Abstracts - Archeologia Medievale Venezia

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un organismo urbano ristretto alla zona collinare. La ceramica restituita dal deposito archeologico nei pressi dell’arco del Sacramento, reimpiegato come porta urbica, ha permesso di anticipare al IV secolo la datazione della nuova cinta, dato che diverge sensibilmente da quanto proposto dai diversi studiosi che hanno attribuito la realizzazione delle difese, all’indomani della guerra greco-gotica, all’iniziativa di Narsete o a quella dei Longobardi. Significativi appaiono i manufatti tardoantichi e altomedievali, fra i quali abbondano quelli da fuoco. Fra i materiali bassomedievali spiccano la dipinta sotto invetriatura e la protomaiolica; non mancano frammenti di ceramica graffita e di dipinta in rosso. ARCIFA L.: Per l'altomedioevo siciliano: elementi per la costruzione di una tipologia ceramica In occasione della Tavola Rotonda organizzata nell’ambito del 7° Congresso Internazionale sulla Cerami ca medievale nel Mediterraneo (Salonicco 1999), J. Hayes sottolineava l’assenza della Sicilia dal panorama sulle produzioni ceramiche tra tarda antichità e altomedioevo, ribadendo come la scarsa conoscenza dei contesti siciliani limitasse di fatto le ricostruzioni complessive, in virtù del ruolo centrale, in ambito mediterraneo, riconosciuto all’Isola ancora nella tarda età bizantina La mancata attenzione risulta oggi ancor più penalizzante dal momento che impedisce una analisi particolareggiata dei processi di trasformazione tra tardo antico e altomedioevo, escludendo di fatto la Sicilia dalle riflessioni ormai più che avviate relative ai tempi e modi con i quali tali dinamiche si concretizzano nel bacino del Mediterraneo. Più di recente gli scavi condotti a Catania (2004/2005) all’interno del complesso di S. Agata al Carcere hanno consentito di intercettare una stratigrafia databile tra la fine del VII e i primi del IX secolo. Si tratta di una serie di strati di butto formatisi al margine della città tardo bizantina e rivelatisi estremamente utili per cominciare a costruire una seriazione tipologica delle principali forme ceramiche in uso tra VIII e inizi IX secolo. La possibilità di intrecciare i dati ricavabili dalla sequenza di S. Agata con ulteriori ritrovamenti effettuati nella Sicilia centrale e orientale consente di comporre un quadro meno puntiforme e più serrato delle modificazioni intercorse nelle cultura materiale isolana. L’VIII secolo si configura sempre più come il momento di vero spartiacque tra antichità e medioevo con produzioni che appaiono del tutto differenziate da quelle di VII. Appare evidente la netta riduzione di forme e classi ceramiche sia nell’ambito delle ceramiche comuni, da mensa e da dispensa, sostanzialmente prive di apparato decorativo, che nelle ceramiche da fuoco; il lento ma sostanziale allontanamento dalla tradizione ceramica del mondo antico sembra misurarsi in modo più marcato qualora si sposti il punto di osservazione sugli indicatori dei commerci trasmarini che delineano, ad esempio nel caso catanese, l’estinguersi delle linee preferenziali dei flussi commerciali con l’oriente alla fine del VII secolo; ad essi si contrappone una sostanziale riorganizzazione degli scambi a medio e corto raggio orientati e direi anche frazionati fra area tirrenica e area adriatica. Più complessa la valutazione per il IX secolo, momento nel quale sembrano prodursi ulteriori differenziazioni all’interno del contesto regionale, di non sempre facile lettura, ma che trova nell’introduzione delle pentole con decorazione a stuoia un significativo elemento di inquadramento cronologico, che mostra una ampia diffusione nell’Isola. Recenti ritrovamenti offrono la possibilità di una datazione più serrata per queste ceramiche da fuoco, circoscrivibile tra la fine dell’VIII e gli inizi del IX secolo. I confronti sul piano tecnologico-funzionale nonché la stessa sintassi decorativa rimandano a strette analogie con aree rimaste a lungo sotto il dominio bizantino consentendo di ipotizzare uno stretto collegamento tra l’introduzione di questo manufatti e l’immigrazione di gruppi o, verosimilmente, di contingenti militari nell’ultima fase della difesa tematica dell’Isola. Tema Del nome dell’uso dello spazio Comunicazioni FRANÇOIS V.: Dans les vieux pots, les bonnes soupes A partir d’un certain nombre de sites de Turquie, de Grèce et de Bulgarie, choisis pour la qualité de leurs fouilles et la fiabilité des données chronologiques, je proposerai un nouveau répertoire des ustensiles de terre cuite, pour les périodes médiobyzantine et byzantine tardive. Il sera établi non plus sur les types mais sur leur emploi domestique. En passant de la forme et des dimensions à la fonction et aux volumes, j’examinerai l’apparition et la disparition de ces objets, leur évolution morphologique entre le Xe et le milieu du XVe siècle. En repérant leur présence dans l’espace et en confrontant le matériel de la capitale avec celui des villes de l’Empire et des villages, cette étude contribuera peut-être à une meilleure connaissance de l’identité sociale des utilisateurs. Par ailleurs, le recours aux sources écrites permettra d’aborder, en plus de la fonction des pots, la cuisine byzantine. Si les indications sur les mets et les ustensiles nécessaires à leur préparation et à leur service, glanées dans des textes byzantins dispersés et de natures diverses n’atteignent pas le degré de précision des fabliaux occidentaux, ils livrent tout de même des informations précieuses. BAKIRTZIS C.: Skoutellopinaka byzantins: noms, formes et fonctions de quelques ustensiles de table La vaiselle de table chez les byzantins est nommée skoutellopinaka, une appellation générale qui englobe bon nombre d’ustensiles de table ayant chacun un nom particulier (pinakion, skoutellion, kafkion, mouchroution, apalarea, koupa, poterion, kypellon, kanation, etc ). On aperçoit sur les représentations byzantines de banquets une multitude de pièces de vaisselle de forme et d’usage variés. L’attribution de leurs noms respectifs sur les poteries de table byzantines se fait au vu de leur usage particulier. Cet usage est souvent explicité dans les textes, ou alors mis en évidence sur quelques représentation, ou enfin il résulte d’une analyse fonctionnelle de leur propre forme. GASPAR A.: Cerâmicas comuns da Antiguidade Tardia do Claustro da Catedral de Lisboa Les fouilles archéologiques du cloître de la cathédrale de Lisbonne ont permis l'identification des niveaux de l'Antiquité Tardive datés par des importations du Nord d'Afrique et de l'Asie Mineur. Seront présentées les céramiques communes de cette époque dont les formes, bien que peu diversifiées, constitutent un ensemble bien typique. 10
As escavações arqueológicas realizadas no claustro da catedral de Lisboa permitiram identificar níveis da Antiguidade Tardia datados por importações do Norte de África e da Ásia Menor. Serão apresentadas as cerâmicas comuns desta época cujas formas, embora pouco diversificadas, constituem um conjunto bem tipificado. Tema Venezia Comunicazioni SACCARDO F.: Mattoni sagomati a cornice tardogotica. Ricerche su una tipologia documentata a Venezia e nel suo territorio Il contributo tratta di una tipologia di formelle in cotto modellate a stampo, dotate di una particolare cornice tardogotica a figure mostruose intrecciate e di un decoro centrale già di gusto rinascimentale. Sono rivestite da uno scialbo di colore corallino e servivano da ornamento di muri e campanili o per la creazione di grate architettoniche. Cinque esemplari della collezione Luigi Conton sono conservati presso la Galleria G. Franchetti alla Ca' d'Oro e provengono dal convento della Croce, da un rintrovamento durante lo scavo del Rio Novo, nel 1933. Altri sono conservati a Palazzo Ducale ed un altro gruppo presso i Musei Civici di Padova; diversi sono stati venduti da case d’aste o si trovano in collezioni private. Un nucleo cospicuo decora l'interno di una villa tardo-cinquecentesca in provincia di Rovigo, appartenuta alla nobile famiglia veneziana Nani Mocenigo. L’attribuzione e la datazione di queste formelle risultano piuttosto incerte, data l’assenza di fonti documetarie relative alla loro produzione e complicate dall’esistenza di numerose copie di età moderna, come quelle che ornano un edificio del XIX secolo in Fondamenta delle Eremite a Dorsoduro. L’analisi stilistica suggerisce una collocazione tra la metà del XV e gli inizi del XVI secolo. L'autore è probabilmente da ricercare tra quegli scultori anche di origine lombarda – ad esempio Agostino de Fondulis e il padre Giovanni da Crema - attivi a Padova all’incirca dalla metà del Quattrocento, nel fervente clima artistico dominato dalle forti personalità di Donatello e Andrea Mantegna. ANGLANI L., RAMPON A., MARTINELLI D., PIGNATELLI O.: Venezia: materiali ceramici recuperati tra le strutture lignee delle arginature scoperte nel sito di S. Alvise (scavo archeologico 1996-1997). I dati relativi alle datazioni dendrocronologiche The excavation executed between 1996-1997 in the area of S.Alvise site (Cannaregio, Venice), previously occupied by the CIGA sheds, highlighted a complex sequence of interventions aimed at consolidating and acquiring new spaces from the lagoon for artisan activities and cultivation. In the oldest layers which contained discharge of selected debris, two important wooden containment structures have been found, to which ceramic deposits are associated. The first one of the containment structures (Y structure) is on the surface of a sterile deposit; later on the surface of this bank, layers of debris with ceramic fragments were laid down, due to anthropic action. On this base, a second wooden containment (X structure) is present inside the previous bank but with a steep rise. Tree ring dating has been applied to the wooden elements of the Y and X structures, which provided precise chronological data corresponding to few decades around the middle of the XIV century. The contribution concerns the ceramics which refer to the borders of structure X and Y and which are contained by the same. The present typologies include: covered and uncovered ceramics of local production (glazed and sgraffito ware), ceramics from central-southern Italy (Maiolica arcaica, Protomaiolica), some typologies ascribable to Eastern and Western Islam (Spanish ware, fritwares) and to the Byzantine area. MUNARINI M.: Riflessioni sulla Graffita Arcaica Padana For some lustra we carried on debates about the graffita arcaica padana. Now the subject bibliography is generally large, but not for the ancient Repubblica di San Marco that spread from the Adda river to the Friuli during the XVth century. Venice made perfect the dalla Scala and Visconti ambitions providing a long peace to its subjects, but she concentrated all the import and export trades into the Laguna. This plan became clearer during the XVIth and XVIIth centuries than in the XVth , when many cities still defended self-government and protection of the local interest. Archival documents of pottery trades are uncommon like legal proceedings against ceramists, who weren’t so important in the economy. There were few potters and probably their movements were driven by the fury of the war: the Venetian expansionism removed craftsmen - also boccalari - from Treviso and Padua. Many craftsmen were named Germans, others came from the Balkans or from Adriatich and Aegean countries, while others from Lombardy. The Turkish armies drove Dalmatians, Albanians and Greeks across Venice to the new Stato di Terra, where they joined with the inland migrants. The Visconti’s politicy forced many Lombard craftsmen to move as far as Greek islands, but potters were very few in comparison with weavers, dyers, armourers etc. It is difficult to establish the weight of occidental archaic sgraffitto on the development of the graffita arcaica padana made in Repubblica di San Marco, despite of during the XIVth and XVth centuries some potters of the Central Venetia sold their earthenware in a large range. In Venice graffita arcaica padana showed precise relations with the ancient graffita tipo San Bartolo and severe measures were taken against the imports also from Venetia. Brescia and Bergamo graffita arcaica padana manufacture, in likeness with potters of Verona and Vicenza. Ostiglia, near Mantua, shows archaic sgraffitto ware like the ancient pottery from Torretta di Legnago, Ferrara, Bologna and emphasizes trades weight. LAZZARINI L., TONGHINI C.: Importazioni di ceramica mamelucca a Venezia: nuovi dati Il quadro delle importazioni di ceramica invetriata dal Vicino Oriente nelle regioni che si affacciano sul Mediterraneo si va gradualmente delineando grazie al contributo delle più recenti stagioni di attività sul campo. Nuovi dati hanno consentito 11
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