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Introduzione<br />
Il trattamento endoscopico<br />
del<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia da reflusso gastroesofageo<br />
Riccardo Rosati 1,3 ; Alessandro Repici 2 ; Uberto Fumagalli 1<br />
1 Dipartimento di Gastroenterologia - Unità O<strong>per</strong>ativa di Chirurgia Generale e Mininvasiva<br />
Istituto Clinico Humanitas - IRCCS - Mi<strong>la</strong>no<br />
2 Dipartimento di Gastroenterologia - Endoscopia Digestiva - Istituto Clinico Humanitas - IRCCS - Mi<strong>la</strong>no<br />
3 Università di Mi<strong>la</strong>no<br />
La terapia medica a lungo termine con inibitori del<strong>la</strong> pompa protonica (IPP) e <strong>la</strong> p<strong>la</strong>stica<br />
antireflusso <strong>per</strong> via <strong>la</strong>paroscopica danno risultati sovrapponibili nel controllo del<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia da<br />
reflusso gastro-esofageo (MRGE), con più del 90% di pazienti asintomatici <strong>per</strong> pirosi e rigurgito nel<br />
lungo termine.<br />
Nel corso degli ultimi anni sono stati sviluppati strumenti <strong>per</strong> il trattamento endoscopico del<strong>la</strong><br />
ma<strong>la</strong>ttia da reflusso, con l’intento di control<strong>la</strong>re il reflusso gastroesofageo, limitando gli effetti<br />
col<strong>la</strong>terali e le complicanze del<strong>la</strong> chirurgia <strong>la</strong>paroscopica e del<strong>la</strong> terapia farmacologica a lungo<br />
termine.<br />
La terapia endoluminale del<strong>la</strong> MRGE è nata nel 2000 con l’approvazione, da parte dell’FDA (Food<br />
and Drug Administration), di due metodiche endoscopiche <strong>per</strong> il trattamento del reflusso: <strong>la</strong><br />
“Stretta”, che utilizzava <strong>la</strong> radiofrequenza, e l’”Endochinch”che utilizzava una tecnica di sutura<br />
endoluminale.<br />
Le metodiche che sono state sviluppate <strong>per</strong> il controllo endoscopico del<strong>la</strong> MRGE hanno utilizzato 3<br />
tipi di approccio: <strong>la</strong> terapia iniettiva, <strong>la</strong> radiofrequenza e <strong>la</strong> sutura.<br />
Queste tecniche, benché di interesse offrendo un trattamento mini-invasivo di una patologia ad<br />
alta prevalenza nel<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione generale, sembrano essere in grado di control<strong>la</strong>re i sintomi e<br />
limitare il consumo di IPP, anche se da studi control<strong>la</strong>ti è emerso un significativo effetto p<strong>la</strong>cebo di<br />
queste procedure, ed i risultati in termini di controllo fisiopatologico del<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia non sono risultati<br />
soddisfacenti.<br />
Un vantaggio importante di queste tecniche è rappresentato dal fatto che non sono gravate da<br />
alcuni degli effetti col<strong>la</strong>terali presenti invece dopo <strong>la</strong> p<strong>la</strong>stica antireflusso: <strong>la</strong> disfagia e il gasbloating.<br />
Esiste tuttavia il problema del<strong>la</strong> sicurezza delle procedure endoscopiche, che ha<br />
condizionato il ritiro dal mercato di alcune di esse: ne è esempio l’Enteryx, immessa troppo<br />
rapidamente sul mercato e ritirata precocemente dopo <strong>la</strong> segna<strong>la</strong>zione di alcuni gravi eventi<br />
avversi, con segna<strong>la</strong>zioni di mortalità corre<strong>la</strong>te al<strong>la</strong> iniezione troppo profonda nell’aorta dei<br />
polimeri.<br />
Nelle pagine successive sono riportate le comuni tecniche di correzione endoscopica del reflusso<br />
gastro-esofageo e brevemente commentati i loro risultati.
Stretta<br />
La procedura si basa sull’utilizzo di un dispositivo che ri<strong>la</strong>scia dell’energia come radiofrequenza a<br />
livello cardiale, tramite elettrodi ad ago inseriti nel tessuto musco<strong>la</strong>re giunzionale.<br />
Durante questo processo, viene utilizzata acqua sterile raffreddata <strong>per</strong> irrigare <strong>la</strong> zona, in modo da<br />
mantenere <strong>la</strong> tem<strong>per</strong>atura locale al di sotto dei 50° C e impedire così il danno termico al<strong>la</strong> mucosa.<br />
Il catetere del<strong>la</strong> Stretta viene inserito <strong>per</strong> via transorale su un filo guida e viene posizionato circa 1<br />
cm al di sopra del<strong>la</strong> linea Z. Al<strong>la</strong> sua estremità distale è presente un palloncino sul quale sono<br />
posizionati gli elettrodi ad ago, il quale viene gonfiato in modo che gli aghi vengano inseriti nel<strong>la</strong><br />
musco<strong>la</strong>re del<strong>la</strong> giunzione esofago-gastrica dove poi viene applicata <strong>la</strong> radiofrequenza.<br />
Il meccanismo d’azione del<strong>la</strong> procedura era quello di incrementare <strong>la</strong> pressione dello sfintere<br />
esofageo inferiore, ma i risultati di fisiopatologia post-procedurali non hanno confermato il dato. Il<br />
miglioramento ottenuto sui sintomi è probabilmente da corre<strong>la</strong>rsi a una ridotta sensibilità dei<br />
recettori di sensibilità cardiali, alterati dall’effetto termico del<strong>la</strong> procedura e quindi meno ”sensibili”.<br />
Esistono in letteratura diversi studi randomizzati, di confronto tra gruppi sottoposti al<strong>la</strong> procedura<br />
Stretta e gruppi controllo. Nei pazienti trattati con Stretta è significativo il miglioramento nel<br />
punteggio del<strong>la</strong> pirosi, stabile nel tempo a 6 e 12 mesi. Non vi è invece differenza significativa sul<br />
consumo di antisecretivi e sul<strong>la</strong> <strong>per</strong>centuale di acido in esofago distale al<strong>la</strong> pHmetria/24 ore.<br />
Sono stati segna<strong>la</strong>ti eventi avversi maggiori corre<strong>la</strong>ti al<strong>la</strong> procedura: una prolungata gastroparesi,<br />
2 eventi mortali, (<strong>per</strong> aritmia cardiaca e <strong>per</strong> polmonite da ina<strong>la</strong>zione). Un paziente è stato trattato<br />
con successo mediante una toracotomia dopo <strong>per</strong>forazione esofagea secondaria a un vomito<br />
forzato.<br />
Globalmente, dunque, <strong>la</strong> Stretta si è dimostrata efficace nel ridurre i sintomi da MRGE, nel breve<br />
e medio termine, ma non ha normalizzato l’esposizione esofagea all’acido, ed ha inoltre problemi<br />
di sicurezza.<br />
Endocinch<br />
L’Endocinch è stato il primo sistema di sutura endoscopica disponibile sul mercato. Consente di<br />
posizionare una serie di punti a livello del<strong>la</strong> giunzione esofago-gastrica, creando una plica a livello<br />
cardiale che modifica il passaggio tra stomaco ed esofago e potenzialmente impedisce il reflusso<br />
dallo stomaco in esofago.<br />
Studi randomizzati paziente-controllo hanno documentato a 3 mesi dal<strong>la</strong> procedura endoscopica<br />
una significativa riduzione nell’uso dei IPP, ed un miglioramento in termini di qualità di vita. Non<br />
risulta invece modificata l’esposizione acida in esofago, come indicato al<strong>la</strong> pH metria esofagea/24<br />
ore a 3 e a 12 mesi.<br />
Il fallimento del<strong>la</strong> terapia con Endocinch è da porre in re<strong>la</strong>zione al<strong>la</strong> scomparsa, nel corso del<br />
follow up, del<strong>la</strong> plicatura, con <strong>la</strong> completa <strong>per</strong>dita del<strong>la</strong> sutura endoscopica.
Corre<strong>la</strong>ti al<strong>la</strong> procedura sono stati riportati alcuni eventi avversi: febbre, dolore addominale e più<br />
raramente sanguinamento gastro-esofageo.<br />
Globalmente <strong>la</strong> procedura si è dimostrata efficace nel ridurre <strong>la</strong> sintomatologia da MRGE nel breve<br />
termine, ma non l’esposizione acida in esofago distale; sembra essere sufficientemente sicura ma<br />
i risultati a lungo termine sono poco confortanti, principalmente <strong>per</strong> il deterioramento del<strong>la</strong> sutura<br />
nel tempo.<br />
NDO Surgical Plicator<br />
L’NDO plicator è un dispositivo endoscopico che consente di effettuare delle prese a tutto<br />
spessore del<strong>la</strong> parete gastrica, che producono una apposizione di sierosa a sierosa, creando in<br />
questo modo una p<strong>la</strong>stica stabile, e ricostituendo, con un singolo punto, il meccanismo valvo<strong>la</strong>re in<br />
sede cardiale.<br />
La sede del<strong>la</strong> plicatura è a circa 1 cm dal<strong>la</strong> giunzione esofago-gastrica sul versante gastrico: <strong>la</strong><br />
parete gastrica viene retratta nello strumento mediante un retrattore; le due branche dello<br />
strumento vengono chiuse ri<strong>la</strong>sciando così <strong>la</strong> sutura. Dopo aver rimosso il retrattore resta in sede<br />
<strong>la</strong> sutura che determina <strong>la</strong> formazione di un plica stabile nel<strong>la</strong> parete dello stomaco.<br />
Anche <strong>per</strong> questa procedura esistono studi di confronto tra gruppi sottoposti a plicatura e gruppi<br />
controllo: un ampio studio randomizzato di confronto ha documentato che i pazienti nel gruppo<br />
NDO hanno, a 3 mesi dal<strong>la</strong> procedura, un netto miglioramento dello score GERD-HRQL. Inoltre i<br />
pazienti sottoposti al<strong>la</strong> procedura hanno avuto una riduzione significativa dell’esposizione<br />
esofagea all’acido.<br />
Tuttavia nello studio non c’era corre<strong>la</strong>zione tra esposizione acida in esofago e miglioramento del<br />
questionario GERD-HRQL, rendendo più difficile l’interpretazione del risultato stesso del<strong>la</strong><br />
procedura.<br />
Va citato che esistono diverse segna<strong>la</strong>zioni di eventi avversi maggiori dopo questa procedura:<br />
<strong>per</strong>forazione gastrica, pneumotorace, pneumomediastino e pneumo<strong>per</strong>itoneo, <strong>per</strong>forazione<br />
esofagea; un caso di mortalità occorso diverse settimane dopo <strong>la</strong> procedura è stato considerato<br />
come secondario a polmonite da ina<strong>la</strong>zione.<br />
Dunque l’NDO plicator si è dimostrato efficace nel ridurre i sintomi da MRGE e nel ridurre<br />
l’esposizione acida nell’esofago e l’uso di IPP a 3 mesi in pazienti selezionati; sono stati descritti<br />
eventi avversi maggiori. Non è ancora sufficientemente documentata <strong>la</strong> durata del<strong>la</strong> procedura.<br />
Globalmente le procedure endoscopiche <strong>per</strong> il trattamento del<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia da reflusso sono risultate<br />
o poco efficaci (radiofrequenza) o poco sicure (tecniche iniettive) o poco “pratiche” (suture).<br />
Recentemente è stato introdotto sul mercato un nuovo dispositivo <strong>per</strong> il confezionamento<br />
endoscopico di una p<strong>la</strong>stica antireflusso.
La fundoplicatio transorale senza incisioni (TIF) mediante dispositivo EsophyX ®<br />
L’EsophyX ®<br />
L’EsophyX ® (EndoGastric Solutions, Redmond, WA, USA) è uno strumento che è stato creato <strong>per</strong><br />
realizzare una fundoplicatio antireflusso endoluminale (ELF); mediante questo dispositivo si vuole<br />
realizzare endoscopicamente una valva a tutto spessore a livello del<strong>la</strong> giunzione esofagogastrica<br />
in modo da ripristinarne le caratteristiche di valvo<strong>la</strong> unidirezionale, tramite il posizionamento di<br />
alcune “ancorette” (fastener) che vengono ri<strong>la</strong>sciate nel corso di un'unica introduzione dello<br />
strumento nel<strong>la</strong> cavità gastrica.<br />
Lo strumento funziona retraendo verso il basso una porzione del<strong>la</strong> parete gastrica, ricostituendo<br />
così l’angolo di His; <strong>la</strong> parte di stomaco retratta viene stabilizzata in sede mediante il<br />
posizionamento di ancorette ad ‘‘H’’. Si ottiene in questo modo l’allungamento del<strong>la</strong> valva<br />
gastroesofagea, ripristinandone le caratteristiche di valva antireflusso.<br />
I primi prototipi di questo strumento risalgono al 2006 (CE Mark) e dal 2007 è utilizzato negli USA<br />
(FDA Approval) (Fig. 1).<br />
Lo strumento è composto da una parte distale<br />
Dartico<strong>la</strong>ta chiamata “Tissue Mold” che si retroflette<br />
verso il corpo del dispositivo e sovrappone il “fondo”<br />
gastrico al<strong>la</strong> parete distale esofagea. Quando viene<br />
chiuso trattiene con fermezza all’interno del<br />
dispositivo gli strati di tessuto dello stomaco e<br />
dell’esofago che si vogliono suturare. L’ “helical<br />
retractor” (il retrattore elicoidale) fuoriesce dal<strong>la</strong> parte<br />
distale dello strumento e viene utilizzato <strong>per</strong> esercitare<br />
una presa sul margine del<strong>la</strong> valva gastroesofagea e<br />
<strong>per</strong> retrar<strong>la</strong> verso il basso, reando una plicatura di<br />
una lunghezza fino a 5 cm. La chiusura del<strong>la</strong> ganascia<br />
Fig.1 Dispositivo di seconda generazione<br />
artico<strong>la</strong>bile mantiene in sede <strong>la</strong> plicatura creata in<br />
questo modo tra stomaco e esofago; applicando un<br />
sistema di aspirazione al<strong>la</strong> parte distale dell’EsophyX ® , dove è presente una serie di fori è<br />
possibile, spingendo sul dispositivo solidarizzato all’esofago, ottenere <strong>la</strong> riduzione di piccole ernie<br />
jatali. Il sistema in questo modo (ganascia chiusa e vuoto attivato) è stabile: è così possibile far<br />
avanzare gli “stiletti” dal<strong>la</strong> parte distale del versante esofageo del dispositivo, attraverso le pareti<br />
dell’esofago e del fondo gastrico, facendoli quindi uscire nel<strong>la</strong> cavità gastrica. Lungo questi “stiletti”<br />
vengono spinti i fastener (le “ancorette”) in polipropilene che servono <strong>per</strong> fissare <strong>la</strong> fundoplicatio. A<br />
questo punto si sospende l’aspirazione e si ri<strong>la</strong>sciano <strong>la</strong> ganascia ed il retrattore che vengono<br />
quindi riposizionati in una sede differente, dove i vari passi del<strong>la</strong> procedura vengono ripetuti.<br />
Un manipolo esterno <strong>per</strong>mette di manovrare tutti i componenti interni.
Indicazioni e controindicazioni<br />
L’EsophyX ® è un dispositivo “over the scope”. Viene utilizzato <strong>per</strong> il trattamento del<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia da<br />
reflusso sintomatica: il suo scopo è quello di ridurre le dimensioni del<strong>la</strong> giunzione GE, riducendo<br />
contemporaneamente ernia jatali di dimensione inferiori o uguali a 2 cm.<br />
La metodica viene proposta, all’interno di studi clinici control<strong>la</strong>ti, <strong>per</strong> il trattamento del<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia da<br />
reflusso non complicata in pazienti senza ernia jatale o con ernia riducibile di dimensione inferiore<br />
a 2 cm.<br />
Le controindicazioni al<strong>la</strong> procedura sono rappresentate dal<strong>la</strong> presenza di ernie di dimensioni<br />
maggiori di 2 cm, di ernie di dimensioni inferiori ma non riducibili, di esofagite erosiva grave, di<br />
Barrett lungo o stenosi peptica, di una valva 4 secondo Hill, o di un BMI > 35, o dall’impossibilità a<br />
seguire una dieta o a limitare l’attività fisica <strong>per</strong> 1 mese nel <strong>per</strong>iodo posto<strong>per</strong>atorio, o dal<strong>la</strong><br />
presenza di un restringimento dell’ipofaringe o dell’esofago che non consenta di introdurre<br />
agevolmente un di<strong>la</strong>tatore del calibro di 58 Fr.<br />
Come si effettua <strong>la</strong> procedura<br />
La procedura viene effettuata in anestesia generale, con intubazione orotracheale.<br />
Il paziente viene posizionato in decubito <strong>la</strong>terale sinistro; <strong>la</strong> colonna viene sistemata al<strong>la</strong> testa del<br />
paziente.<br />
L’intervento inizia con l’esame endoscopico con esplorazione dell’anatomia del<strong>la</strong> giunzione<br />
esofago-gastrica.<br />
Nel corso del<strong>la</strong> procedura vengono aspirati i residui di saliva e si effettua <strong>la</strong> misurazione del<strong>la</strong> sede<br />
del<strong>la</strong> linea Z e dei pi<strong>la</strong>stri diaframmatici. Prima di terminare <strong>la</strong> procedura si insuff<strong>la</strong> lo stomaco.<br />
A questo scopo deve essere utilizzato un insuff<strong>la</strong>tore aggiuntivo del tipo generalmente utilizzato<br />
<strong>per</strong> gli interventi <strong>la</strong>paroscopici, che viene settato su una pressione di insuff<strong>la</strong>zione a 15-18 mm Hg<br />
in modalità “high flow”.<br />
Tecnica TIF1<br />
La tecnica inizialmente proposta <strong>per</strong> l’utilizzo del dispositivo era <strong>la</strong> cosiddetta tecnica TIF1 che<br />
prevedeva il posizionamento dei fasteners in modo da creare una valvo<strong>la</strong> gastro-esofagea a<br />
forma di omega dell’ampiezza di circa 220°. (Fig. 2)<br />
I risultati ottenuti con questa tecnica, forse <strong>per</strong> <strong>la</strong> sequenza di applicazione dei punti o <strong>per</strong> <strong>la</strong> loro<br />
sede proprio a livello del<strong>la</strong> giunzione, non sono stati del tutto soddisfacenti in termini di controllo<br />
dell’esposizione acida dell’esofago.<br />
Per migliorare l’efficacia del<strong>la</strong> valva endoscopica è stata quindi introdotta <strong>la</strong> tecnica così detta TIF2<br />
che, almeno in fase s<strong>per</strong>imentale, ha mostrato un significativo miglior controllo dell’esposizione<br />
acida dell’esofago distale.
Nel<strong>la</strong> tecnica iniziale (cosiddetta TIF1 - Transoral Incisionless<br />
Fundoplication) il posizionamento delle ancorette avveniva sul versante<br />
del<strong>la</strong> grande curvatura e continuava poi anteriormente e<br />
posteriormente creando una valva ad omega di 200–300° <strong>per</strong> una<br />
lunghezza di 3-5 cm. La sede di applicazione delle ancorette differenzia<br />
in maniera significativa le due procedure TIF1 e TIF2.<br />
Le ancorette erano applicate circa 2-3 mm caudalmente al<strong>la</strong> giunzione<br />
squamo-colonnare. Il retrattore elicoidale, inserito nello spessore del<strong>la</strong><br />
parete gastrica distalmente al<strong>la</strong> linea Z, veniva utilizzato <strong>per</strong> retrarre 2-3<br />
cm di tessuto all’interno del<strong>la</strong> ganascia pieghevole dello strumento. La<br />
chiusura del<strong>la</strong> ganascia manteneva quindi accostate le due pareti,<br />
giunzione gasroesofagea e parete gastrica, e le ancorette di<br />
polipropilene potevano quindi essere inserite nel loro spessore. Il numero di suture di<br />
polipropilene necessario <strong>per</strong> <strong>la</strong> realizzazione di una valva antireflusso variava tra le 7 e le<br />
8 coppie (14-16 suture).<br />
Tecnica TIF2<br />
Scopo del<strong>la</strong> tecnica TIF2 è di creare una plicatura esofagogastrica di 1-2 cm di lunghezza a livello<br />
dell’angolo anteriore (a ore 1) e a livello dell’angolo posteriore (ore 11) - <strong>la</strong>ddove le ore 12 <strong>per</strong><br />
definizione sono <strong>la</strong> picco<strong>la</strong> curvatura gastrica e le ore 6 <strong>la</strong> grande curvatura) -, creare una<br />
apposizione esofago gastrica di 3-4 cm a ore 4-5 e a ore 7-8 e creare una plicatura di 1 cm sul <strong>la</strong>to<br />
del<strong>la</strong> picco<strong>la</strong> curvatura (dalle 11 all’1), riducendo l’eventuale ernia jatale in modo che <strong>la</strong> giunzione<br />
esofago gastrica sia nel<strong>la</strong> parte distale del<strong>la</strong> fundoplicatio. (Fig. 3)<br />
Dopo l’endoscopia preliminare, l’endoscopio viene inserito nel<br />
dispositivo EsophyX<br />
Fig.3<br />
® ed il sistema viene ben lubrificato con silicone; un<br />
marker adesivo viene applicato sul dispositivo <strong>per</strong> segna<strong>la</strong>re <strong>la</strong> sede del<br />
diaframma.<br />
Il dispositivo viene inserito con il manipolo rivolto verso il basso. Entrati<br />
in cavità gastrica si procede a un visione in retroversione <strong>per</strong> esaminare<br />
<strong>la</strong> giunzione. L’elbow viene orientato verso <strong>la</strong> picco<strong>la</strong> curvatura e quindi<br />
ripiegato. Il primo posizionamento del retrattore elicoidale viene<br />
effettuato alle ore 12, con lo strumento in massima insuff<strong>la</strong>zione.<br />
Durante tale manovra deve essere verificata <strong>la</strong> corretta sede di<br />
posizionamento del dispositivo rispetto al diaframma verificando <strong>la</strong><br />
posizione del marker.<br />
Il dispositivo, dopo aver a<strong>per</strong>to l’elbow, viene ruotato e retratto in modo<br />
da giungere a contatto con il diaframma; viene poi ruotato anteriormente desuff<strong>la</strong>ndo ed<br />
esercitando contemporaneamente una trazione sul retrattore elicoidale. Il tissue mold<br />
viene chiuso e, dopo aver insuff<strong>la</strong>to, vengono posizionati i fastner. Le prime coppie di fastener<br />
vengono posizionate a ore 11 e ore 13; le ulteriori applicazioni vengono effettuate a ore 5 e a ore 7<br />
(3 cm sopra <strong>la</strong> linea Z). (Fig. 4)<br />
Fig.2
Fig. 4 - La morfologia del<strong>la</strong> valvo<strong>la</strong> prima e dopo TIF. La TIF 1 nel<strong>la</strong> riga in alto e <strong>la</strong> TIF 2 in quel<strong>la</strong> in basso.<br />
Le immagini, da sinistra a destra, sono pre confezionamento del<strong>la</strong> valvo<strong>la</strong> (1), al termine del<strong>la</strong> sua creazione in<br />
retroversione (2) e dal versante esofageo (3) e dopo quindici giorni dal suo confezionamento (4).<br />
Dopo <strong>la</strong> procedura<br />
La procedura viene generalmente effettuata nell’ambito di un ricovero ordinario. Il paziente viene<br />
dimesso il giorno successivo dopo un controllo radiologico del transito esofago-gastrico con mdc<br />
idrosolubile.<br />
In genere il paziente si alimenta con dieta morbida <strong>per</strong> 2 settimane <strong>per</strong> poi riprendere<br />
gradualmente una dieta normale.<br />
I risultati<br />
I risultati s<strong>per</strong>imentali e le prime applicazioni cliniche di questo dispositivo, ottenute con <strong>la</strong> tecnica<br />
TIF1, hanno dimostrato che <strong>la</strong> fundoplicatio endoscopica ottenuta con EsophyX ® sembra essere in<br />
grado di migliorare i sintomi del<strong>la</strong> MRGE, con un miglioramento in termini sintomatologici fino<br />
all’80%, anche se l’esposizione esofagea all’acido non sembra essere significativamente<br />
modificata nel follow up a 1 anno.<br />
La tecnica TIF1 inizia centralmente dal <strong>la</strong>to del<strong>la</strong> grande curvature gastrica, procedendo quindi<br />
anteriormente e posteriormente: con questa tecnica, verosimilmente, <strong>la</strong> valve non risulta
sufficientemente aderente all’endoscopio e virtualmente troppo bassa a livello del cardiac,<br />
essendo i fastener alcuni millimetri caudali rispetto al<strong>la</strong> giunzione esofago-gastrica.<br />
Per questo motivo è stata introdotta <strong>la</strong> modifica rappresentata dal<strong>la</strong> tecnica TIF2 che, come detto,<br />
almeno nel<strong>la</strong> s<strong>per</strong>imentazione animale, ha dimostrato un’efficacia su<strong>per</strong>iore nel controllo<br />
dell’esposizione acida dell’esofago. In un recente studio sono stati confrontati i risultati delle 2<br />
tecniche nell’animale da es<strong>per</strong>imento (cane): diversamente dal<strong>la</strong> TIF1, <strong>la</strong> tecnica TIF2 ha<br />
dimostrato condizionare una significativa riduzione dello score di DeMeester. Questa tecnica<br />
prevede che il ri<strong>la</strong>scio dei fastener inizi sul <strong>la</strong>to anteriore e posteriore del<strong>la</strong> parete gastrica in<br />
prossimità del<strong>la</strong> picco<strong>la</strong> curvatura proseguendo quindi centralmente. I fastener sono posizionati<br />
subito sopra <strong>la</strong> giunzione squamocolonnare.<br />
Con questa tecnica viene realizzata una valva più stretta e aderente all’endoscopio.<br />
Sul<strong>la</strong> base di questi risultati sono iniziate, ed attualmente in corso, diverse s<strong>per</strong>imentazioni cliniche<br />
<strong>per</strong> verificare l’efficacia del<strong>la</strong> TIF2 con EsophyX ® nel controllo del<strong>la</strong> MRGE non complicata.
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