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Omelia Ordinazione Presbiterale Francesco Granieri 7 Ottobre

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OMELIA<br />

DI SUA ECC.ZA MONS. MARIO PACIELLO<br />

per l’<strong>Ordinazione</strong> <strong>Presbiterale</strong><br />

di Don <strong>Francesco</strong> <strong>Granieri</strong><br />

Parrocchia Spirito Santo – Gravina<br />

7 ottobre 2011<br />

Letture:<br />

At 1,12-14;<br />

1Cor 6,16-19.22-23;<br />

Lc 1,26-38.<br />

Quegli undici discepoli che insieme a Maria, la Madre di Gesù, ad al-<br />

cune donne e ai fratelli, dopo l’Ascensione, salirono nella stanza al pi-<br />

ano superiore dove erano soliti riunirsi, per perseverare nella preghie-<br />

ra e nella carità del Cristo, oggi formano questa assemblea che, nella<br />

memoria della Beata Maria Vergine del Rosario, è stata convocata per<br />

partecipare all’ordinazione <strong>Presbiterale</strong> di Don <strong>Francesco</strong>.<br />

La risposta piena di fede e di abbandono, ma umile e pronta, pronun-<br />

ciata da Maria a Nazaret: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me<br />

secondo la tua Parola”, , risuonerà fra poco sulla bocca di <strong>Francesco</strong>;<br />

mentre San Paolo, parlando di sé, ci aiuterà a entrare nel cuore di<br />

quanto stiamo celebrando per comprenderne il senso, il “come è pos-<br />

sibile?”.<br />

Maria e Gesù<br />

La scelta del 7 ottobre non è stata casuale. La festa della Beata Maria<br />

Vergine del Rosario annuncia e dimostra che il “contenuto” della vita<br />

di Maria è stato Gesù. Nel Rosario, infatti “Si contempla il Signore e la<br />

vita di Gesù, ma attraverso Maria: da Lei veduto, da Lei sentito e ser-<br />

1


ato in cuore” (Romano Guardini – Il Rosario della Madonna, Brescia<br />

1959).<br />

San Bernardo, contemplando il mistero dell’Annunciazione, dice: “Il<br />

Verbo, o Vergine santa, si farà carne per mezzo tuo, e Colui che dice “Io<br />

sono nel Padre e il Padre è in me” (Gv 10,38), dirà anche: “Sono uscito<br />

dal Padre e sono venuto nel mondo” (Gv 16,28). Maria è stata la “Porta-<br />

trice” di Gesù nel mondo, perché Gesù è stato il contenuto della vita<br />

di Maria, la pienezza di Maria. Gesù è il “Perché” di Maria.<br />

Noi abbiamo incontrato quel Gesù che Maria ci ha dato, dopo averlo<br />

veduto, contemplato, serbato nel suo cuore.<br />

Paolo e Gesù<br />

Ciò che diciamo di Maria, lo ha affermato Paolo parlando di se stesso.<br />

<strong>Francesco</strong>, tu hai voluto mettere al centro della proclamazione della<br />

Parola, la testimonianza di Paolo, perché sia icona del tuo ministero<br />

sacerdotale, parametro di confronto della tenuta della tua fedeltà.<br />

Paolo ha detto di sé: non annuncio il Vangelo per hobby, per interesse<br />

personale, per ricavarne un beneficio, per suscitare simpatia e ammi-<br />

razione, per crearmi dei seguaci. Non annunzio me stesso, ma Gesù<br />

Cristo, un Cristo scomodo che scandalizza Ebrei e Gentili.<br />

Tuttavia, non posso fare a meno di manifestarlo, di rivelarlo, di farlo<br />

vedere in me, perché me lo ha chiesto Lui; perché è dentro di me, mi<br />

ha afferrato, si è preso i miei sentimenti, i miei pensieri, la mia vita;<br />

ha annullato tutto quello che per me era importante; ha capovolto i<br />

miei progetti.<br />

Paolo, dopo tutto quello che è avvenuto in lui a seguito dell’incontro<br />

con Gesù, sente che non sarebbe più se stesso se non annunziasse il<br />

Vangelo.<br />

2


Si è fatto schiavo per amore, per servire Cristo e i fratelli con assoluta<br />

gratuità.<br />

L’unica ricompensa, a cui non vuole rinunciare, è vedere Gesù segui-<br />

to, vissuto, imitato dai cristiani. Per questo ritiene di non accumulare<br />

né meriti né diritti a causa dell’esercizio difficile, faticoso del suo mi-<br />

nistero. Un esempio e un monito che in teoria conosciamo, ma che ci<br />

è difficile mettere in pratica! Non è facile convincersi che nemmeno<br />

l’adempimento fedele, onorato e prolungato del nostro ministero ci dà<br />

diritto di accampare pretese di meriti, di vantaggi, di precedenze, di<br />

riconoscimenti e di possesso.<br />

Il Presbitero e Gesù<br />

Io credo che questa ordinazione presbiterale, in questa cornice liturgi-<br />

ca mariana e davanti alla testimonianza di Paolo, ci chieda di fermarci<br />

a riflettere sul rapporto personale, intimo che il presbitero deve vivere<br />

con Gesù, per adempiere la missione che il Signore gli affida.<br />

Nel dialogo con cui ha inizio il rito di ordinazione, la domanda più im-<br />

portante che il Vescovo fa all’ordinando è l’ultima. <strong>Francesco</strong>, ti chie-<br />

derò se “vuoi essere sempre più strettamente unito a Cristo sommo sa-<br />

cerdote”.<br />

In forma di domanda ti ricorderò una verità “fondamentale” per tutte<br />

le stagioni della tua esistenza sacerdotale. Il “perché” del presbitero è<br />

Gesù!<br />

Gesù sommo sacerdote è alla fonte del tuo sacerdozio; al centro della<br />

tua vita, al culmine del tuo ministero.<br />

Giovanni Paolo II, nella Esortazione Apostolica “Pastores Dabo Vobis”<br />

dice: “Come Gesù ha una missione che gli viene direttamente da Dio…<br />

così gli apostoli hanno una missione che viene loro da Gesù. E come “il<br />

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Figlio non può fare nulla da se stesso” (Gv 5,19)… così agli apostoli<br />

Gesù dice “senza di me non potete far nulla” (Gv 15,5) (PDV n. 14).<br />

Cioè il sacerdote, se non è pieno di Gesù non è nessuno e non serve a<br />

nulla. Non è un’affermazione mia, ma dei Padri del Concilio Vaticano<br />

II, che nel Decreto “Presbyterorum Ordinis” hanno scritto che i presbi-<br />

teri non devono mai dimenticare che “è il Signore ad aprire i cuori e<br />

che l’efficacia non proviene da essi, ma dalla potenza di Dio” (PO 13/b).<br />

Per questo, particolarmente noi sacerdoti e consacrati, dobbiamo<br />

chiederci spesso: chi è il mio “perché”. Per chi vivo, per chi opero.<br />

Domandandocelo ogni giorno, evitiamo che il nostro “perché” sia la<br />

stoltezza, la superficialità, l’egoismo, l’orgoglio.<br />

Evangelizzatori come Paolo<br />

La crisi culturale che il mondo industrializzato e tecnologico sta vi-<br />

vendo, e tutti i danni che l’uso irresponsabile della comunicazione<br />

mediatica sta producendo, fino a fare di tanti di noi, non degli “schiavi<br />

del Vangelo”, ma degli schiavi informatici e informatizzati, hanno bi-<br />

sogno di evangelizzatori come Paolo, di pastori che cercano di parlare<br />

con la Parola che incarnano nella loro vita.<br />

Ai Cattolici Tedeschi Benedetto XVI ha detto che oggi il relativismo<br />

penetra in tutti gli ambiti della vita; c’è carenza di esperienza della<br />

bontà di Dio; nel mondo occidentale la crisi più grave è la crisi di fede.<br />

In questo contesto di qualunquismo inquieto c’è bisogno di testimoni<br />

che possano dire con Agostino: “Egli è più intimo a me di me stesso (cfr<br />

Conf. 36,11). Egli, che è infinitamente al di sopra di me, è tuttavia tal-<br />

mente in me stesso da essere la mia vera interiorità” (cfr Discorso a<br />

Friburgo 25-09-2011).<br />

Essere “prolungamento” della “presenza di Cristo”, “attualizzando il<br />

suo stile di vita e facendosi quasi sua trasparenza in mezzo al gregge<br />

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loro affidato” è la méta che Giovanni Paolo II ha additato ai candidati<br />

al sacerdozio nella “Pastores Dabo Vobis” (cfr n. 15).<br />

<strong>Francesco</strong>, in agosto tu eri uno del milione di giovani che hanno in-<br />

contrato Benedetto XVI, e hai sentito direttamente dalla voce del Papa<br />

che la Parola di Gesù deve “giungere al cuore, radicarsi in esso e for-<br />

giare tutta la vita”; la Parola di Gesù deve diventare criterio di condot-<br />

ta, roccia ferma per dare stabilità e solidità alla vita e per proiettare<br />

luce all’intorno (cfr Discorso in Plaza de Cibeles – Madrid, 18 agosto<br />

2011).<br />

Ora sarai, non solo giovane, ma anche sacerdote: questo monito del<br />

Papa deve avere un peso maggiore per te.<br />

Tutto per il Vangelo<br />

Il motto di Paolo: “Tutto faccio per il Vangelo” (1 Cor 9,23), diventi il<br />

tuo motto: tutto faccio, mosso dal Vangelo, partendo dal Vangelo, in<br />

vista del Vangelo. Faccio tutto e solo quello che serve per annunciare<br />

il vangelo. Cioè, voglio essere in costante atteggiamento di annunzio,<br />

per parlare di Gesù 24 ore al giorno con pensieri, sentimenti, parole,<br />

azioni, comportamenti; voglio annunziarlo quando prego, converso,<br />

servo, ascolto, rispondo; quando soffro e quando gioisco; quando co-<br />

sta e quando è bello servire e obbedire.<br />

Partire e ripartire da Gesù<br />

Perché Gesù diventi il baricentro del tuo equilibrio interiore, il nord<br />

della tua bussola, il fondamento della tua stabilità, la luce dei tuoi oc-<br />

chi, l’amministratore unico del tuo sacerdozio, il modello per tutti gli<br />

anni della tua esistenza sacerdotale, è necessaria la fedeltà alla pre-<br />

ghiera, alla lectio, alla partecipazione intima all’Eucaristia, al tu per<br />

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tu con Gesù, alla confessione, all’esame di coscienza quotidiano, alla<br />

devozione filiale a Maria, al confronto con la testimonianza dei santi.<br />

Il profumo dell’incontro<br />

Da questa ricerca di Gesù, come Maddalena al sepolcro, come Maria<br />

di Betania in ascolto, come Maria, la Madre, accanto a Gesù, deriva e<br />

scaturisce tutta la tua formazione umana e la tua santità, la prontez-<br />

za della tua obbedienza, la cordiale fraternità dei tuoi rapporti, la tua<br />

capacità di intenerirti davanti ai bisogni e alle lacrime di chi soffre, la<br />

generosa disponibilità nel servizio, la fortezza serena ed equilibrata<br />

nel momento delle difficoltà, delle prove, delle incomprensioni e della<br />

sofferenza; la gioia di spenderti con radicale gratuità perché Cristo sia<br />

annunziato.<br />

La Vergine del Rosario, la “Piena di Gesù”, ti sia esempio e sostegno<br />

nel tuo “si” quotidiano, e questa comunità, che oggi è un cuor solo<br />

con te nella gioia e nella preghiera, possa magnificare sempre il Si-<br />

gnore a causa della luminosità della tua testimonianza.<br />

Il Signore ti benedica.<br />

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