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CARBONIO - Alexis Carrel

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<strong>Alexis</strong><br />

<strong>CARBONIO</strong><br />

CARREL<br />

Lo scopo di questa ricerca è stato l'osservazione<br />

di tre sostanze naturali, grafite<br />

diamante e fullerite, definite forme allotropiche<br />

del carbonio. In natura si presentano<br />

con colore, lucentezza, densità, durezza<br />

e abiti cristallini diversi. Sapendo che le<br />

proprietà chimico-fisiche di una sostanza<br />

dipendono dalla disposizione nello spazio<br />

degli atomi, abbiamo indagato come gli atomi<br />

di carbonio si legano tra loro per formare<br />

queste diverse strutture.<br />

Definizione di allotropia: proprietà di alcuni<br />

elementi chimici di combinare i propri atomi<br />

in due o più forme diverse, che si distinguono<br />

per la struttura molecolare o cristallina.<br />

Carbonio<br />

<strong>CARBONIO</strong><br />

<strong>CARBONIO</strong><br />

L’essenziale è invisibile agli occhi<br />

a. Diamante b. Grafite c. Fullerene d. Nanotubi<br />

a b c d<br />

<strong>CARBONIO</strong> L’essenziale è invisibile agli occhi 1 carbonio<br />

Diamante<br />

Grafite


<strong>Alexis</strong><br />

<strong>CARBONIO</strong><br />

CARREL<br />

<strong>CARBONIO</strong><br />

Elemento chimico di simbolo C e numero atomico 6, appartenente<br />

al gruppo IVA (o 14) della tavola periodica. È<br />

il costituente fondamentale di tutti i composti organici e di<br />

alcuni inorganici , e riveste quindi un ruolo molto importante<br />

nella vita degli organismi viventi.<br />

Il carbonio ha la proprietà unica di combinarsi con se<br />

stesso per formare catene di atomi e anelli estremamente<br />

complessi. Per questo motivo esiste un numero idealmente<br />

infinito di suoi composti, tra cui i più comuni sono<br />

quelli che contengono carbonio e idrogeno. I primi<br />

composti di carbonio furono identificati in organismi viventi<br />

all’inizio del XIX secolo.<br />

Il carbonio è poco reattivo a temperatura ambiente, ma a<br />

temperature elevate reagisce facilmente con molti metalli<br />

per formare i carburi, e con l’ossigeno per formare il monossido<br />

di carbonio (CO) e il diossido di carbonio, (CO2).<br />

Rappresenta lo 0,025% della crosta terrestre sotto forma<br />

di carbonati.<br />

Il diossido di carbonio è un importante costituente dell’atmosfera<br />

ed è la fonte di carbonio più importante per<br />

gli organismi viventi. Nel processo di fotosintesi, le piante<br />

trasformano diossido di carbonio in composti organici<br />

complessi, che vengono successivamente utilizzati<br />

da altri organismi.<br />

Carbonio<br />

Aragonite<br />

<strong>CARBONIO</strong> L’essenziale è invisibile agli occhi 2 carbonio<br />

Calcite


<strong>Alexis</strong><br />

CARREL<br />

Applicazioni scentifiche<br />

Oltre alle numerose applicazioni industriali, il carbonio ha<br />

importanza anche nel settore scientifico. Nel 1961 l’isotopo<br />

più comune, il carbonio 12, fu scelto per sostituire l’ossigeno<br />

16 come standard per i pesi atomici.<br />

Gli isotopi di peso atomico 13 e 14 sono largamente usati<br />

come traccianti isotopici nella ricerca biochimica. Il carbonio<br />

14, noto anche come radiocarbonio, è un isotopo<br />

radioattivo che viene prodotto in continuazione nell’atmosfera<br />

per cattura dei neutroni della radiazione cosmica da<br />

parte dei nuclei di azoto; è incorporato in tutti gli organismi<br />

viventi e quando questi muoiono, il contenuto di carbonio<br />

14 decresce, con tempo di dimezzamento di circa<br />

5730 anni. L’analisi del rapporto tra carbonio 12 e 14 presente<br />

in un organismo rappresenta la base del cosiddetto<br />

metodo di datazione al radiocarbonio, che permette la stima<br />

dell’età dei fossili e di altri materiali organici.<br />

L’acciaio che costituisce il più importante prodotto della siderurgia<br />

è una lega di Fe e C caratterizzata da quantità<br />

di carbonio inferiore a 1,9 %; leghe con tenore superiore<br />

di carbonio prendono il nome di ghisa.<br />

Allo stato amorfo il carbonio si trova, in vari gradi di purezza,<br />

nel carbone, nel coke, nel nero di gas e nel nerofumo.<br />

Per lungo tempo è stato usato come pigmento nero<br />

negli inchiostri e nelle vernici, ma attualmente è stato sostituito<br />

dal nerofumo, composto da particelle più sottili e ottenuto<br />

dalla combustione incompleta del gas naturale. Il nerofumo<br />

è utilizzato come stucco e come rinforzante nell’industria<br />

della gomma.<br />

<strong>CARBONIO</strong> L’essenziale è invisibile agli occhi 3 carbonio


<strong>Alexis</strong><br />

<strong>CARBONIO</strong><br />

CARREL<br />

GRAFITE<br />

La grafite è costituita esclusivamente da carbonio nella<br />

sua forma più stabile, in cui gli atomi sono disposti<br />

ai vertici di unità esagonali legate in modo da creare<br />

piani paralleli. Si presenta come masse fogliacee o<br />

laminette sparse, di colore nero opaco, a volte a contorni<br />

esagonali e con fitte striature. È ampiamente distribuita<br />

nel mondo: i più importanti giacimenti si trovano<br />

in Inghilterra, Messico, Sri Lanka, Canada, Stati Uniti<br />

e in Italia in Val Chisone, Val Bormida (Piemonte) e in<br />

Calabria.<br />

<strong>CARBONIO</strong> L’essenziale è invisibile agli occhi<br />

Grafite<br />

Ambiente di formazione<br />

In natura si forma in rocce metamorfiche di alto grado come<br />

prodotto finale della carbonizzazione di sostanze<br />

organiche. Viene anche prodotta artificialmente: il processo<br />

di “grafitizzazione” consiste nel riscaldamento per 11-<br />

13 settimane a 950 °C di una miscela di derivati del petrolio<br />

e del carbone, e nel successivo trasferimento del prodotto<br />

di questa cottura in forni elettrici dove viene tenuto<br />

a 2800 °C per 4-5 settimane.<br />

4<br />

grafite


<strong>Alexis</strong><br />

CARREL<br />

Proprietà chimico-fisiche<br />

La grafite è nera e opaca con lucentezza submetallica, con<br />

lo striscio si ottiene polvere nero-grigia; inoltre al tatto risulta<br />

untuosa, scivolosa e molto leggera. È estremamente<br />

morbida (nella scala di Mohs la durezza varia tra 1<br />

e 2), e quindi può essere scalfita da qualunque materiale.<br />

È perfettamente sfaldabile in piani paralleli, infusibile<br />

e insolubile. È l’unico non-metallo che conduce bene l’ elettricità,<br />

ma non il calore.<br />

Applicazioni<br />

L’impiego industriale della grafite riguarda molteplici<br />

settori: è utilizzata per gli elettrodi dell’industria<br />

elettrochimica, per forni elettrici<br />

destinati ad altissime temperature, per l’indurimento<br />

dell’acciaio,come lubrificante (talvolta<br />

mescolata a grasso, oli o acqua) in vernici industriali<br />

e per la realizzazione di mine per le matite.<br />

È anche impiegata come moderatore nei reattori nucleari:<br />

quando è estremamente pura riesce infatti a rallentare,<br />

senza catturarli, i neutroni generati nel processo<br />

di fissione nelle reazioni nucleari.<br />

La mina di una matita è costituita da un impasto di<br />

grafite e argilla e lascia una traccia che può essere cancellata<br />

con facilità. La durezza della mina dipende dalla<br />

proporzione di grafite rispetto all’argilla: maggiore è<br />

la quantità di grafite, più morbida è la matita e più scura<br />

la traccia. Nel 1812 lo statunitense William Monroe<br />

inventò un procedimento grazie al quale l’impasto trafilato<br />

di grafite e argilla poteva essere racchiuso tra due pezzi<br />

di legno di cedro.<br />

<strong>CARBONIO</strong> L’essenziale è invisibile agli occhi 5 grafite


<strong>Alexis</strong><br />

<strong>CARBONIO</strong><br />

CARREL<br />

DIAMANTE<br />

Il diamante è un minerale costituito esclusivamente da carbonio.<br />

Pur avendo la stessa composizione chimica della<br />

grafite, possiede proprietà chimico-fisiche profondamente<br />

diverse, dovute alla differente struttura cristallina in<br />

cui sono disposti gli atomi. Nel diamante ogni atomo di carbonio<br />

si lega attraverso legami covalenti ad altri quattro,<br />

posti in una struttura tetraedrica mediante legami singoli<br />

con ibridazione sp 3 . In natura si presenta in cristalli normalmente<br />

ottaedrici e rombododecaedrici, ma non sono<br />

rari anche cristalli arrotondati distorti o geminati.<br />

Splendidi cristalli si trovano nelle kimberliti del Sudafrica<br />

e della Yacuzia (URSS), nei giacimenti del Canada, nella<br />

Repubblica Domenicana, e in Congo.<br />

Diamante<br />

Ambiente di formazione<br />

L’esatto meccanismo di formazione dei diamanti è ancora<br />

in fase di studio, è certo però che sono necessarie<br />

condizioni estreme di temperatura e pressione<br />

affinchè il carbonio possa cristallizzare in questa forma.<br />

Probabilmente i diamanti si sono prodotti nell’ambito di<br />

rocce fuse, a 150-200 km di profondità e in presenza di<br />

pressioni prossime a 50.000 atm.<br />

<strong>CARBONIO</strong> L’essenziale è invisibile agli occhi 6 diamante


<strong>Alexis</strong><br />

CARREL<br />

Proprietà chimico-fisiche<br />

È il minerale più duro che esista (nella scala<br />

di Mohs è pari a 10). I diamanti esibiscono<br />

un’ampia variabilità di trasparenza e colore, causata<br />

dalla presenza di tracce di diversi elementi,<br />

inoltre tutte le pietre di interesse gemmologico<br />

sono trasparenti. Due importanti caratteristiche<br />

del diamante sono la lucentezza e il fuoco,<br />

determinati dall’indice di rifrazione e dalla dispersione,<br />

che sono più alte per il diamante che per<br />

qualunque altra pietra naturale trasparente e incolore.<br />

I diamanti non tagliati non sono brillanti ma le stesse<br />

pietre, una volta tagliate, presentano una caratteristica<br />

ed elevata lucentezza, detta adamantina.<br />

L’effetto dell’alta dispersione è quello di separare le componenti<br />

colorate della luce bianca, in modo tale da fare<br />

scintillare la pietra.<br />

1 2 3 4 5 6 7 8 9<br />

1. Talco<br />

2. Gesso<br />

3. Calcite<br />

4. Spatofluoro<br />

5. Apatite<br />

6. Fedelspato<br />

7. Quarzo<br />

8. Topazio<br />

9. Corindone<br />

10. Diamante<br />

Applicazioni<br />

L’uso industriale del diamante è legato alle sue caratteristiche<br />

di durezza, infatti può essere usato per lucidare, tagliare<br />

o abradere qualsiasi materiale compresi altri diamanti.<br />

Le varietà incolori o ben colorate costituiscono le<br />

note pietre preziose.<br />

Diamanti celebri. Il più grande di tutti quelli conosciuti<br />

è il Cullinan, scoperto in Sudafrica nel 1905 e offerto<br />

al re Edoardo VII. Pesava 3106 carati (1 carato equivale<br />

a 0,2 g) prima di essere tagliato, con il taglio, furono<br />

prodotte 105 gemme del peso complessivo di 1063 carati.<br />

Invece il secondo più grande diamante tagliato<br />

esistente, a forma di goccia, è chiamato Star of Africa,<br />

pesa 530,2 carati ed è incastonato nello scettro<br />

reale d’Inghilterra.<br />

<strong>CARBONIO</strong> L’essenziale è invisibile agli occhi 7 diamante<br />

10


<strong>Alexis</strong><br />

<strong>CARBONIO</strong><br />

CARREL<br />

IBRIDIZZAZIONE<br />

Il carbonio ha configurazione elettronica normale o stato<br />

fondamentale 1s2 2s2 2p2 e sembrerebbe pertanto<br />

divalente, avendo solo due elettroni spaiati negli orbitali<br />

p. In realtà è tetravalente in quasi tutti i composti<br />

tranne nel monossido di carbonio, CO.<br />

Z= 6 C: 1s2; 2s2; 2p2<br />

Nella configurazione normale gli angoli formati tra gli<br />

orbitali “p” misurano sempre 90°, in quanto gli assi x,<br />

y e z sono tra di loro ortogonali. Di conseguenza px è<br />

perpendicolare a py e, nello stesso tempo, anche a pz.<br />

La configurazione normale, tuttavia, viene meno nella<br />

maggior parte dei composti del carbonio dove gli orbitali<br />

si ibridizzano rimescolandosi tra loro. Per poter<br />

creare legami covalenti con altri atomi, il carbonio ,<br />

infatti, deve inizialmente passare allo stato eccitato “promuovendo”<br />

un elettrone dall’orbitale 2s nell'orbitale 2p<br />

vuoto (eccitazione), così da assumere una configurazione<br />

elettronica esterna di tipo: 2s 2p3.<br />

GRAFITE e FULLERENE:<br />

ibridazione sp 2<br />

Ibridizzazioni<br />

Nell'ibridazione sp 2 il carbonio ha<br />

angoli di 120° tra gli orbitali. In<br />

questo caso si formano tre orbitali<br />

sp e un orbitale p in verticale. La<br />

grafite è costituita da molti piani<br />

poco compatti formati da varie<br />

molecole di carbonio unite insieme<br />

con un legame singolo e uno<br />

doppio . Il fullerene è formato da<br />

12 pentagoni e 20 esagoni in cui<br />

ogni atomo di carbonio si lega ad<br />

altri tre tramite un doppio legame<br />

e due singoli.<br />

DIAMANTE:<br />

ibridazione sp 3<br />

In questo tipo di ibridazione un<br />

elettrone del livello 2s passa al livello<br />

2p che poi, ricombinandosi con<br />

l’orbitale s formano quattro orbitali<br />

ibridi isoenergetici sp 3 . Questi orbitali<br />

hanno forma lobata molto simile a<br />

quella degli orbitali 2p e sono posti ad<br />

un angolo di 109° 27’ l’uno dall’altro.<br />

<strong>CARBONIO</strong> L’essenziale è invisibile agli occhi 8 ibridazioni


<strong>Alexis</strong><br />

<strong>CARBONIO</strong><br />

CARREL<br />

FULLERENE<br />

Nel 1985 fu assegnato il premio nobel per la chimica ad<br />

Harold Kroto per la scoperta dei fullereni buckyball,<br />

l’unica forma finita del carbonio; le altre due, diamante<br />

e grafite, sono infatti reticoli infiniti.<br />

Il suo nome si deve all’architetto Buckminster Fuller, che progettava<br />

abitazioni a forma di cupola geodetica, basata<br />

su pentagoni ed esagoni. Infatti la forma del fullerene, simile<br />

a quella di un pallone da calcio, è costituita da 12<br />

pentagoni e 20 esagoni, in cui ciascun pentagono è<br />

circondato da 5 esagoni.<br />

Ogni atomo di carbonio che costituisce la struttura del fullerene,<br />

si lega ad altri 3 atomi di carbonio (ibrid. Sp 2 ), da<br />

un doppio legame covalente e due legami singoli.<br />

CARATTERISTICHE GENERALI<br />

Formula bruta o molecolare C60<br />

Massa molecolare (u) 720,66<br />

Aspetto polvere grigia<br />

Numero 99685-96-8<br />

PROPRIETÀ CHIMICO-FISICHE<br />

Densità (g/cm3 , in c.s.) 1<br />

Fullerene<br />

<strong>CARBONIO</strong> L’essenziale è invisibile agli occhi 9 fullerene


<strong>Alexis</strong><br />

CARREL<br />

Proprietà chimico-fisiche<br />

Le proprietà chimiche e fisiche dei fullereni sono stati<br />

importanti oggetti di studio, sia nei laboratori di<br />

ricerca puri che applicati.<br />

Il fullerene presenta diversi ambiti di impiego:<br />

In medicina: legando specifici antibiotici alla loro<br />

struttura è possibile abbattere le resistenze dei batteri<br />

o perfino colpire cellule cancerogene. Alcuni<br />

scienziati dell’università di San Francisco e Santa Barbara<br />

mirano a utilizzare la molecola di fullerene per inibire<br />

l’azione dell’enzima responsabile della riproduzione<br />

del virus dell’HIV.<br />

Come lubrificante: le sue sfere possono ruotare tra due<br />

superfici riducendo l’attrito.<br />

In Medicina nucleare: Il fullerene può essere usato<br />

per immagini mediche e per la cura del cancro. Gli anticorpi,<br />

legati alla buckyball, possono trasportare gli atomi<br />

radioattivi fino alle cellule tumorali da trattare. Per<br />

le immagini mediche, al paziente verrà immessa una dosa<br />

minore di traccianti radioattivi, in quanto, se contenuti<br />

all’interno della gabbia di fullerene, si previene<br />

che possano interagire con il corpo, in particolare<br />

con il sistema immunitario.<br />

In elettronica: Inserendo 3 atomi di metallo nella<br />

struttura del fullerene, questo assume proprietà<br />

che vanno da quelle magnetiche a quelle di semiconduttore.<br />

Si possono inserire metalli con proprietà<br />

ottiche come la fluorescenza e si può usare per<br />

amplificare le applicazioni delle fibre ottiche.<br />

<strong>CARBONIO</strong> L’essenziale è invisibile agli occhi 10 fullerene


<strong>Alexis</strong><br />

<strong>CARBONIO</strong><br />

CARREL<br />

NANOTUBI<br />

Inanotubi sono strutture di carbonio scoperte, quasi per caso,<br />

nel 1991 dal giapponese Sumio Iijima nei laboratori<br />

della Nec. Furono ottenute facendo scoccare una scintilla<br />

in vapori di carbonio, che si condensavano in minuscoli<br />

aghi. A fortissimo ingrandimento, gli aghi si rivelarono<br />

tubicini inseriti uno nell’altro chiusi alle estremità da<br />

semisfere di fullerene (per questo vengono chiamati emifullereni).<br />

Si conosce l’esistenza di 2 tipologie di nanotubi:<br />

SWNT (Single Wall Nano Tubes) e MWNT (Multi<br />

Wall Nano Tubes). Per sintetizzare un nanotubo di carbonio<br />

occorrono la contemporanea presenza di una sorgente<br />

e di un catalizzatore metallico(ferro, cobalto e nichel).<br />

Per innescare la crescita del nanotubo il catalizzatore metallico,<br />

posto su un apposito supporto, viene ricoperto da<br />

un film emisferico di carbonio. Il carbonio tende a diffondersi<br />

nel catalizzatore e una volta raggiunto il supporto,<br />

dà inizio alla crescita della struttura.<br />

Nanotubi<br />

Proprietà chimico-fisiche<br />

Le proprietà di un manufatto dipendono da numerosi fattori,<br />

tra i quali i più importanti sono la forza dei legami atomo-atomo<br />

del materiale costruttivo e l’assenza di difetti strutturali<br />

nel reticolo cristallino. Per portare a rottura un nanotubo<br />

di carbonio, privo di difetti, occorre spezzare tutti i legami<br />

covalenti carbonio-carbonio che lo compongono, che<br />

sono i legami più forti conosciuti in natura. Da questo consegue<br />

che una fibra costituita da nanotubi di carbonio è<br />

non solamente la più resitente mai fatta, ma addirittura la<br />

più resistente che sia possibile fare.<br />

I nanotubi, sono molto flessibili e possono essere ripiegati<br />

fini a circa 90° senza rompersi.<br />

<strong>CARBONIO</strong> L’essenziale è invisibile agli occhi 11 nanotubi


<strong>Alexis</strong><br />

<strong>CARBONIO</strong><br />

CARREL<br />

Nanotecnologie<br />

NANOTECNOLOGIE<br />

La scoperta dei nanotubi e del fullerene hanno dato di<br />

fatto il via alle nanotecnologie.<br />

Grazie alle loro piccole dimensioni e alle loro proprietà<br />

di resistenza meccanica i nanotubi possono essere<br />

utilizzati per applicazioni di alto livello, come quelle di<br />

sonda per microscopi a effetto tunnel.<br />

Un gruppo di fisici dell’università di Berkley è riuscito ad<br />

utilizzare un MWNT come se fosse un tubo telescopico;<br />

un nanotubo di questo tipo potrebbe essere usato come<br />

“nano-molla” o “nano-ammortizzatore” in una<br />

macchina di dimensioni nanometriche.<br />

Diametro di un capello 100.000 nm<br />

Globulo rosso 3.000nm<br />

Batterio E. coli 500nm<br />

Connessioni nel Pentium 4 130nm<br />

Virus epatite C 50nm<br />

Larghezza del DNA 2nm<br />

Diametro di un nano tubo 1nm<br />

Diametro del fullerene 0,7 nm<br />

Atomo di idrogeno 0,1 nm<br />

Dalla microelettronica alla Nanoelettronica<br />

I nanotubi hanno dimostrato delle sorprendenti proprietà<br />

di conduttività che cambiano a seconda della loro<br />

geometria. In determinate condizioni, gli elettroni possono<br />

passare all’interno del nanotubo senza scaldarlo.<br />

Queste proprietà rendono i nanotubi molto interessanti<br />

per lo sviluppo di “nanocavi” o “cavi quantici”<br />

che potrebbero sostituire il silicio nel campo dei materiale<br />

per l’elettronica o nel campo delle celle solari.<br />

Altro possibile impiego grazie a queste proprietà di conduzione<br />

è il loro uso come cannoni elettronici per la produzione<br />

di schermi al plasma ad altissima definizione.<br />

<strong>CARBONIO</strong> L’essenziale è invisibile agli occhi 12 nanotec


<strong>Alexis</strong><br />

CARREL<br />

Adsorbimento di gas e capillarità<br />

Grazie alla loro forma tubolare, i nanotubi mostrano delle<br />

forti proprietà di capillarità, e il loro grande rapporto<br />

superficie/peso li rende teoricamente ideali per l’adsorbimento<br />

dei gas, in particolare dell’idrogeno in vista<br />

di un suo possibile uso nelle “celle a combustibile”.<br />

Somministrazione farmaci<br />

È stato scoperto recentemente che hanno una notevole<br />

affinità per le cellule endoteliali costituenti<br />

delle pareti interne dei vasi sanguigni, bersaglio<br />

importante per impedire la crescita delle<br />

cellule tumorali. L’uso di nano molecole, o nano<br />

particelle risulta l’applicazione più promettenti<br />

per la somministrazione mirata di sostanze terapeutiche.<br />

La veicolazione ha due scopi principali diminuire<br />

la tossicità e migliorare la penetrazione nella cellula.<br />

Le nano particelle permettono di trasportare i farmaci<br />

al sito della malattia.<br />

Altri possibili utilizzi<br />

Raddoppiare l’accuratezza delle radiografie.<br />

Biosensore in grado di rilevare immediatamente livelli<br />

anche molto bassi di Salmonella Typhi, in quanto attivano<br />

un sensore elettrico quando entrano in contatto<br />

con l’agente patogeno.<br />

<strong>CARBONIO</strong> L’essenziale è invisibile agli occhi 13 nanotec

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