Sabaudia - Litorale Pontino

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www.laziodiqualita.it La sfida di San Lidano di Matteo Tagliapietra Il nuovo stabilimento di Sezze: un grande centro di lavorazione di ortaggi che si sviluppa su 4000 mq, altamente tecnologizzato, completamente climatizzato ed automatizzato Una realtà in crescita che non ha paura di sperimentare, una giusta miscela di coraggio imprenditoriale e forza cooperativa, un “sistema” che è diventato modello. La storia della Cooperativa Agricola San Lidano è diventata un modello da studiare ed esportare. L’esperienza di questa azienda pontina è partita nel 1997 quando un gruppo di agricoltori decise di mettere insieme la propria professionalità e capacità produttiva con una mentalità e delle dinamiche che fondessero spirito cooperativo e mentalità aziendale. La cooperativa oggi raccoglie la forza produttiva di oltre 50 soci www.laziodiqualita.it Un modello per l’agricoltura pontina produttori, provenienti da Sezze, Pontinia e Terracina ed occupa circa 70 persone tra operai ed impiegati raggiungendo un indotto occupazionale di più di 300 persone. Ad attirare l’attenzione su questo progetto è la capacità dimostrata, attraverso la linea di produzione “Orto Pronto”, partita nel 2000, di abbattere i costi per il consumatore con la messa in atto di una “filiera corta” che riduca i passaggi tra produttore e consumatore e allo stesso tempo i fortissimi investimenti nell’adeguamento delle tecnologie e nella ricerca della qualità del prodotto. I risultati ottenuti LitoralePontino 16 16 LitoralePontino
Un esempio di innovazione: il prodotto lavato ed asciugato, passa nel “polar wind”, un vero e proprio tunnel che permette agli ortaggi di raggiungere gli effettivi requisiti di raffreddamento e stabilizzazione del prodotto prima del suo confezionamento www.laziodiqualita.it hanno portato al riconoscimento del valore del progetto da parte della Regione Lazio e della Comunità Europea che hanno sostenuto l’azienda con dei finanziamenti. Questo ha permesso a San Lidano di arrivare a presentare al pubblico, all’inizio di luglio il nuovo stabilimento di Sezze: un grande centro di lavorazione di ortaggi che si sviluppa su 4000 mq, altamente tecnologizzato,completamente climatizzato ed automatizzato. Questo imponente centro di lavorazione è studiato al minimo dettaglio per valorizzare e trasmettere la genuinità e la freschezza dei prodotti che i soci vi conferiscono. SEI PRODOTTI PONTINI NEL PROGETTO “AGRICOLTURA “AGRICOLTURA DI QUALITÀ” I prodotti pontini arricchiscono l’elenco delle produzioni tradizionali del Lazio censite nel progetto “Agricoltura di qualità” insieme ad altre venti prelibatezze laziali. Sono in tutto sei le “chicche” pontine il lardo di San Nicola, il pestato di olive di Gaeta, l’arancio biondo di Fondi, la zucchina con il fiore, le mostarde ponzesi e il pane cafone. Il senso del progetto, promosso dall’assessorato regionale all’Agricoltura, Arsial e dalle Aree decentrate dell’agricoltura si pone l’obiettivo di salvaguardare e dare visibilità a quei prodotti che hanno una storia che nelle metodiche di lavorazione rispettano gli insegnamenti della tradizione. Piccole produzioni che però poso esser in grado di conquistare una fetta di mercato sempre più grande e che possono essere simboli della storia e della cultura di una regione. A partire dal lardo prodotto a Cori, con una particolare lavorazione che prevede il lardo aromatizzato con pepe, rosmarino e ginepro pria della salatura, fino ad arrivare alle arance bionde di Fondi, specie autoctona presente solo nell’area pontina. Senza dimenticare le mostarde ponzesi, dolci preparati con vino cotto, semola di grano duro, finocchietto e fichi d’india o il pestato di olive di Gaeta, ottenuto con olio, olive e alici. Il tutto magari accompagnato dal pane cafone di Castelforte cotto nel forno a legna di castagno. 17 LitoralePontino www.laziodiqualita.it Un esempio lampante è rappresentato dalla stabilizzazione termica che precede il confezionamento: il prodotto lavato ed asciugato, passa nel “polar wind”, un vero e proprio tunnel che permette agli ortaggi di raggiungere gli effettivi requisiti di raffreddamento e stabilizzazione del prodotto prima del suo confezionamento. Un modello da seguire dunque, uno stimolo per il settore agricolo pontino per superare una crisi che fino ad ora ha trovato parziale risposta istituzionale solo nel progetto dei “Distretti rurali” ma che ha visto fino ad oggi la mancanza di iniziativa e partecipazione “dal basso”. 17
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