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<strong>DEI</strong> <strong>DELITTI</strong><br />
E<br />
D E L L E PENE<br />
EDIZIONE NOVISSIMA<br />
Di nuovo corretta , ed accresciuta<br />
TOMO TERZO<br />
C H E CONTIENE<br />
LE NOTE ED OSSERVAZTOM<br />
0<br />
SU LO STESSO ARCOMENTO.<br />
BASSANO, MDCCLXXi'i:<br />
A SPESE REMONDINI DI VENEZIA.<br />
Ce» tittnxçi 4w'fupirîori t e Privilcçio.<br />
M. F.<br />
narasi
Ut perfeBione suscepta. optimum amwuin<br />
animalium est homo, ita si alienus<br />
fiât a Lege, & a Judkiis, nibil a<br />
feris atrocissimis discreparit..... Infinitam<br />
Judices sceleribtts aperitis audaciam,<br />
si pcsnam licet eligere condemnato.<br />
Huila poena est, nisi invita.<br />
a Quintil. Declam. IX. Cap. VIII.
N O T E<br />
E D<br />
OSSERVAZIONI<br />
SVL L1BR0 1NT1T0LJT0<br />
<strong>DEI</strong> <strong>DELITTI</strong>, E DELLE PENE .<br />
•*&>
)(4)(<br />
questo principio dico, è stato quello cfie<br />
ha fkto sortire in questi ultinV anni dal<br />
più protbndo âbisso délie ténèbre le tante<br />
Opère orribili mostruose che ci hanno date<br />
1 prêtés! Spiriti Forti. Ma il Libro<br />
che più d'ogni altro ( perche più seriamente<br />
) si è abusato di quel contraddittorto<br />
rovinoso principio, è quell'intitolato<br />
dci Delitti, s dette Pêne venuto colle<br />
stampe alla luce, ma cieco, che io per<br />
semplice onorato amore délia bella Verità<br />
imprendo qui ad esaminare.<br />
eiudiiia Questo piccolo Libro, è ad ogni modo<br />
bro. L 'uno dei piu bei pezzi travagliati dai nostri<br />
Italiani su tali materie, nel corrente<br />
nostro felicissimo, ed infelicissimo Secolo,<br />
e lo trovo scritto sul torno atfàtto di<br />
tutte quelle Opère che fanno maggior<br />
strepito ai nostri dl, per la loro rivoltante<br />
odiosa novità, délie quali contiene<br />
anche tutto il veleno, se non che vi è<br />
sparso con più onorata destrezza , e con<br />
più imponente, più nobile, e manco sospetta<br />
sincerità. L'A.dice d'avère scritto<br />
per pochi ; io scrivo per tutti ; egli si è<br />
servito dira cosî di moneta immagmaria ;<br />
io bisogna che mi serva di moneta contante,<br />
spezzata e conosciura da tutti,<br />
rine di Io mi pongo a notar quest'Operetta ,<br />
S? tanto più voiontieri, quanto en' ella mi<br />
sembra una vera figliuola diro cosi del
)( s X<br />
ContrMto Sociale di Rosseau, e quanto<br />
più an;ora la sui Lettura m'ha confermato<br />
ne'seguenti miei pregiudlxj.<br />
I. Che gli uomini di gran talento sia-<br />
110 nel mondo scientifico, quelle che sono<br />
ordimnamente nel mondo politico gli<br />
uomini di gran ricchezze. II. Che avvenga<br />
per una specie di mistero, e per<br />
Utia incomprensibile provvidenza, che tutti<br />
gli uomini più dotti, e più eruditi ,<br />
ma pnvi di religione, nello scrivere di<br />
certe materie, cadano in mille confraddizioni,<br />
e negli errori i più patenti. III.<br />
Che siano più i cattivi costumi, chéiàcciano<br />
nascere 1 cattivi Libri, che i cattivi<br />
Libri, li cattivi costumi. IV. Che presentemente<br />
si chiamano buone le cose<br />
peggiori, purchè contengano in se una<br />
soia parte buona che favorisca la libertà,<br />
ed il libertinaggio, e cattive le mi<br />
se in queste si trova una comunque<br />
piccola porzion di maie, che faccia urto<br />
aile sregolate passioni degli uomini. V.<br />
Che benchè questo sia il Secolo in cui si<br />
è tenuta in più gran pregio, e fatto maggior<br />
uso dell'isperienza, e délia dimostra-i<br />
zione; ad ogni modo si sono creduti per<br />
yeri i fatti più chimerici, Je più sciocche<br />
imposture, e le dottrine le più divergenti<br />
dal vero, che in qualunque altro Secolo<br />
. VI. E che sebbene certa specie di<br />
A 3 Let-
X -6 )(<br />
Letterari voglia veder l'evidenza la più:<br />
incontrastabile in tuttr» quello che tega gli<br />
uomini, avanzano ad ogni modo le più<br />
palpabili falsità, e colla più terribile franchezza,<br />
quando affèrmano qualcosa, che<br />
favorisca i nostri pregiudicj.<br />
Avviit Dei rimanente per tenere un metodo<br />
;te Ho. in queste mie Note il manco soggetto ad<br />
"• «quivoci, e nello stesso tempo il più natutale,<br />
seguitero 1' Autore di questo Libro<br />
atticolo per articolo dovunque vorro<br />
io, e nulla ardirôdi notare, senza prima<br />
riportare le stesse parole tfeH' Aurore.<br />
True. ge ç\\ uomini scienziati del decim'ôttavo<br />
Secolo fossero tanto ben prevenuti<br />
universalmente in favore délia virtù, e<br />
délia ragrorw conforme lo sono sventuratamente<br />
per tutto quello , che ha i 7 omi<br />
soitanto, ed il semplice nome di libertà,<br />
e di novità, ardirei lusingarmi,<br />
che questa qualunque mia fatica farebbe<br />
fare a molti délie cosl vantaggiose riflesiionj,<br />
quante sono le cattive incidenze,<br />
che so ch' ha cagionate a quest' ora il Libre<br />
dei Delitti, e délie Pêne. Ma mi<br />
consola, che se non godetù un simil piacere,<br />
non avrô neppur da soflrire i fastidiosi<br />
rimorsi, dai quali sarà sempreinquietato<br />
T Autore di cotesto Libro ; laonrie<br />
comincin tranquillamente le mie Note,<br />
e le mie Riflessioni.<br />
Il
)(?)(<br />
II N. A. s'introduce subito con direv>»>/
)(8)(<br />
sordini aile pfcwone, che 'possono necSrvi<br />
rimedio, le quali, efeecchè voglta iinmaginarsi<br />
l'indispettita fantasia ciel N. A.<br />
non sono mai mancate.<br />
Si rifietta di vantaggio, che essendo le<br />
Leggi altrettante metaforiche catene, cosî,<br />
che siccome sarebbe crudeltà lasciare<br />
ad un uomo incatenati i piedi colla stessa<br />
caréna quando è ancor giovinetto, che<br />
dopo quando è cresciuto, sarebbe parimente<br />
ingiustizia voler che tutte le Leggi<br />
fossero immutabili, e non regolate dal-<br />
13 gïornaliera :<br />
»«»**' Ma seia detta proposizione del ÎSJ. A.<br />
sociale, puo essere tacciata di pericolosa imprudenza,<br />
cosai dovrà dirsi délia confidente fran-<br />
«cr. P * s ' chezza con cui pronuncia la seguente? (2)^-<br />
*»»•»• priamo le storie (die'eeli)e vedremo che le<br />
JLegg't, che pur sono, 0 do-vvebber essere patti<br />
di uomini liberi, non sono state, per lo pih,<br />
che la stromento délie passioni di alctini<br />
pochi, 0 nate da una fortuita , e p.u<br />
,a nécessita, non già dettateda un fred~<br />
do esaminatore délia natura umana.<br />
Suppone qui il N. A. colla maggiof<br />
parte dei moderni Pubblicisti, che le società<br />
civili abbiano avuto origine , e che<br />
siano state formate dal conseaso di uomini<br />
liberi ed isolati, uniti insieine per mertere<br />
cosl in maggior sicurezza la propria<br />
vira, e che a taie oggetto abbiano anche
formate délie Lef^gi, ed elette varie persone<br />
(senza dubbio de! loro numéro)perche<br />
fossero deposicane, ed esecutrici di<br />
quelle Leggi.<br />
Cotest'Ipotesi, e cotesto principio, è<br />
il fondamento, e la base su cui appoggja<br />
il N. A. tutto quello, che ayanza circa<br />
la natura délie Pêne, e dei Delitti in questo<br />
suri Libro, e quelli parimente sopra<br />
de' quali appoggiato disapprova, e condmna<br />
con frequenti invettive, e declatn.uioni,<br />
il metodo, e la maniera con cui si<br />
giudica, e si pensa universalràente in tutte<br />
le Nazioni délia istessa materia dei delitti,<br />
e délie Pêne. Da cotesta isressa Ipotesi<br />
ne deduce l'A. moite perniziosissime<br />
conseguenze contrarie alla retta ragione,<br />
contrarie al Diritto di Sovranità di tutti<br />
gli stati dei Mondo nostro, e contrarie<br />
alla vera Religione; e per dir tutto in<br />
una parola, su di cotesta Ipotesi è fondato<br />
tutto quello, che ha scritto in questo<br />
suo Libro; di modo, che se io dimostrero,<br />
che una taie Ipotesi sia falsa,<br />
ed assurda, restera abbattuta, e distrutra<br />
tutta la mole dei Sistemi, e dei progetti,<br />
che si trovano in questo Libro, su la<br />
detta materia dei delitti, e délie Pêne.<br />
Io sostengo adesso, che veramente l'Ipotesi<br />
dell' origine délie Società corne qui 1'<br />
«spone il N. A. sia falsa, ed assurda, ed<br />
ho
)( io )(<br />
ho la yanità di protestare, che se non h<br />
dimostrerô taie, sono contento, che si<br />
gettj via subito questo mio Scritto, e di<br />
essere giudicato un impostore.<br />
Per formare una società Civile si ri-<br />
.chiedono queste tre cose. i. il consenso<br />
. Ci uomini liberi, ed isolati, corne parla 1'<br />
A. 2. la creazione délie Leggi., e délie convenzioni,<br />
che devono servire pel buon governo<br />
délia Società; 3. e Telezionedi alcunepersone<br />
perche iàcciano eseguire coteste Leggj.<br />
Ciô supposto, si possono ricercare due<br />
cose 1. Se vi sia mai stato tra gli uomini<br />
qualche Repubblica, o qualche Reguo,<br />
che siansi formati dal libero consenso di<br />
tutti gli uomini che abitavano qualche<br />
Provincia, conforme suppongono i 1110derni<br />
Pubblicisti, che abbiano avuto origine<br />
le Società? 2. Se sia possibile, che<br />
le Società si possano formare in questa<br />
maniera, attesa la présentecondizione degli<br />
uomini?<br />
Quanto al primo, egli è délia più assoluta<br />
certezza, che non Y' è mai stata<br />
nçl nos'ro Globo una Società perfettu che<br />
sia stata formata originariamente dal consenso<br />
esprësso e determinato di uomini<br />
.liberi, conforme se l'immagina il N. A.<br />
e stido tutti i Socialisti, e chiunque altro,<br />
che mi trovino un solo esempio in<br />
futte le Storie, ed in tutti gli Annali del<br />
Mon-
)( II )(<br />
Afondo, di Società formate in quella majiiera.<br />
Tutto quello che si puo rikvare<br />
dalle Storie, circa l'origine délie Repubbliche,<br />
e degli Imperi, e circa il loro<br />
ingrandirhento, siccome anche circa le loro<br />
rivoluzioni, e la loro decadenza , si è<br />
che sempre ha prevalutola Legge del piu<br />
forte, maper tali circostanze, e per tali<br />
combinazioni, che vi si vede, ( a giudicarne<br />
rettamente ) l'opéra, ed il coi<br />
SQ d'una mano invisibile si, ma potentissima.<br />
Tenghiamo certo Irattanto, che<br />
non vi sono mai state délie Società, conforme<br />
se le suppone il N. A. coi Pubbiicisti<br />
moderni.<br />
Vediamo adesso se sia possibile, che<br />
uomini délia présente condizione possano<br />
formare la Società di cui qui si parla.<br />
Primieramente bisogna supporre, cbe per<br />
formare una Società si richiede un numéro<br />
d' uomini dal quale poterne fare e destinare<br />
per Capi délia Società, per Giudici,<br />
per ministri ec. Ora gli uomini liberi,<br />
che devono formare la Società di<br />
cui si tratta, o saranno tutti délia stessa<br />
età, dello stesso sesso, e délia stessa condizione,<br />
odietà, di sesso, edi condizione<br />
différente. Se supporremo, che siano<br />
tutti délia stessa età, vedremo esser cosa<br />
inconcepibile si possano trovare cent'uomini<br />
solamente i quali pensino tutti alla<br />
stes-
X M X<br />
stessa maniera, che tutti abbiano Je stesse<br />
passioni, e gli stessi interessi. Egli è superHuo<br />
l 1 osservare qui che sono tante<br />
le différend opinioni, e voleri, quante sono<br />
le différend teste degli uomini. Se è<br />
difficile che gli uomini convengano tutti<br />
a credere lo stesso in quaîche punto scientifico<br />
, che pochissimo intéressa; quanto<br />
più sarà difficile che coavenghino, e che<br />
si accordino tutti a p.ortare an medesimo<br />
giudizio intorno materie tanto interessanti<br />
per tutti, quanto sono le Leggi con<br />
cui dobbiamo essere governati, e legati<br />
per tutto il tempo che viveremo, e che<br />
si possano facilmente accordare nell'elezione<br />
di quelli che li devono governare ><br />
Chi è quell'uomo, che voglia far questo<br />
torto a se stesso di non credersi abile<br />
quanto un altro per governare la Société?<br />
Chi è quell'uomo libero, e massime<br />
se fosse qualche Spirito Forte, il quale<br />
voglia soggettarsi al governo di pari suoi?<br />
Bisogna ignorare affatto cosa sia il cuore<br />
umano, e quale sia la forzà dell'amor di<br />
se stesso , per potersi persuadere, che si<br />
possa trovare un gran numéro d'uomini<br />
che vogliano sacrificare spontaneamente la<br />
propria libertà in njano d'altn uomini, e<br />
.che possano convenire nel crearsi, e formarsi<br />
le catene con cui devono viver legati<br />
per tutto il tempo di loro vita.<br />
Che
- Che se poi quelii iO" ibrpiare<br />
la Société saranno di età , di sesso, e di<br />
condizione différente; allora la dirricoltà<br />
che possano convenire, ranto nel prestare<br />
il loro consenso, che nel creare le Leggi,<br />
«d i Magistrat!, crescera in proporzione<br />
del numéro délie maggiori combinazioni ,<br />
che formant), le opinioni, e gl' interessi<br />
di moite persone di età, di sesso, e di<br />
condizione diftèrentissimi. I Giovani sono<br />
sempre contrarj ai Vecchi, corne i<br />
fnoderni sono contrarj agli antichi , s;<br />
aggiunga ancor qui la differenza délie pas;<br />
sioni, e degli interessi di tantA gente, si<br />
aggiunga di più la difficoltà di creare del;<br />
le Leggi che convengano a tante différent!<br />
età e condizioni di persone, e si vedrà ,<br />
che non- è possibile, che possa trovarsi<br />
una popolazione, quantunque piccola, che<br />
si uiiisca a dare il suo consenso, perche<br />
si creino délie Leggi, perché si eleggano<br />
dei Magistrat!, perché si formi una perfètta<br />
Società, vale a dire, la più difficile<br />
, e la più grand 1 opéra che si possa fare<br />
dagli uomini.<br />
In ogni piccolo numéro d'uomini vi<br />
si trovano dei misantropi, dei fenatici,<br />
dei furiosi, e dei Spiriti Forti, siccome<br />
tutto aU'oppostonon vi mancheranno mai<br />
degli uomini deboli, stupidi, irragionevoli<br />
; come mai dunque potersi immaginare,
)( 14 )(<br />
re, che questa specie d'uomibi voglia, e<br />
possa prestare il proprio consenso perché<br />
si formi una società 1 Non è credibiJe ,<br />
che se vi si trovasse un' anima corne quelle,<br />
o del Machiavelli, o del Gallileo volesse<br />
accordarsi colla moltitudine , e assoggcttarsi<br />
aile Leggi, ed al governo di uomini<br />
ad essi inferiori. Si penserebbe mai<br />
sempre d' un codice di Leggi, e délia loro<br />
bontà come dei Sistemï dei Filosofi,e<br />
dei Piani di Religione , si metterebbe tutto<br />
in dubbio, ed in contrasto, bisognerebbe<br />
rinnovate le leggi ogni età, e generazione<br />
d'uomini. Gli uomini credono d'aver<br />
gius di guastare le opère degli altri uomini.<br />
Si combinino adesso tutte coteste cose,<br />
e si vedrà quanto sia vero, che non<br />
è possibile, possa trovarsi una popolazione<br />
quantunque piccola, che voglia, e che<br />
possa convenire- a formare una perfetta ,<br />
e ben regolata Società .<br />
Se v' ha chi dubiti che sia un paradosso,<br />
m'a. vero, quello, che afferma potersi<br />
dedurre una verità dalla falsità che si<br />
oppone direttamente alla stessa verità spero<br />
qui di chianrlo. Supponghiamo che la<br />
Società sia già formata. Quale è il fine<br />
per cui gli uomini si uniscano in Società?<br />
Fer metter la propria vita in maggior<br />
skurezza . Ottimamente . Immaginiamoci<br />
adesso, che uno di questi Socii ne<br />
a m-
)( 15 )C<br />
ammazzi un altro. Questa è uha contraddizione<br />
del cuore umano, crede reo di<br />
mille morti un omicida, ma l'omicida<br />
non si crede mai degno di morte. Il supposto<br />
omicida sarà dunque condannato a<br />
morire, affinchè i Socii conseguiscano il<br />
fine per cui si sono uniti inSocietà. Ma<br />
chi sarà quello che vorrà fare da Sbirro,<br />
e da ministro esecutore délia Giustizia?<br />
Nessuno, perché farei torto alPumanità,<br />
se dicessi, possa trovarsi, chi voglia fare<br />
spontaneamente da carnefice, o che quando<br />
si uni in Società, abbia dato alla medesima<br />
il diritto di poterlo obbligare ad<br />
un' azione eosi infâme, e cosi ributtante,<br />
ed odiata .<br />
Ogni uomo è fallibile ; dunque 1' omicida<br />
potrà sospettare dell'ingiustizia nei<br />
suoi Giudici, e senza dubbio sospetterà<br />
nel caso, e dira non aver mai avuto intenzione<br />
di sagrificare la propria vita, o<br />
la propria libertà, in mano di Giudici<br />
fallibili, e parziali . Chi non iscorge qui<br />
una difficoltà insuperabile alla formazione<br />
d'una Società d'uomini, io non lo<br />
stimo- ragionevole. Questo è il giudieio<br />
del N, A. Nulla. Quale specie di Governo<br />
sceglieranno i supposti associati? Senza<br />
dubbio 1' Aristocratico , massimamente<br />
in una popolazione la quale o perClima,<br />
o per altri accidenti, sia composta<br />
d'
d' uoinini di forze,
)( i? )(<br />
Htagina il nostro Autore, e se è certc ,<br />
che uns tal Società è apparentemente impossibile<br />
che si possa formare dagli uomini ,<br />
concludo che l'ipotesi di questo Autore,<br />
e di tutti i Pubblicisti suoi Maestri, è<br />
falsa ed assurda, ed una vera chimera.<br />
Giammai gii uomini sono stati senza Padrone,<br />
giammai SOIK) stati indipendenci •<br />
cd è verissimo che il primo Padre di fai<br />
è stato il primo Re , ed il primo<br />
rato, e che il più forte traquesti,<br />
o il più savio è sempre si<br />
Joro Imperadore.<br />
Per legge naturaJe tutti gli uomini, da<br />
giovini sono suddiri dei lôro<br />
perché hanno dagli stessi ricevuto la<br />
e T educazione ; fatti poi che siano adulti<br />
, diventano suddiri di quelli , che signoreggiano<br />
nello stato in cui<br />
stati ailevati , e devônq per la sÇçs<br />
ce naturale ubbidire, e (<br />
ricevute in quella Sociéta ; e c<br />
ga questi principii , distrugge il fondamento<br />
di tutte le Soch'.i<br />
Aftérmo in oltre, che se le Leggi fossero<br />
semplici Patti e se gli uomini fossero<br />
tutti liberi , nel senso che vuole 1'<br />
e , nessunb vorrèbl i si ad<br />
are le Leggi di veruna Nazione<br />
dell'unirerso, massime, che secondo quel»<br />
Jo, che afferma il N. A. le L'ggi sono<br />
- Tomo II f, B /
)( i8- )(<br />
lasciate in abbandoiw alla discrétions di<br />
qttelli /' intéresse dei quali, è di opporsi<br />
aile plu provide leggi, e massime ancora.<br />
che sino che vi sarantto degli uomini »<br />
si troveranno anche dei Democriti , e<br />
dei....<br />
Lascio finalmente ad altri il notare se<br />
sia esattamente vero, e se possa dirsi da<br />
un- uomo onesto , che le Leggi non siano<br />
jlate altro, per lo più , cbe lo firomento<br />
délie passioni di alcuni pocbi.<br />
Ma quali sono mai quelle pochissime<br />
felici Nazioni cbe non aspettarono cbe il<br />
lento moto délie combinaTJoni, e vicissitudini<br />
umane facesse succedere aW estre-r<br />
mita dei mali > un ttwiamento al bene ,<br />
ma cbe ne accMerarono i passaggi intermedii<br />
con biione Leggi.<br />
Intendo : si accennano qui due codici<br />
fatti nel Settentrione . Ma tanto peggio<br />
per quelle fredde Nazioni, se hanno înclugiato<br />
tanto a formarli, e noi nulla in<br />
verità sincera abbiam,o da invidiare aile,<br />
toro Leggi, ne alla giustizia dei loro Magistrati:<br />
e séquelle Leggi sono buone, lo<br />
sono in quanto rassomigîiano a quelle, sotto<br />
le quali sono più d'anni m'ulanta, che<br />
noi viviamo : e se no , sjranno c:tive,<br />
corne son certo,. che sono mauco energ,iche<br />
délie nostre.<br />
Osservo per ultimo, che l'A. finisce<br />
quest'
)( i? X<br />
guest' Articolo, con dire che mérita Is<br />
gratitudine degli uomini quel Filosofo, che<br />
ebbe il corâggio dall' oscuro, e disprezzato<br />
suo gabinetto di gettare nella moltitudine<br />
i primi terni, lungamente infrutttiosi,<br />
dette utili verita .<br />
Ma- qui siccome so pur troppo ancor<br />
io con quanto disprezzo, per deplorabile<br />
cecità di certi Letterati, sono ricevute' le<br />
ragib'iii cavate dal Vangelo' di G. C., cosi<br />
lascierà di fpr conoscere quanro sia<br />
grande J'empia beStemmia, chequi scrive<br />
il N. A. asserendo, che solamente adesso<br />
un Misantropo fanatico sia arrivato aportare<br />
al génère umano / primi principe délie<br />
utili verirà, e noterô solamente, che'<br />
qui si félicita Gio. Giacomo Rousseau,<br />
già nominato, del quale benchè io riconosca,<br />
e sia persuaso délia riputazione,<br />
che gode corne uomo Letterato, protesto<br />
ad ogni modo, che verra presto un giorno<br />
in cui ci. vergogneremo d'aver Jodate<br />
con tint'entusiasmo le sue massime, ed<br />
i suoi principj, e che questa sarà una<br />
vergognosissima prova délia stravaganza<br />
di pensare, e di giudicare del nostro tanto<br />
lodato Secolo, e perà degna che se ne<br />
f&tcia il soggirro d'una nuova commedia.<br />
dei F i toi ofi .<br />
Passa ndo adesso al secondo articolo del'<br />
Libro ch' esaminiamo , rifletto, che dopo<br />
B z çhe.
)( *0 )(<br />
che il iuo A. ha qui decantati i frutti ch*si<br />
devono alla luce di questo S'ecolo , dice<br />
che pochissimi hanno esaminata, e combattuta<br />
la crudeltà délie pêne e Ï irregolarità<br />
délie procédure criminali ; e déplora<br />
corne il troppo libero corso délia mal diretta<br />
potenra abbia dato fin ora un lungo<br />
, ed autorir^ato esempio di fredda atrocità.<br />
Alla prima di coteste due temerariamente<br />
impente doglianze , si potrebbe replicare,<br />
che non vi è stata matena più<br />
vagliata, ed agitata dagli uomini, ne sopra<br />
la quale siasi più scritto, e non da<br />
Filosofi buffoni, e cavillosi, ne da Spiriti<br />
montati a fanatismo , ma dalle più quadre<br />
teste del Mondo, quanto questa dei<br />
Delitti , e délie procédure crim'w.ili .<br />
Alla seconda poi non posso contenermi<br />
di non dire, che la mi sembra una<br />
non fredda ma caldissima atroce arditezza,<br />
l'accusare di atrocità la Giustizia di<br />
quasi tutte le Nazioni presenti ; quando<br />
tutto all'opposto si potrebbe atïèrmare ,<br />
che se la Giustizia ha mancato , ha peccato<br />
più nell' indulgenza, che nel rigore. Anzi<br />
avanzo di più, che se i delinquenti<br />
puniti in Europa in tutto il corso di<br />
quest'ultimi cent'anni, con tutto il rigore<br />
délie Leggi, sono stati 10. quelli, ch(<br />
•sono stati puniti con troppa clemen/.a con<br />
tro
)( *i X<br />
tro le ordinazioni délie stesse Leggi saranno<br />
più di iooooo. Vediamo ora d'onde<br />
dériva il N. A. l'origine délie Pêne.<br />
Egli comincia con jstabilire che le Leg-<br />
i sono le condition/ , colla qv.ali v.omin:<br />
f<br />
iberi, ed isolait in questo glebo, si uni-<br />
rono in Società, stancbi di -oixtere in un<br />
continuo stato di guerra-, e digodere mut<br />
libertà resa inutile dall' incerte^a di conservarla.<br />
Passa quindi a dettagliare, corne<br />
se si fosse trovato présente, che essi<br />
ne sacrijicarono una parte per gederne il<br />
restante con sicure^a, e tranquillità ; e<br />
poi dice da geometra clic la somnia di<br />
tutte queste porzioni di libertà sacrificat'e<br />
al bene di ciascbeduno, forma la sovranità<br />
délia Nazjone.<br />
Riflette poi sopra cotesta iporesi che<br />
non bastava il formate questo Deposito , ma<br />
clie bisognava di più difenderlo dalle privaie<br />
usurpation* di ciascun uomo in parti<br />
col are-, il quale cerca sempre di tog/iere<br />
dal Deposito non solo la propria porcinne.,<br />
ma di usurparsi ancora quella degli<br />
altri .<br />
Da
)( M )(<br />
supposizione ne deduce, che dunque que-<br />
• stt motivi sensibili sono le pêne stabilise<br />
contro agi' infrattori délie Leggi , ed<br />
aggiugne, che li chiama sensibili motivi<br />
perché la sperienza ha fatto vedere che la<br />
moltitudine non adotta stabili prtncipj di<br />
.condotta, se non con motivi, che tmme-<br />
•diatamente pevcuotano i sensi ; perché afferma<br />
che neWeloqi'.enzjz-, nelle àeclamaenoni-,<br />
nermneno le pih sublimi verità sono<br />
bastate a frenare per lungo tempo fe<br />
passioni ecchate dalle vive percosse degli<br />
oggetti présent i.<br />
Notiamo ora, e riflettiamo ancor noi<br />
con ordine sopra cotesta assai nota, ed<br />
immaginaria ipotesi di tutti quei Publicisti<br />
, i quali hanno supposto che gli<br />
uomini siano nati come i i'unghi, o che<br />
a fer ad essi molta grazia, li suppongono<br />
privi di quella che noi chiamiamo<br />
Legge di natura, non fatta, ne conservata<br />
dalP Essere supremo, come credono i<br />
Cristiani.<br />
E primieramente nego ancor qui di bel<br />
nuovo al N. A. che le Leggi siano mai<br />
state ccndiçioni di uomini liberi-, ed isolati,<br />
e lo sfido a trovarmi un solo esempio<br />
di una Società d'uomini del nostro<br />
globo , la quale abbia formato le sue Leggi<br />
come qui sell'infinge il N. A. Affermo<br />
parimente, -ch ' è tutto arbitrario, ben*<br />
che
)( H X<br />
che assaï naturale, il sagrifkio, che prétende<br />
abbiano farto quegli uomini. Gli<br />
nego poi francamente, che la Sovranità<br />
ttelle Nazioni da noi conosciute sia stata<br />
mai il semplice risultaco délia Somma<br />
ilelle porzioni sagrirîcate da uomini particolari.<br />
lo non voglio star qui a deci-<br />
-dere, quale sia il Diritto dei Sovrani sopra<br />
i ioropopoli, ne corne l'abbiano acquistato<br />
; affermera bensi, che non F hanno<br />
mai ricevuto dalla spontanea, e libéra<br />
volontà degli uomini ; che è un as«urdo<br />
il supporre, che si possa trovare un<br />
popolo, che abbia gius di formn.re dellc<br />
Sovranità, e che se il consensod'unapopolazione<br />
fosse stato necessario per formare<br />
una sovranità sopra tutta la stessa<br />
popolazione , va tal caso non si sarebbr<br />
mai formata, ne alcuna Società, ne alcuna<br />
legittima Sovranità; ed aggiungo di<br />
più, che sia una Chimera , che uominj<br />
Seivagsj, e liberi, corne fanno grazia di<br />
supporli certi Filosofi, siano stati tant»<br />
savj, e tanto polirici, da voler cedere if<br />
Deposito délie Leggi, e la Sovranità sopra<br />
se stessi, ad al tri uomini uguali a se<br />
stessi, e che abbiano in oltre potuto, e<br />
voluto obbligarvi i loro rîgliuoli... Se<br />
poi uno Spirito Forte fosse suscettibile di<br />
un'onorata sincerità anche dove si tratta<br />
di rinunziare aile proprie opirrioni, tm<br />
B 4 vor-
)( *4 )(<br />
vorrei qui appellare a loro stessi se credano<br />
possibile si possa trovare un solo<br />
délia loro superba , e singolare razza , che<br />
volesse cedere la meuoma parte délia propria<br />
libertà, ne anche in mano dei più<br />
onesto Filosofo délia Terra? Come mai<br />
per tanto imrnaginarsi tanto docili i primi<br />
uomini dei mondo, che abbiano voluto<br />
fare spontaneamente un simile sagrifizio?<br />
Ma questi Signori purchè non abbiano<br />
da confessare , che il Diritto dei Sovrani<br />
abbia un' origine conforme al vero sistema<br />
délia creazione deU'uomo, sarebbero<br />
pronti, o a supporre tutti i nostri prhni<br />
progenitori tanti gran Filosofi, od a<br />
formarsi i più stravaganti orribili sistemi<br />
che più degradino l'umanità.<br />
Convengo poi ancor io, che per 1' osservanza<br />
cle'.le Leggi vi si richiedevano<br />
dei motivi sensibili, e che questi siano<br />
appunto le pêne, ed i gastighi ; ma pretendo,<br />
che sia una troppo forte temerità<br />
, e respettivamente una terribile bestemmia<br />
T affermare che ne /' eloquen^ji, ne le<br />
declamazjoni, e nemmeno le pi h sublltni<br />
•uer'tth cioè nemmeno la Rehgione , come<br />
qui s'intende a sufficienza, bast'moper<br />
frenare per lungo tempo le passioni degli<br />
tiomhii. Io mi vergogno in verità a do<br />
vere scrivere in questa stagione in Europe
)( *5 X<br />
pa , che se fossero ie sole pêne publiehe<br />
e sensibili, quelle che dovessero trattenere<br />
gli uommi dal commetter del maie, a<br />
quest'ora si sarebbero tutti divorati, e<br />
distrutti. Queste sono verità amraesse , e<br />
confessate dai più ostinati, e dai piùempj<br />
liberi pensatori. Ma avremo occasione<br />
di pariare di questa stessa materia pin<br />
avanti. Tenghiamo frattanto saldo che<br />
secondo il N. A. non la Legge naturale,<br />
non le verità più sublimi, ne la Religione<br />
possono trattenere gli uomini dal far<br />
maie; ma le sole sensibili pêne. Passiam'<br />
oltre.<br />
Nell' Articolo secondo dice che nessun<br />
uomo ha fatto il dono gratuito di parte<br />
délia propria lihertà in vista del be;i pubblico,<br />
il che gli si concède, perche si sa<br />
che l'uomo dopo certo stato non era più<br />
capace naturalmente di tanta generpsità ;<br />
quello bensl, che non gli potiamo accordare,<br />
perché è arbitrario, si è quel che<br />
soggiugne , cioè che fu la nécessita , che<br />
costrinse pli uomini a cedere parte délia<br />
propria lihertà.GU accordo di nuovo, che<br />
ciasctino non ne vnol mettere nel pubblico<br />
Deposito, che la menoma por^jone possibile,<br />
cjiiella sola, che hast/ ad indurre gli<br />
jzltrt a difenderlo, ma grido altamente,<br />
che è un principio rovinoso Pinsegnare,<br />
che P aggregato di queste minime porzioni
)( 26 )(<br />
ni possibili forma il diritto di punire ,<br />
perché è vero senza contraste), che i Sovrani<br />
non devono aver altra regola nel<br />
punire, che quella délia pubblica utilità,<br />
che sia conforme alla mente de! Supremo<br />
Législature ; ma è rovinoso poi il sostenere,<br />
che il diritto, che hanno i Soyra:<br />
ni di punire nasca dalle minime possibili<br />
porzioni, che lor danno i sudditi.<br />
Nessun numéro di sole menome possibili<br />
porzioni di autorità potranno mai dare<br />
un sufficitnte diritto, e potere ai Sovrani<br />
per poter punire i sudditi secondo<br />
il loro interesse, e pel fine che si sono uniti<br />
gli uomini in Società. Cheseloconferiscono,<br />
in tal caso i Sovrani acquisterebbero<br />
maggior potere a proporzione<br />
del maggior numéro che compone le popolazioni,<br />
e cosl sarebbe rovinato il contratto<br />
Sociale contro quello che non vorrebbe<br />
il N. A.<br />
Di più se si ammettesse una simil dôttrina,<br />
bisoç,nerebbe aCcordare , che tanto<br />
il tutto, che le parti, potrebbero rompere<br />
il patto a loro capriccio : e certo<br />
che tutti l'attenterebbero tutte le volte,<br />
che si trattasse di punirli ; perché si sa ,<br />
che l'uomo è capace di mancare alleLeggi,<br />
ed ai doveri più sagrossanti, dovuuque<br />
si tratta di esimer se stesso da qualche<br />
pena; e tutti questi sarebbero la me-<br />
110-
)( 27 )(<br />
noma parte dei sconcerti, che succederebbero<br />
nelle Società, se si ammettesse per<br />
vera la detta condannata fantastica Dottrina.<br />
Una sovranità di cui è sovrano ogni<br />
suddito ; un N suddito, che crede d'aver<br />
il diritto di creare la Sovranità, non<br />
formeranno mai una perfetta Società. Se<br />
il diritto dei sovrani non è altro , che<br />
quello che ricevono dai popoli, sarà un<br />
diritto sempre in contraddizione, massime<br />
nel caso in cui si trovasse in equilibrioil<br />
numéro degli associati fedeli osservatori<br />
dei patto, con que 1 îi degli altri, che non<br />
lo vorrebbero osservare. Satebbe lo stesso,<br />
che dire che la forza di pensare deli'<br />
uomo nasce dalla sua forza di pensare .<br />
Ma si noti un aitro terribile inconveniente<br />
di cotesta stessa opinione. Se un uomo<br />
allorchè entra in una Società non rinunzia<br />
al diritto, che ha su la propria vita,<br />
dunque resta in lui. Se gli resta, dunque<br />
non lo perde, ese non Tha perduto,<br />
si dovrà dire che siccome ha gius di dtfender<br />
la propria vita, anche colla morte<br />
di quelia d'un suo aggreswre , cosi,<br />
che avrebbe diritto di ammazzare anche<br />
chi rappresenta la Società, in caso , ie<br />
questo gli volesse far levare la vita . Opinione<br />
rovinosissima.<br />
• Da questa dottrina nondimeno ne deduce<br />
l'A. quattro conseguenze le quaii<br />
me-
X *8 )(<br />
meriterebbero qualche osservazione, ben*<br />
chè non contengano niente di nuovo ; ma<br />
iô voglio sbalzare alla pagina n. per far<br />
notare un errore, che confesso , che da<br />
uno Scrittore di buon criterio corne in<br />
tante cose mostra d' avère il nostro, non<br />
me lo- sarei aspettato. Udiamolo, che è<br />
Ugualmente chiaro, che nuovo , ed è quello<br />
, ch' è compreso nelle sole due prime<br />
righe dell' Articolo délia pagina detta .<br />
Non vi è cosa più pericolosa di qneW assioma<br />
cotnuriè, che èisogpa consulter? lo<br />
Spirito délia Lègge ; Cosi appunto l'A.<br />
il quale vi aggiunge questa sua gran ragione,<br />
cioè perché questo rarebbe un argine<br />
rotto al torrente délie opinhnt. A<br />
quelli poi, che non gli volessero credere<br />
sulla parola, sa dire , che questa vcrifà,<br />
che sembra un paradasso aile menti<br />
ijolgari, pîk percosse da un piccel disordine<br />
présente, che dalle funeste, ma rimcte<br />
conseguen^e , che nascono da un faiso<br />
principto radicato in v.na Na-çione , mi<br />
sembra aimostrata ; e mi porta immediatamente<br />
la sua dimostrazione, che specialmétite<br />
è questa, cioè, perché eiasxùè<br />
v.omo ha il suo punto dii'ista, ciascun ttomo<br />
in différent'/ tempi ne ha undi-verso, e<br />
che perô lo Spirito delta Legge sarcbbè<br />
il risultato di un a buona , o cattiva Lo~<br />
gica d' un Giudice.... e dipenderebbe anco-
ter a dalla violenta aille sue passion! ,<br />
dalla debole-?xa di (ht soffre, dalle yela-<br />
~:oni del Gindice coll'offeso, e da tarte<br />
quelle minime force, che cagionano le apparence<br />
di ogni oggetto nell' animo flutv.aate<br />
dell' uomo ec.<br />
Per cominciare adesso da cotest' ultima<br />
rngioiie; io sostengo, che se si do vesse<br />
(fiscorrejre in quelia maniera, non solo<br />
bisognerebbe dire , che sia pericoloso permettes<br />
, che si consulti lo spirito délia<br />
Legge ; ma di più che non se ne dovrebbe<br />
tàr eseguire alcuna; anzi che tornerebbe<br />
meglio abolirJe tutte, e non crearne<br />
più di nuove, e sciogliere cosl tutti i<br />
cotitratti di Società ; perché tanto queili<br />
che le fanno, che queili, che le devono<br />
fer eseguire, sono tutti uomini, ciascun<br />
dei quali ha il suo punto di vista différente<br />
digli altri, e perche altresl , anche<br />
Ja creazioue délie Leggi si potrebbe sospettare<br />
, che fosse il risultato di toia buona,<br />
o cattiva Logica, e che dipenda dalla<br />
violenta délie passioni ec. e questo tanto<br />
più, quanto che ogni generazione di<br />
uomini acquista ogni giorno maggiori lumi,<br />
e maggiore spenenza, e si crede a-<br />
VCT gius di sospettare, che le passate siano<br />
state manco instruite, e pretendere perô,<br />
che le Leggi fatte per es'empio nei<br />
lastici, non devono essere appro-
)( |P )C<br />
provate dai Spiriti Forti del nostro Seco-,<br />
lo. E qui è dove conducono precipitosamente<br />
i razio/.inj, ed i sistemi di quasi<br />
tutti i modérai Pubblicisti di certe Set-,<br />
te, e principalmente di quella dei Socialisa.<br />
Ma ripigliamo da capov<br />
Io confesso ingetramiente, che allamia<br />
mente volgare sembra un paradosso quello<br />
dell' A. che sia pericoloso il consultais<br />
lo spirito délia Legge : E' vero pur<br />
troppo, che l'adito di poter interpretare<br />
le Leggi puô cagionare del maie; ma è<br />
litres! certissimo, che ne avverrebbe di<br />
peggio, se non si consultasse lo spirito<br />
délia Legge, e se non vi. fosse luogo ail'<br />
interpretazione ; e la ragione si è, perché<br />
non si troverà per avventura una. sola<br />
Legge che sia cosi chiaramente concepita,<br />
e con tanta precisione espressa , che<br />
si possa applicare a tutti i casi ed a tutte<br />
le circostanze, senza bisogno di consultarne<br />
lo spirito. Di poi-è.chmro, che<br />
per far eseguire û"na Legge , TMsogna intenderla<br />
bene ; ora l'inteuderla bene , quanto<br />
è necessario per eseguirla al rigore ,<br />
questo per me è la stessa cosa, che consulaire<br />
il suo spirito, ed interpretarla.<br />
Dunque vi sarà sempre da temere , che<br />
una cattiva Logica , e che la violenza<br />
«plie passioni irapedissero d' inteuderla<br />
lodiritto, edipoterla bene eseguire..
X ii X<br />
In somma mi pare che sia lo stesso- paradosso,<br />
dire che sia pericoloso consultare<br />
lo spirito- delle Leggi, semplicementeperché<br />
vi è qualche pericolo di non indovinarlo<br />
perlèttamente, che l'afïèrmare,<br />
che un solo, ed unico vestito puô servir<br />
bene a tutti gli uomini di qualunque<br />
età, di qualunque statura, di qualunque<br />
sesso,, di qualunque condizione, ed in qualunque<br />
tempo eglino vivano.<br />
Del resto ella si è un' indegna ingiuria ,<br />
che si là a tutti i Magistrati, il supporli<br />
tutti capaci di voler fare delle crudeli interpretazioni<br />
contro i loro simili , in<br />
ispecie-dove si tratta délia perdita, o délia<br />
loro vita , o del loro onore. Ma non<br />
tema no il N. A. che i Magistrati interpreîino<br />
le Leggi a danno degli infelici dove<br />
si tratta éi sentenze penali, che pur<br />
troppo si mostrano démenti in simili<br />
casi, o per lo meno sono costretti a raostrarsi<br />
tali dai Parenti, dagli Amjci, e<br />
dai Protettori, che mai non mancono ai<br />
delinquenti. Per altro in quella maniera<br />
non puô pensare e scrivere délia Giusfj.<br />
stria, che chi si trova nella folsa supposizione,.<br />
che la Giustizia tragga la sua origine<br />
, non dalP Eterno. Législature , che<br />
tutto vede, e che tutto prevede, ne dai<br />
lumi impressi dallo stesso nei cuori degli<br />
uomini, ma dalle sole minime possibili<br />
pOY-
)( r~ )(<br />
porrmnî di liberté ceditte sponu<br />
daeli v.omini ec. Ha fatto bene perô il<br />
N. A. a chiudere il suo ragionamento su<br />
questa materia con queste parole, o piuttosto<br />
con questa insolentissima ironia, da<br />
non pensarsi neppur contro d' un Ezzelino,<br />
cioè, che do-uvebbe tr.tto terntre, se<br />
lo spirito ai tlrannia fosse compatible colla<br />
spirito di lettura .<br />
:''""' Un altro pregiudizio délie Leggi dice<br />
il N. A. si è PosQurità délie medesime;<br />
e prétende che il maie s&rà grandiss'tmo<br />
se le Leggi siano sait te' in una lingtta<br />
itraniera al Popo!» : e pero desidererebbe ,<br />
che vi fosse un Codice délie Leggi penali<br />
scritto nella liligua di ciasctma Nazione<br />
; asserendo, che quanto maggiore sarà<br />
il numéro di quellt, che intenderatmà<br />
e awanno fra le maui il sagro codice diU<br />
le Leggi, ianto men freqt» nno'i<br />
delitti. Cosl T A., ma io benchè non<br />
sia per negare, che l'oscurità délie Leggi<br />
sia un gran maie, e che sarebbe<br />
siderabile, che non solo vi fosse un Codice<br />
di Leggi scritto nel linguaggio di<br />
ciascuna Nazione, ma di più i<br />
scritte in tutti i mûri, ed in tutti 1 cantotii<br />
délie Città , aftèrmo ad ogni modo<br />
che le doghanze che ta qui il N, A. sono<br />
ridicolosamente superflue.<br />
Se 10 non sapessi per pratica quanta<br />
schif-
X 33 X<br />
schiftb cagionino a cert.i sorte di Letterati<br />
gli csempî cavati dalla Storia degli Ebrei<br />
appunto perché divina, opporrei qui<br />
ail' idée del N. A. 1' esempio di quel Populo<br />
, il cjuale benchè avesse un Codice<br />
di chiarissime Leggi scritte nel proprio<br />
linguaggio, e benchè le leggesse continuamente<br />
, anzi anche le portasse indosso<br />
kgate nelle braccia e nella fronte, e che<br />
k credesse un' Opéra stupenda del suo suprctno<br />
Législature, viveya ad ogni modo<br />
in continue empiissime trasgressioni. Ma<br />
giacchè si mpstra tanto versato tiella storia<br />
Légale délie altre Nazioni, lo prego<br />
a rammentarsi quai sia stata resattezza,<br />
e la pontualiti con cui hanno osservate<br />
ed eseguite le loro Leggi, i Greci, ed i<br />
Romani, che certo non avevano<br />
scritte in un linguaggio , che non :<br />
sero intendere . Lo prego di piu a riflettere,<br />
che le Leggi penali sono note a tutti,<br />
ed in un linguaggio indelebilmenté naturale..<br />
Tutti sanno, cosa importi l'ainmazzare<br />
un uomo, il rapire al suo pro-<br />
•simo ec. I scellerati poi corne non sanno<br />
e non vogliono vivere onestamcote ; cosi<br />
per T ordinario non sanno neypi.tr<br />
rc . La maggior parte délie i:\azioni moderne<br />
hanno le loro Leggi scritte neli'<br />
i de! paese , e dappertutto , come tra<br />
X Î4 )C<br />
per viva tradizione ; e nondimeno le<br />
trasgrediscono, forse anche più , che noa<br />
facciano quelle, che le conservano scritte<br />
in qualche morto linguaggio.. Ho dunque<br />
& azzardare qui e contrapporre ancor io<br />
un paradosso' Un Codice di Leggi reso<br />
comune in tutti i sensi,, renderebbe gli<br />
uomini più cauti nel commettere il maie<br />
; ma li farebbe più arditi nel commetterlo,<br />
e non sminuirebbe,, anzi multiplicherebbe<br />
i delitti.<br />
Con tutto ciô il N. A. si mostra- tanto<br />
persuaso del buon effètto, che produr-rebbe<br />
un Codice di Leggi reso comune a<br />
tutti, che crede poterne dedurre ( non so<br />
quanto naturalmente, ne a quale oppor-<br />
**' \ s ' tunità ) la seguente conseguenza . Una con-<br />
: en^a ( dice egli ) di qitesf ultime rlfiessioni<br />
è, che ïeœça la Scrittura una<br />
Società non prendërà mai una forma fissa<br />
di Governo, in cui la for~a sia un effètto<br />
del tutto, e non délie parti „ E poco<br />
sotto- riflette che Da ciù vediamo quanto<br />
sia utile la stampa , che rende il Pubblicoy<br />
e non alcuni poçbi, depositario délie<br />
Santé Leggi, e quanto abbia dissipato<br />
qudl'o spirito tenebroso di cabala,. e d'<br />
tntrigo} cbe sparisce in faccia ai liiaii ,<br />
ed allé- science apparentement e dispre~~ate,<br />
ff' réaimente temnte da lui : Poscia con<br />
una franuhezza che fa paura si SL3-C<br />
qUÊ*
X 35 )(<br />
questa furiosa maniera contro i Secoli pas*sati,<br />
contro i Principi, conrro le persone<br />
Écclesiastidie, e contro la Religione.<br />
Questa è la cagione, ( egli grida ) fer<br />
ct'.i -vediamo smtnuita in Europa l' atroci'<br />
ta dei delitti, che facevano gemere i nottri<br />
Padri, i quali diventavano a viccn-'<br />
da tiranni, e scbiavi: e seguita a dire:<br />
Cbi conosce la storia di due o tre secoli,<br />
fa, e la nostra potrà vedere, corne dal<br />
seno dcl Ltisso, e délia Moller^a nacquevo<br />
le pih dolci •virtl:, l' Umanita, la Beuça;<br />
la Tolleran-^a degli errari umani<br />
: veclrà quali fitrono gli effetti di quella<br />
che chiamasi a torto antica semplicità,<br />
e buona fede , /' umanitagemwte.'fOt~<br />
to /' implacabile supersti^ione,. /' avarixja,<br />
P ambi^ione di pocbi t ingère di Sangv.e<br />
r.mano gli scrigni deWoro, e i T-roni<br />
dei Re, gli occulti tradimenti, le pubbliche<br />
stragi, ogni nobile tiranno délia<br />
Plèbe, /' Ministii délia •verità Evangelica.<br />
lordando di tangue le mani, che ogni<br />
giorno toccavano il Dio di Mansuetudine,<br />
non sono l' opéra di questo Secolo<br />
illurainato che alcuni cbiamana corrotto.<br />
Ma jo per quanto sia ripetuto, che i,<br />
confronri son sempre odiati, domandero<br />
in quesfo luogo, primo: Se Uitta cotesc'<br />
invettiva sia stata qui posta opportmiamente,,<br />
ed utilmentei 1 Secondo:.. Se ami<br />
C a «orii
nm<br />
)( î* )C<br />
non possa essere di cattive conseguenze<br />
tanto pel suo A. che per altri? Terzo se<br />
sia appoggiata sul vero ? Inutilmente, stiracchiatamente,<br />
pericolosamente, e calunniosamente.<br />
Adesso.<br />
E 1 fàlso, che la stampa abbia dissipato<br />
lo spirito tenebroso di cabala , e d'intrigo,<br />
e tutto il Mondo si duole dell'opposto,<br />
ed è naturale, che la cosa sia cosl ;<br />
primiernmente perché sono cresciute le<br />
cognizioni del maie, e la natura dell'uomo<br />
è la stessa ; poi perché la stampa ha<br />
insieme coi buoni lumi, moltiplicati i mezzi<br />
per poterne abusare ; tanto più , che di<br />
présente si stampano molti grossi Libri, e<br />
si leggono solafnerçte i piccoli, e si puô<br />
dire che se adesso le Scieuze sono cresciute<br />
nella superficie , sono tanto più scemate<br />
nella profondkà. E' una calunnia, che il<br />
corpo dei Giusdicenti e di Leggisti, (corne<br />
qui si deve intendere, anzi il Governo<br />
dei stati ) disprezzi apparentemeate le<br />
Scienze, e che realmente le tema, perthé<br />
se le temesse, e se le disprezzasse<br />
non sarebbero stati i primi » promoverle,<br />
con voler che fosse stampato tutto<br />
quello , che appartiens alla loro- Scienza,<br />
e ministero, sino aile più inutili minuccie<br />
; e non sarebbe composto, ne avrebbe<br />
dato al Mondo Letterato tanti uomini<br />
dotrti, e sçienziati , quanti sappiamo .<br />
Chi-
X 57 X ,<br />
Chiunque conosce la Stoy'ta di due treSe'<br />
coli fa, e la nostra sa, e vede , che nel<br />
Secolo in cui viviamo, i vizj, ed i de-<br />
Jitti hanno bensl mutato nome, ma ché<br />
sono gli stessi in numéro, ed in sostanza<br />
di quelli dei tre Secoli passati ; sa di<br />
più che allora si commettevano conjnaggior<br />
coraggio, e che adesso si commettono<br />
con maggior viltà , e dissimulazione :<br />
che allora si faceva del maie, ma si confessava<br />
per taie; ma che al présente s'ha<br />
la sfrontatezza di far ancor più gran raali<br />
d'una volta, e di sostenere che il maie<br />
sia bene , e ch' il bene sia maie : che per;<br />
lo contrario il bene che si fticeva allora<br />
rassomigliava al loro modo, di vestire, e<br />
di fabbricare, e che adesso ha tutta 1'ana-<br />
Jogia colla nostra maniera di vestire, e di<br />
fabbricare ; che allora i Servi si chiamavano<br />
schiavi, nia erano in piccol numéro<br />
e si trattavano da uomini ; ma che<br />
adesso si chiamano domestiei, sono moltissiini,<br />
ma si trattano corne vilissime<br />
bestie ; che i matrimoni erano in maggior<br />
•numéro, e più abbondanti di figliuolanza,<br />
e che ora conforme ha scritto scherzosamente<br />
uno dei più brillanti ingegni<br />
del nostro Secolo, si potrebbe dire che<br />
non si trova ch'un solo matrimonio, e<br />
questo assai stérile: che gli empj d'allora<br />
si chiamavano Eretici, e si punivano
)( î* )(<br />
corne tali; ma che gli empj dei nostrï<br />
giorni si chiamano Spiriti Forti....<br />
Se è vero perô che la félicita d' uno<br />
Stato si debba arguire dal maggior numéro<br />
délia sua popolazione, e non da verun'<br />
altra cosa : e s'è vero parimente ,<br />
corne adesso tutti pretendono, che il numéro<br />
degli uomini sia presentemente minore<br />
di quello dei tre Secoli indietro ;<br />
dunque il Secolo corrente sarà manco<br />
felice dei passati. Per me poi è lo stesso<br />
dire un Secolo manco felice d'un altro,<br />
che dire un Secolo più dell'altro ri*<br />
pieno di vizj, di delitti, e d'ingiustizie.<br />
Di più ancora : chi sa la Storia dei tre<br />
Secoli passati, e quella di questi ultimi<br />
sessantaquattranni, si dovrebbe vergognare<br />
di metterli in confronto ; perché noi<br />
abbiamo udite più atrocità, e più orribili<br />
attentat) commessi, e più sangue sparso<br />
dappoichè siamo vivi, di ciô non sia<br />
forse seguito in tutti quei tre Secoli insieme.<br />
So corne il corrente Secolo ci<br />
compensa délie iniquità , e délie debolezze<br />
che l'infamano; ma non bisogna<br />
con tutto ciô lasciarsi ingannare dall' apparenza;<br />
si deve giudicare dei costumi<br />
dei nostri antenati, e di quelli dei viven»<br />
ti dalle mostruose dottrine contenute nei<br />
Libri degli uni, e degli altri.<br />
Sia perô comunque si voglia di co«<br />
test'
X 3!» X<br />
lest' odioso, e difficile confronto, dico„<br />
che deve far orrore ai più audaci, in<br />
veder scritto, e stampato chcdal seno/iel<br />
lusso, e délia molle^X" su ' 1 " 0 " ,,te ^ e P'&<br />
•dolci virth , /' Uman'ttà, la Beneficen^a ,<br />
e fa Tolleraii^a degli trrori umani. Io<br />
certo non so intendere corne mai un uomo<br />
letterato corne il N. A. che ha sagriikato<br />
aile massime délia Politica tutta<br />
ciô che v' ha tra di noi di più prezioso,<br />
faccia tanta stima di virtù cosi equivoche<br />
quanto lo sono le tre nominate. Né si<br />
creda che io scriva cosi, perché sia forse<br />
questa la prima volta, crie abbia Jetf<br />
te, ed udite simili proposizioni, o perché<br />
sia di quelli, che gemono tuttavia<br />
sotto /' implncab'tle supersti^icne/ Io parlo<br />
cosi perché so, e conosco, che quel-<br />
Ja è una proposizione ugualmente scandalosa<br />
, che falsa ; e lo provo -<br />
Quello che si dice d' un uomo molle,<br />
ed amante del lusso, si deve affermare<br />
anche d'un'intiera Nazione, perché cosi<br />
ci mostra l'esperienza. Un uomo forte,<br />
valoroso, e guerriero , sarà anche più sincero,<br />
più generoso, e più buon amico d'<br />
un uomo timido, dilicato ed efFeminato;<br />
cosi anche una Nazione potente, valorosa<br />
, e bellicosa . V amore a' proprj comodi<br />
ed ai piaceri é sempre congiunt»<br />
colla pigrizia e con molti piccoli deside-<br />
C 4 r;,
_ )C 40 )(<br />
ïj, ma inquieti, perché si richiede trop»<br />
•po a soddisfare un uomo nato per i piaceri<br />
: dunque per soddisfarli secondo il naturale<br />
délia gente molle, ch'è comoda,<br />
bisognerà incomodare gli altri, e di qui<br />
l'impolitezza, l'ingratitudine , la simulazione.<br />
Cosi un Regno molle e pieno di<br />
lusso, sarà vizioso, occupato in piccole<br />
tose, debole , vicino ad un'intiera hierzia,<br />
e perô anche alla sua ravina..<br />
Un uomo molle è sempre più vicino<br />
d'un sobrio alla stupidezza, e da questa<br />
nascono l'indiscretezza ; quindi si dice ,<br />
che sono di miglior copdizione li schiavi<br />
in Affrica, che i servi délia gente dilicata,<br />
ed amante dei piaceri in Europa.<br />
Le Nazioni, ed i Secoli più molli, e<br />
più dati ai piaceri, sono stati altresi i più<br />
viziosi, ed i più tirannici. La principal<br />
cagione délia decadenza, e délia rovma<br />
dei più grandi Imper), è stata mai sempre<br />
la mollezza: un Impero poinoncaoerà<br />
mai se sarà veramente pieno di esempi<br />
virtuosi .<br />
Del Lusso poi ho uditi moltissimi encomj,<br />
e confesso di averli uditi anche da<br />
parecchie persone, non men savie , che<br />
dotte ; ma cnnfesso altresi con uguale sincerità<br />
di non averne trovato pur uno ,<br />
che avesse una giusta, e distinta idea -di<br />
ciè che sia il Lusso. Più di venti Auto-
X 4i )(<br />
tori, che ho consultati su questa materia,<br />
non mi hanno potuto appagare, e mi<br />
sono semhrati quasi tutti d' accordo in sostanza<br />
, e discordanti solamente nelle parole,<br />
e quasi tutti ingannati nel giudieare<br />
délie sue conseguenze. Io non mi Iusingo<br />
di poterne ragionare meglio degli<br />
altri ; spero solo di poter assegnare meglio<br />
i modi con cui si potrebbe decidere<br />
con più precisione, e con maggior sicurezza,<br />
se il Lusso sia utile, o no. Prevengo<br />
subito che son d'opinione che ,<br />
siccome in un senso solamente puô il<br />
Lusso esser utile ad un privato , cioè<br />
quando egli ne travaglia la materia inserviente<br />
allô stesso Lusso con minor fàti-<br />
•ca , e danno , di quello che sorfrirebbe se<br />
si occupasse in altra sorta di operazioni,<br />
si debba dire lo stesso del Lusso di un<br />
Regno. Sarô minuto; ma confido, che<br />
l'utilità compensera la noja.<br />
I. La parola Lasso eccita in me queste<br />
tre idée. r. L'idea di quelle cose, che si<br />
chiamano, ricche, buone e bc!!e, délie<br />
tjuali si fa uso nel fabbricare, ed ornare<br />
le nostre Case, nel preparare, e servire<br />
Je nostre mense, e per il nos'ro vestiario.<br />
2. L'idea dell'uso, che fanno gli uomini<br />
di tutte le condizioni, e nelie différent!<br />
circostanze, e différend tempi ,<br />
'délie dette cose, ricche, buone, e belle.
X 4* )(<br />
K 1.' idea dcU'animo , dell' intenzione , e<br />
ciel fine per cui gli uomini si servono délie<br />
stesse dette cose, ricche, buone, e belle.<br />
II. Le dette cose ricche , buone, e<br />
belle, siccome ogni altra cosa ed ogni altra<br />
materia del mondo sono ail' uomo o<br />
necessarie per la sua conservazione , o<br />
abbondanti, o superflue, cioè , o servono<br />
a quelle cose, che gli sono necessarie per<br />
vivere, o per avertie in abbondanza , o<br />
per possederne anche di superflue.<br />
Quali siano le cose necessarie, abbondanti<br />
, e superflue ail' uomo, io non ardisco<br />
definirlo; ma per adesso intendo<br />
ancor io cotesti tre termini, e do agli<br />
stessi quel senso che lor si dà comunemente<br />
da tutti. Si noti solamente, che<br />
le cose ad uso dell' uomo si possono<br />
chiamare abbondanti , e superflue, non<br />
solo quanto alla loro quantkà, ed al loro<br />
numéro ; ma anche quanto ail' uso che ne<br />
facciamo ; ed altresî quanto al bisogno ,<br />
che abbiamo délie medesime sia per i nostri<br />
piaceri semplicemente, o sia per bisogni<br />
indispensabili alla nostra conservazione,<br />
e miglior stato nostro. Questa distinzione<br />
è importante per avère una giusta<br />
idea del Lusso, e per poterne formare<br />
un retto giudizio.<br />
III. \flni-, ed i motivi pet cui gli uomini<br />
fanno uso délie cose, o necessarie,<br />
o
)( 45 )(<br />
•o abbondanti, o superflue, possono esser<br />
buoni, o cauivi, corne tutti gli altri. Io<br />
pero non intendo qui parlare di questi<br />
fini ne di questi motivi, corne materia<br />
che aspetta ai Moraiisti.<br />
IV. E v chiaro ora da quanto ho premesso,<br />
i. che alcune cose, che ad un uomo<br />
sono solamente nécessaire, ad-un altro<br />
potranno essere abbondanti, od anche<br />
superflue; corne per esempio un Magistrato<br />
avrà nécessita per il suo grade,<br />
e per istare all'uso del suoPaese, di quattro<br />
Abiti, o di quattro Cavalli, i quali<br />
•per un privato di médiocre condizione sajanno<br />
abbondanti, e per un semplice , e<br />
privato saranno superflui , perché puo<br />
conservare sano il suo corpo senza biso>gno<br />
di manrener Cavalli.<br />
Dunque. cosa necessaria, cosa abboudante<br />
, e cosa superflua sono tutte cose relative,<br />
cioè che hanno relazione colle différend<br />
età, sesso, stato, grado, condizione,<br />
ed altre circostanze, in cui si trovano<br />
gli uomini ; e che pero possono essere,<br />
e chiamarsi necessarie, abbondanii,<br />
e superflue, secondo le différend età ,<br />
sesso , stato, e condizione di ciascun uomo.<br />
Eccomi adesso al mio punto . Essendo<br />
l'idea del Lusso composta di tante différend<br />
idée, di cose ricche, di cose buone,
X 44 )(<br />
ne, e di cose belle; dell'idea delPuso<br />
buono, e cattivo di quelle cose nécessaire,<br />
abbondanti, e superflue, e délie<br />
idée altresl di relazkmi aile persone di<br />
différente età , stato , condizione ec. essendo<br />
dico quest' idea del Lusso composta<br />
di tante différend idée, di cose che possono<br />
essere o moralmente, o polincamente<br />
buone, o cattive, percio non ci<br />
dobbiamo îruravigliare, se le opinioni,<br />
ed i giudizj degli uomini intorno al Lusso<br />
siano tanto différend, e tanto contrarie.<br />
Gli uomini giudicano délie cose<br />
conforme le concepiscono, e ciascuno le<br />
concepisce differentemente, seconde la maniera<br />
che si trova ogn'un disposto, e giusta<br />
1' abito, che avranno facto le sue idée<br />
di associassi più con quella, che con altra<br />
idea; quindi è, che nel giudicare se<br />
il Lusso sia utile o no, accade, che ad<br />
uno si associno piuttosto queste che quelle<br />
altre idée, délie quali è composta I'<br />
idea del Lusso y e, che percio siccome il<br />
Lusso contiene moite idée di cose buone,<br />
e cattive; cosl accada, che si giudichi<br />
dello stesso bene, e maie. Se si br»<br />
ma per tanto di giudicarne rettamente,<br />
conviens syiluppare prima tutte quelle idée,<br />
metterle in cerf ordine, esaminarle ad<br />
una, ad una, e poi formarne il nostro<br />
giudizio.<br />
On
,-)C<br />
Ora quanro a mei.approvo tutto que!lo,<br />
che è buono, ricco j e bello, e desidererei,<br />
che tutti gli uomini fossero abbondanti<br />
sino alla superfluità di tutte coreste<br />
cose; ed in questo senso anco io sono<br />
app.rovatore, edifeiKOte del Lusso. 2.<br />
il voler fare uso, e servirsi délie cose ricche,<br />
bu.one, e belle, quando si manca délie<br />
necessarie, lo disapprovo, e io condanno;<br />
perché vuole la ragione, che prima<br />
si pensi aile cose necessarie, perché<br />
ci sono u tri 1 i ; e poialle abbondanti, ed<br />
aile superflue, senza le quali si puo vivei*<br />
sani. Fare il contrario è ciô, che io<br />
chiamo Lusso dannosn , e perô è da me<br />
condannato . 3. lavorare colle proprie mani<br />
le cose che servono alla nécessita, e<br />
che formano T abbondanza, e lasuperfluità<br />
délie cosericche, buone, e belie, que-<br />
•à cosa buona a proporzione<br />
del gosdagna che si fàcà colle différend<br />
specie del nostro travaglio. 4. ma<br />
il desiderare, e fare uso deile cose che formano<br />
i' abbondanza , o la superduità délie<br />
cose de^Ii uomini, quando si manca délie<br />
cercare le superflue,<br />
quan.: aamû neppur leabbondan<br />
ti , tutto. questo- io la condanno, e lo<br />
chiamo Lusso pazzo e distruttore tant';<br />
per un privato, che per lo stato.<br />
Il primo Têorema che voglio adesso<br />
sta-
)( 46 X<br />
stabilire, si è, che quantunque sia vero r<br />
che tutte le cose ricche, e belle possano<br />
servire di materia al Lusso ; ( benchè non<br />
tutti gli usi di qualunque di coteste materie<br />
siano Lusso ) ad ogni modo sono<br />
pochissimi quegli uotnini, che posseggano<br />
il superfluo : pochi quelli che abbiano<br />
l'abbondante, e che tutto il restodegli<br />
uomini si trova circoscritto dal puro<br />
possesso délie sole cose d'indispensabile<br />
nécessita.<br />
Secondo Teorema : suppongo, che in<br />
tutte !e Nazioni , ed in tutte lePopolazioni<br />
del Mondo, il numéro di quelli, ai quali<br />
mancano le cose necessarie, sia uguale al numéro<br />
di quelli, che posseggono le superflue.<br />
Terzo Teorema : studiarsi per moltiplicare<br />
nelleSocietà le cose superflue, do-<br />
\>e mancano le necessarie, è lo stesso,<br />
che cercar la maniera di addivenire sempre<br />
più mancanti délie cose necessarie,<br />
cioè miserabili..<br />
Quarto Teorema: il travagliare per uso<br />
proprio le cose superflue, che non servono<br />
ne per levarci dalla nécessita, ne<br />
per farci ricchi, ma per i soli piaceri ;<br />
cotesto travaglio-, dico, è taie che iudebolisce<br />
le Nazioni, e rende il loro Corpo,<br />
ed il loro spirito pigro , ed inetto a procurarsi,<br />
e provedersi délie cose necessarie,.<br />
ed abbondanti.<br />
% Coa-
X 47 X<br />
Conseguenza* Se è vero che sia pessimapolitica<br />
cercare le cosesuperflue, quando<br />
si manca délie necessarie; se è certo,.<br />
che il lavoro délie cose, che servono aipum<br />
piacere, che formano il veroLusso,<br />
snerva il corpo, e lo spirico ; e se è ven><br />
altresi che 1' uso délie cose inservienti al<br />
Lusso dei piaceri produce lo stesso catti\o<br />
effetto, tanto nei privati, che nel<br />
Pubblico ; dunque il Lusso sarà una cosa<br />
cattiva, ed anzi, che sia capace di far<br />
nascere le do/ci •virtù dsW XJmanità, e délia<br />
Beneficenxa non partorirà altro , che la<br />
doppiezza, la furberia, l'indiscretezza, e<br />
la crudeltà ; perché unuomo, che ha tanto<br />
poco giudizio, che si priva del cibo<br />
«ecessario alla propria sostentazione per<br />
la folle vanità di poftsre in diîo un brillante<br />
di prezzo , un ta'e uomo dico, lo<br />
stimo capace di qualunque pazzia , cil<br />
qualunque indiscretezza , e crudeltà; mentre<br />
chi è indiscreto, e crudele con se<br />
stesso,. rrtolto più potrà esserlo cogli altri<br />
.<br />
In fatti non è egli un effetto di cotesre<br />
dolci virtk del N. A. quel eccesso di<br />
suo ardimento con cui insulta /' arnica<br />
semplicità, e btwitafede ; con cui compiagne<br />
l' umanità gemente sotto P implacabile<br />
superstixjone, e /' avariai a, e l'<br />
tmbiTçone di coloro, che hanno tinto di<br />
san-
K4»X<br />
sangite ttmano gît scrigni deW oro, ed i<br />
Troni dit Re; con cui dete><br />
tradimenti, e le publ \gi \. con<br />
cui bestemmia contro i Ministr» délia Venta<br />
Evangelica, chiamando larde di langue<br />
aman» U loro mani ; con quell' eccesso<br />
d'ardimento per fine, con cui si vede<br />
scritto tutto questo suo Libro?. Vendicheranno<br />
altri l'arditezza di questo Scrittore,<br />
ed a me basta qui di averlasempliceniente<br />
riievata .<br />
W p*r. Ho detto sin da! bel principio di queste.<br />
"' ""mie NoteT che il Libro ch' esaminiamo,<br />
è uno dei più bei pezzi, che siano statl<br />
scritti in questi ultim't anni , e che per<br />
conseguenza il suo Autore dev' essere un<br />
uomo di talento, e molto scien:-'.iato : 1'<br />
ho detto, e non mi ritratto ; ma debho<br />
coufessare, che mentre stava rileegenao<br />
una sua proposizione, che tosto nporte»<br />
rô, quasi quasi mi pentiva d 1 aver dello<br />
stesso formata un ta! gindizio, tarito<br />
trascende, ed è contraria alla Religions,<br />
ed al buon senso . L' ho voluta rue<br />
più d' una volta, 1'ho esammacspeso<br />
di giudicarne, ed ho per fin<br />
tato che vi fossero dea;li errori di s<br />
pa ; ma l'ho trovata egualmente perversa<br />
, che chiara, e propria di chi l'ha<br />
trciiamt- scritta ; ed è la seguente .. (
\9 X<br />
ittero i-era mtsura de: delitti<br />
d'i chl II commette. Io démo.*'""<br />
per l'Autore dicotesta proposizione, e<br />
stimo aftàtto sup'errluo star qui a rispon-.<br />
dere, e notare la sua assurditâ, e la sua<br />
mostruosità . Dira solamente, çfae ella<br />
tende a levare ogni rimorso di coscienza,<br />
anzi anche tutti i doveri di Natura, e di<br />
me. Chi mai ignorava, cbe i Sovram<br />
non devono calcolare la misura délie<br />
pêne, colla quantirà di maie fatto alla<br />
Societa? Ma non si dà vero delitto, senza<br />
malizia ; ahrimenri bisognerebbe , che<br />
si puiaissero anche le case che rovinano, gl'<br />
incendj, le inondazioni, i sassi , il fuoeo, e<br />
le acque. Che morale degna d'unoSparùino,<br />
e d'uno Spiriro Forte dei nostn di,'<br />
Ma ecco un'altra dottrina, per certo ri- A '"~'«•guardo,<br />
peggiore ancor délia prima : %4hri '«£«»"<br />
misuvano : delitti ( dic'egli (b) ) colla di- dt J' c r ' m<br />
gnità délia persona offesa, seni^a conside-(»' r«g.<br />
rame /'importationj riguardo alben pub-",' A "'<br />
blico, e vi aggiugne immediatamente questo<br />
sacrilego soffisma : se questa fosse la<br />
vera misura dei delitti, tma irriveren-<br />
^a alf Essere degli Esseri dovrebbe<br />
piit atroeemente punirsi, cbe f assassinio<br />
£ un Monarca, la superiorità délia natura<br />
esiendo un infinito compense) alla differenra<br />
deW Offeso.<br />
Tomo III, D Non
X 50 )(<br />
Non posso qui contenermi di non dire<br />
, che è, o una goffa supposizione, od<br />
una maliziosa calunnia l'affermare, corne<br />
fa il N. A., che vi siano mai stati di<br />
quelli che abbiano misurata la pena dei<br />
delitti commessi contro la dignità délie<br />
persone, senza rtguardo al danno, che<br />
portano simili delitti al pubblico bene.<br />
Dove mai ha letto il N. A. che i delitti<br />
commessi contro le persone costituite in<br />
qualche Dignità, si puniscano solamente<br />
riguardo alla dignità délie medesime, e<br />
non per riguardo ancora del bene délia<br />
Nazione? Corne? insegnerebbe egli per<br />
avventura, che si debba gastigare ugualmente,<br />
chi dà uno schiaffo ad un vil facchino<br />
, che colui, che commettesse un simile<br />
attentato contro un Générale d'Armata?<br />
Quanto poi al soffisma è vero, che una<br />
irriverenza all'Essere degli Esseri è un<br />
peccato gravissimo, e che sarà punito<br />
quanto Passassinîo di un Monarca, considerato<br />
corne un uomo semplicemente,e<br />
non corne una persona, che rappresenta<br />
Je più vive immagini di Dio sul nostro<br />
GJobo. Ma altra cosa è il dire, che un<br />
tal d.litto sia infinitamente più grave per<br />
sua natura d'un'altro delitto; ed altra<br />
decidere del modo, e del tempo, nef cuale<br />
clevono esser puniti i delinquenti. Si<br />
ri-
)( 5i )(<br />
rifletta in oltre, che siccome miwriaroo<br />
la pena dovuta ai deiitti ooll'offeia che<br />
quesd fanno al Monarca dei Monarchi,<br />
o dirertamente contro la sua Divinità, o<br />
contro le persone, che più lo rappresentano<br />
qui in Terra , e che vuole perd che<br />
siano più rispettate ; cosi che non si tro-<br />
•va nessun inconveuiente a punire più 1'<br />
assassinio d' un Monarca délia Terra , che<br />
un irriverenza contro il Monarca del Cielo;<br />
perche siccome qualunque Oiffèsa s'inreude<br />
senipre taira contro lo stessolddio,<br />
cosi ogni pena si dà per suo solo riguardOj<br />
onde é sempre la Divinità ch'è vendicata.<br />
F.d ecco corne le regole délia Giustizia<br />
(bntfata sul piano délia Teologia del• Vangclo,<br />
sono più coerenti délie massime délia<br />
Politica dei moderni Pubblicisti ; atfirino<br />
perd che è più sicuro, più giusto, e<br />
più facile ritrovare la misura délie Pêne<br />
colla regola deiroiîèsa del Creatore, conforme<br />
l'intendono, e la spiegano i Cnstiani,<br />
che tolla misura del danno fatto<br />
alla bîa^ione, come insegna il nostro Politico;<br />
e sostengo di più, che questa misura<br />
è incerta come lo sono tutti gli altri<br />
umani giudizj, e soggetta a mille cou- f'c,^'"<br />
trasti, e ad innumerabili controversie. «"<br />
Si dovrebbe credere adesso, che su que- "ùl'iMii<br />
sto proposito, non si potessero dire mag- ««s«<br />
D 2 gio-
)( r- X<br />
giori errori, di quelli che ha sci-itci ilN.<br />
A. come ora venghkmo d'aver norato ;<br />
e pure l'odio ch'ha questo Scrittore conrro<br />
le dottrine del Cristianesimo glie ne<br />
ha fatti scriver dei nuovi, ( come ora riportero<br />
. Fhialmente alcitni pensarono ) di-<br />
^*£ ce assai equivocamente (c) che la grave?*<br />
-IÎ del peccato fosse la misant dei délit'<br />
h, Chiama qui fallace quest'opinione, e<br />
scrive cosî. La sola nécessita ha fatto nascere<br />
dalT v.rto délie passioni, e dalle opposi^ioni<br />
degli interessi C idea deW v.tilità<br />
Comune, che è la base délia Gitisti^ia<br />
tana. Questi li chiama rapporti tra uomini,<br />
ed uommi, e rapporti d 1 uguaglian-<br />
?a; i rapporti poi da uomini a Dio , dice<br />
che sono rapporti di dipenden^a da un essere<br />
perfetto, ecreatore, che si è ris,<br />
to a se solo il diritto d' essere Législature,<br />
e giv.dice nel mtdesimo tempo, pe.cbè<br />
égii solo puo esserlo svnra inconveniente .•<br />
Qiiindi seguita, ï<br />
ne a chi dis:'<br />
%a , c,ual sarà l'insetto, che osera su<br />
re alla divina, tbevorrà vendicare rEssere-,<br />
che hast» a se stesso , che<br />
ricevere dagli oggetti impressione al<br />
di piacere, o di dolore ec.l e concl<br />
coérenîemente, che la gravera del<br />
erscnttabile ma<br />
:, e che perù attesta da<br />
ni-
x n x<br />
n'itl non pub sen^a rivela^ione sapersi,<br />
Dopo la quai conclusions s' avanza, e domanda,<br />
corne dunqv.e da attesta si prendera<br />
nonn.i pet punire i Detttti ? Potrebbon 1<br />
esta case gli uoraini punire (dic'egli)<br />
quando Iddio perdona, e perdonare quando<br />
Iddio ptmisce.<br />
Io non ho qui ricopiate le scritte proposizioni<br />
per confutarle: questo non si<br />
potrebbe fare, che con armi di una tempra,<br />
che non fanno gran colpo connro<br />
certi petti di ferro ; ed in oltre ci vorrebbe<br />
un volume: basti dunque che abbia accennate<br />
quelle che moscrano, çhe il N. A.<br />
ha la disgrazia d'essere un falso Crisriano,<br />
un vero Epicureo, ed uno Spirito<br />
Forte ; e dire solamente una parola sopra<br />
quella sua definizione che la gravera<br />
del peccato d/pende dalla impersctutabile<br />
ntahtna dei cuore. Questa Definizione sembra<br />
alquanto contraddittoria ail' altra già<br />
riporrata, dove afferma essere un errore<br />
che la misura dei delitti sia P inten^ione<br />
di cbi li commette : perché in questo proposito,<br />
/' inten^ione di peccare, e la ma-<br />
Lizia del cuore, sono la stessa cosa, ed<br />
entrambi possono, e devono servire per<br />
la misura délie Pêne ; benchè i'Au. Jo ne-<br />
, )( 54 )(<br />
forza délia medesima ; si puo ad" Ogni modo<br />
calcolarla dagli etletti, in utia maniera<br />
tanto certa, qunnto xareSbe uii'affettazione<br />
se qui ne volesst parlare, essendo<br />
notissima.<br />
Non si contraddice pero in quel che<br />
scrive nell' Articolo, che a quello vieil<br />
M P»«- dietro immediatamente (a), perché qui ripete<br />
assai chiaro, che la ve'ra miskra dei<br />
delitti è il danno délia Società : vuolê<br />
che questa sia una •oérità palpab'de ; ma<br />
che nondimeno per una bnrrav'tgtiosa comttHapiene<br />
di circostan^e, non sono condensa<br />
siiiireœa conosciute, che da alcunt<br />
pocèi pensatori, uomini d'ogni Na^ione ,<br />
è d''ogni tempo: si lamenta quindi con<br />
incredi'oile acciecamento, ed audacia che<br />
Le opinion! ^Asiatiche ( cioè la Religione )<br />
e le passioni ( cioè i Principi Cristiani ) vtstits<br />
di av.torità , e di potere-, banno la<br />
maggior parte délie volte per insensibi'li<br />
spïnte(la. predicazione délie verità delSanto<br />
Vangelo ) alcttne njolte per -violenti impression!<br />
(i miracoli i più strepitosijjWla<br />
timida credulità degli uomini ( il Popolo<br />
Cristiano ) dissipate le semplici no-<br />
•jioniy cbe forse forr,;ivano la prima Filosofia<br />
délie nascenti Società, ed a eut la<br />
ïuce di questa secola, ( la luce era nel<br />
mondo, ma le ténèbre ec. ) sembra, che<br />
ci riconduca con quella maggior fermera<br />
perà
)( 55 X _<br />
pt>ro che pua essere somministrata da un<br />
e.urnw Geoiih'tr-ico, ila mille funeste ctmse-<br />
-, e cl agit ostacoli medesiw.<br />
Chi mai sarebbe qui quelCristiano tanro<br />
poco aelante délia riputazâone délia sua<br />
riivina Religione, che si potesse contenere<br />
in questo passo di non prorompere<br />
nelle più tremende esecrazioni contro 1'<br />
infâme ed empia maldicenza, colla quale<br />
si descrive, e si calunnia qui tutto quel<br />
che v'ha di più augusto, e di più rispettabile<br />
nell' universo? Chi mai potrebbe<br />
trattenersi d'esclamare, che quest'Autore<br />
ha sorpassato la misura délia piùmaligna,<br />
e più sfrenata saura? Ma quanto a me<br />
voglio mostrare, che so quai debba essere<br />
la moderazione, di cui deve piccarsi chimique<br />
scrive contro d'un'altro, quantunque<br />
abbia sempre disapprovato la malintesa<br />
dilicatezza di quei tanti, i quali condamianod'impolitezza<br />
tutti i Letterati, che malmenano<br />
certi empj Scrittori con frasi poco<br />
civiii, senza poi che si formalizzino<br />
in udire, e Jeggere, che quelli, coi modi<br />
i più villani, ed i più temerari, trattano<br />
di buff'oni gli Ecclesiastici, di Tiranni i<br />
Monarchi, di fanatici iSanti, d'imposera<br />
la Religione, e che bestemmiano per fino<br />
JaMaestà del Joro Creatore. Mi astengo<br />
dunque dai rispondere a quel discorso,<br />
conforme si mèriterebbe, e passo a far
X 5* X<br />
fo PJS. osservare che laddove (*') distingue i De-<br />
"• Art -litti, afferma che sono delitti di lesaMaestà<br />
quelli sol tanto che disti uggtho immediatamente<br />
la S'ocietà, o cbi la rappy:senta.-<br />
e che poche nghe dopo prétende<br />
che la sola tiramiia, e /' ignoran^a, cbe<br />
cenfondono i i-ocaboli, e le idée pih cbiare<br />
, possono dût questo nome, e per consegnenr^a<br />
la matrima pena a delitti di<br />
différente natara , e rendere cos) gli noie<br />
ahre occasion: vittime di<br />
: pm c'a.<br />
Gui si sarà accorto il Lettore, che qui 1'<br />
Autore parla del perrido delitto dieresia,<br />
che egli negaarrogante me are, che si pos-<br />
» chiamare delitto di lésa Maestà Divina,<br />
e che tratta da tiranni, e da ignoranti<br />
quelli che inseguano il contrario,<br />
nffermando in oltre con jnrqua impertinenza,<br />
che gli Eretici condannati dalla<br />
• Chiesa, e dsa Principi sono vittime d'<br />
luia parola. Noto qui cosi di passaggio,<br />
corne l'A. nella pagina 23. ed appunto<br />
nelle due prime righe, dice pien di dispetto<br />
dopo d'aver premesso che le a-<br />
ZJoiii morali, corne le fisicbe, franno la lo~<br />
ro sfera limitata di attitrità , e sono circoscritte<br />
corne tutti i ntovimenti di natte<br />
ra , dal tempo, e dalle spa~io ; conclude<br />
cosl : pero la sola cavillosa interpreta~iont,<br />
cbe è per f ordinario la Jilosofia del-
X J7 )C _<br />
la schiavitii , pue confondere cio cbe<br />
dall' eterna vgrit fu cou immu;<br />
ri dist'mo .• Si duole qui J' A.<br />
des nostri Tenlogi , perché insegnano,<br />
che un peccato è un oftèsa infinitamente<br />
grande, che si commette contra<br />
la divina Maestà di Dio . Ma non è<br />
q'.'e^to cio, che voglio che sia noraro ;<br />
nia bensi l'incostante incredulità del noscro<br />
A. il quale alla pagina 18. dt<br />
Libro , afferma altieramente che .<br />
: con occhio Fi'osofico i<br />
délie Na^toni, troverà quasi sempr.<br />
vizio , e di virtù, di bunn cittadino,<br />
e di reo , cangiarsi colle r'.volv.~ioni<br />
dei Secoli in ragions délie passion!, e degli<br />
errori che successivamente agitarono i<br />
différent! legislatori. Come mai combinare<br />
cotesto discorso toile superiori sue parole<br />
: la sola Filosofia délia schia-vitic pub<br />
confondere cio che da/l' ttema verità fu<br />
con immtttabili rapport! distinto ?<br />
Supplico adesso che si noti attentamente<br />
quanto siegue. Un'empiéta , un'Eresia,<br />
una bes:emmia contro P onnipotente<br />
Iddio, secondo il N. A. non sarebbero<br />
altro che una parola. Ma non insegna egli<br />
il N. A. che sono veri delitti di lésa<br />
Maestà quelli, che distrtiggono immediatamente<br />
la Società ? Dunque ( domando<br />
ora io, ) se succedesse, che qualcuna di
)( 58 )(<br />
quelle semplici parolette divenisse immcdiata<br />
cagione délia rovina, e délia distruzione<br />
di una Societa, quella SOÏA pavolu^-non<br />
si dovrebbe elia giudicare, e puntrc<br />
colla massima pena, corne un vero<br />
delitto di lésa maesti? Ma quante di<br />
quesre parole non sono srate la rovina non<br />
di una, ma di moltissime Società , e Regni<br />
? La risposta a cotesto quesito mi<br />
traspoaçerebbe troppo lontano, e mi obbligherebbe<br />
a rammentare inutilmenre<br />
délie cose troppo tetre, e troppo funeste,<br />
aile quali io sono avverso , tanto,<br />
quanto io sono conrento, che sia qui terminata<br />
la prima parte générale, e fondamentale<br />
del Libro dei Delitti, e d'elle Pêne<br />
, che abbiamo sin qui esaminato ; la<br />
quai parte per conto dei principj che vi<br />
si stabiliscouo, è altrettanto scabrosa, che<br />
fastidiosa . Entriamo adesso ad esaminar<br />
la seconda , che troveremo senza dubbio<br />
assai più intéressante délia prima : pertanto.<br />
%'"?'" L ? seconda parte del Libro del N. A-<br />
«H.I Si- nonimo è tutta impiegata a parlare délie<br />
"">•« P ene '" particolare. Questa è quella par-<br />
4di.No te dell'Opéra in cui l'A. tratta quella<br />
materia, che si puo dire il principale, e<br />
getto, e scopo per cui ha voluto<br />
fir questo Libro. Si puô dire di più, che<br />
la prima parte è stata scritta solamente<br />
per
)( 19 X<br />
per dar maggior colore alla seconda ;<br />
quelle è la parte teoretica, questa la praric.a.<br />
Tutti i fàlsi principj, tutti gli erron,<br />
e tutti i paradossi, che in quella<br />
abbiamo osservati, vi sono stati gettati<br />
per pura erudizione, per semplice p.<br />
razione, per bizzarria, e soitanto per darci<br />
un saggio délia sua profession di fede<br />
Si Spirito Forte; ma in questa scrive il<br />
hiale per impegno deliberato : si vede,<br />
clac qui gli erron sono quelli délia sua<br />
mente, del suo cuore, del suo animo, e<br />
dirô anche del suo temperamento, e del-'<br />
le sue passioni, e perô tutte conseguenze<br />
d' un sistema lungamente , ed ostinatamente<br />
meditato, ed amato .<br />
Tutta la materia di cui si tratta In que- [£<br />
s'ta seconda parte, è quellach'è contenu-»ta,<br />
e divisa nelle risposte, che si danno<br />
a questi quisiti, i quali per 1'Autore sono<br />
semplici problemi, coxicepiti, ed espressi<br />
dallo stesso corne segue (a). La<br />
morte è ella un a petia veramente utile,<br />
e necessaria per la sîctireçrà, ed il bnon<br />
ordine délia S octet à? La Tortura, ed i<br />
forment! sono eglino giusti, ed ottengono<br />
eglino il fine, che si propongono le Leggi<br />
? Qtiale è la miglior maniera di pre-<br />
•venire i Delitti ? Le medestme pêne sono<br />
elleno egualmente utili in tutti i tempi ?<br />
Quai influença hanno esse su i Costumi ?<br />
Noi
X 6a )(<br />
Noi vedremo che la maniera , colla quale<br />
TA. tenta di risolvere cotesti Problemi,<br />
e in tutte le sue parti analoga ai<br />
principj da lui supposa per irrefragabili :<br />
esso non risparmia ne soffismi, ne pavUla/.ioni,<br />
ne paralogismi per riuscirvi, non<br />
ostante, che egli da se stesso premetta ,<br />
CM p^. e dichiari (b) che questi Problemi meritano<br />
ci essere sctoltt cou quella précisions<br />
geometrica , a cui la nshaia dei soffismi,<br />
la senv.ttrice éloquence, ed ilt'imiao<br />
bio non posson resistere : ed a questa protesta<br />
aggiugne subito cou rara modestia,<br />
che se non avesse altro merito, che quella<br />
di ai ta te il primo alT Itaiia<br />
con quakbe maggior eviden^a cià, che<br />
molle allre Narjoni hanno Osato scrivere,<br />
e conunciato a praticare, si st'.merebbe<br />
fortunato . Cosl l'Autore.<br />
Premetterô ora ancor io due sole osservazioni,<br />
e poi farô il mio dovere.<br />
ejr,trg. Prima. Ho sempre osservato, che tra<br />
yVto'rf;/. g)'Increduli da me praticati, o conosciujfrwjM<br />
ti dai loro scritti, e tra gli uomini aniâcL'r,<br />
ntati dalla vera Religione, vi passa que-<br />
£»')"J-Sta diffèrenza, che gl'Increduli sono ne-<br />
Rclisio-' mici sanguinosi del rigor délie Leggi , e<br />
"'• délia sana Morale, e nello stesso "tempo<br />
crudeli disprezzatori , e trasgressori dei<br />
più sagri doveri délia Società ; e che gli<br />
uomiiu di vera Religione sono appassïona-
lostenitori deila giustîzia, e de! rigor<br />
délie Leggi ; ma ntl tempo" stesso oiiesti,<br />
e discreti con tutti i loro simili.<br />
I primi amanti deila libertà propria, anche<br />
con pregiudizio di quella degli altri •<br />
i seeondi modesti, e rassegnati anche dove<br />
si tratta délia perdita dei loro diritti<br />
: quelli vorrebbero veder sciolri se<br />
stessi, e privilégiât! dalla Società, e che<br />
tutti gli altri servissero aile loro passioni,<br />
ed aile loro inclinazioni ; questi saf~<br />
frono con minor rincrescimento gli aggrava<br />
proprj, che quelli dei loro prossimi.<br />
Questa differenza poi tra gli uominidi<br />
massiccia Religiône , e gl' increduli, è<br />
cosl costante , che ancor io dalla sola Lett'ura<br />
dei scritti degli uni, c degli altri ,<br />
mi assicuro con tintacertezza, che Porto<br />
scritto sia dell' incredulo, e T akro dei<br />
religioso , con quanta franchezza si puo<br />
asserire, che uno che disprezza, e trasgredisce<br />
le Leggi è un Libertmo, e cite<br />
quello , che le rispetta, e che le prarira<br />
è un uomo onesto, e di buon/;<br />
perché so che l'odio al rigor délie Leggi<br />
ne!!'incredulo nasceda un cuor sur,<br />
timido, ed incostante, e da uno spirito<br />
guasto, disperso , ed infiammato ; nell'<br />
uomo religioso poi il rispetto, e l'amote<br />
aile medesime Leggi dériva da un a-
)( & )(<br />
nimo ben fatto, da una coseienaa retta,<br />
ed innocente. L'Incredulo odia le Leggi<br />
perché le reme ; 1' uomo religioso le rispetta,<br />
perché le ama. Il primo odia !a<br />
virtù, perché gli manca, e non vuole<br />
aflfàticare per acquistarla ; ma il secondo<br />
T ama perché vi trova quai cosa in cui<br />
specchia se stesso , e perché l'ha acquistata<br />
con fatica .<br />
otim». Seconda : E' già st.ito osservato , che<br />
*>••». nessun grande Incredulo ha sentto mai<br />
un buon Libro utile al Pubblico, e che<br />
sia piaciuto ai buoni Letterati più d' una<br />
primavera. La ragione di ciô ella si è<br />
non solo perché gPIncreduli sono sempre<br />
viziosi ; ma sibbene perché non sono<br />
animati a scrivere da qualche sublime<br />
motivo, né vi sono mossi darini, e principe<br />
più grandi di quelli, che si vedono,<br />
e che si toccano cogli occhi, e colle mani<br />
, benchè vogliano sempre parlare délie<br />
materie le più sublimi, e superiori aile<br />
loro forze, ed ai loro studj : perciô si osserva,<br />
che grincreduli vr.nno sovente assai<br />
in alto, ma piuttosto ajutati dalla leggerezza,<br />
che da un'intrinseca forza ; o se<br />
volano, lo fanno con un'ala sola, con<br />
quella dei loro soli desiderj, e délia loro<br />
sola opinione ( per dire questa freddura )<br />
e non anche coll' ala del giudizio degli<br />
altri; e perô appena fatto quel volo pre-<br />
ci-
)( h X<br />
tipkan giù corne un sasso . CoTesta coi;forme<br />
ho già derto parrà una freddura ;<br />
ma è in fatri una formidabile verità, ed<br />
abbiamo milJe esempj di simili cadute.<br />
GJ'Increduli in génère di cose dispinto,<br />
corrispondono ai nostri mercanti di mode<br />
, che non vendono, che ciô che serve<br />
ad un passeggiero, e frivolo piacere, e<br />
per lo piu ornamenti, e bagattele da féminine<br />
. Quello perô ch' è peggio, è stato<br />
osservato, ( ed è verissimo, ) che gl' Increduli<br />
, che suppongono la Religione una<br />
tàvola , voglion sempre pariai 1 délie<br />
materie spettanti alla Religione ; e che<br />
sono sempre caduti in certe , che sembrano<br />
misrenose contraddizioni , ed errori ..<br />
Si faccia atrenzione aile contraddizioni,<br />
ed errori scrirti d.il N. A. in questo suo<br />
Librerto, del Délit!i e délie Pêne, e si<br />
vedrà che sembra impossibile poter concepire<br />
cojne un uomo del suo talento, e<br />
délia sua abilità , ed energia, vi sia potuto<br />
precipitare. Egli si è impegnaro a<br />
• provare, che la pena di morte, che si da<br />
a ctrti dtlitti , è crudele , ed inutile , senza<br />
pensare prima a rimontare il<br />
umano diflerentemenre da quello ch' è .<br />
Non ci dice niente di nuovo , e che non<br />
sia già stato esaminato, e scritto; e non<br />
si ci vede akra ditfèrenza tra Lui, e gli<br />
aJtri Scrittori di simile argomento, se<br />
non
)( 84 X<br />
-non ch' il N. A. porta le stesse ragioni<br />
d' alrri proposte, I<br />
,'a alla mano , colla quale trapassa barbaramente,<br />
e tronca qualunque cosa che<br />
si opponga al suo furore, o che incontra<br />
per istrada. Ma si vedrà tosto , che<br />
ancor esso è caduto per sua vergogna in<br />
tutti gli errori, ed in tutti i difetti, nei<br />
quali, com' è stato osservato , sono pi<br />
pkati sventuratamente tutti gl' Increduli .<br />
Unà cosa per vnlta .<br />
h"?.*'! Dopo che il N. A. ha detto assai ragiouj<br />
fas- nevolmente (a), che il fine pelltico délie<br />
'•.' ' pêne non è altro , cke 4' impedire il re»<br />
da! far nttcvi danni ai n:oi Cittadini , e<br />
di nmuovere gli altri dal famé ttguali j<br />
e dopo aver hen ragionato anche délia<br />
':'cf. i'/t' wedwitkà dei Testimoni (v), discende a<br />
" trattare délie *4ic . Ma pri-<br />
\'l 4«! ma 4' riportare quelle' che scrive il N.<br />
3 - A. di questa specie di Accuse , per la migliore<br />
intelligenza di quanto esso ne scrive,<br />
fa di mestieri riitettere<br />
?"ri'T Î-. Prima : Che in tutti i tempi, in<br />
'"«».*" tutti i secoli, ed in tutte leNazioni, sonosi<br />
trovati sempre certi uomini, per loro<br />
natura turbolen tosi, audacissimi,<br />
ed amantiffimi di novità nel Governo,<br />
e negli Stati, e ciô a proporzione,<br />
che speravano di trovare , e che trovano<br />
eflettivamente, degli altri uomini dello<br />
stes-
)( 6i )(<br />
stesso carattere; ed a proporzione ancora<br />
dei minori, o maggiori ostacoli che si<br />
apponevan'J , o che favorivano i loro<br />
disegni.<br />
II. Si rifletta in secondo luogo, che<br />
benchè si manchi tuttavia d'un'esatca storia<br />
di tutte Je cospirazioni, di tucte Je<br />
ribellioni, e di tutte Je sedizioni seguite<br />
in tutti i Regni, ed in tutte le différent<br />
i Repubbliche del Mondo ; cou tutto<br />
cm dalla lettura di quelle sole che ci<br />
sono restate, e che si trovano nei varj<br />
Annali, si possono ricavare queste trc<br />
venta, ed osservazioni.<br />
i. Che Je sedizioni, Je ribellioni, e<br />
le cospirazioni sono in grandissimo numéro,<br />
e seguite sempre dovunque si sono<br />
tr'i'.ati dei Regni, e délie Repubbliche.<br />
z. Che tutte Je sedizioni, e ribellioni,.<br />
1110 accadute, sono stare cagione di<br />
gravissimi danni agji Stati ove sono scoppiate.<br />
j. Che avrebbe bastato pochissimo ad<br />
impedire intieramente, o a far che fossero<br />
manco forti, e manco dannose le<br />
dette ribellioni, sedizioni ec., e che senza<br />
dubbio si sarebbero quasi tutte potute<br />
prevenire col formare, e conservare un.<br />
rato, che invigilasseparticolarmente<br />
contro Je sedizioni, e contro Je cotpjrazioni<br />
, e che avesse i'ispezione du<br />
III- £. EL-
X66)(<br />
ricevere colla maggior segretezza le- accuse<br />
, e le delazioni contro i nemici délia<br />
quiète degli Stati, per riconoscerle, e per<br />
puuirle severamente , secondo la gravita<br />
délie colpe. Ad un tal Tribunale tutto il<br />
génère umano sarebbe stato debitore, del<br />
sangue, e délia vita, d' un numéro innu^<br />
merabile d'uomini.<br />
Tutto ciô supposto per innegabile,. dico<br />
che quamunque la creazione d'un Magistrato<br />
che riceva le accuse segrete dei<br />
delitti contro lo Stato ; che condinni, e<br />
faccia punire i rei fuori dell' ordine giudiziale,<br />
e che non palesi mai i Delatori,<br />
anzi che li premiasse, eziandio nel<br />
caso che ne trovasse qualcuiio calunniatore;<br />
quantunque, diceva , tuttecoteste cose<br />
sembrino, e siano realmeitte odiose, terribili,<br />
e soggette a cagionare la rovina<br />
di qualche innocente ; tutto ciô non ostante<br />
npeto, che attese le cose notate di sopra,<br />
lo stabilimento d'un Tribunale,. che<br />
îiceva le accuse segrete, e l'invenzione<br />
di tenere in diffidenza li sudditi fra se<br />
.stessi, si deve giudicare, ecredere un Tribunale<br />
il più utile, ed il più. vantaggioso.<br />
per tutti gli Stati, ed il capo d'ôpera*<br />
.dell' umana Politica per risparmiare il.<br />
sangue umano, e 1'unico mezzo, che si,<br />
possa adoperare a quest' oggetto, fino atanto,,<br />
che gli. uomini non cangiano natu~
X 67 )(<br />
fura; e spero, chenon penseranno il contrario<br />
, se non quelle menti auguste, e<br />
indispettite che non veggono corne tra di<br />
noi non si dà bene, senza qualche mischianza<br />
di maie ; e che non sanno distinguer<br />
il bene, ed il maie positivo dal<br />
maie , e dal bene negativo .<br />
Vediamo adesso come il N. A. pariando<br />
appunto délie accuse segrete, mostra<br />
d' avère una mente angusta, e limitata<br />
in quella- maniera , che commove più B<br />
sdegrio..<br />
Perche ecco come egli ne scrive. Un (*> *?*<br />
évidente, Ma consacrato disordine, ed in %î,<br />
moite Na^ioni reso necessario per la debohzra<br />
délia costittt^jone, sono le accuse<br />
• te. (a) Dove cosi segue a dire. Un<br />
M costume rende gli uomini falsi, e
)( *S )C<br />
illa^è armât a del pik forte scudo délia tî~<br />
rannia, il sécréta? Quai sorte di governoè<br />
mai quel la, ave chi regge, sospetta in<br />
ogni SHO suddito un nemico, ed è costretto<br />
per il pubblico riposo, di toglierlo a<br />
ciasamol Prétende pero corne si vede che<br />
un tal costume sia cagione degl'inconvénient!<br />
qui numerati. i. Che renda gli uomini<br />
falsi, e coperti. 2. Che ch'tunque xospetterà<br />
di vedere in altrui un delatore y<br />
vi vedrà un inimico. ^. Che gli uovmni si<br />
avve^ano a mascherare i proprii senti*<br />
menti, e che coll' uso di nasconderli agit<br />
altri, arrivai a nascondergli a loro medesimi.<br />
4. Che di quest'' uomini cost smarriti,<br />
e fluttuanti e poco sicuri, non se ne.<br />
potrà /are dcgl'' intrepidi soldati difensori<br />
délia Patria, e del Tronc, ne trovar tra<br />
i medesimi degli incorrotù Magistrat!,<br />
che con vera, e Patriotica eloquen^jt sostengano,<br />
e siiiluppino i veri interessi del<br />
sovrani. 5. Che nessuno potrà difendersi<br />
dalla calunnia , perche armata col piît forte<br />
scudo délia tirannia, il secreto.<br />
Per distruggere ora tutte coteste difficoltà,<br />
e per far isvanire tutti gli addotti<br />
inconvenienti, facciamo cosi. Ponghiama<br />
da una parte tutto l'immaginabile disordine,<br />
che il N. A. trova nel costume délie<br />
Accuse segrete , e tutti gl' inconvenienti<br />
che lo stessa suppone, che debha parto-
)( h X<br />
torire il detto costume ; e datf altrà gli<br />
spavtnti, i pericoli, le stragi, e tutte I'<br />
altre conseguenze d'uiu cospirazione, o<br />
d'un'aperra ribellione. Fatto questo , io<br />
domando a qualunque politico, ed aqualunque<br />
uomo ragionevole, quale délie duc<br />
parti ci dovressimo sciegliere , gli kiev ;<br />
tabili orrori e le stragi d'uni ribellione;<br />
o i disordini, e gl' inconvenienti remori<br />
ed irhmaginarj che potrebbero nascere dal<br />
costume délie accuse segrete? Tutti mi nsponderànno,<br />
che sar.i inrînitamenre ni -<br />
nor maie softrire gl' inconvenienti del'e<br />
accuse segrete, quando anche fosserocento<br />
volte maggiori di quello, che ce gli<br />
ha ingranditi l'Aurore.<br />
Ma potrebbe qui dirmi taluno , che la.<br />
risposta va bene in caso che veramente<br />
«i sia costretti a far quella scelta; ma<br />
che quello è un caso che si potrebbe evitar<br />
d'iucontrarlo con dire, o che non vi<br />
sono più pericoli di sollsvazioni, o cou<br />
atférmare , che per tenerli lontani, ed impedirli,<br />
sarebbero sufficienti le accuse pubbliche,<br />
esaminate , e punite secondo il se<br />
lit' ordine délia giustizia punitiva .<br />
Rispondo, che la sperienza di tutti i<br />
Secoli ci ha dimostrato elle il primo caso<br />
è inevitabile, quanto è impossibile ne!<br />
présente stato di cose, che tutti i sudditi<br />
siano sudditi fedeli. Quanto poi al se-<br />
F 3 con-
)( 7° X<br />
condo, dico, che non è possibile trovare<br />
altro mezzo per evitare una ribellione T<br />
ne più sicuro, ne più spedito , ne manco<br />
dispendioso, né piu efficace di quello délie<br />
Accuse segrete ; giacchè le pubbliche non<br />
hanno mai prodotto verun effetto, del che<br />
non v' ha bisogno di prove .<br />
Ho detto, che il mezzo délie Accuse<br />
segrete è il più sicuro; perche è certo<br />
che quelli che lo hanno meglio praticato<br />
1' hanno sperimentato sicurissimo ; ed an-,<br />
che perché da una parte i sudditi non si<br />
azzardano scoprirsi con nessuno, perche<br />
temono , che tutti siano capaci di accusarli<br />
; e dall'altra., perché se sparlassero<br />
del Governo in presenza di molti , se ne<br />
troveirebbe sempre qualcuno, che perguadagnare<br />
qualcosa, non temerebbe di fare<br />
il delatore tanto più ch' é sicuro d' esser<br />
tenuto segreto. E anche più sicuro, perché<br />
se il sedizioso è potente, la sua cattura<br />
, e la sua morte, ( perché tutto privato<br />
e segreto, ) non daràcampo ai complici,<br />
ed ai parenti di sollevarsi, e di far<br />
degli impegni ; ma anzi, venendolo a scoprire,<br />
resteranno essi pure intimoriti, c<br />
spaventati.<br />
Ho detto poi più spedito, e ciô si è<br />
manifeste, perché in simili casi vi sono<br />
pochissime formalité , tanto nell' esaminarc<br />
i rei, che nel condannarli, e farli mori-
311 7* )(<br />
cd ,-incbe perché qui supponianin,<br />
che vi sia unMagistrato stabilito a quell'<br />
•effetto.<br />
Ho detto in oltre manco dispendioso,<br />
perché pochissimi Ministri possono bastare<br />
ad ^eseguine una commissione, ed un'<br />
operazione segretissima, e privata; Jaddove<br />
se si volesse prevenire le soiievazioni,<br />
e le cospirazioni con nuntenere<br />
in piedi continuamente un gran numéro<br />
di genre armata, allora oltre al grosso djspendio.,<br />
vi sarebbe da temere per altra<br />
parte.<br />
Ho detto finalmente-, che il Magistrat»<br />
délie Accuse secrète è più efficace per conseguir<br />
il suo fine, perché un simile Magistrato<br />
incute maggior timoré, appunto<br />
perché più arcano, più secreto, più sps:dito,<br />
senz'appello , terribile .<br />
Potrebbe bastare il fin qui detto per<br />
turta rispoffa aile difficulté poste incampo<br />
daJ N. A. contro li costume délie ^Xcuse<br />
mrtte.' ma io cosi non sono contento.<br />
Voglio soddisfarlo capo, per capo.<br />
Premetterô selamente, che in tutti gli<br />
Stati vi régna sempre il costume di mantenere,<br />
e premiar dei Delatori, e di ricevere<br />
le accuse secrète, siccome ècerto,<br />
che non ha mancato mai gente ifïiqua<br />
che ha fatto spontaneamente quest'infâme<br />
mestiere, o per un vil guadagno, o per<br />
E 4 vep-
)( 7* X<br />
venditarsi d' un suo nemico, o per gundagnarsi<br />
la grazia di chi gôverna pli Sràri.<br />
Io perô non ho premesso questo per<br />
opporre ail' Avversario l'ùsô universale<br />
di tutte le Sovranità, ma per la ragione<br />
clie or ora dire. Da capo.<br />
Quale è il fine del costume délie Accuse<br />
secrète? Di quale specie sono 1 Delitti,<br />
che si vogliono risapere per la via<br />
di queste Accuse secrète? Quale si è per<br />
fine l'uso, che si fa di simili Accuse ? Il<br />
fine pj;imario délie Accuse secrète è per<br />
conoscere i nemici dello Stato, e per sapere<br />
tutto quello che potrebbe perturfoare<br />
il Govemo, e la Società, affine di ripararlo<br />
. Un altro fine si è , perché li ben<br />
affetti del Governo invigilino alla sua sicurezza,<br />
e perché tutti siano cauri ne!<br />
parlare di quelle cose, che non devon<br />
tapere , e che non intendono. Vi puô essere<br />
un fine più ragionevole , e più commendevole<br />
di questo ?<br />
I delitti poi che si cerca di rilevare dai<br />
Delatori secreti, sono tutti quelli, che<br />
offéndono : mmedidramente il Governo , e<br />
lo Stato. Ora domando io, quale aggravio<br />
ta il Sovrafto ai suoi sudditi, perché<br />
cerca, e vuol' essere informato di questa<br />
specie di Delitti ? Cosa perdiamo noi perché<br />
non c'e permesso ci' esaminare pubblicarnente<br />
gli affari dello Stato? Quanti
... )( -'. )( .<br />
momenti di félicita di più, o di manco<br />
perderemp tjoj , perche non ci è permesso<br />
di parlare di quelle cose che non conosciamo?<br />
Fer lo contrario, quanti vantaggi<br />
non potrem noi ricavare, se ameremo<br />
, e se ioderemo con ragione le cose<br />
delloStato di cui siamo sudditi > Quanto<br />
a me potrebbe rincrescermi se mi fosse<br />
vietato di lodare la saviezza del Governo<br />
tutte le volte, che se lo méritasse<br />
; ma che mi proibisca ad essere un<br />
rnaledico, la mi sembra piuttosto una grazj'a,<br />
che un aggravio.<br />
Ma e a quai fine vorressimo noi la libertà<br />
di porer censurare la Polittca dello<br />
Stato, per rimediare agli errori délia medesima,<br />
o semplicemenre per avère il.rnaligno<br />
piacere di dirne maie ? La seconda<br />
è una pretensione non supponibjJe ; quanto<br />
alla prima i Magistrat! gradiranno sempre<br />
i lumi, ed i buoni suggerimenti, che<br />
ai medesimi sono rispettosamente partecipati<br />
dai sudditi zeianti del pubbiieo bene.<br />
Finalmente l'uso che si fa dai Ministri<br />
di tutti i Coverni pacifia délie Accuse<br />
secrète, è il più giusto , ed il più<br />
savio , che si possa sperare da uomini di<br />
Governo, presso i quah è dirficilissimo,<br />
che si vogllano accostare Delatori calunniosi,<br />
e dai quali è anche più che difficile<br />
si debba temere un ingiusto gastigo ;<br />
per-
Km<br />
.perché non istaano aile semplici aci<br />
dei Delatori; perché es.imimno la qualità<br />
•délie accuse; perché distinguono Je perso :<br />
ne degli accusatif (e non è difficile ilde-<br />
-cidere se cerre persone siano capaci di<br />
commetcer delitti contro lo Stato o no )<br />
perché simili Magistrati sono mai sempre<br />
compo6ti dalle persone più illuminate, le<br />
piu accreditare, e le più discrète dello<br />
Stato, e perché per qualche rarissimo esempio<br />
di abbagh presi in dieci secoli da<br />
qualche Minktro, se ne potrebbero produrre<br />
infiniti, nei quali hatino usato un<br />
eccesso di pietà, e di clemenza.<br />
Aggiungo sopra tutto ciù , cbe il costume<br />
délie Accuse secrète, o sia di un<br />
Magistrato aft'atto dispotico , si rende assolutamente<br />
necessario dovunque si trova<br />
stabilito il dtispotismo di molti , e<br />
questo anche per confessione del N. A.<br />
medesimo (.7) là dove insegua che il di-<br />
•(••0 Pas. spotisiKO di molti non è ccïreggibile , C/JI<br />
dal dispotismo di un solo.<br />
Venendo poscia ai preteù disordini délie<br />
Accuse secrète, fa stupire che l'A. non<br />
siisi vergognato di accennarli, essendo un<br />
supposro che rend.) gli uomini falsi, e<br />
coperti ; mentre costa per isperienza, che<br />
gli uomini di tutte le Nazioni sono riguardo<br />
alla sincerità gli stessi da per tutto<br />
; cd anzi che sono più sinceri, e più<br />
lea-
)( -s X<br />
ienli ï suddici che vivono in quegli Stati<br />
dove è in maggiorc autorità , e vigore il<br />
Magistrato dellc Accuse secrète, che altrove<br />
. Questo non potrebbe avvenire,<br />
che in uno Stato dove vi fossero Delatori,<br />
e castighi segreti per tutti i generi di<br />
delitti.<br />
Si lamenta a torto parimente , che chinr.que<br />
'uede in altrui un delatore, lo supporrà<br />
un mimico ; prima, perché press' a<br />
poco i Delatori sono tutti conosciuti ; e<br />
poi perché vediamo, che non ostante il<br />
numéro dei Delatori, gli uomini vivono<br />
da per tutto ben uniti insieme ; e di pin<br />
perché egli si è un utile sospetto tanto<br />
per i parricolari, che per tutta la Società<br />
, quello di temere , che tutti possono<br />
diventare nemici, un dell'altro scambievolmente.<br />
Non v'ha cosa che possa cagionare<br />
funeste disunioni nelle Società,<br />
quanto la troppa unione dei suddifii .<br />
Riçpondo al terzo, che non è il timor<br />
X 7« X<br />
Al quarto supposto disordine si rispon*<br />
de, chequesto pur è contrario alTesperienza,<br />
la quale pur troppo ha fatto vedere,<br />
che i sudditi dei più dispotici Governi sono<br />
stati, e sono tuttavia valorosi soldati, appassionati<br />
difensori délia Patria, e dei Trôna<br />
; e che vi sono stati dei Magistrati esimj,<br />
incorrotti , eloquentissimi ; corne<br />
tutto ail' opposto sappiamo , che i sudditi<br />
di alcuni Srati già liberi, e nei quali si<br />
tolleravano tutti gli errori umarrî , avevano<br />
tutti quei difetti che il N. A. attribuisce<br />
all'uso délie Accuse Secrète.<br />
L'ulnmo inconveniente, che adduce il<br />
N. A. come dérivante da quella specie di<br />
accuse, cioè cbe nessuno potrebbe difentiersi<br />
dalla calunnLi, è affàtto immaginario<br />
, perché conforme ho detto i Magistrati<br />
, che giudicano di simili Accuse ,<br />
sanno distinguera quanto basta la callunnia<br />
dal fatto, e procedono con tutte<br />
le regole délia giustizia opportuna, e conveniente<br />
a certi casi ; e perô tal disordine<br />
è tanto ingiurioso ai Sovrani , che aile<br />
Società, che suppone tutte composte d'<br />
intami delatori, e di calunniatori. Per fine<br />
se sia a proposito scrivere presentemente<br />
dentro V Italia che /'/ più forte scudo<br />
délia tiraimia, s! è il secreto , altri sel<br />
veda ; ed io corro senza più a vedere quelle<br />
che il N. A. ha scritto délia Tortura,<br />
ma-
)( 7? )(<br />
înateria, che al giudizio di molti, si è<br />
h meglio ragionata del Libro suo.<br />
Trovo dunque, che comincia a parlarne<br />
cosi(a). Una crudeltà, consacrât a dall' M /J'f<br />
uso délia maggior parte délie Narioni, è oiiia<br />
la Tortura del reo, mentre si forma il- r """"'<br />
Pro:esso. Cosl 1' Aurore ; e confcso ancor<br />
io che benchè non abbia mai in vita<br />
mia veduto tormentare persona, sento ad<br />
ogni modo tanto orrore a coresta specie<br />
di tormento , che mi sembra dovrebbero<br />
sceglier tutti piuttosto d'essere mazzoJati,<br />
che sorFrire l'atrocità di simil tormento.<br />
Mi s'intirizzisce ilsangue, e rutta<br />
ia vita, semplicemente neirimmaginarmelo<br />
; tutto ciô non ostante sostengo<br />
che il N. A. condanna senza ragione i'<br />
uso délia Tortura, o che per \o meno le<br />
ragioni che apporta, non sono tali, che<br />
ci debbano obbligare a condannarlo per<br />
inutile, com'esso prétende.<br />
Io non djeo che la Tortura non cagioni<br />
dei dolori atroci e crudeli, e che in<br />
ordine di dolore, non siaatroce; afTèrmo<br />
solamente che corne paia puo esser giusta,<br />
corne lo è anche la morte, e di pJii<br />
che l'uso di questo tonnent© conforme<br />
si pratica nei nostri Tribunali , è anche<br />
utile, non solo perché serve di giustificazione<br />
alla Giustizia, ma anche per gli<br />
rà coresta mi.i proposii
)( 78 )(<br />
zione dopo che avrô detto iri qualî Cast<br />
si fa uso délia Tortura.<br />
La Tortura dunque, corne anche molti<br />
altn assai pia crudi tormenti , è certoche<br />
non si mettono in uso, che rarissimamente,<br />
e contro gravissimi rei, e degni<br />
di morte; o in alcuni casi straôrdinarj<br />
contro persone, dalle quali preme ,<br />
ed è utile al Pubblico d'avère sul fatto<br />
qualche notizia ; ed in qualche Stato si<br />
dà la tortura anche per certa pUrgaziorNJ<br />
d'infamia, e per nlevare i complici di<br />
certi deiinquenti condannati a morire.<br />
- Riguardo al primo caso , tanto è lontano,<br />
che sia un' ingiusta ed inutile crudeltà<br />
torturare un Reo r che non ternerei<br />
di affermare, che anzi è un atto di<br />
misericordia, che usa laGiusrizia coi me-desimi<br />
rei. Non si precipiti il giudizio.<br />
Non .è egli vero, che la Tortura si dà ai<br />
soli rei di morte per rilevare la conf'essione,<br />
e la ratihca dei loro delitti, eche<br />
se questi resistono a simil tormento, beuchè<br />
rei di morte, evitano il supplizio,e<br />
l'infamia? Dunque la tortura si puô péril<br />
detto riflesso considerare corne mi<br />
mezzo, che puô salvar la vira a qualche<br />
reo; perô piuttosto corne una cosa Caritatevole,<br />
che crudele .<br />
Supponiamo che uno abbia scrittoche<br />
sanguinoso Libello contro la perse»
_)( 79 )C<br />
sor.a d'un Principe; che V Autoredi quel:<br />
Libello sia stato veduto da due testimonr<br />
îiell' atto che lo scnveva ; e sappamiamo<br />
che ta! Libello sia stato consegnatoalla<br />
Giustizia, secondo le Leggi délia quale<br />
suppongasi che il suo Autore si menti<br />
la morte. Immaginiamoci, che questo<br />
reo sia già nelle forze costituito, et:<br />
esamiiwto giuridicamente, ma che abbia<br />
negato il tuf ta. Si domanda adesso cosa<br />
debba farsi di simil reo, che secondo le<br />
nostre Leggi non puô essere condannato ,<br />
perche noii confesso? Una délie due: a<br />
Itisognerà far l'ingiustizia di rilasciarlo ,<br />
benchè provato reo; o condannarlo, benchè<br />
non confesso; corne si costuma in<br />
molti Paesi. Il primo non lo dira néssuno<br />
; dunque dovremo dire, che il supposto<br />
reo convengi che sia condannato<br />
alla morte. Adesso. Se a questo reo sari<br />
data la tortura., e che résista; eceo, che<br />
egli eviterebbe una morte certa . Per un<br />
tal reo dunque la tortura sarebbe una<br />
specie di grazia, conforme ho detto di so-<br />
Di nuovo : dunque se nei nostri<br />
Tribunali non si facesse uso délia tortura<br />
che nei casi simili al detto, ai!or.r<br />
h tortura non potrebbe essere più condannata,<br />
corne un uso crudele.<br />
Se poi si dira, che quel reo si deve<br />
mare, a morte, benchè. non cot>
X 8o )(<br />
fêsso, e far lo stesso con tutti i rei eort
stati forrissiihi, perche non si deve snspettare<br />
di cruideltàj e d'ingiustizia contre<br />
1 Tribunali, e massime di quelli d'<br />
Italia; tanto piu, che il seconde) di coresti<br />
usi so che si pratica in alcunt Provincie<br />
délia medesima Italia , le più benefiche<br />
e le più amanti dell' umanità .<br />
Onde rispondo ancor qui , esser meglio ,<br />
che soffra un poco più un inumano ass.issino<br />
, gia condannato alla morte , che<br />
lasciare liberi , e vjvi i suoi complici ,<br />
perché tenghino in conrinui spaventi lu<br />
Società .<br />
Oso sperare adesso, che la forza di tutte<br />
coteste mie Osservazioni , comparirà<br />
più convincente dalle Note che farà qui<br />
succedere aile apparenti ragioni portate<br />
da'l'A. contro la pretesacrudeltà, ed inutilita<br />
délia Tortura.<br />
La prima sua ragione pertanto è con- D Jffi"'cepita<br />
in questa tonna (a).- un ttbmo nom'wittpv.o<br />
chiamarsi Reo , prima délia senten^a'ïurJ*''<br />
/tel Giudice, ne la Società pub toglierglt M f'tla<br />
pubblica protezjone, se non quando si a "'<br />
definito, che egli abbia violât! i patli,<br />
coi tjiia/i gli fu accordât a. Qi'.ale è dunque<br />
(prosegue l'A.) quel diritto, se non<br />
qnello délia forra, che dia la podestà ail<br />
un Giudice di date un a pena ad un Cittadino,<br />
mentre si dubita se s/a reo, o innocente?<br />
L'A. chiama cotesto operare un<br />
Tomo III. F di-
)( 8* )(<br />
dilemma, e lo porta. A'ow è mavo que'<br />
sto dilemma ( die' egli ) o il dclitto i cev<br />
te, o inceno; se coto non gli convient<br />
ahva pena, che la stabilité, dalle Leggi,<br />
ed ini'.tili sono i tormenti, perché inutile<br />
la confessions del reo ; se è iiuerto ,<br />
von dei'esi tormentare un innocente, pot*<br />
cbè taie secondo le Leggi è ni} uotno, i<br />
di eut delitti non sono provati.<br />
Bisogna ch' io confessi, che cotesto è<br />
un discorso , ed un argomento , che deve<br />
sedurre la gente poco versata in certe materie<br />
; ma in verità, che quanto alla sua<br />
sostanza fa stupire corne un Letterato d'<br />
un' acre penetrazione , e di buon criterio<br />
corne apparisce il N. A. non siasi vergognato<br />
di fare, e di portare un cosl fallace,<br />
e miserabile raziocinio, e corne in<br />
oltre abbia avuto il coraggio di parlar d'<br />
un dilemma, ch' è stato cento volte sfatato<br />
e fatto svanire. L' inganno, e la<br />
debolezza del suo discorso, deve tanto più<br />
condannarsi in un suo pari, quanto ch'<br />
egli ha l'impertinenza di voler far da pédante<br />
in cose di tanta serietà, a tutti i<br />
Tribunal!, ed a tutti i Sovrani dell' universo.<br />
Vediamo s'io dica il giusto .<br />
Io concedo ail' A. che un uomo non<br />
puo chnimarsi Reo , prima délia sentenza<br />
del Giudice; ma nego, che un uomo non<br />
possa esser veramente reo, anche prima<br />
d'
X 8<br />
itiênziato per raie. Tali s»nn<br />
nirn i rei condannati Jiei Tribanali d' [ralia,<br />
dove per condannare un reo forînahnenre<br />
alla morte, non basra, che sic<br />
convinto, ma c di più necessario, cbesia<br />
anche confesso. Ecco dunquc dove consiste<br />
l'equivoco, ed il sortisma dell'Aurore<br />
, tWtdato sLill' nome Reo per cui altri<br />
inrendono reo convinto , ed altri reo<br />
i so.<br />
Ma si dira: Se è cerro che uno .<br />
di mort*, e deve morire, perché di<br />
tormer.tarlo.' Eeco qui V. equiwoco<br />
A. Non é tormentato corne reo carra, e<br />
convinto:, ma corne disubbidiente, e corac<br />
sacrilego, et! ostinato .1 non violer confosare<br />
i delitti dei quali é conviuto reo;<br />
e la Tortura che si dà pet srmiie disubbidicnza<br />
ai rei convinti di delitti degni di<br />
morte, si usa per giustissimi, ed utilissimi<br />
œotivi ; il che perô non soiegne che •<br />
nel solo caso in cui un reo, ricusi di<br />
confessare i delitti dei quah è son<br />
reo ; e replico pero, che in tal caso un<br />
reo non é torturato, perché reo, corne<br />
suppone, ed equivoca il nostro Âutore ;<br />
ma semplkemente corne disubbidiente ai<br />
suoi legittimi Ciudici in materia grave,<br />
e corne uno, che nega sfacciatamente, e<br />
sacrilegamente la venta conosciuta , ed<br />
impedisce cosl il corso délia Giusrizia , la<br />
F 2 qua-
X 84 )( _<br />
qtiale pér prudenti, e misericordiosi rilîessi,<br />
non vuole far morire p'essuno, se<br />
prima da se sresso non ha confess'ato i<br />
dclitti dei quali è conyinto. E cosl si<br />
sciogiie perentoriamente il capriccioso Di-<br />
Iemma. La risposta farà iastidio ; ma non<br />
si pu6 fait altrimenti.<br />
Se il delitto è certo, non gli conviene<br />
altra pena, che la stabilita dalle Leggi :<br />
Distinguo : non conviene altra pena al delitto<br />
, per cui il Reo è farto degno di<br />
morte; lo concedo ; al Reo, lo nego.<br />
Più chiaro non conviene altra pena .il<br />
Reo. Distinguo come reo del supposto<br />
certo, e provato delitto, lo concedo ; come<br />
reo di altro delitto, di quello cioè di<br />
grave disubbidienza contro i suoi legittfmi<br />
Superiori , e come spergiuro , e per<br />
i giustissimi riflessi délia Giustizia, di sopra<br />
accennati, lo nego .<br />
Si veda ora se non ho detto conragione,<br />
che deve rincrescere ad un uomo onesto<br />
rispondere a certi Argomeiwi in<br />
una forma tanto abborrita; ma" come dobbiam<br />
noi fare a convincere certa genre ,<br />
cui gli oggetti non si preseutano , che<br />
tutti d'un pezzo, benchè in realtà siano<br />
composti di mille parti?<br />
Del resto non è mica una colpa poco<br />
grave quella d 1 un Reo, il quale legittimaïnente<br />
interrogato dal suo Giudice, rieu-
)( S; X<br />
cusa di confessare la verità. So che farà<br />
ridere il N. A. ed altri del suo stesso caractère.<br />
Diro ad ogni modo, che uno<br />
dei piii dotti Ponteâci, che abbia adorât!<br />
Ja Citrà dei Sette Colli, ha giudicata quel-<br />
Ja disubbidienza per un delitto cosi grave,<br />
e cosî ofteasivo alla verità, ed alla<br />
Giustizia, che ha obbligato specialtnente<br />
tutri i Confessori a negare l'Assoluzipne<br />
Sacramentale aquei Rei, i quali legittimamenre<br />
inierrogati, non volessero confessare<br />
la verità , e%iandio che fossero certi,<br />
che tacendola, sarebbero l-.beri, e eue<br />
confessando fossero cent , che sarebbero<br />
condannati ad una morte quant un que crudele.<br />
Qjjesta sembra, lo confesso , una<br />
dottrina assai dura ; ma a quelli solamente<br />
, che non hanno la Dottrina, la pênetrazione,<br />
e la ragionevole clemenza di<br />
quel gran Papa.<br />
Ma vediamo P altra ragione, che il N\<br />
A. dice, che aggiugne di suo controTus»<br />
délia Tortura. Io aggiungo di più ( dice<br />
1' A. ) (a) che egli è un voler confondere M pa-.<br />
tutti i rapport i , /' esigere, che un uomo sia "•<br />
nello stesso tempo accusatore , ed accusato ^<br />
che il dolore dtvenga il crociuolo délia verità<br />
, quasi che il criterio di essa risieda nei<br />
muscoli, enelle fibre d' unmiserabile : que~<br />
sto è il meçro sicuro di assolvere i robusti<br />
scelerati, e ai condannare i deboli innocent i.<br />
F 3 Co-
X 86 )(<br />
Cotesta dimcokà è ancor essa appoggiata<br />
su i due ftlsi supposti , che la confessione<br />
del reo sia un' accusa, e che la<br />
Tortura si dia agli innocenti. Ma non è<br />
cosi. Il Giudice non esige la contessione<br />
del reo corne un' accusa délie sue reità ,<br />
quasi che dubiti, se sia reo o no, mmtre<br />
se ne dubitasse non lo farebbe tormentare<br />
, ma vuole quella contessione dal reo<br />
per l'effetto, che abbiamo detto di sopra.<br />
Di più i Giudici non sono tanto<br />
poco Filosori, che pensino, possa il doiore<br />
divenire /'/ crocinolo délia vérité ; eglino<br />
non cercarw la vericà dal dolore ,<br />
ma dal reo; perché già la sanno, e se<br />
non la sapessero sicuramente, non mette-<br />
Tebbero il reo in quel crocinolo, corne abbiamo<br />
già detro ; ma cercano solamente,<br />
che quel crociuolo costringa i rei a soddisfare<br />
al loro dovere, che è quello di<br />
confessare il maie del quale sono convinti.<br />
Cosi egli è uno scherno goffo, e temerario<br />
dire in questo luogo, che la tortura<br />
è il mezx? litttro di assolvere i robusti<br />
scellerait, e di tmdanntre i deboli<br />
innocents ; perché i Giudici fanno tormentare<br />
i scellerati, non perché sono deboli,<br />
o robusti ; ma perché li suppongono rei<br />
si 1' uno , che V altro ; e perô giustamente<br />
soffrono la tortura e 1' uno , e l'<br />
altro „<br />
E
X s? )(<br />
. E qui non voglio omettere di far osservare<br />
ta clemeaza dei Sovrani, i quali<br />
non permetcono, che si fàccia subire la<br />
tortura a quei sventuraci rei, che sono<br />
Mtaceati da qualcbe grave incomodo , che<br />
farebbe, che i medesimi soccombessero<br />
sotto i tonnenti. E pure se od un Giapponese,<br />
od un abitatore délia Californie<br />
non informati délie Leggi Eumpee, Jeggessero<br />
il Libro che qui csaminiamo, avrebbero<br />
ragion di giudicare., che i Tribunali,<br />
ed i Sovrani d'Europa siano altrettanti<br />
crudelissimi Tiranni , ed i loro<br />
sudditi , la più infèlice , e la più srupida<br />
gente délia Terra.<br />
Nuova difficoltà : Egli'è importante (dite)<br />
(a) che ogni delitto palese non si a ira- W' Pl *<br />
pnnito ; ma è inutile , che si aacerti il delitto<br />
di un uomo che sta sepclto ne/le ténèbre<br />
de/l' incerte^za ; e vi lega subito appres^<br />
so questa pietosissima massima ; Un maie<br />
già fatto, a cui non nf è rimedio, non<br />
pub esser pnnito dalla Società politiê.i,<br />
cbe quanto influisce su gli altri, colla /«singa<br />
dell' impunité.<br />
Cerco : ( se la domanda è lecita ) Lascierebbe<br />
egli H N. A. impunito un uomo<br />
che gli avesse fatta una grave offèsa,<br />
col timoré di più, che l'offensore<br />
facesse poi di peggio ; lascierebbe egli dico<br />
impunito un taie uomo, sul rifiesso,<br />
F 4 che
_ )( S8 X<br />
che il nia le già fatto è sen^a rimerfio,<br />
jûtto privatamentie, e tioio a lui solo ?<br />
Lascio i scherzi, ed avverto , che eotesta<br />
difficoltà non è tanto contro l'uso<br />
délia Tortura, che contro la nécessita di<br />
punire generalmente tutti i delitti. Comunque<br />
sia ; rispoado, che è da frenetico<br />
l'afièrmare, essere cosa inutile, che<br />
si accerti il delitto di un reo , che sta<br />
sepalto nelle ténèbre dell' incertezza ; e<br />
parlo cosi, perché in questo luogo l'incertezz.i<br />
è Immaginaria, e non fa a propos!<br />
to ; perché un delitto da Tortura<br />
non é mai del turto privato ; altrimenti<br />
uno scellerato non potrcbbe, e non dovrebbe<br />
esser mai punito ; c perché ancora<br />
subito , che la cosa é in mano délia<br />
Giustizia, ella deve giudicarne , e giudicarne<br />
pubblicamente ; mentre si suppone<br />
rempre , che dei delitti i più privati, ne<br />
siano prtecipi gli accusatori, i Ministri<br />
alti, e bassi délia giustizia ec.<br />
Quanto poi a quella massima del N.<br />
A. oltre a quello, che ho accennato, deve<br />
ognuno persuadersi, che se dovesse<br />
essere adottata dai Giudici, non dovrebbero<br />
più condannare nessuno, perché i<br />
gran delitti quasi tutti seguono privatamente<br />
.<br />
Er^a parimente il N. A. nel supporre<br />
corne fa •>. che i delitti privati non influlsca-
)( 8? )(<br />
scano col loro maie nella Società, ewendo<br />
manifesta , che i scellerati, se si lasciassero<br />
impuniti, riposti che fossero in<br />
libertà commetterebbero dei nuovi delitci,<br />
con tanta maggior vioienza, quanto<br />
hannp veduto, che i delittj privati non<br />
si puniscono. Suppone anche da poco<br />
accorto che al maie dei delitti pnvati<br />
non vi sia rimedio ; perché vi si rimedia<br />
a sufrîcienza, con cercare i de<br />
privati , con gastigare i delinquenti , ed<br />
impedire, che non ne commettan dei<br />
puovi .<br />
Le tre riportate difficoltà, il N. A. le<br />
ha opposte contro 1' uso délia Tortura ,<br />
allorchè si vuole cavare la confessione<br />
dei reo ; ma viene poi (a) a condannare ( \<br />
quella ancora che si usa contro i rei, J.<br />
quando nel Joro esame cadono in contraddizioni,<br />
quasi che ( dice ) il timoré<br />
délia pena, l mcertezza dei giudixjo, /'<br />
apparato, e la maestà dei Gitidice, e P<br />
ignoranra comune a tutti i scellerati, e<br />
agit innocent!, non debbano probabilmente<br />
far cadere in eontraddi^ioni, e l'innocente<br />
, che terne , ed il reo, che cerca di<br />
coprirsi.<br />
Ma replichiamo ancor qui, che questi<br />
sono casi rarissimi, i quali non meritano,<br />
che si debba lasciare 1' utilissimo uso<br />
di dar la Tortura ai delinquenti ostina-
XPO(<br />
soffèrti in un. 1 , maniera, che si conosceva<br />
clV erano veramente innocenti . Sosteugo<br />
perô che non v' è tempo in cui<br />
più scppertajaaettte traspiri l'innocenza,<br />
o l'iniquità d'un uomo , quanto aliorchè<br />
si trova in mezzo ai tormenti . Se un<br />
uomo è verainente Filosofo , e che abSia<br />
rifiettuto molto sopra se stesso , aftermo<br />
che potrà diventar tanto padrone di<br />
se medesimo , talchè sia impossibile poter<br />
conoscere, o dalle sue parole, o dalP<br />
esterno suo portamento , se dica il vero ,<br />
o il falso, se sia addolorato, o tranquillo,<br />
e se sia colpevole od innocente. Cosa<br />
si deve poi giudicare di quest' A. il<br />
quale alla pag. 39. avanza francamente,<br />
ciie è cosi peco liùero il dire la mérita<br />
fra eli spasimi, e gli strasn'., quanto lo<br />
è /' impedire gli effetti del /«ace? O egli<br />
ci vuole imporre aliorchè vanta la sua<br />
scienza nella storia, 0 ardisce di voler<br />
ingannare il Pubblico ; perche sanno tutti<br />
esser innumerabile il numéro di quei<br />
Cristiani, che hanno confennata la loro<br />
fède in mezzo ai più atroci tormenti, e<br />
che hanno fatto altrettanto perfino i<br />
fais i Martiri délie sette Eretiche.<br />
Noi siamo adesso ail'ultimo colpo, e<br />
corne si dice al canon di corsia, anzi allô<br />
spazza campagne, che il N,A. ha rivoltato<br />
contro 1' uso tieila Tortura . Qtieste<br />
Te-
)( s>: X<br />
(dice (a)) sono staie corivsciute dai &:<br />
Romani Legislatori, presso i quali non i,<br />
trc-uasi usata alcttna Tortura, che su i<br />
soli schiavi , ai quali era tolta ogni persenalità<br />
. Queste l' Tnghilterra , Na^jone ,<br />
in ctti la gloria délie Lettere, la supériorité<br />
del commercio, e délie ricche^e , e<br />
fier cib delta polenta, gli esempj di -virai<br />
, e di coraggio non ci lasciano dubllare<br />
délia bcntà délie Leggi, anch' essa ha<br />
conosciute . La Tortura èjiata abolita nella<br />
Sïie^ra, abolita da v:no dei pih saggi<br />
Mcnarchi delC Eiiropa, che avcndo poriata<br />
la Filosofia sul Trono , Leg ishtù\ e ami-<br />
SV.oi Sudditi ., gli ha resi'•' lignai i, e<br />
libcri nella dipendenza délie Leggi , che è<br />
la sola Ugmglian^yf, e liberté, che posseno<br />
gli uoh onpvcli esigere nelle.<br />
:i combraj^icnt di cosc. La Tortura<br />
non è creduta lUce's.iyia dalle Leggi<br />
Xeglt Eserciti, compos-ù per la maggior<br />
parte di lia feccia délie Nazjoni, che sembrerebbcro<br />
percio doversene pih
)( ?4 )(<br />
mezzo con CUL dtvertire, ed attémre una<br />
simile scarkaî Si potrebbeegli oppor<br />
t miche ava per frastornare un colpo cosi<br />
terribile ? Si puo egli trovare alcuna risposta<br />
contro un esempio cosi autorevole<br />
e di tanto peso? Quantunque io sappia<br />
csservi gran differenza tra un costume<br />
j-ntrodotto senza maturo pubblico esame,<br />
e consenso d'una o di moite Nazioni ;<br />
e d' un altro costume , approvato dopo<br />
molti esami, e moite ncerche ; potrei<br />
ad ogni modo rispondere a quest' ultima<br />
opposizione -del N. A. con servjrmi di<br />
quelle stesse sue armi, con cui egli si fi<br />
contro l'uso di dare la pierra di morte,<br />
jcguito da tutte le Nazioni dell' univer-<br />
Pa «- so , e dire ancor io (a) : se mi si oppoiicssc<br />
r esempio di quasi tutti i Secoli, e<br />
di quasi tutte le :be hanno d..ta<br />
pena di morte ad alcum delitti, io<br />
rispondero, cbe egli si annienta in faccia<br />
délia i
X M )(<br />
l'aurorità di cui qui si parla, M<br />
abbisogno di questa specie d' armi. Mi<br />
fa solamente pena, che non dovro rispondere<br />
a tutto , e dimostrare in quant'<br />
inganno si trovi il N. A. circa la forza,<br />
che suppone si rrovi negli esenipj prodotti<br />
. Son qui.<br />
I Romani Legislatori non hanno usata<br />
la Tortura per ricavare la confesione<br />
de' Rei, perché non avevano ancor senti<br />
ta la nécessita d'un taie uso ; perché<br />
non erano a portata d'c-saminare questa<br />
matcria come si conveniva ; e perché le<br />
rivoluzioni délia loro Repubblica non<br />
hanno quasi mai lasciato il loro Stato<br />
tranquillo intieramente, né ridotte le differenti<br />
classi, e condizioni di persone<br />
ad un sistema fisso , per poter esaminare,<br />
e stabilise quale fosse il miglior metodo<br />
di procedere criminalmente ; ed in<br />
fatti é stato imperfètîissimo in tutte le<br />
sue parti, e più irregolarmente eseguito',<br />
come sappiamo da mille fatti.<br />
Egli e certo poi che quasi in tutte le<br />
Kazioni, e che in tutti i tempi, ed in<br />
tutti i Secoli, i Delitti degni di morte<br />
e le prove giudicate sufficknti a convincere<br />
, che un uomo ha commesso veramente<br />
un delitto degno di morte, è certo<br />
dico, che l'idea di coteste cose presso<br />
a poco è stata sempre la stessa appo
)( 9b X<br />
po tutti ; siccome lo e anche presse) tutte<br />
le moderne Naziom ; tanto gl' Inglesi<br />
v. gf. che gl 1 Italiani ricercano lo stessq<br />
grado di certezza dei delitti d'un reo,<br />
che meritano la morte, ed er.trambi decrétano<br />
quasi la stessa pena per gli stessi<br />
delitti. Bunque non vi correrà tra<br />
queste due Nazioni altra differenza nel<br />
procedere criminalmente contro d'un reo,<br />
se non questa, cioè che gl' Inglesi, ed<br />
altre Nazioni condannano a morte senza<br />
cercare délia confessione del reo; e che<br />
gl' Italiani non condannano a morte nessuno<br />
se prima non ricavano la confessione<br />
del reo; e che in Inghilterra un reo<br />
dopo ctrte prove dei suoi delitti non è<br />
possibile che possa più évitai- la morte ,<br />
famia ; cd all'opposto in Italia si<br />
are, che un reo colle stestt<br />
prove di reità possa evitarla. Si demanda<br />
adesso ad oani uomo sincero, e spregiudicato<br />
; quale di cotesti due n<br />
di procedere alla condanna dei rei , sia<br />
più favorevole agli stessi rei , più cauto,<br />
più sicuro, e manco suscetnbile d'ingannarsi<br />
nel condannarli a morte, quello<br />
dell' Inghilterra , o quello dell' Italia ? 1'<br />
Inglese , secondo il cua'e si dà sentenza<br />
di morte , senza attendere la confessione<br />
del reo; ol'Italiano, secondo cui non si<br />
condanna a morte il reo, se prima egli<br />
non
X 97 X<br />
non ha confessati i suoi deiutj, o spontaneamehte<br />
, o a forza di tormenti ?....<br />
Quanto a me io non esiterei un sol momento<br />
ad aflérmare, che sia più favorevole<br />
a' rei, più cauto, più sicuro e înanco<br />
suscettibile d'ingaiinarsi nelle sue coiidanne<br />
un Giadice Italiano, che premette<br />
1' apparato délia Tortura, e vuole prima<br />
la confessione de' rei ; che il Giudice<br />
Inglese il quaie procède alla condanna<br />
sulla sola deposizione dei Testimoni, c<br />
semplice ricognizione del corpo del<br />
delitto, cioè cou minori formalità, e<br />
con più franca s.pniitezza.<br />
Taie è la mia opinione su di questo<br />
proposito, e calcolo per zéro le convuldella<br />
Tortura, che si faniio venire<br />
ad alcuni pochi sacriJcghi scelJerati, od<br />
anche a qualche innocente, in confronta<br />
tlei yantaggi, che arreca il metodo di<br />
condannare Italiano a tutta la Società,<br />
a tutti i rei degni di morte, ed anche a.<br />
quei stessi che soffrono, e che resistona<br />
alla Tortura.<br />
Tutto quello ch' ho detto qui del metodo<br />
degli Inglesi, sia detto anche con-<br />
Iro 1' esempjo dei Romani, dei Svezzesi,<br />
e dei Prussiani, i quali tutti fbrse procederebbero<br />
corne si fa in Itaiia, se potessero<br />
vedefe in tutta la sua estensione il<br />
bene, che un tal metodo cagiona tra di<br />
Toin, HT. G noi,
)( ?s )(<br />
noi, ed i mail, che ci fa evitare; e conoscereobero<br />
in oltre quali, e quanti siano<br />
stati i motivi, che hanno fatto giudicar<br />
nscessario l'esigere la confessione<br />
stessa de' rei, prima di condannarli irrevocabilmente<br />
alla morte .<br />
Riguardo poi all'esempio dei Romani,<br />
si potrebbe aggiugnere, essere stata poco<br />
accortamente opposta la giustizia, e 1' umanità<br />
dei castighi, e délie pêne degli<br />
antichi Quïriti, a quelle dei moderni Italiani,<br />
e d' altri ; perché si sa , che quei<br />
discendenti di Romolo sono stati giusti ,<br />
ed muant coi soli loro correpu'jblicisti ,<br />
ma barbari, ed ingiusti contro tutte 1'<br />
altre Nazioni.<br />
Io mi consoio, che V Inghilterra sia<br />
una Nazione, che gode la gloria délie<br />
Lettere , la superiorità dei Commercio ,<br />
délie ricchezze, ed anche sia percio più<br />
potente , e mi rallegro altresi de' suoi esempi<br />
di virtù, e di coraggio ; ma io so<br />
quaie sia la Religions, ed i costumi di<br />
quasi tutte le differenti Nazioni, senza<br />
sapere percio quali siano le loro Leggi,<br />
ne con quale esattezza eseguite. Ho veduto<br />
in oltre questo fenomeno, che mol*<br />
ti uomini ricchi, gloriosi, e Letteuui,<br />
erano nello stesso tempo i più inem Bel<br />
governare se stessi . Cono?co in oltre<br />
quaii siano le virtù, che inliuiscelo spi-
)(p?)(<br />
rito di Commercio , e di Traffico , senza<br />
nondimeno ch' io sappia se alcuno<br />
ahbia ancora dimostrato, che gl' Imper;<br />
più ricchi, e più potenri, siano sempre<br />
stati i più felici, e governati dalle inigliori<br />
Leggi ; siccome ignoro parimente<br />
se le Storie ci dicano, che la corruzione<br />
dei costumi, e la trascuratezza délie Leggi<br />
abbiano sempre avuta la stessa epoca<br />
defla maggior pcrferaa degl' Imper;.<br />
Ma poco importa i'intetidere tante cose<br />
; cjuelio che vorrei dire si è, ch' il N.<br />
A. ci propone con poco buona logica 1'<br />
esempio delP altre Nazioni, perche appunto<br />
perché non tutte sono le stesse, neppUr<br />
le loro leggi esser devono le medesime<br />
.<br />
Che poi gl'Inglési, i Svezzesi, ed i<br />
Prussiani abbiano fatto nelle loro Leggi,<br />
si civili, che criminali délie nforme contrarie<br />
a quelle dell' altre Nazioni, siccome<br />
in tant' altre cose fanno 1' opposto<br />
degdi Italiani, io non lo ricerco; diea<br />
bensi, che sanno tutti distinguere la perfezione<br />
dei costumi, e délie Leggi nata<br />
da una mente riflessiva, e créatrice, da<br />
quella, che nasce semplicemente dalle varie<br />
combinazioni accidentali, che potrebber<br />
essere r' etlètto dei fanatismo , dello<br />
spinro di nazione, dell'odio e dell'impegno,<br />
e nascere altresi da un folle, ed<br />
G 2 am-
X i°° X<br />
ambizioso amore délia sempresospetta Novjtà.<br />
In somma l'uso'contrario d'alcune<br />
Nazioni, quantunque rispettabili, non è<br />
un 1 apodittica prova, che l'uso délia Tortura<br />
corne si pratica in Iralia, sia veramente<br />
inutile , ed ingiusco .<br />
Molto meno poi vien ciô provato dall'<br />
esempio contrario degli Eserciti. I delitti<br />
del Soldato sono ordiuariamente i<br />
furti domestici, e le diserzioni, e questi<br />
si possono spedire senza 1' uso délia Tortura<br />
, tanto più che il Militare difïîcilmente<br />
puo mettere in pratica le formalità<br />
del criminale politico ; e sappia di<br />
più il nostro Autore , che il Militare è<br />
dispensato da simili formahtà, appunto<br />
perché gli Eserciti ( corne dice lo stesso<br />
N. A. ) sono compost! per la maggior<br />
parte délia feccia délie Nazioni,<br />
Ma e d' onde mai ha saputo il N. A.<br />
che gli Eserciti non faccian usô délia<br />
Tortura per motivo di più perfetta giustizia,<br />
e di umanità ? Gli Eserciti hanno<br />
sempre fatto cosl, e per questo fanno bene<br />
a seguitar cosl ; ma non per questo<br />
dovea parer strano , che le pacifie h e L<br />
gi non apprendano dagli annal induritt<br />
aile stragi , ed al sangue il metodo di<br />
giudicare ; deve bensl sembrare stravagante,<br />
che un uomo di talento, e scienziato<br />
si lasci tanto vincere dall' impe-
)( loi )(<br />
gno di sostenere una cattiva causa , che<br />
proponga da iraitarsi a tutte le Nazioni<br />
il hecessarîamente rigoroso e spedito costume<br />
di punire che si tiene dall' onorato<br />
Militare.<br />
Ardisco adesso lusingarmi d'aver provato<br />
, che 1' uso délia Tortura non sia in-<br />
• giustamente crudele, ed inutile, e che le<br />
ragioni, e gl' inconvenienti immaginati<br />
dal N. A. per provare l'opposto, non<br />
• sono decisivi. Con tutto ciô io sono taie<br />
, che desidero colla più perfetta sincerità<br />
, e passione , che tutti gli uomini vivano<br />
in maniera, che non abbiano mai<br />
da dare occasione alla Giustizia di far uso<br />
délia Tortura, e che 1' adorata Giustizia<br />
di tutti i Sovrani sia sempre clementissima<br />
Giustizia , e lasciam qui materia<br />
si tetra.<br />
Dopo l'Articolo délia Tortura V Ai DttG;*<br />
tratta dei Giuramenti in Giudizio (a). '""'""•<br />
lo sono tï accordo con esso lui per quello<br />
che riguarda la sostanza délia sua opinione<br />
; ma rincrescemi solamente il suo<br />
modo di parlarne. Mi fa urto per esempio<br />
questa proposizione : Gli affari del<br />
Cielo si reggono con Leggi affatto dissimili<br />
da quelli che reggono gli affari nmani<br />
: cosi quella di affermare che la<br />
Legge, che obbliga al Giuramento, comanda<br />
o di ester cattivo Cristiano, o di<br />
G j- es-
X IOZ X<br />
ésstr Marthe: perché questa è una lepidezza<br />
che pute del Sacrilego , oltre che<br />
offènde iTribunali, che vogliono ilGiuramento,<br />
o che 1' hanna esatto una voira<br />
. Mi ferisce finalmente quel dire con<br />
tanta franchezza che ciascun Giudice gli<br />
pub essere testimone, che nissv.n giuramento<br />
ha mal fatto dire la verità, perché<br />
io non credo che tutti i rei siano<br />
Spiriti Forti.<br />
!£,_ AH' articolo dei Giuramenti fa succedcM<br />
dere quello délia pronte^a délie Paie ;<br />
'' ma non dice nulia , che non si trovi in<br />
mille Libri nella maniera anche più esatta<br />
e più intéressante . Solo vi fa traspirare<br />
il suo odio , ed il suo disprezzo<br />
contro gli Amministratori délia Giustizia.<br />
Fa lo stesso negli Articoli ove tratta<br />
délie Violence, dei Fttrti, e dell' Infarkia.<br />
Discendendo poi a parlare degli o^iosi<br />
dello Stato, defînisce 1'ozio politico, e<br />
distingue gii oziosi in una maniera tutta<br />
«forme ail' animo suo , ed a' suoi sentimenti,<br />
la quale mérita dell' osservazio-<br />
'Çjr ne. Io cbiatno o-rjo politico ( dice (a) )<br />
i. quello che non contiibuisce alla Società-,<br />
p A a r 6 t; ne col travaglio , ne colla ricche-^a , che<br />
acquista sen^a giammai perdere, che venerato<br />
dal vol go con istitpida ammira^tOr<br />
ne y risguardato dal S'aggio , con isdegmh<br />
sa
)( »3 )(<br />
s,: Compassione per gli esseri, che ne sono<br />
la -vittima , che essenUo pr:vo di quelle<br />
st'imolo delta vtta attifa, che è la nécessita<br />
di enstodire, 0 di air,,ientarc i comodi<br />
délia vita , lascia aile pjssioni di<br />
epinicme , che non sonc le mena fort!, tutti<br />
la loro energia . Non è o~ioso poiiticamente<br />
, chi gode dei frtttti dei -vi^ii ,<br />
o délie viflu dei profr/ antenatt, e fende<br />
per attuuli piaceri il pane , e /' esiste>K..<br />
-.itriosa povertà , che esere<br />
la tacita gasrra d' industfia<br />
co:i' epuknxfl , in vece de/P incerta , e<br />
Uingumosa dd!a Ctterra .<br />
Torniamo subito di sopra, e tentiatno<br />
ancor noi di rispondere semplicemente du<br />
Filosofî, e da Politici, benchè una rai distinzione,<br />
cd astrazione sia ora mai t,m-<br />
•to coinune, quanto è perridamente astuta,<br />
ed ingiuriosa al Vangelo, che non riconosce<br />
clie un Dio solo, ed una sola<br />
ifia .<br />
E v superfluo V avvertire che la prima<br />
spezie degli oziosi accennari, e descritti<br />
cou colon cosi inftrnali dal nostro Politico<br />
, sono i Religiosi, massime i Claustrali.<br />
Grau cecità dei nostro illuminatissimo<br />
Secolo , che chiama, e giudic» oziosi<br />
quelli , che più d' ogni altro hanno<br />
contribuito, e contribuiscono tuttavia colle<br />
loro raani, col loro talento , e col lo-<br />
G 4 ro
)( Io4 )(<br />
ro esempio al maggiore vantaggio, cd alla<br />
più perpétua félicita temporale e politica<br />
di tutte le Società nelle quali si son<br />
ircvati, e si trovano ! Grande ignoranza,<br />
che giugne a credere, e ad arFermare, esse;<br />
più ozioso politicamente un uomo che<br />
pel suo vitto e vestito.consuma appena la<br />
quarta parte di quello che avrehbe potuto<br />
consumare con danno délia Società, se gli<br />
fosse piacjuto divivere coi più: un uomo<br />
idia continuamente per sua ed altrui<br />
srudizione, o che ajuta gli altri a studiare,<br />
ed a vivere da buoni cittadini : un<br />
uomo, che col solo esempio délia vita<br />
che mena, fà che si conservi più stabilmente<br />
nel suo buon ordine la Società ;<br />
grande ignoranza, dico, che uominidi tanta<br />
utilità si giudichino adesso più oziosi<br />
politicamente di quelli, che il maggior<br />
bene che sappiano fare, è quello di giacersene<br />
inerti per tutto il corso di loro<br />
vita a consumare le più preziose sostanze<br />
délia Società, e a distruggere i fnitti<br />
elelle •virtk dei loro antenati ! Io giungo a<br />
dire, e da Cattolico, e da Filosofo, e da<br />
Politico che l'ignoranza, che ingombra<br />
ed offusca ai nostri giorni gli occhi e la<br />
mente di certi mezzi Letterati, ed insani<br />
politici, e che non lascia loro vedere la<br />
reale polifica utilità, che apportano agli<br />
i. le comunità Religiose, io giungo
)( IOÎ )(<br />
adaffèrmare, diceva, chequesto ù un provido<br />
gastigo di Dio ; perche* io non credo<br />
siavi cosa più évidente, quanto, che quasi<br />
tutti i Religiosi, o sono appiicati aile<br />
scienze più utili, o le insegnano privatamettfe,<br />
e neile pubbliche Università, o si<br />
occupant) in qualche meccanico lavoro, corne<br />
si puo scorgere in tutte le gran Biblioteche<br />
dove gli Ecclesiastici vi fanno<br />
la.primaria pompa, e ne son il più prezioso<br />
ornamento , corne segue da pertutto<br />
ove si ammirano le loro utilissime invenzioni.<br />
Hanno osservato anche i manco<br />
versati neile storie, che non s'è mai trovato<br />
al mondo un Regno, ed una Nazione<br />
afrlitta, semprechè ha stimate, ed amate<br />
le persone religiose, od i loro Sacerdoti,<br />
e Filosofî, e che per lo contrario<br />
quasi tutte le più gran calamità, ch'<br />
hanno sofferte i Regni e gl' Imperj, tanto<br />
antichi che vicini a noi, hanno avuto<br />
la loro origine, ed il loro principio, dalla<br />
poca stima, e dal disprezzo pubblico<br />
contro dei Religiosi. E chi è che non possa<br />
osservare ancor di présente che in quelle<br />
Provincie, ed in quei Regni ove più<br />
è grande il numéro dei Religiosi, o di<br />
uomini, che vivono alla maniera de' Religiosi<br />
, vi si conduce una vita più tranquillamente<br />
felice, ch' ove essi non si<br />
trovanoin tantonuméro? Perché non sono
)( I08 )(<br />
g] vede che in tutte le Nazioni, e massime<br />
nelle più calde , vi si trova mai sempre<br />
certo numéro d' uomini portati naturalmente<br />
al ritiro ed alla contemplazione .<br />
Per fine non v'ha cosa buona, ed utile<br />
al Pubblico, che almeno in parte non<br />
ne siam debitori ai Religiosi.<br />
Si ricevi quant» ho detto sin qui corne<br />
un semplice saggio di quel molto, che<br />
avrei potuto dire contro quegli inerti politici,<br />
che declamano furiosamente contro<br />
P ozio supposto degli Ecclesiastici ;<br />
pc-rchè protesto d'averlo scritto pu per<br />
far cosa srata a costoro, che per iscrivere<br />
PApoiogia délie comunità Religiose.<br />
So che contro il preteso lor ozio si<br />
producono gli esempj di certe agghiacciate<br />
Nazioni. Mi verra forse P opportunità<br />
di trattare lo stesso argomento, ma<br />
con altra divisa. Non è tutt' oro quel che<br />
risplende.<br />
Frattanto siccome tutto quello che si<br />
suole opporre contro P ozio pohtico dei<br />
Religiosi, si contiene nella riportata divisione<br />
di questa spezie di oziosi, fatta<br />
dal nostro A. cosi io con rispondere aile<br />
sue calunnie , avro soddisfatto a tutti. Ha<br />
scritto pertanto, che gli Ecclesiastici non<br />
ïibuiscono alla Société col loro travaglioj<br />
ed ioaffermo, che i Religiosi non<br />
solo travagliano coll'ingegno, e colle niant
)( 1=9 X<br />
ni loro; ma di più che procurano, e sono<br />
effettivamente cagione, che travaglino<br />
ancora gli altri, e che lo fanno con tanto<br />
maggior merito, quanto, che se fossero<br />
restati nelle loro case, sarebbero vissuti<br />
nell'ozio il più pernizioso. Si esamini<br />
quale sia l'impiego del tempo dei Reiigiosi,<br />
e se non si trova che tutti sono<br />
occupati, o allô studio, oalleScuole, o a<br />
procurare il buon ordine, o al rravaglio<br />
délie mani, o ai servizj délia casa ec. io<br />
sarô il primo a giudicare inutili Je comunirà<br />
Religiose. Ma rammento, che non<br />
è la sola popolazione, e le sole ricchezze,<br />
che rendono felice uno Stato ; ma interne<br />
ancora le scienze, ed il buon co-:<br />
•stume. Or chi non sa che le comunità<br />
Religiose sono lenutrici, ie propagatrici ,<br />
e le conservatrici délie scienze, e délia sana<br />
morale? Le Opère che ianno stampare<br />
gli Ecclesiastici non sono elleno un baonissimo<br />
capo di vantaggioso commercio?<br />
Dice poi il N. A. che le Religioni non<br />
contribuiscono al benpubblico, neppur<br />
colle loro riccï&ççe , penbè acquJstaneicn-<br />
X'i giammai perdere. Io nego assolutamente,<br />
che le Religioni sien ricche, e
)( no )(<br />
mento de' suoi Religiosi; e che all'opposto<br />
poco men che tutte eon grandissime<br />
stento supplisfcono a ciô che deve servire<br />
pel lorovitto, pel loro vestito, e per<br />
le spese délia casa. Ma si dice che fannd<br />
délie gran Fabbriche. E 1 veto; ma ci voglion<br />
dei secoli ; e poi o sono ajutati dai<br />
secolari, o se locavan dibocca, o v'impiegano<br />
ciô, che hanno guadagnato i Religiosi<br />
particolari colle loro dotte fatiche,<br />
e colla loro virtuosa industria : e poi comunque<br />
sia, è certo che fabhricando danno<br />
dell'utile al pubblico, e 1' abbelliscono,<br />
con tanro maggior vantaggio ; quanto<br />
che fabbricano in maniera, che non s'<br />
abbia da essere in continue inutili spese<br />
per fabbricare .<br />
Si dira che vi sono le ricchezze délie<br />
loro Sagrestie . Sicuramente, che per la<br />
pietà dei Fedeli quesre sono considerabili ;<br />
ma* queste sono state fatte, o con quello<br />
di cui si sono privati per se stessi i Religiosi<br />
, o colle picdok spontanée con.tribuzioni<br />
dei popoli, i quali certamente<br />
frattanto che contribuiyano il loro soldo<br />
, non avranno pensato a commetrere<br />
qaalche iniquità, ed avranno cosi dato<br />
buon esemnio agli altri, perché imitassero<br />
la loro pietà, la quale certamente mantiene<br />
la quiète, ed il buon ordine nella Société<br />
j ed è perô un bene politico.<br />
Do-
)( III )(<br />
Domando: un Tesoro, ed un Deposiro<br />
pubblico è egli utile, e necessario a tucte<br />
le Società/ Utilissimo senza folio ; e<br />
tanto pjù utile, quanto se verra ad esser<br />
formato insensibihnenre dalle spontanée,<br />
e virtuose piccole contribuzioni di molti<br />
privati ; e quanto che sarà composto da<br />
quell'oro, e da quell'argento, che altrimenti<br />
saria stato convertira m tanti servizii<br />
da tavoJa, ed in mil!'altre inutili<br />
manilatture : e quanto più Io stesso Tesoro<br />
sarà più sicuro, e piu capace d'allettare<br />
la gente, perché s'invoglino d'<br />
accrescerlo sempre più. Dunque le rio<br />
chezze Ecciesiastiche sono utili, e contribuiscono<br />
al bene politico di tutta la Società.<br />
Regola générale; Quanto sono più grandi<br />
le riccbe^e de' Tenipj iP una Na~ione ,<br />
tanto più qaesto sarà v.n segno , che tal<br />
Nayone è più cos.tantemente ricca, più<br />
patente, meglio goveniata, e più feitce<br />
deir altre. Ma passiamo ad altro.<br />
Déplora l'A. che l'ozio dei Religio»
X *" X<br />
che da instnsato ; ed aggiugnerè che quei<br />
saggi del N. A. che nsguanda.no la vita<br />
virtuosa dei Religiosi cattolici coi isdegnosacompiissicr.c,<br />
sono tali, che aile persone<br />
savie davvero ecciraiio quaicosa di<br />
più magnanimo,, che lasdegnosa compassione<br />
. In vita mia non ho mai trovato<br />
•^n uomo onesto, che sparlasse dei Religiosi<br />
, ne un Uomo che amasse e che sapesse<br />
compatire i difetti degli Ecclesiastici,<br />
che fesse poco onesto, o cattivo.<br />
In ulrimo il N. A. ha scritto, che i<br />
Religiosi sono vittime ; cosa che gli si<br />
potrebbe accordare, perché in fitti lo sono,<br />
e senza dubbio délia specie la più<br />
generosa, e la più pr«ziosa. Ma perch'<br />
si serve di quel termine in altro senso,<br />
io debbo rispondergli secondo l 1 intelligenza<br />
sua.<br />
Noi abbiamo osservato in tutti i sentimenti<br />
ed in tutte le opinion': del nostro<br />
Scrittore , ch' egli ha scritto il suo Libro,<br />
non già in favore del bene dello Stato ,<br />
ma unicamente per il bene délia Società,<br />
e che anzi l'ha sostenuto anche con pregiudaio<br />
del primo, sino a pretendere,<br />
che abbia maggior diritto un uomo privato,<br />
che tutta la Società insieme, o<br />
quelli, che la rappresentano. Ciô premesso,<br />
affèrmo che V A. ha falsamente chiaœato<br />
vittime i Religiosi Claustrali, per-
)( wj X<br />
chè è certo, che turti, toltone qualche<br />
vizioso, sono contentissimi del loro stato,<br />
talchè non lo cambierebbero con quello<br />
del più potente Sovrano délia Terra,<br />
corne l'intendiamo dai loro discorsi, dalla<br />
sanità che godono, dall'ilarità délie loro<br />
ciere, da tutto il tenore di loro vita.<br />
Ora s'è certo che in questo Mondo sono<br />
felici quelli, che sono content! del loro<br />
stato ; djnque i Religiosi sono felici;<br />
e se sono felici, perché mai trattarli da<br />
vittime} perché anzi non felicitàrli diranto<br />
bene di cui sono in possesso, giacchè<br />
110:1 si cerca altro bene dal N. À. che la<br />
félicita dei privati? Se questo non è un<br />
esser contrario a se stesso, ed ai proprj<br />
sentiraenti, e principj, quai mai sarà ?<br />
Ma certa specie di Letrerari è già iii possesso<br />
di potersi contraddire in tucre le sue<br />
rnassime, ed è impossibile che non segua<br />
cosl a quelli che vogliono viaggiare in<br />
Paesi incogniti, senza guida, e fàrsi la<br />
strada da per se soli corne le navi. Moi<br />
procureremo con tutto ciô di non perdere<br />
di vista le smarrite traccie del N. A.<br />
Sfogato ch'ha l'A. N. il suo maltalento<br />
contro dei Religiosi Claustral i , coule<br />
abbiamo notato, prende poscia ad esaminare<br />
le ptne del Bando, le Confische, e<br />
lo Spirito di Famiglia ; ma tutto fuori<br />
di luogo, esenza scrivere nondimeno nien-<br />
Tom, III. H te
W X<br />
te o di Buouo, o di buonn ; e di più i<br />
criffi scriflfi che si trovano in<br />
t. : tlcoli, fanno più accorto chi legge<br />
délia pàrzialità dei N. A. per certi<br />
Scrittori.<br />
Scorse coteste materie ritorna a ripigliare<br />
il suo primario soggetto, cioè a<br />
parlare délia dolcezzJ délie Fer.e, ed ancor<br />
qui si rivolta in tutte le fogge, e si<br />
arrampica su i più rovinosi nracigni, ed<br />
in mezzo i più lacérant i rovi, affin d'<br />
arrivare a far che si persuadino i suoi<br />
Letton, che non si deve condannare a<br />
morte nessuno ; e discorre verarnente circa<br />
taie argomento in maniera, che chi<br />
legge è sforzato a compatire i suoi paradossi,<br />
e stare ad osservarlo con queilo<br />
stess'occhio di curiosité, col quai si starebbe<br />
osservando un qualche sventurato,<br />
che cade inavvedutamente in un lago nell'<br />
atto stesso, elle si sforzava di sortir fuora<br />
d' un piccolo fiume in cui era incautamente<br />
caduto. Ma non bisogna schiftarsi<br />
nel scoprire i suoi proditorj soffismi ,<br />
Je sue invisibili sottigliezze, i suoi finti<br />
timori, i suci tortuosi cavilli, e le sue<br />
violenti astrazioni.<br />
dùl_ La fondamentale proposizione che piàtji<br />
ta il N. A. per riuscir di provare l'abo-<br />
Fe ~ Hmento déliapena di Morte, è la seguentc,<br />
cioè che Uno dei più grau frent dei<br />
de- i
)( "5 )(<br />
, ;:GH è la cn-.deltà délit pêne, ma<br />
l'infaUibiiiîa di esse (a); dalla tjuale pro- ['<br />
posizione si dovrebbe dedurre, cfae uno '<br />
scellerato si asterrâ dal commettere un<br />
delitto, piuttosto allorchè crederà infallibile,<br />
che commettendoio sarà condaimato<br />
a resrare nnchiuso per una settimana v.<br />
gr. in una comoda carcere ; che se starà<br />
un poco dubbioso che commettendo lo<br />
stesso delirto , sarà bruciato vivo . Peggio:<br />
perché doveva rii-iettere il N. A. che<br />
i scellerati non dubitano punco, che se<br />
caderanno in mano délia giustizia saran-<br />
110 inesorabilmente condannati j ma speraiio<br />
bensi di non caetera giammai. Peggio<br />
ancora : perché si vede molti, che passano<br />
francameute un pi.colo Fiumicello sopra<br />
una srretta, e debole trave; ma se 1'<br />
acqua di questo Fiumicello venga molto<br />
accresciuta, e divenri assai fonda, allora<br />
benché la rrave resti la stessa di prima,<br />
nessun più si arnschia passarvi sopra .<br />
Dunque non è la certezza, ma la grandezza<br />
del maie, e del pericolo quella che<br />
fo gli uomini più cauti nell'operare.<br />
Si noti, che dopo Je testé riportate parole<br />
Uno dei più gvan jtaii dei delitti<br />
ec. l'A.vi aggiugne immediatamente quelle<br />
che seguono.- E per conseguen^a la-vigilan^i<br />
dei Magistrati, e quella severità<br />
di un Ciudice tnesorabile, che per essere<br />
H 2 «»'
tin' 1 utile vtrtht, dev'essere accompagnata><br />
da una dolce legisla^ione. Il senso di cotesta<br />
conseguenza, io non lo so rilevare.<br />
Senza dubbio vi sarà corso qualche error<br />
di stampa, e fbrse sarà verbo quell' e.<br />
Ripigliamo.<br />
Ma l'atrocità délie pêne , giusta il pensare<br />
del N. A. non solo ha minor efficacia<br />
dell' infallibilità délie medesime per<br />
raffrenare i delitti, ma di più come sostiene<br />
lo stesso, P atrocità medeshna délia<br />
pena fa che si ardisca tanto di piii per<br />
ischivarla, quanto è grande il maie, a<br />
cm si va incontro, e fa che si comniettano<br />
piii delitti per fuggir la pena d' un<br />
solo : verissimo , che P atrocità délia pe^<br />
ma fa che si faccia ed ardisca tanto di<br />
più per ischivarla, ( corne qui scrive,<br />
ma non vuole l'A. ) Ma domartdo perdono,<br />
che per ischivare un gran maie<br />
se ne facciano de 1 maggiori, e che si vogliano<br />
commettere pih delitti per fttggire<br />
la pena d'un seh. Gran cosa, che certi<br />
Spiriti vogliano piuttosto azzarclare un<br />
paradosso, che privarsi del piacere di un<br />
bello scherzo di parole i> Il N. A. vuole imitare<br />
il suo gran Présidente di M ma<br />
se fosse vero, che gli uomini per isfuggire<br />
la pena d'un sol delitto sono disposti<br />
a commetterne molti ; dunque se si<br />
abolissero tutte le pêne, si arresterebber»<br />
tutti
)( il? )(<br />
tutti i delitti. Mirabile felicissimo ritrovaro<br />
!<br />
Per tutta prova di cotesto suo paradosso<br />
dice cosl. / Paesi e i tempi dei più<br />
atroci supplicj furon sempre quelli délie<br />
più sanguinose, ed inumane azjoni, poicbè<br />
il medesimo spirito di ferocia cbe gu'nlaija<br />
la mano delLégislature, reggeva quella<br />
del Parricida, e del Sicarlo . Ma cotesta<br />
riflessione fa poco colpo, perché bisognava<br />
provare che la cagione di quelle<br />
sanguinose, ed inumane a^inni sia stata<br />
1' atrocità dei supplicj, e che non sia anzi<br />
vero I'opposto. E poi alfra cosa èun<br />
Governo tirannico, ed aJtra i pacifici de:<br />
quali noi qui parliamo. Un altro paradosso.<br />
Alla pagina che segue aggiugne, clic<br />
a niisuya cbe i supplicj diventano piu<br />
crudeli, pi h gli animi umani s'incalliscono;<br />
e quindi seriamente deduce, che /»<br />
sempre "viiia délie passioni fa cbe<br />
cent', anni di crudell supplicj la Rvcta<br />
spaventi tanto, quant'o la prigionia. Si<br />
sa quai forza puô guadagnare ia nostra<br />
immaginazione sopra certi oggetti ; ma<br />
ch' elia possa giugner ad apprendere ugualmente<br />
lo spavento délia Ruota, che quel-<br />
Jo délia semplice prigionia, chi l'afferma<br />
si abusa délia ragione, e de'suoi Letton.<br />
E" vero poi che gli uomini sono sempre<br />
pronti acommettere i più gran deiit-<br />
H i ri
X II8 )(<br />
ti per isfuggire un gastigo, tutte le voire<br />
che sperano di poterlo tare impunemente<br />
; ma cos' han da ,far questi casi<br />
colla verità, che il timor d' una pena maggiore<br />
raftrena i delitti, più d'una pena<br />
minore ; Avanti.<br />
I due riportati inconvénient! dell' atrocità<br />
délie pêne sembrano tenui al N.<br />
A. perché dice che ne derivano in oltre<br />
queste due funeste conseguenze , assai contrarie<br />
al fine medesimo di prevenire i deraB-<br />
litti. La prima è (a) che non è si facile<br />
il serbare la proporçiane essen~iale tra il<br />
Delitïo, e la Pttta , perche quantunque<br />
tm'inihtstriosa crudeità ne abbia variate<br />
nwliissimo le specie, pure non possone oltrepassare<br />
quelï tiltima força , a oui e limitata<br />
l'organiçz'zione e la sensibilité<br />
tumano . Ciunto che si sia a questo estremo<br />
( continua l'A. ) non si trovereùbc<br />
a' delitti piii dannosi e pih atroci pena<br />
magpjore corrispondente, corne sarebbe d'<br />
uopo per pre-venirli.<br />
V altra sua conseguenza è la seguente :<br />
che la impunità stessa nasce doit' atrocita<br />
de: delitti y perché gli uomini sono<br />
racchiusi fra certi l'uniti, si nel bene,<br />
che nel maie, e perché uno spettacolo troppo<br />
atroce non pub essere che un passeggicro<br />
fur or e.<br />
Io protesto qui d' aver trascritte coteste
)( IIP )(<br />
ste dueconseguenze, chiamate funeste dal<br />
N. A. non gi.ï per ispiegarle co;ne si meritanoy<br />
ma solo perché si veda 1' uso,<br />
che fa lo stesso délia sua Merafisica e<br />
del suo getiio geometrico in cose di tanta<br />
serietà , Egli vorrebbe che si facesse<br />
•una Tavola graduata in due colonne, in<br />
uaa délie quali vi si potessero scrivere<br />
per ordine i différent! gradi di reità dî<br />
ciascuu possibile delitto ; e nell' altra la<br />
qualità délie pêne, che si mérita ciascuno<br />
di quei delitti . Or siccome , secondo<br />
VA. N. la gravita, e l'atrocità de'delitti<br />
cresce in una série infini ta , cosi seguirà,<br />
che se noi segneremo in una parte<br />
délia colonna délie Pêne v. g. poco sopra<br />
délia sua meta Pena di Morte, c che nella<br />
colonna dei delitti si trovino segnate<br />
sino ail' estremità superiore délia stessa<br />
colonna dei delitti le différend gravita<br />
dei medesimi delitti; ne seguirà, diceva<br />
in taie supposizione , che in questa Tavoletta<br />
vi resterebbe segnato un gran<br />
numéro di differenti gradi di atrocità di<br />
delitti senza nessuna pena, che lorocorrispondesse<br />
; ed ecco , che non sarebbe<br />
serbat.t la propoïzjone essentielle ira i Delitti<br />
e le Pêne, corne l'immagina il N.<br />
A. dal che ne ricava , che se si lasciasse<br />
di assegnare a certi delitti la pena di<br />
morte , che è P estrema délie pêne, si<br />
H 4 pu.
X i*> )(<br />
potrebbe allora dividere, e graduare le pêne<br />
in maniera, da farne una colonna che<br />
corrispondesse esattamente a quella dei<br />
giv.di délie differenti atrocità dei Delitti<br />
.<br />
Or siccome è cosa impossibile , che<br />
possano gli uomini ritrovare le specifiche<br />
infinité differenze dei differenti gradi di<br />
reità dei Delitti, e quelle dei differenti<br />
gradi délia pena che si mérita ciascun delitto<br />
, cosi dovressimo sospendere di gastigare<br />
nessun scellerato sino tanto che<br />
non nasce qualche gran Geometra, capace<br />
di graduarci colla bramata esattezza la<br />
Tavola dei Delitti, e délie Pêne conforme<br />
se 1' è immaginata la geometrica fantasia<br />
dei nostro A. Quale abuso délia scienza<br />
deir uomo !<br />
Ma i Giudici, che non hanno voluto<br />
studiar l'Analisi, hanno giudicato, che<br />
poqo importano alla Società certe geometriche<br />
dimostrabili esattezze délia corrispondenza<br />
délie Pêne ce: Delitti, purché<br />
si ottenga, che gli uomini commettano<br />
minor numéro di delitti, che sia possibile<br />
' il che ottengono appunto con dar la<br />
pena di morte a molti delitti ; sema di<br />
che il Mondo sarebbe pieno di sceilerati,<br />
che si riderebbero délie tavole .graduare<br />
dei N. A.<br />
Qel resto è cosa évidente, che quand'<br />
an-
)( 121 )(<br />
anche si tralasciasse di dare la pena di<br />
morte , la graduazione délie Pêne , e<br />
dei Delitti sarebbe anche più difficile<br />
ad eseguirsi nel sistema del N. A.<br />
che nelF ordinario ; o diremo piuttosto<br />
ch' anche nel suo sistema sarebbe<br />
necessatio far corrispondere la pena di<br />
morte a quei stessi delitti ai quali si dà<br />
di présente da tutte le Mazioni ; perché<br />
ailora dipenderebbe tutfo dal vedere quale<br />
sarebbe P atrocità d' un delitto , che<br />
che si metterebbe nel luogo del primo<br />
grado del rango inferiore délia colonna<br />
dei Delitti, e quale il primo grado di<br />
pena che si porrebbe nel primo luogo<br />
parimente de! rango inferiore délia colonna<br />
délie Pêne ; e cosi potrebbe seguire,<br />
che dirimpetto al grado délia Pena di<br />
mone venisse a corrispondere un delitto,<br />
che si méritasse una pena minore di<br />
quella di morte . Fd ecco che vi sarebbero<br />
anche qui necessari nuovi calcoli,<br />
e nuovi Metafisici, ed anche un<br />
minoso Dizionario dei Delitti, e délie Pêne<br />
.<br />
Per altro se si dovessero punire i delitti<br />
colla regoia che ci d.à l'A. alla pagina<br />
cinquanta nove, tanto quelle Tavole<br />
Graduate, che il Dizionario dei Delitti<br />
, e délie Pêne sarebbero superflui ; perche<br />
ecco corn' Egli ne pensa, e ne scrive<br />
:
)( I" )(<br />
ve: Perclc v.na pena ottenga il suo effetto,<br />
ba.ua che il maie délia pena ecceda il<br />
bene , che nasce dal delitto , e in questo<br />
eccesso di maie de-v' essere calcolata /' ;Hja'libi/ità<br />
délia pena, e la perdita del<br />
bene , cbe il delitto produrrebbe: E conclucie<br />
: che tutto il di pii: è superfiuo , t*<br />
tirannico . Ora siccorne è certo che alla<br />
fin dei conti nessun scellerato ricava alcun<br />
bene dai suoi delitti ; perciô nessuno<br />
dovrebbe punirsi . Ma le pêne, ed i delitti<br />
non sono ne linee, ne numeri ca»<br />
paci di equazioni.<br />
Niente : e anche più metafisica quell'<br />
akra proposizione : cbe iwo spettacolo troppo<br />
atroce non è cbe v.n passeggiero (more.<br />
Dunque secondo il N. A. per la ragion<br />
dei contrarii, quanto lo spettacolo<br />
sarà manco atroce , tanto maggiore sarà<br />
1' impressione che dovrà fare ;-a meno<br />
che non si dica , che tal spettacolo si a<br />
infinitamente più veloce nello scorrere ,<br />
che il fulmine il più veloce. O 1'Autore<br />
qui non ha parlato da senno, o io non<br />
saprei cosa dirmi di questa sua metafisi!ca,<br />
perché ha T esperienza e la ragions<br />
contraria, ed io non lo posso ajutare in<br />
nessuna maniera . Pur nendimeno, quasi<br />
che le dette sue ragioni avessero persuaso<br />
e convinto tutto il mondo , dà fuori<br />
m questa intemerata , che ben si vede<br />
quai
)( m X<br />
quai Tribuiule, e quali persone tolga empiamente<br />
di mira. Chi nel leggere le Storie<br />
(egli dice (a) ) non si raccapriccierà d'<br />
orrore per i barbarie ed inutili tonnenti,<br />
cbe dit uomini, cbe si chia navano sa-uj ,<br />
furono con freddo animo inventât!, ed eteguiti<br />
? Chi pub non sentirsi jremere<br />
tittta la parte la piu sensibile, nel vedere<br />
migîiaja d'infelici , cbe la nrsii.r,<br />
o -jolv.ta, o tollerata dalle Leggi, cbe<br />
banno sempre favorito i pochi ed tltragi<br />
molli, trasse ad un disperato ritorno<br />
nel primo stato di natura , o accusât<br />
i di delitti impossibili, e fabbricati<br />
dalla timida ignoran^a, o rei non d' altro,<br />
cbe di esser fedeli ai proprii principii<br />
, da uomini dotati dei medesimi sensi,<br />
e per conseguen^a délie medesime passioni,<br />
con meditate fortnalità, e con lenti<br />
torture lacerati , giocondo spettacolo d' una<br />
jaiiatica moltitudine! Cosi calunniosamente<br />
PA.<br />
Bisogna dedurre da cotesto sopra ogjli<br />
misura furibondo epifonema , che s'immagini<br />
il suo Autore, o che non vi siano<br />
altri ruori di esso, ch' abbian lette le<br />
Storie, o che tutti gli debbano credere<br />
sulla parola , qualunque cosa ch' avanzi .<br />
Ma quanto a me tutto ail' opposto son<br />
persuaso, ch^ egli stesso s'a quello che o<br />
abbia pochissima contezza délie Storie, o<br />
che
)( i*« )(<br />
secoli dai Sovrani di tutta T Europa ;<br />
con tutto ciô procedendo per approssimazione,<br />
e.dando che ne siano stan eseguiti<br />
mille solamente un anno per l'altro,<br />
si avrebbe il totale d' un millione di condannati<br />
.<br />
4. Date , che nelle guerre fatre dai<br />
Principi Cristiani in Europa nello spazio<br />
ai dieci secoli sia perito in ciascun décennie<br />
un millione d'uomini; in dieci<br />
secoli il numéro dei morti nelle guerre<br />
politiche, sarebbe di cento millioni. Per<br />
me nondiineiio sarà a sufficienza quello<br />
di soli 50000000.<br />
5. Dunque secondo il premesso calcolo<br />
, il numéro de' condannati dalla Chiesa<br />
Cattolica corne Eretici in diciotto secoli<br />
al numéro dei condannati dai Principi<br />
Cristiani Europei corne scellerati, sta corne<br />
4000. ad un ioococo. , ed il numéro<br />
degli uccisi neile guerre di Religione<br />
a quello degli ammazzati nelle guerre<br />
Politiche , sta corne éooococ. a 5000000a<br />
cioè corne sei millioni a cinquanta millioni<br />
; cioè anche in minor relazione dell'<br />
1. ail'8.<br />
Fatto ed osservato cotesto piccolo calcolo<br />
storico-politico, ritorno a leggere di<br />
bel nuovo quell' invettiva dei N. À. contre<br />
la crudeltà di cui accusa rea la Chiesa<br />
Cattolica, ma pieno di amara confusione
)( u<br />
per chi l'ha voluta scrivere • mi<br />
stupisco corne mai un uomo di Lettere<br />
quai è senza meno il N. A., ed il quale<br />
si appelia tanto spesso e con tanta boria<br />
alla testimonianza délie Storie, prenda<br />
solo di mira in quella sua veramente<br />
cvudeie invettiva i SavjdelJa Chiesa Cattolica<br />
, i quali hanno, conforme si ssppone<br />
, condannato a morte un piccolo numéro<br />
d'uoraini paragonato con quelloch'<br />
hanno fatro Ii Sovrani del Secolo. Se una<br />
consimile invettiva si puô chiamare<br />
opportuna in quel sito , ov' è stata iricastrata<br />
ed aggiunta senza nécessita , e<br />
perché dunque scatenarsi in queJl'indegna<br />
maniera solamente contro le poche pretese<br />
crudeltà deali Ecclesiastici, e non inveire<br />
parimente contro le moltissime degli<br />
altri ? E non è stato questo un voler<br />
far costare a tutto il mondo di che piu<br />
abbonda il suo cuore?<br />
Ma cosa non si dovrebbe dire contro<br />
questo scrittore , che chiama i mansuetissimi<br />
Prelati di tutt' il Cattolicismo in-<br />
Veotori di bar ban e d'mut Ht icrmenti,<br />
e punifori di delitti ittipossibili, e fabbricati<br />
dalla timida ignoranra} Quai rimproveri<br />
non si meriterebb'egli, per aver<br />
accusati corne crudeli i Giudici délie condanne<br />
degli Eretici abbrugiati, quando sa<br />
tutto il mondo, che la Chiesa non ha<br />
mai
)( »8 )(<br />
mai decretata la morte fisica di nessun Eretico<br />
, ma soltanto dichiarati Eretici gli<br />
ostinati nell'errore, e consegnati al braccio<br />
secolare , e cio dopo aver tentato tutto<br />
per ridurli alla luce délia verità , ed<br />
al buon senso, e sempre colla solita protesta<br />
che li consegnava, e che li cono:deva<br />
, salva la pena di tangue .<br />
L' accusare di atroce crudeltà i supeâori<br />
délia cattolica Chiesa, e poi appellarsi<br />
di questo fatto aile Storie, o è segno<br />
che un simile accusatore non ha mai degnato<br />
neppur di aprire un libro di buona<br />
Storia Ecclesiastica, o che se ha letto<br />
di Storia, è un nemico cieco, vile, e furioso<br />
di tutt'il Cattolicismo . La Giustizia<br />
e la clemenza dei Tribunali Ecclesiastici<br />
e di tutti i Prelati del Mondo<br />
Cattolico sono sempre state, e si con-<br />
10 tuttavia cosi perfètte e cosi lo»<br />
ro proprie , che io le ho sempre considerate<br />
per la più gloriosa, e per la più evidente<br />
prova délia Santità, e délia perfezione<br />
délie verità délia Religione Cristiana.<br />
Vedo nondimeno che potrebbe qui dirmi<br />
talluno , che i trasporti del N. A.<br />
contro tutto ciô, che concepisce come crudele<br />
, meritano qualche indulgenza , torse<br />
perché sarà d' un cuore assai tenero, ed<br />
assai compassionevole verso 1' Umuniti,<br />
come
)( a» X<br />
cftme in fatti bisogna dire cbe sia, d.i<br />
che si vede, eue tutto il suo Libru no»<br />
rende ad altro , che a fer vedere, cbe i<br />
rormenti e la morte che si dan no a' rei ,<br />
sono crudeli, e barbare aziorci, e che pero<br />
dovrebbero afihtto abolirsi.<br />
Pel suo decoro, e pel suo vantaggio ,<br />
vorrei che simil moneta gli si potesse valutare<br />
per buona nel banco délia verirà,<br />
e délia ragions ; ma oltreché le sue in-<br />
Tettive sono troppo fréquent], e troppo<br />
strabbocchevoli, quel riflesso gli giova<br />
poco ; perché, io non l'aggraverô niente<br />
con iscrivere qui, ch' egli non cerca<br />
di veder abolito L'usa di far soffrire a'<br />
rei la Tortura e la Morte per puracompassione<br />
verso 1' umanita che soSre , ma<br />
solamente corne politico, e corne unmo<br />
di Stato, cioè semplicemente perché la<br />
Società non perda la testa, le braccia, e<br />
le gambe de'suoi Cittadini; perché alcrimenti<br />
siccome è certo che tutti gli IMmini<br />
apprendono, e ricevono Je impressioni<br />
degli oggetti assai diftèrentemente ;<br />
cosi si potrebbe dare il caso, che si trovassero<br />
molri , i quali soffnssero più in<br />
dover vivere un sol giorno in Galer.t,<br />
cbe a dover essere moschettati sul fatto;<br />
e questa verità è conformissima a quanro<br />
ne pensa, e ne giudica il N. A. e pero<br />
si potrebbe trovar qualcun altro dello stes-<br />
• Tuiiiu III. I so
)( ij° )(<br />
so suo carattere, il quale nnprendesse d'<br />
inveire contro le Leggi, e contro i Giudici,<br />
accusandoli d'inutile crudeltà, perche<br />
condannano alla schiavitù, ed al reîno,<br />
ec. Ma tutto maie: laonde sino a<br />
tanto che non si troverà la maniera di<br />
rimontare le passioni degli uomini in un<br />
modo migliore di quello , che vediamo di<br />
présente; una délie due: o condannare i<br />
malfattori con tutto il giustissimo rigor<br />
délie Leggi, corne si è fatto sin qui ; o<br />
sciogliere tutti gli uomini dal Patto sociale<br />
e rimetterli nella supposta loro naturale<br />
libertà, ed in Cal caso chi mai potrebbe<br />
immaginarsi, anzi chi è mai che<br />
non veda in quali orrori, ed in quale spaventosa,<br />
e desolatrice confusione non si<br />
troverebbe in un momento tutto il génère<br />
umano? Anzi si potrebbe in oltre<br />
aftermare, che seguirebbe altrettanto in<br />
brevissimo tempo, se mai si abbandonasse<br />
il costume dei tormenti, e délia morte<br />
contro de' scellerati, corne con tanta<br />
ostinazione vorrebbe il N. A. che s' eseguisce<br />
. In fatti allora solamente non sarà<br />
necessaria la pena di morte, quandJ<br />
per governare gli uomini non vi sarà<br />
più bisogno ne di Leggi, ne di Sovrani.<br />
**'_• Immediatamente dopo questa sua acer-<br />
,toj> ba piuttosto Satira ch' invettiva (a) co-<br />
'•«'"mincia il K T . A. a parlare délia pena di<br />
"•' Moi»
i)( IJI )(<br />
Morte, e pronuncia, che /'inutile prodigalité<br />
(Ici suppliej , cbe non ba mai resi<br />
mègliori gli uomini, /o ba spinto ad esaminart<br />
se la Morte sia veramente utile,<br />
egittsta in un poverno bene orgam-^~ato . E<br />
risponde sovranamente , no certamente quelle,<br />
dacuirisulta la sovranità, eleLeggi;<br />
perché esse non sono , cbe una somma di minime<br />
por-rieni délia privata libertà di ciascv.no<br />
: e perché esse rappresentanB la ï olonià<br />
gène,aie, cbe è {'aggregata délie<br />
purticolari. Quindi per modod'interrogazione<br />
( dice ) Cbi è mai celui cbe abbia<br />
•voluto lasciar ad altri uomini P arùitrio<br />
di ucciderlo ? Corne mai nel minime sagvifixio<br />
délia Libertà di ci.-.scuno,-vi pua<br />
essere quelle del massimo tra tutti i béni<br />
, la z>ita ? E se cio fu fatto, corne si<br />
accorda un tal principio coll' altro, cbe<br />
l'uomo non è padrone di uccidersi ; e duvea<br />
esserlo, se ha potuto dare altrui qt:csto<br />
diritto, od alla Società intiera . Cosl<br />
l'A. e coteste sono le più forti ragioni<br />
che abbia saputo produrre, per provare<br />
che la Pena di morte si debba abolir corne<br />
ingiusta. Egli adunque in sostanza<br />
suppone: i. che il diritto, che potrebbe<br />
avère una Nazione di punire colla pena<br />
di morte, non puè nascere che dal solo<br />
libero consenso degli uomini, che la compongono.<br />
2. che non è presumibile, cbe<br />
I 2 gli
X ijî )(<br />
gli uomini àbbiano voluto dare alla Nazione<br />
il diritto di poterli punire colla<br />
pena di morte. 5. che gli uomini non<br />
potevano dare un simil diritto , perché si<br />
suppone , che non P abbiano neppur per<br />
uccider se stessi ; e da coteste tre supposizioni<br />
deduce l'A. che dunque nessuna<br />
Nazione abbia il Diritto di punire nessuno<br />
colla pena d> morte, e che perô simil<br />
pena debba essere corne ingiusta abolita.<br />
Se per tanto io potro dimostrare , 1.<br />
che gli uomini non potrel ' ero mai ottenere<br />
il fine per cjji si uniscono in Società<br />
, ( ch 1 è di mettere la propria vita in<br />
maggior sicurezza ) senza che la lor Société<br />
abbia il diritto di punire con pena<br />
di morte, e 2. che tutti gli uomini<br />
possono dare alla Nazione il diritto in<br />
quistione ; avrô cosi dimostrato che la Société<br />
deve avère, e che ha realmente il<br />
diritto di punire con pena di morte , e<br />
che peï conseguenza una simil pena sarà<br />
sempre giusta, qualunque volta sia decretata<br />
da tutta la Società, o da quelli dai<br />
quali viene rappresentata. Dal che si dovrà<br />
ricavare I. che il principio, ed il sistema<br />
del Patio sociale immaginato in<br />
questi ultimi tempi, è mal appoggiato,<br />
insussistente, assurdo ; Iî. che anche i pia<br />
bejli ed 1 pin apparenti raziocinj dell'<br />
uo-
)( i?3 X<br />
uomo possono essere falsi, poco selidi,<br />
iiisufficienri, e ( lo dico cou tutta la nflessione<br />
) fallibili, c bisognosi di quaicosa<br />
d'altro di più, per appagare gli uomini<br />
pienamente ; perché in fatti, quai<br />
principio più naturale quanto quello ,<br />
che non è presumibile, che un uomo abbia<br />
voluto accordare ad uomini simili a<br />
se la facoltà, e l'arbitrio di porerio uccidere?<br />
E quale più naturalltiente certo<br />
di quest' akro principio tutto contrario<br />
al primo, cioè ch*è impossibile che sussista<br />
una Société senza il diritto di potersi<br />
disfare colla pena di morte di tutti<br />
quelli, che la volessero perturbare? Una<br />
ragione per tanto , ch' è contraria a se stessa,<br />
non sarà mai un sodo e buon fondamento<br />
per appoggiarvi la grande importantissima<br />
macchina délia Politica, e<br />
délia Legislazione di tutto il Génère Umano.<br />
Tutto ciè era necessario premettere,<br />
prima di rispondere aile difftcoltà<br />
già sopra riportate dal N. A. contro la<br />
pena di morte.<br />
Dico dunque, che quel ragionamento<br />
del N. A. comincia e finisce con due<br />
manifesti soffismi, e ch'-è tutto a,ppoggiato.sulPimmaginario<br />
sistema, che il Diritto<br />
ch'ha la Nazione sopra i particolari<br />
Cittadini nasca semplicemente dalla<br />
somma délie minime porzjoni délia priva-<br />
I 3 ta
)( 154 )(<br />
ta libertà di ciascuno. Ora niente v'ha<br />
di più facile quanto il provare, che anche<br />
supposto vero cotesto sistema, ad ogni<br />
modo la Società , o quelli che la<br />
rappresentano, hanno diritto di decretare<br />
qualunque gastigo, ed anche la pena di<br />
morte contro chiunque sarà necessario<br />
eseguirla. Vedremo se abbaglio,<br />
i. Domando ai più pregiudicati Socialisa<br />
: se un uomo trovandosi nella sua<br />
primitive naturale libertà, e prima cT essere<br />
entrato in qualche Società; domando<br />
dico, se un uomo libero abbia diritto di<br />
uccidere un altr'uomo, che gli volesse in<br />
cualunque maniera levar la vicaj lo sono<br />
sicuro, che tutti i Socialisti per questa<br />
volta mi risponderanno di si .<br />
Se qualcu.no mi ricercasse in questo<br />
luogo, quale sia il diritto ch 1 ha 1' uomo<br />
Jibero d'uccidere il suo aggressore, io gli<br />
risponderei, che non lo so; ma si dica<br />
pur ciô che più aggrada : si dica ch'è un<br />
privilégie naturale a tutti gli uomini : si<br />
dica ch'è un diritto ch'hanno tutti dalla<br />
Natura di conservore la propria vita: si<br />
dica ch' è la Legge del più forte, si chiami<br />
nécessita, si chiami un semplice eftetto<br />
del meccamsmo del corpo umano in taii<br />
incontri ; si chiami pur corne si vuoie<br />
, purchè mi si accordi , che I' uomo<br />
ha questo diritto, e ch'è pronto a<br />
sec-
)( IJÏ )(<br />
•ervirsene contro qualunque assalitore suo.<br />
2. Domando ancora : s'è possibile, atteso<br />
il présente stato e condizione dell'umana<br />
natura, formare una Società in cui<br />
non si trovi nessuno tanto iniquo che sia<br />
capace d'ammazzare per qualunque motivo<br />
qualcuno de 1 suoi Consocj! Non credo<br />
ch'un Socialista voglia essere tanto poco<br />
compiacente, che non mi voglia accordare<br />
essere ciô impossibile.<br />
-7. Domando per fine mi si voglia concedere,<br />
ch' io possa supporre per un sol<br />
momento esser cosa non possibile, che<br />
in una Società non seguano degli omicidj><br />
e che non si commettano dei delitti,<br />
anche più atroci , e piùdannosi contro la<br />
stessa Società. Desidero non mi si voglia<br />
negar ancor questa grazia, e promette<br />
che soddisfero subito al mio dovere.<br />
Per quai fine si sono uniti i primi uomini<br />
in Società? Ecco il grande arcano<br />
svelato e manifestato in questi ultimi<br />
tempi dai nostri Pubblicisti : gli uomin't<br />
si sono tmiti in Società per mettere in<br />
maggior sicure%za la propria -vita contro<br />
le aggressioni d' uno 0 pià tiomini.<br />
Benchè io sia persuaso che Puomo taie<br />
quale è adesso, viverebbe più sicurb da<br />
se solo, che in Società, ammetto ad ogni<br />
modo la dottrina di questi Signori, e<br />
mi prendo la libertà di avanzare queste<br />
I 4 due
)( t?« X<br />
Hue nuovc demande. I. Quando è die un<br />
uomo gode una maggior sicurezza délia<br />
sua vita contro le aggressioni di uno, o<br />
di più uomini, allorchc quesc' uomo ha<br />
maggior forza d'un altr'uomo , o quando<br />
n'ha una minore, cioè quando si<br />
trova in Società, o quando sta da se solo?<br />
II. Il diritto, e la forza ch' ha un<br />
uomo, e che gli resta dopo ch'è entrato<br />
in qualche Società, è egli minore, o<br />
maggiore di quella che aveva prima .d'<br />
entrare nella medesima Società?<br />
Ter me râpondo alla seconda demanda,<br />
che il diritto, che resta ail'uomo dopo<br />
esser enrrato in una Società, e cosi<br />
ancora la sua forza, non sono ne minori<br />
ne uguali a quelli , che aveva prima<br />
, perché altrimenti sarebbe entrato inutilmente,<br />
e con suo danno in quella Società<br />
. Dunque saranno maggiori ; e se<br />
non sono maggiori, dunque quest' uomo<br />
non avrebbe conseguito il fine per cui<br />
entrô in contfatto colla Società, il quai<br />
fine abbiamo supposto esser quello di porre<br />
in maggior sicurezza la propria vita.<br />
Affinchè la Società possa avère la forza<br />
ed il diritto, che sono necessani per<br />
resistere con sicurezza, (corne si vuole )<br />
fa di mestieri che questi sieno in maggior<br />
grado di quelli ch'ha un uomo solo; altrimenti<br />
questa Società gli sarebbe inutile,
X IÎ7-X<br />
le, e non potrebbe assicurar l.i di lui vita<br />
dalle aggressioni di più assalitori.<br />
In tutte le Società d'uomini délia ratura<br />
di quelli, che sono vissuti sin qui,<br />
se ne possono trovare molti, conforme<br />
abbiamo supposto, che assalgano., e che<br />
vogliano ammazzare quakuno de' loro<br />
concittadini, e che lo ammazzino rea!mente.<br />
Affinchè cio non segua è necessario,<br />
che la Società assalga od ammazzi<br />
i detti assalitori ed omicidi ; altrimenti<br />
non si verificherebhe, che un uomo entrato<br />
in Società acquista una maggior<br />
sicurezza délia sua vita ; altrimcuti non<br />
otterrebbe il fine per cui entrô in Società;<br />
altrimenti sarebbe anche d' inferior<br />
cotidizione unito in Società, che restando<br />
di per se solo, ed isolato da tutti .<br />
Dunque una Società, siccome deve aver<br />
maggior forza d' un uomo solo per assicurare<br />
la vita di tutti ; cosi dovrà avère<br />
anche maggior diritto di tutti i Cittaditii<br />
insieme ; e siccome un uomo solo ha diritto<br />
di ucciderne un altro ( corne abbiamo<br />
supposto ) qualunque volta ne venga<br />
assalito; cosi, e molto più si dovrà COHcedere<br />
un tal diritto alla Società.<br />
In altra maniera: Il Diritto d'una Società<br />
è composto, secondo il N. A. di<br />
tutte le minime porzioni délia privata libertà<br />
di ciascun associato . Si demanda<br />
a-
X i?8 )(<br />
adesso : o tutte queste minime porzioni<br />
di libertà formano un diritto sufficiente<br />
per pottr punire un aggressore, maggiore<br />
di quello d'un solo privato supposto<br />
in libertà, o lo formano uguale a quello<br />
solamente, od anche, minore. Si tenga<br />
saldo,<br />
Se quelle minime porzioni formano un<br />
diritto solamente uguale , o minore di<br />
quello de'privati ; dunque sarà inutile, e<br />
respettivamente pregiudiziale 1' entrare in<br />
una Società col fine di metter la propria<br />
vita in maggior sicurezza . In caso<br />
dunque che fosse necessario di levare la<br />
vita ail' aggressore per assicurare quella d'<br />
un Cittadino , si dovrà dire, che il diritto<br />
che ha la Società di privare di vita un<br />
uomo sarà minore ancora di quello d'<br />
un privato, il quale conforme ahbiamo<br />
supposto, ha diritto d'uccidere un suo<br />
aggressore . Se poi si dira che il diritto<br />
délia Società è uguale solamente a quello<br />
il'un privato, dunque siccome puô uccidere<br />
il suo aggressore un uomo privato,<br />
cosi lo potrà fare anche la Società, che<br />
qui la supponghiamo uguale in diritto ail'<br />
uomo privato.<br />
Cotesto diritto délia Società sarà innoltre<br />
tanto grande, quanto lo potrà diventare<br />
il numéro degli aggressori ; anzi queîto<br />
diritto délia Società contro gli aggres-
)( UP )(<br />
gressori è ugua'.e perfettamente alla somma<br />
dei diritti di tutti insieme i Cittadini,<br />
o per dir meglio il diritto délia Società<br />
è la somma dei diritto di tutti gli<br />
Associati ; e pero siccome ogni Cittadino<br />
ha il diritto di ammazzare il suo aggressore,<br />
cosl se i Cittadini saranno per cagion<br />
d'esempio un millione, anche la Società<br />
avrà il diritto di poter ammazzare<br />
un million d'aggressori ; e più arfcora se<br />
fossero d'avvantaggio , masemprein proporzione.<br />
Ed ecco provato con tutta I'<br />
evidenza di cui sono suscettibili queste<br />
materie, che il N. A. sostiene senza ragione<br />
che le Società non abbiano il diritto<br />
di punire con pena di Morte ; tanto<br />
più che accordant) tutti , che un corpo<br />
morale come lo sono le Società, puô in<br />
virtù dell' unione avère dei diritti, che<br />
non hanno i particolari,<br />
Ma v' è di peggio contro l'opinione dei<br />
N. A. Egli confessa, e consiglia, che in<br />
vece di punire i delinquenti colla pena di<br />
morte, si puniscano c
)( 14° )(<br />
délia sentenza del nostro Politico, e pretendere<br />
aacor esso, che la Società non ha<br />
il diritto di dare la pena di schiavitù ?<br />
Perché, Cbi è maiquelloSpartano ( direbbe<br />
anche il nostro rilosofo ) cbe sia mai<br />
stato tanto vile, cbe abbia voluto lasciare<br />
ad altri uomini F arbitrio di punirlo<br />
con una perpétua scbiavitii , e quasi corne<br />
una bestia da servis!»? Non è egli certo<br />
di più , che potrebbero dir altrettanto<br />
tutti i Cittadini, nella moltitudine dei<br />
quali non puo a meno, che non se ne<br />
trovino di quelli di fantasia tanto stravolta,<br />
che giudicherebbero qualunque più<br />
tenue, e più mite gastigo, più grave délia<br />
stessa morte ? Ed ecco , che se valesse<br />
la ragione del nostro Autore , la Sojieta<br />
non avrebbe più diritto di punire nessuno,<br />
perché tutti potrebbero dire, chi è<br />
mai quel F itomo clf abbia mai volute lasciare<br />
ad altri uomini F arbitrio di privarlo<br />
del piacere, per esempio di poter<br />
andare in campagna, o di stare nella piîi<br />
selvflggia solitudine cbe gli aggrada ?<br />
Concludiamo adesso più brevemente : o<br />
quelle minime porzioni di libertà ceduta<br />
dai Cittadini alla Società , formano un diritto<br />
sufrkiente per poter punire i malfattori<br />
con pena di Morte, o no. Se non<br />
lo formano taie, dunque non ottengono<br />
il fine per cui si sono associati alla me-
)( *4i )(<br />
i, certo essendo che una Socierà non<br />
si governerà mai bene senza un simil diritto<br />
. Se poi quelle piccole minime porzioni<br />
formano il diritto che ricerchiamo,<br />
è manifesto che 1' opinionedelnostro Autore<br />
sarà erronea.<br />
Ne si porria salvaria dall' errore con<br />
dire, che non vi è bisogno délia pena di<br />
morte per la sicurezza délia vita dei Cittadini<br />
; mentre per conseguire un taie effetto<br />
sembra che potrebbe bastare tener<br />
ben custoditi i Rei. Dico che d'à non<br />
bastercbbe per salvare da errore quelP opinione,<br />
perche non basta la sicura custodia<br />
di quelli ch'hanno già fitto maie,<br />
ma è altresî necessario far in guisa che<br />
non lo commettano neppur quelli, che si<br />
trovano in libertà ; ma corne mai senza<br />
il timoré délia pena di morte, si potrebbero<br />
gli uomini rafrïenare dal commettere<br />
dei delitti?<br />
Mi ricordo adesso d'aver detto di sopra,<br />
che l'esaminato raziocinio dei N. A.<br />
cominciava e finiva cofl due soffismi .<br />
Sono di parola. Aftèrmava per tantoche<br />
i supplicj sono inutili, ptrcèè nen hanno<br />
mat resi gli uomini migtiori . Primieramente<br />
questo è fàlso, perché moltissimi<br />
si sono astenuti dal far dei maie , e sono<br />
vissuti da buoni Citt;:dini, dopo aver provato,<br />
come si dice, il morso dei Lupo ;<br />
ed
)( 142 X<br />
ed è certo di più, che se nel mondo non<br />
vi iossero stati introdotti i supplicj, già<br />
tia moltissimi Secoli gli uomini sarebbero<br />
vissuti ne' boschi, e ne'deserri, corne<br />
vivono gli Orsi ed i Leoni. In oltre perché<br />
se i supplicj non fanno diventare migliori<br />
i scellerati, il loro esempio atterrisce<br />
gli altri dall' imitarli : e tanto basta<br />
perché si debbano creder utili,<br />
Secondariamente, perché non conviene<br />
trattenersi ad osservare che i supplicj non<br />
abbiano resi gli uomini miglion ; ma bisogna<br />
passar a cercare , cosa sarebbero divenuti,<br />
e cosa realmente addiverrebbero gli<br />
uomini, se non vi fossero i supplicj . Il<br />
fine dei supplicj non solo è quello, perché<br />
gli uomini diventino migliori; ma P<br />
altro ancora che non diventino peggiori.<br />
Sia vero che i gastighi non ci abbiano<br />
f'atti emendare ; ma chi potrebbe dimostrare,<br />
che i medesimi abbiano fatto che<br />
gli uomini tiano peggiori di quello che<br />
sarebbero se non vi fosse stato T uso dei<br />
supplicj ? Questo é ciocchè dovea provare<br />
il nostro A. prima di scrivere dell' utilirà<br />
dei supplicj, e cosi non sarebbe caduto<br />
in tanti paralogismi.~<br />
Cotesto è il primo soffisma. Il secondo<br />
è quello con cui prétende, che in sentenza<br />
di quelli che condannano il suicidio,<br />
la Società non puô avère il diritto<br />
di
)( m )(<br />
di for niorire un Cittadino, perché se il<br />
diricco délia Società nasce da quello dei<br />
Cittadini, e se si nega un tal dirkto ai<br />
Cittadini; è chiaro, che la Società non<br />
puè avère un simil diritto .<br />
Ma io nego ancor qui, che il diritto,<br />
che hanno le Società ed i Sovrani, 1'<br />
abbiano ricevuto in nessun tempo dai loro<br />
Sudditi ; e poi affermo ; prima, che 1'<br />
A. N. non avrà potuto far ben riflesïione,<br />
che i nostri Teologi negano bensi il<br />
suicidio irragionevole ; ma non spogliano<br />
1'uomo del diritto, che ha di azzardare<br />
la propria vita dove si tratta disalvarla.<br />
Un uomo dunque puô cedere il diritto<br />
délia sua vita alla Società, ma solamente<br />
per mettere in maggior sicurezza la stessa<br />
sua vita, e questa è cosa buona , ed<br />
approvâta dall' autorità , e dalla ragione .<br />
Ma un uomo non ha diritto di ammazzare<br />
se stesso quando non ha motivo ne<br />
ragione di farlo, perché 1' uomo deve essere<br />
ragionevole, o per lo meno noi abbiamo<br />
ragione di giudicare irragionevole<br />
quello , che uccide se stesso senza ragione,<br />
appunto perché si uccide senza ragione.<br />
Se il N. A. adesso avesse atteso in quai<br />
senso si nega agli uomini il diritto di uccider<br />
se stessi-, ed in quai senso si concède,<br />
non avrebbe con tanta pompa dedotto<br />
dalla dottrina del suicidio, che la So-<br />
Xi44)(<br />
cietà non puô avère il diritto di punire<br />
con pena di morte; ma anzi avrebbe scntro<br />
il contrario, tanto più che abbiamo<br />
cjuell'assioma comune dei Legisti: non è<br />
cosa nuova, cbe tin v.omo che non ha ne»<br />
y un diritto, lo passa clam r.gli ait ri.<br />
Mi pare adesso d'aver pcovato a sufficienza,<br />
e torse anche troppo prolissamenre,<br />
che ha torto il N. A. a contrastare<br />
ai Sovrani il diritto délia pena di<br />
morte ; e niente mi sorprmderebbe, se<br />
talun mi dicesse, che non si richiedeva<br />
tanto per convincere un tal errore; ma io<br />
l'ho voluto fare, e per rispetto di chi<br />
sembra che Pabbia scritto di buona (ede,<br />
e perché il suo è un raziocinio assai seducente,<br />
ed il quale in fatti so che ha<br />
imbarazzati più d'uno, massime perché<br />
lusinga troppo le nostre inclinazioni , e<br />
cio che stimiam più prezioso d'ogni altra<br />
cosa, la prezio.sissima libertà.<br />
Per altro affin di non dire un aggravio<br />
air A. bisogna no tare, ch 1 egli non nega<br />
aile Nazioni, ed ai Sovrani unpotere, o<br />
corne egli lo chiama un gins di guerra<br />
contro i loro sudditi, per cui giudicano<br />
necessaria ed utile la distruzione di qualche<br />
suddito ; ma dice, che nega solamen J<br />
te, che abbiano un giuste diritto di poter<br />
cosî giudicare. Io non voglio qui star<br />
a mostrare il marcio di cotesta spiegazioiie,
)( i4î )(<br />
ne ; ma seguitero a nportare le ragioni<br />
con cui egh pensa d'aver dimostrato che<br />
la morte non è, ne utile, ne necessaria.<br />
Primieramente deduce l'inutilità della<br />
pena di morte dal falso supposto, che (?«*<br />
non sia /' intensione della pena , che faccia<br />
il maggior effet to mil' animo umano ;<br />
ma /' estensione di essa : perché la nostra<br />
sensibiktà è pih fxcilmeme , e stabilmcnte<br />
mossa da minime , ma replicate i>npressioni,<br />
che da un forte , ma passaggiero<br />
moifimento: ma ripero che cotesto è<br />
un falso supposto , perché puo accadere<br />
che moite impressioni d'un qualche og.<br />
getto non cagionino neppur la meta del<br />
mato, che cagionerà uni soia impressione,<br />
ma forte; e quest'è tanro évidente,<br />
che non mérita piu lungo ragionamento;<br />
e perciô affèrmo che lo spetfacolo della<br />
morte fatta soflfrire ad uno scellerato pubblicamente,<br />
spaventerà e raffrenerà sempre<br />
più i spettatori, che 1' aspetto conrinuo<br />
d'un uomo che lavori nelle minière<br />
. Oltre di che il pubblico esempio della<br />
morte eseguita contro i rei, ha per<br />
molt' altri "riflessi maggior energia di quello<br />
dei condannati v. gr. alla Calera, od<br />
aUa schiavitù per contenere gli uomini<br />
in dovere .<br />
Un' alti-a sua ragione è la seguente : La '<br />
fena di morte ( dice l'A.) (è) fa un' im- H. "*<br />
Tomo III. K, près-*
)( itf X _<br />
pressione, che colla sua j'or^a non snpplisce<br />
alla pronta dimentican^a naturels<br />
ail 1 uomo j anche nelle cose più esser.^iali,<br />
td accellerata dalle passioni: e vi aggiugne<br />
questa proposizione : Le passioni violenti<br />
sorprendono gli v.omini, ma non per<br />
lungo tempo : e conchiude assai poeticamente,<br />
che in un liùero-, e tranqutllo Go-<br />
•verno le impressioni devono essere piîi frequenti,<br />
che forti. Non fa egli compassion*?<br />
Se non supplisce alla dimenticanza<br />
naturale l'impression délia morte, quaie<br />
altra forza vi supplirà? Le passioni \\olenti<br />
non sorprendono per lungo tempo<br />
colla stessa forza con cui sorprendono la<br />
prima volta , e nel primo atto délia<br />
passione, o délia sorpresa ; ma è falso ,<br />
che sorprenda più lungamente una passione<br />
moderata, che una violenta. Questo<br />
si puô osservare nelle oscillazioni d'<br />
una corda di cembalo, ed in mill'altri<br />
esempj. In un libero e tranquillo Governo<br />
le impressioni devono essere non più<br />
frequenti che forti, ma adattate al bisogno;<br />
perché dove non v'ha bisogno d'<br />
impressioni forti , non vi abbisognerari<br />
neppur le frequenti ; e vice versa.<br />
Sentiamo quest' altra . La pena di mot-<br />
> Paie te (a) diviene uno spettacolo per la tnag-<br />
'" "' gior parte ed un oggetto di compas sione<br />
mista di sdegno par ajcuni : Vero . *Ambe-
)( 147 X<br />
bedue questi sentiment» occupant) pik l'an'imo<br />
degli spettatori, che non il salut cire<br />
tcrrore, cbe la Legge prétende ispirare:<br />
( questo poi non e vero , perché il<br />
terrore produce sempre l'effètto di quel<br />
due senti menti , cioè la compassione, ed<br />
il tcrror salutare): ma nelle pêne moderate<br />
( seguita poi l'A.) e continue il sentimento<br />
dominante è /' ultimo , perche è solo<br />
. Non va cosi : le pêne moderate fanno<br />
nascere il callo appunto perché continue,<br />
e poi non si sentono più ; ma la rimembranza<br />
di uno, che avremo veduto<br />
giustiziare, ci commoverà più anche dopo<br />
un anno, che l'aspetto continuo di<br />
mille carcerati.<br />
Qui poi l'A. per trattare con più vantaggio<br />
la sua causa contro l'utilità délia<br />
pena di morte, fa parlare un Assassina,<br />
al quale mette in bocca uno studiato ragionamento<br />
; il quale benchè sia alquanto<br />
lungo, credo ad ogni modo di far cosa<br />
grata a trascriverlo in questo luogo, perché<br />
si senta che anche tra gli assassini vi<br />
si trovano dei Spiriti Forti. Il ragionamento<br />
comincia cosi. Quali sono queste<br />
Leggi cfr io devo rispettare ( è 1' Assassino<br />
che parla ) che lasàano un cosi grande<br />
raterval/o tra me , e il ricco > Egli mi<br />
nega un soldo, che gli cerco, e si scusa<br />
col comandanni un travaglio, che, non co~<br />
K 2 na-
X i4§ )C<br />
uosce , Cbi ba jatte queste Leggl! ( con>tinua<br />
ad esclamar l'Assassine* ^.- Vomini<br />
riccbi e potenti, cbe non si sono mai degnati<br />
visitare le squallide capanne del povero<br />
, cbe non banno mai divisa un ammuffato<br />
pane fralle innocenti grida degli<br />
ajjamati figliuôli, e le lagrime délia moglie.<br />
Rompiamo questi legarni fatali ( è<br />
sempre l'Assassino cbe paria ) alla maggior<br />
parte, ed util! ad alcuni pocbi ed<br />
indolenti tiranni : attaccbiamo /' ingiusti-<br />
%ja nella sua sorgente. Rit ornera nel mio<br />
stato d' indipcndenxjt naturale , viverè libero<br />
e felice per qualcbe tempo coi frutti<br />
del mio coraggio > e délia mia industria j<br />
verra forse il giorno del dolore e dol<br />
pentimento, ma sarà brève questo tempo,<br />
ed avrè un giorno di stento per molti<br />
anni di libertà, e di piaceri . Re di un<br />
piccolo numéro correggerà gli errori délia<br />
fortuna , e vedrù questi tiranni impallidire<br />
e palpitare alla présenta di celui,<br />
cke con un insultante fasto posponevano<br />
ai loro cavall:, ai loro cani. E cosi termina<br />
il ragionamento del finto Assassine;<br />
dopo il quale immediatamente il N. A.<br />
vi aggiugne questa riflessione. *Allora la<br />
Rcligione si affaccia alla mente dello scellerato<br />
, C'/JC abusa di tutto , e présentai<br />
dogli un facile pentimento, ed una<br />
certe^is di etenia Je! ici ta, d
\ w )(<br />
Ai mctto /' orrore di queW ultimtt 7<br />
Hia., Quindi passa a dire che fàrà perô<br />
tutto il contrario celui chs si vede avanti<br />
agli occhi un gretn numéro di anni,<br />
o ancke tutto il corso delh vit.i, chcp.isserebb-e<br />
nelle schiavith , e nel dclorc, in<br />
faccia ai sito' concittadini, co 1 quali vive<br />
libero , e sociabile .<br />
Quanto mai va errato il N. A. se crede<br />
veramente, che un uoirto si pretipjrt<br />
a far l'Assassina dqpa un simi'l ragionamento,<br />
o commosso e persuaso dalla<br />
forza délie riflessioni, dalle tetre ragioni,<br />
e dai disperati motivi, espressi nello stesso<br />
ragionamento. Altri motivi, altre cagioni,<br />
ed altri discorsi sono quelli ch'impegnano<br />
uno scellerato a getrarsi sopra una<br />
strada. Se tutti quelli ch'hanno menata<br />
la lor vita tra gli Assassini fossero stati<br />
capaci d'intendere quelle riflessioni , e di<br />
farle, giammai si sarebbero veristti degli<br />
Assassini. Io mi maraviglio molto piu del<br />
Nostro Autore, perche non abbia riflettuto<br />
prima d'idearsi quell'insano ragionamento<br />
, quanto venga a perdere la causa<br />
deli'mutilità délia pena di morte, perche<br />
si sarebbe accorto, -che se quell'infèlice<br />
in esempio si détermina a far la<br />
disperata professione dell'Assassino , non<br />
estante la considerazione ail' orribile Tngedis<br />
che lo aspetta, con assai minorpe-<br />
K 3 na
X iSo )(<br />
na farebbe simile risoluzione di far 1' Assassino<br />
se non avesse altro da temere,<br />
che di passar la sua vita nella scbitruitu,<br />
e nel dolore in faccia a' suoi Concittadinh<br />
perché dalla vita che menava i'inv<br />
maginario assassino prima di darsi a questa<br />
iniquità, conforme ce la descrive poco<br />
accortamente il N. A. perché da quella<br />
sua prima vita , dico , a quella dei Schiavi,<br />
non vi corre eh 1 un passo solo; quando<br />
poi dalla stessavkaed anche dalla stessa<br />
schiavitù a quella tremenda Tragedia ,<br />
anche gli Assassini vi scorgono uno spazio<br />
infinito. Io non aggiungo di più,<br />
perché devo sospettare che 1' À. abbia irtimaginato,<br />
e riportato quel ragionamen-'<br />
ta , più come un piccolo episodio al suo<br />
libro, che per essere persuaso di quelle<br />
ragioni, perché egli stesso vedrà, che per<br />
certi animi nati per far gli Assassini sarebbe<br />
sempre un grande incoraggiamento al<br />
mal fare quel riflettere, che non avrebbero<br />
da temer altro maie che una schiavitù<br />
, quantunque dura, perché spererebbero<br />
sempre di potersene liberare, o d'<br />
esserne liberati col mezzo dei danari, coll'<br />
assistenza dei parenti, e degli amici, co-<br />
«U impegni dei Protettori éc. od anche<br />
nell 1 occasione di qualche rivoluzione, di<br />
qualche guerra, di qualche incendio, ec.<br />
Noi abbiamo divanti agli occhi Pesern-<br />
pio
)( I?I )(<br />
pio di moltissimi, che menano spontaneamente<br />
una vita più dura délia più dura<br />
schiavitù; ma non si vede, se non<br />
qualche riscaldato cervello , che si dia la<br />
morte. La schiavitù più penosa unira alla<br />
speranza di potersene qualche giorno<br />
liberare non tratterrà mai un uomo dol<br />
commettere un delitto di quei , che meritano<br />
mille morti .<br />
Che se 1'A. mi volesse dire ch'eglisuppone,<br />
che nel suo sisrema non vi dovrebbe<br />
e^ser luogo a sperare di potersi .<br />
esimere in nessuna maniera dalle Pcne una<br />
voira decrerate; io gli risponderei, che<br />
andasse a spaccinre le sue visioni nel Globe<br />
di Sarurno, e non nella nostra fragile<br />
icommossa Terra. Là forse sarebbe ascoltato<br />
con più compatimento a dire serianiente<br />
corne fi quif», che gli par un as- ,1<br />
surdo, che le Leggi, che sono P espressicne<br />
délia pubblica volontà , che -détester.»<br />
e punisoono l' omicidio , ne commettant) una<br />
esse medcslme, e per allantcnare i Cittadim<br />
dall' assassin/0 ordinino un pubblica<br />
assassin'o: perché noi risponderessimo che<br />
si dircbbe Io stesso conrro quelli, che per<br />
allontanarci dalla schiavitù ci condannerebbero<br />
ad una perpétua schiavitù.<br />
Avrebbe parimente pensato meglio al<br />
suo tiecoro, se fosse andato in un altK>.4)<br />
Mondo , e non nel nostro a scrivere(ZOe t?.<br />
K 4 da-
)( W >(<br />
tiare ad intendere, che i nostri Savj Mttgistrati,<br />
e i gravi Sacerdoti délia Giusti-<br />
?ja fanno con indifférente tranquillité<br />
strascinare con lento apparato un reo alla<br />
morte, e che mentre un misera spasima<br />
nelle ultime angosce aspettando il colpo<br />
fatale, passa il G indice con insensiblle<br />
fredde^a , e fors'' anche con sécréta cmnpiacen^a<br />
délia propria autorità, a guitare<br />
i comodi, ed i piaceri délia vita.<br />
Noi che abbiamo tante fiate veduto, e<br />
che sappiamo quale sia l'afHizione, e 1'<br />
intimo rincrescimento ed avversione con<br />
cui i nostri Ciudici, solo dopo un estrema<br />
ripugnanza e tremanti segnano la terribile<br />
condanna d'un reo ; noi che vediamo<br />
parhnente l'aria mesta, e dolente<br />
con cui i nostri savj Magistrati, ed i nostri<br />
pii Sacerdoti assistono a quelle funeste<br />
funzioni, non crederemo mai a simili<br />
imposture del N. A. Egli non persuaderebbe<br />
finalmente, che a qualcheOttentotto,<br />
od a qualche Irrochese, e non a noi,<br />
che /' esempio di quasi tutti i Secoli, e<br />
di quasi tutte le Na^ioni si annienta in<br />
face ta alla •verità. Fra quella stupida genla,<br />
e non tra uomini che discorrono, gli<br />
sarebbe valutata la vaga, generalissima, e<br />
niente concludente riflessione, che la storia<br />
degli uomini ci da /' idea di un immensopelago<br />
d'errori : riflesso e ragione,
)( >5; )(<br />
che se fosse accettata senza esame, non<br />
vi sarebbe errore immaginabile, che non<br />
si dovesse caleolare per una verità ; ne<br />
veruna quantunque metafisica verità, che<br />
non si potesse far credere per un errore.<br />
Per produrre un solo esempio dell'assu.'dità<br />
di qnella regola, basta I' applicarla<br />
contro l'opinione dello sresso nostxo<br />
Autore, perché supposto ancora che l'uso<br />
di punire i rei di tutti i Secoli , e presso<br />
tutte le Nazioni, fosse quello di condannirli<br />
ad una perpétua schiavitù, ogn'uno<br />
potrebbe disapprovare un ta! uso, e chiamarlo<br />
inutile e crudele, e dire che i'uso<br />
di tutte le Nattent, e di tutti i Secoli si<br />
annienta in jaccia alla ragione-, perde la<br />
itoria degli uom'mi ci dà l'idea di un immense<br />
pelago d' errori.<br />
Cotesta per altro è una specie di prova,<br />
che benchè sia la più debole, e dirô<br />
cosi d'una specie la più amfibia di qualité<br />
ce ne possiamo immaginare; con tutto<br />
cio contiene una taie apparenza di forzaj<br />
che ha sorpresi, ed imbarazzati parecehi<br />
gran pensatori, anche in materie assaigravi,<br />
senza che nessuno sinora, per quant'<br />
jo sappia, abbia trovata la vera forma di<br />
rispondere adequatamente a simili prove ;<br />
per la quai cosa spero che non farô dispiacere<br />
a portare in questo luogo quel-<br />
Ja, délia quaie io mi servo .<br />
Se m-
)( 154 )(<br />
Sembra a me dunque che la Formula di<br />
sciogliere simili vaghe allegazioni, e di<br />
farne svanire intieramente tutta quell' apparenza<br />
di lume e di fbrza che ci presert*<br />
tano al primo aspetto, consista in tare ,<br />
secondo le différend materie, la seguenre<br />
prescnzione : Tutti gli v.omini insrenie, o<br />
la maggior parte di es si, non è possibile,<br />
che s'ingannino nei lorogiudic/, e ne!la<br />
loro c,eden^a, .ri? le cose cbe gijt'.dicano<br />
o-cbe credoiw siano tait, délie au ait tutti<br />
gli v.omini ne possano essere cormscitori c.tpaci,<br />
e giudici compétent!. Per lo contrario<br />
: Tutti gli uotnini insieme, o la maggior<br />
parte di es si, potrà ingannarsi nei<br />
suoi gi'-dixj, e credere vero cib cb'è falso,<br />
o falso cib cbe è vero, se non saranno<br />
capaci di conoscere e di giudicare cib<br />
cbe ctedono .<br />
Applichiamo adesso cotesta Formula<br />
a quaiche caso particolare, per rilevarna<br />
meglio la sua giustezza, ed applichiamo<br />
la appunto al caso del N. A. Un Filosofo<br />
vuole provare, per cagkin d'esempio,<br />
ch' il consenso universale del Cristianesirao,<br />
che la sua Religione abbia una perfetta<br />
morale, non sia una prova forte, e<br />
che appaghi; per riuscire nei suo assunto<br />
oppone l'esempio del consenso universale<br />
di quasi tutto il génère umano, che crede<br />
v. gr. che la Luna abbia grandissima influent
X »ÏÏ X<br />
rluenza sopra le cose del nostro GI0I20 ,<br />
che si suppone una credenza vain, e falsa;<br />
e ae deduce quindi il Filosofo, che il<br />
consenso del Cristianesimo circa la perfezione<br />
délia sua morale, non è una prova<br />
convinccnte. In questo caso si • fa su'ito<br />
svaiiire l'esempio del Filosofo, con l'applicazione<br />
délia da me portata Formula ,<br />
con rispondere cioè al medesimo, che non<br />
è maraviglia, che si possa ingannar tutto<br />
il popolo nella sua credenza circa la forza<br />
che suppone negli influssi lunari; perché<br />
ci vogliono dei Naturalisti, e Hegli<br />
Astronomi per ben giudicare di questa<br />
quistione, e non il popolo, che non vede<br />
gli oggetti se non sono quattro dita<br />
vicini a' suoi occhj ; e cosi tutta la mina<br />
del nostro Filosofo resrerebbe sventata.<br />
Tutto ail' opposto se qualche pregiudicato<br />
Soffista mi volesse provare, che il<br />
Popolo Cristiano s'inganna nel crederveri<br />
per cagion d'esempio alcuni prodigj,<br />
e ciô perché il Popolo va errato in moite<br />
altre materie ; io gli serrerei subito la<br />
bocca, con fargli sapere, che il giudicare<br />
se una cosa sia prodigiosa o no, non<br />
è un punto di Metafisica, o di Geometria<br />
sublime , che tutti non possano<br />
darne giudizio, ma di quelle, che basta<br />
avère gli occhj sani ed il senso cornu ne<br />
per potersene assicurare; ed ecco, che
)( 15* X<br />
quel Soffista resterebbe subito disanruto ,<br />
e vinto.<br />
Parlando adesso del caso nostro: io affermo,<br />
che non è possibile, che tutte le<br />
Nazioni di tutti i Secoli abbiano fatto<br />
maie a prescrivere la pena di morte a<br />
certi delitti, perché questa è una materia<br />
délia massima importanza per tutto il<br />
génère umano : materia délia quale se ne<br />
discorre, e si esamina ogni giorno: materia<br />
seriamente esaminata, e discussa dalle<br />
prime Teste del Mondo, da uomini<br />
capacissimi di portarne un retto giudizio :<br />
dunque è impossibile che si possino essere<br />
ingannati nel giudicare che la pena di<br />
morte è utile, e necessaria per raffirenare<br />
gli uomini dal commettere maggiori<br />
delitti ; e questo giudizio sarà sempre vcro<br />
, quando anche la somma degli erron<br />
creduti, ed approvati da tutti gli u uniîii,<br />
fosse maggiore all'infinito di quello,<br />
che si suppongono comunemente gl' increduli<br />
; e con gran ragione, perché sebbene<br />
in qussta specie ai prove la probabilità<br />
apparente sembra un sol punto distante<br />
dal vero; ad ogni modo una venta<br />
reale starà sempre alla più reale pro-<br />
'babilità, corne l'infinito al rinito, e corne<br />
la sfera ad un punto.<br />
Finalmente, giacchè l'Autore termina<br />
di parlarc délia pena di Morte con fare<br />
al-
)( IJF7 )(<br />
alcuni affèttati, e proditorj augurj di felicità<br />
a'Sovrani, ed a tutta la gran Socierà<br />
del Génère Umano, supponendo che<br />
si risolveranno ad abbracciare i suoi fenatici<br />
consigli e suggerimenti su delk<br />
stsssa materia ; per ciô dar6 fine ancor io<br />
•aile mie Note su la medesima con ringraziare<br />
con tutto il tenue mio spirito,<br />
e con tutte le mie deboli forze la divins<br />
Providenza, che ci abbia sempre dati e<br />
conservati dei Legislatori, e dei Giudici<br />
non montati a visioni, e capaci di lasciarsi<br />
abbagliare da falsi luini, e da soffistici<br />
paralogismi, ne amanti di paradossi ;<br />
ma uomini forti, illuminati, giusti, ed<br />
ottiini conoscitori del debole, e del guasto<br />
délie umane passioni, e tali perconsequenza,<br />
che per una mal intesa compassione<br />
verso una piccolissima corrotta<br />
e contaggiosa porzione dell'uman génère,<br />
nonhanno mai tollerato, ne mai permetteranno,<br />
che ne risenta r e ne resti contaminata<br />
tutta la loro Società.<br />
Tutti quelli che sanrio essdvi dei mali<br />
incomprensibilmente inseparabili daU'umana<br />
natura, e talmente adesso suoi proprj,<br />
che quasi giudicherebbersi utili alla medesima<br />
e necessarj ; ed altri ch'hanno la loro<br />
origine semplicemente dall' îgnorànza<br />
e dalla malizia dell'uomo, dovranno for-<br />
Marc questo giudizio, che chiunque accu-
)( 15»' )(<br />
cusa di crudeltà 1 Giudici ed i Sovrani:<br />
perch' abbiano stabilita la Pena di Morts<br />
per certi delitti, accusa di crudeltà la<br />
sressa Provvidenza del supremo Regolatore.<br />
E' impossibile, che il génère umano<br />
possa lungo tempo godere délia sanità ch'<br />
è propria alla sua natura, senza la perdita<br />
assoluta d'una porzione di se stesso .<br />
Se 1' orror d' una morte tormentosa e crudele<br />
non è sufficiente a conservargli questa<br />
sanità , qualunque altro dolore, che ne<br />
per intensione , ne per estensione l'agguagli,<br />
non sarà mai capace di cagionarglietie;<br />
e gli sfor/.i, e le violenze sorprendenti<br />
ed inconcepibili, che sogliono fafe<br />
gli uomini i più arditi ed i più coraggiosi<br />
per evitare una vicina morte, quantunque<br />
scevra da circostanze funeste , in<br />
confronto di quelle, che dimostrano, do-<br />
Ve si tratti di liberarsi soltanto da qualche<br />
schiavitù, provano ad evidenzï, che<br />
se l'orrore di quella non è rimedio sufficiente<br />
per procurargli sempre e di conservargli<br />
quella sanità, lo sarà sempre<br />
manco il timoré di questa. E chi mai<br />
potrebbe trattenere quegli animi arditi,<br />
che stimano più délia vita gioconda la<br />
vendetta, dall' andare ad uccidere colle<br />
proprie mani i loro offensori, mentre questi<br />
si trovano in ischiavitu? Ella si è una<br />
vo-
)( ISP )(<br />
voce forte, costante, e manifesta delh<br />
stessa natura, che grida incessantemenre e<br />
che altamenre dichiara, che chi ammazza,<br />
convien che muoja.<br />
Di poi quante spese, e quanti incomodi<br />
non si renderebbero indispensabili per<br />
teaer in doyere e sicuri quella specie<br />
di Schiavi, il numéro dei quali anderebbe<br />
sempre crescendo kl un colla loro malizia,<br />
e colla loro iniquità? Chi salverebbe<br />
la vita dei pacifici Cittadini in caso<br />
ch 1 un incendio, od una popolare sollevazione<br />
desse campo a quei Schiavi di mettersi<br />
in hberfia? Quali continui disturbi<br />
non sorrnrebbero i Magistrati per lesupphche,<br />
e per le istanze che non mancherebbero<br />
di far présentare quei Condannati?<br />
Quale non sarebbe per fine l'afflizione<br />
e la costernazione dei Genitori, délie<br />
Mogli, dei Figliuoli, e degli Amici di<br />
questi Schiavi nel vederli infamemente ,'e<br />
lungainente soffrire^ e per doverli provedere,<br />
e soccorrere di tu,tto ogni giorno?<br />
Ammiriamoper tanto le nécessaire disposizioni<br />
délia Giustizia dei Sovrani dei Popoh,<br />
che hanno proveduto a tanti inconvementi<br />
colla giusta ed utile pena di<br />
morte inalterabilmente decretata contro i<br />
nemici délia Società, e dei pubblico belle<br />
; e concludiamo contro il nostro Politico<br />
Novatore, che nello stato présente
X i
)( I6i )C<br />
gli stessi terribili eftetti in tutti gli uomini<br />
di tutti i Secoli, e di tutti i tempi ;<br />
ed è impossibile che ne anche dopo cento<br />
Secoh, non che cento .înni, corne dice<br />
l'A. gli animi nostri possano incallirsi<br />
al terror délia morte ; perché un tal<br />
terrore nell 1 uomo è altrettanto necessario,<br />
quanto è necessario che 1' uomo viva;<br />
e credo pero che l'A. abbia dette»<br />
per pura bizzarria, che si pos.sa arrivara<br />
temere ugualmente la Ruota , che la Prigiooia<br />
: se tal cosa fosse possibile in tutti,<br />
a quest'ora gli uomiru sarebbero per<br />
dir cosi veri ^A'patisti ; e per la stessa ragione<br />
sarebbero potuti giugner a temere<br />
egualmente la Ruota, che la menoma parola<br />
ingiuriosa, cioè a non temere più.<br />
verun supplicio.<br />
Ho lasciato di no.tare che nella pagina<br />
sessanta scrive con molta oscurità, che<br />
la impuni ta stessa nasce dalf atrocità dei<br />
supplie/ : proposizione ancor questa contraria<br />
alla sperienza, la quale ci fa vedere,<br />
che gli uomini temono i gastighi a.<br />
proporzione, che questi cagionano una<br />
più pronta, e più dolorosa distruzione del<br />
nostro mdividuo . Al più al. più potrà:<br />
seguire, che qualcuno si abbandoni alla.<br />
disperazione nell'atto di dover subire un.<br />
atroce supplicio ; ma prima., e fuori di<br />
tali circostanze, pensera ad essere tanto.<br />
T.omo III, L giù.
X 1*1 )(<br />
più cauto nel cominettere qualche delitto,<br />
quanto sarà più atroce il supplicio<br />
che temerà ; e nessuna educazione , ne veruna<br />
Filosofia hanno mai potuto ottenere,<br />
che gli uomini, massime i scellerati,<br />
arrivino a sangue freddo a temere meno<br />
una morte atroce , che una morte poco<br />
tormentosa, ed è impossibile che natura'mente<br />
vi possano arrivare. Il timor<br />
délia morte vale quanto l'utilità délia<br />
vita.<br />
Nella stessa accennata pagina (a) dice,<br />
che uno spettacolo troppo atroce per l'umanità,<br />
non pub essere che un passeggiero<br />
furore, ma non mai un sistema costante,<br />
quali devono esser le Leggi : e poi<br />
ripete di nuovo : cbe se veramsnte sono<br />
çrudeli, o si cangiano, o /' impunité fatale<br />
nasce dalle stesseLegçi. Qui non dirô<br />
niente di quel passeggiero fvton\ no-,<br />
terô solamente , che nessuno dubita, che<br />
la pena di morte non sia un dolore ,•<br />
an/.i un atto crudele ; nu noi cerchiamo<br />
se la morte che si ft soffrire ai rei, sia<br />
giusta ed utile al Pubblico, ed atFermiamo<br />
essere utile e giustissima .<br />
In questa stessa pagina (Z>) scrive con<br />
ispaventosa audacia, che le Leggi hanno<br />
sempre favorito i pochi, ed ohraggiato i<br />
molti: quando è certo esser avvenuto sempre<br />
1' opposto . Afferma poi che le me-
X 1*3 )(<br />
desime Leggi hanno punito molti infelid<br />
accus eu di delitti ihipossibili ; per i quali<br />
delitti impossibili senza meno intende<br />
di quelli di Magia, e di Stregonena. Ma<br />
gli sappiamo dire, che cotesta è un'accusa<br />
calunniosa, ma reale, che dà contre»<br />
il sagro Tribunale dèll'lnquisizione, il<br />
quale gi animai è giunto a tanta ignoranza<br />
di credere Fatto, l'impossibilc; ed<br />
aggiungo che quantunque io abbia tanto<br />
dispregio per l'Arte Magica, quanto ho<br />
sempre amato il quattrt e quattro fa.otto;<br />
so dire ad ogni modo, che non tutti<br />
i delitti che si attribuiscono alla Magia<br />
sono impossibili ; e che s' è vero che gli<br />
uomini non sono capaci per nessunascienza<br />
di cerre operaziom, per Jo meno è<br />
certo , che vi sono stati di quelli, che<br />
col più sacrilego abuso hanno tentato di<br />
riuscirvi ; e che l'Inquisizioneha condannati<br />
appunto questi sacrileghi attentati,<br />
e non il loro effetto, corne o malignamente,<br />
od imperitamente suppone il nostro<br />
Autore.<br />
Contuttociô una simile accusa data al<br />
più giusto di tutti i Tribunal! gli si potrebbe<br />
passare per uno scherzo ail'A. in<br />
confronto dell'altra che dà allô stesso, affermando<br />
nella pagina 6i. che ha fatto<br />
morir crudelmente uomini non d' altro<br />
ni, che di essere stati fedeli ai proprj<br />
L 2 prin~
V i
s ci are ad altri uomini /' arbitrio dt ucciderlot<br />
E io qui glirispondo, primo: che<br />
da cio si deduce che il Patto Sociale e<br />
una chimera impossibile. Secondo: che<br />
nessuno avrà creduto nell'atto délia sua<br />
associazione di porer cadere in delitti degni<br />
di morte. Terzo : che un ucmo dopo<br />
che ha offesa la Società perde ogm<br />
diritto alla sua vita ; corne si dice che lo<br />
perde un Agressore ingiusto riguardo alla<br />
persona assalita. Quarto: che quando<br />
un uomo s'unisce ad una Società, s'intende<br />
che céda alla medesima tutto il potere<br />
suo, afrinchè la Società possa impedire<br />
tutto cio che la potrebbe turbare ;<br />
e perè ancora il diritto délia pena di morte<br />
, che noi abbiamo veduto essere nece>sario<br />
in tutte le Società.<br />
Spiega bemssimo nondimeno i due motivi<br />
, per i quali si giudica necessaria la<br />
morte œ un Cittadino, liriove scriveco*<br />
si •• {b) La morte di qualche Cittttdino non ***• "•<br />
pub crederst necessaria che per due mo~<br />
tivi . Il primo quando anche priva di libertà<br />
cgli abbia ancora taii relation! e<br />
tal potenra , che interessi la sicure^a délia<br />
Na^ione ; quando la sua esistença possa<br />
produrre ima rivoht^ione pericolosa<br />
vella forma di Caverne stabilita ; Ma qui<br />
l'A. si dà, corne dice il proverbio , la<br />
zappa su i piedi, e distrugge tutte le im-
)( 166 )(<br />
putazioni di crudeltà e d'ingiustizia che<br />
dà temeranamenre ai Sovrani ed alla<br />
Chiesa, riguardo alla pena di morre.<br />
Anche nella pagina sessantesimaterza si<br />
oppone contro la genre la più ostinata<br />
del mondo, voglio dir contro i fatti e<br />
contro 1'esperienza , perché insegna, che<br />
non è V intensione délia pena , che fa il<br />
maggior effetto suW animo umano, ma /'<br />
estensione di essa _,• perché ( soggiugne )<br />
la nostra sensibilità è più facilmente e<br />
stabilmente mossa da minime ma replica*<br />
te impression, che da un forte ma pas*<br />
seggiero mouiment». Primieramente cotesto<br />
non è il caso del timor délia morte ;<br />
e poi è chiaro che si danno délie pêne<br />
o dei timori, che quand' anche durassero<br />
mille Secoli, non potrebbero uguagliare<br />
colla loro estensione l'intension délia pena<br />
di morte. Infinité minime replicate<br />
impressioni non atterreranno mai una gran<br />
Torre, che un quantunque passeggiero,<br />
ma forte Fulmine, l'abbatterà .<br />
Si veda qui adesso l'esempio d 1 uno di<br />
quei periodi nei quali, perché si vogliono<br />
caricar di sentimenti, e risparmiar le<br />
parole convenienti, si fa corne quei Muratori,<br />
che fabbricano con molti sassi e<br />
con molta rena, ma con poca calcina.<br />
iVo» è il terrièi/e, ma passeggiero spettacolo<br />
délia morte di uno scellsrato ( dice<br />
il
)( "57 X<br />
il N. A. 00 ) ma U lungo e stentato e- *"£ *'<br />
sempio di un tiomo prive di libertà, ( che<br />
dkcnuto bestia di servigio ricompensa<br />
colle sue j'atiche quella Societa, che ha<br />
offesa, ) de è il freno più forte contro i<br />
délitti. Per rendere cotesto periodo un<br />
po' più chiaro, mi sono preso la libercà<br />
di metterci una parenresi ; ma non è queste<br />
ciô che 10 voglio rinfacciare ail' A.<br />
perché conosco me stesso ; ma bensi quella<br />
sua falsa idea d' utilità, che mostra si<br />
porrebbe ricavare dal travaglio de' Rei ;<br />
perché puè fare più maie in un solo giorno<br />
un Assassino dopo esser scappato<br />
dalla Galera, che non è il bene che pr>trebbero<br />
(are cento scellerati in dieci anni<br />
travagliando nelle Minière.<br />
Immediatamenre dopo le riportate parole<br />
açgiugne le seguenti : Quell' efficace,<br />
perché spessissimo ripetuto ritorno sopra<br />
di mi medesimi, ( io stesso sarô ndotto a<br />
cosl lunga e misera condizione, se conjmettero<br />
simili misfatti,) è assai pihpossente<br />
che non /' idea délia morte, che gli<br />
uomini veggon sempre in una oscura Iontananxjx.<br />
La disgrazia delN. A. si è, che<br />
gli uomini veggon meglio 1' aspetto délia<br />
morte, benchè sempre in una oscura Iontanan^a,<br />
che quella lunga e misera condizione,<br />
benchè la sua veduta sia spessistimo<br />
ripetuta ; il che tanto è vero, che<br />
L 4 per