scarica la rassegna stampa - Teatro Arcobaleno
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LEFT – 20 Luglio 2007<br />
Tito Maccio pensa poco e osserva molto<br />
Buon spettacolo popo<strong>la</strong>re a Ostia Antica con una Mostel<strong>la</strong>ria di P<strong>la</strong>uto diretta da<br />
Vincenzo Zingaro<br />
Quel meraviglioso critico drammatico di Alberto Savinio sosteneva in una recensione del<br />
1937 che il teatro di P<strong>la</strong>uto non fa più ridere nessuno e che <strong>la</strong> cucina toscana è rinomata<br />
soprattutto per due specialità: il pollo al<strong>la</strong> diavo<strong>la</strong> e il pollo al<strong>la</strong> cacciatora. Quando il pollo<br />
è fresco, lo si cucina al<strong>la</strong> diavo<strong>la</strong>, quando incomincia a corrompersi va servito al<strong>la</strong><br />
cacciatora, sì da nascondere sotto una salsa infernale i segni nefasti del<strong>la</strong> putredine.<br />
Quindi, a proseguire il ragionamento nelle sue ovvie conseguenze, tocca dire che Vincenzo<br />
Zingaro regista del<strong>la</strong> Mostel<strong>la</strong>ria p<strong>la</strong>utina messa in scena al <strong>Teatro</strong> Romano di Ostia Antica<br />
ha fatto cosa buona e giusta inzeppando <strong>la</strong> confezione dello spettacolo di tutto il pepe da<br />
teatro all’antica italiano, <strong>la</strong> bel<strong>la</strong> ragazza e il comica da varietà, lo sketch di intermezzo<br />
(messo ad inizio del secondo tempo) e battute varie, gridolini, pinzil<strong>la</strong>cchere e frivolezze.<br />
<strong>Teatro</strong> popo<strong>la</strong>re questo, vien da dire finalmente, ché qui non c’è nessun intento ad<br />
approfittarsi e, al favor dell’antichità, spacciare Paluto per Seneca scodel<strong>la</strong>ndolo<br />
filologicamente come alta cultura teatrale. P<strong>la</strong>uto è vuoto di contenuti e pieno di<br />
pernacchio, scevro di pensiero e pregno di osservazioni. Sta fuor dell’oblio storico perché<br />
offre una galleria di caratteri superbamente stereotipati, quindi buoni a tutti i gusti. Ergo<br />
<strong>la</strong> fantasia e lo spirito goliardico siano di chi sta in scena. L’attore ha da fare <strong>la</strong> commedia<br />
al<strong>la</strong> cacciatore, che a teatro significa al<strong>la</strong> caccia dell’istante presente, dell’improvvisa, del<br />
<strong>la</strong>zzo. Ai tempi di Savinio, queste cose estive si facevano alle Terme di Caracal<strong>la</strong> che in<br />
questi tempi finalmente liberi si è deciso di donare alle statiche p<strong>la</strong>tee operistiche da<br />
“c<strong>la</strong>sse media” (cosi si chiama oggigiorno <strong>la</strong> borghesia che non può più permettersi <strong>la</strong><br />
cameriera fissa) Osta Antica va benissimo, anzi c’è anche l’odor del mare, e P<strong>la</strong>uto qui è<br />
perfetto con questa compagnia capitanata da Zingaro che non ha paura di tramestare nelle<br />
cose semplici e di ricordare, per associazione di idee, che una volta anche l’opera era<br />
spettacolo popo<strong>la</strong>re e non occasione di sbigliettamento internazionale per turista in<br />
vacanza organizzata.