forniscono<br />
generazione un futuro risparmio. 149<br />
Il primo capitolo composto di sei articoli<br />
e determinava la forma di regime in<br />
Albania come il Regno Democratico,<br />
Parlamentare e discendente,<br />
indipendente, laica,con la capitale<br />
Tirana.Ilsecondo capitolo determinava i<br />
poteri dello stato, dove il più altoera<br />
illegislativo condotto congiuntamente dal Re e dal Parlamento.<br />
Il potere esecutivo in pratica apparteneva al re esercitato attraverso il<br />
Consiglio dei Ministri. Questo consiglio si decretava dal re e si approvava<br />
dal Parlamento.<br />
Il potere giudiziario era esercitato dai tribunali, le decisioni erano assunte in<br />
nome del re. Questo capitolo è stato diviso in tre parti.<br />
La prima parte, "il potere legislativo", si parlava sulle funzioni del<br />
parlamento e le qualità necessarie per essere un deputato, che si chiedeva di<br />
avere più di trenta anni.<br />
La seconda parte, "il potere esecutivo" sanzionava i diritti del re, definito<br />
come discendente solo in linea maschile.<br />
Il Re, in ogni caso doveva avere raggiunto l'età di diciotto anni e di fare il<br />
giuramento di fronte al Parlamento, dinanzi alla commissione sul trono.<br />
148Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.279.<br />
149Lo statuto del Regno Albanese, Tirane 1928. Premessa.<br />
95
Il giuramento di Ahmed Zogu:Re degli Albanesi!<br />
Io Ahmed Zogu, Re degli Albanesi, nel momento in cui salgo al trono del<br />
regno albanese, giuro su Dio onnipotente, che lotterò per l'unità nazionale,<br />
la sovranità statale e integrità territoriale. E servirò anche a tutelare lo<br />
statuto e agirò secondo le leggi adottate, pensando sempre per il bene del<br />
popolo. 150<br />
Questo giuramento è stato presentatol’1 settembre1928, alle 17:00, davanti<br />
all’Assemblea costituente. Il Re era il più alto organo dello Stato,<br />
Comandante Generale delle forze armate. 151<br />
Poteva dichiarare la guerra, sottoscriva trattati d’amicizia, (a conoscenza del<br />
Parlamento), ha il diritto al condono, ecc. Il Re si poteva sposare solo con il<br />
permesso del Parlamento. I discendenti che potevano nascere al di fuori dei<br />
legami matrimoniali approvano dal Parlamento non gli erariconosciuto il<br />
diritto di successione al trono.<br />
Il re portava il titolo di "SuoMaestà" (Sa maestà), l’erede portava il titolo di<br />
"Principe degli Albanesi" (Son Altesse), la regina e la madre regina<br />
portavano il titolo "Sua Maesta" anche i re fratelli e sorelle, ei loro figli che<br />
porta il titolo di principe o principessa.<br />
I membri della famiglia reale non potevano essere nominato ministro.<br />
Nessuno straniero non poteva essere nominato ministro.Fu una lunga<br />
discussione in Parlamento su questo punto in cui MP e Mihal Kaso<br />
Harallamb Papadhopudhi erano contro questa regola, invece pro questa<br />
regola erano Abdurrahman Dibra, Sulejman Starova ecc.<br />
Secondo Dibra il problema non è gli in termini di distinzione tra le razze.<br />
Alcuni MP avevano posto la domanda se quest’articolo veniva contro le<br />
regole della "Lega delle Nazioni".<br />
Nella parte della magistratura ha indicato che i giudici sono indipendenti nel<br />
dare decisioni e fare affidamento soltanto sulla legge. Dichiarata<br />
l'inviolabilità dei giudici e dei pubblici ministeri e ha riconosciuto il diritto<br />
della difesa per gli imputati. Tutti i giudici ei pubblici ministeri erano<br />
nominati dal Re, dopo la proposta presentata da una commissione speciale<br />
istituita presso il Ministero della Giustizia. La più alta corte del paese era la<br />
"Corte di Dettatura", che consisteva di ramo civile e penale. La "Corte<br />
Suprema"dello Stato è stata formata dal R e con un proposito decreto, per<br />
giudicare le questioni dei ministri e alte autorità della giustizia.<br />
Il terzo capitolo "Le finanze dello Stato", obbligava la gente a pagare le<br />
spese statali. Altri articoli trattavanoil budget, la ricchezza minerale, acqua.<br />
Il quarto capitolo si riferiva all'organizzazione del "Consiglio di Stato".<br />
150Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.190.<br />
151Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F 416. D. 6 pg. 3.<br />
96
Il quinto capitolo dichiarava che le forze di difesa nazionale, erano composte<br />
di Esercito e della gendarmeria Nazionale.<br />
Il sesto capitolo è dedicato alle libertà e ai diritti dei cittadini. Si precisava<br />
che ogni albanese viveva libero. Erano garantite la libertà personale,<br />
uguaglianza davanti alla legge, i diritti civili e politici, la sicurezza degli<br />
alloggi, la libertà di parola e di stampa, diritti di proprietà, il diritto di<br />
formare associazioni, il diritto alla privacy conservazione, ecc. La scuola<br />
elementare era gratuita e obbligatoria.<br />
Capitolo sette, aveva diverse disposizioni aggiuntive.<br />
Capitolo ottavo e nonoaveva disposizioni transitorie. 152<br />
2.5 L’ISTITUZIONE DEL RE<br />
152 I nove capitoli op. cit. sono stati prelevati dallo “Statuto del Regno Albanese”nella bibloteca nazionale<br />
albanese. Tirane 1928.<br />
97
Molte disposizioni dello statuto prevedono in modo prudente il ruolo di<br />
A. Zogu come Dio Onnipotente per tutta la vita e l'attività di questo regime<br />
monarchico. Nello Statuto si dichiarava che: "Il Re era il più alto organo di<br />
stato". 153<br />
Erano un gran numero di disposizioni che completano il primato del Re a<br />
qualsiasi organo altro stato.<br />
Re era giusto che quando si guarda ragionevolmente sciolse il parlamento.<br />
Lui poteva firmare i trattati con gli altri paesi.<br />
Il re era il comandante generale delle forze armate, e aveva il potere infinito<br />
nel campo dell’organizzazione e della leadership. 154<br />
Aveva il diritto di dichiarare guerra in caso di protezione. Poteva anche<br />
rimuovere in qualsiasi momento il Primo Ministro, i Ministri, e gli alti<br />
funzionari dell'amministrazione dello Stato.<br />
Così la posizione giuridica e l'ampiezza dei poteri che la Costituzione ha<br />
riconosciuto al Re, indicano chiaramente che era un autogoverno, era l’unica<br />
persona che aveva il controllo con pieni diritti a tutte le aree di attività dello<br />
Stato.<br />
L’istituzione con maggiore potere e diritto costituzionale era il Re.<br />
Istituzione del Re era individuale, nominale ed ereditato all'interno della<br />
famiglia.<br />
153Lo statuto del Regno Albanese, Tirane 1928.<br />
154Luan Omari, Aleks Luarasi:Historia e shtetit dhe se drejtes ne Shqiperi. Luarasi. Tirana 2007. pg. 376.<br />
98
2.6 LE COMPETENZE DEL RE SUGLI ORGANI DELLO<br />
STATO<br />
Le competenze del Re sul Parlamento!<br />
Lo statuto riconosce competenze re evidenziati nella relazione al parlamento<br />
e del governo.<br />
Ai sensi dell'articolo 95 Il Re, quando vede necessario, ha il diritto di<br />
sciogliere il parlamento. 155<br />
Articolo 74 riconosce re poteri speciali per adottare leggi. Nel caso di leggi<br />
adeguate costi, il monopolio delle proposte era il re, non il governo e il<br />
parlamento.<br />
A differenza del veto Presidenziale, il quale ritorna una volta la legge al<br />
parlamento, il re aveva il diritto di rifiutare l'approvazione e richiede il<br />
ripasso della legge. Entro tre mesi non ha previsto l'adozione della legge, la<br />
legge intende respinta. 156<br />
Ai sensi dell'articolo 96, quando il Parlamento viene sciolto, e l'urgente<br />
necessità di apparire giustificato, il Re sotto la responsabilità del Consiglio<br />
dei Ministri ha il diritto di sviluppare decreti che l'apertura della sessione di<br />
chiudere entro 15 giorni devono essere presentate al Parlamento insieme la<br />
relazione che ne giustifichi.<br />
Ahmed Zogu è stato duramente attaccato dai suoi critici, soprattutto durante<br />
la dittatura, per la firma di un accordo con l'Italia fascista, che ha avuto la<br />
sua influenza con l'economia albanese e di altri settori importanti in Italia.<br />
Di fronte a competenze giuridiche e costituzionali, Zogu non è responsabile<br />
direttamente per tali accordi e dei trattati di amicizia e la cooperazione, sulla<br />
base dell'articolo 83 dello status del Regno "trattati di commercio e altri che<br />
possa caricare il paese o cittadini personalmente albanesi con le nuove tasse,<br />
non hanno alcun valore ed effetto senza essere approvate dal Parlamento",<br />
mentre per tutti gli altri trattati effettuati fuori questa categoria con il<br />
consenso del Parlamento.<br />
155Lo statuto del Regno Albanese, Tirane 1928.<br />
156Luan Omari:Sistemi parlamentar. Tirana 2004.<br />
99
LE COMPETENZE DEL RE SUL GOVERNO<br />
L'articolo 74 stabilisce che “Il Re è il più alto organo dello Stato”, possiede<br />
tutti i poteri e le prerogative del Trono, i dati in questo stato, che porta la<br />
mano dei ministri, ai sensi della presente disposizione del presente Statuto.<br />
A differenza del ruolo del Presidente nella nominazione dei governi, il Re<br />
aveva il diritto di nominare il Primo Ministro ei suoi Ministri, senza<br />
l'obbligo determinato dalla scelta di diventare una maggioranza di politica<br />
parlamentare.<br />
L'articolo 76 dà il diritto al Re di accusare i ministri e di inviarli presso<br />
la"Corte Supreme".<br />
Ai sensi dell'articolo 77 "Il Re, quando lo ritenga necessario, ha il diritto di<br />
raccogliere il "Consiglio dei Ministri", che discute e prende decisione sotto<br />
la sua sicurezza. 157<br />
Re fa nominazioni, giuramento e la revoca dei ministri, che giurano davanti<br />
a lui.In collaborazione con il parlamento e del governo, è interessante notare<br />
che ai sensi dell'articolo 91, in ogni apertura ordinaria della legislatura "il Re<br />
con un discorso del Trono, in persona o da un messaggio che lo recita il<br />
Primo Ministro, descrive lo stato generale del paese e le misure necessarie<br />
per essere visto a prendere quell'anno.<br />
Il Parlamento dà la risposta il più presto possibile.<br />
157 Lo statuto del Regno Albanese, Tirane 1928.<br />
100
LE COMPETENZE DEL RE SUGLI ISTITUZIONI REGIONALI.<br />
Il Re aveva grande competenza nel settore della difesa, era il più alto<br />
comandante delle forze terrestri, navali e aeree dello Stato, che "esercita<br />
direttamente sotto le disposizioni del presente statuto speciale."<br />
Re ha il diritto di grazia (art. 79), ma in contrasto con questo potere<br />
tradizionale di Presidente dello Stato, il Re gode anche il diritto di<br />
sospensione dell'azione penale per reati politici, mentre nessun diritto di<br />
perdonare i ministri accusati di trasgressioni che derivano dal servizio senza<br />
l’approvazione del Parlamento. 158 Senza entrare nei dettagli della<br />
designazione di alti funzionari, l'articolo 80 riconosce la nomina del Re e il<br />
licenziamento degli ufficiali di Stato, oltre a dare i gradi militari.<br />
Per quanto riguarda il decoro formale articolo competenza svasatura 86,<br />
secondo cui "la decorazione conferiteai cittadini Albanesi dagli stranieri non<br />
può essere accolta, né consegnati, se non con lo speciale permesso del Re",<br />
un potere insolito per un caso analogo in modelli moderni di regni europei.<br />
I poteri del re, come capo di stato e di grande potenza nel paese, cominciano<br />
a comparire di cui all'articolo 13, che riconosce al Re il potere esecutivo.<br />
L'articolo 14 prevede l'annuncio della decisione dei giudici per conto del Re.<br />
158 Lo statuto del Regno Albanese, Tirane 1928.<br />
101
2.7 IL CULTO DI <strong>ZOGU</strong><br />
Come accade in un regime autocratico, Re Zogu tornerà a essere un culto.<br />
I primi segni si sono visti dal tempo della "Repubblica" quando sarebbe<br />
pronunciato come "salvatore della nazione" con le decisioni della Camera<br />
dei Deputati, invece la stampa del regime descriveva Zogu come un “genio”.<br />
"Assemblea Costituente" con l'annuncio del regno nella sua decisione dell’1<br />
settembre 1928con anima e determinazione proclama Zogu Re l'aquila sotto<br />
il nome Zog 1, “il Salvatore della Patria”, Ahmed Zogu, discendente dalla<br />
famosa famiglia albanese Zogolli. 159<br />
All'esaltazione del culto e la figura di Zogu, servivano le celebrazioni del<br />
suo compleanno. Essi diventeranno particolarmente clamorosi nei prossimi<br />
anni con la parata militare, grandi cerimonie e con la partecipazione di<br />
ministri del governo e dell’alta società.Il capitale, Tirana, si decorava con<br />
bandiere, luce elettrica e manifesti con le parole: "Viva Zog I”. Secondo una<br />
fonte, tutta la cerimonia del 1929 è stata filmata da una società straniera. Un<br />
modello di pubblicazione è il libro citato elogio di Kristo Dako dal titolo<br />
“Ahmed Zog, Re degli Albanesi”. Come si è notato l’autore pone la figura di<br />
Zogu al centro di tutti gli eventi storici, dall’Indipendenza e in poi. Per<br />
rendere l'idea dello spirito che lo permea, mettiamo in ordine semplicemente<br />
i capitoli da 1 a VII. 160<br />
La grande casa;<br />
Il giovane ragazzo;<br />
Ahmed Zogu, il principe dei nazionalisti albanesi;<br />
Ahmed Zogu, statista e comandante;<br />
Ahmed Zogu, Presidente della Repubblica; V1)<br />
Ahmed Zogu, Re degli Albanesi,<br />
Ahmed Zogu, Riformatore.<br />
L’Autore chiude il suo libro con queste parole: L’Autorità e l'amore che<br />
Zogu gode in Albania e la simpatia mostrata dalle nazioni e gli stati esteri,<br />
sono certamente un esempio nella nostra storia, sono fatti che ci danno il<br />
diritto di chiamare il Grande Re Zog.<br />
Il culto di Zog ha dovuto varcare i confini e per questo libro K. Dako è stato<br />
anche pubblicato in traduzione inglese con il titolo “Zogu , The First King of<br />
the Albanians”. Molto rilevante è stata la creazione di quello che fu<br />
chiamato “Djelmenia albanese” con la legge pubblicata nel bollettino<br />
ufficiale delle 1932. 161<br />
159Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 455.<br />
160Kristo Dako. Ahmed Zogu mbreti i shqiptarve. Tirane 1937. pg. 158.<br />
161 Bollettino ufficiale .Tirana Nr 65 dt 12 settembre 1932.<br />
102
Si tratta di un’entità nazionale, con una struttura organizzativa dettagliata,<br />
con alcuni collegamenti, tra i quali possono essere citati: 162<br />
Il Consiglio di Amministrazione.<br />
Il direttore generale.<br />
L’ispettore per l'educazione fisica.<br />
Il comitato nazionale per i beni artistici entità educazione sportiva.<br />
Questa federazione era sotto la diretta supervisione e gli ordini di Re stesso.<br />
I membri furono chiamati "fedeli" e agivano per conto della Finanza del Re.<br />
Si programmava l’esercizio dell’entità dall’1 aprile fino al marzo<br />
succedente. Non sono stati trovati dati precisi sulla specifica attività di<br />
"Djelmenise", ma sembra che il Re voleva avere "fedelissimi" indottrinati<br />
nelle fila dei giovani, che ricorda il modello fascista dei giovani italiani.<br />
Zogu temeva questo confronto, così due anni in seguito hanno deciso di<br />
restituire il "Djelmenise" da un "Ente Nazionale" in una sezione del<br />
Ministero della Pubblica Istruzione. 163<br />
Oltre a questo, i testimoni del tempo dimostrano che l'iniziativa non ha<br />
trovato sostegno da parte dell'opinione pubblica. Come caso speciale era il<br />
tentativo fatto per creare un ramo di "Djelmenise" in Korca, che è stato<br />
accolto con fischi, che ha innescato il suo fallimento.<br />
Quando si tratta di culto di Zogu, non può essere fatto a meno di Faik<br />
Konica. Abbiamo a che fare con un caso in cui tale figura alta, tra i<br />
rappresentanti con la voce del Rinascimento, passando da un estremo<br />
all'altro. Ricordiamo che nel giugno del 1924 questo grande maestro della<br />
parola non ha risparmiato il suo vocabolario prospera per salutare la vittoria<br />
della rivoluzione e la formazione del governo di Noli.<br />
Dopo il ritorno di Zogu in potere non passa molto tempo e Konica cominciò<br />
a dare consigli al "nuovo governo". Ha preso apertamente dalla parte di<br />
Zogufin di esaltarela sua figura biografica dopo la dichiarazione come<br />
Presidente della Repubblica.<br />
Zogu è ormai discendente di una grande porta. È stato costretto a fermare le<br />
lezioni che hanno avuto inizio a Istanbul e tornato a casa a prendere parte nel<br />
movimento d’indipendenza nel 1912. In seguito ha completato la sua<br />
conoscenza con lezioni speciali e con quella mente acuta e sorprendente ha<br />
fatto progressi in poco tempo. Secondo Konica, Zogu nella storia e cultura<br />
politica ha una conoscenza e uno sviluppo più avanzato rispetto alla maggior<br />
parte dei politici del paese.<br />
Dopo lo stabilimento del regno, in un articolo nel mese di ottobre 1929,<br />
Konica paranco il programma "Re degli Albanesi", "Sua Maestà" e invita<br />
tutti gli albanesi per comprendere meglio e di unificare i loro auguri in<br />
162Arben Puto. op. Cit. pg. 456.<br />
163 Bollettino ufficiale 1912 – 1939. Tirana Nr 16. il 24 marzo 1934.<br />
103
questo giorno speciale, auguri di un lungo Regno di sua Maestà, il Re degli<br />
Albanesi, Zogu I.<br />
Egli si è impegnato a far avanzare il paese, questo accadrà in un'età in cui gli<br />
uomini più grandi della storia non erano persino cominciati a farsi sentire.<br />
Faik Konica è unotra quelli che hanna creato il culto del Re Zogu.<br />
Articoli F.Konices del "Dielli" appaiono in ogni numero del giornale dal<br />
1925 fino alla fine. 164<br />
Mentre a Tirana, raggiunge un giornalista di Svezia, che ha detto che i<br />
cinque altri re, il re di tutti gli albanesi si distinguono sopra di loro. "L'eroe<br />
sta cavalcando sul trono", un eroe il cui Re d'Inghilterra, scrive: "Caro amico<br />
e grande".<br />
Quando si tratta di Tirana su invito dei Ciechi 1929, colpito dalla sua<br />
ricezione e ha detto che il Re degli Albanesi ha una tale forza di spirito che<br />
ci si aspetta da un filosofo, che il suo viso avrebbe preso possesso della<br />
storia un'ombra maggiore, “l’ombra di Skanderbeg”. 165<br />
Ha preso la saggia decisione nel 1926 e l’ha nominato Ministro<br />
Plenipotenziario agli Stati Uniti dell'Albania, il compito fu tenuto da Konica<br />
fino all'invasione dell'Albania da parte dell'Italia fascista nel mese di aprile<br />
1939. Senza dubbio, gli scritti Konica fanno parte del culto di Zogu più<br />
prezioso quando l'appartenenza a una penna così. Ma forse questo non è<br />
tutto.<br />
Infine, riconoscendo Konica che non è mai diventatoservile del regime. La<br />
prova di questo sono i suoi scritti sul "Dielli", il quale è stato sequestrato<br />
spesso dalla censura Zogista. Dopo gli anni ha un’evoluzione nei suoi punti<br />
di vista, c'è un allontanamento graduale, una delusione autocritica, come si<br />
può porre la domanda: chi era l'opinione vera di Konica per Zogun e il suo<br />
regime?<br />
Nello stabilimento che è stato pubblicato "L’Albania, il giardino roccioso<br />
dell’Est Europa" (Albania, Il giardino roccioso del sud-est Europa 1957),<br />
Konica descrive il suo rapporto con il regime in queste parole: io ho criticato<br />
Zogu dal 1922 fino al 1939, anche allora, quando ero il suo ministro, ho<br />
criticato cosìtanto ogni giorno della mia vacanza, e mi stupivo che mi<br />
sopportava cosi senza farsi del male.<br />
Tuttavia, l'istruzione completa è questa: durante tutti gli anni del regno, la<br />
figura di Re Zog si esalta fino a deificazione.<br />
164 “Dielli”il 27 maggio 1925 Faik Konica: Vepra 3 pg . 312-313.<br />
165 Faik Konica: Vepra 2 pg. 40-42.<br />
104
2.8 GLI ORGANI SUPERIORI DELLO STATO<br />
PARLAMENTO<br />
Il Parlamento aveva solo una camera ed era costituito da 57 membri eletti<br />
con voto indiretto per un periodo di 4 anni. 166<br />
In realtà questo Parlamento è stato passivo, che serviva a coprire in qualche<br />
modo il potere assoluto del sovrano.<br />
Il Parlamento è stato pienamente dipendente dal Re. Questa cosa è<br />
confermata dal fatto che nessuna legge entrava in vigore senza<br />
l'approvazione del Re.<br />
Il Re può tornare la legge per un nuovo esame o può rifiutare il consenso a<br />
esercitare il diritto di veto decisivo aperto o tacito. La struttura e i poteri<br />
degli organi interni del Parlamento sono stati simili a quelli del periodo della<br />
Repubblica.<br />
Il parlamento era l’istituzione principale negli anni 1920- 1924, ma con lo<br />
statuto del regno viene trasformato in una istituzione con competenze<br />
formale. 167<br />
Consiglio dei Ministri<br />
Posizione giuridica e le competenze di base del governo sono state<br />
determinate in dettaglio nelle disposizioni fondamentali dello Statuto.<br />
Secondo queste disposizioni, il governo è stato il più alto organo<br />
dell'amministrazione statale e formata, controllata e scaricata personalmente<br />
dal Re. Subito dopo la loro nomina, il Primo Ministro ei ministri prometto<br />
solennemente davanti al Re di servirlofedelmente. 168<br />
Il governo come il più alto organo dell'amministrazione statale aveva poteri<br />
importanti in pieno appoggio degli ordini concreti monarchi.<br />
Il governo si riuniva periodicamente sotto la direzione del Primo Ministro<br />
per esaminare le questioni sotto l'ordine del giorno e per dare loro una<br />
soluzione adeguata in conformità con le istruzioni per completare le ordine<br />
ricevuto in precedenza dal Re. Secondo lo statuto, il Re se lo vedeva<br />
ragionevole poteva riunire il Consiglio dei Ministri.<br />
166Luan Omari, Aleks Luarasi: Historia e shetit dhe se drejtes ne Shqiperi. Luarasi. Tirana 2007. pg. 377.<br />
167Luan Omari: Sistemi parlamentar. Tirana 2004.<br />
168Afrim Krasniqi: Sistemet politike ne Shqiperi 1912 – 2008. Ufo Press. Tirana 2009. pg.139.<br />
105
Ministeri<br />
Durante gli anni della monarchia sono stati solo sette Ministri: Min. degli<br />
Affari Interni, Min.Della Giustizia,Min. Affari Esteri, Min. Della Finanza,<br />
Min. Istruzione, Min. gli Affari Mondiali e Min dell'Economia Nazionale.<br />
Quasi a tutti ministeri erano seguiti degli specialisti italiani in diversi setori.<br />
Consiglio di Stato<br />
Quest’organo dell'amministrazione dello Stato è stato fissato per la prima<br />
volta nella storia dello Stato Albanese.<br />
Il Consiglio eraun organo giuridico tecnico riguardanti la preparazione di<br />
normative più importanti. Era anche un consigliere e un quadro giuridico -<br />
economico e contemporaneamente, è stato un tribunale amministrativo.<br />
Questo consiglio è composto di dieci membri e con due assistenti che sono<br />
stati nominati dal Re per un periodo di sette anni. 169<br />
Il Presidente del Consiglio è nominato con decreto dello Stato.<br />
Consiglio di Stato è stato suddiviso in tre sezioni:<br />
a) Sezione di Giustizia<br />
b) l'amministrazione<br />
c) della Finanza, dell'Economia e della Comunicazione.<br />
Il consiglio di controllo<br />
Questo Consiglio faceva il controllo finanziario. A ogni fine del semestre, si<br />
dovrebbe presentare al Re condizioni adatte finanziarie dello Stato. 170<br />
Prefetti e vice prefetti<br />
Prefetti e vice prefetti erano nominati dal Re, con la proposta del Ministro<br />
degli Affari Interni. Erano i più alti funzionari e rappresentanti legali del<br />
governo delle unità territoriali pertinenti. Tutti gli organi statali che agiscono<br />
in prefettura che erano sotto la loro dipendenza. 171<br />
I loro compiti principali erano di prendere tutte le misure per rendere<br />
efficienti gli ordini dei ministri nelle loro unità amministrative. Prefetti e<br />
vice prefetti erano organi monocratici, ma nel centro di ogni prefettura era<br />
un consiglio di amministrazione, che si presiedeva dal prefetto.<br />
169Lo statuto del Regno Albanese, Tirane 1928 art. 160 – 168.<br />
170 Bollettino ufficiale 1912 – 1939 Tirana. il 23 aprile 1929.<br />
171 Bollettino ufficiale 1912 – 1939 Tirana nr. 57 anno 1928.<br />
106
Questo consiglio è stato composto dal procuratore, il comandante della<br />
gendarmeria, il segretario della prefettura, il direttore della finanza,<br />
responsabile per l'educazione, gli affari del mondo e l'agricoltura.<br />
Il Consiglio di amministrazione della sotto prefettura si presiedeva dal vice<br />
prefetto.<br />
Consiglio d'amministrazione aveva il dovere di nominare le misure<br />
necessarie per proteggere la ricchezza dello Stato e di controllare la loro<br />
attuazione, a vendere a foreste demaniali d'asta e pascoli, di organizzare altre<br />
aste per conto del governo, ecc.<br />
Comune<br />
Lo Statuto giuridico e le competenze dei comuni erano regolati dalla legge<br />
dell’1 dicembre 1928 "sull'organizzazione e il funzionamento delle città" e<br />
la legge "sui diritti delle finanze dei comuni".<br />
La Comune era guidata dal suo Consiglio Permanente, che a Tirana era<br />
composto di 4 membri, mentre in altre prefetture e due membri eletti dal<br />
rispettivo gruppo comunale e approvato dal Ministero degli Affari Interni.<br />
Il sindaco era nominato con regio decreto su proposta del Ministro degli<br />
Affari Interni, ma tra chi è stato eletto dalla congregazione interessata.<br />
L'assemblea comunale della prefettura Tirana era composta di 24 membri,<br />
mentre l'assemblea comunale della prefettura di 8 membri e la l'assemblea<br />
comunale di Sotto-prefetture di 6 membri, eletti per un periodo di 3 anni.<br />
Il Consiglio Comunale<br />
Secondo le disposizioni di legge, ogni comune nell'ambito della sua<br />
giurisdizione comprendeva un certo numero di villaggi.<br />
Le funzioni esecutive a ogni comune furono state esercitate dal Comune, che<br />
consisteva di quattro membri e presieduto da un Sindaco. Il sindaco era<br />
nominato dal Ministro degli Interni sulla lista proposta del sindaco.<br />
Il Consiglio di Anziani del villaggio<br />
Il consigliodi anziani del villaggio era composto di quattro o più membri.<br />
Essi sono elettiprestoogni anno solare. Partecipavano al voto tutti gli uomini<br />
residenti del villaggio, che avevano raggiunto i 18 anni. 172<br />
172 L’amministrazione locale esercitava secondo la legge. “Per l’Amministrazione Civile”<br />
107
2.9 LE QUESTIONI ECONOMICHE E LA RIFORMA<br />
AGRARIA<br />
Re Zogu si presenta con le sue ambizioni come uomo riformatore.<br />
Senza negare l'importanza della riforma della legislazione e altre misure che<br />
hanno portato al consolidamento dello stato, quella più importanteé la<br />
riforma agraria. Nessun cambiamento sostanziale poteva aiutare lo sviluppo<br />
della società albanese, senza un intervento nella sfera sociale. 173<br />
Il più importante conflitto sociale che divideva la società albanese in questo<br />
periodo, è stato quello tra i proprietari terrieri ei semplici contadini.<br />
Questa di massa aveva cominciato a occupare un posto primario nell’inizio<br />
di anni 20.<br />
Così nel dicembre 1921, un gruppo di parlamentari del partito "Popolare" e<br />
soprattutto con la convinzione di sinistra il deputato Stavro Vinjau, ha<br />
chiesto al Consiglio Nazionale (il parlamento del tempo) come una pressante<br />
necessità di facilitare le tasse al contadino, che languiva sotto il peso, l’onere<br />
di sfruttamento da parte di proprietari terrieri. 174 Anche se erano convinti che<br />
la liberazione dei contadini potesse essere raggiunto solo attraverso<br />
unariforma radicale, con l'attuazione di una riforma agraria.<br />
Nelle circostanze del momento loro sono stati soddisfatti con le proposte di<br />
alcune misure parziali come la concessione di appezzamenti affittati per un<br />
periodo con tempo (non solo un anno come avveniva in molti proprietari<br />
terrieri) in modo che l'agricoltore poteva essere interessato a raccogliere i<br />
frutti del suo lavoro.<br />
La questione è stata sollevata di nuovo nel maggio 1923 al Consiglio<br />
Nazionale, ma questa volta il lavoro non aveva nessun cambiamento.<br />
Da allora è apparso chiaro che i proprietari terrieri si sarebbero oppostia<br />
qualsiasi cambiamento nell’ambito agricolo. Il loro portavoce era Eqrem bej<br />
Vlora, che opponeva questi progetti, insistendo sulla protezione e la tutela<br />
dei diritti di proprietà.<br />
Con l'entrata in vigore del governo di Fan Noli, nel giugno 1924, le riforme<br />
agrarie costituiscono uno dei punti principali del suo programma. Ma,<br />
neanche un governo di "sinistra", come quello di Noli non riuscì a portare<br />
fino alla cima questo impegno. Il fallimento della rivoluzione di giugno con<br />
le difficoltà e gli ostacoli il più interno ed esterno. Noli si è bollata come il<br />
motivo principale del suo fallimento quella della non riforma agraria. In quei<br />
pochi mesi della seconda metà del 1924, avendo rigoroso isolamento<br />
internazionale, il governo avrebbe avuto reale possibilità di affrontare questo<br />
lavoro. Sono riusciti a raccogliere una sola commissione.<br />
173Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 176.<br />
174 Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 354.<br />
108
Noli stesso confessa che in quel tempo ha perso la fede dei contadini.<br />
Dal gennaio 1929, con una lettera inviata al Primo Ministro,<br />
PandeliEvangjeli in occasione della formazione del nuovo governo, Zogu lo<br />
considerava un problema principale, la questione agraria. In realtà non c'era<br />
nessun problema più urgente. Con 80% della popolazione albanese viveva<br />
nei villaggi, e col 90% del consumo fornito da agricoltura, i contadini con<br />
pocaterra o senza terra erano rispettivamente 83% e il 14%. Le terre, nella<br />
maggior parte erano in mano dei grandi proprietari. Loro prendevano<br />
dall’abitante del villaggio che ha preso 3/10 di produzione, escludendo le<br />
imposte e dei loro diritti. 175<br />
In questo modo, Zogu aveva davanti a sé, da un lato, l'estensione dei<br />
contadini oppressi e affamati e dall’altra parte i bej che non erano disposti a<br />
cedere, ma erano disposti a difendere i loro privilegi.<br />
Zogu vide la necessità di garantire un equilibrio tra loro, nella convinzione<br />
che avrebbe gestito le pressioni dei proprietari terrieri.<br />
La lettera inviata al Primo Ministro sarà firmatada qualsiasi politico<br />
progressista.<br />
Zogu scriveva tra l’altra questa lettera,“Il popolo Albanese è un agricoltore.”<br />
Così è il peccato avendo queste terre fertili, e il cibo lo compriamo fuori.<br />
Questa è la causa principale, che ci spinge per finire la questione agraria.<br />
Doveva essere completato con grande velocità questo problema. 176<br />
Il progetto di riforma è stato avviato dal Re Zognel messaggio tenuto davanti<br />
ai deputati nel dicembre 1928 in occasione dell’apertura del parlamento.<br />
Nel mese di aprile 1929, Zoguha nominato una commissione per il progetto<br />
di legge di riforma. Per risolvere il problema più importante della riforma<br />
agraria ReZognel giugno 1929, ha nominato uno specialista italiano, che era<br />
professore all'Università di Firenze, Giovanni Lorenzoni, per studiare il<br />
problema e stabilire le norme appropriate per una riforma agraria. 177 Dopo<br />
questo lavoro preliminare, al 13 marzo 1930, il primo ministro Pandeli<br />
Evangjeli nella presentazionedel programma di governo, parlava per la<br />
riforma agraria. Egli ha rilevato che l'obiettivo era di conciliare gli interessi<br />
degli agricoltori a quella del proprietario. Zogu decreta legge di riforma<br />
agrariail3 maggio 1930. 178<br />
Nel suo progetto Lorenzoni ci dà una vaga idea di che cosa consisteva la<br />
riforma agraria. Ha gestito la riforma in due piani: un piano di ricerca e un<br />
piano di misure concrete per l'attuazione della riforma. Avrebberoprofittato i<br />
contadini che non avevano terreno sufficiente per la loro vita familiare,<br />
175 Della Rocca R. M. Nazione e Religione in Albania.1920 – 1944. Bologna 1990. pg. 124.<br />
176 Boletino ufficiale, il 4 febbraio 1929.<br />
177 Giovanni Lorenzoni: La questione agraria albanese. Laterza & Figli. Firenze 1930.<br />
178Arben Put: op. cit. pg. 477.<br />
109
specialmente quelli che lavoravano nelle trame in affitto dei grandi<br />
proprietari terrieri o allo Stato. Previsti a tale scopo anche l'espropriazione<br />
obbligatoria a ricompensa delle proprietàprivate, com’è stata definita nella<br />
legge. Ma non sarebbe stata toccata dall’espropriazione forzata i proprietari<br />
terrieri che avevano meno di 100 ettari di terreno agricolo incluso casa,<br />
giardini o parchi. Questa zona è stata chiamata "minimo tangibile". Inoltre<br />
anche questo minimo, ogni maschio sposato, vedovo o la vedova con i figli,<br />
trarrebbe vantaggio di quindici ettari, se la terra era sua, alla fine il progetto<br />
Lorenzonisi trascinò e non e stato messo in pratica. 179 Egli è stato compiuto<br />
in misura insignificante, ha toccato solo 8109,5 ettari di terreno, di cui<br />
3411.5 ettari, è stato ricevuto feudi statali e 4698 ettari di feudi privati.<br />
Questi erano 1888 terreni delle famiglie kosovare. Ai grandi proprietari sono<br />
stati presi nei confronti di compensazione, 1/3 del territorio eccessivo,<br />
dell'importo totale di terra della sua proprietà al proprietario. Si collegavano<br />
quaranta ettari, ma quando le famiglie avevano più di cinque persone sono<br />
stati lasciati cinque ettari per persona. Oltre a questo i proprietari hanno fatto<br />
uno sforzo per evitare che anche questa riforma agraria attraverso le vendite<br />
irreali a persone con legami familiari, come in Berat, Durazzo, Lezhe,<br />
Shkodra. Occorre aggiungere che, inoltre, le riforme attuate prevalentemente<br />
in terreno cattivo o paludi. Per dare importanza alla decisione del governo<br />
per la riforma, si è stata creata una direzione speciale, che funziono negli<br />
anni 1932 – 1935, ma con delle lunghe procedure burocratiche. L'anno 1935<br />
segna la fine della riforma agraria. 180<br />
Un fatto rilevante è il silenzio della documentazione ufficiale del tempo su<br />
questo tema. Sintesi di documenti ufficiali "Shqipnija 1937" pubblicato al<br />
fine di rendere un quadro dei risultati del regime durante 10 anni di regno, si<br />
citavano i nuovi sviluppi nel campo della legislazione, l'educazione, il<br />
rapporto religione, e le attività ministeri più importanti.<br />
Nel rapporto sono state deviate l’agricoltura e la riforma agraria, per non<br />
parlare dell’impegno solenne presso da lui nel gennaio 1929 e consacrato<br />
dalla legge del maggio 1930.<br />
Zogu stesso, dopo lo slancio iniziale, è mostrato sempre più cauto circa<br />
l'attuazione concreta della riforma agraria. Nel messaggio davanti al<br />
parlamento, il 15 ottobre 1931 lui fecce un quadro generale della situazione<br />
del paese, i vari problemi che avevano incontrato. Ha stabilito anche un<br />
programma dettagliato per le misure che dovrebbero essere adottate per<br />
risolverli. 181<br />
In nessun messaggio, non si trattava di riforma agraria. Tuttavia si<br />
mormorava l’eco della riforma agraria, per creare l'impressione che era<br />
ancora nell'agenda del governo.<br />
179 Giovanni Lorenzoni: La questione agraria albanese. Laterza & Figli. Firenze 1930 pg. 4-5.<br />
180Arben Put: op. cit. pg. 479.<br />
181 Boletino ufficiale, il 22 ottobre 1931.nr. 67.<br />
110
Per quanto riguarda questo va citato la legge del maggio 1937, che<br />
autorizzava il Dipartimento di Riforma Agraria, di vendere le terre degli<br />
agricoltori ai feudi statali Luz, Derven di Gurez. I prezzi d’incentivazione<br />
erano: 1 dylym 15 franchi d'oro, ma la quantità di superficie non poteva<br />
passare il limite di quaranta ettari. Un altro gesto è stato la creazione della<br />
Banca Agricola che è stata aperta a Tirana nel mese di agosto 1937. 182<br />
Questa banca, al momento dell’inaugurazione è stata chiamata "Bandiera<br />
dell'indipendenza Economica dell'Albania".<br />
Riforma agraria ha segnato il fallimento più grande del regime. Su come e<br />
stata attenuata la riforma, nella misura in cui è stato applicato, un<br />
osservatore del tempo scriverà: "Sembra che era passato tanto tempo dal<br />
momento della concezione di questa riforma”. Un giorno degli addetti<br />
èandato a Myzeqe, per espropriare alcuni terreni, ma videro che il loro<br />
proprietario lo aveva condiviso tra isuoi membri della famiglia attraverso atti<br />
di vendita o di donazione. Così da queste terre non aveva lasciato nulla da<br />
espropriare. Nell’opera di Stavro Skenditè stata data una sintesi chiara dello<br />
sviluppo della riforma agraria. 183 Giacché l'adozione di questo programma<br />
dal maggio 1930, al maggio 1938 solo 4698 ettari èstata espropriata terreni.<br />
Vale la pena notare che i diplomatici romani hanno seguito da vicino i<br />
progressi della riforma agraria. Dai primi atti che sono stati annunciati per<br />
questa riforma, l’ambasciatore Sola riportava l’8 gennaio 1929 Mussolini<br />
che il Re avvisava che saranno puniti tutti quelli che fanno propaganda<br />
contro le riforme agrarie e sociali che è stata presentata il programma di<br />
governo. Nella faccenda della riforma agraria entra anche l'atteggiamento<br />
italiano, che ha seguito la situazione interna in Albania come se fosse una<br />
provincia italiana, non rimanevano indifferenti.<br />
Il Re doveva essere sostenuto nella sua politica interna, ma in una certa<br />
misura, non doveva andare così lontano sulla strada della trasformazione<br />
sociale. L’Amasciatore Sola ha annunciato che avrebbe cercato un incontro<br />
con Zogu per ricordare che era stato a favore di un progetto di instaurare una<br />
grande impresaitaliana nel campo della Myzeqe. La propaganda italiana<br />
sulla riforma agraria provieneanche sulle note del diplomato italiano a<br />
Tirana, P. Quaroni. In primo luogo lo chiama un grande trucco a spese dei<br />
contadini. Il programma di Zogu,annunciato con molta solennità, ha dato<br />
agli agricoltori in realtà una piccolissima porzione di terre pubbliche. Per<br />
quanto riguarda igrandi proprietari, questa riforma non l’attacco ma è<br />
rimasta in fase di studio.<br />
Quaroni si riferisce agli studi fatti dal professorLorenzoni, ma il progetto è<br />
stato, ovviamente, rimasse solonegli archivi. Quaroni racconta anche<br />
l’atteggiamento che doveva mantenere l'Italia contro i cambiamenti sociali.<br />
182 Il giornale “Demokratia”:22 agosto 1937.<br />
183 Stavri Skendi: Albania.New York 1956. pg. 160.<br />
111
I documenti della diplomazia italiana portano un’informazione molto chiara<br />
sullaposizione italiana nella questione della riforma agraria in Albania.<br />
Ministro Soragna ha scritto al ministro degli Esteri di Grant alla fine del<br />
1930 che il prof. Lorenzoni è stato chiamato nella legata italiana a dirle che<br />
deve lasciare da parte "le credenze scientifiche" e che "il nostro interesse è<br />
per una riforma agraria che lascerebbe le cose com’erano". Da questo<br />
momento aggiunge Soragna, la riforma agraria ha cominciato a cadere. Ma<br />
cosa ha spinto gli italiani a ostacolare l’attenuazione di una vera riforma<br />
agraria? A questo proposito Soragna dice apertamente che "abbiamo pieni<br />
motivi di essere soddisfatto dalle circostanze".<br />
La riforma in generale dice è stata ridotta in modo da lasciare i proprietari da<br />
¾ a 4/5 di loro proprietà, cioè rimangono intatte le grandiproprietà. 184 Di<br />
conseguenza, quando si fa il bilancio sfortunato della riforma agraria, si deve<br />
rilevare che la pressione di Roma, i suoi obiettivi per la visione anche in<br />
agricoltura, è stata tra i principali ostacoli, che sono stati aggiunti a quelli<br />
interni. Ostacoli interni ed esterni bloccavano l’attenuazione della riforma<br />
avviata con tanto furore. Anche nei primi mesi del 1939, alla vigilia di<br />
aggressione, nella stampa è pubblicato qualche articolo di "Studio”.<br />
2.10 LE CONCESSIONI DEGLI ANNI 30’<br />
184 Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939.Toena. Tirana 2009. pg. 482.<br />
112
Concessioni iniziati negli anni 20’, segneranno una nuova fase di sviluppo<br />
negli anni 30’.<br />
Il 14 gennaio 1935, il Consiglio dei Ministri ha deciso un accordo con<br />
società statunitense "The Tractor Company Clevelant" con il rappresentante<br />
ingegner Julius Heller, il prosciugamento in concessione delle paludi di<br />
Durazzo eTerbuf. 185<br />
Dopo il raggiungimento degli accordi, il primo che è entrato in Albania è<br />
stato Anglo - Persian Oil Company (Ap). La società era inizialmente messa<br />
in Valona e poi a Fieri. Ha iniziato la ricerca in Patos, Ardenica, ecc.<br />
Nel periodo 1925-1930 ha aperto quattordici pozzi. Una volta che le<br />
informazioni dettagliate fornite dall’area di studio, l'azienda ha firmato un<br />
accordo con il governo albanese per la sospensione dei lavori fino al 1936.<br />
APOC rinunciò alla zona a nord della Seman. Ministero dell'Economia<br />
Nazionale ha presentato una relazione che è stato adottato dal governo il 3<br />
marzo 1931. 186 Tuttavia la società non è restituita in Albania virtualmente<br />
termina le sue attività, anche se il governo Albanese ha tutti i movimenti<br />
necessari per consentire il suo ritorno.<br />
Il 27 febbraio, 1934 APOC ha scritto una lettera al governo Albanese,<br />
spiegando di aver speso più di 400 mila sterline e cercando di essere<br />
esonerato dagli obblighi derivanti da tale accordo. Il 25 maggio 1934Pandeli<br />
Evangjelicontemporaneamente, il primo ministro e ministro dell’economia<br />
nazionale, ha invitato la società a fare le ultime formalità di denuncia e ritiro<br />
della garanzia dei depositi. 187 Il 9 ottobre 1934, il Consiglio dei Ministri su<br />
proposta del Ministero dell'Economia Nazionale, ha deciso di non accettare<br />
la concessione della ditta D'Arcy Explaration Lmt, un ramo dell’APOC.<br />
Due altre società come l’americano “Standard Oil Company” e inglesi<br />
"Rushton", rinunciarono alle loro attività a terra lasciando solo l'AIPA e<br />
"Unione Franco Albania". Quest'ultimo aveva sviluppato una minore attività<br />
rispetto al versante italiano, il periodo 1926-1939. Ha operato nella zona di<br />
Korce e poi Mavrovo Vlora. Ha studiato la possibilità di presenza di<br />
kerosene in Zadrima, ecc. Sims società italiana, operante nell'ambito<br />
Selenice e Vlora, negli anni 1925 - 1930 apre otto pozzetti,ma ben presto la<br />
società era adatta in difficoltà finanziaria. L'8 luglio 1925, il governo<br />
Italiano ha formato un’amministrazione autonoma denominata AIPA<br />
(Azienda Italiana petrolio Albania), sotto il Ministero delle Comunicazioni.<br />
Più tardi, la società ha trasferito la sua sede da Tirana in Kucove.<br />
185Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F149 D1470 Anno 1935 pg. 20.<br />
186(A.Q.SH.) F149 D1470 Anno 1935 pg. 68.<br />
187 Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.361.<br />
113
2.11 LA LAICITÀ DELLO STATO E LE RIFORME NEL<br />
CAMPO DELLA RELIGIONE.<br />
Chi voleva essere veramente il “Re degli Albanesi” doveva soprattutto<br />
affrontare e tentare di risolvere il problema dell’unificazione spirituale del<br />
suo popolo. 188<br />
Anche se concepito come un regime autocratico, lo Statuto del Regno<br />
stabiliva uno dei principi fondamentali di ogni Stato moderno, quello della<br />
separazione tra stato e religione. L'articolo quattro dello Statuto<br />
espressamente dichiarava che lo Stato Albanese non ha religione ufficiale.<br />
Tutte le religioni e le credenze sono onorate e la libertà di esercitare e<br />
praticare la propria fede "è assicurata". 189<br />
In termini di stato albanese, nel senso di laicità ha avuto una particolare<br />
importanza. Questa disposizione dello statuto dava maggior importanza allo<br />
stato, che alle religioni differenti che sono stati praticati nel paese.<br />
Si è giustamente detto che la società albanese tradizionalmente si conosce<br />
per una vera tolleranza religiosa. Tuttavia, le disposizioni prevenivano<br />
qualsiasi tentativo teocratico previsto, che può essere utilizzato per la<br />
penetrazione delle dirompenti influenze esterne. "Religione e credenze<br />
religiose non potevano mai essere utilizzate per scopi politici".<br />
Zogu fu anche un riformatore nella religione, affermando e consolidando la<br />
laicità dello Stato. Questo principio è stato sancitò dallo statuto del 1922 che<br />
ha dichiarato che "Lo Stato non ha religione ufficiale". 190<br />
Egli fu riaffermato nello Statuto fondamentale della Repubblica, sia nello<br />
Statuto del Regno. Si può dire che per questo ha dato un esempio personale,<br />
mantenendo un atteggiamento equilibrato nei confronti credenze religiose.<br />
In un avviso della Legata Britannica nel 1933, ha detto che Zogu "era<br />
personalmente indifferente alla religione, non attivamente anti-religioso, ma<br />
non aveva alcuna simpatia per la religione in qualsiasi forma e in qualsiasi<br />
situazione." Oltre a questo, le autorità sono intervenute nella vita interna<br />
delle comunità religiose in cerca di modifiche i riti, le strutture, soprattutto<br />
quelle con i colori asiatici. A questo proposito va menzionato decreto-legge<br />
sulle comunità religiose datate.<br />
Il 9 agosto 1929 fu discusso un progetto che regolava tutti i settori di attività<br />
religiose riguardo al potere pubblico, questa legge e stata approvata dal<br />
Parlamento il 9 gennaio 1930.<br />
Questo decreto si compone di 34 articoli, segnalammo l'articolo 34<br />
denominato "persone religiose e morali, avevano tutti i diritti relativi a<br />
questa figura in conformità alla presente legge, ma questi non potevano<br />
188 Pio Bondoli. Albania, quinta sponda d’Italia. C.E.T.I.M. Milano 1939 pg. 176.<br />
189Lo statuto del Regno Albanese, Tirane 1928.<br />
190 Della Rocca R. M. Nazione e Religione in Albania.1920 – 1944. Bologna 1990. pg. 130.<br />
114
perseguire obiettivi politici o di giudizio (giurisdizionali) per eventuali<br />
problemi". 191<br />
In breve, i principi della politica religiosa dello Stato albanese, sono<br />
determinate come segue: laicisti dello Stato, la libertà religiosa,<br />
l'uguaglianza delle religioni, la loro sottomissione allo stato autorità.<br />
Nei circoli religiosi in generale sembrava una predisposizione adattarsi alla<br />
nuova situazione. Questa apparse, nel primo luogo, nella comunità<br />
musulmana che aveva il più grande numero. I primi passi in questa direzione<br />
sono stati posti nel marzo 1923, quando ci sono incontrati a Tirana nel<br />
"Primo congresso del maomettano".<br />
Nell'agosto del 1929 si è tenuto il “Congresso dei sunniti”, che<br />
apparentemente ha adottato alcune misure radicali.Tra le decisioni più<br />
importanti erano: l'uso esclusivo della lingua albanese per la preghiera e la<br />
predicazione, l'unificazione della scuola e seminari in un istituto di<br />
formazione unico, chiudere la maggior parte delle moschee e tenere due o tre<br />
in ogni città.<br />
Diplomatici stranieri hanno riferito che tali decisioni sono state prese sotto la<br />
pressione di Zogu. Fu notata una certa riluttanza, dal clero musulmano, in<br />
particolare quella di Scutari, ma si rileva che la riforma e stata fatta senza<br />
seri problemi. Si cominciarono a spargere "strane notizie" che causavano<br />
sorpresa per il mondo esterno. I giornali riportano che "le donne albanesi”<br />
stavano cominciando a partecipare alle feste di Capodanno e danze con<br />
l'abbigliamento europeo.<br />
I problemi non erano finiti, rimangono per il trattamento due altre comunità:<br />
ortodosso e cattolico. Si determinava la loro posizione alla luce della legge<br />
approvata dal Parlamento all'inizio di gennaio 1930. 192<br />
Un problema rilevante era quello dell’autocefalo della Chiesa Ortodossa<br />
Albanese. Mentre è passato del tempo dopo la dichiarazione 1908<br />
d’autocefalo e sono stati fatti passi verso il consolidamento, ma si discuteva<br />
ancora la questione relazione del Patriarcato di Costantinopoli, il centro<br />
dell'ortodossia.<br />
Dopo la prima guerra mondiale, la comunità albanese ortodossa di Boston<br />
decise la dichiarazione della Chiesa Ortodossa Albanese e nominato vescovo<br />
Fan Noli, ma anche questo non era una soluzione definitiva. Non basta<br />
neanche la decisione del Congresso di Berat nel 1922, che ha affermato<br />
l'autocefalo e ha chiesto al Patriarcato di Costantinopoli di riconoscere la sua<br />
dipendenza. 193 Rimase ancora un problema. L’ordinazione di Noli come<br />
vescovo non è stato fatto da altri vescovi, come richiedono le regole<br />
canoniche. Così, le decisioni di Berat rimarranno nella lettera se mancava<br />
191Lo statuto del Regno Albanese, Tirane 1928.<br />
192 Bollettino ufficiale.Tirana 2 gennaio 1930.<br />
193Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 473.<br />
115
una gerarchia religiosa. Il congresso di Berat era stato soprattutto un<br />
incontro laico.<br />
Un passo e stato fatto quando nel novembre 1923 F. Noli fu ordinato come<br />
vescovo da due sacerdoti d’origine albanesi Hierothos Anthony e<br />
Christopher Kisi.<br />
Poi si è subito dichiarato come “Metropolita di Durazzo e Tirana e di tutta<br />
l'Albania”. 194<br />
Tuttavia, per completare l'intera questione doveva essere raggiunto un<br />
accordo con il Patriarcato. Alcuni tentativi fatti al momento della Repubblica<br />
non hanno dato risultati. Il patriarcato è sempre stato uno strumento di<br />
propaganda greca.<br />
Zogu sentendo il pericolo nel febbraio del 1929 ha preso l'iniziativa di<br />
organizzare un Consiglio albanese. Come ci si poteva aspettare gli sforzi per<br />
la sanzione finale, sono contrastate dall’autocefalo greco. Secondo fonti<br />
italiani, autocefalo greco ha avvertito Atene il Re per conseguenze più gravi<br />
che avrebbero scisma (divisione) tra la "popolazione epirota" (minoranza<br />
greca), e nelle relazioni politiche tra l'Albania e la Grecia. Secondo le stesse<br />
fonti, il Ministro Greco Melas, gli aveva dato al Re un messaggio personale<br />
dal Primo Ministro Venizelos.<br />
Zogu non si è tirato indietro e cosi il Consiglio si è svolto. Come il suo<br />
Presidente del Consiglio è apparso inizialmente Visarioni, un vescovo che<br />
era conosciuto come l'avventuriero, formato e ordinato sacerdote in Grecia,<br />
un uomo senza principi che manteneva legami con la chiesa serba.<br />
Ci sono voluti diversi anni per passare ad altra situazione si sbloccasse. Nel<br />
1936 Zogu moltiplico gli sforzi per il riconoscimento di autocefalia.<br />
Vissarion è rimosso dal suo incarico come capo della Chiesa albanese e il<br />
suo posto è stato nominato Christopher Kisi. Nello stesso anno si recò a<br />
Istanbul, il Primo Ministro Koco Kota. Questi movimenti finalmente hanno<br />
aperto la strada di un accordo e patriarcato per la conoscenza della Chiesa<br />
Ortodossa Albanese nel 1937.<br />
Le maggiori difficoltà sono state incontrate nei rapporti con la comunità<br />
cattolica.Secondo le statistiche del 1937, alla comunità cattolica apparteneva<br />
solo il 10% della popolazione contro il 70% al 20% dei musulmani e<br />
ortodossi. 195<br />
I cattolici sono concentrati principalmente a nord del paese, nel quartiere di<br />
Scutari e Mirdita.<br />
Cattolici avevano dato un contributo prezioso per una rinascita Nazionale.<br />
Dopo la dichiarazione d’Indipendenza, sono stati aderiti alla tradizione di<br />
194Fan Noli: Autobiografia. Tirane 1996. pg. 282-286.<br />
195 Nel registro della popolazione del maggio 1930 risulta: la poppolazione albanese in totale era 1.000.312:<br />
Musulmani – 688.280<br />
Ortodosi – 210.313.<br />
Catolici – 104.184.<br />
116
orientamento patriottico. Ma hanno insistito sulle loro specificità religiose,<br />
che sono intesi come il diritto di non essere sottomessi dal potere statale.<br />
Loro volevano che lo stato non interferisca nel loro lavoro e chiedevano<br />
piena libertà. Di conseguenza, nel 1923 sembrava che i cattolici volevano<br />
dividersi dall'Albania alla stagna unità di ciascuno avevano combattuto<br />
prima.<br />
I rapporti tra Zogu e il clero cattolico sono stati difficili. Zogu ha dato<br />
qualche segnale d’approccio, come lo erano le sue visite a Scutari nel 1927,<br />
facendo di tanto in tanto incontri con i leader del cattolicesimo.<br />
Zogu era determinato per affermare l'autorità dello Stato su quella religiosa.<br />
Questa si nota anche nell’accordo con il Vaticano alla fine del 1927, in virtù<br />
del quale lui ha riconosciuto la Chiesa cattolica, ma nella posizione di una<br />
persona giuridica. 196<br />
A Scutari dal 1920 ha sede anche un Delegato apostolico. I tentativi fatti<br />
sotto il pontificato di Pio XI per un concordato col Regno d’Albania non<br />
hanno mai avuto esito. 197<br />
Le reazioni della Chiesa Cattolica non tardarono. Un conflitto grave accadrà<br />
nel 1933 quando il parlamento albanese deciderà la chiusura delle scuole<br />
straniere e la loro nazionalizzazione, cosi anche le scuole cattoliche.<br />
Qui sarà sufficiente, con una forte reazione della chiesa cattolica contro il<br />
nuovo codice civile, il quale toglieva la "famiglia"dalla giurisdizione<br />
religiosa, e contro la legge del 1929 sulle comunità religiose che li nota<br />
comepersone morali con tutti i diritti religiosi, ma senza interferire nella<br />
sfera pubblica dello Stato, senza fini politici, e senza il giusto giudizio<br />
(giurisdizione) per eventuali problemi. In questo, il diplomatico italiano<br />
Quaroni menziona l’estrema reazione del vescovo di Scutari, Lazer Mjeda<br />
che ha dichiarato la "sconsacrazione dello Stato Albanese e tutti quelli che<br />
obbediscono alle sue leggi".<br />
Il governo ha ordinato il suo arresto - aggiunge Quaroni, - ma nessuno ha<br />
osato entrare nella sua diocesi per arrestarlo. La legge non fu cambiata, ma<br />
nella regione di Scutari non ha trovato alcun effetto. 198<br />
196Akademia Shqiptare e Shkencave. Historia e popullit shqiptar. Toena. Tirana 2002.<br />
197 Pio Bondoli. Albania, quinta sponda d’Italia. C.E.T.I.M. Milano 1939 pg.178.<br />
198 Pietro Quaroni: Valiglia diplomatica. Albinform. Tirana 1993. pg. 212.<br />
117
2.12 LE CONFERENZE BALCANICE<br />
Zogurespingegli ultimatum delle richieste di Mussolini, che lo portavano in<br />
una posizione di completa dipendenza. Qui iniziano i suoi sforzi per trovare<br />
una scelta. Per raggiungere quest’obiettivo, la diplomazia albanese ha<br />
sviluppato un'attività molto intensa per diversi anni di fila.<br />
In 1927-1928 la situazione economica mondiale sembrava soddisfacente e la<br />
sicurezza collettiva funzionava. Chiara espressione di questo fu data nuovo<br />
corso trovato Patto Briand-Kellog firmato a Parigi nel mese di agosto<br />
1928. 199 Questo patto prese il nome dei due iniziatori: Ministro degli Esteri<br />
francese, A. Briand e il segretario di Stato americano Kellog.<br />
Il patto escludeva la guerra come "strumento di politica estera" e si arriva<br />
come un obbligo degli Stati firmatari (57 Stati aderiti) per risolvere le<br />
controversie in maniera pacificante. Dopo aver superato la misura, Briand ha<br />
chiamato ilpatto, "una nuova data storica del genere umano",in realtà il patto<br />
Briand - Kellog, anche se è stato accolto con interesse e nelle adiacenti<br />
cinquantasette stati, non ha avuto alcun peso nello sviluppo degli eventi,<br />
soprattutto in Europa.<br />
Nell'anno 1929 sono stati i miglior rapporti tra gli stati della penisola, come<br />
non lo erano stati per anni. Ciò è rese possibile l'attivazionedi una tendenza<br />
diplomaticanell’anno 1930 per organizzare un blocco, che poteva essere in<br />
grado di resistere alle pressioni delle grandi potenze. La diplomazia albanese<br />
è stata coinvolta in questo processo. Come primo passo dovrebbe essere<br />
menzionato l’aderenza dell’Albania nel patto Brian - Kellog. Tirana seguiva<br />
con interesse l'evoluzione costante diplomatica nella scala dei Balcani.<br />
I governi stranieri della Penisola cominciano a stabilire contatti per<br />
raggiungere a un nuovo livello di relazioni tra di loro. In queste circostanze è<br />
stato l’ex Primo Ministro Greco A. Papanastasiu dava l’idea di una<br />
conferenza informale, di cui si parlassesulla possibilità di una federazione<br />
balcanica. Questo è visto come un eco dell'idea del movimento verso l'unità<br />
dei Balcani, che hanno iniziato nel XIX secolo con la prospettiva di<br />
un'unione federale dei paesi dei Balcani dopo il ritiro della Turchia.<br />
Conferenza si apre nell'ottobre del 1930 ad Atene, fu la prima di tre<br />
conferenze che si sono tenute in corso a Istanbul (ottobre 1931) a Bucarest<br />
(ottobre 1932) e il quarto a Salonicco nel mese di novembre (1933). 200<br />
Dal 5 ottobre, al 12 ottobre 1930 sì e tenuto la prima Conferenza Balcanica a<br />
Atene. In questa conferenza sì è stato discusso per un possibile accordo<br />
balcanico per la difesa dello status politico – giuridico. 201<br />
199Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 519.<br />
200Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.234-236.<br />
201Ilir Ushtelenca: Diplomacia e mbretit Zogu I-re 1912-1939. Toena- Tirana 1995. pg. 246.<br />
118
Durante queste conferenze, che restano non ufficiali, le commissioni sono<br />
state create per esaminare le questioni di natura non-politico, come<br />
comunicazione, questioni economiche, la cooperazione intellettuale, sociale<br />
e problemi di salute.<br />
I risultati erano simili a quelle delle Commissioni della Lega delle Nazioni,<br />
vale a dire, discussioni prolungate, ma nessun effetto concreto.<br />
L’Albania accettò l'invito e partecipo a tutte le conferenze. 202 Per il governo<br />
albanese è stata una buona occasione per dare la mano, uno strumento<br />
diplomatico per affermare l'Indipendenza nella politica estera. Il messaggio è<br />
stato particolarmente chiaro verso Roma, nella fase delicata delle relazioni<br />
bilaterali. Zogu ben comprese l'importanza di queste conferenze e allinea<br />
l’Albania accanto agli Stati della Penisola. Per rappresentare l'Albania è<br />
stato nominato una delegazione permanente guidata da Mehmet Konica<br />
diplomatico esperto, ex ministro degli Esteri e consigliere del Re per<br />
problemi di politica estera. 203 La partecipazione dell'Albania a queste<br />
conferenze è stata una decisione presa al momento giusto, soprattutto<br />
quando le conferenze e hanno avuto un risultato: aprire il percorso di un<br />
patto polittico nell’ambito Balcanico.<br />
In realtà dopo negoziati a Ginevra e Belgrado, nel febbraio del 1934 il Patto<br />
dei Balcani è stato firmato tra i quattro paesi: Jugoslavia, Grecia, Romania e<br />
Turchia, con l'obiettivo di assicurare i confini nei Balcani in un'eventuale<br />
aggressione, sia da un paese terzo, anche su uno stato balcanico che si univa<br />
con le altre potenze in un atto di aggressione contro uno Stato parte del<br />
Patto.<br />
Nel mese di ottobre 1934 i quattro Stati membri formano uno statuto che<br />
prevedeva incontri regolari di un consiglio permanente. Da allora rinominato<br />
INTESA BALCANICA. E 'stato programmato per un periodo di dieci anni,<br />
ma si sciolse dopo l’iniziodella seconda guerra mondiale.<br />
Quest’alleanza non era completa. Bulgaria e Albania mancavano per vari<br />
motivi. La Bulgaria ha rifiutato di unirsi con la Jugoslavia a causa dei suoi<br />
crediti nei confronti di Macedonia, che lo chiamava come terra bulgara.<br />
Sofia ha detto che non poteva entrare in un patto che ha messo "lo status<br />
quo" nei Balcani nel suo disfavore. Questa ha causato preoccupazione ad<br />
altri membri del Patto non solo che Bulgaria in se può costituire un rischio,<br />
ma perché potevaraggiungere accordi con una grande potenza che cercava di<br />
intervenire nei Balcani.<br />
Il rischio non è ipotetico nei primi anni 30. Italia ha seguito con attenzione lo<br />
sviluppo delle conferenze dei Balcani e soprattutto la sua conclusione con la<br />
firma del Patto dei Balcani e sosteneva la posizione della Bulgaria. Roma ha<br />
colto l'occasione di anniversario dell'indipendenza della Bulgaria nel mese di<br />
202Paskal Milo: Shqiperia dhe Aleanca Ballkanike. Studime albanologjike . Tirana 1977. pg. 60.<br />
203Ilir Ushtelenca: Diplomacia e mbretit Zogu I-re 1912-1939. Toena - Tirana 1995 pg. 246.<br />
119
ottobre 1933 per esprimere la propria amicizia alla sua fedeltà completa<br />
dopo il rifiuto del Patto. Per quanto riguarda l'Albania, è stata respinta,<br />
nonostante gli sforzi per mettersi accanto ai paesi dei Balcani in un’alleanza<br />
politica che potrebbe dare la possibilità di respingere le pressioni dallo stato<br />
italiano.<br />
A questo proposito, è naturale chiedersi: come si spiega che l'Albania è stata<br />
introdotta per prendere parte a quattro conferenze dei Balcani, e ha trovato la<br />
porta chiusa ad aderire nell’INTESABALCANICA? 204<br />
La ragione è che, come osservato in precedenza, le quattro conferenze non<br />
erano ufficiali, ha avuto carattere consultivo, a differenza dell’Antante che<br />
era un’alleanza con un impegno politico da parte degli Stati membri a<br />
preservare lo status quo nella penisola. Può essere considerata un ostacolo<br />
all'ingresso di Albania in questo patto deve essere stato l'atteggiamento dei<br />
due paesi confinanti, la Jugoslavia e la Grecia. Senza negare le difficoltà<br />
nelle relazioni con questi due paesi limitrofi con problemi derivanti di volta<br />
in volta, ciò che ha reso il peso di bilanciamento principale è sempre stato<br />
l'ombra italiana.<br />
Diplomazia italiana è stata sempre in guardia sulle sue intenzioni verso<br />
l'Albania. Il suo ingresso nel Patto poteva essere un ostacolo, è possibile<br />
trasformarlo in un problema interbalcanico. Roma, pertanto, reagisse<br />
rapidamente e con enfasi: "Il problema dell’inclusione dell'Albania nel Patto<br />
dei Balcani per l'Italia non esisteva", ha detto il ministro italiano Koch a<br />
Tirana. 205<br />
"Noi abbiamo saputo di creare la convinzionein tutto il mondo che l'Albania<br />
è intoccabile e chiunque volesse intraprendere con loro, doveva prima<br />
ottenere il permesso d'Italia”.<br />
I Governi dei Balcani hanno preso il messaggio e non hanno avuto il<br />
coraggio di far entrare l’Albania nel Patto, poiché poteva essere interpretato<br />
come un tentativo, a sua volta, di intervenire nei legami speciali che sono<br />
state stabilite tra l'Albania e l'Italia, secondo la decisione della Conferenza<br />
degli ambasciatori nel novembre 1921.<br />
Nei documenti del Ministero degli Affari Esteri d’Albania è una cartella<br />
speciale che affronta il tema del Patto dei Balcani. Da questi documenti<br />
appare inizialmente una certa riluttanza a Tirana per entrare in questo patto,<br />
certamente dalla convinzione che non apparirebbe ben visto a Roma, che<br />
sempre rimane bloccato nei trattati del 1926 e il 1927. Abbiamo poi notato<br />
un maggiore interesse quando diventa chiaro che gli Stati dei Balcani voleva<br />
lasciare fuori Albania, a causa del legame speciale con l'Italia.<br />
Improvvisamente preso una posizione chiara quando una lettera deroghe al<br />
ministro albanese ad Ankara nel febbraio 1934, in cui<br />
204 Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 521.<br />
205 Paskal Milo: op. cit. pg. 71.<br />
120
"l’eccezionedell’Albania nel patto fu chiamata come una concessione<br />
all'Italia a spese dell’Albania". Italia dichiara che i collegamenti non<br />
dovessero essere interpretate nel senso che "l'Albania non ha alcun diritto di<br />
fare la sua politica".<br />
Ma Mussolini non tollerava più. In una conversazione con i rappresentanti<br />
turchi parlò severamente e disse: "Non consenta l'Albania per essere<br />
associate a tali patti." Esattamente il rischio di entrare in conflitto con l'Italia<br />
ha spinto l'opposizione greca, di criticare il governo chiedendo di adottare<br />
misure che la Grecia non comportasse alcuna guerra con l'Italia a causa degli<br />
obblighi che determinano il Patto. In realtà, il governo di Atene ha chiesto e<br />
ricevuto da tre altri governi, che in ogni caso, la Grecia non sarebbe trovata<br />
coinvolto in guerra con una grande potenza. Si rendeva conto certamente<br />
Italia con l'intenzione di Albania. L’esclusione d’Albania era la prima<br />
deformazione dell’idea per l’unità dei Balcani, il che indica che nel corso<br />
degli anni, non si parlava più per l'unità, ma per i patti politici, congiunturali<br />
strumenti diplomatici con l'obiettivo di creare un fronte comune contro<br />
eventuali interventi dalle grandi potenze. 206<br />
206 Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.342.<br />
121
2.13 IL PEGGIORAMENTO DI SALUTE DEL RE E LE<br />
IPOTESI PER IL SUO SUCCESSORE.<br />
Re risiede sempre in Albania e non può rimanere all'estero più di tre<br />
mesi(articolo 65). In questi casi l'esercizio delle funzioni del re s’intraprende<br />
da parte l'erede o il Consiglio dei Ministri. Proprio questa ha creato una crisi<br />
politica nel 1930, quando il Re stava accadendo in una grave condizione di<br />
salute ed è rimasto a lungo in Austria per il trattamento. La notizia che il re<br />
Zogu è incurabile e non possono essere restituiti, agita la politica interna.<br />
Diversi gruppi politici all'interno del governo e del parlamento, ma anche<br />
nella vita pubblica sono stati coinvolti in dibattiti sui discendenti. 207<br />
Il progetto più avanzato è stato quello della Chiesa cattolica di Scutari, che<br />
delusada Zogu, si affrettò preparazione per la sua sostituzione, e avvia<br />
l'applicazione per il ritorno al trono regale del principe Wied. 208<br />
La loro iniziativa è stata accolta con l'opposizione del Vaticano e l'Italia<br />
eranopreoccupate per il ritorno di Zogu o di un politico proitalianoe non di<br />
un altro principe tedesco a capo del paese. Un altro progetto presentato<br />
dall'ex primo ministro Shefqet Verlaci. Lui crea un gruppo illegale a Tirana<br />
con a capo i fratelli Toptani che avevano anche il supporto italiano. Tutti i<br />
piani fallino, percheZogué stato curato ed è stato tornato al trono, ma ora con<br />
un evidente malcontento contro Roma, per le sue attività di gioco per la sua<br />
sostituzione durante l'assenza di diversi mesi. 209<br />
207 Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995.<br />
208Aurela Anastasi: Institucionet politike dhe e drejta kushtetuese (1912-1939).<br />
209Bernd Fischer op. cit. pg. 192.<br />
122
2.14 LA FORMA GIURIDICA DELLA SOSTITUZIONE<br />
DEL RE<br />
Reha preso al parlamento uno dei suoi poteri noti, quello della firma,<br />
l'approvazione e la ratifica di accordi con altri Stati. L'unico obbligo del Re<br />
era che, nei casi che ritiene importante, potrebbe rendere informato il<br />
Parlamento, ma non per chiedere il suo parere. Ai sensi dell'articolo 50 dello<br />
Statuto, "Re degli Albanesi è Sua Maestà Zogu I", dalla famosa famiglia<br />
albanese Zogu.<br />
Sezioni 51-54 forniscono dettagli sulle regole di successione reale inassenza<br />
del successore in famiglia reale. Esso sostiene che l'eredità del ragazzo trono<br />
appartiene al più grande del ragazzo del Re e delle generazioni in linea<br />
diretta, uomo dopo uomo. Se l'erede muore o senza lasciare figlio, il fratello<br />
che viene dopo diventa Re. 210<br />
In caso di assenza di questo erede, il Re sceglie un uomo della sua tribù, con<br />
l'approvazione del Parlamento.<br />
Stato stabilisce inoltre che, quando il Parlamento decide di due terzi del<br />
pretendente al trono, non è in grado o in grado di intraprendere questa<br />
responsabilità, quindi il parlamento decide di scegliere un altro nome<br />
all'interno della famiglia reale di sesso maschile uscito dall'addome delle<br />
figlie o sorelle del re, naturalmente in qualsiasi momento di origine albanese.<br />
Nel periodo d’adozione dello statuto, il re Zog non era sposato e non aveva<br />
fratello, l'unico contendente linea famiglia reale era il figlio di sua sorella.<br />
Ai sensi dello Statuto, quando i contendenti mancano dalla regola di cui<br />
sopra, quindi il parlamento elegge l'erede di origine albanese e che per il<br />
periodo di transizione fino all'elezione del re, i suoi poteri sono esercitati dal<br />
Consiglio dei Ministri.<br />
L'articolo 57 stabilisce che, quando il Re muore o si dimette, il Parlamento si<br />
riunisce per ascoltare il giuramento del nuovo Re.<br />
Nel caso d’impossibilità di salute del Re per esercitare le sue funzioni o<br />
quando muore e lascia un come erede un minorenne, quindi il potere reale<br />
esercitato da Reggenza, in nome del re.<br />
Reggenza è costituita da una regina, quando rimaneva in grado di agire o la<br />
Regina Madre, quando il re è un minore, il Presidente del Parlamento, Primo<br />
Ministro e Presidente del Consiglio di Stato. Quando la regina eraincinta e il<br />
re moriva, era necessario aspettare il parto per decidere chi sarà l’erede del<br />
trono.Lo statuto riconoscevaal Re il diritto di possedere un palazzo reale, da<br />
lui designato. 211<br />
210Lo statuto del Regno Albanese, Tirane 1928.<br />
211Afrim Krasniqi: Sistemet politike ne Shqiperi 1912 – 2008. Ufo Press. Tirana 2009. pg. 135.<br />
123
2.15 L’ATTENTATO CONTRO <strong>AHMED</strong> <strong>ZOGU</strong>, VIENNA IL<br />
21 FEBBRAIO 1931<br />
Nel 1930 e all'inizio del 1931, la salute del Re è peggiorata a causa del<br />
lavoro e causa del fumo di tabacco. In questo modo si ammalò e indebolito<br />
molto rapidamente. La sua salute ha avuto complicanze maggiori, che<br />
mettevano in discussione la sua vita. Tenendo questo in mente, Zogu ha<br />
deciso di medicarsi a Vienna, dove aveva trascorso diversi anni durante la<br />
Prima Guerra Mondiale. Quest’avena, perché a Tirana non è stato possibile<br />
trattarsi con i raggi X. 212<br />
Prima della partenza Zogu ha incontrato il Primo Ministro e alcuni dei<br />
deputati fidabili. Dopo aver annunciato la sua partenza per Austria, aveva<br />
chiesto che durante la sua mancanza prevalga la cooperazione e armonia<br />
completa.<br />
Il giorno di partenzaha accompagnato il Re fino a Durazzo, le sue sorelle,<br />
membri del Consiglio dei ministri, Ambasciatore italiano in Albania, da<br />
generali,Aranitasi,<br />
Pariani e Gilhardi, ecc..<br />
Nel mattino, Ahmed<br />
Zogu è stato lanciato<br />
con la nave "Quarto"<br />
con lui, Ekrem<br />
Libohova, Dr. Jani<br />
Basho, Sotir Martini,<br />
Llesh Topallaj e<br />
AllamanCupi.<br />
Sono sbarcati a Venezia<br />
e poi sono partiti in<br />
treno per Vienna. 213<br />
Il 28 gennaio 1931<br />
arrivano a Vienna e si<br />
stabiliscono in albergo<br />
"Imperial". Il suo arrivo a Vienna ha messo in movimento gli invidiosi del<br />
Re, gli immigrati che operavano attraverso l'organizzazione "Unione<br />
Nazionale", la quale si finanziava dalla Jugoslavia. Kole Tromara, Angelin<br />
Suma, e Jamal Vllamasi Sejfi Bushati, dopo numerose pressioni dei membri<br />
dell'organizzazione che erano in Italia, Grecia, Jugoslavia, decisero di<br />
assassinare Ahmed Zogu. Per eseguire quest’assassinio Aziz Cami, Qazim<br />
Mulleti, Ndok Gjeloshi sono usciti volontari.<br />
212 Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 318.<br />
213 Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 490.<br />
124
Il piano dell’attentato è stato organizzato da Rexhep Mitrovica e Hasan<br />
Pristina. Il Consigliere dell'Ambasciata Jugoslava a Vienna aveva detto ai<br />
membri dell’Unione Nazionale, che sarebbe molto contento se<br />
preventivamente a informare la Jugoslavia per l'omicidio di Ahmed Zogu.<br />
Giacché l'attacco all'hotel non era possibile a causa dell’alta sicurezza,<br />
l'organizzazione prevedeva l’attacco all’uscita dell'Opera di Vienna, dove<br />
Zogu stava vedendo uno spettacolo.<br />
La sera del 21 febbraio all’Opera di Vienna erano messe in scena "Pagliacci"<br />
e "La Leggenda di Giuseppe". Ahmed Zogusì è alzato prima della fine dello<br />
spettacolo. Quando l'auto del Re stava per partire, Aziz Cami e Ndok<br />
Gjeloshi erano pronti ad attaccare. Giacché loro non conobbero Ahmed<br />
Zogu dal fatto che non lo vedevano da tanto tempo, Ndok Gjeloshi ha ucciso<br />
con due proiettili in testa Llesh Topallaj, credendo che stava uccidendo il<br />
Re. 214 In questo momento, da un altro punto Aziz Cami ha iniziato a sparare<br />
verso la macchina. Nel fratempo Ekrem Libohova e Ahmed Zogu iniziarono<br />
lo scambio di fuoco. Ekrem Libohova è stato ferito a una gamba, mentre<br />
Ahmed Zogu sopravvisse senza essere toccato. La polizia ha arrestato due<br />
attaccanti, mentre Qazim Mulleti fugge nella folla.<br />
La notizia è arrivata presto in Albania. Il Consiglio dei Ministri e il<br />
Parlamento si sono riuniti immediatamente per essere informati sulla<br />
situazione e per adottare e le misure.<br />
Hikmet Delvina MP inizierà il suo discorso dicendo:<br />
Maledetto il traditore! Maledetto i venditori! Maledizione sui nemici di<br />
Albania! Una maledizione su chi ha sparato contro la stella della nazione. 215<br />
Con l'eccezione di Hasan Prishtina, tutti gli immigrati che avevano a che<br />
fare con questo evento, sono stati arrestati dalla polizia di Vienna.<br />
Jugoslavia per mezzo di quest’attacco era destinata a causare disordini in<br />
Albania e, di conseguenza, portare al potere il loro popolo.<br />
Per essere formalmente rappresentato, l'Ambasciatore Jugoslavo in Tirana,<br />
Nastasijevic aveva annunciato, il 31 gennaio 1931 che era informato di un<br />
possibile attacco che sarà organizzato a Vienna contro il Re Zogu.<br />
Le indagini della polizia austriaca hanno confermato presto che il gruppo<br />
che aveva organizzato l'attacco contro Zogu è stato diretto e finanziato dalla<br />
Jugoslavia. I due aggressori sono stati protetti in tribunale dagli avvocati<br />
costoso, e il loro pagamento era molte volte superiori ai redditi personale<br />
degli attentatori. Il governo austriaco ha anche rivelato che i due aggressori<br />
sono stati dotati di un passaporto diplomatico dal Governo Jugoslavo.<br />
Per via giudiziaria, tenuto in settembre - ottobre 1931 è stato scoperto che i<br />
confini di Albania sono stati organizzati un esercito per intervenire<br />
militarmente in Albania, nel caso dell'omicidio di Ahmed Zogu. Italia come<br />
214Sejfi Vllamasi: Ballafaqimet politike ne shqiperi 1897 – 1942. Neralda. Tirana 2000. pg. 453-454.<br />
215Arkivi Qendror. Parlamenti. 1912 – 1940. Dt 21febbraio 1931 pg. 4.<br />
125
un alleato di Albania ha espresso rammarico per l'attacco e ha avvertito la<br />
Jugoslavia. In un'intervista per la stampa austriaca, Ahmed Zogu, chiede di<br />
rispettare i diritti e l'integrità di Albania, notando che l'organizzazione delle<br />
bande in confini dell'Albania metteva a rischio la sostenibilità della pace<br />
nella regione.<br />
PROCEDIMENTO GIUDIZIARIO CONTRO GLI<br />
ATTENTATORI.<br />
Nati nel 1893gli aggressori avevano partecipato nella "Rivoluzione di<br />
Giugno 1924." Dopo il fallimento di questa rivoluzione, sono fuggiti con un<br />
altro gruppo di politici e militari. Nell'emigrazione sono diventati membri<br />
dell’Unione Nazionale.<br />
Contro gli attentatori e il gruppo si sono sostenuti due procedimenti in tempi<br />
diversi, una a Vienna e uno a Tirana.<br />
In precedenza i fratelli sono stati liberati dal confino di attaccanti: Haki<br />
Mulleti, Guljem Suma, Palok Gjeloshi, Kole Gjeloshi, Njazi Cami, Rexhep<br />
Cami. 216<br />
Il processo di Vienna è iniziatoil 30 settembre1931 nella città di Ried. Le<br />
autorità austriache hanno espulso dalla sala Dom Laser Shanto ascoltatore,<br />
perché il suo nome è stato trovato spesso nel corso dell'inchiesta.<br />
Presidente del tribunale era Nothacksberger, procuratore Walt Peither. Gli<br />
avvocati della difesa sono stati Pressburger e Frischauer. Come ascoltatori<br />
privati erano la vedova del maggiore Llesh Topallaj, rappresentata<br />
dall’avvocato Preminger e Ministro della Monarchia, Ekrem Libohova,<br />
rappresentato dall’avvocatoKoenig. Lo psichiatra fu chiamato in tribunale a<br />
dimostrare lo stato mentale degli aggressori Ndoka Gjeloshi e Aziz Cami, è<br />
stata confermata dai medici che la loro condizione mentale è stata<br />
soddisfacente. Entrambi gli imputati inizialmente negarono l'omicidio<br />
organizzato.<br />
Nella sua testimonianza, Ekrem Libohova ha affermato che durante lo<br />
spettacolo aveva notato due persone che guardavano sempre verso il re. Ha<br />
detto, anche se non aveva vistogli aggressori, ma soltantogli armi da fuoco e<br />
ha sparato quattro volte per l'auto-difesa, mentre in totalesono stati sparati di<br />
ventitré proiettili. Gli avvocati di degli imputati puntavano sulla versione<br />
che, Zogu o Libohova avrebbero potuto erroneamente ucciso Maggiore<br />
Llesh Topallaj. Ma Pummon esperto ha confermato che il principale<br />
assassino di Llesh Topallajera Ndoka Gjeloshi, mentreAziz Cami aveva<br />
ferito Libohova. L'esperto ha confermato che il Re sarebbe stato colpito al<br />
petto, se non ci sarebbe mosso. L’avvocato della signora Topallaj ha detto in<br />
216 Giornale “Besa”4 settembre 1931.<br />
126
tribunale che "il finanziamento di questo tipo di attacco deve essere fatta da<br />
quel potere che ha un interesse di provocare una seconda guerra mondiale".<br />
Quando il processo stava per finire, la signora Kudrete Topallaj chiede200<br />
milafranchi d’orocome una ricompensa e 1800 per le spese funebri, mentre<br />
Ekrem Libohova chiesto come "rimborso" per la ferita una lira.<br />
Alla fine il 2 ottobre 1931 Ndok Gjeloshi è stato condannato sette anni,<br />
mentre Aziz Cami con tre anni.<br />
La stampa austriaca scriveva che il denaro proveniva da Belgrado.<br />
Il processo di Tirana è stato condotto da un gruppo guidato da: Izet Leskovik<br />
e con i membri Pandeli Martinianie Emin Toro. Procuratore del caso era<br />
Emin Meto, mentre Aslan Lala era il registratore.<br />
Il tribunale condanna a morte in assenza queste persone: Ndok Gjeloshi,<br />
Azis Cami, Sejfi Vllamasi, Qazim Mulleti, Angelin Suma, Rexhep<br />
Mitrovica, Dom Frano Karno, Kole Tromara.<br />
Con 20 anni di carcere in assenzasono stati condannati: Menduh Angoni,<br />
Margarita Gjeloshi (moglie di Ndok Gjeloshi), Naxhije Vllamasi (moglie di<br />
Sejfi Vllamasi). 217<br />
In commemorazione della morte di Llesh Topallaj, il 21 febbraio 1932 è<br />
stato suo monumento al parco di fronte del Palazzo Reale.<br />
217 Giornale “Besa”22 febbraio 1932.<br />
127
2.16 LE ELEZIONI PARLAMENTARI 11 NOVEMBRE 1932<br />
Il 9 agosto 1932, il governo ha fissato il perido delle elezioni dal 16 al 31<br />
agosto (per gli elettori primi) e dall’11 novembre per gli elettori secondo. 218<br />
La campagna elettorale è stata condotta in termini di sviluppo della grande<br />
crisi mondiale e l'interno. Per disegnare un MP per ogni candida votavano<br />
circa 500 elettori della seconda fase. Alla vigilia delle elezioni, il Primo<br />
Ministro Evangjeli con una chiamata diretta alla gente dove ha invitato gli<br />
elettori a dare il loro libero arbitrio, e desiderava che queste scelte siano per<br />
aprire una nuova era di consolidamento e felice per il popolo e il paese allo<br />
stesso modo.<br />
PARLAMENTO (1932 - 1936) 219<br />
BERATI: Hysen Vrioni, Veis Xhindi, Sabri Kalltani, Ferit Vokopola, Zoi<br />
Xoxa, Hysni Toska, Milto Tutulani, Hamit Myftiu.<br />
DIBRA: Abdurrahman Dibra, Fiqri Rusi, Hafez Xhemali, Nush Bushati,<br />
Jashar Erebara,Abdurrahman Salih.<br />
DURRES – TIRANA: Zija Toptani, Shazivar Alltuni, Sait Toptani, Rexhep<br />
Matja, Vlash Dovana, Izedin Beshiri.<br />
ELBASAN: Shefqet Verlaci, Andon Beca, Riza Kishta, Izet Dibra, Dervish<br />
Bicaku, Ahmed Hastopalli.<br />
GJIROKASTRA: Hiqmet Delvina, Lame Kareco, Javer Hurshi,<br />
Petro Poga, Kasem Radovicka, Jani Melo, Mihal Kaso, Dhimiter Kacimbra,<br />
Fejzi Alizoti.<br />
KORCA: Pandeli Evangjeli, Kostaq Kotta, Eshref Frasheri, Tefik Mborja,<br />
Qani Sulejmani, Faik Dishnica, Thoma Orollogaj, Vasil Avrami, Bexhet<br />
Frasheri<br />
KOSOVA: Omer Strazimiri, Bahri Begolli, Asim Gjakova.<br />
SHKODRA: Musa Juka, Maliq Bushati, Mark Kapedani, Sander Saraci,<br />
Hile Mosi, Ejell Sereqi, Halit Rroji, Kolec Deda.<br />
VLORA: Arshi Halili, Sadik Shaska, Simon Simonidhi.<br />
218 Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.329.<br />
219 Giornale “Besa” 12 novembre 1932.<br />
128
IL Bordo eletto il 3 dicembre 1932.<br />
Kostaq Kotta–Presidente<br />
Hiqmet Delvina – Vice presidente<br />
Fiqri Rusi–Coloboratore<br />
Ejell Sereqi–Segretario<br />
Parlamento Albanese ha aperto i lavori il 21 novembre 1932.All’inizio della<br />
sessione il Re pronunciò il suo discorso di apertura, il quale fu seguito dai<br />
deputati in piedi. Parlando della condizione Zogu stimava i rapporti cordiali<br />
con l'Italia, la normalità dell'amministrazione statale, riforma comunale, lo<br />
sviluppo e la giustizia, salute, istruzione nazionale. Ha dedicato particolare<br />
attenzione alla cultura artistica, educazione fisica, il miglioramento del<br />
sistema finanziario. Secondo lui il più grande problema era lo sviluppo<br />
economico del paese, mentre il paese ha risentito della crisi globale. 220<br />
Il più anziano deputato PetroPoga ha aperto la sessione, prendendo come<br />
segretario il più giovane deputato Zoi Xoxa.<br />
Il Parlamento ha tenuto quattro sessioni sino al 28 aprile 1936. Ha sviluppato<br />
e una sessione supplementare con 11 riunioni dal 15 Ottobre al 10Novembre<br />
1936. Anche in questa legislatura ha rafforzato la base dell'ordine<br />
capitalistico. Tra le leggi più importanti sono stati: in caso di espropriazione<br />
per pubblico interesse, a migliorare l'economia nazionale, la Croce Rossa,<br />
l'unificazione delle pensioni militari e civili, sui prestiti per il finanziamento<br />
di opere nel porto di Durazzo, una serie di trattati con i vari paesi, per la<br />
nazionalizzazione delle scuole straniere, ecc. 221<br />
220 Archivi Parlamento. Tirana 1933 pg. 5-7.<br />
221 Kastriot Dervishi: op. cit. pg.332.<br />
129
2.17 TENSIONI NEI RAPPORTI CON L’ITALIA 1931-1935<br />
I rapporti Italo-Albanesi hanno subito una caduta nel novembre del 1931 nel<br />
momento in cui il Re Zogu non rinnova il Primo Patto di Tirana, la<br />
spiegazione è che essendo il Secondo Patto Tirana per un periodo di venti<br />
anni, faceva inutile il primo patto. Solo pochi mesi prima, il 24 giugno 1931,<br />
il governo aveva firmato un accordo con i suoi omologhi Italiani, in<br />
conformità a 100 milioni di franchi oro in prestito, per 10 milioni di euro<br />
l’anno. Tuttavia, questo i prestiti sono stati messi a rischio dal mancato<br />
rinnovo del Primo Patto di Tirana. 222<br />
Roma, dal fatto che la Tirana ufficiale non aveva rinnovato il patto, subito ha<br />
chiesto all'Albania di saldare il debito che aveva e di unire le dogane dei due<br />
paesi. Per una cosa del genere è stata incaricata SVEA, mentre uno dei suoi<br />
leader è stato inviato all'ufficio in Albania.<br />
Il 21 gennaio 1932, Ahmed Zogu incarica il Primo Ministro e il Ministro<br />
delle Finanze per progettare il budget da 31 milioni franchi oro, a 22 milioni<br />
e cosi la differenza si pagava alla SVEA, poi subito ordino la creazione di<br />
una commissione di prestito. Il Re ha ordinato l'istituzione di una<br />
Commissione per risolvere il problema con SVEA composto di: Milton<br />
Tutulani, Musa Juka, Lame Kareco, Abdurrahman Dibra. 223<br />
Nel mese di ottobre 1932, il ministro Reale Ekrem Libohova recò a Roma<br />
per parlare di prestiti e questioni adatte finanziarie tra i due paesi.<br />
Re Zogu nel messaggio inviato al Parlamento in occasione della nuova<br />
apertura, ha rilevato che l'Albania aveva conquistato la fiducia del mondo<br />
civile e il paese, essendo un membro della Lega delle Nazioni aveva svolto<br />
un ruolo importante in quest’organizzazione. Egli ha dichiarato che sperava<br />
che il miglioramento dei rapporti economici con l'Italia attraverso il Trattato<br />
sul commercio, per il quale i colloqui inizieranno presto. Nel suo discorso,<br />
ha ricordato i buoni rapporti con gli Stati Uniti. Inoltre nel messaggio fu<br />
notato che l’amministrazione è stata dedicata a questioni interne,<br />
l'organizzazione comunale, il miglioramento della situazione giudiziaria, la<br />
legge sulla registrazione dello status giuridico, istruzione, educazione fisica,<br />
il miglioramento della finanza, affari mondiali, riforma agraria in alcune<br />
zone, il miglioramento della tariffa doganale, ecc.<br />
I rapporti con gli alleati più importanti rimangono a un punto critico. A fine<br />
dicembre del 1932, la stampa occidentale ha cominciato a scrivere per<br />
un'unione doganale tra l'Albania e la Jugoslavia, che sebbene smentita da<br />
Tirana, abbia suscitato il malcontento e la paura di Belgrado e Parigi.<br />
222Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F .151 D 189. Anno 1931.<br />
223 Giornale “Besa” 13 maggio 1932.<br />
130
Il governo Britannico ha esortato Zogu, infatti, di non accettare richieste<br />
Italiane e per continuare il percorso iniziato. In queste condizioni e Roma ha<br />
cominciato a ridurre la pressione contro Zogu unione doganale.<br />
Nel gennaio del 1933, due navi da guerra britanniche hanno visitato i porti<br />
albanesi per mostrare il sostegno al Re Zogu. 224<br />
Il 17 febbraio 1933, il governo albanese ha chiesto alla Legazione Italiana a<br />
Tirana di intervenire presso lo SVEA di proroga il tempo per il rimborso del<br />
prestito contro di essa, mentre una risposta positiva si è avuta nel 19 marzo.<br />
Con l'approvazione della legge sulla chiusura delle scuole private il 3 aprile<br />
1933, SVEA interruppe il pagamento del prestito, che è stato dato il cast del<br />
31%. 225<br />
Dopo che gli incontri bilaterali albanesi-italiano non avevano dato risultati,<br />
Belgrado ha mostrato interesse nel raccomandare a Tirana, di separarsi da<br />
Roma e la discussione della posizione finanziaria nella Lega delle Nazioni,<br />
che ha promesso il suo sostegno.<br />
Questa è stata discussa il 24 maggio 1933 in una riunione del ministro<br />
jugoslavo a Tirana.<br />
L'Albania fu costretta a lanciare un forte regime di risparmio<br />
nell'amministrazione libro paga.<br />
Nel mese di agosto del 1933 quando il paese è stato oggetto di grandi<br />
risparmi e quando Zogu aveva proposto tagli alle spese in campo militare, il<br />
governo fascista chiese a Re Zogu di denunciare tutti gli accordi<br />
commerciali con altri paesi.<br />
La pressione di Benito Mussolini su Zogu nell’agosto 1933, era incentrata<br />
sulla richiesta italiana per la monopolizzazione del commercio in Albania,<br />
l'acquisto di oggetti militari nel paese, riaprire scuole private italiane, e la<br />
creazione di colonie italiane in Myzeqe. 226<br />
Re Zogu rifiutò ogni proposta di Mussolini. Il 24 gennaio 1934, il Consiglio<br />
dei Ministri ha deciso l'approvazione di aprire una filiale della banda per<br />
l'esportazione verso Belgrado a Tirana, che è stato aperto 6 maggio 1934, ciò<br />
ha portato preoccupazioni nel paese vicino (Italia). Certamente ha avuto<br />
effetti politici e diplomatici quando, in realtà, l'attività commerciale<br />
jugoslava era insignificante.<br />
Nei primi mesi del 1934 la pressione italiana è diventata ancora maggiore.<br />
Il Ministro Italiano a Tirana, ha proposto la riapertura della scuola privata<br />
italiana,mettendo la lingua italiana nelle scuole albanesi e Licei,<br />
ripristinando i diritti degli organizzatori italiani rimossi, ripristinando la<br />
carica del consigliere italiano. Il 14 marzo 1934 è stato raggiunto un accordo<br />
preliminare tra il ministro delle Finanze Abdurrahman Dibra con Conti<br />
224Ilir Ushtelenca: Diplomacia e mbretit Zogu I-re 1912- 1939. Toena- Tirana 1995.pg. 227.<br />
225Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.339.<br />
226Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F .151 D. 173. pg. 145-147 Anno 1933.<br />
131
Bruno dalla Zonca, direttore filiale di MF AGIP per l'assegnazione di un<br />
importo di duecentomila franchi ori.<br />
Nel marzo del 1934, l'Albania ha chiesto un prestito dalla banca principale<br />
di Londra, per un importo di 46 milioni di franchi oro, ma il trasferimento di<br />
capitali al di fuori del Regno Unito era impossibile lì.<br />
Ahmed Zogu disse allora al Ministro italiano a Tirana il 14 maggio 1934,<br />
che sarebbe costretto a fare tagli nelle forze armate, cioè indeboliva in<br />
maniera rilevante l'influenza Italiana nell'esercito, per la quale aveva<br />
investito di più. Altri sforzi fatti di Tirana ufficiale per un accordo con la<br />
Francia, le sue condizioni sono state giudicate inaccettabili.<br />
Dibattiti feroci si sono svolti tra il Ministro Italiano a Tirana, Armando<br />
Koch, e il Ministro degli Esteri Xhaferr Villa. Nel culmo di questa<br />
condizione Villa nel giugno 1934 ha dichiarato che il suo paese non<br />
riconosceva la dichiarazione di Parigi del 9 novembre 1921. 227<br />
Come reazione, il 22 giugno 1934, Mussolini ha inviato vicino a Durazzo<br />
ventidue navi da guerra italiane le quali restavano ventiquattro ore nella<br />
costa albanese. Il Ministro italiano a Tirana, ha detto che le navi si<br />
allontanarono, quando lo ritengano necessario. Quest’azione mise in<br />
movimento le diplomazie sia Inglese e Francese a trasferirsi. La Gran<br />
Bretagna ha immediatamente inviato la sua flotta militare nella costa<br />
adriatica. In queste condizioni, il ministro Italiano a Tirana ha fatto le sue<br />
proposte senza successo, che avevano a che fare con le scuole private,<br />
italiane, il Patto Balcanico (che chiedeva che l'Albania non può partecipare)<br />
e la consegna delle fortificazioni militari nelle mani d'Italia.<br />
La crisi è stata risolta con l'intervento di Gran Bretagna e la "visita" delle<br />
navi da guerra italiana è stata chiamata "amichevole". Questo picco, ha<br />
segnato anche il suo lato sotto, il calo della pressione bilaterale.<br />
Nel mese di agosto 1934 Zogu ha mandato in Italia il suo aggiustante Zef<br />
Serreqin, il quale ha incontrato a Livorno il barone Aloisi, mentre il 2<br />
ottobre1934 ha inviato Rrok Geren a parlare di prestiti. Sembrava che il<br />
miglioramento delle relazioni albanesi - italiani da un lato, esacerbato le<br />
relazioni albanesi - jugoslava, utilizzato in questo caso come strumento<br />
diplomatico.<br />
Il 15 ottobre 1934, con l'apertura della sessione parlamentare nel messaggio<br />
indirizzata al Parlamento, il Re affermava, che voleva il consolidamento dei<br />
rapporti con l'Italia, "basandosi nei trattati in vigore", ma ricordarsi che le<br />
condizioni finanziarie dello Stato non erano in buone e sperava di<br />
vincerla. 228<br />
Il 5 gennaio 1935 il Consiglio dei Ministri ha deciso di consentire l'ingresso<br />
in Albania il giornale Jugoslavo “Politica” vietata dall'11 settembre 1928.<br />
227 Ilir Ushtelenca: Diplomacia e mbretit Zogu I-re 1912- 1939. Toena- Tirana 1995. pg. 242-243.<br />
228 Giornale “Besa” 16 ottobre 1934.<br />
132
Certamente questo era un contrappeso contro gli obiettivi italiani.<br />
Nell’inizio del 1935 la fuga di Muharrem Bajraktari ha fatto scalpore.<br />
Lui dopo il notificato dall’ATA aveva riparato a Ujmisht di Luma Halit<br />
Osmani e il detenuto condannato a morte Rexhe Mehmeti. Bajraktari non<br />
risponde alla chiamata delle autorità di consegna, fuggendo insieme con<br />
loro, al 2 gennaio 1935. 229<br />
229 Giornale “Demokratia” 6 gennaio 1935.<br />
133
2.18 I RAPPORTI CON GLI ALTRI STATI BALCANICI.<br />
Dopo il fallimento delle iniziative di Tirana per aderire all’Intesa<br />
Balcanica,la diplomazia albanese si è impegnata in un'altra direzione.Adesso<br />
l’Albania voleva avvicinarsi in particolare con gli Stati dei Balcani. In<br />
effetti, l'atmosfera era favorevole. Obiettivo principale, come ci si potrebbe<br />
aspettare, si è concentrata sul miglioramento delle relazioni economiche. 230<br />
Ci sono stati sviluppi positivi nelle relazioni con la Jugoslavia. Belgrado non<br />
poteva non essere soddisfatta dalle curve che hanno avuto stretti legami con<br />
Roma, con la decisione di Zogu per non rinnovare il trattato del 1926.<br />
È interessanteil contatto, che è stato deciso nei primi mesi del 1932 tra<br />
Mussolini e il Re Alexander per un italiano-jugoslavo accordo, non è<br />
riuscito, perché Belgrado ha rifiutato di riconoscere "gli interessi particolari<br />
d'Italia in Albania".<br />
Dopo l’inizio della primavera 1932 (cioè dopo la decisione di Zogu per non<br />
rinnovare il trattato del 1926) le relazioni tra Belgrado e Tirana entravano in<br />
una fase di costruzione. In primo luogo, vi è lo scambio di personale<br />
diplomatico di livello superiore. Zogu ha inviato a Belgrado nella legazione<br />
diplomatica Rauf Fico, che è stato immediatamente accolto dal Re<br />
Alessandro. Lui ha chiesto, in nome di Zogu di operare congiuntamente<br />
contro la politica italiana in Albania. Fico ha sollevato la questione che<br />
"bruciava" di più, cioè l'assistenza finanziaria adeguata. Re Alessandro ha<br />
risposto che la Jugoslavia non aveva possibilità: ma ha promesso solo che<br />
era disposto ad aiutare a trovare una soluzione, ad esempio, dalla Lega delle<br />
Nazioni. Belgrado ha mostrato che non era in grado di rivaleggiare con<br />
Roma, quando nel giugno del 1933 non ha risposto alla richiesta di Zogu per<br />
un prestito di 3 milioni di franchi d'oro.<br />
Anche se con omessi sforzi, Belgrado non ha potuto raccogliere l'importo di<br />
1 milione di franchi oro da ciascuno degli Stati dell'Intesa Minore. 231<br />
Tuttavia, nell’ambito del progetto inter-balcanico (1930-1934)<br />
ilmiglioramento nelle relazioni con la Jugoslavia ha ottenuto una serie di<br />
accordi bilaterali.<br />
Quindi, con la Jugoslavia nel dicembre 1933 è stato firmato un accordo<br />
commerciale, che apriva il mercato jugoslavoper la merce albanese con un<br />
valore di 2,6 milioni di franchi oro l’anno.<br />
230 Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 523.<br />
231Paskal Milo: Shqiperia dhe Aleanca Ballkanike. Studime albanologjike. Tirana 1977. pg. 62-63.<br />
134
Nell’archivio del Ministero degli Esteri albanese si trova un numero di<br />
documenti che mostrano le relazioni tra i due paesi in vari settori.<br />
Specificatamente devono essere menzionati due accordi: quello sulle<br />
frontiere dello stato firmato nel maggio 1934 dove la situazione nella zona<br />
confinante si normalizzava, l’accordo della creazione di alcune strutture per<br />
gli abitanti di entrambi i lati per una superficie di 15 km su entrambi i lati<br />
del confine, i quali potevano passare il confine senza ostacoli. 232<br />
Un altro accordo era stato completato al tempo stesso per il commercio e<br />
lunari. Con l'accordo commerciale Jugoslavia è diventata il secondo più<br />
importantepartner del commercio estero. C'erano anche le parole di apertura<br />
delle banche jugoslave in alcuni centri.<br />
Nell’Ufficio Straniero alcune voci sono arrivate in estate 1934 che, oltre agli<br />
accordi di cui sopra, che era legato un accordo per il segreto essenzialmente<br />
militare, in cui la Jugoslavia s’impegnava a venire in aiuto di Tirana nel caso<br />
in cui l'Italia minacciava la sua sovranità. Londra crede che molti possano<br />
essere una promessa verbale. 233<br />
Non si può dire la stessa cosa per la Grecia. In primo luogo, Atene non si fa<br />
sentire se stessi minacciata come Belgrado nella questione del trattato Italo -<br />
albanese del 1926. Era giunto il momento per il miglioramento dei rapporti<br />
italo-greco. Soltanto il ministro greco degli Esteri Mihallakopullos, ha<br />
dichiarato che "il Patto di Tirana si considerava come uno strumento<br />
diplomatico che non poteva davvero essere accusabile". 234<br />
Atene era sempre attenta a non intraprendere alcuna azione che possa<br />
causare alcun disturbo a Roma.<br />
In secondo luogo, le relazioni tra l'Albania e la Grecia non possono non<br />
risentire delle difficoltà che a volte scoppiano di tensione, così come le<br />
politiche in conflitto per quanto riguarda la questione del trattamento della<br />
minoranza greca, che Atene non ha cessato di utilizzare come strumento di<br />
pressione Tirana. Da parte sua, Tirana sollevava la questione del<br />
risarcimento che il governo greco ha dovuto fornire per i beni sequestrati<br />
della popolazione Came.<br />
Come si vede, questo problema è stato pesante per molti anni nei rapporti tra<br />
i due governi, senza trovare una soluzione. Un nuovo caso sensibile<br />
segnando una nuova tensione nelle relazioni tra i due paesi, è stato<br />
menzionato con decisione del governo albanese di chiudere le scuole private,<br />
una decisione che ha toccato anche quellisovvenzionatedal governo greco<br />
232Arkivi Qendror i Shtetit. Ministria e Jashtme D. 214 Anno 1936.<br />
233Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.220.<br />
234Akademia Shqiptare e Shkencave. Historia e popullit shqiptar. Toena. Tirana 2002.<br />
135
nella zona di minoranza. In breve, l’avvicinamento di Tirana, nei pressi di<br />
Atene non ha avuto alcun effetto previsto.<br />
Il governo albanese si è trovato isolata anche sugli altri paesi balcanici, i<br />
quali evitavano complicazioni con l'Italia. La mancata accettazione nel Patto<br />
dei Balcani ha messo in crisi la politica estera di Zogu. A questo si<br />
aggiungeva la situazione interna aggravata sempre di più a causa della crisi<br />
economica. È stato già chiarito che l'aiuto italiano aveva lasciato il paese<br />
dove era stato, in uno stato di arretratezza e di crisi profonda. Nessun serio<br />
tentativo era stato fatto per garantire una solida autonomiaeconomica.<br />
In queste condizioni, dopo il fallimento nelle possibilità politiche (rifiuto nel<br />
Patto dei Balcani), Zogu è stato fissato nel tentativo di fornire una scelta<br />
economica. Un aiuto finanziario dall'estero, per contribuire a facilitare una<br />
pressione italiana era necessario. Anche se il ghiaccio si scioglie con il<br />
Belgrado, Jugoslavia non poteva dare una propria soluzione. Come<br />
accennato in precedenza, Belgrado ha respinto la richiesta diZoguper un<br />
prestito di 3 milioni di franchi d'oro. 235<br />
Era chiaro che la Jugoslavia non aveva il potenziale adeguatodell’Italia nel<br />
sostegno finanziario. La stampa jugoslava era contro qualsiasi impegno di<br />
questa natura, non dovrebbe essere provocato Mussolini. La migliore delle<br />
ipotesi era che Belgrado poteva comandare allaLega delle Nazioni per dare<br />
un prestito finanziario adeguato per l'Albania, che è rimasto come prima,<br />
senza risposta. In una seconda fase, il Re Alessandro aveva promesso la sua<br />
mediazione in particolare nei pressi del governo francese.<br />
Credere nel coinvolgimento di Belgrado, Zogu tentò l’alleanza con un<br />
creditore potente, com’era la Francia. Nell'autunno del 1933, il governo di<br />
Tirana aveva fatto nessun movimento segreto nei pressi di Parigi, chiedendo<br />
di assegnare un prestito, per mezzo del quale sarà in grado di superare la<br />
crisi finanziaria adeguata,provocato dall’interruzione degli aiuti italiani.<br />
Parigi non si è affrettata.<br />
Una volta trascinato il problema per mesi, il governo francese ha presentato<br />
le sue condizioni per l'approvazione del prestito. Legazione albanese a Parigi<br />
ha informato il governo al 4 giugno 1934. Le condizioni si sono rivelate<br />
ancora più gravi rispetto a quelli di Mussolini.<br />
Le condizioni erano le seguenti: 236<br />
L’Albania doveva denunciare il trattato con l'Italia del 1926 e al suo posto<br />
firmare un trattato di amicizia e di collaborazione con la Francia per una<br />
durata di sette anni e le opportunità di rinnovo. La Francia avrebbe il diritto<br />
esclusivo di esplorazione e sfruttamento di qualsiasi nuova miniera, che<br />
potrebbero essere scoperti in terra albanese. Francia prendeva in concessione<br />
la pianura di Myzeqe, dove si può mettere le colonie francesi. Un nuovo<br />
235 Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 525.<br />
236Paskal Milo:Shqiperia dhe Aleanca Ballkanike. Studime albanologjike. Tirana 1977. pg. 73.<br />
136
trattato di commercio renderà possibile l'importazione di prodotti francesi,<br />
con tariffa doganale preferenziale. Da parte sua, il governo francese<br />
sovvenzionava alcune aziende dalle quali saranno importati i prodotti<br />
albanesi. Impostare le condizioni nei settori dell'istruzione: la lingua<br />
francese sarebbe obbligatoria in tutte le scuole e sarà dato dalle insegnanti<br />
francesi; le palestre di Korca e Scutari avrebbero avuto un regista francese.<br />
Anche se gravi condizioni, Zogu dava segni che poteva accettare le<br />
condizioni francesi, ma escluse due:<br />
a) i francesi avrebbero il diritto esclusivo per l'esplorazione e lo sfruttamento<br />
delle miniere di nuovo, ma non saranno incluse risorse di petrolio, riservata<br />
per un lungo periodo per le aziende britanniche,<br />
b) l'istituzione delle colonne francesi nel campo della Myzeqe e la creazione<br />
di banda agraria sarannoaccettate in linea di principio, ma richiedeva al<br />
governo di Parigi di non avere fretta; governo albanese ha promesso che<br />
questa condizione sarebbe soddisfatta in un momento appena possibile. 237<br />
Mussolini seguiva da vicino i movimenti di Ahmed Zogu. Il suo passaggio<br />
al governo di Parigi e le sue condizioni sono stati presentati come un attacco<br />
aperto all’Italia.<br />
Mussolini ha deciso di non aspettare e cosi decise di versare una politica<br />
apertamente minacciosa. Cosi il 22 giugno 1934la marina italiana senza<br />
alcun preavviso hanno inviato navi da guerra nelle acque territoriali albanesi<br />
vicine Durazzo. Nei rapporti della Legazione Britannica in quei giorni ci<br />
insegnano che è stato un team composto di sei incrociatori e tredici<br />
cacciatorpediniere sotto il comando di un contrammiraglio.<br />
Questa dimostrazione era una nuova pressione contro Tirana e un<br />
avvertimento che non sarà consentito alcun cambio di rotta in politica estera.<br />
Dopo la confusione iniziale, il governo albanese ha preso una decisione. Il<br />
ministro degli Esteri XhaferrVila ha chiamato i rappresentanti italiani a dire<br />
che la "visita" delle navi da guerra italianepoteva causarel’intervento della<br />
flotta britannica e francese.<br />
In effetti, Zogu subito ha chiamato i rappresentanti di Inghilterra e Francia a<br />
Tirana ed ha chiesto di intervenire contro quest’atto che violava la sovranità<br />
dell'Albania. L'Inghilterra rispose immediatamente per via diplomatica e<br />
militare. Il Ministro britannico a Tirana ha chiesto spiegazioni all’autorità<br />
italiana, mentre l'unità della flotta britannica è apparsa in Adriatico. Zogu ha<br />
preso i propri provvedimenti, tenendoprecauzionimilitari in una situazione<br />
emergente. Si sono aperti dei trinceramenti a Shijak e Durazzo. Si<br />
dislocarono truppe lungo la costa.<br />
Questa è stata un'altra prova che Zogu era determinato a resistere.<br />
Roma ha ritirato le navi, e la visita fu chiamatacome un equivoco: si trattava<br />
semplicemente di una visita di cortesia in un paese amico, ma che aveva<br />
237 Paskal Milo: op. cit. pg. 73.<br />
137
commesso un errore che le autorità albanesi non sono state informate al<br />
momento giusto. Per questo gesto la colpa fu data a Koch Ministro degli<br />
Esteri. In questo caso è venuto a una proposta italiana per "negoziati", ma<br />
Zogu risposto che i negozianti non possono essere fatti con navi da guerra.<br />
Tuttavia "l’incidente" è rimastosoltanto nei rapporti tra Italia e Albania.<br />
L'Albania rimase isolata. 238 Entro l'anno 1933, il paese stava vivendo un<br />
deterioramento continuo. Non bastavano i tagli di bilancio nei vari settori,<br />
tra i quali la spesa del cortile reale, che di tanto in tanto riceveva<br />
finanziamenti aggiuntivi. In tali circostanze, Zoguvalutava necessario<br />
eseguire tagli nell'amministrazione,le quali erano troppo gonfiata. Zogu ha<br />
scaricato un grande numero d’impiegati. Un altro disperato tentativo per<br />
alleviare la situazione era l’approvazione della legge di bilancio 1933,<br />
secondo questa legge i dipendenti furono costretti a derogare allo stipendio<br />
mensile, e le pensioni furono abbassate al 12%. 239<br />
Ma gli impiegati avevano parecchi mesi che non percepivano gli stipendi.<br />
Tutte queste misure rimassero sulla carta.<br />
Un indicatore delle performance che è stato creato durante la crisi di<br />
bilancio stata.<br />
Le cifre in franchi d’oro erano le seguenti: 240<br />
Anni Franchi d'oro<br />
1932-1933 31.588.395<br />
1933-1934 23.832.293<br />
1934-1935 18.888.192<br />
1935-1936 18.035.746<br />
Questa situazione ha reso indispensabile la riduzione dei fondi militari,<br />
anche se era sempre stato favorito. All’inizio dell’interruzione dell’aiuto<br />
italiano, il bilancio dell'esercito perse quattro milioni e mezzo di franchi<br />
d’oro. Tuttavia, si stima che fino alla fine del 1936 l'esercito ha preso più<br />
della metà delle entrate statali. 241<br />
238Arben Puto:op. cit. 527.<br />
239 Bollettino Ufficiale Nr 46. Il 7 luglio 1936.<br />
240Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.218.<br />
241Bernd Fischer:op. cit. pg. 231.<br />
138
CAPITOLO III<br />
IL RIAVVICINAMENTO DEL REGNO D’ALBANIA CON L’ITALIA<br />
1936.LA FUGA DI<strong>AHMED</strong> <strong>ZOGU</strong> A CAUSA DELL’INVASIONE<br />
ITALIANAIL 7 APRILE 1939<br />
3.1 IL MIGLIORAMENTO DEI RAPPORTI CON L’ITALIA<br />
Non vi è dubbio che il governo liberale abbia fatto un favore a Zogu.<br />
Attraverso la quale, Zogu è riuscito a rafforzare la sua posizione interna<br />
senza fare concessioni di principio.<br />
Questo ha creato l'opportunità di tornare con un senso assertività sui<br />
problemi esterni. Come prima, i rapporti con l'Italia sono stati messi in<br />
primo piano per sbloccare la crisi che ha raggiunto i limiti 1933-1934. 242<br />
A Roma questi cambiamentidel governo sono stati chiamati come un segnale<br />
positivo, che ha dato speranza per il ripristino delle relazioni ai livelli<br />
precedenti.<br />
Questo compito è sceso al governo di Mehdi Frasheri di portarlo a buon fine.<br />
Nel programma del nuovo gabinetto presentato al Parlamento il 26 ottobre<br />
1935, il Primo Ministro ha come punto principale nel campo della politica<br />
estera la riconciliazione dei rapporti stretti con l'Italia. Questo è stato<br />
l'aspetto più importante dell'attività del suo governo. 243<br />
Come primo passo è stato la decisione presa nel novembre 1935,<br />
immediatamente dopo l'entrata in vigore del nuovo governo, non si<br />
aggiungono al governo italiano sanzioni economiche a causa della sua<br />
aggressione contro l'Abissinia (Etiopia). 244 Come accennato in precedenza,<br />
Mussolini ha accolto con favore questa decisione. La strada della<br />
riconciliazione è ormai aperta. Nel marzo 1936 èstato firmato un gruppo<br />
degli accordi.<br />
Tali accordi possono essere divisi in due gruppi: nel primo gruppo entravano<br />
sei accordi di natura finanziare. Nel secondo gruppo entravano altri sei<br />
trattati in materia di economia e commercio, di cui tre collegati con il<br />
governo italiano e tre da soggetti italiani. Sarebbero fatte modifiche tariffarie<br />
sul commercio e la navigazione trattato con l'Italia, che il governo albanese<br />
se impegni a eliminare tutte le restrizioni precedenti sulle merci italiane che<br />
entrano in Albania.<br />
242Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009 pg. 545.<br />
243Bollettino Ufficiale: 19 ottobre 1935.<br />
244 Antonello Biagini: Storia dell’Albania. Bompiani. Milano 1999pg. 124.<br />
139
Da parte sua il governo albanese potrebbe avere alcune agevolazioni per<br />
l'esportazione delle merci in Italia. Infine, un accordo è stato legato alle<br />
Ferrovie Italiane ("Ferrovie dello Stato"), che estendono la concessione<br />
kerosene.<br />
Tutti gli accordi di cui sopra citati sono stati approvati con decreto speciale<br />
del Re il 3 aprile 1936.<br />
Ma oltre a questi accordi annunciati pubblicamente nelle fonti di cui sopra<br />
parlato, un'altra fonte rivela un altro accordo con il caraterò politico -<br />
militare, il governo albanese è stato costretto a prendere solo un italiano per<br />
l'organizzazione dello Stato e dell'apparato militare. L’accordo segreto<br />
determinava che l'esercito non poteva avere più di 6675 soldati e ufficiali.<br />
Per questo l'Italia teneva il carico di ottenere la quantità di 3,5 milioni di<br />
franchi oro l’anno al governo albanese.<br />
Zogu e Mehdi Frasheri hanno categoricamente negato tale accordo<br />
connessione. Ma ci sono diverse fonti che accennano quest’accordo militare.<br />
G. Zamboni studioso italiano nel suo libro "Sulla politica espansionista di<br />
Mussolini nei Balcani" (pubblicato in tedesco), ha rilevato che il testo<br />
dell'accordo non è stato comunicato, ma ha ricevuto un colloquio dal<br />
ministro delle Finanze Dhimiter Berati, il quale ha confermato il<br />
collegamento di un accordo militare, aggiungendo che "è stato firmato e<br />
adottato insieme con altri accordi."<br />
Questi accordi facilitano condizioni idonee finanziarie in cui era caduto<br />
pesante paese, il quale non era mai stato più critico. Zogu la riconciliazione<br />
delle relazioni con l'Italia nei livelli superiori rispetto a prima, era una<br />
soluzione per "respirare" e superare temporaneamente il picco della crisi<br />
economica.<br />
B. Fischer dice che la sua resistenza sotto pressione italiana "è stato<br />
premiato con ingenti somme di denaro dagli italiani, mentre lui stesso non<br />
s’incarica per gli impegni che potrebbero influenzare la sovranità<br />
d’Albania", a differenza da cosa volevano gli italiani dal 1931, il<br />
fondamento della politica estera albanese con quella italiana. 245<br />
L'autore ritiene che il rapporto di adeguati accordi finanziari con l'Italia<br />
come "l'unico grande successo di M. Frasheri e i suoi giovani colleghi, per i<br />
quali sono ingiustamente criticati".<br />
Questa tesi è controversa. Infatti, gli accordi di marzo 1936 segnano una<br />
nuova fase di penetrazione italiana, quella d’interesse italiano per<br />
approfondire come mai prima. Italia impostava il monopolio per l'economia<br />
albanese. 246<br />
Solo due mesi dopo la riconciliazione delle relazioni italo-albanesi nei livelli<br />
che non eranoaccaduti fino a quel momento, nel giugno 1936 a capo del<br />
245Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg. 245.<br />
246Arben Puto: op. cit. pg.547.<br />
140
Ministero degli Esteri d'Italia è stato nominato Galeazzo Ciano, genero di<br />
Mussolini, il quale seguirà una nuova direzione aggressiva, la linea della<br />
politica estera della Germania di Hitler. Questa sarà una nuova politica<br />
anche contro il "problema albanese" orientato verso la liquidazione<br />
dell’indipendenza dell'Albania. Da questo punto di vista gli accordi di marzo<br />
1936 sono venuti al momento giusto, erano un piano di preparazione per<br />
l'occupazione dell'Albania.<br />
Sembra che B. Fischer è tra i pochi se non l'unico che ha valutato gli accordi<br />
del marzo 1936 come successo principale del governo Zogu e M. Frasheri.<br />
Secondo lui, è stato un successo dall’economia ("ha ricevuto grandi somme<br />
di denaro"), anche politicamente, perché "gli accordi non toccano<br />
l'indipendenza dell'Albania". 247<br />
Altri autori hanno espresso un giudizio totalmente sotto.<br />
S. Skendi scrive che "gli accordi del marzo 1936 e si approfondisce ancora<br />
di più la dipendenza economica dall’Italia".<br />
Un altro autore in esilio, Abaz Ermenji, ammette che "con quest’accordo, la<br />
situazione finanziaria del regime di re Zogu è stata migliorata<br />
temporaneamente, ma l’influenza dell’Italia cresce evidentemente".<br />
Il professor A. Biagini valuta gli accordi, come atti che l'Albania e Roma si<br />
trovarono a faccia a faccia. “Anche se nei negoziati non è riconosciuta,<br />
formalmente l’unione doganale, infatti, gli accordi hanno eliminato ogni<br />
ostacolo alla penetrazione economica italiana”. 248<br />
247Bernd Fischer: op. cit. pg. 245.<br />
248 Antonello Biagini. Storia dell’Albania. Bompiani. Milano 1999.<br />
141
L'EFFETTO NEL COMPORTAMENTO DELLA CLASSE DOMINANTE E<br />
SUL RE STESSO.<br />
La natura devastante degli accordi del marzo 1936 si espressa in particolare<br />
nella coscienza fallita, l'atteggiamento umile che manterrà in seguito la<br />
classe dirigente e Re stesso.<br />
Basta, in primo luogo, dare uno sguardo al discorso di M. Frasheri nella<br />
sessione del Parlamento il 28 marzo, durante la quale ha dato una<br />
panoramica degli accordi. 249 La sintesi della sessione lo racconta anche<br />
l’incaricato La Terza, (in assenza del ministro Indelli), in una relazione<br />
speciale che gira Mussolini l’1 aprile.<br />
In entrambe le versioni è la stessa immagine: un clima di festa di euforia,<br />
con superlativa indirizzata verso l'Italia e il Duce. La parola di M. Frasherit è<br />
lontana allo stile dignitoso del suo intervento nelle sedi internazionali in<br />
difesa dei diritti dell’Albania e gli albanesi.<br />
In seguito discutano deputati, messi in gara chi è chi trova le parole più<br />
infuocate di amicizia con l'Italia e gratitudine verso il Duce.<br />
Delvina Hikmet: Il popolo italiano in un momento in cui 52 stati hanno<br />
imposto sanzioni (per meno di aggressione etiope, che avrebbe dovuto essere<br />
un avvertimento) ha aperto le sue mani piene di piacere per aiutare<br />
l’Albania.<br />
Il popolo albanese deve essere grato per l'Italia e Mussolini.<br />
Fejzi Alizoti, tranne un telegramma di ringraziamento al Parlamento italiano<br />
e Mussolini, vuole creare una commissione, per esprimere grazie al ministro<br />
italiano a Tirana, Indelli. 250<br />
Tutte queste espressioni sono meno in confronto con l'atteggiamento<br />
sorprendente che mantiene Zogu. In realtà, ha calpestato la reputazione<br />
personalità, e l'immagine che si crea al tasso d'Indipendenza che si oppone<br />
penetrazione profonda italiana (la crisi del non rinnovo del trattato 1926 nel<br />
1931). Improvvisamente mantiene una posizione di completa sottomissione.<br />
Nella conversazione che vi era stato qualche mese più tardi, il 12 novembre<br />
1936, il nuovo Ministro italiano Jacomoni, si spingeZogu troppo oltre nel<br />
fare i pareri e le proposte per le relazioni con l'Italia in una prospettiva<br />
ravvicinata.<br />
Secondo il rapporto di Jacomoni: due sono state le richieste principali di<br />
Zogu nel suo discorso durante l'incontro. 251<br />
Che i rapporti tra Italia e Albania devono essere considerati dal governo<br />
fascista come una relazione politica interna, indipendente dei fatti di politica<br />
estera. Zogu vuole una collaborazione chiara e onesta con l'Italia: ha formato<br />
un governo forte quella di Kostaq Kotta per rompere la propaganda<br />
249 Giornale “Besa” 1-2 aprile 1936.<br />
250 Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 549.<br />
251 Francesco Jacomoni: La politica dell’Italia in Albania. Capelli Bologna 1965.<br />
142
comunista in Albania che viene dalla Grecia, ma soprattutto per continuare il<br />
percorso di determinazione della purezza e della cooperazione con l'Italia.<br />
La conclusione di Jacomoni sulla discussione, è che Zogu vuole<br />
sinceramente a cedere di più le relazioni con l'Italia, purché porti fino a un<br />
punto che ci metterà in una posizione difficile.<br />
Dopo il parere di Jacomoni è aggiunta alla fine la parola del primo Kostaq<br />
Kotta, che con più convinzione dice che "il progresso civile di Tirana per il<br />
Duce dovrebbe essere una fonte di orgoglio e di grande gioia." 252<br />
252 Francesco Jacomoni. Op. cit.<br />
143
3.2 LA POLITICA ESTERA DURANTE IL REGNO<br />
In un'intervista per il quotidiano italiano "Giornale d'Italia", il Re Zogu ha<br />
dichiarato che le relazioni fra Italia - Albania seguiranno una strada lunga e<br />
difficile. Secondo lui, l'Albania non era solo uno stato dei Balcani, ma anche<br />
uno stato adriatico, formando così un ponte di collegamento via mare tra i<br />
due paesi. Ha anche nominato le sanzioni le quali sono state proposte contro<br />
l'Italia nella Lega delle Nazioni per l’invasione dell'Abissinia. 253<br />
Il servizio diplomatico si organizzava dal Ministero degli Affari Esteri, in<br />
base alla legge organica del 25 aprile 1929. Secondo questa legge in carica,<br />
il servizio diplomatico era composto di: l’Ambasciatore, Segretario<br />
Generale, Dipartimento Pubblica, Dipartimento consolare, amministrativa,<br />
contabile e del personale. Segretario generale organizzava e gestiva<br />
l’ambasciata, presentava la corrispondenza all’ambasciatore e anche gestiva<br />
l'archivio. 254 Ufficio segreto dell'Ambasciata organizzava i collegamenti con<br />
le nostre rappresentanze diplomatiche all'estero, questo si faceva in<br />
interazione con l'ufficio segreto del Ministero degli Affari Mondiali. Per<br />
riservatezza, le funzioni di quest’ufficio non divennero notati per legge.<br />
Sull’organizzazione del servizio consolare, la legge è stata approvata il 30<br />
aprile 1929, sotto il quale questo servizio è diviso in: capo consolato,<br />
consolati e sottoconsolati, i quali erano di carriera e onorari. Gli<br />
ambasciatori dovevano rispettare i trattati con i paesi interessati, rispettare la<br />
bandiera nazionale e di dare assistenza agli albanesi all'estero. Loro<br />
dovevano presentare due volte l’anno una relazione sulla situazione del<br />
paese, registrare tutti i cittadini albanesi che hanno vissuto lì per più di sei<br />
mesi, l'esecuzione di attività che i dipendenti pubblici per gli albanesi che si<br />
trovavano nella loro giurisdizione, ecc.<br />
Capo console si nominava il console o segretario senior, che aveva almeno<br />
quattro anni di esperienza di servizio.<br />
Le Ambasciate in Albania gli avevano questi paesi: Grecia, USA, Francia,<br />
Bulgaria, Gran Bretagna, Italia, Germania, Yugoslavia, Romania, Turchia,<br />
Cecoslovacchia, Spagna.<br />
Mentre la rappresentanza consolare in Albania ha avuto i seguenti stati: 255<br />
Tirana: Italia, USA, Romania, Grecia, Austria, Giappone (Honoré), Svezia<br />
(Honoré), Paesi Bassi (Honoré).<br />
Durazzo: Gran Bretagna (capo consolato), Belgio (Onorario), Romania<br />
(Onorario), Norvegia (Onorario), Italia (sottoconsolato),<br />
Francia (agenzie consolari onorari).<br />
253 Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 299.<br />
254 Bollettino ufficiale: nr 27 il 8 maggio 1929.<br />
255Kastriot Dervishi: op. cit. pg. 300.<br />
144
Korce: Jugoslavia, Italia, Grecia, Cecoslovacchia (sottoconsolato Honoré).<br />
Scutari: Jugoslavia (capo consolato), Italia (capo consolato), Cecoslovacchia<br />
(sottoconsolato Onorario).<br />
Valona: Jugoslavia, Italia, Belgio (onorario), Grecia (sottoconsolato),<br />
Francia (agenzie consolari Onorario).<br />
Gjirokaster: Grecia (sottoconsolato).<br />
Sarande: Grecia (sottoconsolato), Italia (agenzia consolare).<br />
Rappresentanza diplomatica dell'Albania nel mondo è stata:<br />
Ambasciate: Londra, Washington, Parigi, Roma, Belgrado, Il Cairo,<br />
Bucarest, Sofia, Atene, Berlino e Ankara.<br />
Capo consolato di carriera Bar, Skopje, Salonicco, Istanbul.<br />
Capo consolato Honoré: Londra, Bucarest, Lussemburgo, Zagabria,<br />
Montreal, Bologna, Stoccolma, Copenhagen, Praga, Anversa, New York,<br />
Amsterdam.<br />
Consolato Onorario: Bruxelles, Dubrovnik, Spalato, Praga, Monaco di<br />
Baviera, Francoforte, Marsiglia, Amburgo, Lipsia, Napoli, Trieste, Torino,<br />
Berna, Aversa, Pireo, Osaka, Budapest, Galatz e Ostende.<br />
Sottoconsolato Onorario: Brindisi.<br />
Nell'anno 1937 erano rispettivamente otto ambasciatori del primo grado<br />
(Demetrio Berat, Mehdi Frasheri, Faik Konica, Lec Kurti, Xhaferr Ypi, Rauf<br />
Fico), quattro di secondo grado, dodici consiglieri dell'ambasciata, 13<br />
segretari primo grado , 1 contabile , 14 segretari di secondo grado, 7<br />
segretari di terzo grado, 10 addetti, ecc. 256<br />
Durante il regno di Ahmed Zogu, tra l'Albania e diversi paesi, sono stati<br />
firmati diversi accordi. Senza dubbio i più importanti erano quelli con<br />
l’Italia, il cui ambasciatori in Albania erano rispettivamente: Barone Pompeo<br />
Aloisi (1926 - 1927), Ugo Sala (1927 - 1930), Marchese Antonio Meli<br />
(chiamato Lupi di Soragna) (1930-1932), Armando Odatino Koch (1932 -<br />
1934), Mario Barone Indelli (1934 - 1936), Francesco di San Savono<br />
Jacomonit (1936-1939).<br />
I rapporti sono stati fissati anche con gli Stati Uniti. Anno dopo anno, i<br />
leader di entrambi i paesi scambiavano telegrammi di congratulazioni. Uno<br />
di loro era: Roosweld congratula con il presidente in occasione della festa<br />
d’indipendenza.<br />
256 Shqiperia ne 1937. Tirana. 1938. pg.142-145.<br />
145
"In occasione della festa nazionale che celebra il popolo albanese oggi,<br />
voglio mandare i miei saluti sinceri e di fornire per la mia stima e le<br />
congratulazioni sincere". Mentre il Re risponde:<br />
Sono sinceramente toccati i sentimenti di amicizia che la Sua Eccellenza ha<br />
dovuto testimoniare contro di me e contro la mia nazione, mi affretto a<br />
inviare contemporaneamente di esprimere le mie profonde riconoscenze, i<br />
miei auguri per la prosperità vostra persona e della nazione americana. 257<br />
Il Re Zogu I, durante il suo regno, ha tenuto una politica estera che ha<br />
cercato di preservare l'indipendenza dello Stato. Questa politica aveva lo<br />
scopo di guadagnare dalle polemiche che esistevano tra stati diversi, al fine<br />
di mantenere l'indipendenza e beneficio materiale. Durante il suo regno, ha<br />
usato le contraddizioni italiane - jugoslava e ha beneficiato del sostegno<br />
inglese. La cessazione di questa formula è accaduta esattamente il 7 aprile<br />
1939, nel momento in cui l'Italia invase l'Albania e la Jugoslavia è visto che<br />
non aveva alcuna polemica con l'Italia e l'Inghilterra divenne del tutto<br />
indifferente al destino di Albania. 258<br />
257 Il giornale “Arberia” 2 dicembre 1936.<br />
258Kastriot Dervishi: op. cit. pg. 302.<br />
146
3.3 L’ORGANIZZAZIONE DELL’EMMIGRAZIONE<br />
ANTIZOGISTA (1925 - 1939)<br />
L'arrivo di Ahmed<br />
Zogu al potere ha<br />
creato un'ondata<br />
d’immigrazione<br />
politica. I rifugiati<br />
sono fuggiti dall’<br />
Albania in Italia,<br />
Austria, Francia, ecc.<br />
Mentre il maggior<br />
gruppo è stato riunito<br />
a Vienna. Molti di<br />
loro, stimolati dalla<br />
simpatia per l'Unione<br />
Sovietica, sono andati<br />
lì, si collegano con la<br />
Federazione<br />
Comunista balcanica,<br />
e con l’Internazionale<br />
comunista.<br />
Il 25 marzo 1925, con l'aiuto della Federazione comunista balcanica, a<br />
Vienna è stato organizzato un convegno per la fondazione del Comitato<br />
Nazionale Rivoluzionario (KONARE), guidata da Fan Noli. 259<br />
Il programma di quest’organizzazione, che divenne noto il 5 maggio 1925,<br />
mirava il rovesciamento del regime di Ahmed Zogu, l'attuazione della<br />
riforma agraria e il recupero del confine albanese. Quest’organizzazione ha<br />
pubblicato il suo giornale titolato "La libertà nazionale", il primo del quale è<br />
uscito il 29 luglio 1925 a Ginevra.<br />
Membri del Konare dalla vecchia opposizione sono stati:<br />
Fan Noli e Qazim Koculi, Mustafa Kruja, Riza Dani, Cevat Korca,<br />
Da ex membri della"Forza Nazionale": Kole Tromara, Llano Borshi Qazim<br />
Kokoshi, Aziz Cami, Riza Cerova Shefqet Korca,<br />
Il gruppo politico "Unione", Halim Xhelo, Sejfulla Maleshova, Lazar, Qamil<br />
Cela, Demir Godelli, Selim Shpuza, Haki Stermilli, Reshat Kellici, ecc. 260<br />
Dopo l'aprile 1927, sotto la pressione del Comintern, che ha richiesto un<br />
cambiamento ideologico dell'organizzazione, così abbia cambiato il nome da<br />
Konare a Comitato di Liberazione Nazionale (KCN). Da questo<br />
259Akademia Shqiptare e Shkencave. Historia e Shqiperise, vitet 30. Tirana 1984.pg.340.<br />
260Sejfi Vllamasi: Ballafaqime politike 1897 – 1942. Neralda. Tirana 2000. pg. 434-435.<br />
147
cambiamento politico, molti elementi come Qazim Koculi, Kole Tromara,<br />
Mustafa Kruja, Shefqet Korca, Riza Dani, Xhevat Korca, Beqir Valterin ecc,<br />
hanno lasciato l'organizzazione.<br />
Nel novembre del 1927, una delegazione di KCN guidata da Fan Noli<br />
partecipa al Congresso degli Amici dell'Unione Sovietica sviluppato nel<br />
corso del decimo anniversario della rivoluzione bolscevica.<br />
Quest’organizzazione è stata avviata a diffondere ampiamente le idee della<br />
"rivoluzione democratica" attraverso la distribuzione di letteratura e alla<br />
creazione di comitati segreti. 261 Nello stesso anno, l'organizzazione ha<br />
pubblicato una dichiarazione formulata dal suo presidente, che ha chiesto il<br />
rovesciamento del regime e l'avvento del proletariato al potere. Negli anni<br />
1934 - 1935 l'organizzazione finche aveva ideologia e propaganda, tra le sue<br />
piattaforme organizzative, opuscoli di propaganda pubblicate a Ginevra.Una<br />
parte degli emigrati politici rifiuto di entrare Konare, perché era contro<br />
l'influenza sovietica. Questi hanno formato il proprio gruppo chiamato<br />
"Unione nazionale". 262 In questo gruppo apparteneva Sotir Peci, Xhemal<br />
Bushati, Suma Angelin (bordo), Ali Kelcyre (segretario), Rexhep Mitrovica,<br />
Bahri Omar, Ismail Haki Tatzati,Sheh Karbunara, Dr. Sadedini, Kost Paftali,<br />
Hysni Peja, Xhelal Preveza, Luk Margjini, Spiro Koleka, Stavro Vinjau (poi<br />
ritirato), Zenel Gjoleka, Demetrio Bala, Muka e Sejfi Vllamasi. Questo<br />
gruppo era finanziato dal blocco jugoslavo - francese. Una parte dei membri<br />
di quest’organizzazione migrava a Corfù come Ismail Hakki Tatzati,<br />
Demetrio Bala, George Spiro Koleka, Koco Muka, Sotir Peci, ecc. Dato che<br />
a Italia non può esercitare alcuna attività, la sede di quest’organizzazione è<br />
stata fondata a Vienna. Il Comitato centrale dell'organizzazione era<br />
composto di Xhemal Bushati, Angelin Suma e Ali Kelcyra. Inoltre hanno<br />
pubblicato e il giornale " Unione nazionale ". Il primo numero di questo<br />
giornale è uscito a Vienna il 16 marzo 1928 e ha avuto come leader Angelin<br />
Suma. La pubblicazione del giornale è stata interrotta nel 1929 e poi<br />
ricomincia la stampa a Parigi il 28 novembre 1936 avente come leader<br />
Rexhep Mitrovica. Nel momento in cui il gruppo era a Bari, il consolato<br />
jugoslavo mostrasse interesse, soprattutto Cincar Markovic (incaricato per la<br />
questione albanese presso il Ministero degli Affari Esteri della Jugoslavia).<br />
Nel frattempo Ahmed Zogu ha intrapreso numerose azioni che renderebbero<br />
possibile il ritorno dei politici albanesi e la loro integrazione nella vita<br />
politica.<br />
Con la nomina di Cincar Markovic come consulente jugoslava Ambasciata a<br />
Vienna, l'attività dell’organizzazione "Unione Nazionale", ha avuto un<br />
aumento notevole. Ma i seguenti sviluppi sono diventati difficili, giacché<br />
261Akademia Shqiptare e Shkencave. Historia e Shqiperise, vitet 30. Tirana 1984.pg.344.<br />
262Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006.pg. 317.<br />
148
nell'organizzazione sono iniziati i conflitti di gestione. Parigi divenne il<br />
centro della nuova organizzazione "Unione Nazionale".<br />
La gazzetta dell’organizzazione si emetteva sotto gli auspici dei consolati<br />
jugoslavi a Scutari, Korca e Valona. 263<br />
263Sejfi Vllamasi: op.cit. pg. 441.<br />
149
3.4 LE PRINCIPALI RIFORME<br />
Zogu è un riformatore, un ardito riformatore. Quando è salito al potere, ha<br />
trovato suo popolo immerso in mille pregiudizi, in mille divisioni, senza<br />
leggi e senza codici. 264 Con il suo lavoro e il suo impegno l’Albania presa, la<br />
direzione giusta dello sviluppo.<br />
Lo sviluppo delle relazioni capitaliste, durante il regno di Ahmed Zogu ha le<br />
sue caratteristiche. Anche se l'Albania era un paese agricolo, il commercio<br />
ha avuto uno sviluppo ovvio. Si sono creato diverse società azionarie come<br />
"Maliqi" (Korce), "Mercury" e "Assembly" (Scutari), SITA (Londra), Said<br />
(Elbasan) DELE (Argirocastro), Shasha (Shkoder) Portland Cement<br />
Shkodra, ecc. 265<br />
Negli anni 1925 - 1939, Albania le principali città divennero i centri<br />
commerciali.<br />
Secondo una pubblicazione commerciale nel 1938, la lista d’importatori<br />
albanesi era suddivisa in diciassette categorie: articoli di moda coloniali,<br />
bevande, automobili e altri strumenti, macchine agricole, ferramenta,<br />
inchiostri secchi, materiali di cancelleria cartolerie, nelle drogherie e<br />
farmacie, materiale da costruzione e mobili, gioielli e orologi, cuoio per<br />
calzature, articoli elettrici, fotografie, strumenti musicali, armi, biciclette e<br />
carta da imballaggio.<br />
Invece si esportava: pelle bovina, lana, bestiame, tabacco, olive e olio<br />
d'oliva, uova, formaggio, ecc.<br />
Durante gli anni 1925 - 1938, ci sono degli oscillamenti nell’import - export.<br />
Così l'anno che segna la massima importazione è stato, il 1929, quando sono<br />
importate merci per un valore 38,6 milioni di franchi d'oro. Anno che segna<br />
il livello più basso delle importazioni era il 1934 se il loro valore era di 12,3<br />
milioni di franchi d'oro. D'altro canto, le esportazioni sono state nel 1925<br />
con 17 milioni di franchi oro l’anno e ridurre il livello del 1934 con 4<br />
milioni di franchi d'oro.<br />
Tra i problemi che avevano squilibri permanenti dell’economia albanese,<br />
sono stati esportazioni e importazioni. In tutti i casi, le importazioni sono<br />
state superiori alle esportazioni, il quale spiega le molteplici esigenze che<br />
aveva il paese in quel momento.<br />
Tra i paesi da cui l'Albania importa ed esporta più beni, l'Italia tiene il primo<br />
posto. Nel 1925 l’Italia rappresentava per il 75,2% delle importazioni e il<br />
58,7% delle esportazioni albanesi.Un posto importante nello<br />
import - esportazione albanese erano UK, USA, Grecia, Jugoslavia, e infine<br />
il Giappone. 266<br />
264 Gustavo Traglia: L’Albania di re Zog. Ediz. Tiber. Roma 1930. pg. 35.<br />
265Kastriot Dervishi:op. cit. pg. 296.<br />
266 Bollettino ufficiale 15 gennaio 1931.<br />
150
Nel 1922 l'Albania aveva 85 unità industriali, nel 1927 128 e nel 1938 aveva<br />
244 unità industriali. Mentre le più note aziende agricole del paese sono<br />
state: Lushnje (1925), Sukth EIAA (1926), Luca Mimbelli (1926), ecc.<br />
LE RIFORME NEL CAMPO DELLA SALUTE, DELLA<br />
CULTURA E DELL'ISTRUZIONE.<br />
Con l'organizzazione della sanità pubblica si occupava il dipartimento<br />
generale della Sanità, inclusa all'interno del Ministero degli Affari Interni.<br />
Albania ereditava dal sistema ottomano solo quegli ospedali che sono stati<br />
costruiti in grandi guarnigioni militari.<br />
Il numero complessivo dei medici nel 1920 era cinquanta, mentre nel 1937 è<br />
andato a 155.<br />
A Tirana, è stato costruito un grande ospedale con tutti i rami interessati, che<br />
è stato chiamato il primo uccello. Invece sono stati adeguati gli ospedali di:<br />
Scutari, Durazzo, Dibra, Korca, Argirocastro, Valona, ecc. 267<br />
Un ruolo importante ha avuto anche la Croce Rossa albanese, che ha creato<br />
un conto bancario e sostanziale ottenendo alcuni doni di proprietà del Re.<br />
CULTURA E ISTRUZIONE<br />
Negli anni del regno continuò la riorganizzazione delle sue scuole. Nel 1931<br />
un comitato è stato istituito per la riprogettazione della scuola e dei testi.Fino<br />
a quel momento l’istruzione era eterogenea con diversi programmi. Si è<br />
formato il liceo di Gjirokastra.<br />
L’istituto di " Madre Regina " composta di due rami e stato costruito<br />
all'autunno del 1933 a Tirana. 268 Dopo la nota riforma dell'anno 1933, è stata<br />
approvata nel 1934 "La Legge Organica dell'Istruzione”, che ha condiviso<br />
ministero dell'istruzione nella sezione elementare e normale, media e quella<br />
di" giovinezza albanese ". La scuola ha avuto un forte carattere nazionale. È<br />
stata fondata associazione "L’Aquila", che si occupava per la formazione<br />
nazionalista, culturali e naturali degli alunni.<br />
Il 6 maggio 1938 il parlamento ha approvato una nuova legge per la scuola<br />
superiore, secondo la quale la scuola è stata suddivisa in: Media (media per<br />
lavoro, Istituto Tecnico e normale), bassa (lavoro, istituto tecnico, le scuole<br />
normali e Liceo) scuola superiore (istituto tecnico, alto corso di scuola<br />
normale, il corso di Liceo superiore). 269<br />
26710 Vjet mbreteri: Tirana 1938. Pg. 247-265.<br />
268Il giornale “Besa” il 20 settembre 1933.<br />
269 Bollettino ufficiale 25 maggio 1938. Tirane.<br />
151
L’organizzazione della gioventù albanese era una priorità del re Zogu. A tal<br />
fine, il 14 novembre 1929 sì e creato l'Ufficio nazionale che si occupava per<br />
la cosiddetta " Giovinezza albanese", al fine di prendersi cura sostegno,<br />
assistenza, educazione fisica, morale, patriottica e giovani paramilitari<br />
albanesi. 270 L’ufficio era sotto la supervisione del re. La sede dell’ufficio era<br />
a Tirana. Questo progetto era per gli alunni che avevano compiuto quindici<br />
anni. L'attività dell'ufficio si dirigeva da un direttore generale, nominato dal<br />
re, mentre i filiali erano in tutte le prefetture, che sono stati guidati da<br />
istruttore capo dell’ educazione fisica.<br />
Governo ha prestato particolare attenzione e questioni storiche. Gjergj<br />
Pekmezi è stato incaricato il 24 giugno 1931, per ottenere i documenti sulla<br />
storia del nostro paese a Vienna, con uno stipendio mensile di 600 franchi<br />
d'oro. 271<br />
270Kastriot Dervishi:op. cit. pg. 298.<br />
271Arkivi Qendrori Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F. 149 D.1201anno 1931 pg.349.<br />
152
3.5 LA STAMPA ALBANESE<br />
Negli anni 1925 - 1939 l'Albania ha avuto un grande sviluppo della stampa.<br />
Documenti importanti sono stati: " Indipendenza Albanese " (1925 - 1926,<br />
Kristo Floqi editore), "La voce di Korca", (Korce 1925-1931, editor Dhori<br />
Koti), "Il Rinascimento albanese" (1925 - 1929, Namik Selimi)<br />
"Democratici" (Gjirokaster, Cevat Kallajxhiu), "Il telegrafo" (1926 al 1928,<br />
Costa Cekrezi), "La Gazzetta Albanese" (1927 al 1939, Gustavo Traglia),<br />
"Parola di Dio" (Shkoder 1928-1935, la Chiesa cattolica), "New Century"<br />
(Durazzo dal 1928 al 1929, Ilia Llavda), " Nuovo Giornale " (1928 - 1929,<br />
Zoi Xoxa), "Tempo" (1928 - 1932, Costa Cekrezi), "Arbenia" (1929 al 1937,<br />
Ferit Vokopola e dopo il 1930 Nebil Cika), "Besa" (1931 al 1936, Hafez<br />
Xhemali), "Vatra" (1933 al 1936, Timo Dilo), “Figlia cattolica "(Shkoder<br />
1935-1944, Pashk Bardhi)," Illiria "( 1934 - 1936, corpo editoria, Asim<br />
Jakova Branko Merxhani, Vangjel Koca, Odisseo, Pascal, Stafan Shundi,<br />
Anton Logoreci, Ismet Toto), "Il Sudore del Popolo" (1934 - 1935, Zoi<br />
Xoxa), "Lo Sport Nazionale" (1935 - 1939 della Federazione albanese di<br />
sport), "Luce" (1936 al 1939, Mati Logoreci), "Press" (1937 al 1939,<br />
Kamber Bego), ecc.<br />
Mentre le riviste più importanti sono state: "Agricoltura" (1928 - 1932,<br />
pubblicata dal Ministero dell'Agricoltura),<br />
"Normalisti" (1929-1937, normale d’Elbasan), "Alexander" (1929 - 1944, la<br />
società "Leka"), "Bollettino militare e ad interim" (1931 - 1938, Comando<br />
Nazionale della Difesa), "Minerva" (1932 al 1936, Nebil Cika), "Calendario<br />
Enciclopedico" (1934 al 1939, Vasil Xhacka), "Rinascimento" (Korce 1934-<br />
1936, Pandi Frasheri), "Diana" (1935 - 1939, Kamber Bego), "Scuola<br />
nazionale" (1937 - 1939, Ministero della Pubblica Istruzione). 272<br />
272 La lista dei giornali e delle riviste pubblicate negli anni 1925-1939 e stata rilevata in:Historia e shtetit shqiptar<br />
1912-2005.Kastriot Dervishi. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 299.<br />
153
Questa tabela nota il progresso dell’Albania in 25 anni<br />
d’indipendenza. 273<br />
Giustizia 1912 1920 1937<br />
Tribunali 25 --------- 48<br />
Magistrati 21 --------- 65<br />
Giudici non 45 --------- 36<br />
laureati<br />
Educazione<br />
Scuole<br />
primarie Alb.<br />
54 552 615<br />
Scuole<br />
superiore<br />
Alb.<br />
0 3 18<br />
Insegnanti 80 645 1199<br />
Professori 0 18 244<br />
Alunni delle<br />
scuole ele.<br />
600 24.145 52.453<br />
Studenti<br />
0 205 5199<br />
delle sc.super<br />
Affari<br />
mondiali<br />
Strade<br />
nazionale km<br />
Strade<br />
comunali<br />
Grandi ponti<br />
definite<br />
140 -------- 2200<br />
0 -------- 456<br />
3 -------- 76<br />
Piccoli ponti 0 -------- 4052<br />
Commercio<br />
Valore dei<br />
beni export<br />
Valore dei<br />
beni import<br />
Finanza<br />
Bilanci per le<br />
entrate<br />
Budget<br />
investimento<br />
2.189.000<br />
Franchi oro<br />
6.037.000<br />
franca d’oro<br />
15.405.000<br />
fra oro<br />
26.716.000<br />
fra oro<br />
273 Arkivi Qendror i Shtetit.Ministria e Arsimit. D. 40 anno 1937.<br />
-------- 18.235.000<br />
fra oro<br />
-------- 13.730.000<br />
fra oro<br />
------- 26.716.000<br />
fra oro<br />
------- 26.224.000<br />
fra oro<br />
154
3.6 LE ELEZIONI PARLAMENTARI IL 31 GENNAIO 1937<br />
Le elezioni parlamentari sono terminate il 31 gennaio 1937.<br />
Lista pro-governo ha raggiunto la vittoria piena e gli altri candidati non<br />
possono raggiungere qualsiasi conclusione. I candidati vincenti e quelli<br />
perdenti avevano una maggiore distanza tra di loro, fino a 600 voti.<br />
Perdenti erano Muhamer Abedini, Kristaq Niço, Leonidha Naçi (Korce)<br />
Shefqet Celkupa (Tirane – Durres), Niko Tola, dhe Kristaq Joçka,<br />
(Gjirokaster) Maliq Bushati, Kole Bibe Mirakaj, Shefqet Dibra (Shkoder),<br />
Mehmet Alem Tragjasi (Vlore).<br />
Nikolla Zografi (Korce) 274<br />
Parlamento (1937-1939) 275<br />
Berat Korça<br />
1-Ahmed Resuli 37-Pandeli Evangjeli<br />
2-Hamit Myftiu 38-Kostaq Kotta<br />
3-Hysen Vrioni 39-Qani Sulejmani<br />
4-Lon Gjini 40-Thoma Orollogaj<br />
5-Sabri Kalltani 41-Tefik Mborja<br />
6-Veis Xhindi(morto, il<br />
1.09.1938)<br />
Abedin Nepravishta<br />
(30.10.1938)<br />
42Eshref Frasheri (morto, il<br />
3.10.1938)<br />
Surja Pojani (20.11.1938)<br />
7-Zoi Xoxa 43-Vasil Avrami<br />
8-Ferit Vokopola 44-Xhavit Leskoviku<br />
Dibra 45-Faik Dishnnica<br />
9-Abdurrahman Salih Kosova<br />
10- Abdurrahman Dibra 46-Ismet Kryeziu<br />
11-Hafez Xhemali 47-Omer Strazimiri<br />
12-Fiqri Rusi 48-Salih Viçiterni<br />
13-Jashar Erebara Shkodra<br />
14-Jak Koçi 49-Ejell Serreqi<br />
Durres-Tirane 50-Lec Coba<br />
15-Ali Begeja 51-Kole Thaçi<br />
16-Ferit Dervishi 52-Musa Juka<br />
17-Rexhep Jella 53-Terenc Toçi<br />
274 Il giornale “Besa” il 2 febbraio 1937.<br />
275Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 378.<br />
155
18-Said Toptani 54-Sander Saraçi<br />
19-Stavro Stavri 55-Xhemal Naipi<br />
20-Izedin Beshiri (Izet 56-Halit Rroji<br />
Dibra)<br />
Elbasani Vlora<br />
21-Shefqet Verlaci 57-Simon Simonidhi<br />
22-Anton Beça 58-Sadik Shaska<br />
23-Dervish Biçakçiu 59-Eqrem Vlora<br />
24-Faik Shatku<br />
25-Ibrahim Biçakçiu<br />
26-Ahmed Hastopalli<br />
Gjirokastra<br />
27-Hiqmet Delvina<br />
28-Ekrem Libohova<br />
29-Dhimiter Kacimbra<br />
30-Fejzi Alizoti<br />
31-Jani Melo<br />
32-Fuat Asllani Bordo:<br />
33-Lame Kareco 1) Pandeli Evangjeli-<br />
Presidente<br />
34-Mihal Kaso 2)Hiqmet Delvina- vice<br />
presidente<br />
35-Javer Hurshit 3)Ejell Serreqisegretario<br />
36-Petro Poga 4)Fiqri Rusiamministratore<br />
APERTURA DELLA SESSIONE DEL PARLAMENTO<br />
Il Parlamento apre i lavori il 10 febbraio 1937. Così ogni volta si apre con il<br />
messaggio di Re Zog.<br />
Tra altro Zogu ha osservato che la crisi ha avuto i suoi effetti estesi anche in<br />
Albania, ma le misure sono state adottate nuove a beneficio del<br />
miglioramento dell'agricoltura, allevamento, alcune industrie, per migliorare<br />
il commercio nazionale.<br />
In connessione con la politica in atto, Zogu ha osservato:<br />
Nella nostra Albania non abbiamo partiti politici non avremo. Così il<br />
supremo potere, potere legislativo ed esecutivo, la stampa, giovane, maschio<br />
e femmina, l'intera nazione deve dare la mano a ogni altro canto ad attuare<br />
156
iforme amministrative, diritti economici, sociali e culturali, che secondo<br />
l'ordine toni sono in preparazione per la precedente. 276<br />
Il 18 febbraio 1937, il Parlamento ha dato fiducia al Governo di Kostaq<br />
Kotta.<br />
Con l'apertura della seconda sessione del parlamento, il re Zog ha affermato<br />
che la politica estera continuerà come prima, avendo come alleato strategico,<br />
l'Italia. Inoltre ha rilevato la preoccupazione ai membri per equilibrare il<br />
bilancio, migliorare le prestazioni situazione, la regolazione delle alcune<br />
tariffe doganali, che disciplina lo status di servi, lo sviluppo del credito<br />
agricolo, l'industria nazionale e soprattutto quello del cemento. 277<br />
A proposito dell'istruzione, gli chiese di essere data importanza per<br />
rafforzare la coscienza nazionale.<br />
Nella terza sessione del Parlamento, che sarebbe la più lunga che gli altri<br />
primi, Zogu rileva le buone relazioni con l'Italia, il miglioramento<br />
dell'esercizio finanziario, la nuova legge sulla tassazione di costruzione, la<br />
nuova legislazione doganale al fine di combattere il contrabbando, la<br />
riorganizzazione dell'economia nazionale, le scuole di lavoro crescenti, ecc.<br />
In relazione con le opere stradali sono state menzionate le strade Puke -<br />
Kukes, Koplik - Boge – Theth, Prosek - Shoshaj - Burrel, Peshkopi - Burrel,<br />
strada di Devoll, di Butrint, una categoria di piccole strade. 278<br />
276 Il giornale “Demakratia” il 13 febbraaio 1937.<br />
277Kastriot Dervishi: op. cit. pg. 380.<br />
278 Il giornale “Drita” 16 ottobre 1938.<br />
157
3.7 I GOVERNI DURANTE IL REGNO DÌ <strong>AHMED</strong> <strong>ZOGU</strong><br />
IL PRIMO GOVERNO REALE DÌ KOSTAQ KOTTA<br />
(5 SETTEMBRE 1928-5 MARZO 1930)<br />
Il nuovo governo del nuovo regime era simile a quella della Repubblica,<br />
dunque non ha cambiato il numero dei ministeri.<br />
Consiglio dei Ministri era composto di: 279<br />
1 - Kostaq Kotta - Primo Ministro e Ministro degli affari interni<br />
2 - Hikmet Delvina - Ministro della Giustizia<br />
3 - Iljaz Vrioni - Ministro degli Affari Esteri<br />
4 - Milton Tutulani - Ministro delle Finanze<br />
5 - Xhaferr Ypi - Ministro della Pubblica Istruzione<br />
6 - Saleh Vuciterni - Ministro degli Affari del Mondo<br />
7 - Musa Juka - Ministro delle Politiche Agricole<br />
Il primo ministro nel suo discorso dinanzi al Parlamento il 10 settembre<br />
1928, ha parlato di politica estera, il ruolo dell'Albania come fattore di pace<br />
nei Balcani, in politica interna, organizzazione di comuni, esercito nazionale,<br />
la giustizia, l'indipendenza dei tribunali, programma educativo, gli affari<br />
globali e l'agricoltura.<br />
Nel campo dell'istruzione dall’anno accademico 1928 – 1929 ritornailvigore,<br />
gli ispettori d’istruzione per ogni Prefettura. La nuova legge organica del<br />
sistema d’istruzione era suddivisa in: primaria e secondaria. 280<br />
Il 12 febbraio 1929 fu varata la legge che fuso il Ministero dell'Agricoltura e<br />
delle Foreste e ha creato il Ministero dell'Economia Nazionale.<br />
Quando il mondo era immerso in una crisi generale, il più grande quotidiano<br />
del paese filo-governativo ha scritto che l'Albania era piena di lavoratori<br />
stranieri, aggiungendo che "nessun paese ha il mondo che si apre le porte di<br />
Stato lavoratori stranieri così liberamente come il nostro governo", causando<br />
una perdita di 8 milioni di franchi d'oro.<br />
Bilancia commerciale è rimasta preoccupante: 12,352,063 franchi<br />
esportazioni e 33,288,900 franchi le importazioni.<br />
Per ridurre questo saldo negativo il Re ha creato una commissione composta<br />
di: Mehdi Frasheri, Kole Thaci, Harallamb Papadhopulli, Papa Pilo, Javer<br />
Hursit, Vlash Dovana, allevamento Vangjeli. La Commissione si occuperà<br />
di questioni speciali e la propaganda nelle scuole, i comuni, comune ecc.<br />
A causa delle controversie nel caso del bilancio, il Primo Ministro ha chiesto<br />
a tutti i Ministri per dare le dimissioni, una decisione che è stata presa entro<br />
un giorno dal Consiglio dei Ministri.<br />
279 Kastriot Dervishi: op. cit. pg. 283.<br />
280 Bollettino ufficiale. 4 agosto 1928.<br />
158
Kostaq Kotta firmato le dimissioni e vennero davanti al Re, il quale lo<br />
nominò ancora per ridisegnare il governo.<br />
In questo caso, il re Zogu mandava un messaggio al primo ministro che dice<br />
che il paese ora doveva aprire "le porte della civiltà" e di qualsiasi forza che<br />
avrebbe il coraggio di opporsi alle leggi, si troverà ad affrontare la<br />
frantumazione pugno stato di diritto. Il Re chiedeva di ripulire<br />
l’amministrazione dai "ufficiali inganni e pigri". Ha anche chiesto la<br />
registrazione della popolazione, l’iniziativa privata capitalista, una nuova<br />
riforma agraria, ecc.<br />
Re ha chiesto che il pane deve essere prodotto in paese, in modo che la<br />
moneta non appare all'estero. 281<br />
Per far crescere il prodotto dei cereali, e specialmente del grano, sin<br />
dall’inizio di questi studi, Zogu aveva insistito nel far prosciugare le paludi<br />
malariche come quelle di Maliq e di Korcia,nel sudest dell’Albania. 282<br />
Premier Kotta, durante la riformulazione della fiducia del governo di fronte<br />
al Parlamento il 20 gennaio 1929, ha detto che il governo avrebbe mantenuto<br />
rapporti amichevoli con gli alleati, soprattutto con l’Italia. Negli affari<br />
interni sarebbe proseguito il controllo dei dipendenti per colpire senza pietà<br />
quelli che colpiscono i diritti delle persone e quelli che abusano del compito.<br />
Altri punti del programma messo in evidenza erano l'organizzazione dei<br />
comuni, lotta contro le malattie, l'organizzazione di gendarmeria, la riforma<br />
della giustizia, l'istruzione e la borsa di studio sono aumentate, regolando il<br />
bilancio senza ferire le persone, l’ordinamento di tutti i ponti, fine dei<br />
principali progetti di strade, un rapido adeguamento della strada Elbasan.<br />
281 Il giornale “Zeri i Korces” 22 gennaio 129.<br />
282Akademia Shqiptare e Shkencave. Historia e Shqiperise, vitet 30. Tirana 1984. pg.347.<br />
159
LA CADUTA DEL GABINETTO DÌ KOSTAQ KOTTA.<br />
Il GOVERNO DI PANDELI EVANGJELIT.<br />
Quando la legislatura aveva raggiunto a medio termine, la posizione del<br />
governoKotta è stata indebolita dovuto principalmente al rilascio delle<br />
concessioni ad altri. Motivo principale per questo è diventato il problema<br />
della società italiana Agip Petroleum (Azienda Generale Italiana petrolio)<br />
Il governo ha dichiarato un monopolio statale sul petrolio greggio e di<br />
benzina per essere dato in concessione. Nella lotta feroce concorrenza,<br />
hanno partecipato società americana, italiana e albanesi. 283<br />
I vincitori AGIP italiana della società, hanno suscitato un malcontento<br />
politico e ambienti economici del paese.<br />
Quindi, ufficialmente, entro il 20 ottobre 1930, trentasei deputati di re Zogu<br />
hanno presentato le loro preoccupazioni alla nuova situazione creata dalla<br />
monopolizzazione di carburante.<br />
Re ha esortato il governo a riconsiderare questa materia, la forma di<br />
numerose violazioni che avevano creato la società italiana AGIP.<br />
IlMinistro delle Finanze, Milto Tutulani ha mandato il caso in tribunale il 30<br />
ottobre 1929.<br />
Alla fine del 1929 Tutulani raggiunse un accordo con la società italiana,<br />
secondo il quale darà lavoro a dipendenti albanesi invece che degli stranieri.<br />
Secondo questo patto la società vendeva il petrolio all'esercito albanese<br />
senza contare il profitto.<br />
Ma nei primi mesi del 1930, la situazione è peggiorata sempre nella capitale<br />
ha cominciato a estendere la mancanza di energia elettrica dovuti alla<br />
mancanza del petrolio negli impianti elettrici di potenza. Nel febbraio 1930,<br />
il Parlamento discusse la questione dell’AGIP.<br />
La Rappresentanza Diplomatica italiana a Tirana diretta da Ugo Sola, ha<br />
reagito esercitando forti pressioni sul governo.<br />
Considerando che i trattati bilaterali e non godono a ritroso, il governo ha<br />
dato le dimissioni con Kotta 4 marzo 1930. 284<br />
Nella lettera inviata al re Zogu, Kotta ha dichiaratole dimissioni, con il<br />
motivo della mancanza di armonia tra parlamento e governo, ha impedito lo<br />
sviluppo delle opere più importanti del paese.<br />
283 Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 309.<br />
284 Il giornale “Ora” 5-6 marzo 1930.<br />
160
Il GOVERNO DÌ PANDELI EVANGJELIT<br />
(6 marzo 1930 - 11 aprile 1931)<br />
Dopo la caduta del governo "Kotta" Pandeli Evangjeli ha formato un nuovo<br />
governo con la seguente composizione: 285<br />
1 - Pandeli Evangjeli - Primo ministro<br />
2 - Vasil Avrami - Ministro della Giustizia<br />
3 - Rauf Fico - Il ministro degli Affari Esteri<br />
4 - Musa Juka - Il Ministro degli Affari Interni<br />
5 - Kole Thaci - Ministro delle Finanze<br />
6 -Hile Mosi - Ministro della Pubblica Istruzione<br />
7 - Izet Dibra - Ministro degli Affari del Mondo<br />
8 - Mehdi Frasheri - Ministero dell'Economia Nazionale<br />
Il primo ministro ha dichiarato davanti al Parlamento che il suo governo<br />
stava progettando il lancio di una riforma agraria che aveva come scopo<br />
principale il consenso degli interessi agricoltore proprietario. Secondo<br />
Evangjeli non aveva previsto "l'umiliazione di una classe a favore degli<br />
altri", ma garantendo gli interessi degli agricoltori agricoli e pacificante del<br />
Paese con quelli del proprietario. E anche ha promesso la creazione di una<br />
Banca Agricola.<br />
Il Primo Ministro ha rilevato che lo scopo sarà la continuazione del<br />
programma precedente, che è stato consigliato dal Re; fedeltà alla politica<br />
estera con l'Italia, pur mantenendo relazioni amichevoli con le grandi<br />
potenze, la Lega delle Nazioni, e altri Stati che sono stati collegati trattati<br />
commerciali.<br />
Per la nominazione dei dipendenti sarà applicato il criterio "intellettuale e<br />
morale, la loro capacità" e continuare a lavorare sulla stesura del Codice di<br />
procedura civile. 286<br />
Il primo ministro ha parlato anche delle finanze, l'esercito nazionale, opere<br />
archeologiche, l'economia Nazionale, gli Affari del Mondo, ecc.<br />
Sarebbe seguito programma di educazione basato al puro nazionalismo.<br />
Nel 1931 è stata creata una commissione, per la creazione di un nuovo<br />
programma per le scuole primarie. Un'altra commissione è stata costituita<br />
nell'estate del 1931 per sviluppare un nuovo programma per la scuola<br />
secondaria.<br />
Il governo albanese ha dovuto pianificare la costruzione della prima ferrovia<br />
285 Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.310.<br />
286 Il giornale “Ora” 12-13 marzo 1930.<br />
161
nel paese. Parlamento ha discusso l'esenzione dai dazi doganali dei materiali<br />
da utilizzare per la costruzione delle ferrovie Tirana - Durazzo.<br />
La commissione ha accettato la costruzione di questa ferrovia.<br />
Il 30 novembre 1930, il Parlamento ha iniziato una discussione in merito<br />
all'accordo progetto firmato in nome del ministro dell'economia albanese,<br />
Mehdi Frasheri e dal versante italiano, direttore generale del settore forestale<br />
agenzia in Albania. In base all'accordo, il governo albanese ha venduto,<br />
Agenzia forestale in Albania (AIBA), tutti gli alberi che possono dare le<br />
barre di materiale da costruzione. Gli alberi erano di tipo quercia e si trova<br />
nella foresta di Rubik Governo "Evangjeli" di fronte a un problema che<br />
provocano la sensibilità essenzialmente nazionale. 287 Spiro Milo dalla<br />
sensazione che fosse prossimo alla morte, aveva chiesto il permesso dal Re<br />
di essere sepolto nel paese. Quando Milo è morto, l'Ufficio Segretoha<br />
ordinato lasotto-prefettura di Himara di non consentire la detrazione del<br />
corpo, come il governo greco aveva chiesto. Questo requisito non è stato<br />
soddisfatto perché questa persona era stata un criminale di guerra nel 1914 e<br />
aveva commesso atrocità nel nostro paese. 288<br />
L'ULTIMO GOVERNO DÌ PANDELI EVANGJELI<br />
(11 gennaio 1933 - 16 ottobre 1935)<br />
Il 6 dicembre 1932 secondo "le regole costituzionali", il governo ha datto le<br />
dimissioni. Il Re rinominato Evangjeli. Proprio qui cominciò la crisi<br />
chiamata come "crisi di governo". Il Primo Ministro era andato diverse volte<br />
davanti al Re, ma non era in grado di proporre nomi propri. Ci sono voluti<br />
più di un mese a Evangjeli di formare il suo governo, dimostrando così la<br />
più lunga crisi di governo che il paese avesse mai visto. L’11 gennaio 1933<br />
Evangjeli ha presentato al Re questi membri: 289<br />
1 - Pandeli Evangjeli - Primo Ministro<br />
2 - Vasil Avrami - Ministro della Giustizia<br />
3 - Xhaferr Villa - Ministro degli Affari Esteri<br />
4 - Musa Juka - Il Ministro degli Affari Interni<br />
5 - Abdurrahman Dibra - Ministro delle Finanze<br />
6 - Mirash Ivanaj - Ministro della Pubblica Istruzione<br />
7 - Sander Sereqi - Ministro degli Affari del Mondo<br />
8 - Dhimiter Berati - Ministero dell'Economia Nazionale<br />
287Arkivi Qendror i Shtetit. Parlamenti. 30 novembre 1930<br />
288Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F. 152 D. 117 pg. 1-2. Anno 1930.<br />
289Il giorna ”Besa”12 gennaio 1933.<br />
162
Nel suo discorso pronunciato in Parlamento, il Primo Ministro ha detto che<br />
"la continuazione della politica estera e il miglioramento della politica<br />
interna", continuando la priorità negli investimenti pubblici, sanità,<br />
istruzione, ecc.<br />
Nel messaggio inviato dal Re Zogu al Parlamento in occasione dell'apertura<br />
della seconda sessione, il 15 ottobre 1933, ha affermato che l'istruzione è<br />
sempre in miglioramento in una legge sulla nazionalizzazione delle scuole<br />
straniere, rilevando così la lotta contro l'analfabetismo, la creazione di una<br />
cultura omogenea. Ha anche chiesto una lezione fruttuosa, allineato<br />
all'educazione nazionale di essere controllato senza dimenticare di ricordare<br />
per l'apertura delle scuole femminili.<br />
Nel paese sono sonouscitole opinioni per "il recupero dell'industria<br />
metallurgica", secondo uno studio svolto dall’associazione delle<br />
metallurgiche a Tirana. 290<br />
La stampa criticava gli stipendi patriottici ricordando che lo Stato spendeva<br />
annualmente circa 200.000 franchi oro per queste pensioni.<br />
Con il decreto attuato del 25 giugno 1935, la polizia è stata sostituita da<br />
civili gendarmerie, che agisce sotto gli ordini dei prefetti, vice-prefetti e<br />
sindaci. 291<br />
290Kastriot Dervishi: op. cit. 334.<br />
291 Bollettino ufficiale. 1 luglio 1935.<br />
163
LA POSIZIONE DEL GOVERNO DI MEHDI FRASHERI<br />
All'inizio dell’anno, i deputati Fejzi Alizoti, Hikmet Delvina, Xhemal Hafez,<br />
Halit Rroji, Mufti Hamid, Zoi Xoxa, Simon Simonidhi, Omer Strazimiri,<br />
Sait Toptani, Huseyin Vrioni, Lame Kolec Koreco e Deda, hanno chiesto al<br />
governo spiegazioni politiche interne, mentre i deputati di Elbasan, Ahmed<br />
Hastopalli e Anthon Beca hanno avuto obiezioni nei confronti degli<br />
immigrati messi nel campo di Elbasan. Infatti, la sistemazione degli<br />
immigrati si è stata fissata dal governo di Pandeli Evangjelit il 10 agosto,<br />
1935. 292<br />
Il governo fu chiamato responsabile anche per il permesso dato<br />
all’importazione del cemento dall'esterno portando danni alla produzione<br />
interna. In una riunione parlamentare Hikmet Delvina domando il primo<br />
ministro se erao no fedele alla monarchia, perché una volta aveva detto che<br />
era un Repubblicano.<br />
Quest’affermazione ha portato la reazione del deputato Maliq Bushati, il<br />
quale ha accusato Delvina che egli stesso era avversario d’Ahmed Zogu<br />
prima dell'anno 1924, la quale è stata respinta da Delvina. Tutto è culminato,<br />
quando Maliq Bushati impugna la pistola e ha chiesto di sparare verso<br />
Hikmet Delvina. La stessa cosa ha fatto anche Delvina, ma fortunatamente<br />
con l'intervento di altri deputati nessun fu ucciso.<br />
In un altro incontro, Mehdi Frasheri, ha detto, quello che l’aveva scelto a<br />
fare il primo ministro, conosceva meglio i suoi valori e così si rifiutò di dare<br />
spiegazioni. Hiqmet Delvina a sua volta cercasse altre spiegazioni per la<br />
povertà nelle aree di Gjirokastra, Korca e Dibra.<br />
Nel febbraio 1936, il Parlamento ha respinto un progetto di governo riguardo<br />
alla riduzione del debito al popolo. Solo tredici voti sono stati a favore del<br />
progetto governativo. 293<br />
Dopo che sono stati raggiunti gli accordi con l'Italia, il gruppo degli<br />
"anziani”, preparo la strategia per rovesciare il governo. Sfruttando le loro<br />
conoscenze sul meccanismo del potere in Albania, il gruppo è diventato<br />
sempre più critico per il governo nell’ultimo anno della legislatura.<br />
Il Giornale "Besa" è stato uno dei principali strumenti di questa<br />
“guerrafreda”.<br />
Nel luglio del 1936, è notato un aumento rilevante delle critiche contro il<br />
governo. Nel mirino dell’attacco sono stati: Primo Ministro, Ministro<br />
dell'Istruzione, Ministro degli Affari Mondiali, ecc.<br />
Nel luglio 1936, "Besa", pubblicato il ciclo polemico per il programma<br />
incompiuto del Primo Ministro, la qualeha causato la chiusura del giornale e<br />
per due settimane. 294 Anche dopo essere riemerso in 3 agosto 1936, "Besa",<br />
292Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.) F. 149 D.1470 pg. 510.<br />
293Kastriot Dervishi: op. cit. pg. 369.<br />
294 Il giornale "Besa" 14,15,16 e 17 luglio 1936,<br />
164
continua l'articolo "Ritirata governo liberale", dove è stata menzionata la<br />
parola quando il Primo Ministro aveva detto che la stampa avrebbe avuto<br />
piena libertà.<br />
In segno di protesta contro la censura del governo e chiusura, "Besa", non ha<br />
partecipato in un'attività congiunta di giornalisti in Austria. Il gruppo di<br />
giornalisti che parteciperanno è: Michael Sherko (Direttore dell'Ufficio della<br />
Stampa), Zoi Xoxa ("BESA"), Nebil Cika ("Arber"), Timo Dilo ("Terra"),<br />
Vangel Koca ("Democratici"), Asim Jakova ("Illiria"), Kamber Bego<br />
("Diana").<br />
"Arber" accusando il "Besa" per la creazione di un’opposizione contro il<br />
regime, mentre questa risponde che non era sufficiente una gazzettaper<br />
creare opposizione. Quando ci si avvicina alla metà d’agosto, le critice del<br />
giornale "Besa" eranoinconcepibili per il governo e del Ministero degli affari<br />
Mondiali. 295<br />
"Besa" ha infuriato la lotta politica quando ha pubblicato un documento<br />
segreto, senza presentare il suo contenuto, che è stato eseguito alle prefetture<br />
dal Ministro degli Interni, Et'hem Toto. Nel documento il Ministero degli<br />
Affari Interni ha cercato di controllare le nomine dei membri, chiedendo<br />
prefetture di portare i dati a tutte le persone che possedevano qualità per<br />
deputato. Il possesso di tale materiale, e ripetendo l'idea che l'esecutivo stava<br />
cercando di nominare una nuova legislatura, il gabinetto di Mehdi Frasheri sì<br />
e stata colpita più che mai.<br />
Nei giorni successivi le critiche contro il Primo Ministro sono cresciute<br />
molto rapidamente. Deputati hanno criticato la legge sulla fabbricazione<br />
della pelle, l'industria casearia, per la salvezza dei bambini, ecc.<br />
Dopo questi scritti il governo ha deciso di chiudere il giornale "Besa"<br />
(proprietario Abdurrahman Dibra) e "Albanese" (proprietario Fiqri Rusi) a<br />
causa del rilancio dei segreti di Stato. Il governo denuncia questi due<br />
giornale, ma la denuncianon ha avuto nessun effetto, perché i parlamentari<br />
erano coperti dell'immunità parlamentare.<br />
Il Ministro dell'Interno Ethem Toto per sapere chi ha pubblicato la notizia,<br />
ha chiamato nel suo ufficio il proprietario del giornale "BESA",<br />
Abdurrahman Dibra.<br />
Quando egli è entrato in ufficio, Toto chiuse la porta a chiave e mise nel<br />
tavolo due pistole dando a Dibra due minuti per dimostrare che ha aveva<br />
dato il documento segreto, il quale è stato pubblicato sul giornale.<br />
Per non causare alcun problema, Abdurrahman Dibra ha firmato<br />
cheAbdurrahman Krosi li aveva datiildocumentosegreto. Con la<br />
testimonianza di Dibra, Et'hem Toto andò dal Re, il quale ha visto la<br />
testimonianza e non rispondesse.<br />
295 11,12 e 13 agosto 1936 Il giornale “Besa” pubblicava tutto il materiale utile per attaccare il governo.<br />
Questo materiale è stato prelevato dal fondo originale della Biblioteca Nazionale Albanese.<br />
165
La posizione del Governo Mehdi Frasheri è stata indebolita di più dopo<br />
questo evento, come insulto diretto e inaccettabile per il gruppo degli<br />
“anziani”.<br />
E per non terminare il suo lavoro qui, da un decreto, il re allunga la sessione<br />
del Parlamento. Il Parlamento ha ripreso il lavoro con le deliberazioni di<br />
bilancio straordinarie del Ministero dell’Economia Nazionale, Banca<br />
dell’Agricoltura, ecc. Nel frattempo il campo di governo sembrava che la<br />
situazione è stata presa alla leggera e non sentivano la rapida caduta del<br />
governo.<br />
Nel frattempo, in Elbasan ha iniziato una sommossa che era legata al<br />
trasferimento del Pedagogico da questa città. Questi disturbi insoliti sono<br />
diventati seri, nel modo in cui sembravano legate con la sorte del governo. 296<br />
Il 13 ottobre l'Ufficio Segreto inviava un messaggio alla prefettura di<br />
Elbasan, annunciando che secondo le informazioni ricevute che dopo la<br />
condivisione del Pedagogico, nella città si prospettano delle<br />
dimostrazioni. 297<br />
Nella risposta data dal sindaco di Elbasan, Sadik Metra, il 17 ottobre 1936<br />
annunciava che la situazione era veramente preoccupante, perché la<br />
popolazione non aveva accettato la divisione della scuola urbana di<br />
"normale", per Scutari ed è stato presentato a un comitato dei capi tribù della<br />
comune per parlare di questa scuola, proponendo di non spostare qualsiasi<br />
misura adottata per la scuola in questione, avendo la tradizione sin dal suo<br />
inizio. Il 30 ottobre 1936, Metra ha annunciato che in Elbasan sono stati fati<br />
manifestazioni, per la rimozione dei dieci borsisti a Scutari.<br />
Il 2 novembre 1936, l'Ufficio dell’Intelligenza, ha inviato alla Presidenza del<br />
Consiglio dei Ministri un’informazione sugli eventi in questione affermando<br />
che le manifestazioni non autorizzate sono state sviluppate con la<br />
partecipazione di circa 500 persone. Nelle manifestazioni hanno partecipato<br />
gruppi della società guidate dal comitato composto di:<br />
Shefqet Daiu, Gani Bunges, Dhimiter Bebit, Xhaferr Mirakut, Shefik Kulles,<br />
ecc. Il ministro aveva parlato con Shefqet Daiu per questo e ha chiesto al<br />
sindaco di dare l'arresto della commissione, ma il sindaco non lo applico<br />
perché la folla era furibonda e una tale mossa avrebbe portato conseguenze<br />
non buone per la città.<br />
Dhimiter Bebi, Xhaferr Miraku, Shefik Kulla, Qamil Shkodra, Gani Bunga<br />
dhe Shefqet Daiu èstato inviato a Tirana sotto la scorta di gendarmi.<br />
Gli eventi di Elbasan sono stati utilizzati dagli oppositori del governo di<br />
Mehdi Frasher. Dietro la scena rimanevano i deputati di Elbasan, i quali<br />
erano contro il governo.<br />
296Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F.152 D.265 anno 1936.<br />
297Kastriot Dervishi: op. cit. pg. 371.<br />
166
Anton Beca il 7 novembre 1936durante il voto di fiducia per il governo, con<br />
la sua dichiarazione, che il suo voto contro era sopratutto per l'atteggiamento<br />
che aveva tenuto il governo in Elbasan. 298<br />
I parlamentari dando l'idea falsa che non aveva nulla con il governo, già<br />
contro di essa, approvano il 2 novembre 1936 una legge che consente il<br />
lavoro per un anno nelle amministrazioni statali dieci persone che aveva<br />
compiuto 55 anni, che per legge deve andare in pensione. In cima a questa<br />
lista è stata il primo ministro Mehdi Frasheri e dopo di luiera, Xhaferr Ypi,<br />
Faik Konica, Mehmet Karagjozi, Shefqet Frasheri, Izet Leskoviku Elmaz<br />
Kokona, Ataullah Dino, e Spiro Koleka, Nezir Leskoviku. Solo quando il<br />
problema è stato scoperto, il gruppo de "giovani" è riuscito a capire che il<br />
governo aveva i giorni contati.<br />
La stampa ha scritto che i deputati avevano disputato un incontro privato e<br />
hanno espresso insoddisfazione per il governo,discutendo sulla creazione di<br />
una commissione che avrebbe presentato gli appelli al re. La commissione<br />
doveva essere composto didodici persone sotto la guida di Pandeli<br />
Evangjelit. 299<br />
Il 4 novembre 1936, il Parlamento ha discusso sul cambiamento delle alcune<br />
disposizioni. Sait Toptani ha parlato per un certo numero di denunce<br />
presentate al governo, che chiedevano una risposta immediata entro<br />
ventiquattro ore.<br />
Lo Speaker del Parlamento Kostaq Kotta ha detto che il governo non aveva<br />
alcun diritto di discutere le regole del parlamento.<br />
Nella riunione del 6 novembre 1936, all'ordine del giorno era il progetto<br />
della Banca Agricola, l'approvazione di un accordo con il Banco di Napoli,<br />
l'aggiunta di un budget di 40 mila franchi oro per il Dipartimento del<br />
bilancio e della sanità, ecc.<br />
MP Lame Kareco aveva parlato sul rifiuto di una proposta di legge stradale<br />
proposto dal governo a causa delle sue condizioni inaccettabili della<br />
popolazione. Infatti, il governo per ottenere di costruire una solida rete<br />
stradale in Albania, aveva pensato che a tal fine, la popolazione a contribuire<br />
al lavoro di volontariato o con 15 franchi d'oro. Condizioni non tollerate<br />
deputati. Loro hanno chiamato queste condizioni, come inammissibile e<br />
inaccettabile per la popolazione. Vedendo questa reazione, il governo aveva<br />
ridotto contributo volontario a 6 franchi oro, dando le garanzie che la legge<br />
non comprendono le persone che sono malati.<br />
Al centro degli attacchi è stato il ministro per gli Affari del Mondo, Ndoc<br />
Naraci. Dopo un appassionato dibattito, il governo ha tenuto una riunione<br />
nei corridoi del parlamento. Dopo questo breve incontro, il primo ministro<br />
ha dichiarato ai deputati che il governo chiamò la loro variante<br />
298 Kastriot Dervishi: op. cit. pg. 371.<br />
299 Il giornale “Arberia” 4 novembre 1936.<br />
167
comemigliore edera aperto alla verifica, ma ha definito "causa di fede e<br />
costituzione" il voto contrario, spostando nel voto di fiducia contro. Dopo<br />
questa domanda, il Vice Fejzi Alizoti chiesto di rinviare la riunione di<br />
domani, così com’è fatto. Asim Gjakova e Maliq Bushati, Radovicka<br />
Kasemi, votava pro il governo, astenevano Faik Dishnica, Tefik Boria e<br />
Vasil Avrami. 300<br />
300 Il giornale “Drita” 14 dicembre 1937.<br />
168
3.8 IL PALAZZO REALE<br />
Appena proclamata la forma del regime come regno costituzionale, l'Albania<br />
aveva già la famiglia reale, che si compone di: 301<br />
Re: Ahmed Zogu<br />
Madre ReginaSadije(1876 - 1934)<br />
PrincipesseAdile(1894 - 1966)<br />
Nafi (1900 - 1955)<br />
Sen (1908 - 1969)<br />
Myzejen (1909 - 1948)<br />
Ruhije (1910 - 1948)<br />
Mexhide (1911 - 1969)<br />
Nella famiglia Reale faceva<br />
parte anche Principe Xhelal<br />
Zogu(fratellastro di Ahmed<br />
Zogu).Tutti i membri della<br />
famiglia reale avevano il<br />
titolo di Principe<br />
oPrincipessa. Secondo lo<br />
Statuto di base del Regno<br />
d’Albania, l'eredità del<br />
trono divenne soltanto la<br />
linea maschile. Prima della<br />
nascita del principe<br />
Alessandro, se il Remoriva<br />
improvvisamente, tutti i<br />
candidati per il trono erano:<br />
Xhelal Zogu,Sali e Husen<br />
Dohoshishti e Esat (Tati)<br />
Kryeziu.<br />
I dipendenti del Palazzo<br />
Reale si nominavano direttamente dal Re Zogu e avendo due divisioni:<br />
Civili e Militari. 302<br />
A- DivisioneCivile era costituito da: Ministero della Casa Reale,<br />
dalMinistro, Segretario Generale, i dipendenti degli archivi, protocollo, la<br />
macchina per scrivere.<br />
Questo ministero presentava davanti al re attuale gli atti, preghiere, ecc.<br />
Inoltre studiava le questioni che erano state ordinate da lui, e organizzava le<br />
301Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F. 416 D. 23 pg.1.<br />
302 Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.281.<br />
169
cerimonie del palazzo. Ekrem Libohova era un Ministro della Casa Reale<br />
per qualche anno. Segretario generale con pieni poteri era Dhimiter Popa.<br />
2 – L’ispettorato della Casa Reale era costituito dall’ispettore capo e due<br />
ispettori. Il compito era di controllare le attività dell'amministrazione statale.<br />
Ispettore capo dal 13 agosto 1931 fu Xhaverr YPI. Gli ispettori della Casa<br />
erano, e Nush Bushati Harrilla Theodhosi.<br />
3 –L’ufficio delle cerimonie organizzava tutte cerimonie protocollate del Re.<br />
Il responsabile per l’organizzazione delle cerimonie è stato Sotir Martini.<br />
La divisione militare eracostituita da:<br />
1 – L’Ufficio d’Aggiustatura fissava la corrispondenza segreta del Re con i<br />
uffici statali, la corrispondenza privata indirizzata al re,ecc.<br />
2 - Dipartimento militare studiava gli atti che sono stati inviati, preparavano<br />
i progetti ordinati dal re per l’organizzazione dell'esercito in tempo di pace e<br />
la preparazione del suo uso in tempo di guerra, dando un parere sulla<br />
situazione militare, politica - militare, il modo della mobilitazione<br />
ecc.Studiava e preparava l'esercizio dei progetti militari.<br />
3 - Dipartimento di gendarmeria studiava gli atti ordinati dal Re per la<br />
gendarmeria. 303<br />
L’1 ottobre 1928, il re Zog decreta comesottocolonnello Zef Serreqin, come<br />
Capo Aggiustatore LleshTopallaj, come aggiustatore Osman Gazepi, e in<br />
qualità di presidente della corte reale Mustafa Curri. 304<br />
Il comandante del Garda Reale era il colonnello Hysen Selmani.<br />
Ispettore Generale del Dipartimento Militare negli anni 1928 - 1933 è stato<br />
Alberto Pariani, negli anni 1933-1934 Generale Riccardo Balocco e negli<br />
anni 1934 - 1939 il colonnello Qemal Komani. Direttore del Dipartimento<br />
della Gendarmeria era generale JocelynPercy.<br />
303 Archivio centrale. Parlamento. 18 marzo 1931. Tirana.<br />
304 Bollettino ufficiale. 9 novembre 1928. Tirana.<br />
170
Lo Staff del Palazzo Reale 1937-1939 composto di: 305<br />
Ispettore Capo Xhafer Ypi<br />
Segretario Generale Dhimiter Popa<br />
Responsabile delle<br />
cerimonie<br />
Sotir Martini<br />
Ispettori del cortile Harilla Thedhos e<br />
Nush Bushati<br />
Capo aiutante Zef Zerreqi<br />
Capo Dipartimento<br />
Militare<br />
Qazim Komani<br />
Capo Dipartimento<br />
Gendarmerie<br />
Jocelyn Percy<br />
Ispettore Della Guerra Fiqiri Dine<br />
305 Afrim Krasniqi: Sistemet politike ne Shqiperi 1912 – 2008. Ufo Press. Tirana 2009. pg. 134.<br />
171
3.9 IL MATRIMONIO DI <strong>AHMED</strong> ZOG CON GERALDINE<br />
Dopo tante celebrazioni organizzate per il Re Zog, vediamo un’altra che è<br />
quella del suo matrimonio con Geraldine. Dopo un lungo tempo e con tanti<br />
sforzi Zogu era ancora il Re degli Albanesi, ma per dare forma piena del suo<br />
regno fu decisa la scelta per il matrimonio. Nel 1938 il punto culminante è<br />
stato il matrimonio con la contessa Geraldine. 306<br />
Dopo una richiesta preliminare, il generale ungare Konkol, ha inviato tre<br />
fotografie della contessa Geraldine e una sua biografia, che corrisponde alla<br />
volontà del Re. Dopo aver visto le foto della contessa Geraldine Appony,<br />
Zogu manda in Ungheria per i colloqui e per richiedere la mano della<br />
contessa, Jak Koci e i generali di Konkili e Gizi. Hanno avuto colloqui con<br />
lo zio della contessa, il conte KarlAppony e con il reggente Miklos<br />
Horti(1868-1957), quest'ultimo ha insistito sul fatto che questo matrimonio<br />
significherebbe tanto per l’Ungheria. Mentre il consiglio della famiglia li<br />
concede un mese per decidere la sua dote. Il generale Gizi era un uomo<br />
buono, e ha espresso la disponibilità che mostra lo sviluppo molto cordiale<br />
nelle opere. 307 Nel dicembre 1937 è stata il primo viaggio in Albania della<br />
contessa Geraldine, accompagnata dal generale Gizi e dalla baronessa<br />
Ryling. Dopo un viaggio in treno fino a Brindisi, (Italia), dove continuerà il<br />
suo viaggio con una nave verso Durazzo.<br />
Nel porto di Durazzolo accoglie l’inviato del re, SotirMartini. 308<br />
Martini accompagnerà la contessa a Tirana, dove il re Zog la attenderà a<br />
306 Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg.603.<br />
307Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.272.<br />
308Josephin Dedet: Geraldina, mbretereshe e shqiptareve. Tirana 2000. pg. 129.<br />
172
Palazzo Reale, il 31 dicembre 1937.Re Zogu e la contessa Geraldine nella<br />
prima riunione parlavano tedesco. 309<br />
Nella prossima visita della contessa al palazzo e dopo la conversazione<br />
descritta da lei come a piede libero, il re e gli chiese se voleva essere sua<br />
moglie, lasciando un tempo sufficiente di dieci giorni per rispondere.<br />
Il 10 gennaio1938 la contessa ha dato una risposta positiva, accettando il<br />
matrimonio con il Re Zog, e contemporaneamente, la prima Regina degli<br />
albanesi nei tempi moderni.<br />
Il Re chiede a Geraldine di non lasciare l'Albania prima del giorno delle<br />
nozze. Durante questo periodo, contessa Geraldine ha avuto l'opportunità di<br />
conoscere meglio il paese.<br />
Il 30 gennaio 1938, La Casa Reale albanese ha annunciato ufficialmente<br />
l'impegno di Re Zog, con la contessa unghereseGeraldine.<br />
Il Parlamento Albanese nella prossima riunione, giorno reale il 31 gennaio<br />
1938, approveràsenza alcuna obiezione il fidanzamento. 310<br />
La sua decisione è stata annunciata da esplosioni di canone.<br />
Dopo aver annunciato la decisione, sono partiti verso il Palazzo Reale i<br />
rappresentanti di governo, parlamento, enti locali, ecc. Dal balcone del<br />
Palazzo Geraldine accompagnata dal Primo Ministro Kostaq Kotta,<br />
accoglierà tante persone.<br />
Nei primi a congratularsi il Re Zog per fidanzamento, in nome del<br />
Presidente degli Stati Uniti Rusveld, è stato ministro (ambasciatore)<br />
americano a Tirana, Hug Grand, il cui piacere era ancora maggiore, come la<br />
regina madre successiva era americana. Ciò è stato rilevato dalla stampa<br />
anglo-sassone dell’epoca.<br />
Congratulazioni cordiali sono arrivate dai re d'Inghilterra, Italia, Norvegia,<br />
Egitto, Svezia, ecc.<br />
Il matrimonio reale è stato lasciato al 27 aprile 1938, come la data che<br />
apparteneva al matrimonio di Skanderbeg con Donika, nel 1451. 311<br />
Tra gli invitati a nozze reali erail ministro degli Esteri italiano, Ciano,<br />
inviato di Vittorio Emanuele III, Duca di Bergamo e dei rappresentanti di<br />
tutti i paesi con sede diplomatica a Tirana. 312<br />
Per la coppia reale, in occasione del matrimonio, il cancelliere tedesco,<br />
Adolf Hitler, ha donato una Mercedes - Benz, che era unico esemplare al<br />
mondo solo a quella dello stesso cancelliere.<br />
Donazioni a favore della coppia reale sono state raggiunte da altri Stati,<br />
Italia, Francia, Ungheria e molti altri paesi.<br />
309Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 393.<br />
310Bernd Fischer: op. cit. pg.273.<br />
311Arben Puto:op. cit. pg. 605.<br />
312Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F. 416 D. 14 pg. 105-107.<br />
173
Il matrimonio Reale avrà più rappresentanti dai paesi stranieri, ma ogni<br />
prefettura sarà rappresentata. 313<br />
I rappresentanti dalle prefetture:<br />
Durresi: Kristaq Zaguridha, Ramazan Jella, Kleanthi Mineu, Hajdar Qesja.<br />
Dibra: Dule Saçeni, Murat Kaloshi, Dine Hoxha, Jusuf Beg Selmani.<br />
Berati: Kahreman Vrioni, Dott. Kallogjeri, Neki Ruli, Vangjel Haxhistasa.<br />
Elbasani: Qemal Karaosmani, Aleksander Xhuvani, Shefqet Daiu, Hamdi<br />
Sulcebe.<br />
Korca: Tefik Panariti, Stavri Ballauri, Nuçi Mborja, Selim Mborja.<br />
Shkoder: Gjon Coba, Faslli Ademi, Sulejman Hoti, Gjovalin Koliqi.<br />
Kosova: Binak Krasniqi, Destat Sul Elezi, Osman Lita, Xheladin Nushi.<br />
Vlora: av. Josif Kedhi, Kristaq Strati, Qerim Gurambardhi.<br />
Gjirokaster: Xhemal Xheneti, Aleks Ceçi, Fejzi Selfo, Vangjel Koça.<br />
Tirana: Rrok Berisha, Xhelo Dibra, Dott.Thanas Shundi, Beqir Kallçiu.<br />
La comune di Tirana e il suo presidente, AbedinNepravishta, in<br />
collaborazione con la Casa Reale, hanno organizzato un programma degno<br />
del Matrimonio Reale.<br />
Così le celebrazioni che hanno iniziato il 25 aprile 1938. In tutti gli edifici,<br />
come le bandiere statali e private nazionali sono stati allevati e sono stati<br />
ornati come per le vacanze.<br />
In piazza "Scanderbeg" davanti al Comune di Tirana, il suo presidente, ha<br />
tenuto un discorso dichiarandoaperti i festeggiamenti, mentre la grandine è<br />
stata ascoltata ventuno colpi di canone. 314<br />
Dopo queste parole, una banda di ottoni suonal’inno nazionale e in seguito<br />
che attraversano la strada "Karnarvon", il Palazzo Reale, il Palazzo della<br />
principessa, la strada 28 novembre, Piazza Skanderbeg,di nuovo Palazzo di<br />
Geraldine e nella piazza principale di Tirana.<br />
313 Il giorna “Drita” 24 aprile 1938.<br />
314Kastriot Dervishi: op. cit. pg. 395.<br />
174
Ma quel giorno che era il matrimonio reale, nello stesso giorno sono stati<br />
celebratipubblicamente matrimoni di quindici coppie di Tirana.<br />
Nel frattempo, in tutto il paese, la famiglia realeha pagato, le spese di tutte le<br />
coppie che si sono sposate 27 aprile 1938.<br />
Alle 22:00 alla vigilia del matrimonio gli ufficiali della casa reale (oggi la<br />
Lega degli Scrittori) sono stati dati una ricezione da parte del Comando di<br />
Difesa Nazionale.<br />
27 aprile, il giorno ufficiale del matrimonio, è stato aperto con la preghiera<br />
in tutti i posti di culto a Tirana, al quale hanno partecipato membri del<br />
governo, il Parlamento, capi di Budapest e di Vienna, ecc.<br />
Erano presenti anche i parenti di Geraldine, nonna, madre, fratelli Gi e Jula,<br />
la sorella Silvana e altri parenti.<br />
In questa cerimonia, tre sorelle di Zogu e tre strette amiche di Geraldine<br />
sono presentate con il loro velo traslucido.<br />
Al Palazzo Reale, la cerimonia è iniziata con l'incoronazione del<br />
matrimonio, associato con l'evacuazione di 101 colpi di canone e dal<br />
trambusto di oggetti di culto.<br />
Il certificato di matrimonio, è stato redatto in due originali ed è stato firmato<br />
dal re, e della regina, Hikmet Delvina, Andrea Satciu.<br />
I due testimoni per il Re erano; il conte Ciano e il principeAbid.<br />
I due testimoni per la Regina erano;l'ambasciatore ungherese in Albania ed è<br />
unasua cugina. 315<br />
Il conte Ciano era stato invitato a fare da testimonio. Il re d'Italia aveva<br />
desiderato che alle nozze fosse presente anche un membro di Casa Savoia e<br />
aveva prescelto il duca di Bergamo.<br />
Il palazzo reale per lasciare posto ai numerosi invitati, era stato ampliato sia<br />
pure con opere provvisorie. Il quadro della cerimonia fu grandioso: lo<br />
rallegrava anche la presenza di molti parenti della sposa che indossavano i<br />
ricchi costumi dell'aristocrazia ungherese. Era fraloro una numerosa e lieta<br />
rappresentanza dell'avvenente gioventù femminile di Budapest venuta a<br />
festeggiare l'amica che saliva ai fastigi di una corona. Il sorpassato splendore<br />
di queste parentele conferiva tuttavia alla cerimonia una nota malinconica di<br />
contrasto colla realtà.<br />
Assistevano il corpo diplomatico al completo, i membri del governo<br />
albanese e i rappresentanti del parlamento delle forze armate e delle alte<br />
magistrature dello Statotutti in abito da cerimonia. Erano presenti giornalisti<br />
di vari paesi.<br />
Fra gli invitati italiani erano;Giovanni Ansaldo, direttore del “Telegrafo”,<br />
Guido Barone della “Stampa”, Virgilio Lilli del “Corriere della Sera”,<br />
Francesco Maratea del “ Messaggero” e Orio Vergani. 316<br />
315 Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 605.<br />
316 Francesco Jacomoni: La politica dell’Italia in Albania. Capelli Bologna 1965. pg.79.<br />
175
Il Re, in alta uniforme di comandante dell'esercito, precedé il corteo dando il<br />
braccio alla sposa in abito bianco e con lunghissimo strascico sorretto da<br />
ufficiali della guardia. Veniva dopoda lui, il duca di Bergamo e i due<br />
testimoni dello sposo: il conte Ciano e il principe Hamid, figlio dell'ultimo<br />
sultano turco. Dietro di loro i due testimoni della sposa: il barone Villani<br />
ministro di Ungheria a Roma e il Conte Karolyi zio della sposa. 317 La fanfara<br />
della guardia suonò l'inno reale albanese e quello ungherese.<br />
La cerimonia del matrimonio, celebrato solo civilmente, fu limitata alla<br />
lettura dei tre articoli del codice, corrispondentia quelli del vecchio codice<br />
civile italiano, fatta dal presidente della Camera che chiesto l'assenso degli<br />
sposi, li dichiaròuniti in matrimonio. Ebbe poi luogo una colazione a palazzo<br />
reale. In legazione si era sperato che la visita a Tirana del ministro degli<br />
Esteri per i festeggiamenti del matrimonio potesse servire ad appianare i<br />
nuovi ostacoli sopraggiunti sulla via di un definitivo e fiducioso indirizzo di<br />
re Zogu sia verso l'Italia e sia verso il benessere del suo popolo. Ma la<br />
presenza di numerosi invitati, la difficoltà per una piccola città com’era<br />
alloraTirana di ospitare tante personalità, le complicazioni create<br />
dall'ingresso nella famiglia mussulmana di re Zogdi unaragazza di altra fede,<br />
furono tutti elementi che contribuiranno a turbare l'atmosfera.<br />
Il duca di Bergamo partì malcontento per alcuni gravi errori di cerimoniale<br />
compiuti dalla corte di Zog nei suoi riguardi. Ciano fu irritato dall’ostentata<br />
noncuranza e dalla non celata scortesia delle sorelle di re Zog verso lui. 318<br />
Durante la colazione alcuni apprezzamenti di signorine ungheresi oltre che<br />
delle sorelle del re specie a proposito di paragoni fra l’azione svolta in<br />
Albania dall'ex duplice monarchia e quella svolta dall’Italia, suonarono<br />
offensivi per l'Italia. Fu evidente che le sorelle del re volevano sia far notare<br />
la loro soddisfazione per il mancato matrimonio del fratello con una giovane<br />
italiana, e sia dar risalto, nella cerimonia di quel giorno alla speranza che<br />
stesse per iniziarsi un periodo di svincolo dell'Albania dall'intimità dei suoi<br />
rapporti con l'Italia. Conoscendo l'unione spirituale che esisteva fra il re e le<br />
sorelle, tutto ciò non poteva non fare una certa impressione. 319<br />
Un episodio sgradevole colpi gli intervenuti al ricevimento offerto al Circolo<br />
delle Forze Armate: l'ingresso del duca di Bergamo e del conte Ciano fu<br />
salutato dalla fanfara della guardia con la marcia reale, ma questa fu fatta<br />
cessare improvvisamente e in modo deplorevolmente appariscente, subito<br />
dopo le prime note, dal comandante dell’esercito albanese, generale<br />
Aranitas. 320 A contrasto, egli organizzò una vivace manifestazione di<br />
esultanza, al suono albanese per l'arrivo delle sorelle del re. Fu durante il<br />
317Bernd Fischer: op. cit. pg. 274.<br />
318 Francesco Jacomoni: La politica dell’Italia in Albania. Capelli Bologna 1965. pg.79.<br />
319Bernd Fischer: op. cit. pg. 275.<br />
320 Francesco Jacomoni: op. cit. pg. 80.<br />
176
soggiorno del duca di Bergamo e del conte Ciano tutto un susseguirsi<br />
d’incidenti voluti o casuali, fra la famiglia reale e le personalità al re più<br />
vicine da un lato e i rappresentanti del sovrano e del governo d'Italia<br />
dall'altro. Questi incidenti che si producevano in ambienti ufficiali colpivano<br />
maggiormente perché al principe reale e a Ciano a ogni loro apparizione.<br />
Nelle vie della città erano invece tributate le più calde ed entusiastiche<br />
accoglienze. Il giorno del matrimonio fosse caso o intenzione, i fiori che<br />
secondo gli ordini impartiti sarebbero dovuto essere gettati nell'automobile<br />
del re, coprirono invece la vettura della legazione. A questi episodi che<br />
proiettavano luci contrastanti sulle relazioni itale-albanesi, se ne<br />
aggiungevano altri che interessavano i rapporti fra re Zog e il suo popolo.<br />
Durante la cerimonia delle nozze e durante la colazione fece sensazione il<br />
vuoto dei posti che erano stati riservati all'Episcopato cattolico. All’ultimo<br />
momento forse su istruzioni del Vaticano loro avevano deciso di astenersi<br />
nella cerimonia e di non riconoscere valide le nozze. Quest’atteggiamento<br />
del clero cattolico si manifestava mentre i mussulmani più ferventi facevano<br />
a loro volta sentire il loro malcontento per il matrimonio del re con una<br />
ragazza che non divideva la loro fede. Non mancavano inoltre, gli albanesi<br />
che indipendentemente dalla fede religiosa ponevano in risalto la modestia<br />
dell'apporto politico e finanziario che il matrimonio recava a un paese<br />
bisognoso di tutto. E ciò nonostante la bellezza, la grazia e la gentilezza<br />
d'animo della sposa che tante erano piaciute al re. Né la regina avrebbe<br />
potuto far valere in seguito queste sue doti dinanzi al popolo data la<br />
semisegregazione cui la sottoponevano le usanze mussulmane. Partito il<br />
sovrano in viaggio di nozze per Durazzo alla mente di chi rimaneva a<br />
meditare sugli avvenimenti dei giorni trascorsi, appariva chiaro che essi<br />
avevano segnato un raffreddamento nei rapporti fra re Zogu e il governo<br />
italiano e in pari tempo fra re Zogue il suo popolo. Quest'ultimo invece non<br />
soloper mezzo dei suoi esponenti a Tirana ma anche per numerose<br />
delegazioni affluite da tutto il regno alla capitale, aveva dato le più chiare<br />
manifestazioni di simpatia e di fiducia ai rappresentanti dell'Italia.Dopo<br />
l'ammissione al pranzo tal caso, i nei sposati sono andati a Durazzo, dove<br />
rimasero per circa sei mesi. 321<br />
Le celebrazioni sono continuate a Tirana. Le attività erano trasmesse dalla<br />
radio Tirana ed è stato girato dagli operatori dell'Istituto "Luce". In onore<br />
della Regina la strada "Reale" è stata nominata da 13 giugno, col nome<br />
diGeraldine. 322<br />
321 Il giornale “Drita” 5 novembre 1938.<br />
322 Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.396.<br />
177
3.10 LA CONTESSA GERALDINE APPONYI DI NAGY-<br />
APPONYI(6 AGOSTO 1915 - 22 OTTOBRE 2002)<br />
Contessa Geraldine Margit Virginia Olga Maria Apponyi di Nagy-Apponyi,<br />
Fu Regina Geraldine degli Albanesi.<br />
Nacque il 6 agosto 1915 a<br />
Budapest (Ungheria). 323<br />
Suo padre fu Giulio Conte<br />
Apponyi di Nagy-Apponyi, nato il<br />
15 agosto 1873 a Nagyappony, ora<br />
Slovacchia, morto il 27 maggio<br />
1924 a Budapest.<br />
Sua madre fu Gladys Virginia<br />
Stewart (nata il 18 luglio 1891 —<br />
morta il 19 novembre 1947),<br />
Americana, figlia di un milionario<br />
della Virginia e parente lontano dei<br />
Presidenti degli Stati Uniti Richard<br />
Nixon e George W. Bush. 324<br />
Il nonno paterno di Geraldine,<br />
Ludovico (o Lajos) Appony,(nato<br />
il 2 maggio 1849 a Baden presso<br />
Vienna, morto dicembre 1909 a<br />
Budapest), fu un alto ufficiale<br />
nella Corte degli Asburgo.<br />
Il nonno materno di Geraldine,<br />
John Henry Stewart (1831- 1892)<br />
fu un diplomatico con la carica di<br />
Console Americano ad Anversa,<br />
Belgio.<br />
I genitori di Geraldine si<br />
incontrarono a Parigi nel 1912 durante un banchetto nell'Ambasciata Austro-<br />
Ungarica e si sposarono nel 1914. 325 Quando l'Impero Austro-Ungarico si<br />
dissolse, la famiglia andò in Svizzera.<br />
Nel 1921 essi ritornarono in Ungheria. Comunque, quando il padre di<br />
Geraldine morì, sua madre decise di portare i suoi tre figli (Geraldine,<br />
Virginia nata nel 1916 e Giulio (1923-1946) con lei nella residenza di<br />
Mentone, nel sud della Francia. Quando la madre di Geraldine sposò un<br />
funzionario francese, la famiglia di suo padre insistette affinché i figli<br />
323Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).D.416 F. 20 pg.2.<br />
324 Giorgio Martucci: Albania 1912 – 1937. Acustiva Edizione. Brindisi 2006. pg.78.<br />
325Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.271.<br />
178
isiedessero nella casa della nonna in Ungheria per ricevere l'educazione in<br />
quel Paese.<br />
La madre fu d'accordo. Essi furono educati presso la “Scuola del Sacro<br />
Cuore” a Pressbaum il vicino a Vienna. I figli trascorrevano le loro vacanze<br />
nella casa della nonna e nella residenza dei loro zii. 326<br />
Il 27 aprile 1938 Geraldine sposò a Tirana Re Zogu I degli Albanesi. La<br />
contessa era cattolica e il re era musulmano; essi si conobbero quando lei<br />
lavorava vendendo cartoline ai visitatori del “Museo Nazionale” di<br />
Budapest. Lei era conosciuta come la “bianca Rosa d'Ungheria” e fu elevata<br />
al rango reale di Principessa Geraldine d'Albania prima delle nozze.<br />
Il regno di Zogu terminò con l'invasione dell’Albania da parte dell’Italia<br />
nell'aprile 1939.<br />
Dal 1946 visse in esilio in Grecia, Turchia, Inghilterra, Egitto, Stati Uniti,<br />
Francia, Rhodesia, Spagna e, infine, in sud dell’Africa.<br />
Il 9 aprile 1961, alla morte di Zogu morì nell'Alta Senna, Francia, nell’età di<br />
65 anni.<br />
Geraldine ebbe un solo figlio, il principe Leka Zogu, nato il 5 aprile 1939,<br />
dichiaratosi Re Leka I degli Albanesi.<br />
Nel giugno 2002, Geraldine fu invitata da 40 membri del Parlamento<br />
Albanese per ritornare dal Sud Africa a vivere a Tirana. Lei ritornò, ma<br />
continuò ad asserire che suo figlio, Leka I, è il legittimo pretendente al trono<br />
d'Albania. Apparentemente come conseguenza del cambio di clima, accusò<br />
problemi respiratori, per cui fu curata in un ospedale francese in Agosto<br />
2002.<br />
Il 22 ottobre 2002 Geraldine morì all’età di 87 anni nell'”Ospedale Militare”<br />
di Tirana, dopo aver sofferto per ricorrenti problemi polmonari e per quattro<br />
attacchi cardiaci. 327<br />
Fu sepolta a cura della “Casa Centrale dell’Esercito” e con i massimi onori,<br />
compresa l'orazione funebre nella “Cattedrale di San Pietro” a Tirana, il 26<br />
ottobre 2002, e riposa nel cimitero pubblico di Sharra, Albania, nel settore<br />
dei VIP.<br />
326 Kastriot Dervishi: pg. 394.<br />
327 Giorgio Martucci op. cit pg. 80.<br />
179
3.11 IL PREZIOSO REGALO DÌ HITLER<br />
Il 27 aprile 1938, il giorno in cui la cerimonia del matrimonio di Re Zog<br />
d'Albania con la contessa Geraldine d'Ungheria, un’automobile alta e<br />
anormalmente lungo, con un colore scarlatto, che lampeggia sotto il sole<br />
come un gioiello, è stato allineato nei pressi di un carrello con quattro cavalli<br />
bianchi.<br />
È stata una Mercedes Benz<br />
“Grosse”Maggiore è appena<br />
uscita dalla fabbrica, uno dei<br />
doni più preziosi per il<br />
matrimonio, firmato da Adolf<br />
Hitler, cancelliere tedesco che<br />
poi sarà ricordato per tutto<br />
negativo per il resto della storia<br />
dell'umanità. 328<br />
Una vettura che poi avrebbe avuto una storia molto avventurosa, il monarca<br />
albanese, come lui scappava da uno stato all'altro, all’inseguita dall'ombra<br />
dei fascisti italiani, è stato espulso con la forza dal trono il 7 aprile 1939,<br />
quasi un anno dopo il matrimonio.<br />
Proprio questa macchina donata da Hitler, il più forte alleato degli italiani in<br />
quel momento, servirà alla coppia reale in due anni come una casa<br />
permanente, durante il loro spostamento attraverso le strade d'Europa.<br />
Poche settimane dopo, del 2 maggio 1939, la stessa macchina invierà la<br />
coppia reale a Istanbul, dove il governatore della città aveva ricevuto Zog,<br />
con tutti gli onori e, soprattutto, parlava con un tono anti italiano. Anche il<br />
presidente turco Inonu ha ricevuto Zogu in un’udienza privata. Ma anche in<br />
Turchia, il re Zog non si sentiva al sicuro. Nella mente di Zogu per garantire<br />
la sua vita è visibile solo set delle superpotenze europee contro il fascismo,<br />
come la Francia e l'Inghilterra.<br />
L’1 luglio, la famiglia reale insieme a Mercedes è stata caricata in un<br />
piroscafo che ha portato a Costanza in Romania. Dato che Zogu aveva preso<br />
la garanzia anglo-francese, Il Re Carol ha concesso il permesso loro di<br />
rimanere nel castello di Peleshi.<br />
Paradossalmente, il crollo del trono Zog era diventato un amico piacevole<br />
per alcuni capi di stato stranieri, ma ormai era diventato una vittima<br />
simbolica di asse Berlino-Roma-Tokyo.<br />
Ha cercato di convincere Carol che il maggior rischio per la Romania era<br />
rappresentato da Hitler e Mussolini e non Stalin.<br />
328Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.271.<br />
180
Quattro giorni dopo, il viaggio è iniziato ancora una volta, prossima<br />
destinazione di Polonia. Con l'arrivo a Varsavia, Zogu è stato coinvolto in un<br />
incidente d'auto, dove la mente ha perso la vita cercando di evitare un<br />
avviamento folla polacca.<br />
Vedendo che nulla di grave è successo, Zogu ha deciso di girare intorno alla<br />
città e visitare musei. Poi affittato alcune auto che viaggiavano in Lituania,<br />
Lettonia ed Estonia per placare la sua curiosità per questi tre piccoli Stati.<br />
Il 17 luglio di nuovo imbarcato nella macchina, già riparato a Riga parte per<br />
andare in Svezia. Nella conferenza di Stoccolma ha dato la sua conferenza<br />
stampa per prima volta dopo l'espulsione dall'Albania. Seduto dietro un<br />
tavolo dove la bandiera albanese era evidente, ben vestito come mai prima,<br />
Zogu ha detto che ogni albanese aveva il compito di lottare per la libertà del<br />
suo paese.<br />
Famiglia reale da Svezia ha viaggiato verso Copenhagen e poi ad Anversa,<br />
in Belgio. In France finalmente è radunata a Versailles, dall’8 agosto<br />
1939. 329<br />
In Francia, Ahmed Zog cercò di dominare il fattore albanese e influenzato le<br />
grandi potenze di organizzare un fronte anti italiano in Albania.<br />
Il 10 maggio 1940 la Germania nazista attaccò la Francia. Così Zogu si<br />
diresse verso il sud della Francia, in alcune città i cui porti continuano<br />
evacuazione.<br />
Quando è stata bombardata Bordeaux, Zogu scese a sud, a Bajo, su consiglio<br />
della Marina britannica. Anche se ci ha dovuto abbandonare più conviviali<br />
paesi alleati, pensava che la Spagna sarà in grado di ottenere visti per le sue<br />
sorelle. Ma Franco rifiuto.<br />
Una volta, quando sono stati avvicinati di più, Zogu non è mosso dalla<br />
macchina cercando di calmare Geraldine da una mentalità che sembra<br />
albanesi troppo vecchio dicendo: "Non temere, nessun soldato tedesco non<br />
ha colpito persone su una macchina come quella di Hitler".<br />
Era il crepuscolo e l'ultima barca era quasi piena, quando gli ufficiali della<br />
Marina britannica hanno sentito il rumore di un'auto, che si avvicina. Era la<br />
Mercedes gigante della famiglia reale albanese. Ma non era facile trovare<br />
posto nell’ultima nave. Tutti i trattati non riescono ad avere successo e solo<br />
dopo che gli ufficiali britannici aprono il loro cuore e fanno poco posto in<br />
piedi per la famiglia reale. Era il tempo in cui più caro di tutto era la testa.<br />
Cosi il Benz viene rimase nella sabbia.<br />
Il mattino la nave si parte.<br />
La Mercedes rossa ha cominciato a diminuire nella riva, come una creatura<br />
di spirito che pronuncia "addio" dopo una missione compiuta.<br />
329 Rivista “Klan” 8 dicembre 2006.<br />
181
QUATTRO REGALI PER IL MATRIMONIO<br />
Quattro personaggi VIP hanno inviato regali costosi per le nozze di re Zogu.<br />
Il Mercedes Benz inviato da Hitler.<br />
Un carro trainato con quattro cavalli bianchi lipizzani dono dell'ammiraglio<br />
Horthy,reggente d'Ungheria.<br />
Il Re Vittorio Emanuele d'Italia gli invia un cavallo drago statua di bronzo e<br />
alcune ceramiche inviate da Mussolini. 330<br />
330Bernd Fischer: op. cit. pg. 275.<br />
182
3.12 IL POST MATRIMONIO<br />
Il conte Ciano nei giorni trascorsi a Tirana non aveva nascosto ilsuo<br />
malcontento nemmeno all'ufficiale della guardia reale che era stato posto. 331<br />
Egli lo vedeva ormai da un solo punto di vista: quello del pericolo di<br />
stabilirsi in Albania dell’influenza tedesca. Per impedire questa, egli era<br />
perfino disposto a trattare con la Jugoslavia per la spartizione dell'Albania.<br />
Non teneva sufficientemente conto delle scarse simpatie che l'aristocrazia<br />
ungherese nutriva per il nazismo. Non sospettava che alcune mancanze di<br />
riguardo che egli aveva risentito in quei giorni erano forse da attribuirsi alla<br />
reputazione di filonazista che egli godeva in Ungheria nel paragone con<br />
l’attività svolta colà in passato dal sottosegretario Suvich. Non errava invece<br />
nel ricordare il grande prestigio che l'Austria godeva in Albania per il<br />
costante appoggio che Vienna aveva dato ai moti albanesi per l'indipendenza<br />
nazionale. 332<br />
Ritenni in quel primo momento che fosse solo un fatto di amor proprio<br />
personale che lo avesse indotto a riesumare i concetti che al tempo della<br />
prima guerra mondiale avevano ispirato il trattato di Londra e il patto Tittoni<br />
-Venizelos nei riguardi dell'Albania. Gli avvenimenti degli ultimi giorni e<br />
tutto quanto erano avvenuti in occasione del matrimonio reale non era stato<br />
piacevole per l’Italia.<br />
Secondo Ciano, avvisava Jacomoni che convenisse ancora trattare con re<br />
Zogu e tentare, fino all'ultimo, di agire su di lui, spronandolo a riforme<br />
sociali che gli conciliassero il suo popolo e che in pari tempo accattivassero<br />
sempre più a noi il favore degli albanesi. Essi sapevano da chi veniva<br />
l'incitamento alle auspicate riforme. Era in queste riforme che vedeva<br />
rimedio ai tentativi che le nuove parentele del re potevano compiere sia a<br />
favore della Germania e sia a favorevole di quanti volevano che la corte<br />
conservasse il suo carattere orientale e assolutistico.<br />
La migliore garanzia dell'integrità etnica dell'Albania sarebbe stata<br />
l'atteggiamento che avrebbe tenuto verso l’Italia il popolo albanese.<br />
Jacomoni doveva condurre una politica che entro un anno avesse posto il re<br />
di fronte alla necessità di prendere una posizione netta. A luisi richiedeva in<br />
pari tempo, per il caso che la decisione di Zogu fosse contraria di provvedere<br />
che non andasse perduto, anzi fosse consolidato quel favore che il popolo ci<br />
aveva chiaramente dimostrato nel contegno della folla e nelledichiarazioni<br />
dei suoi massimi esponenti, comprese molte personalità vicinissime a Zogu.<br />
Subito dopo quest’udienza Jacomoni è stato chiamatodal capo di gabinetto<br />
Ottavio De Peppo,che era funzionario di vecchia tradizione diplomatica con<br />
331 Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 605.<br />
332Galeazzo Ciano: Diario 1937 – 1943. Milano 1950.<br />
183
la quale era in ottimi rapporti fin dal tempo della Conferenza della Pace a<br />
Parigi nel 1919. 333<br />
Ottavio De Peppo si spiega per fare comprendere che l'atteggiamento di<br />
Ciano contro re Zogu non era il frutto del suo viaggio a Tirana, ma aveva<br />
trovato nel viaggio stesso solo un pretesto. La decisione di Ciano risaliva al<br />
momento dell'Anschluss austriaco. Essa aveva dovuto da un lato al pericolo<br />
che poteva rappresentare per l'Italia una vivace ripresa d’iniziative tedesche<br />
nei Balcani con l’apporto delle influenze che l’Austria vi conservava,<br />
dall'altro a motivi di prestigio italiano in quei paesi.<br />
A conferma di quanto gli aveva detto, De Pepo si lesse alcuni brani del<br />
rapporto che Ciano aveva consegnato Mussolini il 2 maggio 1938, e cioè<br />
immediatamente dopo il suo ritornò dall'Albania. Anche dalla rapida scorsa<br />
che poteva dare al documento,era apparentemente particolareggiato per tutto<br />
quello che serviva sia a dimostrare l’importanza strategica ed economica<br />
dell’Albania e sia a porre in luce la scarsa fiducia che si poteva avere in re<br />
Zogu. Era fatto di pensare che il rapporto non potesse essere stato redatto<br />
dopo il ritorno dall’Albania. Per giustificare eventuali mutamenti<br />
d’istruzioni, che il ministro era solito limitarsi nei suoi colloqui con i capi<br />
missione all’estero, a dir loro solo quel che era indispensabile che sapessero<br />
per l’azione da svolgere nei paesi in cui erano accreditati. Ebbi purtroppo<br />
due anni dopo in occasione della campagna di Grecia la conferma che le<br />
istruzioni di Giano apparentemente episodiche si collegavano spesso a<br />
decisioni da lui prese da tempo nella cornice di qualche vasto programma.<br />
De Peppo riteneva che Jacomoni dovesse per il momento proseguire la sua<br />
azione per il riavvicinamento dei due paesi. Zogu avrebbe potuto, col<br />
procedere tranquillizzare Ciano sul pericolo di un'invadenza tedesca in<br />
Albania. Quest’intimità avrebbe potuto dare a Ciano anche soddisfazioni di<br />
prestigio.<br />
Jacomoni era chiaramente detto che un’affermazione Italiana possibilmente<br />
di carattere definitivo e totalitario, avrebbe a controbilanciare nei confronti<br />
del mondo balcanico. L’innegabile aumento di peso acquistato colà dal<br />
Reich seguito alla realizzazione dell'Anschluss. Nello stesso rapporto era<br />
detto che “l'atteggiamento dei tedeschi e alcune non indispensabili<br />
dichiarazioni fatte recentemente alla stampa dallo stesso Zogu lasciano<br />
ritenere che a Berlino si pensi di riprendere in nome proprio il ruolo in altri<br />
tempi giuocato da Vienna, e che chi comanda ora a Tirana non sia<br />
dogmaticamente ostile a questo programma”. Ciano aggiungeva che non<br />
bisogna dimenticare quella che fu prima della guerra la posizione<br />
dell'Austria nel mondo albanese. 334 Molte tracce sono rimaste nelle tendenze<br />
nei gusti, nelle abitudini della classe dirigente di Tirana. Lo stesso re parla il<br />
333 Francesco Jacomoni: La politica dell’Italia in Albania. Capelli Bologna 1965. pg. 83.<br />
334Galeazzo Ciano: Diario 1937 – 1943. Milano 1950.<br />
184
tedesco correntemente, anzi è la sola lingua straniera che egli parla Ciano<br />
proseguiva;il Reich rafforzato dall’eredità austriaca potrebbe riprendere la<br />
sua offensiva per guadagnare in Albania quelle posizioni economiche e<br />
politiche cui apertamente tende.<br />
Aggiungeva che il nome prestigio e i interessi dell’Italia, presenti e futuri,<br />
non possono tollerare invadenze di stranieri, né sarebbe prudente attendere<br />
che la minaccia, che ora appena si disegna, e venisse nettamente a<br />
sagomarsi. Le opere italiane, della cui singolare importanza bisogna sbarcare<br />
in terra albanese per rendersi conto appieno, dovranno trovare al momento<br />
opportuno il suo compimento attraverso l'annessione dell'Albania all'Italia.<br />
Molte ragioni e di ogni ordine determinano la necessità di un tale<br />
avvenimento. Il rapporto terminava cheper tracciare la futura linea di azione<br />
in Albania sembra convenga tener presenti tre possibilità: quella di un<br />
allacciamento sempre più stretto del paese attraverso vincoli economici che<br />
finiscano per giocare anche nel settore politico; quella di una spartizione<br />
d’accordo con la Jugoslavia e forse anche con la Grecia; quella<br />
dell’annessione, attraverso un’unione personale.<br />
La prima possibilità era considerata “non definitiva e soggetta all’eventualità<br />
di quelle interferenze e quella che Jacomoni ha detto in precedenza”.<br />
La seconda possibilità, secondo Ciano sia quella della spartizione appare da<br />
un punto di vista diplomatico la più facile delle soluzioni radicali del<br />
problema albanese. La Jugoslavia potrebbe accontentarsi di una rettifica di<br />
confini a nord che le desse il controllo di tutto il lago di Scutari, e di una<br />
dichiarazione di rinuncia ai diritti sul Kosovo; la Grecia di un<br />
arrotondamento della frontiera verso Santi Quaranta di fronte a Corfù. Nei<br />
riguardi della terza possibilità Ciano scriveva che a questo<br />
fine“bisognerebbe sfruttare come elemento fondamentale il dissenso fra<br />
corte e popolo fomentarlo con mezzi adatti e accentuare i contrasti che già<br />
appaiano nella stessa famiglia reale”. 335<br />
I Colloqui tra Ciano e De Peppo con la convinzione che si apriva ormai un<br />
nuovo periodo molto difficile nei rapporti italo - albanesi. Soprattutto si<br />
andava verso uno scontro quasi personale verso due uomini: Zogu e Ciano.<br />
Zogu, ormai messo in sospetto dall’atteggiamento di Ciano durante il recente<br />
soggiorno a Tirana; avrebbe fatto ricorso a ogni sorta di artifici per<br />
imbrogliare le carte e tentar di ottenere, presso altri Stati, aiuti a contrappesi<br />
che diminuissero l’influenza italiana. 336<br />
Ciano anche a seguito dell’antipatia che egli cominciava a risentire.<br />
Il dovere di Jacomoni era quindi chiaramente quello di salvaguardare<br />
l’indipendenza e l’integrità del paese. A questo fine occorreva anzitutto fare<br />
il possibile per conservare il trono a Zogu, inducendolo a tenere una linea di<br />
335 Francesco Jacomoni: op. cit. pg. 85.<br />
336Galeazzo Ciano: Diario 1937 – 1943. Milano 1950.<br />
185
condotta che chiaramente addolcisse i suoi rapporti col proprio popolo e con<br />
l’Italia. L’abbandono del potere da parte di Zog poteva favorire il<br />
compimento di disegni pericolosi da ogni punto di vista.<br />
La soluzione migliore per il problema dei rapporti con l’Albania era sempre<br />
quella che rispondeva alla concezione originaria del ministero Italiano: una<br />
collaborazione fra Stati indipendenti e sovrani attuato con forme che fossero<br />
in armonia con i caratteri umanitari di larghi strati del popolo italiano.<br />
Con questa visione, quasi cosciente, Zogu era stato posto sul trono d’Albania<br />
e vi era stato fino allora mantenuto. Si sperava che egli abbia finito per far<br />
sua l’idea di una collaborazione internazionale che non solo salvaguardasse<br />
l’Albania come stato indipendente e sovrano, ma ne moltiplicasse le energie<br />
e le risorse. L’allontanamento di Zogu dalla direzione della vita politica<br />
albanese poteva costituire, per quegli italiani che fossero stati inclini alle<br />
soluzioni violente e semplicistiche dei problemi internazionali, la tentazione<br />
di annettere l’Albania all’Italia o di darle un regime coloniale. Se ne sarebbe<br />
fatto, nella migliore delle ipotesi, o una provincia in perpetuo stato di<br />
ribellione o un possesso veramente malfido. 337<br />
Di fronte alla complessità dell’azione che era richiesta alla legazione a<br />
Tirana, era evidente che la situazione in Albania sarebbe divenuta tanto più<br />
difficile, quanto più si fosse intensificata l’attività degli avversari di Zog.<br />
D’altra parte se avesse apertamente combattuto quest’attività, l’Italia<br />
avrebbe corso il pericolo di essere coinvolta nel malcontento che andava<br />
crescendo contro il re. Già gli oppositori albanesi più infiammati di zelo<br />
rivoluzionario e i fuorusciti in Francia e in Svizzera si erano messi in<br />
contatto con elementi fascisti, senza rendersi conto del contributo che essi<br />
potevano portare ai nemici dell’indipendenza albanese. Si aggiunga che in<br />
Albania, il funzionario italiano Giovanni Giro che, fortemente appoggiato da<br />
Ciano, era stato inviato a Tirana per organizzare un’associazione della<br />
gioventù albanese con scopi essenzialmente sportivi e di avviamento al<br />
lavoro, non nascondeva la sua delusione per lo scarso o nessun interesse che<br />
Zog dimostrava per i suoi progetti. 338<br />
Quell’organizzazione poteva divenire, proprio come temeva Zogu, il punto<br />
d’incontro dei malcontenti in vista di azioni notevoli, temute dalla legazione<br />
perche potevano far perdere all’Italia il favore popolare. 339 Si andava certo<br />
incontro a una situazione caotica irta di ambiguità. Molti interessi personali<br />
e di gruppi sarebbero entrati in gioco con i loro riflessi sulla politica interna<br />
dei due paesi, accrescendo la confusione. Non sarà facile riprodurre in<br />
questo scritto gli ondeggiamenti di fatti che anche allora non sempre ci<br />
sembrava di seguire un filo logico, dato l’ignoranza in cui la legazione<br />
necessariamente si trovava delle ripercussioni che avvenimenti<br />
337 Francesco Jacomoni: op. cit. pg. 85.<br />
338Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.282.<br />
339Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F. 143 D .803 pg. 1-3.<br />
186
internazionali di ordine generale avevano sugli stati d’animo di Mussolini e<br />
di Zogu. Rimangano ancor oggi zone d’ombra sul loro vero pensiero nel<br />
lungo, penoso hanno trascorso fra il matrimonio di Zogu e la proclamazione<br />
dell’Unione italo - albanese nella persona di Vittorio Emanuele III.<br />
A Tirana, tutti ebbero la sensazione che il popolo albanese, la cui sensibilità<br />
politica era affinata dai secoli di servaggio e di tormentata vita politica,<br />
aveva intravisto la frattura che si era aperta fra i due governi e si sforzava di<br />
trarne partito per migliorare la sua esistenza, per assicurarsi con l’ansia di<br />
chi ne era stato lungamente privo, quel progresso civile cui anelava e che<br />
sapeva potergli venire solo da un saldo rapporto con l’Italia. In tutte le classi<br />
sociali si lamentava l’atmosfera di diffidenza che era nell’aria e che<br />
scoraggiava ogni iniziativa. Erano già in ebollizione tutti quelli che avevano<br />
contrastato, negli anni precedenti. Il regime di Zogu e tutta la famiglia, che<br />
aveva avuto vittime sia nelle rivoluzioni dei Dukagjini e di Fieri e di<br />
Argirocastro e sia negli altri moti sia, in media avevano turbato, ogni due<br />
anni, il regime di Zogu.<br />
Si agitavano le famiglie dei fuoriusciti all’estero e in generale tutti coloro,<br />
ufficiali, impiegati, commercianti, professionisti, che si ritenevano lesi da<br />
pretese ingiustizie personali. I malcontenti si univano a essi quanti si<br />
consideravano danneggiati dalla scarsa linearità della politica albanese cui si<br />
attribuiva l’irregolarità nel pagamento degli stipendi, sospesi talvolta per<br />
mesi e l’incerto andamento degli affari e delle iniziative dei singoli. Fu<br />
necessario svolgere subito un’azione per invitare alla calma e alla pazienza<br />
senza togliere la speranza di novità, cosi come ingiungevano le istruzioni di<br />
Roma.<br />
Fu evidente che anche Zogu aveva avuto sentore della situazione. Fu<br />
cambiato il ministro dell’Economia Nazionale, Terenc Toci, che aveva<br />
dimostrato chiara visione dei vantaggi che potevano venire all'Albania dallo<br />
sviluppo di attività complementari a quelle italiane, non solo nel campo<br />
industriale, ma anche in quello agricolo. 340 Segui il viaggio in America delle<br />
sorelle di Zog accompagnate dal padrino Abdurrahman Mati, viaggio che,<br />
per la partecipazione di quest’ultimo, fu collegato a progetti d’investimenti<br />
finanziari in America.Furono chiamati a conferire a Tirana vari capi<br />
missione albanesi all’estero. Da Parigi giunsero notizie di trattative cola<br />
iniziate del governo albanese per un grosso prestito che permettesse<br />
all’Albania di rinunciare all’appoggio finanziario dell’Italia. Roma fu<br />
avvertita che una notevole attività, non favorevole, era svolta con ambienti<br />
della Corte anche dalla legazione di Germania e soprattutto da parte del suo<br />
segretario. Von Scheiger, ex ufficiale austriaco che risiedeva in Albania da<br />
340(A.Q.SH.) F. 152 D. 265 anno 1936.<br />
187
oltre venti anni. Il ministro Von Panwitz venne in seguito a comunicare di<br />
aver avuto istruzioni di non intralciare l’opera della legazione italiana. 341<br />
Il contegno del re nei riguardi dell’Italia appariva in contrasto con queste<br />
informazioni. Egli proponeva di interessare Roma all’elevazione della<br />
legazione italiana al rango di ambasciata, naturalmente con reciprocità a<br />
Roma, per meglio marcare l’intimità dei rapporti fra i due paesi e per dare al<br />
rappresentante dell’Italia in Albania la posizione di decano del corpo<br />
diplomatico. A proposito della situazione internazionale, che nel settembre<br />
del 1938 faceva temere lo scoppio di un conflitto europeo.<br />
Inoltre il re appariva meglio disposto verso le concessioni minerarie,<br />
secondo la promessa fatta a Ciano. 342 Egli il re aggiungeva l’espressione del<br />
desiderio che a questa concessione si collegasse con un gran numerodi opere<br />
di bonifica della paludosa costa albanese. In omaggio a questo desiderio di<br />
re Zog si recò in Albania il senatore Prampolini.<br />
L’impressione che trasse il senatore Prampolini dai suoi primi colloqui col re<br />
fu che questi in realtà non desiderassero di giungere a una conclusione, per<br />
quel che riguardava le opere di bonifica, ma che volesse solamente,<br />
abbinando il problema con la questione delle concessioni minerarie, ritardare<br />
queste ultime.<br />
Si sviluppavano intanto i contatti culturali e sociali degli italiani con i<br />
migliori ambienti albanesi.<br />
Era decisa la creazione di un circolo italo - albanese che fu intitolato a<br />
Skanderbeg e che doveva avere un suo parallelo a Roma sotto la presidenza<br />
dell’ambasciatore Cerruti che da poco, per collocamento a riposo, aveva<br />
lasciato la sede di Parigi.<br />
Per affrettare l’esecuzione di questa iniziativa, fu fatto venire a Tirana<br />
l’ingegner Pater che propose la costruzione, con materiale prefabbricato, di<br />
un grande edificio dove oltre a un circolo con grandi sale di lettura e da<br />
ballo, avrebbe trovato posto un teatro capace di varie migliaia di spettatori.<br />
Si comincio a vagheggiare anche l’idea di creare un Istituto di alti studi<br />
albanesi aperto agli studiosi di lingua e di letteratura albanese da ogni parte<br />
del mondo.<br />
Il 6 dicembre 1938 Mussolini approva il progetto dell’occupazione in<br />
Albania. 343<br />
Nel dicembre del 1938 divenivano sempre più frequenti, grazie anche agli<br />
accresciuti contatti con ambienti culturali, le notizie sulle sempre maggiori<br />
difficoltà che il re incontrava a dominare insofferenza delle classi più elevate<br />
del popolo albanese verso il regime.<br />
341Francesco Jacomoni: op. cit. pg. 86.<br />
342Galeazzo Ciano: Diario 1937 – 1943. Milano 1950.<br />
343 Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.399.<br />
188
Qualche misura di polizia, come il confino a Kruja di un noto giornalista<br />
italofilo, Vasil Alarupi aveva destato forte malumore; i fuorusciti residenti a<br />
Vienna, a Parigi e a Ginevra avevano formato un gruppo di azione deciso ad<br />
agire al più presto.<br />
189
3.13 LE TENSIONI INTERNAZIONALI<br />
I tempi stringevano a mano a mano che l’atmosfera internazionale si faceva<br />
più oscura.<br />
Il 30 settembre 1938 era stato firmato l'accordo di Monaco che obbligava la<br />
Cecoslovacchia a cedere alla Germania il territorio dei Sudeti. L’11 gennaio<br />
1939 si era avuta a Roma la visita del presidente del Consiglio della Gran<br />
Bretagna, Neville Chamberlain, accompagnato dal ministro degli Esteri Lord<br />
Halifax. 344<br />
Ciò persuadeva sempre di più la legazione della necessità di ogni cautela,<br />
siccome l'accordo di Monaco, considerato come un’incruenta vittoria<br />
dell'Asse, sembrava incoraggia molti albanesi a soluzioni notevoli che<br />
ponessero fine alle ingiustizie di cui si ritenevano vittime da parte del loro<br />
sovrano.<br />
L'impegno assunto dall’Italia nei riguardi dell’Inghilterra il 16 aprile 1938<br />
con l'accordo Ciano - Perth, non poteva d’altra parte non essere una remora<br />
all’azione italiana in Albania. 345 Essa sembrava doverci condurre verso<br />
formule che pur dando soddisfazione alle richieste albanesi, mantenessero<br />
sul trono re Zogu. Ed evitassero comunque ogni modificazione della<br />
sovranità albanese. Quel documento influenza fortemente l'opera dei<br />
funzionari italiani a Tirana prima e dopo l’unione itala - albanese. 346<br />
Dalla necessità evidente di non contravvenire agli impegni presi dall'Italia,<br />
ebbe origine la maggior parte dei successivi contrasti con gli ambienti di<br />
Roma che stentavano a persuadersi non della convenienza, ma dell’assoluta<br />
necessità di mantenere in vita una “sovranità albanese”, con tutte le<br />
conseguenze che essa comportava.<br />
Ciano da qualche tempo si dimostrava convinto che la soluzione della<br />
situazione albanese dovesse venire da un’aperta rivolta delle popolazioni,<br />
specie di quelle montanare che erano le più insofferenti del regime di Zogu.<br />
Egli, contava per creare sommosse, sull’azione dei fuorusciti albanesi che<br />
erano nemici giurati del re, e che avevano largo prestigio negli ambienti<br />
intellettuali. Egli non temeva la ripercussione internazionale di una<br />
rivoluzione in Albania. Si riteneva che in base alle disposizioni della<br />
Conferenza degli ambasciatori nel 1921, una rivoluzione in Albania ci<br />
avrebbe autorizzati a intervenire.<br />
La situazione diveniva di giorno più precaria. Le istruzioni di Ciano,<br />
complesse e imprecise, rischiavano di divenire fonte di ogni sorta<br />
d’incognite. I capi locali di maggiore importanza e più vicini all’autorità<br />
italiana insistevano perché si agisse al più presto.<br />
344Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 399.<br />
345Galeazzo Ciano: Diario 1937 – 1943. Milano 1950.<br />
346 Francesco Jacomoni: op. cit. pg.91.<br />
190
Si temeva che Zogu potesse sapere di quanto si proponevano di fare per<br />
costringerlo a modificare i suoi metodi di governo e che procedesse ad<br />
arresti e uccisioni. Non erano spento in loro il ricordo di quanto era accaduto<br />
nel 1933 dopo che Zogu, era tornato da Vienna, aveva saputo dei colloqui<br />
che si erano svolti con elementi responsabili italiani, sull’avvenire<br />
dell’Albania nell’eventualità che la malattia, da cui allora era affetto, si fosse<br />
aggravata. Era pure fatto presente che il mutamento del governo Jugoslavo e<br />
la nomina a ministro degli Esteri del signor Zinzar Markoviç, già ministro a<br />
Tirana, poteva incoraggiare il governo albanese a portare innanzi a maggior<br />
decisione le conversazioni, che comunemente si ritenevano già iniziate, per<br />
la conclusione di un patto di amicizia. E si aggiungeva che lasciar molto<br />
tempo per riflettere presentava il pericolo che si venisse a sottilizzare troppo<br />
su quello che sarebbe stato l’avvenire dell’Albania qualora Zog non avesse<br />
consentito a modificare il suo atteggiamento. I fuorusciti che erano per lo più<br />
ardenti nazionalisti, tendevano a ripudiare l’idea di un’unione reale o<br />
personale con l’Italia e propendevano per la scelta, come re d’Albania, non<br />
del re d’Italia ma di un principe di Casa Savoia.<br />
Per influenzare al loro arrivo in Albania, i fuorusciti che nel mese di aprile<br />
del 1939 avrebbero fruito dalle amnistie recentemente concesse da re Zogu,<br />
si proponevano che fossero firmate da parte di elementi che risiedessero in<br />
Albania e vi avessero grande prestigio, dichiarazioni nelle quali fosse<br />
addirittura richiesta l’annessione all’Italia. Cosi si sarebbe avuto modo di far<br />
apparire l’unione come concessione ai nazionalisti più ferventi. Si<br />
richiedeva, andando incontro a idee forse indirettamente ispirate da Ciano,<br />
che si tenesse pronto il denaro per il pagamento di bande che potessero<br />
essere reclutate. Si suggeriva che in un porto italiano dell’Adriatico fosse<br />
concentrato un certo numero di armi da trasportare poi all’occorrenza in<br />
Albania con mezzi della SO.RI.MA (Società Recuperi Marittimi) che aveva<br />
concessione per il recupero di piroscafi affondati di fronte a Valona e San<br />
Giovanni di Medua durante la prima guerra mondiale. Si faceva osservare<br />
che eventuale moto albanese, conseguenza del generale malcontento verso il<br />
regime di Zogu, poteva richiedere un rapido intervento di truppe italiane per<br />
ristabilire l’ordine. 347<br />
Era ormai evidente che bisognava uscire dalla situazione creatasi fin<br />
dall’aprile 1938, anche in seguito alle frasi allora pronunciate da Ciano di<br />
fronte a ufficiali della guardia reale. Appariva preferibile prospettare la<br />
realtà a Zogu prima che avesse luogo il parto della regina ormai non lontano.<br />
La prossima di questo evento avrebbe potuto esercitare una buona influenza<br />
sul re e indurlo ad assicurare un regno tranquillo alla sua futura dinastia. Ma<br />
occorreva essere preparati a ogni ipotesi circa gli sviluppi delle trattative una<br />
volta che esse fossero state iniziate.<br />
347 Francesco Jacomoni: op. cit. pg. 93.<br />
191
La caduta di Stojanidovic veniva a cambiare molte prospettive nei riguardi<br />
dell’Albania. Come venni a sapere solo più tardi, Ciano aveva parlato il 19<br />
gennaio con Stojadinovic senza pero approfondire la questione albanese. 348<br />
Questi, dopo aver affermato che anche a lui era il disagio del popolo<br />
albanese e dopo aver lasciato intendere che anche in tempi recenti Zogu<br />
aveva fatto a Belgrado degli avvicinamenti non simpatiche nei riguardi<br />
dell’Italia, aveva convenuto che le preoccupazioni circa la fedeltà del re<br />
Zogu all’alleanza con l’Italia non erano infondate. Egli aveva terminato che<br />
gli sembrava non vi fosse altra soluzione che sostituire Zog con altra persona<br />
più degna o procedere a una spartizione dell’Albania fra l’Italia e la<br />
Jugoslavia. Aveva aggiunto pero che sulla formula per risolvere la questione<br />
perché non conosceva il problema nei suoi particolari. Ciano gli aveva<br />
risposto che anche lui non riteneva doversi discutere subito la cosa e che<br />
considerava per il momento sufficiente questa presa di contatti.<br />
La situazione con la caduta di Stojadinovic, mutava completamente,<br />
sostituito al suo posto Dragisa Cvetkovic. Diveniva più difficile parlare al<br />
governo jugoslavo di accordi per una spartizione o per una modificazione<br />
dei confini dell’Albania. 349<br />
Nel suo diario Ciano scriveva il 5 febbraio 1939 che occorreva accelerare i<br />
tempi dell’azione in Albania e d’accordo con Mussolini, diceva di ritenere<br />
che l’epoca dell’azione fosse da stabilirsi nella settimana di Pasqua perche<br />
non intendeva lasciare il tempo al nuovo governo jugoslavo di rafforzarsi sul<br />
terreno politico, diplomatico e militare. 350 Egli era deciso a condurre innanzi<br />
a rapidamente un’azione in Albania anche perché gli era da una<br />
comunicazione ufficiale fatta dall’ambasciatore a Berlino che la Germania<br />
intendesse mettere le mani sui petroli albanesi.<br />
348Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.286.<br />
349Bernd Fischer: op. cit. pg. 286.<br />
350Galeazzo Ciano: Diario 1937 – 1943. Milano 1950.<br />
192
3.14 I TENTATIVI DI RESISTENZA CONTRO<br />
L’INVASIONE ITALIANA.<br />
Il governo italiano avvalendosi della richiesta presentata in precedenza da re<br />
Zogu di tener pronte truppe per uno sbarco in Albania in vista di<br />
complicazioni internazionali, avrebbe provveduto all’invio di forze armate.<br />
Per altre vie, perché l'organizzatore della gioventù rimaneva in Italia,<br />
occorreva trovar modo che non andasse perduti in Albania i contatti con gli<br />
elementi, anche se ostili a Zogu. Si trattava di esercitare anzitutto una<br />
pressione sul re, nella convinzione che l’irrequietezza del paese gli avrebbe<br />
fatto sentire più necessario com’era accaduto nel 1926 il deciso appoggio<br />
dell’Italia. In secondo luogo occorreva tenerci pronti all’eventualità che la<br />
trattativa con il sovrano non andasse in porto. Naturalmente non era più il<br />
caso di parlare, del reclutamento di capi montanari.<br />
Nel suo diario al 16 febbraio Ciano cosi riassume le sue istruzioni:<br />
mantenere viva l’agitazione popolare ma non mancare di placare re Zogu<br />
dandogli tutte le assicurazioni che desiderano. 351 Intorbidire le acque in<br />
modo da impedire che le vere intenzioni siano conosciute. Quest’ultima<br />
frase egli la diceva a se stesso o la riservava alla lettura di un gruppo di<br />
amici perché nelle espressioni usate con me prevalse concretamente il<br />
desiderio che Zogu accettasse l’accordo che gli ha offerto. Fu in<br />
quest’udienza in vista della trattativa che si stava per iniziare. Ciano voleva<br />
essere minutamente informato, offrendo a Jacomoni di far installare presso<br />
la legazione un apparecchio radiotrasmittente e ricevente.<br />
Jacomoni tornando a Tirana trova le notizie tutt’altro che buone sulla<br />
situazione del paese e sulle intenzioni del governo per l’eventualità di una<br />
temuta azione dell’Italia in Albania. Era stato diramato il seguente<br />
telegramma dal ministero degli Interni a tutte le prefetture. Alcuni rifugiati<br />
politici con l’aiuto di una nazione estera tenteranno lo sbarco in territorio<br />
albanese e ciò per creare disordini e per turbare la pace che vi regna. 352<br />
Il re prendeva tutte le misure necessarie per impedire qualsiasi infiltrazione<br />
degli estranei. Le informazioni che il maggiore della gendarmeria Abaz Kupi<br />
aveva assunto il comando della zona di Durazzo e dopo aver riunito tutti gli<br />
ufficiali della gendarmeria, avevano impartito loro disposizioni che<br />
riguardavano soprattutto la stretta sorveglianza della comunità italiana. 353 Un<br />
distaccamento di gendarmeria era stato inviato a Shijak per tenere d'occhio<br />
l’Ente Italiano Industrie agricola. Erano state distribuite armi a persone di<br />
fiducia del regime; erano stati arrestati alcuni albanesi notoriamente amici<br />
dell'Italia ed era stata iniziata, sia pure segretamente la mobilitazione<br />
351Galeazzo Ciano: Diario 1937 – 1943. Milano 1950.<br />
352 Francesco Jacomoni: La politica dell’Italia in Albania. Capelli Bologna 1965. pg.96.<br />
353 Bernd Fischer: op. cit. pg. 292.<br />
193
militare. Gli arrestati erano: Qemal Vrioni capo della potente casata dei<br />
Vrioni; Shukri Peza anch’egli d’importante famiglia che soffriva d’influenza<br />
nelle colline di Peza fra Tirana e il mare; Kapllan Delialisi che aveva grande<br />
prestigio presso la gioventù di Tirana e Irfan Ohri molto considerato in paese<br />
per il suo passato patriottico. 354<br />
In contrasto con queste misure militari il governo albanese tornava a fornire<br />
prova di buona volontà nella definizione di alcune questioni economiche in<br />
sospeso. In pochi colloqui in casa Libohova alla presenza del presidente del<br />
Consiglio Koço Kotta e del commendator Vincenzo Rocco, consulente<br />
economico della legazione era approvato la convenzione con l'AMMI per le<br />
ricerche minerarie. Per la firma di quest’ultima giungeva poco dopo a Tirana<br />
l’ingegner. Tredici e presidente dell'azienda. Faceva pure progressi uno<br />
schema di convenzione per le bonifiche.<br />
La notizia che le truppe germaniche avevano iniziato nella notte<br />
l’occupazione della Boemia ha dato all’Italia un nuovo stimolo all’azione di<br />
forza in Albania. 355 Dal diario di Ciano il giorno 15 marzo appaiono le<br />
indecisioni di Mussolini circa<br />
quest’azione: egli la vedeva<br />
soprattutto come una risposta<br />
all'occupazione tedesca della<br />
Boemia, ma temeva che essa non<br />
potesse controbilanciare<br />
nell’opinione pubblica l’impressione<br />
fatta dall’espansione del Reich in<br />
uno dei territori più ricchi del<br />
mondo. 356<br />
Nell’ignoranza di questo stato<br />
d’animo di Mussolini non tenni<br />
conto della comunicazione telefonica Mussolinidi Ciano e iniziai<br />
conversazioni nello spirito delle istruzioni ricevute a Roma. Il 18 marzo la<br />
legazione telegrafava quanto segue: “A proposito delle istruzioni di Vostra<br />
Eccellenza ho iniziato appena giunto le conversazioni intese a rasserenare<br />
l’ambiente, molto turbato, specie dopo i recenti avvenimenti in Europa<br />
centrale”.<br />
Mehmet Konica noto consigliere del re, fino a pochi mesi fa contrario<br />
all’Italia, sì è espresso con quest’addetto militare nel senso che qualora il re<br />
non facesse egli stesso all’Italia proposte che legando a noi definitivamente e<br />
senza riserve l'Albania, la salvasse dal baratro cui si avviava, egli e altri<br />
avrebbero saputo imporre al re quanto era necessaria.<br />
354Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 401.<br />
355Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 627.<br />
356Galeazzo Ciano: Diario 1937 – 1943. Milano 1950.<br />
194
Libohova, pur confermando l’agitata attività anti italiana di molte legazioni<br />
straniere, mi garantiva che nessuna trattativa politica o finanziaria è in corso<br />
con alcuna potenza.<br />
Venendo finalmente a parlare dell’Albania il re invia a Vostra Eccellenza i<br />
suoi vivissimi ringraziamenti per le nuove concisioni ottenute. Egli farà<br />
partire quanto prima per Roma il generale Seregi a spera che la sua missione<br />
possa giovare e costituire fra i due paesi una situazione che pur<br />
salvaguardando la sovranità e l’indipendenza dell'Albania, possa dare a noi<br />
piena soddisfazione.<br />
L’atteggiamento del re alimentò la fiducia della legazione che egli si<br />
proponesse di trovare nella situazione internazionale un pretesto di fronte a<br />
se stesso e ai nazionalisti albanesi per consentire la presenza di forze italiane<br />
in Albania. Ci confermava in questa fiducia anche la scelta di un generale<br />
come ministro d’Albania a Roma e le parole con cui me ne aveva dato<br />
comunicazione.<br />
Lo stesso giorno i1 generale Sereqi ne riparlava al colonnello Gabrielle,<br />
addetto militare. Il 21 marzo 1939 telegrafavano a Roma: Il generale Sereqi<br />
ha precisato a quest’addetto militare che in vista dei prossimi avvenimenti<br />
internazionali il re potrebbe essere indotto, fin d’ora a chiedere 1a presenza<br />
in Albania delle truppe italiane. 357<br />
Nel prospettare tale situazione le dette personalità hanno dichiarato in nome<br />
del re che l’Albania, in ossequio all’alleanza si metteva a disposizione<br />
dell'Italia per qualsiasi evenienza. Qualora si dovessero prendere<br />
provvedimenti militari da parte albanese, occorreva tener presente che essi<br />
avrebbe avuto scarsissima consistenza se non fossero stati validamente e<br />
immediatamente sostenuti dall’Italia. 358 Le eventuali richieste d’intervento di<br />
truppe italiane sarebbero accompagnate da parte del governo albanese, dalle<br />
richieste del materiale necessario per l’esercito albanese. Concordemente i<br />
tre autorevoli uomini politici hanno aggiunto che: ove la situazione<br />
internazionale non sconsigliasse un intervento di truppe italiane in Albania<br />
esso riuscirebbe in questo momento molto gradito a tutta la popolazione.<br />
357Kastriot Dervishi: op. cit. pg. 401.<br />
358 Francesco Jacomoni: op. cit. pg.100.<br />
195
3.15 CIANO CONTRO ZOG<br />
In ogni modo per evitare che Re Zog, realmente preoccupato della situazione<br />
esterna e interna, possa prendere qualche misura che sia in contrasto col<br />
pensiero di Vostra Eccellenza, pregherei volermi mettere in condizione di<br />
dargli qualche garanzia. Quest’addetto militare presente al colloquio, per<br />
desiderio albanese, telegraferà in modo analogo. 359<br />
Questo telegramma fu poi<br />
particolarmente valorizzato<br />
da Ciano per illustrare in<br />
Italia e all’estero i<br />
precedenti del sbarco<br />
dell’Italia in Albania. Fu<br />
dato un significato<br />
d’immediatezza al<br />
desiderio espresso da Zogu<br />
di uno sbarco italiano,<br />
immediatezza che<br />
probabilmente non era nel<br />
pensiero del re.<br />
Molti potevano essere i<br />
motivi della richiesta fatta<br />
fare con tanta solennità dai<br />
due maggiori esponenti del<br />
governo e da un proprio<br />
rappresentante personale.<br />
Probabilmente il re si proponeva soltanto di aprire uno spiraglio al destino.<br />
Egli era uomo di grandi capacita intellettuali, giustamente convinto di<br />
saperne usare per assicurarsi i favori di una fortuna che mai lo aveva<br />
abbandonato. Lo lusingava certamente l’idea di poter allargare i confini del<br />
suo regno, seppur con l’aiuto di truppe italiane. Pensava forse che uno<br />
sbarco italiano nelle condizioni di turbamento in cui era il paese, fosse ormai<br />
inevitabile e che valesse meglio consentirvi anziché subirlo. Uno sbarco<br />
anche di modeste aliquote di forze militari italiane, poteva apparire inoltre<br />
come una pubblica garanzia data da Roma al trono di Zogu.<br />
Per prevenire ogni sorpresa Zogu prolunga di un mese la sessione<br />
parlamentare, la quale era finita secondo lo statuto. 360<br />
Il generale Sereqi precisava il suo pensiero affermando che se era ormai<br />
impossibile per qualunque Stato il rimanere l’isolato, ciò era ancora più vero<br />
per l'Albania. Per l’Italia disse con i suoi quarantacinque milioni di abitanti,<br />
359 Francesco Jacomoni: La politica dell’Italia in Albania. Capelli Bologna 1965. pg.101.<br />
360 Il giornale “ Drita” 15 marzo 1939.<br />
196
non sarebbe stata uno sforzo eccessivo avviare al progresso con tecnici e con<br />
denaro, un milione di albanesi che chiedevano solo di poter lavorare. Ciò<br />
naturalmente presupponeva a suo avviso, la piena certezza per gli italiani di<br />
potersi fidare degli albanesi come se fossero propri connazionali.<br />
La maggior parte dei membri del governo, pur moltiplicando le misure di<br />
sicurezza nel paese non nascondeva il loro desiderio di apparirti favorevoli.<br />
Vi era nell’aria la sensazione che dopo l’occupazione tedesca della<br />
Cecoslovacchia, la quasi totalità del popolo attendesse da un’ora all’altra<br />
l’arrivo delle nostre truppe come un avvenimento che fosse nell’ordine<br />
normale degli eventi. Si diceva apertamente che se il re avesse negato il<br />
consenso e avesse voluto opporre resistenza, il paese non lo avrebbe<br />
seguito. 361<br />
Il 25 marzo ricevevano le seguenti istruzioni da Ciano: Poiché attraverso<br />
molte sue dichiarazioni re Zogu riconosce la necessità e l’urgenza di stabilire<br />
su nuove basi il rapporto italo - albanesi, anche riguardo a quanto succede in<br />
Europa e poiché questo è pure il convincimento assoluto del duce, recatevi<br />
da Zogu e domandategli discutendone con lui su quali basi egli vorrebbe<br />
stabilire i nuovi rapporti con l’Italia. 362<br />
Fategli capire che ciò è ormai urgente e improrogabile anche per chiarire in<br />
modo definitivo la situazione che la speculazione dei terzi rende, con<br />
interventi estranei più complicati. Appena conferito telegrafate. Partirò<br />
frattanto per Tirana. Ciano manda queste otto proposte al re Zogu tramite De<br />
Ferrariis.<br />
De Ferrariis giunse il giorno stesso, recando con sé quel progetto. Esso era<br />
del seguente tenore: 363<br />
Art. 1 - Vi sarà tra l’Italia da una parte e l’Albania dall’altra una stretta<br />
alleanza e le due Alte Parti contraenti s’impegnano a garantire con tutti i loro<br />
mezzi e la sicurezza dei loro Stati e la difesa e tutela reciproca contro ogni<br />
attacco esterno.<br />
Art. 2 – L’Italia assicura all’Albania che la sua amicizia non le verrà mai<br />
meno, e in caso di una minaccia alla sovranità o all’integrità e<br />
all’indipendenza dell’Albania, l'Italia provvederà con ogni mezzo ad<br />
allontanare tale pericolo e adotterà se necessario, le misure atte al<br />
raggiungimento di tale scopo.<br />
Art. 3 - Fermo restando che il mantenimento dell’ordine pubblico in Albania<br />
e la difesa contro un’aggressione esterna sono affidati al governo albanese. Il<br />
governo italiano potrà predisporre tutti quei mezzi che esso reputa necessari.<br />
Art. 4 -A tale scopo il governo albanese, riconoscendo la necessità di fornire<br />
al governo italiano tutte le facilitazioni necessarie all’adempimento delle<br />
361 Francesco Jacomoni: op. cit. pg.102.<br />
362Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 628.<br />
363Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.285.<br />
197
eciproche obbligazioni concederà al governo italiano l'uso dei porti degli<br />
aerodromi e delle vie di comunicazione.<br />
Art. 5- Le rappresentanze diplomatiche dell’Italia in Albania e dell’Albania<br />
in Italia saranno elevate al rango d'ambasciata.<br />
Art. 6 – L’Italia presterà tutta la sua assistenza tecnica e finanziaria<br />
all’organizzazione e al funzionamento dello Stato albanese. In ciascuno dei<br />
ministeri albanesi vi sarà un funzionario italiano che avrà il rango di<br />
segretario generale ed eserciterà le funzioni immediatamente subordinate a<br />
quelle del ministro albanese titolare del dicastero.<br />
Art. 7 - L'Italia concederà all’Albania, con giusti accordi doganali e<br />
monetari, condizioni che assicurino tra i due paesi gli scambi in regime<br />
analogo a quello del mercato interno.<br />
Art. 8 - I cittadini albanesi domiciliati in Italia e i cittadini italiani domiciliati<br />
in Albania godranno gli stessi diritti politici e civili dei quali godono i<br />
cittadini dei due Stati nel proprio territorio. Il progetto era impostato sulla<br />
base dei trattati anglo-egiziano e anglo-iracheno.<br />
S’ispirava a una concezione concretamente sorpassata.<br />
Un documento a parte conteneva alcune proposte di accordi da prendere<br />
personalmente con il re, relativi alla creazione di un’organizzazione fascista<br />
albanese, alla concessione all’Italia delle organizzazioni della gendarmeria e<br />
della polizia. Era prevista la nomina di un alto ufficiale italiano quale capo<br />
di stato maggiore delle forze armate, il cui comando sarebbe stato tenuto<br />
direttamente dal re. Di quest’ultimo schema di accordi personali non ritenni<br />
di parlare e almeno finché non avesse avuto 1’adesione al progetto di trattato<br />
che appariva già per stesso difficilmente accettabile e dal sovrano. 364<br />
Jacomoni chiede in quale modo egli stesso intravvedesse come seguito alle<br />
sue precedenti dichiarazioni, lo stabilimento di un nuovo rapporto italo -<br />
albanese. Egli si è subito dichiarato disposto ad accordi i più vasti possibili.<br />
In seguito, a sua richiesta, li sono poi espresso a titolo personale le mie idee<br />
sull’argomento, accennando alla possibilità della stipulazione di un trattato<br />
di alleanza su basi che senza precisazioni, corrispondevano però ai principi<br />
ispiratori del trattato portato da De Ferrariis Salzano. Anche su questo il re<br />
ha espresso di massima il proprio accordo. 365<br />
Gli fu ripetuto il discorso fatto la mattina a Zogu e cioè che le formule<br />
sarebbero potuto essere studiate insieme. Quello che premeva era di<br />
rafforzare i vincoli dell’alleanza sulla base dell’indipendenza e della<br />
sovranità dell’Albania sulla base della tutela della dignità e delle prerogative<br />
reali. Malgrado queste assicurazioni, Libohova contrariamente a tutte le<br />
precedenti assicurazioni del sovrano, si dimostrò nettamente contrario alla<br />
firma di un atto formale e di carattere generale per il rafforzamento<br />
364 Francesco Jacomoni: La politica dell’Italia in Albania. Capelli Bologna 1965. pg.103.<br />
365 Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. Pg 628.<br />
198
dell’alleanza. A suo avviso, qualunque precauzione fosse presa, dato il<br />
rapporto di potenza fra l’Italia e l’Albania, quest’ultima sarebbe sempre<br />
apparsa come uno Stato protetto. Egli si dichiarava fautore della creazione di<br />
situazioni di fatto, fra loro indipendenti e tali da condurre a una pratica ed<br />
effettiva collaborazione fra i due paesi. Poiché per desiderio del re avrebbe<br />
dovuto tenersi al più presto una riunione cui avrebbero partecipato oltre lo<br />
stesso Libohova, il presidente del Consiglio e il primo aiutante di campo, gli<br />
dissi che ero disposto, in quell’occasione, a seguirlo su qualunque via ci<br />
avesse avvicinati allo scopo desiderato di un’efficace collaborazione.<br />
Nel frattempo Gabrielli, addetto militare e capo della missione militare in<br />
Albania, si recava a sua volta dal re, per chiarirgli i motivi che rendevano<br />
necessaria presenza in Albania di truppe italiane. 366<br />
Vostra Maestà gli aveva detto nel desiderio di provvedere direttamente a<br />
un’eventuale prima difesa delle frontiere, chiese e ottenne nel 1927 che il<br />
governo italiano provvedesse organizzare in loco le necessarie delle forze<br />
armate albanesi e indispensabili apprestamenti difensivi. Noi abbiamo fatto<br />
onestamente fronte ai nostri impegni, sopportando oneri non lievi, ma dopo<br />
una lunga esperienza, ci siamo convinti che le forze armate albanesi non<br />
potranno mai avere la necessaria efficienza perché la nostra opera è resa<br />
difficile dall’assoluta incapacità del generale Aranitas e di molti ufficiali che<br />
voi continuate a mantenere in posti di responsabilità.. Occupati questi ultimi<br />
da truppe ostili le forze italiane muovendo da nostre basi dovrebbero esporsi<br />
a gravi perdite per riconquistare il vostro paese.<br />
Per evitare quest’inutili sacrifici di vite umane e di mezzi, il governo di<br />
Roma avendo presente quanto già previsto dal trattato di alleanza in vigore,<br />
vi propone di autorizzare lo stanziamento in Albania di forze italiane, capaci<br />
di fronteggiare insieme con le vostre truppe (regolari e irregolari) eventuali<br />
aggressioni sin dall’inizio della loro azione .<br />
Il rapporto di Gabrielli così proseguiva: Avendo il re risposto che<br />
l'intervento di truppe italiane in tempo di pace. Avrebbe potuto suscitare<br />
proteste straniere ed essere considerato come lesiva della sovranità<br />
dell’Albania gli feci presente che ove l’intervento fosse stato deciso dai due<br />
alleati, in pieno accordo e in vista di complicazioni internazionali, in quel<br />
momento possibili, nessuno avrebbe avuto il diritto di protestare. 367<br />
Di fronte a queste argomentazioni il sovrano si mostrò disposto a esaminare<br />
con favore le condizioni militari proposte da Roma ripetendo che non poteva<br />
pero accogliere alcune delle altre richieste. Era evidente che se si voleva<br />
arrivare alla conclusione di un accordo che non fosse il frutto di una pura<br />
imposizione accettata dal re per motivi contingenti, era assolutamente<br />
necessario modificare vari punti dello schema inviato da Roma.<br />
366Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 402.<br />
367 Francesco Jacomoni: op. cit. pg.105.<br />
199
Il generale Sereqi che era in Partenza per Roma avrebbe ancora in qualità di<br />
aiutante di campo prima di presentare le credenziali chiesto, un’udienza con<br />
Mussolini e Ciano per consegnare un messaggio del Re. Egli avrebbe<br />
illustrato sulle stesse linee, i risultati delle conversazioni cui aveva preso<br />
parte.<br />
Lo stesso giorno 31 marzo con Ciano col sottosegretario alla Guerra<br />
generale Pariani e con generali Guzzoni designate, ad assumere il comando<br />
del Corpo di spedizione in Albania, è state esaminate le norme dell’azione<br />
militare riguardo ai passi diplomatici che la legazione avrebbe dovuto<br />
continuare a compiere. 368 Qualunque ne fosse stato l'esito, lo sbarco delle<br />
truppe italiane avrebbe in ogni caso avuto luogo, data la situazione caotica<br />
che si profilava ormai in Albania. Bisognava tener sempre presente che,<br />
anche se il re non fosse stato consenziente, sì sbarcava in un paese animato<br />
nella grande maggioranza della sua popolazione da sentimenti amichevoli<br />
nei nostri riguardi. Era necessario evitare bombardamenti ed era essenziale<br />
che le truppe tenessero con la popolazione un comportamento improntato<br />
alla più umana civiltà. Motivo dell’insistenza su questi punti era fra l’altro il<br />
fatto colonnello d’aviazione Muti; amico personale di Ciano, in un viaggio<br />
compiuto a Tirana pochi giorni innanzi a parlando con il consigliere della<br />
legazione Babuscio Rizzo e col primo segretario Prato aveva tenacemente<br />
prospettato, nonostante le loro proteste, la necessità di 'accompagnare<br />
un’eventuale sbarco di truppe col bombardamento di Durazzo e di Tirana<br />
scopo intimidatorio. Mussolini approvo lo schema di trattato cosi com’era<br />
stato ridotto e del quale non ho purtroppo copia per venire incontro ai<br />
desideri albanesi. Esso rispondeva ormai soprattutto disse Mussolini alla<br />
necessità divenuta urgente di firmare e pubblicare un foglio di carta con cui<br />
Zogu autorizzasse lo sbarco delle nostre truppe e sì ponesse così fine allo<br />
stato di pericolosa agitazione che si era diffuso negli ultimi tèmpi in Albania.<br />
Mussolini, nell’approvare, questo schema mi dette la sensazione che la via<br />
da lui preferita fosse quella dell'accordo con Zogu. Manda un messaggio<br />
personale per il re: 369<br />
1)La questione di una modificazione dei rapporti fra l’Italia e l’Albania non<br />
è stata sollevata da me. Ma poiché è stata sollevata, deve essere risolta nel<br />
senso di rafforzare l’alleanza fino ad accomunare nello stesso destino i due<br />
Stati e i due popoli, per garantire soprattutto un pacifico progresso del<br />
popolo albanese.<br />
2) Sono disposte a tenere nel dovuto conto tutte le forme intese a<br />
salvaguardare la dignità e la protezione del sovrano e della sua dinastia.<br />
3) Invito re Zogu a considerare che gli abbia dato durante tredici anni prove<br />
sicure della mia amicizia. Sono disposto a continuare nella stessa linea di<br />
368Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.289.<br />
369 Francesco Jacomoni: op. cit. pg.107.<br />
200
condotta: ma se questa fossa inutile, le conseguenze ricadrebbero su re Zogu<br />
e sul popolo albanese.<br />
Era un messaggio incoraggiante. Erano soprattutto felice data la mentalità<br />
albanese, l’allusione alla fedeltà nell’amicizia e la conferma di questa nei<br />
riguardi di Zog. Era invece dannosa l’aperta minaccia con cui il messaggio si<br />
terminava, com’era poco abile, in vista della mentalità orientale di Zogu, il<br />
tono di aperta sincerità se non anche di prudenza di tutto il messaggio. A<br />
considerazioni fattegli in questo senso Mussolini, obiettò che quel che ormai<br />
si richiedeva era proprio la chiarezza la più assoluta dei reciproci rapporti.<br />
Il conte Ciano che, nel suo diario dipinge sempre se stesso tanto contrario a<br />
Zogu, si dimostrò anche lui, quel giorno, dopo l’udienza di Mussolini,<br />
desideroso che il re accettasse il nuovo progetto di accordo e mi augurò di<br />
riuscirvi. 370 Profittai di queste buone disposizioni per prospettare a Ciano<br />
un'ulteriore, seppur inverosimile ipotesi: quella che re Zogu rinunciasse al<br />
trono piuttosto che firmare il trattato. Gli chiesi se in questo caso avrei<br />
potuto offrirgli di sicura e comoda vita per lui e per la sua famiglia in Italia.<br />
Si diceva che ove questa si fosse dimostrata impossibile a Tirana, il re<br />
avesse intenzione di rifugiarsi nel Mati suo paese di origine con le sue truppe<br />
più fedeli, portando con sé ostaggi che si pensavano, avrebbero potuto essere<br />
i funzionari della legazione. 371<br />
Era riferito che da qualche giorno erano frequenti le visite del ministro<br />
inglese a palazzo reale e che numerosi telegrammi erano stati spediti a<br />
Londra dalla legazione britannica. La notizia che nei pressi di Durazzo si<br />
stavano installando apparecchi per segnalazioni luminose, sembravano<br />
confermare la fiducia del re nel possibile intervento di navi inglesi in caso di<br />
un nostro tentativo di sbarco.<br />
370Galeazzo Ciano: Diario 1937 – 1943. Milano 1950.<br />
371 Francesco Jacomoni: op. cit. pg.108.<br />
201
3.16 L’AGGRESSIONE ITALIANA DELL’APRILE 1939<br />
Il 2 aprile Zogu spinto anche dal motivo che Geraldine stava per partorire<br />
del suo figlio Leka rimanda un telegramma a Ciano con un nuovo progetto,<br />
in quale s’includeva anche la richiesta acchetabile dell’ultimatum del<br />
governo Italiano. 372<br />
Il pomeriggio del 2 aprile, davanti al palazzo reale, si è svolta una<br />
dimostrazione.<br />
Sono arrestate una ventina di persone che è stata però subito rilasciate.<br />
Nello stato di turbamento in cui era paese, passò quasi inosservata o ebbe<br />
almeno scarsa risonanza la notizia giunta il mattino del giorno 5 aprile che la<br />
regina aveva dato alla luce un bambino al quale era stato imposto il nome di<br />
Leka. 373 Le manifestazioni avvenute il giorno precedente non gli avevano<br />
permesso di esaminare a fondo il progetto che gli aveva già rimesso il<br />
generale Sereqi.<br />
Il re evidentemente temporeggiava. Appariva verosimile che prima di<br />
prendere una decisione attendesse di aver completato la mobilitazione<br />
occulta che era in pieno corso o sperasse di ricevere definitive promesse di<br />
aiuti dall’estero.<br />
I colloqui per quanto cordiali divenivano veramente penosi. Era<br />
sorprendente il notevole schieramento di forze di gendarmeria lungo la<br />
strada da Tirane per Elbassan e Korça fino alla frontiera Greca. 374<br />
Quelle misure di polizia verso il confine greco potevano far pensare che le<br />
decisioni dei re fossero ormai prese e che egli predisponesse le misure<br />
idonee a proteggere il suo allontanamento dal paese. Le popolazioni del<br />
territorio che egli avrebbe dovuto attraversare erano fedeli all’antico signore<br />
di Elbassan, Shefqet bej Verlaci, che aveva motivi di vendetta verso Zogu<br />
perché questi, già fidanzato a una sua figliola aveva rotto la promessa al<br />
momento della sua elevazione al trono. Pur essendo sicuro della<br />
magnanimità di Verlaci verso il re nel momento, critico che questi<br />
traversava, trovai modo di fargli sapere che avrei considerato ogni affronto a<br />
Zogu come un’offesa fatta a me personalmente. Sapevo di poter contare su<br />
Verlaci come su di un amico fidato.<br />
Continuavano intanto a pervenire alla legazione voci di minacce rivolte agli<br />
italiani. Di fronte ai pericoli che essi potevano effettivamente correre per<br />
opera di facinorosi, aizzati magari dall’estero, fu deciso di chiedere a Roma<br />
l’invio di un piroscafo per provvedere al loro rimpatrio. Si voleva avere la<br />
coscienza tranquilla sulla sorte di tante brave persone che da anni lavoravano<br />
in Albania. Si riteneva inoltre che la notizia della loro imminente partenza<br />
avrebbe dato luogo a pubbliche dimostrazioni dei sentimenti di amicizia che<br />
372Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.291.<br />
373 Giorgio Martucci: Albania 1912 – 1937. Acustiva Edizione. Brindisi 2006. pg.77.<br />
374 Francesco Jacomoni: op. cit. pg.110.<br />
202
la maggioranza degli albanesi nutrivano per gli italiani cui erano legati da<br />
antichi comuni interessi. La partenza degli italiani quando essa avvenne fu,<br />
in effetti, accompagnato dalle espressioni più calde dì rincrescimento e<br />
affetto da parte della popolazione. Sì sperava anche che la notizia esercitasse<br />
una benefica influenza sull’animo di Zogu.<br />
Evidentemente le notizie sulle minacce agli italiani che erano giunti a Roma<br />
anche da fonti estranee alla legazione avevano prodotto colà un’impressione<br />
molto sfavorevole.<br />
Zogu aveva ordinato a Sereqi di partire subito per Roma e di portare<br />
quest’assicurazione personalmente al ministero degli esteri. Voleva<br />
accertarsi che il ministro Berati giungendo a Tirana portasse al re la precisa<br />
sensazione che l’Italia non avrebbe receduto dalle posizioni assunte.<br />
Contrariamente all’impressioneil generale Sereqi appariva preoccupato per<br />
lo sviluppo degli avvenimenti e faceva capire in modo confidenziale che lo<br />
stato d’animo del re subiva un irrigidimento. 375<br />
Malgrado ogni contrario affidamento, gravi incidenti avrebbero potuto<br />
verificarsi quando si fosse avuta notizia di una rottura delle trattative.<br />
Jacomoni accettava quindi l’offerta che gli era stata fatta dal ministero<br />
dell’invio di un mezzo della marina da guerra per raccogliere gli italiani,<br />
specie i funzionari di banca residenti in località lontane dal mare, come<br />
Korça i quali per una rispettabile coscienza dei loro doveri d’ufficio non<br />
avessero avuto il tempo di occupare posto sul piroscafo già partito.<br />
Particolare impressione suscitò la partenza di tutti gli ufficiali italiani fino<br />
allora a disposizione del comando albanese. Il capo della missione militare<br />
ne ordinò facendo sapere che gli organizzatori non potevano assistere e tanto<br />
meno prender parte a una mobilitazione predisposta contro l’Italia. Durante<br />
il giorno, in porto di Durazzo e di Valona si apparivano le navi da guerra che<br />
venivano per prendere gli ultimi italiani rimasti. Nel pomeriggio una decina<br />
di aeri volano sopra a Tirana spacciando volantini indicando all’agente di<br />
non obbedire al proprio governo e di non porre resistenza. 376<br />
Il 5 aprile Mussolini manda il seguendo telegramma a Zogu;<br />
Attendo sua risposta negativa o positiva che a Roma domani giovedì sei<br />
aprile non oltre le ore dodici. Il telegramma era firmato da Mussolini.<br />
La proroga concessa era sola di un giorno.<br />
375 Francesco Jacomoni: op. cit. pg.112.<br />
376Bernd Fischer: op. cit. pg. 292.<br />
203
Il 5 aprile Zogu chiede aiuto agli stati occidentali, invece il 6 aprile chiede.<br />
l’aiuto dell’Antante balcanica. Questi tentativi eranoinutili, senza ottenere<br />
nessun aiuto. 377<br />
Malgrado che la richiesta di una risposta positiva o negativa sembrasse<br />
escludere ogni altra discussione alle ore quattro antimeridiane del giorno 6<br />
aprile.<br />
Il presidente del Consiglio aggiungeva oralmente per conto del re<br />
l’espressione del desiderio di definire la parte militare degli accordi col<br />
generale Pariani nel quale il re aveva una particolare fiducia. Ciano, generale<br />
Guzzoni, Pariani si era dichiarato per un’assoluta fermezza nelle trattative<br />
con re Zogu.<br />
Mussolini chiede a Zog di mandare i suoi collaboratori da Guzzoni subito<br />
dopo lo sbarco delle forze armate in Durazzo. Nello stesso tempo lui ordina<br />
Guzzonidi ricevere il collaboratore di Zogu e informarlo per eventuale<br />
novità.<br />
377Bernd Fischer: op. cit. pg. 292.<br />
204
3.17 JACOMONI RACCONTA LE ULTIME ORE DI <strong>ZOGU</strong><br />
AL POTERE.<br />
L’argomento che ho tratato per quanto riguarda gli ultimi<br />
tentativi di resistenza di Zogu e la sua partenza è stata<br />
rilevata autenticamente dal libro di Jacomoni.<br />
Vedendo come si sono state svolte le tratative, non ho<br />
voluto aggiungere nient’ altro giacché Jacomoni era<br />
l’uomo mediante testimonie di quello che acadeva.<br />
Re Zog, ha dichiarato che l’integrale accettazione delle proposte come suo<br />
gesto personale poteva apparire lesivo del suo onore e che non poteva ormai<br />
che rimettersi alle decisioni del suo governo. Per conoscere queste ultime<br />
egli ha chiesto tempo fino alle ore 18 di oggi.<br />
Gli ho promesso che avrei trasmesso questa sua preghiera pur facendogli<br />
osservare che il Duce aveva invece fissato come ultimo termine della sua<br />
attesa le ore 12 di stamattina: e che quindi non sapevo se la sua risposta non<br />
sarebbe arrivata troppo tardi.<br />
Alle mie profferte per la sicurezza quella sua personale della sua famiglia, e<br />
di quanti gli fossero cari egli rispose ringraziandomi e assicurandomi che in<br />
avvenire e dovunque egli fosse me potevo far conto su di lui e sulla sua<br />
amicizia. Mi pregava di trasmettere il suo deferente saluto a Mussolini<br />
dichiarandomi che non poteva farmi la stessa richiesta nei riguardi del conte<br />
Ciano alla cui volontà egli attribuiva tutto quel che stava accadendo. La<br />
conversazione terminò alle ore 11.30. Mi trattenni in anticamera fino alla<br />
scadenza del termine per la risposta e alle 12 precise, pregai il ministro degli<br />
Esteri di introdurmi nuovamente da re Ahmed Zogu per chiedergli ancora<br />
una volta di modificare la sua decisione e mettermi in condizione di riferire<br />
subito a Roma una risposta favorevole. Re Zogu mi ringraziò del mio<br />
personale interessamento, ma mi confermò in un colloquio di pochi minuti<br />
che nulla poteva mutare a quanto mi aveva comunicato prima.<br />
Seppi poi che la regina Geraldine era partita in automobile di mattina presto<br />
e che quindi la decisione negativa dei re era già stata in antecedenza<br />
definitivamente presa, com’era apparso anche dal senso d’ineluttabilità che<br />
aveva pervaso la conversazione. Nel pomeriggio di quel giorno, 6 aprile<br />
vennero da me delle delegazioni della Camera e del Municipio con l’incarico<br />
ufficiale di pregarmi di intervenire ancora a Roma per una proroga dei<br />
termini stabiliti per lo sbarco delle truppe. Alcuni delegati, nell’uscire mi<br />
chiesero tuttavia di non far nulla in tale senso, anzi di adoperarmi perché i<br />
tempi dell’azione italiana fossero accelerati. Poco dopo le ore 18 appariva<br />
sul cielo di Tirane uno stormo di aerei italiani che lanciavano manifestini<br />
destinati alla popolazione con l’invito alla calma e all’attesa fiduciosa,<br />
nell’opera dell’amica Italia. Vidi apparire rischiararsi il volto di alcune<br />
personalità albanesi che erano in quel momento in legazione.<br />
205
Se anche altre trattative fossero fallite, era mia impressione che la presenza a<br />
Tirana della nostra rappresentanza diplomatica sarebbe stata utile e avrebbe<br />
dato fiducia agli albanesi nei momenti difficili che avrebbero potuto<br />
precedere o seguire immediatamente lo sbarco. Si sarebbe potuto impedire in<br />
caso di crollo del regime di Zogu uno spargimento di sangue di non solo fra<br />
italiani e albanesi, ma anche fra gli stessi albanesi allontanando il pericolo<br />
dello scatenarsi di vendette e di rancori. Altri motivi che direi di rilevanza<br />
giuridica richiedevano la presenza a Tirana di funzionari responsabili italiani<br />
nei giorni che stavano per seguire. Con qualche opportuna iniziativa si<br />
sarebbe potuto evitare che venne a mancare la continuità dello stato<br />
albanese, il cui funzionamento non doveva subire interruzioni se non si<br />
voleva alterare profondamente la natura dello sbarco. Esso non doveva dar<br />
luogo a un’occupazione militare con conseguente assunzione civile da parte<br />
del comandante delle truppe. Ostavano al riguardo, le garanzie che erano<br />
state date dell’intangibilità della sovranità albanese.<br />
Nella sera del 6 aprile giungeva da Roma con risposta al telegramma che si<br />
riferisce al mio ultimo colloquio con il re. La seguente comunicazione<br />
convoglia aggiungerà a Durazzo e negli altri porti prestabilito ore quattro e<br />
trenta da domani 7 aprile. Sbarco avrà immediato inizio qualora Zogu<br />
modificasse nel frattempo suo decisioni e accettasse nostre richieste,<br />
faremmo opportune comunicazioni radiotelegrafiche al Comando del Corpo<br />
di Spedizione. Verso mezzanotte tornava da me il ministro degli Esteri<br />
Libohova. Informato dello sbarco imminente di forze armate italiane a<br />
Durazzo, egli veniva da parte del re a proporre un accordo militare da finire<br />
nella mattina successiva, per giustificare la presenza di nostre forze armate<br />
in Albania ed evitare un inutile spargimento di sangue. Dopo la conclusione<br />
di quest’accordo il primo contingente di truppe avrebbe potuto sbarcare.<br />
Come premessa all'accordo militare re Zog chiedeva la nostra accettazione<br />
delle ultime controproposte albanesi. Rinnovava l'espressione del suo<br />
desiderio che la convenzione militare fosse firmata dal generale Pariani<br />
come plenipotenziario italiano. Trasmisi immediatamente a Roma la<br />
richiesta aggiungendo che nonostante il tardo momento mi permettevo di<br />
interessare il ministro degli Esteri a volerla benevolmente esaminare.<br />
Giungeva di lì a poco la risposta del ministero. Essa diceva: Se il governo<br />
albanese ha qualche cosa da dire la comunichi al comandante delle truppe<br />
prima che avvenga lo sbarco. Il comandante delle truppe riferirà a Roma.<br />
Pariani non potrebbe comunque venire essendosi recato in Germania per<br />
accordi con lo Stato Maggiore tedesco.<br />
Nelle prime ore del mattino del giorno 7 ricevevo l’istruzioni per far<br />
pervenire a Sua Maestà il seguente telègramma di Mussolini: Nello spirito<br />
dell'amicizia italo - albanese che Voi invocate e alla quale intendo rimanere<br />
fedele comunico a Vostra Maestà che potete mandare a Durazzo il vostro<br />
plenipotenziario per trattare accordo militare col generale Guzzoni,<br />
206
comandante delle truppe italiane da me autorizzato ad ascoltare il Vostro<br />
rappresentante e a riferirmi.<br />
Feci subito questa comunicazione al ministro degli Esteri albanese ed egli<br />
tornò a vedermi in legazione. Mi disse che essa rispondeva al telegramma<br />
che re aveva direttamente inviato a Mussolini a Roma su un suo<br />
suggerimento datogli a seguito del nostro colloquio.<br />
Nella notte Libohova venne ancora una volta in legazione per propormi una<br />
formula che non aveva tuttavia ancora presentato al re.<br />
I funzionari della legazione commentarono il silenzio del re circa la<br />
permanenza delle truppe italiane in Albania nel senso che egli mirasse ormai<br />
solo a prender tempo. Erano convinti che il re avesse ormai preso le sue<br />
decisioni è che qualunque nuovo negoziato non avrebbe più avuto<br />
alcunvalore sostanziale. In effetti, fu poco dopo questa comunicazione che<br />
dalle nostre finestre potemmo vedere una fila di automobili fermarsi dinanzi<br />
al palazzo delle sorelle del re. Il palazzo in cui esse abitavano era<br />
vicinissimo alla legazione che era al vertice di due strade divergenti, una<br />
diretta a Elbasan, e l’altra al quartiere degli zingari. Non si potevano<br />
distinguere le persone, ma era chiaro che la famiglia reale stava per lasciare<br />
Tirana. Ad alcuni funzionari parve anche di sentire qualche grido soffocato.<br />
Si disse poi che a emettere queste grida era stata la sorella di Ahmed Zogu,<br />
vedova di Ceno bej Kryeziu. La principessa, la cui mente si diceva fosse<br />
turbata fin dalla morte del marito, si sarebbe rifiutata di abbandonare Tirana<br />
alla vigilia dell’arrivo delle nostre truppe, ma ve l'avrebbero obbligata con la<br />
forza. Il corteo di macchine parti prendendo la via di Elbasan. Verso le ore<br />
otto del mattino il ministro degli Esteri Libohova m’inviava una sua<br />
macchina pregandomi di recarmi da lui al ministero degli Esteri, insieme<br />
all’addetto militare, capo della missione militare italiana in Albania<br />
colonnello Gabrielli. Egli mi chiese di andare io stesso a Durazzo per<br />
assistere i delegati albanesi che si recavano a trattare con il generale<br />
Guzzoni. Gli dimostrai l’evidente impossibilità in cui mi trovavo di<br />
accontentarlo e la falsa posizione in cui mi sarei altrimenti messo. Egli<br />
modifica allora la sua richiesta pregandomi di autorizzare il colonnello<br />
Gabrielle come capo della nostra missione militare presso l’esercito<br />
albanese, ad accompagnare lui i plenipotenziari Albanesi, che erano il<br />
ministro dell’Economia Nazionale, Rrok Gera e il colonnello di stato<br />
maggiore Samith Kola, e ad assisterli nelle conversazioni che avrebbero<br />
avuto per la redazione di una convenzione militare in forza della quale le<br />
truppe italiane che stavano iniziando lo sbarco si sarebbero recate a Tirana.<br />
Autorizzai questa missione del colonnello Gabrielle. Come risposta a una<br />
nuova richiesta di Libohova di redigere io stesso un progetto di convenzione,<br />
osservai che non avevo più nessuna veste per intervenire nella trattativa. Egli<br />
insisté che gradiva egualmente di avere un mio parere personale sulle<br />
richieste da presentare al generale Guzzoni circa l’entità delle forze che<br />
207
sarebbe potuto rimanere in Albania e sulle formalità dell’omaggio che esse<br />
avrebbero dovuto prestare a re Zogu. Parlammo amichevolmente di tali<br />
questioni, come amichevolmente si erano svolte le conversazioni che avevo<br />
avuto con lui nella notte precedente e come cordiali erano pure stati i miei<br />
colloqui di quei giorni con tutte ali albanesi favorevoli o contrarie a re Zogu.<br />
I plenipotenziari albanesi partirono quindi per Durazzo con il nostro addetto<br />
militare, muniti delle credenziali che qui di seguito riproduco:<br />
Il Ministro Libohova tenne riaccompagnarmi personalmente alla legazione<br />
nella sua macchina, per timore che io avesse qualche difficoltà con la<br />
gendarmeria albanese che sorvegliava in forza gli ingressi della nostra sede<br />
diplomatica.<br />
Poco dopo mezzogiorno rientrava in legazione il colonnello Gabrielli che mi<br />
riferiva sulle conversazioni, svoltesi con il generale Guzzoni già sbarcato a<br />
Durazzo. Era stato concordato uno schema di convenzione militare che<br />
prevedeva lo stabilimento in Albania di una nostra divisione.<br />
Re Zogu avrebbe dovuto inviare una lettera per chiedere l’immediato invio a<br />
Tirana di questa grande unità. Il colonnello Gabrielle m’informa che il<br />
plenipotenziario albanese aveva subordinato la conclusione dell’accordo<br />
militare all’accettazione delle note controproposte albanesi per il trattato di<br />
più stretta alleanza. Sia il generale Guzzoni sia i plenipotenziari albanesi si<br />
erano riservati di far avere lo schema di accordo militare rispettivamente a<br />
Mussolini e a Zogu per le loro decisioni. Un nuovo appuntamento era stato<br />
preso per il pomeriggio alle ore 16. Il colonnello Samith Koka doveva<br />
incontrarsi prima in legazione con l’addetto militare per recarsi insieme a<br />
Durazzo. Lo attendemmo invano. Ricevemmo invece poco dopo le ore 16 la<br />
notizia che era stata fatta saltare il ponte che attraversa il fiume: Arzen a<br />
Shijak sulla via di Durrazzo. Non era quindi ormai possibile ai<br />
plenipotenziari albanesi raggiungere Durazzo. D’altra parte, come seppi poi,<br />
una nuova trattativa sarebbe stata inutile e impossibile perché Mussolini<br />
aveva trovato inaccettabili le proposte di Zogu e aveva ordinato al generale<br />
Guzzoni di non perdere altro tempo e di proseguire verso la capitale. Il ponte<br />
sull’Arzen, a quanto mi si disse in seguito, era stato fatto saltare da criminali<br />
che, fino a pochi giorni prima in stato di latitanza, si erano lasciati<br />
convincere dalla promessa di un pieno proscioglimento a presentarsi al<br />
carcere fu Durazzo. Ne erano stati fatti uscire, armati, la notte precedente, al<br />
momento dell’arrivo delle nostre navi. Sempre nel primo pomeriggio del<br />
giorno 7 aprile ero informato che le truppe albanesi, fino allora schierate a<br />
cavallo della strada che univa Durazzo a Tirana, si erano sbandate.<br />
Vedemmo dalle finestre della nostra legazione che i plotoni di gendarmeria,<br />
già riuniti nel cortile del palazzo delle principesse, non si trovavano più al<br />
loro posto. Un battaglione di fanteria che occupava il “campo delle<br />
preghiere”, di fianco alla legazione sulla strada di Elbasan, era stato<br />
sostituito da bande montanare. I pattugliati di sorveglianza alla legazione,<br />
208
erano stati anch’essi allontanati. Verso le 18 dello stesso pomeriggio il<br />
dottor Mario Bianchi, che era rimasto con me a Tirana e che era in rapporti<br />
amichevoli con molti intellettuali albanesi, riceveva da uno di essi la notizia<br />
che il re aveva lasciato Tirana con parecchi membri del governo e che i<br />
detenuti delle carceri della città erano stati liberati e armati. A quanto mi si<br />
disse, il re, che aveva passato la notte in una moschea presso Tirana, aveva<br />
preso la via d’Elbasan. Sui motivi dell’abbandono del paese da parte del re si<br />
sono proposte varie ipotesi. Molti hanno ritenuto che egli temesse per la sua<br />
vita insidiata, come, infatti, lo era dalle numerose vendette personali che la<br />
sua avventurosa carriera politica gli aveva suscitato. A mio avviso invece<br />
egli dette in quell’occasione, una prova non di timore ma di lungimirante<br />
visione politica. D’altra parte, come il re aveva avuto più volte occasione di<br />
dire a me e ad altri, una seconda guerra mondiale gli appariva ormai<br />
prossimi. Difficilmente l’Italia avrebbe saputo rimanerne estranea.<br />
Allontanandosi, egli poteva sperare, se l’Italia avesse vinto la guerra, di<br />
poter contare sulla nostra benevolenza, qualora egli non avesse dato fastidi.<br />
E nessun grosso fastidio ci dette. Se le sorti del conflitto fossero state<br />
sfavorevoli all’Italia, secondo quella che era probabilmente la sua intima<br />
convinzione, egli riteneva, rifugiandosi in Inghilterra, di poter un giorno<br />
recuperare il trono d'Albania con l'appoggio inglese.<br />
209
3.18 L’UNIONE DELLE CORONE CON L’ITALIA<br />
Pochi giorni dopo l'occupazione del territorio, appena la calma fu ristabilita,<br />
gli uomini più rappresentativi di ogni regione d'Albania si riunirono,<br />
secondo le tradizioni, in assemblea costituente a Tirana e con voto solenne e<br />
unanime offrirono la corona d'Albania al Re d'Italia 12 aprile 1939. 378<br />
Il 13 aprile il Gran Consiglio del Fascismo, in una riunione straordinaria,<br />
salutò “con gioia virile” l'evento storico, che sulla base dei secolari vincoli<br />
di amicizia associa al popolo e al destino d'Italia il destino e il popolo<br />
d'Albania in una più profonda e definitiva unione.<br />
Il 15 aprile 1939 sì e tenuto a Roma la riunione delGran Consiglio del<br />
Fascismo, il quale approva l’Unione delle corone. 379<br />
Il 16 aprile una delegazione si recò espressamente a Roma per offrire la<br />
corona al Re d'Italia, che la accettò. Il capo delegazione era il primo ministro<br />
Shefqet Verlaci. Nella delegazione partecipavano; Xhaferr Ypi, Sami Vrioni,<br />
Ferid Vokopola, Visarion Xhuvani, Dhimiter Popa, Siri Toptani, Ndoc<br />
Pistulla ecc. 380<br />
Nello stesso giorno fu emanato e pubblicata la legge (n. 580) per effetto<br />
della quale. Il re d'Italia, avendo accettato la corona di Albania, assume per<br />
Sé e per i suoi successori, il titolo di “Re d'Italia e di Albania, Imperatore<br />
d'Etiopia” facendosi rappresentare in Albania, con residenza a Tirana, da un<br />
Luogotenente generale Francesco Jacomoni. 381<br />
Il 14 luglio il Consiglio dei Ministri approvò il disegno di legge, che fu<br />
sottoposto alle assemblee della Camera e del Senato il giorno successivo.<br />
In meno di dieci giorni l'Albania si era epurata e ritrovava il suo volto.<br />
E chi aveva paventato per la riduzione dell'Albania a colonia o a protettorato<br />
potettero rapidamente consolarsi, vedendone conservata l'indipendenza e posta alla<br />
pari dell'Italia, in un vincolo di unione parità via, sotto un unico Re.<br />
Taluni Stati si affrettarono a riconoscere senz'altro la nuova situazione<br />
(Germania,Spagna, Ungheria, Jugoslavia, Grecia), mentre molti altri la<br />
riconobbero in seguito, a cominciare dalla Francia, attraverso l'estensione<br />
degli accordi commerciali con l'Italia all’unione doganale itala - albanese.<br />
Pur conservando la propria autonomia e i due Stati avevano, infatti, unificato<br />
doganale i propri territori, conservando ognuno la propria valuta (1 lira<br />
albanese -6,95 lire italiane.<br />
Si erano inoltre unificati le rappresentanze diplomatiche e consolari 3 giugno<br />
1939 e le forze armate 13 luglio 1939 e, quel che più rileva, si erano<br />
convenute di far godere ai cittadini albanesi in Italia e a quelli italiani in<br />
Albania tutti i diritti civili e politici di cui godono sul rispettivo territorio<br />
378 Amedeo Giannini: L’Albania dall’indipendenza all’Unione con l’Italia. Varese 1940. pg.187.<br />
379Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 651<br />
380 Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.422.<br />
381Arben Puto: op. cit. pg. 652.<br />
210
nazionale. E all'accordo erano date immediate esecutorie chiamando<br />
cittadini albanesi a far Parte del Senato, dell'Accademia d'Italia, del corpo<br />
diplomatico, dell'esercito. Cioè a dire si assimilavano a ogni effetto i<br />
cittadini dei due Stati, segno evidente e tangibile della parità di situazioni<br />
giuridiche con cui si erano uniti due Stati.<br />
Il 3 giugno 1939 era infine emanato lo Statuto fondamentale del Regno<br />
d'Albania. 382 Il 13 luglio 1939 fu istituita una Luogotenenza generale per<br />
l'Albania avviandosi rapidamente come il nuovo assetto politico,<br />
amministrativo ed economico dello Stato.<br />
Nel maggio del 1939 le forze armate Albanese si riuniscono a quelle<br />
Italiane. In Albania queste forze armate esercitavano un comando generale<br />
con capo arrivato da Roma. La Gendarmeria Reale si sciolse, passando<br />
l’Arma dei Carabinieri. 383<br />
3.19 LA NATURA GIURIDICA DELL'UNIONE ITALO – ALBANESE<br />
382 Bollettino Ufficiale nr. 40. 10 giugno 1939.<br />
383Kastriot Dervishi:op. cit. pg. 426.<br />
211
Si è detto che la natura giuridica dell’unione itala - albanese abbiacarattere<br />
personale. 384<br />
Finora non si citava che un solo esempio di unione personale, ossia quello<br />
fra la Danimarca e l'Islanda. Quell’italo - albanese sarebbe quindi stata il<br />
secondo esempio. 385<br />
È noto però che all'unione dano- islandese è stato negato il carattere<br />
personale, adducendosi che questa presuppone due ordinamenti statali<br />
autonomi, il quale vieneaccidentalmente ad avere uno stesso capo di Stato,<br />
ma conserva la loro piena e intera autonomia. Nel caso dano-islandese la<br />
comunanza del monarca, è predisposta giuridicamente e convenzionalmente<br />
sono determinati i rapporti fra i due Stati, la qualeha anche qualche servizio<br />
comune, invia principale o sussidiaria. Saremmo pertanto di fronte ad<br />
un’unione reale. Il carattere reale dell’unione italo - albanese è ancor più<br />
evidente.<br />
È vero che le due corone sono distinte, ma l'unita della persona fisica del<br />
monarca che a esse preposta è preordinata giuridicamente: la corona è<br />
offerta al Re d'Italia, e questil’accetta come tale, la sua accettazione<br />
convalidata con una legge costituzionaledello Stata italiano.<br />
Se l'unione dei due Stati non poteva per tanto qualificarsi personale<br />
inizialmente,ogni dubbio, se pur dubbi vi fossero, scompare di fronte allo<br />
sviluppo che gli ordinamenti giuridici dell'unione hanno avuto in seguito.<br />
La definizione giuridica data all'Unione itala - albanese è descrittiva dei<br />
caratteri presentati dal Regno d'Italia e dal Regno d'Albania nei loro,<br />
fondamentali, reciproci rapporti. 386<br />
Quest'unionenon si poteva definire più brevemente; i caratteri che essa<br />
presenta non corrispondono invero a quelli d'alcuna categoria specifica che<br />
sia già rilevata.<br />
Utilizzando le categorie giuridiche proprie a tale dottrina si può soltanto<br />
comprendere la formazione itala-albanese nella categoria generica dello<br />
Stato decentrato, per darne una definizione che sia abbastanza precisa e<br />
comunque la distingua dalle formazioni con simili, siamo quindi dovuti<br />
ricorrere al rilievo di quei caratteri giuridici fondamentali che la<br />
differenziano dagli altri Stati decentrati o dalla loro maggior parte. Un<br />
motivo rende particolarmente sensibile le inconvenienze di cui si soffre di<br />
inquadrare l'Unione italo - albanese in categoria specifica espressa in una<br />
breve formula.<br />
L’Unione in esame non è un unicum, per lo meno nelle sue linee essenziali:<br />
innanzi al suo costituirsi sussistevano formazioni dotate di caratteri giuridici<br />
analoghi a quelli che sono essa rilevabili. La mancanza di una tale formula<br />
384Arben Puto: op. cit. pg. 650.<br />
385 Amedeo Giannini: L’Albania dall’indipendenza all’Unione con l’Italia. Varese 1940. pg. 191.<br />
386 Guido Lucatello: La natura giuridica dell’unione Italo – Albanese. Cedam Padova 1943. pg. 82.<br />
212
impedisce quindi di adempiere uno dei compiti fondamentali che ha la teoria<br />
generale del diritto nei confronti della formazione in esame, e precisamente<br />
quella di raggrupparla con le formazioni consimili.<br />
Tra le formazioni che presentavano caratteri analoghi a quelli dell'Unione<br />
italo - albanese possiamo menzionare l'Impero russo comprensivo della<br />
Finlandia dal 1809 ai 1899 e l'Impero britannico dal costituirsi del primo<br />
dominio all'attuazione delle risoluzioni della Conferenza imperiale tenutasi<br />
nel 1926.<br />
Nell’Impero russo degli Zar, dal 1809 al 1899, il Granducato di Finlandia si<br />
trovava rispetto all'impero russo in una posizione fondamentale identica a<br />
quella in cui si trova il Regno d'Albania rispetto al Regno d'Italia. 387<br />
Il prof Arben Puto lo descrive quest’unione personale come anacronismo. 388<br />
In via convenzionale gli ordinamenti dell'unione sono fissato adottando<br />
servizi unici e comuni per problemi di fondamentale importanza<br />
(rappresentanza diplomatica e consolare, forzearmate. unione doganale) e si<br />
stabilisce in fine una completa parità di situazione ridica fra i cittadini dei<br />
due Stati. 389<br />
3.20 CRONOLOGIA<br />
387Guido Lucatello. op.cit. pg. 83.<br />
388Arben Puto: op. cit. pg. 652.<br />
389 Amedeo Giannini: L’Albania dall’indipendenza all’Unione con l’Italia. Varese 1940. pg. 192.<br />
213
8 ottobre 1895 - Nasce Ahmed Zogu a Burgajet di Mati dai genitori<br />
Xhemal Pasha Zogu (1860-1908) e dalla seconda moglie Sadije Toptani<br />
(1876-1934).<br />
1912 –A.Zogu abbandona Costantinopoli e ritorna a Mati.<br />
28 novembre 1912 -A. Zogu era delegato nel congresso dell’indipendenza<br />
a Valona.<br />
1913 -A. Zogurifiuta di far parte del governo di Essad Pascià (filoserbo) e<br />
riunisce nella Valle del Mati il “Consiglio degli Anziani”.<br />
24 gennaio 1914 - Durazzo è proclamata capitale al posto di Valona.<br />
1914 - Si oppone alla formazione del Principato decisa dalla “Conferenza<br />
degli Ambasciatori”.<br />
7 marzo 1914 - Il principe Guglielmo di Wied arriva a Durazzo.<br />
18 marzo 1916 - Presiede a Elbasan il Congresso nazionale per opporsi al<br />
tentativo austriaco di occupare oltre a Scutari, Durazzo ed Elbasan.<br />
1916 - A. Zogu è insignito dall'Austria del grado di colonnello, nel<br />
tentativo di rabbonirlo..<br />
Agosto 1918 - L'Austria abbandona Scutari.<br />
Ottobre 1918 - Elbasan e Durazzo occupate dall'Italia.<br />
11 novembre 1918 - Armistizio.<br />
25 dicembre1918 - Governo Provvisorio di Durazzo e invio della<br />
delegazione alla “Conferenza di Pace”.<br />
22 gennaio 1920 -A. Zogu partecipa al “Convegno di Lushnja”.<br />
30 gennaio 1920 - “Consiglio supremo” dei Quattro Reggenti composto di<br />
Monsignor Bumci, Aqif Pascià, Abdi bey Delvina, Dr Turtulli.<br />
Formazione del Governo di Suleiman bey Delvina. Ahmed Zogu, a solo 25<br />
anni è Ministro dell'Interno.<br />
31 gennaio 1920 - Elezione dell’Assemblea Parlamentare.<br />
8 febbraio 1920 -Tirana (17.000 abitanti) diventa capitale del Paese.<br />
214
Febbraio 1920 - Dimissioni del Governo Provvisorio.<br />
27 marzo 1920 - Zogu inizia gli impegni parlamentari.<br />
2 settembre 1920 - L'Italia abbandona Valona.<br />
12 ottobre 1920 - Pandeli Evangeli, capo della Delegazione alla<br />
“Conferenza di Pace”, chiede l'ammissione alla “Lega delle Nazioni”.<br />
21 novembre 1920 - Formazione del governo di Iljaz Vrioni. Zogu ministro<br />
dell'interno, propone un prestito di 2 milioni di franchi-oro.<br />
17 dicembre 1920 - L'Albania è ammessa nella “Lega delle Nazioni”.<br />
21 aprile 1921 -A.Zogu è eletto al Parlamento.<br />
1 aprile 1921 - Dimissioni del Governo Vrioni<br />
11 luglio 1921 /15 ottobre 1921 - Secondo Governo Vrioni.<br />
16 ottobre 1921 - Formazione del Governo di Pandeli Evangeli.<br />
26 ottobre 1921 - Zogu, comandante in capo delle forze armate, blocca<br />
l'occupazione jugoslava di Lezhe.<br />
24 dicembre 1921 - Zogu è Ministro dell'Interno nel nuovo Governo di<br />
Xhaferr Ypi.<br />
8 marzo 1922 - Battaglia di Tirana. Zogu combatte contro Bajram Curri.<br />
11 ottobre 1922 - Dimissioni del Governo di Xhaferr Ypi.<br />
2 dicembre 1922 - Zogu è nominato Capo del Governo dal “Consiglio<br />
Supremo di Reggenza”.<br />
1 marzo 1923 - Il programma del Governo Zogu è respinto da una parte<br />
dei parlamentari.<br />
Maggio 1923 - Il Prof. Sederhold, presidente della Commissione della<br />
“Lega delle Nazioni” per l'Albania, evidenzia l'urgenza dei problemi<br />
finanziari dell'Albania.<br />
30 settembre 1923 - Nuova legge elettorale.<br />
23 febbraio 1924 - Attentato contro Zogu.<br />
215
25 febbraio 1924 - Dimissioni di Zogu.<br />
20 marzo 1924 - Dimostrazione popolare a Tirana contro Zogu.<br />
30 marzo 1924 - Governo di Shefqet Verlaci.<br />
27 aprile 1924 - Zogu, conservando la carica di comandante delle forze<br />
armate, si rifugia in Jugoslavia.<br />
10 giugno 1924 - Protesta a Tirana dei parlamentari della Sacra Unione.<br />
16 giugno 1924 - Governo di Fan Noli, considerato filo-bolscevico.<br />
Autunno 1924 - La Lega delle Nazioni respinge la richiesta di un prestito<br />
all'Albania e il parlamento ritira la fiducia al governo.<br />
24 dicembre 1924 - Zogu rientra dalla Jugoslavia e arriva a Tirana. Fan<br />
Noli fugge.<br />
5 gennaio 1925 - Nuovo Governo presieduto da Zogu, che dichiara di<br />
garantire una politica di neutralità e di amicizia.<br />
31 gennaio 1925 - L'Assemblea Costituente proclama Zogu Presidente<br />
della Repubblica.<br />
23 aprile 1925 - Costituzione in Italia della S.V.E.A.<br />
23 giugno 1925 - Accordo per la costituzione della “Banca Nazionale<br />
d'Albania”.<br />
27 novembre 1926 - Il Patto di Amicizia e Sicurezza con l'Italia.<br />
22 novembre 1927 - Trattato di Alleanza Difensiva con l'Italia.<br />
25 agosto 1928 - L’Assemblea Costituente proclama la Monarchia; il<br />
Presidente dell'Assemblea, Pandeli Evangeli, è nominato capo del<br />
governo.<br />
1 settembre 1928 - Zogu è proclamato Re degli Albanesi.<br />
1 dicembre 1928 - Proclamazione dello “Statuto Monarchico”.<br />
20 febbraio 1931 - Attentato contro Zogu a Vienna, “nell'Opera House”.<br />
1931 - Zogu rifiuta di rinnovare il Trattato di Tirana con l'Italia.<br />
216
1932-1933 - Zogu non paga gli interessi sul prestito della S.V.E.A .<br />
1934 - Zogu firma accordi commerciali con la Jugoslavia e la Grecia.<br />
25 novembre 1934 - Muore la madre di Zogu.<br />
1935 - Zogu ottiene in dono dall'Italia 3 milioni di franchi-oro.<br />
27 aprile 1938 - Matrimonio di Zogu con la contessa ungherese<br />
Geraldine Apponyi, cattolica.<br />
5 aprile 1939 - Nasce il figlio di Zogu, Leka.<br />
7 aprile 1939 - Invasione militare italiana dell'Albania. Zogu si rifugia.<br />
2 gennaio 1946 - Formale abdicazione di Zogu.<br />
9 aprile 1961 - La Morte di Ahmed Zogu avvenuta a Suresnes, Francia.<br />
1997 - Ritorno di Leka a Tirana.<br />
18 ottobre 2002 - Decesso di Geraldine Apponyi a Tirana.<br />
30 novembre 2011 – La morte di Leka I<br />
217
CONCLUSIONE<br />
L'Albaniacelebrerà il 28 novembre 2012 il suo 100° anniversario come uno<br />
stato indipendente e sovrano con eventi che si dividono in periodi storici<br />
diversi. Cosi negli anni che vanno dal 1912-1939 si trova il consolidamento<br />
dello Stato albanese attraverso i superamenti di ostacoli interni ed esterni.<br />
La Proclamazione dell’Indipendenza sembrava che avrebbe rimosso una<br />
volta e per sempre l'occupazione dal paese, ma nella realtà si è dimostrato il<br />
contrario.<br />
La Conferenza degli ambasciatori creò la Commissione internazionale del<br />
controllo, il quale controllava il paese nel 1913. Inoltre è stato deciso che<br />
l'Albania si doveva governare da un principe straniero. Cosi Il 7 marzo, 1914<br />
il principe di Wied è arrivato in Albania con una chiara visione occidentale,<br />
con unico scopo, quello del consolidamentodello stato albanese. Il suo<br />
desiderio era fantastico, ma il conflitto interno e l'inizio della prima guerra<br />
mondiale, causa della sua partenza dall’Albania. Durante il suo breve regno<br />
di sei mesi in Albania non ha lasciato segni.<br />
Durante la Prima Guerra Mondiale l’Albania non ha avuto alcun ruolo, ma la<br />
sua posizione geografica l’ha resa un campo di battaglia.<br />
Dopo la fine della prima guerra mondiale anche se c'era un paese neutrale, le<br />
conseguenze sono state evidenti negli uomini e nell'economia. Anche se<br />
laguerra era finita, questo non significava che la pace prevalse in Albania.<br />
Confinante con due stati espansionisti come Jugoslavia e la Grecia, che<br />
hanno sempre insistito sulla conquista della terra albanese.<br />
Gli sforzi per preservare intatto il paese si facevano difficili, però la<br />
Conferenza di Pace 1919 riporta la pace mancata, alla fine con l'aiuto del<br />
presidente americano Wilson sono stati approvati i confini di oggi.<br />
Il Congresso di Lushnja nel 1920, a mio parere si considera come la prima<br />
pietra nella fondazione dello stato democratico d'Albania.<br />
Gli anni 1920-1924 possono essere considerati importanti in campo politico,<br />
perché in questo periodo nacque il primo parlamento albanese.<br />
In questi anni divennero evidenti alcuni personaggi che possono essere<br />
classificati senza esitazione come politici importanti nella formazione dello<br />
Stato:Ahmed Zogu, Fan Noli, Sulejman Delvina, Iliaz Vrioni, Xhaferr Ypi,<br />
Luigj Gurakuqi, Avni Rustemi, Pandeli Evangjeli, Hasan Prishtina, ecc.<br />
Venendo al potere come primo ministro Ahmed Zogu il 2 dicembre 1922 ha<br />
disorientato la classe politica.<br />
L’opposizione albanese guidata da Fan Noli ha fatto ogni sforzo per<br />
rovesciare il governo, però senza successo. Le elezioni del dicembre 1923<br />
furono vinte da Ahmed Zogu. Questo fatto non è stato accettato<br />
dall'opposizione di Noli, che decise di assumere il potere con la rivoluzione,<br />
e questo evento non è in ritardo. L'uccisione di Avni Rustemi ha aggravato<br />
ancora più la situazione politica nel paese. Quindi entro il 10 giugno 1924<br />
218
l’insurrezione guidato da Fan Noli è riuscito ad assumere il potere con la<br />
forza. Ahmed Zogu ei suoi sostenitori sono fuggiti dall'Albania.<br />
Comunque il governo di Noli non avrà mai il sostegno occidentale a<br />
causadelle sue idee bolsceviche. Dopo sei mesi Zogu con i suoi collaboratori<br />
e con l'aiuto della Jugoslavia è riuscito a riconquistare il potere. Questo è<br />
stato definito come “il trionfo della legalità”.In queste condizioni Fan Noli e<br />
i suoi collaboratori hanno lasciato il territorio albanese.<br />
Con il ritorno al potere, Zogu apportò alcune modifiche alla costituzione che<br />
concentrano tutto il potere nella sua direzione. Poco dopo il suo arrivo al<br />
potere ha dichiarato l’Albania Repubblica parlamentare e Zogu fu eletto<br />
presidente nel 1925.<br />
Ormai l'opposizione era inesistente, soprattutto dopo l'assassinio di Luigi<br />
Gurakuqi che era visto come il principale concorrente del governo di Zogu.<br />
Negli anni successivi la concentrazione del potere è consolidata ogni giorno<br />
sempre di più, sotto la direzione di Zogu. I rapporti con la Jugoslavianon<br />
sono quelli attesi, furono interrotti presto radicalmente e ci s’indirizzò verso<br />
l'Italia, con i qualisono stati firmati molti accordi. I più importantisono i due<br />
patti degli anni 1926-1927.<br />
Dato che i tre poteri erano controllati da Zogu, cosi egliintervene nello<br />
Statuto e trasformò la Repubblica a Monarchia, quindi il 25 agosto 1928<br />
Assemblea Costituzionale ha dichiarato l'Albania come un regno<br />
parlamentare e il’1 settembre 1928 Zogu fu proclamato Re degli Albanesi,<br />
avente una concentrazione di potere ancora più in alto.<br />
Durante i primi anni del regno con l'aiuto degli italiani Zogu ha fatto alcune<br />
importanti riforme nella giustizia, economia, istruzione, sanità e<br />
amministrazione. Ha promesso la riforma agraria molto importante per il<br />
popolo albanese, però non fu realizzata.<br />
Durante l’interruzione dei rapporti con l'Italia, negli anni (1931-1935)<br />
l'economia albanese ebbe un impatto negativo di quegli anni. In queste<br />
condizioni, Zogu tentò di stabilire accordi con altri Stati balcanici. Un passo<br />
importante è stato la partecipazione alla Conferenza dei Balcani (Intesa<br />
Balcanica). Ma qui, eccetto la partecipazione alla conferenza non è riuscito a<br />
far parte di quest’Intesa, perché l'influenza d'Italia ebbe un ruolo chiave ad<br />
altri stati partecipanti. Esendoci di fronte al deserto e una profonda crisi<br />
economica, la poltica estera Albanese si sposta di nuovo versol’Italia, che<br />
già aveva altre intenzioni. La riconciliazione dei rapporti in modo rilevante<br />
ha intensificato l'influenza italiana in ogni settore.<br />
Gli anni passavano e il trono reale era ancora senza un erede giacché il re<br />
non aveva ancora sceltoancora sua moglie. Così alla fine del 1937 il re Zog<br />
intensificato gli sforzi per selezionare la prossima regina. Questi sforzi si<br />
sono concluse con il suo matrimonio con la contessa Geraldine da famiglia<br />
cattolicaungherese. Il matrimonio, anche se senza il consenso del Vaticano<br />
per motivi religiosi si è tenuto il 27 aprile 1938. C'era, infatti, una cerimonia<br />
219
degna di un re. In questa cerimonia, il re Zog ha provato a rafforzare i<br />
rapporti con l'Italia, invitando in qualità di testimonedi corona Galeazzo<br />
Ciano. Questo non ha portato alcun risultato positivo. Subito dopo il<br />
matrimonio, l’Italia chiese l'annessione dell’Albania. Anche se le offerte<br />
erano attraenti Zogu rifiuto di cedere alle pressioni a Mussolini. Due degli<br />
inviati più di fiducia, conti Ciano e Jacomoni fecero del loro meglio per<br />
convincerere Zog all’abdicazione, ma era inaccettabile da parte del re.<br />
L’Italia il 7 aprile 1939 decide di occupare l’Albania sbarcando in porto di<br />
Durazzo con le forze armate, pure se i giorni precedenti due degli inviati di<br />
fiducia, il conte Ciano e Jacomoni fecero del loro meglio per convincere re<br />
Zog ad abdicare.<br />
La resistenza delle truppe d’invasione fu debole, cosi re Zog nel pomeriggio<br />
7 aprile 1939 abbandono l’Albania attraversando il confine greco.<br />
Alla fine, si può rilevare che, nonostante qualche sbaglio durante il suo<br />
lungo regno come primo ministro, come presidente o Resi può dire senza<br />
alcuna timidezza che il consolidamento dello Stato albanese sia a livello<br />
nazionale e internazionale è strettamente legatoal nome di Ahmed Zogu.<br />
220
Bibliografia di riferimento:<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
Akademia Shqiptare e Shkencave. Historia e Shqiperise, vitet 30.Tirana 1984.<br />
Akademia Shqiptare e Shkencave. Historia e popullit shqiptar. Toena. Tirana 2002.<br />
Afrim Krasniqi: Sistemet politike ne Shqiperi 1912 – 2008. Ufo Press. Tirana 2009.<br />
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Il giornale “Arbenia”. (1929-1937)<br />
Il giornale “Besa”. (1931-1936)<br />
Il giornale “ Bashkimi”. (1924)<br />
Il giornale “ Dielli”.<br />
Il giornale “Dajti”. (1924)<br />
Il giornale “Demokratia”. (1925-1939)<br />
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Il giornale “Drita”. (1920-1924)<br />
Il giornale “Drita”. (1936-1939)<br />
Il giornale “Hylli i Drites”. (1913-1944)<br />
Il giornale “ Zeri i Korces”. (1925-1931)<br />
Il giornale “Republika”. (1923-1925)<br />
Il giornale “Rilindja Shqiptare”. (1925-1929)<br />
Il giornale “Shqiperi e Re”. (1919-1935)<br />
Il giornale “Telegraf”. (1926-1928)<br />
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