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DEI DELITTI

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<strong>DEI</strong> <strong>DELITTI</strong><br />

E<br />

D E L L E PENE<br />

EDIZIONE NOVISSIMA<br />

Di nuovo corretta , ed accresciuta<br />

TOMO TERZO<br />

C H E CONTIENE<br />

LE NOTE ED OSSERVAZTOM<br />

0<br />

SU LO STESSO ARCOMENTO.<br />

BASSANO, MDCCLXXi'i:<br />

A SPESE REMONDINI DI VENEZIA.<br />

Ce» tittnxçi 4w'fupirîori t e Privilcçio.<br />

M. F.<br />

narasi


Ut perfeBione suscepta. optimum amwuin<br />

animalium est homo, ita si alienus<br />

fiât a Lege, & a Judkiis, nibil a<br />

feris atrocissimis discreparit..... Infinitam<br />

Judices sceleribtts aperitis audaciam,<br />

si pcsnam licet eligere condemnato.<br />

Huila poena est, nisi invita.<br />

a Quintil. Declam. IX. Cap. VIII.


N O T E<br />

E D<br />

OSSERVAZIONI<br />

SVL L1BR0 1NT1T0LJT0<br />

<strong>DEI</strong> <strong>DELITTI</strong>, E DELLE PENE .<br />

•*&>


)(4)(<br />

questo principio dico, è stato quello cfie<br />

ha fkto sortire in questi ultinV anni dal<br />

più protbndo âbisso délie ténèbre le tante<br />

Opère orribili mostruose che ci hanno date<br />

1 prêtés! Spiriti Forti. Ma il Libro<br />

che più d'ogni altro ( perche più seriamente<br />

) si è abusato di quel contraddittorto<br />

rovinoso principio, è quell'intitolato<br />

dci Delitti, s dette Pêne venuto colle<br />

stampe alla luce, ma cieco, che io per<br />

semplice onorato amore délia bella Verità<br />

imprendo qui ad esaminare.<br />

eiudiiia Questo piccolo Libro, è ad ogni modo<br />

bro. L 'uno dei piu bei pezzi travagliati dai nostri<br />

Italiani su tali materie, nel corrente<br />

nostro felicissimo, ed infelicissimo Secolo,<br />

e lo trovo scritto sul torno atfàtto di<br />

tutte quelle Opère che fanno maggior<br />

strepito ai nostri dl, per la loro rivoltante<br />

odiosa novità, délie quali contiene<br />

anche tutto il veleno, se non che vi è<br />

sparso con più onorata destrezza , e con<br />

più imponente, più nobile, e manco sospetta<br />

sincerità. L'A.dice d'avère scritto<br />

per pochi ; io scrivo per tutti ; egli si è<br />

servito dira cosî di moneta immagmaria ;<br />

io bisogna che mi serva di moneta contante,<br />

spezzata e conosciura da tutti,<br />

rine di Io mi pongo a notar quest'Operetta ,<br />

S? tanto più voiontieri, quanto en' ella mi<br />

sembra una vera figliuola diro cosi del


)( s X<br />

ContrMto Sociale di Rosseau, e quanto<br />

più an;ora la sui Lettura m'ha confermato<br />

ne'seguenti miei pregiudlxj.<br />

I. Che gli uomini di gran talento sia-<br />

110 nel mondo scientifico, quelle che sono<br />

ordimnamente nel mondo politico gli<br />

uomini di gran ricchezze. II. Che avvenga<br />

per una specie di mistero, e per<br />

Utia incomprensibile provvidenza, che tutti<br />

gli uomini più dotti, e più eruditi ,<br />

ma pnvi di religione, nello scrivere di<br />

certe materie, cadano in mille confraddizioni,<br />

e negli errori i più patenti. III.<br />

Che siano più i cattivi costumi, chéiàcciano<br />

nascere 1 cattivi Libri, che i cattivi<br />

Libri, li cattivi costumi. IV. Che presentemente<br />

si chiamano buone le cose<br />

peggiori, purchè contengano in se una<br />

soia parte buona che favorisca la libertà,<br />

ed il libertinaggio, e cattive le mi<br />

se in queste si trova una comunque<br />

piccola porzion di maie, che faccia urto<br />

aile sregolate passioni degli uomini. V.<br />

Che benchè questo sia il Secolo in cui si<br />

è tenuta in più gran pregio, e fatto maggior<br />

uso dell'isperienza, e délia dimostra-i<br />

zione; ad ogni modo si sono creduti per<br />

yeri i fatti più chimerici, Je più sciocche<br />

imposture, e le dottrine le più divergenti<br />

dal vero, che in qualunque altro Secolo<br />

. VI. E che sebbene certa specie di<br />

A 3 Let-


X -6 )(<br />

Letterari voglia veder l'evidenza la più:<br />

incontrastabile in tuttr» quello che tega gli<br />

uomini, avanzano ad ogni modo le più<br />

palpabili falsità, e colla più terribile franchezza,<br />

quando affèrmano qualcosa, che<br />

favorisca i nostri pregiudicj.<br />

Avviit Dei rimanente per tenere un metodo<br />

;te Ho. in queste mie Note il manco soggetto ad<br />

"• «quivoci, e nello stesso tempo il più natutale,<br />

seguitero 1' Autore di questo Libro<br />

atticolo per articolo dovunque vorro<br />

io, e nulla ardirôdi notare, senza prima<br />

riportare le stesse parole tfeH' Aurore.<br />

True. ge ç\\ uomini scienziati del decim'ôttavo<br />

Secolo fossero tanto ben prevenuti<br />

universalmente in favore délia virtù, e<br />

délia ragrorw conforme lo sono sventuratamente<br />

per tutto quello , che ha i 7 omi<br />

soitanto, ed il semplice nome di libertà,<br />

e di novità, ardirei lusingarmi,<br />

che questa qualunque mia fatica farebbe<br />

fare a molti délie cosl vantaggiose riflesiionj,<br />

quante sono le cattive incidenze,<br />

che so ch' ha cagionate a quest' ora il Libre<br />

dei Delitti, e délie Pêne. Ma mi<br />

consola, che se non godetù un simil piacere,<br />

non avrô neppur da soflrire i fastidiosi<br />

rimorsi, dai quali sarà sempreinquietato<br />

T Autore di cotesto Libro ; laonrie<br />

comincin tranquillamente le mie Note,<br />

e le mie Riflessioni.<br />

Il


)(?)(<br />

II N. A. s'introduce subito con direv>»>/


)(8)(<br />

sordini aile pfcwone, che 'possono necSrvi<br />

rimedio, le quali, efeecchè voglta iinmaginarsi<br />

l'indispettita fantasia ciel N. A.<br />

non sono mai mancate.<br />

Si rifietta di vantaggio, che essendo le<br />

Leggi altrettante metaforiche catene, cosî,<br />

che siccome sarebbe crudeltà lasciare<br />

ad un uomo incatenati i piedi colla stessa<br />

caréna quando è ancor giovinetto, che<br />

dopo quando è cresciuto, sarebbe parimente<br />

ingiustizia voler che tutte le Leggi<br />

fossero immutabili, e non regolate dal-<br />

13 gïornaliera :<br />

»«»**' Ma seia detta proposizione del ÎSJ. A.<br />

sociale, puo essere tacciata di pericolosa imprudenza,<br />

cosai dovrà dirsi délia confidente fran-<br />

«cr. P * s ' chezza con cui pronuncia la seguente? (2)^-<br />

*»»•»• priamo le storie (die'eeli)e vedremo che le<br />

JLegg't, che pur sono, 0 do-vvebber essere patti<br />

di uomini liberi, non sono state, per lo pih,<br />

che la stromento délie passioni di alctini<br />

pochi, 0 nate da una fortuita , e p.u<br />

,a nécessita, non già dettateda un fred~<br />

do esaminatore délia natura umana.<br />

Suppone qui il N. A. colla maggiof<br />

parte dei moderni Pubblicisti, che le società<br />

civili abbiano avuto origine , e che<br />

siano state formate dal conseaso di uomini<br />

liberi ed isolati, uniti insieine per mertere<br />

cosl in maggior sicurezza la propria<br />

vira, e che a taie oggetto abbiano anche


formate délie Lef^gi, ed elette varie persone<br />

(senza dubbio de! loro numéro)perche<br />

fossero deposicane, ed esecutrici di<br />

quelle Leggi.<br />

Cotest'Ipotesi, e cotesto principio, è<br />

il fondamento, e la base su cui appoggja<br />

il N. A. tutto quello, che ayanza circa<br />

la natura délie Pêne, e dei Delitti in questo<br />

suri Libro, e quelli parimente sopra<br />

de' quali appoggiato disapprova, e condmna<br />

con frequenti invettive, e declatn.uioni,<br />

il metodo, e la maniera con cui si<br />

giudica, e si pensa universalràente in tutte<br />

le Nazioni délia istessa materia dei delitti,<br />

e délie Pêne. Da cotesta isressa Ipotesi<br />

ne deduce l'A. moite perniziosissime<br />

conseguenze contrarie alla retta ragione,<br />

contrarie al Diritto di Sovranità di tutti<br />

gli stati dei Mondo nostro, e contrarie<br />

alla vera Religione; e per dir tutto in<br />

una parola, su di cotesta Ipotesi è fondato<br />

tutto quello, che ha scritto in questo<br />

suo Libro; di modo, che se io dimostrero,<br />

che una taie Ipotesi sia falsa,<br />

ed assurda, restera abbattuta, e distrutra<br />

tutta la mole dei Sistemi, e dei progetti,<br />

che si trovano in questo Libro, su la<br />

detta materia dei delitti, e délie Pêne.<br />

Io sostengo adesso, che veramente l'Ipotesi<br />

dell' origine délie Società corne qui 1'<br />

«spone il N. A. sia falsa, ed assurda, ed<br />

ho


)( io )(<br />

ho la yanità di protestare, che se non h<br />

dimostrerô taie, sono contento, che si<br />

gettj via subito questo mio Scritto, e di<br />

essere giudicato un impostore.<br />

Per formare una società Civile si ri-<br />

.chiedono queste tre cose. i. il consenso<br />

. Ci uomini liberi, ed isolati, corne parla 1'<br />

A. 2. la creazione délie Leggi., e délie convenzioni,<br />

che devono servire pel buon governo<br />

délia Società; 3. e Telezionedi alcunepersone<br />

perche iàcciano eseguire coteste Leggj.<br />

Ciô supposto, si possono ricercare due<br />

cose 1. Se vi sia mai stato tra gli uomini<br />

qualche Repubblica, o qualche Reguo,<br />

che siansi formati dal libero consenso di<br />

tutti gli uomini che abitavano qualche<br />

Provincia, conforme suppongono i 1110derni<br />

Pubblicisti, che abbiano avuto origine<br />

le Società? 2. Se sia possibile, che<br />

le Società si possano formare in questa<br />

maniera, attesa la présentecondizione degli<br />

uomini?<br />

Quanto al primo, egli è délia più assoluta<br />

certezza, che non Y' è mai stata<br />

nçl nos'ro Globo una Società perfettu che<br />

sia stata formata originariamente dal consenso<br />

esprësso e determinato di uomini<br />

.liberi, conforme se l'immagina il N. A.<br />

e stido tutti i Socialisti, e chiunque altro,<br />

che mi trovino un solo esempio in<br />

futte le Storie, ed in tutti gli Annali del<br />

Mon-


)( II )(<br />

Afondo, di Società formate in quella majiiera.<br />

Tutto quello che si puo rikvare<br />

dalle Storie, circa l'origine délie Repubbliche,<br />

e degli Imperi, e circa il loro<br />

ingrandirhento, siccome anche circa le loro<br />

rivoluzioni, e la loro decadenza , si è<br />

che sempre ha prevalutola Legge del piu<br />

forte, maper tali circostanze, e per tali<br />

combinazioni, che vi si vede, ( a giudicarne<br />

rettamente ) l'opéra, ed il coi<br />

SQ d'una mano invisibile si, ma potentissima.<br />

Tenghiamo certo Irattanto, che<br />

non vi sono mai state délie Società, conforme<br />

se le suppone il N. A. coi Pubbiicisti<br />

moderni.<br />

Vediamo adesso se sia possibile, che<br />

uomini délia présente condizione possano<br />

formare la Società di cui qui si parla.<br />

Primieramente bisogna supporre, cbe per<br />

formare una Società si richiede un numéro<br />

d' uomini dal quale poterne fare e destinare<br />

per Capi délia Società, per Giudici,<br />

per ministri ec. Ora gli uomini liberi,<br />

che devono formare la Società di<br />

cui si tratta, o saranno tutti délia stessa<br />

età, dello stesso sesso, e délia stessa condizione,<br />

odietà, di sesso, edi condizione<br />

différente. Se supporremo, che siano<br />

tutti délia stessa età, vedremo esser cosa<br />

inconcepibile si possano trovare cent'uomini<br />

solamente i quali pensino tutti alla<br />

stes-


X M X<br />

stessa maniera, che tutti abbiano Je stesse<br />

passioni, e gli stessi interessi. Egli è superHuo<br />

l 1 osservare qui che sono tante<br />

le différend opinioni, e voleri, quante sono<br />

le différend teste degli uomini. Se è<br />

difficile che gli uomini convengano tutti<br />

a credere lo stesso in quaîche punto scientifico<br />

, che pochissimo intéressa; quanto<br />

più sarà difficile che coavenghino, e che<br />

si accordino tutti a p.ortare an medesimo<br />

giudizio intorno materie tanto interessanti<br />

per tutti, quanto sono le Leggi con<br />

cui dobbiamo essere governati, e legati<br />

per tutto il tempo che viveremo, e che<br />

si possano facilmente accordare nell'elezione<br />

di quelli che li devono governare ><br />

Chi è quell'uomo, che voglia far questo<br />

torto a se stesso di non credersi abile<br />

quanto un altro per governare la Société?<br />

Chi è quell'uomo libero, e massime<br />

se fosse qualche Spirito Forte, il quale<br />

voglia soggettarsi al governo di pari suoi?<br />

Bisogna ignorare affatto cosa sia il cuore<br />

umano, e quale sia la forzà dell'amor di<br />

se stesso , per potersi persuadere, che si<br />

possa trovare un gran numéro d'uomini<br />

che vogliano sacrificare spontaneamente la<br />

propria libertà in njano d'altn uomini, e<br />

.che possano convenire nel crearsi, e formarsi<br />

le catene con cui devono viver legati<br />

per tutto il tempo di loro vita.<br />

Che


- Che se poi quelii iO" ibrpiare<br />

la Société saranno di età , di sesso, e di<br />

condizione différente; allora la dirricoltà<br />

che possano convenire, ranto nel prestare<br />

il loro consenso, che nel creare le Leggi,<br />

«d i Magistrat!, crescera in proporzione<br />

del numéro délie maggiori combinazioni ,<br />

che formant), le opinioni, e gl' interessi<br />

di moite persone di età, di sesso, e di<br />

condizione diftèrentissimi. I Giovani sono<br />

sempre contrarj ai Vecchi, corne i<br />

fnoderni sono contrarj agli antichi , s;<br />

aggiunga ancor qui la differenza délie pas;<br />

sioni, e degli interessi di tantA gente, si<br />

aggiunga di più la difficoltà di creare del;<br />

le Leggi che convengano a tante différent!<br />

età e condizioni di persone, e si vedrà ,<br />

che non- è possibile, che possa trovarsi<br />

una popolazione, quantunque piccola, che<br />

si uiiisca a dare il suo consenso, perche<br />

si creino délie Leggi, perché si eleggano<br />

dei Magistrat!, perché si formi una perfètta<br />

Società, vale a dire, la più difficile<br />

, e la più grand 1 opéra che si possa fare<br />

dagli uomini.<br />

In ogni piccolo numéro d'uomini vi<br />

si trovano dei misantropi, dei fenatici,<br />

dei furiosi, e dei Spiriti Forti, siccome<br />

tutto aU'oppostonon vi mancheranno mai<br />

degli uomini deboli, stupidi, irragionevoli<br />

; come mai dunque potersi immaginare,


)( 14 )(<br />

re, che questa specie d'uomibi voglia, e<br />

possa prestare il proprio consenso perché<br />

si formi una società 1 Non è credibiJe ,<br />

che se vi si trovasse un' anima corne quelle,<br />

o del Machiavelli, o del Gallileo volesse<br />

accordarsi colla moltitudine , e assoggcttarsi<br />

aile Leggi, ed al governo di uomini<br />

ad essi inferiori. Si penserebbe mai<br />

sempre d' un codice di Leggi, e délia loro<br />

bontà come dei Sistemï dei Filosofi,e<br />

dei Piani di Religione , si metterebbe tutto<br />

in dubbio, ed in contrasto, bisognerebbe<br />

rinnovate le leggi ogni età, e generazione<br />

d'uomini. Gli uomini credono d'aver<br />

gius di guastare le opère degli altri uomini.<br />

Si combinino adesso tutte coteste cose,<br />

e si vedrà quanto sia vero, che non<br />

è possibile, possa trovarsi una popolazione<br />

quantunque piccola, che voglia, e che<br />

possa convenire- a formare una perfetta ,<br />

e ben regolata Società .<br />

Se v' ha chi dubiti che sia un paradosso,<br />

m'a. vero, quello, che afferma potersi<br />

dedurre una verità dalla falsità che si<br />

oppone direttamente alla stessa verità spero<br />

qui di chianrlo. Supponghiamo che la<br />

Società sia già formata. Quale è il fine<br />

per cui gli uomini si uniscano in Società?<br />

Fer metter la propria vita in maggior<br />

skurezza . Ottimamente . Immaginiamoci<br />

adesso, che uno di questi Socii ne<br />

a m-


)( 15 )C<br />

ammazzi un altro. Questa è uha contraddizione<br />

del cuore umano, crede reo di<br />

mille morti un omicida, ma l'omicida<br />

non si crede mai degno di morte. Il supposto<br />

omicida sarà dunque condannato a<br />

morire, affinchè i Socii conseguiscano il<br />

fine per cui si sono uniti inSocietà. Ma<br />

chi sarà quello che vorrà fare da Sbirro,<br />

e da ministro esecutore délia Giustizia?<br />

Nessuno, perché farei torto alPumanità,<br />

se dicessi, possa trovarsi, chi voglia fare<br />

spontaneamente da carnefice, o che quando<br />

si uni in Società, abbia dato alla medesima<br />

il diritto di poterlo obbligare ad<br />

un' azione eosi infâme, e cosi ributtante,<br />

ed odiata .<br />

Ogni uomo è fallibile ; dunque 1' omicida<br />

potrà sospettare dell'ingiustizia nei<br />

suoi Giudici, e senza dubbio sospetterà<br />

nel caso, e dira non aver mai avuto intenzione<br />

di sagrificare la propria vita, o<br />

la propria libertà, in mano di Giudici<br />

fallibili, e parziali . Chi non iscorge qui<br />

una difficoltà insuperabile alla formazione<br />

d'una Società d'uomini, io non lo<br />

stimo- ragionevole. Questo è il giudieio<br />

del N, A. Nulla. Quale specie di Governo<br />

sceglieranno i supposti associati? Senza<br />

dubbio 1' Aristocratico , massimamente<br />

in una popolazione la quale o perClima,<br />

o per altri accidenti, sia composta<br />

d'


d' uoinini di forze,


)( i? )(<br />

Htagina il nostro Autore, e se è certc ,<br />

che uns tal Società è apparentemente impossibile<br />

che si possa formare dagli uomini ,<br />

concludo che l'ipotesi di questo Autore,<br />

e di tutti i Pubblicisti suoi Maestri, è<br />

falsa ed assurda, ed una vera chimera.<br />

Giammai gii uomini sono stati senza Padrone,<br />

giammai SOIK) stati indipendenci •<br />

cd è verissimo che il primo Padre di fai<br />

è stato il primo Re , ed il primo<br />

rato, e che il più forte traquesti,<br />

o il più savio è sempre si<br />

Joro Imperadore.<br />

Per legge naturaJe tutti gli uomini, da<br />

giovini sono suddiri dei lôro<br />

perché hanno dagli stessi ricevuto la<br />

e T educazione ; fatti poi che siano adulti<br />

, diventano suddiri di quelli , che signoreggiano<br />

nello stato in cui<br />

stati ailevati , e devônq per la sÇçs<br />

ce naturale ubbidire, e (<br />

ricevute in quella Sociéta ; e c<br />

ga questi principii , distrugge il fondamento<br />

di tutte le Soch'.i<br />

Aftérmo in oltre, che se le Leggi fossero<br />

semplici Patti e se gli uomini fossero<br />

tutti liberi , nel senso che vuole 1'<br />

e , nessunb vorrèbl i si ad<br />

are le Leggi di veruna Nazione<br />

dell'unirerso, massime, che secondo quel»<br />

Jo, che afferma il N. A. le L'ggi sono<br />

- Tomo II f, B /


)( i8- )(<br />

lasciate in abbandoiw alla discrétions di<br />

qttelli /' intéresse dei quali, è di opporsi<br />

aile plu provide leggi, e massime ancora.<br />

che sino che vi sarantto degli uomini »<br />

si troveranno anche dei Democriti , e<br />

dei....<br />

Lascio finalmente ad altri il notare se<br />

sia esattamente vero, e se possa dirsi da<br />

un- uomo onesto , che le Leggi non siano<br />

jlate altro, per lo più , cbe lo firomento<br />

délie passioni di alcuni pocbi.<br />

Ma quali sono mai quelle pochissime<br />

felici Nazioni cbe non aspettarono cbe il<br />

lento moto délie combinaTJoni, e vicissitudini<br />

umane facesse succedere aW estre-r<br />

mita dei mali > un ttwiamento al bene ,<br />

ma cbe ne accMerarono i passaggi intermedii<br />

con biione Leggi.<br />

Intendo : si accennano qui due codici<br />

fatti nel Settentrione . Ma tanto peggio<br />

per quelle fredde Nazioni, se hanno înclugiato<br />

tanto a formarli, e noi nulla in<br />

verità sincera abbiam,o da invidiare aile,<br />

toro Leggi, ne alla giustizia dei loro Magistrati:<br />

e séquelle Leggi sono buone, lo<br />

sono in quanto rassomigîiano a quelle, sotto<br />

le quali sono più d'anni m'ulanta, che<br />

noi viviamo : e se no , sjranno c:tive,<br />

corne son certo,. che sono mauco energ,iche<br />

délie nostre.<br />

Osservo per ultimo, che l'A. finisce<br />

quest'


)( i? X<br />

guest' Articolo, con dire che mérita Is<br />

gratitudine degli uomini quel Filosofo, che<br />

ebbe il corâggio dall' oscuro, e disprezzato<br />

suo gabinetto di gettare nella moltitudine<br />

i primi terni, lungamente infrutttiosi,<br />

dette utili verita .<br />

Ma- qui siccome so pur troppo ancor<br />

io con quanto disprezzo, per deplorabile<br />

cecità di certi Letterati, sono ricevute' le<br />

ragib'iii cavate dal Vangelo' di G. C., cosi<br />

lascierà di fpr conoscere quanro sia<br />

grande J'empia beStemmia, chequi scrive<br />

il N. A. asserendo, che solamente adesso<br />

un Misantropo fanatico sia arrivato aportare<br />

al génère umano / primi principe délie<br />

utili verirà, e noterô solamente, che'<br />

qui si félicita Gio. Giacomo Rousseau,<br />

già nominato, del quale benchè io riconosca,<br />

e sia persuaso délia riputazione,<br />

che gode corne uomo Letterato, protesto<br />

ad ogni modo, che verra presto un giorno<br />

in cui ci. vergogneremo d'aver Jodate<br />

con tint'entusiasmo le sue massime, ed<br />

i suoi principj, e che questa sarà una<br />

vergognosissima prova délia stravaganza<br />

di pensare, e di giudicare del nostro tanto<br />

lodato Secolo, e perà degna che se ne<br />

f&tcia il soggirro d'una nuova commedia.<br />

dei F i toi ofi .<br />

Passa ndo adesso al secondo articolo del'<br />

Libro ch' esaminiamo , rifletto, che dopo<br />

B z çhe.


)( *0 )(<br />

che il iuo A. ha qui decantati i frutti ch*si<br />

devono alla luce di questo S'ecolo , dice<br />

che pochissimi hanno esaminata, e combattuta<br />

la crudeltà délie pêne e Ï irregolarità<br />

délie procédure criminali ; e déplora<br />

corne il troppo libero corso délia mal diretta<br />

potenra abbia dato fin ora un lungo<br />

, ed autorir^ato esempio di fredda atrocità.<br />

Alla prima di coteste due temerariamente<br />

impente doglianze , si potrebbe replicare,<br />

che non vi è stata matena più<br />

vagliata, ed agitata dagli uomini, ne sopra<br />

la quale siasi più scritto, e non da<br />

Filosofi buffoni, e cavillosi, ne da Spiriti<br />

montati a fanatismo , ma dalle più quadre<br />

teste del Mondo, quanto questa dei<br />

Delitti , e délie procédure crim'w.ili .<br />

Alla seconda poi non posso contenermi<br />

di non dire, che la mi sembra una<br />

non fredda ma caldissima atroce arditezza,<br />

l'accusare di atrocità la Giustizia di<br />

quasi tutte le Nazioni presenti ; quando<br />

tutto all'opposto si potrebbe atïèrmare ,<br />

che se la Giustizia ha mancato , ha peccato<br />

più nell' indulgenza, che nel rigore. Anzi<br />

avanzo di più, che se i delinquenti<br />

puniti in Europa in tutto il corso di<br />

quest'ultimi cent'anni, con tutto il rigore<br />

délie Leggi, sono stati 10. quelli, ch(<br />

•sono stati puniti con troppa clemen/.a con<br />

tro


)( *i X<br />

tro le ordinazioni délie stesse Leggi saranno<br />

più di iooooo. Vediamo ora d'onde<br />

dériva il N. A. l'origine délie Pêne.<br />

Egli comincia con jstabilire che le Leg-<br />

i sono le condition/ , colla qv.ali v.omin:<br />

f<br />

iberi, ed isolait in questo glebo, si uni-<br />

rono in Società, stancbi di -oixtere in un<br />

continuo stato di guerra-, e digodere mut<br />

libertà resa inutile dall' incerte^a di conservarla.<br />

Passa quindi a dettagliare, corne<br />

se si fosse trovato présente, che essi<br />

ne sacrijicarono una parte per gederne il<br />

restante con sicure^a, e tranquillità ; e<br />

poi dice da geometra clic la somnia di<br />

tutte queste porzioni di libertà sacrificat'e<br />

al bene di ciascbeduno, forma la sovranità<br />

délia Nazjone.<br />

Riflette poi sopra cotesta iporesi che<br />

non bastava il formate questo Deposito , ma<br />

clie bisognava di più difenderlo dalle privaie<br />

usurpation* di ciascun uomo in parti<br />

col are-, il quale cerca sempre di tog/iere<br />

dal Deposito non solo la propria porcinne.,<br />

ma di usurparsi ancora quella degli<br />

altri .<br />

Da


)( M )(<br />

supposizione ne deduce, che dunque que-<br />

• stt motivi sensibili sono le pêne stabilise<br />

contro agi' infrattori délie Leggi , ed<br />

aggiugne, che li chiama sensibili motivi<br />

perché la sperienza ha fatto vedere che la<br />

moltitudine non adotta stabili prtncipj di<br />

.condotta, se non con motivi, che tmme-<br />

•diatamente pevcuotano i sensi ; perché afferma<br />

che neWeloqi'.enzjz-, nelle àeclamaenoni-,<br />

nermneno le pih sublimi verità sono<br />

bastate a frenare per lungo tempo fe<br />

passioni ecchate dalle vive percosse degli<br />

oggetti présent i.<br />

Notiamo ora, e riflettiamo ancor noi<br />

con ordine sopra cotesta assai nota, ed<br />

immaginaria ipotesi di tutti quei Publicisti<br />

, i quali hanno supposto che gli<br />

uomini siano nati come i i'unghi, o che<br />

a fer ad essi molta grazia, li suppongono<br />

privi di quella che noi chiamiamo<br />

Legge di natura, non fatta, ne conservata<br />

dalP Essere supremo, come credono i<br />

Cristiani.<br />

E primieramente nego ancor qui di bel<br />

nuovo al N. A. che le Leggi siano mai<br />

state ccndiçioni di uomini liberi-, ed isolati,<br />

e lo sfido a trovarmi un solo esempio<br />

di una Società d'uomini del nostro<br />

globo , la quale abbia formato le sue Leggi<br />

come qui sell'infinge il N. A. Affermo<br />

parimente, -ch ' è tutto arbitrario, ben*<br />

che


)( H X<br />

che assaï naturale, il sagrifkio, che prétende<br />

abbiano farto quegli uomini. Gli<br />

nego poi francamente, che la Sovranità<br />

ttelle Nazioni da noi conosciute sia stata<br />

mai il semplice risultaco délia Somma<br />

ilelle porzioni sagrirîcate da uomini particolari.<br />

lo non voglio star qui a deci-<br />

-dere, quale sia il Diritto dei Sovrani sopra<br />

i ioropopoli, ne corne l'abbiano acquistato<br />

; affermera bensi, che non F hanno<br />

mai ricevuto dalla spontanea, e libéra<br />

volontà degli uomini ; che è un as«urdo<br />

il supporre, che si possa trovare un<br />

popolo, che abbia gius di formn.re dellc<br />

Sovranità, e che se il consensod'unapopolazione<br />

fosse stato necessario per formare<br />

una sovranità sopra tutta la stessa<br />

popolazione , va tal caso non si sarebbr<br />

mai formata, ne alcuna Società, ne alcuna<br />

legittima Sovranità; ed aggiungo di<br />

più, che sia una Chimera , che uominj<br />

Seivagsj, e liberi, corne fanno grazia di<br />

supporli certi Filosofi, siano stati tant»<br />

savj, e tanto polirici, da voler cedere if<br />

Deposito délie Leggi, e la Sovranità sopra<br />

se stessi, ad al tri uomini uguali a se<br />

stessi, e che abbiano in oltre potuto, e<br />

voluto obbligarvi i loro rîgliuoli... Se<br />

poi uno Spirito Forte fosse suscettibile di<br />

un'onorata sincerità anche dove si tratta<br />

di rinunziare aile proprie opirrioni, tm<br />

B 4 vor-


)( *4 )(<br />

vorrei qui appellare a loro stessi se credano<br />

possibile si possa trovare un solo<br />

délia loro superba , e singolare razza , che<br />

volesse cedere la meuoma parte délia propria<br />

libertà, ne anche in mano dei più<br />

onesto Filosofo délia Terra? Come mai<br />

per tanto imrnaginarsi tanto docili i primi<br />

uomini dei mondo, che abbiano voluto<br />

fare spontaneamente un simile sagrifizio?<br />

Ma questi Signori purchè non abbiano<br />

da confessare , che il Diritto dei Sovrani<br />

abbia un' origine conforme al vero sistema<br />

délia creazione deU'uomo, sarebbero<br />

pronti, o a supporre tutti i nostri prhni<br />

progenitori tanti gran Filosofi, od a<br />

formarsi i più stravaganti orribili sistemi<br />

che più degradino l'umanità.<br />

Convengo poi ancor io, che per 1' osservanza<br />

cle'.le Leggi vi si richiedevano<br />

dei motivi sensibili, e che questi siano<br />

appunto le pêne, ed i gastighi ; ma pretendo,<br />

che sia una troppo forte temerità<br />

, e respettivamente una terribile bestemmia<br />

T affermare che ne /' eloquen^ji, ne le<br />

declamazjoni, e nemmeno le pi h sublltni<br />

•uer'tth cioè nemmeno la Rehgione , come<br />

qui s'intende a sufficienza, bast'moper<br />

frenare per lungo tempo le passioni degli<br />

tiomhii. Io mi vergogno in verità a do<br />

vere scrivere in questa stagione in Europe


)( *5 X<br />

pa , che se fossero ie sole pêne publiehe<br />

e sensibili, quelle che dovessero trattenere<br />

gli uommi dal commetter del maie, a<br />

quest'ora si sarebbero tutti divorati, e<br />

distrutti. Queste sono verità amraesse , e<br />

confessate dai più ostinati, e dai piùempj<br />

liberi pensatori. Ma avremo occasione<br />

di pariare di questa stessa materia pin<br />

avanti. Tenghiamo frattanto saldo che<br />

secondo il N. A. non la Legge naturale,<br />

non le verità più sublimi, ne la Religione<br />

possono trattenere gli uomini dal far<br />

maie; ma le sole sensibili pêne. Passiam'<br />

oltre.<br />

Nell' Articolo secondo dice che nessun<br />

uomo ha fatto il dono gratuito di parte<br />

délia propria lihertà in vista del be;i pubblico,<br />

il che gli si concède, perche si sa<br />

che l'uomo dopo certo stato non era più<br />

capace naturalmente di tanta generpsità ;<br />

quello bensl, che non gli potiamo accordare,<br />

perché è arbitrario, si è quel che<br />

soggiugne , cioè che fu la nécessita , che<br />

costrinse pli uomini a cedere parte délia<br />

propria lihertà.GU accordo di nuovo, che<br />

ciasctino non ne vnol mettere nel pubblico<br />

Deposito, che la menoma por^jone possibile,<br />

cjiiella sola, che hast/ ad indurre gli<br />

jzltrt a difenderlo, ma grido altamente,<br />

che è un principio rovinoso Pinsegnare,<br />

che P aggregato di queste minime porzioni


)( 26 )(<br />

ni possibili forma il diritto di punire ,<br />

perché è vero senza contraste), che i Sovrani<br />

non devono aver altra regola nel<br />

punire, che quella délia pubblica utilità,<br />

che sia conforme alla mente de! Supremo<br />

Législature ; ma è rovinoso poi il sostenere,<br />

che il diritto, che hanno i Soyra:<br />

ni di punire nasca dalle minime possibili<br />

porzioni, che lor danno i sudditi.<br />

Nessun numéro di sole menome possibili<br />

porzioni di autorità potranno mai dare<br />

un sufficitnte diritto, e potere ai Sovrani<br />

per poter punire i sudditi secondo<br />

il loro interesse, e pel fine che si sono uniti<br />

gli uomini in Società. Cheseloconferiscono,<br />

in tal caso i Sovrani acquisterebbero<br />

maggior potere a proporzione<br />

del maggior numéro che compone le popolazioni,<br />

e cosl sarebbe rovinato il contratto<br />

Sociale contro quello che non vorrebbe<br />

il N. A.<br />

Di più se si ammettesse una simil dôttrina,<br />

bisoç,nerebbe aCcordare , che tanto<br />

il tutto, che le parti, potrebbero rompere<br />

il patto a loro capriccio : e certo<br />

che tutti l'attenterebbero tutte le volte,<br />

che si trattasse di punirli ; perché si sa ,<br />

che l'uomo è capace di mancare alleLeggi,<br />

ed ai doveri più sagrossanti, dovuuque<br />

si tratta di esimer se stesso da qualche<br />

pena; e tutti questi sarebbero la me-<br />

110-


)( 27 )(<br />

noma parte dei sconcerti, che succederebbero<br />

nelle Società, se si ammettesse per<br />

vera la detta condannata fantastica Dottrina.<br />

Una sovranità di cui è sovrano ogni<br />

suddito ; un N suddito, che crede d'aver<br />

il diritto di creare la Sovranità, non<br />

formeranno mai una perfetta Società. Se<br />

il diritto dei sovrani non è altro , che<br />

quello che ricevono dai popoli, sarà un<br />

diritto sempre in contraddizione, massime<br />

nel caso in cui si trovasse in equilibrioil<br />

numéro degli associati fedeli osservatori<br />

dei patto, con que 1 îi degli altri, che non<br />

lo vorrebbero osservare. Satebbe lo stesso,<br />

che dire che la forza di pensare deli'<br />

uomo nasce dalla sua forza di pensare .<br />

Ma si noti un aitro terribile inconveniente<br />

di cotesta stessa opinione. Se un uomo<br />

allorchè entra in una Società non rinunzia<br />

al diritto, che ha su la propria vita,<br />

dunque resta in lui. Se gli resta, dunque<br />

non lo perde, ese non Tha perduto,<br />

si dovrà dire che siccome ha gius di dtfender<br />

la propria vita, anche colla morte<br />

di quelia d'un suo aggreswre , cosi,<br />

che avrebbe diritto di ammazzare anche<br />

chi rappresenta la Società, in caso , ie<br />

questo gli volesse far levare la vita . Opinione<br />

rovinosissima.<br />

• Da questa dottrina nondimeno ne deduce<br />

l'A. quattro conseguenze le quaii<br />

me-


X *8 )(<br />

meriterebbero qualche osservazione, ben*<br />

chè non contengano niente di nuovo ; ma<br />

iô voglio sbalzare alla pagina n. per far<br />

notare un errore, che confesso , che da<br />

uno Scrittore di buon criterio corne in<br />

tante cose mostra d' avère il nostro, non<br />

me lo- sarei aspettato. Udiamolo, che è<br />

Ugualmente chiaro, che nuovo , ed è quello<br />

, ch' è compreso nelle sole due prime<br />

righe dell' Articolo délia pagina detta .<br />

Non vi è cosa più pericolosa di qneW assioma<br />

cotnuriè, che èisogpa consulter? lo<br />

Spirito délia Lègge ; Cosi appunto l'A.<br />

il quale vi aggiunge questa sua gran ragione,<br />

cioè perché questo rarebbe un argine<br />

rotto al torrente délie opinhnt. A<br />

quelli poi, che non gli volessero credere<br />

sulla parola, sa dire , che questa vcrifà,<br />

che sembra un paradasso aile menti<br />

ijolgari, pîk percosse da un piccel disordine<br />

présente, che dalle funeste, ma rimcte<br />

conseguen^e , che nascono da un faiso<br />

principto radicato in v.na Na-çione , mi<br />

sembra aimostrata ; e mi porta immediatamente<br />

la sua dimostrazione, che specialmétite<br />

è questa, cioè, perché eiasxùè<br />

v.omo ha il suo punto dii'ista, ciascun ttomo<br />

in différent'/ tempi ne ha undi-verso, e<br />

che perô lo Spirito delta Legge sarcbbè<br />

il risultato di un a buona , o cattiva Lo~<br />

gica d' un Giudice.... e dipenderebbe anco-


ter a dalla violenta aille sue passion! ,<br />

dalla debole-?xa di (ht soffre, dalle yela-<br />

~:oni del Gindice coll'offeso, e da tarte<br />

quelle minime force, che cagionano le apparence<br />

di ogni oggetto nell' animo flutv.aate<br />

dell' uomo ec.<br />

Per cominciare adesso da cotest' ultima<br />

rngioiie; io sostengo, che se si do vesse<br />

(fiscorrejre in quelia maniera, non solo<br />

bisognerebbe dire , che sia pericoloso permettes<br />

, che si consulti lo spirito délia<br />

Legge ; ma di più che non se ne dovrebbe<br />

tàr eseguire alcuna; anzi che tornerebbe<br />

meglio abolirJe tutte, e non crearne<br />

più di nuove, e sciogliere cosl tutti i<br />

cotitratti di Società ; perché tanto queili<br />

che le fanno, che queili, che le devono<br />

fer eseguire, sono tutti uomini, ciascun<br />

dei quali ha il suo punto di vista différente<br />

digli altri, e perche altresl , anche<br />

Ja creazioue délie Leggi si potrebbe sospettare<br />

, che fosse il risultato di toia buona,<br />

o cattiva Logica, e che dipenda dalla<br />

violenta délie passioni ec. e questo tanto<br />

più, quanto che ogni generazione di<br />

uomini acquista ogni giorno maggiori lumi,<br />

e maggiore spenenza, e si crede a-<br />

VCT gius di sospettare, che le passate siano<br />

state manco instruite, e pretendere perô,<br />

che le Leggi fatte per es'empio nei<br />

lastici, non devono essere appro-


)( |P )C<br />

provate dai Spiriti Forti del nostro Seco-,<br />

lo. E qui è dove conducono precipitosamente<br />

i razio/.inj, ed i sistemi di quasi<br />

tutti i modérai Pubblicisti di certe Set-,<br />

te, e principalmente di quella dei Socialisa.<br />

Ma ripigliamo da capov<br />

Io confesso ingetramiente, che allamia<br />

mente volgare sembra un paradosso quello<br />

dell' A. che sia pericoloso il consultais<br />

lo spirito délia Legge : E' vero pur<br />

troppo, che l'adito di poter interpretare<br />

le Leggi puô cagionare del maie; ma è<br />

litres! certissimo, che ne avverrebbe di<br />

peggio, se non si consultasse lo spirito<br />

délia Legge, e se non vi. fosse luogo ail'<br />

interpretazione ; e la ragione si è, perché<br />

non si troverà per avventura una. sola<br />

Legge che sia cosi chiaramente concepita,<br />

e con tanta precisione espressa , che<br />

si possa applicare a tutti i casi ed a tutte<br />

le circostanze, senza bisogno di consultarne<br />

lo spirito. Di poi-è.chmro, che<br />

per far eseguire û"na Legge , TMsogna intenderla<br />

bene ; ora l'inteuderla bene , quanto<br />

è necessario per eseguirla al rigore ,<br />

questo per me è la stessa cosa, che consulaire<br />

il suo spirito, ed interpretarla.<br />

Dunque vi sarà sempre da temere , che<br />

una cattiva Logica , e che la violenza<br />

«plie passioni irapedissero d' inteuderla<br />

lodiritto, edipoterla bene eseguire..


X ii X<br />

In somma mi pare che sia lo stesso- paradosso,<br />

dire che sia pericoloso consultare<br />

lo spirito- delle Leggi, semplicementeperché<br />

vi è qualche pericolo di non indovinarlo<br />

perlèttamente, che l'afïèrmare,<br />

che un solo, ed unico vestito puô servir<br />

bene a tutti gli uomini di qualunque<br />

età, di qualunque statura, di qualunque<br />

sesso,, di qualunque condizione, ed in qualunque<br />

tempo eglino vivano.<br />

Del resto ella si è un' indegna ingiuria ,<br />

che si là a tutti i Magistrati, il supporli<br />

tutti capaci di voler fare delle crudeli interpretazioni<br />

contro i loro simili , in<br />

ispecie-dove si tratta délia perdita, o délia<br />

loro vita , o del loro onore. Ma non<br />

tema no il N. A. che i Magistrati interpreîino<br />

le Leggi a danno degli infelici dove<br />

si tratta éi sentenze penali, che pur<br />

troppo si mostrano démenti in simili<br />

casi, o per lo meno sono costretti a raostrarsi<br />

tali dai Parenti, dagli Amjci, e<br />

dai Protettori, che mai non mancono ai<br />

delinquenti. Per altro in quella maniera<br />

non puô pensare e scrivere délia Giusfj.<br />

stria, che chi si trova nella folsa supposizione,.<br />

che la Giustizia tragga la sua origine<br />

, non dalP Eterno. Législature , che<br />

tutto vede, e che tutto prevede, ne dai<br />

lumi impressi dallo stesso nei cuori degli<br />

uomini, ma dalle sole minime possibili<br />

pOY-


)( r~ )(<br />

porrmnî di liberté ceditte sponu<br />

daeli v.omini ec. Ha fatto bene perô il<br />

N. A. a chiudere il suo ragionamento su<br />

questa materia con queste parole, o piuttosto<br />

con questa insolentissima ironia, da<br />

non pensarsi neppur contro d' un Ezzelino,<br />

cioè, che do-uvebbe tr.tto terntre, se<br />

lo spirito ai tlrannia fosse compatible colla<br />

spirito di lettura .<br />

:''""' Un altro pregiudizio délie Leggi dice<br />

il N. A. si è PosQurità délie medesime;<br />

e prétende che il maie s&rà grandiss'tmo<br />

se le Leggi siano sait te' in una lingtta<br />

itraniera al Popo!» : e pero desidererebbe ,<br />

che vi fosse un Codice délie Leggi penali<br />

scritto nella liligua di ciasctma Nazione<br />

; asserendo, che quanto maggiore sarà<br />

il numéro di quellt, che intenderatmà<br />

e awanno fra le maui il sagro codice diU<br />

le Leggi, ianto men freqt» nno'i<br />

delitti. Cosl T A., ma io benchè non<br />

sia per negare, che l'oscurità délie Leggi<br />

sia un gran maie, e che sarebbe<br />

siderabile, che non solo vi fosse un Codice<br />

di Leggi scritto nel linguaggio di<br />

ciascuna Nazione, ma di più i<br />

scritte in tutti i mûri, ed in tutti 1 cantotii<br />

délie Città , aftèrmo ad ogni modo<br />

che le doghanze che ta qui il N, A. sono<br />

ridicolosamente superflue.<br />

Se 10 non sapessi per pratica quanta<br />

schif-


X 33 X<br />

schiftb cagionino a cert.i sorte di Letterati<br />

gli csempî cavati dalla Storia degli Ebrei<br />

appunto perché divina, opporrei qui<br />

ail' idée del N. A. 1' esempio di quel Populo<br />

, il cjuale benchè avesse un Codice<br />

di chiarissime Leggi scritte nel proprio<br />

linguaggio, e benchè le leggesse continuamente<br />

, anzi anche le portasse indosso<br />

kgate nelle braccia e nella fronte, e che<br />

k credesse un' Opéra stupenda del suo suprctno<br />

Législature, viveya ad ogni modo<br />

in continue empiissime trasgressioni. Ma<br />

giacchè si mpstra tanto versato tiella storia<br />

Légale délie altre Nazioni, lo prego<br />

a rammentarsi quai sia stata resattezza,<br />

e la pontualiti con cui hanno osservate<br />

ed eseguite le loro Leggi, i Greci, ed i<br />

Romani, che certo non avevano<br />

scritte in un linguaggio , che non :<br />

sero intendere . Lo prego di piu a riflettere,<br />

che le Leggi penali sono note a tutti,<br />

ed in un linguaggio indelebilmenté naturale..<br />

Tutti sanno, cosa importi l'ainmazzare<br />

un uomo, il rapire al suo pro-<br />

•simo ec. I scellerati poi corne non sanno<br />

e non vogliono vivere onestamcote ; cosi<br />

per T ordinario non sanno neypi.tr<br />

rc . La maggior parte délie i:\azioni moderne<br />

hanno le loro Leggi scritte neli'<br />

i de! paese , e dappertutto , come tra<br />


X Î4 )C<br />

per viva tradizione ; e nondimeno le<br />

trasgrediscono, forse anche più , che noa<br />

facciano quelle, che le conservano scritte<br />

in qualche morto linguaggio.. Ho dunque<br />

& azzardare qui e contrapporre ancor io<br />

un paradosso' Un Codice di Leggi reso<br />

comune in tutti i sensi,, renderebbe gli<br />

uomini più cauti nel commettere il maie<br />

; ma li farebbe più arditi nel commetterlo,<br />

e non sminuirebbe,, anzi multiplicherebbe<br />

i delitti.<br />

Con tutto ciô il N. A. si mostra- tanto<br />

persuaso del buon effètto, che produr-rebbe<br />

un Codice di Leggi reso comune a<br />

tutti, che crede poterne dedurre ( non so<br />

quanto naturalmente, ne a quale oppor-<br />

**' \ s ' tunità ) la seguente conseguenza . Una con-<br />

: en^a ( dice egli ) di qitesf ultime rlfiessioni<br />

è, che ïeœça la Scrittura una<br />

Società non prendërà mai una forma fissa<br />

di Governo, in cui la for~a sia un effètto<br />

del tutto, e non délie parti „ E poco<br />

sotto- riflette che Da ciù vediamo quanto<br />

sia utile la stampa , che rende il Pubblicoy<br />

e non alcuni poçbi, depositario délie<br />

Santé Leggi, e quanto abbia dissipato<br />

qudl'o spirito tenebroso di cabala,. e d'<br />

tntrigo} cbe sparisce in faccia ai liiaii ,<br />

ed allé- science apparentement e dispre~~ate,<br />

ff' réaimente temnte da lui : Poscia con<br />

una franuhezza che fa paura si SL3-C<br />

qUÊ*


X 35 )(<br />

questa furiosa maniera contro i Secoli pas*sati,<br />

contro i Principi, conrro le persone<br />

Écclesiastidie, e contro la Religione.<br />

Questa è la cagione, ( egli grida ) fer<br />

ct'.i -vediamo smtnuita in Europa l' atroci'<br />

ta dei delitti, che facevano gemere i nottri<br />

Padri, i quali diventavano a viccn-'<br />

da tiranni, e scbiavi: e seguita a dire:<br />

Cbi conosce la storia di due o tre secoli,<br />

fa, e la nostra potrà vedere, corne dal<br />

seno dcl Ltisso, e délia Moller^a nacquevo<br />

le pih dolci •virtl:, l' Umanita, la Beuça;<br />

la Tolleran-^a degli errari umani<br />

: veclrà quali fitrono gli effetti di quella<br />

che chiamasi a torto antica semplicità,<br />

e buona fede , /' umanitagemwte.'fOt~<br />

to /' implacabile supersti^ione,. /' avarixja,<br />

P ambi^ione di pocbi t ingère di Sangv.e<br />

r.mano gli scrigni deWoro, e i T-roni<br />

dei Re, gli occulti tradimenti, le pubbliche<br />

stragi, ogni nobile tiranno délia<br />

Plèbe, /' Ministii délia •verità Evangelica.<br />

lordando di tangue le mani, che ogni<br />

giorno toccavano il Dio di Mansuetudine,<br />

non sono l' opéra di questo Secolo<br />

illurainato che alcuni cbiamana corrotto.<br />

Ma jo per quanto sia ripetuto, che i,<br />

confronri son sempre odiati, domandero<br />

in quesfo luogo, primo: Se Uitta cotesc'<br />

invettiva sia stata qui posta opportmiamente,,<br />

ed utilmentei 1 Secondo:.. Se ami<br />

C a «orii


nm<br />

)( î* )C<br />

non possa essere di cattive conseguenze<br />

tanto pel suo A. che per altri? Terzo se<br />

sia appoggiata sul vero ? Inutilmente, stiracchiatamente,<br />

pericolosamente, e calunniosamente.<br />

Adesso.<br />

E 1 fàlso, che la stampa abbia dissipato<br />

lo spirito tenebroso di cabala , e d'intrigo,<br />

e tutto il Mondo si duole dell'opposto,<br />

ed è naturale, che la cosa sia cosl ;<br />

primiernmente perché sono cresciute le<br />

cognizioni del maie, e la natura dell'uomo<br />

è la stessa ; poi perché la stampa ha<br />

insieme coi buoni lumi, moltiplicati i mezzi<br />

per poterne abusare ; tanto più , che di<br />

présente si stampano molti grossi Libri, e<br />

si leggono solafnerçte i piccoli, e si puô<br />

dire che se adesso le Scieuze sono cresciute<br />

nella superficie , sono tanto più scemate<br />

nella profondkà. E' una calunnia, che il<br />

corpo dei Giusdicenti e di Leggisti, (corne<br />

qui si deve intendere, anzi il Governo<br />

dei stati ) disprezzi apparentemeate le<br />

Scienze, e che realmente le tema, perthé<br />

se le temesse, e se le disprezzasse<br />

non sarebbero stati i primi » promoverle,<br />

con voler che fosse stampato tutto<br />

quello , che appartiens alla loro- Scienza,<br />

e ministero, sino aile più inutili minuccie<br />

; e non sarebbe composto, ne avrebbe<br />

dato al Mondo Letterato tanti uomini<br />

dotrti, e sçienziati , quanti sappiamo .<br />

Chi-


X 57 X ,<br />

Chiunque conosce la Stoy'ta di due treSe'<br />

coli fa, e la nostra sa, e vede , che nel<br />

Secolo in cui viviamo, i vizj, ed i de-<br />

Jitti hanno bensl mutato nome, ma ché<br />

sono gli stessi in numéro, ed in sostanza<br />

di quelli dei tre Secoli passati ; sa di<br />

più che allora si commettevano conjnaggior<br />

coraggio, e che adesso si commettono<br />

con maggior viltà , e dissimulazione :<br />

che allora si faceva del maie, ma si confessava<br />

per taie; ma che al présente s'ha<br />

la sfrontatezza di far ancor più gran raali<br />

d'una volta, e di sostenere che il maie<br />

sia bene , e ch' il bene sia maie : che per;<br />

lo contrario il bene che si fticeva allora<br />

rassomigliava al loro modo, di vestire, e<br />

di fabbricare, e che adesso ha tutta 1'ana-<br />

Jogia colla nostra maniera di vestire, e di<br />

fabbricare ; che allora i Servi si chiamavano<br />

schiavi, nia erano in piccol numéro<br />

e si trattavano da uomini ; ma che<br />

adesso si chiamano domestiei, sono moltissiini,<br />

ma si trattano corne vilissime<br />

bestie ; che i matrimoni erano in maggior<br />

•numéro, e più abbondanti di figliuolanza,<br />

e che ora conforme ha scritto scherzosamente<br />

uno dei più brillanti ingegni<br />

del nostro Secolo, si potrebbe dire che<br />

non si trova ch'un solo matrimonio, e<br />

questo assai stérile: che gli empj d'allora<br />

si chiamavano Eretici, e si punivano


)( î* )(<br />

corne tali; ma che gli empj dei nostrï<br />

giorni si chiamano Spiriti Forti....<br />

Se è vero perô che la félicita d' uno<br />

Stato si debba arguire dal maggior numéro<br />

délia sua popolazione, e non da verun'<br />

altra cosa : e s'è vero parimente ,<br />

corne adesso tutti pretendono, che il numéro<br />

degli uomini sia presentemente minore<br />

di quello dei tre Secoli indietro ;<br />

dunque il Secolo corrente sarà manco<br />

felice dei passati. Per me poi è lo stesso<br />

dire un Secolo manco felice d'un altro,<br />

che dire un Secolo più dell'altro ri*<br />

pieno di vizj, di delitti, e d'ingiustizie.<br />

Di più ancora : chi sa la Storia dei tre<br />

Secoli passati, e quella di questi ultimi<br />

sessantaquattranni, si dovrebbe vergognare<br />

di metterli in confronto ; perché noi<br />

abbiamo udite più atrocità, e più orribili<br />

attentat) commessi, e più sangue sparso<br />

dappoichè siamo vivi, di ciô non sia<br />

forse seguito in tutti quei tre Secoli insieme.<br />

So corne il corrente Secolo ci<br />

compensa délie iniquità , e délie debolezze<br />

che l'infamano; ma non bisogna<br />

con tutto ciô lasciarsi ingannare dall' apparenza;<br />

si deve giudicare dei costumi<br />

dei nostri antenati, e di quelli dei viven»<br />

ti dalle mostruose dottrine contenute nei<br />

Libri degli uni, e degli altri.<br />

Sia perô comunque si voglia di co«<br />

test'


X 3!» X<br />

lest' odioso, e difficile confronto, dico„<br />

che deve far orrore ai più audaci, in<br />

veder scritto, e stampato chcdal seno/iel<br />

lusso, e délia molle^X" su ' 1 " 0 " ,,te ^ e P'&<br />

•dolci virth , /' Uman'ttà, la Beneficen^a ,<br />

e fa Tolleraii^a degli trrori umani. Io<br />

certo non so intendere corne mai un uomo<br />

letterato corne il N. A. che ha sagriikato<br />

aile massime délia Politica tutta<br />

ciô che v' ha tra di noi di più prezioso,<br />

faccia tanta stima di virtù cosi equivoche<br />

quanto lo sono le tre nominate. Né si<br />

creda che io scriva cosi, perché sia forse<br />

questa la prima volta, crie abbia Jetf<br />

te, ed udite simili proposizioni, o perché<br />

sia di quelli, che gemono tuttavia<br />

sotto /' implncab'tle supersti^icne/ Io parlo<br />

cosi perché so, e conosco, che quel-<br />

Ja è una proposizione ugualmente scandalosa<br />

, che falsa ; e lo provo -<br />

Quello che si dice d' un uomo molle,<br />

ed amante del lusso, si deve affermare<br />

anche d'un'intiera Nazione, perché cosi<br />

ci mostra l'esperienza. Un uomo forte,<br />

valoroso, e guerriero , sarà anche più sincero,<br />

più generoso, e più buon amico d'<br />

un uomo timido, dilicato ed efFeminato;<br />

cosi anche una Nazione potente, valorosa<br />

, e bellicosa . V amore a' proprj comodi<br />

ed ai piaceri é sempre congiunt»<br />

colla pigrizia e con molti piccoli deside-<br />

C 4 r;,


_ )C 40 )(<br />

ïj, ma inquieti, perché si richiede trop»<br />

•po a soddisfare un uomo nato per i piaceri<br />

: dunque per soddisfarli secondo il naturale<br />

délia gente molle, ch'è comoda,<br />

bisognerà incomodare gli altri, e di qui<br />

l'impolitezza, l'ingratitudine , la simulazione.<br />

Cosi un Regno molle e pieno di<br />

lusso, sarà vizioso, occupato in piccole<br />

tose, debole , vicino ad un'intiera hierzia,<br />

e perô anche alla sua ravina..<br />

Un uomo molle è sempre più vicino<br />

d'un sobrio alla stupidezza, e da questa<br />

nascono l'indiscretezza ; quindi si dice ,<br />

che sono di miglior copdizione li schiavi<br />

in Affrica, che i servi délia gente dilicata,<br />

ed amante dei piaceri in Europa.<br />

Le Nazioni, ed i Secoli più molli, e<br />

più dati ai piaceri, sono stati altresi i più<br />

viziosi, ed i più tirannici. La principal<br />

cagione délia decadenza, e délia rovma<br />

dei più grandi Imper), è stata mai sempre<br />

la mollezza: un Impero poinoncaoerà<br />

mai se sarà veramente pieno di esempi<br />

virtuosi .<br />

Del Lusso poi ho uditi moltissimi encomj,<br />

e confesso di averli uditi anche da<br />

parecchie persone, non men savie , che<br />

dotte ; ma cnnfesso altresi con uguale sincerità<br />

di non averne trovato pur uno ,<br />

che avesse una giusta, e distinta idea -di<br />

ciè che sia il Lusso. Più di venti Auto-


X 4i )(<br />

tori, che ho consultati su questa materia,<br />

non mi hanno potuto appagare, e mi<br />

sono semhrati quasi tutti d' accordo in sostanza<br />

, e discordanti solamente nelle parole,<br />

e quasi tutti ingannati nel giudieare<br />

délie sue conseguenze. Io non mi Iusingo<br />

di poterne ragionare meglio degli<br />

altri ; spero solo di poter assegnare meglio<br />

i modi con cui si potrebbe decidere<br />

con più precisione, e con maggior sicurezza,<br />

se il Lusso sia utile, o no. Prevengo<br />

subito che son d'opinione che ,<br />

siccome in un senso solamente puô il<br />

Lusso esser utile ad un privato , cioè<br />

quando egli ne travaglia la materia inserviente<br />

allô stesso Lusso con minor fàti-<br />

•ca , e danno , di quello che sorfrirebbe se<br />

si occupasse in altra sorta di operazioni,<br />

si debba dire lo stesso del Lusso di un<br />

Regno. Sarô minuto; ma confido, che<br />

l'utilità compensera la noja.<br />

I. La parola Lasso eccita in me queste<br />

tre idée. r. L'idea di quelle cose, che si<br />

chiamano, ricche, buone e bc!!e, délie<br />

tjuali si fa uso nel fabbricare, ed ornare<br />

le nostre Case, nel preparare, e servire<br />

Je nostre mense, e per il nos'ro vestiario.<br />

2. L'idea dell'uso, che fanno gli uomini<br />

di tutte le condizioni, e nelie différent!<br />

circostanze, e différend tempi ,<br />

'délie dette cose, ricche, buone, e belle.


X 4* )(<br />

K 1.' idea dcU'animo , dell' intenzione , e<br />

ciel fine per cui gli uomini si servono délie<br />

stesse dette cose, ricche, buone, e belle.<br />

II. Le dette cose ricche , buone, e<br />

belle, siccome ogni altra cosa ed ogni altra<br />

materia del mondo sono ail' uomo o<br />

necessarie per la sua conservazione , o<br />

abbondanti, o superflue, cioè , o servono<br />

a quelle cose, che gli sono necessarie per<br />

vivere, o per avertie in abbondanza , o<br />

per possederne anche di superflue.<br />

Quali siano le cose necessarie, abbondanti<br />

, e superflue ail' uomo, io non ardisco<br />

definirlo; ma per adesso intendo<br />

ancor io cotesti tre termini, e do agli<br />

stessi quel senso che lor si dà comunemente<br />

da tutti. Si noti solamente, che<br />

le cose ad uso dell' uomo si possono<br />

chiamare abbondanti , e superflue, non<br />

solo quanto alla loro quantkà, ed al loro<br />

numéro ; ma anche quanto ail' uso che ne<br />

facciamo ; ed altresî quanto al bisogno ,<br />

che abbiamo délie medesime sia per i nostri<br />

piaceri semplicemente, o sia per bisogni<br />

indispensabili alla nostra conservazione,<br />

e miglior stato nostro. Questa distinzione<br />

è importante per avère una giusta<br />

idea del Lusso, e per poterne formare<br />

un retto giudizio.<br />

III. \flni-, ed i motivi pet cui gli uomini<br />

fanno uso délie cose, o necessarie,<br />

o


)( 45 )(<br />

•o abbondanti, o superflue, possono esser<br />

buoni, o cauivi, corne tutti gli altri. Io<br />

pero non intendo qui parlare di questi<br />

fini ne di questi motivi, corne materia<br />

che aspetta ai Moraiisti.<br />

IV. E v chiaro ora da quanto ho premesso,<br />

i. che alcune cose, che ad un uomo<br />

sono solamente nécessaire, ad-un altro<br />

potranno essere abbondanti, od anche<br />

superflue; corne per esempio un Magistrato<br />

avrà nécessita per il suo grade,<br />

e per istare all'uso del suoPaese, di quattro<br />

Abiti, o di quattro Cavalli, i quali<br />

•per un privato di médiocre condizione sajanno<br />

abbondanti, e per un semplice , e<br />

privato saranno superflui , perché puo<br />

conservare sano il suo corpo senza biso>gno<br />

di manrener Cavalli.<br />

Dunque. cosa necessaria, cosa abboudante<br />

, e cosa superflua sono tutte cose relative,<br />

cioè che hanno relazione colle différend<br />

età, sesso, stato, grado, condizione,<br />

ed altre circostanze, in cui si trovano<br />

gli uomini ; e che pero possono essere,<br />

e chiamarsi necessarie, abbondanii,<br />

e superflue, secondo le différend età ,<br />

sesso , stato, e condizione di ciascun uomo.<br />

Eccomi adesso al mio punto . Essendo<br />

l'idea del Lusso composta di tante différend<br />

idée, di cose ricche, di cose buone,


X 44 )(<br />

ne, e di cose belle; dell'idea delPuso<br />

buono, e cattivo di quelle cose nécessaire,<br />

abbondanti, e superflue, e délie<br />

idée altresl di relazkmi aile persone di<br />

différente età , stato , condizione ec. essendo<br />

dico quest' idea del Lusso composta<br />

di tante différend idée, di cose che possono<br />

essere o moralmente, o polincamente<br />

buone, o cattive, percio non ci<br />

dobbiamo îruravigliare, se le opinioni,<br />

ed i giudizj degli uomini intorno al Lusso<br />

siano tanto différend, e tanto contrarie.<br />

Gli uomini giudicano délie cose<br />

conforme le concepiscono, e ciascuno le<br />

concepisce differentemente, seconde la maniera<br />

che si trova ogn'un disposto, e giusta<br />

1' abito, che avranno facto le sue idée<br />

di associassi più con quella, che con altra<br />

idea; quindi è, che nel giudicare se<br />

il Lusso sia utile o no, accade, che ad<br />

uno si associno piuttosto queste che quelle<br />

altre idée, délie quali è composta I'<br />

idea del Lusso y e, che percio siccome il<br />

Lusso contiene moite idée di cose buone,<br />

e cattive; cosl accada, che si giudichi<br />

dello stesso bene, e maie. Se si br»<br />

ma per tanto di giudicarne rettamente,<br />

conviens syiluppare prima tutte quelle idée,<br />

metterle in cerf ordine, esaminarle ad<br />

una, ad una, e poi formarne il nostro<br />

giudizio.<br />

On


,-)C<br />

Ora quanro a mei.approvo tutto que!lo,<br />

che è buono, ricco j e bello, e desidererei,<br />

che tutti gli uomini fossero abbondanti<br />

sino alla superfluità di tutte coreste<br />

cose; ed in questo senso anco io sono<br />

app.rovatore, edifeiKOte del Lusso. 2.<br />

il voler fare uso, e servirsi délie cose ricche,<br />

bu.one, e belle, quando si manca délie<br />

necessarie, lo disapprovo, e io condanno;<br />

perché vuole la ragione, che prima<br />

si pensi aile cose necessarie, perché<br />

ci sono u tri 1 i ; e poialle abbondanti, ed<br />

aile superflue, senza le quali si puo vivei*<br />

sani. Fare il contrario è ciô, che io<br />

chiamo Lusso dannosn , e perô è da me<br />

condannato . 3. lavorare colle proprie mani<br />

le cose che servono alla nécessita, e<br />

che formano T abbondanza, e lasuperfluità<br />

délie cosericche, buone, e belie, que-<br />

•à cosa buona a proporzione<br />

del gosdagna che si fàcà colle différend<br />

specie del nostro travaglio. 4. ma<br />

il desiderare, e fare uso deile cose che formano<br />

i' abbondanza , o la superduità délie<br />

cose de^Ii uomini, quando si manca délie<br />

cercare le superflue,<br />

quan.: aamû neppur leabbondan­<br />

ti , tutto. questo- io la condanno, e lo<br />

chiamo Lusso pazzo e distruttore tant';<br />

per un privato, che per lo stato.<br />

Il primo Têorema che voglio adesso<br />

sta-


)( 46 X<br />

stabilire, si è, che quantunque sia vero r<br />

che tutte le cose ricche, e belle possano<br />

servire di materia al Lusso ; ( benchè non<br />

tutti gli usi di qualunque di coteste materie<br />

siano Lusso ) ad ogni modo sono<br />

pochissimi quegli uotnini, che posseggano<br />

il superfluo : pochi quelli che abbiano<br />

l'abbondante, e che tutto il restodegli<br />

uomini si trova circoscritto dal puro<br />

possesso délie sole cose d'indispensabile<br />

nécessita.<br />

Secondo Teorema : suppongo, che in<br />

tutte !e Nazioni , ed in tutte lePopolazioni<br />

del Mondo, il numéro di quelli, ai quali<br />

mancano le cose necessarie, sia uguale al numéro<br />

di quelli, che posseggono le superflue.<br />

Terzo Teorema : studiarsi per moltiplicare<br />

nelleSocietà le cose superflue, do-<br />

\>e mancano le necessarie, è lo stesso,<br />

che cercar la maniera di addivenire sempre<br />

più mancanti délie cose necessarie,<br />

cioè miserabili..<br />

Quarto Teorema: il travagliare per uso<br />

proprio le cose superflue, che non servono<br />

ne per levarci dalla nécessita, ne<br />

per farci ricchi, ma per i soli piaceri ;<br />

cotesto travaglio-, dico, è taie che iudebolisce<br />

le Nazioni, e rende il loro Corpo,<br />

ed il loro spirito pigro , ed inetto a procurarsi,<br />

e provedersi délie cose necessarie,.<br />

ed abbondanti.<br />

% Coa-


X 47 X<br />

Conseguenza* Se è vero che sia pessimapolitica<br />

cercare le cosesuperflue, quando<br />

si manca délie necessarie; se è certo,.<br />

che il lavoro délie cose, che servono aipum<br />

piacere, che formano il veroLusso,<br />

snerva il corpo, e lo spirico ; e se è ven><br />

altresi che 1' uso délie cose inservienti al<br />

Lusso dei piaceri produce lo stesso catti\o<br />

effetto, tanto nei privati, che nel<br />

Pubblico ; dunque il Lusso sarà una cosa<br />

cattiva, ed anzi, che sia capace di far<br />

nascere le do/ci •virtù dsW XJmanità, e délia<br />

Beneficenxa non partorirà altro , che la<br />

doppiezza, la furberia, l'indiscretezza, e<br />

la crudeltà ; perché unuomo, che ha tanto<br />

poco giudizio, che si priva del cibo<br />

«ecessario alla propria sostentazione per<br />

la folle vanità di poftsre in diîo un brillante<br />

di prezzo , un ta'e uomo dico, lo<br />

stimo capace di qualunque pazzia , cil<br />

qualunque indiscretezza , e crudeltà; mentre<br />

chi è indiscreto, e crudele con se<br />

stesso,. rrtolto più potrà esserlo cogli altri<br />

.<br />

In fatti non è egli un effetto di cotesre<br />

dolci virtk del N. A. quel eccesso di<br />

suo ardimento con cui insulta /' arnica<br />

semplicità, e btwitafede ; con cui compiagne<br />

l' umanità gemente sotto P implacabile<br />

superstixjone, e /' avariai a, e l'<br />

tmbiTçone di coloro, che hanno tinto di<br />

san-


K4»X<br />

sangite ttmano gît scrigni deW oro, ed i<br />

Troni dit Re; con cui dete><br />

tradimenti, e le publ \gi \. con<br />

cui bestemmia contro i Ministr» délia Venta<br />

Evangelica, chiamando larde di langue<br />

aman» U loro mani ; con quell' eccesso<br />

d'ardimento per fine, con cui si vede<br />

scritto tutto questo suo Libro?. Vendicheranno<br />

altri l'arditezza di questo Scrittore,<br />

ed a me basta qui di averlasempliceniente<br />

riievata .<br />

W p*r. Ho detto sin da! bel principio di queste.<br />

"' ""mie NoteT che il Libro ch' esaminiamo,<br />

è uno dei più bei pezzi, che siano statl<br />

scritti in questi ultim't anni , e che per<br />

conseguenza il suo Autore dev' essere un<br />

uomo di talento, e molto scien:-'.iato : 1'<br />

ho detto, e non mi ritratto ; ma debho<br />

coufessare, che mentre stava rileegenao<br />

una sua proposizione, che tosto nporte»<br />

rô, quasi quasi mi pentiva d 1 aver dello<br />

stesso formata un ta! gindizio, tarito<br />

trascende, ed è contraria alla Religions,<br />

ed al buon senso . L' ho voluta rue<br />

più d' una volta, 1'ho esammacspeso<br />

di giudicarne, ed ho per fin<br />

tato che vi fossero dea;li errori di s<br />

pa ; ma l'ho trovata egualmente perversa<br />

, che chiara, e propria di chi l'ha<br />

trciiamt- scritta ; ed è la seguente .. (


\9 X<br />

ittero i-era mtsura de: delitti<br />

d'i chl II commette. Io démo.*'""<br />

per l'Autore dicotesta proposizione, e<br />

stimo aftàtto sup'errluo star qui a rispon-.<br />

dere, e notare la sua assurditâ, e la sua<br />

mostruosità . Dira solamente, çfae ella<br />

tende a levare ogni rimorso di coscienza,<br />

anzi anche tutti i doveri di Natura, e di<br />

me. Chi mai ignorava, cbe i Sovram<br />

non devono calcolare la misura délie<br />

pêne, colla quantirà di maie fatto alla<br />

Societa? Ma non si dà vero delitto, senza<br />

malizia ; ahrimenri bisognerebbe , che<br />

si puiaissero anche le case che rovinano, gl'<br />

incendj, le inondazioni, i sassi , il fuoeo, e<br />

le acque. Che morale degna d'unoSparùino,<br />

e d'uno Spiriro Forte dei nostn di,'<br />

Ma ecco un'altra dottrina, per certo ri- A '"~'«•guardo,<br />

peggiore ancor délia prima : %4hri '«£«»"<br />

misuvano : delitti ( dic'egli (b) ) colla di- dt J' c r ' m<br />

gnità délia persona offesa, seni^a conside-(»' r«g.<br />

rame /'importationj riguardo alben pub-",' A "'<br />

blico, e vi aggiugne immediatamente questo<br />

sacrilego soffisma : se questa fosse la<br />

vera misura dei delitti, tma irriveren-<br />

^a alf Essere degli Esseri dovrebbe<br />

piit atroeemente punirsi, cbe f assassinio<br />

£ un Monarca, la superiorità délia natura<br />

esiendo un infinito compense) alla differenra<br />

deW Offeso.<br />

Tomo III, D Non


X 50 )(<br />

Non posso qui contenermi di non dire<br />

, che è, o una goffa supposizione, od<br />

una maliziosa calunnia l'affermare, corne<br />

fa il N. A., che vi siano mai stati di<br />

quelli che abbiano misurata la pena dei<br />

delitti commessi contro la dignità délie<br />

persone, senza rtguardo al danno, che<br />

portano simili delitti al pubblico bene.<br />

Dove mai ha letto il N. A. che i delitti<br />

commessi contro le persone costituite in<br />

qualche Dignità, si puniscano solamente<br />

riguardo alla dignità délie medesime, e<br />

non per riguardo ancora del bene délia<br />

Nazione? Corne? insegnerebbe egli per<br />

avventura, che si debba gastigare ugualmente,<br />

chi dà uno schiaffo ad un vil facchino<br />

, che colui, che commettesse un simile<br />

attentato contro un Générale d'Armata?<br />

Quanto poi al soffisma è vero, che una<br />

irriverenza all'Essere degli Esseri è un<br />

peccato gravissimo, e che sarà punito<br />

quanto Passassinîo di un Monarca, considerato<br />

corne un uomo semplicemente,e<br />

non corne una persona, che rappresenta<br />

Je più vive immagini di Dio sul nostro<br />

GJobo. Ma altra cosa è il dire, che un<br />

tal d.litto sia infinitamente più grave per<br />

sua natura d'un'altro delitto; ed altra<br />

decidere del modo, e del tempo, nef cuale<br />

clevono esser puniti i delinquenti. Si<br />

ri-


)( 5i )(<br />

rifletta in oltre, che siccome miwriaroo<br />

la pena dovuta ai deiitti ooll'offeia che<br />

quesd fanno al Monarca dei Monarchi,<br />

o dirertamente contro la sua Divinità, o<br />

contro le persone, che più lo rappresentano<br />

qui in Terra , e che vuole perd che<br />

siano più rispettate ; cosi che non si tro-<br />

•va nessun inconveuiente a punire più 1'<br />

assassinio d' un Monarca délia Terra , che<br />

un irriverenza contro il Monarca del Cielo;<br />

perche siccome qualunque Oiffèsa s'inreude<br />

senipre taira contro lo stessolddio,<br />

cosi ogni pena si dà per suo solo riguardOj<br />

onde é sempre la Divinità ch'è vendicata.<br />

F.d ecco corne le regole délia Giustizia<br />

(bntfata sul piano délia Teologia del• Vangclo,<br />

sono più coerenti délie massime délia<br />

Politica dei moderni Pubblicisti ; atfirino<br />

perd che è più sicuro, più giusto, e<br />

più facile ritrovare la misura délie Pêne<br />

colla regola deiroiîèsa del Creatore, conforme<br />

l'intendono, e la spiegano i Cnstiani,<br />

che tolla misura del danno fatto<br />

alla bîa^ione, come insegna il nostro Politico;<br />

e sostengo di più, che questa misura<br />

è incerta come lo sono tutti gli altri<br />

umani giudizj, e soggetta a mille cou- f'c,^'"<br />

trasti, e ad innumerabili controversie. «"<br />

Si dovrebbe credere adesso, che su que- "ùl'iMii<br />

sto proposito, non si potessero dire mag- ««s«<br />

D 2 gio-


)( r- X<br />

giori errori, di quelli che ha sci-itci ilN.<br />

A. come ora venghkmo d'aver norato ;<br />

e pure l'odio ch'ha questo Scrittore conrro<br />

le dottrine del Cristianesimo glie ne<br />

ha fatti scriver dei nuovi, ( come ora riportero<br />

. Fhialmente alcitni pensarono ) di-<br />

^*£ ce assai equivocamente (c) che la grave?*<br />

-IÎ del peccato fosse la misant dei délit'<br />

h, Chiama qui fallace quest'opinione, e<br />

scrive cosî. La sola nécessita ha fatto nascere<br />

dalT v.rto délie passioni, e dalle opposi^ioni<br />

degli interessi C idea deW v.tilità<br />

Comune, che è la base délia Gitisti^ia<br />

tana. Questi li chiama rapporti tra uomini,<br />

ed uommi, e rapporti d 1 uguaglian-<br />

?a; i rapporti poi da uomini a Dio , dice<br />

che sono rapporti di dipenden^a da un essere<br />

perfetto, ecreatore, che si è ris,<br />

to a se solo il diritto d' essere Législature,<br />

e giv.dice nel mtdesimo tempo, pe.cbè<br />

égii solo puo esserlo svnra inconveniente .•<br />

Qiiindi seguita, ï<br />

ne a chi dis:'<br />

%a , c,ual sarà l'insetto, che osera su<br />

re alla divina, tbevorrà vendicare rEssere-,<br />

che hast» a se stesso , che<br />

ricevere dagli oggetti impressione al<br />

di piacere, o di dolore ec.l e concl<br />

coérenîemente, che la gravera del<br />

erscnttabile ma<br />

:, e che perù attesta da<br />

ni-


x n x<br />

n'itl non pub sen^a rivela^ione sapersi,<br />

Dopo la quai conclusions s' avanza, e domanda,<br />

corne dunqv.e da attesta si prendera<br />

nonn.i pet punire i Detttti ? Potrebbon 1<br />

esta case gli uoraini punire (dic'egli)<br />

quando Iddio perdona, e perdonare quando<br />

Iddio ptmisce.<br />

Io non ho qui ricopiate le scritte proposizioni<br />

per confutarle: questo non si<br />

potrebbe fare, che con armi di una tempra,<br />

che non fanno gran colpo connro<br />

certi petti di ferro ; ed in oltre ci vorrebbe<br />

un volume: basti dunque che abbia accennate<br />

quelle che moscrano, çhe il N. A.<br />

ha la disgrazia d'essere un falso Crisriano,<br />

un vero Epicureo, ed uno Spirito<br />

Forte ; e dire solamente una parola sopra<br />

quella sua definizione che la gravera<br />

del peccato d/pende dalla impersctutabile<br />

ntahtna dei cuore. Questa Definizione sembra<br />

alquanto contraddittoria ail' altra già<br />

riporrata, dove afferma essere un errore<br />

che la misura dei delitti sia P inten^ione<br />

di cbi li commette : perché in questo proposito,<br />

/' inten^ione di peccare, e la ma-<br />

Lizia del cuore, sono la stessa cosa, ed<br />

entrambi possono, e devono servire per<br />

la misura délie Pêne ; benchè i'Au. Jo ne-<br />


, )( 54 )(<br />

forza délia medesima ; si puo ad" Ogni modo<br />

calcolarla dagli etletti, in utia maniera<br />

tanto certa, qunnto xareSbe uii'affettazione<br />

se qui ne volesst parlare, essendo<br />

notissima.<br />

Non si contraddice pero in quel che<br />

scrive nell' Articolo, che a quello vieil<br />

M P»«- dietro immediatamente (a), perché qui ripete<br />

assai chiaro, che la ve'ra miskra dei<br />

delitti è il danno délia Società : vuolê<br />

che questa sia una •oérità palpab'de ; ma<br />

che nondimeno per una bnrrav'tgtiosa comttHapiene<br />

di circostan^e, non sono condensa<br />

siiiireœa conosciute, che da alcunt<br />

pocèi pensatori, uomini d'ogni Na^ione ,<br />

è d''ogni tempo: si lamenta quindi con<br />

incredi'oile acciecamento, ed audacia che<br />

Le opinion! ^Asiatiche ( cioè la Religione )<br />

e le passioni ( cioè i Principi Cristiani ) vtstits<br />

di av.torità , e di potere-, banno la<br />

maggior parte délie volte per insensibi'li<br />

spïnte(la. predicazione délie verità delSanto<br />

Vangelo ) alcttne njolte per -violenti impression!<br />

(i miracoli i più strepitosijjWla<br />

timida credulità degli uomini ( il Popolo<br />

Cristiano ) dissipate le semplici no-<br />

•jioniy cbe forse forr,;ivano la prima Filosofia<br />

délie nascenti Società, ed a eut la<br />

ïuce di questa secola, ( la luce era nel<br />

mondo, ma le ténèbre ec. ) sembra, che<br />

ci riconduca con quella maggior fermera<br />

perà


)( 55 X _<br />

pt>ro che pua essere somministrata da un<br />

e.urnw Geoiih'tr-ico, ila mille funeste ctmse-<br />

-, e cl agit ostacoli medesiw.<br />

Chi mai sarebbe qui quelCristiano tanro<br />

poco aelante délia riputazâone délia sua<br />

riivina Religione, che si potesse contenere<br />

in questo passo di non prorompere<br />

nelle più tremende esecrazioni contro 1'<br />

infâme ed empia maldicenza, colla quale<br />

si descrive, e si calunnia qui tutto quel<br />

che v'ha di più augusto, e di più rispettabile<br />

nell' universo? Chi mai potrebbe<br />

trattenersi d'esclamare, che quest'Autore<br />

ha sorpassato la misura délia piùmaligna,<br />

e più sfrenata saura? Ma quanto a me<br />

voglio mostrare, che so quai debba essere<br />

la moderazione, di cui deve piccarsi chimique<br />

scrive contro d'un'altro, quantunque<br />

abbia sempre disapprovato la malintesa<br />

dilicatezza di quei tanti, i quali condamianod'impolitezza<br />

tutti i Letterati, che malmenano<br />

certi empj Scrittori con frasi poco<br />

civiii, senza poi che si formalizzino<br />

in udire, e Jeggere, che quelli, coi modi<br />

i più villani, ed i più temerari, trattano<br />

di buff'oni gli Ecclesiastici, di Tiranni i<br />

Monarchi, di fanatici iSanti, d'imposera<br />

la Religione, e che bestemmiano per fino<br />

JaMaestà del Joro Creatore. Mi astengo<br />

dunque dai rispondere a quel discorso,<br />

conforme si mèriterebbe, e passo a far


X 5* X<br />

fo PJS. osservare che laddove (*') distingue i De-<br />

"• Art -litti, afferma che sono delitti di lesaMaestà<br />

quelli sol tanto che disti uggtho immediatamente<br />

la S'ocietà, o cbi la rappy:senta.-<br />

e che poche nghe dopo prétende<br />

che la sola tiramiia, e /' ignoran^a, cbe<br />

cenfondono i i-ocaboli, e le idée pih cbiare<br />

, possono dût questo nome, e per consegnenr^a<br />

la matrima pena a delitti di<br />

différente natara , e rendere cos) gli noie<br />

ahre occasion: vittime di<br />

: pm c'a.<br />

Gui si sarà accorto il Lettore, che qui 1'<br />

Autore parla del perrido delitto dieresia,<br />

che egli negaarrogante me are, che si pos-<br />

» chiamare delitto di lésa Maestà Divina,<br />

e che tratta da tiranni, e da ignoranti<br />

quelli che inseguano il contrario,<br />

nffermando in oltre con jnrqua impertinenza,<br />

che gli Eretici condannati dalla<br />

• Chiesa, e dsa Principi sono vittime d'<br />

luia parola. Noto qui cosi di passaggio,<br />

corne l'A. nella pagina 23. ed appunto<br />

nelle due prime righe, dice pien di dispetto<br />

dopo d'aver premesso che le a-<br />

ZJoiii morali, corne le fisicbe, franno la lo~<br />

ro sfera limitata di attitrità , e sono circoscritte<br />

corne tutti i ntovimenti di natte<br />

ra , dal tempo, e dalle spa~io ; conclude<br />

cosl : pero la sola cavillosa interpreta~iont,<br />

cbe è per f ordinario la Jilosofia del-


X J7 )C _<br />

la schiavitii , pue confondere cio cbe<br />

dall' eterna vgrit fu cou immu;<br />

ri dist'mo .• Si duole qui J' A.<br />

des nostri Tenlogi , perché insegnano,<br />

che un peccato è un oftèsa infinitamente<br />

grande, che si commette contra<br />

la divina Maestà di Dio . Ma non è<br />

q'.'e^to cio, che voglio che sia noraro ;<br />

nia bensi l'incostante incredulità del noscro<br />

A. il quale alla pagina 18. dt<br />

Libro , afferma altieramente che .<br />

: con occhio Fi'osofico i<br />

délie Na^toni, troverà quasi sempr.<br />

vizio , e di virtù, di bunn cittadino,<br />

e di reo , cangiarsi colle r'.volv.~ioni<br />

dei Secoli in ragions délie passion!, e degli<br />

errori che successivamente agitarono i<br />

différent! legislatori. Come mai combinare<br />

cotesto discorso toile superiori sue parole<br />

: la sola Filosofia délia schia-vitic pub<br />

confondere cio che da/l' ttema verità fu<br />

con immtttabili rapport! distinto ?<br />

Supplico adesso che si noti attentamente<br />

quanto siegue. Un'empiéta , un'Eresia,<br />

una bes:emmia contro P onnipotente<br />

Iddio, secondo il N. A. non sarebbero<br />

altro che una parola. Ma non insegna egli<br />

il N. A. che sono veri delitti di lésa<br />

Maestà quelli, che distrtiggono immediatamente<br />

la Società ? Dunque ( domando<br />

ora io, ) se succedesse, che qualcuna di


)( 58 )(<br />

quelle semplici parolette divenisse immcdiata<br />

cagione délia rovina, e délia distruzione<br />

di una Societa, quella SOÏA pavolu^-non<br />

si dovrebbe elia giudicare, e puntrc<br />

colla massima pena, corne un vero<br />

delitto di lésa maesti? Ma quante di<br />

quesre parole non sono srate la rovina non<br />

di una, ma di moltissime Società , e Regni<br />

? La risposta a cotesto quesito mi<br />

traspoaçerebbe troppo lontano, e mi obbligherebbe<br />

a rammentare inutilmenre<br />

délie cose troppo tetre, e troppo funeste,<br />

aile quali io sono avverso , tanto,<br />

quanto io sono conrento, che sia qui terminata<br />

la prima parte générale, e fondamentale<br />

del Libro dei Delitti, e d'elle Pêne<br />

, che abbiamo sin qui esaminato ; la<br />

quai parte per conto dei principj che vi<br />

si stabiliscouo, è altrettanto scabrosa, che<br />

fastidiosa . Entriamo adesso ad esaminar<br />

la seconda , che troveremo senza dubbio<br />

assai più intéressante délia prima : pertanto.<br />

%'"?'" L ? seconda parte del Libro del N. A-<br />

«H.I Si- nonimo è tutta impiegata a parlare délie<br />

"">•« P ene '" particolare. Questa è quella par-<br />

4di.No te dell'Opéra in cui l'A. tratta quella<br />

materia, che si puo dire il principale, e<br />

getto, e scopo per cui ha voluto<br />

fir questo Libro. Si puô dire di più, che<br />

la prima parte è stata scritta solamente<br />

per


)( 19 X<br />

per dar maggior colore alla seconda ;<br />

quelle è la parte teoretica, questa la praric.a.<br />

Tutti i fàlsi principj, tutti gli erron,<br />

e tutti i paradossi, che in quella<br />

abbiamo osservati, vi sono stati gettati<br />

per pura erudizione, per semplice p.<br />

razione, per bizzarria, e soitanto per darci<br />

un saggio délia sua profession di fede<br />

Si Spirito Forte; ma in questa scrive il<br />

hiale per impegno deliberato : si vede,<br />

clac qui gli erron sono quelli délia sua<br />

mente, del suo cuore, del suo animo, e<br />

dirô anche del suo temperamento, e del-'<br />

le sue passioni, e perô tutte conseguenze<br />

d' un sistema lungamente , ed ostinatamente<br />

meditato, ed amato .<br />

Tutta la materia di cui si tratta In que- [£<br />

s'ta seconda parte, è quellach'è contenu-»ta,<br />

e divisa nelle risposte, che si danno<br />

a questi quisiti, i quali per 1'Autore sono<br />

semplici problemi, coxicepiti, ed espressi<br />

dallo stesso corne segue (a). La<br />

morte è ella un a petia veramente utile,<br />

e necessaria per la sîctireçrà, ed il bnon<br />

ordine délia S octet à? La Tortura, ed i<br />

forment! sono eglino giusti, ed ottengono<br />

eglino il fine, che si propongono le Leggi<br />

? Qtiale è la miglior maniera di pre-<br />

•venire i Delitti ? Le medestme pêne sono<br />

elleno egualmente utili in tutti i tempi ?<br />

Quai influença hanno esse su i Costumi ?<br />

Noi


X 6a )(<br />

Noi vedremo che la maniera , colla quale<br />

TA. tenta di risolvere cotesti Problemi,<br />

e in tutte le sue parti analoga ai<br />

principj da lui supposa per irrefragabili :<br />

esso non risparmia ne soffismi, ne pavUla/.ioni,<br />

ne paralogismi per riuscirvi, non<br />

ostante, che egli da se stesso premetta ,<br />

CM p^. e dichiari (b) che questi Problemi meritano<br />

ci essere sctoltt cou quella précisions<br />

geometrica , a cui la nshaia dei soffismi,<br />

la senv.ttrice éloquence, ed ilt'imiao<br />

bio non posson resistere : ed a questa protesta<br />

aggiugne subito cou rara modestia,<br />

che se non avesse altro merito, che quella<br />

di ai ta te il primo alT Itaiia<br />

con quakbe maggior eviden^a cià, che<br />

molle allre Narjoni hanno Osato scrivere,<br />

e conunciato a praticare, si st'.merebbe<br />

fortunato . Cosl l'Autore.<br />

Premetterô ora ancor io due sole osservazioni,<br />

e poi farô il mio dovere.<br />

ejr,trg. Prima. Ho sempre osservato, che tra<br />

yVto'rf;/. g)'Increduli da me praticati, o conosciujfrwjM<br />

ti dai loro scritti, e tra gli uomini aniâcL'r,<br />

ntati dalla vera Religione, vi passa que-<br />

£»')"J-Sta diffèrenza, che gl'Increduli sono ne-<br />

Rclisio-' mici sanguinosi del rigor délie Leggi , e<br />

"'• délia sana Morale, e nello stesso "tempo<br />

crudeli disprezzatori , e trasgressori dei<br />

più sagri doveri délia Società ; e che gli<br />

uomiiu di vera Religione sono appassïona-


lostenitori deila giustîzia, e de! rigor<br />

délie Leggi ; ma ntl tempo" stesso oiiesti,<br />

e discreti con tutti i loro simili.<br />

I primi amanti deila libertà propria, anche<br />

con pregiudizio di quella degli altri •<br />

i seeondi modesti, e rassegnati anche dove<br />

si tratta délia perdita dei loro diritti<br />

: quelli vorrebbero veder sciolri se<br />

stessi, e privilégiât! dalla Società, e che<br />

tutti gli altri servissero aile loro passioni,<br />

ed aile loro inclinazioni ; questi saf~<br />

frono con minor rincrescimento gli aggrava<br />

proprj, che quelli dei loro prossimi.<br />

Questa differenza poi tra gli uominidi<br />

massiccia Religiône , e gl' increduli, è<br />

cosl costante , che ancor io dalla sola Lett'ura<br />

dei scritti degli uni, c degli altri ,<br />

mi assicuro con tintacertezza, che Porto<br />

scritto sia dell' incredulo, e T akro dei<br />

religioso , con quanta franchezza si puo<br />

asserire, che uno che disprezza, e trasgredisce<br />

le Leggi è un Libertmo, e cite<br />

quello , che le rispetta, e che le prarira<br />

è un uomo onesto, e di buon/;<br />

perché so che l'odio al rigor délie Leggi<br />

ne!!'incredulo nasceda un cuor sur,<br />

timido, ed incostante, e da uno spirito<br />

guasto, disperso , ed infiammato ; nell'<br />

uomo religioso poi il rispetto, e l'amote<br />

aile medesime Leggi dériva da un a-


)( & )(<br />

nimo ben fatto, da una coseienaa retta,<br />

ed innocente. L'Incredulo odia le Leggi<br />

perché le reme ; 1' uomo religioso le rispetta,<br />

perché le ama. Il primo odia !a<br />

virtù, perché gli manca, e non vuole<br />

aflfàticare per acquistarla ; ma il secondo<br />

T ama perché vi trova quai cosa in cui<br />

specchia se stesso , e perché l'ha acquistata<br />

con fatica .<br />

otim». Seconda : E' già st.ito osservato , che<br />

*>••». nessun grande Incredulo ha sentto mai<br />

un buon Libro utile al Pubblico, e che<br />

sia piaciuto ai buoni Letterati più d' una<br />

primavera. La ragione di ciô ella si è<br />

non solo perché gPIncreduli sono sempre<br />

viziosi ; ma sibbene perché non sono<br />

animati a scrivere da qualche sublime<br />

motivo, né vi sono mossi darini, e principe<br />

più grandi di quelli, che si vedono,<br />

e che si toccano cogli occhi, e colle mani<br />

, benchè vogliano sempre parlare délie<br />

materie le più sublimi, e superiori aile<br />

loro forze, ed ai loro studj : perciô si osserva,<br />

che grincreduli vr.nno sovente assai<br />

in alto, ma piuttosto ajutati dalla leggerezza,<br />

che da un'intrinseca forza ; o se<br />

volano, lo fanno con un'ala sola, con<br />

quella dei loro soli desiderj, e délia loro<br />

sola opinione ( per dire questa freddura )<br />

e non anche coll' ala del giudizio degli<br />

altri; e perô appena fatto quel volo pre-<br />

ci-


)( h X<br />

tipkan giù corne un sasso . CoTesta coi;forme<br />

ho già derto parrà una freddura ;<br />

ma è in fatri una formidabile verità, ed<br />

abbiamo milJe esempj di simili cadute.<br />

GJ'Increduli in génère di cose dispinto,<br />

corrispondono ai nostri mercanti di mode<br />

, che non vendono, che ciô che serve<br />

ad un passeggiero, e frivolo piacere, e<br />

per lo piu ornamenti, e bagattele da féminine<br />

. Quello perô ch' è peggio, è stato<br />

osservato, ( ed è verissimo, ) che gl' Increduli<br />

, che suppongono la Religione una<br />

tàvola , voglion sempre pariai 1 délie<br />

materie spettanti alla Religione ; e che<br />

sono sempre caduti in certe , che sembrano<br />

misrenose contraddizioni , ed errori ..<br />

Si faccia atrenzione aile contraddizioni,<br />

ed errori scrirti d.il N. A. in questo suo<br />

Librerto, del Délit!i e délie Pêne, e si<br />

vedrà che sembra impossibile poter concepire<br />

cojne un uomo del suo talento, e<br />

délia sua abilità , ed energia, vi sia potuto<br />

precipitare. Egli si è impegnaro a<br />

• provare, che la pena di morte, che si da<br />

a ctrti dtlitti , è crudele , ed inutile , senza<br />

pensare prima a rimontare il<br />

umano diflerentemenre da quello ch' è .<br />

Non ci dice niente di nuovo , e che non<br />

sia già stato esaminato, e scritto; e non<br />

si ci vede akra ditfèrenza tra Lui, e gli<br />

aJtri Scrittori di simile argomento, se<br />

non


)( 84 X<br />

-non ch' il N. A. porta le stesse ragioni<br />

d' alrri proposte, I<br />

,'a alla mano , colla quale trapassa barbaramente,<br />

e tronca qualunque cosa che<br />

si opponga al suo furore, o che incontra<br />

per istrada. Ma si vedrà tosto , che<br />

ancor esso è caduto per sua vergogna in<br />

tutti gli errori, ed in tutti i difetti, nei<br />

quali, com' è stato osservato , sono pi<br />

pkati sventuratamente tutti gl' Increduli .<br />

Unà cosa per vnlta .<br />

h"?.*'! Dopo che il N. A. ha detto assai ragiouj<br />

fas- nevolmente (a), che il fine pelltico délie<br />

'•.' ' pêne non è altro , cke 4' impedire il re»<br />

da! far nttcvi danni ai n:oi Cittadini , e<br />

di nmuovere gli altri dal famé ttguali j<br />

e dopo aver hen ragionato anche délia<br />

':'cf. i'/t' wedwitkà dei Testimoni (v), discende a<br />

" trattare délie *4ic . Ma pri-<br />

\'l 4«! ma 4' riportare quelle' che scrive il N.<br />

3 - A. di questa specie di Accuse , per la migliore<br />

intelligenza di quanto esso ne scrive,<br />

fa di mestieri riitettere<br />

?"ri'T Î-. Prima : Che in tutti i tempi, in<br />

'"«».*" tutti i secoli, ed in tutte leNazioni, sonosi<br />

trovati sempre certi uomini, per loro<br />

natura turbolen tosi, audacissimi,<br />

ed amantiffimi di novità nel Governo,<br />

e negli Stati, e ciô a proporzione,<br />

che speravano di trovare , e che trovano<br />

eflettivamente, degli altri uomini dello<br />

stes-


)( 6i )(<br />

stesso carattere; ed a proporzione ancora<br />

dei minori, o maggiori ostacoli che si<br />

apponevan'J , o che favorivano i loro<br />

disegni.<br />

II. Si rifletta in secondo luogo, che<br />

benchè si manchi tuttavia d'un'esatca storia<br />

di tutte Je cospirazioni, di tucte Je<br />

ribellioni, e di tutte Je sedizioni seguite<br />

in tutti i Regni, ed in tutte le différent<br />

i Repubbliche del Mondo ; cou tutto<br />

cm dalla lettura di quelle sole che ci<br />

sono restate, e che si trovano nei varj<br />

Annali, si possono ricavare queste trc<br />

venta, ed osservazioni.<br />

i. Che Je sedizioni, Je ribellioni, e<br />

le cospirazioni sono in grandissimo numéro,<br />

e seguite sempre dovunque si sono<br />

tr'i'.ati dei Regni, e délie Repubbliche.<br />

z. Che tutte Je sedizioni, e ribellioni,.<br />

1110 accadute, sono stare cagione di<br />

gravissimi danni agji Stati ove sono scoppiate.<br />

j. Che avrebbe bastato pochissimo ad<br />

impedire intieramente, o a far che fossero<br />

manco forti, e manco dannose le<br />

dette ribellioni, sedizioni ec., e che senza<br />

dubbio si sarebbero quasi tutte potute<br />

prevenire col formare, e conservare un.<br />

rato, che invigilasseparticolarmente<br />

contro Je sedizioni, e contro Je cotpjrazioni<br />

, e che avesse i'ispezione du<br />

III- £. EL-


X66)(<br />

ricevere colla maggior segretezza le- accuse<br />

, e le delazioni contro i nemici délia<br />

quiète degli Stati, per riconoscerle, e per<br />

puuirle severamente , secondo la gravita<br />

délie colpe. Ad un tal Tribunale tutto il<br />

génère umano sarebbe stato debitore, del<br />

sangue, e délia vita, d' un numéro innu^<br />

merabile d'uomini.<br />

Tutto ciô supposto per innegabile,. dico<br />

che quamunque la creazione d'un Magistrato<br />

che riceva le accuse segrete dei<br />

delitti contro lo Stato ; che condinni, e<br />

faccia punire i rei fuori dell' ordine giudiziale,<br />

e che non palesi mai i Delatori,<br />

anzi che li premiasse, eziandio nel<br />

caso che ne trovasse qualcuiio calunniatore;<br />

quantunque, diceva , tuttecoteste cose<br />

sembrino, e siano realmeitte odiose, terribili,<br />

e soggette a cagionare la rovina<br />

di qualche innocente ; tutto ciô non ostante<br />

npeto, che attese le cose notate di sopra,<br />

lo stabilimento d'un Tribunale,. che<br />

îiceva le accuse segrete, e l'invenzione<br />

di tenere in diffidenza li sudditi fra se<br />

.stessi, si deve giudicare, ecredere un Tribunale<br />

il più utile, ed il più. vantaggioso.<br />

per tutti gli Stati, ed il capo d'ôpera*<br />

.dell' umana Politica per risparmiare il.<br />

sangue umano, e 1'unico mezzo, che si,<br />

possa adoperare a quest' oggetto, fino atanto,,<br />

che gli. uomini non cangiano natu~


X 67 )(<br />

fura; e spero, chenon penseranno il contrario<br />

, se non quelle menti auguste, e<br />

indispettite che non veggono corne tra di<br />

noi non si dà bene, senza qualche mischianza<br />

di maie ; e che non sanno distinguer<br />

il bene, ed il maie positivo dal<br />

maie , e dal bene negativo .<br />

Vediamo adesso come il N. A. pariando<br />

appunto délie accuse segrete, mostra<br />

d' avère una mente angusta, e limitata<br />

in quella- maniera , che commove più B<br />

sdegrio..<br />

Perche ecco come egli ne scrive. Un (*> *?*<br />

évidente, Ma consacrato disordine, ed in %î,<br />

moite Na^ioni reso necessario per la debohzra<br />

délia costittt^jone, sono le accuse<br />

• te. (a) Dove cosi segue a dire. Un<br />

M costume rende gli uomini falsi, e


)( *S )C<br />

illa^è armât a del pik forte scudo délia tî~<br />

rannia, il sécréta? Quai sorte di governoè<br />

mai quel la, ave chi regge, sospetta in<br />

ogni SHO suddito un nemico, ed è costretto<br />

per il pubblico riposo, di toglierlo a<br />

ciasamol Prétende pero corne si vede che<br />

un tal costume sia cagione degl'inconvénient!<br />

qui numerati. i. Che renda gli uomini<br />

falsi, e coperti. 2. Che ch'tunque xospetterà<br />

di vedere in altrui un delatore y<br />

vi vedrà un inimico. ^. Che gli uovmni si<br />

avve^ano a mascherare i proprii senti*<br />

menti, e che coll' uso di nasconderli agit<br />

altri, arrivai a nascondergli a loro medesimi.<br />

4. Che di quest'' uomini cost smarriti,<br />

e fluttuanti e poco sicuri, non se ne.<br />

potrà /are dcgl'' intrepidi soldati difensori<br />

délia Patria, e del Tronc, ne trovar tra<br />

i medesimi degli incorrotù Magistrat!,<br />

che con vera, e Patriotica eloquen^jt sostengano,<br />

e siiiluppino i veri interessi del<br />

sovrani. 5. Che nessuno potrà difendersi<br />

dalla calunnia , perche armata col piît forte<br />

scudo délia tirannia, il secreto.<br />

Per distruggere ora tutte coteste difficoltà,<br />

e per far isvanire tutti gli addotti<br />

inconvenienti, facciamo cosi. Ponghiama<br />

da una parte tutto l'immaginabile disordine,<br />

che il N. A. trova nel costume délie<br />

Accuse segrete , e tutti gl' inconvenienti<br />

che lo stessa suppone, che debha parto-


)( h X<br />

torire il detto costume ; e datf altrà gli<br />

spavtnti, i pericoli, le stragi, e tutte I'<br />

altre conseguenze d'uiu cospirazione, o<br />

d'un'aperra ribellione. Fatto questo , io<br />

domando a qualunque politico, ed aqualunque<br />

uomo ragionevole, quale délie duc<br />

parti ci dovressimo sciegliere , gli kiev ;<br />

tabili orrori e le stragi d'uni ribellione;<br />

o i disordini, e gl' inconvenienti remori<br />

ed irhmaginarj che potrebbero nascere dal<br />

costume délie accuse segrete? Tutti mi nsponderànno,<br />

che sar.i inrînitamenre ni -<br />

nor maie softrire gl' inconvenienti del'e<br />

accuse segrete, quando anche fosserocento<br />

volte maggiori di quello, che ce gli<br />

ha ingranditi l'Aurore.<br />

Ma potrebbe qui dirmi taluno , che la.<br />

risposta va bene in caso che veramente<br />

«i sia costretti a far quella scelta; ma<br />

che quello è un caso che si potrebbe evitar<br />

d'iucontrarlo con dire, o che non vi<br />

sono più pericoli di sollsvazioni, o cou<br />

atférmare , che per tenerli lontani, ed impedirli,<br />

sarebbero sufficienti le accuse pubbliche,<br />

esaminate , e punite secondo il se<br />

lit' ordine délia giustizia punitiva .<br />

Rispondo, che la sperienza di tutti i<br />

Secoli ci ha dimostrato elle il primo caso<br />

è inevitabile, quanto è impossibile ne!<br />

présente stato di cose, che tutti i sudditi<br />

siano sudditi fedeli. Quanto poi al se-<br />

F 3 con-


)( 7° X<br />

condo, dico, che non è possibile trovare<br />

altro mezzo per evitare una ribellione T<br />

ne più sicuro, ne più spedito , ne manco<br />

dispendioso, né piu efficace di quello délie<br />

Accuse segrete ; giacchè le pubbliche non<br />

hanno mai prodotto verun effetto, del che<br />

non v' ha bisogno di prove .<br />

Ho detto, che il mezzo délie Accuse<br />

segrete è il più sicuro; perche è certo<br />

che quelli che lo hanno meglio praticato<br />

1' hanno sperimentato sicurissimo ; ed an-,<br />

che perché da una parte i sudditi non si<br />

azzardano scoprirsi con nessuno, perche<br />

temono , che tutti siano capaci di accusarli<br />

; e dall'altra., perché se sparlassero<br />

del Governo in presenza di molti , se ne<br />

troveirebbe sempre qualcuno, che perguadagnare<br />

qualcosa, non temerebbe di fare<br />

il delatore tanto più ch' é sicuro d' esser<br />

tenuto segreto. E anche più sicuro, perché<br />

se il sedizioso è potente, la sua cattura<br />

, e la sua morte, ( perché tutto privato<br />

e segreto, ) non daràcampo ai complici,<br />

ed ai parenti di sollevarsi, e di far<br />

degli impegni ; ma anzi, venendolo a scoprire,<br />

resteranno essi pure intimoriti, c<br />

spaventati.<br />

Ho detto poi più spedito, e ciô si è<br />

manifeste, perché in simili casi vi sono<br />

pochissime formalité , tanto nell' esaminarc<br />

i rei, che nel condannarli, e farli mori-


311 7* )(<br />

cd ,-incbe perché qui supponianin,<br />

che vi sia unMagistrato stabilito a quell'<br />

•effetto.<br />

Ho detto in oltre manco dispendioso,<br />

perché pochissimi Ministri possono bastare<br />

ad ^eseguine una commissione, ed un'<br />

operazione segretissima, e privata; Jaddove<br />

se si volesse prevenire le soiievazioni,<br />

e le cospirazioni con nuntenere<br />

in piedi continuamente un gran numéro<br />

di genre armata, allora oltre al grosso djspendio.,<br />

vi sarebbe da temere per altra<br />

parte.<br />

Ho detto finalmente-, che il Magistrat»<br />

délie Accuse secrète è più efficace per conseguir<br />

il suo fine, perché un simile Magistrato<br />

incute maggior timoré, appunto<br />

perché più arcano, più secreto, più sps:dito,<br />

senz'appello , terribile .<br />

Potrebbe bastare il fin qui detto per<br />

turta rispoffa aile difficulté poste incampo<br />

daJ N. A. contro li costume délie ^Xcuse<br />

mrtte.' ma io cosi non sono contento.<br />

Voglio soddisfarlo capo, per capo.<br />

Premetterô selamente, che in tutti gli<br />

Stati vi régna sempre il costume di mantenere,<br />

e premiar dei Delatori, e di ricevere<br />

le accuse secrète, siccome ècerto,<br />

che non ha mancato mai gente ifïiqua<br />

che ha fatto spontaneamente quest'infâme<br />

mestiere, o per un vil guadagno, o per<br />

E 4 vep-


)( 7* X<br />

venditarsi d' un suo nemico, o per gundagnarsi<br />

la grazia di chi gôverna pli Sràri.<br />

Io perô non ho premesso questo per<br />

opporre ail' Avversario l'ùsô universale<br />

di tutte le Sovranità, ma per la ragione<br />

clie or ora dire. Da capo.<br />

Quale è il fine del costume délie Accuse<br />

secrète? Di quale specie sono 1 Delitti,<br />

che si vogliono risapere per la via<br />

di queste Accuse secrète? Quale si è per<br />

fine l'uso, che si fa di simili Accuse ? Il<br />

fine pj;imario délie Accuse secrète è per<br />

conoscere i nemici dello Stato, e per sapere<br />

tutto quello che potrebbe perturfoare<br />

il Govemo, e la Società, affine di ripararlo<br />

. Un altro fine si è , perché li ben<br />

affetti del Governo invigilino alla sua sicurezza,<br />

e perché tutti siano cauri ne!<br />

parlare di quelle cose, che non devon<br />

tapere , e che non intendono. Vi puô essere<br />

un fine più ragionevole , e più commendevole<br />

di questo ?<br />

I delitti poi che si cerca di rilevare dai<br />

Delatori secreti, sono tutti quelli, che<br />

offéndono : mmedidramente il Governo , e<br />

lo Stato. Ora domando io, quale aggravio<br />

ta il Sovrafto ai suoi sudditi, perché<br />

cerca, e vuol' essere informato di questa<br />

specie di Delitti ? Cosa perdiamo noi perché<br />

non c'e permesso ci' esaminare pubblicarnente<br />

gli affari dello Stato? Quanti


... )( -'. )( .<br />

momenti di félicita di più, o di manco<br />

perderemp tjoj , perche non ci è permesso<br />

di parlare di quelle cose che non conosciamo?<br />

Fer lo contrario, quanti vantaggi<br />

non potrem noi ricavare, se ameremo<br />

, e se ioderemo con ragione le cose<br />

delloStato di cui siamo sudditi > Quanto<br />

a me potrebbe rincrescermi se mi fosse<br />

vietato di lodare la saviezza del Governo<br />

tutte le volte, che se lo méritasse<br />

; ma che mi proibisca ad essere un<br />

rnaledico, la mi sembra piuttosto una grazj'a,<br />

che un aggravio.<br />

Ma e a quai fine vorressimo noi la libertà<br />

di porer censurare la Polittca dello<br />

Stato, per rimediare agli errori délia medesima,<br />

o semplicemenre per avère il.rnaligno<br />

piacere di dirne maie ? La seconda<br />

è una pretensione non supponibjJe ; quanto<br />

alla prima i Magistrat! gradiranno sempre<br />

i lumi, ed i buoni suggerimenti, che<br />

ai medesimi sono rispettosamente partecipati<br />

dai sudditi zeianti del pubbiieo bene.<br />

Finalmente l'uso che si fa dai Ministri<br />

di tutti i Coverni pacifia délie Accuse<br />

secrète, è il più giusto , ed il più<br />

savio , che si possa sperare da uomini di<br />

Governo, presso i quah è dirficilissimo,<br />

che si vogllano accostare Delatori calunniosi,<br />

e dai quali è anche più che difficile<br />

si debba temere un ingiusto gastigo ;<br />

per-


Km<br />

.perché non istaano aile semplici aci<br />

dei Delatori; perché es.imimno la qualità<br />

•délie accuse; perché distinguono Je perso :<br />

ne degli accusatif (e non è difficile ilde-<br />

-cidere se cerre persone siano capaci di<br />

commetcer delitti contro lo Stato o no )<br />

perché simili Magistrati sono mai sempre<br />

compo6ti dalle persone più illuminate, le<br />

piu accreditare, e le più discrète dello<br />

Stato, e perché per qualche rarissimo esempio<br />

di abbagh presi in dieci secoli da<br />

qualche Minktro, se ne potrebbero produrre<br />

infiniti, nei quali hatino usato un<br />

eccesso di pietà, e di clemenza.<br />

Aggiungo sopra tutto ciù , cbe il costume<br />

délie Accuse secrète, o sia di un<br />

Magistrato aft'atto dispotico , si rende assolutamente<br />

necessario dovunque si trova<br />

stabilito il dtispotismo di molti , e<br />

questo anche per confessione del N. A.<br />

medesimo (.7) là dove insegua che il di-<br />

•(••0 Pas. spotisiKO di molti non è ccïreggibile , C/JI<br />

dal dispotismo di un solo.<br />

Venendo poscia ai preteù disordini délie<br />

Accuse secrète, fa stupire che l'A. non<br />

siisi vergognato di accennarli, essendo un<br />

supposro che rend.) gli uomini falsi, e<br />

coperti ; mentre costa per isperienza, che<br />

gli uomini di tutte le Nazioni sono riguardo<br />

alla sincerità gli stessi da per tutto<br />

; cd anzi che sono più sinceri, e più<br />

lea-


)( -s X<br />

ienli ï suddici che vivono in quegli Stati<br />

dove è in maggiorc autorità , e vigore il<br />

Magistrato dellc Accuse secrète, che altrove<br />

. Questo non potrebbe avvenire,<br />

che in uno Stato dove vi fossero Delatori,<br />

e castighi segreti per tutti i generi di<br />

delitti.<br />

Si lamenta a torto parimente , che chinr.que<br />

'uede in altrui un delatore, lo supporrà<br />

un mimico ; prima, perché press' a<br />

poco i Delatori sono tutti conosciuti ; e<br />

poi perché vediamo, che non ostante il<br />

numéro dei Delatori, gli uomini vivono<br />

da per tutto ben uniti insieme ; e di pin<br />

perché egli si è un utile sospetto tanto<br />

per i parricolari, che per tutta la Società<br />

, quello di temere , che tutti possono<br />

diventare nemici, un dell'altro scambievolmente.<br />

Non v'ha cosa che possa cagionare<br />

funeste disunioni nelle Società,<br />

quanto la troppa unione dei suddifii .<br />

Riçpondo al terzo, che non è il timor<br />


X 7« X<br />

Al quarto supposto disordine si rispon*<br />

de, chequesto pur è contrario alTesperienza,<br />

la quale pur troppo ha fatto vedere,<br />

che i sudditi dei più dispotici Governi sono<br />

stati, e sono tuttavia valorosi soldati, appassionati<br />

difensori délia Patria, e dei Trôna<br />

; e che vi sono stati dei Magistrati esimj,<br />

incorrotti , eloquentissimi ; corne<br />

tutto ail' opposto sappiamo , che i sudditi<br />

di alcuni Srati già liberi, e nei quali si<br />

tolleravano tutti gli errori umarrî , avevano<br />

tutti quei difetti che il N. A. attribuisce<br />

all'uso délie Accuse Secrète.<br />

L'ulnmo inconveniente, che adduce il<br />

N. A. come dérivante da quella specie di<br />

accuse, cioè cbe nessuno potrebbe difentiersi<br />

dalla calunnLi, è affàtto immaginario<br />

, perché conforme ho detto i Magistrati<br />

, che giudicano di simili Accuse ,<br />

sanno distinguera quanto basta la callunnia<br />

dal fatto, e procedono con tutte<br />

le regole délia giustizia opportuna, e conveniente<br />

a certi casi ; e perô tal disordine<br />

è tanto ingiurioso ai Sovrani , che aile<br />

Società, che suppone tutte composte d'<br />

intami delatori, e di calunniatori. Per fine<br />

se sia a proposito scrivere presentemente<br />

dentro V Italia che /'/ più forte scudo<br />

délia tiraimia, s! è il secreto , altri sel<br />

veda ; ed io corro senza più a vedere quelle<br />

che il N. A. ha scritto délia Tortura,<br />

ma-


)( 7? )(<br />

înateria, che al giudizio di molti, si è<br />

h meglio ragionata del Libro suo.<br />

Trovo dunque, che comincia a parlarne<br />

cosi(a). Una crudeltà, consacrât a dall' M /J'f<br />

uso délia maggior parte délie Narioni, è oiiia<br />

la Tortura del reo, mentre si forma il- r """"'<br />

Pro:esso. Cosl 1' Aurore ; e confcso ancor<br />

io che benchè non abbia mai in vita<br />

mia veduto tormentare persona, sento ad<br />

ogni modo tanto orrore a coresta specie<br />

di tormento , che mi sembra dovrebbero<br />

sceglier tutti piuttosto d'essere mazzoJati,<br />

che sorFrire l'atrocità di simil tormento.<br />

Mi s'intirizzisce ilsangue, e rutta<br />

ia vita, semplicemente neirimmaginarmelo<br />

; tutto ciô non ostante sostengo<br />

che il N. A. condanna senza ragione i'<br />

uso délia Tortura, o che per \o meno le<br />

ragioni che apporta, non sono tali, che<br />

ci debbano obbligare a condannarlo per<br />

inutile, com'esso prétende.<br />

Io non djeo che la Tortura non cagioni<br />

dei dolori atroci e crudeli, e che in<br />

ordine di dolore, non siaatroce; afTèrmo<br />

solamente che corne paia puo esser giusta,<br />

corne lo è anche la morte, e di pJii<br />

che l'uso di questo tonnent© conforme<br />

si pratica nei nostri Tribunali , è anche<br />

utile, non solo perché serve di giustificazione<br />

alla Giustizia, ma anche per gli<br />

rà coresta mi.i proposii


)( 78 )(<br />

zione dopo che avrô detto iri qualî Cast<br />

si fa uso délia Tortura.<br />

La Tortura dunque, corne anche molti<br />

altn assai pia crudi tormenti , è certoche<br />

non si mettono in uso, che rarissimamente,<br />

e contro gravissimi rei, e degni<br />

di morte; o in alcuni casi straôrdinarj<br />

contro persone, dalle quali preme ,<br />

ed è utile al Pubblico d'avère sul fatto<br />

qualche notizia ; ed in qualche Stato si<br />

dà la tortura anche per certa pUrgaziorNJ<br />

d'infamia, e per nlevare i complici di<br />

certi deiinquenti condannati a morire.<br />

- Riguardo al primo caso , tanto è lontano,<br />

che sia un' ingiusta ed inutile crudeltà<br />

torturare un Reo r che non ternerei<br />

di affermare, che anzi è un atto di<br />

misericordia, che usa laGiusrizia coi me-desimi<br />

rei. Non si precipiti il giudizio.<br />

Non .è egli vero, che la Tortura si dà ai<br />

soli rei di morte per rilevare la conf'essione,<br />

e la ratihca dei loro delitti, eche<br />

se questi resistono a simil tormento, beuchè<br />

rei di morte, evitano il supplizio,e<br />

l'infamia? Dunque la tortura si puô péril<br />

detto riflesso considerare corne mi<br />

mezzo, che puô salvar la vira a qualche<br />

reo; perô piuttosto corne una cosa Caritatevole,<br />

che crudele .<br />

Supponiamo che uno abbia scrittoche<br />

sanguinoso Libello contro la perse»


_)( 79 )C<br />

sor.a d'un Principe; che V Autoredi quel:<br />

Libello sia stato veduto da due testimonr<br />

îiell' atto che lo scnveva ; e sappamiamo<br />

che ta! Libello sia stato consegnatoalla<br />

Giustizia, secondo le Leggi délia quale<br />

suppongasi che il suo Autore si menti<br />

la morte. Immaginiamoci, che questo<br />

reo sia già nelle forze costituito, et:<br />

esamiiwto giuridicamente, ma che abbia<br />

negato il tuf ta. Si domanda adesso cosa<br />

debba farsi di simil reo, che secondo le<br />

nostre Leggi non puô essere condannato ,<br />

perche noii confesso? Una délie due: a<br />

Itisognerà far l'ingiustizia di rilasciarlo ,<br />

benchè provato reo; o condannarlo, benchè<br />

non confesso; corne si costuma in<br />

molti Paesi. Il primo non lo dira néssuno<br />

; dunque dovremo dire, che il supposto<br />

reo convengi che sia condannato<br />

alla morte. Adesso. Se a questo reo sari<br />

data la tortura., e che résista; eceo, che<br />

egli eviterebbe una morte certa . Per un<br />

tal reo dunque la tortura sarebbe una<br />

specie di grazia, conforme ho detto di so-<br />

Di nuovo : dunque se nei nostri<br />

Tribunali non si facesse uso délia tortura<br />

che nei casi simili al detto, ai!or.r<br />

h tortura non potrebbe essere più condannata,<br />

corne un uso crudele.<br />

Se poi si dira, che quel reo si deve<br />

mare, a morte, benchè. non cot>


X 8o )(<br />

fêsso, e far lo stesso con tutti i rei eort


stati forrissiihi, perche non si deve snspettare<br />

di cruideltàj e d'ingiustizia contre<br />

1 Tribunali, e massime di quelli d'<br />

Italia; tanto piu, che il seconde) di coresti<br />

usi so che si pratica in alcunt Provincie<br />

délia medesima Italia , le più benefiche<br />

e le più amanti dell' umanità .<br />

Onde rispondo ancor qui , esser meglio ,<br />

che soffra un poco più un inumano ass.issino<br />

, gia condannato alla morte , che<br />

lasciare liberi , e vjvi i suoi complici ,<br />

perché tenghino in conrinui spaventi lu<br />

Società .<br />

Oso sperare adesso, che la forza di tutte<br />

coteste mie Osservazioni , comparirà<br />

più convincente dalle Note che farà qui<br />

succedere aile apparenti ragioni portate<br />

da'l'A. contro la pretesacrudeltà, ed inutilita<br />

délia Tortura.<br />

La prima sua ragione pertanto è con- D Jffi"'cepita<br />

in questa tonna (a).- un ttbmo nom'wittpv.o<br />

chiamarsi Reo , prima délia senten^a'ïurJ*''<br />

/tel Giudice, ne la Società pub toglierglt M f'tla<br />

pubblica protezjone, se non quando si a "'<br />

definito, che egli abbia violât! i patli,<br />

coi tjiia/i gli fu accordât a. Qi'.ale è dunque<br />

(prosegue l'A.) quel diritto, se non<br />

qnello délia forra, che dia la podestà ail<br />

un Giudice di date un a pena ad un Cittadino,<br />

mentre si dubita se s/a reo, o innocente?<br />

L'A. chiama cotesto operare un<br />

Tomo III. F di-


)( 8* )(<br />

dilemma, e lo porta. A'ow è mavo que'<br />

sto dilemma ( die' egli ) o il dclitto i cev<br />

te, o inceno; se coto non gli convient<br />

ahva pena, che la stabilité, dalle Leggi,<br />

ed ini'.tili sono i tormenti, perché inutile<br />

la confessions del reo ; se è iiuerto ,<br />

von dei'esi tormentare un innocente, pot*<br />

cbè taie secondo le Leggi è ni} uotno, i<br />

di eut delitti non sono provati.<br />

Bisogna ch' io confessi, che cotesto è<br />

un discorso , ed un argomento , che deve<br />

sedurre la gente poco versata in certe materie<br />

; ma in verità, che quanto alla sua<br />

sostanza fa stupire corne un Letterato d'<br />

un' acre penetrazione , e di buon criterio<br />

corne apparisce il N. A. non siasi vergognato<br />

di fare, e di portare un cosl fallace,<br />

e miserabile raziocinio, e corne in<br />

oltre abbia avuto il coraggio di parlar d'<br />

un dilemma, ch' è stato cento volte sfatato<br />

e fatto svanire. L' inganno, e la<br />

debolezza del suo discorso, deve tanto più<br />

condannarsi in un suo pari, quanto ch'<br />

egli ha l'impertinenza di voler far da pédante<br />

in cose di tanta serietà, a tutti i<br />

Tribunal!, ed a tutti i Sovrani dell' universo.<br />

Vediamo s'io dica il giusto .<br />

Io concedo ail' A. che un uomo non<br />

puo chnimarsi Reo , prima délia sentenza<br />

del Giudice; ma nego, che un uomo non<br />

possa esser veramente reo, anche prima<br />

d'


X 8<br />

itiênziato per raie. Tali s»nn<br />

nirn i rei condannati Jiei Tribanali d' [ralia,<br />

dove per condannare un reo forînahnenre<br />

alla morte, non basra, che sic<br />

convinto, ma c di più necessario, cbesia<br />

anche confesso. Ecco dunquc dove consiste<br />

l'equivoco, ed il sortisma dell'Aurore<br />

, tWtdato sLill' nome Reo per cui altri<br />

inrendono reo convinto , ed altri reo<br />

i so.<br />

Ma si dira: Se è cerro che uno .<br />

di mort*, e deve morire, perché di<br />

tormer.tarlo.' Eeco qui V. equiwoco<br />

A. Non é tormentato corne reo carra, e<br />

convinto:, ma corne disubbidiente, e corac<br />

sacrilego, et! ostinato .1 non violer confosare<br />

i delitti dei quali é conviuto reo;<br />

e la Tortura che si dà pet srmiie disubbidicnza<br />

ai rei convinti di delitti degni di<br />

morte, si usa per giustissimi, ed utilissimi<br />

œotivi ; il che perô non soiegne che •<br />

nel solo caso in cui un reo, ricusi di<br />

confessare i delitti dei quah è son<br />

reo ; e replico pero, che in tal caso un<br />

reo non é torturato, perché reo, corne<br />

suppone, ed equivoca il nostro Âutore ;<br />

ma semplkemente corne disubbidiente ai<br />

suoi legittimi Ciudici in materia grave,<br />

e corne uno, che nega sfacciatamente, e<br />

sacrilegamente la venta conosciuta , ed<br />

impedisce cosl il corso délia Giusrizia , la<br />

F 2 qua-


X 84 )( _<br />

qtiale pér prudenti, e misericordiosi rilîessi,<br />

non vuole far morire p'essuno, se<br />

prima da se sresso non ha confess'ato i<br />

dclitti dei quali è conyinto. E cosl si<br />

sciogiie perentoriamente il capriccioso Di-<br />

Iemma. La risposta farà iastidio ; ma non<br />

si pu6 fait altrimenti.<br />

Se il delitto è certo, non gli conviene<br />

altra pena, che la stabilita dalle Leggi :<br />

Distinguo : non conviene altra pena al delitto<br />

, per cui il Reo è farto degno di<br />

morte; lo concedo ; al Reo, lo nego.<br />

Più chiaro non conviene altra pena .il<br />

Reo. Distinguo come reo del supposto<br />

certo, e provato delitto, lo concedo ; come<br />

reo di altro delitto, di quello cioè di<br />

grave disubbidienza contro i suoi legittfmi<br />

Superiori , e come spergiuro , e per<br />

i giustissimi riflessi délia Giustizia, di sopra<br />

accennati, lo nego .<br />

Si veda ora se non ho detto conragione,<br />

che deve rincrescere ad un uomo onesto<br />

rispondere a certi Argomeiwi in<br />

una forma tanto abborrita; ma" come dobbiam<br />

noi fare a convincere certa genre ,<br />

cui gli oggetti non si preseutano , che<br />

tutti d'un pezzo, benchè in realtà siano<br />

composti di mille parti?<br />

Del resto non è mica una colpa poco<br />

grave quella d 1 un Reo, il quale legittimaïnente<br />

interrogato dal suo Giudice, rieu-


)( S; X<br />

cusa di confessare la verità. So che farà<br />

ridere il N. A. ed altri del suo stesso caractère.<br />

Diro ad ogni modo, che uno<br />

dei piii dotti Ponteâci, che abbia adorât!<br />

Ja Citrà dei Sette Colli, ha giudicata quel-<br />

Ja disubbidienza per un delitto cosi grave,<br />

e cosî ofteasivo alla verità, ed alla<br />

Giustizia, che ha obbligato specialtnente<br />

tutri i Confessori a negare l'Assoluzipne<br />

Sacramentale aquei Rei, i quali legittimamenre<br />

inierrogati, non volessero confessare<br />

la verità , e%iandio che fossero certi,<br />

che tacendola, sarebbero l-.beri, e eue<br />

confessando fossero cent , che sarebbero<br />

condannati ad una morte quant un que crudele.<br />

Qjjesta sembra, lo confesso , una<br />

dottrina assai dura ; ma a quelli solamente<br />

, che non hanno la Dottrina, la pênetrazione,<br />

e la ragionevole clemenza di<br />

quel gran Papa.<br />

Ma vediamo P altra ragione, che il N\<br />

A. dice, che aggiugne di suo controTus»<br />

délia Tortura. Io aggiungo di più ( dice<br />

1' A. ) (a) che egli è un voler confondere M pa-.<br />

tutti i rapport i , /' esigere, che un uomo sia "•<br />

nello stesso tempo accusatore , ed accusato ^<br />

che il dolore dtvenga il crociuolo délia verità<br />

, quasi che il criterio di essa risieda nei<br />

muscoli, enelle fibre d' unmiserabile : que~<br />

sto è il meçro sicuro di assolvere i robusti<br />

scelerati, e ai condannare i deboli innocent i.<br />

F 3 Co-


X 86 )(<br />

Cotesta dimcokà è ancor essa appoggiata<br />

su i due ftlsi supposti , che la confessione<br />

del reo sia un' accusa, e che la<br />

Tortura si dia agli innocenti. Ma non è<br />

cosi. Il Giudice non esige la contessione<br />

del reo corne un' accusa délie sue reità ,<br />

quasi che dubiti, se sia reo o no, mmtre<br />

se ne dubitasse non lo farebbe tormentare<br />

, ma vuole quella contessione dal reo<br />

per l'effetto, che abbiamo detto di sopra.<br />

Di più i Giudici non sono tanto<br />

poco Filosori, che pensino, possa il doiore<br />

divenire /'/ crocinolo délia vérité ; eglino<br />

non cercarw la vericà dal dolore ,<br />

ma dal reo; perché già la sanno, e se<br />

non la sapessero sicuramente, non mette-<br />

Tebbero il reo in quel crocinolo, corne abbiamo<br />

già detro ; ma cercano solamente,<br />

che quel crociuolo costringa i rei a soddisfare<br />

al loro dovere, che è quello di<br />

confessare il maie del quale sono convinti.<br />

Cosi egli è uno scherno goffo, e temerario<br />

dire in questo luogo, che la tortura<br />

è il mezx? litttro di assolvere i robusti<br />

scellerait, e di tmdanntre i deboli<br />

innocents ; perché i Giudici fanno tormentare<br />

i scellerati, non perché sono deboli,<br />

o robusti ; ma perché li suppongono rei<br />

si 1' uno , che V altro ; e perô giustamente<br />

soffrono la tortura e 1' uno , e l'<br />

altro „<br />

E


X s? )(<br />

. E qui non voglio omettere di far osservare<br />

ta clemeaza dei Sovrani, i quali<br />

non permetcono, che si fàccia subire la<br />

tortura a quei sventuraci rei, che sono<br />

Mtaceati da qualcbe grave incomodo , che<br />

farebbe, che i medesimi soccombessero<br />

sotto i tonnenti. E pure se od un Giapponese,<br />

od un abitatore délia Californie<br />

non informati délie Leggi Eumpee, Jeggessero<br />

il Libro che qui csaminiamo, avrebbero<br />

ragion di giudicare., che i Tribunali,<br />

ed i Sovrani d'Europa siano altrettanti<br />

crudelissimi Tiranni , ed i loro<br />

sudditi , la più infèlice , e la più srupida<br />

gente délia Terra.<br />

Nuova difficoltà : Egli'è importante (dite)<br />

(a) che ogni delitto palese non si a ira- W' Pl *<br />

pnnito ; ma è inutile , che si aacerti il delitto<br />

di un uomo che sta sepclto ne/le ténèbre<br />

de/l' incerte^za ; e vi lega subito appres^<br />

so questa pietosissima massima ; Un maie<br />

già fatto, a cui non nf è rimedio, non<br />

pub esser pnnito dalla Società politiê.i,<br />

cbe quanto influisce su gli altri, colla /«singa<br />

dell' impunité.<br />

Cerco : ( se la domanda è lecita ) Lascierebbe<br />

egli H N. A. impunito un uomo<br />

che gli avesse fatta una grave offèsa,<br />

col timoré di più, che l'offensore<br />

facesse poi di peggio ; lascierebbe egli dico<br />

impunito un taie uomo, sul rifiesso,<br />

F 4 che


_ )( S8 X<br />

che il nia le già fatto è sen^a rimerfio,<br />

jûtto privatamentie, e tioio a lui solo ?<br />

Lascio i scherzi, ed avverto , che eotesta<br />

difficoltà non è tanto contro l'uso<br />

délia Tortura, che contro la nécessita di<br />

punire generalmente tutti i delitti. Comunque<br />

sia ; rispoado, che è da frenetico<br />

l'afièrmare, essere cosa inutile, che<br />

si accerti il delitto di un reo , che sta<br />

sepalto nelle ténèbre dell' incertezza ; e<br />

parlo cosi, perché in questo luogo l'incertezz.i<br />

è Immaginaria, e non fa a propos!<br />

to ; perché un delitto da Tortura<br />

non é mai del turto privato ; altrimenti<br />

uno scellerato non potrcbbe, e non dovrebbe<br />

esser mai punito ; c perché ancora<br />

subito , che la cosa é in mano délia<br />

Giustizia, ella deve giudicarne , e giudicarne<br />

pubblicamente ; mentre si suppone<br />

rempre , che dei delitti i più privati, ne<br />

siano prtecipi gli accusatori, i Ministri<br />

alti, e bassi délia giustizia ec.<br />

Quanto poi a quella massima del N.<br />

A. oltre a quello, che ho accennato, deve<br />

ognuno persuadersi, che se dovesse<br />

essere adottata dai Giudici, non dovrebbero<br />

più condannare nessuno, perché i<br />

gran delitti quasi tutti seguono privatamente<br />

.<br />

Er^a parimente il N. A. nel supporre<br />

corne fa •>. che i delitti privati non influlsca-


)( 8? )(<br />

scano col loro maie nella Società, ewendo<br />

manifesta , che i scellerati, se si lasciassero<br />

impuniti, riposti che fossero in<br />

libertà commetterebbero dei nuovi delitci,<br />

con tanta maggior vioienza, quanto<br />

hannp veduto, che i delittj privati non<br />

si puniscono. Suppone anche da poco<br />

accorto che al maie dei delitti pnvati<br />

non vi sia rimedio ; perché vi si rimedia<br />

a sufrîcienza, con cercare i de<br />

privati , con gastigare i delinquenti , ed<br />

impedire, che non ne commettan dei<br />

puovi .<br />

Le tre riportate difficoltà, il N. A. le<br />

ha opposte contro 1' uso délia Tortura ,<br />

allorchè si vuole cavare la confessione<br />

dei reo ; ma viene poi (a) a condannare ( \<br />

quella ancora che si usa contro i rei, J.<br />

quando nel Joro esame cadono in contraddizioni,<br />

quasi che ( dice ) il timoré<br />

délia pena, l mcertezza dei giudixjo, /'<br />

apparato, e la maestà dei Gitidice, e P<br />

ignoranra comune a tutti i scellerati, e<br />

agit innocent!, non debbano probabilmente<br />

far cadere in eontraddi^ioni, e l'innocente<br />

, che terne , ed il reo, che cerca di<br />

coprirsi.<br />

Ma replichiamo ancor qui, che questi<br />

sono casi rarissimi, i quali non meritano,<br />

che si debba lasciare 1' utilissimo uso<br />

di dar la Tortura ai delinquenti ostina-


XPO(<br />

soffèrti in un. 1 , maniera, che si conosceva<br />

clV erano veramente innocenti . Sosteugo<br />

perô che non v' è tempo in cui<br />

più scppertajaaettte traspiri l'innocenza,<br />

o l'iniquità d'un uomo , quanto aliorchè<br />

si trova in mezzo ai tormenti . Se un<br />

uomo è verainente Filosofo , e che abSia<br />

rifiettuto molto sopra se stesso , aftermo<br />

che potrà diventar tanto padrone di<br />

se medesimo , talchè sia impossibile poter<br />

conoscere, o dalle sue parole, o dalP<br />

esterno suo portamento , se dica il vero ,<br />

o il falso, se sia addolorato, o tranquillo,<br />

e se sia colpevole od innocente. Cosa<br />

si deve poi giudicare di quest' A. il<br />

quale alla pag. 39. avanza francamente,<br />

ciie è cosi peco liùero il dire la mérita<br />

fra eli spasimi, e gli strasn'., quanto lo<br />

è /' impedire gli effetti del /«ace? O egli<br />

ci vuole imporre aliorchè vanta la sua<br />

scienza nella storia, 0 ardisce di voler<br />

ingannare il Pubblico ; perche sanno tutti<br />

esser innumerabile il numéro di quei<br />

Cristiani, che hanno confennata la loro<br />

fède in mezzo ai più atroci tormenti, e<br />

che hanno fatto altrettanto perfino i<br />

fais i Martiri délie sette Eretiche.<br />

Noi siamo adesso ail'ultimo colpo, e<br />

corne si dice al canon di corsia, anzi allô<br />

spazza campagne, che il N,A. ha rivoltato<br />

contro 1' uso tieila Tortura . Qtieste<br />

Te-


)( s>: X<br />

(dice (a)) sono staie corivsciute dai &:<br />

Romani Legislatori, presso i quali non i,<br />

trc-uasi usata alcttna Tortura, che su i<br />

soli schiavi , ai quali era tolta ogni persenalità<br />

. Queste l' Tnghilterra , Na^jone ,<br />

in ctti la gloria délie Lettere, la supériorité<br />

del commercio, e délie ricche^e , e<br />

fier cib delta polenta, gli esempj di -virai<br />

, e di coraggio non ci lasciano dubllare<br />

délia bcntà délie Leggi, anch' essa ha<br />

conosciute . La Tortura èjiata abolita nella<br />

Sïie^ra, abolita da v:no dei pih saggi<br />

Mcnarchi delC Eiiropa, che avcndo poriata<br />

la Filosofia sul Trono , Leg ishtù\ e ami-<br />

SV.oi Sudditi ., gli ha resi'•' lignai i, e<br />

libcri nella dipendenza délie Leggi , che è<br />

la sola Ugmglian^yf, e liberté, che posseno<br />

gli uoh onpvcli esigere nelle.<br />

:i combraj^icnt di cosc. La Tortura<br />

non è creduta lUce's.iyia dalle Leggi<br />

Xeglt Eserciti, compos-ù per la maggior<br />

parte di lia feccia délie Nazjoni, che sembrerebbcro<br />

percio doversene pih


)( ?4 )(<br />

mezzo con CUL dtvertire, ed attémre una<br />

simile scarkaî Si potrebbeegli oppor<br />

t miche ava per frastornare un colpo cosi<br />

terribile ? Si puo egli trovare alcuna risposta<br />

contro un esempio cosi autorevole<br />

e di tanto peso? Quantunque io sappia<br />

csservi gran differenza tra un costume<br />

j-ntrodotto senza maturo pubblico esame,<br />

e consenso d'una o di moite Nazioni ;<br />

e d' un altro costume , approvato dopo<br />

molti esami, e moite ncerche ; potrei<br />

ad ogni modo rispondere a quest' ultima<br />

opposizione -del N. A. con servjrmi di<br />

quelle stesse sue armi, con cui egli si fi<br />

contro l'uso di dare la pierra di morte,<br />

jcguito da tutte le Nazioni dell' univer-<br />

Pa «- so , e dire ancor io (a) : se mi si oppoiicssc<br />

r esempio di quasi tutti i Secoli, e<br />

di quasi tutte le :be hanno d..ta<br />

pena di morte ad alcum delitti, io<br />

rispondero, cbe egli si annienta in faccia<br />

délia i


X M )(<br />

l'aurorità di cui qui si parla, M<br />

abbisogno di questa specie d' armi. Mi<br />

fa solamente pena, che non dovro rispondere<br />

a tutto , e dimostrare in quant'<br />

inganno si trovi il N. A. circa la forza,<br />

che suppone si rrovi negli esenipj prodotti<br />

. Son qui.<br />

I Romani Legislatori non hanno usata<br />

la Tortura per ricavare la confesione<br />

de' Rei, perché non avevano ancor senti<br />

ta la nécessita d'un taie uso ; perché<br />

non erano a portata d'c-saminare questa<br />

matcria come si conveniva ; e perché le<br />

rivoluzioni délia loro Repubblica non<br />

hanno quasi mai lasciato il loro Stato<br />

tranquillo intieramente, né ridotte le differenti<br />

classi, e condizioni di persone<br />

ad un sistema fisso , per poter esaminare,<br />

e stabilise quale fosse il miglior metodo<br />

di procedere criminalmente ; ed in<br />

fatti é stato imperfètîissimo in tutte le<br />

sue parti, e più irregolarmente eseguito',<br />

come sappiamo da mille fatti.<br />

Egli e certo poi che quasi in tutte le<br />

Kazioni, e che in tutti i tempi, ed in<br />

tutti i Secoli, i Delitti degni di morte<br />

e le prove giudicate sufficknti a convincere<br />

, che un uomo ha commesso veramente<br />

un delitto degno di morte, è certo<br />

dico, che l'idea di coteste cose presso<br />

a poco è stata sempre la stessa appo


)( 9b X<br />

po tutti ; siccome lo e anche presse) tutte<br />

le moderne Naziom ; tanto gl' Inglesi<br />

v. gf. che gl 1 Italiani ricercano lo stessq<br />

grado di certezza dei delitti d'un reo,<br />

che meritano la morte, ed er.trambi decrétano<br />

quasi la stessa pena per gli stessi<br />

delitti. Bunque non vi correrà tra<br />

queste due Nazioni altra differenza nel<br />

procedere criminalmente contro d'un reo,<br />

se non questa, cioè che gl' Inglesi, ed<br />

altre Nazioni condannano a morte senza<br />

cercare délia confessione del reo; e che<br />

gl' Italiani non condannano a morte nessuno<br />

se prima non ricavano la confessione<br />

del reo; e che in Inghilterra un reo<br />

dopo ctrte prove dei suoi delitti non è<br />

possibile che possa più évitai- la morte ,<br />

famia ; cd all'opposto in Italia si<br />

are, che un reo colle stestt<br />

prove di reità possa evitarla. Si demanda<br />

adesso ad oani uomo sincero, e spregiudicato<br />

; quale di cotesti due n<br />

di procedere alla condanna dei rei , sia<br />

più favorevole agli stessi rei , più cauto,<br />

più sicuro, e manco suscetnbile d'ingannarsi<br />

nel condannarli a morte, quello<br />

dell' Inghilterra , o quello dell' Italia ? 1'<br />

Inglese , secondo il cua'e si dà sentenza<br />

di morte , senza attendere la confessione<br />

del reo; ol'Italiano, secondo cui non si<br />

condanna a morte il reo, se prima egli<br />

non


X 97 X<br />

non ha confessati i suoi deiutj, o spontaneamehte<br />

, o a forza di tormenti ?....<br />

Quanto a me io non esiterei un sol momento<br />

ad aflérmare, che sia più favorevole<br />

a' rei, più cauto, più sicuro e înanco<br />

suscettibile d'ingaiinarsi nelle sue coiidanne<br />

un Giadice Italiano, che premette<br />

1' apparato délia Tortura, e vuole prima<br />

la confessione de' rei ; che il Giudice<br />

Inglese il quaie procède alla condanna<br />

sulla sola deposizione dei Testimoni, c<br />

semplice ricognizione del corpo del<br />

delitto, cioè cou minori formalità, e<br />

con più franca s.pniitezza.<br />

Taie è la mia opinione su di questo<br />

proposito, e calcolo per zéro le convuldella<br />

Tortura, che si faniio venire<br />

ad alcuni pochi sacriJcghi scelJerati, od<br />

anche a qualche innocente, in confronta<br />

tlei yantaggi, che arreca il metodo di<br />

condannare Italiano a tutta la Società,<br />

a tutti i rei degni di morte, ed anche a.<br />

quei stessi che soffrono, e che resistona<br />

alla Tortura.<br />

Tutto quello ch' ho detto qui del metodo<br />

degli Inglesi, sia detto anche con-<br />

Iro 1' esempjo dei Romani, dei Svezzesi,<br />

e dei Prussiani, i quali tutti fbrse procederebbero<br />

corne si fa in Itaiia, se potessero<br />

vedefe in tutta la sua estensione il<br />

bene, che un tal metodo cagiona tra di<br />

Toin, HT. G noi,


)( ?s )(<br />

noi, ed i mail, che ci fa evitare; e conoscereobero<br />

in oltre quali, e quanti siano<br />

stati i motivi, che hanno fatto giudicar<br />

nscessario l'esigere la confessione<br />

stessa de' rei, prima di condannarli irrevocabilmente<br />

alla morte .<br />

Riguardo poi all'esempio dei Romani,<br />

si potrebbe aggiugnere, essere stata poco<br />

accortamente opposta la giustizia, e 1' umanità<br />

dei castighi, e délie pêne degli<br />

antichi Quïriti, a quelle dei moderni Italiani,<br />

e d' altri ; perché si sa , che quei<br />

discendenti di Romolo sono stati giusti ,<br />

ed muant coi soli loro correpu'jblicisti ,<br />

ma barbari, ed ingiusti contro tutte 1'<br />

altre Nazioni.<br />

Io mi consoio, che V Inghilterra sia<br />

una Nazione, che gode la gloria délie<br />

Lettere , la superiorità dei Commercio ,<br />

délie ricchezze, ed anche sia percio più<br />

potente , e mi rallegro altresi de' suoi esempi<br />

di virtù, e di coraggio ; ma io so<br />

quaie sia la Religions, ed i costumi di<br />

quasi tutte le differenti Nazioni, senza<br />

sapere percio quali siano le loro Leggi,<br />

ne con quale esattezza eseguite. Ho veduto<br />

in oltre questo fenomeno, che mol*<br />

ti uomini ricchi, gloriosi, e Letteuui,<br />

erano nello stesso tempo i più inem Bel<br />

governare se stessi . Cono?co in oltre<br />

quaii siano le virtù, che inliuiscelo spi-


)(p?)(<br />

rito di Commercio , e di Traffico , senza<br />

nondimeno ch' io sappia se alcuno<br />

ahbia ancora dimostrato, che gl' Imper;<br />

più ricchi, e più potenri, siano sempre<br />

stati i più felici, e governati dalle inigliori<br />

Leggi ; siccome ignoro parimente<br />

se le Storie ci dicano, che la corruzione<br />

dei costumi, e la trascuratezza délie Leggi<br />

abbiano sempre avuta la stessa epoca<br />

defla maggior pcrferaa degl' Imper;.<br />

Ma poco importa i'intetidere tante cose<br />

; cjuelio che vorrei dire si è, ch' il N.<br />

A. ci propone con poco buona logica 1'<br />

esempio delP altre Nazioni, perche appunto<br />

perché non tutte sono le stesse, neppUr<br />

le loro leggi esser devono le medesime<br />

.<br />

Che poi gl'Inglési, i Svezzesi, ed i<br />

Prussiani abbiano fatto nelle loro Leggi,<br />

si civili, che criminali délie nforme contrarie<br />

a quelle dell' altre Nazioni, siccome<br />

in tant' altre cose fanno 1' opposto<br />

degdi Italiani, io non lo ricerco; diea<br />

bensi, che sanno tutti distinguere la perfezione<br />

dei costumi, e délie Leggi nata<br />

da una mente riflessiva, e créatrice, da<br />

quella, che nasce semplicemente dalle varie<br />

combinazioni accidentali, che potrebber<br />

essere r' etlètto dei fanatismo , dello<br />

spinro di nazione, dell'odio e dell'impegno,<br />

e nascere altresi da un folle, ed<br />

G 2 am-


X i°° X<br />

ambizioso amore délia sempresospetta Novjtà.<br />

In somma l'uso'contrario d'alcune<br />

Nazioni, quantunque rispettabili, non è<br />

un 1 apodittica prova, che l'uso délia Tortura<br />

corne si pratica in Iralia, sia veramente<br />

inutile , ed ingiusco .<br />

Molto meno poi vien ciô provato dall'<br />

esempio contrario degli Eserciti. I delitti<br />

del Soldato sono ordiuariamente i<br />

furti domestici, e le diserzioni, e questi<br />

si possono spedire senza 1' uso délia Tortura<br />

, tanto più che il Militare difïîcilmente<br />

puo mettere in pratica le formalità<br />

del criminale politico ; e sappia di<br />

più il nostro Autore , che il Militare è<br />

dispensato da simili formahtà, appunto<br />

perché gli Eserciti ( corne dice lo stesso<br />

N. A. ) sono compost! per la maggior<br />

parte délia feccia délie Nazioni,<br />

Ma e d' onde mai ha saputo il N. A.<br />

che gli Eserciti non faccian usô délia<br />

Tortura per motivo di più perfetta giustizia,<br />

e di umanità ? Gli Eserciti hanno<br />

sempre fatto cosl, e per questo fanno bene<br />

a seguitar cosl ; ma non per questo<br />

dovea parer strano , che le pacifie h e L<br />

gi non apprendano dagli annal induritt<br />

aile stragi , ed al sangue il metodo di<br />

giudicare ; deve bensl sembrare stravagante,<br />

che un uomo di talento, e scienziato<br />

si lasci tanto vincere dall' impe-


)( loi )(<br />

gno di sostenere una cattiva causa , che<br />

proponga da iraitarsi a tutte le Nazioni<br />

il hecessarîamente rigoroso e spedito costume<br />

di punire che si tiene dall' onorato<br />

Militare.<br />

Ardisco adesso lusingarmi d'aver provato<br />

, che 1' uso délia Tortura non sia in-<br />

• giustamente crudele, ed inutile, e che le<br />

ragioni, e gl' inconvenienti immaginati<br />

dal N. A. per provare l'opposto, non<br />

• sono decisivi. Con tutto ciô io sono taie<br />

, che desidero colla più perfetta sincerità<br />

, e passione , che tutti gli uomini vivano<br />

in maniera, che non abbiano mai<br />

da dare occasione alla Giustizia di far uso<br />

délia Tortura, e che 1' adorata Giustizia<br />

di tutti i Sovrani sia sempre clementissima<br />

Giustizia , e lasciam qui materia<br />

si tetra.<br />

Dopo l'Articolo délia Tortura V Ai DttG;*<br />

tratta dei Giuramenti in Giudizio (a). '""'""•<br />

lo sono tï accordo con esso lui per quello<br />

che riguarda la sostanza délia sua opinione<br />

; ma rincrescemi solamente il suo<br />

modo di parlarne. Mi fa urto per esempio<br />

questa proposizione : Gli affari del<br />

Cielo si reggono con Leggi affatto dissimili<br />

da quelli che reggono gli affari nmani<br />

: cosi quella di affermare che la<br />

Legge, che obbliga al Giuramento, comanda<br />

o di ester cattivo Cristiano, o di<br />

G j- es-


X IOZ X<br />

ésstr Marthe: perché questa è una lepidezza<br />

che pute del Sacrilego , oltre che<br />

offènde iTribunali, che vogliono ilGiuramento,<br />

o che 1' hanna esatto una voira<br />

. Mi ferisce finalmente quel dire con<br />

tanta franchezza che ciascun Giudice gli<br />

pub essere testimone, che nissv.n giuramento<br />

ha mal fatto dire la verità, perché<br />

io non credo che tutti i rei siano<br />

Spiriti Forti.<br />

!£,_ AH' articolo dei Giuramenti fa succedcM<br />

dere quello délia pronte^a délie Paie ;<br />

'' ma non dice nulia , che non si trovi in<br />

mille Libri nella maniera anche più esatta<br />

e più intéressante . Solo vi fa traspirare<br />

il suo odio , ed il suo disprezzo<br />

contro gli Amministratori délia Giustizia.<br />

Fa lo stesso negli Articoli ove tratta<br />

délie Violence, dei Fttrti, e dell' Infarkia.<br />

Discendendo poi a parlare degli o^iosi<br />

dello Stato, defînisce 1'ozio politico, e<br />

distingue gii oziosi in una maniera tutta<br />

«forme ail' animo suo , ed a' suoi sentimenti,<br />

la quale mérita dell' osservazio-<br />

'Çjr ne. Io cbiatno o-rjo politico ( dice (a) )<br />

i. quello che non contiibuisce alla Società-,<br />

p A a r 6 t; ne col travaglio , ne colla ricche-^a , che<br />

acquista sen^a giammai perdere, che venerato<br />

dal vol go con istitpida ammira^tOr<br />

ne y risguardato dal S'aggio , con isdegmh<br />

sa


)( »3 )(<br />

s,: Compassione per gli esseri, che ne sono<br />

la -vittima , che essenUo pr:vo di quelle<br />

st'imolo delta vtta attifa, che è la nécessita<br />

di enstodire, 0 di air,,ientarc i comodi<br />

délia vita , lascia aile pjssioni di<br />

epinicme , che non sonc le mena fort!, tutti<br />

la loro energia . Non è o~ioso poiiticamente<br />

, chi gode dei frtttti dei -vi^ii ,<br />

o délie viflu dei profr/ antenatt, e fende<br />

per attuuli piaceri il pane , e /' esiste>K..<br />

-.itriosa povertà , che esere<br />

la tacita gasrra d' industfia<br />

co:i' epuknxfl , in vece de/P incerta , e<br />

Uingumosa dd!a Ctterra .<br />

Torniamo subito di sopra, e tentiatno<br />

ancor noi di rispondere semplicemente du<br />

Filosofî, e da Politici, benchè una rai distinzione,<br />

cd astrazione sia ora mai t,m-<br />

•to coinune, quanto è perridamente astuta,<br />

ed ingiuriosa al Vangelo, che non riconosce<br />

clie un Dio solo, ed una sola<br />

ifia .<br />

E v superfluo V avvertire che la prima<br />

spezie degli oziosi accennari, e descritti<br />

cou colon cosi inftrnali dal nostro Politico<br />

, sono i Religiosi, massime i Claustrali.<br />

Grau cecità dei nostro illuminatissimo<br />

Secolo , che chiama, e giudic» oziosi<br />

quelli , che più d' ogni altro hanno<br />

contribuito, e contribuiscono tuttavia colle<br />

loro raani, col loro talento , e col lo-<br />

G 4 ro


)( Io4 )(<br />

ro esempio al maggiore vantaggio, cd alla<br />

più perpétua félicita temporale e politica<br />

di tutte le Società nelle quali si son<br />

ircvati, e si trovano ! Grande ignoranza,<br />

che giugne a credere, e ad arFermare, esse;<br />

più ozioso politicamente un uomo che<br />

pel suo vitto e vestito.consuma appena la<br />

quarta parte di quello che avrehbe potuto<br />

consumare con danno délia Società, se gli<br />

fosse piacjuto divivere coi più: un uomo<br />

idia continuamente per sua ed altrui<br />

srudizione, o che ajuta gli altri a studiare,<br />

ed a vivere da buoni cittadini : un<br />

uomo, che col solo esempio délia vita<br />

che mena, fà che si conservi più stabilmente<br />

nel suo buon ordine la Società ;<br />

grande ignoranza, dico, che uominidi tanta<br />

utilità si giudichino adesso più oziosi<br />

politicamente di quelli, che il maggior<br />

bene che sappiano fare, è quello di giacersene<br />

inerti per tutto il corso di loro<br />

vita a consumare le più preziose sostanze<br />

délia Società, e a distruggere i fnitti<br />

elelle •virtk dei loro antenati ! Io giungo a<br />

dire, e da Cattolico, e da Filosofo, e da<br />

Politico che l'ignoranza, che ingombra<br />

ed offusca ai nostri giorni gli occhi e la<br />

mente di certi mezzi Letterati, ed insani<br />

politici, e che non lascia loro vedere la<br />

reale polifica utilità, che apportano agli<br />

i. le comunità Religiose, io giungo


)( IOÎ )(<br />

adaffèrmare, diceva, chequesto ù un provido<br />

gastigo di Dio ; perche* io non credo<br />

siavi cosa più évidente, quanto, che quasi<br />

tutti i Religiosi, o sono appiicati aile<br />

scienze più utili, o le insegnano privatamettfe,<br />

e neile pubbliche Università, o si<br />

occupant) in qualche meccanico lavoro, corne<br />

si puo scorgere in tutte le gran Biblioteche<br />

dove gli Ecclesiastici vi fanno<br />

la.primaria pompa, e ne son il più prezioso<br />

ornamento , corne segue da pertutto<br />

ove si ammirano le loro utilissime invenzioni.<br />

Hanno osservato anche i manco<br />

versati neile storie, che non s'è mai trovato<br />

al mondo un Regno, ed una Nazione<br />

afrlitta, semprechè ha stimate, ed amate<br />

le persone religiose, od i loro Sacerdoti,<br />

e Filosofî, e che per lo contrario<br />

quasi tutte le più gran calamità, ch'<br />

hanno sofferte i Regni e gl' Imperj, tanto<br />

antichi che vicini a noi, hanno avuto<br />

la loro origine, ed il loro principio, dalla<br />

poca stima, e dal disprezzo pubblico<br />

contro dei Religiosi. E chi è che non possa<br />

osservare ancor di présente che in quelle<br />

Provincie, ed in quei Regni ove più<br />

è grande il numéro dei Religiosi, o di<br />

uomini, che vivono alla maniera de' Religiosi<br />

, vi si conduce una vita più tranquillamente<br />

felice, ch' ove essi non si<br />

trovanoin tantonuméro? Perché non sono


)( I08 )(<br />

g] vede che in tutte le Nazioni, e massime<br />

nelle più calde , vi si trova mai sempre<br />

certo numéro d' uomini portati naturalmente<br />

al ritiro ed alla contemplazione .<br />

Per fine non v'ha cosa buona, ed utile<br />

al Pubblico, che almeno in parte non<br />

ne siam debitori ai Religiosi.<br />

Si ricevi quant» ho detto sin qui corne<br />

un semplice saggio di quel molto, che<br />

avrei potuto dire contro quegli inerti politici,<br />

che declamano furiosamente contro<br />

P ozio supposto degli Ecclesiastici ;<br />

pc-rchè protesto d'averlo scritto pu per<br />

far cosa srata a costoro, che per iscrivere<br />

PApoiogia délie comunità Religiose.<br />

So che contro il preteso lor ozio si<br />

producono gli esempj di certe agghiacciate<br />

Nazioni. Mi verra forse P opportunità<br />

di trattare lo stesso argomento, ma<br />

con altra divisa. Non è tutt' oro quel che<br />

risplende.<br />

Frattanto siccome tutto quello che si<br />

suole opporre contro P ozio pohtico dei<br />

Religiosi, si contiene nella riportata divisione<br />

di questa spezie di oziosi, fatta<br />

dal nostro A. cosi io con rispondere aile<br />

sue calunnie , avro soddisfatto a tutti. Ha<br />

scritto pertanto, che gli Ecclesiastici non<br />

ïibuiscono alla Société col loro travaglioj<br />

ed ioaffermo, che i Religiosi non<br />

solo travagliano coll'ingegno, e colle niant


)( 1=9 X<br />

ni loro; ma di più che procurano, e sono<br />

effettivamente cagione, che travaglino<br />

ancora gli altri, e che lo fanno con tanto<br />

maggior merito, quanto, che se fossero<br />

restati nelle loro case, sarebbero vissuti<br />

nell'ozio il più pernizioso. Si esamini<br />

quale sia l'impiego del tempo dei Reiigiosi,<br />

e se non si trova che tutti sono<br />

occupati, o allô studio, oalleScuole, o a<br />

procurare il buon ordine, o al rravaglio<br />

délie mani, o ai servizj délia casa ec. io<br />

sarô il primo a giudicare inutili Je comunirà<br />

Religiose. Ma rammento, che non<br />

è la sola popolazione, e le sole ricchezze,<br />

che rendono felice uno Stato ; ma interne<br />

ancora le scienze, ed il buon co-:<br />

•stume. Or chi non sa che le comunità<br />

Religiose sono lenutrici, ie propagatrici ,<br />

e le conservatrici délie scienze, e délia sana<br />

morale? Le Opère che ianno stampare<br />

gli Ecclesiastici non sono elleno un baonissimo<br />

capo di vantaggioso commercio?<br />

Dice poi il N. A. che le Religioni non<br />

contribuiscono al benpubblico, neppur<br />

colle loro riccï&ççe , penbè acquJstaneicn-<br />

X'i giammai perdere. Io nego assolutamente,<br />

che le Religioni sien ricche, e


)( no )(<br />

mento de' suoi Religiosi; e che all'opposto<br />

poco men che tutte eon grandissime<br />

stento supplisfcono a ciô che deve servire<br />

pel lorovitto, pel loro vestito, e per<br />

le spese délia casa. Ma si dice che fannd<br />

délie gran Fabbriche. E 1 veto; ma ci voglion<br />

dei secoli ; e poi o sono ajutati dai<br />

secolari, o se locavan dibocca, o v'impiegano<br />

ciô, che hanno guadagnato i Religiosi<br />

particolari colle loro dotte fatiche,<br />

e colla loro virtuosa industria : e poi comunque<br />

sia, è certo che fabhricando danno<br />

dell'utile al pubblico, e 1' abbelliscono,<br />

con tanro maggior vantaggio ; quanto<br />

che fabbricano in maniera, che non s'<br />

abbia da essere in continue inutili spese<br />

per fabbricare .<br />

Si dira che vi sono le ricchezze délie<br />

loro Sagrestie . Sicuramente, che per la<br />

pietà dei Fedeli quesre sono considerabili ;<br />

ma* queste sono state fatte, o con quello<br />

di cui si sono privati per se stessi i Religiosi<br />

, o colle picdok spontanée con.tribuzioni<br />

dei popoli, i quali certamente<br />

frattanto che contribuiyano il loro soldo<br />

, non avranno pensato a commetrere<br />

qaalche iniquità, ed avranno cosi dato<br />

buon esemnio agli altri, perché imitassero<br />

la loro pietà, la quale certamente mantiene<br />

la quiète, ed il buon ordine nella Société<br />

j ed è perô un bene politico.<br />

Do-


)( III )(<br />

Domando: un Tesoro, ed un Deposiro<br />

pubblico è egli utile, e necessario a tucte<br />

le Società/ Utilissimo senza folio ; e<br />

tanto pjù utile, quanto se verra ad esser<br />

formato insensibihnenre dalle spontanée,<br />

e virtuose piccole contribuzioni di molti<br />

privati ; e quanto che sarà composto da<br />

quell'oro, e da quell'argento, che altrimenti<br />

saria stato convertira m tanti servizii<br />

da tavoJa, ed in mil!'altre inutili<br />

manilatture : e quanto più Io stesso Tesoro<br />

sarà più sicuro, e piu capace d'allettare<br />

la gente, perché s'invoglino d'<br />

accrescerlo sempre più. Dunque le rio<br />

chezze Ecciesiastiche sono utili, e contribuiscono<br />

al bene politico di tutta la Società.<br />

Regola générale; Quanto sono più grandi<br />

le riccbe^e de' Tenipj iP una Na~ione ,<br />

tanto più qaesto sarà v.n segno , che tal<br />

Nayone è più cos.tantemente ricca, più<br />

patente, meglio goveniata, e più feitce<br />

deir altre. Ma passiamo ad altro.<br />

Déplora l'A. che l'ozio dei Religio»


X *" X<br />

che da instnsato ; ed aggiugnerè che quei<br />

saggi del N. A. che nsguanda.no la vita<br />

virtuosa dei Religiosi cattolici coi isdegnosacompiissicr.c,<br />

sono tali, che aile persone<br />

savie davvero ecciraiio quaicosa di<br />

più magnanimo,, che lasdegnosa compassione<br />

. In vita mia non ho mai trovato<br />

•^n uomo onesto, che sparlasse dei Religiosi<br />

, ne un Uomo che amasse e che sapesse<br />

compatire i difetti degli Ecclesiastici,<br />

che fesse poco onesto, o cattivo.<br />

In ulrimo il N. A. ha scritto, che i<br />

Religiosi sono vittime ; cosa che gli si<br />

potrebbe accordare, perché in fitti lo sono,<br />

e senza dubbio délia specie la più<br />

generosa, e la più pr«ziosa. Ma perch'<br />

si serve di quel termine in altro senso,<br />

io debbo rispondergli secondo l 1 intelligenza<br />

sua.<br />

Noi abbiamo osservato in tutti i sentimenti<br />

ed in tutte le opinion': del nostro<br />

Scrittore , ch' egli ha scritto il suo Libro,<br />

non già in favore del bene dello Stato ,<br />

ma unicamente per il bene délia Società,<br />

e che anzi l'ha sostenuto anche con pregiudaio<br />

del primo, sino a pretendere,<br />

che abbia maggior diritto un uomo privato,<br />

che tutta la Società insieme, o<br />

quelli, che la rappresentano. Ciô premesso,<br />

affèrmo che V A. ha falsamente chiaœato<br />

vittime i Religiosi Claustrali, per-


)( wj X<br />

chè è certo, che turti, toltone qualche<br />

vizioso, sono contentissimi del loro stato,<br />

talchè non lo cambierebbero con quello<br />

del più potente Sovrano délia Terra,<br />

corne l'intendiamo dai loro discorsi, dalla<br />

sanità che godono, dall'ilarità délie loro<br />

ciere, da tutto il tenore di loro vita.<br />

Ora s'è certo che in questo Mondo sono<br />

felici quelli, che sono content! del loro<br />

stato ; djnque i Religiosi sono felici;<br />

e se sono felici, perché mai trattarli da<br />

vittime} perché anzi non felicitàrli diranto<br />

bene di cui sono in possesso, giacchè<br />

110:1 si cerca altro bene dal N. À. che la<br />

félicita dei privati? Se questo non è un<br />

esser contrario a se stesso, ed ai proprj<br />

sentiraenti, e principj, quai mai sarà ?<br />

Ma certa specie di Letrerari è già iii possesso<br />

di potersi contraddire in tucre le sue<br />

rnassime, ed è impossibile che non segua<br />

cosl a quelli che vogliono viaggiare in<br />

Paesi incogniti, senza guida, e fàrsi la<br />

strada da per se soli corne le navi. Moi<br />

procureremo con tutto ciô di non perdere<br />

di vista le smarrite traccie del N. A.<br />

Sfogato ch'ha l'A. N. il suo maltalento<br />

contro dei Religiosi Claustral i , coule<br />

abbiamo notato, prende poscia ad esaminare<br />

le ptne del Bando, le Confische, e<br />

lo Spirito di Famiglia ; ma tutto fuori<br />

di luogo, esenza scrivere nondimeno nien-<br />

Tom, III. H te


W X<br />

te o di Buouo, o di buonn ; e di più i<br />

criffi scriflfi che si trovano in<br />

t. : tlcoli, fanno più accorto chi legge<br />

délia pàrzialità dei N. A. per certi<br />

Scrittori.<br />

Scorse coteste materie ritorna a ripigliare<br />

il suo primario soggetto, cioè a<br />

parlare délia dolcezzJ délie Fer.e, ed ancor<br />

qui si rivolta in tutte le fogge, e si<br />

arrampica su i più rovinosi nracigni, ed<br />

in mezzo i più lacérant i rovi, affin d'<br />

arrivare a far che si persuadino i suoi<br />

Letton, che non si deve condannare a<br />

morte nessuno ; e discorre verarnente circa<br />

taie argomento in maniera, che chi<br />

legge è sforzato a compatire i suoi paradossi,<br />

e stare ad osservarlo con queilo<br />

stess'occhio di curiosité, col quai si starebbe<br />

osservando un qualche sventurato,<br />

che cade inavvedutamente in un lago nell'<br />

atto stesso, elle si sforzava di sortir fuora<br />

d' un piccolo fiume in cui era incautamente<br />

caduto. Ma non bisogna schiftarsi<br />

nel scoprire i suoi proditorj soffismi ,<br />

Je sue invisibili sottigliezze, i suoi finti<br />

timori, i suci tortuosi cavilli, e le sue<br />

violenti astrazioni.<br />

dùl_ La fondamentale proposizione che piàtji<br />

ta il N. A. per riuscir di provare l'abo-<br />

Fe ~ Hmento déliapena di Morte, è la seguentc,<br />

cioè che Uno dei più grau frent dei<br />

de- i


)( "5 )(<br />

, ;:GH è la cn-.deltà délit pêne, ma<br />

l'infaUibiiiîa di esse (a); dalla tjuale pro- ['<br />

posizione si dovrebbe dedurre, cfae uno '<br />

scellerato si asterrâ dal commettere un<br />

delitto, piuttosto allorchè crederà infallibile,<br />

che commettendoio sarà condaimato<br />

a resrare nnchiuso per una settimana v.<br />

gr. in una comoda carcere ; che se starà<br />

un poco dubbioso che commettendo lo<br />

stesso delirto , sarà bruciato vivo . Peggio:<br />

perché doveva rii-iettere il N. A. che<br />

i scellerati non dubitano punco, che se<br />

caderanno in mano délia giustizia saran-<br />

110 inesorabilmente condannati j ma speraiio<br />

bensi di non caetera giammai. Peggio<br />

ancora : perché si vede molti, che passano<br />

francameute un pi.colo Fiumicello sopra<br />

una srretta, e debole trave; ma se 1'<br />

acqua di questo Fiumicello venga molto<br />

accresciuta, e divenri assai fonda, allora<br />

benché la rrave resti la stessa di prima,<br />

nessun più si arnschia passarvi sopra .<br />

Dunque non è la certezza, ma la grandezza<br />

del maie, e del pericolo quella che<br />

fo gli uomini più cauti nell'operare.<br />

Si noti, che dopo Je testé riportate parole<br />

Uno dei più gvan jtaii dei delitti<br />

ec. l'A.vi aggiugne immediatamente quelle<br />

che seguono.- E per conseguen^a la-vigilan^i<br />

dei Magistrati, e quella severità<br />

di un Ciudice tnesorabile, che per essere<br />

H 2 «»'


tin' 1 utile vtrtht, dev'essere accompagnata><br />

da una dolce legisla^ione. Il senso di cotesta<br />

conseguenza, io non lo so rilevare.<br />

Senza dubbio vi sarà corso qualche error<br />

di stampa, e fbrse sarà verbo quell' e.<br />

Ripigliamo.<br />

Ma l'atrocità délie pêne , giusta il pensare<br />

del N. A. non solo ha minor efficacia<br />

dell' infallibilità délie medesime per<br />

raffrenare i delitti, ma di più come sostiene<br />

lo stesso, P atrocità medeshna délia<br />

pena fa che si ardisca tanto di piii per<br />

ischivarla, quanto è grande il maie, a<br />

cm si va incontro, e fa che si comniettano<br />

piii delitti per fuggir la pena d' un<br />

solo : verissimo , che P atrocità délia pe^<br />

ma fa che si faccia ed ardisca tanto di<br />

più per ischivarla, ( corne qui scrive,<br />

ma non vuole l'A. ) Ma domartdo perdono,<br />

che per ischivare un gran maie<br />

se ne facciano de 1 maggiori, e che si vogliano<br />

commettere pih delitti per fttggire<br />

la pena d'un seh. Gran cosa, che certi<br />

Spiriti vogliano piuttosto azzarclare un<br />

paradosso, che privarsi del piacere di un<br />

bello scherzo di parole i> Il N. A. vuole imitare<br />

il suo gran Présidente di M ma<br />

se fosse vero, che gli uomini per isfuggire<br />

la pena d'un sol delitto sono disposti<br />

a commetterne molti ; dunque se si<br />

abolissero tutte le pêne, si arresterebber»<br />

tutti


)( il? )(<br />

tutti i delitti. Mirabile felicissimo ritrovaro<br />

!<br />

Per tutta prova di cotesto suo paradosso<br />

dice cosl. / Paesi e i tempi dei più<br />

atroci supplicj furon sempre quelli délie<br />

più sanguinose, ed inumane azjoni, poicbè<br />

il medesimo spirito di ferocia cbe gu'nlaija<br />

la mano delLégislature, reggeva quella<br />

del Parricida, e del Sicarlo . Ma cotesta<br />

riflessione fa poco colpo, perché bisognava<br />

provare che la cagione di quelle<br />

sanguinose, ed inumane a^inni sia stata<br />

1' atrocità dei supplicj, e che non sia anzi<br />

vero I'opposto. E poi alfra cosa èun<br />

Governo tirannico, ed aJtra i pacifici de:<br />

quali noi qui parliamo. Un altro paradosso.<br />

Alla pagina che segue aggiugne, clic<br />

a niisuya cbe i supplicj diventano piu<br />

crudeli, pi h gli animi umani s'incalliscono;<br />

e quindi seriamente deduce, che /»<br />

sempre "viiia délie passioni fa cbe<br />

cent', anni di crudell supplicj la Rvcta<br />

spaventi tanto, quant'o la prigionia. Si<br />

sa quai forza puô guadagnare ia nostra<br />

immaginazione sopra certi oggetti ; ma<br />

ch' elia possa giugner ad apprendere ugualmente<br />

lo spavento délia Ruota, che quel-<br />

Jo délia semplice prigionia, chi l'afferma<br />

si abusa délia ragione, e de'suoi Letton.<br />

E" vero poi che gli uomini sono sempre<br />

pronti acommettere i più gran deiit-<br />

H i ri


X II8 )(<br />

ti per isfuggire un gastigo, tutte le voire<br />

che sperano di poterlo tare impunemente<br />

; ma cos' han da ,far questi casi<br />

colla verità, che il timor d' una pena maggiore<br />

raftrena i delitti, più d'una pena<br />

minore ; Avanti.<br />

I due riportati inconvénient! dell' atrocità<br />

délie pêne sembrano tenui al N.<br />

A. perché dice che ne derivano in oltre<br />

queste due funeste conseguenze , assai contrarie<br />

al fine medesimo di prevenire i deraB-<br />

litti. La prima è (a) che non è si facile<br />

il serbare la proporçiane essen~iale tra il<br />

Delitïo, e la Pttta , perche quantunque<br />

tm'inihtstriosa crudeità ne abbia variate<br />

nwliissimo le specie, pure non possone oltrepassare<br />

quelï tiltima força , a oui e limitata<br />

l'organiçz'zione e la sensibilité<br />

tumano . Ciunto che si sia a questo estremo<br />

( continua l'A. ) non si trovereùbc<br />

a' delitti piii dannosi e pih atroci pena<br />

magpjore corrispondente, corne sarebbe d'<br />

uopo per pre-venirli.<br />

V altra sua conseguenza è la seguente :<br />

che la impunità stessa nasce doit' atrocita<br />

de: delitti y perché gli uomini sono<br />

racchiusi fra certi l'uniti, si nel bene,<br />

che nel maie, e perché uno spettacolo troppo<br />

atroce non pub essere che un passeggicro<br />

fur or e.<br />

Io protesto qui d' aver trascritte coteste


)( IIP )(<br />

ste dueconseguenze, chiamate funeste dal<br />

N. A. non gi.ï per ispiegarle co;ne si meritanoy<br />

ma solo perché si veda 1' uso,<br />

che fa lo stesso délia sua Merafisica e<br />

del suo getiio geometrico in cose di tanta<br />

serietà , Egli vorrebbe che si facesse<br />

•una Tavola graduata in due colonne, in<br />

uaa délie quali vi si potessero scrivere<br />

per ordine i différent! gradi di reità dî<br />

ciascuu possibile delitto ; e nell' altra la<br />

qualità délie pêne, che si mérita ciascuno<br />

di quei delitti . Or siccome , secondo<br />

VA. N. la gravita, e l'atrocità de'delitti<br />

cresce in una série infini ta , cosi seguirà,<br />

che se noi segneremo in una parte<br />

délia colonna délie Pêne v. g. poco sopra<br />

délia sua meta Pena di Morte, c che nella<br />

colonna dei delitti si trovino segnate<br />

sino ail' estremità superiore délia stessa<br />

colonna dei delitti le différend gravita<br />

dei medesimi delitti; ne seguirà, diceva<br />

in taie supposizione , che in questa Tavoletta<br />

vi resterebbe segnato un gran<br />

numéro di differenti gradi di atrocità di<br />

delitti senza nessuna pena, che lorocorrispondesse<br />

; ed ecco , che non sarebbe<br />

serbat.t la propoïzjone essentielle ira i Delitti<br />

e le Pêne, corne l'immagina il N.<br />

A. dal che ne ricava , che se si lasciasse<br />

di assegnare a certi delitti la pena di<br />

morte , che è P estrema délie pêne, si<br />

H 4 pu.


X i*> )(<br />

potrebbe allora dividere, e graduare le pêne<br />

in maniera, da farne una colonna che<br />

corrispondesse esattamente a quella dei<br />

giv.di délie differenti atrocità dei Delitti<br />

.<br />

Or siccome è cosa impossibile , che<br />

possano gli uomini ritrovare le specifiche<br />

infinité differenze dei differenti gradi di<br />

reità dei Delitti, e quelle dei differenti<br />

gradi délia pena che si mérita ciascun delitto<br />

, cosi dovressimo sospendere di gastigare<br />

nessun scellerato sino tanto che<br />

non nasce qualche gran Geometra, capace<br />

di graduarci colla bramata esattezza la<br />

Tavola dei Delitti, e délie Pêne conforme<br />

se 1' è immaginata la geometrica fantasia<br />

dei nostro A. Quale abuso délia scienza<br />

deir uomo !<br />

Ma i Giudici, che non hanno voluto<br />

studiar l'Analisi, hanno giudicato, che<br />

poqo importano alla Società certe geometriche<br />

dimostrabili esattezze délia corrispondenza<br />

délie Pêne ce: Delitti, purché<br />

si ottenga, che gli uomini commettano<br />

minor numéro di delitti, che sia possibile<br />

' il che ottengono appunto con dar la<br />

pena di morte a molti delitti ; sema di<br />

che il Mondo sarebbe pieno di sceilerati,<br />

che si riderebbero délie tavole .graduare<br />

dei N. A.<br />

Qel resto è cosa évidente, che quand'<br />

an-


)( 121 )(<br />

anche si tralasciasse di dare la pena di<br />

morte , la graduazione délie Pêne , e<br />

dei Delitti sarebbe anche più difficile<br />

ad eseguirsi nel sistema del N. A.<br />

che nelF ordinario ; o diremo piuttosto<br />

ch' anche nel suo sistema sarebbe<br />

necessatio far corrispondere la pena di<br />

morte a quei stessi delitti ai quali si dà<br />

di présente da tutte le Mazioni ; perché<br />

ailora dipenderebbe tutfo dal vedere quale<br />

sarebbe P atrocità d' un delitto , che<br />

che si metterebbe nel luogo del primo<br />

grado del rango inferiore délia colonna<br />

dei Delitti, e quale il primo grado di<br />

pena che si porrebbe nel primo luogo<br />

parimente de! rango inferiore délia colonna<br />

délie Pêne ; e cosi potrebbe seguire,<br />

che dirimpetto al grado délia Pena di<br />

mone venisse a corrispondere un delitto,<br />

che si méritasse una pena minore di<br />

quella di morte . Fd ecco che vi sarebbero<br />

anche qui necessari nuovi calcoli,<br />

e nuovi Metafisici, ed anche un<br />

minoso Dizionario dei Delitti, e délie Pêne<br />

.<br />

Per altro se si dovessero punire i delitti<br />

colla regoia che ci d.à l'A. alla pagina<br />

cinquanta nove, tanto quelle Tavole<br />

Graduate, che il Dizionario dei Delitti<br />

, e délie Pêne sarebbero superflui ; perche<br />

ecco corn' Egli ne pensa, e ne scrive<br />

:


)( I" )(<br />

ve: Perclc v.na pena ottenga il suo effetto,<br />

ba.ua che il maie délia pena ecceda il<br />

bene , che nasce dal delitto , e in questo<br />

eccesso di maie de-v' essere calcolata /' ;Hja'libi/ità<br />

délia pena, e la perdita del<br />

bene , cbe il delitto produrrebbe: E conclucie<br />

: che tutto il di pii: è superfiuo , t*<br />

tirannico . Ora siccorne è certo che alla<br />

fin dei conti nessun scellerato ricava alcun<br />

bene dai suoi delitti ; perciô nessuno<br />

dovrebbe punirsi . Ma le pêne, ed i delitti<br />

non sono ne linee, ne numeri ca»<br />

paci di equazioni.<br />

Niente : e anche più metafisica quell'<br />

akra proposizione : cbe iwo spettacolo troppo<br />

atroce non è cbe v.n passeggiero (more.<br />

Dunque secondo il N. A. per la ragion<br />

dei contrarii, quanto lo spettacolo<br />

sarà manco atroce , tanto maggiore sarà<br />

1' impressione che dovrà fare ;-a meno<br />

che non si dica , che tal spettacolo si a<br />

infinitamente più veloce nello scorrere ,<br />

che il fulmine il più veloce. O 1'Autore<br />

qui non ha parlato da senno, o io non<br />

saprei cosa dirmi di questa sua metafisi!ca,<br />

perché ha T esperienza e la ragions<br />

contraria, ed io non lo posso ajutare in<br />

nessuna maniera . Pur nendimeno, quasi<br />

che le dette sue ragioni avessero persuaso<br />

e convinto tutto il mondo , dà fuori<br />

m questa intemerata , che ben si vede<br />

quai


)( m X<br />

quai Tribuiule, e quali persone tolga empiamente<br />

di mira. Chi nel leggere le Storie<br />

(egli dice (a) ) non si raccapriccierà d'<br />

orrore per i barbarie ed inutili tonnenti,<br />

cbe dit uomini, cbe si chia navano sa-uj ,<br />

furono con freddo animo inventât!, ed eteguiti<br />

? Chi pub non sentirsi jremere<br />

tittta la parte la piu sensibile, nel vedere<br />

migîiaja d'infelici , cbe la nrsii.r,<br />

o -jolv.ta, o tollerata dalle Leggi, cbe<br />

banno sempre favorito i pochi ed tltragi<br />

molli, trasse ad un disperato ritorno<br />

nel primo stato di natura , o accusât<br />

i di delitti impossibili, e fabbricati<br />

dalla timida ignoran^a, o rei non d' altro,<br />

cbe di esser fedeli ai proprii principii<br />

, da uomini dotati dei medesimi sensi,<br />

e per conseguen^a délie medesime passioni,<br />

con meditate fortnalità, e con lenti<br />

torture lacerati , giocondo spettacolo d' una<br />

jaiiatica moltitudine! Cosi calunniosamente<br />

PA.<br />

Bisogna dedurre da cotesto sopra ogjli<br />

misura furibondo epifonema , che s'immagini<br />

il suo Autore, o che non vi siano<br />

altri ruori di esso, ch' abbian lette le<br />

Storie, o che tutti gli debbano credere<br />

sulla parola , qualunque cosa ch' avanzi .<br />

Ma quanto a me tutto ail' opposto son<br />

persuaso, ch^ egli stesso s'a quello che o<br />

abbia pochissima contezza délie Storie, o<br />

che


)( i*« )(<br />

secoli dai Sovrani di tutta T Europa ;<br />

con tutto ciô procedendo per approssimazione,<br />

e.dando che ne siano stan eseguiti<br />

mille solamente un anno per l'altro,<br />

si avrebbe il totale d' un millione di condannati<br />

.<br />

4. Date , che nelle guerre fatre dai<br />

Principi Cristiani in Europa nello spazio<br />

ai dieci secoli sia perito in ciascun décennie<br />

un millione d'uomini; in dieci<br />

secoli il numéro dei morti nelle guerre<br />

politiche, sarebbe di cento millioni. Per<br />

me nondiineiio sarà a sufficienza quello<br />

di soli 50000000.<br />

5. Dunque secondo il premesso calcolo<br />

, il numéro de' condannati dalla Chiesa<br />

Cattolica corne Eretici in diciotto secoli<br />

al numéro dei condannati dai Principi<br />

Cristiani Europei corne scellerati, sta corne<br />

4000. ad un ioococo. , ed il numéro<br />

degli uccisi neile guerre di Religione<br />

a quello degli ammazzati nelle guerre<br />

Politiche , sta corne éooococ. a 5000000a<br />

cioè corne sei millioni a cinquanta millioni<br />

; cioè anche in minor relazione dell'<br />

1. ail'8.<br />

Fatto ed osservato cotesto piccolo calcolo<br />

storico-politico, ritorno a leggere di<br />

bel nuovo quell' invettiva dei N. À. contre<br />

la crudeltà di cui accusa rea la Chiesa<br />

Cattolica, ma pieno di amara confusione


)( u<br />

per chi l'ha voluta scrivere • mi<br />

stupisco corne mai un uomo di Lettere<br />

quai è senza meno il N. A., ed il quale<br />

si appelia tanto spesso e con tanta boria<br />

alla testimonianza délie Storie, prenda<br />

solo di mira in quella sua veramente<br />

cvudeie invettiva i SavjdelJa Chiesa Cattolica<br />

, i quali hanno, conforme si ssppone<br />

, condannato a morte un piccolo numéro<br />

d'uoraini paragonato con quelloch'<br />

hanno fatro Ii Sovrani del Secolo. Se una<br />

consimile invettiva si puô chiamare<br />

opportuna in quel sito , ov' è stata iricastrata<br />

ed aggiunta senza nécessita , e<br />

perché dunque scatenarsi in queJl'indegna<br />

maniera solamente contro le poche pretese<br />

crudeltà deali Ecclesiastici, e non inveire<br />

parimente contro le moltissime degli<br />

altri ? E non è stato questo un voler<br />

far costare a tutto il mondo di che piu<br />

abbonda il suo cuore?<br />

Ma cosa non si dovrebbe dire contro<br />

questo scrittore , che chiama i mansuetissimi<br />

Prelati di tutt' il Cattolicismo in-<br />

Veotori di bar ban e d'mut Ht icrmenti,<br />

e punifori di delitti ittipossibili, e fabbricati<br />

dalla timida ignoranra} Quai rimproveri<br />

non si meriterebb'egli, per aver<br />

accusati corne crudeli i Giudici délie condanne<br />

degli Eretici abbrugiati, quando sa<br />

tutto il mondo, che la Chiesa non ha<br />

mai


)( »8 )(<br />

mai decretata la morte fisica di nessun Eretico<br />

, ma soltanto dichiarati Eretici gli<br />

ostinati nell'errore, e consegnati al braccio<br />

secolare , e cio dopo aver tentato tutto<br />

per ridurli alla luce délia verità , ed<br />

al buon senso, e sempre colla solita protesta<br />

che li consegnava, e che li cono:deva<br />

, salva la pena di tangue .<br />

L' accusare di atroce crudeltà i supeâori<br />

délia cattolica Chiesa, e poi appellarsi<br />

di questo fatto aile Storie, o è segno<br />

che un simile accusatore non ha mai degnato<br />

neppur di aprire un libro di buona<br />

Storia Ecclesiastica, o che se ha letto<br />

di Storia, è un nemico cieco, vile, e furioso<br />

di tutt'il Cattolicismo . La Giustizia<br />

e la clemenza dei Tribunali Ecclesiastici<br />

e di tutti i Prelati del Mondo<br />

Cattolico sono sempre state, e si con-<br />

10 tuttavia cosi perfètte e cosi lo»<br />

ro proprie , che io le ho sempre considerate<br />

per la più gloriosa, e per la più evidente<br />

prova délia Santità, e délia perfezione<br />

délie verità délia Religione Cristiana.<br />

Vedo nondimeno che potrebbe qui dirmi<br />

talluno , che i trasporti del N. A.<br />

contro tutto ciô, che concepisce come crudele<br />

, meritano qualche indulgenza , torse<br />

perché sarà d' un cuore assai tenero, ed<br />

assai compassionevole verso 1' Umuniti,<br />

come


)( a» X<br />

cftme in fatti bisogna dire cbe sia, d.i<br />

che si vede, eue tutto il suo Libru no»<br />

rende ad altro , che a fer vedere, cbe i<br />

rormenti e la morte che si dan no a' rei ,<br />

sono crudeli, e barbare aziorci, e che pero<br />

dovrebbero afihtto abolirsi.<br />

Pel suo decoro, e pel suo vantaggio ,<br />

vorrei che simil moneta gli si potesse valutare<br />

per buona nel banco délia verirà,<br />

e délia ragions ; ma oltreché le sue in-<br />

Tettive sono troppo fréquent], e troppo<br />

strabbocchevoli, quel riflesso gli giova<br />

poco ; perché, io non l'aggraverô niente<br />

con iscrivere qui, ch' egli non cerca<br />

di veder abolito L'usa di far soffrire a'<br />

rei la Tortura e la Morte per puracompassione<br />

verso 1' umanita che soSre , ma<br />

solamente corne politico, e corne unmo<br />

di Stato, cioè semplicemente perché la<br />

Società non perda la testa, le braccia, e<br />

le gambe de'suoi Cittadini; perché alcrimenti<br />

siccome è certo che tutti gli IMmini<br />

apprendono, e ricevono Je impressioni<br />

degli oggetti assai diftèrentemente ;<br />

cosi si potrebbe dare il caso, che si trovassero<br />

molri , i quali soffnssero più in<br />

dover vivere un sol giorno in Galer.t,<br />

cbe a dover essere moschettati sul fatto;<br />

e questa verità è conformissima a quanro<br />

ne pensa, e ne giudica il N. A. e pero<br />

si potrebbe trovar qualcun altro dello stes-<br />

• Tuiiiu III. I so


)( ij° )(<br />

so suo carattere, il quale nnprendesse d'<br />

inveire contro le Leggi, e contro i Giudici,<br />

accusandoli d'inutile crudeltà, perche<br />

condannano alla schiavitù, ed al reîno,<br />

ec. Ma tutto maie: laonde sino a<br />

tanto che non si troverà la maniera di<br />

rimontare le passioni degli uomini in un<br />

modo migliore di quello , che vediamo di<br />

présente; una délie due: o condannare i<br />

malfattori con tutto il giustissimo rigor<br />

délie Leggi, corne si è fatto sin qui ; o<br />

sciogliere tutti gli uomini dal Patto sociale<br />

e rimetterli nella supposta loro naturale<br />

libertà, ed in Cal caso chi mai potrebbe<br />

immaginarsi, anzi chi è mai che<br />

non veda in quali orrori, ed in quale spaventosa,<br />

e desolatrice confusione non si<br />

troverebbe in un momento tutto il génère<br />

umano? Anzi si potrebbe in oltre<br />

aftermare, che seguirebbe altrettanto in<br />

brevissimo tempo, se mai si abbandonasse<br />

il costume dei tormenti, e délia morte<br />

contro de' scellerati, corne con tanta<br />

ostinazione vorrebbe il N. A. che s' eseguisce<br />

. In fatti allora solamente non sarà<br />

necessaria la pena di morte, quandJ<br />

per governare gli uomini non vi sarà<br />

più bisogno ne di Leggi, ne di Sovrani.<br />

**'_• Immediatamente dopo questa sua acer-<br />

,toj> ba piuttosto Satira ch' invettiva (a) co-<br />

'•«'"mincia il K T . A. a parlare délia pena di<br />

"•' Moi»


i)( IJI )(<br />

Morte, e pronuncia, che /'inutile prodigalité<br />

(Ici suppliej , cbe non ba mai resi<br />

mègliori gli uomini, /o ba spinto ad esaminart<br />

se la Morte sia veramente utile,<br />

egittsta in un poverno bene orgam-^~ato . E<br />

risponde sovranamente , no certamente quelle,<br />

dacuirisulta la sovranità, eleLeggi;<br />

perché esse non sono , cbe una somma di minime<br />

por-rieni délia privata libertà di ciascv.no<br />

: e perché esse rappresentanB la ï olonià<br />

gène,aie, cbe è {'aggregata délie<br />

purticolari. Quindi per modod'interrogazione<br />

( dice ) Cbi è mai celui cbe abbia<br />

•voluto lasciar ad altri uomini P arùitrio<br />

di ucciderlo ? Corne mai nel minime sagvifixio<br />

délia Libertà di ci.-.scuno,-vi pua<br />

essere quelle del massimo tra tutti i béni<br />

, la z>ita ? E se cio fu fatto, corne si<br />

accorda un tal principio coll' altro, cbe<br />

l'uomo non è padrone di uccidersi ; e duvea<br />

esserlo, se ha potuto dare altrui qt:csto<br />

diritto, od alla Società intiera . Cosl<br />

l'A. e coteste sono le più forti ragioni<br />

che abbia saputo produrre, per provare<br />

che la Pena di morte si debba abolir corne<br />

ingiusta. Egli adunque in sostanza<br />

suppone: i. che il diritto, che potrebbe<br />

avère una Nazione di punire colla pena<br />

di morte, non puè nascere che dal solo<br />

libero consenso degli uomini, che la compongono.<br />

2. che non è presumibile, cbe<br />

I 2 gli


X ijî )(<br />

gli uomini àbbiano voluto dare alla Nazione<br />

il diritto di poterli punire colla<br />

pena di morte. 5. che gli uomini non<br />

potevano dare un simil diritto , perché si<br />

suppone , che non P abbiano neppur per<br />

uccider se stessi ; e da coteste tre supposizioni<br />

deduce l'A. che dunque nessuna<br />

Nazione abbia il Diritto di punire nessuno<br />

colla pena d> morte, e che perô simil<br />

pena debba essere corne ingiusta abolita.<br />

Se per tanto io potro dimostrare , 1.<br />

che gli uomini non potrel ' ero mai ottenere<br />

il fine per cjji si uniscono in Società<br />

, ( ch 1 è di mettere la propria vita in<br />

maggior sicurezza ) senza che la lor Société<br />

abbia il diritto di punire con pena<br />

di morte, e 2. che tutti gli uomini<br />

possono dare alla Nazione il diritto in<br />

quistione ; avrô cosi dimostrato che la Société<br />

deve avère, e che ha realmente il<br />

diritto di punire con pena di morte , e<br />

che peï conseguenza una simil pena sarà<br />

sempre giusta, qualunque volta sia decretata<br />

da tutta la Società, o da quelli dai<br />

quali viene rappresentata. Dal che si dovrà<br />

ricavare I. che il principio, ed il sistema<br />

del Patio sociale immaginato in<br />

questi ultimi tempi, è mal appoggiato,<br />

insussistente, assurdo ; Iî. che anche i pia<br />

bejli ed 1 pin apparenti raziocinj dell'<br />

uo-


)( i?3 X<br />

uomo possono essere falsi, poco selidi,<br />

iiisufficienri, e ( lo dico cou tutta la nflessione<br />

) fallibili, c bisognosi di quaicosa<br />

d'altro di più, per appagare gli uomini<br />

pienamente ; perché in fatti, quai<br />

principio più naturale quanto quello ,<br />

che non è presumibile, che un uomo abbia<br />

voluto accordare ad uomini simili a<br />

se la facoltà, e l'arbitrio di porerio uccidere?<br />

E quale più naturalltiente certo<br />

di quest' akro principio tutto contrario<br />

al primo, cioè ch*è impossibile che sussista<br />

una Société senza il diritto di potersi<br />

disfare colla pena di morte di tutti<br />

quelli, che la volessero perturbare? Una<br />

ragione per tanto , ch' è contraria a se stessa,<br />

non sarà mai un sodo e buon fondamento<br />

per appoggiarvi la grande importantissima<br />

macchina délia Politica, e<br />

délia Legislazione di tutto il Génère Umano.<br />

Tutto ciè era necessario premettere,<br />

prima di rispondere aile difftcoltà<br />

già sopra riportate dal N. A. contro la<br />

pena di morte.<br />

Dico dunque, che quel ragionamento<br />

del N. A. comincia e finisce con due<br />

manifesti soffismi, e ch'-è tutto a,ppoggiato.sulPimmaginario<br />

sistema, che il Diritto<br />

ch'ha la Nazione sopra i particolari<br />

Cittadini nasca semplicemente dalla<br />

somma délie minime porzjoni délia priva-<br />

I 3 ta


)( 154 )(<br />

ta libertà di ciascuno. Ora niente v'ha<br />

di più facile quanto il provare, che anche<br />

supposto vero cotesto sistema, ad ogni<br />

modo la Società , o quelli che la<br />

rappresentano, hanno diritto di decretare<br />

qualunque gastigo, ed anche la pena di<br />

morte contro chiunque sarà necessario<br />

eseguirla. Vedremo se abbaglio,<br />

i. Domando ai più pregiudicati Socialisa<br />

: se un uomo trovandosi nella sua<br />

primitive naturale libertà, e prima cT essere<br />

entrato in qualche Società; domando<br />

dico, se un uomo libero abbia diritto di<br />

uccidere un altr'uomo, che gli volesse in<br />

cualunque maniera levar la vicaj lo sono<br />

sicuro, che tutti i Socialisti per questa<br />

volta mi risponderanno di si .<br />

Se qualcu.no mi ricercasse in questo<br />

luogo, quale sia il diritto ch 1 ha 1' uomo<br />

Jibero d'uccidere il suo aggressore, io gli<br />

risponderei, che non lo so; ma si dica<br />

pur ciô che più aggrada : si dica ch'è un<br />

privilégie naturale a tutti gli uomini : si<br />

dica ch'è un diritto ch'hanno tutti dalla<br />

Natura di conservore la propria vita: si<br />

dica ch' è la Legge del più forte, si chiami<br />

nécessita, si chiami un semplice eftetto<br />

del meccamsmo del corpo umano in taii<br />

incontri ; si chiami pur corne si vuoie<br />

, purchè mi si accordi , che I' uomo<br />

ha questo diritto, e ch'è pronto a<br />

sec-


)( IJÏ )(<br />

•ervirsene contro qualunque assalitore suo.<br />

2. Domando ancora : s'è possibile, atteso<br />

il présente stato e condizione dell'umana<br />

natura, formare una Società in cui<br />

non si trovi nessuno tanto iniquo che sia<br />

capace d'ammazzare per qualunque motivo<br />

qualcuno de 1 suoi Consocj! Non credo<br />

ch'un Socialista voglia essere tanto poco<br />

compiacente, che non mi voglia accordare<br />

essere ciô impossibile.<br />

-7. Domando per fine mi si voglia concedere,<br />

ch' io possa supporre per un sol<br />

momento esser cosa non possibile, che<br />

in una Società non seguano degli omicidj><br />

e che non si commettano dei delitti,<br />

anche più atroci , e piùdannosi contro la<br />

stessa Società. Desidero non mi si voglia<br />

negar ancor questa grazia, e promette<br />

che soddisfero subito al mio dovere.<br />

Per quai fine si sono uniti i primi uomini<br />

in Società? Ecco il grande arcano<br />

svelato e manifestato in questi ultimi<br />

tempi dai nostri Pubblicisti : gli uomin't<br />

si sono tmiti in Società per mettere in<br />

maggior sicure%za la propria -vita contro<br />

le aggressioni d' uno 0 pià tiomini.<br />

Benchè io sia persuaso che Puomo taie<br />

quale è adesso, viverebbe più sicurb da<br />

se solo, che in Società, ammetto ad ogni<br />

modo la dottrina di questi Signori, e<br />

mi prendo la libertà di avanzare queste<br />

I 4 due


)( t?« X<br />

Hue nuovc demande. I. Quando è die un<br />

uomo gode una maggior sicurezza délia<br />

sua vita contro le aggressioni di uno, o<br />

di più uomini, allorchc quesc' uomo ha<br />

maggior forza d'un altr'uomo , o quando<br />

n'ha una minore, cioè quando si<br />

trova in Società, o quando sta da se solo?<br />

II. Il diritto, e la forza ch' ha un<br />

uomo, e che gli resta dopo ch'è entrato<br />

in qualche Società, è egli minore, o<br />

maggiore di quella che aveva prima .d'<br />

entrare nella medesima Società?<br />

Ter me râpondo alla seconda demanda,<br />

che il diritto, che resta ail'uomo dopo<br />

esser enrrato in una Società, e cosi<br />

ancora la sua forza, non sono ne minori<br />

ne uguali a quelli , che aveva prima<br />

, perché altrimenti sarebbe entrato inutilmente,<br />

e con suo danno in quella Società<br />

. Dunque saranno maggiori ; e se<br />

non sono maggiori, dunque quest' uomo<br />

non avrebbe conseguito il fine per cui<br />

entrô in contfatto colla Società, il quai<br />

fine abbiamo supposto esser quello di porre<br />

in maggior sicurezza la propria vita.<br />

Affinchè la Società possa avère la forza<br />

ed il diritto, che sono necessani per<br />

resistere con sicurezza, (corne si vuole )<br />

fa di mestieri che questi sieno in maggior<br />

grado di quelli ch'ha un uomo solo; altrimenti<br />

questa Società gli sarebbe inutile,


X IÎ7-X<br />

le, e non potrebbe assicurar l.i di lui vita<br />

dalle aggressioni di più assalitori.<br />

In tutte le Società d'uomini délia ratura<br />

di quelli, che sono vissuti sin qui,<br />

se ne possono trovare molti, conforme<br />

abbiamo supposto, che assalgano., e che<br />

vogliano ammazzare quakuno de' loro<br />

concittadini, e che lo ammazzino rea!mente.<br />

Affinchè cio non segua è necessario,<br />

che la Società assalga od ammazzi<br />

i detti assalitori ed omicidi ; altrimenti<br />

non si verificherebhe, che un uomo entrato<br />

in Società acquista una maggior<br />

sicurezza délia sua vita ; altrimcuti non<br />

otterrebbe il fine per cui entrô in Società;<br />

altrimenti sarebbe anche d' inferior<br />

cotidizione unito in Società, che restando<br />

di per se solo, ed isolato da tutti .<br />

Dunque una Società, siccome deve aver<br />

maggior forza d' un uomo solo per assicurare<br />

la vita di tutti ; cosi dovrà avère<br />

anche maggior diritto di tutti i Cittaditii<br />

insieme ; e siccome un uomo solo ha diritto<br />

di ucciderne un altro ( corne abbiamo<br />

supposto ) qualunque volta ne venga<br />

assalito; cosi, e molto più si dovrà COHcedere<br />

un tal diritto alla Società.<br />

In altra maniera: Il Diritto d'una Società<br />

è composto, secondo il N. A. di<br />

tutte le minime porzioni délia privata libertà<br />

di ciascun associato . Si demanda<br />

a-


X i?8 )(<br />

adesso : o tutte queste minime porzioni<br />

di libertà formano un diritto sufficiente<br />

per pottr punire un aggressore, maggiore<br />

di quello d'un solo privato supposto<br />

in libertà, o lo formano uguale a quello<br />

solamente, od anche, minore. Si tenga<br />

saldo,<br />

Se quelle minime porzioni formano un<br />

diritto solamente uguale , o minore di<br />

quello de'privati ; dunque sarà inutile, e<br />

respettivamente pregiudiziale 1' entrare in<br />

una Società col fine di metter la propria<br />

vita in maggior sicurezza . In caso<br />

dunque che fosse necessario di levare la<br />

vita ail' aggressore per assicurare quella d'<br />

un Cittadino , si dovrà dire, che il diritto<br />

che ha la Società di privare di vita un<br />

uomo sarà minore ancora di quello d'<br />

un privato, il quale conforme ahbiamo<br />

supposto, ha diritto d'uccidere un suo<br />

aggressore . Se poi si dira che il diritto<br />

délia Società è uguale solamente a quello<br />

il'un privato, dunque siccome puô uccidere<br />

il suo aggressore un uomo privato,<br />

cosi lo potrà fare anche la Società, che<br />

qui la supponghiamo uguale in diritto ail'<br />

uomo privato.<br />

Cotesto diritto délia Società sarà innoltre<br />

tanto grande, quanto lo potrà diventare<br />

il numéro degli aggressori ; anzi queîto<br />

diritto délia Società contro gli aggres-


)( UP )(<br />

gressori è ugua'.e perfettamente alla somma<br />

dei diritti di tutti insieme i Cittadini,<br />

o per dir meglio il diritto délia Società<br />

è la somma dei diritto di tutti gli<br />

Associati ; e pero siccome ogni Cittadino<br />

ha il diritto di ammazzare il suo aggressore,<br />

cosl se i Cittadini saranno per cagion<br />

d'esempio un millione, anche la Società<br />

avrà il diritto di poter ammazzare<br />

un million d'aggressori ; e più arfcora se<br />

fossero d'avvantaggio , masemprein proporzione.<br />

Ed ecco provato con tutta I'<br />

evidenza di cui sono suscettibili queste<br />

materie, che il N. A. sostiene senza ragione<br />

che le Società non abbiano il diritto<br />

di punire con pena di Morte ; tanto<br />

più che accordant) tutti , che un corpo<br />

morale come lo sono le Società, puô in<br />

virtù dell' unione avère dei diritti, che<br />

non hanno i particolari,<br />

Ma v' è di peggio contro l'opinione dei<br />

N. A. Egli confessa, e consiglia, che in<br />

vece di punire i delinquenti colla pena di<br />

morte, si puniscano c


)( 14° )(<br />

délia sentenza del nostro Politico, e pretendere<br />

aacor esso, che la Società non ha<br />

il diritto di dare la pena di schiavitù ?<br />

Perché, Cbi è maiquelloSpartano ( direbbe<br />

anche il nostro rilosofo ) cbe sia mai<br />

stato tanto vile, cbe abbia voluto lasciare<br />

ad altri uomini F arbitrio di punirlo<br />

con una perpétua scbiavitii , e quasi corne<br />

una bestia da servis!»? Non è egli certo<br />

di più , che potrebbero dir altrettanto<br />

tutti i Cittadini, nella moltitudine dei<br />

quali non puo a meno, che non se ne<br />

trovino di quelli di fantasia tanto stravolta,<br />

che giudicherebbero qualunque più<br />

tenue, e più mite gastigo, più grave délia<br />

stessa morte ? Ed ecco , che se valesse<br />

la ragione del nostro Autore , la Sojieta<br />

non avrebbe più diritto di punire nessuno,<br />

perché tutti potrebbero dire, chi è<br />

mai quel F itomo clf abbia mai volute lasciare<br />

ad altri uomini F arbitrio di privarlo<br />

del piacere, per esempio di poter<br />

andare in campagna, o di stare nella piîi<br />

selvflggia solitudine cbe gli aggrada ?<br />

Concludiamo adesso più brevemente : o<br />

quelle minime porzioni di libertà ceduta<br />

dai Cittadini alla Società , formano un diritto<br />

sufrkiente per poter punire i malfattori<br />

con pena di Morte, o no. Se non<br />

lo formano taie, dunque non ottengono<br />

il fine per cui si sono associati alla me-


)( *4i )(<br />

i, certo essendo che una Socierà non<br />

si governerà mai bene senza un simil diritto<br />

. Se poi quelle piccole minime porzioni<br />

formano il diritto che ricerchiamo,<br />

è manifesto che 1' opinionedelnostro Autore<br />

sarà erronea.<br />

Ne si porria salvaria dall' errore con<br />

dire, che non vi è bisogno délia pena di<br />

morte per la sicurezza délia vita dei Cittadini<br />

; mentre per conseguire un taie effetto<br />

sembra che potrebbe bastare tener<br />

ben custoditi i Rei. Dico che d'à non<br />

bastercbbe per salvare da errore quelP opinione,<br />

perche non basta la sicura custodia<br />

di quelli ch'hanno già fitto maie,<br />

ma è altresî necessario far in guisa che<br />

non lo commettano neppur quelli, che si<br />

trovano in libertà ; ma corne mai senza<br />

il timoré délia pena di morte, si potrebbero<br />

gli uomini rafrïenare dal commettere<br />

dei delitti?<br />

Mi ricordo adesso d'aver detto di sopra,<br />

che l'esaminato raziocinio dei N. A.<br />

cominciava e finiva cofl due soffismi .<br />

Sono di parola. Aftèrmava per tantoche<br />

i supplicj sono inutili, ptrcèè nen hanno<br />

mat resi gli uomini migtiori . Primieramente<br />

questo è fàlso, perché moltissimi<br />

si sono astenuti dal far dei maie , e sono<br />

vissuti da buoni Citt;:dini, dopo aver provato,<br />

come si dice, il morso dei Lupo ;<br />

ed


)( 142 X<br />

ed è certo di più, che se nel mondo non<br />

vi iossero stati introdotti i supplicj, già<br />

tia moltissimi Secoli gli uomini sarebbero<br />

vissuti ne' boschi, e ne'deserri, corne<br />

vivono gli Orsi ed i Leoni. In oltre perché<br />

se i supplicj non fanno diventare migliori<br />

i scellerati, il loro esempio atterrisce<br />

gli altri dall' imitarli : e tanto basta<br />

perché si debbano creder utili,<br />

Secondariamente, perché non conviene<br />

trattenersi ad osservare che i supplicj non<br />

abbiano resi gli uomini miglion ; ma bisogna<br />

passar a cercare , cosa sarebbero divenuti,<br />

e cosa realmente addiverrebbero gli<br />

uomini, se non vi fossero i supplicj . Il<br />

fine dei supplicj non solo è quello, perché<br />

gli uomini diventino migliori; ma P<br />

altro ancora che non diventino peggiori.<br />

Sia vero che i gastighi non ci abbiano<br />

f'atti emendare ; ma chi potrebbe dimostrare,<br />

che i medesimi abbiano fatto che<br />

gli uomini tiano peggiori di quello che<br />

sarebbero se non vi fosse stato T uso dei<br />

supplicj ? Questo é ciocchè dovea provare<br />

il nostro A. prima di scrivere dell' utilirà<br />

dei supplicj, e cosi non sarebbe caduto<br />

in tanti paralogismi.~<br />

Cotesto è il primo soffisma. Il secondo<br />

è quello con cui prétende, che in sentenza<br />

di quelli che condannano il suicidio,<br />

la Società non puô avère il diritto<br />

di


)( m )(<br />

di for niorire un Cittadino, perché se il<br />

diricco délia Società nasce da quello dei<br />

Cittadini, e se si nega un tal dirkto ai<br />

Cittadini; è chiaro, che la Società non<br />

puè avère un simil diritto .<br />

Ma io nego ancor qui, che il diritto,<br />

che hanno le Società ed i Sovrani, 1'<br />

abbiano ricevuto in nessun tempo dai loro<br />

Sudditi ; e poi affermo ; prima, che 1'<br />

A. N. non avrà potuto far ben riflesïione,<br />

che i nostri Teologi negano bensi il<br />

suicidio irragionevole ; ma non spogliano<br />

1'uomo del diritto, che ha di azzardare<br />

la propria vita dove si tratta disalvarla.<br />

Un uomo dunque puô cedere il diritto<br />

délia sua vita alla Società, ma solamente<br />

per mettere in maggior sicurezza la stessa<br />

sua vita, e questa è cosa buona , ed<br />

approvâta dall' autorità , e dalla ragione .<br />

Ma un uomo non ha diritto di ammazzare<br />

se stesso quando non ha motivo ne<br />

ragione di farlo, perché 1' uomo deve essere<br />

ragionevole, o per lo meno noi abbiamo<br />

ragione di giudicare irragionevole<br />

quello , che uccide se stesso senza ragione,<br />

appunto perché si uccide senza ragione.<br />

Se il N. A. adesso avesse atteso in quai<br />

senso si nega agli uomini il diritto di uccider<br />

se stessi-, ed in quai senso si concède,<br />

non avrebbe con tanta pompa dedotto<br />

dalla dottrina del suicidio, che la So-<br />


Xi44)(<br />

cietà non puô avère il diritto di punire<br />

con pena di morte; ma anzi avrebbe scntro<br />

il contrario, tanto più che abbiamo<br />

cjuell'assioma comune dei Legisti: non è<br />

cosa nuova, cbe tin v.omo che non ha ne»<br />

y un diritto, lo passa clam r.gli ait ri.<br />

Mi pare adesso d'aver pcovato a sufficienza,<br />

e torse anche troppo prolissamenre,<br />

che ha torto il N. A. a contrastare<br />

ai Sovrani il diritto délia pena di<br />

morte ; e niente mi sorprmderebbe, se<br />

talun mi dicesse, che non si richiedeva<br />

tanto per convincere un tal errore; ma io<br />

l'ho voluto fare, e per rispetto di chi<br />

sembra che Pabbia scritto di buona (ede,<br />

e perché il suo è un raziocinio assai seducente,<br />

ed il quale in fatti so che ha<br />

imbarazzati più d'uno, massime perché<br />

lusinga troppo le nostre inclinazioni , e<br />

cio che stimiam più prezioso d'ogni altra<br />

cosa, la prezio.sissima libertà.<br />

Per altro affin di non dire un aggravio<br />

air A. bisogna no tare, ch 1 egli non nega<br />

aile Nazioni, ed ai Sovrani unpotere, o<br />

corne egli lo chiama un gins di guerra<br />

contro i loro sudditi, per cui giudicano<br />

necessaria ed utile la distruzione di qualche<br />

suddito ; ma dice, che nega solamen J<br />

te, che abbiano un giuste diritto di poter<br />

cosî giudicare. Io non voglio qui star<br />

a mostrare il marcio di cotesta spiegazioiie,


)( i4î )(<br />

ne ; ma seguitero a nportare le ragioni<br />

con cui egh pensa d'aver dimostrato che<br />

la morte non è, ne utile, ne necessaria.<br />

Primieramente deduce l'inutilità della<br />

pena di morte dal falso supposto, che (?«*<br />

non sia /' intensione della pena , che faccia<br />

il maggior effet to mil' animo umano ;<br />

ma /' estensione di essa : perché la nostra<br />

sensibiktà è pih fxcilmeme , e stabilmcnte<br />

mossa da minime , ma replicate i>npressioni,<br />

che da un forte , ma passaggiero<br />

moifimento: ma ripero che cotesto è<br />

un falso supposto , perché puo accadere<br />

che moite impressioni d'un qualche og.<br />

getto non cagionino neppur la meta del<br />

mato, che cagionerà uni soia impressione,<br />

ma forte; e quest'è tanro évidente,<br />

che non mérita piu lungo ragionamento;<br />

e perciô affèrmo che lo spetfacolo della<br />

morte fatta soflfrire ad uno scellerato pubblicamente,<br />

spaventerà e raffrenerà sempre<br />

più i spettatori, che 1' aspetto conrinuo<br />

d'un uomo che lavori nelle minière<br />

. Oltre di che il pubblico esempio della<br />

morte eseguita contro i rei, ha per<br />

molt' altri "riflessi maggior energia di quello<br />

dei condannati v. gr. alla Calera, od<br />

aUa schiavitù per contenere gli uomini<br />

in dovere .<br />

Un' alti-a sua ragione è la seguente : La '<br />

fena di morte ( dice l'A.) (è) fa un' im- H. "*<br />

Tomo III. K, près-*


)( itf X _<br />

pressione, che colla sua j'or^a non snpplisce<br />

alla pronta dimentican^a naturels<br />

ail 1 uomo j anche nelle cose più esser.^iali,<br />

td accellerata dalle passioni: e vi aggiugne<br />

questa proposizione : Le passioni violenti<br />

sorprendono gli v.omini, ma non per<br />

lungo tempo : e conchiude assai poeticamente,<br />

che in un liùero-, e tranqutllo Go-<br />

•verno le impressioni devono essere piîi frequenti,<br />

che forti. Non fa egli compassion*?<br />

Se non supplisce alla dimenticanza<br />

naturale l'impression délia morte, quaie<br />

altra forza vi supplirà? Le passioni \\olenti<br />

non sorprendono per lungo tempo<br />

colla stessa forza con cui sorprendono la<br />

prima volta , e nel primo atto délia<br />

passione, o délia sorpresa ; ma è falso ,<br />

che sorprenda più lungamente una passione<br />

moderata, che una violenta. Questo<br />

si puô osservare nelle oscillazioni d'<br />

una corda di cembalo, ed in mill'altri<br />

esempj. In un libero e tranquillo Governo<br />

le impressioni devono essere non più<br />

frequenti che forti, ma adattate al bisogno;<br />

perché dove non v'ha bisogno d'<br />

impressioni forti , non vi abbisognerari<br />

neppur le frequenti ; e vice versa.<br />

Sentiamo quest' altra . La pena di mot-<br />

> Paie te (a) diviene uno spettacolo per la tnag-<br />

'" "' gior parte ed un oggetto di compas sione<br />

mista di sdegno par ajcuni : Vero . *Ambe-


)( 147 X<br />

bedue questi sentiment» occupant) pik l'an'imo<br />

degli spettatori, che non il salut cire<br />

tcrrore, cbe la Legge prétende ispirare:<br />

( questo poi non e vero , perché il<br />

terrore produce sempre l'effètto di quel<br />

due senti menti , cioè la compassione, ed<br />

il tcrror salutare): ma nelle pêne moderate<br />

( seguita poi l'A.) e continue il sentimento<br />

dominante è /' ultimo , perche è solo<br />

. Non va cosi : le pêne moderate fanno<br />

nascere il callo appunto perché continue,<br />

e poi non si sentono più ; ma la rimembranza<br />

di uno, che avremo veduto<br />

giustiziare, ci commoverà più anche dopo<br />

un anno, che l'aspetto continuo di<br />

mille carcerati.<br />

Qui poi l'A. per trattare con più vantaggio<br />

la sua causa contro l'utilità délia<br />

pena di morte, fa parlare un Assassina,<br />

al quale mette in bocca uno studiato ragionamento<br />

; il quale benchè sia alquanto<br />

lungo, credo ad ogni modo di far cosa<br />

grata a trascriverlo in questo luogo, perché<br />

si senta che anche tra gli assassini vi<br />

si trovano dei Spiriti Forti. Il ragionamento<br />

comincia cosi. Quali sono queste<br />

Leggi cfr io devo rispettare ( è 1' Assassino<br />

che parla ) che lasàano un cosi grande<br />

raterval/o tra me , e il ricco > Egli mi<br />

nega un soldo, che gli cerco, e si scusa<br />

col comandanni un travaglio, che, non co~<br />

K 2 na-


X i4§ )C<br />

uosce , Cbi ba jatte queste Leggl! ( con>tinua<br />

ad esclamar l'Assassine* ^.- Vomini<br />

riccbi e potenti, cbe non si sono mai degnati<br />

visitare le squallide capanne del povero<br />

, cbe non banno mai divisa un ammuffato<br />

pane fralle innocenti grida degli<br />

ajjamati figliuôli, e le lagrime délia moglie.<br />

Rompiamo questi legarni fatali ( è<br />

sempre l'Assassino cbe paria ) alla maggior<br />

parte, ed util! ad alcuni pocbi ed<br />

indolenti tiranni : attaccbiamo /' ingiusti-<br />

%ja nella sua sorgente. Rit ornera nel mio<br />

stato d' indipcndenxjt naturale , viverè libero<br />

e felice per qualcbe tempo coi frutti<br />

del mio coraggio > e délia mia industria j<br />

verra forse il giorno del dolore e dol<br />

pentimento, ma sarà brève questo tempo,<br />

ed avrè un giorno di stento per molti<br />

anni di libertà, e di piaceri . Re di un<br />

piccolo numéro correggerà gli errori délia<br />

fortuna , e vedrù questi tiranni impallidire<br />

e palpitare alla présenta di celui,<br />

cke con un insultante fasto posponevano<br />

ai loro cavall:, ai loro cani. E cosi termina<br />

il ragionamento del finto Assassine;<br />

dopo il quale immediatamente il N. A.<br />

vi aggiugne questa riflessione. *Allora la<br />

Rcligione si affaccia alla mente dello scellerato<br />

, C'/JC abusa di tutto , e présentai<br />

dogli un facile pentimento, ed una<br />

certe^is di etenia Je! ici ta, d


\ w )(<br />

Ai mctto /' orrore di queW ultimtt 7<br />

Hia., Quindi passa a dire che fàrà perô<br />

tutto il contrario celui chs si vede avanti<br />

agli occhi un gretn numéro di anni,<br />

o ancke tutto il corso delh vit.i, chcp.isserebb-e<br />

nelle schiavith , e nel dclorc, in<br />

faccia ai sito' concittadini, co 1 quali vive<br />

libero , e sociabile .<br />

Quanto mai va errato il N. A. se crede<br />

veramente, che un uoirto si pretipjrt<br />

a far l'Assassina dqpa un simi'l ragionamento,<br />

o commosso e persuaso dalla<br />

forza délie riflessioni, dalle tetre ragioni,<br />

e dai disperati motivi, espressi nello stesso<br />

ragionamento. Altri motivi, altre cagioni,<br />

ed altri discorsi sono quelli ch'impegnano<br />

uno scellerato a getrarsi sopra una<br />

strada. Se tutti quelli ch'hanno menata<br />

la lor vita tra gli Assassini fossero stati<br />

capaci d'intendere quelle riflessioni , e di<br />

farle, giammai si sarebbero veristti degli<br />

Assassini. Io mi maraviglio molto piu del<br />

Nostro Autore, perche non abbia riflettuto<br />

prima d'idearsi quell'insano ragionamento<br />

, quanto venga a perdere la causa<br />

deli'mutilità délia pena di morte, perche<br />

si sarebbe accorto, -che se quell'infèlice<br />

in esempio si détermina a far la<br />

disperata professione dell'Assassino , non<br />

estante la considerazione ail' orribile Tngedis<br />

che lo aspetta, con assai minorpe-<br />

K 3 na


X iSo )(<br />

na farebbe simile risoluzione di far 1' Assassino<br />

se non avesse altro da temere,<br />

che di passar la sua vita nella scbitruitu,<br />

e nel dolore in faccia a' suoi Concittadinh<br />

perché dalla vita che menava i'inv<br />

maginario assassino prima di darsi a questa<br />

iniquità, conforme ce la descrive poco<br />

accortamente il N. A. perché da quella<br />

sua prima vita , dico , a quella dei Schiavi,<br />

non vi corre eh 1 un passo solo; quando<br />

poi dalla stessavkaed anche dalla stessa<br />

schiavitù a quella tremenda Tragedia ,<br />

anche gli Assassini vi scorgono uno spazio<br />

infinito. Io non aggiungo di più,<br />

perché devo sospettare che 1' À. abbia irtimaginato,<br />

e riportato quel ragionamen-'<br />

ta , più come un piccolo episodio al suo<br />

libro, che per essere persuaso di quelle<br />

ragioni, perché egli stesso vedrà, che per<br />

certi animi nati per far gli Assassini sarebbe<br />

sempre un grande incoraggiamento al<br />

mal fare quel riflettere, che non avrebbero<br />

da temer altro maie che una schiavitù<br />

, quantunque dura, perché spererebbero<br />

sempre di potersene liberare, o d'<br />

esserne liberati col mezzo dei danari, coll'<br />

assistenza dei parenti, e degli amici, co-<br />

«U impegni dei Protettori éc. od anche<br />

nell 1 occasione di qualche rivoluzione, di<br />

qualche guerra, di qualche incendio, ec.<br />

Noi abbiamo divanti agli occhi Pesern-<br />

pio


)( I?I )(<br />

pio di moltissimi, che menano spontaneamente<br />

una vita più dura délia più dura<br />

schiavitù; ma non si vede, se non<br />

qualche riscaldato cervello , che si dia la<br />

morte. La schiavitù più penosa unira alla<br />

speranza di potersene qualche giorno<br />

liberare non tratterrà mai un uomo dol<br />

commettere un delitto di quei , che meritano<br />

mille morti .<br />

Che se 1'A. mi volesse dire ch'eglisuppone,<br />

che nel suo sisrema non vi dovrebbe<br />

e^ser luogo a sperare di potersi .<br />

esimere in nessuna maniera dalle Pcne una<br />

voira decrerate; io gli risponderei, che<br />

andasse a spaccinre le sue visioni nel Globe<br />

di Sarurno, e non nella nostra fragile<br />

icommossa Terra. Là forse sarebbe ascoltato<br />

con più compatimento a dire serianiente<br />

corne fi quif», che gli par un as- ,1<br />

surdo, che le Leggi, che sono P espressicne<br />

délia pubblica volontà , che -détester.»<br />

e punisoono l' omicidio , ne commettant) una<br />

esse medcslme, e per allantcnare i Cittadim<br />

dall' assassin/0 ordinino un pubblica<br />

assassin'o: perché noi risponderessimo che<br />

si dircbbe Io stesso conrro quelli, che per<br />

allontanarci dalla schiavitù ci condannerebbero<br />

ad una perpétua schiavitù.<br />

Avrebbe parimente pensato meglio al<br />

suo tiecoro, se fosse andato in un altK>.4)<br />

Mondo , e non nel nostro a scrivere(ZOe t?.<br />

K 4 da-


)( W >(<br />

tiare ad intendere, che i nostri Savj Mttgistrati,<br />

e i gravi Sacerdoti délia Giusti-<br />

?ja fanno con indifférente tranquillité<br />

strascinare con lento apparato un reo alla<br />

morte, e che mentre un misera spasima<br />

nelle ultime angosce aspettando il colpo<br />

fatale, passa il G indice con insensiblle<br />

fredde^a , e fors'' anche con sécréta cmnpiacen^a<br />

délia propria autorità, a guitare<br />

i comodi, ed i piaceri délia vita.<br />

Noi che abbiamo tante fiate veduto, e<br />

che sappiamo quale sia l'afHizione, e 1'<br />

intimo rincrescimento ed avversione con<br />

cui i nostri Ciudici, solo dopo un estrema<br />

ripugnanza e tremanti segnano la terribile<br />

condanna d'un reo ; noi che vediamo<br />

parhnente l'aria mesta, e dolente<br />

con cui i nostri savj Magistrati, ed i nostri<br />

pii Sacerdoti assistono a quelle funeste<br />

funzioni, non crederemo mai a simili<br />

imposture del N. A. Egli non persuaderebbe<br />

finalmente, che a qualcheOttentotto,<br />

od a qualche Irrochese, e non a noi,<br />

che /' esempio di quasi tutti i Secoli, e<br />

di quasi tutte le Na^ioni si annienta in<br />

face ta alla •verità. Fra quella stupida genla,<br />

e non tra uomini che discorrono, gli<br />

sarebbe valutata la vaga, generalissima, e<br />

niente concludente riflessione, che la storia<br />

degli uomini ci da /' idea di un immensopelago<br />

d'errori : riflesso e ragione,


)( >5; )(<br />

che se fosse accettata senza esame, non<br />

vi sarebbe errore immaginabile, che non<br />

si dovesse caleolare per una verità ; ne<br />

veruna quantunque metafisica verità, che<br />

non si potesse far credere per un errore.<br />

Per produrre un solo esempio dell'assu.'dità<br />

di qnella regola, basta I' applicarla<br />

contro l'opinione dello sresso nostxo<br />

Autore, perché supposto ancora che l'uso<br />

di punire i rei di tutti i Secoli , e presso<br />

tutte le Nazioni, fosse quello di condannirli<br />

ad una perpétua schiavitù, ogn'uno<br />

potrebbe disapprovare un ta! uso, e chiamarlo<br />

inutile e crudele, e dire che i'uso<br />

di tutte le Nattent, e di tutti i Secoli si<br />

annienta in jaccia alla ragione-, perde la<br />

itoria degli uom'mi ci dà l'idea di un immense<br />

pelago d' errori.<br />

Cotesta per altro è una specie di prova,<br />

che benchè sia la più debole, e dirô<br />

cosi d'una specie la più amfibia di qualité<br />

ce ne possiamo immaginare; con tutto<br />

cio contiene una taie apparenza di forzaj<br />

che ha sorpresi, ed imbarazzati parecehi<br />

gran pensatori, anche in materie assaigravi,<br />

senza che nessuno sinora, per quant'<br />

jo sappia, abbia trovata la vera forma di<br />

rispondere adequatamente a simili prove ;<br />

per la quai cosa spero che non farô dispiacere<br />

a portare in questo luogo quel-<br />

Ja, délia quaie io mi servo .<br />

Se m-


)( 154 )(<br />

Sembra a me dunque che la Formula di<br />

sciogliere simili vaghe allegazioni, e di<br />

farne svanire intieramente tutta quell' apparenza<br />

di lume e di fbrza che ci presert*<br />

tano al primo aspetto, consista in tare ,<br />

secondo le différend materie, la seguenre<br />

prescnzione : Tutti gli v.omini insrenie, o<br />

la maggior parte di es si, non è possibile,<br />

che s'ingannino nei lorogiudic/, e ne!la<br />

loro c,eden^a, .ri? le cose cbe gijt'.dicano<br />

o-cbe credoiw siano tait, délie au ait tutti<br />

gli v.omini ne possano essere cormscitori c.tpaci,<br />

e giudici compétent!. Per lo contrario<br />

: Tutti gli uotnini insieme, o la maggior<br />

parte di es si, potrà ingannarsi nei<br />

suoi gi'-dixj, e credere vero cib cb'è falso,<br />

o falso cib cbe è vero, se non saranno<br />

capaci di conoscere e di giudicare cib<br />

cbe ctedono .<br />

Applichiamo adesso cotesta Formula<br />

a quaiche caso particolare, per rilevarna<br />

meglio la sua giustezza, ed applichiamo<br />

la appunto al caso del N. A. Un Filosofo<br />

vuole provare, per cagkin d'esempio,<br />

ch' il consenso universale del Cristianesirao,<br />

che la sua Religione abbia una perfetta<br />

morale, non sia una prova forte, e<br />

che appaghi; per riuscire nei suo assunto<br />

oppone l'esempio del consenso universale<br />

di quasi tutto il génère umano, che crede<br />

v. gr. che la Luna abbia grandissima influent


X »ÏÏ X<br />

rluenza sopra le cose del nostro GI0I20 ,<br />

che si suppone una credenza vain, e falsa;<br />

e ae deduce quindi il Filosofo, che il<br />

consenso del Cristianesimo circa la perfezione<br />

délia sua morale, non è una prova<br />

convinccnte. In questo caso si • fa su'ito<br />

svaiiire l'esempio del Filosofo, con l'applicazione<br />

délia da me portata Formula ,<br />

con rispondere cioè al medesimo, che non<br />

è maraviglia, che si possa ingannar tutto<br />

il popolo nella sua credenza circa la forza<br />

che suppone negli influssi lunari; perché<br />

ci vogliono dei Naturalisti, e Hegli<br />

Astronomi per ben giudicare di questa<br />

quistione, e non il popolo, che non vede<br />

gli oggetti se non sono quattro dita<br />

vicini a' suoi occhj ; e cosi tutta la mina<br />

del nostro Filosofo resrerebbe sventata.<br />

Tutto ail' opposto se qualche pregiudicato<br />

Soffista mi volesse provare, che il<br />

Popolo Cristiano s'inganna nel crederveri<br />

per cagion d'esempio alcuni prodigj,<br />

e ciô perché il Popolo va errato in moite<br />

altre materie ; io gli serrerei subito la<br />

bocca, con fargli sapere, che il giudicare<br />

se una cosa sia prodigiosa o no, non<br />

è un punto di Metafisica, o di Geometria<br />

sublime , che tutti non possano<br />

darne giudizio, ma di quelle, che basta<br />

avère gli occhj sani ed il senso cornu ne<br />

per potersene assicurare; ed ecco, che


)( 15* X<br />

quel Soffista resterebbe subito disanruto ,<br />

e vinto.<br />

Parlando adesso del caso nostro: io affermo,<br />

che non è possibile, che tutte le<br />

Nazioni di tutti i Secoli abbiano fatto<br />

maie a prescrivere la pena di morte a<br />

certi delitti, perché questa è una materia<br />

délia massima importanza per tutto il<br />

génère umano : materia délia quale se ne<br />

discorre, e si esamina ogni giorno: materia<br />

seriamente esaminata, e discussa dalle<br />

prime Teste del Mondo, da uomini<br />

capacissimi di portarne un retto giudizio :<br />

dunque è impossibile che si possino essere<br />

ingannati nel giudicare che la pena di<br />

morte è utile, e necessaria per raffirenare<br />

gli uomini dal commettere maggiori<br />

delitti ; e questo giudizio sarà sempre vcro<br />

, quando anche la somma degli erron<br />

creduti, ed approvati da tutti gli u uniîii,<br />

fosse maggiore all'infinito di quello,<br />

che si suppongono comunemente gl' increduli<br />

; e con gran ragione, perché sebbene<br />

in qussta specie ai prove la probabilità<br />

apparente sembra un sol punto distante<br />

dal vero; ad ogni modo una venta<br />

reale starà sempre alla più reale pro-<br />

'babilità, corne l'infinito al rinito, e corne<br />

la sfera ad un punto.<br />

Finalmente, giacchè l'Autore termina<br />

di parlarc délia pena di Morte con fare<br />

al-


)( IJF7 )(<br />

alcuni affèttati, e proditorj augurj di felicità<br />

a'Sovrani, ed a tutta la gran Socierà<br />

del Génère Umano, supponendo che<br />

si risolveranno ad abbracciare i suoi fenatici<br />

consigli e suggerimenti su delk<br />

stsssa materia ; per ciô dar6 fine ancor io<br />

•aile mie Note su la medesima con ringraziare<br />

con tutto il tenue mio spirito,<br />

e con tutte le mie deboli forze la divins<br />

Providenza, che ci abbia sempre dati e<br />

conservati dei Legislatori, e dei Giudici<br />

non montati a visioni, e capaci di lasciarsi<br />

abbagliare da falsi luini, e da soffistici<br />

paralogismi, ne amanti di paradossi ;<br />

ma uomini forti, illuminati, giusti, ed<br />

ottiini conoscitori del debole, e del guasto<br />

délie umane passioni, e tali perconsequenza,<br />

che per una mal intesa compassione<br />

verso una piccolissima corrotta<br />

e contaggiosa porzione dell'uman génère,<br />

nonhanno mai tollerato, ne mai permetteranno,<br />

che ne risenta r e ne resti contaminata<br />

tutta la loro Società.<br />

Tutti quelli che sanrio essdvi dei mali<br />

incomprensibilmente inseparabili daU'umana<br />

natura, e talmente adesso suoi proprj,<br />

che quasi giudicherebbersi utili alla medesima<br />

e necessarj ; ed altri ch'hanno la loro<br />

origine semplicemente dall' îgnorànza<br />

e dalla malizia dell'uomo, dovranno for-<br />

Marc questo giudizio, che chiunque accu-


)( 15»' )(<br />

cusa di crudeltà 1 Giudici ed i Sovrani:<br />

perch' abbiano stabilita la Pena di Morts<br />

per certi delitti, accusa di crudeltà la<br />

sressa Provvidenza del supremo Regolatore.<br />

E' impossibile, che il génère umano<br />

possa lungo tempo godere délia sanità ch'<br />

è propria alla sua natura, senza la perdita<br />

assoluta d'una porzione di se stesso .<br />

Se 1' orror d' una morte tormentosa e crudele<br />

non è sufficiente a conservargli questa<br />

sanità , qualunque altro dolore, che ne<br />

per intensione , ne per estensione l'agguagli,<br />

non sarà mai capace di cagionarglietie;<br />

e gli sfor/.i, e le violenze sorprendenti<br />

ed inconcepibili, che sogliono fafe<br />

gli uomini i più arditi ed i più coraggiosi<br />

per evitare una vicina morte, quantunque<br />

scevra da circostanze funeste , in<br />

confronto di quelle, che dimostrano, do-<br />

Ve si tratti di liberarsi soltanto da qualche<br />

schiavitù, provano ad evidenzï, che<br />

se l'orrore di quella non è rimedio sufficiente<br />

per procurargli sempre e di conservargli<br />

quella sanità, lo sarà sempre<br />

manco il timoré di questa. E chi mai<br />

potrebbe trattenere quegli animi arditi,<br />

che stimano più délia vita gioconda la<br />

vendetta, dall' andare ad uccidere colle<br />

proprie mani i loro offensori, mentre questi<br />

si trovano in ischiavitu? Ella si è una<br />

vo-


)( ISP )(<br />

voce forte, costante, e manifesta delh<br />

stessa natura, che grida incessantemenre e<br />

che altamenre dichiara, che chi ammazza,<br />

convien che muoja.<br />

Di poi quante spese, e quanti incomodi<br />

non si renderebbero indispensabili per<br />

teaer in doyere e sicuri quella specie<br />

di Schiavi, il numéro dei quali anderebbe<br />

sempre crescendo kl un colla loro malizia,<br />

e colla loro iniquità? Chi salverebbe<br />

la vita dei pacifici Cittadini in caso<br />

ch 1 un incendio, od una popolare sollevazione<br />

desse campo a quei Schiavi di mettersi<br />

in hberfia? Quali continui disturbi<br />

non sorrnrebbero i Magistrati per lesupphche,<br />

e per le istanze che non mancherebbero<br />

di far présentare quei Condannati?<br />

Quale non sarebbe per fine l'afflizione<br />

e la costernazione dei Genitori, délie<br />

Mogli, dei Figliuoli, e degli Amici di<br />

questi Schiavi nel vederli infamemente ,'e<br />

lungainente soffrire^ e per doverli provedere,<br />

e soccorrere di tu,tto ogni giorno?<br />

Ammiriamoper tanto le nécessaire disposizioni<br />

délia Giustizia dei Sovrani dei Popoh,<br />

che hanno proveduto a tanti inconvementi<br />

colla giusta ed utile pena di<br />

morte inalterabilmente decretata contro i<br />

nemici délia Società, e dei pubblico belle<br />

; e concludiamo contro il nostro Politico<br />

Novatore, che nello stato présente


X i


)( I6i )C<br />

gli stessi terribili eftetti in tutti gli uomini<br />

di tutti i Secoli, e di tutti i tempi ;<br />

ed è impossibile che ne anche dopo cento<br />

Secoh, non che cento .înni, corne dice<br />

l'A. gli animi nostri possano incallirsi<br />

al terror délia morte ; perché un tal<br />

terrore nell 1 uomo è altrettanto necessario,<br />

quanto è necessario che 1' uomo viva;<br />

e credo pero che l'A. abbia dette»<br />

per pura bizzarria, che si pos.sa arrivara<br />

temere ugualmente la Ruota , che la Prigiooia<br />

: se tal cosa fosse possibile in tutti,<br />

a quest'ora gli uomiru sarebbero per<br />

dir cosi veri ^A'patisti ; e per la stessa ragione<br />

sarebbero potuti giugner a temere<br />

egualmente la Ruota, che la menoma parola<br />

ingiuriosa, cioè a non temere più.<br />

verun supplicio.<br />

Ho lasciato di no.tare che nella pagina<br />

sessanta scrive con molta oscurità, che<br />

la impuni ta stessa nasce dalf atrocità dei<br />

supplie/ : proposizione ancor questa contraria<br />

alla sperienza, la quale ci fa vedere,<br />

che gli uomini temono i gastighi a.<br />

proporzione, che questi cagionano una<br />

più pronta, e più dolorosa distruzione del<br />

nostro mdividuo . Al più al. più potrà:<br />

seguire, che qualcuno si abbandoni alla.<br />

disperazione nell'atto di dover subire un.<br />

atroce supplicio ; ma prima., e fuori di<br />

tali circostanze, pensera ad essere tanto.<br />

T.omo III, L giù.


X 1*1 )(<br />

più cauto nel cominettere qualche delitto,<br />

quanto sarà più atroce il supplicio<br />

che temerà ; e nessuna educazione , ne veruna<br />

Filosofia hanno mai potuto ottenere,<br />

che gli uomini, massime i scellerati,<br />

arrivino a sangue freddo a temere meno<br />

una morte atroce , che una morte poco<br />

tormentosa, ed è impossibile che natura'mente<br />

vi possano arrivare. Il timor<br />

délia morte vale quanto l'utilità délia<br />

vita.<br />

Nella stessa accennata pagina (a) dice,<br />

che uno spettacolo troppo atroce per l'umanità,<br />

non pub essere che un passeggiero<br />

furore, ma non mai un sistema costante,<br />

quali devono esser le Leggi : e poi<br />

ripete di nuovo : cbe se veramsnte sono<br />

çrudeli, o si cangiano, o /' impunité fatale<br />

nasce dalle stesseLegçi. Qui non dirô<br />

niente di quel passeggiero fvton\ no-,<br />

terô solamente , che nessuno dubita, che<br />

la pena di morte non sia un dolore ,•<br />

an/.i un atto crudele ; nu noi cerchiamo<br />

se la morte che si ft soffrire ai rei, sia<br />

giusta ed utile al Pubblico, ed atFermiamo<br />

essere utile e giustissima .<br />

In questa stessa pagina (Z>) scrive con<br />

ispaventosa audacia, che le Leggi hanno<br />

sempre favorito i pochi, ed ohraggiato i<br />

molti: quando è certo esser avvenuto sempre<br />

1' opposto . Afferma poi che le me-


X 1*3 )(<br />

desime Leggi hanno punito molti infelid<br />

accus eu di delitti ihipossibili ; per i quali<br />

delitti impossibili senza meno intende<br />

di quelli di Magia, e di Stregonena. Ma<br />

gli sappiamo dire, che cotesta è un'accusa<br />

calunniosa, ma reale, che dà contre»<br />

il sagro Tribunale dèll'lnquisizione, il<br />

quale gi animai è giunto a tanta ignoranza<br />

di credere Fatto, l'impossibilc; ed<br />

aggiungo che quantunque io abbia tanto<br />

dispregio per l'Arte Magica, quanto ho<br />

sempre amato il quattrt e quattro fa.otto;<br />

so dire ad ogni modo, che non tutti<br />

i delitti che si attribuiscono alla Magia<br />

sono impossibili ; e che s' è vero che gli<br />

uomini non sono capaci per nessunascienza<br />

di cerre operaziom, per Jo meno è<br />

certo , che vi sono stati di quelli, che<br />

col più sacrilego abuso hanno tentato di<br />

riuscirvi ; e che l'Inquisizioneha condannati<br />

appunto questi sacrileghi attentati,<br />

e non il loro effetto, corne o malignamente,<br />

od imperitamente suppone il nostro<br />

Autore.<br />

Contuttociô una simile accusa data al<br />

più giusto di tutti i Tribunal! gli si potrebbe<br />

passare per uno scherzo ail'A. in<br />

confronto dell'altra che dà allô stesso, affermando<br />

nella pagina 6i. che ha fatto<br />

morir crudelmente uomini non d' altro<br />

ni, che di essere stati fedeli ai proprj<br />

L 2 prin~


V i


s ci are ad altri uomini /' arbitrio dt ucciderlot<br />

E io qui glirispondo, primo: che<br />

da cio si deduce che il Patto Sociale e<br />

una chimera impossibile. Secondo: che<br />

nessuno avrà creduto nell'atto délia sua<br />

associazione di porer cadere in delitti degni<br />

di morte. Terzo : che un ucmo dopo<br />

che ha offesa la Società perde ogm<br />

diritto alla sua vita ; corne si dice che lo<br />

perde un Agressore ingiusto riguardo alla<br />

persona assalita. Quarto: che quando<br />

un uomo s'unisce ad una Società, s'intende<br />

che céda alla medesima tutto il potere<br />

suo, afrinchè la Società possa impedire<br />

tutto cio che la potrebbe turbare ;<br />

e perè ancora il diritto délia pena di morte<br />

, che noi abbiamo veduto essere nece>sario<br />

in tutte le Società.<br />

Spiega bemssimo nondimeno i due motivi<br />

, per i quali si giudica necessaria la<br />

morte œ un Cittadino, liriove scriveco*<br />

si •• {b) La morte di qualche Cittttdino non ***• "•<br />

pub crederst necessaria che per due mo~<br />

tivi . Il primo quando anche priva di libertà<br />

cgli abbia ancora taii relation! e<br />

tal potenra , che interessi la sicure^a délia<br />

Na^ione ; quando la sua esistença possa<br />

produrre ima rivoht^ione pericolosa<br />

vella forma di Caverne stabilita ; Ma qui<br />

l'A. si dà, corne dice il proverbio , la<br />

zappa su i piedi, e distrugge tutte le im-


)( 166 )(<br />

putazioni di crudeltà e d'ingiustizia che<br />

dà temeranamenre ai Sovrani ed alla<br />

Chiesa, riguardo alla pena di morre.<br />

Anche nella pagina sessantesimaterza si<br />

oppone contro la genre la più ostinata<br />

del mondo, voglio dir contro i fatti e<br />

contro 1'esperienza , perché insegna, che<br />

non è V intensione délia pena , che fa il<br />

maggior effetto suW animo umano, ma /'<br />

estensione di essa _,• perché ( soggiugne )<br />

la nostra sensibilità è più facilmente e<br />

stabilmente mossa da minime ma replica*<br />

te impression, che da un forte ma pas*<br />

seggiero mouiment». Primieramente cotesto<br />

non è il caso del timor délia morte ;<br />

e poi è chiaro che si danno délie pêne<br />

o dei timori, che quand' anche durassero<br />

mille Secoli, non potrebbero uguagliare<br />

colla loro estensione l'intension délia pena<br />

di morte. Infinité minime replicate<br />

impressioni non atterreranno mai una gran<br />

Torre, che un quantunque passeggiero,<br />

ma forte Fulmine, l'abbatterà .<br />

Si veda qui adesso l'esempio d 1 uno di<br />

quei periodi nei quali, perché si vogliono<br />

caricar di sentimenti, e risparmiar le<br />

parole convenienti, si fa corne quei Muratori,<br />

che fabbricano con molti sassi e<br />

con molta rena, ma con poca calcina.<br />

iVo» è il terrièi/e, ma passeggiero spettacolo<br />

délia morte di uno scellsrato ( dice<br />

il


)( "57 X<br />

il N. A. 00 ) ma U lungo e stentato e- *"£ *'<br />

sempio di un tiomo prive di libertà, ( che<br />

dkcnuto bestia di servigio ricompensa<br />

colle sue j'atiche quella Societa, che ha<br />

offesa, ) de è il freno più forte contro i<br />

délitti. Per rendere cotesto periodo un<br />

po' più chiaro, mi sono preso la libercà<br />

di metterci una parenresi ; ma non è queste<br />

ciô che 10 voglio rinfacciare ail' A.<br />

perché conosco me stesso ; ma bensi quella<br />

sua falsa idea d' utilità, che mostra si<br />

porrebbe ricavare dal travaglio de' Rei ;<br />

perché puè fare più maie in un solo giorno<br />

un Assassino dopo esser scappato<br />

dalla Galera, che non è il bene che pr>trebbero<br />

(are cento scellerati in dieci anni<br />

travagliando nelle Minière.<br />

Immediatamenre dopo le riportate parole<br />

açgiugne le seguenti : Quell' efficace,<br />

perché spessissimo ripetuto ritorno sopra<br />

di mi medesimi, ( io stesso sarô ndotto a<br />

cosl lunga e misera condizione, se conjmettero<br />

simili misfatti,) è assai pihpossente<br />

che non /' idea délia morte, che gli<br />

uomini veggon sempre in una oscura Iontananxjx.<br />

La disgrazia delN. A. si è, che<br />

gli uomini veggon meglio 1' aspetto délia<br />

morte, benchè sempre in una oscura Iontanan^a,<br />

che quella lunga e misera condizione,<br />

benchè la sua veduta sia spessistimo<br />

ripetuta ; il che tanto è vero, che<br />

L 4 per

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