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Scarica il romanzo pdf - SG Associati

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Meno male che c’erano i bambini, che la consolavano e le stavano<br />

attorno come i pulcini accanto alla chioccia; quando se li sentiva vicino<br />

Rosa si credeva protetta, pensava che la sua vita non era stata inut<strong>il</strong>e,<br />

e magari a loro sarebbe andata un po’ meglio. Solo con le gemelle<br />

era andata male, erano morte pochi giorni dopo <strong>il</strong> parto, ma perché<br />

erano venute troppo piccole e deboli. C’era poca sostanza nel suo latte,<br />

non abbastanza per due creature.<br />

Rosa voleva bene al suo uomo, benché lui non avesse niente di speciale.<br />

Era sempre brusco con lei, e appena un po’ amorevole coi figli.<br />

Inoltre, come tanti sulle Langhe, Augusto aveva <strong>il</strong> vizio del gioco.<br />

Non era mai arrivato a mangiarsi tutto, ma per <strong>il</strong> gioco si dimenticava<br />

di avere una famiglia da mantenere, si dimenticava dell’onore e perfino<br />

di se stesso; una volta perdette in una sera la paga di un anno di suo<br />

figlio minore che mandava a fare <strong>il</strong> servitore nei Roeri, davanti al<br />

ragazzo che ingoiava le lacrime dell’um<strong>il</strong>iazione e gli ripeteva, pa’,<br />

smett<strong>il</strong>a e andiamo a casa, non è serata, mentre Augusto spavaldo per<br />

aver troppo bevuto lo minacciava, lasciami stare, son tuo padre sono io<br />

che comando.<br />

Rosa dovette spesso andare con la testa bassa al negozio di alimentari<br />

di Manera per chiedere la roba a credito, e in sovrappiù sentirsi dire<br />

che se suo marito passava le nottate all’osteria era colpa sua che non<br />

lo sapeva tenere a casa.<br />

L’aveva conosciuto a ventinove anni, quando si cominciava a mormorare<br />

che nessuno l’avrebbe più chiesta in moglie. Lui ne aveva trentadue,<br />

era già vedovo con un bambino piccolo e bellissimo, un moretto<br />

che avrebbero allevato solo per farlo scannare dalla patria nella campagna<br />

di Russia.<br />

Ma in quell’estate del 1937 Rosa per fortuna non poteva saperlo.<br />

Il bimbo le era piaciuto subito. Aveva gli occhi neri e l’aria sveglia, ma<br />

gent<strong>il</strong>e e delicata, e nei primi mesi dopo <strong>il</strong> matrimonio le aveva dato<br />

molto conforto, un perno intorno a cui organizzare <strong>il</strong> suo nuovo ritmo<br />

di donna maritata.<br />

Augusto non era interessato a lei come persona, l’aveva conquistata<br />

per <strong>il</strong> gusto, perché era bella, ingenua, e così arrendevole e dolce da<br />

rasentare <strong>il</strong> masochismo. Forte come una cavalla da tiro, alta persino<br />

più di lui, coi capelli neri e lunghi fino alla cintura e <strong>il</strong> portamento da<br />

regina, aveva gli occhi trasognati di bambina che sarebbe stata curiosa<br />

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