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L’AVANTI – 17 Aprile 2007<br />

RASSEGNA STAMPA<br />

I “teatranti invasati” di P<strong>la</strong>uto<br />

“Un c<strong>la</strong>ssico è un’opera che non ha mai finito di dire quel che ha da dire”. Partendo da<br />

questo assunto di Italo Calvino, Vincenzo Zingaro dipana <strong>la</strong> sua matassa teatrale<br />

attraverso un complesso percorso drammaturgico che rivisita i c<strong>la</strong>ssici del nostro teatro. In<br />

quest’occasione l’opera recuperata dal regista è una delle commedie più divertenti di Tito<br />

Maccio P<strong>la</strong>uto, “Mostel<strong>la</strong>ria” (“La commedia del fantasma”). La trama prende spunto<br />

dal<strong>la</strong> Commedia attica nuova, il “Phàsma” di Filemone. I personaggi sono dirompenti ed<br />

enfatici nel loro gigantismo parossistico, personaggi che Zingaro disegna con <strong>la</strong> mano<br />

sicura di un pittore espressionista capace di colorare <strong>la</strong> te<strong>la</strong> con pennel<strong>la</strong>te materiche che<br />

dipingono un’immagine <strong>la</strong>birintica priva di forma apparente. I protagonisti di questa<br />

commedia sono ostaggio del<strong>la</strong> presenza demoniaca di “teatranti invasati” che recitano<br />

personaggi bis<strong>la</strong>cchi; grazie al<strong>la</strong> regia di Zingaro, non sconfinano mai nel chiasso gratuito<br />

ed anche le scene più esi<strong>la</strong>ranti custodiscono rigorosamente un proprio ordine imposto da<br />

un “regista-autarchico” che non concede ricreazioni ludiche. Il “disordine” rimane<br />

estremamente ordinato e gli attori recitano con assoluta disinvoltura ruoli ostici che<br />

tendono trappole in continuazione. Perché quando si ha a che fare con personaggimaschera<br />

di questo tipo, <strong>la</strong> tentazione di strafare è forte. Evidentemente gli interpreti di<br />

questa commedia p<strong>la</strong>tina conoscono il “gioco teatrale”, un “gioco” corale di cui<br />

partecipano attori, registi, costumisti e quanti da dietro le quinte muovono le fi<strong>la</strong> di una<br />

macchina che ha bisogno dall’apporto di tutti per dar vita ad un’opera d’arte unica,<br />

un’opera che nasce e muore in tempo reale, il tempo di una rappresentazione drammatica.<br />

Il personaggio-principe di questa commedia è indebitamente il “servus callidus”, un servo<br />

astuto che, grazie al<strong>la</strong> sua fantasia bacata, ne combina di tutti i colori. “Tranio” è il servo<br />

p<strong>la</strong>utino per antonomasia, un figura capace di inventare bugie una dietro l’altra che<br />

innescano una spirale comica totalizzante. La situazione caotica che accompagna l’opera, il<br />

caos gaudente che vive anche di bagordi, fanno del palcoscenico una sorta di terra di<br />

nessuno su cui sprigionare un ribellismo che coinvolge servi e padroni. Ma l’azione<br />

anarchizzante approda ad un finale d’ordine per rispondere a quel bisogno dell’uomo che<br />

vuole esorcizzare le forze caotiche di cui è spesso preda. Gli attori sono bravi ed all’altezza<br />

del compito loro assegnato. Sono (in rigoroso ordine di catalogo) Vincenzo M. battista,<br />

Ugo Cardinale, Rocco Militano, Riccardo Graziosi, Fabrizio Passerini, F<strong>la</strong>minia Fegarotti e<br />

Francesca Mi<strong>la</strong>ni. Quest’ultima merita una nota d’encomio per un’interpretazione<br />

eccellente degna del<strong>la</strong> migliore tradizione teatrale, quel<strong>la</strong> degli attori-caratteristi troppo<br />

spesso ignorati. Le maschere sono dello studio Carboni, le scene di Lorenzo Capelloni, i<br />

costumi di Pao<strong>la</strong> Pani e le luci di Giovanna Venzi. Lo spettacolo è in scena al <strong>Teatro</strong><br />

<strong>Arcobaleno</strong> di Roma.<br />

<strong>rassegna</strong> <strong>stampa</strong> :


LEFT – 20 Luglio 2007<br />

Tito Maccio pensa poco e osserva molto<br />

Buon spettacolo popo<strong>la</strong>re a Ostia Antica con una Mostel<strong>la</strong>ria di P<strong>la</strong>uto diretta da<br />

Vincenzo Zingaro<br />

Quel meraviglioso critico drammatico di Alberto Savinio sosteneva in una recensione del<br />

1937 che il teatro di P<strong>la</strong>uto non fa più ridere nessuno e che <strong>la</strong> cucina toscana è rinomata<br />

soprattutto per due specialità: il pollo al<strong>la</strong> diavo<strong>la</strong> e il pollo al<strong>la</strong> cacciatora. Quando il pollo<br />

è fresco, lo si cucina al<strong>la</strong> diavo<strong>la</strong>, quando incomincia a corrompersi va servito al<strong>la</strong><br />

cacciatora, sì da nascondere sotto una salsa infernale i segni nefasti del<strong>la</strong> putredine.<br />

Quindi, a proseguire il ragionamento nelle sue ovvie conseguenze, tocca dire che Vincenzo<br />

Zingaro regista del<strong>la</strong> Mostel<strong>la</strong>ria p<strong>la</strong>utina messa in scena al <strong>Teatro</strong> Romano di Ostia Antica<br />

ha fatto cosa buona e giusta inzeppando <strong>la</strong> confezione dello spettacolo di tutto il pepe da<br />

teatro all’antica italiano, <strong>la</strong> bel<strong>la</strong> ragazza e il comica da varietà, lo sketch di intermezzo<br />

(messo ad inizio del secondo tempo) e battute varie, gridolini, pinzil<strong>la</strong>cchere e frivolezze.<br />

<strong>Teatro</strong> popo<strong>la</strong>re questo, vien da dire finalmente, ché qui non c’è nessun intento ad<br />

approfittarsi e, al favor dell’antichità, spacciare Paluto per Seneca scodel<strong>la</strong>ndolo<br />

filologicamente come alta cultura teatrale. P<strong>la</strong>uto è vuoto di contenuti e pieno di<br />

pernacchio, scevro di pensiero e pregno di osservazioni. Sta fuor dell’oblio storico perché<br />

offre una galleria di caratteri superbamente stereotipati, quindi buoni a tutti i gusti. Ergo<br />

<strong>la</strong> fantasia e lo spirito goliardico siano di chi sta in scena. L’attore ha da fare <strong>la</strong> commedia<br />

al<strong>la</strong> cacciatore, che a teatro significa al<strong>la</strong> caccia dell’istante presente, dell’improvvisa, del<br />

<strong>la</strong>zzo. Ai tempi di Savinio, queste cose estive si facevano alle Terme di Caracal<strong>la</strong> che in<br />

questi tempi finalmente liberi si è deciso di donare alle statiche p<strong>la</strong>tee operistiche da<br />

“c<strong>la</strong>sse media” (cosi si chiama oggigiorno <strong>la</strong> borghesia che non può più permettersi <strong>la</strong><br />

cameriera fissa) Osta Antica va benissimo, anzi c’è anche l’odor del mare, e P<strong>la</strong>uto qui è<br />

perfetto con questa compagnia capitanata da Zingaro che non ha paura di tramestare nelle<br />

cose semplici e di ricordare, per associazione di idee, che una volta anche l’opera era<br />

spettacolo popo<strong>la</strong>re e non occasione di sbigliettamento internazionale per turista in<br />

vacanza organizzata.


ITALIA SERA – 3 Maggio 2007<br />

Mostel<strong>la</strong>ria all’<strong>Arcobaleno</strong><br />

Uno dei meccanismi di pregio dell’allestimento scenico è quello che mette in movimento<br />

colori e musica insieme ai personaggi. E <strong>la</strong> commedia trova <strong>la</strong> sua forza dirompente nel<strong>la</strong><br />

trama e nel linguaggio. Più dialetti, più forme letterarie. L’impresa è grande: trapassare<br />

l’opera greca nel contenitore dell’attualità e avere cosi anche più obiettivi di riferimento…e<br />

questo per distribuire quei significati (apparentemente) lontani a tutti gli spettatori (grandi<br />

e piccoli). E l’insieme è molto divertente, con i costumi e le scene come nei “cartoni”.<br />

Piacevole tutta <strong>la</strong> durata del testo che viene com-presa facilmente, con spensieratezza. La<br />

regia è molto partico<strong>la</strong>re e distintiva come sempre di uno stile originale. Vincenzo Zingaro<br />

muove i suoi attori, le sue maschere, con sapiente manipo<strong>la</strong>zione drammaturgica, nel<br />

modo in cui fruibili siano il contesto e <strong>la</strong> rappresentazione dei personaggi, in quello<br />

straordinario connubio “tra i più raffinati modelli greci e le espressioni tipiche del<strong>la</strong><br />

cultura italica popo<strong>la</strong>re (come <strong>la</strong> farsa atel<strong>la</strong>na)”. Il “servo”, il “giovane”, il “vecchio” sono<br />

le figure ricorrenti del<strong>la</strong> commedia, in un gioco di equivoci e specchi, “doppi sensi,<br />

ripetizioni e rovesciamenti ai quali <strong>la</strong> lingua p<strong>la</strong>tina fornisce scioltezza e versatilità”; i<br />

padri e padroni del<strong>la</strong> vita sociale subiscono il ribaltamento dei ruoli, e il sovvertimento<br />

degli schemi comporta il cambiamento necessario dei costumi e del<strong>la</strong> cultura (un<br />

lussurioso banchetto vince sul<strong>la</strong> costrizione sociale espressa nell’etichetta; e l’istinto<br />

supera <strong>la</strong> forma, a dare nuovi contenuti dell’esistenza). La lettura fisica e grottesca di<br />

questa commedia, <strong>la</strong> girando<strong>la</strong> delle ambiguità sapientemente mossa dal<strong>la</strong> comicità degli<br />

attori, ne mostra, in ogni passaggio di stile, il valore e <strong>la</strong> raffinatezza di allora, e ancora<br />

contemporanei, <strong>la</strong> fuga nel divertimento dal peso delle contraddizioni. Molto interessante<br />

l’interpretazione di ogni figura emblematica. Molto importante il contributo degli attori.


FACTANET – Portale d’informazione – Aprile 2007<br />

TEATRO ARCOBALENO di ROMA<br />

“FANTASTICA MOSTELLARIA”<br />

di T. Maccio P<strong>la</strong>uto per <strong>la</strong> regia di Vincenzo Zingaro<br />

Non è certo per caso che le commedie di Maccio P<strong>la</strong>uto siano pervenute a noi attraverso <strong>la</strong><br />

tradizione manoscritta. Le generazioni successive hanno riconosciuto <strong>la</strong> vitalità delle sue<br />

opre e sebbene in tempo lontano avessero suscitato l’interesse di una élite intellettuale<br />

minima, hanno poi resistito all’evolversi dei secoli e del<strong>la</strong> storia.<br />

Il regista Vincenzo Zingaro, da anni, ha raccolto tale eredità proponendo varie commedie<br />

di P<strong>la</strong>uto, considerandolo un commediografo modello per spirito, arte, genialità, fuse a<br />

creare un complesso unitario. La commedia p<strong>la</strong>tina, in effetti, è <strong>la</strong> vita al concreto nel<strong>la</strong><br />

realtà delle situazioni, anche se trasportate in un mondo di fantasia, in uno sfondo di<br />

“tipi” umani e di possibilità umane che sono il fondamento del<strong>la</strong> tradizione greca e<br />

romana. Ed ecco anche in questo ultimo pregevole <strong>la</strong>voro del regista, “Mostel<strong>la</strong>ria”, <strong>la</strong><br />

commedia del fantasma, riapparire donne graziose e poco pulite, giovani ingenui, servi<br />

furbissimi, ricotti presuntuosi e creduloni che ci hanno divertito per abilità, preparazione,<br />

apparato gestuale, significative espressioni facciali sugli scanni del <strong>Teatro</strong> <strong>Arcobaleno</strong>. Un<br />

teatro, quello di P<strong>la</strong>uto, fatto di passione, avventura, amore, dolore, saggezza, imbroglio,<br />

dabbenaggine e vizio. Il pubblico ancora oggi ritrova se stesso nelle vicende di questi<br />

personaggi e si diverte (...) Molto bravi tutti gli attori, in partico<strong>la</strong>re Vincenzo M. Battista<br />

che incarna perfettamente <strong>la</strong> figura tipica del servo trafficone e astuto a <strong>la</strong> giovane<br />

Francesca Mi<strong>la</strong>ni, una sorprendente torbida vecchietta ridanciana. Bel<strong>la</strong> <strong>la</strong> scena con i tre<br />

bianchi fantasmi di legno, come sempre divertenti le maschere dello studio Carboni e il<br />

tocco formale, ma indovinato degli spiritosi costumi di Elisabetta Vio<strong>la</strong>.<br />

Ugo Cardinali, Rocco Militano, Riccardo Graziosi e Fabrizio Passerini si alternano sul<strong>la</strong><br />

scena con disinvoltura caricaturale. La paro<strong>la</strong> scorre, l’azione si muove concitata, <strong>la</strong><br />

commedia con <strong>la</strong> regia attenta e scrupolosa di Zingaro, raggiunge lo scopo di P<strong>la</strong>uto<br />

quando <strong>la</strong> offrì allo spettatore: rappresentar<strong>la</strong> e ottenere successo anche al di là delle<br />

imperfezioni di tono formale, come se il poeta non fosse sempre coerente a se stesso e<br />

volesse creare una strana disarmonia nel<strong>la</strong> vicenda, per poi ricompor<strong>la</strong> e riportar<strong>la</strong> al<strong>la</strong><br />

normalità. Suggestiva l’immagine finale del giul<strong>la</strong>re immobile a bocca aperta, a gambe e<br />

braccia al<strong>la</strong>rgate smargiassamente. L’allestimento è promosso dal Ministero per i Beni e le<br />

Attività Culturali a dall’Università di Roma “La Sapienza” nell’ambito del progetto<br />

internazionale “Il teatro c<strong>la</strong>ssico oggi”.


VISUM – Quindicinale d’informazione culturale e d’arte – Aprile 2007<br />

La compagnia Castalia di Vincenzo Zingaro in : “Mostel<strong>la</strong>ria” di P<strong>la</strong>uto<br />

La nota Compagnia Castalia presenta al <strong>Teatro</strong> <strong>Arcobaleno</strong> (Centro Stabile del C<strong>la</strong>ssico),<br />

un’antica commedia p<strong>la</strong>tina: “Mostel<strong>la</strong>ria” che tradotta significa: “La commedia del<br />

fantasma”. Da molto tempo, a partire dal 1992, questa compagnia mette in scena le grandi<br />

opere del teatro c<strong>la</strong>ssico, attualizzandole in parte e rendendole fruibili anche ad un<br />

pubblico di giovani e giovanissimi. Questa è una rappresentazione promossa dal<br />

Ministero per i Beni e le Attività Culturali a dall’Università di Roma “La Sapienza”(...)<br />

Sotto l’attenta regia di Vincenzo Zingaro, l’antico diventa attuale senza perdere il brio, lo<br />

spirito frizzante e <strong>la</strong> battuta veloce e l’effetto del testo originale, anzi quasi arricchendosi<br />

con una patina dialettale utile a caratterizzare maggiormente i diversi personaggi. Questa<br />

intramontabile commedia è partico<strong>la</strong>re per <strong>la</strong> presenza di “maschere” universali, come<br />

quel<strong>la</strong> dell’adulescens, ossia il giovane innamorato, cui fa da contrappunto <strong>la</strong> figura del<br />

senex (vecchio), in un impareggiabile gioco degli equivoci e doppi sensi, tutto<br />

perfettamente orchestrato dal famoso servus callidus, ossia il servo astuto (...)<br />

E’ da sottolineare <strong>la</strong> partico<strong>la</strong>re caratterizzazione dei personaggi messi in scena, ognuno<br />

con un proprio dialetto come l’usuraio Schifaquattrini, che richiama l’ebreo de “Il mercante<br />

di Venezia” di W. Shakespeare, il senex, Azzeccatutto, che par<strong>la</strong> romanesco doc e il servo<br />

astuto invece di origini napoletane, richiamando cosi anche <strong>la</strong> tradizione italiana. C’è da<br />

aggiungere che i nomi utilizzati per i vari personaggi sono ripresi direttamente dal<strong>la</strong><br />

traduzione di Ettore Paratore. Non vi resta che andare a teatro per ridere a crepa pelle…è<br />

garantito!


INIZIATIVA.INFO – 17 Luglio 2007<br />

Mostel<strong>la</strong>ria. La commedia popo<strong>la</strong>re torna alle sue origini<br />

Il <strong>Teatro</strong> Romano di Ostia Antica ha abbandonato il suo ruolo di reliquia del passato per<br />

tornare finalmente ad essere usato nel<strong>la</strong> sua originaria funzione di palcoscenico teatrale.<br />

Ha ospitato, infatti, lo spettacolo Mostel<strong>la</strong>ria di P<strong>la</strong>uto, messo in scena dal<strong>la</strong> Compagnia<br />

Castalia per <strong>la</strong> regia di Vincenzo Zingaro, autentico specialista del teatro antico.<br />

Assistendo a spettacoli teatrali tratti da opere greche o <strong>la</strong>tine si rischia spesso di vedere di<br />

tutto: coreghi con aspirapolvere, Ercoli con dreadlocks e pantaloni di pelle, cori che<br />

agitano taniche di benzina. L’opera viene tradita per offrirne una versione del tutto<br />

personale. Nul<strong>la</strong> in contrario. Non si vogliono, infatti, sostenere tesi reazionarie ma anzi<br />

esaltare <strong>la</strong> creatività e i tentativi di trovare elementi di individuale contemporaneità nel<br />

teatro antico ma altresì è attraente vedere, finalmente, una messinscena che riesce a<br />

conservare l’essenza dell’opera e ad attualizzar<strong>la</strong> senza travisar<strong>la</strong>, facendo<br />

contemporaneamente un’operazione culturale e d’intrattenimento. Ebbene, le<br />

rappresentazioni di Vincenzo Zingaro riescono sempre a raggiungere quest’obiettivo.<br />

Quello di Ostia è stato senza dubbio uno spettacolo popo<strong>la</strong>re che ha voluto conquistare<br />

l’attenzione dello spettatore e farlo divertire con una commedia degli equivoci tipica del<strong>la</strong><br />

comicità p<strong>la</strong>tina. Una messinscena basata completamente sui virtuosismi degli attori e una<br />

regia che ha scelto di non essere eccessivamente ingombrante per <strong>la</strong>sciare ampio spazio<br />

alle performance dei comici. Quest’ultimi si sono dimostrati capaci di dominare il proprio<br />

pubblico con maestria e di saper anche improvvisare per divertirlo ancora di più e<br />

rompere cosi <strong>la</strong> famosa legge del<strong>la</strong> quarta parte teatrale, che vorrebbe l’attore da una parte<br />

separato dagli spettatori e gli spettatori dall’altra, spioni inermi di quanto avviene in<br />

scena. La commedia inizia con danze e musica proprio per restituire un’atmosfera di festa,<br />

di ludo, e far entrare subito il pubblico in una dimensione di divertimento. Ricordiamo,<br />

infatti, che i romani consideravano il teatro un gioco e non vi annettevano al contrario dei<br />

greci dei significati rituali. Lo stesso P<strong>la</strong>uto nel prologo ad un’altra sua opera teatrale,<br />

Poenulus, ribadiva che al<strong>la</strong> commedia non si deve chiedere nient’altro che divertimento e<br />

spasso. La messinscena di Zingaro ha raggiunto questi scopi con facilità (…)<br />

Il regista decide di far par<strong>la</strong>re ogni personaggio con una differente variante dialettale, dal<br />

ca<strong>la</strong>brese al romagnolo. Non si indignino i puristi del<strong>la</strong> commedia antica perché<br />

comunque questo serve ad evidenziare le differenti provenienze sociali e territoriali dei<br />

personaggi, come avveniva nello stesso teatro antico, dove ogni personaggio era<br />

caratterizzato socialmente e geograficamente, e a dare ulteriore verve comica all’opera.<br />

Al<strong>la</strong> fine del secondo atto, in piena tradizione <strong>la</strong>tina arriva il momento del soliloquia.<br />

L’attore che interpreta il c<strong>la</strong>ssico personaggio bifolco inizia a giocare con il pubblico e a<br />

provocarlo con battute irriverenti e improvvisate che dimostrano un pieno controllo del<strong>la</strong><br />

scena, gli spettatori stanno al gioco e rincalzano l’attore con altre battute, da lui subito<br />

sfruttate con effetti comici imprevisti. La cornice eccezionale di enorme fascino del teatro<br />

di Ostia Antica è stata sfruttata nelle sue molteplici potenzialità. La cavea è stata usata<br />

come partrerre per un numero limitato di spettatori. La scenografia, come vuole <strong>la</strong><br />

tradizione <strong>la</strong>tina, era piuttosto povera, limitata ad alcune sagome di legno a forma di buffi<br />

fantasmi per indicare le case dei personaggi principali, sottolineare <strong>la</strong> presenza<br />

dell’elemento soprannaturale, divertente ma non inquietante, richiamare al<strong>la</strong> memoria nel<br />

loro colore bianco il tipico paesaggio greco. Lo spettacolo sarebbe dovuto iniziare alle


ventuno e trenta ma è incominciato nonostante alcune proteste, davvero eccessive, del<br />

pubblico, alle ventidue anche per aspettare dei gruppi di persone venuti in pullman. Agli<br />

spettatori più impazienti ricordiamo che contrariamente al mezzo televisivo il teatro è<br />

fatto di imprevisti ed ha nel<strong>la</strong> sua aleatorietà uno dei suoi elementi di fascino maggiore.


THE BORDERSITE – 16 Luglio 2007<br />

L’antica Ostia e <strong>la</strong> modernità di P<strong>la</strong>uto<br />

Chissà se il drammaturgo <strong>la</strong>tino ha mai messo piede in quell’angolo di storia dove oggi<br />

vengono rappresentate le sue commedie?! E’ un tardo pomeriggio dal<strong>la</strong> temperatura<br />

mite…sufficientemente fresca da pulire il cielo dandogli il colore suo più<br />

naturale…quell’arancione intenso del tramonto che lentamente sfuma attraverso l’azzurro<br />

fino a raggiungere il cobalto che tende al<strong>la</strong> notte… Colori che avvolgono i resti dell’antica<br />

Ostia(bocca di fiume)…colori che fanno vo<strong>la</strong>re l’immaginazione a uomini e donne con <strong>la</strong><br />

tunica romana che passeggiano tra le strade a sel<strong>la</strong> d’asino,. Ai commercianti presi dalle<br />

attività di scambio nelle botteghe…e ai letterati persi tra gli studi e <strong>la</strong> natura…Nel<br />

panorama suggestivo degli scavi risalenti al IV secolo a.C. è situato il <strong>Teatro</strong> Romano che<br />

oggi ospita anche le rappresentazioni del teatro c<strong>la</strong>ssico, tra cui <strong>la</strong> Mostel<strong>la</strong>ria di P<strong>la</strong>uto,<br />

conosciuta anche come <strong>la</strong> Commedia del Fantasma. L’opera dello scrittore “romagnolo”<br />

narra del rientro a casa di un ricco mercante ateniese (…) La commedia, pur essendo un<br />

componimento dalle tematiche leggere o atte a suscitare il riso, perlopiù a lieto fine,<br />

nasconde varie sfumature di significato, spesso allontanandosi di molto dal carattere del<strong>la</strong><br />

comicità…e qui è inevitabile l’invito al<strong>la</strong> riflessione sul ruolo del fantasma e delle<br />

bugie…metafore che ci accompagnano quotidianamente…metafore che rendono l’essere<br />

umano sempre di più una strana bestia…Uno spettacolo entusiasmante, che restituisce<br />

l’antico rendendolo moderno. Ottima <strong>la</strong> regia di Vincenzo Zingaro e bravissimi gli attori:<br />

Vincenzo M. Battista, Ugo Cardinali, Rocco Militano, Fabrizio Passerini, Riccardo Graziosi,<br />

Francesca Mi<strong>la</strong>ni e F<strong>la</strong>minia Fegarotti.


OTTOPAGINE – 29 Luglio 2007<br />

Chiude tra gli app<strong>la</strong>usi l’Amphiteatrumabel<strong>la</strong><br />

Si è conclusa con <strong>la</strong> compagnia Castalia del regista Zingaro <strong>la</strong> <strong>rassegna</strong> teatrale<br />

avel<strong>la</strong>na. Protagonista <strong>la</strong> comicità di P<strong>la</strong>uto<br />

“Amphiteatrumabel<strong>la</strong> 2007” ha chiuso elegantemente, con <strong>la</strong> “Mostel<strong>la</strong>ria” di P<strong>la</strong>uto. Il<br />

cuore di Avel<strong>la</strong>, l’Anfiteatro è tornato a splendere per trasportare il suo pubblico indietro<br />

nel tempo. Le sue vestigia sono tornate forti e d imponenti come quando è stato costruito.<br />

A fare da sfondo una cornice di stelle luminose e <strong>la</strong> magia del<strong>la</strong> Compagnia Castalia<br />

diretta da Vincenzo Zingaro che ha rappresentato con grande dignità artistica una delle<br />

commedie c<strong>la</strong>ssiche di P<strong>la</strong>uto. La compagnia ha sigil<strong>la</strong>to <strong>la</strong> sua centoventesima<br />

rappresentazione ad Avel<strong>la</strong>, una delle realtà con un vasto patrimonio artistico e culturale.<br />

L’inizio del<strong>la</strong> commedia è stato scandito da un crescendo di musiche forti e ritmate che in<br />

sinergia con un gioco di luci hanno fatto sortire negli utenti <strong>la</strong> voglia di entrare nel vivo<br />

del<strong>la</strong> rappresentazione. Nello spettacolo sono emerse diverse componenti che hanno fatto<br />

da filo conduttore nelle due ore di teatro. La forza dirompente dei personaggi popo<strong>la</strong>ri,<br />

colorati, caratterizzati sino al parossismo; maschere viventi, capaci di valicare i secoli,<br />

prototipi di tipologie senza tempo. “Lo spessore culturale di queste due manifestazione –<br />

ha dichiarato Domenico Salvi _ è stato estremamente positivo visto che c’è stata una forte<br />

risposta da parte dell’utenza. Il bi<strong>la</strong>ncio di questa prima <strong>rassegna</strong> estiva è molto<br />

soddisfacente, sono orgoglioso e contento. La valorizzazione del sito archeologico era già<br />

patita con l’Amministrazione precedente, quindi, vista l’affluenza anche da parte<br />

dell’agro-no<strong>la</strong>no posso auspicare già una seconda edizione per l’anno prossimo, puntando<br />

ai nostri artisti locali”. Tutto curato nei minimi dettagli tecnici e logistici per garantire <strong>la</strong><br />

massima resa sia qualitativamente che quantitativamente. “L’aver scelto P<strong>la</strong>uto ha<br />

significato un po’ uscire fuori dai canoni – sottolinea Francesco Scotto, regista – anche al<strong>la</strong><br />

rappresentazione di “Maenecmi” che ha fatto da apripista con <strong>la</strong> mia compagnia<br />

“Linguaggi Trasversali” ha riscosso successo. Il mio p<strong>la</strong>uso va al sindaco e<br />

all’Amministrazione per aver avuto il coraggio d’investire su un’esperienza rischiosa”.<br />

Grandi app<strong>la</strong>usi al<strong>la</strong> fine per il regista Vincenzo Zingaro che ha ringraziato<br />

l’Amministrazione per questa scommessa. “Uscire di casa per recarsi nelle piazze per una<br />

rappresentazione estiva significa alimentare <strong>la</strong> curiosità – conclude Zingaro – seppellita<br />

dal monopolio del<strong>la</strong> tv che impone modelli effimeri. Il vostro atto individuale è stato una<br />

riappropriazione del luogo proprio e delle proprie radici culturale”.


CASERTA MUSICA E ARTE – 12 Agosto 2007<br />

Teatri di Pietra: <strong>la</strong> Mostel<strong>la</strong>ria<br />

Seconda serata del<strong>la</strong> serie di spettacoli rappresentati al <strong>Teatro</strong> Romano di Teano e facenti<br />

parte del<strong>la</strong> nona <strong>rassegna</strong> Teatri di Pietra. Dopo <strong>la</strong> “prima bagnata” (l’Oedipus, previsto<br />

per il 10, con F<strong>la</strong>vio Bucci e comunque svolta grazie al provvidenziale spostamento<br />

all’Auditorium) una serata all’insegna dell’allegria con <strong>la</strong> commedia più famosa di P<strong>la</strong>uto,<br />

<strong>la</strong> “Mostel<strong>la</strong>ria” anche detta “La commedia del Fantasma”. Come tutte le commedie di<br />

P<strong>la</strong>uto un’architettura solida e col<strong>la</strong>udata (il giovane innamorato, <strong>la</strong> bel<strong>la</strong> sciocca ma<br />

virtuosa, il servo astuto e tanti altri personaggi caratterizzati da “vizi” più o meno<br />

accentuati) affidata, per <strong>la</strong> buona riuscita al<strong>la</strong> bravura degli attori. E <strong>la</strong> Compagnia<br />

Castalia, con <strong>la</strong> regia di Vincenzo Zingaro, non ha deluso le aspettative. Uno spettacolo<br />

effervescente, senza un momento di pausa e adatto ad un pubblico di tutte le età (che<br />

piacere vedere tanti bambini seguire, appassionati e ridere di gusto) anche perché si è<br />

giocato sull’aspetto farsesco senza indulgere in facili scivo<strong>la</strong>te nel cattivo gusto. I<br />

personaggi sono stati tutti ben caratterizzati, grazie anche al<strong>la</strong> scelta di farli esprimere in<br />

diversi dialetti (…)<br />

CORRIERE – 31 Luglio 2007<br />

Rivive all’anfiteatro di Avel<strong>la</strong> lo spirito dissacrante di P<strong>la</strong>uto<br />

Riportare il teatro c<strong>la</strong>ssico nel<strong>la</strong> cornice dell’anfiteatro di Avel<strong>la</strong>. Era l’obiettivo che si<br />

proponeva <strong>la</strong> <strong>rassegna</strong> “AmphitheatrumAbel<strong>la</strong>”, al<strong>la</strong> sua prima edizione. Un obiettivo<br />

<strong>la</strong>rgamente raggiunto dopo il successo riscosso dal<strong>la</strong> commedia p<strong>la</strong>tina “Mostel<strong>la</strong>ria”,<br />

portata in scena dal<strong>la</strong> Compagnia Castalia diretta dal regista Vincenzo Zingaro. La sfida<br />

<strong>la</strong>nciata dall’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Domenico Salvi, in sinergia<br />

con <strong>la</strong> Sovrintendenza ai Beni Culturali, era quel<strong>la</strong> di una più incisiva ed artico<strong>la</strong>ta<br />

riscoperta e valorizzazione del sito archeologico avel<strong>la</strong>no, resa possibile anche dal<strong>la</strong><br />

col<strong>la</strong>borazione tecnica di Sebastiano Fabrucci e Monica Del<strong>la</strong> Peruta. E’ stato lo stesso<br />

regista Zingaro a sottolineare l’importanza del<strong>la</strong> scommessa <strong>la</strong>nciata dal Comune,<br />

par<strong>la</strong>ndo del teatro romano come di un “tesoro archeologico preziosissimo” e<br />

dell’iniziativa che si era appena conclusa come di un “atto di coraggio di<br />

un’Amministrazione comunale illuminata, Un’opportunità offerta al<strong>la</strong> comunità per stare<br />

bene e liberarsi dal peso del<strong>la</strong> televisione, per andare finalmente a curiosare all’aperto, fra<br />

<strong>la</strong> gente, nei luoghi del<strong>la</strong> memoria e dell’arte che non conosce tramonti. Un atto di<br />

riappropriazione dell’identità locale”. A rivivere nel corso delle due serate di teatro<br />

c<strong>la</strong>ssico in scena ad Avel<strong>la</strong> è stato lo spirito p<strong>la</strong>utino, fatto di satira e giocosità nel segno<br />

dei motivi per eccellenza del suo teatro, <strong>la</strong> beffa ai danni dei potenti e il gioco degli<br />

equivoci.


NNTP – Luglio 2007<br />

Mostel<strong>la</strong>ria ha sig<strong>la</strong>to il grande successo del<strong>la</strong> I <strong>rassegna</strong> di<br />

commediografia c<strong>la</strong>ssica all’Anfiteatro Romano di Avel<strong>la</strong><br />

La rappresentazione, nel<strong>la</strong> splendida serata di venerdì 27 luglio, del<strong>la</strong> Mostel<strong>la</strong>ria p<strong>la</strong>tina,<br />

ad opera del<strong>la</strong> Compagnia Castalia diretta dal valente regista Vincenzo Zingaro, ha<br />

definitivamente sig<strong>la</strong>to il grande successo di pubblico (già manifestatosi con <strong>la</strong> messa in<br />

scena del Maenecmi per <strong>la</strong> regia di Francesco Scotto) a sostegno del<strong>la</strong> I edizione di<br />

AmphitheatrumAbel<strong>la</strong> in questo decisivo anno 2007 in cui – per ferma ed entusiastica<br />

volontà dell’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Domenico Salvi ed in<br />

sinergia con <strong>la</strong> Sovrintendenza ai Beni Culturali di cui è funzionaria “in loco” Teresa<br />

Cinquantaquattro – il “discorso” di più incisiva ed artico<strong>la</strong>ta riscoperta-valorizzazione del<br />

sito archeologico avel<strong>la</strong>no è stato ripreso a tutto campo, grazie anche al<strong>la</strong> fertilissima<br />

col<strong>la</strong>borazione tecnica di Sebastiano Fabrucci e Monica Del<strong>la</strong> Peruta. Pressoché unanime il<br />

giudizio ampiamente positivo degli spettatori giunti per due memorabili serate di puro<br />

divertimento al teatro romano. Ed i favorevoli commenti sono stati estesi, naturalmente,<br />

alle sorprendenti innovazioni logistiche e di servizi attivati nel giro d appena due<br />

appuntamenti artistici di commediografia c<strong>la</strong>ssica. Esprimendo <strong>la</strong> sua piena soddisfazione,<br />

il sindaco Salvi ha apprezzato gli indirizzi di saluto e di apprezzamento che gli erano<br />

giunti dai registi Scotto e Zingaro. Quest’ultimo, dal palcoscenico, a fine spettacolo,<br />

riferendosi al<strong>la</strong> notevole ed impegnativa impresa culturale avviata dal primo cittadino di<br />

Avel<strong>la</strong>, ha par<strong>la</strong>to del teatro romano come di un “tesoro archeologico preziosissimo” e<br />

dell’iniziativa che si era appena conclusa come di un “atto di coraggio di<br />

un’Amministrazione comunale illuminata”: il tutto finalizzato – secondo <strong>la</strong> giusta<br />

osservazione di un uomo di teatro di fama nazionale – a star bene insieme, uscendo di<br />

casa, liberandosi un po’ dell’avvinghiante televisione, per andare finalmente a curiosare<br />

all’aperto, fra <strong>la</strong> gente, nei luoghi del<strong>la</strong> memoria e dell’arte che non conosce tramonti. “Un<br />

atto di riappropriazione del<strong>la</strong> vostra identità – ha concluso il regista di talento,<br />

rivolgendosi a presa diretta al pubblico presente felice di aver appena visto attori, attrici,<br />

scenografie, costumi in un irresistibile mix di rigenerante comicità – complimenti a tutti<br />

voi, ad uno ad uno!”


IL TEMPO – Giovedì 12 Aprile 2007<br />

La comicità senza tempo targata P<strong>la</strong>uto<br />

Profluvio di invenzioni comiche in un clima surreale, illuminato da una grazia ironica non<br />

aliena da passaggi sentimentali, “Mostel<strong>la</strong>ria” di P<strong>la</strong>uto è allestita all’<strong>Arcobaleno</strong> con <strong>la</strong><br />

regia di Vincenzo Zingaro, ormai specializzato nel<strong>la</strong> riproposta dei c<strong>la</strong>ssici. L’espediente<br />

di ricorrere al<strong>la</strong> fantomatica presenza di uno spettro per evitare che il padrone scopra le<br />

dissolutezze del figlio determina un gioco teatrale dal meccanismo perfetto e non a caso<br />

imitato nei secoli: basti pensare al<strong>la</strong> visione eduardiana di “Questi fantasmi!”. Il trucco di<br />

un servo si rivelerà utile a quietare gli animi e una volta smascherato si concluderà con il<br />

perdono e <strong>la</strong> riconciliazione domestica. A incarnare <strong>la</strong> trama si impegnano Vincenzo M.<br />

Battista, Ugo Cardinali, Rocco Militano, Riccardo Graziosi, Fabrizio Passerini, F<strong>la</strong>minia<br />

Fegarotti e Francesca Mi<strong>la</strong>ni.<br />

IL GIORNALE – 13 Luglio 2007<br />

OSTIA ANTICA<br />

Gli spendaccioni di P<strong>la</strong>uto fanno ridere e pensare<br />

Padri severi gabbati da adulescens spendaccioni, amici compiacenti, servi ingegnosi, avidi<br />

usurai, belle cortigiane e fantasmi che, all’occorrenza, si materializzano in casa per gabbare<br />

il senex. Sono alcune delle eterne maschere p<strong>la</strong>utine presenti anche questa sera al teatro di<br />

Ostia Antica con <strong>la</strong> compagnia guidata dal regista Vincenzo Zingaro che propone<br />

Mostel<strong>la</strong>ria. L’opera è tra le più divertenti scritte per il teatro antico da Tito Maccio P<strong>la</strong>uto.<br />

Mostel<strong>la</strong>ria è <strong>la</strong> rie<strong>la</strong>borazione di una delle trame più vivaci offerte dal<strong>la</strong> Commedia attica<br />

nuova: il Phàsma di Filemone. E nell’allestimento curato da Vincenzo Zingaro l’attenzione<br />

è puntata unicamente sul<strong>la</strong> forza dirompente dei personaggi caratterizzati fino al<br />

parossismo. E’ <strong>la</strong> storia di un giovane che si dà al<strong>la</strong> bel<strong>la</strong> vita in assenza del padre, un ricco<br />

mercante di Atena. Grazie al sostegno di Trazione, il servo furbo e scaltro, il ragazzo<br />

ottiene un prestito per poter riscattare <strong>la</strong> cortigiana di cui è innamorato e organizzare con<br />

lei un <strong>la</strong>uto banchetto, ma il ritorno improvviso del padre guasterà i suoi piani. A<br />

sbrogliare <strong>la</strong> situazione ci penserà il furbo domestico: sprangata <strong>la</strong> porta e inventata su<br />

due piedi <strong>la</strong> bugia del fantasma, Trazione continuerà a inventare frottole sia per calmare le<br />

ire del padrone che per far fronte alle richieste di risarcimento da parte di un usuraio. Il<br />

servus è l’autentico traino del<strong>la</strong> fabu<strong>la</strong> p<strong>la</strong>tina: gran macchinatore di inganni, sfrontato e<br />

geniale, ma soprattutto sempre schierato coi giovani contro <strong>la</strong> taccagneria dei senex. Nello<br />

spettacolo di Vincenzo Zingaro, promosso dal ministero dei Beni Culturali e inserito nel<br />

progetto internazionale Il teatro c<strong>la</strong>ssico oggi, recitano Vincenzo Maurizio Battista, Ugo<br />

Cardinali, Rocco Militano, Riccardo Graziosi, Fabrizio Passerini, F<strong>la</strong>minia Fegarotti e<br />

Francesca Mi<strong>la</strong>ni.


CORRIERE DELLA SERA – 14 Aprile 2007<br />

ARCOBALENO<br />

MOSTELLARIA<br />

Opera di P<strong>la</strong>uto messa in scena dal<strong>la</strong> Compagnia Castalia. La vicenda si svolge ad Atene:<br />

il giovane Fiordamore, approfittando dell’assenza del padre, il mercante Azzeccatutto, si<br />

dà al<strong>la</strong> pazza gioia, sperperandone l’intero patrimonio. Dopo aver affrancato <strong>la</strong> bel<strong>la</strong><br />

meretrice Baciucchiel<strong>la</strong>, di cui è innamorato, organizza ogni giorno, nel<strong>la</strong> casa paterna,<br />

lussuosi banchetti, insieme al godurioso servo Trappo<strong>la</strong> e all’amico Rubacuori.<br />

L’improvviso ritorno dl padre getta nel panico Fiordamore e i suoi compagni di baldoria.<br />

Quando tutto sembra perduto, l’astuto Trappo<strong>la</strong> escogita una trovata sorprendente: per<br />

impedire al vecchio di entrare nel<strong>la</strong> sua abitazione, piena di ospiti in festa, gli fa credere<br />

che questa sia stata da tempo abbandonata, perché occupata da un minaccioso fantasma,<br />

vittima di un antico ed efferato delitto. Azzeccatutto, spaventato, crede al<strong>la</strong> fandonia di<br />

Trappo<strong>la</strong> che, da quel momento, è costretto a una serie interminabile di invenzioni.<br />

IL MESSAGGERO – 19 Aprile 2007<br />

I PERSONAGGI DI PLAUTO<br />

La Compagnia Castalia porta in scena, al <strong>Teatro</strong> <strong>Arcobaleno</strong>, “Mostel<strong>la</strong>ria”, una delle<br />

commedie più divertenti di T. M. P<strong>la</strong>uto che si caratterizza per <strong>la</strong> forza dirompente dei<br />

suoi personaggi: popo<strong>la</strong>ri, colorati, caratterizzati sino al parossismo; maschere viventi<br />

capaci di valicare i secoli, prototipi di tipologie senza tempo. L’allestimento di Vincenzo<br />

Zingaro offre l’occasione di immergersi nel divertente “gioco” del<strong>la</strong> Commedia C<strong>la</strong>ssica<br />

Antica, permettendo allo spettatore di assaporare gli echi di tutta <strong>la</strong> tradizione teatrale<br />

italica, dal<strong>la</strong> farsa atel<strong>la</strong>na al<strong>la</strong> Commedia dell’Arte, fino al<strong>la</strong> cosiddetta Commedia<br />

all’italiana.<br />

IL SECOLO D’ITALIA – 12 Aprile 2007<br />

Da oggi Mostel<strong>la</strong>ria con <strong>la</strong> “Castalia”<br />

Una del<strong>la</strong> commedie più divertenti di P<strong>la</strong>uto, “Mostel<strong>la</strong>ria”, con <strong>la</strong> regia di Vincenzo<br />

Zingaro è in scena da oggi a Roma al <strong>Teatro</strong> <strong>Arcobaleno</strong> fino al 29 aprile. La forza<br />

dirompente dei personaggi p<strong>la</strong>tini è ben testimoniata dagli attori del<strong>la</strong> Compagnia<br />

Castalia, mentre l’allestimento di Zingaro offre l’occasione di immergersi nel meraviglioso<br />

gioco del<strong>la</strong> commedia c<strong>la</strong>ssica antica che anticipa <strong>la</strong> commedia dell’Arte fino al<strong>la</strong><br />

Commedia all’italiana . Lo spettacolo promosso, promosso dal ministero dei Beni e le<br />

Attività Culturali, è adatto ad un pubblico di qualsiasi età e permette di coniugare cultura<br />

e divertimento.


CORRIERE LAZIALE – 11 Aprile 2007<br />

<strong>Teatro</strong> <strong>Arcobaleno</strong><br />

Tutto pronto per l’esi<strong>la</strong>rante commedia di P<strong>la</strong>uto “La Mostel<strong>la</strong>ria”<br />

Va in scena al <strong>Teatro</strong> <strong>Arcobaleno</strong> (zona Nomentana) <strong>la</strong> nota commedia di T. M. P<strong>la</strong>uto La<br />

Mostel<strong>la</strong>ria, per <strong>la</strong> regia di Vincenzo Zingaro e <strong>la</strong> interpretazione degli eccellenti attori<br />

Vincenzo M. Battista, Ugo Cardinali, Rocco Militano, Riccardo Graziosi, Fabrizio Passerini,<br />

F<strong>la</strong>minia Fegarotti, Francesca Mi<strong>la</strong>ni, con le maschere di Carboni Studio, le scene di<br />

Vincenzo Zingaro, i costumi di Elisabetta Vio<strong>la</strong> e le luci di Giovanna Venzi. La Mostel<strong>la</strong>ria,<br />

ovvero <strong>la</strong> commedia del fantasma è una delle commedie più divertenti di P<strong>la</strong>uto, in cui è<br />

possibile riscontrare tutti gli elementi che hanno determinato <strong>la</strong> sua fortuna nei secoli. In<br />

questa commedia esplode <strong>la</strong> forza dirompente dei suoi personaggi: popo<strong>la</strong>ri, colorati,<br />

caratterizzati sino al parossismo; maschere viventi, capaci di valicare i secoli, prototipi di<br />

tipologie senza tempo. L’allestimento di Vincenzo Zingaro, offre l’occasione di<br />

immergersi nel divertente e meraviglioso “gioco” del<strong>la</strong> Commedia C<strong>la</strong>ssica Antica,<br />

permettendo allo spettatore di assaporare gli echi di tutta <strong>la</strong> tradizione teatrale italica,<br />

dal<strong>la</strong> farsa atel<strong>la</strong>na al<strong>la</strong> Commedia dell’Arte, fino al<strong>la</strong> cosiddetta Commedia all’italiana. Lo<br />

spettacolo è divertentissimo, adatto ad un pubblico di qualsiasi età; un’opportunità da non<br />

perdere per chi voglia trascorrere una serata davvero unica, coniugando cultura e<br />

divertimento.<br />

IL GIORNALE D'ITALIA – 14 Novembre 1997<br />

Gli allegri fantasmi di P<strong>la</strong>uto all’<strong>Arcobaleno</strong><br />

Spiriti vecchi di millenni quelli che appaiono in “La casa del fantasma”, versione italiana<br />

del<strong>la</strong> divertente “Mostel<strong>la</strong>ria” di P<strong>la</strong>uto, con <strong>la</strong> regia e l’adattamento di Vincenzo Zingaro,<br />

in programma al <strong>Teatro</strong> <strong>Arcobaleno</strong>. In un teatro pieno di ricordi (qui si girò <strong>la</strong> celebre<br />

scena del varietà di "Un americano a Roma" con Alberto Sordi; qui Gigi Proietti diresse per<br />

anni il suo <strong>la</strong>boratorio) Vincenzo Zingaro, torna al<strong>la</strong> commedia antica dopo le sue versioni<br />

di Aristofane e quel<strong>la</strong> sempre p<strong>la</strong>utina del "Miles Gloriosus”, (splendidamente messa in<br />

scena <strong>la</strong> scorsa stagione al F<strong>la</strong>iano), mentre sta <strong>la</strong>vorando anche all’allestimento del<br />

“Principe di Homburg”. Come al solito nel teatro di Zingaro, al rispetto amoroso per <strong>la</strong><br />

fedeltà dello spirito originale, si accompagna una cura filologica per un adattamento in<br />

chiave moderna, in cui <strong>la</strong> scenografia gioca sempre un buono spazio. Davvero divertenti le<br />

case a forma di spettri avvolti nei canonici lenzuoli, che riempiono <strong>la</strong> scena, dove<br />

assistiamo ad una c<strong>la</strong>ssica sfida tra giovani e vecchi intorno alle quali ruotano personaggi<br />

spassosi e grotteschi (…)


IL GIORNALE DEL MATTINO – 3 Gennaio 1998<br />

Quando il servo ne sa una più del diavolo<br />

Equivoci, bugie, battute sa<strong>la</strong>ci ed astuzie diaboliche in uno spettacolo nei canoni del<strong>la</strong><br />

commedia <strong>la</strong>tina<br />

Il sipario si apre e <strong>la</strong> scena mostra alcune case evidentemente a forma di fantasma, del<br />

c<strong>la</strong>ssico colore bianco lenzuolo, con finestre che sembrano occhi. Sul palco irrompono<br />

uomini e donne con vestiti di foggia antica che bal<strong>la</strong>no, ridono e mangiano, un quadro<br />

conviviale greco-romano. Già dall’inizio dello spettacolo sono evidenti le scelte di regia di<br />

Vincenzo Zingaro, che con amore per il teatro c<strong>la</strong>ssico (davvero pregevole a questo<br />

proposito il suo “Miles Gloriosus” del<strong>la</strong> scorsa stagione) cura l’allestimento del<strong>la</strong><br />

“Mostel<strong>la</strong>ria” di P<strong>la</strong>uto, ribattezzata in italiano “La casa del fantasma”, in programma al<br />

<strong>Teatro</strong> <strong>Arcobaleno</strong>. Protagonista dello spettacolo <strong>la</strong> ormai affiatata Compagnia Castalia,<br />

fondata dallo stesso Zingaro anni fa (…) Vincenzo Zingaro dirige con abile mano il testo<br />

p<strong>la</strong>utino donando al<strong>la</strong> commedia ritmo ottimale, innestando frizzi e <strong>la</strong>zzi come uno<br />

scoppio di mortaretti, divertendosi a rileggere il finale in maniera felice, oltre a costruire<br />

una scenografia che già inneggia al sorriso e al divertimento (…) Bravi tutti gli interpreti,<br />

capaci di rendere i personaggi p<strong>la</strong>utini con una comicità spesso ec<strong>la</strong>tante (…)<br />

ITALIA SERA – 21 Dicembre 1997<br />

In scena all’<strong>Arcobaleno</strong><br />

Un P<strong>la</strong>uto indomito<br />

(…) Anche quest’anno Zingaro non manca di offrire al suo pubblico, il consueto<br />

appuntamento con il teatro c<strong>la</strong>ssico. Dopo “Il Vantone” messo in scena l’anno scorso, il<br />

regista rimane ancora su P<strong>la</strong>uto adattando <strong>la</strong> “Mostel<strong>la</strong>ria” sottotitolo “La casa del<br />

fantasma” (…) Anche in quest'occasione Zingaro dimostra come certi meccanismi del<br />

teatro comico moderno fossero già presenti in quello p<strong>la</strong>utino che regge tranquil<strong>la</strong>mente il<br />

passo con i giovani del<strong>la</strong> generazione tutta videogiochi e computer. Avvalendosi di una<br />

scena con i frontali delle case allungati a mò di spiritello, lo spettacolo si dipana<br />

amalgamando gli incastri e le tecniche tipiche del<strong>la</strong> macchina teatrale con equivoci, beffe,<br />

servi sciocchi e servi furbi (anticipazioni evidenti degli Zanni del<strong>la</strong> Commedia dell’Arte),<br />

innamorati, prostitute e vecchie ruffiane (…)

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