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Matematica e architettura - Alexis Carrel

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Curve in matematica<br />

E’ relativamente facile disegnare una curva: gli artisti lo fanno continuamente e gli architetti<br />

le usano per progettare quegli edifici che vogliono seguire delle forme sinuose. Le curve<br />

però non sono solo un elemento estetico. Esse hanno proprietà che le rendono spesso<br />

essenziali per la riuscita di un progetto.<br />

Ma alla domanda su che cosa sia una curva tuttavia non è facile rispondere.<br />

I Greci avevano chiamato curve piane quelle che<br />

potevano essere costruite con riga e compasso, curve<br />

solide le sezioni coniche e curve lineari tutte le altre,<br />

quali la concoide, la spirale, la squadratrice e la<br />

cissoide. Le curve lineari venivano chiamate dai<br />

Greci anche meccaniche perché era necessario un<br />

qualche speciale meccanismo per costruirle.<br />

Cartesio con l’introduzione della geometria analitica<br />

elimina la costruibilità con riga e compasso di una<br />

curva come criterio di esistenza e afferma che sono<br />

curve geometriche quelle che possono essere espresse<br />

da un’unica equazione algebrica.<br />

Nella geometria analitica una curva può essere descritta mediante:<br />

Ampliando il concetto di curve ammissibili, Cartesio<br />

compì•un equazione passo fondamentale: cartesiana: è un’equazione non soltantoche ridiede lega tra loro le coordinate x e y del generico punto della<br />

cittadinanza curva. a curve Se l’equazione in passato è polinomiale, respinte, mailallargò suo grado definisce l’ordine della curva. Aggiungendo una<br />

l’intero campo terza variabile delle curve z a xperché, e y si hanno data una curve qualsiasi nello spazio<br />

equazione • equazione algebrica parametrica: a due le incognite, coordinate è cartesiane possibile x e y del generico punto della curva sono espresse in<br />

trovare funzione la curva di corrispondente un parametro variabile in un sistema t. di<br />

riferimento • Equazione di assipolare: cartesiani, la posizione e ottenere del così generico curvepunto<br />

P della curva è specificata assegnando la sua<br />

completamente distanzanuove, r da uncome punto adfisso esempio O (ille polo) cubiche. e l’angolo q formato da OP con una semiretta di origine O.<br />

In base alla loro equazione cartesiana, le curve possono essere classificate in:<br />

• Curve algebriche: nella loro equazione compaiono solo operazioni di tipo algebrico (addizione,<br />

sottrazione, moltiplicazione, divisione, elevamento a potenza)<br />

• Curve trascendenti: nella loro equazione compaiono operazioni trascendenti (logaritmo,<br />

esponenziale, funzioni goniometriche).<br />

Con la nascita dell’analisi fu reso necessario non<br />

solo l’ampliamento del concetto di funzione ma<br />

anche la costruzione di funzioni molto particolari<br />

quali le funzioni continue ma non derivabili. La<br />

conseguenza di questo è il fatto che curve che<br />

rappresentano tali funzioni non ammettono retta<br />

tangente in ogni suo punto, se non in alcuno (ad<br />

esempio la funzione di Weierstrass)!<br />

Si ripropose il problema di definire cosa sia una<br />

curva.<br />

Nel 1887 il matematico Jordan diede una definizione<br />

di curva: è l’insieme di punti rappresentati da<br />

funzioni continue x=f(t) e y=g(t) per t 0 ≤t≤t 1 con<br />

f(t)≠f(t’) se t≠t’ e con f(t 0 )=f(t 1 ); ovvero curve<br />

“semplici” (cioè che non si incrociano) e “chiuse”<br />

(cioè non hanno inizio né fine).<br />

Nel 1890 l’italiano Giuseppe Peano fece scalpore<br />

dimostrando che, in base alla definizione di Jordan,<br />

un quadrato pieno può essere considerato una<br />

curva: egli infatti riuscì a disporre i punti di un<br />

quadrato in modo che fossero tutti “rappresentati”<br />

0


Le Coniche<br />

Apollonio, vissuto tra il III e il II secolo a. C., definisce la conica come intersezione di un<br />

cono fisso e un piano secante ad inclinazioni diverse.<br />

Se il piano è perpendicolare all’asse del<br />

cono si ottiene una circonferenza<br />

Se il piano è parallelo rispetto all’asse del<br />

cono si ottiene un’ iperbole<br />

Se il piano è inclinato rispetto all’asse del<br />

cono si ottiene un’ellisse<br />

Se il piano è inclinato rispetto all’asse<br />

del cono si ottiene una parabola<br />

In un piano, fissati una retta l e un punto F non appartenente alla retta l ,le coniche<br />

possono essere definite con luoghi geometrici : esse infatti rappresentano l’insieme di tutti<br />

e soli i punti P tali che il rapporto tra la distanza di P da F con la differenza di P da d sia<br />

costante; ovvero detto D la proiezione di P su l si ha:<br />

• Se 0 < e < 1 la conica risulterà essere<br />

un’ellisse<br />

• Se e = 1 la conica risulterà una parabola<br />

• Se e > 1 a conica risulterà un iperbole<br />

1


La Circonferenza<br />

Definizione<br />

La circonferenza è il luogo geometrico di<br />

tutti e soli i punti che equidistano da un<br />

punto dato detto centro. Tale distanza r è<br />

chiamata raggio della circonferenza.<br />

Equazione Cartesiana<br />

Rispetto ad un sistema di riferimento<br />

cartesiano la cui origine coincide con il<br />

centro della circonferenza l’equazione<br />

della circonferenza é:<br />

x<br />

2<br />

y<br />

2<br />

r<br />

2<br />

Equazione parametrica<br />

x r cost<br />

y<br />

r<br />

sent<br />

Equazione polare<br />

=r<br />

Definizione<br />

L’ellisse è il luogo geometrico di tutti e soli i punti per i<br />

quali la somma delle distanza da due punti fissi detti<br />

fuochi, è costante.<br />

L’Ellisse<br />

Equazione cartesiana<br />

Rispetto ad un sistema di riferimento<br />

cartesiano i cui assi coincidono con<br />

gli assi di simmetria della curva,<br />

l’equazione é:<br />

x<br />

a<br />

2<br />

2<br />

Equazione parametrica<br />

x<br />

y<br />

1 t<br />

t b<br />

1<br />

a<br />

t<br />

2<br />

2<br />

Equazione polare<br />

2<br />

y<br />

b<br />

2<br />

2<br />

1<br />

a<br />

2 2<br />

a sen<br />

2<br />

b<br />

b<br />

2<br />

2<br />

cos<br />

2<br />

Proprietà<br />

Il raggio riflesso di un raggio uscente da<br />

uno dei due fuochi passa per l’altro<br />

fuoco.<br />

2


La Parabola<br />

Definizione<br />

La parabola è il luogo geometrico di tutti e soli i<br />

punti che equidistano da un punto F, detto fuoco,<br />

e da una retta d, detta direttrice.<br />

Equazione cartesiana<br />

Rispetto ad un sistema di riferimento cartesiano il<br />

cui asse delle ordinate e l’origine coincidono<br />

rispettivamente con l’asse di simmetria della curva<br />

e con il vertice della parabola, l’equazione è:<br />

2<br />

y ax<br />

dove a è uguale a 1/4c con c uguale alla<br />

semidistanza tra fuoco e direttrice.<br />

Equazione parametrica<br />

x<br />

t<br />

2<br />

y at<br />

Equazione polare<br />

sen<br />

a<br />

2<br />

cos<br />

Proprietà<br />

Il raggio riflesso di un raggio che incide su uno specchio<br />

parabolico in direzione parallela all’asse della parabola<br />

passa per il fuoco.<br />

L’Iperbole<br />

Definizione<br />

L’iperbole è il luogo di tutti e soli i punti per i quali è<br />

costante il modulo della differenza delle distanze da<br />

due punti detti fuochi.<br />

Equazione cartesiana<br />

Rispetto ad un sistema di riferimento cartesiano i<br />

cui assi coincidono con gli assi di simmetria della<br />

curva, l’equazione è:<br />

2 2<br />

x y<br />

1<br />

2 2<br />

a b<br />

dove a è il semiasse trasverso e b è il semiasse non<br />

trasverso.<br />

Equazione polare<br />

x<br />

y<br />

1 t<br />

t b<br />

1<br />

a<br />

t<br />

2<br />

2<br />

Equazione parametrica<br />

2<br />

2<br />

a<br />

2<br />

b<br />

Proprietà<br />

2 2<br />

a sen<br />

2 2<br />

b cos<br />

Un raggio uscente da un fuoco si riflette sulla superficie di sezione iperbolica lungo la retta che<br />

proviene dall’altro fuoco.<br />

3


Circonferenza nell’<strong>architettura</strong><br />

La storia dell’arco parte dal sistema trilitico, elemento architettonico composto da due elementi verticali, i<br />

piedritti e un elemento orizzontale, l’architrave. La grande limitazione del sistema trilitico è non poter<br />

sopportare un peso troppo elevato, perchè altrimenti viene eccessivamente sollecitato l’architrave. La<br />

prima soluzione a questo problema viene fornita attraverso un triangolo di scarico posto sopra<br />

l’architrave. La porta dei leoni, Micene , 1300 a.C. circa.<br />

La porta, posta all’ingresso della città, presenta un sistema trilitico<br />

sormontato da un triangolo di scarico, che distribuisce equamente<br />

il peso sui due piedritti, invece che concentrarlo sull’architrave,<br />

sulla quale poggia invece una lastra decorata più leggera.<br />

Micene, 1300 a.C. circa,Tomba a tholos<br />

Questi luoghi a carattere funerario risalenti alla civiltà micenea sono costituiti da<br />

anelli concentrici aggettanti composti da pietre che venivano poi sagomate,<br />

dando origine ad una primitiva cupola.<br />

ARCO A TUTTO SESTO<br />

Gli Etruschi sono i primi a sistematizzare<br />

l’utilizzo della struttura architettonica dell’arco a<br />

tutto sesto nel IV secolo a.C..<br />

L’arco è formato da due piedritti che reggono la struttura e da una<br />

successione di conci, che permettono di scaricare in modo migliore<br />

il peso a terra. Il concio centrale viene chiamato chiave di volta; nel<br />

momento in cui viene tolto un concio la struttura dell’arco crolla.<br />

La struttura venne adottata soprattutto dai romani per un uso<br />

strettamente funzionale.<br />

Acquedotto di Pont du Gard, Francia,19 a.C.<br />

L’acquedotto romano è formato da tre ordini di archi sovrapposti, che lo rendono più<br />

leggero e lo innalzano permettendogli di superare grossi dislivelli.<br />

Ponte Pietra, Verona,<br />

Questo ponte risalente all’epoca romana, distrutto nella Seconda Guerra<br />

mondiale e successivamente ricostruito, è costituito da una sequenza rettilinea<br />

di archi che fungeva da porta d’ingresso per chi arrivava da nord. Per la<br />

realizzazione degli archi venivano utilizzate le centine, strutture in legno<br />

provvisorie atte a sostenere la costruzione di archi e volte durante<br />

l’esecuzione del lavoro.<br />

Basilica di Sant’Ambrogio, Milano, 386.<br />

La chiesa in stile romanico, costituita da tre navate, presenta nelle<br />

navate laterali due ordini di archi sovrapposti. Essi creano varie<br />

zone d’ombra che spingono il fedele verso l’abside, orientato ad<br />

est, dal quale proviene la luce, simbolo di Cristo Redentore.<br />

CUPOLA<br />

Dalla rotazione dell’arco a tutto sesto su un asse di 180 gradi, si ottiene una semisfera che prende il nome di<br />

cupola.<br />

Pantheon, Roma, 27 a.C.<br />

Il Pantheon (letteralmente “Tempio destinato a tutti gli dei”) costruito in epoca<br />

adrianea, è composto da un cilindro e da una sfera compenetrati.<br />

Parte della cupola, all’esterno, è stata inglobata nel cilindro in modo da contenere<br />

le spinte laterali di questa imponente copertura.<br />

4


ARCO A SESTO ACUTO<br />

Un altro tipo di arco è quello a sesto acuto. Esso è formato dall’intersecazione di due archi di cerchio con<br />

centro diverso che si congiungono formando una punta al vertice.<br />

Questa nuova tipologia di arco permette un maggiore sviluppo della costruzione verso l’alto e un<br />

migliore contenimento delle spinte laterali. Veniva soprattutto utilizzato per la costruzione delle<br />

cattedrali dal periodo gotico.<br />

Cattedrale di Reims, Parigi, 1200.<br />

L’arco a sesto acuto e le nervature di questa cattedrale gotica trasmettono<br />

una tensione verso l’alto, introducendo un modo di concepire lo spazio<br />

completamente diverso da quello romanico.<br />

Le grandi aperture permettono una maggiore illuminazione e grazie<br />

all’utilizzo dei contrafforti (elementi atti a contenere le spinte laterali)<br />

vengono raggiunte altezze maggiori.<br />

Cupola di S. Maria del Fiore, Brunelleschi<br />

La chiesa è raccordata alla cupola mediante un tamburo di forma ottagonale (simbolo<br />

del battesimo). Sul tamburo sono presenti otto fori da cui entra la luce. Il progetto<br />

originale prevedeva una cupola semisferica, ma per limitarne la spinta laterale essa<br />

viene realizzata a sesto acuto. A causa dell’altezza della cupola non era possibile<br />

utilizzare la struttura della centina, perciò viene rafforzato l’anello più alto del tamburo<br />

in modo da contenere la spinte e vengono costruite delle nervature che hanno dei<br />

contrafforti inglobati nel tamburo.<br />

Ellissi nell’<strong>architettura</strong><br />

Colonne di piazza San Pietro da<br />

uno dei due fuochi dell’ellisse<br />

Colosseo<br />

L’anfiteatro Flavio venne utilizzato per<br />

spettacoli e giochi. E’ di forma ellittica,<br />

gli assi dell’ellisse esterno misurano<br />

188x156m. Grazie alle proprietà<br />

dell’ellisse gode di un ottima acustica.<br />

Piazza San Pietro<br />

In Piazza San Pietro l’ellisse è utilizzato<br />

per le sue potenzialità espressive; i fedeli<br />

provenienti da tutto il mondo vengono<br />

accolti e abbracciati dalle braccia della<br />

Madonna, due colonnati formati da<br />

quattro file di colonne che si<br />

sovrappongono perfettamente se<br />

osservate dai fuochi dell’ellisse.<br />

5


La Spirale<br />

Equazione polare<br />

x<br />

= k<br />

Equazione cartesiana<br />

2<br />

Equazione parametrica<br />

y<br />

y<br />

2<br />

x t cos<br />

t<br />

2<br />

k artg<br />

sen<br />

2<br />

t<br />

k<br />

t<br />

k<br />

x<br />

y<br />

0<br />

Definizione<br />

La spirale di Archimede è una curva piana che si avvolge in<br />

infiniti giri attorno ad un punto e la sua curvatura diminuisce<br />

man mano che ci si allontana da esso.<br />

Tale curva è definita come traiettoria di un punto P che si<br />

muove di moto rettilineo uniforme su una semiretta r, mentre<br />

quest’ultima si muove di moto circolare intorno alla sua origine<br />

con velocità sempre costante.<br />

Il fatto che ci sia un moto rotatorio suggerisce di cercare l’equazione di<br />

questa curva in coordinate polari, ponendo in modo spontaneo il<br />

riferimento polare in modo da far coincidere il polo O con l’origine<br />

della semiretta r.<br />

La forma dell’equazione cartesiana rivela la natura non algebrica della<br />

curva, perché vi compare una funzione trascendente.<br />

Archimede utilizza la spirale per risolvere due dei classici problemi greci:<br />

La trisezione di un angolo<br />

L’angolo da trisecare è AOP, ove OA è la semiretta che ruota vista<br />

nell’istante iniziale, e P giace sulla spirale. Si costruiscano i punti R e S<br />

che dividono il segmento OP in tre parti uguali, e si traccino le<br />

circonferenze di centro O e raggi OR e OS rispettivamente. Si segnino<br />

quindi i punti U e V di intersezione di queste con la spirale. Le semirette<br />

OU e OV dividono l’angolo AOP in tre parti uguali.<br />

La rettificazione della circonferenza<br />

Si supponga che la retta ruotante OA abbia compiuto un giro<br />

completo e si prenda la tangente alla spirale in questo punto; dal<br />

centro di rotazione si tracci la perpendicolare alla retta OA: il<br />

segmento perpendicolare OB compreso fra il centro di rotazione e<br />

il punto di intersezione fra la perpendicolare e la tangente è uguale<br />

alla circonferenza del "primo cerchio", ovvero il cerchio che ha<br />

come raggio il segmento compreso fra il centro di rotazione e il<br />

punto di tangenza. Archimede dunque riconduce il problema a<br />

quello di tracciare la tangente alla spirale.<br />

6


La Spirale nell’Arte<br />

La spirale ha un largo utilizzo nell’arte perché esprime contemporaneamente un ritmo vorticoso, grazie alla sua<br />

caratteristica di tendere al centro, e un ritmo armonioso, dato dalla ripetizione del movimento infinito.<br />

abside basilica di San Clemente<br />

(1106)<br />

Hokusai rappresenta l’onda, che travolge le barche e sconvolge con la sua<br />

armoniosa curva la staticità data dal monte sullo sfondo, con una spirale<br />

di Fibonacci.<br />

cielo stellato, Van Gogh (1889)<br />

Gustav Klimt decora tutta la superficie attraverso i rami a spirale<br />

dell’albero che, fondendosi con lo spazio costruiscono un’armonia<br />

e un equilibrio nel continuo vortice che riempie la tela.<br />

In questo mosaico della basilica di San Clemente i rami<br />

dell’albero sono rappresentati attraverso la curva della spirale,<br />

che racchiude vari episodi della realtà. La spirale in questo<br />

caso funge da cornice ai diversi oggetti e persone ricreando il<br />

ritmo vorticoso della quotidianità, che trova la sua armonia,<br />

cioè una disposizione ordinata, solo attorno alla croce.<br />

onda, Hokusai (1823-29)<br />

L’immagine del cielo stellato nel quadro di Van Gogh rende<br />

attraverso le spirali un continuo rincorrersi e avvolgersi di forme e<br />

luci. Il cielo viene quindi mostrato come una forza fisica che travolge<br />

l’uomo e la natura nella sua onda.<br />

“… come se il cielo, passando attraverso i suoi gialli e i suoi azzurri,<br />

diventasse un irradiarsi di luci in moto per incutere un timor panico<br />

agli umani che sentono il mistero della natura.”<br />

Albero della vita, Gustav Klimt (1905- 1909)<br />

7


Nella land-art, dove la natura diventa sia il materiale sia il<br />

soggetto, viene riproposta da Smithson la spirale. Le particolarità<br />

di questa curva sono esaltate dall’osservazione dell’opera da tre<br />

diversi punti di vista. Infatti se guardata dall’alto viene percepita<br />

nel suo sviluppo geometrico, se guardata da terra essa si staglia<br />

sull’orizzonte, se è guardata dall’interno sembra che ti avvolga.<br />

Spiral jetty, Smithson (1970)<br />

La lanterna del Borromini a forma di spirale conduce lo sguardo<br />

dell’osservatore dalla facciata in un’ascesa verso il globo sovrastato dalla<br />

croce, descrivendo in questo modo la tensione dell’uomo verso l’infinito<br />

(verso Dio).<br />

lanterna di Sant’Ivo alla Sapienza (1642 – 1660)<br />

Scala a chiocciola di una torre della Sagrada Familia<br />

Viene utilizzata da Gaudì nelle torri della<br />

Sagrada Familia l’elica, che rimanda alle<br />

forme presenti in natura, come quella delle<br />

conchiglie.<br />

8


La Catenaria<br />

Definizione<br />

La catenaria è una particolare curva iperbolica, il cui andamento è quello caratteristico di una fune<br />

omogenea, flessibile e non estensibile, i cui due estremi siano vincolati e che sia lasciata pendere,<br />

soggetta soltanto al proprio peso.<br />

Il primo ad occuparsi della catenaria fu Galileo Galilei, nel 1638,<br />

pensando erroneamente che la forma di una fune appesa per i suoi<br />

estremi e sotto la forza di gravità fosse una parabola. Huygens affermò<br />

che ciò non era corretto e dimostrò, servendosi soprattutto di<br />

ragionamenti fisici, che se il peso totale della corda e dei carichi che vi<br />

sono sospesi è distribuito uniformemente e in direzione orizzontale<br />

allora la curva è una parabola. Per la catenaria, invece, il peso è<br />

distribuito uniformemente lungo il cavo.<br />

Equazione cartesiana<br />

Nel 1691 quasi contemporaneamente Huygens, Leibniz e i<br />

fratello Bernulli dimostrarono che tale curva non è una curva<br />

algebrica determinandone la sua equazione cartesiana:<br />

y= a/2 (e x/a + e -x/a )<br />

dove a è la distanza della curva dall’ asse delle ascisse.<br />

Nel caso più semplice, ossia quello in cui a è uguale a 1, l’equazione diventa :<br />

y= 1/2 (e x + e -x )<br />

È semplice disegnare, in modo approssimato, tale grafico come media algebrica di due funzioni<br />

esponenziali semplici: y = e x e y = e -x .<br />

Si ottiene così la curva disegnata nella figura sotto.<br />

La catenaria e la parabola<br />

La catenaria dunque non è una parabola in quanto si ottiene partendo dalla funzione esponenziale che<br />

è trascendente. Però dalla parabola è possibile descrivere geometricamente la catenaria: traslando e<br />

ruotando la parabola lungo una retta, il fuoco della conica descrive come traiettoria una catenaria.<br />

Eulero trovò che la superficie laterale del solido di rotazione<br />

generato da una catenaria che ruota attorno all´asse, la<br />

catenoide, è la superficie minima tra due circonferenze della<br />

stessa grandezza. La superficie di rotazione della catenaria è<br />

l´unica superficie di rotazione, insieme al piano, ad essere<br />

superficie minima; questo si può vedere immergendo in una<br />

vasca piena di acqua e sapone due circonferenze uguali<br />

distanziate: la bolla di sapone che si formerà si disporrà per<br />

avere superficie minima e questa avrà proprio la forma di una<br />

catenoide.<br />

9


La Catenaria<br />

nell’<strong>architettura</strong><br />

In considerazione del fatto che una catenaria ha la proprietà di avere in ogni suo punto una distribuzione<br />

uniforme del suo peso totale, questa curva è stata spesso utilizzata per realizzare manufatti e strutture<br />

architettoniche. Le strutture realizzate secondo tale curva subiscono soltanto sforzi attrazione, come le<br />

funi di sostegno nei ponti sospesi, oppure, in alternativa, a compressione, quando la struttura realizzata<br />

ha la forma di una catenaria riflessa rispetto ad una retta orizzontale, come nelle strutture di cupole e<br />

ponti.<br />

Interno cripta colonia Guell, Gaudì<br />

Ponte Strallato di Reggio Emilia,<br />

Santiago Calatrava.<br />

Facciata della passione, Sagrada Familia<br />

10


La cicloide (dal greco kykloeidés, kýklos 'cerchio' e -oeidés 'forma', cioè che è fatto da un cerchio) è la<br />

curva tracciata da un punto fisso su una circonferenza che rotola lungo una retta senza strisciare.<br />

Questo tipo di cicloide viene detta<br />

ordinaria mentre, se il punto P non si<br />

trova sulla circonferenza, si parla di<br />

cicloide accorciata quando il punto è<br />

interno, di cicloide allungata se il punto<br />

è al di fuori della circonferenza.<br />

Equazione parametrica<br />

Per l’equazione la definizione stessa suggerisce di arrivare ad esprimere le<br />

coordinate di un punto della cicloide in funzione di un parametro: perché il<br />

raggio R del disco è assegnato, il parametro sarà un angolo legato alla<br />

rotazione.<br />

Rispetto al sistema di riferimento in figura l’equazione parametrica<br />

risulterà essere:<br />

x<br />

y<br />

R<br />

R<br />

Rsen<br />

R cos<br />

Se si fa variare la distanza h di P rispetto al centro del disco si ha in generale:<br />

x<br />

y<br />

R<br />

R<br />

hsen<br />

hcos<br />

Essa rappresenta l’equazione della cicloide ordinaria se h = R, della cicloide accorciata se h < R e della<br />

cicloide allungata se h > R.<br />

Equazione cartesiana<br />

Alla semplicità delle equazioni parametriche si contrappone la più complessa equazione cartesiana<br />

ottenuta eliminando il parametro:<br />

Proprietà<br />

•l´area sottostante un ramo di cicloide è tre volte l´area del cerchio usato per generarla ovvero<br />

•la lunghezza di un arco di cicloide è quattro volte il diametro usato per descriverla<br />

•la cicloide ha la proprietà brachistocrona (dal greco brachistos=più corto e<br />

chronos=tempo): infatti essa è la curva su cui una massa che scivola impiega meno tempo<br />

per percorrere il tragitto fra due punti dati.<br />

•una scodella di forma cicloidale è tautocrona (dal greco tauto=identico e<br />

chronos=tempo), poichè uguali oggetti,quali sferette, posti a varie altezze del recipiente<br />

raggiungeranno il fondo nello stesso tempo.<br />

•la cicloide ha la proprietà brachistocrona (dal greco brachistos=più corto e chronos=tempo): infatti essa è<br />

la curva su cui una massa che scivola impiega meno tempo per percorrere il tragitto fra due punti dati.<br />

11

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