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In fila, lenti e disciplinati, come se ci<br />
fosse una processione religiosa. Ma<br />
li davanti a scandire il ritmo di questo<br />
serpentone di macchine, che da mesi<br />
contraddistingue lo scorrere delle auto<br />
lungo la Flacca, non ci sono immagini<br />
sacre. A fare da metronomo a questa<br />
marcia funebre ci pensano le colonnine<br />
verdi degli autovelox che sono stati<br />
installati dalla fine della primavera.<br />
Alcuni nascosti, altri più visibili. Ci<br />
hanno messo un po’ gli automobilisti<br />
di queste parti a capire che avrebbero<br />
passato mesi a lottare contro queste<br />
colonnine dal flash facile. Basta superare<br />
il limite di velocità di appena cinque<br />
chilometri orari ed ecco che lo<br />
scatto impietoso immortala la targa.<br />
«La Flacca è pericolosa e deve smettere<br />
di mietere vittime ogni anno», questo<br />
in sintesi il motivo che ha spinto gli<br />
amministratori locali ad installare gli<br />
autovelox. Più che giusto porre in essere<br />
strategie per rendere più sicure le<br />
arterie ad alto scorrimento. La cosa<br />
più semplice ed immediata da fare è<br />
abbassare il limite di velocità. Allargare<br />
la carreggiata, ripristinare un man-<br />
6<br />
Quelli<br />
dell’autovelox<br />
di Michele Ruschioni<br />
to stradale migliore e potenziare l’impianto<br />
di illuminazione necessita di<br />
più tempo e maggior fondi. Più facile<br />
cambiare qualche cartello imponendo<br />
velocità più moderate «Qualcuno mi<br />
spieghi perché il Comune di Gaeta ha<br />
messo come previsione di bilancio<br />
svariati milioni di euro che dovranno<br />
essere ricavati dalle multe», le parole<br />
infuocate sono di Salvatore Carta presidente<br />
del Comitato Noi siamo sempre<br />
domani, che sta gestendo tutti i ri-